Italian monasticism of the tenth and eleventh centuries featured abbots who were not only importa... more Italian monasticism of the tenth and eleventh centuries featured abbots who were not only important human resources for their communities, but constantly projected their action on to wider horizons, acting first in the context of the Church under the Empire, then putting their skills at the service of the reformist group that was getting ready to destroy that mutual cooperation. Gregory VII and his immediate predecessors had no doubts about the need to involve the abbots in their struggles, for they were particularly gifted as leaders. This transfer of human resources was definitely not painless and in the second half of the eleventh century the great monastic leaders at whom we have looked questioned whether monastic reform could converge with the reform of the wider Church. The answers to this question were often contrasting, just as the reactions of the communities to which these religious belonged differed, as did also the forms of their institutional memory
Il volume raccoglie gli scritti di Cinzio Violante su Gioacchino Volpe. Lo corredano un ampio sag... more Il volume raccoglie gli scritti di Cinzio Violante su Gioacchino Volpe. Lo corredano un ampio saggio introduttivo e apparati biobibliografici utili alla conoscenza di Volpe, oltre all'edizione del carteggio Volpe-Violante, curata da Gian Maria Varanini
La politica italiana di Ottone III si rivela molto pi\uf9 complessa di quanto lasci presagire la ... more La politica italiana di Ottone III si rivela molto pi\uf9 complessa di quanto lasci presagire la retorica della renovatio imperii e coinvolge il complicato gioco delle relazioni con un nugolo di poteri locali difficilmente governabili
Il Nachleben di Carlo Magno nella cultura storiografica europea dell'et\ue0 moderna e contemp... more Il Nachleben di Carlo Magno nella cultura storiografica europea dell'et\ue0 moderna e contemporanea
I conflitti sorti durante la traslazione di Francesco d'Assisi come specchio delle tensioni s... more I conflitti sorti durante la traslazione di Francesco d'Assisi come specchio delle tensioni sociali e religiose
Il volume analizza gli Interscambi e le interferenze tra religione e politica, che connotarono a ... more Il volume analizza gli Interscambi e le interferenze tra religione e politica, che connotarono a livello europeo i processi di formazione dello stato tra medioevo ed Et\ue0 Moderna
Rassegna sui nuovi orientamenti storiografici in materia di rapporti tra monachesimo e riforma ne... more Rassegna sui nuovi orientamenti storiografici in materia di rapporti tra monachesimo e riforma nel secolo X
Italian monasticism of the tenth and eleventh centuries featured abbots who were not only importa... more Italian monasticism of the tenth and eleventh centuries featured abbots who were not only important human resources for their communities, but constantly projected their action on to wider horizons, acting first in the context of the Church under the Empire, then putting their skills at the service of the reformist group that was getting ready to destroy that mutual cooperation. Gregory VII and his immediate predecessors had no doubts about the need to involve the abbots in their struggles, for they were particularly gifted as leaders. This transfer of human resources was definitely not painless and in the second half of the eleventh century the great monastic leaders at whom we have looked questioned whether monastic reform could converge with the reform of the wider Church. The answers to this question were often contrasting, just as the reactions of the communities to which these religious belonged differed, as did also the forms of their institutional memory
Il volume raccoglie gli scritti di Cinzio Violante su Gioacchino Volpe. Lo corredano un ampio sag... more Il volume raccoglie gli scritti di Cinzio Violante su Gioacchino Volpe. Lo corredano un ampio saggio introduttivo e apparati biobibliografici utili alla conoscenza di Volpe, oltre all'edizione del carteggio Volpe-Violante, curata da Gian Maria Varanini
La politica italiana di Ottone III si rivela molto pi\uf9 complessa di quanto lasci presagire la ... more La politica italiana di Ottone III si rivela molto pi\uf9 complessa di quanto lasci presagire la retorica della renovatio imperii e coinvolge il complicato gioco delle relazioni con un nugolo di poteri locali difficilmente governabili
Il Nachleben di Carlo Magno nella cultura storiografica europea dell'et\ue0 moderna e contemp... more Il Nachleben di Carlo Magno nella cultura storiografica europea dell'et\ue0 moderna e contemporanea
I conflitti sorti durante la traslazione di Francesco d'Assisi come specchio delle tensioni s... more I conflitti sorti durante la traslazione di Francesco d'Assisi come specchio delle tensioni sociali e religiose
Il volume analizza gli Interscambi e le interferenze tra religione e politica, che connotarono a ... more Il volume analizza gli Interscambi e le interferenze tra religione e politica, che connotarono a livello europeo i processi di formazione dello stato tra medioevo ed Et\ue0 Moderna
Rassegna sui nuovi orientamenti storiografici in materia di rapporti tra monachesimo e riforma ne... more Rassegna sui nuovi orientamenti storiografici in materia di rapporti tra monachesimo e riforma nel secolo X
Settimane Internazionali della Mendola.
