L'ARCHITETTURA
DELL' "ALTRA" MODERNITA
ATTI DEL XXVI CONGRESS0
DI STORIA DELL'ARCHITETTURA
Roma, 11-13 aprile 2007
a cura di
Marina Docci
Maria Grazia Turco
Roma 1921-43. I concorsi di architettura
di Piero Spagnesi
Trattare d'architettura attraverso i concorsi equivale spesso a dire solo di idee su
carta e non di fabbriche esistenti: prefigurazioni, attese e aspirazioni, non edifici realizzati. Sta di fatto che i progetti per pih di
novanta competizioni pubbliche esperite a
Roma tra il 192 1 e il 1943 individuano un
caso particolare nella storia dell'architettura contemporanea italiana, per le dimensioni dei temi e la varieth delle proposte.
Anche se formano un insieme omogeneo, i
progetti in questione furono realizzati in
due tempi storici, parti diverse del momento unico del fascismo: dall'awio, per I'Italia, del predominio politico di Benito
Mussolini all'armistizio in piena seconda
guerra mondiale. In qualche modo, per conseguenza, furono anche il frutto di due contesti culturali differenti, nonostante possano essere considerati come un unico complesso di ventitrd gruppi di progetti con
quasi trecento partecipanti.
I1 primo tempo fu quell0 tra il 1921 e il
1929, della trasformazione e dell'ampliamento di Roma in parte ancora con idee ottocentesche; il secondo, tra il 1929 e il 1940
- I'anno dell'entrata in guerra dell'Italia - fu
quello della trasformazione ulteriore e delI'adeguamento della cittB alle dimensioni e
ai fenomeni complessi di una grande capitale occidentale del tempo. Dal 1936 in
poi, anche, della consacrazione di Roma a
novello caput di un impero con aspirazioni
universalistiche. In tutto cii, furono impiegate idee nuove di fronte a problemi nuovi:
tipi edilizi, spazi e figurazioni in larga parte altri dal secolo precedente, nei casi pih di
qualith radicalmente meno 'astratti' rispetto alle realizzazioni contemporanee del Movimento Moderno. Nel complesso, i progetti in questione fwono opera di professionisti i pih varii tra quelli italiani del periodo e in fondo testimoniano dei loro modi anche altrove, in patria e fuori.
Dovendo awiare un discorso critic0 come se si trattasse di altro (AntichitB, Rinascimento o Barocco: periodi assai pih comuni tra gli storici dell'architettura) t: fondamentale pardare alle storie generali del
periodo, considerato che il momento per
operare con il dovuto distacco t: maturo e
che lo svolgimento dei fatti t: pih che certo
dopo quasi quattro generazioni. Alla luce
delle tante varie interpretazioni di questo
tempo, anche in architettura la lontananza
ormai pub permettere discorsi nuovi, col
tenere conto di tante altre realth'. Tra le ricostruzioni storiografiche di quel momento, per esempio t: noto - anche se spesso poco considerato - che in quelle di Renzo De
Felice dal 1965 in poi fu individuata una
scansione cronologica precisa della vita e
dell'opera del maggiore committente di allora, appunto Benito Mussolini. Soprattutto, che dobbiamo sempre a quella figura di
storico I'organizzazione critica sostanziale
degli awenimenti nei due tempi accennati
sopra, cui k anche possibile ricondurre la
maggior parte dell'architettura del momento oltre ai concorsi: tra il 1921 e il 1929,
dalla graduale conquista del potere all'awio
del funzionamento del nuovo Stato fascista,
e tra il 1929 e il 1940, dagli anni del consenso popolare al regime all'entrata in guerg ra2.
A luglio del 1943, poco prima dell'armistizio il successivo 8 settembre, Roma bombardata dagli alleati era un'altra da quells del
ventennio precedente: una cittB diventata
'moderna' in breve tempo, anche se ancora
incompleta3. ~ u a r d a n d oai concorsi d'architettura allora appena
svolti, sono fonda-mentali due fatti: che P possibile incasellare le pih di novanta competizioni pubbliche
bandite tra I'inizio e la fine dell'intero regime entro gli stessi due grandi momenti storici nominati sopra e che, facendo perno
sui fatti pih generali soprattutto del 1929, i:
possibile comprendere a pieno la trasformazione, quanto a referenti e figurazioni, da
quel momento in poi rispetto a1 period0
appena precedente nei relativi esiti come in
tante altre nuove realizzazioni. In quest'ottica, considerando ~ o anche
i
solo quanto
pubblicato dalle maggiori riviste del periodo, ([Architettura e Arti Decorative)) (diretta fino a1 1931 da Gustavo Giovannoni e
Marcello Piacentini) e [[Architettura))(edita dal 1933 a1 1943 e diretta solo da quest'ultimo), t possibile dare un quadro dei
tempi pih vario soprattutto col procedere
molto al di 18 delle storie riferite alle sole pih
note fabbriche dipendinti dal modernism0
d'oltralpe4.
Tra il 1921 e il 1929 ebbero luogo ventisei concorsi Der due t i ~ diversi
i
di architetture: edifici pubblici e per abitazioni.
furono forse
Nell'insieme i pih significativi
questi ultimi, anche se in parte estranei a
questo discorso perch6 ancora frutto di iniziative immediatamente successive alla prima guerra mondiale e non necessariamente connesse con la politica edilizia del fascismo5. Allo stesso tempo, tra quelli per edifici pubblici non troviamo, invece, episodi
3
I
particolari. Furono comunque importanti
quelli per un ponte sul Tevere ai Prati di Castello nel 1921, per alcune scuole ancora
nel 1921 e sopFattutto nel 1926, per una
piccola piazza con stazione ferroviaria alla
Balduina nel 1923, per un monumento-ossario a1 cimitero Verano sempre nel 1923
(fig.I ) , per lo sbocco del ponte Vittorio
Emanuele su Borgo S. Spirito nel 1924 e
per un monument0 ai caduti della Guardia
di Finanza nel 19276. Fa eccezione il concorso per le terme Littorie sul Tevere a villa Glori del 1926, pubblicato in concomitanza con la fondazione dell'opera Nazionale Balilla. L'istituzione era demandata allo sviluppo dell'educazione fisica e sportiva
della nazione a partire da modelli formativi britannici e dall'unico complesso di edifici pubblici del momento da realizzare tramite concorso nella capitale: un unico grande insieme pensato anche come occasione
per awiare gli architetti a riconsiderare la
tradizione romana antica7.
Pih in generale e a prescindere per ora da
quest'ultimo concorso, va sottolineato che
la questione della modernit8 architettonica
a Roma tra il 192 1 e il 1929, a1 di 1B di casi noti riconducibili all'astrattismo d'oltralpe, deve prendere I'awio dalle figure di Pietro Aschieri e Alessandro Limongelli.
Perch6
a partire da meditazioni diverse sul passato,
sia in questo primo momento sia dopo essi
elaborarono non tanto edifici nuovi, quanto soprattutto nuovi criteri per organizzare
architetture grandi: cib che di li a poco sarebbe stato fondamentale per la capitale,
nuova citt8 moderna. Coetanei, il primo
era dedito soprattutto alla scomposizione
complessa dei solidi in tanti volumi minori diversi, col dare particolare importanza alle ombre forti, alle contrapposizioni tra superfici lisce, alla tettonica e alla gerarchia
della costruzione, ai dettagli
- minuti nei raccordi e negli snodi; il secondo, all'organizzazione gerarchica dei grandi volumi, ai
Piero Spagnesi
contrasti tra superfici curve e piane, ai materiali, anche lui alle leggi della statica e della realti concreta. In particolare Limongelli - gih autore di un progetto dichiaratamente Juigendstil per il concorso Montiroli
del 19 12 dell'Accadernia Nazionale di S.
Luca - dopo una adesione a modi assai pih
espressionistici di rappresentazione (per
esempio, alle articolazioni plastiche e ai forti contrasti di luci e ombre tipici dei contemporanei disegni di Hans Polzig e di altri su quells linea), fu lodato a pih riprese
come una promessa nuova dell'architettura
italiana. Sulle pagine di Architettura e Arti Decorative. l'archeologo Carlo Cecchelli ne commentb cosi l'operato nel 1927, in
merito al rapport0 tra i progetti suoi e la storia: "Se gli stranieri sono giunti a risultati
apprezzabili ... lo debbono in primo luogo
a110 studio diretto della nostra vecchia architettura [con i viaggi in Italia di tedeschi,
francesi, inglesi e altri] e poi a110 studio,
pur esso diretto, della loro arte tradizionale
(l'architettura di masse tedesca & strettamente urgemanisb) e delle manifestazioni
splendide dell'oriente antico ... Ma Limongelli reagisce e torna a1 Colosseo ... con
occhi suoi, del XX secolon8(fig. 2). Da considerazioni come queste pub essere sviluppato il seguito della vicenda dei concorsi
romani.
Figura importante del momento, poco
pih giovane dei precedenti e quasi sulla loro scia &, in ogni caso, Mario De Renzi. Nel
1926 anche a lui - cosi come I'anno prima
ad Aschieri per lo sbocco di ponte Vittorio
su Borgo S. Spirito - si deve I'esplorazione
del tema dell'organizzazione gerarchica dei
volumi degli edifici con tre grandi partizioni orizzontali (basamento, zona intermedia
per le aule con finestre a nastro verticali, coronamento), in base a un criterio rornano tipic0 dal Rinascimento in poi, applicato a
una piccola scuola di quartiere e che si ri-
p
p
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p
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Roma 1921-43. I ronrorsi dz arrhitettura
Fig. 2 -A. Limongelli. Sjnge a El-Ghiza, Egitto,
1720-27.Avvii del ripensamento dell'architettura
a n t k in&nzione delh contempomneitri, gli studi
di Limongelli sui forti contrasti di luci e ombre e di
p n d i volumi diversi saranno un riferimento continuo e simbolo di una possibile '21tranmodernit2
architettonicaper tutto ilperiodo.
