3
3
3
Itinerario 3
Borgomanero - Cureggio - Fontaneto dAgogna - Cressa - Suno Bogogno - Agrate Conturbia - Veruno - Gattico - Maggiate Sup. - Maggiate Inf.
CUREGGIO Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, Battistero, Chiesa di San Rocco, Chiesa di Santa Maria in Castellazzo, Chiesa di San Pietro, Chiesa della Madonna della Neve, Chiesa di San Bernardo da Mentone. FONTANETO DAGOGNA Chiesa di San Martino, Lantica Chiesa Parrocchiale di San Fabiano e San Sebastiano, Chiesa della Madonna della Neve, Chiesa di San Rocco, Chiesa dellAnnunciata, Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine Assunta e Scurolo di SantAlessandro. CRESSA Chiesa della Madonna delle Grazie, Chiesa Parrocchiale dei Santi Giulio e Amatore, Chiesa della Beata Vergine Immacolata detta di San Rocco, Chiesa di SantEurosia, Chiesa di SantAntonino, Oratorio di San Giulio. SUNO Chiesa di Santa Maria della Neve, Castello, Cappella di San Pietro, Chiesa Parrocchiale della Santissima Trinit, Villa Biscaretti, Pieve di San Genesio, Chiesa di Santa Maria, Osservatorio astronomico, Oratorio di San Carlo. BOGOGNO Resti dellOratorio di San Quirico, Oratorio di Santa Maria in Valle, Oratorio di San Rocco, Chiesa Parrocchiale di SantAgnese, Palazzo Bono, Chiesa della Madonna della Neve, Oratorio di San Giacomo. AGRATE CONTURBIA Chiesa Parrocchiale di San Vittore, Battistero di San Giovanni, Edificio rurale della Schiavenza, Chiesa Parrocchiale di San Giorgio, Castello, Golf Club CastelConturbia, Parco naturalistico La Torbiera. VERUNO Chiesa Parrocchiale di SantIlario di Poitiers, Chiesa di Santa Maria Assunta, Villa Elisa, Resti del Castello, Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano. GATTICO Chiesa Parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano, Chiesa di San Martino, Chiesa di SantIgino, Oratorio della Madonna della Neve, Ruderi della Chiesa di Santa Maria del Muggiano, Villa Leonardi, Oratorio della Madonna di Campagna, Oratorio di San Rocco, Resti dellOratorio di SantAndrea. MAGGIATE SUPERIORE Chiesa Parrocchiale di San Giacomo, Oratorio di Santa Maria Maddalena. MAGGIATE INFERIORE Chiesa Parrocchiale dei Santi Nazario e Celso, Oratorio di San Rocco, Oratorio della Madonna della Neve.
58
59
Itinerario 3
Tra vigne e stelle
Partendo da Borgomanero e percorrendo la strada provinciale 21 in direzione sud-ovest, dopo circa 4 km, si raggiunge il comune di CUREGGIO. Il paese sorge in un territorio pianeggiante e le sue origini risalgono almeno al II sec. a.C. E infatti di quel periodo la "stele di Cureggio", unepigrafe funeraria scritta in alfabeto leponzio, ritrovata durante i restauri della Chiesa Parrocchiale. Mentre del periodo romano sono state ritrovate numerose anfore e monete in occasione degli scavi per la fondazione di case e in particolare una serie di lapidi votive ora conservate presso il Museo Archeologico della Canonica di Novara. Labitato era ubicato lungo lantica via Francisca, e gi nel 1013 sede di Pieve, tra le pi antiche della diocesi di Novara e che in seguito diverr lattuale Parrocchiale di Santa Maria Assunta. La chiesa fu costruita nel corso dellXI secolo su una preesistente cappella edificata in epoca ottoniana (IX - X sec.), con laggiunta di un campanile databile tra il 1100 e il 1125. La costruzione presenta, ancora visibile sulle pareti esterne, una caratteristica disposizione dei ciotoli a spina di pesce, mentre allinterno ha una pianta organizzata in tre navate absidate, divise da pilastri a sezione rettangolare. I rimaneggiamenti del XVII secolo, con la sostituzione di dieci pilastri in muratura con sei colonne in serizzo che sorreggono le volte in mattoni, hanno notevolmente modificato limpronta romanica delledificio.
Allinterno sono presenti degli altari del 1700 dedicati a S. Maria Assunta, alla Madonna del Rosario e a San Filippo Neri tutti in marmo policromo e alcuni affreschi del 1500 raffiguranti la Madonna con il Bambino e numerosi santi. In epoca alto medievale, la Chiesa di Santa Maria Assunta si trovava allinterno di unarea cimiteriale ed era circondata, insieme al Battistero, da una fortificazione intorno alla quale si sviluppava labitato. Il campanile della chiesa svolgeva, in origine, la funzione di torre davvistamento. Di fronte alla chiesa si trova il Battistero, opera mirabile, risalente agli inizi del XII secolo. Il battistero sorge al di sopra una costruzione precedente e insieme con quello di Agrate rappresenta una costru-
61
zione esemplare, anche se pi semplice. Ledificazione originaria, paleocristiana, risalente al V secolo, presentava una pianta ottagonale senza absidi, se si escludeva quella orientata a sud-est, che ospitava un altare e risultava in asse con lingresso di una basilica coeva, della quale non si conosce neppure lesatta planimetria. In seguito il battistero fu modificato almeno tre volte. Nel XII secolo nel corso del rifacimento totale delledificio, il fonte battesimale venne sopraelevato, non essendoci pi la necessit del battesimo ad immersione, anche se rimase la base della vasca circolare interrata. La vasca sopraelevata fu sostituita da una posta al
nel XVI secolo sotto labside di nord-est in corrispondenza alla perdita della funzione originaria delledificio, che divenne un oratorio della Confraternita dei Santi Marta e Giovanni. Restano comunque evidenti le tracce delle tre vasche paleocristiane e di quella del XII secolo. In onore di San Giovanni Battista e di SantAntonio da Padova furono costruiti altrettanti altari, uno in marmo e laltro in legno, questultimo trasferito nel XIX secolo nella chiesa parrocchiale. Inoltre, nel XVIII secolo, per permettere una maggiore illuminazione, si procedette allapertura di una finestra sopra lingresso e furono murate le monofore strombate, che si trovava-
CUREGGIO, il Battistero
siamo ammirare, presenta una pianta ottagonale, con la stessa suddivisione che continua allinterno sulla volta, divisa in otto spicchi. Lesterno costituito da una solida muratura con pietre quadrangolari alternate a motivi lineari composti da blocchi pi piccoli. Ledificio fu ristrutturato due volte: nel XVI e nel XVIII secolo. Nel battistero fu amministrato il battesimo fino al1950, poi, per le precarie condizioni, l'edificio fu reso inagibile per alcuni decenni. Una serie dinterventi di restauro a partire dal 1970, ha reso di nuovo agibile ledificio ridonandogli lantico splendore. In seguito alle epidemie del 1512 e del 1524, si realizz anche a Cureggio una cappella dedicata al santo protettore contro la peste, San Rocco. Nel 1623, accanto a questa prima Cappella, venne costruita la Chiesa di San Rocco ampliata ulteriormente tra la fine del 1800 e linizio del 1900. Nel 1946, durante i lavori di rifacimento della facciata, fu demolito il portichetto, mentre la statua del Santo venne collocata nella sua attuale sede nel 1949. Al suo interno le decorazioni, opera del pittore Pierino Borselli di Cavaglio, sono state rifatte nel 1963 a ricor-
