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Il saggio (apparso in "Filologia e Critica", fasc. 1 2022) pubblica alcuni componimenti inediti di Francesco Bracciolini legati alla sua lunga frequentazione con i potenti Barberini, a partire da Maffeo - poi papa Urbano VIII - passando... more
Il saggio  (apparso in "Filologia e Critica", fasc. 1 2022) pubblica alcuni componimenti inediti di Francesco Bracciolini legati alla sua lunga frequentazione con i potenti Barberini, a partire da Maffeo - poi papa Urbano VIII - passando per Carlo (fratello del papa e capo delle milizie pontificie), Francesco (il Cardinal Nepote, collettore di una ricchissima serie di cariche di governo), per arrivare a Taddeo (nipote anch’egli del papa, erede del ruolo del padre Carlo). Dopo un’introduzione sui rapporti di Bracciolini con il concetto di storia e di storiografia (a proposito del quale si pubblica sonetto intitolato ‘Al signor Agostino Mascardi sopra il Libro dell’Arte istorica’ dal ms. Roma, Biblioteca Nazionale, Vittorio Emanuele 41), si propone il testo dei seguenti componimenti: la canzone ‘A Monsignor Maffeo Barberini Nunzio in Francia a rallegrarsi della nascita del Delfino’ (dal ms. Pistoia, Biblioteca Forteguerriana, E 359); la canzone ‘Al Signor Cardinale Barberini sopra la sua promozione’, dai mss. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. Lat. 6459 e Pistoia, Biblioteca Forteguerriana, ms. 224); e il sonetto ‘Or che d’intorno ogni vicina parte’ (attestato nel ms. Firenze, Biblioteca Nazionale, Nuove Accessioni 615, I ins. 1 e nel ms. Roma, Biblioteca Nazionale, Vittorio Emanuele 41). A proposito di quest’ultimo, probabilmente relativo ai drammatici momenti della discesa degli eserciti imperiali in Italia per la guerra di Mantova, si sottolineano gli stretti rapporti con alcuni componimenti latini di Maffeo Barberini (‘Pro adversitatibus arcendis’ e ‘Adhortatio ad bellum sacrum’) e si definisce il contesto degli eventi coevi alla luce delle testimonianze degli storici del tempo, in particolare Alessandro Zilioli, Pier Giovanni Capriata, Girolamo Brusoni, Luca Assarino.
Il saggio approfondisce il rapporto di Giovan Battista Marino con il lascito dantesco nella prima stagione artistica del poeta secentesco, quello consegnato ai tre volumi della ‘Lira’. Dopo aver sottolineato come Marino ritraduca in... more
Il saggio approfondisce il rapporto di Giovan Battista Marino con il lascito dantesco nella prima stagione artistica del poeta secentesco, quello consegnato ai tre volumi della ‘Lira’. Dopo aver sottolineato come Marino ritraduca in termini del tutto terreni i concetti di beatitudine e di dannazione, che vengono fatti coincidere con il favore della donna amata o con il rifiuto delle sue grazie, evidenzia casi in cui il poeta barocco gioca con l’illustre precedente sfiorandone i temi ma eludendo ogni ripresa, casi che però si accompagnano a una corposissima serie di recuperi “rampinati” dalla 'Commedia', secondo una tecnica del prelievo e dell’occultamento nel quale spesso si risolve, senza alcun rilievo estetico o culturale, il poetare mariniano. Più interessanti le situazioni in cui, con gusto praticamente blasfemo, Marino ribalta il senso di sintagmi danteschi senza nascondere la ripresa ma anzi dialogando con l’ipotesto, sempre nell’intento di celebrare una concezione edonistica della vita in contrasto con le ansie di purificazione del poeta trecentesco: in particolare nei ‘Trastulli estivi’ dove la gioia della visione della nudità della donna viene descritta con richiami alla visione dantesca di Dio.
L’intervento illustra la presenza di temi scientifici nei primi nove volumi delle 'Rime degli Arcadi' soffermandosi sul dibattito sulla generazione spontanea in un’ecloga di Florido Tartarini, sull’elogio del medico e anatomista Lorenzo... more
L’intervento illustra la presenza di temi scientifici nei primi nove volumi delle 'Rime degli Arcadi' soffermandosi sul dibattito sulla generazione spontanea in un’ecloga di Florido Tartarini, sull’elogio del medico e anatomista Lorenzo Bellini da parte di Vincenzo da Filicaia, sulle esperienze con la macchina di Boyle descritte da Alessandro Pegolotti, sui rischi di una visione materialistica dell’essere umano ambiguamente denunciati da Lorenzo Magalotti, sul funzionamento dei vulcani presentato da Niccolò Gaetani dell’Aquila d’Aragona, sui meccanismi interni all’organismo celebrati come documento della Provvidenza da Michele Brugueres, su questioni di astronomia accennate da Marco Antonio de’ Mozzi (in un sonetto dedicato a Vincenzo Viviani) e da Guido Grandi, in una canzone che immagina una sorta di viaggio spaziale in un sistema “solare” ticonico. Infine, il contributo sottolinea quanto i temi scientifici fossero incoraggiati dallo stesso custode d’Arcadia, Giovan Mario Crescimbeni, che nel suo prosimetro 'Arcadia', aveva accennato al tarantolismo secondo gli scritti di Baglivi, aveva proposto parte dell’allora inedita traduzione di Marchetti del 'De rerum natura' di Lucrezio, aveva anche lui presentato il funzionamento della macchina di Boyle e discettato sul problema della generazione spontanea, auspicando appunto una poesia attenta alle suggestioni delle coeve scoperte scientifiche. Il contributo pubblica inoltre un sonetto inedito di Michele Brugueres, ‘Per un apparato di scheletri’ prima di collocare l'interesse degli Arcadi per il dibattito scientifico nel contesto della cultura italiana di fine Seicento-inizio Settecento.
