DIDATTICA Materiale Tratto Dalle Risposte Dei TEST
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Bruner, partendo dalle teorie di Piaget (apprendimento come processo attivo e costruttivo) e di
Vygotskij (importanza dell’ambiente durante l’apprendimento), sviluppò un pensiero in cui la
cultura gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’individuo, teoria definita culturalismo.
Essa considera l’importanza dei contesti sociali e culturali sui processi di apprendimento. Il compito
del culturalismo è duplice:
- Versante macro, esso si riferisce alla cultura come sistema di valori, di diritti e di doveri;
- Versante micro, esso evidenzia l’influenza del sistema culturale su coloro che vi operano
all’interno.
È un approccio interessato all’ intersoggettività (condivisione degli stati mentali soggettivi con
quelli altrui), principio alla base della psicologia culturale.
- Plasma la mente;
- Fornisce il materiale per le nostre attività conoscitive.
L’apprendimento è sempre legato a un preciso contesto storico in cui si situa; l’intelligenza è data
da tutto l’insieme della vita dell’individuo; la mente opera in collaborazione con il mondo in cui
vive. La pedagogia deve propugnare un tipo di formazione che offra “attrezzi” culturali, e numerose
possibilità di scambio relazionale, come per arricchire l’insegnamento.
Bruner considera l’apprendimento un processo attivo in cui il soggetto costruisce nuove idee o
concetti. Gli elementi di sviluppo della mente umana sono i contesti socio-culturali e i sistemi
simbolici, ovvero tutti i significati, i segni e le immagini prodotti da una cultura.
Ciò che deve essere approfondito è il rapporto tra gli individui, per comprendere come gli uomini
maturino i loro processi cognitivi grazie all’interazione con gli altri. L’apprendimento si produce
attraverso delle pratiche1 e si configura come un fenomeno sociale in cui intervengono il
linguaggio, le strumentazioni, le immagini, i ruoli sociali, i sistemi di giudizio, le regole ecc.
Queste sono le principali linee di educazione proposta da Bruner:
1
Leggere, scrivere, eseguire operazioni matematiche, insegnare, lavorare …
- La mente ha dei limiti: compito dell’educazione è quello di oltrepassare le predisposizioni
innate;
- La realtà si costruisce attraverso i processi cognitivi dei singoli individui ma anche dei
gruppi;
- L’apprendimento è un processo interattivo in cui si apprende gli uni dagli altri, attraverso
la narrazione delle proprie esperienze e lo scambio di informazioni;
- L’educazione deve generare delle abilità, delle capacità nuove;
- L’educazione è fondamentale per lo sviluppo psicologico dell’individuo;
Bruner afferma che, nelle esperienze formative, le emozioni sono un fattore cruciale perché
possono agevolare oppure ostacolare l’apprendimento. (4CI 11, 21)
Bruner sottolinea l’importanza di studiare i processi piuttosto che i prodotti della conoscenza,
ovvero l’effettivo svolgersi degli atti mentali. A questo riguardo va detto che per Bruner il soggetto
ha sia delle forme, cioè delle strutture, sia dei valori trasmessi da società e da figure parentali, sia
dalle aspirazioni proiettate, grazie ai quali opera una selezione di tutto ciò che proviene dall’esterno
e che perviene a considerare importanti.
- la comprensione delle strutture rende più interessante una disciplina, perché l’alunno ne
coglie prima l’utilità;
- grazie alle strutture viene facilitato l’apprendimento mnemonico;
- le strutture favoriscono il transfert dell’apprendimento , le stesse strutture possono essere
trasferite in campi diversi di apprendimento;
- Il pensiero logico scientifico permette di spiegare ciò che succede, per mezzo delle
proposizioni oggettive della scienza;
- Il pensiero narrativo permette di interpretare ciò che succede, attraverso il punto di vista
parziale del singolo individuo.
Quali sono le fasi o gli stadi di acquisizione del pensiero secondo Bruner?
L’intelligenza è la capacità di mettere in atto diverse strategie per risolvere problemi, per codificare
le informazioni. Egli dà grande importanza ai fattori sociali (il contesto in cui si affrontano i
problemi), ma anche ai fattori individuali (le spinte motivazionali). Lo sviluppo cognitivo passa da
sistemi poveri a sistemi sempre più ricchi, e tale passaggio avviene attraverso: l’azione,
l’immagine e il linguaggio cui corrispondono tre diversi tipi di rappresentazione cognitiva:
esecutiva, iconica, simbolica.
Il bambino si rappresenta il mondo attraverso azioni. Il suo pensiero ha una struttura operativa, che
si manifesta con una successione di azioni. In tal modo la realtà è ordinata attraverso l’azione stessa.
Lo sviluppo avviene attraverso l’esperienza, cioé attraverso il controllo di abilità motorie dapprima
goffe e successivamente sempre più abili, eseguite con maggiore economia e minore risorse
attentive e sforzo (modularizzazione). L’azione che compie il bambino diventa la sua
rappresentazione interna dell’oggetto. Il bambino apprende e comprende agendo;
In questa fase il bambino si rappresenta il mondo attraverso immagini e simboli concreti. Egli si
crea una rappresentazione del mondo basata su immagini, simboli che hanno un riferimento
dell’oggetto preciso. Per questo la realtà è definita attraverso percezioni e immagini interne. La
rappresentazione iconica induce il bambino a formulare giudizi basati sull’apparenza percettiva (che
può essere ingannevole e portare a giudizi errati). La rappresentazione iconica si basa su
rappresentazioni mentali e immagini interne.
Il bambino si rappresenta il mondo attraverso un codice convenzionale astratto. Per questo la realtà
è ordinata attraverso il linguaggio e altri sistemi simbolici, come i numeri e la musica. La
rappresentazione simbolica è un’espressione della realtà attraverso segni e simboli stabiliti
socialmente. La parola rappresenta il significato dell’oggetto ed esprime un concetto.
Il termine scaffolding è stato usato per la prima volta da Bruner come metafora per indicare
l’intervento di una persona più esperta, che aiuta una meno esperta ad effettuare un compito, a
risolvere un problema od a raggiungere un obiettivo, che da sola non sarebbe in grado di farlo senza
un adeguato sostegno. L’azione di sostegno, che si traduce in una forma di tutoraggio, necessita
però di una verifica costante, che la renda adeguata e rispondente ai reali bisogni ed ai livelli di
competenza raggiunti da chi apprende.
Jerome Bruner sostenne l'importanza per un ragazzo di esplorare un nuovo argomento svolgendo
un ruolo attivo nelle scoperte, in maniera simile a uno scienziato. (3CII 9, 21)
La narrazione è lo strumento privilegiato della trasmissione culturale. Bruner ritiene che il pensiero
narrativo rappresenti una particolare modalità cognitiva di organizzare l’esperienza, un modo per
rappresentare gli eventi e trasformarli in oggetto di analisi e riflessione. È una forma di pensiero ben
diversa dal pensiero razionale, che invece ricerca la verità e che costituisce leggi fisiche e
matematiche.
