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  • Marco Scotti is a Post-doctoral Fellow at Università Iuav di Venezia. PhD in History of Art, he has been a Research F... moreedit
SOMMARIO Questo articolo si propone di ricostruire un percorso all’interno della ricerca di Ettore Sottsass jr., architetto, artista e designer che fin dalle prime fasi della sua carriera ha dedicato una particolare attenzione al tema... more
SOMMARIO
Questo articolo si propone di ricostruire un percorso all’interno della ricerca di Ettore
Sottsass jr., architetto, artista e designer che fin dalle prime fasi della sua carriera ha dedicato una particolare attenzione al tema della decorazione delle superfici degli oggetti,
trovando già negli anni Cinquanta nel laminato plastico un nuovo materiale dalle potenzialità ancora inesplorate, ideale per confrontarsi con la produzione in serie. Dai primi prototipi fino alle affermazioni internazionali e alle nuove iconografie di Memphis negli anni Ottanta, i progetti di Sottsass rappresentano casi studio significativi nell’ambito delle riflessioni sulle possibilità espressive e comunicative della “pelle degli oggetti”.

ABSTRACT
The article aims to reconstruct a path within the research of Ettore Sottsass jr., an architect, artist and designer who, since the early stages of his career, dedicated a particular attention to the theme of the decorated surface of the objects and found since the Fifties an unexplored potential in a new material, the plastic laminate. Turning his gaze to the mass production, Sottsass started from the production of a few first prototypes and reached an international affirmation with the new iconographies of Memphis in the 1980s: nowadays his projects represent significant case studies for reflecting on the expressive and communicative possibilities of the “skin of the objects”.
more is a digital museum that collects, preserves, and exhibits online refused and unrealized art projects of the 20th and 21st centuries. The museum, born in 2012 and curated by a group of researchers and art historians, is available at... more
more is a digital museum that collects, preserves, and exhibits online
refused and unrealized art projects of the 20th and 21st centuries. The
museum, born in 2012 and curated by a group of researchers and art
historians, is available at www.moremuseum.org. The museum collects
and exhibits projects that have not been realized due to technical,
logistic, ideological, economical, or ethical reasons, or which
were simply utopic or theoretical exercises around the theme of the
unrealized.
among the over one hundred projects collected from artists’ studios
and archives, there are many designed for the public space which
have been presented on the occasion of calls and prizes, at the invitation
of private and public institutions, since the early 2000s.
this intervention is intended to focus on the perspectives around the
public art unrealized project preservation, on its cultural potential and
on how several factors – such as the different structure of each prize,
the opportunities, the client, and the context – dialogue and affect the
artists’ design strategies.
Nata intorno alla metà degli anni Cinquanta, la collaborazione di Ettore Sottsass con Redan è un esempio di come il linguaggio del designer inizi in questi anni a trovare applicazione nei diversi ambiti con una sempre maggiore sicurezza e... more
Nata intorno alla metà degli anni Cinquanta, la collaborazione di Ettore Sottsass con Redan è un esempio di come il linguaggio del designer inizi in questi anni a trovare applicazione nei diversi ambiti con una sempre maggiore sicurezza e continuità. Redan, una manifattura di Pinerolo dedicata alla produzione dei tappeti, affida all’architetto non solo l’incarico di realizzarne i disegni preparatori ma anche un ruolo di “consulente artistico” che arriva a toccare la grafica, l’allestimento dei negozi, di mostre e addirittura del ristorante di proprietà di Maria Tron, fondatrice dell’azienda. Ricca di esiti – dai prodotti agli articoli su Domus, fino ai premi e alle esposizioni alla Triennale e alla Galleria Totti – questa attività è un caso studio importante per mettere in luce una modalità progettuale del tutto singolare, attenta ai modelli pittorici come a quelli legati all’architettura, ancora sospesa tra artigianato e industria. Partendo dai materiali, in gran parte inediti, conservati nell’archivio di Sottsass, oggi diviso tra la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, lo CSAC Università di Parma e la Bibliothèque Kandinsky del Centre Pompidou, messi a confronto e integrati con quelli di istituzioni e aziende come la Triennale di Milano e l’Arazzeria Scassa di Asti, questo articolo si propone di ricostruire nella sua interezza una vicenda significativa, sia per quanto riguarda la figura di Sottsass, sia rispetto a un più ampio dibattito che voglia affrontare le intersezioni tra pratiche e discipline del design.