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Il saggio fornisce l'edizione del 'Risaotto al pomidauro', un'anonima raccolta di testi lirici pubblicati sul «Giornale di Roma illustrato» nell'ottobre del 1886. La breve introduzione ricorda ai lettori il contesto di questa... more
Il saggio fornisce l'edizione del 'Risaotto al pomidauro', un'anonima raccolta di testi lirici pubblicati sul «Giornale di Roma illustrato» nell'ottobre del 1886. La breve introduzione ricorda ai lettori il contesto di questa pubblicazione satirica che si rivela come una parodia dell''Isaotta Guttadauro', il poema preraffaellita di Gabriele D'Annunzio di imminente pubblicazione e del quale l'autore aveva anticipato alcune parti sui giornali. Scrittori coevi testimoniano che gli autori del 'Risaotto' furono due giornalisti e critici letterari, Edoardo Scarfoglio e Giovanni Alfredo Cesareo: il breve commento che segue il testo del 'Risaotto', oltre a suggerire la probabile collaborazione di Matilde Serao all'opera, illustra i nessi che legano i contenuti della satira alle opinioni critiche espresse da Scarfoglio e da Cesareo sulla personalità e sui risultati letterari di D'Annunzio.
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Nella sua 'Storia della letteratura italiana', Francesco De Sanctis dedica non una, ma due riflessioni al fenomeno culturale dell'Arcadia: nella prima, il critico riprende la tradizione della "rivolta" antiarcadica, inaugurata da... more
Nella sua 'Storia della letteratura italiana', Francesco De Sanctis dedica non una, ma due riflessioni al fenomeno culturale dell'Arcadia: nella prima, il critico riprende la tradizione della "rivolta" antiarcadica, inaugurata da Bettinelli e da Baretti e poi seguita e sviluppata da Leopardi, Emiliani Giudici, Cereseto, Tommaseo, Carducci, Cantù, Settembrini e tanti altri; ma nella seconda invece, De Sanctis, sviluppando intuizioni che già comparivano nella storiografia precedente e anticipando la rivalutazione di Croce, sottolinea come l'Arcadia - oltre all'accademia delle tanto giustamente vituperate "pastorellerie" - fu anche un movimento che si sforzò di riallacciare un dialogo tra la realtà italiana e le punte più avanzate della cultura europea sei-settecentesca.
Catalogo degli Autografi (e dei Postillati) attualmente noti di Traiano Boccalini. L'Introduzione e la parte degli Autografi si devono alla mia mano. La parte dei Postillati è lavoro di Chiara Pietrucci.
La morte del protagonista nel poema eroicomico è un evento decisamente inusuale. Anche considerando come parte di questa produzione il poema giocoso e le parodie dei miti classici, la lista degli eroi che cadono gloriosamente sul campo di... more
La morte del protagonista nel poema eroicomico è un evento decisamente inusuale. Anche considerando come parte di questa produzione il poema giocoso e le parodie dei miti classici, la lista degli eroi che cadono gloriosamente sul campo di battaglia rimane decisamente breve. E non si tratta di un caso: a parte i personaggi che scoppiano letteralmente dalle risate o che muoiono perché morsi da un piccolo granchio, gli eroi del poema eroicomico sono uomini pieni di paura, renitenti all’eroismo, desiderosi soprattutto di rimanere vivi per poter continuare a mangiare a crepapelle, a fare l’amore, a godersi l’esistenza. E l’idea stessa dell’eroismo è costantemente condannata e derisa. Questa rivendicazione per la vita contro l’obbligo del sacrificio – nella cultura Controriformistica – è più politica di quanto i critici abbiano in genere creduto. Uno sguardo alle opere di scrittori quali Aretino, Folengo, Tassoni, Lippi, de’ Bardi, Corsini, ma anche Traiano Boccalini, fornisce un’eloquente prova dell’esistenza di una mentalità alternativa ai dogmi della civiltà aristocratica.