Fig. 3 - M. De Renzi, G. Wittinch. Scuola a villa Lancellotti. Prospettiva, 1926. Insieme a Limongelli e Aschieri, De Renzi avvia rijlessioni sue
sull'architettura nuova, 'hltra" da quella dell'Astrattismo, in questo caso afiontando i f tema delle gerarchie in alzato degli edifici specialistici.
veleri centrale in tutt'altri casi nel period0
successivo9 (fig. 3).
Guardando a1 concorso per le terme Littorie del 1926, se si confrontano i progetti di
Duilio Torres e Oscar Prati (fgg. 4, 5)con
quelli di poco successivi per il concorso internazionale del 1929 per il palazzo dei So-
!
murature piene, ambedue i progettisti utilizzarono finestre a nastro a segnate in orizzontale la curva del prospetto dell'edificio; in
particolare nel progetto di Aschieri a questo
era sovrapposto una sorta di grattacielo orizzontale a pettine: un altro tema ricorrente
dell'intero periodo, mutuato da realizzazioni statunitensi (a Chicago e New York della fine del XIX e dell'inizio del XX secolo e
a Los Angeles degli anni Venti sempre del
XX secolo), affrontato sia in alcuni disegni
di fantasia dallo stesso Limongelli sia da De
Renzi sempre a Roma in un complesso di
edifici realizzatiI3 (jgg. 7-9).Ma su questo
torneremo in chiusura.
Nel medesimo quadro, tutto cambib radicalmente nel 1929. A ridosso della firma
dei Patti Lateranensi tra Italia e Santa Sede
1'1 1 febbraio, il24 marzo successivo Mussolini b a n d il plebiscito per I'elezione della
prima Camera del regime e per ottenere il
consenso definitivo del paese. Fu il momento della piena legittimazione e dell'awio di
una politica culturale ampia da parte del Partito Nazionale Fascista, attuata anche col
creare un apparato complesso di istituzioni
che facilitassero I'esame e I'appropriazione
selettiva di idee straniere in tanti campi14.In
architettura, fu il tempo della precisazione di
una Vera e propria panoplia di modelli cui
ispirare le realizzazioni future. L'anno dopo,
nel 1930, Marcello Piacentini pubblicb la
sua Architetturd dbggi: raccolta ufficiale di
fabbriche contemporanee in parte anche alI'estero, da assumere quasi come idealiI5.Nel
riprendere un suo precedente importante
saggio del 192 1 sull'intera situazione internazionale, a lui chiara giB allorai6,Piacentini per prima cosa indicava - in anticipo di sei
anni rispetto alla traccia assai diversa del fenomeno delineata da Nikolaus Pevsner in
Pioneers o f the Modern Movement - gli esponenti di un certo tip0 di modernith che, a
partire da Wagner e Josef Hoffmann in Austria, Behrens, Messel e Ludwig Hoffmann
Roma 1921-43.I concorsi di arcbitettura
Fig. 7-A. Limongelli, G. Boni P a h de& Corporazionifaciste a via Ettorio Veneto. Propetto, 192%
Face orizzontd d'intomo e mattoni articobno b concretezza del volumepieno, con I'me di simmetvid indi&m
ah un sitema di a~hettz'e lesene a tutte un corpo superiore awetrato che media il raccorah col
cielo insieme alle statue d~coronamentopi& in avanti.
Fig. 8 - I? Aschieri, L. Ciarrocchi, M . De Renzi,
M . Marchi, C. Vetriani, G. Wittinch. Palazzo
delle Corporazioni faciste a via Kttorio Veneto.
Prospettiva, 1927. Un volume curvo confarrp orizzontali di mattoni e intonaco su piani diversi, e altri volumi a pettine sovrapposti a formare una specie di grattacielo orizzontale.
Fig. 9 - E. Mendelsohn. Chernnitz. Magazzini
Schocken, 1928-29. Q u a i gotico d bltralpe, ilprospetto in curva 2 giocato, t
mkfinestre a m t r o continue e le supe6cipiene delle murature, tutto su un
unico piano verticale.
in Germania, Plumet in Francia, Berlage in
Olanda, D'Aronco, Gaetano Moretti, Sommaruga e Magni in Italia, fino agli autori
statunitensi di grattacieli via via trasformati2 si in altro dai semplici parallelepipedi con or2 dini architettonici giganteschi della fine del
z XIX
secolo, a seguito della Prima guerra
mondiale avrebbero portato a esiti diversiI7.
Poi, considerava che dopo questi personaggi
- e, appunto, il conflitto - I'industria edilizia s'era ritrovata rinnovata e meccanizzata e
soprattutto "i bisogni dell'uomo - spirituali
e materiali" - erano cambiati radicalmente.
A cib si erano aggiunte la sostituzione dei materiali naturdi con quelli artificidi, la facilith
dei trasporti e soprattutto lo sviluppo del cemento armato e l'organizzazione
meccanica
dei cantieri, che avevano determinato una
generale universalith di metodi e di apparenze. In tutto questo, il fenomeno del "grande
urbanismo" - come lui stesso rimarcava era diventato I'unica Vera guida dell'architettura, considerato che le realizzazioni pih significative del momento nascevano "lungo
una strada o intorno a una piazza con carattere collettivo ed unitario"18. Con una posizione critica analoga a quella contemporanea
di Margherita Sarfatti per le altre arti figurative e identica a quella che di li a poco sarebbe
stata in fondo anche di critici come Lionello Venturi e - ma solo nel dopoguerra - Mario De Micheli, per I'architettura Piacentini
indicava i limiti delle tindenze rivoluzionarie hnzionaliste del tempo suo facenti capo
ai formalisti russi e sopratutto a Le Corbusier,
col sottolinearne il tecnicismo e I'idealismo
esasperati, I'internazionalismo a tutti i costi
privo di contatti con la realth dei luoghi e dei
diversi modi di vita dei singoli paesi delI'Occidente19. In alternativa concreta a tali
tendenze, in Germania sottolineava le opere
di Hoger, Becker, Bonatz, Farenkamp, Mendelsohn, Polzig e Mies van der Rohe (il progetto di villa di mattoni del 1923 e il padi&one all'Esposizione di Barcellona del
1929)", in Francia di Auguste Perret, Garnier e Mallet-Stevens, negli Stati Uniti di
Hood e Hovart, in Svezia di Boberg, Ostberg, Bergsten, Asplund e Liljeqvist, in Olanda - per Piacentini la patria della Vera architettura moderna del momento - di Oud,
Brinkmann, de Klerk e soprattutto Dudok
(in particolare le sue varie opere nella nuova
cittadina di Hilversum), che additava come
veri e propri maestri di un modernism0 rivolto alle esigenze concrete della vita, non alI'utopia rivoluzionaria dell'uomo come macchina2' (jg.10).Su una traccia cosi delineata, egli in conclusione forniva una panoramica sintetica - pih con un elenco di nomi
e immagini che col testo - delle migliori realizzazioni italiane, principalmente romane e
milanesi, col lasciare a Plinio Marconi il compito di tracciare con maggiore ampiezza la situazione generale della penisola sulle pagine
di ((Architetturae Arti Decorative))dell'anno
succes~ivo~~.
In contemporanea con tutto cib
- vero e proprio programma culturale oltre
che figurativo - di li a poco fu anche il momento della trasformazione della rivista in
questione, fondata a suo tempo dall'Associazione Artistica per i Cultori di Architettura
di Roma (1'AACAr) e ancora con idee del secolo precedente, nell'omologa ccArchitettura))
diretta dal medesimo Piacentini. In tutt'Italia h il tempo dell'awio delle grandi opere
pubbliche da allora in poi realizzate in gran
numero direttamente, ma tante anche per
concor~o~~.
A Roma, dopo la pubblicazione nel193 1
del nuovo piano regolatore, tra il 1932 e il
1940 furono esperiti trentacinque gruppi di
concorsi: nove in pih rispetto ai ventisei del
period0 precedente. Come gih accennato, a
tutti parteciparono nel complesso circa trecento professionisti. E anche nelle ampiezze
di questi numeri che si coglie una ulteriore
modernith, visto che cib che ne scaturi contribui a realizzare una citth completamente
rinnovata, a trasformarne profondamente la
Piero Spagnesi
struttura e tante delle fattezze frutto anche
solo del passato r e ~ e n t eSchematizzando
~~.
a
posteriori, nell'insieme del second0 period0
k anche possibile individuare alcune tendenze guida nei frutti di questi concorsi, fatta comunque salva ed esclusa - in ogni caso
- quella pih nota delle eccezioni sporadiche
frutto delle avanguardie storiche. Sulla base
dele stesse definizioni di Piacentini del 1930,
una prima tendenza pub essere detta modernista concreta, rilegata in vario mod0 al
passato dei luoghi, ai loro materiali, alla loro vita contemporanea e volutamente ignara delle astrazioni tecniciste d'oltralpe di
poco precedenti e ~ontemporanee~~.