Since the mid-fifties, Ettore Sottsass started a collaboration with Redan which soon became an example of the designer ability to find an application for his visual language in various fields, with a growing confidence and continuity.
Redan was a factory based in Pinerolo and dedicated to the production of carpets: Sottsass was first of all entrusted with the project to create preparatory drawings for textiles, and soon appointed "artistic consultant", with the responsibility of the graphic design, shops design, exhibitions design and even with the project for the interiors of the restaurant owned by Maria Tron, the founder of the company.
This activity brought many important results, including products, articles in the journal “Domus”, awards and exhibitions at the Triennale and Galleria Totti, and can be considered an important case study for highlighting a unique design method, which includes pictorial and architecture references, and remains suspended between craftsmanship and industry.
This article wants to reconstruct a significant story in its entirety, starting from the still largely unpublished materials preserved in the Sottsass archive, currently divided between the Giorgio Cini Foundation in Venice, CSAC University of Parma and the Bibliothèque Kandinsky of the Centre Pompidou, integrated with other archives of institutions and companies the architect has worked with, such as the Triennale di Milano and the Arazzeria Scassa di Asti. An important collaboration, both as regards the figure of Sottsass, both as regards a broader debate that wants to address the intersections between design practices and disciplines.
La vita di Ettore Sottsass, architetto, designer, artista e fotografo, è costellata di feste e il suo archivio fotografico ne tiene tutte le tracce, grazie agli scatti realizzati su una barca ad Antibes in compagnia di Gianni Agnelli,... more
La vita di Ettore Sottsass, architetto, designer, artista e fotografo, è costellata di feste e il suo archivio fotografico ne tiene tutte le tracce, grazie agli scatti realizzati su una barca ad Antibes in compagnia di Gianni Agnelli, nella sua casa di Filicudi, nell'appartamento milanese di Arnaldo Pomodoro oppure a casa dell'editore Feltrinelli. Nella seconda metà degli anni Sessanta però sono ricorrenti feste del tutto particolari, in un luogo apparentemente sorprendente, una falegnameria a Lissone. Momenti di libertà di cui oggi ci rimangono gli inviti, disegnati dallo stesso architetto, e poche immagini, piuttosto difficili da leggere (Centre Pompidou/MNAM-CCI/Bibliothèque Kandinsky, Fonds Ettore Sottsass. SOT 411, Italia, Lissone-festa Forges-Davanzati-reading 21 gennaio 1967). Queste feste del tutto anomale sono tuttavia espressioni uniche di un momento centrale, non solo nel percorso di Sottsass. Nel 1967 Sottsass e la moglie Fernanda Pivano, traduttrice, scrittrice e giornalista, si erano da poco trasferiti nell'appartamento milanese di via Manzoni 14. I due coniugi diventarono in questi anni tra i principali animatori di una scena culturale legata al movimento Beat e alla controcultura, anche in seguito alla pubblicazione dei volumi di East 128 Publishing. Questa collana editoriale nacque dalla omonima rivista, autoprodotta (Maffei, Tonini 2011, 39-91) durante il ricovero di Sottsass in America per curare una grave nefrite, e dal successivo viaggio di alcuni giorni effettuato una volta dimesso dall'ospedale a San Francisco, a contatto con i protagonisti della Beat generation. Proprio come la rivista, la produzione era assolutamente indipendente, stampata grazie a laboratori di fiducia e distribuita secondo canali non tradizionali: edita tra il 1963 e il 1970, questa serie di 19 volumi viene utilizzata da Sottsass e Pivano per pubblicare volumi legati a mostre, conferenze, omaggi, ma anche testi letterari degli scrittori beat e auguri di Natale.
Ettore Sottsass jr. ha da sempre declinato la sua pratica artistica e le sue strategie progettuali tra differenti linguaggi, tecniche e supporti, in una ricerca eclettica e sperimentale dove il design è indivisibile e complementare alle... more
Ettore Sottsass jr. ha da sempre declinato la sua pratica artistica e le sue strategie progettuali tra differenti linguaggi, tecniche e supporti, in una ricerca eclettica e sperimentale dove il design è indivisibile e complementare alle sue diverse esperienze contemporanee nel campo della grafica, degli allestimenti, dell’architettura, dell’arte. In questo senso anche le mostre monografiche, da quelle organizzate nei grandi musei a quelle nelle gallerie private, sono state pensate e utilizzate dallo stesso Sottsass – spesso anche nel ruolo di curatore, grafico e allestitore – come capitoli di un’autobiografia composta al tempo stesso da libri, edizioni, lavori e progetti. Mostre che sono momenti di verifica di una propria idea e visione del progetto, e vanno a costruire una storia che è ancora contenuta in gran parte nei faldoni dei suoi archivi, da ricostruire attraverso uno studio che consideri obiettivi e fallimenti, progetti mai realizzati ed esperienze effimere, rapporti personali e collaborazioni di lavoro.
