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Nel 1727, in un palazzo nobiliare di Napoli, fu eseguita per la prima volta l’Enea in Caonia, dramma per musica di Johann Adolf Hasse. Il testo letterario era stato approntato da Luigi Maria Stampiglia e dipendeva strettamente dal... more
Nel 1727, in un palazzo nobiliare di Napoli, fu eseguita per la prima volta l’Enea in Caonia, dramma per musica di Johann Adolf Hasse. Il testo letterario era stato approntato da Luigi Maria Stampiglia e dipendeva strettamente dal racconto dell’Eneide  di Virgilio della sosta degli esuli troiani in Epiro, a Butrinto, mentre erano diretti verso occidente. I versi di Virgilio ambientano esplicitamente l’avvenimento a Butrinto, ma il libretto posto in musica da Hasse non ne fa menzione alcuna, limitandosi ad accennare a un “paesaggio troiano” caratteristico di tutte le città legate al mito del viaggio di Enea verso l’Italia. Questa omissione fa credere che la città dell’Epiro non fosse ben conosciuta nel Settecento, contrariamente a quanto avveniva per altre città antiche che furono teatro dell’opera seria di quel secolo. Al di là della stretta dipendenza del libretto dal testo dell’Eneide, non troviamo alcun riscontro con quanto conosciamo delle fasi più antiche di Butrinto, a conferma della quasi totale dimenticanza della città anche fra i ceti colti del tempo. Le ricerche archeologiche che hanno interessato la città nell’arco ormai di un secolo hanno rivelato tracce importanti di una fase arcaica (soprattutto VII-VI sec. a.C.), senza rivelare documenti  concreti di rapporti con la cultura e il mondo miceneo. Non mancano tuttavia alcune testimonianze  relative al periodo veneziano di dominazione di quella parte dei Balcani, che attestano per il XVIII secolo conoscenza e interesse per la realtà archeologica della città, che poi sarà scavata nel XIX secolo a partire dalle ricerche di Luigi Maria Ugolini (1928-1936).
Recent archeological discoveries in the municipium of Suasa have provided important data about the relationship between Roman culture and Hellenistic culture, especially from an commercial and artistic point of view. Actually, as the... more
Recent archeological discoveries in the municipium of Suasa have provided important data about the relationship between Roman culture and Hellenistic culture, especially from an commercial and artistic point of view. Actually, as the scholars have already shown, during the age of Augustus also the Hellenistic literary culture had a strong impact on the Roman culture. Nevertheless, the proofs for that assumption are quite a few and, only recently, Suasa has become one of that. During the recent excavations, it has been discovered a fragment of plaster painted with a Greek inscription. Originally, it was painted in a wall of Late-Second or Third Style, even if the location of the wall is still uncertain. The great value of the painted fragment is due to its poetic character: it quotes part of a literary text, an epigram of Leonidas of Taranto. For this reason, the fragment has not to be considered as a simply "paragram" or inscription in a painted wall, but rather as an evidence of the literary culture of the city. The presence of an epigram of Leonidas of Taranto testifies an unconventional cultural profile for a modest and secluded society, like that of Suasa at the beginning of the Imperial Age. Actually, in the city, there are other proofs of the Hellenistic culture. One of that is the domus, that belonged to the senatorial family of the Coiedii, that preserved important mosaics inspired by the Greek models. Moreover, the domus testifies a relationship with the Hellenistic culture also for the Middle-Imperial Age. In this chronological period, the domus had an important room with a political and public use. The room is paved with magnificent opus sectile that was probably made by artisans of African origin, more precisely from the Alexandria area. This kind of decoration can confirm the presence at Suasa of a senator peregrinus, certainly of African origin and who held an important political role from the end of the II century AD, and especially in the first decades of the III century AD. Actually, we have not direct evidence of the relationship between the senator and the domus of the Coiedii. Nevertheless, the coincidence also temporal is not devoid, perhaps, of meaning.

