Flauto Magico
Flauto Magico
Flauto Magico
conta. Utilizz quella voce appunto glaciale come si utilizza il registro acuto d
i un flauto, o l'ottavino. L'aria inizia con lunghe frasi drammatiche e poi impr
ovvisamente s'impenna, s'infuria, e sale sugli acuti tipici della Regina. Compar
e la melodia che caratterizza poi, anche in seguito, Astrifiammante [ ogni perso
naggio, o quasi, ne ha una, la pi evidente quella di Papagheno, le famose cinque
note del flautino].
Quintetto (Tamino, Papagheno, tre dame)
Si b Mag ma con numerose modulazioni.
La leggenda dice che questo brano fu composto da Mozart a Praga, mentre giocava
al biliardo. Bellissima la scena di "Amadeus" che si ispira a questo aneddoto. N
on so se tu sia stata a vedere, a Praga, la villa in cui abit Mozart, un po' soll
evata rispetto alla citt bassa, in periferia, la scena farebbe folclore, ma il b
iliardo, devo dire, non c' pi!
La struttura del quintetto piuttosto lineare, il discorso si sviluppa per moment
i giustapposti, non c' sovrapposizione di temi o di stati d'animo, s' lontani dal
contrappunto iniziale. Qui il dialogo ben distinto, cristallino.
Papagheno lucchettato mugugna: mm...m... m... Spassosissimo il suo dialogo con T
amino, che un po' lo scimmiotta nelle risposte. La comicit di P. sottolineata dai
fagotti che gli doppiano il canto, mentre T. accompagnato pi dagli archi. Una sc
ena davvero fantastica.
Papagheno poi liberato dalle dame, che consegnano a Tamino il flauto magico, per
ch liberi Pamina. Papagheno intuisce come "butta" e poco signorilmente fa per and
arsene, saluta le "belle signore", eufemistico, ma la fuga non gli riesce. E' st
ato scelto dalla Regina come aiutante di Tamino, per nulla entusiasta Papagheno
si lascia per convincere dal dono magico: i famosi campanelli. E qui c' tutta la s
ua ingenuit, la sua innocenza, come un bambino chiede: "E li posso anche suonare?
" "ma certo" la risposta: il gioco fatto. Inutile sottolineare la simbologia del
flauto: l' arte, la musica... etc.
Interessante notare, piuttosto che in tutto il quintetto i flauti tacciono, a pr
ova del fatto che Mozart non ama il descrittivismo. Alla faccia dei romantici.
Dopo qualche "battuta morale" sulla possibilit di un mondo pi felice se tutti aves
sero strumenti come quelli, iniziano gli addii. Il tono ritorna solenne, ma nemm
eno... forse meglio definirlo come scrive Mila dalla "sonorit misteriosa", soffus
a, sussurrata, creata dal pizzicato degli archi, e dal canto pianissimo: "Auf We
iderhsen", dicono i cinque. "Omoritmia", in altri termini le parole sono scandit
e con le stesse figure ritmiche, come in tutti i corali del quintetto, per altro
, le note differiscono, ma non il ritmo, risultato: le parole si distinguono ben
e, non ci sono sovrapposizioni. Vedi sopra.
Quadro secondo.
Terzetto sol M
La scena si sposta nel campo avversario, nella reggia di Sarastro, dove tenuta p
rigioniera Pamina.
Un lungo dialogo parlato tra gli schiavi di Monostrato al solito omesso. La scen
a inizia con la rabbia di Monostrato perch Pmina ha tentato di sfuggire, dopo ave
r subito le sue insidie. Mostrato il vero personaggio cattivo, subir il processo
speculare a Papagheno, da aiutante del bene finir con Astrifiammante, ma mentre l
a Regina grande, seppur nel male, Monostrato un miserabile, malvagio, libidinoso
, bugiardo, servile, vile, ce le ha tutte. Dimenticavo: anche negro. Indubbio l'
accento razzista nel personaggio.
Il terzetto in realt consta di due parti, meglio di due duetti. Il primo fra Pami
na e Monostrato, il secondo fra Papagheno e Monostrato.
Pamina trascinata da Monostrato che cerca d'incatenarla si dispera e invoca la m
orte, presto sviene. Arriva inscena baldanzoso come mai Papagheno, vede la bella
ragazza svenuta e si precipita a salvarla, ma imbatte in Monostrato. I due si s
paventano reciprocamente, essendo l'uno vestito di piume, l'altro tutto nero. Sc
appano. Scena nuovamente comica, anche se qui la musica, pur essendo "leggera",
certo non tragica, risulta egualmente difficile definire comica. Papagheno, stra
namente coraggioso, ritorna sui suoi passi, commentando la sua fuga in modo fant
astico: " Sono stato proprio un pazzo a lasciarmi spaventare! Nel mondo ci sono
uccelli neri, perch non ci dovrebbero essere anche uomini neri?" (!!)
