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Brigata SAP “Bedin” di Pannesi e Lumarzo
Florio Renato “Napoli” Comandante - Massone Emanuele detto “Piemonte” Commissario
Garaventa Giovanni “Castagna” Vice Comandante e poi Comandante
In ricordo alla Popolazione di questi Paesi per il contributo dato alla lotta di Liberazione,
ed alla memoria del Partigiano Massone Emanuele detto "Piemonte" ed a tutti i caduti per
la Libertà
Un particolare ringraziamento all'ILSREC di Genova per la documentazione
ottenuta.
1
Lettura e organizzazione delle formazioni Partigiane e della Resistenza
Per avere una migliore comprensione nella lettura del presente libro, è necessario
immaginare lo svolgersi degli episodi, ricollocandoli in quel momento storico in cui si svolsero
nella nostre Zone.
Nelle nostre città e paesi, erano momenti in cui si viveva tra enormi difficoltà alimentari,
sanitarie, di comunicazione, di viabilità ed economiche, scarsa poi era la sicurezza ed inesistente la
libertà delle persone.
Tutti gli Italiani che scelsero di partecipare alla lotta contro il fascismo ed all'invasione
Tedesca, dovettero organizzarsi in modo clandestino ed in luoghi segreti, una delle prime cose che
si rese necessaria ad ogni Patriota, o attivo antifascista, era quella di darsi un pseudo nome, con il
quale veniva individuato solo nell'ambiente cospirativo, così nacque il "nome di battaglia".
I nomi di battaglia erano scelti dai protagonisti, nel momento i quali si davano alla
clandestinità, oppure agivano nell'organizzazione del movimento di Liberazione Nazionale in modo
segreto, per non farsi individuare dai tanti informatori e spie a servizio del Nazismo. Questo pseudo
nome era indispensabile per non farsi individuare ed evitare le conseguenti rappresaglie alla
famiglia, parenti e anche agli amici.
Molti Antifascisti, che venivano arrestati dai Nazifascisti, spesso venivano fatte alle loro
famiglia dure rappresaglie, spesso veniva loro bruciato le casa, rubato i loro averi ed in molti casi
avveniva l'arresto anche di loro familiari.
Generalmente le persone arrestate venivano torturate o selvaggiamente picchiate, perché
esse fornissero informazioni sulle loro attività, di altri ricercati o anche di altre persone di loro
conoscenza, molti furono i casi di familiari di Partigiani o Antifascisti arrestati, torturati ed uccisi
perché si rifiutarono di "parlare" o dare informazioni utili ai loro aguzzini1.
L'agire in clandestinità di questi Antifascisti, pone difficoltà anche nel cercare di ricostruire
momenti di cronaca o storici di eventi della lotta Partigiana, spesso rimane anche difficile
individuare i veri nomi anagrafici di Partigiani, Patrioti o Politici, che parteciparono attivamente
alla lotta di Liberazione.
Regole per il Nome di Battaglia:
Ogni persona che partecipava alla lotta politica o militare Antifascista, era indispensabile
che si fornisse del detto "Nome di Battaglia" questo era l'unico mezzo di identificazione personale,
solo con quel nominativo egli veniva conosciuto nella "banda" o gruppo, e solo da poche persone.
Il nome di battaglia non veniva mai registrato su documenti o elenchi diversi, per i quali si
poteva rintracciare il vero nome anagrafico o della famiglia, solo pochissime persone ne erano a
conoscenza di questi particolari; in montagna solo il Comandante o il Commissario di una Brigata
ne veniva a volte a conoscenza, ma in modo segretissimo venivano gestite le vere identità. Tanti
Partigiani durante le battaglie, sono morti sulle nostre montagne, senza mai avere saputo dare a loro
il vero nome, sono rimasti solo con la scritta di "Partigiano sconosciuto".
Organizzazione delle Bande Partigiane.
La regola per stabilirne l'organizzazione operativa delle bande Partigiane, non era comune
fra le diverse le Formazioni esistenti: Le Brigate Garibaldi usavano una loro regola e metodo, la
Giustizia e Libertà altri, così come altri gruppi di Combattenti Antifascisti.
Solo negli ultimi tempi si cercò di regolare la situazione, di stabilire un metro comune per la
organizzazione Militare, così definendo alcuni quantitativi di Volontari per definire i limiti nei quali
si intendeva per definire i vari scaglioni di raggruppamento dei combattenti.
1 Ricordo il caso a noi vicino di Massone Lorenzo di Pannesi: Le fu bruciata la casa, portato via mucche e un cavallo
Egli fu arrestato e dopo otto giorni di sevizie, fu barbaramente ucciso a Recco nella villa Dufour.
2
La prima formazione dei Volontari:
A)
La Squadra, era formata da un Capo Squadra con un gruppo di Volontari, che poteva
variare da 10 a 15 effettivi; La squadra era divisa in due Nuclei, ogi Nucleo aveva un Capo
Nucleo.
B)
Distaccamento, il Distaccamento era formato da tre a cinque Squadre o più, ogni
Distaccamento doveva avere un Comandante e un Vice Comandante; un Commissario
politico, ed un Intendente che provvedeva ai trasporti, ai collegamenti e proviste ecc.
C)
Brigata, più Distaccamenti riuniti con almeno 300 a 320 effettivi formavano la Brigata; per
ogni Brigata vi era un gruppo di Comando agli ordini del Comandante. Per cui in ogni
Brigata vi era un Comandante e un Vice Comandante; un Commissario e uno o due Vice
Commissari; un Capo di Stato Maggiore; Un'Intendente; e un responsabile del SIM2.
Inoltre in ogni Brigata vi era costituito un reparto di polizia Partigiana, un reparto Guastatori
e a volte vi si trovava anche il Cappellano Militare, e il servizio Sanitario.
D)
Divisione, tre o quattro Brigate formavano una Divisione, la Divisione aveva un gruppo di
Comando agli ordini del Comandante cosi articolato:
Comandante ed il Vice Comandante; Commissario ed il Vice Commissario; Capo di Stato
Maggiore; Intendente; Capo del SIP e o SIM, Cappellano Militare, Capo del Servizio
Per individuare le Brigate ed i Distaccamenti si usava la numerazione e o nominativi.
E)
Comando di Zona, il Comando di Zona era l'organizzazione tattica della lotta Partigiana
che manteneva il collegamento con il Comando Militare Regionali, con il CLNR e
manteneva i rapporti con altre Forze Militari Alleate. La sua articolazione di Comando era la
seguente:
Comandante di Zona e suo Vice Comandante; Commissario e suo Vice Commissario
Capo di Stato Maggiore; Comandante S.I.P.; Responsabile Sanitario; Cappellano Militare;
Addetto Stampa; Responsabile Rice-Trasmissioni; Servizio S.I.M.
F)
Distintivi di Identificazione dei Comandi Partigiani:
Comandante di Brigata
Tre stellette su fondo rosso
Commissario di Brigata
Tre stellette su fondo verde
Capo di Stato Maggiore di Brigata Due stellette su fondo rosso
Vice Comandante di Brigata
Due stellette su fondo rosso
Vice Commissario di Brigata
Due stellette su fondo verde
Comandante di Distaccamento
Due stellette su fondo rosso
Commissario di Distaccamento
Due stellette su fondo verde
Addetti a Servizi
Una stelletta su fondo rosso
Vice Comandante di Distaccamento Una stellette su fondo rosso
Vice Commissario di Distaccamento una stellette su fondo verde
I gradi dovevano essere portati sul petto al lato sinistro, le stellette erano applicate su di un
triangolo di panno di colore come indicato dal tipo di fondo.
G)
Identificazione delle Brigate, I modi erano diversi il più usato a titolo di esempio era la
numerazione: 1^ Brigata - 2^ Brigata - 3^ Brigata oppure; I Brg. - II Brg. - III Brg. e così via. Per
le stesse Brigate poi veniva usato dare il Nome di un Compagno caduto: Brg. Severino: Brg. Jori;
Brg. P. Borrotzu; Brg. Lanfranconi ecc. Nomi di Partigiani o Antifascisti caduti durante la lotta per
la libertà. Lo stesso metodo veniva usato per identificare i Distaccamenti e le Squadre, che queste
però spesso usavano anche cambiare nome.
Oltre le Brigate Partigiane ebbero una notevole importanza anche le GAP (Gruppi Azione
Patriottiche) e le SAP (Squadre di Azioni Patriottica), queste ultime erano divise in SAP di Città e
le SAP di Montagna .
Le SAP erano organizzate in distaccamenti e squadre come lo erano le Brigate, spesso
portavano come nominativo di riferimento come: SAP "Bedin" o SAP 470 Poggi ecc. erano formate
2 Servizio Informazione Militare
3
da vari Distaccamenti, i quali erano individuati come: "Distaccamento Lumarzo"; Distaccamento
"Sera"; Distaccamento "Bargagli" ecc. ecc. Il compito delle SAP era quello di appoggiare le Brigate
Combattenti Partigiane, fornendo loro, Uomini, armi e munizioni e vitto, spesso eseguivano
sabotaggi alle strade, ai tralicci dei cavi elettrici di A. Tensione. Molti erano gli attacchi portati dalle
SAP direttamente alle pattuglie o accampamenti nemici, alle loro basi, ai loro carriaggi, esse erano
una fonte di informazione utile ai Servizi SIM e SIP. Spesso le informazioni venivano inviate
tramite staffette della SAP, direttamente ai Comandi Partigiani. Molto spesso il compito delle SAP
era anche quello di segnalare eventuali spie, od eseguirne direttamente l'arresto.
Le SAP erano un anello importante di supporto e appoggio alle Brigate Partigiane, come era
loro un importante anello di congiunzione tra la popolazione e la lotta Partigiana di Liberazione.
Molti patrioti delle SAP vivevano la loro vita quotidiana nella normalità come tante altre
persone, proprio questo le permetteva di avere informazioni sul nemico, di trasportare e occultare
forniture per i Partigiani in montagna, ed agire anche di notte quando era necessario, per compiere
rapide azioni di guerriglia o sabotaggio.
Molti altri Patrioti delle SAP, a causa di spie o altro, dovettero agire nella clandestinità
perché erano attivamente ricercati dai Tedeschi e dai Repubblichini, tenuto conto dei bandi emessi
nei loro confronti, e di tutte quelle persone ritenute "pericolose o sovversive".
Rastrellamento Tedesco in una città con giovani da deportare, a lato un militare tedesco.
Campo di prigionia n° 52 dei Piani di Coreglia (Calvari)
4
Formazione delle Brigate Partigiane in VI Zona dopo marzo 1945
Comando della VI Zona Operativa
Comandante
Miro
Vice Comandante
Canevari
Commissario
Attilio
Vice Commissario
Ugo
Capo di Stato Maggiore
Giulio
Comandante S.I.P.
Vero
Responsabile Sanitario
Vuccio
Cappellano Militare
Don Gigetto
Addetto Stampa
Bini
Responsabile Rice-Trasmissioni S.I.M. e S.I.P.
(Antonio Ukmar)
(Umberto Lazagna)
(Amino Pizzorno)
(Mario Franzone)
(Gian Franco Bo)
(Vero Mitta)
(Silvio Bendinelli)
(Sacerdote Luigi Sbarbaro)
(Giovanni Serbandini)
Alfredo (Augusto Miroglio)
Divisione Garibaldina Pinan Cichero
Comandante
Scrivia
(Aurelio Ferrando)
Commissario
Moro
(Otello Pascolini)
Vice Comandante
Carlo
(G.B. Lazagna)
Capo di Stato Maggiore
Michele
(Angelo Gava)
Intendente
Terzo
(Aldo Mantovani)
Capo del S.I.P.
Marco II
(Giuseppe Balduzzi)
Cappellano Militare
Don Pollarolo (Pollarolo Giuseppe)
Il Comando di Divisione fu stabilito in ad Albera, in Val Borbera; le Brigate dipendenti ebbero i
seguenti comandi:
Brigata Po-Argo (Dislocazione in Val Curone)
Comandante
Commissario
Ras
Lino
(Natale Moretti)
(Leonardo Pascolini)
Brigata Arzani
Comandante
Minetto
Commissario
Curone
Vice Comandante
Stuk
Vice Commissario
Mauro
Capo di Stato Maggiore
Portos
Dislocata in Val Grue e nella bassa Val Borbera.
(Erasmo Marré)
(Mario Silla)
(Santo Rosazza)
(Vittorio Tranquilli)
(Savino Riffino)
Brigata Oreste ex 58^ Brg.