Nuova Serie 7
PRESENZA-ASSENZA
Meccanismi dell’istituzion... more Settimane Internazionali della Mendola. Nuova Serie 7 PRESENZA-ASSENZA Meccanismi dell’istituzionalità nella societas Christiana (secc. IX-XIII) CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME) DIPARTIMENTO DI STUDI MEDIOEVALI, UMANISTICI E RINASCIMENTALI DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE E FILOLOGICHE
Nicolangelo D’Acunto (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano/Brescia - Italia)
Resilience... more Nicolangelo D’Acunto (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano/Brescia - Italia)
Resilience as an interpretative key to the relationship between man and nature in the Middle Ages
Medieval man experiences his own weakness in his challenge with the natural world. He lives in an environment which exposes his fragility on a daily basis. He has received an ambiguous legacy from Christian tradition: besides the positive conception of creation found in Genesis, ecclesiastical culture interprets natural calamities as divine punishment for human sins. Historians must not be deceived by such amplifications of ecclesiastical culture, but it is undeniable that medieval man feels a sense of helplessness because he feels subjected "to powers that cannot be disciplined" (Marc Bloch). Faced with these challenges of nature, the medieval West evidences, however, an extraordinary dynamism in its capacity to adapt. If we consider the relationship between man and nature in a historical perspective and therefore in a chronological dimension, we understand that it is not a monodirectional evolution that progressively leads to modernity. The High Middle Ages is undoubtedly marked by the preponderance of nature over man, while with the 12th century the landscape becomes increasingly humanized and dominated by man. A positive theological and philosophical conception of nature is established, and culminates on a figurative plane in Giotto's realism. The 14th century crisis presents a new trend reversal. The black Plague and climate change reactivates the vicious circle of poor harvests, high prices, famine and mortality that made the existence of man in the High Middle Ages uncertain. The terror of divine punishment causes man to take refuge anew in asceticism and to use physical pain as an instrument of atonement: all social classes invoked a more intensely religious art (Millard Meiss). Can we therefore consider the 12th century as the beginning of modernity in the light of the man-nature relationship? In many respects yes, but in reality it was a sort of false start, followed by a return to a negative perception of nature.
Il giurista / Il filosofo / Il teologo / Il letterato Eremo di San Giorgio-Bardolino sabato 7 mag... more Il giurista / Il filosofo / Il teologo / Il letterato Eremo di San Giorgio-Bardolino sabato 7 maggio 2022-ore 10.
Nella storiografia recente si è affacciata l'ipotesi che la lotta per le investiture sia la prima... more Nella storiografia recente si è affacciata l'ipotesi che la lotta per le investiture sia la prima rivoluzione dell'Occidente: una forzatura dovuta all'ennesimo uso analogico o metaforico di un'espressione a effetto oppure davvero nel secolo xi si verificarono cambia-menti epocali e repentini tali da smentire l'idea che le rivoluzioni siano un prodotto solo della modernità? La lotta tra papi e imperatori per il controllo delle nomine ecclesiastiche fu solo uno dei molti conflitti che sconvolsero l'Occidente dopo l'anno Mille. Mentre il ruolo centrale del papato, nuove forme di vita religiosa e il celibato del clero ridisegnarono il volto della Chiesa, la desacralizzazione del potere politico sancì infatti la separazione tra spirituale e temporale e insieme con essa la nascita della specificità dell'Occidente. Fu una rivoluzione letteralmente inenarrabile per i suoi protagonisti, costretti a nasconderla sotto il velo del ritorno al passato, della riforma.