Bruner approfondisce lo studio di due tipi di funzionamento cognitivo, tra loro diversi per modo in
cui ordinano l’esperienza e costruiscono la realtà: il pensiero logico scientifico e il pensiero
narrativo.
- Il pensiero logico scientifico permette di spiegare ciò che succede, per mezzo delle
proposizioni generalizzabili e oggettive della scienza;
- Il pensiero narrativo permette di interpretare ciò che succede, attraverso il punto di vista
parziale e variabile del singolo soggetto.
Secondo Piaget, la preparazione psicologica funge da base da cui partire per ideare delle tecniche
da sperimentare all’approccio col bambino. L’intelligenza è il frutto del lavoro attivo del bambino
impegnato nella costruzione di se stesso: il motore dell’intelligenza del bambino è la sua azione,
convinzione che avvicina Piaget all’attivismo pedagogico, il cui fulcro è il “far fare”.
Piaget introduce una nuova disciplina, epistemologia genetica, secondo cui la conoscenza avviene
attraverso un processo in continua evoluzione che permette all’individuo di adattarsi all’ambiente
circostante. Nell’ epistemologia genetica della conoscenza (1970), il termine genetico non è da
intendersi nel senso di innato, ma nel senso di genesi o origine e di sviluppo. Piaget, pur non
negando che alcune abilità siano apprese altre innate, ritiene che la qualità costitutiva della
conoscenza risieda nel fatto che il soggetto umano sia un attivo costruttore delle proprie
conoscenze.
- L’ assimilazione è un processo passivo che si verifica ogni volta che il soggetto incorpora
nelle proprie strutture un elemento esterno, oppure interpreta l’esperienza nei termini delle
strutture di cui dispone introiettandola nei suoi schemi mentali.
- L’ accomodamento è un processo attivo nel quale vengono modificati gli schemi
preesistenti in funzione delle nuove esperienze vissute. In alcune situazioni l’assimilazione
prevale sull’accomodamento o viceversa. Per esempio, finché non si padroneggia bene la
lettura, prevale l’accomodamento, cioè la costruzione di schemi appropriati, fintanto che
successivamente prevale l’assimilazione.
Secondo la teoria dell’apprendimento per assimilazione-accomodamento di Jean Piaget, il possesso
di schemi d’azione interiorizzati reversibili segna l’ingresso nello stadio operatorio concreto, che
va dai sette agli undici anni. (2CI 2, 4)
Per Piaget l’ adattamento è un’ ”invariante funzionale”, cioè una modalità di funzionamento
generale, che governa tutte le azioni della persona.
Per lui, in ogni momento dello sviluppo mentale, l’organismo tende a darsi una organizzazione,
cioè a costruire delle strutture che presentano leggi e peculiarità.
Gli schemi sono le unità più elementari della conoscenza e il loro sviluppo avviene attraverso
l’interazione con l’ambiente per mezzo dell’ assimilazione e dell’ accomodamento.
Gli schemi di azione durante lo sviluppo divengono schemi mentali. Gli schemi mentali, a loro
volta, divengono strutture mentali.
Il concetto di “stadio”
Le strutture mentali del periodo operatorio formale sono il gruppo INCR e la logica delle
proposizioni. Il gruppo INCR indica:
La logica delle proposizioni opera su affermazioni che esprimono relazioni logiche mediante
connettivi (e, o, se…allora). (1CI 7, 28)
Lev Semenovic Vygotskij
Per gli alunni con BES, è indispensabile conoscere le prospettive di apprendimento, cioè cosa si
ritiene che i nostri allievi possano acquisire in tempi abbastanza contenuti. Il riferimento principale
è sicuramente rappresentato dagli studi di Vygotskij.
La tesi di fondo di Vygotskij riferita allo sviluppo cognitivo sostiene che le funzioni mentali
superiori dell’uomo hanno un’origine spiccatamente sociale per poi interiorizzarsi. Lo sviluppo
cognitivo della persona dev’essere ricondotto alle sue interazioni nell’ambiente e va dall’esterno
all’interno (interiorizzazione): il comportamento deve esistere socialmente prima che possa
divenire parte del comportamento interno dell’individuo. Le forme superiori delle funzioni mentali
umane, come l’attenzione selettiva, la memoria strategica, la comprensione del linguaggio, la
capacità di problem solving, sono prodotti dell’attività di mediazione semiotica, cioè della
possibilità di usare segni che conferiscono il potere di modificare forme naturali di comportamento
e cognizione.
Per effettuare queste operazioni (interiorizzazione e mediazione semiotica) un ruolo fondamentale è
giocato dal linguaggio nell’interazione fra le persone, il quale ha un’origine sociale e
successivamente diventa egocentrico, fino ad assumere la valenza di discorso interno.
L’educazione deve enfatizzare l’aspetto interattivo: fra educatore e bambino, fra bambini e adulto,
fra bambini e bambini. Senza l’interazione sociale l’interiorizzazione e l’apprendimento non
avrebbero mai luogo. L’apprendimento umano presuppone una specifica natura sociale: una simile
prospettiva assegna un ruolo preponderante all’ ambiente nel quale i bambini crescono, con
particolare riferimento alla funzione svolta dagli adulti. Da questa considerazione sociale dello
sviluppo individuale trae origine il concetto di zona di sviluppo prossimale.
Il concetto di zona di sviluppo prossimale è un’idea che descrive le interrelazioni fra esterno e
interno, fra i processi sociali e quelli cognitivi. Esso si riferisce all’area situata fra le competenze
della persona (ciò che egli sa fare senza aiuto) e il suo livello di prestazione potenziale (il livello
che riesce a raggiungere con alcune forme di aiuto). Esso è la differenza fra due prestazioni del
bambino: senza e con aiuto. È stato elaborato il metodo funzionale della “doppia stimolazione”
per studiare le funzioni cognitive: si presenta agli allievi, nel loro normale ambiente di vita
(famiglia, scuola ecc.), un compito considerato al di sopra delle loro possibilità del momento, in
quanto le competenze cognitive di cui dispongono non risultano sufficienti a individuare la
soluzione. Allora vengono offerti agli allievi nuovi stimoli (suggerimenti parziali, domande che
focalizzano l’attenzione, strumenti ecc.) e si osserva in che modo essi vengono utilizzati in tal modo
l’insegnante comprende le potenzialità di sviluppo degli allievi.
