D. 48.4.7.3 of Modestinus opens with the following proposition ‘Hoc tamen crimen iudicibus non i... more D. 48.4.7.3 of Modestinus opens with the following proposition ‘Hoc tamen crimen iudicibus non in occasione ob principalis maiestatis venerationem habendum est, sed in veritate’; it seems to constitute a regula whereby the judgment on wrongdoing should look to the truth, a concept that in the following lines is functional to the application of the criteria of guilt. This regula contrasts maiestas and veritas in a vision that seems modern at all, whose value emerges all when compared with the propaganda ideology of the emperors. In this regard, he underwent a P.Bingen 3 examination in which the neopitagoric Diotogene fully expresses the maiestatic sense of the power of Augustus. The same dialectic, which invests the criteria of judgment that follow legal parameters not oriented to mere adulation, is present in the well-known P.Ryland 457, papyrus that bears the narrative of the Trial of Jesus, ascribed to the evangelist John. The reading of these sources and others makes it possible to draw up a composite picture in which legal practitioners often perceive the difficulty of reconciling scientia iuris, namely veritas and maiestas. The modernity of Modestinus’s precept, whereby the crime of laesa maiestas applied according to criteria of guilt and imputability, would be such that it is rediscovered only in the Enlightenment era, becoming a foundation of criteria of subjective responsibility in the criminal field
The research examines several papyri bearing deeds or contracts dating back, for the most part, t... more The research examines several papyri bearing deeds or contracts dating back, for the most part, to the 2nd century d. C. The investigation represents the continuation, not only temporal, but also conceptual, of a previous one dedicated to the procedural aspects emerging from the Yadin papyri. In that seat, in fact, the application of the Roman process had been recognized, both in the ordinary form and in the extra ordinem form, in order to hypothesize the presence of legislation, increasingly stable and tendentially unifying between East and West, which would have foreseen Roman rules suitably adapted to the various contexts. This second study reveals the use of typical Roman negotiating models even in these extreme Hellenized provinces. From the analysis of the documentation, therefore, it was deduced that acts under Hellenistic or Jewish law, however compatible with the same Roman legal system, present clauses defined, within the investigation, as connecting clauses, since they perform the function of conveying the content of the deed within Roman schemes, such as the stipulatio or the obligatio litteris contracta. Their generic structure, in fact, could adapt to the most diverse negotia which, in this way, were protected with the related actions. It was a simple mechanism which, nevertheless, would have allowed the expansion of Roman law also in these territories, so much so that the stipulation over time would have become synonymous with 'contract'. Looking more closely at this complex legal phenomenon, it was possible to trace a line of development inherent in the function of writing. Thus, in Hadrian's time, if for the stipulatio it is valid ad probationem, for paper bonds, the document also has a constitutive effect and, in some cases, a disposition, favoring the circulation of credit. The internal distinction is not always easy, since it takes place entirely on the level of interpretation of the clauses and evidence. The framework that thus emerges is characterized by a syncretism that involves all aspects of life, religious, social, linguistic, but which finds its ultimate connection in the norms and models established by the scientia iuris on the one hand and by the imperium principis for another.
Through this investigation, we want to demonstrate that, in certain ancient contexts, public law ... more Through this investigation, we want to demonstrate that, in certain ancient contexts, public law directly regulated the use of the environment also with respect to agricultural production, in a rational and fair way at the same time, preventing precisely those social disagreements that revolved around the land-agrarian question. From the sources, prima facie distant and disconnected from each other, it can be deduced, in my opinion, that a social order corresponds to an imposed environmental order.