A partire dagli archivi personali, conservati presso la Fondazione Cini di Venezia, lo CSAC Università di Parma e il Centre Pompidou di Parigi, e dalle memorie di spazi e istituzioni quali Il Sestante, Il Cavallino, Centro Studi Poltronova, Olivetti e Italia Disegno - senza dimenticare l’importanza delle testimonianze orali - questo intervento vuole affrontare un aspetto specifico e poco indagato dell’attività del celebre architetto, artista e designer, le esposizioni da lui stesso pensate e progettate per esporre il proprio lavoro, sempre sul confine tra design e ricerche artistiche,  ospitate all’interno di alcune gallerie private, dalla Galleria Totti alla Galleria del Cavallino a Venezia fino al Sestante, Il Quadrante, La Bertesca, la Galleria Aquilone, Galleria Sperone, dalla metà degli anni Cinquanta fino a un progetto mai realizzato pensato negli anni Duemila con il gallerista Massimo Minini.
Frutto di collaborazioni, incontri, produzioni ed esperienze profondamente diverse tra loro, la ricostruzione della storia di una selezione di queste esposizioni, dei loro allestimenti, dei fondamentali apparati grafici come della loro ricezione permetterà di approfondire tanto il ruolo di alcuni spazi nella storia dell’arte e del design in Italia, quanto i progetti di una figura centrale per il progetto contemporaneo, tra rappresentazioni, progetti che si rimodellano nel tempo, storie da ricostruire, sperimentazioni e fallimenti.
Ettore Sottsass jr. (Innsbruck 1917-Milan 2007) was an architect, artist, designer, photographer, and writer, who always had a nomadic approach to events. This led him to travel incessantly around the world ever since his university years... more
Ettore Sottsass jr. (Innsbruck 1917-Milan 2007) was an architect, artist, designer, photographer, and writer, who always had a nomadic approach to events. This led him to travel incessantly around the world ever since his university years and till the end of his life. Starting from his archive, this article aims at investigating the design methods and processes around his journeys by considering both his business trips and the ones fostered by his curiosity. Travelling represented a tool for the search of his own identity, a parallel path in his long and seminal career, always intertwined with his design methodology.
Le esposizioni pensate per lo spazio del web rappresentano un elemento fondamentale rispetto all’archivio, alla sua accessibilità e alla valorizzazione dei materiali. Questo articolo vuole affrontare il caso studio di MoRE museum,... more
Le esposizioni pensate per lo spazio del web rappresentano un elemento fondamentale rispetto all’archivio, alla sua accessibilità e alla valorizzazione dei materiali. Questo articolo vuole affrontare il caso studio di MoRE museum, contestualizzandolo in un dibattito specifico: ripartendo dalla storia delle esposizioni, realizzate tra lo spazio digitale e quello fisico, l’obiettivo di questo intervento è arrivare a mettere in luce obiettivi e potenzialità del progetto, rispetto alla sua natura ibrida, sospesa tra archivio e museo, alle dinamiche espositive e alle strategie curatoriali scelte.

The exhibitions designed for the web are a fundamental element for the archive, its accessibility and the enhancement of materials. This article aims to address MoRE museum as a case study, contextualizing it in a specific debate: starting from the history of its exhibitions, conceived between the digital and the physical space, this intervention wants to highlight the objectives and the potential of the project, considering exhibition dynamics, curatorial strategies and the hybrid nature of MoRE, always suspended
between the archive and the museum.