Vygotskij ha sottolineato come la valutazione della zona di sviluppo prossimale risulti
fondamentale per allievi con disabilità. Perché si possa dire che un bambino sta operando all’interno
della sua area di sviluppo prossimale (o potenziale), dev’essere coinvolto in compiti troppo
complessi per poter essere effettuati in modo indipendente, ma non al punto da essere impossibili
nel momento in cui l’alunno venga aiutato da un educatore. “Ciò che l’alunno riesce a fare in
cooperazione oggi, potrà farlo da solo domani”. L’insegnante deve assumere tre elementi
metodologici chiave:
- Deve mediare e aiutare l’apprendimento del bambino, nel senso che è tenuto a dare
sostegno agli allievi attraverso l’interazione sociale;
- Il suo ruolo deve essere flessibile, la sua azione dipende dal feedback che danno gli allievi in
attività di apprendimento;
- Deve concentrarsi sulla quantità di sostegno necessaria, senza eccedere e rischiare di
sostituirsi completamente all’allievo.
Secondo Lev Vygotskij, i processi psichici superiori sono culturalmente e socialmente mediati
dal contesto interattivo. (9 apr II, 50)
Lo sviluppo del linguaggio è un punto cruciale di divergenza tra la teoria di Vygotskij e quella di
Piaget, con riferimento al linguaggio egocentrico.
Vygotskij sostiene che il linguaggio del bambino sia già in origine di tipo sociale perché viene
assorbito in modo inconscio in famiglia e nell’ambiente circostante. Il linguaggio da funzione
interpsichica (che consente di rapportarsi con le altre persone), diviene una funzione intrapsichica
(che permette di regolare i propri pensieri e il proprio comportamento, organizzando l’insieme
di regole, strutture e contenuti che stanno alla base di qualsiasi attività psichica). (4CI 12, 26)
L’autore aveva notato che dai sei anni, il linguaggio si arricchisce nel lessico e si articola in due
piani: uno conserva la funzione sociale e di comunicazione con gli altri, mentre l’altro diventa
linguaggio egocentrico volto a soddisfare i bisogni dell’egocentrismo individuale. Questo
linguaggio è in fase di trasformazione da linguaggio sonoro in linguaggio silenzioso interiore.
Intorno al settimo anno, questo linguaggio diventa linguaggio per sé e serve per ordinare le idee,
categorizzare la realtà e formulare concetti.
Le caratteristiche del linguaggio interiore (o pensiero) sono:
- L’abbreviazione;
- La frammentarietà;
- La condensazione (fusione delle parole);
- L’aggregazione (sintattica ridotta al minimo);
- La predicazione assoluta (conservazione del predicato a scapito del soggetto e viceversa);
L’opera di John Dewey, considerato il padre dell’ attivismo pedagogico, ha come fulcro la teoria
dell’esperienza. L’uomo ha bisogno di cultura e di tecnica, di teoria e di pratica, di scuola e di
lavoro: il lavoro è diventato il punto centrale della formazione di base e viene considerato come uno
strumento di formazione, mediante il quale l’allievo può svolgere attivamente la sua “professione”
di alunno. Allora l’ “attivismo pedagogico” è una corrente educativa riconducibile all’opera di
John Dewey. (3CII 12, 35).
Il suo pensiero filosofico e pedagogico ha come base lo scambio reciproco e biunivoco tra il
soggetto e l’ ambiente. La filosofia di John Dewey si basa sulla stretta relazione tra scuola e
mondo esterno. (1CII 18, 25). Un ruolo essenziale trova la riflessione politica del filosofo
americano, incentrata intorno al principio di democrazia. Il pensiero democratico di Dewey ha
sovvertito i modelli di scuola tradizionale, autoritaria e non attenta alle potenzialità dell'allievo. La
sua “scuola nuova” propone un sapere basato sull’ esperienza dove tutti possano sviluppare
liberamente le loro specifiche potenzialità e dove all’insegnante, provvisto di una solida formazione
psico-pedagogica, spetta il compito di creare situazioni di apprendimento assicurando il processo di
sviluppo armonico della personalità. John Dewey ebbe l'intuizione di inizio Novecento secondo la
quale lo sviluppo dell'allievo avviene in un contesto sociale e collaborativo. (3CII 9, 22).
Egli disegna la scuola come il luogo della sperimentazione, dei laboratori: una scuola fatta di
attività che siano ad un tempo intellettuali e pratiche, lontana dal metodo trasmissivo che vede
l’alunno come un «vaso» da riempire, ma che è, invece, un soggetto attivamente partecipe al suo
processo di crescita e di apprendimento. Dewey introduce il concetto di laboratorio, attraverso
attività manipolative e pratiche, dalla pittura alla cucina, fino ad arrivare alla tessitura. Dalla sua
scuola laboratorio si svilupperà il concetto di apprendimento incentrato sul learning by doing
(apprendere facendo). Dewey punta a superare l'artificiosa divisione fra studi classici, non più al
passo con i tempi, e studi professionali, nel tentativo di elaborare un nuovo umanesimo del lavoro.
Egli predilige, quindi, le discipline scientifiche e tecniche, considerate però nel loro aspetto
formativo di cultura generale e non come precoce avviamento professionale.
L’ apprendimento osservativo è una teoria di Bandura che dimostra che attraverso la sola
esposizione ad un modello e alla possibilità di osservarlo compiere determinate attività i bambini
acquisiscono nuove risposte che eguagliano quelle del modello (imitazione, modeling) e che
possono essere riprodotte non solo in quel preciso momento, ma anche essere replicate in un
momento successivo.
Per Bandura, le esperienze non troppo facili, in cui l'individuo deve perseverare anche di fronte
agli insuccessi, che sono visti come occasione di costruzione e sfida, sono le esperienze di
padronanza. (4CI 12, 25)
Montessori
Agli inizi del Novecento, la più influente pedagogista italiana è Maria Montessori. Incaricata di
organizzare, per i poveri in età prescolare, le “case dei bambini”, è stata fautrice della didattica
della quale ha scritto in Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all'educazione infantile
nelle Case dei Bambini (1909). “Il metodo della pedagogia scientifica” è il titolo di un famoso
libro pubblicato nel 1909 che, tradotto in molte lingue, diede al metodo pedagogico del
proprio autore una risonanza mondiale. Si tratta di Maria Montessori. (2CII 2, 4)
Il punto-chiave iniziale del suo metodo sarà l’allestimento di un ambiente totalmente innovativo:
ciò che la Montessori chiamo casa dei bambini, una struttura dotata di autonomia istituzionale e
educativo-pedagogica, una sorta di micro-istituzione sociale infantile. L’ambiente educativo era
predisposto con materiali idonei a favorire le attività autonome dei bambini: su apposite mensole, il
bambino trovava “materiali di sviluppo”, differenti per numero e forme geometriche (bastoncini;
superfici, solidi da incastro, scatole da aprire, bottoni, matasse, oggetti cromatici, ed altri oggetti
idonei ad esercitare la sensazione) dei quali servirsi, e poi da riordinare; dall’esercizio con questi
materiali che richiamano le lettere dell’alfabeto, l’attitudine a comporre e scomporre le letterine
“esplode”, secondo i tempi individuali di ogni alunno. I piccoli sono, altresì, sollecitati ad attività
socializzanti di tipo pratico (cucinare, apparecchiare, coltivare, ecc…); durante queste attività,
l’insegnante deve limitarsi a coordinare, non sovrapponendo all’iniziativa dei bambini la propria.