Il divieto di matrimonio tra gruppi etnici, giuridici, politici diversi non appare così anacronis... more Il divieto di matrimonio tra gruppi etnici, giuridici, politici diversi non appare così anacronistico come potrebbe sembrare (si pensi al divieto di matrimonio tra sovietici e stranieri, stabilito in Germania dall'autorità russa di occupazione solo qualche decennio passato, o a quello di stampo razziale stabilito dalle feroci dittature europee del secolo scorso, o religioso nel mondo islamico) e affonda le radici in epoche lontane. Esso non riguarda semplicemente i rapporti interni tra coniugi, ma attiene a più ampi assetti sociali, che possono essere chiariti attraverso la ricerca di una possibile ratio a tale proibizione. Così, se un'analisi prettamente dogmatica ne può rivelare determinati aspetti sistematici, tuttavia una ricostruzione storica consente, a mio avviso, anche di chiarirne le ragioni profonde. Tendenzialmente, nei sistemi giuridici, il matrimonio può essere concepito rispettivamente come un prodotto delle leggi, e in quanto tale è regolamentato, o quale istituzione del diritto naturale, dunque comune a tutti; in tale contesto, un divieto di matrimonio tra diversi popoli non ha ragion d'essere, almeno in linea teorica. Nel mondo antico, il connubio era visto nel primo senso, ossia come frutto del diritto civile; pertanto, poteva essere concesso, revocato, o proibito. Così, in Atene, ma anche in altre città stato della Grecia, come dimostrato dai documenti di Gortina ed altri) la possibilità di contrarre nozze legittime non era scontata, delineando un diritto, epigamia, concesso e regolamentato dalla polis. Esso era negato agli stranieri, anche ai meteci ossia a quelli che risiedevano in città e in qualche modo vi erano integrati. Si veda a titolo esemplificativo, Demosth., Neaer. 1350: Eờv … προς τους δεσμοσέτας Αηναίων ' και βουλόμενος, οίς έξεστιν έαν δε αλώ πεπράσω και αυτός και ή ουσία αυτού , και το τρίτον μέρος έστω του ελόντος. Demosth. 1. c.: Έστω δε και εάν η ξένη τώ αστώ συνοική κατά ταύτα. Και ο συνοικιών τη ξένη τη άλούση οφειλέτω χιλίας δράχμας. Noto è l'episodio riguardante Pericle, il quale non potette sposare Milesia una etera, in quanto non cittadina, vittima del suo stesso divieto. L'epigamia, dunque, si risolveva in un diritto di nozze, legittime e pienamente riconosciute, non concesso a cittadini verso stranieri e viceversa. Ciò sembra contrastare con quell'apertura allo straniero che caratterizzava la società ateniese, valutato un punto di forza, motore dell'economia. Invero, proprio in virtù di tale apertura nascono diversi divieti, tesi ad arginare una possibile perdita, non tanto di identità, quanto piuttosto di quella posizione giuridica e sociale del cittadino. In tal senso, va vista la parallela interdizione del possesso fondiario allo straniero. In altri termini, il divieto di matrimonio si inserisce in una tendenza conservatrice, ed è percepito come problema quando nasce la città stato, ossia l'idea di una sovranità legata a un territorio, a un ordinamento e riservata a un gruppo sociale definito. Si tratta, in estrema sintesi, di norme che volevano conservare i privilegi dei cittadini, che, quindi, avrebbero potuto connotarsi anche di un carattere demagogico, 'populista', per usare un termine odierno. A tali divieti si poteva ovviare tramite trattati internazionali che contenessero apposite disposizioni, o tramite norme personali ad hoc, dei privilegi. 2.-Parimenti a Roma il divieto è presente in epoca arcaica, ed attiene a patrizi e a plebei, oltre che stranieri. La sua abolizione, per di più, risulta una delle conquiste più importanti della plebe, con la nota Lex Canuleia del 445 a. C. Allo stesso modo che per il mondo greco, anche in questo caso esso può essere valutato come un tentativo della classe dirigente, quirites, patres di mantenere in modo esclusivo i privilegi che si era arrogata, formando il primo nucleo cittadino.
Lucia di Cintio** SOMMARIO: 1.-Obligatio verbis nel Brachylogus; 2.-Stipulatio e prassi giuridica... more Lucia di Cintio** SOMMARIO: 1.-Obligatio verbis nel Brachylogus; 2.-Stipulatio e prassi giuridica; 3.-Glossa memorabilis. 1.-Obligatio verbis nel Brachylogus Il Brachylogus è parte di quella serie di manoscritti di cui non si conosce autore, datazione né luogo di stesura, ma che rivestono un"essenziale importanza per la ricostruzione dell"evoluzione del diritto nel Tardo Antico. L"opera è divisa in quattro libri sulla falsa riga delle Istituzioni di Giustiniano, pur discostandosene in alcuni punti. Ad essere diverso, in misura significativa, è il contenuto elaborato in modo nuovo rispetto alle opere precedenti. Lo svolgimento dei vari temi, infatti, è frutto di una rielaborazione dell"autore che utilizza, non solo le Istituzioni di Giustiniano, ma anche il Digesto 1 , il Codex, un passo di Sallustio, una legge di Ludovico il Pio 2. La ricezione di quest"ultima, peraltro, funge anche da dies post quem per la datazione, ancor oggi incerta; la sua presenza, infatti, ci dice che l"opera sarebbe stata redatta probabilmente nella Scuola di diritto di Ravenna 3 , intorno al X-XI secolo 4. La dottrina 5 , a partire da alcune notazioni di Conrat 6 , ha rilevato come il Brachylogus, per metodo e contenuto, sia molto simile al Liber Florentinus, come entrambe le opere *Destinato a Scritti in Onore di M. Bianchini.