André Bayam fu un letterato senza alcun genio poetico che passò la vita a scrivere liriche latine ispirate al più estremo sperimentalismo barocco. La sua figura diventa tuttavia esemplare per comprendere la centralità delle istituzioni... more
André Bayam fu un letterato senza alcun genio poetico che passò la vita a scrivere liriche latine ispirate al più estremo sperimentalismo barocco. La sua figura diventa tuttavia esemplare per comprendere la centralità delle istituzioni accademiche nella vita culturale romana del primo Seicento, dal momento che Bayam si sforzò di frequentarle e anche di celebrarle soprattutto nei suoi scritti in prosa. Tra questi testi, perlopiù inediti e conservati nel ms. Barb. Lat. 1824, spiccano le varie redazioni di una 'Oratio academica de Academia' che molto ci rivelano sui rituali del mondo intellettuale romano del tempo.
Il rapporto tra Parini e i temi legati al paesaggio e all’ambiente non si risolve nella celebre ode 'Della salubrità dell’aria' ma attraversa l’intera esperienza artistica e intellettuale di questo autore: dalle suggestioni e dalle... more
Il rapporto tra Parini e i temi legati al paesaggio e all’ambiente non si risolve nella celebre ode 'Della salubrità dell’aria' ma attraversa l’intera esperienza artistica e intellettuale di questo autore: dalle suggestioni e dalle nostalgie per l’amato Bosisio e il suo lago di Pusiano, ai molti versi dedicati agli scenari naturali e ai loro benefici effetti sull’essere umano, alla celebrazione della sana e genuina vita del contadino, all’attenzione con la quale il Parini giornalista seguì il dibattito sullo sviluppo dell’agricoltura e il commercio del grano nella Francia del pieno Settecento. Solo inserita in questa rete di esperienze l’ode 'Della salubrità dell’aria' si rivela a pieno come il documento che testimonia le riflessioni e le contraddizioni di una società che prendeva coscienza delle trasformazioni in atto nel rapporto tra l’uomo e il suo ambiente.
Le ‘Frascherie’ sono una corposa raccolta di satire e di versi di ogni tipo incastonate in una prosa che finge di raccontare i discorsi tenuti da un gruppo di dotti amici. L’analisi di questo testo prende le mosse dalla lunga riflessione... more
Le ‘Frascherie’ sono una corposa raccolta di satire e di versi di ogni tipo incastonate in una prosa che finge di raccontare i discorsi tenuti da un gruppo di dotti amici. L’analisi di questo testo prende le mosse dalla lunga riflessione sulle origini, le forme, la storia e le finalità del genere satirico contenute nel secondo "fascio" per evidenziare come Abati, forzando le poetiche contemporanee relative a questo genere e avvicinandole a quelle dell’eroicomico, concepisca la satira come “forma d’arte assoluta” e suprema prova del genio. Il confronto con i precedenti studiosi del genere (Poliziano, Scaligero, Casaubon), con le tendenze in atto in merito all’imitazione di Orazio o di Giovenale (e con la contemporanea moda della satira varroniana), nonché con la riflessione sul ruolo dei “ridicoli” nella letteratura e nella vita di corte (con riferimento a Pontano e a Castiglione), conduce a due conclusioni: Abati riteneva che le ‘Frascherie’ fossero il culmine di quell’arte satirica della quale contenevano la stessa teorizzazione e che dunque lo incoronassero maestro indiscusso dell’arte poetica; Abati, per quanto a lungo cortigiano, aveva una concezione “alta” e anticortigiana della letteratura satirica, come arma di critica libera e autonoma dell’intellettuale nei confronti del potere.
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Il saggio pubblica e analizza una corona di sonetti che Francesco Bracciolini compose per il cardinal nepote Francesco Barberini tornato da una fallimentare missione diplomatica in Francia nel 1626. Attestata nella copia di lavoro del ms.... more
Il saggio pubblica e analizza una corona di sonetti che Francesco Bracciolini compose per il cardinal nepote Francesco Barberini tornato da una fallimentare missione diplomatica in Francia nel 1626. Attestata nella copia di lavoro del ms. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, Vittorio Emanuele 41 (cc. 98r-105v), l’opera fu drasticamente rielaborata e copiata in un codice di dedica (Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. Lat. 3888, cc. 44r-51v) e infine abbandonata nel dimenticatoio, con l’eccezione di 5 componimenti estrapolati dalla sede originaria ed editi nelle 'Poesie liriche' del 1639. La composizione, la rielaborazione e l’abbandono rivelano in filigrana la capacità del poeta pistoiese di riflettere sulle tensioni politiche internazionali e sulla dialettica interna alla curia romana, ma soprattutto rivelano la sua tattica e la sua dissimulazione, adottata ai fini di guadagnarsi l’appoggio dei due potenti mecenati, il papa Urbano VIII e appunto il cardinal Barberini.
