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Gli studi gramsciani hanno fatto registrare nell’ultimo decennio rilevanti novità sul piano biografico, filologico, interpretativo. Questo libro ripercorre alcuni dei più significativi momenti della vita e del pensiero di Gramsci in un’ottica nuova, che tiene conto delle scoperte recenti. Si va dai grandi eventi del Novecento da cui Gramsci è stato influenzato o a cui ha partecipato (la Rivoluzione d’ottobre, il Biennio rosso, la fondazione del Partito comunista in Italia) ad alcuni dei punti principali della sua elaborazione teorica (la questione meridionale, l’interpretazione di Machiavelli, o il concetto di “subalterno”, che sono tra gli strumenti più diffusi negli studi internazionali di teoria politica e di critica € 20,00 della cultura), sempre indagati con un linguaggio e un approccio comprensibili anche ai non specialisti. Guido Liguori Guido Liguori «La rivoluzione, nel giudizio di Gramsci, era stata sconfitta in Occidente perché lo Stato e la società nei paesi avanzati e nella “società di massa” si erano mostrati molto diversi da quelli della Russia del 1917. Questo fatto imponeva una riconsiderazione generale delle strategie e dei metodi di lotta: una rivoluzione del concetto di rivoluzione, come Gramsci iniziò a capire fin dal 1923-1924, dopo il soggiorno a Mosca». Nuovi sentieri gramsciani Guido Liguori, docente universitario, studioso di storia del pensiero politico, è uno degli esperti di Gramsci più noti in Italia e a livello internazionale, nonché presidente della International Gramsci Society. Oltre che curatore di raccolte di scritti di Gramsci, Togliatti, Berlinguer, Rosa Luxemburg e Lenin, è autore di libri su pensatori e momenti della tradizione marxista e della storia del movimento comunista, tradotti in varie lingue, tra cui Sentieri gramsciani (Carocci, 2006), Gramsci conteso (Editori Riuniti, 2012), Berlinguer rivoluzionario (Carocci, 2014), La morte del Pci (Bordeaux, 2019). Ha curato con Pasquale Voza il Dizionario gramsciano 1926-1937 (Carocci, 2009), con circa seicento voci scritte da oltre sessanta studiosi, non solo italiani. a cura di Nuovi sentieri gramsciani Lelio La Porta e Francesco Marola prefazione di Guido Liguori Bordeaux Edizioni International Gramsci Society-Italia «Per capire Gramsci bisogna affidarsi in primo luogo a una attenta ermeneutica dei testi (di tutti i testi gramsciani) che non lasci spazio ai voli pindarici, all’estrapolazione dei concetti, alle deduzioni non fondate anche se spesso comode perché in accordo con lo spirito del tempo. Ciò vale per la grande opera del carcere, ma anche per gli scritti precedenti. Questo studio ermeneutico ovviamente deve incrociare altri approcci ugualmente molto utili, dalla contestualizzazione storica e biografica all’approfondimento filologico, alla ricostruzione delle fonti». Guido Liguori Nuovi sentieri gramsciani bordeaux Indice 11 14 19 PREMESSA NOTA AI TESTI ABBREVIAZIONI 23 26 32 36 41 CAPITOLO 1 Dalla Rivoluzione d’ottobre alla rivoluzione del concetto di rivoluzione 1. Da ribelle a rivoluzionario 2. La Russia vista dall’Italia 3. Una rivoluzione contro Il Capitale? 4. La rivoluzione del concetto di rivoluzione 5. Dieci anni dopo 43 56 62 75 86 90 96 103 108 CAPITOLO 2 «L’Ordine Nuovo» e la democrazia dei Consigli 1. Il settimanale «L’Ordine Nuovo» 2. Soviet e Comitati in Russia 3. Democrazia operaia 4. Quale partito? 5. Gramsci e Tasca: la resa dei conti 6. L’occupazione e la sconfitta 7. Rivoluzione e Consigli: il dibattito tedesco 8. Comunisti contro Lenin 9. I Consigli dopo i Consigli 119 124 129 139 143 147 CAPITOLO 3 La “concordia discorde” tra Gramsci e Luxemburg: una riconsiderazione 1. Due pensatori rivoluzionari 2. Nazionale/internazionale 3. Masse e partito 4. Di fronte alla Rivoluzione d’ottobre 5. Nei Quaderni: sugli sviluppi del marxismo 6. Spontaneità e direzione consapevole 155 162 169 178 CAPITOLO 4 Gramsci e il “problema Livorno” 1. Verso la scissione 2. A Livorno, con l’Internazionale 3. Gramsci o Bordiga 4. Livorno