Alpini Metodo Di Studio 202099
Alpini Metodo Di Studio 202099
Alpini Metodo Di Studio 202099
Luca Alpini
Fin dalla nascita, ognuno di noi ha iniziato ad apprendere. Dai primi giorni di
vita abbiamo continuato ad imparare, poiché progredire e potenziare le nostre
risorse è un istinto naturale sia per la sopravvivenza, sia per costruire la vita che
desideriamo. Si tratta, quindi, di un processo che dura per tutta la vita, che non
riguarda solo l’acquisizione di abilità e competenze di tipo didattico o lavorativo,
come spesso si tende a pensare, ma anche lo sviluppo affettivo-emozionale,
l’interazione sociale e perfino lo sviluppo della personalità.
L'apprendimento può essere volontario, intenzionale come quando compiamo
uno sforzo per memorizzare in vista di un'interrogazione, oppure incidentale
quando ci ricordiamo le informazioni in maniera casuale come una canzone
sentita alla radio o la signora che al supermercato riconosce un marchio di un
prodotto pubblicizzato alla televisione.
Le fasi dell'apprendimento
Possiamo affermare che l'apprendimento passa attraverso tre fasi principali:
1. ACQUISIZIONE DEI DATI: in questa fase rientra soprattutto la lettura, ma
anche il prendere appunti, l'osservare, l'ascoltare e tutto ciò che riguarda la
nostra capacità di concentrazione e il canale preferenziale attraverso cui ci
arrivano le informazioni (visivo, verbale, uditivo, cinestetico).
2. COMPRENSIONE/ORGANIZZAZIONE DEI DATI: prima di decidere
cosa è importante immettere in memoria, sulla base della nostra cultura
personale, è necessario comprenderlo in ogni sua parte e poi riorganizzarlo al
meglio, per poterlo gestire e potervi accedere più rapidamente in un secondo
momento
3. RITENZIONE DEI DATI: è la memorizzazione vera e propria di ciò che
abbiamo estrapolato all'inizio, che, per portarci al nostro obiettivo, deve essere a
lungo termine, senza richiedere quindi costanti ripassi per evitare di "perdere"
ciò che abbiamo immagazzinato nella nostra memoria.
La memoria
STILE GLOBALE/ANALITICO:
Questo stile indica quelle persone a cui piace soffermarsi sui particolari oppure
sull’insieme. Nel primo caso, per adattare lo stile allo studio, rimani su una rete
di parole con significati più ampi, mentre nel secondo caso prova a leggere e
creare una rete di parole che dal generale si collegano via via fino a entrare nei
minimi dettagli di significato.
STILE SISTEMATICO/INTUITIVO:
Si riferisce al modo in cui adotti un criterio di classificazione: se sei
“sistematico” agisci per controllare tutto singolarmente, una cosa per volta; se
sei “intuitivo” procedi per ipotesi da confermare.
STILE VERBALE/VISUALE:
Lo stile verbale/visuale si basa sulla distinzione tra le persone a cui piace
soffermarsi sulle parole (verbale) o quelli a cui piace creare immagini(visuale).
STILE IMPULSIVO/RIFLESSIVO:
Lo stile impulsivo/riflessivo riguarda come facciamo per risolvere problemi
difficili. Davanti ad un problema, infatti, puoi decidere di soffermarti a riflettere
in modo preciso, ma più lento e infine giungere alla conclusione oppure puoi
dare una soluzione immediata ma incorrendo in errori che poi dovrai correggere.
STILE CONVERGENTE/DIVERGENTE:
Chi è “convergente” solitamente parte da una affermazione e arriva a una
soluzione unica e prevedibile, mentre il “divergente”, al contrario, riesce ad
essere originale e creativo.
Il livello di motivazione allo studio del giovane è anche influenzato dal contesto
familiare. Può sembrare di poco conto, ma è importante sottolineare come la
famiglia possa valorizzare o meno la funzione dell’istituzione scolastica,
collaborare in sinergia o, al contrario, contrastarla.
Altro elemento non secondario di motivazione è il rapporto tra la singola
disciplina e il comportamento motivato. Si può facilmente dedurre che l’allievo
ha un buon profitto in quelle discipline per le quali ha sufficienti competenze
iniziali. L'esito positivo comporterà come conseguenza un aumento della
motivazione in quell’ambito.
Una delle motivazioni estrinseche più comuni è quella per cui studiare serve per
trovare un lavoro socialmente riconosciuto e con un buon rendimento
economico.