Una seconda tendenza pub essere definita come altrettanto concreta, ma a sua volta con modi
per cosi dire espressionisti: modi perb non
tanto germanici - come, appunto, per esempio quelli di Mendelsohn, con ampie e lisce
svetrature per spazi e luci quasi da cattedrale gotica - ma affrancati dalle pagine delle varie Bauformen del period^^^ e - potremmo
dire oggi - privi di componenti oniriche
ignare delle leggi della statica, in generale
quasi ad quadratum e con un senso delle
proporzioni, dei volumi, dei ritmi e un impiego dei materiali alternativi a quelli urgermanish, in fondo percepiti quasi come i "todeschi" di vasariana memoria. Tra i progetti
per i concorsi successivi al 1930, rimandano
a queste due tendenze generali, tra le tante,
le proposte di Samoni e di Wittinch del
1933 per gli uffici postali e telegafici rispettivamente ai quartieri Appio e MilvioMazzini. Da ambedue era affrontato in tal
senso il tema dell'angolo di un isolato, col rinunciare a priori ad apparati
decorativi di so..
vrastruttura e utilizzare solo superfici piane.
Poi, dal primo con l'impiegare un basamento alto, vuoto solo in apparenza e con i saloni per il pubblico disimpegnati da un ingresso sullo spigolo che evidenziava in maniera particolare I'intersezione tra i due corpi di fabbrica rettilinei dell'edificio. Dall'al&
,11.11
Fig
is-
- Hiluersum.
Dudoh Municrpio,
delh ino1928-30. per piacentini, il
dernith concreta: 'hltra" da quella dellxstrattismo e del Costruttivismo dJOltralpe.
A
u
Roma 1921-43. I concorsi di architettura
Fig. 11 - G. Wittinch. U$ciopostale e telegrajco a1
quartiere Milvio. Prospettiva, 1933. I colpi di fibbrica perpendicolari e la towe in angob - due costanti di tante architetture italiane delperiodo - rimandzno a soluzioni olandesi contemporanee, a bro volta riferite a/ palazzo Stoclet a Bruxelles di j.
Hofiann e alla borsa di Amsterdzm di H. I? Berlage.
tro col proporre - sulla scia di realizzazioni
della ~ c u o l adi Amsterdam a loro volta a
partire da Berlage - una torre prismatica di
raccordo tra due ali continue, gerarchizzate
da un piano seminterrato, uno rialzato a
36 1
Fig. 12 - Parigi. A. Loos. Casa per %tan Tmra,
1925-26. Umfessura werticale unisce i livelli divwsi
delprospetto di questo complesso tipo edilizio - una
casaper appartamenti - tra i maggioripunti di riferimento della cultura arcbitettonica milanese.
Fig. 13 -A. Ktellozzi, M. Cdctellazzi. Roma. Pretura a1 quartiere Appio. Pianta eprospetto, 1934. I1
tip0 cinquecentesco delpakzzzo Famese applicato a
un ediJicioper ufici.
doppia altezza (quasi un piano nobile) e due
piani pih bassi per uffici2' (fig. 11).
E perb anche vero che su questo s'innestava anche altro, complice a un live110 diverso lo stretto rapporto culturale tra Roma
e Milano: P altro importante luogo d'azione di Mussolini a1 tempo dell'awio dei Fasci di combattimento e%opo28.In architettura, il rapporto in questione fu forse alla
base dell'affermazione in questo momento
di varie figure importanti di milanesi: tra
questi, di Annibale Vitellozzi e Giuseppe
Vaccaro oltre che, non ultimi, Giovanni
Muzio (1893- 1982) e in particolare I'allievo di Adolf Loos Giuseppe De Finetti
(1892-1952). Questo non a caso di li a poco fu citato proprio sulle pagine della rivista c(Architettura))come esponente esemla re del "sincretismo meditato e consapevole del tempo"29.
A proposito del concorso romano del
1934 per il palazzo della Pretura a1 quartiere Appio, proprio questo clima milanese potrebbe spiegare perch6 il progetto di
Vitellozzi e Castellazzi rimandi in qualche
mod0 a un organism0 altro, ma ~alesemente affine: la casa di Loos per Tristan
Tzara a Parigi, del 1925-26. Diverse solo in
dettagli d'impostazione, questa e il palazzo
pubblico per Roma al fondo erano frutto di
un medesimo atteggiamento di continuiti
verso il passato. Perch6 la prima dava corpo a riflessioni dell'architetto viennese sul
tip0 pih comune, a Parigi, di casa per abitazione con magazzini a1 piano terra, mezzanino con appartamenti d'affitto e appartamento del proprietario su pih piani, il
tutto rilegato in facciata da un'unica fenditura verticale: ancora quasi un solo piano nobile (fig. 12). Mentre nel progetto
Piero Spagnesi
per Roma, a partire owiamente da un trascorso diverso ma analogamente vivo, una
fenditura simile riuniva i piani uguali degli uffici in una cosa sola e a110 stesso tempo era in qualche mod0 funzionale a una
riflessione ampia sull'organismo dell'edificio per uffici condotta a partire dal palazzo Farnese inteso come un palazzo tip0
(a simmetria centrale con cortile e un'ampia loggia aperta sul r e t r ~ ) ~(fg.
' 13).
Sempre a proposito della tradizione italica alternativa a un pih conosciuto mod0
urgermanish, un'interpretazione per due
strade parallele di una grande sala per spettacoli a1 coperto & nei progetti per I 'auditor i u m a via dei Trionfi, pubblicati nel 1935,
di Cancellotti e Scalpelli e di Vietti. Soprattutto in quest'ultimo, a1 posto di massicci westwerk-westbau o dell'esibizione di
esasperazioni tecnologiche, come di nuovo
- sempre per esempio - per il palazzo dei
Soviet, il suo semplice guscio estradossato di
copertura era pensato per dividersi in lunghezza e aprire la cavea verso il paesaggio alla maniera dell'AntichitB (greca, non romana), in questo caso verso la prospettiva
della via dei Trionfi e lo sfondo del Colosseo31 (fig.14, 1 3 .
In tutto cib, il concorso per il palazzo del
Littorio a via dei Fori Imperiali fu bandito
nel 1934 nell'ambito soprattutto del fermento culturale, politico e militare della
preparazione della guerra contro 1'Etiopia.
Questo concorso fu un episodio cardine
perch6 - come affermb Marcello Piacentini nel volume che raccoglieva tutti i progetti presentati - testimonib I'esistenza di
un vero e proprio "nuovo stile littorio" delI'architettura del tempo, ormai una realti
viva e consolidata: in fondo quasi un modo culturale radicalmente diverso dal passato piuttosto che solo un ordine architettonico, uno stile nuovo per le forme degli
e d i f i ~ iI1
~ volume
~.
fu pubblicato a giugno
1936, a ridosso della proclamazione del-
Roma 1921-43. I concorsi di architettura
1'Impero il 9 maggio precedente, a1 termine di una campagna militare nel corno &Africa tanto rapida quanto, a1 fondo, anche
~ ~quella
.
sede divulgatimolto f ~ r t u n a t aIn
va di questo particolare concorso i diversi
modi di fattezze individuati sopra a posteriori e a partire da eventi sparsi apparvero
in chiaro, e non a caso furono raccolti in
una sorta di apposito manuale per un pubblico di addetti il pih vasto possibile. I1 libro era costruito per dare spazio a ogni
possibile sfaccettatura della nuova tendenza - in fondo giB auspicata da Piacentini nel
1930 - non per additare una figurazione
Fig. 14 - G. Cancellotti, A. Scalpelli Roma. Auditorium a uia dei Trionfi Plastico, 1935. Unprisma trapezioper un'unica cauea coperta, scauato ah
sottili$nestre a nastro.
Fig. 15 - L. Vietti. Roma. Auditorium a uia dei
Trionfi Plastico dell'edif;cioaperto verso il Colosseo,
1935. La copertura legera si divide lungo l h s e
longitudinaleper aprire la cauea alpaesaggio come
in un teatro greco antico.
2
i-.
5
2
Fig. 16 - E. Del Debbio, A. Foschini, I/:Ballio Morpurgo. Palazzo del Littorio a via dei Fori Imperiali, progetto selezionato a1 concorso di 1 " grado. Prospettiva, 1936 I1 corpo di fabbrica principale, gerarchizzato in facciata, serve da quinta rettilinea a1 Colosseo e a palazzo Enezia ai due capi della via e, a
destra, all'abside semicircohre della Basilica di Massenzio.
particolare come unico esempio ed esponeva dal progetto del vincitore ai pih irrisolti col prescindere dal loro valore e dal fatto che il curatore dell'opera - e per lui il duce - li condividesse. Da tutto questo materiale - & noto - risultava l'attivith dei pih
giovani in relazione a quanto gih awenuto
soprattutto in Francia e Germania a1 seguito delle avanpardie s t ~ r i c h eMa
~ ~ .appariva in chiaro anche un'ulteriore tendenza
fondamentale del perio'do oltre a quelle accennate, sintetizzata dall'operato del gruppo Del Debbio, Foschini e Ballio Morpurgo35($g. 16). Di maniere solo in apparenza ancora ottocentesche, costoro organizzarono il palazzo del Littorio a partire da un
volume unico chiuso verso I'esterno e con
disattenzione voluta verso la modellazione
esasperata dei pieni invece tipica dei progetti pih orientati verso la modernit&astrattista. La sintesi finale era comunque diversa da quelle del secolo precedente perch6 essi - qui come in altre occasioni - forse va-
lutarono che la modernid non poteva essere
intesa solo come accettazione indiscussa di
rigide ideologie per nuovi stili di forme
avulse dalla realth; ma avrebbe dovuto comunque essere rilegata a questa, al suo passat0 e alle ferree regole del costruire, oltre
che alle dimensioni e ai modi di vita nuovi
del presente. Cosi che in questo caso, nonostante le richieste esplicite del bando,
una nuova emergenza architettonica lungo
un percorso giB denso di eccezionalith, la
nuova via dei Fori Imperiali, forse in fondo
non serviva e per delimitare il Colosseo a
sfondo da piazza Venezia essi scelsero figure elementari per una quinta rettilinea gerarchizzata in facciata da piani diversi: quasi solo un support0 alla varieth estrema di
rotondith, aperture e piani della zona absidale della Basilica di Massenzio sul lato opposto della strada e al Colosseo e al palazzo Venezia ai suoi due estremi. Per un conf r o n t ~immediato con altri progetti della
medesima tendenza, per esempio la propo-
Piero Spagnesi
364
.
sta di Vaccaro agiva su tutt'altra linea, a
creare un ennesimo polo qui con tangenze
con un'idea di nuovo di Loos per un albergo agli C h a m p s - ~ l ~ s kae sParigi, del 1924.