Con l’opera di Maria Montessori, l’Italia si colloca a pieno titolo nella grande linea del movimento
attivista europeo. L’opera della studiosa è considerata come uno dei capisaldi dell’intero attivismo
novecentesco.
Secondo Pestalozzi, la mente rappresenta la facoltà conoscitiva; essa si articola in base a tre forze
elementari: forma, numero e nome.
Numero - Aritmetica e calcolo derivano dal numero; noi possiamo cogliere le forme essenziali
delle cose e ridurle a numero, cioè agli aspetti quantitativi. Per fare in modo che il bambino colga la
nozione di numero (ad esempio il due), la mamma lo aiuterà mostrandogli due cose identiche, es. 2
mele o 2 matite; partendo dall’osservazione di due identità si giungerà all’astrazione. Bisogna
partire da esperienze semplici e concrete, per giungere progressivamente alla numerazione.
Nome - Il bambino parla dopo aver ascoltato la madre e impara la lingua a partire dall'intuizione
sonora del canto. Dopo aver osservato la molteplicità degli oggetti presenti in natura, unificherà il
molteplice grazie al nome comune degli oggetti. La lingua materna è la base di un’educazione
integrale: la madre, nel mostrare ai figli gli oggetti pronunciandone il nome, fa sentire una
connessione stretta tra oggetto e parola; quando l'oggetto sarà assente, la parola ne prenderà il posto.
Il bambino deve imparare a parlare subito chiaramente e correttamente; successivamente arriverà
alla formulazione dei concetti e al pieno sviluppo intellettuale. (2CII 2, 6)
Don Bosco
Riassunto manuale
Alle precarie condizioni di vita delle classi popolari rivolge la sua attenzione il prete Giovanni
Bosco: egli costituisce il primo nucleo dell’oratorio che funzionerà come una casa annessa,
prendendo il nome di San Francesco di Sales. Ottenuta l’approvazione vaticana nel 1869, la
Congregazione di don Bosco si allarga a tutto il territorio italiano, e successivamente anche
all’estero. Il suo pensiero pedagogico è esposto nei Regolamenti per i suoi oratori e nel Sistema
preventivo per l’educazione della gioventù. L’oratorio è un luogo dove prevale il gioco sotto
l’assistenza degli educatori: don Bosco individua nel gioco una delle possibilità per attrarre i
bambini ed educarli in un ambiente a loro misura; l’educatore diventerà una sorta di genitore,
capace di guidarli e correggerli.
Il sistema repressivo nella scuola e nei collegi consisteva nel far conoscere il regolamento e il
programma delle scuole, poi sorvegliare per conoscerne i trasgressori ed infliggere il relativo
castigo. Contro questa linea, Don Bosco affina il suo metodo finalizzato a porre le condizioni per
cui le trasgressioni non possano verificarsi: nel sistema preventivo si impone la presenza di un
educatore in grado di svolgere la funzione di sorveglianza. Il sistema preventivo si articola in
ragione, religione e amorevolezza, escludendo ogni tipo di castigo. Don Bosco sostiene che l’allievo
deve essere lasciato libero, e non deve essere obbligato in nulla. (1CII 19, 27)
Quella di don Bosco è sicuramente un’educazione di stampo religioso, ma essa segna una svolta
nella pedagogia cristiana superando la consuetudine educativa fondata sulla severità e sugli obblighi
e appellandosi alla ragionevolezza dell’allievo.
K. Lewin
Riassunto Materiali Lewin atmosfere di gruppo
Considerando il concetto di “gruppo sociale”, si è molto discusso su come definire un gruppo.
Spesso lo si è considerato come qualcosa di più della somma degli individui che lo compongono;
altri hanno postulato la “mentalità di gruppo” per definirlo.
È risaputo che il grado di successo di un insegnante nella sua classe dipende non soltanto dalla sua
bravura ma, per larga parte, dall’ atmosfera che riesce a creare. L’atmosfera è una proprietà della
situazione sociale complessiva, e occorre fare un confronto tra due atmosfere: l’una democratica,
l’altra autocratica. K. Lewin ha affermato che, quando l’insegnante propone attività educative
che tengono conto dei bisogni e degli interessi degli alunni, ci si trova di fronte a uno stile
democratico. (4CII 12, 24)
Quando l'insegnante si limita a dare indicazioni e a rispondere alle richieste avanzate dagli alunni di
volta in volta, ci si trova di fronte a uno stile permissivo. (4CI 13, 29)
Democratico: 1. ogni linea di condotta era decisa dal gruppo, incoraggiato e stimolato dal leader; 2.
Laddove erano necessari dei consigli tecnici, il leader cercava di indicare due o tre procedimenti
alternativi, fra i quali bisognava fare una scelta; 3. I membri erano liberi di scegliersi i propri
compagni di lavoro e la divisione del lavoro era competenza del gruppo; 4. Il leader cercava di
essere egli stesso spiritualmente membro del gruppo: lodava e criticava con obiettività il lavoro dei
ragazzi.
Autoritario: 1. La linea di condotta era decisa dal leader; 2. Le tecniche e le fasi per ottenere lo
scopo erano dettate dall’autorità; 3. L’autorità stabiliva di solito autocraticamente il compito e il
compagno di lavoro di ciascun membro; 4. Il leader autoritario criticava e lodava le attività dei
membri del gruppo senza spiegare le ragioni obiettive; non partecipava attivamente al gruppo,
restava sempre indifferente.
Il rapporto bambino/bambino risultava diverso nelle due atmosfere: nel regime autocratico la
tendenza a dominare antagonisticamente si rivelò 30 volte superiore a quella riscontrata nel regime
democratico; più numerose erano le richieste di attenzione e le critiche ostili; nell’atmosfera
democratica la cooperazione e la lode reciproca erano molto più frequenti. Nell’autocrazia, ostilità
ed egoismo prevalgono sulla cooperazione. Molteplici sono i fattori che determinano i diversi
comportamenti dei due gruppi: la tensione è maggiore nell’atmosfera autocratica. Nell’autocrazia,
la consapevolezza di far parte di un gruppo era rara e i raggruppamenti spontanei tra i bambini
erano relativamente pochi. I bambini del gruppo autocratico si allearono, non contro il leader, ma
contro un loro compagno e lo trattarono talmente male che questi smise di venire alle riunioni: ogni
bambino diventava un nemico potenziale degli altri, sicché il suo campo di potere si indeboliva
anziché rafforzarsi attraverso la cooperazione.
Il passaggio dall’autocrazia alla democrazia era più lento che non quello dalla democrazia alla
autocrazia; ciò perché l’autocrazia viene imposta all’individuo, la democrazia deve essere appresa.