Scoperte e ripensamenti recenti che riguardano il municipio di Suasa, nell’ager Gallicus, rivelano risvolti inaspettati per quanto riguarda la cultura della città e contatti esterni sui quali è opportuna qualche ulteriore riflessione. Nella società municipale dell’età di Augusto si rivela un interesse per la cultura letteraria greca ellenistica, di per sé tutt’altro che sorprendente, ma ora ben documentato dal ritrovamento di intonaci dipinti con iscrizioni greche. Un ulteriore motivo d’interesse è dato dal carattere poetico del testo riprodotto, inserito nel contesto di una parete dipinta di tardo secondo o terzo stile, per la quale non è semplice stabilire l’edificio di appartenenza. Comunque sia il documento va a collocarsi nella non cospicua serie di testimonianze di iscrizioni greche dipinte su pareti affrescate nell’Italia della prima età imperiale, che non siano dei semplici paragrammata. La composizione, un epigramma di Leonida di Taranto, attesta un’apertura culturale non consueta per una società modesta e appartata come quella di Suasa all’inizio dell’età imperiale, anche se, di lì a poco, un importante personaggio di rango senatorio, Lucius Coiedius Candidus, acquisirà una dimora urbana che diverrà sempre più sontuosa con il trascorrere del tempo. E proprio questa casa, forse passata di proprietà nel corso delle sue fasi medio-imperiali, grazie a un esemplare studio recente attesta, almeno in un vano di rappresentanza splendidamente pavimentato in opus sectile, l’impiego probabile di maestranze di provenienza africana, più precisamente dall’area di Alessandria. La suggestione è sorretta da un ineccepibile confronto, sia pure “a distanza” ma proprio per questo di grande interesse, perché potrebbe essere posta in relazione con la presenza a Suasa  di un senatore peregrinus, certamente di provenienza africana e che rivestì importanti cariche fra la fine del II e soprattutto nei primi decenni del III secolo. Un suo rapporto diretto con la dimora che era stata dei Coiedii non è documentato, ma la coincidenza anche temporale non è priva, forse, di significato. Dunque la cultura del municipio, al di là del suo indiscutibile carattere rurale e mercantile, si connota ora in modo assai più sofisticato, anche grazie alla presenza di alcuni dinamici esponenti di rango, autoctoni o acquisiti che fossero.
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In the eighty-sixth Epistle to Lucilius, while Seneca tells of his visit to the villa of Liternum which belonged to Scipio Africanus, he praises the austerity and modesty of its small bathroom. A careful reading of the letter text, in... more
In the eighty-sixth Epistle to Lucilius, while Seneca tells of his visit to the villa of Liternum which belonged to Scipio Africanus, he praises the austerity and modesty of its small bathroom. A careful reading of the letter text, in relation with what we know today about the genesis of the Roman villa, returns a less mythicized image of the hero's country residence. Some hints show rather a residence that is certainly also devoted to agricultural work - as always in Roman villas - but also with some characteristics that are explicitly linked to the Hellenistic villas of southern Italy, especially to those close to the culture of Taranto. The mere presence of a bathroom, although modest, actually reveals a very peculiar character, if we compare it with the archaeological documentation of the contemporary or slightly later villas.
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The Roman municipium of Suasa, in the 6th regio of Italy, is characterized by an interesting urban space that dates between the late Republican age and early Imperial age. After thirty years of archaeological research, the site now allows... more
The Roman municipium of Suasa, in the 6th regio of Italy, is characterized by an interesting urban space that dates between the late Republican age and early Imperial age. After thirty years of archaeological research, the site now allows some reflections on the city's artistic culture. This article, after an historical-cultural framework, will show how some archaeological evidence are characterized by an artistic culture that is all but peripheral. The funerary examples, in particular, testify a vibrant capacity to re-elaborate in local terms the "official" architectural and decorative trends (Classicistic and Hellenistic). The article will thus use the archeological evidence from Suasa to rediscuss a very debated topos in the scholarship, namely the concept of "plebeian art".
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https://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-maria-ugolini_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia, studi e ricerche dell'archeologo italiano Luigi Maria Ugolini (1895-1936). Studi condotti soprattutto in rapporto alle Missioni... more
https://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-maria-ugolini_%28Dizionario-Biografico%29/
Biografia, studi e ricerche dell'archeologo italiano Luigi Maria Ugolini (1895-1936). Studi condotti soprattutto in rapporto alle Missioni Archeologiche da lui dirette in Albania e a Malta. Figura di grande organizzatore, come archeologo votato alle ricerche sul terreno, capace anche di acuta sensibilità stratigrafica e di interpretazione storica.