A prescindere dall'articolazione dei volumi esterni, quasi identici, il tema di fondo
di ambedue questi progetti era infatti l'organizzazione di un edificio importante a
partire da una grande sala interna risolta in
entrambi con uno stesso spazio semicircolare: I'arenrgario per il palazzo del Littorio e
~f
~ig
17,
.
il foyer per l'albergo f r a n c e ~ e(
18). A loro volta i progetti dei veneti Del
Giudice, Errera e Folin, dell'udinese Aloisio, di Artoni e Montanini e ancora di Samonh mostravano adesioni nette all'espressionismo a d quadraturn individuato
sopra3' (fig
19,20),
. a dare corpo a un insieme di architetti che in qualche mod0
potrebbero essersi misurati con gli esiti del
concorso del 1916 per la casa dell'amicizia
a Costantinopoli di Hans Polzig o con la
sua caserma dei vigili a Berlino pubblicata
da Piacentini nel 192 I , ambedue rigati da
fitte paraste in mattoni che articolavano
un volume pi en^^^ (fig.21);con i progetti
dei fratelli Hans e Wassili Luckhardt per un
palazzo scavato in curva sull'Alexanderplatz
a Berlino, del 1920 (fig.22); e con quelli
ancora di Mendelsohn per il palazzo con
volumi sfuggenti e lunghe finestre a nastro
per la Federazione metallurgica tedesca
sempre a Berlino, del 1929-30 (fig.23):
autori, opere e soprattutto idee di concretezza - oltre che di modernit; - additati da
Piacentini come esemplari, appunto, giB
nel 1921 e poi nel 1930 e nel 1936 ormai
ampiamente noti se non per esperienza diretta quantomeno ddle illustrazioni delle
maggiori pubblicazioni del periodo.
Due anni dopo la divulgazione degli esiti cosi variegati per il palazzo del Littorio e
proprio nella scia dei modi individuati allora, nel 1938 Aschieri, Bernardini e Peressutti pensarono insieme il palazzo dei
Roma 1921-43. I concorsi di architettura
Fig. 17 - G. Vaccaro. Roma. Palazzo del Littorio
in via dei Fori Imperiali. Progetto selezionato a1
concorso d i I " grado. Pidntd, 1736 L'articolazione dell'edz5cio in pianta e alzato 2finzionale alla convessith dell'abside della Basilica di Massenzio sul lato opposto della strada.
Fig. 18 - A. Loos. Progetto per un albergo agli
champs-~lys~es
a Parigi. Pianta, 1924.
Fig. 19 - B. Del Giudice, G. Errera, A. Folin. Palazzo del Littorio i n via dei Fori Imperiali. Progetto selezionato a1 concorso di I "grado. Plastico,
1736 Un altro modo, con unprospetto scavato alla maniera espressionista tedesca, d i guardare all'imponente rovina romana antica i n rnattoni
sull'altro lato della strada.
365
-
Fig. 20 - 0.Aloisio. Palazzo del Littorio in via dei
Fori hperiali. Progetto del concorso di I " grado.
Phtico, 1936 I rnattonipih e meno arretrati e le
luci e ombre che ne derivano segnano il volume del
corpo di fabbrica pih alto, incurvatoper accogliere
la torre dei Conti in corrispondenm dell'intersezione con via Cauour.
Fig. 21 - H. Polzig. Berlino. Progettoper la caserma dei Kgili. Prospetto, 1921. Tra i referentipih
signzJicativi delh modernit2 drchitettonica alternatiua a/ Costruttivismo e allXstrattismo, Poelzig
utilizza tipi di volumi, di q a z i e difigurazioni in
rnaniera altra dalpassato: qui riguardando a11Xnfiteatro Flduio e in generale alle tecniche costruttiue romane antiche.
0
Fig. 22 - Berlino. H,e W Luckhardt. P a h o sul/Xkxanderphtz, 1920.
Ricevimenti e Congressi all'E42, qui in
fondo con lo stesso spirit0 di Limongelli di
dieci anni prima, di organizzazione gerar-
chica dei grandi volumi, di contrasti tra
superfici diverse e di evidenza delle leggi
della statica e dei materiali. Questi, infatti, nel 1926 aveva partecipato a1 concorso
per il palazzo della SocietB delle Nazioni a
G i n e ~ r a per
~ ~ ;I'occasione aveva elaborato
un monument0 per i tempi moderni analogo all'antico Colosseo da lui tanto vagliato criticamente: un grandioso templurn
etrusco-italic0 finalizzato agli imponenti
riti laici del periodo, dovele ombre del
corpo cilindrico della sala maggiore e le
rotonditi dei relativi ritti verticali contrastavano volutamente con la trabeazione
orizzontale coronata da sculture di raccordo col cielo e con i piani retti del resto dell'edificio (jgg.24,25).
Sempre del 1938 erano gli esiti del concorso per il minister0 dell'Africa italiana a
viale Aventino - uno dei ministeri di tip0
nuovo40- e di un altro importante concorso ancora per I'E42. Tale era quello per una
piazza Imperiale bandito poco prima della
proclamazione dell'impero fascista, in contemporanea con i grandi scavi archeologici
dei Fori e I'awio degli studi di ricostruzione della citti romana antica da parte di Italo Gismondi (fig. 26).I1 tutto aweniva nello stesso momento della celebrazione dei
nuovi territori appena conquistati oltremare attraverso la grande Mostra Augustea della Romanita. inaueurata il 2 3 settembre
gruppo ~ r u s aCancellotti,
,
Montuori, Scal~ e l lei ~ e r f i n o- anche se con risultati meno riusciti - del gruppo Berardi e Gamberini. A partire dallo schema planimetrico
degli antichi Fori comunemente accettato,
praticamente tutti pensarono a un g a n d e
rettangolo recintato da portici bassi sui lati maggiori e con importanti edifici specia-
Piero Spagnesi
listici (un cinema-teatro - moderna basilica - e un atrio d'ingesso) sui minori, attraversato sull'asse trasversale e a una quo-
ta pih bassa da un grande percorso di trans i t ~per la citth. In particolare nel progetto
di Moretti questa direzione trasversale era
Fig. 23 - E. Men&Lohn. Berlino. P a l a m &lh Federazione metallurgica, 1929-30.
Fig. 26 - I. Gismondi Ricostruzione dei Fori Imperiali a Roma. Planimetrid, 1933.
Fig. 24 - A Limongelli. Ginevra. P a l a m delh Societk delle Nazioni. Prospettiva, 1926. Un tern~lum
etrwco-italic0 in curua e con ombreforti, che
c o n m t a con ilproprio alto baamento e le pareti
piene rettilinee ai lati
Fig. 27 - L. Moretti. Piazza Imperiak allE42.
Planimetria, 1938. Apartire dallo schema dei Fori lmperiali appena scauati, con un cinema-teatro e
un ingressso sullhsse longitudinale, la pidzza nuova
ha i margini piegati ed evidenzia I'me trauersak.
Fig. 25 - I? Aschieri, D. Bernardini, G. Peressutti.
Roma. P a b m dei Ricevimenti e dei Congressi allE42. Progetto del concorso di I "grddo. Prospettiua, 1938. Un apparentegrande volume unico, scornposto dapiedritti tra$gurati in vere eproprie b t r e
e in altre supeijfici piane, raccordato al cielo con un
ulteriore piano orizzontak sottile organimto gerarchicamente su pi& liuelli
Fig. 28 - L. Brusa, G. Cancellotti,A. Scalpelh. Roma. Nuova sede dell'lstituto Nazionak Facista di
Preuidenza Sociale a viale Pinturicchio. Prospeniua, 1939. Corpi difabbrica rettilinei con prospetti gerarchicamente organizzati circoscrivono una
piazza rettangola tangente a uno deipercorsi maggiori del tridente nell'ansa del Evere avanti al Foro Mussolini e$no alla via Flaminia.
Roma 1921-43.I concorsi di architettura
367
a1 primo, piani ulteriori uguali e un ampio
esaltata dai portici sui lati lunghi piegati
n t 28).
e ~ ~
cornicione ~ ~ o r ~ e(fig.
227).
verso I'esterno41 (fig.