Sono qui raccolti gli scritti che Cinzio Violante ha dedicato dal 1970 al 1997 a Gioacchino Volpe... more Sono qui raccolti gli scritti che Cinzio Violante ha dedicato dal 1970 al 1997 a Gioacchino Volpe! 1876-1971, che idealmente considerava il proprio maestro. Fra i massimi storici della sua generazione, Volpe era stato anche uno degli intellettuali di spicco del regime fascista, e per questo la sua eredità fu un segno di contraddizione nell'Italia degli anni Quaranta e Cinquanta. Nelle sue opere Violante trovò una chiave di lettura del medioevo italiano e mediterraneo, e più in generale della storia intesa come movimento complessivo di cui gli uomini possono anche non essere del tutto consapevoli. Arricchiscono il volume la bibliografia di e su Volpe medievista, oltre all'edizione del carteggio da lui intrattenuto con Violante.
Il volume raccoglie contributi che spaziano dalla storia istituzionale alla diplomatica, dallo st... more Il volume raccoglie contributi che spaziano dalla storia istituzionale alla diplomatica, dallo studio delle fonti manoscritte alla storia dell’arte e dell’architettura. I testi sono accomunati almeno da due obbiettivi fondamentali: suggerire nuovi impulsi ad una ricerca, quella sui cistercensi, sempre molto vitale ma forse, negli ultimi anni, un po’ ripiegata su se stessa e, allo stesso tempo, individuare e mettere l'accento sulle particolarità della rete monastica di Cîteaux nei suoi molteplici aspetti, ossia sugli elementi che distinsero i monaci bianchi dal resto del monachesimo, in poche parole sulla loro identità comunitaria. Nel tentativo di fare ancora qualche passo avanti non si è inteso tanto partire dal generale, dalla sintesi, ma piuttosto si è chiesto agli studiosi di invertire la prospettiva affrontando, ognuno nel proprio campo di competenza, dei casi particolari e significativi che permettessero: 1) di presentare nuove fonti; 2) di rileggere fonti conosciute in modo innovativo; 3) di mettere a confronto diverse tipologie di fonti.Quello che emerge è il network dell’ordine tra XII e XIII secolo nella sua sorprendente complessità: i rapporti tra centro e periferia, le influenze delle linee derivate dalle cinque prime-abbazie, i legami di filiazione, i contatti con i centri urbani e con l’ambito regionale in cui i singoli cenobi erano inseriti.
Da Luni a Sarzana - 1204-2004 (Studi e testi, 442), 2007
VIII centenario della traslazione della sede vescovile. Atti del convegno internazionale di studi... more VIII centenario della traslazione della sede vescovile. Atti del convegno internazionale di studi, Sarzana 30 settembre - 2 ottobre 2004. A cura di Antonio Manfredi e Paola Sverzellati
Between the 9th and 13th centuries freedom from the interference of diocesan authorities permitte... more Between the 9th and 13th centuries freedom from the interference of diocesan authorities permitted such monasteries as benefited from the exemption to interact with the dominant local classes. They were able as a result to influence, to a highly idiosyncratic degree, the transformation not only of the ecclesiastical structures but also of the political and economic structures of the territory. This phenomenon is analysed here from various viewpoints, always paying primary attention to the historical sources. The themes touched on include Papal intervention designed to influence the constitutional configuration of the orders and congregations; the genesis and form of documents emanated for that scope by the pontifical registrar's office; the intricate relationships existing between the papacy, the bishops and the exempted monasteries, as well as relationships existing between the latter and local society.
Il Centro di Studi sugli Insediamenti Monastici Europei (CESIME) dell’Università Cattolica del Sa... more Il Centro di Studi sugli Insediamenti Monastici Europei (CESIME) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore propone la Terza Scuola di studi medievali destinata a giovani studiosi. La scuola si terrà a Capo di Ponte dal 15 al 17 luglio 2021
Borse di studio Per facilitare la partecipazione all'evento di giovani studiosi italiani e strani... more Borse di studio Per facilitare la partecipazione all'evento di giovani studiosi italiani e stranieri, sono istituite 10 borse di studio che copriranno le spese di vitto e alloggio. Gli interessati dovranno presentare domanda al Servizio Formazione Permanente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore tramite l'indirizzo mail formazione.permanente-bs@ unicatt.it entro il 28 agosto 2019 allegando i seguenti documenti:-Titolo universitario-Attestato di un professore universitario o studioso comprovante la particolare attitudine del candidato e il suo interesse a seguire il convegno-Curriculum degli studi compiuti-Elenco pubblicazioni.