Duetto Mi b M
Papagheno riconosce Pamina, le racconta di Tamino e del suo neonato amore. Altro
evento da favola: subito Pamina a sua volta s'innamora, pur non avendo mai vist
o il principe. Divertente il dialogo successivo, in cui Papagheno si lamenta per
non avere una compagna. Segue il duetto fra Pamina e Papagheno.
Un duetto sull'amore: "Agli uomini che sentono l'amore non mancher bont di cuore".
"L'amore addolcisce la vita". Mila suggerisce che il tema pi filosofico che alt
ro, in effetti met del duetto incentrato sul matrimonio, la massoneria con la sua
etica ricompare. Il duetto nella sua estrema dolcezza non per nulla melenso, e
"pi che mai vale l'osservazione dello Hocquard, che quello che manca nel Flauto M
agico, ed felice mancanza, il patetico."
Finale
Occorrono alcune note preliminari, prima d'affrontare il finale del primo atto.
Nell'opera all'italiana, come del resto erano le precedenti opere di Mozart, non
esisteva il parlato semplice, il recitativo era una dizione ritmica accompagnat
a dal basso continuo, generalmente il clavicembalo, magari suonato dallo stesso
compositore, l'aveva fatto pi volte anche Mozart. Nel Flauto non solo ci sono dei
recitativi assolutamente "recitati", nel senso di parlati in pieno stile teatra
le, addirittura come nel caso di Papagheno con parti che si prestavano all'impro
vvisazione, all'opera buffa, ma vi sono anche esempi di recitativo-cantato. Non
fu il primo Mozart, gi l'aveva fatto Gluck, ma in altro modo. In ogni caso, senza
entrare nel particolare, il finale ha una lunghissima parte di recitativo accom
pagnato dall'orchestra.
I tre geni
Per contraddirsi subito: questa e' un aria non un recitativo, ovvio!!
Molto breve, architettato perch risulti un quadretto filosofico, una specie di ca
ntico religioso. Breve forse proprio perch di difficile comprensione, non dal pun
to di vista musicale, ma da quello delle parole. I tre geni educano Tamino alla
saggezza: "sii fermo, paziente e riservato". Le tre virt massoniche, nuovamente i
l numero tre!
Recitativo di Tamino
Tamino ora di fronte ai templi. " della Ragione e della Natura, e della Saggezza
". Prover ad entrare senza successo nei primi due, "indietro" gli sar risposto. In
fine dal terzo tempio uscir un sacerdote. Lungo il recitativo, forse anche un po'
pesante, che ne dicano i critici tedeschi, evidentemente portati per una musica
pomposa e seriosa. Il Sacerdote canta un adagio dalle reminiscenze arcaiche, un
giro instancabile di modulazioni.
La discussione si articola intorno all'"equivoco" sulla natura di Sarastro, il s
acerdote spiega che stato ingannato dalla Regina che il bene nel Tempio. Nota an
tifemminile, non estranea allo spirito massonico: "Una donna fa poco e parla mol
to".
Aria del Flauto Magico
Il dialogo finisce quando il sacerdote svela a Tamino che Pamina vive ancora: "P
amina", dice Tamino. Per ringraziamento imbocca il flauto e suona. Al celeste su
ono, un arietta in do M, ecco tutti gli animali incantati escono dalla foresta,
un'altra trovata spettacolare di Schikaneder. Inutili spiegazioni sulla simbolog
ia, o sui riferimenti, come quello possibile di Orfeo, di certo noto a Mozart g
razie a Gluk. Ma qui in chiave popolare. "Mi piace che un'aria sia adatta ad un
cantante, come un vestito fatto bene." Scrisse Mozart, e infatti cos fece: il can
tante che impersonava Tamino era anche un buon flautista e suonava in scena. Ora
, naturalmente, suona il primo flauto dell'orchestra, mentre il cantante finge.
Si sente infine il flautino di Papagheno, risponde al richiamo Tamino, che subit
o si getta incontro al compagno sperando di trovare Pamina. Ma l'uno esce di sce
na da una parte, gli altri entrano dall' altra. Altra trovata da operetta.