Università degli Studi di Salerno 13 καὶ εἴ τι λόγον ἔχις πρὸς ἐμὲ παρεδρεύιν I PAPIRI YADIN E IL... more Università degli Studi di Salerno 13 καὶ εἴ τι λόγον ἔχις πρὸς ἐμὲ παρεδρεύιν I PAPIRI YADIN E IL PROCESSO ROMANO NELLE PROVINCE ORIENTALI (II sec. d.C.) Lucia di Cintio* 1.-Archivio di Babatha, un ragguaglio, 2.-Un processo 'ordinario' in provincia, 3.-Alcune precisazioni sulla cognitio extra ordinem, 4.-Divisione e unità, 5.-Yadin 14, 6.-Editio actionis, 7.-Assenza del tutore ed excusatio, 8.-Yadin 24, 9.-Proprietà e processo, 10.-Yadin 23, 11.-"βίᾳ διακ̣ ρ̣ α̣ τῖς", 12.-Forma introduttiva, 13.-Yadin 25, 14.-Crispina e la tutela, 15.-Excusatio necessitatis, 16.-Possesso, 17.-Eccezioni 1.-Archivio di Babatha, un ragguaglio Quella riguardante l'archivio di Babatha 1 ha rappresentato, e rappresenta tutt'ora, una delle scoperte più interessanti del secolo scorso. Sono passati ormai più di sessanta anni da quando fu trovato in una grotta sulla sponda occidentale nord del Mar Morto, presso la località di En Gedi, ove si estende un vallone chiamato del Nahal Murabba'at 2. Nella caverna sono stati rinvenuti suppellettili, un frammento ebraico dei Salmi, un frammento in greco di un contratto matrimoniale di una donna da nome Salomè Komaise, lettere di Bar Kochba e l'archivio di pelle contenente 37 papiri disposti in ordine cronologico, datati tra il 94 e il 132, stesi in greco, aramaico e nabateo, denominati dalla comunità scientifica, papiri Yadin 3 , o nel loro insieme noti come archivio di Babatha, dal nome della proprietaria. Nella raccolta sono presenti atti privati inerenti alle vicende familiari della donna, atti giudiziari che si snodano durante il sessantennio di rivolte contro i Romani, tra la Giudea e l'Arabia Petrea. Si ricava così che Babatha, figlia di Simon, nasce nel villaggio di Maoza, dove anche risiedeva, parte del distretto amministrativo di Petra, provincia di Arabia. Dei genitori si ha notizia attraverso un atto di donazione del padre in favore della moglie al momento del primo matrimonio di Babatha. Di estrazione medio borghese, la donna risulta sposata per due volte, con un figlio dal primo marito, Yesua. Il secondo matrimonio sarebbe stato celebrato intorno al 124, con un uomo, Yehudah, proveniente dalla borghesia possidente di Engedi, che, stando ai papiri, aveva già una figlia Selamsion, una moglie da cui avrebbe divorziato, e due nipoti di un fratello premorto, tutti soggetti che sono coinvolti negli atti giudiziari dell'archivio. Negli anni della sua breve vita, vari lasciti e l'accortezza nella loro gestione, permisero alla donna di migliorare anche la sua posizione economica, oggetto anche essa di dispute 4 .. 2 Di recente, i papiri sono stati tradotti in italiano da D. Hartmann, Archivio di Babatha, Brescia 2016, 7ss. 3 Dal loro scopritore Yigael Yadin, o meglio dal capo della spedizione a cui è dovuta la scoperta nella Grotta delle Lettere. 4 Alla luce della complessità delle vicende biografiche, ora riassunte succintamente, Yadin suddivide i papiri per argomento, in 4 gruppi, che mi sembrano di aiuto anche nel tipo di indagine qui condotta: a) Atti relativi alla tutela di suo figlio Yesua e del suo primo marito Yesua, b) Documenti riguardanti la proprietà di Selamsion, figlia del secondo marito,Yehudah, c) Citazioni contro la famiglia del secondo marito per la successione, d) documenti riguardanti proprietà varie, tra cui la donazione con cui Simon dona a sua moglie tutti i suoi beni, un Ketubbah del secondo matrimonio di Babatha, contratto nuziale della figliastra Selamsion.
