Convegno organizzato dai dottorandi dell'Università degli Studi di Firenze (Firenze, venerdì 20 m... more Convegno organizzato dai dottorandi dell'Università degli Studi di Firenze (Firenze, venerdì 20 maggio 2022 - Aula 211, Plesso di Via Laura)
Discutono Marina Montesano, Andrea Nicolotti, modera Massimo Carlo Giannini. Interventi di Vittor... more Discutono Marina Montesano, Andrea Nicolotti, modera Massimo Carlo Giannini. Interventi di Vittorio Fregoso, Lara Mansueti, Sara Paderno, Orsola Pellino
Programma e abstract degli interventi al XXX Seminario residenziale di studi della Fondazione Cen... more Programma e abstract degli interventi al XXX Seminario residenziale di studi della Fondazione Centro Studi sul Tardo Medioevo «Storici e maestri del Medioevo» - San Miniato, 9 - 12 ottobre 2019
II Convegno SISMED della medievistica italiana, 2022
Tra XII e XIII secolo nel cuore del Piemonte meridionale la città di Asti si presentava come una ... more Tra XII e XIII secolo nel cuore del Piemonte meridionale la città di Asti si presentava come una tessera eccezionale, incastonata in un denso mosaico di poteri signorili che, forti di una consolidata grammatica feudale, avrebbero a lungo rappresentato per chiunque un interlocutore resistente con cui interagire. Benché certamente affascinante – ed efficacemente sintetizzata nel fortunato paradigma di «comune borghese» – questa singolarità è tuttavia da sfumare se ricompresa sullo sfondo di quella «rivoluzione commerciale» che allora attraversava variamente l’Europa occidentale, localizzandosi entro i microcosmi di un ampio spazio economico che, per quanto composito, aveva contorni ben riconoscibili. All’interno di questo fitto network di uomini, servizi, capitali e merci che saldava l’Oltralpe al Levante un ruolo centrale era recitato sia dalle città come Asti che, poste al crocevia di questi flussi, divenivano i naturali check point operativi di un’economia integrata sia dalle comunità mercantili, vera locomotiva trainante di queste reti e del loro sviluppo. Da questa prospettiva e dagli stimoli provenienti da numerose discipline sociali, che hanno recentemente sottolineato l’abilità degli operatori economici nell’occultare e dislocare strategicamente i loro interessi, nasce dunque il presente intervento con l’obiettivo di indagare il gruppo dei mercanti astigiani, il loro potere e la loro autorità tra Liguria e Champagne. Sollecitando il ricco corpus documentario ligure e piemontese, e seguendo un approccio relazionale che sappia riconciliare l’ottica politico-istituzionale con quelle economica e prosopografica, ci si muoverà dunque secondo un duplice movimento che sfaccetti da un lato il ritratto dell’élite economica astigiana, mentre dall’altro evidenzi le forme di commercio e la qualità di un’azione giocata su un orizzonte concorrenziale tanto sul piano urbano quanto sovralocale. In altre parole: chi furono i protagonisti della «rivoluzione commerciale» che ebbe Asti fra i suoi centri propulsori? Secondo quali tempi e verso quali direttrici i suoi mercanti svilupparono la propria azione? Esistevano scenari privilegiati a cui essi parteciparono in maniera continuata instaurando fra loro rapporti di differenza o di complicità? Come scelsero di convertire le risorse accumulate nei mercati? Fu la rappresentanza istituzionale nel Comune astigiano un traguardo e un canale in cui presentare un punto di vista che avrebbe altrimenti faticato a trovare visibilità? Evadere tali quesiti consentirà non solo di giungere a una valutazione più chiara del peso specifico dei mercanti astigiani come un gruppo di vertice influente e coeso, ma anche di capire un po’ meglio dove e come si potessero accumulare, convertire e allocare risorse in uno spazio commerciale allora di straordinarie opportunità e vitalità.
