Friedrich Froebel fu un educatore tedesco del XIX secolo che sviluppò l'idea dell'educazione dell'infanzia. Visse in un periodo di grandi cambiamenti sociali e rivoluzioni industriali che ponevano nuove sfide educative. Sviluppò il primo asilo d'infanzia e introdusse i giochi educativi per bambini.
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Friedrich Froebel fu un educatore tedesco del XIX secolo che sviluppò l'idea dell'educazione dell'infanzia. Visse in un periodo di grandi cambiamenti sociali e rivoluzioni industriali che ponevano nuove sfide educative. Sviluppò il primo asilo d'infanzia e introdusse i giochi educativi per bambini.
Friedrich Froebel fu un educatore tedesco del XIX secolo che sviluppò l'idea dell'educazione dell'infanzia. Visse in un periodo di grandi cambiamenti sociali e rivoluzioni industriali che ponevano nuove sfide educative. Sviluppò il primo asilo d'infanzia e introdusse i giochi educativi per bambini.
Friedrich Froebel fu un educatore tedesco del XIX secolo che sviluppò l'idea dell'educazione dell'infanzia. Visse in un periodo di grandi cambiamenti sociali e rivoluzioni industriali che ponevano nuove sfide educative. Sviluppò il primo asilo d'infanzia e introdusse i giochi educativi per bambini.
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Friedrich Froebel-Contesto storico
CAPITOLO 1
Friedrich Froebel, educatore e pedagogista e di matrice filosofica idealistica, nacque
nel 1782 nelle foreste della Turingia. Orfano di madre, ricevette dal padre e dallo zio, ambedue pastori protestanti, una profonda formazione religiosa. Friedrich Froebel si colloca in una corrente molto creativa della pedagogia moderna: il romanticismo pedagogico tedesco. Froebel riprende le idee di Rousseau e di Pestalozzi, approfondendole e rinnovandole. Il suo pensiero viene influenzato anche da Novalis e Goethe, e in particolar modo dalla filosofia della natura di Schelling. Dopo Russeau, Froebel fu il primo dell’800 a mettere al centro l’infanzia e il bambino.
ETA’ DEL ROMANTICISMO
La parola “romantic” fu utilizzata per la prima volta in Inghilterra al fine di deridere
tutto ciò che vi era di fantastico, assurdo e artificioso negli antichi romanzi cavallereschi e pastorali. Nel ‘700, il termine perse parte della propria accezione peggiorativa e iniziò ad essere applicato a vari ambiti: alle descrizioni di paesaggi selvaggi e malinconici, alle emozioni soggettive, o ancora a tutto ciò che era sentito come vago e indefinito. Il termine “Romanticismo” oggi è usato con una duplice accezione: per alcuni studiosi definisce una categoria storica, ovvero un intero periodo, per altri descrive un determinato movimento artistico e culturale, dotato di una sua poetica, di gruppi di intellettuali specifici. Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, sorto in Germania e in Inghilterra e diffusosi in tutta l’Europa nel corso del 19°secolo, si sviluppa il Romanticismo, un movimento letterario, artistico e culturale. In Germania, il primo costituirsi di una scuola romantica avvenne negli ultimi anni del Settecento prima a Jena e poi a Berlino, e si concretò nella pubblicazione della rivista Athenäum (1798-1800); in Inghilterra (1798) le prime manifestazioni del romanticismo si ebbero con il programma aggiunto alle Lyrical ballads da W. Wordsworth e S.T. Coleridge, ma è in Germania che raggiunse i massimi sviluppi. La cultura romantica cerca la propria identità sulla diversità e distanza dalla cultura settecentesca, in particolare dall’Illuminismo. Il periodo di affermazione del Romanticismo vede rapidi e radicali mutamenti che sconvolgono assetti tradizionali e consolidati, trasformando le istituzioni politiche, l’organizzazione economico-sociale e il sistema delle idee. Il primo sconvolgimento è rappresentato dalla rivoluzione politica che, avviata nel 1789 con la Rivoluzione Francese, si estende poi in tutta Europa : la Rivoluzione, supportata dalle idee dell’Illuminismo, causa il crollo della monarchia, nega la possibilità di nominare un monarca per diritto divino e introduce la necessità dell’elezione dello stesso da parte del popolo, sostituisce la gerarchia e la rigorosa divisione in classi sociali con i principi di uguaglianza e solidarietà e produce mutamenti che vengono accolti in maniera diversa dagli intellettuali europei. Il secondo mutamento, meno visibile ma in rapida espansione, è costituito dalla rivoluzione economica determinata dal processo di industrializzazione. Il processo ha innumerevoli conseguenze: anzitutto produce dinamismo, evoluzione, rapidità all’interno di una società che era da sempre cristallizzata in classi sacre e inviolabili: nuovi ceti si affacciano alla scena sociale, acquisiscono potere di acquisto e scelta, richiedono a gran voce autonomia di scelta e peso e diritti politici. Si apre la strada all’energia e all’intraprendenza del singolo individuo che ottiene successo personale e ricchezza: è la prima volta che viene valorizzata la capacità dell’uomo di cambiare e migliorare la propria condizione e che si presta attenzione alla sua individualità e alla sua psiche. Con la costruzione delle fabbriche, sempre più contadini abbandonano il lavoro nei campi per trasferirsi nelle città, causando lo spopolamento delle campagne e l’estensione a dismisura dei centri abitati. Si impone allora la vita di città, e con essa i problemi dovuti alla mancanza di comodità e servizi per gli operai, alla costruzione di quartieri e dimore inadeguate, allo sbandamento di persone abituate alla vita contadina e costrette improvvisamente a cambiare. Si diffonde una sensazione di crisi e insicurezza: il sistema industriale esige la continua espansione, pena il crollo. Ma il mercato non può assorbire illimitatamente le merci che vengono prodotte in fabbrica e ciò determina crisi cicliche, ovvero effetti rovinosi sull’economia e sulla vita quotidiana degli strati meno abbienti della popolazione. Un sistema economico basato sul calcolo, sulla programmazione e sulla razionalità che porta ben presto alla diffusione di un senso di insicurezza e di impotenza.