Il progetto, voluto dall’Università iuav di Venezia in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, si inserisce in un lavoro pluriennale di digitalizzazione ed inventariazione degli oltre centomila pezzi dell’Archivio Ettore Sottsass... more
Il progetto, voluto dall’Università iuav di Venezia in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, si inserisce in un lavoro pluriennale di digitalizzazione ed inventariazione degli oltre centomila pezzi dell’Archivio Ettore Sottsass jr. conservati presso la Fondazione. L’obiettivo principale è quello di contribuire a offrire, attraverso l’accesso libero on line dell’inventario e del regesto dell’attività di Sottsass jr. riguardante il design e la grafica, fonti primarie inedite per un pubblico allargato e, al tempo stesso, integrare pratiche e contenuti per animare l’archivio attraverso connessioni fra i documenti qui custoditi e quelli esistenti in altre istituzioni. Allo scopo, attraverso la stretta collaborazione con il Centro ARCHiVe – struttura interna alla Fondazione dedicata alle digital humanities –, vengono sperimentati strumenti e tecnologie per la ricerca (come i linked open data), per favorire l’interoperabilità delle informazioni e realizzare uno strumento digitale interrogabile da chiunque permettendo molteplici intrecci e interpretazioni dei dati che potranno, accrescendo le conoscenze sul celebre progettista, restituire il valore culturale, sociale ed economico dei patrimoni storici del design.
Ettore Sottsass archive is a fragmented and dispersed reality. At present only an historical research, together with the application of digital strategies and digitisation practices, could (re)construct it as a complete and coherent... more
Ettore Sottsass archive is a fragmented and dispersed reality. At present only an historical research, together with the application of digital strategies and digitisation practices, could (re)construct it as a complete and coherent network of projects. It is today housed in several different institutions: the funds recently donated to Fondazione Giorgio Cini are now central to an ongoing research study, promoted by IUAV University, Venice, together with the ARCHiVe Centre of the same foundation. The project is part of a multi-annual digitisation and inventorying work: its objective is to offer the access to unpublished primary sources to a wider audience.
L’Archivio Ettore Sottsass jr. conservato presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, in seguito alla donazione del 2018 da parte della moglie Barbara Radice, è stato negli ultimi due anni al centro di un progetto di ricerca promosso da... more
L’Archivio Ettore Sottsass jr. conservato presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, in seguito alla donazione del 2018 da parte della moglie Barbara Radice, è stato negli ultimi due anni al centro di un progetto di ricerca promosso da Università Iuav di Venezia con la collaborazione e il sostegno della stessa fondazione.
Una parte di tale studio, che si inserisce all’interno del processo di digitalizzazione e inventariazione degli oltre 100 mila pezzi dell’archivio in completamento presso il Centro ARCHiVe – la struttura dedicata della fondazione –, ha riguardato la progettazione grafica dell’architetto e designer. Il lungo lavoro di rilettura del contesto storico dei singoli progetti e di analisi critica si è basato, programmaticamente, non solo su questi documenti ma sulla ricostruzione del tessuto di materiali attualmente frammentato in diversi fondi. La memoria personale di Sottsass è infatti conservata in differenti archivi, divisi tra Venezia, lo CSAC – Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma e la Bibliothèque Kandinsky del Centre Pompidou di Parigi, a cui si aggiunge ciò che è stato raccolto da imprese, da collezionisti e da chi ha lavorato con il designer.
Affrontando un ambito ancora poco indagato, qual è la progettazione grafica, e un arco cronologico definito – dagli esordi fino alle prime consistenti commesse con architetto e product designer –, l’articolo si propone di restituire gli esiti di una ricerca su materiali spesso inediti e di mettere in luce alcuni aspetti ancora poco approfonditi della pratica progettuale di Sottsass jr.
1968, Un Anno. catalogo della mostra tenutasi allo CSAC Università di Parma Silvana, Milano Architettura, arte, design, fotografia e moda dagli archivi dello CSAC dell'Università di Parma. 1968. Un Anno è un grande racconto che si... more
1968, Un Anno.
catalogo della mostra tenutasi allo CSAC Università di Parma
Silvana, Milano

Architettura, arte, design, fotografia e moda dagli archivi dello CSAC dell'Università di Parma.