Comandante
Tigre
(Gino Tasso)
Commissario
Gin
(Arnaldo Brisi)
Vice Comandante
Toscano
(Lilio Giannecchini)
Vice Commissario
Ulisse
(Francesco Pini)
Capo di Stato Maggiore
Mino
(Costantino Croce)
Responsabile S.I.P.
Martino
(Mario D Benedetto)
Cappellano Militare
Don Bruno
Zona operativa era l'Alta Val Borbera, la Val Sissola, La Vobbia e la Val Brevenna.
5
Divisione Garibaldina Cichero ex 3^ Divisione Liguria
Comandante
Bisagno
(Aldo Gastaldi)
Commissario
Lucio
(Athos Buglioni)
Capo di Stato Maggiore
Marzo
(G.B. Canepa)
Vice Comandante
Dino
(Muzi Antonio)
Vice Commissario
Nino
(Mattei Ateo)
Intendente
Martini
Al posto di Dente che passa ad altri incarichi.
Vice Intendente
Nero
(Don Attilio Pavese)
La Divisione Garibaldina Cichero della VI Zona si articolava al momento finale dell'insurrezione di
quattro Brigate, più la Brigata volante Balilla.
Brigata Volante Balilla
Comandante
Commissario
Battista
Zorro
(Angelo Scala)
(Rossi Carlo)
1) Brigata Volante Severino
Comandante
Gino
(Michele Campanella)
Distaccamenti
1°
2°
3°
4°
Comandante:
Sestri (Zeffiro Mari);
Tegule (Rino Ansani);
Genova (Aldo Schizzano);
Moschino (Adolfo Gini).
2) Brigata "Berto" ex 57^ Brg.
Comandante:
Commissario:
Capo di Stato Maggiore :
Intendente
Vicecomandante
segue
Vicecommissario
Dirigente sanitario
Banfi
Tizio
Massimo
Tuo
Lampara
Lesta
Tizio
Fravega
(Eugenio Sannia)
(Tiziano Busi)
(Dino Bono)
(Arturo Ferrari)
(Giorgio Vigevano)
(Roncagliolo Emilio)
(Stefano Caffese)
Distaccamenti
Comandante
Commissario
Beppe
Castagna
Carlo III
Cucciolo
Forca
Fuoco
Mario
Nino
Prigionieri
Alpino 3*
Nino
Jack
Giulin (Angelo Cecconello)
Pisa (Urbano Pazzi)
(Davide Cambiaso)
(Angelo Spinetto)
Fanti (Luigi Sirolli)
Dedo (Vinicio Rastrelli)
Blek (Gino Botto)
Lago (Franco Paganini)
Kappa (Amedeo Ginocchio)
Maresciallo (Giovanni Nunziata)
Santo (Elvezio Massai)
Neri (Gaspare Torre)
Mingo (Domenico Sanguineti)
Pietro (Aurelio Cademartori)
Boia (Luigi Garibaldi)
Enesto (Renè Schiermejer)
Bill
(Claudio Floris)
3 Il Distaccamento Alpino è stato trasferito dopo marzo 1945, dalla Brg. Jori alla Brg. Berto, a cuasa di una ribellione
alla nuova formazione della Pinan-Cichero, con Comando Unificato.
6
3) Brigata "Jori" 4 ex 3^ Brg.- Dislocata a marzo 45 presso Casa del Romano – monte Antola.
Comandante
Commissario
Intendente
Vicecomandante
Capo di S.M.
SIP
Distaccamenti
Alpino 5
Artificieri
Balilla6
Bellucci
Cialacche
Guerra
Guglielmetti
Maffei
Mandorli7
Mortaisti
Peretto
Prigionieri
Ravera
Reclute
S. Martino
Sardegna
Vestone
Croce
Paolo
(Stefano Malatesta)
(Ferruccio Spagnoli) – Succeduto a "Bruno" (Francesco
Rivara) a sua volta successore di "Moro" (Otello Pascolini)
Menico
(Domenico Aeancio)
Franco(Franco Mortarini) succeduto a "Oreste" (Oreste Armano)
Leonzio
(Cirino Paone) succeduto a "Maranza" (Giuliano
Cristofolini)
Emanuel
(Emanuele Bracco)
Comandante
Commissario
Disloc.
Santo (Elvezio Massai)
Bill (Claudio Floris)
Baffo (Antonio Testa)
Battista (Angelo Scala)
Fachiro (Eugenio Bartolini)
Gino (Amilcare del Monte)
Milano (Egidio Ferrari)
Propata
John (Giuseppe Quartino)
Ateo (Ateo Guanzini) Bogli
(Già Distaccamento Mandoli)
Scalabrino (Marino Mascellani)
Livio (Clinio Pasquali)
Intendente: Lepre (Agostino Moltedo) Dislocazione: Cabanne di Carrega .
Giorgio
Reggio (Demetrrio Castellini)
Valle (Desiderio Repetto)
Chiappa di
Valbrevenna
Carlo
Elio (Elio Saettone)
Giovanni (Giovanni Luisi) Rondanina
Gigino (Luigi Castelli)
Leo (Giovanni Orlandini)
Dué (Renato Bracco)
Reneuzzi
Molina (Felice Mortarini)
Ateo (Ateo Guanzini)
Divenuto poi "Pontiroli" alla fine Distacc. "Sardegna"
Alì
(Carlo Dalloro)
Nadir (Benigno Massetti)
(Già Distaccamento Pontiroli e San Martino)
Pepè (Luciano Golfetti) 8
Mando (Luigi Ferrea)
Isola di Rovegno, Rovegno .
Vegni
Berga
Ponte di
4) 59a Brigata di manovra "Caio"
Comandante
Vice Comandante
Commissario
Vice Commissari
Capo di Stato Maggiore
Intendente
Comando SIP
Capo Servizio Sanitario
Istriano
Pedro
Paolo
Ventura
Marcello
Petiva
Filippo
Pino
Poldrugo Ernesto
Moglia Pietro
Diodati Wladimiro
Simoni Mario e Dan Podestà Sergio
Magnani Vittorio
Bordiani Luigi
Filippini Walter (Dal 26/11/44)
Tagliani Carlo (dal 30/11/44)
4 Della Brigata Jori avveva fatto Parte fino al 23 novembre 1944 la Brigata "Balilla" al comando di Angelo Scala.
5 Questo Distaccamento a marzo del 44 passa alla Brigata Berto.
6 Il Distaccamento dal 23-11-44 divenne Battaglione d'assalto ed operò autonomamente sino alla Liberazione come
"Brigata Volante Ballilla"
7 Questo Distaccamento assunse successivamente il nome di Cialacche.
8 Caduto al ponte di Rovegno il 24-4-45 mitragliato da "Fuoco amico" di aerei Alleati.
7
Distaccamenti
Comandante
Commissario
Effettivi
Amercanoff
Aquilino
Sgagna
Bedin
Intendente
Lucertola
Pino
Moro
Campanini
Vicecomandante
Intendente
Jol
Toto
Alex
Bik (Tim?)
Vicecommiss. Marco
Caposquadra Carioka
Carini
Carini
Commissario Danton
Ghittoni
Turco
Commissario Flora
Girometta
Gaspare
Commissario Lauro
Guerci
Vicecomand.
Ralf
Tigre
Intendente
Pablo
Nerone
Commissario Rafles
Zonta
Vicecomand.
Liana
Morgan
Ciccio, Gundalini Wando
n° 17
Vicecommiss. Moreis
Lntendente Gina
(Dislocato a Villa Noce)
Polledri
Aquilino
n° 19
(Dislocato a Piano)
n° 23
(Dislocato a Cerisola)
n° 23
(Dislocamento a Brignole)
Bragadin, Baldassi vincenzo
n° 31
Guajas
(Dislocato a Rezzoaglio)
da nominare
n° 11
(Dislocamento a Costa Figara)
Santo Stefano d'Aveto la popolazione festeggia la fine della guerra ed i Partigiani della Brg. CAIO.
8
Divisione Garibaldina "Coduri"
Comandante
Commissario
Vice Comandante
Vice Commissario
Capo di Stato Maggiore
Intendente
Addetto alla Stampa
Responsabile Sanitario
Responsabile S.I.P.
Cappellano Militare
Virgola
Leone
Naccari
Italo
Bocci
Vagna
Falco
Canna
Colombo
Don Libero
(Eraldo Fico)
(Bruno Monti)
(Italo Fico)
(Armando Arpe)
(Giovanni Sanguineti)
(Gino Fusieto)
Aldo Argentini)
(Giorgio Canale)
(Angelo Bussoli)
(Sac. Don Federico Malacalza)
Comandante
Vice Comandante
Capo di Stato Maggiore
Commissario
Vice Commissario
Intendente
Brigata Longhi
Saetta
Paolo Castagnino
Orsaccio
Rezia Antonio
Abruzzi
Caruso Francesco
Mac
Macciò Ezio
Scevola
Benvenuto Giuseppe
Lupo
Zumella Augusto
Comandante
Vice Comandante
Capo di stato Maggiore
Commissario
Vice Commissario
Intendente
Brigata Zelasco
Riccio
Aldo Valerio
Canella
Castelletti Pasquale
Scoglio
Pellizzetti Bruno
Primo
Sobrero Remo
Freccia
Frugone Carlo
Firpo
Muzio Costantino
Comandante
Vice Comandante
Capo di Stato Maggiore
Commissario
Intendente
Brigata Dall'Orco
Tigre
Dino Masucco
Bruneri
Merla Giuseppe
Gronda
Minetti Antonio
Sorcio
Capineri Primo
Maitardi
Ciai Omero
Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti:
Comandante di Divisione
Commissario
Capo di Stato Maggiore
Cappellano militare
Umberto Parodi
Piero
Franceschi
Don Alfieri
(Antonio Zolesio)
COMANDO GRUPPO BRIGATE G.L. - G. MATTEOTTI: (Formazione in data 5 aprile 45)
Comandante
Umberto Parodi
Zolesio Antonio
Commissario
Edo
Giannesini Oscar
Capo di S:M.
Alpino
Cavagnaro Vittorio
Aiutante Maggiore
Antonio
Puggioni Antonio
Responsabile S.I.P.
Mori
Merella Arcangelo
Intendente
Lavagnola
Castagnola Carlo
9
Dir. Serv. Sanitario
Addetto ai lanci
Cappellano
Raffaele (Medico)
Fosco
Don Pippo
Don Cresta Angelo
A) Brigata Piero Borrotzu: Squadra Comando 19 effettivi (Formazione in data 5 aprile 1945)
Comandante
Ugo
Nino Pompei
Commissario
Luigi
Luigi Casassa
Vicecommissario
Riccardo
Roberto Rollero
Aiutante Maggiore Lume
Mario Istria
Intendente
Cecco
Servizio Sanitario
De Bernardi
La Brigata era composta dal 1° Battaglione e di quattro Squadre Locali:
Cornia
Moconesi
Recco
Tribogna
La Brigata Borrotzu disponeva di 5 distaccamenti per un totale di c/a 205 effettivi, dislocati nel
settore Barbagelata-Canale.
Distaccam. Comandante
Commiss.
Uomini Effettivi
Cadei
Milli
(Pecorini Piero)
Ariete (Monteverde Giuseppe)
40
Italo
Grasso (Bello Francesco) Maggio (Musante Agostino)
45
Nando
Berga (Salvetti Alessandro) Kappa (Ansaldo Gino)
35
9
Di Maggio Zoran (Zoran Alexandroviv) Dalmulin (Giusto Edoardo)
35
Gori
Luci
Gino
25
Squadra d'Azione "A"10
Comandante Bistecca (Mascheroni Angelo) Commiss. Fulvio
25
Volante B della GL - Capo Squadra "Hans" dislocata Monte Lavagnola e Vale del Lentro.
B) Brigata Antonio Lanfranconi: Squadra Comando 17 effettivi11
2° e 3° Battaglione con Squadre Locali a: Bargagli; Alta Fontanabuona; Uscio, Recco e Camogli.
Comandante
Murri
= Fantozzi Franco
Vicecomandante
Carrel
= Gaj Giuseppe
Commissario
Carlo
= Wronowski Pier Lorenzo
Vicecommissario
Gian
= Astori Luigi
Aiutante maggiore Rossi
= Barisione Sandro
Intendente
Maresciallo = Francesco Ognio
Servizio Sanitario
Giacomo
La Brigata Lanfranconi era composta dal 2° e 3° Battaglione e con squadre locali a Bargagli e
Alta Fontanabuona e Camogli; disponeva di 7 Distaccamenti per un totale di c/a 200 effettivi.