Uscendo dall'abitato di Cureggio e muovendosi verso ovest, dopo aver attraversato la strada regionale 142 Borgomanero - Romagnano ed imboccando Via Castellazzo si raggiunge la collina omonima, dalla quale si pu osservare un panorama completo del borgomanerese. Fino ad un certo punto la strada asfaltata poi diventa sterrata e quindi agibile solo a piedi. Della presenza di un antico fortilizio costruito nel medioevo e poi passato nel XV secolo alla famiglia Langhi, ancora oggi rimangono alcune mura, osservabili salendo lungo la strada sterrata che porta alla sommit del pendio. Sono ammirabili inoltre i resti della Chiesa di Santa Maria in Castellazzo, edificio che probabilmente
apparteneva alla fortezza ricordata precedentemente e spesso citata nei documenti come Madonna dellUva per le vigne che vengono ancora oggi coltivate nei dintorni. Loratorio presentava nellabside una statua della Madonna con in braccio il Bambino risalente al '600 che viene ora conservata nella Chiesa Parrocchiale. Poco distante scavi archeologici hanno messo in luce frammenti ceramici che mostrano unoccupazione preistorica dellaltura dal XIII al I sec. a.C. Ritornando sulla strada provinciale 21 in direzione di Fontaneto DAgogna si incontra sulla propria destra MARZALESCO frazione di Cureggio. Al centro dellabitato troviamo la Chiesa di San Pietro edificata nel 1857 oltre ad alcuni affreschi che decorano i muri
delle case. Proseguendo in direzione della localit Balchi, si raggiunge la Chiesa della Madonna della Neve originariamente intitolata a San Pietro; Ia nuova consacrazione venne suggerita dall'affresco della Madonna della Neve, posto sulla parete destra, accanto all'ingresso laterale. Nel 1871 l'affresco fu parzialmente rimosso e collocato come ancona sul nuovo altare, eretto al posto di
62
63
quello pi antico, come ricorda l'iscrizione commemorativa. Originariamente la Vergine appariva in Maest con un libro aperto e, in grembo, il Figlio benedicente con in mano un uccellino, simbolo dell'anima che abbandona il corpo per raggiungere il cielo. La cronaca della visita del Vescovo Bascap il 19 ottobre 1597 ci descrive un edificio modesto mentre oggi loratorio presenta una pianta monoabsidata, con un'aula, un presbiterio e una facciata a capanna. L'aspetto romanico originario della costruzione si perse a causa dei diversi
interventi successivi. Dopo un primo abbandono, forse a causa della peste, nel seicento loratorio venne completamente rimaneggiato con lo scopo di consolidarlo ulteriormente. Proseguendo verso il torrente Sizzone attraversando il guado si raggiunge la Localit Balchi, dove presso il Croso del Balco (1774) si pu ammirare un piccolo oratorio. Ritorniamo ora verso il centro della frazione di Marzalesco e proseguiamo in direzione della localit Cascine Enea, sulla strada che porta verso Romagnano Sesia, incontrando un piccolo edificio di culto a
navata unica; si tratta della Chiesa di San Bernardo da Mentone, databile in base alliscrizione presente sulla parete esterna dellabside, al 1709. Allinterno si possono ammirare gli altari realizzati con marmi policromi e licona raffigurante il patrono, San Bernardo, circondato dalla Vergine e da alcuni Santi. Nel sec. XIII a Cureggio esistevano 14 mulini che dipendevano dai canonici dell'Isola di S. Giulio i quali detenevano lesclusiva sulle acque dellAgogna e del Sizzone. Nell'anno 962 l'imperatore Ottone I di Sassonia infatti, aveva rilasciato un diplo-
ma ai canonici, in cui erano elencati tutti i beni e diritti confiscati al re Berengario e donati al Capitolo dell'Isola e tra questi vi erano dei mulini e il diritto alluso delle acque. In seguito, Alberto di Polastro e Ottone di Bolla, entrambi borgomaneresi venivano investiti di altri due mulini rispettivamente nel 1214 e nel 1220. Questi mulini, a due o tre ruote, venivano utilizzati per macinare il grano, per segare il legname e per lavorare la canapa. Oggi alcuni mulini rimangono ancora visibili: quello in Congera adibito ad abitazione privata, che conserva parzialmente i suoi meccanismi molitori, col
salto d'acqua e la ruota lignea ormai sconnessa; il mulino della Roggia, il mulino del Torrione, i due mulini del Bergallo e quello della Resiga al d l dell'Agogna, i due mulini di Marzalesco e quelli di Maggiora (mulino del Sasso e mulino di Mezzo). In realt avendo Cureggio dovuto cedere nei secoli sempre maggior territorio al Borgo alcuni mulini oggi si trovano nel Comune di Borgomanero, come il Mulino del Torrione e il Mulino della Resiga, ma nel cinquecento appartenevano a Cureggio. Da Marzalesco torniamo sulla strada provinciale 21 in direzione dellabitato di Fontaneto dAgogna, posto tra i due torrenti Ago-
gna e Sizzone. Dopo aver percorso qualche centinaio di metri svoltiamo a sinistra in direzione di S. MARTINO, frazione di Fontaneto. Qui possiamo ammirare la Chiesa di S.Martino gi citata in una carta del 1378. Loratorio ha mutato profon-
64
65
damente nei secoli il suo aspetto primitivo; inizialmente si presentava ad una sola navata e racchiudeva solamente laltare ligneo dedicato a S. Martino che ora si vede nel nuovo braccio di sinistra. In seguito venne ingrandita, probabilmente per collocare la Madonna del Presepio che inizialmente era posta sulla facciata. Ripercorriamo a ritroso sempre in direzione della provinciale 21 e svoltiamo a sinistra in direzione di FONTANETO DAGOGNA. Labitato di Fontaneto viene citato gi nel 908 quando Berengario assegna lAbbazia di San Sebastiano a Gariardo Visconte. Probabilmente tra la fine del X secolo e linizio dellXI lAbbazia pass alle dipendenze del Monastero di San Graziano e Felino di Arona, e venne costruito un castello affittato poi nel 1399 a Barbavara, consigliere del duca Gian Galeazzo Visconti. Le truppe di Facino Cane saccheggiarono allinizio del 1400 il castello e la localit di Fontaneto seminando il terrore e la devastazione. Fu solo nel 1456 che Filippo Maria Visconti ricostru un castello, ovvero una dimora signorile fortificata sulle fondamenta dellAbbazia preesistente. Dellantica fortezza resta-
no solo alcune costruzioni con un fossato e unabitazione con un pontile di granito e un fregio decorativo sotto la gronda, databile intorno al 1400. Fino al secolo XVI la parrocchiale di Fontaneto fu lantica Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, che costituiva anche la chiesa dellAbbazia benedettina. Oggi rimangono solo alcuni resti presso il complesso del castello.