1968. Un Anno è un grande racconto che si concentra, attraverso un taglio rigorosamente sincronico, su un anno chiave della storia del Novecento, restituito attraverso un'indagine all'interno dell'archivio dello CSAC-Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma. Attraverso idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati all'anno 1968, individuati all'interno dei diversi fondi conservati allo CSAC, il libro vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (i nuovi miti e i nuovi riti), e una nuova riflessione sul corpo e sull'ambiente, che esplosero in quell'anno. Ambiti e linguaggi differenti sono così affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di diversificate culture. Come per la mostra da cui questo libro deriva-una mostra realizzata a cinquant'anni esatti dall'esposizione dedicata a Concetto Pozzati, curata dall'Istituto di Storia dell' Arte dell'Università di Parma, che darà inizio al primo nucleo di opere della futura Sezione Arte dello CSAC-non si vuole suggerire uno sguardo univoco, ma una serie di confronti, contraddizioni e nuove prospettive. Si intende proporre una riflessione sul tempo e sul concetto di sincronia che un grande archivio, costituito da tracce di processi di ideazione, progettazione e realizzazione, è in grado di stimolare. Architettura, arte, design, fotografia e moda dagli archivi dello CSAC dell'Università di Parma
L'archivio come luogo e come insieme di documenti, di qualsiasi natura essi siano, è ormai centrale nelle innumerevoli riflessioni sul contemporaneo; soprattutto sguardi 'altri' sono divenuti essenziali per rileggere e rigenerare... more
L'archivio come luogo e come insieme di documenti, di qualsiasi natura essi siano, è ormai centrale nelle innumerevoli riflessioni sul contemporaneo; soprattutto sguardi 'altri' sono divenuti essenziali per rileggere e rigenerare sedimentazioni di tracce del passato; nuove narrazioni che partano dall'archivio contribuiscono alla crescita e arricchimento del nostro essere nel tempo presente. Lo CSAC, per riaprire una riflessione sul contemporaneo, ha promosso un programma di residenze con cui si propone di sollecitare nuovi 'sguardi' di artisti, ricercando autori la cui attività sia caratterizzata dalla assunzione di pratiche partecipative e dalla riflessione sul ruolo del museo-archivio e delle istituzioni culturali.
Considerando le riletture delle pratiche museali contemporanee, l’artista come curatore è oggi una figura al centro del dibattito per quanto riguarda la storia delle mostre, in particolare considerando le sue potenzialità nel portare al... more
Considerando le riletture delle pratiche museali contemporanee, l’artista come curatore è oggi una figura al centro del dibattito per quanto riguarda la storia delle mostre, in particolare considerando le sue potenzialità nel portare al limite la natura precaria delle esposizioni (ed. Filipovic, 2017) e la possibilità di muoversi con estrema libertà tra ruoli e tipologie. Questo articolo si propone di indagarne una declinazione specifica, focalizzata sulle  collezioni e gli archivi del museo, ripartendo da un caso studio, il progetto -2 +3 (2010) che Stefano Arienti e Massimo Bartolini hanno realizzato al Museion di Bolzano. Per tutta la durata dell’operazione una selezione della collezione era stata portata dagli artisti, senza modificarne ordine e disposizione e mantenendo tutta la quotidiana attività, dai magazzini all’interno degli spazi espositivi. Intervenendo così proprio su quanto abitualmente rimane nascosto al pubblico, Arienti e Bartolini attraverso spostamenti, installazioni, display espositivi e nuovi lavori realizzati per l’occasione hanno voluto infatti mettere in scena un nuovo rapporto con le opere, mettendo però in discussione le funzioni e i meccanismi interni al museo, senza tuttavia modificarli. Particolarmente significativo nella sua volontà di spostare i confini fino quasi a far coincidere allestimento e installazione artistica attraverso un’unica, coerente operazione concettuale, questo progetto sarà indagato a partire da modelli storicizzati – da Andy Warhol con Raid the Icebox I (1969) a Fred Wilson con Mining the museum (1992-93) – considerando il contesto contemporaneo italiano e i modelli di messa in crisi dell’idea di esposizione, così come di quella di collezione e di archivio.
Saggio all'interno del catalogo "Ettore Favini. Nouvelles flâneries", a cura di Valentina Rossi. Il libro raccoglie una serie d’interventi volti a indagare alcuni nodi critici che il progetto Nouvelles flâneries, realizzato a Parma... more
Saggio all'interno del catalogo "Ettore Favini. Nouvelles flâneries", a cura di Valentina Rossi.
Il libro raccoglie una serie d’interventi volti a indagare alcuni nodi critici che il progetto Nouvelles flâneries, realizzato a Parma dall’artista Ettore Favini e curato da Valentina Rossi, ha fatto emergere, quali una rigenerata idea di monumento e di arte pubblica, una rilettura dell’oggetto scultoreo, la pratica del camminare e del viaggio come progettualità artistica, la mappatura come esito della ricerca e della necessità di definire gli spazi, il tema dell’archivio e della memoria.
Gli autori inclusi nel libro volume sono, oltre a Ettore Favini e Valentina Rossi, Cristina Casero, Luca Cerizza, Fabiola Naldi, Enrico Rotelli, Carlo Gandolfi, Davide Papotti, Anna Zinelli, Marco Scotti, Anna Musini, Franca Zuccoli, Alessandra Scarazzato, Alessandra De Nicola. Il volume presenta un progetto fotografico inedito realizzato da Antonio Rovaldi.