Tra le opere più lette del Seicento europeo ci sono le Prolusiones academicae (1617) di Famiano Strada, docente di retorica al Collegio Romano e poi storico delle guerre di Fiandra per i Farnese. Tra i vari testi qui contenuti colpisce il... more
Tra le opere più lette del Seicento europeo ci sono le Prolusiones academicae (1617) di Famiano Strada, docente di retorica al Collegio Romano e poi storico delle guerre di Fiandra per i Farnese. Tra i vari testi qui contenuti colpisce il Momus, una satyra varroniana scritta per mettere alla berlina il poeta esibizionista e autocelebrativo proposto dal modello di Giovan Battista Marino. Il Momus, infatti, polemizza in maniera serrata proprio con la Lettera Claretti di Marino opponendo alla poetica dello scrittore napoletano un’opposta visione della poesia, che dovrebbe scaturire dalla memoria dei classici, rielaborati con rispetto e abilità, in un certo senso “completati” e non saccheggiati in nome di una presunta eccellenza del proprio ingenium.
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Il saggio ritorna sulla questione dei rapporti tra Antonio Abati e Salvator Rosa analizzando il passo delle 'Frascherie' in cui il primo allude a un autore satirico contemporaneo che ha superato gli antichi ma non ha raggiunto... more
Il saggio ritorna sulla questione dei rapporti tra Antonio Abati e Salvator Rosa analizzando il passo delle 'Frascherie' in cui il primo allude a un autore satirico contemporaneo che ha superato gli antichi ma non ha raggiunto l’eccellenza. Alla luce della questione dei "ridicoli" e delle lettere di Rosa, nonché del celebre cartiglio che si legge nel quadro 'Il filosofo del silenzio', si propone di identificare proprio con l’amico di un tempo il bersaglio delle critiche di Abati
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Nell'Archivio storico del comune di Genova è confluito il fondo dei manoscritti appartenuti al nobile Giulio Pallavicino, l'interlocutore al quale Traiano Boccalini, in una lettera del 1591, prometteva di spedire la prima redazione dei... more
Nell'Archivio storico del comune di Genova è confluito il fondo dei manoscritti appartenuti al nobile Giulio Pallavicino, l'interlocutore al quale Traiano Boccalini, in una lettera del 1591, prometteva di spedire la prima redazione dei 'Comentarii' a Tacito e una serie di relazioni storiche relative alle guerre civili di Francia. Tra i mss. di questo fondo si trovano il n. 391, contenente i 'Commentari dell'azioni del regno di Francia' di Francesco Beltramini; e il n. 401, che conserva la 'Relazione del clarissimo messer Giovan Michele cavaliere ritornato ambasciatore da Enrico Terzo Re di Francia'. I due codici, che sembrano proprio essere quelli inviati dal Boccalini, presentano sui propri margini delle postille che sono con quasi assoluta certezza da ricondurre al Boccalini stesso, sia per le caratteristiche della grafia, sia per i contenuti che si avvicinano (addirittura con alcune coincidenze verbali) al 'Dialogo sopra l'interim fatto da Carlo V' e preannunziano le riflessioni dei 'Comentarii' a Tacito.
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Il rapporto intellettuale di Traiano Boccalini con gli scritti di Paolo Paruta trova conferme non solo nel noto ‘Ragguaglio’, I 67, esplicito omaggio all’autorevolezza del pensiero del senatore veneziano, ma anche in numerosi riscontri... more
Il rapporto intellettuale di Traiano Boccalini con gli scritti di Paolo Paruta trova conferme non solo nel noto ‘Ragguaglio’, I
67, esplicito omaggio all’autorevolezza del pensiero del senatore veneziano, ma anche in numerosi riscontri tra le opinioni
espresse dal Lauretano, sia nell’opera satirica sia nel commento a Tacito, e le idee che informano il ‘Della perfezione della vita
politica’, i ‘Discorsi’ e persino l’allora inedita e riservata ‘Relazione dell’ambasciata di Roma’. Tale rapporto avrebbe lasciato
tracce anche nella ripresa di una sequenza argomentativa che dal ‘Della perfezione’ passa ai ‘Ragguagli’ e ai ‘Commentari’ e
che suggerisce, nel bilancio di recuperi e di innovazioni, di approfondire anche la dialettica di acquisizione e di superamento da
parte del Boccalini del “Mito di Venezia” propugnato invece senza incertezze da Paruta.
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Il 'Compendio degli Annali del Baronio', l'ultimo e amatissimo figlio della carriera intellettuale di Alessandro Tassoni, è ancora in gran parte inedito e del tutto inesplorato nella sua vicenda redazionale, della quale la tradizione... more
Il 'Compendio degli Annali del Baronio', l'ultimo e amatissimo figlio della carriera intellettuale di Alessandro Tassoni, è ancora in gran parte inedito e del tutto inesplorato nella sua vicenda redazionale, della quale la tradizione conserva alcune testimonianze. Il presente contributo si concentra su un episodio, quello del presunto tradimento di papa Marcellino, per confrontare la riscrittura da parte del Tassoni degli 'Annali' del Baronio, anche alla luce delle 'Centurie' dei luterani e del dibattito in corso sul concetto di "primus inter pares" (con note anche sull'inedita critica che all'opera del modenese scrisse padre Becilli: 'Difesa del Baronio contro l'autore della Secchia'). L'intento è quello di cominciare a illuminare le strategie retoriche con le quali Tassoni, in piena Controriforma, riuscì ad elaborare una filosofia della Storia come fenomeno immanente e non come proiezione della trascendenza.