Karl Weber
Karl Weber è stato un sociologo, filosofo, economista e storico tedesco. È considerato uno dei
padri fondatori dello studio moderno della sociologia e della pubblica amministrazione. Larga parte
del suo lavoro di studioso riguardò la razionalizzazione nell’ambito della sociologia della religione
e della sociologia politica, ma i suoi studi diedero un contributo importante anche nel campo
dell’economia. (4CI 14, 34)
La sua opera più famosa è il saggio L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, con il quale
cominciò le sue riflessioni sulla sociologia della religione. Weber sosteneva che la religione fosse
una delle ragioni non esclusive per cui le culture dell'Occidente e dell'Oriente si sono sviluppate in
maniera diversa, e sottolineava l'importanza di alcune particolari caratteristiche del
Protestantesimo ascetico che portarono alla nascita del capitalismo, della burocrazia e dello
Stato razionale e legale nei paesi occidentali.
Weber ritiene che le fonti delle diseguaglianze e i principi fondamentali della stratificazione sociale
vadano ricercati non solo nell'ambito dell' economia, ma anche nella sfera della cultura e in quella
della politica. (3CII 11, 32)
Mentre nella sfera economica gli individui si uniscono sulla base di interessi materiali comuni,
formando le classi sociali, nella sfera della cultura essi seguono comuni interessi ideali e danno
origine ai ceti; nella sfera politica, infine, gli individui si associano in partiti o in gruppi di potere
per il controllo dell'apparato di dominio. Dunque, secondo Weber non solo la classe, ma anche il
ceto e il gruppo di dominio sono fattori essenziali per la comprensione dei processi di
stratificazione.
Karl Marx
Il concetto di “sovrastruttura” individuato da Karl Marx è associabile alle idee religiose,
filosofiche e politiche che hanno la funzione di rinforzare le classi e stabilizzare le strutture del
dominio. (4CI 13, 31)
Costruttivismo
I maggiori esponenti del Costruttivismo sono, con diverse declinazioni e al confine con altri
orientamenti come il costruttivismo culturale (di Vygotskij) e il sociocostruttivismo, Jean Piaget,
Lev Vygotskij e Jerome Bruner, che sono considerati anche tra i maggiori studiosi di psicologia
dello sviluppo del Novecento.
Secondo lo psicologo Kelly, ciascuno percepisce e interpreta il mondo in base a un proprio punto
di vista, dal quale dipendono non solo le opinioni ma anche i comportamenti. La personalità degli
individui può essere considerata come un organismo dinamico che elabora specifici costruzioni
mentali sulla base dell’esperienza, che poi determinano gli atteggiamenti esteriori. Kelly chiama
costrutto degli schemi dell’individuo che gli permettono di conoscere gli eventi: i costrutti:
Secondo Kelly, l’individuo costruisce gli eventi della realtà, nella misura in cui mostra una
capacità creativa che gli permette di modificare l’ambiente, costruirlo e adattarlo alle proprie
esigenze. Allora, secondo il modello costruttivista, chi apprende è direttamente impegnato
nella creazione di significati. I teorici del costruttivismo sostengono che l’essere umano
costruisce in modo attivo la sua conoscenza. (4CI 13, 32)
Attivismo pedagogico
Comunicazione
La grammatica universale è una teoria linguistica che postula che i principi della grammatica
siano condivisi da tutte le lingue, e siano innati per tutti gli esseri umani. Questa ipotesi è alla base
della grammatica generativa di Noam Chomsky. La teoria della grammatica universale non
vuole descrivere specificamente una lingua o l'altra, né postulare che "tutte le lingue hanno la stessa
grammatica", ma si propone di individuare una serie di regole innate che spiegherebbero come i
bambini acquisiscono le lingue, e come imparano a costruire frasi grammaticalmente valide. Gli
studiosi di Grammatica generativa ricercano i cosiddetti universali linguistici che dovrebbero
formare la Grammatica Universale. (2CI 2, 6)
Il massimo esponente della teoria innatista del linguaggio è lo statunitense Avram Noam
Chomsky. La manifestazione del linguaggio avviene in seguito alla maturazione di un meccanismo
specifico a base innata, cosicché il momento della sua comparsa è predeterminato nel
patrimonio genetico del soggetto, risultando indifferente alla quantità e alla tipologia degli stimoli
provenienti dall’ambiente. La teoria di Chomsky ritiene di poter trascurare il contesto linguistico ed
extralinguistico (relazioni sociali, personalità, capacità di cognizione, memoria, attenzione) in cui le
parole o le frasi vengono generate.
Metacognizione
Disciplina induttiva
La disciplina induttiva di Hoffmann consiste nell’attivare nel bambino una reazione empatica. I
genitori comunicano la loro disapprovazione, non ritirando l’amore, bensì sviluppando nel bambino
la sua capacità di mettersi nei panni dell’altro. Il bambino comprenderà la conseguenza della sua
azione e sarà portato a non ripeterla in futuro. Lo stile educativo induttivo si basa sulla
comprensione da parte del bambino e sull’empatia nei confronti degli altri. (4CI 13, 28) La
risposta sulla disciplina induttiva di Hoffmann è: comunicare la disapprovazione ponendo
l’attenzione sulle azioni e sulle conseguenze. (3CI 12, 34)
Descolarizzazione
La descolarizzazione è una teoria educativa nata negli anni 70 sulla scia dei movimenti di
contestazione studenteschi. Il termine diviene celebre grazie ad Ivan Illich. In Italia la teoria dei
descolarizzatori venne disprezzata per la sua visione educativa che rivendicava la non obbligatorietà
dell’educazione e denunciava il potere esercitato dagli stati rispetto ai cittadini attraverso la scuola.
(3CI 10, 22)
Community of Learners
Nelle Community of learners (Col) la classe si costituisce come una vera e propria comunità che
apprende, che interagisce attivamente e partecipa alla costruzione del proprio apprendimento.
Dunque la Community of Learners prevede di organizzare la classe come comunità di ricerca .