Distaccam.
Ventura
Luci
Boletto
9
10
11
12
Comandante
Furia = Mancini Bruno
Leo = Leonelli Nicolò12
Pirri = Ferrari Silvio
Commiss.
Uomini Effettivi
Luciano = Ciabattini Luciano
40
Franco =
35
Diogene =
35
Il nome Dalmulin a volte è scritto Dal Molin.
Esisteva una 3a Compagnia al Comando di Hans.
Formazione in data del 16 Aprile 1945
Leo c'è anche Pedote Elio che risulta come Commissario di Distaccamento
10
Biffera
Civi = Faggiani Giuseppe Tre
35
Spano
Tom = Gianotti Aldo
Buk
= Vitale Carlo
25
Squadra d'Azione "A"
Comandante Carlino = Galletti Vasco
Commiss. Allah = Verzura Giacomo 30
Formazione di Manovra: Prospero Castelletto; Squadra Comando 6 effettivi.
Comandante
Sandro
Alessandro Bertolini
Commissario
Nando
Gatti Ferdinando
Intendente
Mino
Aiutante Magg.
Bai
Benvenuto Andrea
Commissario Dist. Jon
Barbieri Mario
Comandante Comp. Dick
Festucco Ernesto
Commissario Dist. Macario
Marini Francesco
Vice Com/Brigata
Franco
Rossotti Mario
Commissario Dist. Padre
Rossoti Ernesto
Comandante Dist.
Caro
Segalerba Ernesto
La Formazione disponeva di quattro Squadre per un totale di c/a 60 effettivi (Da altre informazioni
risulta che disponeva di 5 Distaccamenti Volanti)
Volante
A
B
C
D
Comandante
Franco
Hans (Vietz Hans Austria)
Turiddu
Bai
Commiss.
Cola
Enrico
John
Guglia
Uomini Effettivi
15
15
15
15
S.I.P. e Servizi Vari13
53
Altri piccoli Distaccamenti agivano nelle varie località dell'entroterra della Fontanabuona e del
Golfo Paradiso contribuendo a non gravare sull'economia del comando: (Vedi pag. 695 la RiL)
Ognio e Lorsica
Moconesi
Uscio
Rapallo
Recco
Pieve Ligure
Bargagli
fanno riferimento a
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
Piero Ansaldo
G.B. Agnese14 e Natalia Wronowska e il Padre
Casimiro
Bisso Davide
Manlio Piaggio
Leveroni; Soffiantini; Benvenuto.
Lazzarini (Detto Guidi)
Dick (Enrico Festuco e la moglie Santa Cevasco)
Del S.I.P. presente nella VI Zona della Brigata G.L. G. Matteotti esiste una breve relazione ed
elenco con data: Genova 12 marzo 1946 dove il Comandante Arcangelo Merella ed, il Vice
Comandante Paolo Barroccu dichiarano che i Volontari della loro Brigata S.I.P. era composta di
sedici Partigiani e tre Patrioti facendone l'elenco:
13 La Brigata G.L. Giacomo Matteotti aveva un Battaglione chiamato Valbisagno comandato da Marcello Machiavelli.
Il 21-2-1945 c'è una comunicazione del Comando che i seguenti Volantari: Bruno, Marinaio e Durante passano alla
Compagnia Carrel.
Esiste una lettera del 21-2-1945 inviata al Comandante del 4° Distaccamento, nella quale si scrive che si può
formare un Distaccamento Sciarré con gli Uomini di Neirone, che sono arrivate le armi? Il giorno 23-2-45 disdetta
non è possibile fare un Distaccamento con gli Uomini di Neirone: Walter passa al 2° Battaglione con Durante;
Nicola passa alla Compagnia Carrel (Vedi AILSREC - Carte Zolesio Febbraio 45)
14 G.B. Agnese fu poi catturato ed internato a Mauthausen.
11
Partigiani S.I.P.
1) Altrinetti Guerrino - Italo, nato Torriglia il 28/8/1920 ove residente.
2) Barroccu Giuseppe – Moro 2° nato Sassari il 19/9/1912 resid/Genova, Capo Servizio SIP
3) Barroccu Paolo – Moro1° nato a Sassari il 8/11/1914 resid/Genova; Comand/Distacc. Vice
Commissario SIP.
4) Borneto G.B. - Ritmo, nato a Genova il 10/8/1920 ove residente.
5) Burlando Luigi – Italia, nato a Genova-Struppa il 31/5/1908 Comand/Distacc. resid/Genova
6) Buscaglia Pasquale – Pasqua, nato a Cichero il 11/10/1923 Comandante di /Distaccamento
Resid. a Genova
7) Carlini Pietro – Rico, nato a Genova il 9/10/1919 Prov. Sq. Cittadina resid/Genova
8) Carosini Ferdinando – Dino, nato a Montebruno il 3/11/1916 Responsabile SIP di Brigata
resid. a Genova;
9) Casabona Adriano – Adrian, nato a Genova il 17/12/1923 addetto al collegamento città a
Zona Partigiana, provenienza SAP di città; resid. A Genova;
10) Cevasco Angelo – Golia, nato a Bargagli il 28/8/1914 resid. Bargagli;
11) Cirina Battista – Battista, nato a Senorbi il 30/9/1896 proven. SAP di città, resid. a Genova;
12) Colombi Antonio – Fortunato, nato a Canevino il 11/9/1909 Com/Distacc. resid. a Cicagna;
13) Croce Gino – Cavalina, nato Genova il 18/12/1919 prov. SAP di Città resid. a Genova;
14) Firpo Carlo – Natale, nato a Genova il 17/6/1915 Com/Distacc. Provenienza SAP Bargagli
resid. a Genova;
15) Merella Arcangelo – Mori, nato a Muros il 11/3/1920 Commissario di Brigata, Vice Comm.
di Divisione resid. a Genova;
16) Tomanelli Pietro – Raimo, nato a Napoli il 25/7/1922 prov. da V.A. e SAP di città resid/ a
Genova;
Segue SIP Patrioti:
1) Barisone Ferdinando -Pocher, nato a Genova il 7/2/1921 resid. a Genova;
2) Carrea Ernesto – Nico, nato a Gavi il 1/1/1906 addetto al Comando; provenienza SAP di
Città; resid/Genova
3) Rossini Mario – Dich, nato a Genova il 1710/1924 prov. SAP di città resid. Genova:
(Vedi ILSREC Busta 243 fasc. 8-9-10)
La G.L. In Fontanabuona aveva un Servizio Informazioni Militare (SIM) il quale dava precise e
aggiornate informazioni sulla situazione militare Nemica nel territorio; Nominativi di riferimento:
Ognio I e Ognio II; Renato II. (Vedi AILSREC Carte Zolesio aprile 45)
Il 27 -11-1944 Ognio II comunica ad Umberto i nominativi dei componenti della sua Squadra di
S.I.M. Servizio Informazioni Militari, composta da 14 Uomini, compreso Giorgio:
Bacigalupo
Biscaro
Corsiglia
Corsiglia
Corsiglia
Novaretto
Oliva
Raffetto
Raffetto
Rollo
Rosasco
Viganego
Zinelvi
Luigi
Detto
Luigi
"
Gio Batta
"
Giovanni
"
Giuseppe
"
Mario
"
Carlo
"
Domenico
"
Ugo
"
Giacomo
"
Attilio
"
Alessandro "
Cornelio
"
Bacci
Romolo
Ognio I
Camillo
Fritz
Ognio II
Fontanabuona
Zena
Pippo
Fack
Alpino
Willy
Enea
12
n° 2 Battaglioni Matteotti - Valbisagno:
Nei primi di gennaio del 45 vennero a costituirsi due nuovi Battaglioni, Matteotti-Val Bisagno.
Il Comando venne stabilito al Porto (Torriglia):
Comandante
Marcello
Machiavelli Marcello
Vicecomandante
Olivo
Mezzacasa Olivo
Commissario
Giorgi
Mitta Mario
Vicecommissario
Astro
Dondero Giorgio
Capo di Stato Magg. Doria
Macaggi Carlo
Commissario Dist. Arno
Arnoldi Ettore
Comandante di Batt. Burrasca
Benti Giovanni
Comandante Dist,
Mauro
Ciancherotti M.
Comandante Dist.
Nay
Mezzadra Bruno
Comandante Dist.
Gino
Podestà Franco
Com. Dist.
Gialon
Sartori Estarino
Comandante Dist.
Tigre
Siri Giovanni
Comm. Dist.
Ca
Verbino Paolo
.
Il 14 Febbraio 1945 è costituita la Brigata Matteotti-Val Bisagno con circa 120 effettivi, formata da
due Battaglioni con il Comando a Reneuzzi; Vengono dislocati due Distaccamenti sopra a Bargagli
e tre fra zona di Rosso e Davagna.
Alla fine marzo 1945 la Brigata presenterà una Forza15 di circa 170 effettivi su sette Distaccamenti:
così dislocati:
Distaccamento Comando a Reneuzzi,
25 effettivi
Due Distacc.
Sopra Bargagli
50 effettivi
Un Distacc.
Presso Davagna
25 effettivi
Un Distacc.
Presso Noceto
25 effettivi
Un Distacc.
Presso Rosso
25 effettivi
Squadra d'Azione "A"Distacc. Volante presso le 2 strade in Val Bisagno
20 effettivi
Dislocazione delle Brigate Partigiane e SAP nel Golfo Paradiso, Uscio e Pannesi
Brigata di Montagna SAP "BEDIN" dislocata Pannesi, Lumarzo e alta Fontanabuona.
SAP Crosa Camogli
Dislocata a Camogli; Ruta; San Martino del Vento e San Rocco.
SAP Crosa Nervi Bogliasco Dislocata a Nervi e Bogliasco.
SAP Piero Borrotzu
Dislocata a Recco, Tribogna e Camogli
SAP Sanguineti Comandante Orcella Dott. Luigi detto "Fiore""
SAP Prospero Castelletto Dislocata a Sant'Alberto. (AILSREC Carte Zolesio Febbraio 1945)
SAP Prospero Castelletto Camogli: Comandante "Maggi"16 Dislocazione: Camogli con 14
Squadre tot. 140 Volontari: Ruta con 2 squadre tot. 25 Volontari; S. Rocco con 1 squadra
tot. 12 Volontari; S. Martino con 3 squadre tot. 25 Volontari. (AILSREC Busta 243 fasc.11).
SAP – G.L. G. Matteotti di Recco; da ricerca presso AILSREC nelle "Carte Zolesio Maggio 45"
sono trovati documenti del 24 maggio 1945, dai quali risulta che a Recco era presente una
Squadra di SAP di 28 Volontari17 e che la stessa aveva requisito dei materiali ricuperati dalla
15 Di questi Distaccamenti non si hanno migliori informazioni, ne' del Nominativo degli Stessi, ne' il Nome dei
Comandanti e Commissari?
In una lettera scritta da Partigiani di Bargagli al Comando si Parla di un Distaccamento di Angelo, Chi era?
16 Capitano di Complemento di Artiglieria Maggiolo Giovanni
17 Da ricerca presso AILSREC non si è trovata traccia di questa SAP di Recco, ne di azioni da essa eseguite?
13
colonna Nemica durante la ritirata verso Uscio; Segue elenco approssimativo del materiale
requisito dalla SAP durante i moti a Recco, segue elenco:
Auto, moto, sigarette, viveri, carburanti ecc. Comprese 440.000 lire tolte a prigionieri
Tedeschi e Italiani; 4,500 kg di tabacco e lire 70.000 tolte da Tito al Maresciallo olio
Avegno; Segue elenco nominativo dei 28 Volontari della SAP.
La lettera è firmata: Il Comandante R. Secchi (Rodolfo Secchi)
Brg POGGI 470: Comandante Filippo Porcile; Commissario Luigi Carrara; Dislocata a Sori;
Effettivi 123
Brg SCIOLLA: Comandante Pietro Barbieri; Commissario Renato Drovanti; Dislocata Sturla e
Quinto poi a Nervi; Effettivi 97.
Brg. CROSA: Comandante De Nevi Italo, Commissario Vico Carlo; Dislocata a Nervi e
Bogliasco: Effettivi 100.
Brg. PITTALUGA: Comandante Nicola Gnecco; Dislocata a Sant'Ilario alta; Effettivi 36.
La Brigata SAP "Libertaria" diventa Brg. SAP Pittaluga dopo morte dello stesso Antonio
Pittaluga caduto in uno scontro con i tedeschi a Nervi, nella mattinata del 24-4-45 dove
vengono presi prigionieri altri 5 Sappisti18 che poi furono portati come ostaggi dai Tedeschi
all'Albergo Eden di Nervi.