chiesa dedicata ai Santi Gervaso e Protasio. Depoca recente invece la piccola chiesa dedicata alla Madonna della Neve. Ritorniamo verso labitato di Fontaneto e dirigiamoci verso il centro, dove presso la Piazzetta S. Rocco, si pu ammirare lomonima chiesa, sorta quasi certamente durante la peste che colp a varie riprese Fontaneto. Di particolare interesse laltare innalza-
to su disegno dellAntonelli, mentre sulla parete di destra raffigurato il Santo in una bella statua che benedice il popolo. Proseguiamo lungo Via Garibaldi e arrivati in Piazza Annunciata incontriamo sulla destra la Chiesa dellAn-
nunciata, la seconda chiesa per importanza dellabitato di Fontaneto, che presenta una facciata di ottimo stile abbellita da una elegante bussola. Venne edificata per volont dei Visconti nella prima met del settecento sul lato occidentale dellantico
castello. Internamente custodisce un affresco quattrocentesco rappresentante la scena dellAnnunciazione. Proseguendo ulteriormente raggiungiamo la Chiesa Parrocchiale, eretta come citato in precedenza nel 1476 per volont viscontea su un precedente edificio cimiteriale della fine del X secolo. Inizialmente presentava una sola navata, in seguito modificata in et barocca tra il 1628 ed il 1630. La costruzione delle due navate laterali risale invece al 1827 quando il consistente aumento demografico convinse il vicario Don Jelmoni allampliamento. Sul lato sud sorge lo scurolo di SantAlessandro, edificato
Lattuale Chiesa Parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Assunta fu edificata invece nel 1476 sempre per volere di Filippo Maria Visconti. Entrando in paese sulla destra si incontra la localit GERBIDI (anticamente Zerbidi) addossata alla collina e che termina con le case della localit Balchi. Qui si ergeva anticamente una fortezza di notevole importanza strategica ed una
66
67
su progetto dellarchitetto Alessandro Antonelli tra il 1841 e il 1850 al fine di custodire i resti del martire traslati da Roma. Lo scurolo presenta una pianta circolare coperta da una volta emisferica. Lo spazio scandito da dodici colonne che suddividono altrettante nicchie contenenti statue di santi in terracotta sormontate da bassorilievi raffiguranti la vita di SantAlessandro. Laltare, in marmo bianco di Candoglia fu progettato dallAntonelli ed eseguito dallo scultore novarese Stefano Bossi. Il campanile, elevato a lato del presbiterio a met del 1500, presenta una pianta quadrata ed originariamente veniva utilizzato anche come torre difensiva. Allinterno della chiesa si pu ammirare una tavola attribuita a Sperindio Cagnoli degli inizi del XVI secolo, raffigurante lAssunzione della Vergine e la pala secentesca del maestro Tanzio da Varallo, ubicata sullaltare della navata destra, raffigurante la Trinit adorata dai Santi. Seguendo ora la strada provinciale 23 e dirigendoci verso est, oltrepassiamo il ponte che porta verso la strada regionale 229 per Novara e attraversando la stessa si giunge nei pressi dellabita-
to di CRESSA che sorge accanto ad un piccolo confluente del torrente Agogna, il Lirone. Cressa presenta origini romane; citato per la prima volta in un documento del 1025 venne controllato prima dai conti di Pombia, poi dai Visconti e dal 1466 dai Borromeo. Una curiosit, lo storico Muratori descriveva alla fine del 1600 gli abitanti di Cressa come bestemmiatori, rissosi, contrabbandieri e in pi qualche monetaro falso. Luomo di lettere, ospite del Conte Borromeo Arese, si era fermato nel borgo per salutare il prevosto Giacobini il quale gli fece notare che i cressesi prima di entrare a messa deponevano le loro armi contro il muro della chiesa. Nei giorni festivi si potevano vedere anche quaranta o cinquanta archibugi appoggiati al muro.
Accanto alla stazione ferroviaria, sorge la Chiesa della Madonna delle Grazie, la cui edificazione risale al 1686 sul luogo di culto di unimmagine della Madonna dipinta nel 1643, detta anche Madonna della Bettola (perch sorgeva nei pressi di unosteria). La cappella originaria venne demolita, ma laffresco fu trasferito nella nuova chiesa. Proseguendo verso il centro possiamo notare al fondo del lungo viale lattuale Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santi Giulio e Amatore. La chiesa, costruita su un precedente oratorio documentato gi nel 1317, presenta una facciata ricca di decorazioni fittili, come la statua di San Giulio, sopra la porta principale e i clipei laterali con le effigi dei Santi Pietro e Paolo. Entrambe le chiese furono voCRESSA, Chiesa della Madonna delle Grazie
68
69
lute dal parroco di Cressa, Benedetto Ludovico Giacobini nella seconda met del 1600. A sinistra della parrocchiale sorge la piccola Chiesa dedicata alla Beata Vergine Immacolata erroneamente chiamata dai cressesi di San Rocco. Secondo la tradizione popolare si trattava della cappella privata dei Borromeo, quando questi sostavano in paese. Internamente troviamo un altare del 1717 con la statua lignea della beata Vergine raffigurata mentre calpesta il serpente e due altari laterali, luno dedicato a San Carlo Borromeo e
CRESSA, Chiesa della Beata Vergine Immacolata
venne costruita probabilmente in epoca di dominazione spagnola. La Chiesa di SantAntonino invece ubicata in una zona particolarmente panoramica tra le vigne, e si presenta con un abside romanica. Sopra il portone, su una targa in legno riportata la dedicazione a SantAntonino Vescovo di Firenze (1389-1459).
sforma in un viottolo sterrato che si snoda tra i campi conducendoci al grazioso Oratorio di San Giulio. Ledificio ad una navata risalente agli inizi del 1200, al suo interno presenta alcuni affreschi quattrocenteschi. Davanti allingresso posato un lastrone di pietra con incisa una grande croce e due pi piccole,
perse la dignit parrocchiale e venne trasformata in semplice oratorio poich ritenuta inadeguata. Ritornando sulla strada provinciale 18, proseguiamo verso Suno; guidare lungo questa strada particolarmente piacevole tuttintorno si alternano campi, prati e qualche albero. Giunti in prossimit dellabitato di Suno possiamo notare sulla nostra destra la Chiesa di Santa Maria della Neve, piccolo edificio gi citato nel 1220, a navata unica e anticamente denominato Santa Maria de Egro.