Duetto di Pamina e Papagheno.
Brevissimo.
Senza soluzione di continuit, come in tutto questo finale, in cui le scene s'inse
guono senza sosta, ecco comparire il nero Monostrato.
Il carillon Sol M
Inferocito. Pamina spaventata, Papagheno di pi. Ma ecco anche lui ha un'idea geni
ale, suona i campanellini magici. La scena non pu essere raccontata, n spiegata, v
a semplicemente goduta. Monostrato e gli schiavi si mettono a ballare, come bamb
ini.
Nel finale Papagheno e Pamina duettano, solito commentino "morale". Interessante
la ricomparsa del contrappunto. Un accenno di canone.
Arrivo di Sarastro.
Marcia in Do M
Arrivano gli adepti di Sarastro, intonando una marcia trionfale. Ritmata e solar
e, timpani "senza coperte" e trombe senza "sordine". Papagheno vorrebbe sparire:
"Oh, se fossi un topo, come vorrei nascondermi! Se fossi una lumaca, m'infilere
i nel mio guscio."
Arriva Sarastro. Pamina giustifica la sua tentata fuga denunciando le molestie
di Monostrato, Sarastro saggio, non la rimprovera, per la deve trattenere, perch d
estinata a Tamino, quando si sar purificato, ed avr superato le prove. Arrivano Mo
nostrato e Tamino. Tamino e Pamina si riconoscono, s'abbracciano. Monostrato s'i
nfuria e chiede a Sarastro d'intervenire, cosa che il maestro non esita a fare..
. facendo frustare Monostrato. Scena al contempo drammatica e comica. Tamino e P
apagheno vengono incappucciati per le prove [era cos nel rituale massonico, quand
o la fascia veniva levata e la luce abbagliava gli adepti era il simbolo dell'il
luminazione divina].
Coro finale moraleggiante. Scrive Mila: "non un pezzo di grande impegno composit
ivo, ma un brillante e luminoso "per finire". "
Atto secondo
Quadro primo
Marcia dei sacerdoti, Fa maggiore.
Al suono di una marcia solenne, di fiati, strumenti tipici della massoneria, ent
rano i sacerdoti e Sarastro.
Viene preannunciata la cerimonia di iniziazione di Tamino.
Tamino "figlio di re, desidera contemplare nel luogo pi santo la viva luce." E' q
uesto, in effetti, il fulcro del simbolismo massonico del Flauto Magico: la lott
a contro le tenebre. Pi volte Tamino sar bendato, e pi volte si assister al contrast
o luce buio, metafora dei due opposti stati dell'animo umano, ignoranza e sapien
za. Tutta la simbologia messa in scena nell'opera ricalca piuttosto fedelmente q
uella dei riti d'iniziazione delle logge.
Aria con Coro, Fa Mag
Un sacerdote s' mostrato preoccupato della sorte di Tamino, Sarastro ha risposto
che se il giovane non superer le prove raggiunger prima la grazia di Iside ed Osir
ide. Intona cos un canto propiziatorio.
La tonalit luminosa, distesa, solenne. Un brano senza violini n contrabbassi, sen
za pathos romantico, ma profondamente "religioso", di una religiosit spigolosa, r
accolta, come l'architettura romanica . "Solennemente ieratica".
Segue un lungo intermezzo recitato, in cui i due giovani si dirigono verso le pr
ime prove. Incontrano due sacerdoti, che li informano di ci che li attende. Tamin
o pronto a tutto, Papagheno meno, "infondo non aspiro affatto a conquistare la s
aggezza", esclama . Ma la promessa di una Papaghena alletta il titubante Papaghe
no. Chiede di vederla, prima: non si sa mai. Il desiderio verr esaudito, per Papa
gheno non potr parlare. E' la prova del silenzio, la prima delle prove d'iniziazi
one.
Quadro secondo
Duetto, Andante in Do Mag .
Prima d'allontanarsi i due sacerdoti intonano un canto sul pericolo rappresentat
o dalle donne, un po' di sano antifemminismo massonico, spiattellato alla meglio
da Schikaneder. "Guardatevi dalle insidie delle donne..." ecc.
Quintetto, Sol Mag
Giungono le tre damigelle, nella veste di "tentatrici". Cercano di sedurre, app
unto, i due "eroi", di riconquistarli. Le dame si cimentano in una serie tipicam
ente femminile di moine, che pi che nel testo si ritrovano nella musica. E se non
hanno nessun effetto su Tamino, Papagheno fatica a tener la bocca chiusa.