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Il saggio pubblica e analizza quattro reperti manoscritti ritrovati nell'Archivio di stato di Modena (Archivio per Materie - Letterati, Filza 10 - Fasc. Boccalini, Traiano). Si tratta di una lettera autografa e inedita spedita da Argenta... more
Il saggio pubblica e analizza quattro reperti manoscritti ritrovati nell'Archivio di stato di Modena (Archivio per Materie - Letterati, Filza 10 - Fasc. Boccalini, Traiano). Si tratta di una lettera autografa e inedita spedita da Argenta a Giustiniano Masdoni il 18 febbraio 1618; della richiesta autografa del privilegio per la stampa di 4 centurie dei 'Ragguagli' per il territorio del Duca di Modena; della minuta di una lettera di ringraziamento per l'invio di una copia della princeps della prima centuria dei 'Ragguagli' e infine di un frammento della 'Pietra di paragone politico'.
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La pubblicazione nel 2011, per le cure di Maurizio Campanelli, della prima edizione critica della traduzione latina realizzata da Marsilio Ficino del ‘Pimander’ attribuito ad Ermete Trismegisto (Torino, Aragno) è l’occasione per... more
La pubblicazione nel 2011, per le cure di Maurizio Campanelli, della prima edizione critica della traduzione latina realizzata da Marsilio Ficino del ‘Pimander’ attribuito ad Ermete Trismegisto (Torino, Aragno) è l’occasione per ripercorrere la storia dell’Ermetismo cristiano nei secoli XV-XVII nell’intento di comprendere il ruolo che tale movimento ebbe nel ridefinire i parametri della fede religiosa presso il ceto intellettuale europeo. I principi teorici dell’Ermetismo vengono messi in relazione – alla luce delle riflessione svolte dallo stesso Ficino nel ‘De Christiana religione’ e nella ‘Theologia platonica de immortalitate animarum’ – con il cambiamento epocale della mentalità occidentale all’inizio dell’età moderna e con il diverso valore gnoseologico che venivano ad assumere i tre fondamenti della fede religiosa secondo tale pensiero, ovvero la naturale intuizione interiore della divinità, la dimostrabilità razionale dell’esistenza di Dio grazie alle analogie tra Logica e Creato, infine la Rivelazione. Valori in via di svalutazione che spinsero intellettuali chiusi in una visione contemplativa e priva dello slancio della charitas, a cercare un puntello per la fede nella dottrina della “Prisca Theologia”.
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Ampia recensione all'edizione degli inediti 'Comentarii' a Tacito, 'Annales', XI e XII redatti dal Boccalini, edizione procurata da Valentina Salmaso (Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2015), recensione che diventa l'occasione per... more
Ampia recensione all'edizione degli inediti 'Comentarii' a Tacito, 'Annales', XI e XII redatti dal Boccalini, edizione procurata da Valentina Salmaso (Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2015), recensione che diventa l'occasione per riflettere sul metodo di interpretazione storica del Lauretano e sui temi principali dell'opera: l'ideale repubblicano, l'odio per la Spagna, ma anche le riflessioni ecdotiche sul testo tacitiano.
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L’ultimo romanzo di Fenoglio è il risultato finale di un lungo e complesso travaglio compositivo nel quale si possono riconoscere almeno 5 fasi: la stesura dei cosiddetti 'Frammenti di romanzo'; i tentavi di rielaborazione dei... more
L’ultimo romanzo di Fenoglio è il risultato finale di un lungo e complesso travaglio compositivo nel quale si possono riconoscere almeno 5 fasi: la stesura dei cosiddetti 'Frammenti di romanzo'; i tentavi di rielaborazione dei 'Frammenti'; la trasformazione della trama nella prima redazione di 'Una questione privata'; la riconversione dei personaggi e della loro psicologia nella seconda e nella terza stesura di 'Una questione privata'. Il saggio si concentra sui tre personaggi centrali della trama di tutte e cinque le redazioni, il protagonista Milton (che dal superguerriero e superseduttore della prima versione diventa l’amante disperato e il partigiano in dismissione delle ultime due redazioni); il deuteragonista Giorgio (che dal tenente repubblichino sentimentalmente ingenuo e onestamente nemico diventa l’amico traditore della versione finale) e la ragazza amata (che nel corso delle stesure si scinde e si moltiplica aumentando il suo tasso di pericolosità per il giovane partigiano). Il tutto nell’intento di mostrare la coesione logica dell’ispirazione che ha guidato l’autore nel corso della complessa rielaborazione e di avviare l’indagine sulle ragioni artistiche e umane del cantiere letterario dell’ultimo Fenoglio.