SUNO, Chiesa di S. Maria della Neve
ad ovest San Gregorio Magno, a nord SantAgostino. Giungiamo quindi nel paese di SUNO, ubicato lungo lantica via Francisca, presentava una certa importanza strategica anche nel periodo medioevale. Gi nellXI secolo era presente un villaggio fortificato della famiglia dei Da Suno i quali poi verso la fine del XIII secolo mutarono il nome in Della Porta di Suno. Nella parte alta del paese possiamo ammirare il Castello della famiglia Della Porta, ristrutturato alla fine del 1800 su un preesistente fortilizio di
ni rossi a pianta esagonale. Si tratta di San Pietro, edificio costruito verso la fine del 1800 su un precedente tabernacolo gi esistente
SUNO, Cappella di S. Pietro
SUNO, il Castello
Torniamo ora verso il centro dellabitato di Cressa, oltrepassiamo di nuovo la parrocchiale e dirigiamoci verso Suno, lungo la strada provinciale 18. Sulla nostra destra imbocchiamo Via San Giulio, che dopo poche centinaia di metri si tra-
probabilmente si tratta del coperchio di un sarcofago. Purtroppo manca lantico campanile che nella struttura originaria doveva essere a pianta quadrata. In seguito alla visita del vescovo Bascap nella seconda met del 1600, la chiesa
CRESSA, Oratorio di S. Giulio
laltro a San Rocco. Proseguendo ora per la provinciale 23 in direzione di Bogogno possiamo visitare sulla collina due piccoli oratori, SantEurosia e SantAntonino. La Chiesa di SantEurosia, protettrice dei raccolti, sorge su un fondo privato e
Molto interessante il ciclo di affreschi che ricopre lintera superficie della cappella presbiteriale dallimpronta tardo gotica sconfinante in area gaudenziana. Sulle pareti sono rappresentate le storie della Vergine mentre sulle vele di copertura sono dipinti i quattro Padri della Chiesa e precisamente ad est San Girolamo, a sud SantAmbrogio,
epoca medioevale. Ancora oggi, allinterno, si trovano i grandi camini rinascimentali e un ampio salone affrescato con stemmi gentilizi; lo stabile, da alcuni anni, divenuto una residenza per anziani. Il Castello circondato da un vasto parco dove crescono alberi secolari. Entrando in paese sulla sinistra possiamo notare una cappella in matto-
nel 1595, come risulta dalla descrizione durante una visita pastorale. Al centro del paese di trova la Parrocchiale della Santissima Trinit, edificata tra il 1768 e il 1776, presenta sul lato sinistro uno scurolo destinato a custodire le reliquie di San Genesio di Arles e di San Genesio il Mimo, un martire romano ucciso sotto limpero Dio-
70
71
cleziano (284-305). Ledificio preceduto da un pronao sorretto da due colonne di granito sormontate dalle statue di San Gaudenzio, San Lorenzo, San Genesio da Arles e San Genesio il Mimo. Sempre al centro del paese si pu osservare un imponente edificio residenziale di epoca barocca, Villa Biscaretti, oggi abitata da privati. La villa dalla linea austera ha un impianto ad U con i due corpi di
fabbrica laterali di differente volumetria ed una imponente cancellata. Suno, grazie alla sua posizione strategica, in epoca romana divenne sede di una colonia militare. Limportanza e lo sviluppo commerciale prosegu anche in epoca medievale; tra il XIII e il XIV secolo Suno poteva contare infatti otto chiese oltre alla Pieve di San Genesio situata lungo la via Francisca. Le origini di questo edificio rimangono sconosciute anche se si racconta che intorno allanno mille un fedele, trasl le spoglie di San Genesio di Arles dalla citt francese allItalia, probabilmente a Suno. In onore del Santo venne edificata una chiesa, sopra unarea cimiteriale, la cui struttura architettonica originale stata snaturata dai successivi rimaneggiamenti. In ogni caso la chiesa di-
venne un importante luogo di culto, e in una bolla di Innocenzo II del 1132 viene definita caput plebs. Ledificio, che si trova al di fuori dellabitato, nei pressi della provinciale che conduce a Vaprio dAgogna conosciuta dai sunesi anche come Chiesa del diavolo. Oggi la pieve si presenta con ununica navata con un presbiterio rotondo in cui si apre una piccola sacrestia mentre sulla parete esterna a sud si pu ammirare il motivo decorativo costituito da archetti pensili intervallati da lesene. La torre campanaria, a pianta quadrata, sub un crollo parziale nel 1117, in seguito al terremoto che danneggi anche il battistero di Cureggio, e fu rialzata nel XIII e XV secolo. Allinterno della pieve resta laffresco raffigurante la Vergine tra i Santi San Genesio, San Giorgio e San Bernardo dAosta che esorcizza un demone tenuto al guinzaglio. Il dipinto commissionato da Gian Giacomo Della Porta datato 1475, secondo liscrizione ancora visibile. In centro paese, ad ovest della chiesa parrocchiale e quindi in posizione pi accessibile anticamente ai sunesi rispetto alla Pieve di San Genesio, sorse in epoca romanica la Chiesa di Santa Maria, per volere
pu salire sulla collina detta del Mottoscarone dove sorge losservatorio astronomico e un piccolo Oratorio dedicato a San Carlo.