Università degli Studi di Salerno 28 YADIN 16 E FORME DI APPARTENENZA NELL'ARCHIVIO DI BABATHA* L... more Università degli Studi di Salerno 28 YADIN 16 E FORME DI APPARTENENZA NELL'ARCHIVIO DI BABATHA* Lucia di Cintio* SOMMARIO: 1.-Yadin 16, 2.-Status personae e forme di appartenenza, 3.-Il giuramento a Cesare, 4.-Yadin 16 e il sistema tributario, 5.-"κέκτημαι" tra proprietà e possesso. 1.-Yadin 16 L'archivio di Babatha 1 può essere considerato senza dubbio una delle fonti maggiormente ricche di informazioni degli ultimi decenni, per quanto concerne l'applicazione del diritto nelle province orientali dell'impero romano, nel principato di epoca antonina. Nonostante la letteratura 2 si sia per lo più soffermata sui diritti della persona, in particolare sugli assetti familiari, tuttavia molti sono gli aspetti ancora da scandagliare, come il processo, o le forme di appartenenza, a cui sono dedicate le pagine seguenti. A tal proposito, una sorta di panoramica sul tema fondiario nelle province orientali dell'impero, durante il Principato, è offerta dall'esame di Yadin 16 3 , attestante il censimento compiuto da Babatha. Yadin 16 Rabbath, a. 127: ἐγγεγραμμένον καὶ ἀντιβεβλημένον ἀντίγραφον πιτακίου ἀπογραφῆς προκειμένης ἐν τῇ ἐνθάδε βασιλικῇ, καὶ ἔστιν ὡς ὑποτέτακται. ἐγγεγραμμένον καὶ ἀντιβεβλημένον ἀντίγραφον πιτακί̣ ου ἀπογρα̣ φῆ̣ ς̣ π̣ ρ̣ ο̣ κ̣ ει̣ μένης ἐν τῇ ἐνθάδε βασιλικῇ, καὶ ἔστιν ὡς ὑποτέτακται· ἐπὶ Αὐτοκράτορος Καίσαρος θεοῦ Τραιανοῦ Παρθικοῦ υ̣ ἱ̣ οῦ θεοῦ Νέρουα υἱωνοῦ Τραιανοῦ Ἁδριανοῦ Σεβαστοῦ ἀρχιερέως μεγίστου δημαρχικῆ̣ ς ἐξουσίας τὸ δωδέκατον *Il presente testo costituisce un'anticipazione della versione scritta della relazione pronunciata in occasione del convegno telematico su Terre, acque, diritto. Forme delle società antiche (Università di Salerno [Dipartimento di Scienze Giuridiche, Dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche], Università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli [Dipartimento di Giurisprudenza, Centro Studi sui Fondamenti del diritto antico], 30/11-1°/12/2020), in corso di pubblicazione sugli Atti congressuali (Napoli 2021).
D. 48.4.7.3 of Modestinus opens with the following proposition ‘Hoc tamen crimen iudicibus non i... more D. 48.4.7.3 of Modestinus opens with the following proposition ‘Hoc tamen crimen iudicibus non in occasione ob principalis maiestatis venerationem habendum est, sed in veritate’; it seems to constitute a regula whereby the judgment on wrongdoing should look to the truth, a concept that in the following lines is functional to the application of the criteria of guilt. This regula contrasts maiestas and veritas in a vision that seems modern at all, whose value emerges all when compared with the propaganda ideology of the emperors. In this regard, he underwent a P.Bingen 3 examination in which the neopitagoric Diotogene fully expresses the maiestatic sense of the power of Augustus. The same dialectic, which invests the criteria of judgment that follow legal parameters not oriented to mere adulation, is present in the well-known P.Ryland 457, papyrus that bears the narrative of the Trial of Jesus, ascribed to the evangelist John. The reading of these sources and others makes it possible to draw up a composite picture in which legal practitioners often perceive the difficulty of reconciling scientia iuris, namely veritas and maiestas. The modernity of Modestinus’s precept, whereby the crime of laesa maiestas applied according to criteria of guilt and imputability, would be such that it is rediscovered only in the Enlightenment era, becoming a foundation of criteria of subjective responsibility in the criminal field
The research examines several papyri bearing deeds or contracts dating back, for the most part, t... more The research examines several papyri bearing deeds or contracts dating back, for the most part, to the 2nd century d. C. The investigation represents the continuation, not only temporal, but also conceptual, of a previous one dedicated to the procedural aspects emerging from the Yadin papyri. In that seat, in fact, the application of the Roman process had been recognized, both in the ordinary form and in the extra ordinem form, in order to hypothesize the presence of legislation, increasingly stable and tendentially unifying between East and West, which would have foreseen Roman rules suitably adapted to the various contexts. This second study reveals the use of typical Roman negotiating models even in these extreme Hellenized provinces. From the analysis of the documentation, therefore, it was deduced that acts under Hellenistic or Jewish law, however compatible with the same Roman legal system, present clauses defined, within the investigation, as connecting clauses, since they perform the function of conveying the content of the deed within Roman schemes, such as the stipulatio or the obligatio litteris contracta. Their generic structure, in fact, could adapt to the most diverse negotia which, in this way, were protected with the related actions. It was a simple mechanism which, nevertheless, would have allowed the expansion of Roman law also in these territories, so much so that the stipulation over time would have become synonymous with 'contract'. Looking more closely at this complex legal phenomenon, it was possible to trace a line of development inherent in the function of writing. Thus, in Hadrian's time, if for the stipulatio it is valid ad probationem, for paper bonds, the document also has a constitutive effect and, in some cases, a disposition, favoring the circulation of credit. The internal distinction is not always easy, since it takes place entirely on the level of interpretation of the clauses and evidence. The framework that thus emerges is characterized by a syncretism that involves all aspects of life, religious, social, linguistic, but which finds its ultimate connection in the norms and models established by the scientia iuris on the one hand and by the imperium principis for another.