Brg. CROSA-CAMOGLI: Comandante Luigi Arcella; Vicecomandante Renato Piccinino;
Dislocata a Camogli, Ruta, San Rocco, San Martino; Effettivi 202
Distacc. Balletto della G.L. Capo Distaccamento Pirri (Silvio Ferrari) (pag. 72 l'UM)
Distacc. Castelletto Della G.L. Comandante Luigi dislocata tra Bargagli e Boasi.
Distacc. Sassari della GL Capo Distaccamento "Tom" (pag. 72 l'UM)
Formazione di alcune Brigate e Sap del Golfo Paradiso e entroterra.
Brigata di Montagna SAP "BEDIN" (Pannesi)
Dislocata nel territorio di Lumarzo, Boasi, Pannesi, Bargagli lato Est (Fontanabuona), Colle Caprile
e Calcinara, organico SAP di circa una quarantina di Partigiani, più 108 Sapisti dei Distaccamenti.
La Brigata ha sempre operato in stretto rapporto con, Scrivia, Bisagno, Lesta, Dente e Lucio e ha
collaborato con altre Brigate, fra le quali anche la Caio.
Comandante
Napoli
Florio Renato
+ Caduto il 24/4/45 (Rovegno)
Vicecomandante
Castagna
Garaventa Giovanni
Commissario
Piemonte
Massone Emanuele
Vicecommissario
Viacava
Viacava Giovanni
Segue dopo il 24/4/45
Comandante
Castagna
Garaventa Giovanni + Caduto il 27/4/45 (Gione Uscio)
Commissario
Piemonte
Massone Emanuele
Vice Commissario
Viacava
Viacava Giovanni
Brg. Bedin Distaccamento Lumarzo - Organico 20 SAP; 5 SAP Insurrezionali; Casi Isolati 4
Comandante Distacc.
Faggio Onorato di GB
tessera del C.M.L.R. n° 08108
Commissario Distacc.
Schenone Giovanni fu Luigi
tessera del C.M.L.R. n° 06102
Vice Commiss. Distacc.
Schenone Ernesto di Andrea
tessera del C.M.L.R. n° 06201
Capo Squadra
Schenone Angelo di Giovanni
tessera del C.M.L.R. n° 06101
Capo Squadra
Schenone Giuseppe di Vittorio
tessera del C.M.L.R. n° 06205
Brg. Bedin Distaccamento Sera - Organico 31 Sapisti, manca nominativo del Commissario; esiste
elenco dei tesserini rilasciati da n° 781 a 807.
Comandante del Distaccamento Fossa Pierino
18 In alcuni documenti si parla di sette ostaggi?
14
Brg. Bedin Distaccamento Bargagli - Organico 10 SAP tesserini rilasciati da n° 808 a 816, manca
riferimento a Comandante e o Commissario. Segue elenco dei SAP Insurrezionali di n° 2 Patrioti
con numero Tesserino 05200 - 05100
Brg. Bedin Distaccamento Patrioti - Sapisti Insurrezionali Patrioti quantità n° 36; Tesserini di
riconoscimento dal n° 781 al 807 e dal n° 201 al 205 segue 207 - 076/59 bis; 076/58 bis.
(ILSREC Fondo CLN Busta 3b Sap di Montagna Bedin - Contiene elenco dei Nominativi)
Brigata SAP GARAVENTA (Uscio)
Dislocazione colline zona Uscio, Tribogna alta, Avegno, Recco, monte di Caravaggio, Prato Bello,
la Brigata è formata da un oltre una centinaia di Sapisti e Partigiani, è articolata su diversi
Distaccamenti:
Distaccamento Avegno; Salto e Cabona; operano in armonia alla Divisione Cichero, dove si è
sempre rapportata con il Comando, con Bisagno, Bini, Scrivia, Dente, Lesta, Lucio ecc. Ha
collaborato con altre Brigate compreso la Brg. Berto, e la Severino. Sono un centinaio i Partigiani di
questa Brigata SAP di Uscio.
Comandante di Brigata
Romeo
Carbone Giovanni
Commissario " "
Michelin
Carbone Michele di Carlo
Vice Commissario
Milanin
Romano Giuseppe
Distaccamento SAP Avegno (Il Distaccamento è formato di cinque Squadre)
Comandante Distaccamento
Demarchi Mario
di G.B. di Salto
1^ Squadra SAP Avegno
Capo Squadra
Pezzotti Enrico
Sapisti
n° 5
2^ Squadra SAP Avegno
Capo Squadra
Pezzotti Luigi
Sapisti
n° 5
3^ Squadra SAP Avegno
Capo Squadra
Brevi Rinaldo
Sapisti
n° 5
1^ Squadra SAP Salto
Capo Squadra
Demarchi Silvio
Sapisti
n° 5
2^ Squadra SAP Salto
Capo Squadra
Demarchi Andrea
Sapisti
n° 5
Per la brigata di Cabona non vi sono elenchi, i nomi sono assieme a l'elenco della SAP di Uscio
Brigata di Città 470 POGGI (Sori)
Dislocazione: Nelle colline della vallata di Sori, monte Becco, monte Cornua, San Pollinare Pieve
Alta Mulinetti, Recco lato Ovest, la Brigata è formata da un oltre una centinaia di Uomini, fra
Partigiani e Patrioti: I Partigiani riconosciuti dalla Commissione Regionale, erano 45, i Patrioti
erano 64 e i non riconosciuti 15, i quali potevano fare ricorso entro 60 giorni alla Commissione
Regionale per un loro eventuale riconoscimento. La Brigata è composta da tre Distaccamenti:
Interviene in subordine al Camando della Divisione Cichero, dove si è sempre rapportata con Bini,
Scrivia, Bisagno, Dente, Lesta, Lucio ecc. Ha collaborato con altre Brigate compreso la Brg. Berto,
e la Severino. Sono circa 150 fra Partigiani, Patrioti e Sapisti di questa Brigata
Formazione della Brigata:
Comandante di Brigata
Filippo
Porcile Filippo di Prospero (Sussisa)
Vice Comandante
Dellacasa Renato di Luigi
Commissario
Iegori
Carrara Luigi fu Vittorio
(Capreno)
Informatore di Brigata
Fiume
Porcile Dario di Prospero
(Sussisa)
,
1° Distaccamento - è formato di cinque Squadre di cinque uomini tot 25+3
28 uomini.
Comandante Militare
Rodi
Carpeneto Igildo di Luigi
(Capreno)
Vice Comandante
Libero
Maggi Vittorio fu Fortunato (Sori)
Commissario
Piero
Olcese Luigi fu Luigi
(Capreno)
15
2° Distaccamento - è formato di quattro Squadre di 5 +5+4+4 + 3 tot.
21 uomini.
Comandante Militare
Darin
Porcile Dario di Giuseppe
Commissario
Roma
Garaventa Romolo di Giovanni (Calcinara)
Informatore di Distaccamento
Volpe
Olcese Ignazio di Giuseppe (Sussisa)
3° Distaccamento - è formato da sei Squadre da 5 uomini e una da quattro + 3 37 uomini
Comandante Militare
Venezia
Zanin Arduino fu Antonio (Fara di Feltre)
Commissario politico
Giuva
Castagnola Giovanni fu Andrea (Sori)
Informatore
Sommergibile Dapueto Mario fu Giacomo (Pieve Ligure)
Sapisti aggregati al momento dell'Insurrezione sono 49; poi ci sono altri cinque Sapisti detti casi
Isolati: con Tessere n° 07329; 07327; 07330; 07331; 07328. Totale Sapisti 54
La maggiore parte degli uomini componenti la Brigata 470 Poggi proveniva dalle Squadre
d'Azione formate da Scrivia, per dare man forte al suo distaccamento operante in quella Zona
(Monte Becco, Terrusso, Cornua, Pannesi) dando un prezioso contributo sia al rifornimento di
viveri che di armi e munizioni ecc.
Nel mese di giugno del 1944 si venne formare la Brigata 470 Poggi e subito iniziarono le azioni di
attacco ai Repubblichini ed ai Tedeschi.
(ILSREC Carte "Gimelli 3" Assegnazione Provisoria B 59/E1)
Il Comandante della Divisione "Cichero" VI Zona Operativa Gastaldi Aldo detto "Bisagno"
Campanella Michele detto "Gino" Comandante della Brigata Volante "Severino" con Roncagliolo
Emilio detto "Lesta" Vicecomandante della Brigata "Berto"
16
Segue copia del "Bando" emesso dal Comando Tedesco nei confronti della popolazione e dei
Partigiani nella nostra Provincia.
B A N D O
A partire da oggi la popolazione deve ottemperare a quanto segue:
Le disposizioni hanno esecutorietà immediata.
1°
IL COPRIFUOCO E' FISSATO DALLE ORE 18,30 ALLE ORE 7.
2°
ARMI, MUNIZIONI (COMPRESI I FUCILI DA CACCIA) E MATERIALE
MILITARE DEVONO ESSERE CONSEGNATI AL COMANDO MILITARE
GERMANICO ENTRO 12 ORE.
3°
VERRANNO FUCILATI:
a)
b)
c)
COLORO CHE OPPORANNO RESISTENZA.
COLORO CHE FARANNO ATTI DI SABOTTAGGIO.
COLORO CHE VERRANNO TROVATI IN POSSESSO DI ARMI,
MUNIZIONI, EFFETTI MILITARI, TRASCORSE 12 ORE DALLA
AFFISSIONE DEL PRESENTE.
4°
VERRANNO BRUCIATE LE CASE DOVE VENGONO TROVATE ARMI,
MUNIZIONI, EFFETTI MILITARI, ANCHE QUALORA DOV'ESSERO
SUBIRE DANNI LE CASE VICINE.
5°
CON ARRESTO IMMEDIATO E GRAVI PENE RESTRITTIVE DELLA
LIBERTA' PERSONALI, SEQUESTRO DEI BENI, VERRANNO PUNITI
COLORO CHE:
a)
b)
6°
Hanno agevolato i ribelli fornendo nascondiglio, armi e viveri.
Non forniranno le notizie di cui siano a conoscenza che riguardano il
soggiorno dei ribelli e cerchino di intralciare le indagini fornendo false
indicazioni.
LE FINESTRE E LE PORTE DEVONO RIMANERE CHIUSE, SIA DI GIORNO CHE DI
NOTTE.
OSSERVANDO QUESTE DISPOSIZIONI LA POPOLAZIONE NON AVRA' NULLA DA
TEMERE NE' SUBIRA' DANNI.
IL COMANDANTE DEL PRESIDIO MILITARE GERMANICO
(ILSREC - Gimelli 2/12 Cart.3)
17
Storia e nascita della Brigata Garibaldina SAP di Montagna "Bedin" VI Zona
Operativa Divisione "Cichero"
La nascita della Brigata di Montagna SAP "BEDIN" si forma con i giovani del Comune di
Lumarzo e sopratutto dal punto organizzativo nella frazione di Pannesi, dove vi era già la presenza
storica di un movimento di giovani organizzato, che nel 1925 avevano formato una loro SMS19 fra
Liberi Operai e Contadini, con una propria sede nel Paese, ed in una casa di loro legittima
proprietà. Le Autorità Fasciste fecero chiudere questa SMS fra Liberi Operai e Contadini, col
pretesto di essere contro il Fascismo, questo era vero perché nei giovani del Paese si notava una
nutrita attività sociale e con formazione ideologica Antifascista.
In Pannesi già nei primi di Ottobre del 1943 Massone Emanuele detto poi "Piemonte" cerca
di organizzare i giovani militari, che non si erano consegnati ai Tedeschi o alla RSI, Egli da a loro
rifugio e viveri, per la prima sopravvivenza, nasconde soldati Polacchi fuggiti alla prigionia Tedesca
e prende contatti con Dente (Bianchini Severino) e poi con Lucio e altri del PCI e della Lotta
Antifascista, come "Bini" (Serbandini Giovanni) "Bisagno" (Gastaldi Aldo) e "Lesta" (Roncagliolo
Emilio); con Lui altri del Paese contribuiscono alla formazione della SAP di Pannesi, tra i questi si
ricorda il contributo di Beccaria Angelo detto "Guido" di GB, i nipoti del Massone figli del fratello
Lorenzo, Somariva di Recco e Garaventa Giovanni detto "Castagna" di Colle Caprile, Vice
Comandante della SAP e poi Comandante.