della famiglia nobile dei Cattaneo. Ledificio attuale venne in realt ricostruito
SUNO, Chiesa di S. Maria
sopra lantico nei secoli XV e XVI divenendo anche parrocchia in diretta rivalit con la Pieve. La chiesa presenta una pianta rettangolare, orientata, con sporgenze laterali che scandiscono le cappelle interne; labside, che d su Via Santa Maria, squadrata ed affiancata dalla torre campanaria. Internamente divisa in tre navate, conserva un notevole affresco sulla parete sinistra che rappresenta una Madonna col Bambino risalente alla fine del quattrocento. Dirigendoci fuori labitato di Suno verso Mezzomerico si
Tornando indietro seguiamo la strada provinciale 19 in direzione dellabitato di Bogogno, ma prima di arrivare in paese svoltiamo a destra seguendo per localit Montecchio. In cima al colle che sorge di fronte alle cascine, si trovano i resti dellOratorio di San Quirico. Il sito non facilmente raggiungibile, ma un po di fatica nellavventurarsi sulla collina sar ripagata dalla suggestione del luogo e dalla vista dei vigneti che circondano i resti delle mura dell'antico oratorio. Le rovine, oggi quasi totalmente ricoperte dalla vegetazione, appartenevano ad una costruzione a pianta quadrata con laltare
72
73
orientato ad est. La parte di struttura ancora visibile quella dellabside con la muratura mista in ciottoli, blocchi di pietra
squadrata e laterizi. Gi nel 1863 con un decreto la Curia ne ordinava l'abbattimento ma la cappella non venne mai distrutta e la popolazione locale, nonostante il divieto del vescovo, continu a solennizzare la festa di S. Quirico il 16 luglio di ogni anno. Torniamo ora sulla provinciale e allingresso del paese di Bogogno svoltiamo a destra percorrendo la strada provinciale 23 in direzione di Agrate Conturbia. In questa zona sorgeva probabilmente, in epoca romana, un tempio dedicato a Minerva, situato appunto in Localit Minerva: oggi in questo luogo si trova lOratorio di Santa Maria in Val-
le (1100-1125 ca). Accanto alla chiesa che fungeva anticamente da Parrocchiale si trovava un cimitero, del quale oggi resta solo un piccolo ossario risalente al 1800. Si tratta di una costruzione in ciottoli a spina di pesce, composta da ununica aula absidata. Presso questarea vennero ritrovati tre ceppi votivi in granito di epoca romana, due dei quali si trovano murati nella parete sud delledificio. Allinterno, nellabside si possono ammirare alcuni affreschi del XV secolo Cristo in mandorla con i simboli degli Evangelisti e una teoria di Santi con cartiglio e una Madonna del Latte con in braccio il Bambino. Proseguendo raggiungiamo il paese di AGRATE CONTURBIA, riunito solo
recentemente in un unico comune, in origine era composto da due abitati, Agrate e Conturbia. Entrambi di origine romana nel 1413 furono riuniti nello stesso feudo di Lancellotto ed Ermes Visconti da Borgo Ticino. Il feudo, che comprendeva anche Gattico ed altri paesi vicini, pass poi nel 1447 ai Borromeo che lo mantennero fino alla sua abolizione. Ancora oggi comunque Agrate Conturbia mantiene due parrocchiali rispettivamente dedicate a San Vittore e a San Giorgio. Al centro di Agrate troviamo la Chiesa Parrocchiale di San Vittore, citata nel 976 come Basilica situata nel castro di Agrate. Ledificio che venne ricostruito in et romanica ha subito nei secoli numerosi rimaneggiamenti, tuttavia conserva una lunetta con dipinto sulla facciata del XII secolo. Sicuramente lopera pi insigne per il Battistero di S. Giovanni databile al 930, per quanto riguarda la parte inferiore, e al 1120 per quella superiore (si veda lapprofondimento). Accanto al battistero sorge un edificio rurale denominato Schiavenza. Il toponimo spesso usato nel novarese indicava la zona rustica del signore locale dove si trovavano le
aie e le stalle. Il palazzotto della Schiavenza di Agrate, prospiciente alla piazza, presenta motivi di ispirazione neogotica e fino al 1975 ha
AGRATE, Edificio rurale della Schiavenza
ospitato le scuole elementari ed ora di propriet del Centro Medico di Veruno. Passando allabitato di CONTURBIA, allingresso del
paese, si pu ammirare la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio consacrata dal vescovo di Novara Litifredo tra il 1122 ed il 1151 e che ha mantenuto, nonostante il susseguirsi dei secoli, loriginale facciata a capanna. Il portale presenta un archivolto in pietra, mentre nella parte alta della facciata visibile la caratteristica finestra a croce. Il pronao fu aggiunto nel XVII secolo. Linterno decorato con numerosi affreschi; sulla parete a sinistra dellentrata troviamo un affresco del XV secolo raffigurante un Crocifisso con alla destra la Madonna dolente e alla sinistra San Giovanni Evangelista. Di notevole valore anche il pulpito ligneo, di gusto barocco, che venne commissionato nel 1701 allintagliatore Antonio Francesco Viano da Oleggio. Sempre presso Conturbia sorge il Castello di Agrate Conturbia. Di origini medievali, conserva purtroppo poche parti originarie, tra le quali lo stemma dei signori di Agrate del secolo XI. Infatti oggi il castello ha assunto le sembianze di una villa gentilizia perdendo cos la struttura di fortificazione originaria. Agrate Conturbia ospita anche un rinomato campo da Golf: Il Golf Club Ca-
74
75
stelconturbia. Questo splendido impianto, tra i pi belli d'Europa, stato disegnato dallarchitetto Robert Trent Jones, nel cuore di un bosco di alberi secolari sul cui sfondo si staglia il massiccio del Monte Rosa. Tre sono i percorsi sui quali si pu giocare: rosso, giallo ed azzurro. Nel 1991 e nel 1998 la struttura ha ospitato l'Open d'Italia. Un altro progetto relativo allo sport del Golf si sviluppa agli inizi del 1990 e ha visto la costruzione di un campo dell estensione di 200 ettari da 36 buche, comprendendo i Comuni di Bogogno, Suno e Cressa. Il club viene denominato Circolo Golf Bogogno e costituisce uno dei pi prestigiosi impianti dEuropa. All'interno del campo da golf citato in precedenza sorge la Cascina Bonora: l'edificio ospitava gi nel XVI secolo il convento dei