Come dicevamo poc'anzi, il tempo per gli studenti è una risorsa preziosa, per cui
è essenziale organizzarlo nel modo più efficace.
A questo proposito la psicologia cognitiva ci mostra che possiamo imparare
mediante un apprendimento massimo, oppure attraverso un apprendimento
distribuito:
Nel primo caso, il compito di apprendimento viene svolto è concentrato in un
tempo limitato, compiendo uno sforzo intenso e senza soste. Il risultato è poco
sicuro, magari efficace per una verifica o esame prevista per il giorno stesso, ma
destinato a decadere rapidamente;
Nel secondo caso il compito è distribuito nel tempo, suddividendolo in unità
intervallate da pause di riposo. Questo metodo permette una migliore
assimilazione dei contenuti e genera un apprendimento più solido e duraturo.
Quindi, spiegandolo in termini pratici e applicativi, il suggerimento della
psicologia è che:
è preferibile studiare giorno per giorno, tenendo il passo delle lezioni mattutine
in aula con applicazione a casa nel pomeriggio. Studiare una disciplina il giorno
prima della verifica può servire a raggiungere la sufficienza in quella prova,
tuttavia c'è il rischio di dimenticare tutto nel giro di pochi giorni.
Lo studio alternato a momenti di pausa risulta più efficace e meno stressante; per
ogni ora di studio si può ad esempio far corrispondere un quarto d'ora di
passeggiata oppure uno spuntino.
È bene fissare una quantità massima di studio da rispettare scrupolosamente (ad
esempio 3 ore al giorno), per potersi concentrare e rendere di più.
Come pianificare un esame universitario
● Ottimizzazione del tempo di studio. Per uno studio più rapido alla fine di
ogni sessione di studio di ogni materia ripeti sempre ad alta voce magari
anche in presenza
da qualcuno che ti ascolti.
● Fai delle pause. Visto che studierai più materie contemporaneamente, c'è il
rischio di confondersi. Per ovviare a questo problema, tra lo
studio di una materia e l'altra prenditi delle piccole pause, magari
chiacchierando con un amico, uscire un attimo per un caffè al bar etc.
Per far sì che i risultati siano buoni nel tempo programmato, bisogna far proprie
una serie di tecniche di lavoro, indispensabili per la memorizzazione, la sintesi e
la rielaborazione personale dei contenuti. Se uno studente, attraverso costanza,
esercizio e applicazione metodica, riuscirà a padroneggiare gli strumenti, riuscirà
a ottimizzare il tempo e a stare meno sui libri.
Analizziamo ora quali sono le strategie utilizzate per studiare e come sfruttarle al
meglio.
Gli appunti
Il sistema Cornell
Il sistema Cornell risale al 1950 ed è stato creato da uno degli insegnanti della
Cornell University, un certo Walter Pauk. Il metodo si basa sull’utilizzo di un
formato rigido, per ridurre il più possibile il volume degli appunti organizzandoli
durante la lezione.
Il foglio deve essere diviso in due colonne: una più grande (circa il 75% del
foglio) per prendere appunti sul lato destro e l’altra più piccola per domande e
parole chiave sul lato sinistro.
Lo scopo è quella che lo studente utilizzi la colonna più grande per prendere
appunti.
Meglio evitare le frasi lunghe e utilizzare abbreviazioni.
Dopo che hai terminato di prendere appunti, ti consigliamo di rileggerli entro le
24 ore, di modo da ricordare ancora i concetti di base, così in caso dovessero
venirti in mente delle domande su concetti poco chiari, puoi segnarle nella
colonna di sinistra insieme alle parole chiave che scegli per fissare un certo
tema.
Utilizza la colonna di sinistra anche per scrivere delle domande alle quali sai già
trovare una risposta. Questo ti aiuterà durante il ripasso: potrai rispondere
leggendo solo le domande della colonna di sinistra. Al termine della rilettura usa
le righe lasciate vuote sul fondo della pagina per scrivere un breve riassunto.
Abbreviazioni
Il più delle volte, i docenti devono trattare una serie di argomenti in un tempo
molto limitato e questo si traduce in una raffica di nozioni per lo studente che
deve appuntare correttamente tutti i concetti.
Per non perdere quindi molte informazioni è consigliabile utilizzare delle
abbreviazioni che sostituiscano la parola completa.