Altri Antifascisti si incontrano nella Zona, cercando di migliorare e organizzare la
formazione di questa prima "Banda" si cerca di ricuperare armi, per combattere contro i Tedeschi
invasori ed i Repubblichini della RSI.
Piemonte prende contatti con gli antifascisti di Uscio, Recco, Sori, Pieve Ligure ecc. dove
in questi paesi vengono organizzati i primi Volontari e Combattenti Antifascisti, che assieme a
Pannesi, Lumarzo e Boasi si coinvolge anche Volontari da S. Alberto di Bargagli e del Comune di
Neirone, dove grande è il contributo dato dal Partigiano Guarnieri Vittorio detto "Stalin".
In quel periodo si tengono spesso riunioni segrete presso l'Osteria di Cornua, a Uscio ed alla
Madonna del Bosco ed altri luoghi di sicuro trattenimento.
(Nota di Massone Giorgio, figlio di Piemonte mi confermò che suo padre incontrò Dente in Cornua
nell'Osteria di Beccaria Angelo, nei primi di ottobre, e gli fu presentato da Bagiulin di Pannesi
commerciante di mucche che per ragioni di lavoro frequentava le Osterie).
Il Massone Emanuele che per nome di battaglia scelse “Piemonte” era persona molto capace
ed un bravo organizzatore, in merito a quanto detto, il Piemonte aveva in passato, già promosso la
formazione di una cooperativa di contadini e allevatori, per la raccolta del latte nella Zona, Egli
aveva formato il centro di raccolta presso Bargagli. Lo stesso Piemonte cercava anche, attraverso la
cooperativa, di realizzare la vendita diretta del latte ai consumatori. Queste iniziative del Piemonte,
sarebbero servite a migliorare il reddito dei piccoli allevatori e dei contadini. Ma questo tipo
socializzazione organizzata, fu fortemente osteggiata dalle Autorità locali Fasciste, le quali crearono
allo stesso, ogni tipo di difficoltà per ridurlo alla cessazione di questa attività.
Vorrei qui ricordare Beccaria Angelo detto “Guido” (Giullu de Cornua) il Quale non
compare nella lista dei Partigiani della Brg. Bedin perché Egli dipendeva dalla Cichero. Questo
grande Patriota e Partigiano ha contribuito in modo importante a salvare Militari Sbandati dopo
l'Otto Settembre, ad aiutare Antifascisti a trovare rifugio ed accompagnarli ai centri di reclutamento.
Nella sua Osteria di Cornua, Egli diede diede asilo ai Comandi Partigiani, Bisagno, Bini; Lesta,
Dente, Scrivia, Franco, dove si sentivano sicuri durante le loro riunioni, grazie a Lui e alla sua
Famiglia, e tanti altri come loro, che il Movimento Antifascista ha trovato la linfa e la
collaborazione alla lotta per la Libertà e la Democrazia contro la barbaria Nazifascista.
"Guido" fece parte del CLN di Lumarzo, e partecipò attivamente alla Formazione della Prima
Giunta del Comune, ed alla nomina del Primo Sindaco del Paese. A "Guido" per rappresaglia dei
19 Società di Mutuo Soccorso
18
Tedeschi e Alpini della Monterosa, le fu bruciata l'Osteria sul Monte di Cornua.
Molti furono i Patrioti che contribuirono proprio da Pannesi, Uscio e Sori alle forniture di alimenti,
vestiario, armi e munizioni, medicinali ecc. ecc. ad una delle prime Formazioni Partigiane in Zona,
organizzata da Bisagno, chiamato 3° Distaccamento della Cichero, la Brigata "Lupo" al Comando di
Aurelio Ferrando detto "Scrivia".
Promemoria sulla Brigata “Peter” al Comando di “Scrivia” (Ferrando Aurelio)
Nei primi di aprile 1944 il numero dei giovani presenti nella “Banda di Cichero” erano circa un
centinaio, era pericoloso e diventava anche difficile mantenere una presenza simile in un solo
luogo; il Comandante Bisagno decise di formare tre Distaccamenti. Il III° Distaccamento Partigiano
venne dislocato da Cichero nella zona di Pannesi e Terrusso, prese il nome di Distaccamento
“Lupo” il Comandante era “Scrivia” (Aurelio Ferrando) e come Commissario “Nino” (Stefano
Porcù): Successivamente viene nominato G.B. Lazagna detto "Carlo" come nuovo Commissario.
Dal 16 giugno del 44 dopo decisione unanime la Brigata chiese di fare parte delle Brigate
Garibaldine; Il 26-6-1944 viene accolta la richiesta come 3° Distaccamento della Brigata Liguria.
Solo dopo la morte del Partigiano Polacco "Peters Josef " la sera del 25-6-44, in sua memoria il
Distaccamento ne prenderà la nuova denominazione come Distaccamento “Peter”.
Il Distaccamento in seguito conosciuto come "Brigata Peter" al Comando di Scrivia verrà poi
dislocata in Valtrebbia, e nella zona di Pannesi Lumarzo rimase per un breve periodo il
distaccamento Villa al Comando di Mino.
La Brigata Peter dislocata in Val Borbera; assieme alla Brg.“Vito Castiglione” formeranno la
nuova 58^ Brigata “Oreste.”20 al Comando, prima di Scrivia, poi passa al Comando di “Tigre”
(Tasso Gino); Vice Comandante “Toscano” (Giannecchini Lilio); Commissario “Gin“ (Brisi
Arnaldo).
“Scrivia” sarà successivamente nominato Comandante della Divisione Garibaldina Pinan Cichero
operante nella VI Zona, Bisagno Comandante della Divisione Garibaldina “Cichero” e con "Lucio
come Commissario, "Marzo" Capo di S.M. “Miro” al Comando Unificato della VI Zona.
26 Aprile 1945 - Partigiani scortano i soldati tedeschi nel campo di concentramento a Marassi
20 La brigata “Peter” al comando di Scrivia arriva in tempo alla partecipazione della battaglie tenuta presso le gole di
Cantalupo Ligure, contro i Tedeschi e i Fascisti della RSI.
19
Storie di singoli Patrioti e Partigiani riconducibili al Comune di Lumarzo
Cap. 01
Massone Emanuele detto “Piemonte” era nato a Pannesi di Lumarzo (ove residente)
il 3-6-1897 paternità Luigi.
"Piemonte" fu uno dei tanti contadini, e uomo di paese, il quale dette con grande capacità
organizzativa, moralità, spirito di lotta, un grande contributo alla conquista della libertà, della
democrazia e di giustizia, quale ideale della lotta contro il Nazismo e di Liberazione del Nostro
Paese. Fu uno dei tanti piccoli e grandi Eroi della Resistenza Antifascista, Uomo semplice di grande
onestà e amante del suo Paese e della popolazione contadina da cui nasceva la sua tradizione, la
famiglia ebbe origine dai Massone di Uscio.
Piemonte, era Uomo di grande capacità dialettica ed oratorie, altruista e rispettoso delle idee
altrui, uomo di pace, anche se fu obbligato a fare la guerra. Uomo laico ma rispettoso della
religiosità altrui, uomo che condivise molti momenti di lotta e impegno politico assieme al Parroco
di Pannesi Don Oneto, il quale fece parte del CLN di Lumarzo e ne fu anche il Segretario assieme al
Presidente Piemonte.
Assieme, ma ognuno nella propria riservata disponibilità, essi salvarono molti giovani
sbandati che dopo l'otto settembre del 43, non trovarono asilo alcuno, se non tra le mura di diverse
case di Pannesi, di Piemonte del Parroco e altri Patrioti del Posto.
Ancora assieme e con Beccaria Angelo ed altri Membri del CLN di Lumarzo li troviamo a
formare la Prima Giunta Comunale dopo il 25 aprile del 1945, alla nomina del primo Sindaco e alla
ripresa della vita normale, degli impegni amministrativi Pubblici.
Di recente ho avuto occasione di prendere visione di documenti, custoditi e poi lasciati dal
figlio Umberto, presso l'ILSREC di Genova. I documenti illustrano parte della storia Partigiana di
Piemonte, e della Zona in cui si svolsero, il grande contributo dato da questi alla lotta di
Liberazione.
Cap. 02
Relazione di "Piemonte": Presso ILSREC - Fondo CLN-Liguria Busta 27B Fasc.12
vi si trova una relazione rilasciata da "Piemonte" nel mese di Agosto del 1945 al CLNR Prov. di
Genova, ed anche al Comando della VI Zona Corpo Volontario della Liberazione.
AL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE REGIONALE
PROV. DI
=GENOVA=
Comando 6^ Zona Corpo Volontari della Liberazione
Il sottoscritto Massone Emanuele fu Luigi di nome di Battaglia (Piemonte) nato a Pannesi
di Lumarzo il 3/6/1987 affinché sia preso in considerazione l'opera svolta nel momento di
liberazione Nazionale espone quanto segue:
1)
Egli sottoscritto fu sempre stato antifascista, e nel marzo del 1935 fu proposto per il confine
sotto l'accusa di sobillazione contro i poteri dello Stato.
2)
Il 26 luglio 1945 bruciò pubblicamente tre gagliardetti di sede fascista, tenendo
pubblicamente discorsi contro i fascisti.
3)
Il 13 settembre 1943 in Pannesi organizzò la prima squadra di partigiani che più tardi
nell'ottobre 1943 vi si unirono diversi soldati Polacchi fatti fuggire dall'esercito tedesco, formò così
una banda che iniziò atti di sabotaggio.
4)
La continua propaganda del sottoscritto convinse la gioventù di tutti i paesi di questa zona
a non presentarsi dopo l'otto settembre 1943 a servire la repubblica di Mussolini, difatti da queste
zone nessuno si presentò alla chiamata di Graziani.
5)
Nel gennaio 1944 diedi asilo e vitto a diversi antifascisti che fortunatamente erano riusciti a
20
fuggire alle torture dei nazifascisti, tra i quali l'eroe Silvio Solimano di S. Margherita, (Nome di
battaglia Berto) che le fu poi intitolata una brigata in suo onore
6)
Sempre nel gennaio 1944 dalla propria casa dove erano alloggiati per circa una decina di
giorni, dando vitto e assistenza e curati delle ferite riportate nelle torture dei nazifascisti, partiva la
prima squadra di 9 persone per formare la Divisione Garibaldina Cichero, tra i quali vi era pure,
Dente; Bini; il suddetto Berto; e Bianchi21, quest'ultimo è riuscito a fuggire dalle torture, portando
seco la sentinella che aveva di guardia.
7)
Bini prima di partire mi diede l'incarico di tenere il Centro dei Volontari che volevano
arruolarsi per inviarli a Cichero; difatti dalle due riviere Liguri giunsero di notte tempo e dopo che
erano riposati e ristorati, dalla mia squadra li facevo accompagnare a Cichero, rifornendo loro
viveri armi e munizioni, nonché la prima radio trasmittente alla divisione Garibaldi, che i miei
uomini presero e trasportarono sotto gli occhi dei tedeschi.22
8)
Quando i primi di aprile 1944 la Banda Bisagno passata poi al Comando di Scrivia, scese a
Pannesi ho dato tutto il mio aiuto, cercando i casoni per alloggiarla, pentole, attrezzi, ecc. e ho
convinto il gestore del Consorzio locale, a provvedere tutta la farina occorrente nonché il forno per
il pane, ho provveduto loro, il latte, la verdura e denaro e preziose informazioni tenendoli nascosti
nei boschi di Pannesi il più che mi fosse possibile
9)
Ho organizzato il Comitato di Liberazione Nazionale a Lumarzo, Sori e Bogliasco nei tempi
della cospirazione; e ho provveduto centinaia di biglietti da mille alla divisione Cichero di cui
tengo contabilità e ricevuta.
10)
Per aver tenuto il centro di raccolta dei partigiani, è nel mese di luglio quando un capitano
di lungo corso al servizio della S.S. tedesca riuscì a intrufolarsi nei partigiani, questo si chiama
Montefiori (oggi assicurato alla giustizia) egli ha potuto spiare tutto il mio operato e poi fuggito
dalla banda e andò al comando degli Alpini Monte Rosa e raccontò tutto il mio operato, (Teste un
certo Copola che trovasi presente alla deposizione del Montefiori presso il comando degli alpini)
cosi ché un intero battaglione della Monte Rosa composto di ben 4 compagnie da Alpini si portò a
Pannesi per prendere il sottoscritto, non riuscendovi però perché tempestivamente avvisato dal
Copola23 stesso, gli alpini del Monte Rosa però non trovandomi bruciarono la casa di mia
proprietà distruggendo così quanto in essa vi era contenuto.