(4CII 12, 22)
Cooperative Learning
Il Cooperative Learning costituisce una specifica metodologia di insegnamento attraverso la quale
gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili
del reciproco percorso. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività,
strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale
positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problem solving di gruppo”,
conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti. Tali obiettivi
possono essere conseguiti se all’interno dei piccoli gruppi di apprendimento gli studenti
sviluppano determinate abilità e competenze sociali , intese come un insieme di “abilità
interpersonali e di piccolo gruppo indispensabili per sviluppare e mantenere un livello di
cooperazione qualitativamente alto”. (2CII 2, 8)
Il modellamento (modeling) si riferisce al processo secondo il quale l’adulto mostra allo studente
l’abilità da modellare in modo che esso possa imprimere nella memoria un modello dopo averlo
ascoltato e/o visto. Nel processo di modellamento l’insegnante richiama l’attenzione, dimostra cosa
e come si apprende, invita gli studenti a formulare domande, praticare e successivamente corregge o
rinforza. Nel “cooperative learning” è utile che gli insegnati diano l’esempio facendo vedere
concretamente alcuni comportamenti da adottare nella discussione (modeling). Occorre allora
incoraggiare tutti gli alunni a esprimere ciò che pensano e non dare continuamente
valutazioni su ciò che viene detto. (1C 19, 30)
Media
Celestine Freinet considerò la radio e la tipografia come patrimonio didattico e strumenti per
l'apprendimento, ben prima dell'introduzione del computer nelle scuole. (3CI 11, 27)
Una piattaforma e-learning consente ai docenti di creare una classe virtuale alla quale iscrivere i
propri studenti. Questo permette agli studenti di comunicare in modo sincrono e/o asincrono tra di
loro e/o con il docente, di scambiarsi messaggi, di scaricare materiali didattici che l’insegnante o
loro stessi inseriscono nel repository della piattaforma. Allora, in una classe virtuale, viene
fornito l’accesso a informazioni e risorse remote, e la possibilità di comunicare e cooperare a
distanza. (4CII 13, 28)
L'introduzione di strumenti digitali, in particolare delle nuove tecnologie mobile ha prodotto, nella
scuola, una riorganizzazione dello spazio fisico della scuola, in modo da rendere la
configurazione dello spazio più flessibile. (4CII 13, 29)
Valutazione
L’effetto alone si ha quando il docente tende a trasferire in altri contesti un giudizio, per esempio
quando tende a giudicare negativamente un alunno che si presenta a una verifica in modo poco
curato o che utilizza un linguaggio semplice. Allora tale distorsione valutativa porta il docente a
valutare l’allievo sulla base di alcune caratteristiche dello studente che sono considerate
determinanti pur essendo poco pertinenti alla prova (caratteristiche fisiche, abbigliamento,
gesti, fare rumore ecc.). (4CI 12, 23)
L’effetto di contrasto è quel bias che si presenta quando un docente valuta un alunno che viene
sottoposto a verifica subito dopo un compagno che ha effettuato una prestazione brillante e
positivamente valutata. Allora la distorsione valutativa denominata “contrasto”, porta il
docente a valutare l’allievo sulla base della successione degli allievi interrogati. (4CII 14, 30)
L' effetto Pigmalione, noto anche come effetto Rosenthal, deriva dagli studi classici sulla "profezia
che si autorealizza" il cui assunto di base può essere così sintetizzato: se gli insegnanti credono
che un bambino sia meno dotato lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso dagli
altri; il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza ; si instaura così un
circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come l'insegnante lo aveva
immaginato. (1CI 6, 24)
Legislazione
La riforma Gentile è una serie di atti normativi del Regno d’Italia che costituì una riforma
scolastica organica varata in Italia. Prese il nome dal filosofo Giovanni Gentile, Ministro della
Pubblica Istruzione del governo Mussolini nel 1923. La risposta esatta è: La Riforma Gentile
rappresenta un intervento organico riferito a tutto il sistema d’istruzione. (3CI 10, 21)
L’obbligo formativo in Italia (detto obbligo scolastico) indica l’obbligo di assolvere determinati
doveri di istruzione. Durante l’unità d’Italia, la legge Casati del 1859 istituì una scuola elementare
articolata su due bienni, il primo dei quali obbligatorio. (3CI 11, 29)
Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate, – per specifici problemi -
possono incontrare difficoltà a Scuola. Fra essi, alunni e studenti con DSA (Disturbo Specifico
dell’Apprendimento) sono stati oggetto di importanti interventi normativi. Tuttavia, è bene
precisare che alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto ad
usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza
di competenze intellettive nella norma. Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche
problematiche nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o – più in generale-
presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o, al contrario,
nelle aree non verbali (come nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del
disturbo non-verbale o – più in generale - di bassa intelligenza non verbale associata ad alta
intelligenza verbale, qualora però queste condizioni compromettano sostanzialmente la
realizzazione delle potenzialità dell’alunno) o di altre problematiche severe che possono
compromettere il percorso scolastico (come per es. un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora
non rientri nelle casistiche previste dalla legge 104). Un discorso particolare si deve fare a proposito
di alunni e studenti con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività, spesso definiti con
l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), corrispondente all’acronimo che si
usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività. Con notevole
frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo
provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi
d'ansia; disturbi dell'umore, etc. In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la
comorbilità con altre patologie - richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto
dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minor
gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder
tutelato il loro successo formativo. Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con bisogni
educativi speciali le misure previste dalla Legge 170 per alunni e studenti con disturbi specifici di
apprendimento. La risposta esatta è: La disabilità NON descrive uno dei “disturbi evolutivi
specifici” all’interno dei Bisogni Educativi Speciali . (Direttiva ministeriale 27 Dicembre 2012)
(3CII 10, 24)
Operare scelte negoziate tramite riflessioni collegiali risulta particolarmente utile per la
costruzione, la crescita e il positivo funzionamento del gruppo di lavoro. (1CII 20, 32)
Tutoring
Tutoring è ogni intervento che sostiene o aiuta un individuo in condizioni di disagio o difficoltà di
apprendimento. In ambito scolastico il tutor è un docente che si pone a disposizione del singolo
alunno per venire incontro alle sue esigenze psichiche e cognitive. Si tratta di una metodologia
che si attua attraverso la costruzione di un rapporto di medio-lungo termine, che si costituisce
come un percorso di apprendimento guidato, in cui il tutor offre volontariamente saperi e
competenze acquisite e le condivide sotto forma di insegnamento e trasmissione di esperienza, per
favorire la crescita personale e professionale del mentee (allievo). La risposta è: Il tutor svolge il
ruolo fondamentale di garante dei processi d’apprendimento. (1CI 8, 32)
Secondo le recenti ricerche in ambito didattico, il peer tutoring (la metodologia didattica che
prevede la collaborazione fra pari ai fini dell’apprendimento) tende a migliorare i profitti di
tutti gli studenti coinvolti nel processo. (1CII 18, 23)
Inclusione
Delineare obiettivi, attività didattiche, atteggiamenti educativi "su misura" per la specifica
individualità di un determinato alunno, ponendo attenzione alle sue risorse e ai suoi punti di forza,
sono azioni che rinviano al concetto di didattica individualizzata. (3CII 11, 30)
Per molti giovani con disabilità, il passaggio dalla scuola secondaria di secondo grado all'ingresso
nel mondo del lavoro e nella fase della vita adulta può coincidere con un momento di
disorientamento. La scuola può contribuire a rendere meno difficoltoso questo passaggio
partecipando alla creazione di fattori di protezione per il giovane, promuovendo, tra gli altri,
il benessere emotivo, le relazioni interpersonali, le capacità di autodeterminazione. (3CII 11,
33)
Didattica
Si può affermare che la scuola svolge realmente un ruolo educativo quando crea un ambiente
favorevole allo sviluppo. (1CI 8, 31)
La scuola favorisce l'apprendimento attraverso la proposta di esperienze qualitative. (3CI 11, 32)
La ricerca interdisciplinare nel settore educativo è importante per la globalità degli aspetti
che caratterizza la ricerca educativa. (1CI 8, 33)
Nel rendere il contesto di classe più adeguato alle situazioni problematiche è necessario
prestare attenzione anche alla disposizione dei banchi. (1CII 18, 24)
Nel mondo in cui viviamo, in continua evoluzione, l’unica soluzione percorribile per la scuola è
quella di educare gli studenti all’autonomia, alla indipendenza, alla responsabilità, alla capacità di
inventare il proprio futuro, rendendoli immuni da ogni forma di massificazione, di inquadramento.