Through this investigation, we want to demonstrate that, in certain ancient contexts, public law ... more Through this investigation, we want to demonstrate that, in certain ancient contexts, public law directly regulated the use of the environment also with respect to agricultural production, in a rational and fair way at the same time, preventing precisely those social disagreements that revolved around the land-agrarian question. From the sources, prima facie distant and disconnected from each other, it can be deduced, in my opinion, that a social order corresponds to an imposed environmental order.
Il divieto di matrimonio tra gruppi etnici, giuridici, politici diversi non appare così anacronis... more Il divieto di matrimonio tra gruppi etnici, giuridici, politici diversi non appare così anacronistico come potrebbe sembrare (si pensi al divieto di matrimonio tra sovietici e stranieri, stabilito in Germania dall'autorità russa di occupazione solo qualche decennio passato, o a quello di stampo razziale stabilito dalle feroci dittature europee del secolo scorso, o religioso nel mondo islamico) e affonda le radici in epoche lontane. Esso non riguarda semplicemente i rapporti interni tra coniugi, ma attiene a più ampi assetti sociali, che possono essere chiariti attraverso la ricerca di una possibile ratio a tale proibizione. Così, se un'analisi prettamente dogmatica ne può rivelare determinati aspetti sistematici, tuttavia una ricostruzione storica consente, a mio avviso, anche di chiarirne le ragioni profonde. Tendenzialmente, nei sistemi giuridici, il matrimonio può essere concepito rispettivamente come un prodotto delle leggi, e in quanto tale è regolamentato, o quale istituzione del diritto naturale, dunque comune a tutti; in tale contesto, un divieto di matrimonio tra diversi popoli non ha ragion d'essere, almeno in linea teorica. Nel mondo antico, il connubio era visto nel primo senso, ossia come frutto del diritto civile; pertanto, poteva essere concesso, revocato, o proibito. Così, in Atene, ma anche in altre città stato della Grecia, come dimostrato dai documenti di Gortina ed altri) la possibilità di contrarre nozze legittime non era scontata, delineando un diritto, epigamia, concesso e regolamentato dalla polis. Esso era negato agli stranieri, anche ai meteci ossia a quelli che risiedevano in città e in qualche modo vi erano integrati. Si veda a titolo esemplificativo, Demosth., Neaer. 1350: Eờv … προς τους δεσμοσέτας Αηναίων ' και βουλόμενος, οίς έξεστιν έαν δε αλώ πεπράσω και αυτός και ή ουσία αυτού , και το τρίτον μέρος έστω του ελόντος. Demosth. 1. c.: Έστω δε και εάν η ξένη τώ αστώ συνοική κατά ταύτα. Και ο συνοικιών τη ξένη τη άλούση οφειλέτω χιλίας δράχμας. Noto è l'episodio riguardante Pericle, il quale non potette sposare Milesia una etera, in quanto non cittadina, vittima del suo stesso divieto. L'epigamia, dunque, si risolveva in un diritto di nozze, legittime e pienamente riconosciute, non concesso a cittadini verso stranieri e viceversa. Ciò sembra contrastare con quell'apertura allo straniero che caratterizzava la società ateniese, valutato un punto di forza, motore dell'economia. Invero, proprio in virtù di tale apertura nascono diversi divieti, tesi ad arginare una possibile perdita, non tanto di identità, quanto piuttosto di quella posizione giuridica e sociale del cittadino. In tal senso, va vista la parallela interdizione del possesso fondiario allo straniero. In altri termini, il divieto di matrimonio si inserisce in una tendenza conservatrice, ed è percepito come problema quando nasce la città stato, ossia l'idea di una sovranità legata a un territorio, a un ordinamento e riservata a un gruppo sociale definito. Si tratta, in estrema sintesi, di norme che volevano conservare i privilegi dei cittadini, che, quindi, avrebbero potuto connotarsi anche di un carattere demagogico, 'populista', per usare un termine odierno. A tali divieti si poteva ovviare tramite trattati internazionali che contenessero apposite disposizioni, o tramite norme personali ad hoc, dei privilegi. 2.-Parimenti a Roma il divieto è presente in epoca arcaica, ed attiene a patrizi e a plebei, oltre che stranieri. La sua abolizione, per di più, risulta una delle conquiste più importanti della plebe, con la nota Lex Canuleia del 445 a. C. Allo stesso modo che per il mondo greco, anche in questo caso esso può essere valutato come un tentativo della classe dirigente, quirites, patres di mantenere in modo esclusivo i privilegi che si era arrogata, formando il primo nucleo cittadino.