Basta il grande apparato militare (Circa mille alpini) per prendere il sottoscritto, a
significare l'importanza che i nazifascisti davano alla mia persona, allora assai nociva.
Da quel momento senza casa e senza tetto, con due ragazzi uno di 9 anni e l'altro di 14 anni
e mia madre di 82 anni, tutti ricercati, non mi sono scoraggiato, anzi ho continuato
incessantemente, con più zelo ancora la mia opera. Ho organizzato ben sei Brigate di Sapisti, tra
Pannesi, Lumarzo, Sori, Capreno, Bogliasco, Boasi, e Uscio; fra tutti ho organizzato e istruito
circa 450 uomini ed io stesso ero Commissario della Brigata Bedin; nei giorni dell'insurrezione
questa brigata da me formata attaccarono una colonna di oltre 7000 (Settemila) armati, fra
tedeschi, alpini e brigate nere (erano proprio il nerbo dell'ultima teppaglia, residuo del fascismo in
Liguria) Comandata dal tenente colonnello tedesco che proprio ove dove si può dire è nato i primi
partigiani così finirono i nazifascisti, perché precisamente il 27 Aprile 1945 nei boschi di Pannesi
la suddetta colonna degli uomini della brigata da me organizzata, e in special modo della Brigata
Bedin, la colonna tedesca fu obbligata ad addivenire ad una tregua di armi, conclusa consegnando
ben tre bandiere tedesche tra i miei uomini e i comandanti della colonna, e da me stesso poi
imposto di venire a parlamentare entro mezz'ora, sotto pena di aprire il fuoco, per definire la resa,
cosa che fecero ed io presentavo il comando (Stato maggiore) ad una pattuglia di Americani sul
colle di S. Alberto che proprio in quel momento trovasi di passaggio diretta a Genova, che io stesso
21 Orlando Bianchi ha contribuito a Uscio a formare il CLN e le prima SAP
22 La Stazione fu portata da Pannesi a Cichero dal nipote, Massone Emanuele ed altri, impiegando due giorni.
23 Dalla testimonianza del figlio Giorgio risulta che fu il Partigiano Caprile Benedetto, alla sera prima ad avvisarli alle
ore 21 del 26/8/44 può essere che l'informazione sia partita dal Copola per arrivare a Caprile Benedetto.
21
fermai appunto per la presenza dei tedeschi. Ho illustrato brevemente la mia opera nei punti più
salienti, ma troppo lunga per elencare , tutto quello che giornalmente ho fatto, dirò solo che i miei
uomini, per armarsi sono andati in cerca di quelle armi che lo spirito degli otto milioni di baionette
di Mussolini ha gettato nel fango.
Ho esposto quanto sopra perché venga riconosciuta la mia opera ed aiutato nella
ricostruzione di ciò che ho perduto, nella lotta di liberazione. Allego a ciò un documento
comprovante il mio operato rilasciato dalla commissione militare Polacca nonché il nome dei testi
che potranno comprovare quanto sopra descritto;
Bini; Dente; Luccio; Lesta; Scrivia e se fosse vivo Bisagno.
Distinti Saluti
Piemonte
Massone Emanuele
(firmato in calce)
Segue timbro del CLN - Corpo Volontari della Libertà Comando VI Zona
per quanto Sopra (firmato) Ettore
Pannesi 1946, una delle prime commemorazioni, dei Partigiani Caduti della Brigata
Garibaldina SAP Bedin; si notano: Barinetti Dionisio; Caprile Benedetto; Massone GB
(Villa); Massone Umberto; Gino Olcese; “Piemonte”; Olcese Rodolfo e Beccaria Luigi, e altri
del Paese non meglio individuati.
22
Cap. 03
Mistero delle tre buste da lettera con indirizzi Polacchi.
Nella cartella "Piemonte" presso ILSREC di Genova, fra i vari documenti, si trovano alcune
buste di formato fuori stand, le buste hanno sopra già scritto l'indirizzo di eventuali intestatari, che
sono persone di origine Polacche, la scrittura degli indirizzi è eseguita con molta precisione e dalla
stessa mano, usando una penna ed inchiostro nero.
La cosa che mi ha colpito era il motivo di quelle buste, dopo una lunga ricerca sono riuscito
a capire la ragione delle buste, di quegli indirizzi già scritti e il motivo per cui queste buste erano in
mano a Piemonte.
Il Piemonte aveva aiutato a fuggire tre giovani Polacchi prigionieri dei Tedeschi, gli stessi
prima erano stati nascosti da lui, poi Essi si unirono a combattere con i Partigiani il comune nemico.
Quelle buste con gli indirizzi sopra scritti, servivano che in caso di morte di qualcuno di loro, il
Comando della SAP avrebbe inviato alla famiglia la tragica notizia, tenendo presente che nessuno di
loro aveva sopra documenti di riconoscimento.
Si trascrive il testo di una dichiarazione scritta rilasciata alle autorità Polacche a Genova in
agosto 1945 con relativo Timbro:
Timbro con distintivo di Aquila con Corona
POLSKA MISJA WOJSKOWA
POLISH LIAISON UNIT
G E N OVA
Data la testimonianza della Signora Polacca Jadwiga Kliewer residente a Sori, (Prov. Genova), Villa
Jadwiga personalmente conosciuta dalla missione Polacca a Genova, Via Flora n° 20 dichiaro il
signor Massone Emanuele fu Luigi residente a Pannesi (Lumarzo) d'accordo con i partigiani italiani
nel novembre 1943 fino al 1° dicembre 1943 nascondeva, manteneva ed aiutava i tre sudditi
Polacchi: Edmund Dzierzenga, Paolo Bulla ed il defunto Antoni Rossa i quali combattevano
assieme con loro a quell'epoca .
Genova, 12 VIII 1945
Scrittura non decifrata
Polish Liaison off.
Segue timbro del CLN
Lumarzo
Visto del Comitato
Il Presidente Massone E.
La documentazione originale si trova presso ISLREC di Genova: Fondo "CLN Liguria" Busta 27 B
Fasc. 12 - Le tre buste per lettera si trovano nella Cartella "Piemonte" segue copia degli originali.
Recco 1944 - resti del ponte della ferrovia
23
24
Cap. 04
Trascrizione di alcuni dei documenti di "Piemonte"
(ILSREC Cartella Piemonte)
Doc. del 25/6/1944 Monte Cornua:
Monte Cornua 25/6/44 Verbale: In data di oggi si è riunito il Comitato del P.C.I.
presenti rappresentanti della Federazione (di) Genova. Si stipula e si conviene quanto segue:
Formazione in settori la Zona, cioè formazione del 9° settore con n° da 101 al 110 - Z 7
Zona di influenza viene delimitata fra i comuni di Lumarzo, Sori, Pieve Ligure e Neirone.
Dai presenti viene nominato un Comitato con il benestare dei rappresentanti della
Federazione di Genova. Il Comitato è composto dai compagni Piemonte, Pietro, Tino, tra i quali il
compagno Piemonte viene nominato Segretario del comitato di settore.
(Segue firma) Piemonte
Doc del 4/11/1944 Promemoria
1
2
3
4 novembre 1944
Costituire Comitati di Liberazione, uno per Comune composto di 5 elementi più 2 di riserva.
Costituire Consiglio Comunale composto da 20 persone diverse per frazioni.
Costituire Comitati Politici
Nomina di un Sindaco per comune.
(Il documento non porta firma ma è di Piemonte)
Doc. del 6/11/1944 Lumarzo:
Lumarzo 6 novembre 1944: rapporto alla Federazione Provinciale del P.C.I. di Genova.
L'anno 1944 a di 5 del mese di novembre alle ore 14, nella località denominata Bosco nel
Comune di Lumarzo, si è riunito i compagni Lucio, Dente, Piemonte, Giuseppe e Pietro; dopo
lunghe e animate vedute e esauriente discussione, di comune accordo si deliberava quanto segue:
Il Comitato di Liberazione Nazionale esistente, in questo comune e funzionante già da 9
mesi resta intatto, cioè composto dagli stessi elementi che ne era formato dal suo inizio.
Il 9° (Nono) settore del P.C.It. (PCI) resta nell'integrità Territoriale in cui si trova, ed il
compagno Piemonte quale Segretario del settore stesso resta alle dipendenze della Federazione del
P.C.It. per tutte le pratiche amministrative riguardanti il partito e cioè nella riorganizzazione e
nell'incrementare il numero degli iscritti e nell'organizzazione dei comitati politici e di L. N. tanti di
villaggio ...... comunali creati per tutte le ....... tichi inerenti al basso andamento e sviluppo è una
realtà del partito. resta pure di comune accordo stabilito che delle squadre territoriali d'Azione
formate dal compagno Piemonte, verranno reclutati i volontari per la formazione della S.A.P.
formanti i distaccamenti denominati i caduti per la libertà i quali distaccamenti passano per l'azione
militare alle dipendenze di Dente e Lucio.
Doc del 8/11/1944 Pannesi:
L'anno 1944 adì 8 del mese di novembre si è riunito in Pannesi il comitato del 9° (Nono)
settore composto dal compagno Pietro, Tino e Piemonte, dopo aver preso visione del rapporto e del
concordato di esso tra Lucio, Dente , Pietro, Piemonte e Giuseppe il giorno 5 novembre si approva
all'unanimità, si delibera di istituire quanto prima il Comitato di Liberazione Nazionale nel comune
di Sori e di Neirone e di completare quello già esistente nel Comune di Lumarzo, costituire i
Comitati politici, di villaggio. Rapporto alla Federazione per Luccio avendo dato ordine di
trattenere i S.R. (24 ) e St dalle frazione di Capreno.
24 Le sigle non sono chiare a cosa si riferiscono, forse potrebbe essere: dato ordine di trattenere il sussidio ricuperati
e sottoscritti da frazione di Capreno...... GB
25
Costituire le cellule di 5 - dalle Squadre Territoriali d'Azione costituite, reclutare più numero
possibile per formare la S.A.P. per i volontari della Libertà.
Letto e approvato il segretario
(Firmato) Piemonte - Pietro - Tino
(Segue nota) In aggiunta al retro deliberato si aggiunge di proporre alla Federazione che sia passato
il sussidio a Capurro Ernesto. (segue Firma) Piemonte - Pietro- Tino.
Pannesi 1947-48 Foto di gruppo di parte della popolazione nel centro del Paese
Cap. o5
Raccolta e sottoscrizioni per Bande Partigiane Divisione Cichero da parte
di Piemonte.
Si elencano alcuni documenti contabili per gestire le sottoscrizioni e la distribuzione delle stesse
trovate presso ISLREC nelle carte "Piemonte".
Maggio 44
Pietro
Nullo
Pietro
Pietro
Nullo
Tino
Entrate.
£
100
500
200
500
2000
241
3541
£
Tino
Tino
Nullo
Latteria
Latteria
Giov.
Totale
Riepilogo
Uscite
Entrate
Defict
Prog. Entrate:
Mobilia Podestà
Versato a "Scrivia"
50
180
500
500
200
250
1680 +
3541
5221
5535
5221
314 Chiusura al 31-5-44 Defict £ 314
====
=£
22.880
20.000
26
Rimane
2.880
770
2.110
2.110
====
6.535
1.100
7.635
Trasporto munizioni e vino
Rimane
Versato al corriere Tissega per Scrivia
Dall'incanto mobili dopolavoro Lumarzo
Acconto radio da Ernestino
Dedotto dalla Chiusura conti
il 31/5/44 il
Defict
314
7.321
Entrate
Giugno 1944
PANNESI
PIEVE LIGURE
SORI
CAPRENO
Libretti
£
"
"
"
"
Luglio 1944
Lumarzo
C.
14 x 15
£
T.
11 x 15
"
E.
9 x 15
"
Capreno, Sori, Sussisa
Pieve
£
Pannesi
"
Bargagli
"
Boasi
"
Macena o Maxena "
(Ci sono alcune sigle non decifrabili)
405
75
195
160
250
1.085
210
165
135
795
713
60
165
180
2.423
Luglio 1944 - Riporto £ 2.423 Versato come da ricevuta £ 2.355 da versare £ 68
Uscite
15/7/44
19/7/44
20/7/44
22/7/44
22/7/44
22/7/44
22/7/44
24/7/44
24/7/44
Ligagin mulo
£
Domenico
"
Ligagin Mulo
"
Dina in Senelle Patate
"
30 chili piselli Lumarzo
"
Vino trasporto materassi in Cornua "
Vino a Partigiani e a Capreno
"
Vino a Partigiani in Cornua
"
Dal 1° al 15 luglio pane delle tessere
e altri generi25
"
Mulo alle Piane
"
Mulo Neito26
"
200
200
200
750
600
120
127
90
242,50
200
200
25 Segue nome non decifrato?
26 Neito è Caprile Benedetto di Colle Caprile fratello di Giovanni il fornaio che forniva il pane ai Partigiani e fu
arrestato due volte e portato una volta a Chiavari e una alla Casa dello Studente a Genova.