Se l’orientamento è considerato un mezzo (téchne educativa/orientativa), per l’educazione delle
persone, significa che è un problema di razionalità tecnica e sotto questo aspetto, sarebbe solo una
raffinata “tecnica manipolatoria”, attraverso la quale qualcuno si impone su un altro facendogli
interiorizzare, come scelte libere ed autonome, gli oggettivi rapporti di forza culturali, personali e
sociali delle strutture di potere esistenti. Se l’orientamento è considerato un fine, per
l’educazione delle persone, significa che non è solo un problema di razionalità teoretica o
tecnica, ma di razionalità pratica, umana, quella morale, che coinvolge la volontà, la libertà e
la responsabilità di ciascuno. La riposta esatta è: La didattica orientativa è un’impostazione
dell’insegnamento che mira a favorire le scelte autonome degli alunni, cioè a far maturare in
loro la consapevolezza delle inclinazioni effettive, dei percorsi possibili e delle prospettive
probabili. (1CI 7, 29)
La didattica laboratoriale offre alcuni vantaggi rispetto alla lezione frontale, come il favorire la
partecipazione attiva degli studenti, facilitare processi creativi, permettere di accedere a diversi
stimoli verbali e non verbali e consentire il passaggio dal “sapere” al “saper fare”. La risposta è:
NON un vantaggio della didattica laboratoriale rispetto alla lezione frontale è semplificare il
lavoro dell’insegnante. (1CII 20, 33)
Lo studioso più ricordato in relazione alla " terapia centrata sul cliente" è Carl Rogers. Elaborò,
nel suo lavoro terapeutico individualizzato, quella che definì “terapia centrata sul cliente”, una
pratica che secondo Rogers è utilizzabile anche nell’attività educativa. Secondo Rogers lo sviluppo
della personalità è autorealizzazione e perché ciò avvenga negli interventi terapeutici Rogers
sostiene che il terapeuta debba essere un facilitatore che accetta pienamente il cliente, così Rogers
chiamava i suoi pazienti, ed instaura con lui un rapporto empatico che permette alla persona di
lasciar fluire emozioni e stati d’animo. (PREF Carl Rogers l’insegnate facilitatore) (9 apr II, 41)
Psicologia
La domanda “Chi sono io?” è più rilevante durante l’adolescenza. (4CII 14, 31)
- Chi è;
- Che cosa sarà;
- Quali sono i suoi principi;
- Che cosa farà.
È un processo in parte conscio e in parte inconscio, che Erik Erikson ha definito “crisi
d’identità” nella sua biografia dedicata a Martin Lutero. (3CII 10, 26)
Tra le seguenti situazioni che l'adolescente si trova ad affrontare, può essere definita "paradossale",
disidentificarsi con i propri genitori fondando la propria identità sulla dipendenza dai propri
genitori. (3CII 11, 34)
Harlow ha dimostrato con una serie di esperimenti sulle scimmie, che l'attaccamento dei piccoli
alla madre dipende dal bisogno di sicurezza. Alla fine degli anni ‘50, psicologi e sociologi
concordavano su un principio fondamentale: alcuni dei bisogni primari (fame, sete, dolore)
venivano soddisfatti dal legame con la madre e da ciò, attraverso un meccanismo
d’apprendimento, derivavano amore e affetto. Questa spiegazione convince Harry Harlow solo in
parte: perché questo legame rimane, spesso profondo e intatto, anche quando la madre cessa di
essere la risposta ai bisogni del piccolo? Per questo motivo, Harlow sceglie di descrivere il
comportamento dei macachi, autonomi nel movimenti già a 2-10 giorni di vita e con segnali di
vicinanza affettiva simili a quelli della nostra specie (allattamento, ricerca del contatto, prossimità
fisica). Non c’entra nulla il soddisfacimento della fame e della sete. Sono altre le variabili in gioco.
La vera funzione dell’allattamento, afferma Harlow, è quello di assicurare un contatto continuo e
intimo con la madre, allo scopo di garantire sicurezza in momenti di paura o pericolo . (PREF
Harlow esperimento di attaccamento) (9 apr II, 28)
L’autostima è la dimensione valutativa globale del sé, detta anche “immagine di sé”.
(4CII 14, 35)
Fromm distingue tra istinti e pulsioni: i primi sono bisogni primari ancestralmente legati al mondo
animale (bisogni fisiologici come sessualità, fame, sete, etc.), le seconde, invece, sono frutto
dell'evoluzione ontogenetica dell'uomo e riguardano la sfera del desiderio e dei bisogni secondari di
tipo psichico e spirituale nonché la naturale tendenza ad aggregarsi per dare vita a delle comunità.