Padri Francescani e nel XVII secolo pass ai Padri Carmelitani di Novara. All'interno della cascina possiamo trovare anche un piccolo oratorio dedicato alla Madonna del Carmelo anche se anticamente sembra che la dedicazione fosse a San Francesco. Ripercorriamo ora la strada provinciale 23 a ritroso per raggiungere labitato del comune di BOGOGNO. Le antiche origini, sono provate dallattestazione di un castello situato nella frazione di Arbora (raggiungibile seguendo la strada per Veruno), di epoca Medievale gi citato in antiche mappe e carte dei secoli IX e X. Entrando in paese e svoltando a destra in Via Roma si raggiunge lOratorio di San Rocco, gi citato nei documenti della met del XVI secolo. Svolse nei secoli la funzione di chiesa sussidiaria in alternativa alla chiesa parrocchiale,
pi scomoda da raggiungere in particolare in occasione dei funerali. La Chiesa Parrocchiale che domina dallalto labitato di Bogogno intitolata a SantAgnese anche se nella seconda met del 1300 era dedicata a San Gaudenzio. In realt il pi antico documento che ne attesta l'esistenza risale al 1594: l'anno successivo 1595, in occasione della visita del vescovo Bascap, gli "Atti di Visita" ci descrivono una chie-
sa costituita da due navate e priva di pavimento. Oggi ledificio diviso in tre navate e linterno presenta numerosi affreschi la maggior parte dei quali risalenti al 1931-34 ad opera del pittore bogognese Giuseppe Guglielmetti. Sul fondo della navata di destra si trova il Battistero sovrastato da un dipinto che rappresenta S. Giovanni Battista che battezza il redentore. Accanto alla chiesa parrocchiale sorge Palazzo Bono, costruzione squadrata a tre piani, sorta alla fine del XIX secolo sui resti di un antico fortilizio. Oggi la villa adibita ad abitazione privata. Proseguiamo in direzione di Veruno; sulla nostra sinistra, in cima alla salita, sorge lOratorio della Madonna della Neve. Le prime notizie relative a questa chiesa risalgono al 1617 quando nellinventario si parla di una chiesa campestre situata in localit Novella. Nel 1750 ledificio sub un restauro ad opera dei frati cappuccini di Novara, i quali lo vollero dedicare alla Madonna del Carmine. Successivamente la dedicazione mut nuovamente in Madonna della Neve. Per gli affreschi che contiene importante ricordare anche lOratorio di San Giacomo, lungo la strada provinciale
19-I in direzione Veruno. Si trattava in origine di una cappella votiva, ampliata nel corso dei secoli e decorata verso la fine del XV secolo
BOGOGNO, Oratorio della Madonna della Neve
con dipinti da maestranze diverse, tutte della zona, tra i quali il Maestro di BorgomaBOGOGNO, Oratorio di S. Giacomo
nero e Giovanni De Campo. Molto originale laffresco che presenta il miracolo di San Eligio, patrono dei maniscalchi; ambientato in una bottega di fabbro rappresenta il santo mentre riattacca la zampa ad un cavallo. I dipinti pi antichi si trovano lungo labside e le pareti laterali della seconda campata e rappresentano il Cristo Pantocreatore nella mandorla circondato dai simboli degli Evangelisti e la Madonna in trono con il Bambino e San Giacomo con due devoti. Proseguendo sulla strada
76
77
provinciale 19-I raggiungiamo labitato di VERUNO. In base a numerosi ritrovamenti archeologici si pu ipotizzare che larea fosse gi popolata nellet del bronzo (XII secolo a.C.) e sicuramente anche nella Prima e Seconda Civilt di Golasecca (VII-IV a.C.). Secondo diversi autori Veruno fu sede di una stazione romana tesi che potrebbe trovare conferma nel ritrovamento nel 1986 di un insediamento romano-gallico (IV secolo a.C. I secolo d.C.). La Chiesa Parrocchiale dedicata a SantIlario di Poitiers; costruita nel 1659, venne
consacrata nel 1665 dal Vescovo Giulio Maria Odescalchi. La costruzione organizzata originariamente in ununica navata venne ampliata nel 1902 con laggiunta di altre
due navate su progetto dellingegner Marcello Zorzoli successivamente nel 1935, venne aggiunto il campanile. La Chiesa di Santa Maria Assunta, situata al centro del paese, risale ad un periodo che va dal XIII al XIV secolo, mentre il campanile venne aggiunto nel 1608. Gli scavi archeologici eseguiti nel 1993 hanno rinvenuto sotto la pavimentazione unantica aula absidata databile appunto tra il XIII ed il XIV secolo e che poteva essere una cappella in castro tesi supportata anche dal fatto che loratorio molto vicino alledificio
medioevale un tempo dimora della famiglia Bagliotti, feudatari di Veruno. La chiesa presenta un impianto a tre navate e al suo interno troviamo una decorazione pittorica di indiscutibile valore artistico risalente agli inizi del 1500. Gli affreschi raffigurano teorie di Santi e varie immagini della Vergine (Madonna del latte, Madonna in trono con Bambino, Adorazione dei Magi). Nei pressi della Chiesa di Santa Maria Assunta si pu ammirare anche Villa Elisa, costruita su progetto dellarchitetto Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi (15271598) come villa di caccia e ampliata poi nel corso del 1600. Risale infatti al 1689 un comignolo riportante la data di costruzione. Nel corso dellet napoleonica ledificio divenne il quartiere generale delle truppe
della zona e per questo saccheggiato; andarono perduti in quelloccasione numerosi mobili, quadri e documenti per lo pi bruciati dalle truppe francesi. Ledificio, circondato da un giardino allitaliana, presenta una struttura severa, alleggerita dallelegante portico e dalla scalinata in pietra che conduce allingresso. Da Veruno possiamo raggiungere la vicina frazione di REVISLATE. Attorno al X secolo era sicuramente presente in questa zona un castrum romano appartenuto ai Da Revislate, successivamente ampliato e ristrutturato nel XIV e XVI secolo. Oggi il castello originale individuabile nella zona del castello in Via Nobile.
Sempre in questa via possiamo trovare un interessante affresco raffigurante la Madonna con Bambino in trono tra SantAntonio Abate e Santo Vescovo. La Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano esisteva gi dal 968 ma venne completamente ristrutturata nei secoli successivi. Ora si presenta con tre navate irregolari a pianta orientata e custodisce al suo interno una statua della Beata Vergine del Rosario la cui consacrazione avvenne il 26 dicembre 1694. Ritorniamo ora a Veruno e proseguiamo verso Borgomanero lungo la provinciale 19 fino ad incontrare labitato di GATTICO. Al centro dellabitato si trova la Chiesa Parrocchiale intitolata ai Santi Cosma e Damiano. Ledificio strutturato in tre navate divise da sei colonne, risale al XV secolo, ma in seguito tra il XVI e il XVIII secolo stato ulteriormente ampliato.