IV Workshop dei Dottorandi in Storia Medievale SISMED, 2021
Oggetto storiografico consolidato l’... more IV Workshop dei Dottorandi in Storia Medievale SISMED, 2021
Oggetto storiografico consolidato l’Italia comunale con le sue trasformazioni, le sue cesure e le sue contraddizioni è da tempo terreno privilegiato di un vivace dibattito scientifico che, di recente, tuttavia ha affrontato discontinuamente la sfaccettata multipolarità e la vischiosità degli scenari politici delle civitates. A fronte di un programma comune declinato in ottica relazionale al centro dell’intervento verranno quindi poste due importanti città dell’Italia comunale quali Asti e Brescia, intese comparativamente come sistemi politici politicentrici entro cui le diverse forze sociali tra XII e XIII secolo strutturarono sé stesse, organizzarono le loro relazioni e interagirono continuativamente in una duplice dimensione: infra ed extra – muraria. Entrambi permeati da fenomeni di giustapposizione di rapporti il tessuto urbano e il districtus saranno ambito di un’indagine congiunta attraverso cui si cercherà di identificare i principali operatori politici (élites, Popolo, vescovo, fondazioni monastiche, consortili signorili…) con l’obiettivo di enuclearne non solo elementi quali il profilo politico, la fenomenologia, la partecipazione pubblica, i meccanismi di coordinamento, ma anche le compresenze nelle unità topografiche e religiose che spesso divenivano poli di aggregazione, di sperimentazione, nonché teatri di manifestazione di differenti vocazioni egemoniche. Una volta definite la fisionomia e le capacità d’intervento degli attori politici si tenterà di individuare i conflitti che ridisegnavano le interazioni, colpivano le forme della comunicazione e consentivano il montaggio di nuovi equilibri ai vertici amministrativi. In questa direzione sarà altrettanto importante chiarire le ragioni di questa dialettica, investigandola sia in quanto concretizzazione di inedite istanze di rappresentanza, sia in quanto strategia di gruppi di pressione per certificare formalmente le proprie basi di potere o per rinegoziare da una posizione privilegiata parte dei propri interessi. Complessivamente si tratta di una ricerca che, resa possibile da un eterogeneo panorama documentario, mira a porre in luce da un lato il protagonismo dei soggetti in gioco e il collagismo delle loro azioni, valorizzando dall’altro uno spazio scomposto dalla forte sfasatura tra le capacità d’interazione delle forze sociali e la molteplicità di configurazioni del potere.
Convegno organizzato dai dottorandi dell'Università degli Studi di Firenze (Firenze, venerdì 20 m... more Convegno organizzato dai dottorandi dell'Università degli Studi di Firenze (Firenze, venerdì 20 maggio 2022 - Aula 211, Plesso di Via Laura)
Discutono Marina Montesano, Andrea Nicolotti, modera Massimo Carlo Giannini. Interventi di Vittor... more Discutono Marina Montesano, Andrea Nicolotti, modera Massimo Carlo Giannini. Interventi di Vittorio Fregoso, Lara Mansueti, Sara Paderno, Orsola Pellino
Programma e abstract degli interventi al XXX Seminario residenziale di studi della Fondazione Cen... more Programma e abstract degli interventi al XXX Seminario residenziale di studi della Fondazione Centro Studi sul Tardo Medioevo «Storici e maestri del Medioevo» - San Miniato, 9 - 12 ottobre 2019
II Convegno SISMED della medievistica italiana, 2022
Tra XII e XIII secolo nel cuore del Piemonte meridionale la città di Asti si presentava come una ... more Tra XII e XIII secolo nel cuore del Piemonte meridionale la città di Asti si presentava come una tessera eccezionale, incastonata in un denso mosaico di poteri signorili che, forti di una consolidata grammatica feudale, avrebbero a lungo rappresentato per chiunque un interlocutore resistente con cui interagire. Benché certamente affascinante – ed efficacemente sintetizzata nel fortunato paradigma di «comune borghese» – questa singolarità è tuttavia da sfumare se ricompresa sullo sfondo di quella «rivoluzione commerciale» che allora attraversava variamente l’Europa occidentale, localizzandosi entro i microcosmi di un ampio spazio economico che, per quanto composito, aveva contorni ben riconoscibili. All’interno di questo fitto network di uomini, servizi, capitali e merci che saldava l’Oltralpe al Levante un ruolo centrale era recitato sia dalle città come Asti che, poste al crocevia di questi flussi, divenivano i naturali check