Lucia di Cintio** SOMMARIO: 1.-Obligatio verbis nel Brachylogus; 2.-Stipulatio e prassi giuridica... more Lucia di Cintio** SOMMARIO: 1.-Obligatio verbis nel Brachylogus; 2.-Stipulatio e prassi giuridica; 3.-Glossa memorabilis. 1.-Obligatio verbis nel Brachylogus Il Brachylogus è parte di quella serie di manoscritti di cui non si conosce autore, datazione né luogo di stesura, ma che rivestono un"essenziale importanza per la ricostruzione dell"evoluzione del diritto nel Tardo Antico. L"opera è divisa in quattro libri sulla falsa riga delle Istituzioni di Giustiniano, pur discostandosene in alcuni punti. Ad essere diverso, in misura significativa, è il contenuto elaborato in modo nuovo rispetto alle opere precedenti. Lo svolgimento dei vari temi, infatti, è frutto di una rielaborazione dell"autore che utilizza, non solo le Istituzioni di Giustiniano, ma anche il Digesto 1 , il Codex, un passo di Sallustio, una legge di Ludovico il Pio 2. La ricezione di quest"ultima, peraltro, funge anche da dies post quem per la datazione, ancor oggi incerta; la sua presenza, infatti, ci dice che l"opera sarebbe stata redatta probabilmente nella Scuola di diritto di Ravenna 3 , intorno al X-XI secolo 4. La dottrina 5 , a partire da alcune notazioni di Conrat 6 , ha rilevato come il Brachylogus, per metodo e contenuto, sia molto simile al Liber Florentinus, come entrambe le opere *Destinato a Scritti in Onore di M. Bianchini.
Università degli Studi di Salerno 13 καὶ εἴ τι λόγον ἔχις πρὸς ἐμὲ παρεδρεύιν I PAPIRI YADIN E IL... more Università degli Studi di Salerno 13 καὶ εἴ τι λόγον ἔχις πρὸς ἐμὲ παρεδρεύιν I PAPIRI YADIN E IL PROCESSO ROMANO NELLE PROVINCE ORIENTALI (II sec. d.C.) Lucia di Cintio* 1.-Archivio di Babatha, un ragguaglio, 2.-Un processo 'ordinario' in provincia, 3.-Alcune precisazioni sulla cognitio extra ordinem, 4.-Divisione e unità, 5.-Yadin 14, 6.-Editio actionis, 7.-Assenza del tutore ed excusatio, 8.-Yadin 24, 9.-Proprietà e processo, 10.-Yadin 23, 11.-"βίᾳ διακ̣ ρ̣ α̣ τῖς", 12.-Forma introduttiva, 13.-Yadin 25, 14.-Crispina e la tutela, 15.-Excusatio necessitatis, 16.-Possesso, 17.-Eccezioni 1.-Archivio di Babatha, un ragguaglio Quella riguardante l'archivio di Babatha 1 ha rappresentato, e rappresenta tutt'ora, una delle scoperte più interessanti del secolo scorso. Sono passati ormai più di sessanta anni da quando fu trovato in una grotta sulla sponda occidentale nord del Mar Morto, presso la località di En Gedi, ove si estende un vallone chiamato del Nahal Murabba'at 2. Nella caverna sono stati rinvenuti suppellettili, un frammento ebraico dei Salmi, un frammento in greco di un contratto matrimoniale di una donna da nome Salomè Komaise, lettere di Bar Kochba e l'archivio di pelle contenente 37 papiri disposti in ordine cronologico, datati tra il 94 e il 132, stesi in greco, aramaico e nabateo, denominati dalla comunità scientifica, papiri Yadin 3 , o nel loro insieme noti come archivio di Babatha, dal nome della proprietaria. Nella raccolta sono presenti atti privati inerenti alle vicende familiari della donna, atti giudiziari che si snodano durante il sessantennio di rivolte contro i Romani, tra la Giudea e l'Arabia Petrea. Si ricava così che Babatha, figlia di Simon, nasce nel villaggio di Maoza, dove anche risiedeva, parte del distretto amministrativo di Petra, provincia di Arabia. Dei genitori si ha notizia attraverso un atto di donazione del padre in favore della moglie al momento del primo matrimonio di Babatha. Di estrazione medio borghese, la donna risulta sposata per due volte, con un figlio dal primo marito, Yesua. Il secondo matrimonio sarebbe stato celebrato intorno al 124, con un uomo, Yehudah, proveniente dalla borghesia possidente di Engedi, che, stando ai papiri, aveva già una figlia Selamsion, una moglie da cui avrebbe divorziato, e due nipoti di un fratello premorto, tutti soggetti che sono coinvolti negli atti giudiziari dell'archivio. Negli anni della sua breve vita, vari lasciti e l'accortezza nella loro gestione, permisero alla donna di migliorare anche la sua posizione economica, oggetto anche essa di dispute 4 .. 2 Di recente, i papiri sono stati tradotti in italiano da D. Hartmann, Archivio di Babatha, Brescia 2016, 7ss. 3 Dal loro scopritore Yigael Yadin, o meglio dal capo della spedizione a cui è dovuta la scoperta nella Grotta delle Lettere. 4 Alla luce della complessità delle vicende biografiche, ora riassunte succintamente, Yadin suddivide i papiri per argomento, in 4 gruppi, che mi sembrano di aiuto anche nel tipo di indagine qui condotta: a) Atti relativi alla tutela di suo figlio Yesua e del suo primo marito Yesua, b) Documenti riguardanti la proprietà di Selamsion, figlia del secondo marito,Yehudah, c) Citazioni contro la famiglia del secondo marito per la successione, d) documenti riguardanti proprietà varie, tra cui la donazione con cui Simon dona a sua moglie tutti i suoi beni, un Ketubbah del secondo matrimonio di Babatha, contratto nuziale della figliastra Selamsion.