Nel 1939, insieme all'importante polo
A rimarcare in ogni
caso le tante moderniti dell'intero lasso temporale, conspecialistico esterno degli Istituti di prevenil discorso la competizione per un
zione
e
pena
a
Rebibbia
lungo
la
via
Tiburclude
2
3 tina, fu pensata un'altra piazza nuova in ocgrande ospedale per la Marina militare,
bandito nel 1937 e pubblicato nel 1940 in
casione del concorso per il palazzo dell'lsticoncomitanza con gli esiti per un ulteriotuto Nazionale Fascista di Previdenza Sore
grande polo specialistico per uffici: il
ciale, sul lato del Tevere opposto a1 Foro
Mussolini di fronte a ponte Duca d ' A ~ s t a ~ ~ . nuovo ministero degli Esteri alla Passeggiata A r ~ h e o l o ~ i c Oltre
a ~ ~ . che nelle figuDiversa e pih piccola della piazza Imperiale,
razioni, ancora una volta I'interesse di amessa riprendeva lo schema di forum tipico
bedue i casi era nella loro novitB tipologidelle cittB romane antiche di tip0 etrusco-itaca nell'ambito del panorama italiano e allico - utilizzato ampiamente giB nel Rinalo stesso tempo nel loro legame col passascimento - in tutti i progetti presentati poto. Non k ancora dato sapere se I'ospedale
sto tangente a uno dei percorsi fondamentali
avrebbe
dovuto essere realizzato a Roma,
del tridente formato dalle attuali viale del Vivisto che i relativi progetti furono resi nopols, via Guido Reni e viale Pinturicchio a
ti senza indicarne la localizzazione, verosipartire da piazza Gentile da Fabriano. In
milmente per gli o w i motivi di sicurezza
particolare nella soluzione del gruppo Brudovuti all'awio imminente della guerra.
sa, Cancellotti e Scalpelli la piazza in queEta comunque a Roma, nel ministero reastione era delimitata da edifici per uffici a
lizzato dal 19 19 a1 1928 da Giulio Magni
corpo doppio o triplo su tre lati, a indivitra la via Flaminia e il Lungotevere, che
duarne le quinte con facciate ancora una
awenivano
tutte le scelte relative all'arma
volta organizzate gerarchicamente a partire
navale: la "grande Marina" voluta da Musda un portico al piano terra, un piano nobile
'
Fig. 29 - C. Valle. C e n m ospeahliero della Regia Marina. Prospettiva, 1940. I tre corpi difabbrica dei servizi d'accoglienza e degli ufici racchiudono una p i a m quadra d'ingresso e servono du snodo per i volumi a
pettine delle sale di degenza.
Piero Spagnesi
solini in opposizione a quells francese, cosi importante nei conflitti del tempo e sviluppata anch'essa soprattutto dal febbraio
1929 in poi; in particolare quando il genovese Domenico Cavagnari - sottosegretario di stato e ammiraglio - ne fu il capo
di stato maggiore tra 1'8 novembre 1933 e
1'8 dicembre 194045.Tra i vari progetti
pubblicati dalla rivista c(Architetturan, tanto in quello vincitore di Ettore Rossi, prossimo ai rnodi della Bauhaus a Dessau di
Walter Gropius, quanto in quello a1 terzo
posto del romano Cesare Valle, erano comunque evidenti tutti i nuovi criteri dell'ospedale moderno, ormai noti a1 grande
pubblico anche grazie ad alcuni contemporanei articoli di Giulio R o i ~ e c c o Per
~~.
un confront0 utile, indice pih generale di
un sentire comune nel medesimo campo
rinnovato anche altrove, vale la pena ricordare che sempre nel 1940 fu awiato un
altro importante complesso analogo negli
~
~
~
~
i
~
~
i
~
i
:
lariva Marina, progettato nel 1938 vicino
all'Accademia navale di Annapolis. Come
per quello americano, anche tutti i progetti per I'ospedale italiano concentravano
in un solo grande edificio variamente articolato in pih ali i vari reparti e le singole
funzioni, con la distinzione netta interna
tra i percorsi dello 'sporco' e del 'pulito':
una scelta distributiva fondamentale e radicalmente nuova. Perch6 sostituiva gli
schemi ancora della fine del XIX secolo su
grandi padiglioni isolati, come per l'ospedale militare Celio di Rorna (dal 1891 in
poi) e per quello di Torino (dal 19 14), e
ancora a Roma per il policlinico Umberto
I di Giulio Podesti (dal 1896) e in parte di
Gustavo Giovannoni (dal 19 11 in poi)47.
Guardando proprio a1 progetto di Valle
per la Regia Marina k 29)> evidente
anche la modernits figurativa SemPre Per
cosi dire italica di concepire un complesso
simile, in orizzontale e con ~ o c h piani
i
a
'
Roma 1921-43.Iconcor~idr architermra
partire da un corpo di fabbrica maggiore
pih alto e con molte ali laterali basse. A differenza di questo e anche di tutti gli
altri
progetti per il medesimo concorso, il
Bethesda Navy Hospital era invece a par-
Fig. 30 - Maryland (USA). Betbesda Navy Hospital, 1939-40. Ilgrattacielo rnonolitico alli'ngresso
i racc~g~ieiiervi~d~ccog~enzaesewedarichiamo
l ~ ~ ~ h ~ ~ d ~ ~ ~ ~
ne'~aesa~iO.
Fig. 3 I - A. Lirnongelli Studio per un grattacielo
&liam 1 9 2 ~(inc o ~ difnbbnca
o
o n m n t & con
articolazioni a pettine, ripto da face rettilinee di
luci e ornbre, conclwo da unpontone e da statue cbe
servonoda raccordo colcielo.
369
~
i
I
?3
2
tire da un prodotto tipico della cultura architettonica statunitense: una alta torre per
uffici e zona filtro ($g. 30);ciot per un accesso dall'esterno radicalmente differente
da quello di Valle, a sua volta a partire da
una piazza quadrangola chiusa su tre lati da
edifici di solo due e quattro piani.
D'altra parre sul tema del grattacielo sempre Alessandro Limongelli - per tornare alI'awio - aveva gi8 fornito nel 1927 visioni
precise di come intenderlo alla maniera 'italiana', con articolazioni plastiche in orizzontale di pih v01umi~~
(jig 31).In fondo lo stesso
mod0 che proprio Loos e Mendelsohn avevano prefigurato ancora prima e sempre in Europa, dopo i loro viaggi oltre Atlantic0 e la prima guerra mondiale Yig.32),con modellazioni
dei pieni memori di alcune importanti realiz-
zazioni d'oltre oceano a pettine alternative a1 tipo dell'alta torre unica: per esempio il palazzo
della Southwestern Bell Telephone Company
a Saint-Louis, giB indicato da Piacentini nel
1930 come esemplare4'. Le stesse basi di partenza perfino di Frank Lloyd Wright che, in
fondo, aveva ridefinito solo i caratteri di facciata di questo tip0 nel progetto per il palazm
per u&ci della National Life Insurance Company a Chicago, del 1924, mantenendo articolazioni per certi versi analoghe - anche se
con dimensioni statunitensi gigantesche, ma
con le arnpie superfici lisce e le mattonelle di
maiolica celebrate da Piacentini50- a quelle
immaginate dal giovane architetto romano e
poi anche realizzate da Mario De Renzi proprio a Roma, nelle case a pettine di via Andrea
Doria del 1927-3 1 Vig. 33).
Appendice
Elenco dei concorsi
1921-29
Edifici pubblici
Fig. 32 - E. Mendelsohn. Studio per un grattacie-
lo orimntak, 1919.
Fig. 33 - Roma. M. De Renzi. Cdte in via Andrea
Doria angolo via Leone
1927-31 foto de112.).
Un esempio realimto del tip0 apem'nepr&gurato
ah Limongelli e appremto ah Piacentini, applicato a una cma per abitazioni.
370
1921 Istituto Nazionale per I'istruzione professionale.
Ponte in pietra sul Tevere ai Prati di Castello.
Serbatoio d'acqua a villa Urnberto I.
Monurnento ossario ai Caduti Rornani
a1 Verano.
Piazza e stazione ferroviaria a1 colle della Balduina.
Aula consiliare del palazzo Senatorio in
Carnpidoglio.
Sbocco di ponte Vittorio su Borgo S.
Spirito (2" progetto 1930).
Cinque fontane per il Cornune di Roma.
Scuole a Monteverde, S. Onofrio, piazza dlArrni, villa Lancellotti.
Ricongiungirnento dei palazzi del Senato.
Terme Littorie.
Piero Spagnesi
1927 Monument0 ai Caduti della Regia Guardia di Finanza.
- Palazzo delle Corporazioni a via Veneto.
- Edicole funerarie al cimitero Verano.
Edifici per abitazioni
1924 Tipo di casa economica per I'Istituto Romano di Beni Stabili in via G. Savonarola.
1925 Casa alla citti-giardino Aniene per 1'1stituto delle Case Popolari.
- Casa per i dipendenti comunali in piazza d'Armi.
- Casa per i dipendenti comunali tra le
vie Terni e Orvieto.
1927 Case per I'artigianato per I'Istituto Case
Popolari e il Comune di Roma.
1932 Villini a Ostia Lido per la Societi Immobiliare Tirrena.
1933 Quattro uff~cipostali e telegrafici ai
quartieri Aventino, Nornentano, Appio,
Milvio-Mazzini.
- Casa dello Studente alla CittB Universitaria.
- Sistemazione interna della Cassa di Risparmio a corso Umberto.
- Palazzi per le preture ai quartieri Appio,
Aventino, Nomentano.
1934 Quattro vicequesture ai quartieri Appio,
Nomentano, Milvio-Mazzini.
1935 Littoriali d'architettura alla CittB Universitaria.
- Auditorium alla Passeggiata Archeologia.
Ponte sul Tevere avanti al Foro Mussolini.
1936 Palazzo del Littorio a via dei Fori Imperiali (lo).
1937 Sede della Cassa Nazionale per gli addetti al Commercio a piazzale del Colosseo.
- Pretura unificata a via delle Fosse di Castello.