negli anni 1924-1926 184 186 190 194 CAPITOLO 5 Uno strano incontro con Lenin 1. Breve cronaca di un colloquio 2. Novantadue anni 3. Lenin e l’Italia, Gramsci e l’Internazionale 4. I motivi del silenzio 197 201 207 210 220 CAPITOLO 6 Questione contadina e questione meridionale in Gramsci teorico e dirigente politico 1. Le origini della “quistione meridionale” in Gramsci 2. Con la Rivoluzione russa 3. Gramsci dirigente del Pcd’I 4. Da Mosca a Lione 5. Note e Quaderni sulla “quistione meridionale” 229 231 239 242 247 CAPITOLO 7 Le concezioni dei subalterni e della subalternità in Gramsci 1. Approssimazioni al tema 2. Nei primi quaderni: «classi subalterne» 3. Ampliamento ed estensione del termine 4. Il Quaderno 25 e gli ultimi quaderni 5. Un arricchimento del marxismo 249 252 255 261 266 268 CAPITOLO 8 Machiavelli, Gramsci e l’ideazione di un nuovo “Manifesto” 1. Contro Stenterello 2. I Quaderni: Machiavelli nel suo tempo e oltre il suo tempo 3. Filosofia e politica 4. Il «moderno Principe» 5. Da Turi a Formia 6. Rapporti di forza e «dover essere» 275 280 CAPITOLO 9 Lenin, Gramsci e la dialettica masse-partito 1. Gramsci e il Che fare? di Lenin 2. Essere partito 287 INDICE DEI NOMI PREMESSA Il titolo di questo volume va brevemente spiegato soprattutto per l’aggettivo «nuovi», che non a tutti può risultare chiaro. Esso si presta a due interpretazioni diverse, entrambe giuste. Parlo cioè di «nuovi sentieri» per due ragioni. In primo luogo, più banalmente, perché un mio precedente libro, uscito nel 2006, si intitolava Sentieri gramsciani1, e questo nuovo volume è per alcuni versi una continuazione della ricerca presente in esso: propone nuovi temi e nuovi percorsi di lettura. Il primo era una raccolta di saggi, già editi in opere collettanee e in riviste. Quelli che giudicavo e giudico maggiormente interessanti, compresi nella Parte prima, riguardavano la riflessione carceraria di Gramsci ed erano per lo più provenienti dalla mia partecipazione alla lunga e produttiva esperienza del Seminario sul lessico dei “Quaderni” della IGS Italia (la International Gramsci Society Italia) – un percorso collettivo di studio e riflessione per me grandemente formativo, dipanatosi con incontri periodici lungo il primo decennio di questo secolo, e che nel 2009 portò – con l’ausilio del Centro interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani, che la IGS con alcune università aveva nel frattempo costituito – alla pubblicazione del Dizionario gramsciano 1926-19372. Tutti i contribuiti qui riuniti in volume sono posteriori 1 G. Liguori, Sentieri gramsciani, Roma, Carocci, 2006. Cfr. G. Liguori, P. Voza (a cura di), Dizionario gramsciano 1926-1937, Roma, Carocci, 2009, comprendente oltre 600 voci scritte da 60 autori diversi, per un totale di circa 900 pagine. Le prime relazioni presentate al Seminario sul lessico dei “Quaderni” erano state raccolte precedentemente in F. Frosini, G. Liguori (a cura di), Le parole di Gramsci. Per un lessico dei Quaderni del carcere, Roma, Carocci, 2004. 2 11 alla pubblicazione del Dizionario e alla fine dell’esperienza del Seminario che lo aveva prodotto. In secondo luogo, i saggi di questo libro possono definirsi «nuovi» anche perché mi sembrano diversi per altri motivi rispetto ai saggi che compongono il volume del 2006. Innanzitutto riguardano in maggioranza il Gramsci precarcerario (sei capitoli su nove, anche se pure in questi sei vi sono riferimenti ai Quaderni), del quale non mi ero in precedenza quasi occupato. Nella loro messa a punto, inoltre, soprattutto nel ripensamento non superficiale che ho ritenuto necessario effettuare in occasione della presente raccolta, si sono riverberati i notevoli progressi compiuti nella conoscenza e nella comprensione di Gramsci registratisi negli ultimi lustri, grazie sia alla “Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci” in corso, sia al contributo di tante ricercatrici e ricercatori di diversi paesi (molti dei quali facenti parte della IGS) che hanno studiato con passione il “mondo di Gramsci” facendo i conti