Fromm identifica i seguenti otto bisogni psicologici basilari: relazione; trascendenza; radicamento;
identità; orientamento; stimolo; unità; realizzazione. Dunque NON è incluso da Fromm tra i
bisogni specifici tipicamente umani il bisogno educativo speciale. (3CI 10, 23)
In psicologia il termine coping (traducibile con “strategia di adattamento”) indica l’insieme dei
meccanismi psicologici adattativi messi in atto da un individuo per fronteggiare problemi
emotivi ed interpersonali, allo scopo di gestire e ridurre lo stress. (4CII 13, 25)
I primi psicologi sperimentali si dedicarono allo studio dei processi sensoriali. (2CII 2, 1)
Pedagogia
Con Comenio nasce la pedagogia moderna poiché il suo metodo non verte sui contenuti bensì
verte sul soggetto che apprende . La pedagogia di Comenio si basa su come l’uomo apprende
determinati contenuti. Si allontana dal metodo classico, dove tutto si posava sui contenuti, definito
mnemonico e ripetitivo. Per Comenio l’apprendimento dei contenuti si basa su un percorso
educativo graduale iniziando dalla scuola pubblica, senza distinzioni di ceto sociale, di diversa etnia
o se il soggetto era diversamente abile. (2CI 2, 2)
Nel pensiero di Comenio si possono individuare due suoi interessi fondamentali: attenzione al
metodo e alla didattica dell'educazione, posizione dell'alunno visto come soggetto del proprio
sviluppo. (2CII 2, 2)
La pedagogia speciale si occupa delle metodologie e delle prassi educative e formative per le
persone con disabilità lungo l’arco della loro vita. (2CII 2, 5)
Rispetto agli stili cognitivi di apprendimento, valutare e rendere consapevoli gli alunni dei
propri stili di apprendimento al fine di adottare le strategie ottimali per apprendere è una
competenza richiesta all'insegnante specializzato nelle attività di sostegno didattico nella scuola
secondaria di secondo grado. (3CII 10, 23)
Come sottolineano oggi numerosi studiosi dei più diversi orientamenti, i processi di
apprendimento hanno luogo soprattutto nell’ambito di un contesto relazionale e dunque
all’insegnante si richiede di integrare nel proprio lavoro una responsabilità culturale di tipo
intellettuale e disciplinare e una responsabilità culturale emotiva con precise competenze
psicopedagogiche. (1CI 7, 30)
Il “Time out” è uno strumento disciplinare proposto da approcci educativi di tipo cognitivo-
comportamentale che si è affermato negli ultimi anni come tecnica di controllo del
comportamento dei bambini. Il time out consiste nell’allontanare il bambino che si è
comportato in modo inadeguato dalla situazione in corso per un tempo pari ad un minuto per
ogni anno di età. L’allontanamento prevede solitamente che egli si sieda in un luogo a parte, senza
pari o adulti vicino, né attività o giochi a disposizione, in genere con l’indicazione di “pensare a ciò
che ha fatto”. (1CI 6, 25)
La continuità educativa è un insieme di strategie formative che mirano allo sviluppo armonico
della persona, dall'infanzia fino all'età matura, mettendo in comunicazione pedagogica i vari stadi
dell'età evolutiva e i corrispondenti progetti formativi elaborati per i singoli cicli scolastici. Tra gli
obiettivi fondamentali della continuità educativa c'è la riduzione del fenomeno della dispersione
scolastica, mediante strategie mirate anche alla promozione dell'orientamento. La risposta è: La
continuità educativa NON implica un processo di apprendimento che comporti dei livelli
caratterizzati da specifici obiettivi, e in cui siano ben definiti il passaggio e le differenze tra la
scuola dell’infanzia e la scuola primaria. (1CI 7, 26)
Altro
Benjamin Bloom, Robert Mills Gagné e Jean Piaget sono gli autori che hanno stilato le
tassonomie degli obiettivi più conosciute. (4CI 12, 22)
Il gruppo di amici NON può essere definito “gruppo formale”. (4CII 12, 21)
Gli adolescenti stranieri possono adottare la strategia dell’assimilazione, che consiste nell’avere
rapporti con gli altri gruppi piuttosto che mantenere la propria identità culturale e la propria
tradizione. Il concetto di assimilazione è il tentativo di adottare la maggior parte di norme e regole
della cultura dominante a spese di quella del proprio gruppo. Gli adolescenti stranieri fanno
propria la cultura del Paese ospitante, rinunciando alla loro tradizione culturale. (4CII 12, 23)
Lo stereotipo si può definire come una credenza sugli attributi personali di un gruppo di
individui. (4CII 13, 26)
L’aggressione verbale alla vittima NON è una delle strategie adottate nel bullismo diretto .
(4CII 14, 32)
La semiologia (che significa “studio del segno”) è una disciplina che studia i segni. A differenza
della semiotica, si occupa prevalentemente di linguaggi verbali o comunque attribuisce al
linguaggio verbale un’importanza centrale. Considerato che il segno è i generale “qualcosa che
rinvia a qualcos’altro” possiamo dire che la semiotica è la disciplina che studia i fenomeni di
significazione e di comunicazione: per significazione si intende ogni relazione che lega qualcosa di
materialmente presente a qualcos’altro di assente. Ogni volta che si mette in pratica o si usa una
relazione di significazione si attiva un processo di comunicazione. La risposta esatta è: La
semiologia studia i vari sistemi di segni, anche non verbali. (3CII 10, 25)
Un leader è definito “carismatico” quando ha un forte ascendente sugli altri membri del
gruppo. (3CII 10, 27)
La società post-industriale è lo stato raggiunto da alcune società sviluppate nel loro sistema sociale
ed economico che si sarebbe evoluto in base a cambiamenti specifici nella loro struttura sociale e
che corrisponderebbe a uno stato di sviluppo successivo al processo di industrializzazione della
rivoluzione industriale. Nella società post-industriale ci sarebbe stata una transizione economica
passando da un settore secondario a un settore di servizi, basato sullo sviluppo tecnico e ricerca
scientifica, istruzione e tecnologie dell’informazione e della comunicazione che avrebbero
trasformato le precedenti forme di rapporto tra classi sociali. La risposta: La società
postindustriale si basa essenzialmente sulla produzione di beni immateriali. (3CII 10, 28)
La funzione della scuola secondo Don Milani deve essere la seguente: non deve condurre a
distinzioni tra lavoro intellettuale e lavoro manuale. (2CI 2, 3)
La zona di sviluppo prossimale NON rappresenta una delle macro aree individuate da
Luciano Mariani e Graziella Pozzo in cui inserire le diversità in termini di apprendimento. Le
preferenze ambientali si riferiscono sia al "dove" e al "quando" si studia meglio, sia a fattori fisici
quali la luce, la temperatura, i suoni presenti nell'ambiente; ai consumi personali (cibi e bevande
prima, durante, dopo lo studio ...); alla postura e alla mobilità; e, più in generale, ai bioritmi
personali (i ritmi ciclici, positivi e negativi, che scandiscono la nostra efficienza fisica, emotiva,
intellettuale ...). Le modalità sensoriali si riferiscono alle preferenze individuali nell'utilizzo dei
sensi. Tradizionalmente, si prendono in considerazione soprattutto le modalità visiva, uditiva e
cinestetica, intendendo con quest'ultimo termine non soltanto la preferenza per o la necessità di
movimento fisico, ma anche, più in generale, la predilezione per attività concrete, per l'esperienza
diretta, per il coinvolgimento costante nell'azione. Complementari alle modalità sensoriali sono gli
stili cognitivi, che riguardano più direttamente i modi tipici di ogni individuo di sottoporre ad
elaborazione quelle informazioni (ad esempio, acquisendole in memoria tramite procedure di
associazione e classificazione; elaborandole; recuperandole dalla memoria). L’ultima macro area è
costituita dai tratti di personalità. (1CII 19, 29)
La socializzazione investe tutti i seguenti aspetti della personalità: gli aspetti cognitivi, gli
aspetti legati alla motivazione, gli aspetti legati alla conoscenza e gli aspetti affettivi. La
risposta è: la socializzazione investe tutti gli aspetti citati nelle altre alternative. (1CII 19, 31)