Pagliacci - Libretto
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Pagliacci - Libretto
Pagliacci
Dramma in due atti atti
Libretto di Ruggero Leoncavallo
Prima rappresentazione
Milano, Teatro Dal Verme
21 maggio 1892
PERSONAGGI
PROLOGO
Tonio, in costume da Taddeo come nella commedia, esce dal sipario)
1
Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
ATTO PRIMO
La scena rappresenta un bivio di strada in compagna, allentrata di un villaggio. A sinistra una strada
che si perde tra le quinte, fa gomito nel centro della scena e continua in un viale circondato da alberi che
va verso la destra in prospettiva. In fondo al viale si scorgeranno fra gli alberi, due otre casette. Al punto
ove la strada fa gomito, sul terreno scosceso, un grosso albero; dietro di esso una scorciatoia, sentiero
praticabile che parte dal viale verso le piante delle quinte a sinistra. Quasi dinnanzi allalbero, sulla via,
piantata una rozza pertica, in cima alla quale sventola una bandiera, come si usa per le feste popolari;
e pi gi, in fondo al viale, si vedono due o tre le di lampioncini di carta colorata sospesi attraverso la
via da un albero allaltro. La destra della scena quasi tutta occupata obliquamente da un teatro di era.
Il sipario calato. E su di uno dei lati della prospettiva appiccicato un gran cartello sul quale scritto
rozzamente, imitando la stampa; Questogi gran rappresentazione. Poi a lettere cubitali; PAGLIAC-
CIO, indi delle linee illeggibili. Il sipario rozzamente attaccato a due alberi, che si trovano disposti
obliquamente sul davanti. Lingresso delle scene , dal lato destro in faccia allo spettatore, nascosto da
una rozza tela. Indi un muretto che, partendo di dietro al teatro si perde dietro la prima quinta a destra
ed indica che il sentiero scoscende ancora, poich si vedono al di sopra di esso le cime degli alberi di una
tta boscaglia.
Scena I
Nedda, Canio, Tonio, Peppe, Contadini e Ragazzi
(Allalzarsi della tela si sentono squilli di tromba stonata alternantisi con dei colpi di cassa, ed insieme
risate, grida allegre, schi di monelli e un vociare che vanno appressandosi. Attirati dal suono e dal fra-
stuono, i contadini di ambo i sessi, in abito da festa, accorrono a frotte dal viale, mentre Tonio lo scemo, va
a guardare verso la strada a sinistra, poi, annoiato dalla folla che arriva, si sdraia dinanzi al teatro. Soon
tre ore dopo mezzogiorno; il sole di agosto splende cocente.
I CONTADINI CANIO
(arrivando a poco a poco) (di dentro)
Son qua! Itene al diavolo!
Ritornano
Pagliaccio l! PEPPE
Tutti lo seguono, (di dentro)
grandi e ragazzi,
ai motti, ai lazzi To! birichino!
applaude ognun.
Ed egli serio (I ragazzi schiano e gridano allinterno ed entrano
saluta e passa in scena correndo)
e torna a battere RAGAZZI E CONTADINI
sulla gran cassa.
Gi fra le strida imonelli Indietro, arrivano
in aria gittano Ecco il carretto
i lor cappelli, Che diavolerio
fra strida e sibili, Dio benedetto!
diggi.
(Arriva una pittoresca carretta dipinta a vari colori
e tirata da un asino che Peppe, in abito da Arlec-
I RAGAZZI
chino, guida a mano camminando, mentre collo
(di dentro) scudiscio allontana i ragazzi. Sulla carretta sul
Ehi, sferza lasino, davanti e sdraiata Nedda in un costume tra la zin-
bravo Arlecchino! gara e lacrobata. Dietro ad essa piazzata la gran
cassa. Sul di dietro della carretta Canio in piedi,
in costume di Pagliaccio, tenendo nella destra una
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Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
tromba e nella sinistra la mazza della gran cassa. I (riverenza)
contadini e le contadine attorniano festosamente la
Vedrete le smanie
carretta.)
del bravo Pagliaccio;
TUTTI e comei si vendica
e tende un bel laccio
Viva Pagliaccio
Vedrete di Tonio
Evviva! il principe
tremar la carcassa,
sei dei pagliacci!
e quale matassa
I guai discacci tu
dintrighi ordir.
col lieto umore!