anche con la diffusione di Gramsci nel mondo (di oggi). Andando avanti negli studi, dunque, nelle letture, nel confronto critico con tante e tanti che hanno scritto e pensato e parlato su Gramsci – alcune mie precedenti convinzioni, alcune interpretazioni, anche presenti nelle prime versioni dei saggi che compongono questo libro, si sono modificate, in maniera più o meno rilevante. Tra i “vecchi” e i “nuovi sentieri gramsciani” che ho cercato di percorrere, ovvero tra i saggi raccolti nel libro del 2006 e quelli qui presentati, vi sono però anche dei tratti comuni. Per iniziare dal più esteriore, ma non ininfluente, la collana in cui il volume è ospitato ha cambiato nel tempo diversi editori, ma è restata sempre la stessa: la collana Per Gramsci della IGS Italia, fondata da Giorgio Baratta e, dopo la sua scomparsa, a lui dedicata. Questo sta a indicare che non è andato disperso il legame tra studiose e studiosi che negli anni si sono impegnati con passione su Gramsci e hanno portato avanti una riflessione collettiva, anche se sfaccettata e mai dogmatica o canonica, sul suo pensiero. Un altro tratto comune, meno esteriore, è dato dal metodo di studio delle pagine gramsciane, che ho appreso molti anni fa a partire dal lavoro del Seminario sul lessico dei “Quaderni”. È un metodo al quale resto fedele: per capire Gramsci bisogna affidarsi 12 in primo luogo a una attenta ermeneutica dei testi (di tutti i testi gramsciani) che non lasci spazio ai voli pindarici, all’estrapolazione dei concetti, alle deduzioni non fondate anche se spesso comode perché in accordo con lo spirito del tempo. Ciò vale per la grande opera del carcere, ma anche per gli scritti precedenti. Questo studio ermeneutico ovviamente deve incrociare altri approcci ugualmente molto utili, dalla contestualizzazione storica e biografica all’approfondimento filologico, alla ricostruzione delle fonti. Ma resta la base necessaria per non trasformare di nuovo Gramsci in un autore sempre attuale, in ogni tempo e in ogni luogo, sempre miracolosamente capace di adattarsi a ogni clima, tanto culturale che politico. Mi pare anzi che oggi Gramsci tanto più abbia da dirci e vada studiato quanto più lo si avverta come inattuale, come distante dalle egemonie prevalenti. Alcune amiche e amici hanno accettato di leggere, a volte quasi interamente, a volte solo in parte, la prima stesura di questo lavoro, e hanno contribuito a migliorarlo. Per questo ringrazio Mihaela Ciobanu, Francesco Giasi, Lelio La Porta, Massimo Modonesi, Maria Luisa Righi, Natalia Terekhova. Va da sé che la responsabilità di quanto ho scritto è solamente mia. Ringrazio Leonardo Rapone e Maria Luisa Righi, curatori del volume di Antonio Gramsci, Scritti (1910-1926), vol. 3: 1918, pubblicato dall’Istituto della Enciclopedia Italiana nell’ambito della “Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci”, per avermi permesso di consultarlo già in bozze. Ringrazio infine il Centro interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani e in particolare la sua direttrice, Lea Durante, per avere agevolato la pubblicazione di questo libro. 13 NOTA AI TESTI Degli articoli, non solo gramsciani, apparsi sulla stampa periodica si cita in genere dalla versione originale (mantenendone anche la grafia), non da quella presente nelle raccolte in volume, nelle quali spesso vi sono piccole variazioni, soprattutto grafiche. Si è evitato di ricordare il fatto che quasi tutti gli scritti gramsciani precarcerari sono stati pubblicati non firmati, rimandando nel merito alle indicazioni contenute nelle raccolte citate. Per gli articoli usualmente attribuiti a Gramsci quest’ultimo è dunque indicato come autore, senza ulteriori specificazioni. Con la sigla NdA (in corsivo) ho segnalato i miei rari interventi di chiarimento nei testi citati. La datazione delle note dei Quaderni del carcere segue le indicazioni contenute nella Appendice intitolata Ordinamento editoriale e termini di datazione dei «Quaderni del carcere», in G. Cospito, Verso l’edizione critica e integrale dei «Quaderni