REVISLATE, affresco
78
79
Il campanile attuale stato eretto nel 1630 utilizzando i blocchi lapidei provenienti dalla demolizione parziale della chiesa romanica di San Martino. Allinterno si trovano decorazioni lignee
di una certa importanza e il dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino risalente al XV secolo. Proseguendo lungo Via Leonardi e svoltando a sinistra per Via San Martino, una
stradina che si inoltra tra i boschi, si giunge alla Chiesa di San Martino. Ledificio romanico, citato come pieve di Gattico in una bolla papale nel 1132, costituito da blocchi in pietra squadrati, legati da un sottile strato di malta, con la facciata a capanna, ora semidistrutta. Infatti come citato in precedenza, nel corso del 1600 parte del materiale di costruzione venne riutilizzato in altri edifici come per lerezione del campanile della parrocchiale, in quanto allepoca loratorio si trovava in stato di abbandono. La chiesa composta da tre navate, con absidi semicircolari, separate da tre archi a tutto sesto che poggiano su pilastri quadrangolari. Il portale, rettangolare, mostra un architrave trapezoidale, mentre nella parte inferiore della facciata si nota ancora un archetto pensile, decorazione che probabilmente correva fino alla zona absidale. Inoltre erano presenti altri due ingressi laterali e una coppia di monofore a doppia strombatura nellabside maggiore e una nelle minori. Oggi la copertura delledificio crollata, ma alcuni studiosi suggeriscono la probabilit che il tetto, come il pavimento, non siano mai esistiti e che quindi si tratti di un
edificio mai completato. La vasca in sasso davanti alla chiesa, forse una vasca battesimale, era fino a pochi anni fa dietro l'abside settentrionale. La chiesa dal 1908 monumento nazionale. Ledificio romanico si trova in una zona isolata, ma al centro di unarea che ospita i resti di tre oratori campestri. I resti della Chiesa romanica di S. Igino (1125-50), oggi trasformata in abitazione privata, si trovano uscendo da Gattico in direzione di Oleggio presso lultimo gruppo di case imboccando un viottolo a destra della strada principale. Loriginaria dedicazione delledificio S. Eugenio e si trattava di una delle dieci cappelle della pieve di Gattico.
Il vescovo Bascap ne decret labbandono nel 1595. Proseguendo lungo la strada che porta verso Oleggio si giunge presso la localit Muggiano. Il Muggiano una secolare tenuta agraria in cui si evidenziano la palazzina padronale del XV sec. e lOra-
torio della Madonna della Neve, edificio con pianta ad una unica navata e abside rettangolare coperto da una volta. Lattuale forma il risultato di un rifacimento settecentesco. Appena a valle incontriamo i ruderi di Santa Maria del Muggiano, risalente al X secolo con resti di un affresco mariano degli inizi 1400. A fianco delloratorio passa una millenaria strada che collega Mercurago a Gattico, attraversando il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago. Ritornando in centro paese possiamo apprezzare la Piazza Leonardi con i giardini, dove nel 2003 stata collocata una scultura a forma di goccia donata dallo scultore giapponese
80
81
La chiesa venne sconsacrata nel corso del 1600 e divenne propriet di un contadino che la inglob in parte nella sua cascina. Lasciamo labitato di Gattico per dirigersi verso Borgomanero percorrendo la strada provinciale 32 e proseguendo fino allindicazione della svolta verso destra in direzione della frazione di Gli antichi affreschi che sovrastano laltare costituiscono lelemento di maggiore interesse anche perch unica testimonianza delledificio originario. Proseguendo in direzione di Cascina Grandina si arriva ai resti dellOratorio di S. Andrea ora annesso ad una abitazione privata. Questo piccolo edificio presenta una navata unica che si conclude con unabside semicircolare e risulta essere molto pi antico della data del 1387, in cui viene citato per la prima volta.
GATTICO, Oratorio di S. Rocco
Azuma alla sezione dellAvis di Gattico. Prospiciente alla piazza, dietro ad un alto muro di cinta che la circonda possiamo ammirare Villa Leonardi ed il suo giardino. La villa un esempio di architettura neoclassica con eleganti decorazioni alle fi-
nestre e un piccolo campanile sopra al tetto. Costruita sulle rovine di un preesistente castello voluto dai Conti Da Castello signori di Gattico, venne distrutto dalle truppe mercenarie di Facino Cane alla morte di Gian Galeazzo Visconti di Milano.
La villa venne ristrutturata lultima volta nel 1830 e in quelloccasione venne trasformato anche il giardino che pass da giardino allitaliana a parco allinglese con linserimento di esemplari secolari di cedri, faggi rossi, magnolie, camelie e pini silvestri.
Riprendiamo ora Via Leonardi in direzione di Maggiate e dopo aver percorso poche decine di metri svoltiamo a sinistra in Via Don Brustia dove troviamo l Oratorio della Madonna di Campagna ricostruita nei primi decenni del secolo XVIII sopra una cappella. Loratorio assume nelle fonti, varie denominazioni, da quella di oratorio della Beata Vergine Assunta a quella di Santa Maria delle Grazie in Campagna, anche se pi frequentemente indicato come oratorio della Madonna di Campagna. Nel 1939 venne rifatto il pavimento, mentre nel 1948 il pittore Valentino Galbiati ridipinse laffresco dellaltare. Presso le scuole medie, in Via San Rocco, possiamo ammirare lOratorio di San Rocco costruito tra il 1816 ed il 1818 sulle rovine di un preesistente oratorio di dimensioni inferiori.