Venite, onorateci
Evviva!
signori e signore.
A ventitr ore!
CANIO
A ventitr ore!
Grazie!
LA FOLLA
TUTTI
Verremo, e tu serbaci
Bravo! il tuo buon umore.
A ventitr ore!
CANIO A ventitr ore!
Vorrei
(Tonio si avanza per aiutar Nedda a discendere dal
TUTTI carretto, ma Canio, che gi saltato gi, gli d un
ceffone.)
E lo spettacolo?
CANIO
CANIO
Via di l!
(picchiando forte e ripetutamente sulla cassa per
dominar le voci) (Poi prende fra le braccia Nedda e la depone a
terra. Peppe porta via il carretto dietro al teatro)
Signori miei!
LE DONNE
TUTTI
(ridendo, a Tonio)
(accostandosi e turandosi le orecchie)
Prendi questo, bel galante!
Uh! ci assorda! Finiscila!
I RAGAZZI
CANIO
(schiando)
(affettando cortesia e togliendosi il berretto con un
gesto comico) Con salute!
CANIO UN CONTADINO
Un grande spettacolo (a Canio)
a ventitr ore Di, con noi vuoi bevere
prepara il vostrumile un buon bicchiere sulla crocevia?
e buon servitore. Di, vuoi tu?
3
Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
PEPPE CANIO
(ricompare di dietro al teatro; getta la frusta, che ha (un po commosso)
ancora in mano, dinanzi alla scena)
Io!? Vi pare!! Scusatemi!
Aspettatemi Anchio ci sto! Adoro la mia sposa!
(entra dallaltro lato del teatro per cambiar (Va a baciar Nedda in fronte. Un suono di corna-
costume.) musa si fa sentire allinterno; tutti si precipitano
verso la sinistra, guardando fra le quinte.)
CANIO
(gridando verso il fondo) I RAGAZZI
(gridando)
Di, Tonio, vieni via?
I zampognari! I zampognari!
TONIO
(di dentro) I VECCHI
Verso la chiesa vanno i compari.
Io netto il somarello. Precedetemi.
(Le campane suonano a vespero da lontano.)
UN CONTADINO
(ridendo) GLI UOMINI
Essi accompagnano la comitiva
Bada, Pagliaccio, ci solo vuol restare
che a coppie al vespero sen va giuliva.
per far la corte a Nedda!
I VECCHI
CANIO
Le campane
(ghignando, ma con cipiglio)
Eh! Eh! Vi pare? LE DONNE
Andiam. La campana
(tra il serio e lironico) ci appella al Signore!
Un tal gioco, credetemi, meglio non giocarlo
con me, miei cari; e a Tonio TUTTI
e un poco a tutti or parlo! Andiamo!
Il teatro e la vita non son la stessa cosa;
no non son la stessa cosa!! CANIO
E se lass Pagliaccio sorprende la sua sposa Ma poi ricordatevi!
col bel galante in camera, fa un comico ser-
mone, A ventitr ore!
Poi si calma od arrendesi ai colpi di bastone!
Ed il pubblico applaude, ridendo allegramente! (Gli zampognari arrivano dalla sinistra in abito da
Ma se Nedda sul serio sorprendessi altra- festa, con nastri dai colori vivaci e ori ai cappelli
mente acuminati. Li seguono una frotta di contadini e con-
nirebbe la storia, com ver che vi parlo! tadine achessi parati a festa. Il coro, che sulla
Un tal gioco, credetemi, meglio non gio- scena, scambia con questi saluti e sorrisi, poi tutti
carlo! si dispongono a coppie ed a gruppi, si uniscono alla
comitiva e si allontanano, cantando, pel viale del
NEDDA fondo, dietro al teatro.)
(a parte)
Confusa io son!
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Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
NEDDA NEDDA
(pensierosa) (ridendo con scherno)
Qual amma avea nel guardo! Ah! ah! Quanta poesia!