Università degli Studi di Salerno 28 YADIN 16 E FORME DI APPARTENENZA NELL'ARCHIVIO DI BABATHA* L... more Università degli Studi di Salerno 28 YADIN 16 E FORME DI APPARTENENZA NELL'ARCHIVIO DI BABATHA* Lucia di Cintio* SOMMARIO: 1.-Yadin 16, 2.-Status personae e forme di appartenenza, 3.-Il giuramento a Cesare, 4.-Yadin 16 e il sistema tributario, 5.-"κέκτημαι" tra proprietà e possesso. 1.-Yadin 16 L'archivio di Babatha 1 può essere considerato senza dubbio una delle fonti maggiormente ricche di informazioni degli ultimi decenni, per quanto concerne l'applicazione del diritto nelle province orientali dell'impero romano, nel principato di epoca antonina. Nonostante la letteratura 2 si sia per lo più soffermata sui diritti della persona, in particolare sugli assetti familiari, tuttavia molti sono gli aspetti ancora da scandagliare, come il processo, o le forme di appartenenza, a cui sono dedicate le pagine seguenti. A tal proposito, una sorta di panoramica sul tema fondiario nelle province orientali dell'impero, durante il Principato, è offerta dall'esame di Yadin 16 3 , attestante il censimento compiuto da Babatha. Yadin 16 Rabbath, a. 127: ἐγγεγραμμένον καὶ ἀντιβεβλημένον ἀντίγραφον πιτακίου ἀπογραφῆς προκειμένης ἐν τῇ ἐνθάδε βασιλικῇ, καὶ ἔστιν ὡς ὑποτέτακται. ἐγγεγραμμένον καὶ ἀντιβεβλημένον ἀντίγραφον πιτακί̣ ου ἀπογρα̣ φῆ̣ ς̣ π̣ ρ̣ ο̣ κ̣ ει̣ μένης ἐν τῇ ἐνθάδε βασιλικῇ, καὶ ἔστιν ὡς ὑποτέτακται· ἐπὶ Αὐτοκράτορος Καίσαρος θεοῦ Τραιανοῦ Παρθικοῦ υ̣ ἱ̣ οῦ θεοῦ Νέρουα υἱωνοῦ Τραιανοῦ Ἁδριανοῦ Σεβαστοῦ ἀρχιερέως μεγίστου δημαρχικῆ̣ ς ἐξουσίας τὸ δωδέκατον *Il presente testo costituisce un'anticipazione della versione scritta della relazione pronunciata in occasione del convegno telematico su Terre, acque, diritto. Forme delle società antiche (Università di Salerno [Dipartimento di Scienze Giuridiche, Dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche], Università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli [Dipartimento di Giurisprudenza, Centro Studi sui Fondamenti del diritto antico], 30/11-1°/12/2020), in corso di pubblicazione sugli Atti congressuali (Napoli 2021).
Abstract: The purpose of this survey is to ascertain whether forms and phrasebooks of private do... more Abstract: The purpose of this survey is to ascertain whether forms and phrasebooks of private documentation have been incorporated into the norms of the late period, also affecting the substantial vision of the individual institutions, with particular regard to buying and selling. The examination revealed a kind of logical circle, so that if the documents of the area influenced by Byzantium follow the norms and expressions of Justinian, those of the Germanic influence territories in a broad sense, therefore also Lombard, adopt formulas dictated by Germanic practice, which transforms or deforms typical Roman institutes according to the perspective of these peoples. This would have contributed to a process of deconstruction of the Roman consensual buying and selling, finding its raison d'être in several factors: one, in my opinion, is the disappearance of the editto pretorio, that is, of that act which contained the coordinates within which the operators of the law could act also for the drafting of the acts. According to my previous studies, in fact, the edict, with particular reference to the provincial one, would have contained homogeneous norms for the whole empire, concerning not only the judicial procedures, but also the formulas to be used in the acts between private persons who, in the Hellenistic provinces, they were often simply translitterate in the koine, as evidenced by the Papiracean documentation. Once the edict itself has disappeared, according to the idea put forward here, the private forms - the presence of which can be inferred by various factors - become the new models which, in their need for synthesis, on the one hand they contain a plurality of references to the various competing institutions in the specific case for the purpose of possible protection or self-protection, on the other hand they contain synthetic expressions effective for the sake of immediate understanding, but which, conversely, contribute to 'dismantling' the sale and purchase conceived as a consensual synallagmatic contract.