CENTRO DI STUDI SUGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME)
FONDAZIONE “CAMUNITAS”
FONDAZIONE S... more CENTRO DI STUDI SUGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME) FONDAZIONE “CAMUNITAS” FONDAZIONE SCUOLA CATTOLICA DI VALLE CAMONICA Capo di Ponte (Brescia), 13-15 luglio 2017
CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME)
DIPARTIMENTO DI STUDI MED... more CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME) DIPARTIMENTO DI STUDI MEDIOEVALI, UMANISTICI E RINASCIMENTALI, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
DIPARTIMENTO DI STUDI MEDIOEVALI, UMANISTICI E RINASCIMENTALI
CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INS... more DIPARTIMENTO DI STUDI MEDIOEVALI, UMANISTICI E RINASCIMENTALI CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME) SOCIETÀ STORICA LODIGIANA
In occasione del nono centenario della fondazione dell’abbazia di Clairvaux questo incontro di st... more In occasione del nono centenario della fondazione dell’abbazia di Clairvaux questo incontro di studio mira a illustrare gli orientamenti recenti della storiografia sui Cistercensi, con particolare riferimento alla Lombardia, ma con lo sguardo a casi significativi di ambito italiano ed europeo
L’espressione Giullare di Dio (Ioculator Domini) è stata tradizionalmente usata quale icona sinte... more L’espressione Giullare di Dio (Ioculator Domini) è stata tradizionalmente usata quale icona sintetica della rivoluzione culturale francescana. La ricerca interdisciplinare ha ampiamente mostrato quanto la spiritualità francescana abbia influenzato arte figurativa, letteratura, predicazione, devozione, drammaturgia, determinando una ‘funzionale’ trasformazione delle forme della rappresentazione dalla quale non si può prescindere per comprendere la cultura umanistica e, con essa, la modernità (Guastini 2023). Erich Auerbach (1946) sosteneva che l’origine di questo terremoto culturale fu la vita stessa di Francesco: il suo modo di presentarsi in pubblico «era di grande effetto teatrale» e «tutto quello che fece fu una rappresentazione», poiché «trasfondeva il suo impulso interiore nella condotta esteriore», servendosi di modalità espressive immediate, realistiche, direttamente accessibili con i sensi e di conseguenza straordinariamente efficaci e leggibili per un pubblico popolare. Già nel 1984, Federico Doglio sottolineava che il legame tra francescanesimo e teatro tardo medievale è così stretto da essere dato per scontato e per questo forse non adeguatamente approfondito dagli studi teatrologici. Le biografie dell’Assisiate sono punteggiate da episodi quasi scenici o addirittura ludici – come argomentava Huizinga (1949) – e da un ‘fare’ assimilabile a una ‘disciplina performativa’ in grado di inaugurare addirittura una via diversa per l’attore (Attisani 2012).
Francesco, però, non fu un uomo ‘teatrale’ in senso stretto. Piuttosto fu un uomo ‘drammatico’. Agata Sobczyk (2012) ha mostrato che, tra XII e XIII secolo, il significato di ioculator Domini è sovente collegato a quello di ‘santa semplicità’ con cui si fa riferimento a chi – avendo un solo cuore, un solo volto e un solo gesto – non costruisce un’immagine apparente di sè, ma si presenta per quello che è. Il ‘semplice’ (in ebraico tamîm) è colui che non è ‘doppio’. In lui non c’è finzione: essere, apparire, pensare e fare non sono separati. Tramite la ‘santa semplicità’, l’immagine ‘sigillo’ del Francesco ioculator Domini indica colui che agisce, ma non finge. Colui che fa dell’imitazione di Cristo una pratica incarnata concreta, presente e corporea (il ‘fare come’), non una simulazione (il ‘fare come se’). Francesco è un agonistes del dramma della vita, non un hypocrites.