Gli occhi abbassai per tema chei leggesse
il mio pensier segreto! TONIO
Oh! sei mi sorprendesse Non rider, Nedda!
bruttale come egli ! Ma basti, orvia.
Son questi sogni paurosi e fole! NEDDA
O che bel sole
di mezzagosto! Io son piena di vita, Va, va allosteria!
e, tutta illanguidita
per arcano deso, non so che bramo! TONIO
So ben che difforme, contorto son io;
(guardando in cielo) che desto soltanto lo scherno e lorror.
Eppure hal pensiero un sogno, un desio,
Oh! che volo daugelli, e quante strida!
e un palpito il cor!
Che chiedon? dove van? chiss! La mamma
Allor che sdegnosa mi passi daccanto,
mia, che la buona ventura annunziava,
non sai tu che pianto mi spreme il dolor!
comprendeva il lor canto e a me bambina
Perch, mio malgrado, subito ho lincanto,
cos cantava:
mha vinto lamor!
Hui! Stridono lass, liberamente
lanciati a vol come frecce, gli augel. (appressandosi)
Disdano le nubi el sol cocente,
e vanno, e vanno per le vie del ciel. Oh! lasciami, lasciami
Lasciateli vagar per latmosfera, or dirti
questi assetati dazzurro e di splendor:
seguono anchessi un sogno, una chimera,
e vanno, e vanno fra le nubi dor!
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Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
NEDDA TONIO
(interrompendolo e beffeggiandolo) Ti bef?! Sciagurata!
Per la croce di Dio! Bada che puoi
Che mami?
pagarla cara!!
Hai tempo a ridirmelo
stasera, se brami!
NEDDA
TONIO Minacci?
Vuoi che vada a chiamar Canio?
Nedda!
TONIO
NEDDA
(muovendo verso di lei)
Stasera! Facendo le smore,
col, sulla scena. Non prima chio ti baci!
TONIO NEDDA
Non rider, Nedda! (retrocedendo)
Non sai tu che pianto mi spreme il dolore!
Bada!
Non rider, no! Non rider!
Subito ho lincanto, mha vinto lamor!
TONIO
NEDDA (Savanza ancora aprendo le braccia per ghermirla)
Hai tempo Oh, tosto sarai mia!
facendo le smore col!
Per ora tal pena NEDDA
(Sale retrocedendo verso il teatrino, vede la frusta
TONIO lasciata da Peppe, lafferra e d un colpo in faccia a
(implorando con dolore) Tonio)
Nedda? Nerdda? Miserabile!
NEDDA TONIO
(ridendo) (D un urlo e retrocede.)
Tal pena ti puoi risparmiar! Per la Vergin pia di mezzagosto,
Nedda, lo giuro me la pagherai!
TONIO
(delirante con impeto) (Esce minacciando dalla sinistra)
NEDDA SILVIO
(affrettandosi verso di lui) Nedda, Nedda, rispondimi:
s ver che Canio non amasti mai,
Silvio! a questora che imprudenza!
S ver che t in odio
il ramingar el mestier che tu fai,
SILVIO se limmenso amor tuo una fola non
(saltando allegramente e venendo verso di lei) questa notte partiam! fuggi, fuggi con me!
Ah bah! Sapea chio non rischiavo nulla.
Canio e Peppe da lunge a la taverna, NEDDA
ho scorto! Ma prudente Non mi tentar! Vuoi tu perder la vita mia?
per la macchia a me nota qui ne venni. Taci Silvio, non pi deliro, folla!
Io mi condo a te, a te cui diedi il cor!
NEDDA Non abusar di me, del mio febbrile amor!
E ancora un poco in Tonio timbattevi! Non mi tentar! Piet di me!
Non mi tentar! E poi Chiss! meglio
SILVIO partir.
Sta il destin contro noi, vano il nostro dir!
(ridendo) Eppure dal mio cor strapparti non possio,
Oh! Tonio il gobbo! vivr sol de lamor chhai destato al cor mio!
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Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
Verrai? Fuggi!
TONIO
Fo quel che posso!
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Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
NEDDA CANIO
quello che pensavo! (slanciandosi furente col pugnale alzato)
Per la Madonna!