- Palazzo del Littorio a piazza Rauduscolana (2").
1938 Ministero dell'Africa Italiana a viale
Aventino.
- E42: palazzo dei Ricevimenti e dei Con-
Roma 1921-43.1 roncorsi di arrhitettura
1939
-
-
-
1940
-
gressi, palazzo della Civilti Italiana, piazza Imperiale, piazza ed edifici delle Forze Armate.
Edifici degli Istituti di prevenzione e pena a Rebibbia.
Sede dell'Istituto Nazionale Fascista di
Previdenza Sociale a ponte Duca d'Aosta.
Cinque ponti sul Tevere (Flaminio, Capo &Africa, S. Paolo, Magliana, Fiorentini).
E42: palazzo dell'Acqua e della Luce.
Ministero degli Affari Esteri alla Passeggiata Archeologica.
Centro ospedaliero per la Regia Marina.
NOTE
' Per alcune interpretazioni d'insieme recenti del
periodo, inteso in un quadro geografico e temporale
assai piu ampio di quello consueto alla storiografia italiana, valgono per tutti i saggi dell'australiano R. J. B.
Mwsolini. f f n dittatore italiano, (ed. ital.:
BOSWORTH,
ID., Mussolini, London 2002) Milano 2004; ID., L'Italia di Mwsolini 1915-1945, (ed. ital.: ID., Mussolinij Italy: Life under the Fascist Dictatorship, 19151945, London 2005) Milano 2007.
R. DE FELICE,Le intelpretazioni del fascitmo,
Roma-Bari (1969) 19745, pp. 157-166. La biblio& nota: ID., Mussolini il
gafia di base s~ll'ar~omento
rivoluzionario 1883-1920, Torino ( 1 965) 19952; ID.,
Mussolini il fascista. I. La conquista delpotere 19211925, Torino (1966) 19952; ID., Mussolini ilfascista.
II. Lbrganizzazione dello statofascista 1925-1929, Torino (1968) 19952; ID.,Mussolini il duce. I. Gli anni
del consenso 1929-1936, Torino (1974) 19962; ID.,
Mussolini il duce. II. Lo stato totalitario 1936-1940,
Torino (1981) 19962; ID., Mussolini I'alleato. I. L'Italia in guerra 1940-1943, t. I (Dallaguerra breve allaguerra lunga), Torino (1990) 19962;ID., Mussolini l'alleato. II. L'Italia inguerra 1940-1943, t. I1 (Crisi e agonia del regime),Torino (1990) 19962.
Sulle articolazioni della cosiddetta 'modernith
fascista' in relazione alle contemporanee modernith di
Russia, Germania e Stati Uniti e sulla diffusione dei
relativi modelli di base nell'ambito del loro tempo di nuovo da un punto di vista anglosassone ampiamente riconosciuti e valutati - v. R. BEN-GHIAT,La
culturafascista, (ed. ital. agg.: ID., Fascist Modernities.
Italy, 1922-1945, Berkeley-Los Angeles-London
2001) Bologna (200 1) 20042, in particolare pp. 1820, 55-66. All'opposto, sul persistere di chiavi critiche diverse in Italia a proposito delle motivazioni
$
U
4
s
I
sottese alle architetture nuove del temDo - considerate sempre 'antimoderne' - oltre in parte a A. GLARDINA, A. VAUCHEZ,
Il mito di Roma da Carlo Magno
a Mwsolini, Roma-Bari 2000, pp. 212-287, v. anche
E. GENTILE,
Fascismo di oietra. Roma-Bari 2007. Sul
mecenatismo
del duce e i suoi impulsi edificatorii, v.
g
3 I? NICOLOSO,Munolini arcbitetto. Propaganda epae8 saggio urbano nell'Italiafascists, Torino 2008.
Sull'architettura del periodo in Italia, con particolare riguardo a Roma, v. G. Ciucci, Ildibattito sub
~'architetturae le cittd fasciste, in Storia dell'arte italiana, 7. I1 Novecento, Torino 1982, pp. 263-378, in
particolare pp. 314-330; C . DE SETA,Architetti italiani del Novecento, Roma-Bari 1982 (ed. riveduta e
ampliata 19872),pp. 77-132; G. CIUCCI,Gli architetti e ilfascismo. Architettura e cittd. 1922-1744, Torino 1989; C . CREST],Architettura efascitmo, FirenProjlo di architettura italiana
ze 1986; V. FONTANA,
del Novecento, Venezia 1999, pp. 96-1 92; S. SCARROCCHIA,
Albert Speer e Marcello Piacentini. L'architettura deltotalitarismo negli anni trenta, Milano 1999;
F. DALCO, M. MULAZZANI,
Stato e regime, in Storia
dell'architettura italiana. Ilpn'mo Novecento, a cura di
G. Giucci e G. Muratore, Milano 2004, pp. 234-259.
Per altra bibliografia sull'argomento, v. I? N r c o ~ o s o ,
op. cit. alla nota 3, p. XXXI,nota 5. Sulle vicende pih
!generali della capitale in questo periodo, v. V. VIDOTTO, Roma contemporanea, Roma-Bari 2001, pp.
,
pp. 34-82. Per un qua172-223; I? N i c o ~ o s o cit.,
dro eficace della contemvoranea situazione in architettura delle Avanguardie storiche in Europa e nelle
Americhe t sempre valido H.-R. HITCHCOCK,
L'architettura dell'Ottocento e del Novecento, (ed. ital.: ID.,
Architecture: Nineteenth and Twentieth Centuries, Harmondsworth 1958, 1 9 6 P ) Torino 1971, pp. 418556.
Per I'elenco di tutti i concorsi per Roma del per i o d ~v., I'Appendice. Su alcuni di essi, v. gii C. CREST], op. cit, alla nota 4, pp. 145-212. Pih in generde,
cfr. A. MUNTONI,I concorsi di architettura (19251940), in ((Roma moderna e contemporanea,,, II,3,
1994, pp. 653-692; M. CASCLATO,
I concorsi per gli
ed+ci pubblici: 1926-1937, in Storia dell 'architettura italiana ..., cit. alla nota 4, pp. 208-233.
Concorsoper il nuovo ed$cio delfitituto nazionale
per l'istruzione profssionale in Roma, in ((Architettura e Arti Decorative)),2, 1921-22, pp. 189-191; Concorsoper un nuovoponte inpietra sul Tevere a Roma, in
ibidem, pp. 180-188; CINZIO,Un esempio: il concorso per la sistemazione della Balduina, in ivi, 1 , 192324, pp. 19-39; Concorsoper il monumento-ossario dei
Caduti, in ivi, 1, 1922-23, pp. 46-67; C . CECCHELLI,Concorsoper il monument0 ai caduti della R. Guardia di Finanza in Roma, in ivi, vol. 1 (1-2), 1927-28,
pp. 86-90.
R. PAPINI,
Due concorsiaccademici, in aArchitet-
'
tura e Arti Decorativer,l (4), 1926-27, pp. 161-191.
Su uno dei partecipanti al concorso in questione, v.
V. FONTANA,
L'architettura delle Tre Veneziefm le due
guerre; un profile sintetico, in questo volume. La legge istitutiva dell'ONB era del3 aprile 1926. Sulla centralith dell'educazione svortiva nell'ambito del fascismo e sulk connesse riforme dell'istruzione scolastica, v. M. DI DONATO,Storia dell'educazioneJirica e
sportiva. Indirizzifondamentali, Roma (1962) 19983,
pp. 213-215; R. BEN-GHLAT,
op. cit. alla nota 3, pp.
14-16.
Projli di giovani architetti:
C. CECCHELLI,
Alessandro Limongelli, in ((Architettura e Arti
Decorative)), 1 (3-4), 1927-28, pp. 113-131, in
particolare p. 120. A ventidue anni Limongelli,
conseguito il diploma all'Accademia di Belle Arti di
via di Ripetta, vinse il2" premio al Concorso Montiroli
1912 per uno Stabilimento termalepresso unagrande
sorgente di acqua minerale dell'Accademia Nazionale
di S. Luca (P. MARCONI,
A. CIPRIANI,
E. VALERIANI,
I disegni di architettura dell'Archivio storico
dell'Accademia di S. Luca, Roma 1974, vol. I, pp. 5960, nn. 1604-1615). Su di lui (I1 Cairo, 7 luglio
1890 - Tripoli, 26 febbraio 1932), col regesto delle
Ahandro Limongelli, in Tradizione
opere, v. D. SALVI,
e innovazione nell'architettura di Roma Capitale 18701930, a cura di G. Strappa, Roma 1989, pp. 118-120,
Limongelli, Alessandro, sub
139-141; G. FICORILLI,
voce nel Dizionario Biograjco degli Italiani, vol. 65,
Roma 2005, pp. 142-144. Pih in generale, nel
discorso sull'interesse degli architetti tedeschi per
I'antico Oriente, allora un fervid0 campo di lavoro
per tanti, potrebbe rientrare - per esempio, ma credo
non a caso - anche la casa di Peter Behrens per
Theodor Wiegand, I'archeologo di Priene e Pergamo
in Asia Minore, ricordata da P Bucciarelli nel suo
intervento al congress0 (Schmitthenner, Muthesius,
Behrens: lirso progressista'della tradizione, in questo
volume). Su Aschieri (Roma, 26 marzo 1889 - 11
Aschieri, Pietro, sub voce
marzo 1952),v. M. TAFURI,
nel Dizionario Biogra$co degli Italiani, vol. 4, Roma
1962, pp. 375-377; Pietro Aschieri Architetto (18891952), a cura dell'Accademia Nazionale di S. Luca e
della Biblioteca della Facolt; di Architettura
dell'UniversitB di Roma "La Sapienza", Roma 1977;
Guida a ~ larchivi
i
di architettura a Roma e nel Lazio
da Roma capitale alsecondo dopoguerra, a cura di M.