In aggiunta alle abbreviazioni comuni, come per esempio: “cmq” (comunque)
“es.” (esempio) è meglio personalizzarne delle altre. Un altro consiglio utile è
quello di abbreviare i titoli che si ripetono: per esempio “Economia Aziendale”
diventerà EA. Fai sempre una lista ed una legenda da seguire per evitare
confusione. Sono due le tecniche di abbreviazione più comuni, la prima utilizza
solo le lettere iniziali di una parola (ad esempio “imp” per “importante, “info”
per “informazione”, ecc.) mentre la seconda richiede di scrivere solamente le
consonanti di una parola (ad esempio “mngmt” per “management”, “svlp” per
“sviluppo”, ecc.). Quando si usa un’abbreviazione è importante ricordare che ci
sarà sempre il contesto ad aiutarci a ricordare il significato.
A prescindere da quale sia il metodo di abbreviazione usato, quando si prendono
appunti è sempre bene cercare di utilizzare frasi brevi, cercando di riassumere al
massimo il concetto. Così facendo otterrai due risultati positivi: primo, annoterai
solo le informazioni veramente necessarie alla comprensione del testo e secondo,
comincerai a memorizzare le informazioni più importanti.
Semplificare i concetti
Un altro metodo con cui gli studenti preferiscono è creare delle mappe o dei
diagrammi per sottolineare i concetti principali da memorizzare. Creare mappe
concettuali ha lo scopo di riassumere i concetti più importanti e per renderli più
semplici da leggere. Al centro della mappa verrà posizionato il concetto
principale e da esso partiranno i vari “rami” che collegano il concetto principale
alle altre parole chiave, agli altri concetti essenziali e alle altre annotazioni
importanti.
Questa tecnica è molto utile perché ti permette di memorizzare meglio i concetti,
vedere immediatamente i concetti principali senza averli in un testo e ti aiuta a
risolvere dei problemi. Il fatto che le informazioni occupano parti sparse nel
foglio aiuta il tuo cervello perché, rileggendo l’informazione, esso si ricorderà di
quando è stata scritta e riuscirà così a memorizzare meglio l’informazione.
Riprendi nei tuoi appunti la struttura delle slide, senza però ricopiare le singole
frasi alla lettera
Salta articoli, congiunzioni e in generale quelle parole essenziali per il
significato e focalizzati solo sulle parole e i concetti chiave.
Le mappe concettuali
All'inizio di ogni unità di apprendimento in un libro di testo molto spesso c'è una
breve introduzione che anticipa allo studente i contenuti. Si tratta di quelli che in
pedagogia si chiamano organizzatori anticipati e servono allo studente per
entrare nell'ambiente concettuale dell'unità.
Anche negli stessi appunti personali possono essere inseriti degli organizzatori
anticipati, come un'introduzione, poche righe ad ogni lezione. Queste righe
devono essere scritte a casa, dopo aver rielaborato gli appunti, per permettere
agli allievi di rammentare sinteticamente l'argomento di ogni lezione.
Il riassunto è un esercizio un po' tralasciato in classe, ma utile per potenziare la
scrittura ed esercitare le capacità di comprensione e sintesi. Per scrivere un
riassunto dovrai seguire queste indicazioni:
Creare uno schema per un buon riassunto cominciando dalla comprensione del
testo:
Dividi il testo: leggi attentamente il testo che dovrai riassumere, dividilo poi nei
vari argomenti in modo da avere una schematizzazione chiara di tutto ciò che
viene affrontato nel brano.
Sottolinea: rileggendo evidenzia le frasi più importanti per poterle recuperare
facilmente.
Scaletta: È importante fare una scaletta in cui riporti tutti gli argomenti
importanti che hai trovato nella lettura.
Dallo schema al riassunto come si fa
Una volta fatta la scaletta dovrai solamente sviluppare i punti individuati come
fondamentali. Ricorda la parola riassunto indica che lo scopo è quello di trovare
i punti principali di un testo e TRALASCIARE le informazioni superflue.
Impara a studiare
Vilfredo Pareto, un economista italiano che è vissuto nel XIX secolo ha ideato
l'omonimo principio, ovvero il principio di Pareto, che poi è stato applicato allo
studio. Tale principio, afferma che…
“Il 20% delle cause, produrrà l’80% dei risultati” (cit.)
In altre parole, per ottenere l’80% dei risultati, dovrai focalizzarti solo sul 20%
delle azioni principali per raggiungerli.