This paper aims at investigating the connections between the settlement system of Chaonia, the northernmost part of ancient Epirus, and the cultic landscapes which stratified in the region from the Early Hellenistic period to Roman times.... more
This paper aims at investigating the connections between the settlement system of Chaonia, the northernmost part of ancient Epirus, and the cultic landscapes which stratified in the region from the Early Hellenistic period to Roman times. In the first section, Sandro De Maria analyses the general picture of settlement in Chaonia and the distribution of cults over the territory. These seem to concentrate especially in the few urban centres, namely Phoinike, Antigonea, and Butrint, without a clear correspondence with the sparse settlement typical of Epirote tribes. This fact can be certainly ascribed to a gap in archaeological research, but in comparison with the features of the sacred landscape among the other Epirote ethne, one may legitimately speculate whether it might depend at least partially on a certain ‘urban’ character of Chaonian tribes. In the attempt to answer this question, Lorenzo Mancini proposes a reassessment of archaeological, epigraphic, and literary sources on Chaonian cult places, both in the urban settlements (Butrint and Phoinike) and in the few non-urban sanctuaries in the hinterland of Phoinike. After an introduction on the mythical and religious landscapes related to maritime routes, the focus will be posed on the issue of the first phases of the sanctuary of Asklepios at Butrint, on the new data from excavations at Phoinike, and on the evidences of a sacred architecture among the Chaonians.
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Un mosaico b.n. della domus dei Coiedii di Suasa (Ancona), risalente ai primi decenni del II sec. d.C., mostra evidenti riprese del tema antico, in scultura, del Satiro ebbro semisdraiato su una roccia. Il lavoro ne ricostruisce la storia... more
Un mosaico b.n. della domus dei Coiedii di Suasa (Ancona), risalente ai primi decenni del II sec. d.C., mostra evidenti riprese del tema antico, in scultura, del Satiro ebbro semisdraiato su una roccia. Il lavoro ne ricostruisce la storia iconografica fino dalla tarda età classica e il suo significato all'interno dello spazio domestico dell'élite del piccolo municipio marchigiano.
Il contributo al Congresso su Illiria meridionale ed Illiria tenutosi a Tirana nel 2015 presenta le maggiori novità degli ultimi scavi a Phoinike (Caonia, Epiro settentrionale) per quanto riguarda gli spazi pubblici e la casa privata. Vi... more
Il contributo al Congresso su Illiria meridionale ed Illiria tenutosi a Tirana nel 2015 presenta le maggiori novità degli ultimi scavi a Phoinike (Caonia, Epiro settentrionale) per quanto riguarda gli spazi pubblici e la casa privata. Vi è compresa una prima presentazione della c.d. Casa dei Dipinti, che ha restituito resti di decorazioni parietali in stucco in Masonry Style del II sec. a .C.
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Narrando il viaggio di Enea in fuga da Troia verso l’Italia, Virgilio inserisce l’incontro a Butrinto, in Epiro, fra il figlio di Priamo e Andromaca, vedova di Ettore e ora sposa a Eleno, là dove era stata ricreata una “piccola Troia”.... more
Narrando il viaggio di Enea in fuga da Troia verso l’Italia, Virgilio inserisce l’incontro a Butrinto, in Epiro, fra il figlio di Priamo e Andromaca, vedova di Ettore e ora sposa a Eleno, là dove era stata ricreata una “piccola Troia”. Quando, all’inizio degli anni Venti del Novecento, l’interesse politico italiano verso i Balcani assunse una nuova dimensione, alcuni intellettuali legati al regime fascista maturarono l’idea che una penetrazione in quell’area geografica potesse giovarsi di un primo approccio di tipo culturale. Alti gradi del Ministero degli Esteri Italiano programmarono così l’avvio, attraverso una prima ricognizione, di una Missione Archeologica che potesse arginare quella francese già esistente nella zona di Apollonia. Fu scelto un giovane archeologo romagnolo, laureatosi a Bologna con Pericle Ducati, Luigi Mari Ugolini, che tra 1924 e 1926 diede concretezza a questa operazione dal deciso contenuto politico. Ugolini scavò a Phoinike, nell’entroterra di Saranda, per due anni, e poi, dal 1928, spostò la Missione a Butrinto, con risultati sorprendenti, che diedero alle attività archeologiche italiane in Albania grande risonanza internazionale, abilmente sfruttata dal regime nel quadro della propaganda legata al tema della Roma imperiale. Ugolini morì a soli 41 anni, nel 1936, lasciando un’eredità difficile, a due eminenti archeologi del tempo, Pirro Marconi e Domenico Mustilli, entrambi professori all’Università di Napoli. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, l’istituzione in Albania di una sorta di Soprintendenza alle antichità pose fine, sotto la guida di Pellegrino Claudio Sestieri, alla precedente Missione.