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Il contributo analizza il crescendo stilistico della descrizione da parte di Dante poeta dei bassorilievi ammirati da Dante pellegrino nel X canto del 'Purgatorio'. Dopo aver indagato sui presupposti teorici dell’operazione dantesca alla... more
Il contributo analizza il crescendo stilistico della descrizione da parte di Dante poeta dei bassorilievi ammirati da Dante pellegrino nel X canto del 'Purgatorio'. Dopo aver indagato sui presupposti teorici dell’operazione dantesca alla luce delle teorie retoriche antiche e medievali (con particolare riferimento alla ‘Poetria nova’ di Goffredo di Vinsauf), individua tre gradi stilistici nei tre bassorilievi descritti, con le loro specifiche tecniche (ekphrasis, evidentia, sermocinatio). Infine sottolinea la strategia di Dante, che si prende l’incarico di riportare ai vivi quel monito divino che fino a quel momento è stato rivolto solo alle anime penitenti dei superbi. In questo modo Dante si pone in umile rapporto di collaborazione con la superiore arte divina ma  allo stesso tempo può vantare una condizione di eccellenza rispetto a tutti gli altri poeti.
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Il saggio è dedicato alla Sferza di Giovan Battista Marino, l’invettiva che il poeta napoletano scrisse a Parigi nel luglio del 1617 e rivolta contro i pastori ugonotti. Lo studio approfondisce dapprima la tessitura retorica dell’opera... more
Il saggio è dedicato alla Sferza di Giovan Battista Marino, l’invettiva che il poeta napoletano scrisse a Parigi nel luglio del 1617 e rivolta contro i pastori ugonotti. Lo studio approfondisce dapprima la tessitura retorica dell’opera rilevando casi di impiego di sintagmi già utilizzati o destinati a comparire in opere andate a stampa successivamente ma probabilmente già in composizione al tempo della redazione della Sferza. Individua poi una serie di riprese da autori classici e - soprattutto - dalla Patristica, in particolare per la costruzione della lunga serie anaforica costituita da insulti basati su animali accompagnati da aggettivi ingiuriosi, uno stilema che l’erudizione cinquecentesca aveva di fatto già iniziato a catalogare. Tale indagine permette di aggiungere una breve riflessione all’interpretazione della “poetica” del Marino. L’indagine si concentra poi sulle argomentazioni del Marino contro i pastori ugonotti, in particolare soffermandosi sull’insulto gratuito rivolto ai fondatori delle Religioni riformate, sulla questione della “salvezza per sola fede” e dunque del valore delle opere nella vita del credente e, infine, sull’accusa rivolta ai calvinisti di ambire alla demolizione delle monarchie europee in vista della creazione di una serie di anarchiche repubbliche eretiche. Il breve carotaggio sui contenuti fa emergere il ritardo culturale delle argomentazioni dell’invettiva mariniana che si rivela tarata sulla falsariga delle finalità politiche del nunzio papale Guido Bentivoglio e concepita, probabilmente soprattutto su suggerimento di costui, per punzecchiare la politica troppo accondiscendente di Luigi XIII nei confronti degli ugonotti e per mettere in buona luce il poeta napoletano dopo i mesi in cui costui era stato legatissimo al Concini, il vero governatore della Francia fino al momento in cui Luigi XIII, appunto per prendersi il trono, era stato costretto a ordinarne l’omicidio. L’operetta, così storicamente inquadrata, permette di comprendere meglio la concezione della scrittura nella pratica e nella poetica del Marino e di suggerire possibili interpretazioni delle aporie ancora circolanti in merito all’opera maggiore, l’Adone, che è prioritario collocare nel contesto storico e sociale in cui fu per la maggior parte realizzata se davvero si vuole comprendere la compresenza al suo interno di beffa anticattolica, di sensualismo naturalista e di superficiale e insignificante gioco con le forme della tradizione letteraria.
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Una panoramica sul ricorso al proverbio nel poema eroicomico secentesco: sulla sua esplicita presenza già negli elementi paratestuali, sul suo impiego introdotto da marche di entrata, sulla tecnica di accumulazione di modi di dire... more
Una panoramica sul ricorso al proverbio nel poema eroicomico secentesco: sulla sua esplicita presenza già negli elementi paratestuali, sul suo impiego introdotto da marche di entrata, sulla tecnica di accumulazione di modi di dire all’interno di un’ottava, sulla rielaborazione e sul riadattamento della sua struttura formulare alle esigenze della versificazione, sulla sua non casuale ricorrenza negli ultimi due versi a rima baciata, ricorrenza legata alle modalità di espressione del comico proprie di questa produzione. In conclusione, una riflessione sulla dialettica tra presenza del proverbio nel poema eroicomico e sviluppi della paremiologia seicentesca. Con citazioni da Carlo de’ Dottori, Giovan Battista Lalli, Lorenzo Lippi, Alessandro Tassoni, Francesco Bracciolini, Giuseppe Berneri, Bartolomeo Corsini, Girolamo Nomi.