Applicando questo principio allo studio, ne esce che per conseguire un 24 a un
esame (80% di 30), dobbiamo studiare almeno il 20% del materiale.
Di conseguenza la strategia più efficace è quella di concentrarsi innanzitutto sul
materiale davvero importante. Ed è qui che entra in gioco la cosiddetta piramide
dello studio che ti permette di studiare meno ma con risultati efficaci:
Nella piramide dello studio possiamo trovare 4 diverse tipologie di
informazioni:
- I concetti chiave. Sono sulla punta della piramide e sono le
informazioni più importanti. Di solito sono pochi e facilmente fruibili.
Li puoi trovare spesso nei titoli dei capitoli e delle sotto-sezioni.
- I concetti secondari. Si trovano subito dopo i concetti principali e sono
utili per approfondirli, aggiungendo elementi interessanti ma allo stesso
tempo non essenziali per la loro comprensione. Un trucco è quello di
leggere sia il primo che l’ultimo paragrafo di una sezione, cercare le
frasi in grassetto, leggere gli elenchi puntati, etc.
- Le informazioni di contorno. Servono perlopiù ad arricchire i diversi
argomenti; spesso sono esempi utili a fissare meglio i concetti chiave ed
i concetti secondari.
- Il rumore di fondo. Sono informazioni doppie o ripetute. Fanno
“volume” e non sono rilevanti.
La tecnica del Pomodoro
Per ottimizzare il tempo ed essere più produttivi, uno dei metodi diventati famosi
recentemente è la cosiddetta tecnica del pomodoro.
Si tratta di una tecnica sviluppata verso la fine degli anni Ottanta da uno studente
italiano, Francesco Cirillo, la quale permette di aumentare la capacità di
concentrazione e poter così rendere di più.
Questa tecnica consiglia di studiare per 25 minuti senza distrazioni e poi
prendersi 5 minuti di pausa.
Il termine “pomodoro” prende ispirazione da quei timer a forma di pomodoro
usati in cucina per controllare i tempi di cottura.
Svolti gli esami del primo anno, l’autore che ideò la tecnica affrontò un periodo
di scarsa produttività e grande confusione mentale, pensando di aver solo perso
tempo.
Un giorno Cirillo decise di sfidare sé stesso; prese dunque un timer da cucina ed
iniziò a studiare. Al primo tentativo fallì, ma comprese che quella era la strada
giusta. Dopodiché continuò a perfezionare questo metodo sia nello studio che nel
lavoro, definendo così la Tecnica del Pomodoro.
La Tecnica del Pomodoro nasce dunque con la funzione di insegnare a
considerare il tempo, invece che come causa di stress e tensioni come un amico
pronto a consentirci di realizzare qualsiasi attività, migliorando anche il processo
di lavoro e studio.
Per arrivare a questo, occorre avere uno strumento che aiuti a:
● diminuire l’ansia di fronte al trascorrere del tempo;
● massimizzare la concentrazione riducendo il più possibile le interruzioni;
● aumentare la consapevolezza delle decisioni da prendere;
● rafforzare motivazione e determinazione nei confronti del raggiungimento
di nuovi traguardi;
● migliorare il processo di stima e di lavoro o studio;
● consolidare la volontà di continuare ad impegnarsi ad affrontare situazioni
difficili.
Per ottimizzare la produttività, la Tecnica del Pomodoro ha come obiettivo
quello di:
● sviluppare una nuova concezione del tempo capace di ridurre l’ansia
incrementando l’efficacia personale;
● insegnare come far lavorare la mente in modo migliore, ottenendo
maggiore consapevolezza, e soprattutto facilità di apprendimento;
Metodo e strategia
Inoltre devi rispettare i tempi del timer in maniera perentoria, senza prolungare
lo studio né facendo pause più lunghe.
Perché le pause non siano sprecate o controproducenti, ricordati queste cose che
NON devi assolutamente fare:
● controllare le chat dello smartphone.
● controllare o rispondere alle email.
● usare Facebook o altri social.
● pensare sempre al lavoro da fare.
● impegnarsi in attività impegnative.
Richard Feynman è stato uno dei più grandi fisici teorici la cui caratteristica era
spiegare concetti complessi con parole semplici: da qui nasce della sua tecnica
per comprendere e assimilare qualsiasi argomento, persino la fisica a chi non la
mastica del tutto.
