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This is a survey on the relationship between the so called “Regionalists” and the European integration. The first part tries to better define the identity and the key features of these “Regionalists”, also considering several statements,... more
This is a survey on the relationship between the so called “Regionalists” and the European integration.
The first part tries to better define the identity and the key features of these “Regionalists”, also considering several statements, political programmes and other documents and facts.
The second one focuses on the four-stages evolution of their ideological and concrete approach to Europe: it is pro Europe, but it’s critical, asking for “more Europe” and for a “different Europe”.
Questo contributo intende proporre alcune riflessioni teoriche e alcuni esempi pratici sul rapporto che, per una determinata comunità caratterizzata dall'uso di una lingua in condizione di minoranza e pertanto definibile come “minoranza... more
Questo contributo intende proporre alcune riflessioni teoriche e alcuni esempi pratici sul rapporto che, per una determinata comunità caratterizzata dall'uso di una lingua in condizione di minoranza e pertanto definibile come “minoranza linguistica”, intercorre (o quanto meno può intercorrere) tra la propria specificità, la sua (eventuale) tutela e lo sviluppo non solo culturale e civile ma anche sociale ed economico della comunità stessa e del corrispondente territorio. La lingua propria  è un patrimonio e una risorsa in sé e per sé, ma soprattutto con il suo riconoscimento giuridico e la sua promozione essa può costituire sotto il profilo economico un autentico e inimitabile  valore aggiunto. La sua tutela, pertanto, non è soltanto una “cosa” buona e giusta, ma è anche una “cosa” conveniente: un buon affare, un buon invenstimento.
Research Interests:
In uno dei passaggi più interessanti del suo celebre discorso pronunciato alla Sorbona l'11 marzo 1882, Ernest Renan afferma che l'oblio e l'errore storico costituiscono «un fattore cruciale nel processo di creazione delle nazioni». A... more
In uno dei passaggi più interessanti del suo celebre discorso pronunciato alla Sorbona l'11 marzo 1882, Ernest Renan afferma che l'oblio e l'errore storico costituiscono «un fattore cruciale nel processo di creazione delle nazioni». A questo proposito Michael Billig ricorda che «Ogni nazione deve possedere la propria storia, la propria memoria collettiva. Ma tale modalità del rimembrare si accompagna simultaneamente a una dimenticanza collettiva». Se ne deduce che l'antitesi tra memoria e oblio, nel processo di creazione e di consolidamento della nazione e dell'identità nazionale, si trasforma in sintesi, in memoria selettiva, che sceglie che cosa ricordare e che cosa rimuovere, occultare o modificare a proprio interesse e piacimento. Ancor più che l'oblio, quindi, per riprendere Renan, diventa «cruciale» – «persino» e soprattutto – «l'errore storico».
Una riflessione su nazionalismo, memoria, oblio e storia e geografia «nazionali» e «patriottiche», a partire da qualche aspetto riguardante il cosiddetto «confine orientale» d'Italia.
Research Interests:
Il 19 dicembre 1943, a Chivasso, nella pianura piemontese, si riunisce un gruppo di antifascisti. Sotto la copertura della possibile redazione di un atto di compravendita, i partecipanti all'incontro si ritrovano per elaborare il testo... more
Il 19 dicembre 1943, a Chivasso, nella pianura piemontese, si riunisce un gruppo di antifascisti. Sotto la copertura della possibile redazione di un atto di compravendita, i partecipanti all'incontro si ritrovano per elaborare il testo della 'Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine', nota anche come 'Carta di Chivasso'.
Il contributo, pubblicato sul numero 38 di 'Storia contemporanea in Friuli', è dedicato ad alcuni dei contenuti salienti della celebre 'Carta', riguardanti la libertà di lingua, i diritti linguistici, l'autogoverno locale e la dimensione europea.
In particolare si individuano una serie di connessioni tra la 'Carta' stessa, la Costituzione della Repubbblica italiana, la normativa statale e regionale di tutela delle minoranze linguistiche e il contesto continentale, a partire dalle Convenzioni del Consiglio d'Europa riguardanti diritti umani, protezione delle minoranze nazionali e promozione delle lingue minoritarie e dalle principali iniziative al proposito assunte a tal proprosito dal Parlamento europeo in seguito alla sua elezione diretta,siino alle specifiche previsioni contenute nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000.
Research Interests:
L’intindiment di chest contribût al è chel di meti in relazion chei che a son i orientaments gjenerâi in cont di furlan e di Friûl, palesâts dilunc vie dal Nûfcent fint in dì di vuê, e la produzion musicâl in lenghe furlane. E ven fate... more
L’intindiment di chest contribût al è chel di meti in relazion chei che a son i orientaments gjenerâi in cont di furlan e di Friûl, palesâts dilunc vie dal Nûfcent fint in dì di vuê, e la produzion musicâl in lenghe furlane.