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Il saggio analizza le immagini di Roma nel cinema di Pasolini a partire da 'Accattone' e 'Mamma Roma', dove si definisce l'opposizione tra i moderni palazzoni di periferia (pensati come caserme per un sottoproletariato irregimentato che... more
Il saggio analizza le immagini di Roma nel cinema di Pasolini a partire da 'Accattone' e 'Mamma Roma', dove si definisce l'opposizione tra i moderni palazzoni di periferia (pensati come caserme per un sottoproletariato irregimentato che vuole accedere alla "festa del consumismo"), e le baraccopoli spontanee, dove gli umili conservano la loro alterità, rivendicando l'atavica appartenenza a quella civiltà contadina che si oppone a quella borghese.  Passa poi a 'La ricotta', ultima testimonianza della fede di Pasolini nel sottoproletariato come alternativo alla civiltà borghese, dove ancora vige l'opposizione tra palazzoni moderni di periferia e le rovine, naturalmente alleate degli umili. Infine si sofferma su 'Uccellacci e uccellini' dove Pasolini, constatato che il suo amato sottoproletariato è del tutto contaminato dalle mode del progresso e del consumismo borghese, il regista raffigura un universo urbano che, pur rimanendo una spontanea baraccopoli, cerca meschinamente di adeguarsi al modello di vita borghese.
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Il saggio analizza uno dei momenti topici del racconto di guerra del secondo conflitto mondiale, quello della prigionia degli “eroi”. Evidenzia così una topica relativa a vari momenti cruciali di tale esperienza: la cattura, la... more
Il saggio analizza uno dei momenti topici del racconto di guerra del secondo conflitto mondiale, quello della prigionia degli “eroi”. Evidenzia così una topica relativa a vari momenti cruciali di tale esperienza: la cattura, la descrizione della cella, il racconto delle torture subite, il rapporto con gli altri prigionieri, il timore delle spie, la scoperta della dimensione psicologica della prigionia (un diverso concetto del tempo, l’accettazione del terrore, l’abitudine al pensiero della fine), l’ammirata e commossa e quasi religiosa narrazione del martirio di coloro che morirono pur di non tradire la causa antifascista. Tali aspetti offrono lo spunto per una riflessione generale sul rapporto tra la letteratura resistenziale, il fragile tentativo della formazione di un cittadino italico cosciente e responsabile, le lotte politiche degli anni Cinquanta. L’analisi si concentra in particolare sulle opere di Beppe Fenoglio e su alcuni testi di Italo Calvino ma anche su una miriade di altri scritti quali, ad esempio, 'Memoria della Resistenza' di Mario Spinella, 'Il mondo è una prigione' di Franco Petroni, 'Banditi' di Pietro Chiodi, 'Paura all’alba' di Arrigo Benedetti, a 'Il mio granello di sabbia' di Luciano Bolis, etc. etc.
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Bozze del contributo apparso negli atti del convegno Traiano Boccalini tra satira e politica. Macerata-Loreto, 17-19 ottobre 2013, editi a cura di Laura Melosi e Paolo Procaccioli (Firenze, Olschki, 2015). Il contributo studia le idee di... more
Bozze del contributo apparso negli atti del convegno Traiano Boccalini tra satira e politica. Macerata-Loreto, 17-19 ottobre 2013, editi a cura di Laura Melosi e Paolo Procaccioli (Firenze, Olschki, 2015). Il contributo studia le idee di Traiano Boccalini su forma e funzioni della scrittura storiografica confrontando le opinioni espresse dal lauretano nei Ragguagli e nei Commentari con il coevo, assai intenso dibattito in materia e con i fenomeni che caratterizzavano al tempo la trasformazione dei moduli retorici della storiografia. Si sofferma sui tre aspetti riguardo ai quali Boccalini si esprime in maniera sufficientemente esplicita: l’uso delle sentenze, la tipologia dello stile da adottare, il ricorso alle orazioni, confrontando le idee di questo scrittore con le opinioni di 16 teorici coevi (tra i quali spiccano Tommaso Campanella e Famiano Strada). Approfondisce poi la concezione della storia come prodotto di un’esperienza sul campo (politica, geografica, militare) e come disvelamento degli arcana status, ovvero come denuncia degli orrori del potere aristocratico.
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Il secondo verso del sonetto di Burchiello 'Nominativi fritti e mappamondi' recita "e l'arca di Noè tra due colonne': si tratta forse di un'allusione a uno dei quartieri della Roma quattrocentesca, il Fondaco dei macelli d'Arcanoe; la... more
Il secondo verso del sonetto di Burchiello 'Nominativi fritti e mappamondi' recita "e l'arca di Noè tra due colonne': si tratta forse di un'allusione a uno dei quartieri della Roma quattrocentesca, il Fondaco dei macelli d'Arcanoe; la storia urbanistica di questo angolo di Roma può infatti gettare luce su vari aspetti del testo burchiellesco.