Il giullare è anche colui che simbolicamente cammina a testa in giù e, così, propone uno sguardo capovolto sul mondo. La vita fraterna come sudditanza reciproca, la rinuncia radicale del potere e della ricchezza in ogni sua forma, la posizione di sottomissione e minorità, la gratuità del dono, la nudità come inanizione e rinuncia sono tutte ‘proposte ribaltate’ che invertono – o tengono insieme – dentro e fuori, essere e apparire, visione e azione, parola e gesto, alto e basso, sublime e umile (Maranesi 2019). Lo sguardo ribaltato di Francesco è quello di un ‘folle di Dio’ nuovo e diverso rispetto agli esempi orientali, perché non è un solitario che vive isolato, fuori dalle regole sociali che contesta. Egli è un novellus pazzus che non guarda dall’esterno il mondo, ma sceglie di essere in mundo: sceglie di agire nel mondo e con il mondo confrontarsi, di parlare al mondo facendosi capire dal mondo e di andare per il mondo, dando vita, in pochissimo tempo, ad un Ordine di enormi dimensioni e di grande importanza ecclesiale (Gagliardi 2017).
Il convegno intende investigare come la logica ribaltata di Francesco da ideale (la follia dell’intuizione) si sia incarnata nella storia (la realtà dell’istituzione), da un lato entro le forme ‘ordinate’ dell’organizzazione politica, civile, religiosa ed economica, dall’altro entro le forme della rappresentazione materiale.
Per salvare i primi cinque anni di attività di «Zapruder»
e farne un patrimonio comune, gratuitam... more Per salvare i primi cinque anni di attività di «Zapruder» e farne un patrimonio comune, gratuitamente accessibile a chiunque, abbiamo lanciato #adottaZapruder: campagna di digitalizzazione collettiva.
Ringraziamo Maria Luisa per aver digitalizzato il numero 11.
Il volume raccoglie quattordici saggi aventi per tema i volgarizzamenti medioevali di materia sto... more Il volume raccoglie quattordici saggi aventi per tema i volgarizzamenti medioevali di materia storica, sacra o profana. Il filo rosso che lega gli studi è il riconoscimento del fatto che nel Basso Medioevo questi testi costituirono un tassello di un mosaico nel quale cultura elitaria e cultura popolare venivano a toccarsi e alimentarsi scambievolmente; a tale connessione rispondeva poi quella tra differenti ambiti di sapere, perché la storia propriamente detta, la mitologia, l’agiografia e la narrazione biblica erano sentite come parti di un tutto unitario. I metodi d’indagine qui adottati attengono a discipline diverse poste in dialogo tra loro: la filologia italiana e romanza, la storia della lingua italiana e la storia medioevale.
Desire represents an experience that characterises man as such, a force that dominates him in his... more Desire represents an experience that characterises man as such, a force that dominates him in his innermost being. In this sense it presents itself as a datum of nature that comes even before any reflection on it or attempt to discipline it. At the same time, the 'figures' that have been created around it, that have described its essence, its pervasiveness, represent one of the most fascinating pages of the cultural history of the entire human civilisation. The medieval period contributed significantly to this cultural production, not only in terms of theological-philosophical reflection. The conference, following an interdisciplinary and transcultural approach dear to the reflection that has arisen in recent decades around the historiographic laboratory of Micrologus, intends to examine the processes that have contributed to building the cultural image of the phenomenon of desire. Included among the Conférences transculturelles of the Union Académique Internationale, the conference will focus on this construction as it took shape within the Mediterranean basin in the centuries from late antiquity to the early modern age, where the great cultural traditions that marked the medieval era - Christian, Jewish, Arab - met over the course of centuries. Particular attention will be given to the continuous and dynamic exchange of textual performative languages, rituals that influenced different contexts, both on the level of thought and on the social and institutional level.
The paper examines a peculiar aspect of the theme of desire in medieval Arab-Islamic philosophy, ... more The paper examines a peculiar aspect of the theme of desire in medieval Arab-Islamic philosophy, the desire for God, placing it in its most proper philosophical context, that is, metaphysical speculation, of which the Science of Divine Things in the Book of Healing by Avicenna (d. 1037) represents - by extension, originality and subsequent impact - a significant example.