La tecnica Feynman ti aiuterà a capire, ricordare e assimilare meglio,
semplificando al massimo i concetti.
In sostanza si tratta di spiegare a un’altra persona quello che stai studiando.
Da dove iniziare? Ecco di seguito i passi che devi fare:
1. Prendi un foglio vuoto. Puoi scegliere di usarne uno di carta
(sicuramente più efficace), oppure digitale.
2. Scrivi nella prima riga il concetto che vuoi ricordare.
3. Elabora una spiegazione. Attenzione a non dilungarti troppo in termini
tecnici. Prediligi un linguaggio più comune. Immagina di dover
spiegare il concetto a qualcuno che non conosce la materia;
4. Se durante l’elaborazione ti trovi in difficoltà, non preoccuparti, vuol
dire che non hai ancora assimilato il concetto, prenditi quindi una pausa
e riprendi in mano il libro;
5. Prova a spiegare nuovamente i concetti, aggiungendo i punti essenziali
ma ricorda di semplificare il più possibile.
Il sistema Leitner
Effettuata questa fase, puoi iniziare a studiare. Fai come spiegato di seguito,
giorno dopo giorno:
● giorno 1: metti tutte le tue carte nella scatola n. 1 e intraprendi la sfida. Se
la riposta sarà corretta, metti la flashcard nella scatola n. 2. Se sbagli, resta
nella scatola n. 1;
● giorno 2: ritenta con le flashcards della scatola n. 1 e, esattamente come il
primo giorno, riponi le schede corrette nella scatola n. 2, ma rimetti quelle
sbagliate nella scatola n. 1;
● giorno 3: ritenta ancora con tutte le flashcards della scatola n. 1, con il
risultato spiegato sopra. A questo punto prendi le schede della scatola n. 2
e, se hai risposto correttamente alla domanda, spostala nella scatola n. 3. In
caso contrario, riportala alla scatola n. 1;
● giorno 4: rivedi tutte le flashcards della scatola n. 1, e procedi allo stesso
modo con le schede della scatola n. 3. Se le risposte sono esatte, puoi
lasciare quella la scheda nella stessa scatola. Se sbagli, rimettila nella
scatola n. 1.
Lettura veloce e pre-lettura
La lettura veloce prevede un insieme di tecniche che ti permettono di leggere più
velocemente e in maniera focalizzata.
Esistono molti approcci per migliorare la capacità di lettura, tra cui queste tre
tecniche:
a) la penna miracolosa. Mentre leggi usa una matita o una penna come
puntatore facendola scorrere rapidamente, in questo modo i tuoi occhi si
abitueranno a inseguire il puntatore e la lettura si velocizzerà.
b) le frasi magiche. Quando devi leggere un testo, non fermarti sulle singole
parole, ma cerca di cogliere, 3 o 4 parole alla volta. Con la pratica riuscirai a
leggere all’istante intere frasi.
c) Occhio di lince. Mettiti a leggere frase per frase, invece che parola per parola,
così riuscirai a moltiplicare la tua velocità di lettura.
La lettura a occhio di lince consiste nel muovere i tuoi occhi rapidamente tra una
frase all’altra, cercando di non tornare indietro e senza sforzarti di capire tutto.
In questo modo il tuo cervello si abituerà al nuovo ritmo.
Passiamo ora alla pre-lettura. In cosa consiste?
Già prima di iniziare la sessione di studio, prova a familiarizzare con il libro.
Leggi l’indice del capitolo per capire come sono strutturate le sezioni. Leggi poi
i titoli delle sezioni, i paragrafi iniziali e quelli conclusivi.
In sostanza, fin da subito cerca di farti un’idea sugli argomenti sul quale dovrai
sbattere la testa per un po’.
Il premio
Dopodiché ritenta questo diverse volte per essere certo dei risultati. Un consiglio
quello però di non abusare di sostanze eccitanti come il caffè.
Se ti capita di passare ore e ore sui libri ma ti sembra di ottenere poco, forse il
tuo metodo di studio universitario non funziona. Studi ripetutamente restando
ore sui libri quando, diciamolo, preferiresti fare cose più piacevoli, eppure i
risultati non sono entusiasmanti.
Vediamo quali sono i 4 errori più comuni per sapere come evitarli.
La costanza
Infine, un altro errore che spesso fanno gli studenti: non seguono il piano di
studio. Cioè dimenticano che lo studio dà risultati se fatto quotidianamente con
costanza.