point operativi di un’economia integrata sia dalle comunità mercantili, vera locomotiva trainante di queste reti e del loro sviluppo. Da questa prospettiva e dagli stimoli provenienti da numerose discipline sociali, che hanno recentemente sottolineato l’abilità degli operatori economici nell’occultare e dislocare strategicamente i loro interessi, nasce dunque il presente intervento con l’obiettivo di indagare il gruppo dei mercanti astigiani, il loro potere e la loro autorità tra Liguria e Champagne. Sollecitando il ricco corpus documentario ligure e piemontese, e seguendo un approccio relazionale che sappia riconciliare l’ottica politico-istituzionale con quelle economica e prosopografica, ci si muoverà dunque secondo un duplice movimento che sfaccetti da un lato il ritratto dell’élite economica astigiana, mentre dall’altro evidenzi le forme di commercio e la qualità di un’azione giocata su un orizzonte concorrenziale tanto sul piano urbano quanto sovralocale. In altre parole: chi furono i protagonisti della «rivoluzione commerciale» che ebbe Asti fra i suoi centri propulsori? Secondo quali tempi e verso quali direttrici i suoi mercanti svilupparono la propria azione? Esistevano scenari privilegiati a cui essi parteciparono in maniera continuata instaurando fra loro rapporti di differenza o di complicità? Come scelsero di convertire le risorse accumulate nei mercati? Fu la rappresentanza istituzionale nel Comune astigiano un traguardo e un canale in cui presentare un punto di vista che avrebbe altrimenti faticato a trovare visibilità? Evadere tali quesiti consentirà non solo di giungere a una valutazione più chiara del peso specifico dei mercanti astigiani come un gruppo di vertice influente e coeso, ma anche di capire un po’ meglio dove e come si potessero accumulare, convertire e allocare risorse in uno spazio commerciale allora di straordinarie opportunità e vitalità.
IV Workshop dei Dottorandi in Storia Medievale SISMED, 2021
Oggetto storiografico consolidato l’... more IV Workshop dei Dottorandi in Storia Medievale SISMED, 2021
Oggetto storiografico consolidato l’Italia comunale con le sue trasformazioni, le sue cesure e le sue contraddizioni è da tempo terreno privilegiato di un vivace dibattito scientifico che, di recente, tuttavia ha affrontato discontinuamente la sfaccettata multipolarità e la vischiosità degli scenari politici delle civitates. A fronte di un programma comune declinato in ottica relazionale al centro dell’intervento verranno quindi poste due importanti città dell’Italia comunale quali Asti e Brescia, intese comparativamente come sistemi politici politicentrici entro cui le diverse forze sociali tra XII e XIII secolo strutturarono sé stesse, organizzarono le loro relazioni e interagirono continuativamente in una duplice dimensione: infra ed extra – muraria. Entrambi permeati da fenomeni di giustapposizione di rapporti il tessuto urbano e il districtus saranno ambito di un’indagine congiunta attraverso cui si cercherà di identificare i principali operatori politici (élites, Popolo, vescovo, fondazioni monastiche, consortili signorili…) con l’obiettivo di enuclearne non solo elementi quali il profilo politico, la fenomenologia, la partecipazione pubblica, i meccanismi di coordinamento, ma anche le compresenze nelle unità topografiche e religiose che spesso divenivano poli di aggregazione, di sperimentazione, nonché teatri di manifestazione di differenti vocazioni egemoniche. Una volta definite la fisionomia e le capacità d’intervento degli attori politici si tenterà di individuare i conflitti che ridisegnavano le interazioni, colpivano le forme della comunicazione e consentivano il montaggio di nuovi equilibri ai vertici amministrativi. In questa direzione sarà altrettanto importante chiarire le ragioni di questa dialettica, investigandola sia in quanto concretizzazione di inedite istanze di rappresentanza, sia in quanto strategia di gruppi di pressione per certificare formalmente le proprie basi di potere o per rinegoziare da una posizione privilegiata parte dei propri interessi. Complessivamente si tratta di una ricerca che, resa possibile da un eterogeneo panorama documentario, mira a porre in luce da un lato il protagonismo dei soggetti in gioco e il collagismo delle loro azioni, valorizzando dall’altro uno spazio scomposto dalla forte sfasatura tra le capacità d’interazione delle forze sociali e la molteplicità di configurazioni del potere.