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La parte più settentrionale dell'Epiro antico coincide con l'odierna Albania meridionale, l'area dei distretti di Saranda, Gjirokastra e in parte quello di Vlora, ed era nell'antichità abitata da una delle tre grandi tribù epirote, quella... more
La parte più settentrionale dell'Epiro antico coincide con l'odierna Albania meridionale, l'area dei distretti di Saranda, Gjirokastra e in parte quello di Vlora, ed era nell'antichità abitata da una delle tre grandi tribù epirote, quella dei Caoni.
Oggi l'area è caratterizzata dalla presenza fisica di un confine nazionale, ma il suo carattere di zona di frontiera è un elemento ricorrente di tutta la sua storia. Una frontiera in senso nord-sud, tra la Grecia centrale e il mondo barbaro delle tribù illiriche; una frontiera in senso est-ovest, tra l'interno e il mare, tra le regioni della Molossia e della Macedonia e il mondo che si affaccia sullo Ionio e l'Adriatico, primo fra tutti quello italico. Non a caso l'Epiro, e la Caonia in particolare, costituirà già da un’età molto antica, il III secolo a.C., un luogo di incontro, di contatto e di scambio privilegiato con il mondo italico Sarà la presa e il saccheggio del suo capoluogo Phoinike da parte degli Illiri della regina Teuta che costituirà, infine, il casus belli, il pretesto, per l'intervento militare romano nei Balcani e in Grecia.
Le attività della Missione Archeologica dell’Università di Bologna a Phoinike, e dal 2015, anche a Butrinto hanno riguardato in modo sistematico tutte le aree occupate nei vari periodi di tempo dalla città antica, nel tentativo di ottenere una documentazione archeologica il più possibile completa, finalizzata alla ricostruzione della parabola storica della città e del suo territorio. Molti sono i punti tuttora oscuri, ma il paziente lavoro di archeologi e studiosi italiani e albanesi permette oggi di tracciare un dettagliato quadro di quella che doveva essere la città tardo-classica, ellenistica e poi romana, fino ad arrivare ai momenti di maggiore spopolamento e declino a iniziare dal V-VI secolo d.C.
Questa ricerca è stata poi allargata su scala peri-urbana e quindi regionale, con la raccolta di dati bibliografici, ricognizioni, e anche interventi mirati di scavo, in modo da dare un contesto e un significato più ampio ai dati raccolti dentro le mura e nelle necropoli della città. È infatti necessario premettere che la realtà urbana, seppure più facilmente documentabile archeologicamente, rappresenta solo uno dei aspetti del popolamento e del paesaggio antico, un aspetto alquanto circoscritto nel tempo e nello spazio.
Per potere meglio comprendere fenomeni complessi come la nascita e lo sviluppo della realtà urbana, i multiformi rapporti con il modo greco e i precoci rapporti e reciproche influenze con il mondo italico prima e quello romano poi, una scala di indagine a livello regionale è, più che necessaria, diremmo fondamentale.
Questo intervento cercherà dunque di riassumere le ricerche di 15 anni nella città di Phoinike e nel suo territorio e le più recenti ricerche nel centro di Butrinto, per offrire un quadro, si spera coerente e completo, della storia di questa regione, comprendendovi anche le esperienze di tutela dei paesaggi storici che sempre hanno accompagnato le attività della Missione.
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L'articolo esamina i fenomeni urbani sotto l'aspetto della morfologia nei processi storici e studio le forme e i significati delle architetture urbane nei contesti locali e nelle tradizioni storiche
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Studio preliminare della struttura architettonica e della decorazione dipinta di una tomba romana di Osimo (Auximum), nelle Marche. Risalente al I secolo a.C.