Guccione, D. Pesce, E. Reale, Roma (1999) edizione
aggiornata 20073, p. 71.
I1 concorsoper la sisternazione dello sbocco delponte V Emanuele, in ~Architetturae Arti Decorative)), 1
(4), 1924-25, pp. 170-177; C. VALLE,Concorsoper i
progetti di quattro edrfci scolastici a Roma, in ibidem,
2 (9), 1925-26, pp. 4 13-432; Progetto di ungruppo di
edzjci per il Pio Istituto di S. Spirito in Roma degli architem' Ettorio Morpurgo e Pietro Aschieri, in ivi, 2 (8),
'3
Piero Spagnesi
1929-30, pp. 365-371. Su di lui (Roma, 17 novemDe
bre 1897 - 22 novembre 1967),v. T. CARUNCHIO,
Renzi, Roma 198 1; G. CIUCCI,De Renzi, Mario, sub
voce nel Dizionario Biograjco degli Italiani, vol. 39,
Roma 1991, pp. 109-1 12; M. L. NERI,Mario De
Renzi: lhrchitettura come mestiere. 1877-1967, Roma 1992; Guida ...,cit. alla nota 8, p. 101.
loD. DONGHI,
Manuale dellhrchitetto, 11, 1 (4),
Torino 1930, pp. 627-634.
" B. TAUT,Die Auflosung der Stadte [La dissoluzione della cittd.],ms. pubblicato in F. BORSI,G. K.
KONIG,Architemra dellEspressionirmo,Genova-Paris
1967, tav. X I , fig. 104.
''R. PAPINI,op. cit. alla nota 7, p. 289.
l 3 PL. MARCONI,
Due progetti per il palazzo delle
Corporazioni in Roma, in ((Architettura e Arti Decorative*, 2 (9), 1927-28, pp. 398-405.
l4 R. DE FELICE,
Mussolini il fascista. II. Lbrganizzazione ..., cit. alla nota 2, pp. 437-483; R. BENGHIAT,op. cit, alla nota 3, pp. 24-27.
" M. PIACENTINI,
Architettura d ' o ~ iRoma
,
1930.
Unhltra
Su tutto I'argomento, oggi v. S. BENEDETTI,
Architemre di Marcello Piamodernitd.,in M. PISANI,
centini. Le opere maestre, Roma 2004, pp. 7-17, in
particolare pp. 9- 16.
l 6 M. PIACENTINI,
Il momento architenonico all'estero, in ((Architetturae Arti Decorative)),1, 1921, pp.
32-76.
I' Ibidem, pp. 57-68; ID., op. cit. alla nota 15, pp.
Pioneers of the Modern
16-23. Cfr. N. PEVSNER,
Movement: from William Morris to Walter Gropius,
London 1936 (ed. ital. Milano 1945). noto che il
pih vasto ID., An Outline of European Architecture,
Harmondsworth 1943 (ed. ital. Bari 1959) k ancora successive.
I s M. PIACENTINI,
up. cit. alla nota 15, pp. 23-30.
l 9 Ibidem, pp. 30-34; M. SARFATI,Storia della
pimra moderna, Roma 1930. Le medesime opinioni
Prima Internazionale arerano gii in M. PIACENTINI,
chitettonica, in ~Architetturae Arti Decorative,,, 2
History
(12), 1927-28, pp. 544-562. Cfr. L. VENTURI,
ofArt Criticism, New York 1936, edito in italiano solo dopo la guerra (ID.,Storia a'ella critica d'arte, Firenze
1945, 19643, pp. 323-324): ma proprio Venturi era
stato autore dells voce Critica d'irte, in Enciclopedia
italiana (vol. X I , 1931, pp. 98 1-984), gii con la stessa idea di fondo. Cosi come la medesima linea - ma
con presupposti ideologici assai diversi - P in M. DE
MICHELI,Le avanguardie artistiche del Novecento,
(1959) Milano (19662) ed. riveduta e ampliata 1988'O,
pp. 266-285. Per una valutazione d'insieme pih distaccata della critica italiana della fine degli anni Venti al modello di moderniti della Russia sovietica, ogop. cit. alla nota 3, pp. 56-58.
gi v. R. BEN-GHLAT,
O' Per la Gerrnania. Walter Gro~ius
k menzionato
appena e solo per la sua casa all'esposizione di Stoc-
Roma 1921-43. 1 concorsi di architettura
op. cit. alla nota 15,
carda del 1927: M. PIACENTINI,
pp. 37, 67.
Ibidem, pp. 40-46, 52-54.
'' PL. MARCONI,I recenti sviluppi dellhrchitettura
italiana in rapport0 alle loro origini, in ~Architettura
w
e Arti Decorative)), 1 (4), 1931, pp. 761-816.
23 Cfr. G. CIUCCI,
Il dibattito ..., cit. alla nota 4,
pp. 348-36 1, 373-378.
5
24 Cfr. V. FONTANA,
op. cit. alla nota 4, pp. 13915 1. Per il quadro complessivo delle realizzazioni in
citti dalla fine dell'Ottocento in poi P sempre valido
M. PIACENTINI
(con F. GUIDI),Le vicende edilizie di
Roma dal1870 ad o g i , Roma s. d. (ma 1952) e - a
parziale integrazione - F. SAPORI,
Architettura in Roma 1701-1750, Roma 1953. Per alcune ricostruzioni del periodo e per schede cronologiche e bibliograRoma mofia di alcune delle opere, v. I. INSOLERA,
a'erna. Un secolo di storia urbanistica, Torino 1962, pp.
Economia dellhrchitettura in
104-173; V. VANNELLI,
Roma
Roma fascista, Roma 198 1; V. FRATICELLI,
1914-1727. La cittri egli architetti tra laguewa e il Fascism~,Roma 1982; I? 0.Ross1 (con I. Gatti), Roma.
GuidSl all'architemra moderna 1707-2000, RomaBari (1984) 20003.
25 Cfr. M. PIACENTINI,
op. cit. alla nota 15, pp.
60-63.
26 Cfr. C. CECCHELLI,
op. cit. alla nota 8, p. 124.
'' G. MINNUCCI,Concorso nazionale per p a k i
postali di Roma, in ~Architettura)),X , ottobre 1933,
pp. 603-626; Altri progetti del concorso postali di Roma, in ibidem, I, gennaio 1934, pp. 19-24. Sugli uffici postali italiani al tempo di questi concorsi, v. D.
DONGHI,op. cit. alla nota 10,II, 1 (I), Torino 1925,
pp. 1019-1068.
R. DE FELICE,
Mussolini ilrivoluzionario ..., cit.
alla nota 2, pp. 4 19-544. Cfr. G. C I ~ C C op.
I , cit. alla nota 4, pp. 300-314; C. DE SETA,op. cit. alla noop. cit. alla nota 3, pp. 20-25. Ma
ta 4; l? NICOLOSO,
un discorso ampio e circostanziato sui principali centri architettonici del oeriodo ancora manca. Dovrebbe comprendere, oltre a Roma e Milano, per prime
Firenze, Napoli, Bari e Palermo; e poi - in ordine
sparso -Torino, Bergamo, Brescia, Novara, Bolzano,
Udine, Genova, Livorno, Forli (capoluogo della provincia emiliana di Predappio, paese natale di Mussolini), Parma, Venezia, Trieste e Pisa: v. M. PIACENTINI,Architettura ..., cit. dla nota 14, pp. 57-59; P. NIC O L O S cit.,
~ , pp. 257-262.
29 B. MORETTI,Una cdsa di caccia sul Ticino architetto Giuseppe De Finetti, in aArchitetturar, 8, agosto 1942, pp. 237-244, in particolare p. 237.
'O I concorsiper lepreture di Roma, in ((Architettura),, V, maggio 1934, pp. 278-294.
31 M. PANICONI,
Concorso per lhuditorium di Roma, in (<Architetturan,X I , dicembre 1935, pp. 67169 1; Zl concorsoper lhuditorium di Roma, in ~Annali
8
8
dei lavori pubblicis, 6, giugno 1936, pp. 441-445. Sui
teatri e le sale per concerti in Italia al tempo del concorso, v. D. D O N G H Iop.
, cit. alla nota 10, 11, 1 (4),
Torino 1930, pp. 474-479, 647-664.
32 Concorso nazionaleper ilprogetto delpalazzo del
Littorio
e della mostra della riuoluzione da erigersi in
2
2 Roma a via dell'lmpero, in ((Architetturan,XII, di8 cembre 1933, pp. 81 1-813; I1 nuouo stile littorio. I
progetti per ilpalazzo del Littorio e della mostra del' la riuoluzionefascista in via dell'lmpero, a cura di F.
S. Paolozzi, Milano-Roma 1936. Nel concorso di 2"
grado - bandito ad aprile 1937 e vinto da Del Debbio, Foschini e Ballio Morpurgo
.
- - I'edificio fu previsto a vide Aventino vicino Porta S. Paolo e non piu
a via dei Fori Imperiali. I1 progetto definitivo - affidato sempre a Del Debbio, Foschini e Ballio Morpurgo - fu infine localizzato ai piedi del colle della
La casa littoria a Roma.