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Da questa prospettiva e dagli stimoli provenienti da numerose discipline sociali, che hanno recentemente sottolineato l’abilità degli operatori economici nell’occultare e dislocare strategicamente i loro interessi, nasce dunque il presente intervento con l’obiettivo di indagare il gruppo dei mercanti astigiani, il loro potere e la loro autorità tra Liguria e Champagne. Sollecitando il ricco corpus documentario ligure e piemontese, e seguendo un approccio relazionale che sappia riconciliare l’ottica politico-istituzionale con quelle economica e prosopografica, ci si muoverà dunque secondo un duplice movimento che sfaccetti da un lato il ritratto dell’élite economica astigiana, mentre dall’altro evidenzi le forme di commercio e la qualità di un’azione giocata su un orizzonte concorrenziale tanto sul piano urbano quanto sovralocale.
In altre parole: chi furono i protagonisti della «rivoluzione commerciale» che ebbe Asti fra i suoi centri propulsori? Secondo quali tempi e verso quali direttrici i suoi mercanti svilupparono la propria azione? Esistevano scenari privilegiati a cui essi parteciparono in maniera continuata instaurando fra loro rapporti di differenza o di complicità? Come scelsero di convertire le risorse accumulate nei mercati? Fu la rappresentanza istituzionale nel Comune astigiano un traguardo e un canale in cui presentare un punto di vista che avrebbe altrimenti faticato a trovare visibilità?
Evadere tali quesiti consentirà non solo di giungere a una valutazione più chiara del peso specifico dei mercanti astigiani come un gruppo di vertice influente e coeso, ma anche di capire un po’ meglio dove e come si potessero accumulare, convertire e allocare risorse in uno spazio commerciale allora di straordinarie opportunità e vitalità.
Oggetto storiografico consolidato l’Italia comunale con le sue trasformazioni, le sue cesure e le sue contraddizioni è da tempo terreno privilegiato di un vivace dibattito scientifico che, di recente, tuttavia ha affrontato discontinuamente la sfaccettata multipolarità e la vischiosità degli scenari politici delle civitates. A fronte di un programma comune declinato in ottica relazionale al centro dell’intervento verranno quindi poste due importanti città dell’Italia comunale quali Asti e Brescia, intese comparativamente come sistemi politici politicentrici entro cui le diverse forze sociali tra XII e XIII secolo strutturarono sé stesse, organizzarono le loro relazioni e interagirono continuativamente in una duplice dimensione: infra ed extra – muraria.
Entrambi permeati da fenomeni di giustapposizione di rapporti il tessuto urbano e il districtus saranno ambito di un’indagine congiunta attraverso cui si cercherà di identificare i principali operatori politici (élites, Popolo, vescovo, fondazioni monastiche, consortili signorili…) con l’obiettivo di enuclearne non solo elementi quali il profilo politico, la fenomenologia, la partecipazione pubblica, i meccanismi di coordinamento, ma anche le compresenze nelle unità topografiche e religiose che spesso divenivano poli di aggregazione, di sperimentazione, nonché teatri di manifestazione di differenti vocazioni egemoniche.
Una volta definite la fisionomia e le capacità d’intervento degli attori politici si tenterà di individuare i conflitti che ridisegnavano le interazioni, colpivano le forme della comunicazione e consentivano il montaggio di nuovi equilibri ai vertici amministrativi. In questa direzione sarà altrettanto importante chiarire le ragioni di questa dialettica, investigandola sia in quanto concretizzazione di inedite istanze di rappresentanza, sia in quanto strategia di gruppi di pressione per certificare formalmente le proprie basi di potere o per rinegoziare da una posizione privilegiata parte dei propri interessi. Complessivamente si tratta di una ricerca che, resa possibile da un eterogeneo panorama documentario, mira a porre in luce da un lato il protagonismo dei soggetti in gioco e il collagismo delle loro azioni, valorizzando dall’altro uno spazio scomposto dalla forte sfasatura tra le capacità d’interazione delle forze sociali e la molteplicità di configurazioni del potere.