Questo intervento si propone di affrontare diverse declinazioni del tema del ritratto contemporaneo attraverso un caso studio individuato come particolarmente significativo proprio nella sua eccezionalità: la ricerca dell’artista... more
Questo intervento si propone di affrontare diverse declinazioni del tema del ritratto contemporaneo attraverso un caso studio individuato come particolarmente significativo proprio nella sua eccezionalità: la ricerca dell’artista islandese Ragnar Kjartansson. La sua pratica sarà affrontata prendendone in considerazione la natura multidisciplinare, così come i diversi supporti e linguaggi utilizzati dall’artista, mantenendo come tema di ricerca e filo conduttore il ruolo che il ritratto - inteso come genere ma anche come modello iconografico ed elemento fondamentale nella costruzione di un discorso fatto di riprese e riletture - viene ad assumere all’interno di una pratica articolata tra arti performative, video, installazione, pittura e disegno.
Saranno indagati in particolare tre lavori: The End – Venezia, (2009), una performance di sei mesi in cui l’artista durante la Biennale di Venezia, in residenza presso palazzo Michiel dal Brusà, ne ha trasformato gli spazi in uno studio e ha prodotto 144 ritratti dell’artista e amico Páll Haukur Björnsson mentre ogni giorno ripeteva i gesti di bere e fumare, sempre in costume da bagno; Me and My Mother (2000, 2005, 2010, 2015), video che ritrae ogni cinque anni l’artista a fianco della madre in un’unica inquadratura mentre lei sputa su di lui; e The Visitors (2013) video installazione in nove canali che riprende per quasi un’ora in tempo reale nove ambienti di una casa abbandonata, temporaneamente occupati da Kjartansson insieme ad alcuni amici, impegnati ad interpretare - ciascuno con un differente strumento e una diversa parte - la stessa canzone.
Questo intervento si propone di leggere e ricostruire la dimensione espositiva - e in particolare la partecipazione alla mostra dAPERTutto all’interno della 48. Biennale di Venezia, a seguito dall’invito da parte del curatore Harald... more
Questo intervento si propone di leggere e ricostruire la dimensione espositiva - e in particolare la partecipazione alla mostra dAPERTutto all’interno della 48. Biennale di Venezia, a seguito dall’invito da parte del curatore Harald Szeeman - del Progetto Oreste, un insieme variabile di persone - soprattutto artisti italiani - che sotto questo nome condiviso hanno portato avanti per quattro anni la creazione di uno spazio libero per l’espressione e la realizzazione di progetti. L’analisi del momento espositivo vuole essere anche l’occasione per iniziare a ri/progettare l’archivio di un’esperienza sostanzialmente inarchiviabile, connotata da una dimensione collettiva, libera e condivisa e una prospettiva rivolta all’utopia, recuperando la documentazione e le tracce attualmente diffuse e disperse in diverse sedi. Senza dimenticare le esperienze che hanno recuperato i modelli di Oreste proseguendo ancora oggi, e che spesso hanno visto coinvolto diverse figure che vi avevano partecipato.
Volume parte del catalogo della mostra Universo Futurista, a cura di Jeffrey Schnapp e Silvia Evangelisti, Fondazione Cirulli, San Lazzaro di Savena, 2018.
Il rapporto fra pensiero e immagine è una costante del lavoro di Ettore Sottsass jr (1917-2007) che emerge con evidenza dal suo archivio, creato e donato allo CSAC dell'Università di Parma nel 1979 per testimoniare la sua attività dal... more
Il rapporto fra pensiero e immagine è una costante del lavoro di Ettore Sottsass jr (1917-2007) che emerge con evidenza dal suo archivio, creato e donato allo CSAC dell'Università di Parma nel 1979 per testimoniare la sua attività dal 1922 al 1978. Di questo archivio, una sorta di autobiografia, il libro dà conto attraverso la catalogazione, affiancata da alcuni approfondimenti storico-critici, che permette di ricostruire ricerche, rapporti e scambi. Grazie ai quasi 14.000 piccoli fogli, tempere, schizzi, disegni progettuali, appunti, quaderni e qualche rara fotografia, è possibile restituire le tracce di frequentazioni e di confronti linguistici, mettendo in luce la specificità del lavoro di Sottsass, dal disegno degli interni al progetto di architettura e di design. Ne emerge uno spaccato dei momenti più significativi di collaborazione con l'industria e quindi l'avvio di una riflessione su una nuova idea di design negli anni settanta. Catalogo ragionato dell'archivio 1922-1978 CSAC / Università di Parma € 49,00
Scheda del progetto Una Tigre per Torino, in Io, Luca Vitone, a cura di Luca Lo Pinto e Diego Sileo, catalogo della mostra, Pac Milano, 13 ottobre-3 dicembre 2017,  Silvana, Milano, 2017, pp 192-193.