E ven fate indenant une ipotesi di ricercje che e vûl viodi cemût che chês stessis ideis e visions di furlan e di Friûl si pues rivâ a cjatâlis diretamentri tai ategjaments di soliscj e grups musicâi.
Chest percors al partìs dal fat che e esist une lenghe cuntune sô individualitât e cuntune sô unitât e unitarietât – la lenghe furlane – e che al esist un teritori cuntun so profîl gjeografic e storic articolât e unitari: il Friûl.
Il secont moment al tocje la individuazion e la definizion, in forme sintetiche, des diviersis ideis e visions di furlan e di Friûl saltadis fûr dilunc di dut il secul passât e salacor za de seconde metât di chel di prime fintremai al dì di vuê.
Il tierç al è une descrizion di cemût che la lenghe furlane e ven doprade te produzion musicâl tal periodi cjapât in esam. Cheste evoluzion e ven cjalade no dome daûr des diviersis formis espressivis e dai siei protagoniscj, ma ancje cun chê di provâ a vualmâ cemût che lis diviersis visions di furlan e di Friûl si cjatin in forme plui o mancul palese te produzion musicâl par furlan e tal ategjament dai musiciscj che a doprin la lenghe in musiche.

R. Dapit, M. Stolfo, Visions di scoltâ. Ideis di furlan e di Friûl inte produzion musicâl contemporanie in Gjornâl Furlan des Siencis – Friulan Journal of Sciencies, n. 21, Udin, Forum, 2013, pp. 97-126
Research Interests:
Si tratta di un contributo che intende proporre una comparazione di carattere generale tra la L.R. 15/1996, 'Norme per la tutela e la promozione della lingua e della cultura friulane e istituzione del Servizio per le lingue regionali e... more
Si tratta di un contributo che intende proporre una comparazione di carattere generale tra la L.R. 15/1996, 'Norme per la tutela e la promozione della lingua e della cultura friulane e istituzione del Servizio per le lingue regionali e minoritarie' e la L.R. 29/2007, 'Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana', sottolineando la positiva evoluzione della normativa regionale riguardante la tutela della lingua friulana, e un confronto più specifico tra le previsioni contenute nei due dispositivi, che riguardano l'uso e l'insegnamento della lingua stessa nelle scuole, con alcune riflessioni di carattere generale  sulla presenza delle lingue minoritarie nel settore dell'istruzione.

Il percorso proposto si sviluppa lungo tre tappe: l'illustrazione dei contenuti salienti della L.R. 15/1996, di cui si intende mettere in evidenza sia alcuni elementi profondamente innovativi di portata strategica sia i limiti e le omissioni; la presentazione della struttura e delle previsioni contenute nella L.R. 29/2007, allo scopo di dare rilievo alle sue capacità di superare i limiti e di colmare le lacune palesate dalla legge regionale precedente; l'approfondimento dei contenuti riguardanti l'istruzione, con qualche riflessione di carattere teorico sull'uso e l'insegnamento di una lingua minoritaria nelle scuole.

Si tratta di un testo nel quale si trovano, aggiornati alla luce dell’approvazione della L.R. 29/2007, gli argomenti affrontati nel contributo presentato dall'autore per la tavola rotonda La Legge n. 15/96 della Regione Friuli-Venezia Giulia a dieci anni dalla sua emanazione: considerazioni, valutazioni, risultati e proposte di revisione alla luce della legislazione di tutela linguistica nel mondo ladino, che ha avuto luogo a San Daniele del Friuli il 26 agosto 2006, e i contenuti del suo intervento alla tavola rotonda La lingua e la cultura friulana nelle scuole. Esperienze e prospettive, a San Daniele del Friuli il 25 agosto 2007.

Il saggio è stato pubblicato nel 2009:
M. Stolfo, Il friulano a scuola. Dalla L.R. 15/1996 alla L.R. 29/2007 in Quaderni guarneriani, n. 5, Furlan e ladin te normative e a scuele. Ats des Fiestis ladinis 2006 e 2007, Comune di San Daniele del Friuli, Rodeano Alto, 2009, pp. 171-184.
Quello del riconoscimento della diversità linguistica e culturale, della garanzia dei diritti linguistici, che fanno parte a pieno titolo del più ampio novero dei diritti fondamentali dell’uomo, e dell’esistenza di apposite fonti... more
Quello del riconoscimento della diversità linguistica e culturale, della garanzia dei diritti linguistici, che fanno parte a pieno titolo del più ampio novero dei diritti fondamentali dell’uomo, e dell’esistenza di apposite fonti normative e di specifiche politiche, rappresenta senza dubbio un terreno
in cui è possibile individuare elementi di contatto e di confronto tra Italia e Spagna.