Da questa prospettiva e dagli stimoli provenienti da numerose discipline sociali, che hanno recentemente sottolineato l’abilità degli operatori economici nell’occultare e dislocare strategicamente i loro interessi, nasce dunque il presente intervento con l’obiettivo di indagare il gruppo dei mercanti astigiani, il loro potere e la loro autorità tra Liguria e Champagne. Sollecitando il ricco corpus documentario ligure e piemontese, e seguendo un approccio relazionale che sappia riconciliare l’ottica politico-istituzionale con quelle economica e prosopografica, ci si muoverà dunque secondo un duplice movimento che sfaccetti da un lato il ritratto dell’élite economica astigiana, mentre dall’altro evidenzi le forme di commercio e la qualità di un’azione giocata su un orizzonte concorrenziale tanto sul piano urbano quanto sovralocale.
In altre parole: chi furono i protagonisti della «rivoluzione commerciale» che ebbe Asti fra i suoi centri propulsori? Secondo quali tempi e verso quali direttrici i suoi mercanti svilupparono la propria azione? Esistevano scenari privilegiati a cui essi parteciparono in maniera continuata instaurando fra loro rapporti di differenza o di complicità? Come scelsero di convertire le risorse accumulate nei mercati? Fu la rappresentanza istituzionale nel Comune astigiano un traguardo e un canale in cui presentare un punto di vista che avrebbe altrimenti faticato a trovare visibilità?
Evadere tali quesiti consentirà non solo di giungere a una valutazione più chiara del peso specifico dei mercanti astigiani come un gruppo di vertice influente e coeso, ma anche di capire un po’ meglio dove e come si potessero accumulare, convertire e allocare risorse in uno spazio commerciale allora di straordinarie opportunità e vitalità.
Oggetto storiografico consolidato l’Italia comunale con le sue trasformazioni, le sue cesure e le sue contraddizioni è da tempo terreno privilegiato di un vivace dibattito scientifico che, di recente, tuttavia ha affrontato discontinuamente la sfaccettata multipolarità e la vischiosità degli scenari politici delle civitates. A fronte di un programma comune declinato in ottica relazionale al centro dell’intervento verranno quindi poste due importanti città dell’Italia comunale quali Asti e Brescia, intese comparativamente come sistemi politici politicentrici entro cui le diverse forze sociali tra XII e XIII secolo strutturarono sé stesse, organizzarono le loro relazioni e interagirono continuativamente in una duplice dimensione: infra ed extra – muraria.
Entrambi permeati da fenomeni di giustapposizione di rapporti il tessuto urbano e il districtus saranno ambito di un’indagine congiunta attraverso cui si cercherà di identificare i principali operatori politici (élites, Popolo, vescovo, fondazioni monastiche, consortili signorili…) con l’obiettivo di enuclearne non solo elementi quali il profilo politico, la fenomenologia, la partecipazione pubblica, i meccanismi di coordinamento, ma anche le compresenze nelle unità topografiche e religiose che spesso divenivano poli di aggregazione, di sperimentazione, nonché teatri di manifestazione di differenti vocazioni egemoniche.
Una volta definite la fisionomia e le capacità d’intervento degli attori politici si tenterà di individuare i conflitti che ridisegnavano le interazioni, colpivano le forme della comunicazione e consentivano il montaggio di nuovi equilibri ai vertici amministrativi. In questa direzione sarà altrettanto importante chiarire le ragioni di questa dialettica, investigandola sia in quanto concretizzazione di inedite istanze di rappresentanza, sia in quanto strategia di gruppi di pressione per certificare formalmente le proprie basi di potere o per rinegoziare da una posizione privilegiata parte dei propri interessi. Complessivamente si tratta di una ricerca che, resa possibile da un eterogeneo panorama documentario, mira a porre in luce da un lato il protagonismo dei soggetti in gioco e il collagismo delle loro azioni, valorizzando dall’altro uno spazio scomposto dalla forte sfasatura tra le capacità d’interazione delle forze sociali e la molteplicità di configurazioni del potere.