ABSTRACT MoRe is a digital museum, founded in 2012 and produced by the Others Association with a team of scholars from the University of Parma: it is presented here as a case study to reflect on similarities and differences between... more
ABSTRACT MoRe is a digital museum, founded in 2012 and produced by the Others Association with a team of scholars from the University of Parma: it is presented here as a case study to reflect on similarities and differences between curatorial, art historical and archival practices. This digital resource is devoted to the collection, management and dissemination of unrealized artwork projects from the 1950s onwards. It is at the same time an archive of research data, in the spirit of Open Access, and an archive of documentation of the work of the artists. This paper is organized in two sections, through which the dual dimension of the digital resource, institutional and private, will be analysed. The first section explains the structure of this digital museum, while the second analyses acquisition and digitizing policies, and cataloguing rules. The distinction between different generations of artists has been chosen to demonstrate how the work of the curators can change while working to build a digital museum (through the interaction with other private or institutional archives, and the participatory work of artists and curators). From this analysis, the interaction between the peculiarities of contemporary art research and the digital dimension of MoRE will emerge.
L'articolo si propone di affrontare e ricostruire il dibattito intorno al tema del non realizzato nell’arte contemporanea. In relazione al museo digitale MoRE, l’obiettivo è quello di individuare specifiche linee di ricerca e prospettive,... more
L'articolo si propone di affrontare e ricostruire il dibattito intorno al tema del non realizzato nell’arte contemporanea. In relazione al museo digitale MoRE, l’obiettivo è quello di individuare specifiche linee di ricerca e prospettive, spesso interdisciplinari, che hanno posto le basi per un progetto di ricerca, guardando al dibattito legato al ruolo del progetto e alla sua messa in discussione come a più recenti pratiche curatoriali, per arrivare a una definizione del non realizzato.
Research Interests:
Research Interests:
The book was published on the occasion of an exhibition at the MAMbo museum in Bologna, Italy (7 October 2021- 9 January 2022) curated by Elisabetta Modena and Valentina Rossi. The project is the result of the experience and work of... more
The book was published on the occasion of an exhibition at the MAMbo museum in Bologna, Italy (7 October 2021- 9 January 2022) curated by Elisabetta Modena and Valentina Rossi. 
The project is the result of the experience and work of MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects, a digital museum and archive collecting, preserving and virtually exhibiting the unrealised projects of 20th- and 21st-century artists since 2012.
For this occasion, the research focused on the territory, to trace and study the exhibitions and works of art that have been imagined or planned but not realised, in the Bologna area from 1975 to today.
Sketches, maquettes, correspondence, drawings, plans, texts, renderings, videos, photographs, notes, but also ideas and visions: the book and the Project Room of the museum are filled with unrealised works of art and exhibition projects that have been hidden away in the archives until now.
Through long archival work, memories, experiences, accounts and documents emerged that had sat in the archives for years, in the drawers of artists and curators. The volume presents critical notes on more than 50 projects. In addition, it contains in-depth essays (by Elisabetta Modena, Valentina Rossi and Marco Scotti) and interviews with figures that have characterised the city's artistic life.
Il libro raccoglie una serie d’interventi volti ad indagare alcuni nodi critici che il progetto Nouvelles Flâneries ha fatto emergere, quali una rigenerata idea di monumento e di arte pubblica, una rilettura dell’oggetto scultoreo, la... more
Il libro raccoglie una serie d’interventi volti ad indagare alcuni nodi critici che il progetto Nouvelles Flâneries ha fatto emergere, quali una rigenerata idea di monumento e di arte pubblica, una rilettura dell’oggetto scultoreo, la pratica del camminare e del viaggio come progettualità artistica, la mappatura come esito della ricerca e della necessità di definire gli spazi, il tema dell’archivio e della memoria.