82
83
custodisce al proprio interno un altare maggiore in marmo di carattere barocco posizionato nel 1746. Nel 1879 la chiesa stata ampliata nel coro e nel presbiterio, mentre nel 1818 stato posizionato un organo con decorazione pittorica della cornice. Al 1900 risale invece la decorazione della volta come i quadretti dei Misteri che circondano la Madonna del Rosario. Superata la chiesa svoltiamo a destra in via Manzoni; qui anticamente si trovava un Castello, distrutto inizialmente nel 1311 dai ghibellini e successivamente nel 1358 da
Galeazzo II Visconti affinch non cadesse nelle mani nemiche del Marchese del Monferrato. I resti del castello sono ora inglobati in edifici recenti, come la torre a pianta quadrata che risalirebbe alla met del XII secolo, con una parte superiore pi antica (XV secolo) decorata da una cornice in cotto. In un edificio vicino si possono ammirare due finestre tardo gotiche con decorazioni in cotto. Svoltiamo a sinistra in Via Castello e raggiungiamo il piccolo oratorio seicentesco di Santa Maria Maddalena, edificio civettuolo
con un piccolo campanile a vela. Lasciamo ora labitato di Maggiate Superiore e percorriamo a ritroso il nostro percorso in direzione di Borgomanero raggiungendo la frazione di MAGGIATE INFERIORE. Svoltando a destra e percorrendo Via Abate Solari troviamo la Chiesa Parrocchiale, dedicata ai Santi Nazario e Celso la quale possiede come elemento pi antico e caratterizzante il campanile, eretto nel 1597. Allinterno ritroviamo arredi barocchi e affreschi risalenti al 1906 dellartista Giuseppe De Giorgi. Proseguendo da Maggiate
84
85
Rocco che porta appunto allOratorio di San Rocco sulla vecchia strada che conduceva da Gattico a Borgomanero. Per lungo tempo ledificio stato trascurato dalle fonti documentarie anche se della sua esistenza si parla gi nella visita pastorale del 1663. Oggi loratorio si presenta con le pareti imbiancate e con un altare ligneo. Poco oltre, prima del cimitero, seguendo sulla sinistra uno stretto viottolo che si perde tra i campi, troviamo un piccolo oratorio campestre det-
APPROFONDIMENTO STORICO-ARTISTICO Il Battistero di Agrate Conturbia Il Battistero che sorge nei pressi della Chiesa Parrocchiale di San Vittore dedicato a San Giovanni Battista ed stato consacrato dal vescovo Litifredo tra il 1122 ed il 1151. La parte inferiore, di forma circolare pi antica (databile entro il X secolo) e presenta una muratura non omogenea, mentre la parte superiore, databile dall XI al XII secolo, assume una forma ottagonale, con muratura pi regolare, tipica dei battisteri. Limpianto romanico che rimasto quasi immutato nel corso dei secoli, lo ha reso uno dei monumenti unici nel suo genere. Lunico cambiamento incisivo risale al XVII secolo, quando venne aperta unarcata per unirvi una cappella, distrutta poi agli inizi del 1900. Purtroppo non si hanno resti dellaffresco che probabilmente ornava questa arcata. Esternamente si possono ammirare nellottagono superiore le trifore cieche or-
to Oratorio della Madonna della Neve, costruito nel 1632 a spese della Comunit di Maggiate Inferiore sui resti di una cappella campestre del XV secolo. Dellantica cappella rimase solo laffresco raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e i Santi Giovanni Battista e Defendente. Nel 1903 venne riparato il portichetto in base alla data che si pu leggere sul frontone. Un'altra possibilit per raggiunge lOratorio della Madonna della Neve di parcheggiare lautomobile presso il cimitero di Maggiate per poi proseguire a piedi lungo il sentiero. Riprendiamo ora in direzione Borgomanero, e dopo aver percorso circa due chilometri ci ritroviamo al nostro punto di partenza.
Affreschi (particolare)
nate da colonnine in sasso e archetti pensili, oltre alle due monofore alte e strette a doppia strombatura. Internamente si accede al
pavimento centrale tramite tre gradini ed alcuni studiosi ritengono che tale pavimento celi una vasca ad immersione.
86
87
Il Battistero
APPROFONDIMENTO NATURALISTICO Parco Naturalistico La Torbiera (Agrate Conturbia) Ecco un parco che non piace agli amanti degli zoo nellaccezione tipica del termine, ma che sar molto apprezzato da chi adora gli animali. Non aspettatevi gabbie o recinti, e neppure il permesso di andare dove volete, infatti qui chi comanda, in senso buono naturalmente, sono gli animali. Molti ettari della riserva non sono visitabili, questo per favorire la riproduzione di alcuni esemplari in via destinzione o per permettere agli etologi di proseguire nel loro lavoro. Proprio qui stato possibile far s che la lontra si riproducesse e venisse inserita in aree protette, lontana da cacciatori e dallinquinamento che laveva condannata allestinzione. Gli animali sono separati dai visitatori tramite barriere naturali o mediante dei vetri che permettono ai curiosi di osservare senza correre rischi, ma anche senza disturbare gli anima-
li, sensibilissimi in alcuni casi anche solo allodore umano. Che animali possiamo incontrare? A parte le gi citate lontre che fanno il bagno, ci sono lupi, nidi con relative cicogne, panda
minori, tigri siberiane e altri ancora, il tutto passeggiando comodamente tra gli agevoli sentieri. Per informazioni si pu consultare il sito: www.latorbiera.it
88
89
APPROFONDIMENTO ENO-GASTRONOMICO Tra i vitigni di Bogogno e Suno Sia Bogogno che Suno sono Citt del Vino, fanno cio parte dellAssociazione nazionale di 540 Comuni a vocazione vinicola nata nel 1987 (www.cittadelvino.it)
I due paesi producono vino Docg delle Colline Novaresi, cio vino di denominazione dorigine controllata e garantita. La denominazione riservata al vino di qualit rosso che comprende almeno l85% di uve del vitigno corrispondente e il restante 15% appartiene comunque a uve nere della zona. I vitigni autoctoni sono due: il Nebbiolo, utilizzato per i vini rossi invecchiati e lErbaluce, selezionato da vitigni di Greco, per i vini bianchi.
Per il vino rosso ci si trova di fronte ad un vino corposo, adatto ad un lungo invecchiamento, ottenuto principalmente da vitigni di Nebbiolo, Croatina, Bonarda Novarese, Vespolina e Barbera. Per quanto riguarda la produzione di vino bianco si ha anche in questo caso la denominazione Colline Novaresi, con una piccola coltivazione di uva bianca costituita da pochi ceppi sparsi di Greco Novarese, vinificato per ottenere un passito.
APPROFONDIMENTO ASTRONOMICO Losservatorio Astronomico Galileo Galilei di Suno Percorrendo la strada che collega Suno a Mezzomerico dopo una serie di curve e prima di oltrepassare il cartello segnaletico comunale, svoltando a sinistra per una strada sterrata si giunge allOsservatorio Astronomico Galileo Galilei sul colle detto Motto Zufolone. Losservatorio attivo dal 1985, anno del passaggio
della cometa di Halley, gestito da unassociazione di appassionati riunitisi gi nel lontano 1968. La cupola pu ruotare, grazie ad un binario, in ogni direzione permettendo di osservare le varie zone del cielo. Allinterno troviamo un telescopio con uno specchio di 400mm, un telescopio riflettore di 200 mm, un rifrattore di 120 mm oltre ad alcuni cercatori. Nella struttura presente anche una sala per conferenze dove lassociazione promuove studi e dibattiti inerenti lastronomia e le scienze fisiche e naturali. Vengono inoltre effettuate ricerche in collaborazione con organizzazioni internazionali per la
campagna di sorveglianza dei movimenti orbitali degli asteroidi. Cosa possiamo osservare? Tutto quello che immaginate e molto pi: la Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e i satelliti galileiani, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone, comete, stelle, stelle doppie, stelle variabili, nebulose planetarie, resti di Supernove, ammassi stellari, ammassi globulari, nebulose e galassie e molto altro ancora. Per avere informazioni sui corsi, le iniziative proposte dallosservatorio e per le visite guidate possibile telefonare ai seguenti numeri: 0322-85210, 0322-85181.
La Meridiana
90
91
Losservatorio
92