È un contesto post-rivoluzionario, dove dopo la fase del grande Terrore, il lato
violento della Rivoluzione francese, segue una fase di reazione dopo l’avvento della figura di Napoleone, che si autoproclama imperatore dei francesi, provocando così la caduta degli ideali. Frobel stesso partecipa a una guerra antinapoleonica (episodio legato all’assedio di Amburgo). L’ascesa di Napoleone provoca anche nuova oppressione e nascita di sentimenti nazionali, patriottici e di liberazione dallo straniero. Sono i sentimenti tipici del Romanticismo.
L’Ottocento è segnato anche dall’evento socio-economico della Rivoluzione
Industriale in Gran Bretagna, che ha le risorse economiche da investire per passare da un lavoro di tipo artigianale a quello di tipo industriale, cui seguono poi nuove esigenze, come quella di nuove figure e professionalità da formare. La rivoluzione industriale pone quindi nuove esigenze educative, come la donna che comincia a lavorare fuori dal contesto domestico (prima lavorava in casa o nei campi di proprietà familiare), e se la donna diventa lavoratrice si pone il problema dell’accadimento dell’infanzia. Nasceranno le sale di riposo come centri di accoglienza per bambini. La Rivoluzione Industriale è un fenomeno di tipo economico che pone problemi di tipo educativo e sociale. In questo periodo la ragione illuminista viene posta sotto accusa (già Rousseau ne era critico). In Età romantica è più esaltata una razionalità di natura storica, più attenti alle tradizioni, alle storie dei popoli. Viene rivalutato il Medioevo, che gli illuministi avevano criticato come secoli di assenza di ragione. L’illuminismo aveva posto l’accento sull’istruzione, sulla cultura scientifica, mentre la pedagogia romantica pone il fine dell’educazione nella formazione spirituale dell’uomo, con particolare attenzione all’aspetto morale. Questa concezione dell’uomo che si richiama a ideali classici, facendo prevalere la formazione della persona nella sua unità alla preparazione tecnico professionale, si opponeva all’illuminismo. L’educazione romantica si preoccupa sì della formazione individuale della persona umana, ma non dimentica, che ciascun uomo con la sua libertà, con la sua individualità, è parte di un ambiente sociale. Spesso, il romanticismo si preoccupa maggiormente della formazione individuale, del problema dell’unione tra la sensibilità e la ragione, ma spesso si occupa anche della dimensione sociale dell’educazione. Per i primi romantici tedeschi, volti all’esplorazione della vita interiore, i concetti di nazione e popolo non sono esplicitati, ma il sentimento della germanicità era implicito nel loro pensiero, e diverrà poi essenziale. Con questo carattere il romanticismo si presenta subito altrove, per esempio in Italia, dove si hanno raccolte di canti popolari, di fiabe, ballate, drammi e romanzi storici che evocano visioni di vita medievale. Nasce il mito dello “spirito popolare”, origine di ogni forma di civiltà e nascono sotto il dominio di quel mito la linguistica e la filologia moderna. Si instaurò una coscienza storica e il sentimento. Se a molti la realtà apparve come una negazione delle romantiche aspirazioni dell’anima, per altri, al contrario, valse l’esigenza di un’arte che rispecchiasse la realtà. Questo doppio aspetto fu proprio del romanticismo di tutti i paesi, e si conservò per tutto il corso del suo sviluppo, lungo il 19° secolo fino al naturalismo da una parte e al decadentismo dall’altra.