del carcere», in «Studi storici», 2011, n. 4, pp. 896-904. Si tratta, come viene specificato, dei «termini di datazione delle note carcerarie» fissati da Gianni Francioni nel suo pluridecennale lavoro di studio sulla composizione dei Quaderni stessi. Poiché l’edizione critica dei Quaderni del carcere diretta da Gianni Francioni e da questi curata con Giuseppe Cospito e Fabio Frosini, prevista nell’ambito della “Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci”, ha visto finora l’uscita solo dei Quaderni di traduzioni e dei primi quattro Quaderni miscellanei, la riorganizzazione delle note da essa proposta e la relativa nuova numerazione di quaderni e paragrafi (che l’articolo di Cospito anticipa per l’intera opera) non è richiamata se non per i quaderni già pubblicati. I 14 testi citati dai primi quattro quaderni sono quelli della edizione dei Quaderni miscellanei, diretta da Francioni, ma si indicano i riferimenti a entrambe le edizioni critiche. Dal Quaderno 5 in avanti sono citati i soli testi tratti dalla «Edizione critica dell’Istituto Gramsci. A cura di Valentino Gerratana», conservandone la numerazione (ma tramutando le virgolette basse o a caporale introdottevi dall’editore Einaudi in virgolette alte, più prossime a quelle che si osservano nel manoscritto gramsciano, dove pure la grafia minuta fa sì che appaiano in linea con le parole che comprendono). Il rimando ai Quaderni, anche direttamente nel testo, tra parentesi e in corsivo, è composto dalle sigle delle due edizioni critiche e dai numeri che indicano quaderno, paragrafo ed eventuale pagina o pagine, senza ulteriori specificazioni; nei pochi casi in cui i testi non siano dotati di numerazione di paragrafo (come nel caso dei tre elenchi di argomenti posti a inizio del Quaderno 1 e del Quaderno 8), le stesse sigle sono seguite dal numero di quaderno e di pagina preceduto dalla lettera “p”. Sono usate sia la dizione Testi A, Testi B e Testi C, instaurata da Gerratana e largamente diffusa, sia quella di note di prima stesura, seconda stesura e stesura unica, usata da Francioni e in genere negli studi sui Quaderni. Per comodità delle lettrici e dei lettori, in ogni capitolo si è preferito ripetere in nota, alla prima occorrenza, le indicazioni bibliografiche complete degli scritti citati. Si è cercato di ridurre al minimo la reiterazione di circostanze e argomenti interpretativi. In pochi casi ciò non è stato fatto, per completezza di discorso e per comodità di chi legge. *** I capitoli 4 (Gramsci e il “problema Livorno”) e 5 (Uno strano incontro con Lenin) sono inediti. I rimanenti capitoli traggono origine da lavori pregressi, ma sono stati tutti profondamente rivisti e modificati per la pubblicazione nel presente volume. Di seguito si dà parzialmente conto delle circostanze e delle pubblicazioni che sono alla base degli scritti qui raccolti. Ringrazio sia gli organizzatori 15 dei convegni e seminari ai quali sono stato invitato, sia i direttori o curatori delle pubblicazioni a cui ho preso parte. Per il capitolo 1 (Dalla Rivoluzione d’ottobre alla rivoluzione del concetto di rivoluzione), il testo trae origine da mie relazioni a vari incontri di studio, tra cui i convegni: “Rivoluzione & rivoluzioni”, organizzato presso l’Università della Calabria il 5-6 novembre 2014; “Un secolo di rivoluzioni”, organizzato dall’Università degli studi di Cagliari il 27-28 aprile 2017; “Gramsci, la guerra e la rivoluzione. Tra Oriente e Occidente”, organizzato a Bari il 16-18 novembre 2017 da Centro interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani, International Gramsci Society Italia e Fondazione Gramsci Puglia. Tra i molteplici scritti che ho pubblicato sul tema ricordo: Gramsci e le due rivoluzioni russe del 1917, introduzione ad A. Gramsci, Come alla volontà piace. Scritti sulla Rivoluzione russa, Roma, Castelvecchi, 2017; Gramsci e la Rivoluzione d’ottobre, in «Critica Marxista», 2017, n. 4-5; La rivoluzione del concetto di rivoluzione in Gramsci, in D. Thermes (a cura di), Rivoluzione & Rivoluzioni, vol. I, Lanciano, Carabba, 