Qui si decreta il definitivo passaggio dei due dal mondo della Regina della Not
te a quello di Sarastro. Le damigelle cercano di vincere il mutismo dei giovani,
ma falliscono. Giungono i sacerdoti, con una roboante marcia in Do Mag, e cacci
ano nel sottosuolo le donne, come nel finale di Don Giovanni, complici le numero
se botole del palcoscenico.
Quadro terzo
Aria di Monostrato, Do Mag
Ancora una volta Monostrato pensa di sedurre Pamina. La sua Aria suonata "sottov
oce" (come indicato nella stessa partitura), e caratterizzata dalla presenza, un
ica nell'opera, dell'ottavino. L'atmosfera crepuscolare poich la scena viene ambi
entata di notte. Come altre scene comiche intrisa di non poca tristezza, il moro
si lamenta perch non pu amare una donna bella e candida. Ma il suo canto interrot
to dall'arrivo della regina e dal suo dialogo con Pamina, al quale Monostrato na
scostamente assiste.
Aria della regina della Notte, Re min.
Il parlato che la precede un dialogo in cui Pamina chiede aiuto alla madre, ma l
a madre spiega che nulla pi in suo potere, da quando "con la morte di tuo padre t
ramontato il mio potere." L'unica soluzione uccidere Sarastro. La Regina consegn
a alla figlia un coltello per compiere l'omicidio, Pamina confusa: "Madre", escl
ama, "Non una parola di pi".
Inizia la famosissima aria. Astrifiammante canta l'odio, la vendetta, la malediz
ione. Con i suoi sovracuti, i ripetuti fa sopra il rigo, l'aria acquista il cara
ttere tragico delle opere classiche. Intervalli ampi, accompagnamento esile, sal
to dal minore al relativo maggiore (FA). Infine un incredibile unisono con il fl
auto solo. La rabbia di ghiaccio, il personaggio ha subito la sua metamorfosi, i
l suo aspetto ora non pi ambiguo, fra il bene e il male, essa il male. Il volto i
numano, bianco lunare, il canto inumano pure, metallico. Al culmine della tensi
one tragica Astrifammante sprofonda.
Rimane la confusione di Pamina, che non sa come comportarsi. Compare Monostrato,
che la ricatta. Promette silenzio in cambio del suo amore (si dice cos, per pudi
cizia). Pamina non cede, giunge Sarastro, inutili sono le parole di Monostrato c
ome quelle di Pamina, Sarastro sa, e ha gi deciso. Egli il saggio.
Aria di Sarastro, larghetto in Mi Mag.
Dopo la gelida esibizione del soprano, ecco sapientemente accostatagli la tranqu
illa e placida voce del basso. Sarastro dichiara che nel suo regno "la vendetta
sconosciuta", e che "si perdona al nemico" . E' sufficiente per chiudere l'incid
ente.
L'Aria esattamente agli antipodi di quella della Regina, non solo per la distanz
a di "altezze", ne' per quella di tempi, l'uno veloce, l'altro lento, ma sopratt
utto per la linea melodica: l'una procedeva per gradi disgiunti, salti strepitos
i, risultando interrotta, frammentata, feroce, l'altra procede piana per gradi c
ongiunti, sviluppandosi fluida e rilassata.
Quadro quarto
Papagheno e Tamino di nuovo soli, costretti al silenzio. Ancora Papagheno non sa
tacere. Segue il comico dialogo fra Papagheno e Papaghena, travestita da vecchi
a. I lazzi sono ben cuciti sul personaggio di Papagheno, prima l'acqua al posto
del vino, poi l'et che non ottanta ma diciotto (il gioco di parole si capisce ben
e in tedesco... vedi libretto).
E infine quando si svelano tutte le analogie ("il mio amante qui vicino e si chi
ama Papagheno"), quando finalmente Papagheno sta per capire e la vecchia sta per
svelare il suo nome, improvvisamente scompare.
Terzetto dei fanciulli, La Mag, 6\8.
Giungono su una splendida macchina volante i fanciulli, pronti a riconsegnare ai
due eroi i loro strumenti magici, e delle vivande. Il pezzo, breve, saltellant
e, aereo.
Aria di Pamina,
6\8 ma molto lento.
Mentre Papagheno s'abboffa, Pamina giunge richiamata dal suono del flauto di Tam
ino. La scena passa dal comico al tragico, e poi di nuovo al comico. Pamina al s
ettimo cielo corre in contro a Tamino, ma costui non pu parlare. Perplessa Pamina