TONIO
Ma di far assai meglio no dispero! (Peppe, che sar entrato dalla sinistra, sulla rispo-
sta di Nedda corre a Canio e gli strappa il pugnale
NEDDA che getta via tra gli alberi.)
Mi fai schifo e ribrezzo!
PEPPE
TONIO Padron! che fate! Per lamor di Dio!
La gente esce di chiesa e a lo spettacolo
Oh non sai come lieto ne son!
qui muove! Andiamo via, calmatevi!
(Canio, intanto scavalca di nuovo il muro e ritorna
in scena pallido, asciugando il sudore con un fazzo- CANIO
letto di colore oscuro.) (dibattendosi)
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Leoncavallo: Pagliacci - atto primo
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Leoncavallo: Pagliacci - atto secondo
ATTO SECONDO
La stessa scena dellatto primo.
Scena I
Tonio, Nedda, Silvio, Peppe, Canio, Paesani, Contadini
(Tonio compare dallaltro lato del teatro colla gran cassa era a piazzarsi sullangolo sinistro del proscenio
del teatrino. Intanto la gente arriva da tutte le parti per lo spettacolo e Peppe viene a mettere nei banchi per
le donne.
LE DONNE TUTTI
(arrivando) Via, su, spicciatevi, incominciate.
Perch tardate? Siam tutti l.
Presto affrettiamoci,
Veh, si accapigliano chiamano aiuto
svelto, compare,
Ma via, sedetevi, senza gridar.
ch lo spettacolo
dee cominciare. (Silvio vedendo Nedda che gira col piatto per incas-
Cerchiam di metterci sare la ve incontro)
ben sul davanti!
SILVIO
TONIO (piano a Nedda, pagando il posto)
(picchiando la grancassa)
Nedda!
Avanti, avanti!
Si d principio! NEDDA
Avanti, avanti! Sii cauto! Non tha veduto!
Nedda (Colombina), Peppe (Arlecchino), Canio (poi levando bruscamente al cielo le mani ed il
(Pagliaccio), Tonio (Taddeo) e Silvio paniere)
(La tela del teatrino si alza. La scena, mal dipinta, Dei, come bella!
rappresenta una stanzetta con due porte laterali ed
una nestra praticabile in fondo. Un tavolo e due (Il pubblico ride)
sedie rozze di paglia sono sulla destra del teatrino.
Nedda in costume da Colombina passeggia ansiosa.) TADDEO
Se a la rubella
COLOMBINA io disvelassi
Pagliaccio mio marito lamor mio che commuove no i sassi!
a tarda notte sol ritorner Lungi lo sposo.
E quello scimunito Perch non oso?
di Taddeo perch mai non ancor qua? Soli noi siamo
e senza alcun sospetto! Ors Proviamo!
(Si ode un pizzicar di chitarra allinterno; Colom-
bina corre alla nestra e d segni damorosa impa- (sospiro lungo, esagerato)
zienza.)
Ah!
ARLECCHINO
(Il pubblico ride.)
(Peppe di dentro)
COLOMBINA
O Colombina, il tenero
do Arlecchin (volgendosi)
a te vicin! Sei tu, bestia?
Di te chiamando,
e sospirando aspetta il poverin! TADDEO
La tua faccetta mostrami,
chio vo baciar (immobile)
senza tardar Quellio son, s!
la tua boccuccia.
Amor mi cruccia e mi sta a tormentar! COLOMBINA
O Colombina, schiudimi
E Pagliaccio partito?
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Leoncavallo: Pagliacci - atto secondo
TADDEO TADDEO
(come sopra) (retrocedendo comicamente verso la porta a destra)
Egli parti! Numi! saman! marrendo ai detti tuoi.
COLOMBINA ARLECCHINO
Guarda, amor mio, che nettare
(presso alla tavola)
divino tapportai!
Non seccarmi Taddeo!
(a due)
(Arlecchino scavalca la nestra, depone a terra
Lamore ama gli efuvii
una bottiglia che ha sotto il braccio, e poi va verso
del vin, de la cucina!
Taddeo mentre questi nge non vederlo.)