27
24/7/44
31/7/44
Patate 50x15 = Lumarzo
"
A Massone per latte, maggio giugno
luglio litri 97x10
"
A Mario per due giornate a Boasi
per dinamite
"
per 52 chili di patate a Lumarzo
prese il 12 giugno
"
"
750
970
200
750
5.599,50
Uscite:
Riporto
Agli uomini che hanno trasportato materiale al
Bosco fino da Sori per Nino
Per aver condotto da Pannesi a Rovegno 21
uomini in due giornate speso 430 + 200+ 40
Pagato a Attiglio 71 litri di latte
Valle per 18 chili di pere
Macinazione di 50 chili di grano
a Giuse riparato scarpe
a Genio Costa da Cà per 15 chili amarene
consegnate ai Partigiani
Uscite
Entrate
Deficit
Chiusura conti 8/8/44
6/8/44
7/8/44
8/8/44
£
5.599,50
"
90
"
670
710
100
30
110
"
"
"
"
£
"
"
120
7.429,50
7.321
108,50
=========
Agosto 1944:
Boasi 21 x 15 =
agosto
Boasi 21 x 15 =
settembre
Pannesi
agosto settembre
Manne Pronto27
30 x16
agosto e settembre 9 x 30
Tigre
San Pollinaro settembre 5 x 15
Lumarzo agosto settembre Ernestino 8 x 30
Schenone agosto settembre 10 x30
Giulio Pannesi agosto e settembre
8 x 30
Tino per Capreno, Sori, Pieve Ligure 41 x 20
Massone Emanuele Piemonte agosto settembre
Viacava
agosto settembre
Dottor Gino Scalf.
agosto settembre
Florio Renato28
Demarchi Lazzari ?
agosto e settembre
Olcese Luigi
agosto e settembre
agosto
77 x 15
settembre
83 x 15
Capreno agosto settembre 41 x 20
Segue altri dati non di facile traduzione.
£
315
315
480
270
75
240
300
240
820
30
30
15
30
30
30
3.220
1155
1245
820
27 Nome poco chiaro?
28 Florio sarà il futuro Comandante della Brigata SAP Bedin, Cadde colpito a morte al ponte di Rovegno il 24/4/45.
28
Ottobre 1944
Boasi
Tigre
Guido
Pippo
Ernesto
Schenone
Tino per
Tino per
Tino per
Olcese Luigi
Demarchi
San Pollinaro
Pietro
Dott. Scalf.
Piemonte
21 x 15
9 x 15
£
Pannesi
Pannesi
Pannesi
5 x 15
Le Piane
8 x 15
Lumarzo
10 x 15
Capreno
Sori
Pieve Ligure
£
7 x 15
ottobre
315
135
120
75
120
150
450
--------15
15
105
15
15
15
Segue altre sottoscrizioni non indicato il mese:
Dottor Zoia
Ruggeri Dante
Dottor Mangini Ottavio
Marchese Chiavari
Maggior Cliver
Leverone Mario
Morone Francesco
Dottor Guido Mangini
Caorsi Cesare
Canessa
Benvenuto Mario
Davoli Gino
Grotta
Benvenuto Rosita
Olandese
Cafferata Luigina
Balestra
Ingegnere Ruggero
Ingegnere Palau
Solimano Antonio
Nazi Enrico
Conte Cavalli
(cifra non leggibile)
(cifra non leggibile)
(cifra non leggibile)
arma
=
100
=
100
arma
=
100
=
100
50
=
100
=
50
=
10
=
50
=
50
=
10
=
50
=
50
=
50
=
50
=
50
=
50
=
20
=
20
Totale
29
£
3.060
Cap. 06
Note su Massone Lorenzo e la Famiglia di Piemonte:
In data 7/12/44 su di un messaggio inviato da Ognio II ad "Umberto" Comandante della
G.L. Giacomo Matteotti oltre le informazioni sui movimenti delle truppe Tedesche, informa che:
...Ieri a Neirone dicono sia stato catturato un certo Walter (uno dei tuoi uomini) prelevato
dagli Alpini e dicono che siano diretti verso la Corsiglia.
Avanti ieri a Pannesi un reparto di Bersaglieri ha prelevato il Fratello di Massone e gli
hanno incendiato la casa, la ragione sembra sia dovuta ad una lettera anonima pervenuta ai
comandi e denunciante29 il Massone come Fratello di un Partigiano e facente parte di una banda
comunista....
(La lettera fu inviata al Comando Tedesco di Uscio, vedi doc. Maria Grazia Funari)
Alla fine della guerra , in data 11/5/45 il Comando della VI Zona Operativa di Torriglia,
invia una lettera di protesta al Commissario della SAP Bedin, Piemonte, per le lamentele di una
persona prigioniera portata a Torriglia, segue testo:
COMANDO BRIGATA SAP BEDIN ( Piemonte) Pannesi:
OGGETTO: trattamento prigionieri.
Abbiamo ricevuto la prigioniera R... O.... Poiché essa afferma che tua madre le ha usato
violenza al momento del fermo, indipendente dall'esito che avrà il giudizio in corso, ti prego di
comunicarmi fino a che punto tale asserzione sia vera. Qualora lo fosse, ti ricordo che è necessario
trattar bene anche chi è destinato ad essere fucilato. Noi saldiamo i conti in base al giudizio del
tribunale del popolo. Nessun acconto può essere elargito individualmente.
(firmato) il comandante Ardesio
Nota
Il fratello del Piemonte, Massone Lorenzo, era stato arrestato il giorno 5 dicembre 1944 e fu
portato a S. Rocco di Recco assieme ad altri prigionieri, da quel luogo fu poi prelevato dai Tedeschi,
e da quel momento si persero le sue tracce, nessuno sapeva dove era finito? Solo il 9 maggio 1945
fu ritrovato il suo cadavere, sepolto presso la Villa Dufour a Mulinetti, dove era stato ucciso il
14/12/1944: Caso vuole che proprio quel giorno fu arrestata a Pannesi dai Partigiani, una certa R.
O. la quale venne fatta transitare davanti alla madre del Partigiano Lorenzo, e proprio in quel
momento la Donna fu informata del figlio era stato trovato morto a Mulinetti di Recco, questo
grande dolore probabilmente fece eccedere la donna, che come reazione si avventò contro la
prigioniera R. O. forse ritenuta da lei corresponsabile della morte del Figlio. (La madre del Lorenzo
aveva oltre 82 anni).
29 La lettera anonima fu inviata al comando Tedesco di Uscio situato in Località Cabona, Una ragazza di nome Funari
Maria Grazia, che era interprete presso il Comando, viene a conoscenza del fatto, e che lo stesso Comando Tedesco
predisponeva all'arresto dei tre fratelli Massone e del Padre, Essa informava il Parroco di Pannesi del pericolo
incombente sulla la Famiglia del Massone. Il Parroco in quel momento impossibilitato di recarsi dalla famiglia
Massone, diede l'incarico ad una persona di sua fiducia per fare pervenire la notizia chi di dovere. La notizia
purtroppo giunse dopo il misfatto. Esiste una testimonianza firmata dal Parroco in proposito, rilasciata nel maggio
del 1945.
30
Pannesi maggio 1945: Momenti del funerale del Partigiano Lorenzo
31
Arrivo davanti alla chiesa di Pannesi (Si nota il Parroco di Calcinara Don Dellepiane Giovanni)
La Madre di Lorenzo con il figlio Piemonte e i nipoti Giorgio e Umberto, nel primo Dopoguerra
32
Lumarzo corteo del 25 Aprile 1946 in memoria ai caduti Partigiani e alla Liberazione.
Pannesi 5 Strade: Inaugurazione della Cappelletta Commemorativa dei Partigiani caduti, erano
presenti: Piemonte e Viacava di Recco con altri.
33
"Scrivia" - Comandante della Divisione "Pinan Cichero" che era a Pannesi e a Terrusso da aprile
a fine luglio 1944, con la Brigata "Peter" (Foto a ds. Attivisti del PCI a Pannesi 1948)
"Piemonte" da giovane con un Amico
Scolari Andrea Patriota della SAP Bedin
34
Pannesi 5 Strade 1947 - Inaugurazione della Cappelletta Commemorativa dei Partigiani caduti
della Brigata SAP "Bedin" - Erano presenti: Ratto con i figli e Moglie; Prete Rinaldo di Recco;
Schenone Ernesto; Don Oneto Parroco di Pannesi; Beccaria nipote di Angelo; i Fratelli Massone
G.B "Villa", Mario e Emanuele; "Piemonte" ; Viacava Giovanni di Recco; Olcese Adolfo.
35
Arresto di Massone Lorenzo e memorie di Olcese Bruna e Schenone Antonia di Pannesi.
Cap. 01
Nel pomeriggio del 2 Giugno 2013, al ritorno dalla Cappelletta delle 5 Strade di Pannesi,
dopo la commemorazione in ricordo dei caduti Partigiani, mi avvio in macchina da Pannesi verso
Lumarzo. Mentre arrivo in località detta Lainà, mi fermo nella vicinanza dove abitava la Famiglia
di Massone Lorenzo, per vedere se c'era il figlio di Iolanda Massone, che spesso si recava in quella
abitazione già del nonno, casa che il 5-12-44 fu teatro delle barbarie tedesche, i quali dopo averne
arrestato il capo famiglia Lorenzo Massone, venne incendiata anche la casa. Nella sosta per la visita
al giovane detto, incontro due Signore sedute sopra ad un muretto nel terreno attorno ad una vecchia
abitazione abbandonata, chiedo a loro informazioni sul nipote del Massone. Le due donne
rispondono che non sanno se egli era presente. Mi fermo a parlare con loro due, una non è del
Paese, mentre la signora più anziana, oltre gli ottanta anni ben portati, io ne ho un vago ricordo, mi
ricordo di Lei da giovane, di quando io ero appena un ragazzino mentre lei era una signorina alta, di
bel portamento, ma non conoscevo il suo nome, che poi mi disse di chiamarsi Bruna.
Chiesi alla signora Bruna lei se ricordava qualche episodio della lotta Partigiana, la sua
risposta fu affermativa, la stessa mi disse che abitava nella casa vicino a quella di Lorenzo, la
distanza era di una ventina di metri. Inizia il suo racconto dicendomi che lei e altri della sua
famiglia erano presenti quando i Tedeschi vennero per arrestare il Massone Lorenzo, erano in molti
ed era di primo mattino. Lei ed i suoi famigliari fuggirono verso il paese di Pannesi, ma da dove si
erano recati essi vedevano in parte quello che stava accadendo presso l'abitazione del Lorenzo
Massone. I Tedeschi presero tutto quello che a loro poteva essere utile, comprese le due mucche che
erano nella stalla, le scorte di grano, vino e quant'altro, dopo aver allontanato le donne di famiglia,
la moglie e tre figlie, incendiarono la casa. Quando i Tedeschi si erano allontanati dalla casa in
fiamme, portando con loro il Massone ed i beni sopra detti, la Sig.ra Bruna ed altre persone del
Paese, intervennero cercando di spegnere le fiamme della casa e di salvare quello poco che era
ancora possibile. Ma anche questo volontario intervento era rischioso per la popolazione, in quanto i
Tedeschi non avrebbero voluto che la gente collaborasse nei confronti della famiglia del Massone, il
quale era accusato di essere Comunista e anche Partigiano sia lui come anche i tre figli, Mario,
Giobatta detto Ninin ed Emanuele; lo stesso Lorenzo aveva anche il fratello che era Partigiano, di
nome Emanuele detto “Piemonte”. Purtroppo dell'abitazione del Massone Lorenzo rimase ben poco,
anche con l'intervento portata dalla Sig.ra Bruna e dagli altri compaesani, in quale era limitato solo
del trasporto di secchi d'acqua e di pochi mezzi manuali, che poco incisero sull'evento disastroso
delle fiamme. Durante il rastrellamento a Pannesi nel quale che fu arrestato il Massone Lorenzo,
anche il Partigiano Olcese Luigi detto Gino di Pasquale, fu ferito ad una spalla dagli Alpini della
Monterosa, il Gino cercò di sfuggire all'arresto, avviandosi correndo verso la Madonna del Bosco,
ove si nascose; ma i suoi accaniti inseguitori, seguendo le tracce di sangue lasciate dalla ferita
durante la sua fuga lo trovarono e fu arrestato, dopo fu condotto a Recco assieme al Lorenzo, dopo
alcuni giorni il Gino fu liberato. Alla Sig.ra Bruna chiesi se conosceva Garaventa Giovanni detto
“Castagna” che era il Vice Comandante della Brigata SAP Bedin, ed era a quel tempo il fidanzato
della Sig.na Iolanda, figlia del Massone Lorenzo, lei mi rispose: Che lo conosceva molto bene e che
spesso Giovanni si recava in Lainà in casa del Massone, anche perché i fratelli della Iolanda erano
anche loro Partigiani, assieme al “Castagna”. Lei mi disse anche che conosceva bene il Comandate
Florio Renato, che spesso era assieme al Castagna, e che il Florio spesso stava presso la Madonna
del Bosco, nei primi tempi era rifugiato da una ragazza che non ricorda bene il nome ma forse era
proprio Natalina, ma in quel periodo molte erano le persone sfollate che si trovavano alla Madonna
del Bosco, a causa dei bombardamenti nella Riviera e nella città di Genova.