2019; Gramsci, the October Revolution and its “Translation” in West, in D. Cadeddu (ed.), A Companion to Antonio Gramsci. Essays on History and Theory of History, Politics and Historiography, Leiden-Boston, Brill, 2020. Il capitolo 2 («L’Ordine Nuovo» e la democrazia dei Consigli) approfondisce notevolmente la relazione preparata per il Seminario della Igs Italia su “Gramsci, i Consigli di fabbrica, il Biennio rosso” svoltosi on line il 18 dicembre 2020 e i saggi La teoria gramsciana dei Consigli di fabbrica (1919-1920), in «Critica Marxista», 2022, n. 4, e Gramsci e il consiliarismo internazionale: consonanze e differenze, in «Filosofia politica», 2022, n. 1. Il capitolo 3 (La “concordia discorde” tra Gramsci e Luxemburg: una riconsiderazione) è sviluppato a partire dalle relazioni al Seminario della IGS Italia svoltosi a Roma il 19 gennaio 2019 su “Antonio Gramsci e Rosa Luxemburg: consonanze e differenze” e al convegno internazionale organizzato da varie organizzazioni scientifiche russe e dalla Rosa Luxemburg Stiftung a Mosca nei giorni 25-27 marzo 2019, in occasione del centenario della fondazione del Comintern; nonché dal saggio Luxemburg e Gramsci: 16 convergenze e divergenze di due pensatori rivoluzionari, in «Critica Marxista», 2020, n. 1. Il capitolo 6 (Questione contadina e questione meridionale in Gramsci teorico e dirigente politico) nasce dalla relazione preparata per il convegno “Il Pci dalle origini al ‘partito nuovo’ in Calabria e nel Mezzogiorno”, organizzato dall’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e dal Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria, e pubblicata in L. Coscarella e P. Palma (a cura di), Il Pci, la Calabria e il Mezzogiorno (1921-1953), Cosenza, Luigi Pellegrini editore, 2022. Per il capitolo 7 (Le concezioni dei subalterni e della subalternità in Gramsci), una prima occasione di approfondimento del tema mi fu offerta da alcuni convegni svoltisi in Brasile (nelle università di Marilia, Rio de Janeiro e Uberlandia) nel 2011, da cui nacque un testo pubblicato col titolo Tre accezioni di “subalterno” in Gramsci in «Critica Marxista», 2011, n. 6. Una seconda occasione mi fu fornita dall’invito a svolgere una lezione nell’ambito della Ghilarza Summer School del settembre 2014, da cui scaturì il saggio «Classi subalterne» marginali e «classi subalterne» fondamentali in Gramsci, uscito in «Critica Marxista», 2015, n. 4, e più tardi (in forma più ampia) in «International Gramsci Journal», 2016, n. 1. Riguardo al capitolo 8 (Machiavelli, Gramsci e l’ideazione di un nuovo “Manifesto”), le prime occasioni di approfondimento del tema furono la relazione su “Il Machiavelli di Gramsci”, in occasione di un incontro organizzato dalla Fondazione Luigi Firpo di Torino il 19 giugno 2013 e quella preparata per il Seminario della Igs Italia del 28 ottobre 2016 sul Quaderno 13 e sul Quaderno 18. I primi parziali risultati a stampa che ne scaturirono furono la voce Gramsci, Antonio, pubblicata in Enciclopedia Machiavelliana, diretta da Gennaro Sasso e Giorgio Inglese (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2014) e il saggio Machiavelli politico e rivoluzionario nei Quaderni di Antonio Gramsci pubblicato su «Filosofia politica», 2019, n. 1. Per il capitolo 9 (Lenin, Gramsci e la dialettica masse-partito) rinvio alla relazione tenuta al convegno “Gramsci e os Movimentos 17 Populares”, svoltosi a Nitéroi (Brasile) il 13-16 settembre 2010, pubblicata col titolo Movimenti sociali e ruolo del partito nel pensiero di Gramsci e oggi, in «Critica Marxista», 2011, n. 2, e in G. Semeraro e outros (org.), Gramsci e os movimentos populares, Niteroi (RJ), Editora da UFF, 2011. Molti degli scritti citati sono stati tradotti in diverse lingue e ripubblicati in altre riviste e libri: anche in questo caso ringrazio i traduttori, curatori e direttori di riviste che lo hanno reso possibile. Al contempo ribadisco che i saggi raccolti nel presente volume sono per vari aspetti, di forma e di contenuto, diversi dai lavori sopra ricordati. 18