Farnesina: v. M. PIACENTINI,
Progetto definitivo alforo Mussolini e second0 concorso, in sarchitetturaa, XII, dicembre 1937, pp. 697752. Su questi progetti, oggi v. Enrico Del Debbio architetto. La misura della modernitri, Catalogo della
mostra (Roma, 7 dicembre 2006 - 4 febbraio 2007),
a cura di M. L. Neri, Milano 2006, pp. 143-149,
186-188, 366-368, 375-377. Sul ruolo fondamentale del duce nella selezione dei progetti al concor, cit. alla noso di primo grado, v. I? N r c o ~ o s oop.
ta 3, pp. 140-143.
33 R. DE FEI-ICE,
Mussolini il duce. I. Gli anni ...,
cit. alla nota 3, pp. 596-757. Per una valutazione aggiornata di questo conflitto, v. G. ROCHAT,Leguerre italiane 1935-1943, Torino 2005, pp. 15-74.
34 Mi riferisco ai progetti del gruppo Carminati,
Lingeri, Saliva, Terragni e Vietti, e poi anche a Rapisardi, al gruppo Banfi, Di Belgioioso, Danusso, Figini, Peressutti, Pollini, Rogers, a Cosenza, al gruppo
Montuori e Piccinato, a ~etruccie a Ponti, infine solo in parte a Libera e Moretti: Il nuouo stile ..., cit. d la nota 32, pp. l-8,47-58,57-78, 115-120, 179-182,
295-298, 337-342, 349-354.
35 Ibidem, pp. 9-1 8.
36 Ivi, pp. 91-96. Visto ancora il ricorrere del tema dei modi austriaci in questo periodo, vale la pena notare che, apparentemente lontani, gli ambienti
architettonici milanese e viennese potrebbero essere
stati ulteriormente rilegati anche dal fatto che Heinrich Kulka - allievo e amico di Loos - nel 1931 aveva pubblicato un noto catalog0 di opere di questi, forse in Italia non proprio inosservato: v. H. KULKA,
AdolfLoos. Das Werk des Architekten, Wien 1931.
37 Ilnuouostile ..., cit. alla nota 32, pp. 19-24, 7984, 99-108. In particolare su Aloisio, v. anche M.
- -
POZZETTO,Vita e opere dell'architetto udinese Ottorino Aloisio, Torino 1977.
38 M. PIACENTINI,
op. cit. alla nota 16, pp. 56-57.
39 Concorso per il Palazzo dei ricevimenti e dei con-
gressi, in L'Esposizione Uniuersale di Roma 1942 (fascicolo allegato ad ((Architettura)),XI, novembre
1938), pp. 829-848; C. CECCHEI.LI,
Profili ..., cit. d la nota 8, pp. 127-128.
40 M. Z ~ ~ ~ ~ n ; C ~ n c o r s
ilministero
oper
dell2f.ica Italians, in (Architetturas, X I , novembre 1939, pp.
665-685.
4 1 Con~rsoper
ilprogetto della Piazza Imperiale, in
L'Esposizione ..., cit. dla nota 39, pp. 865-884. Sugli
2trT due contemporanei concorsiper I'E42, v. concorsoperil Palazzo della ciuiltri italiana, in ibidem, pp.
849-864; Concorsoper la Piazza egli edifici delle Forze Armate, ivi, pp. 885-905. Inoltre v. Mostra Augu-
stea della Romanitri. Catalogo. 23 settembre 1937-XV
- 23 settembre 1938-XVZ, a aura di R. Vighi, Roma
1937, pp. 124-125, 591-593. Su Gismondi e le varianti della sua planimetria dei Fori Imperiali tra il
1933 e il 1946, v. Ricostruire llAntico prima del uir-
tuale. Italo Gismondi. Un architetto per l'archeologia
(1887-1974), Catalogo della mostra (Roma, palazzo
Altemps, aprile-giugno 2007), a cura di F. Filippi, Roma 2007, pp. 77-8 1.
42 Quest'ultimo a sua volta fu realizzato entro il
1942 da Vincenzo Fasolo, dopo una competizione
completata nel 1935: v. Il concorso per ilponte sul
Teuere a1 Foro Mussolini (nota redazionale), in ((Architettura)), VII, luglio 1936, pp. 310-321; Ponte
Duca dlAosta in Roma. Progetto Aureli-Fasolo (nota
redazionale), in ibidem, XX, 4, aprile 1942, pp.
103-109. Sullo stesso argomento, oggi v. A. GRECO,
S. SANTUCCIO,
Foro Italico, (4Atlante storico delle
citth italiane. Rorna)), I ) , Roma 1991, pp. 58, 6061. In un momento successivo, sui progetti per altri ponti a servizio del collegamento tra corso Vittorio e i Prati di Castello e dell'espansione della
cittii verso il mare attraverso la futura E42, v. Quattro concorsi appalto per ponti sul Teuere a Roma, in
((Architetturaa, 11, febbraio 1940, pp. 61-94. Sulle
carceri, v. P CARBONARA,
Concorsiper alcuni edifici degli Istituti di preuenzione e pena dell'urbe, in
((Architetturar,VIII, agosto 1940, pp. 393-412; A
proposito del concorso degli edifici per gli Istituti di
preuenzione epena dell'Urbe, in ibidem, IX, settembre 1940, pp. 471 -472.
43 M. ZANETTI,
Concorsoper ilprogetto della nuova sede dell'lNFPS in Roma, in aArchitettura)),I, gen-
.
naio 1940, DD. 16-35. Per le vicende edilizie del tridente di strade da piazza Gentile da Fabriano verso via
I quartieri Flaminio e OstienFlaminia, v. P SPACNESI,
se, in Duepontipedonali sul Teuere, documenti allegati
a1 bando di concorso internazionale, a cura di F.
Ghio, F. Zagari, Roma 1999, pp. 6-30, in particolare pp. 11-18.
L
44 [M. PLACENTIN~],
concorsoper il ministero degli Affari Esteri in Roma, in <<Architettura)),
X I , no-
vembre 1940, pp. 529-566.
-
374
Piero Spagnesi
45 Per un awicinamento ai programmi architettonici della Regia Marina rra la fine del XIX secolo e il
Le fonti dell'Uficio storico
1940, v. R. SICUREZZA,
della Marina militare per la storia dell'architettura,in
Gli archiviper la storia dell'architettura,Atti del convegno inrernazionale (Reggio Emilia, 4-8 ottobre
1993), a cura di G. Badini, (~Pubblicazionidegli Archivi di Stato - Saggi,), 5 I), Roma 1999,II, pp. 712727. Sul suo capo di stato maggiore nel periodo in
esame, v. E. CERNUSCHI,
Domenico Cavagnari. Storia
di un ammiraglio, (supplemento a ~RivistaMarittimaa, 2, febbraio 2001), Roma 2001. PiL in generale, sul ruolo e l'ampiezza di vedute dell'arma in relazione alla situazione internazionale dal 1922 fino al
La guerra italiana sul
conflitto, v. G. GIORGERINI,
mare. La marina tra vittoria e sconfita. 1940-1943,
Milano 200 1; G. ROCHAT,op. cit. alla nota 33, parLa Marina italiana nella Sesim; J. J . SADKOVICH,
con& guerra mondiale, (ed. ital.: ID., The Italian Navy
in World War II, Westport USA 1994), Gorizia 2006;
E. BAGNASCO,
A. DETORO,Le navi da battaglia c k z re "Littorio", 1937-1948,Parma 2008.
46 F. FARIELLO,
Concorsoper un "Centro ospedalierandella Regia Marina, in ahchitettura)), 111, 1940,
pp. 137-153. Sugli argomenti correlati, v. G. ROISECCO,Ilgfuppo operative nellbrganismo ospedaliero,
in ibidem, X I X , I, 1940, pp. 36-48; ID., Tecnica dellbrganismo ospedaliero, in ivi, V, maggio 1940, pp.
Roma 1921-43.I concorsi di arcbitettzlra
229-240; ID., L'unithfinzionale ospedaliera,in ivi, 5,
maggio 1942, pp. 139-149. Sullo stato dell'edilizia
ospedaliera militare appena prima questo momento
di passaggio, v. D. DONGHI,op. cit. alla nota 10,II.l
(111), Torino 1927, pp. 514-527.
47 Sugli ospedali civili italiani, americani e inglesi
3
del tempo, v. ibidem, pp. 4 16-462, 498-5 12. Inoltre, v. M. CENTOFANTI,
G. CIFANI,
A. DELBUFALO, 5
Catalogo dei disegni di Gustavo Giovannoni conservati nell'archivio del Centro di Studiper la Storia dell'architettura, Roma 1985, pp. 63-69, 178; G. SIG. BONACCORSO,
T. MANMONCINI,
C. BELLANCA,
F R E DM.
~ , 0. ZANDER,Centro di studiper la Storia
dell'architettura - Catalogo generale dei disegni d'architettura 1890-1347,Roma 2002, pp. 50-51, schede nn. 28-38. E curioso che forse fu proprio di
Gustavo Giovannoni un progetto del 1933 per il
nuovo pennone porta bandiera del Ministero della
Marina Militare a1 lungotevere delle Navi: ibidem,
p. 49, scheda n. 23.
48 C. CECCHELLI,
op. cit. alla nota 8, p. 131.
49 M. PIACENTINI,
op. cit. alla nota 15, p. 41. Sull'importanza degli schemi distributivi a pettine per i
grandi corpi di fabbrica, v. gii ID., Problemi realipiir
che razionalismo preconcetto, in aArchitettura e Arti
Decorative,), 1 (3), pp. 103-1 13, in particolare pp.
107, 109 e figg. 3-4.
50 ID., op. cit. alla nota 16, pp. 33-34.
2
8
375