The desire for God is presented in Avicenna's metaphysics according to various angles, which represent as many fields of analysis: the epistemological one, centered on the desire to know God which is concretized in a precise ratio studiorum that gradually leads from logic to metaphysics; the ontological one, according to which not only existence is generally desired, but also the perfection of existence; the theological one, which sees all things desiring God and God desiring Himself; the cosmological one, which posits the motion of the heavenly bodies as an effect of their desire to assimilate themselves to the First Principle; and finally, the eschatological one, thanks to which the desire for God is fulfilled for the "divine scholars" in close proximity to the First True in the survival of the soul after the death of the body.
According to these complementary perspectives, the desire for God runs through Avicenna's chosen work from beginning to end, from his debut concerning the position of metaphysics in the system of sciences, to his final conclusions concerning the nature of God and destiny of man. In this way it represents a real fil rouge and trait d 'union of the work, helping to clarify the reasons why Avicenna calls his metaphysical masterpiece Science of Divine Things.
The paper closes with the famous opening of the Introduction to the Book of Healing written by the secretary and biographer of Avicenna, Abū ʿUbayd al-Ǧūzǧānī, of which a new interpretation is proposed. In this passage, the disciple's desire for knowledge is expressed in the desire for community life with the teacher, opening the way to a further historical and prosopographic declination of the theme. The religious echoes of the passage in question, in which Avicenna is represented as a secular prophet of knowledge, and its peculiar persianisms, indicative of the spread of falsafa in new contexts, are brought to light.
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Papers by Nicolangelo D'Acunto
Nuova Serie 7
PRESENZA-ASSENZA
Meccanismi dell’istituzionalità
nella societas Christiana (secc. IX-XIII)
CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI
INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME)
DIPARTIMENTO DI STUDI MEDIOEVALI,
UMANISTICI E RINASCIMENTALI
DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE
E FILOLOGICHE
Resilience as an interpretative key to the relationship between man and nature in the Middle Ages
Medieval man experiences his own weakness in his challenge with the natural world. He lives in an environment which exposes his fragility on a daily basis. He has received an ambiguous legacy from Christian tradition: besides the positive conception of creation found in Genesis, ecclesiastical culture interprets natural calamities as divine punishment for human sins. Historians must not be deceived by such amplifications of ecclesiastical culture, but it is undeniable that medieval man feels a sense of helplessness because he feels subjected "to powers that cannot be disciplined" (Marc Bloch). Faced with these challenges of nature, the medieval West evidences, however, an extraordinary dynamism in its capacity to adapt. If we consider the relationship between man and nature in a historical perspective and therefore in a chronological dimension, we understand that it is not a monodirectional evolution that progressively leads to modernity. The High Middle Ages is undoubtedly marked by the preponderance of nature over man, while with the 12th century the landscape becomes increasingly humanized and dominated by man. A positive theological and philosophical conception of nature is established, and culminates on a figurative plane in Giotto's realism. The 14th century crisis presents a new trend reversal. The black Plague and climate change reactivates the vicious circle of poor harvests, high prices, famine and mortality that made the existence of man in the High Middle Ages uncertain. The terror of divine punishment causes man to take refuge anew in asceticism and to use physical pain as an instrument of atonement: all social classes invoked a more intensely religious art (Millard Meiss). Can we therefore consider the 12th century as the beginning of modernity in the light of the man-nature relationship? In many respects yes, but in reality it was a sort of false start, followed by a return to a negative perception of nature.