TADDEO ARLECCHINO
(a Colombina, con intenzione) Mia ghiotta Colombina!
ARLECCHINO ARLECCHINO
(prendendo una boccetta che ha nella tunica)
(Lo piglia per lorecchio dandogli un calcio e lo
obbliga a levarsi.) Prendi questo narcotico;
dallo a Pagliaccio pria che saddormenti,
Va a pigliar fresco!
e poi fuggiamo insiem!
(Il pubblico ride.)
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Leoncavallo: Pagliacci - atto secondo
COLOMBINA NEDDA
S, porgi! (riprendendo la commedia)
Tornasti presto.
TADDEO
(spalanca la porta a destra e traversa la scena tre- CANIO
mando esageratamente)
(con intenzione)
Attenti!
Ma in tempo! Taccora? Taccora! dolce spo-
Pagliaccio l tutto stravolto ed armi
sina!!
cerca! Ei sa tutto Io corro a barricarmi!
Ah! sola io ti credea
(Entra precipitoso a sinistra e chiude la porta. Il
(mostrando la tavola)
pubblico ride.)
e due posti son l!
COLOMBINA
(ad Arlecchino) NEDDA
Via! Con me sedea
Taddeo, che l si chiuse per paura!
ARLECCHINO
(verso la porta a sinistra)
(scavalcando la nestra)
Ors parla!
Versa il ltro ne la tazza sua!
CANIO
CANIO
(rabbioso al pubblico)
(porta la mano al cuore e mormora a parte)
Per la morte!
Nome di Dio! quelle stesse parole!
(poi a Nedda sordamente)
(Avanzandosi per dir la sua parte.)
Smettiam! Ho dritto anchio
Coraggio! dagir come ognaltruomo. Il nome suo
(forte)
NEDDA
Un uomo era con te! (fredda e sorridente)
NEDDA Di chi?
Che fole! Sei briaco?
CANIO
CANIO Vo il nome de lamante tuo,
del drudo infame a cui ti desti in braccio,
(ssandola)
o turpe donna!
Briaco! s da unora!!
NEDDA
(sempre recitando la commedia)
Pagliaccio! Pagliaccio!
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Leoncavallo: Pagliacci - atto secondo
CANIO CANIO
No! Pagliaccio non son; se il viso pallido, (sogghignando)
di vergogna, e smania di vendetta!
Ah! ah! Di meglio chiedere
Luom riprende i suoi dritti, el cor che sanguina
non di che correr tosto al caro amante.
vuol sangue a lavar lonta, o maledetta!
Se furba! No! per Dio! Tu resterai
No, Pagliaccio non son! Son quei che stolido
e il nome del tuo ganzo mi dirai!!
ti raccolse orfanella in su la via
quasi morta di fame, e un nome offriati,
ed un amor chera febbre e follia!
NEDDA
(cercando riprendere la commedia sorridendo forza-
(Cade come affranto sulla seggiola.) tamente)
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Leoncavallo: Pagliacci - atto secondo
Il nome! il nome! (Alla voce di Silvio, Canio si volge come una belva,
balza presso di lui e in un attimo lo ferisce.)
NEDDA
(sdandolo)
CANIO
Ah! sei tu? Ben venga!
No!
(Silvio cade come fulminato.)
SILVIO
(snudando il pugnale)
GLI UOMINI
Arresta!
Santo diavolo! Fa davvero
LE DONNE
(Le donne che indietreggiano spaventate, rovesciano
i banchi ed impediscono agli uomini di avanzare, ci (urlando)
che obbliga Silvio a lottare per arrivare alla scena. Gesummaria!
Intanto Canio al parossismo della collera, ha affer-
rata Nedda in un attimo e la colpisce per di dietro (Mentre parecchi si precipitano verso Canio per
mentre essa cerca di correre verso il pubblico.) disarmarlo ed arrestarlo, egli, immobile, istupidito
lascia cadere il coltello)
CANIO
(a Nedda) CANIO
(alla folla)
A te! A te! Di morte negli spasimi lo dirai!
La commedia nita!
FINE DELLOPERA
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Leoncavallo: Pagliacci - atto secondo
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