In queste pagine ci si propone di realizzare una comparazione tra le due realtà proprio su quella che in Italia si chiama «tutela delle minoranze linguistiche» e in Spagna è invece definita «normalizzazione linguistica», individuando affinità e divergenze tra Stato italiano e Stato spagnolo ed eventuali relazioni e reciproche influenze.
In questo contesto la dimensione continentale, che comprende sia le Comunità europee e quindi l’Unione Europea, sia il Consiglio d’Europa e la CSCE-OSCE,
costituisce tanto un ulteriore termine di paragone quanto un soggetto (nella sua complessità ed effettiva pluralità) con cui Italia e Spagna a loro volta si interfacciano e si contaminano.
Il confronto tra Stato italiano, Stato spagnolo ed Europa  riguarda in generale il periodo compreso tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1992; tuttavia i riferimenti al regno di Spagna saranno limitati, per evidenti ragioni, al periodo compreso tra l’entrata in vigore della Costituzione
del 1978 e il 1992.
Radio Onde Furlane (letteralmente “Onda Friulana”) è un’emittente radiofonica comunitaria nata nel 1980. Da allora è la «radio libare dai furlans» (“la radio libera dei friulani”) e molto altro: spazio di libertà, luogo di sperimentazione... more
Radio Onde Furlane (letteralmente “Onda Friulana”) è un’emittente radiofonica comunitaria nata nel 1980. Da allora è la «radio libare dai furlans» (“la radio libera dei friulani”) e molto altro: spazio di libertà, luogo di sperimentazione di lingua e linguaggi, catalizzatore di creatività e di partecipazione, soggetto politico non convenzionale, impresa sociale, fornitore di servizi di pubblica utilità, strumento di rivendicazione e di esercizio di diritti fondamentali ed espressione alternativa e proprio per questo autentica di una comunità e di un territorio.
Le vicende di quella che nel corso dei decenni i suoi detrattori hanno talvolta etichettato come «radio onde rosse», «radio bingo bongo» o «radio Al-Furlaniya» sono strettamente legate alle specificità linguistiche, culturali, storiche e sociali del Friuli.
Per questo sono particolari e sono nel contempo conosciute e sconosciute.  Per un verso, infatti, Onde Furlane gode di una certa notorietà presso chi si interessa di minoranze linguistiche, nazioni senza stato, multiculturalità, produzione musicale indipendente, non solo in Friuli e neppure soltanto in Europa. Per l’altro, considerate la perifericità del Friuli e soprattutto l’alterità di quel Friuli «diverso» al quale dà voce da ormai cinque lustri, l’esistenza e l’attività dell’emittente sono poco note, in Italia e talvolta persino nello stesso territorio friulano.
Ai 29 di Otubar dal 2004 al è stât firmât il Tratât che al cjape sù une Costituzion pe Europe. Chel test al rapresente un pas indenant viers dal disvilup in sens “costituzionâl” de costruzion de unitât europeane, ancje se a son... more
Ai 29 di Otubar dal 2004 al è stât firmât il Tratât che al cjape sù une Costituzion pe Europe.
Chel test al rapresente un pas indenant viers dal disvilup in
sens “costituzionâl” de costruzion de unitât europeane, ancje se a son diviersis contradizions di forme e di sostance.
Chest al vâl ce in tiermins gjenerâi, cemût che a mostrin lis dificoltâts grandononis che e à cjatât la sô ratifiche, ce se si ten cont des previsions su la tutele des minorancis e des lenghis minoritariis.
Ai 16 di Otubar dal 1981 il Parlament european al fasè buine la Risoluzion suntune Cjarte des lenghis e des culturis regjonâls e suntune Cjarte dai dirits des minorancis etnichis. La aprovazion di chê Risoluzion e i siei contignûts si... more
Ai 16 di Otubar dal 1981 il Parlament european al fasè buine la  Risoluzion suntune Cjarte des lenghis e des culturis regjonâls e suntune Cjarte dai dirits des minorancis etnichis.
La aprovazion di chê Risoluzion e i siei contignûts si insuazin intun contest politic e sociâl che al palese la situazion di crisi dal stât nazionâl e la incressite de dibisugne di democratizazion a ducj i nivei istituzionâi e teritoriâi e là che si cjatin dongje il cussì clamât “revival etnic” e la gnove fase di avanzament dal procès di integrazion continentâl rapresentade des primis elezions europeanis.
Oltri a jessi un bon spieli de situazion di chei timps, la Risoluzion e je impuartante ancje in dì di vuê, pes indicazions teorichis e pratichis che e proferìs e pai efiets che e à vût pal ricognossiment e pe promozion dal pluralisim linguistic e culturâl a nivel ce european ce statâl ce regjonâl e locâl.