FONDAZIONE “CAMUNITAS”
FONDAZIONE SCUOLA CATTOLICA DI VALLE CAMONICA
Capo di Ponte (Brescia), 13-15 luglio 2017
DIPARTIMENTO DI STUDI MEDIOEVALI, UMANISTICI E RINASCIMENTALI, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
CENTRO STUDI SULLA STORIA DEGLI INSEDIAMENTI MONASTICI EUROPEI (CESIME)
SOCIETÀ STORICA LODIGIANA
Francesco, però, non fu un uomo ‘teatrale’ in senso stretto. Piuttosto fu un uomo ‘drammatico’. Agata Sobczyk (2012) ha mostrato che, tra XII e XIII secolo, il significato di ioculator Domini è sovente collegato a quello di ‘santa semplicità’ con cui si fa riferimento a chi – avendo un solo cuore, un solo volto e un solo gesto – non costruisce un’immagine apparente di sè, ma si presenta per quello che è. Il ‘semplice’ (in ebraico tamîm) è colui che non è ‘doppio’. In lui non c’è finzione: essere, apparire, pensare e fare non sono separati. Tramite la ‘santa semplicità’, l’immagine ‘sigillo’ del Francesco ioculator Domini indica colui che agisce, ma non finge. Colui che fa dell’imitazione di Cristo una pratica incarnata concreta, presente e corporea (il ‘fare come’), non una simulazione (il ‘fare come se’). Francesco è un agonistes del dramma della vita, non un hypocrites.
Il giullare è anche colui che simbolicamente cammina a testa in giù e, così, propone uno sguardo capovolto sul mondo. La vita fraterna come sudditanza reciproca, la rinuncia radicale del potere e della ricchezza in ogni sua forma, la posizione di sottomissione e minorità, la gratuità del dono, la nudità come inanizione e rinuncia sono tutte ‘proposte ribaltate’ che invertono – o tengono insieme – dentro e fuori, essere e apparire, visione e azione, parola e gesto, alto e basso, sublime e umile (Maranesi 2019). Lo sguardo ribaltato di Francesco è quello di un ‘folle di Dio’ nuovo e diverso rispetto agli esempi orientali, perché non è un solitario che vive isolato, fuori dalle regole sociali che contesta. Egli è un novellus pazzus che non guarda dall’esterno il mondo, ma sceglie di essere in mundo: sceglie di agire nel mondo e con il mondo confrontarsi, di parlare al mondo facendosi capire dal mondo e di andare per il mondo, dando vita, in pochissimo tempo, ad un Ordine di enormi dimensioni e di grande importanza ecclesiale (Gagliardi 2017).
Il convegno intende investigare come la logica ribaltata di Francesco da ideale (la follia dell’intuizione) si sia incarnata nella storia (la realtà dell’istituzione), da un lato entro le forme ‘ordinate’ dell’organizzazione politica, civile, religiosa ed economica, dall’altro entro le forme della rappresentazione materiale.
e farne un patrimonio comune, gratuitamente accessibile a chiunque,
abbiamo lanciato #adottaZapruder: campagna di digitalizzazione collettiva.
Ringraziamo Maria Luisa per aver digitalizzato il numero 11.
L'intero numero è scaricabile qui:
http://storieinmovimento.org/2014/10/26/undicesimo-numero/
The desire for God is presented in Avicenna's metaphysics according to various angles, which represent as many fields of analysis: the epistemological one, centered on the desire to know God which is concretized in a precise ratio studiorum that gradually leads from logic to metaphysics; the ontological one, according to which not only existence is generally desired, but also the perfection of existence; the theological one, which sees all things desiring God and God desiring Himself; the cosmological one, which posits the motion of the heavenly bodies as an effect of their desire to assimilate themselves to the First Principle; and finally, the eschatological one, thanks to which the desire for God is fulfilled for the "divine scholars" in close proximity to the First True in the survival of the soul after the death of the body.
According to these complementary perspectives, the desire for God runs through Avicenna's chosen work from beginning to end, from his debut concerning the position of metaphysics in the system of sciences, to his final conclusions concerning the nature of God and destiny of man. In this way it represents a real fil rouge and trait d 'union of the work, helping to clarify the reasons why Avicenna calls his metaphysical masterpiece Science of Divine Things.
The paper closes with the famous opening of the Introduction to the Book of Healing written by the secretary and biographer of Avicenna, Abū ʿUbayd al-Ǧūzǧānī, of which a new interpretation is proposed. In this passage, the disciple's desire for knowledge is expressed in the desire for community life with the teacher, opening the way to a further historical and prosopographic declination of the theme. The religious echoes of the passage in question, in which Avicenna is represented as a secular prophet of knowledge, and its peculiar persianisms, indicative of the spread of falsafa in new contexts, are brought to light.