Convegno di Studi, Lo Stato Anti-Crisi Globale, 9 aprile 2022, Università di Salerno, in occasion... more Convegno di Studi, Lo Stato Anti-Crisi Globale, 9 aprile 2022, Università di Salerno, in occasione della presentazione del Volume del Professore Emerito, Massimo Panebianco, Lo Stato Anti-Crisi Globale. Recovery State, Editoriale Scientifica, Napoli, 2022, pp. 280
L'adulterio in diritto ebraico e romano. Studi sulla Collatio IX, 2020
Da un raffronto tra la struttura della Collatio legum e la divisione tra leges et iura nella Lex ... more Da un raffronto tra la struttura della Collatio legum e la divisione tra leges et iura nella Lex Romana Visigothorum è emersa una corrispondenza che lascerebbe pensare a una comunanza di ideologia e di impostazione. Inoltre, dalle corrispondenza nelle leggi germaniche tra precetti mosaici e leggi allora vigenti, si potrebbe ipotizzare che la Lex Dei si inserisse in tale filone di idee.
terrà il seminario Archivio di Babatha. Sul processo nelle province romane d'Oriente. Il ritrovam... more terrà il seminario Archivio di Babatha. Sul processo nelle province romane d'Oriente. Il ritrovamento dell'archivio di Babatha, una donna ebrea al centro di complesse vicende familiari, avvenuto più di sessant'anni fa presso il Mar Morto, ha consegnato 37 papiri scritti in greco, aramaico e nabateo, datati tra il 94 e 132 d.C. Alcuni di essi sono atti processuali e hanno messo in discussione alcune idee relative all'applicazione del Diritto Romano nelle province d'Oriente. Lucia di Cintio, che ha appena pubblicato una monografia sull'argomento, illustrerà alcuni punti salienti della sua ricerca.
A Conference on the Liber Iudiciorum
Yale Law School: 12-14 November 2021
Conference on Zoom: Pr... more A Conference on the Liber Iudiciorum Yale Law School: 12-14 November 2021
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dialectic, which invests the criteria of judgment that follow legal parameters not oriented to mere adulation, is present in the well-known P.Ryland 457, papyrus that bears the narrative of the Trial of Jesus, ascribed to the evangelist John. The reading of these sources and others makes it possible to draw up a composite picture in which legal practitioners often perceive the difficulty of reconciling scientia iuris, namely veritas and maiestas. The modernity of Modestinus’s precept, whereby the crime of laesa maiestas applied according to criteria of guilt and imputability, would be such that it is rediscovered only in the Enlightenment era, becoming a foundation of criteria of subjective responsibility in the criminal field
Looking more closely at this complex legal phenomenon, it was possible to trace a line of development inherent in the function of writing. Thus, in Hadrian's time, if for the stipulatio it is valid ad probationem, for paper bonds, the document also has a constitutive effect and, in some cases, a disposition, favoring the circulation of credit. The internal distinction is not always easy, since it takes place entirely on the level of interpretation of the clauses and evidence. The framework that thus emerges is characterized by a syncretism that involves all aspects of life, religious, social, linguistic, but which finds its ultimate connection in the norms and models established by the scientia iuris on the one hand and by the imperium principis for another.
dialectic, which invests the criteria of judgment that follow legal parameters not oriented to mere adulation, is present in the well-known P.Ryland 457, papyrus that bears the narrative of the Trial of Jesus, ascribed to the evangelist John. The reading of these sources and others makes it possible to draw up a composite picture in which legal practitioners often perceive the difficulty of reconciling scientia iuris, namely veritas and maiestas. The modernity of Modestinus’s precept, whereby the crime of laesa maiestas applied according to criteria of guilt and imputability, would be such that it is rediscovered only in the Enlightenment era, becoming a foundation of criteria of subjective responsibility in the criminal field
Looking more closely at this complex legal phenomenon, it was possible to trace a line of development inherent in the function of writing. Thus, in Hadrian's time, if for the stipulatio it is valid ad probationem, for paper bonds, the document also has a constitutive effect and, in some cases, a disposition, favoring the circulation of credit. The internal distinction is not always easy, since it takes place entirely on the level of interpretation of the clauses and evidence. The framework that thus emerges is characterized by a syncretism that involves all aspects of life, religious, social, linguistic, but which finds its ultimate connection in the norms and models established by the scientia iuris on the one hand and by the imperium principis for another.
Yale Law School: 12-14 November 2021
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