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Un paio di decenni dopo la fine della guerra tra Venezia e l'Austria, due storici tornano sulle vicende dello scontro: il filo-spagnolo e filo-genovese Pier Giovanni Capriata, maestro di cavilli logici per sostenere la propaganda... more
Un paio di decenni dopo la fine della guerra tra Venezia e l'Austria, due storici tornano sulle vicende dello scontro: il filo-spagnolo e filo-genovese Pier Giovanni Capriata, maestro di cavilli logici per sostenere la propaganda antiveneziana della sua parte; e Alessandro Zilioli, "cittadino" veneziano, capace a un tempo di coniugare capacità di confezionamento di un prodotto vendibile sul vivissimo mercato della produzione storiografica e di divulgare la sua visione politica ed economica "protoborghese".
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La guerra tra Venezia e l'Austria finisce ufficialmente nel 1617 ma prosegue fino al 1619. Gli eventi della guerra passano dai "giornali" del tempo a delle "monografie storiche" o "instant book": quelli di Faustino Moisesso, Enrico... more
La guerra tra Venezia e l'Austria finisce ufficialmente nel 1617 ma prosegue fino al 1619. Gli eventi della guerra passano dai "giornali" del tempo a delle "monografie storiche" o "instant book": quelli di Faustino Moisesso, Enrico Palladio degli Olivi, Biagio Rith di Colenberg.
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Nel 1615 scoppia la guerra tra Venezia e l'Austria per la questione degli uscocchi e per il controllo del territorio di Gradisca: l'analisi della pubblicistica e della propaganda del tempo rivela le tensioni politiche internazionali e il... more
Nel 1615 scoppia la guerra tra Venezia e l'Austria per la questione degli uscocchi e per il controllo del territorio di Gradisca: l'analisi della pubblicistica e della propaganda del tempo rivela le tensioni politiche internazionali e il conflitto di classe in corso dentro la Serenissima.
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Il canto di Capaneo e del Veglio di Creta è letto alla luce della sotterranea tensione che oppone il maestro Virgilio e l'allievo Dante: il poeta latino legge la presenza del male nel mondo alla luce dei principi etici aristotelici, come... more
Il canto di Capaneo e del Veglio di Creta è letto alla luce della sotterranea tensione che oppone il maestro Virgilio e l'allievo Dante: il poeta latino legge la presenza del male nel mondo alla luce dei principi etici aristotelici, come conseguenza dell'azione moralmente errata compiuta dagli uomini, un'azione che genera infelicità perché contraria al compimento della "felicità mentale"; il poeta italiano non smentisce quest'ottica ma ne mostra i limiti includendola in una rete di verità più ampia, quella fornita dalla Rivelazione.
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La conferenza verrà riproposta, con leggere modifiche, ai dottorandi del Dipartimento di Italianistica dell'Università degli Studi Roma Tre in data 10 gennaio 2018 alle ore 12.00. Presenterò i risultati di una prima ricognizione su... more
La conferenza verrà riproposta, con leggere modifiche, ai dottorandi del Dipartimento di Italianistica dell'Università degli Studi Roma Tre in data 10 gennaio 2018 alle ore 12.00.

Presenterò i risultati di una prima ricognizione su una serie di manoscritti latori dei 'Commentarii' a Tacito di Traiano Boccalini, editi nel 1677 - a più di 60 anni dalla morte dell'autore e con forti interpolazioni. I codici trasmettono memoria di diverse fasi di stesura dell'opera e permettono di recuperare tessere perdute della riflessione politica del Boccalini.
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La conferenza presenta i primi risultati di una ricerca avviata al fine di allestire l'edizione critica e commentata del 'Momus' di Famiano Strada. Prosegue il lavoro già svolto per il recente convegno sulla satira in prosa (Roma,... more
La conferenza presenta i primi risultati di una ricerca avviata al fine di allestire l'edizione critica e commentata del 'Momus' di Famiano Strada. Prosegue il lavoro già svolto per il recente convegno sulla satira in prosa (Roma, Fondazione Besso-Università degli Studi di RomaTre) nel quale ho presentato un'indagine di questo scritto di Famiano Strada.
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Una raccolta di studi che si pongono come la prima indagine ad ampio raggio sul fenomeno della letteratura eroicomica, inserita nel contesto della produzione burlesca, comica e macaronica dei secc. XV-XVIII. Ho avuto l'onore di concepirla... more
Una raccolta di studi che si pongono come la prima indagine ad ampio raggio sul fenomeno della letteratura eroicomica, inserita nel contesto della produzione burlesca, comica e macaronica dei secc. XV-XVIII. Ho avuto l'onore di concepirla e di gestirne la lavorazione insieme all'amico e collega Giuseppe Crimi dell'Università degli studi Roma Tre. Propongo qui la copertina, l'indice, la nostra Premessa, l'Indice dei nomi e le note di presentazione degli autori. Il volume (Roma, Carocci, 2020) compare in libreria oggi, 15 ottobre 2020.
Copertina e abstract del volume recentemente apparso per i tipi di Aracne.
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