Quindi, magari imponiti di fare almeno un paio di ore di studio al giorno.
Inoltre, decidi un minimo e un massimo da fare o da sapere entro quella
giornata.
Dandoti delle regole, stabilendo anche quando concederti una pausa, una mini-
vacanza ecc. ti aiuterà a vivere lo studio universitario in modo migliore.
CONCLUSIONI
Complimenti per essere arrivato fino in fondo e ti ringraziamo per aver scelto
questa guida!
Ci auguriamo che, capitolo dopo capitolo, ti abbia aiutato a raggiungere i tuoi
obiettivi.
Se non lo avessi ancora richiesto, ti ricordo che con l’acquisto di questo libro hai
diritto a un bonus, è stato realizzato esclusivamente per i lettori di questo libro,
all’interno ho illustrato la tecnica di memorizzazione che in assoluto permette di
apprendere e ricordare nella maniera più semplice e veloce, dopo anni dedicato
allo studio dell’argomento, posso assicurarti che questa semplice tecnica se
applicata correttamente può far davvero la differenza.
E’ un bonus che ho deciso di rendere gratuito per chi ha acquistato questo libro.
Per riceverlo, ti basterà inviare una semplice email a: memoria.libro@gmail.com
specificando come oggetto: ‘risorse’, in massimo 24 ore riceverai il bonus
tramite email.
Fra tutti gli argomenti che sono stati affrontati, sembra scontato che come
studente, tu ti sia scelto un tuo percorso universitario con consapevolezza e
motivazione. Quest'ultima, lo ribadiamo, è la spinta a sviluppare tecniche e
strategie verso il tuo obiettivo finale!
Puoi star sicuro che ce la farai se, nonostante le difficoltà legate
all'ambientamento all'università e al cambiamento, riuscirai a mantenere
l'interesse e a insistere, a credere in quello che fai e a mantenere l'interesse.
Si sa, quando si affrontano situazioni nuove, da un lato si è euforici e incuriositi,
ma ovviamente ci si sente anche disorientati e timorosi davanti ai nuovi impegni
e a una maggiore responsabilità e autonomia.
D'altro canto l'impegno è cambiato e ora occorre riorganizzarsi tra studio, lezioni
e tempo libero.
Leggendo questo libro avrai sicuramente compreso che lo studio individuale è
indispensabile in quanto serve a creare i presupposti per un apprendimento
adeguato. Per questo non va mai sostituito dallo studio in team o con un
compagno.
Inoltre, imparare a gestire il tempo in modo razionale ti consentirà di
raggiungere più efficacemente i tuoi obiettivi. Cosa fare quindi?
1- Fare un'analisi degli impegni, stabilire delle priorità e fare una
programmazione;
2- adottare un metodo di studio e verificare la sua efficacia.
Per darti un'idea prova a pensare a un puzzle in cui tutti i pezzi devono
incastrarsi per avere una visione complessiva. Tuttavia, non devi assolutamente
dimenticare che va bene impegnarsi nello studio, ma per ricaricarsi e stare bene
sono indispensabili momenti di svago, avere un hobby, divertirsi.
Ecco che allora, per essere più efficiente e gestire meglio gli impegni, devi fare
un'analisi su quanto dura la tua attenzione, se studi meglio la mattina o la sera,
quanto riesci a star seduto.
Come avrai capito leggendo queste pagine, dovrai poi fare un programma giorno
per giorno, facendo una cosa per volta.
E se gli impegni sono tanti? Beh, in quel caso dovrai dare alle attività una
graduatoria di importanza.
Concludendo, quindi, ricorda questi semplici consigli:
1. segui i corsi. A lezione è studio attivo e implica attenzione e interazione
con il docente;
2. prendi dei buoni appunti, per migliorare qualità e resa dello studio; essi
collegano la lezione con lo studio individuale e facilitano il
ripasso. Ricorda che sono personali e rispecchiano la struttura mentale di
chi li prende. Ecco che per te sarà utile dividere il foglio in
sezioni, scrivere parole chiave oppure utilizzare rappresentazioni grafiche
3. Sottolinea i concetti fondamentali per facilitare il ripasso,
4. annota contestualmente alla lettura delle frasi significative;
5. fai mappe e schemi;
6. acquisisci linguaggio tecnico/formale;
7. ripeti quanto studiato, dandoti una decina di minuti circa di revisione,
8. gestisci al meglio il tuo tempo.