Studio dell'urbanistica di Phoinike ellenistica nel quadro delle realtà urbane del periodo, con particolare riguardo alle città d'altura con impianto scenografico a terrazze
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Viene qui presentato un bronzetto ellenistico dal centro di Bakchias nel Fayyum, raffigurante un nano danzante, nudo, con grande fallo. Il piccolo oggetto si inquadra in una vasta produzione di oggetti e iconografie simili, di carattere... more
Viene qui presentato un bronzetto ellenistico dal centro di Bakchias nel Fayyum, raffigurante un nano danzante, nudo, con grande fallo. Il piccolo oggetto si inquadra in una vasta produzione di oggetti e iconografie simili, di carattere grottesco, ma che presenta indubbie valenze sacrali. Lo dimostra anche il luogo di ritrovamento, un tempio dedicato a una divinità locale.
Il saggio ripercorre un secolo di attività in Albania di archeologi italiani, fino alla recente ripresa delle attività da parte della Missione dell'Università di Bologna a Phoinike (dal 2000) e anche a Butrinto (dal 2015). E' posta in... more
Il saggio ripercorre un secolo di attività in Albania di archeologi italiani, fino alla recente ripresa delle attività da parte della Missione dell'Università di Bologna a Phoinike (dal 2000) e anche a Butrinto (dal 2015). E' posta in evidenza la grande importanza dell'archeologia italiana anche nella formazione dei maggiori archeologi albanesi nel corso del Novecento
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Esame delle testimonianze storiche relative a due importamnti monumenti trionfali e onorari di età imperiale romana nella provincia di Pannonia.
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Il riconoscimento a Fano di un inedito edificio del culto imperiale ha dato l'occasione per un inquadramento del caso fanese nell'ambito delle numerose architetture di analogo significato testimoniate in Italia e nell'intero mondo... more
Il riconoscimento a Fano di un inedito edificio del culto imperiale ha dato l'occasione per un inquadramento del caso fanese nell'ambito delle numerose architetture di analogo significato testimoniate in Italia e nell'intero mondo provinciale romano.
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Il lavoro presenta una nuova lettura dei resti del ciclo di sculture che facevano parte dell'Augusteum di età claudia di Fano.
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Il saggio presenta i risultati del riesame dei dati relativi alla struttura dell'edificio del culto imperiale dell'età di Claudio, proponendone una ricostruzione e correggendo i passati errori di interpretazione dovuti ad altri studi... more
Il saggio presenta i risultati del riesame dei dati relativi alla struttura dell'edificio del culto imperiale dell'età di Claudio, proponendone una ricostruzione e correggendo i passati errori di interpretazione dovuti ad altri studi sull'area archeologica.
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Presentazione del lavoro condotto a Fano negli anni 2006-2008 per il riesame e lo scavo dell'area dell'edificio di età claudia nel centro della città (Augusteum).
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Il saggio si occupa degli archi programmaticamente diffusi in età augustea come veicolo dell'ideologia dell'impero al suo nascere e del loro ruolo nell'architettura celebrativa del I secolo d.C.
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L'articolo propone alcune nuove interpretazioni di due importanti monumenti di età giulio-claudia a Ravenna, correggendo anche fraintendimenti e imprecisioni presenti nelle interpretazioni correnti della Porta Aurea e del rilievo... more
L'articolo propone alcune nuove interpretazioni di due importanti monumenti di età giulio-claudia a Ravenna, correggendo anche fraintendimenti e imprecisioni presenti nelle interpretazioni correnti della Porta Aurea e del rilievo dell'apoteosi di Auguso.
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Il saggio presenta la prima sintesi pubblicata sulla casa ellenistica in Epiro e Illiria meridionale (fine IV - I sec. a.C.). Particolare evidenza è riservata alla Casa dei due peristili, recentemente scavata a Phoinike in Caonia. Sono... more
Il saggio presenta la prima sintesi pubblicata sulla casa ellenistica in Epiro e Illiria meridionale (fine IV - I sec. a.C.). Particolare evidenza è riservata alla Casa dei due peristili, recentemente scavata a Phoinike in Caonia. Sono esaminate anche le abitazioni di Byllis, Antigonea, Cuka e Ajtojt, Elea, Kassope, Orraon, nei vari aspetti architettonici, urbanistici, funzionale e socio-economici
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Il contributo riassume i principali risultati delle ricerche italo-albanesi nella città ellenistica, romana e bizantina di Phoinike, in Caonia (Epiro settentrionale). Si illustrano i rinvenimenti nell'agorà, nel teatro, nella necropoli,... more
Il contributo riassume i principali risultati delle ricerche italo-albanesi nella città ellenistica, romana e bizantina di Phoinike, in Caonia (Epiro settentrionale). Si illustrano i rinvenimenti nell'agorà, nel teatro, nella necropoli, nei quartieri ellenistici di edilizia privata.