Gli autori inclusi nel libro sono: Ettore Favini, Valentina Rossi, Cristina Casero, Luca Cerizza, Fabiola Naldi, Enrico Rotelli, Carlo Gandolfi, Davide Papotti, Anna Zinelli, Marco Scotti, Anna Musini, Franca Zuccoli, Alessandra Scarazzato, Alessandra De Nicola. Il volume presenta un progetto fotografico inedito realizzato da Antonio Rovaldi.
catalogo della mostra tenuta a San Felice sul Panaro dal 15 aprile al 20 maggio 2012, a cura di Ilaria Bignotti, Elisabetta Modena, Valentina Rossi, Marco Scotti, Cura Books, Roma, 2012.
catalogo del progetto a cura di Valentina Rossi, David Casini, Irene Guzman, Sissi, Francesco Calzolari, Viola Emaldi, del progetto personal effectsonsale, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna, 26-29 Gennaio 2012.
Catalogo della mostra tenuta a Suzzara dal 15 settembre al 3 novembre, a cura di Paola Boccaletti, Elisabetta Modena, Marco Scotti Il Premio Suzzara fu ideato nel 1948 da Dino Villani (il padre della pubblictà italiana) con il sosteng di... more
Catalogo della mostra tenuta a Suzzara dal 15 settembre al 3 novembre, a cura di Paola Boccaletti, Elisabetta Modena, Marco Scotti

Il Premio Suzzara fu ideato nel 1948 da Dino Villani (il padre della pubblictà italiana) con il sosteng di Cesare Zavattini.

Il catalogo della 48° edizione del Premio Suzzara dal titolo LA TERRA SI MUOVE CON IL SENSO comprende la sezione Progettare il momento. Dell’effimero e del suo contrario con gli interventi di Mario Airò, Elisabetta Di Maggio, Eva Marisaldi e Liliana Moro, e il concorso ad invito RIGENERAZIONE con i progetti pensati per il territorio dell’Oltrepò mantovano degli artisti invitati: Paola Anziché, Sergio Breviario, David Casini, Ettore Favini & Antonio Rovaldi, Stefania Galegati Shines, Alice Guareschi, Ozmo, Diego Perrone, Luca Pozzi, Laura Renna, Matteo Rubbi, Sissi e Luca Trevisani, quattro dei quali saranno realizzati nel 2014.
Cinquanta artisti sono stati invitati a interagire con una delle più importanti tradizioni italiane, quella gastronomico-culinaria, condividendo una ricetta e un'immagine di natura personale.
Quello degli archivi degli artisti italiani mal gestiti e a volte usati essenzialmente come fonti di lucro per gli eredi è un tema tanto rilevante quanto sottovalutato. Gli archivi degli artisti possono non soltanto sostenere il valore... more
Quello degli archivi degli artisti italiani mal gestiti e a volte usati essenzialmente come fonti di lucro per gli eredi è un tema tanto rilevante quanto sottovalutato. Gli archivi degli artisti possono non soltanto sostenere il valore del lavoro di uno specifico artista, ma divenire strumenti indispensabili per la ricerca e la formazione.
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IL PAESAGGIO E IL SUO DOPPIO Da Pac Man a Second Life. I paesaggi digitali possono rappresentare un nuovo concetto di paesaggio pubblico? Se gli ambienti dei videogiochi erano spazi condivisi da più soggetti solo in un immaginario di... more
IL PAESAGGIO E IL SUO DOPPIO Da Pac Man a Second Life.
I paesaggi digitali possono rappresentare un nuovo concetto di paesaggio pubblico? Se gli ambienti dei videogiochi erano spazi condivisi da più soggetti solo in un immaginario di livelli o luoghi narrativi, oggi la nascita di spazi on-line visibili ed esperibili contemporaneamente da ogni parte del globo pone nuovi interrogativi sul ruolo che il digitale ha giocato nell'evoluzione della progettazione architettonica reale_ THE LANDSCAPE AND ITS DOUBLE From Pac Man to Second Life. Could the digital landscapes represent a new concept of public landscape? If videogames environments were spaces shared by more subjects only on an imaginary of levels or narrative places, today the birth of on-line spaces simultaneously from every part of the globe puts on the map new questions on the role which the digital has had in the evolution of the real architectural design.
Online international conference curated by Elisabetta Modena, Valentina Rossi, Marco Scotti, Anna Zinelli, organized by MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects with MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna | Istituzione... more
Online international conference curated by Elisabetta Modena, Valentina Rossi, Marco Scotti, Anna Zinelli, organized by MoRE. a Museum of Refused and Unrealised Art Projects with MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna | Istituzione Bologna Musei e CAPAS – Università di Parma, 16, 23 and 30 September 2021.
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