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Sintesi delle conoscenze su Phoinike d'Epiro in età ellenistica, con particolare riferimento ai risultati delle ricerche degli ultimi anni.
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Si dà conto dei ritrovamenti più importanti a Suasa, municipio romano in provincia di Ancona, effettuati negli ultimi anni, dal 2010. Si interpretano nuovi dati sull'assetto urbanistico della città e sugli edifici pubblici, scoperti oltre... more
Si dà conto dei ritrovamenti più importanti a Suasa, municipio romano in provincia di Ancona, effettuati negli ultimi anni, dal 2010. Si interpretano nuovi dati sull'assetto urbanistico della città e sugli edifici pubblici, scoperti oltre la Via del Foro, di fronte all'ingresso alla principale area pubblica della città, templi, aule, forse la basilica della città. Nuovi dati derivano anche dalla scoperta di una necropoli orientale, con tombe di età tardo repubblicana.
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Celebrare ed eternare la memoria pubblica di singole personalità, di eventi, di gruppi familiari è una costante che possiamo riscontrare in tutta la storia di Roma antica. Monumenti, immagini e simboli si ripetono o si moltiplicano,... more
Celebrare ed eternare la memoria pubblica di singole personalità, di eventi, di gruppi familiari è una costante che possiamo riscontrare in tutta la storia di Roma antica. Monumenti, immagini e simboli si ripetono o si moltiplicano, invadono la sfera della politica e del consenso al potere, compongono opere nelle quali strutture, immagini e parole si intrecciano fra loro per dar corpo a un vero e proprio linguaggio che ha  le sue regole ma anche le sue improvvise innovazioni. Dalla statua iconica ai più complessi monumenti che celebrano imperatori, personalità eminenti, gentes o avvenimenti memorabili la casistica è complessa. Trofei e archi onorari, cicli figurativi nei fori o nelle basiliche, rilievi storici e sequenze dinastiche costituiscono un insieme di strumenti “parlanti” che occupano gli spazi pubblici delle città dell’impero, non solo di Roma stessa. E proprio sugli spazi della celebrazione come componente essenziale dei significati di questi monumenti occorre soffermarsi con particolare attenzione, per comprendere appieno l’uso anche politico che di questi segni il potere di Roma ha fatto.
Il volume raccoglie venti diversi contributi dedicati a queste tematiche, scritti nell’arco di alcuni decenni e ora per la prima volta riuniti, secondo una sequenza di contenuti opportunamente organizzata: la concezione della celebrazione nel mondo romano, i luoghi della celebrazione, monumenti e immagini nella sfera pubblica, i riflessi nella sfera privata e domestica.
Il volume comprende i risultati delle ricerche condotte negli anni 2011-2014 dalla Missione Archeologica Italiana a Phoinike, nell'Albania meridionale. Indagini sono state condotte nell'area dell'agorà ellenistica, del teatro, dei... more
Il volume comprende i risultati delle ricerche condotte negli anni 2011-2014 dalla Missione Archeologica Italiana a Phoinike, nell'Albania meridionale. Indagini sono state condotte nell'area dell'agorà ellenistica, del teatro, dei quartieri di abitazione. Completano il volume studi su: viabilità interna e urbanistica della città, cultura materiale dall'età ellenistica al medioevo, restauri e opere di conservazione.
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Il libro studia l'edificio del culto imperiale recentemente individuato a Fano sulla base di vecchi scavi del 1899. Il monumento è costituito da una vasta sala con portico antistante, riccamente decorata di marmi policromi, con un ciclo... more
Il libro studia l'edificio del culto imperiale recentemente individuato a Fano sulla base di vecchi scavi del 1899. Il monumento è costituito da una vasta sala con portico antistante, riccamente decorata di marmi policromi, con un ciclo statuario di cui si conservano le immagini dell'imperatore Claudio e del figlio Britannico. Lo studio è completato da una prima revisione dei monumenti del culto imperiale nel mondo romano da Augusto alla metà del I secolo d.C.
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Esame del primo volume dedicato alla pubblicazione dei Taccuini manoscritti di Paolo Orsi da parte dell'Accademia Nazionale dei Lincei.
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