La Sig.ra Bruna si ricorda di alcuni giovani militari sbandati, che erano stati accolti dalla
famiglia Massone, alcuni erano Toscani, e poi altri che non ricorda bene la loro origine.
36
Rastrellamento dei soldati Tedeschi, dove incendiano le case e fienili, rubano anche delle
mucche ed altri beni di loro utilità.
Giorno 8-6-2013 – Come d'accordo mi reco da Genova a Pannesi per incontrare la Sig.ra Olcese
Bruna, nata a Pannesi di Lumarzo il 5-02-1927, la quale la trovo presso la sua abitazione in
Lainà con la Figlia e il Genero (Originario delle Ferriere di Lumarzo) persone di gentile accoglienza
molto interessati alle mie richieste .
Mentre mi trovo presso di loro, arriva a farle visita una Sig.ra del Paese certa Schenone
Antonia nata a Pannesi il 16-01.1932 e abitante in località Sanguinara.
Le due Donne si aiutano reciprocamente a ricordare i tristi episodi della guerra, vissuti al
loro Paese, si ricordano quando dalle “Biaulle” (Colle Coprile) i Tedeschi sparavano ai Partigiani
nel monte di Pannesi e nei boschi dove c'erano delle cascine, a volte queste venivano colpite e
bruciavano, di norma le cascine contenevano fieno o foglia di castagna per cui l'incendio era di
regola. Mi raccontano di quando alcuni Partigiani con delle armi sopra dei muli si erano scontrati a
fuoco con i due militari Tedeschi, era nel pomeriggio e lo scontro avvenne nella curva dove
attualmente vi si trova soprastante una palazzina, (di Olcese Raffaele dei Ligagin). I due Tedeschi
che erano morti nello scontro armato con i Partigiani, erano stati poi sepolti in un campo di grano
sopra la strada, di proprietà di un certo Agostino. I Partigiani che avevano avuto lo scontro con i due
Tedeschi non erano del Paese, ma erano di passaggio e trasportavano armi con dei muli.
Raccontano che dopo alcuni giorni venne fatto un grosso rastrellamento in Paese, vi erano
soldati Tedeschi da tutte le parti, era di buon mattino, arrestarono un mucchio di persone, dicendo
loro che avrebbero bruciato il Paese. Gli rastrellati, che per la maggior parte erano donne, bambini e
persone anziane, furono portate sul piazzale della Chiesa di Pannesi, fra questi era compreso il
Parroco Don Oneto. La maggior parte degli uomini del Paese, in quel periodo, erano in montagna o
nascosti nei boschi, per non farsi arrestare. Alcune case furono incendiate, circa una decina, e quasi
a tutte fu portato via olio, vino e grano e altre masserie di casa, a diversi furono portate via le
mucche, si ricordano che Olcese Antonietta di Sanguinara le avevano portato via tre mucche.
Le persone arrestate furono portate a Uscio, cosi pure i due Tedeschi Uccisi, i quali cadaveri
furono lavati e puliti dalle donne del Paese. Delle persone arrestate dai Tedeschi, alcune di loro
tornarono a casa la sera stessa, altri invece dopo alcuni giorni, lo stesso fu per il Parroco Don Oneto.
Segue foto di famiglia di sfollati da Genova a causa di bombardamenti. Da Sn. la Sig.ra
Schenone Antonia e la Sig.ra Olcese Bruna presso la sua abitazione di Pannesi in località Lainà.
37
Cap. 02
La ritirata Nazifascista da Recco a Uscio e Pannesi: Memorie
Nella giornata del 8-06-2013 ebbi occasione di incontrare anche i coniugi, Olcese Aurora
ed il marito Olcese Paolo tutti e due di Pannesi.
Del rastrellamento mi viene conferma anche dalla Sig.ra Aurora della Famiglia dei Ligagin,
sorella di Aurelio uno degli arrestati e portato a Uscio, la stessa racconta che proprio da Colle
Caprile quel giorno del rastrellamento, hanno sparato con i cannoni colpendo una cascina sopra al
Paese, vicino alle 5 Strade, la quale cascina prese fuoco e rimase distrutta, il marito della Sig.ra
Aurora, Olcese Paolo anche lui mi conferma il fatto raccontato dalla moglie.
Dei giorni della “ritirata” e poi della “resa” delle truppe Nazifasciste presso la Tecosa, la
Sig.ra Aurora si ricorda dei molti Tedeschi ed Alpini della Monterosa che passarono di giorno e di
notte proprio sotto casa, avevano muli, cavalli e anche dei carri che abbandonarono all'ingresso del
Paese, perché avevano difficoltà di transitare fra le strette strade mulattiere della montagna.
Ricorda con molta lucidità il forte rumore dei stivali, che portavano i soldati della truppa
Tedesca, erano migliaia che transitavano nella grande confusione, passavano sotto casa della sua
Famiglia, ed era un rumore quasi assordante, il calpestio del tacco di ferro sulle pietre del
“Risseuo” di cui erano fatte le strade in Paese. Si sentivano spari di fucili e di mitraglia, era difficile
capire da dove venivano gli spari, e dove era diretto il fuoco. Si ricorda di colpi di cannone sparati
da Colle Caprile verso il monte di Pannesi e verso il Monte di Cornua.
Dei tiri di cannone dalle “Biaulle” (Colle Coprile) me ne ha parlato anche le due Sig.re
Bruna e Antonia, le quali mi dissero che proprio nei giorni della “ritirata” molti tiri furono
indirizzati sopra la “Ria da Cià” che i Tedeschi sparavano in quella zona perché vi si trovavano
probabilmente dei gruppi di partigiani.
La paura della popolazione in quei momenti era forte, dalle case molte persone erano
scappate ed erano andate a nascondersi nei boschi o in cascine lontano dal paese.
Tutti ricordano quei tristi giorni, nessuno ne vorrebbe parlare, ma poi proprio di questi
ricordi, le persone che li hanno vissuti cominciano a parlarne come una loro liberazione, la loro
sopravvivenza ai giorni di guerra li fa sentire quasi dei privilegiati e ne parlano volentieri, quasi
vorrebbero raccontare ancora un'altra volta, parlarne dopo tanto tempo, da la forza a loro di sentirsi
più giovani, forse come lo erano nel lontano periodo bellico.
38
Visita di cortesia dei soldati tedeschi “Il Rastrellamento”
Monte Cornua l'Osteria di Beccaria Angelo che fu incendiata dai Tedeschi nel 1944
39
Foto della Delegazione Ligure a Roma, al 5° Congresso del PCI, nel mese di dicembre 1945.
Erano presenti: A. Minella; "Piemonte" Massone Emanuele; "Bini" Serbandini Giovanni; Agostino
Novella; Canepa GB;"Bocci" Giovanni Sanguineti.
Cenni sulla famiglia Massone:
La famiglia dei Massone di Pannesi era proveniente da Uscio, i loro antenati si erano
trasferiti a Pannesi dove vi risiedeva un loro zio Parroco in quel Paese.
I Fratelli Emanuele e Lorenzo di Luigi erano nati a Pannesi di Lumarzo: Lorenzo il
22/03/1883, mentre Emanuele il 03/06/1897.
Massone Emanuele detto “Piemonte” rimasto vedovo con due figli in tenera età: Il primo era
Umberto (Berto) nato nel 1930 a Pannesi di Lumarzo, Partigiano della Brigata SAP Bedin.
Il secondo era Giorgio nato a Genova nel 1935.
Piemonte era ricercato attivamente da Vito Spiotta, Vice Comandante delle Brigate Nere di Chiavari
e dai suoi Repubblichini. Lo stesso Spiotta scriveva sul suo giornale “Fiamma Repubblicana” che:
“Piemonte “ era quello che per dare da mangiare ai Partigiani faceva fare la fame ai propri Figli.
Si riporta parte del testo di un documento sottoscritto da Massone Emanuele nella
scheda del CLN – Liguria in data 1-7-1945
E' mai stato iscritto al P.N.F. No
Incarico attuale nel CLN:
A quale partito appartiene: Comunista Italiano
Presidente (di Lumarzo)
Osservazioni del dichiarante
Il sottoscritto ha organizzato diverse squadre di Partigiani fino dal 12 settembre 1943; Ha
tenuto in casa propria fino dal gennaio 1944 il centro di raccolta dei Partigiani che dalle due
Riviere Liguri giungevano per essere avviati a formare la Divisione Garibaldina Cichero; diede i
primi 5 uomini sul monte Cornua alla Brigata Giustizia e Libertà; N.B, Il sottoscritto il 27 agosto
40
1944 vennero a prenderlo con quattro Compagnie di Alpini della Monterosa circa un migliaio di
Alpini non trovandolo le bruciavano la propria casa ciò a scopo di rappresaglia per l'attività da
Esso svolta spiata da SS introdottosi nelle Formazioni e poi fuggite. Era come storia di Brigata
SAP che lasciò 5 caduti e preso tre Bandiere Tedesche che detengo come preziosi cimeli.
Firmato: Massone Emanuele <Piemonte> nome di Battaglia .
(AILSREC busta 77 GM)
Il Partigiano Massone Lorenzo
Massone Lorenzo di Pannesi abitava nella località chiamata Panixasco ed era il padre di 6 figli:
Mario
GioBatta detto Ninin
Emanuele
Maria
del 22
Iolanda
del 24
Matilde
del 26
(Tigre)
(Villa)
(Manuelin)
Partigiano Brg. SAP Bedin
Partigiano Brg. SAP Bedin
Partigiano Brg. SAP Bedin
Partigiana Brg. SAP Bedin
Partigiana Brg. SAP Bedin
Partigiana Brg. SAP Bedin
.
Il Lorenzo fu arrestato per segnalazione di una denuncia fatta da gente che abitava nel paese, i
quali per ragioni personali e politiche denunciarono che Famiglia Massone di essere Comunisti e
anche Partigiani. Una mattina che era ancora buio un gruppo di Tedeschi e Alpini della Monterosa
recatosi a Pannesi si inoltrarono nella zona dove era la casa della Famiglia Massone, non avendo la
esatta conoscenza di quale fosse questa casa, trovarono alcune persone del luogo e facendo vedere
loro, su uno foglio, il Nome dei Ricercati, chiesero di accompagnarli alla loro residenza. Una delle
persone presenti (Non ricordo se era Lorenzo il tornitore o Davide il cognato di Beccaria Angelo) si
rese conto che doveva fare in modo di distogliere i Tedeschi e cercando di fare avvisare i Massone.
La persona obbligata ad accompagnarli sul posto fece finta di sbagliarsi, cercò di prendere tempo e
accompagnò i Tedeschi più avanti verso le Piane di Lumarzo da un'altra casa, nel frattempo i vicini
della Famiglia Massone Lorenzo riuscirono ad informarli di quanto stava accadendo e di fuggire.
Il Massone Lorenzo che non aveva cercato di fuggire, il quale disse: Di non fuggire perché alla sua
età era impensabile che le avrebbe osato farle del male. (Aveva 61 anni).
I Tedeschi dopo aver capito che erano stati portati in luogo sbagliato, con la minaccia delle loro
armi si fecero condurre alla vera abitazione dei Massone, arrivati presso di questa, fu circondata, e
poi con la violenza entrarono all'interno cercando subito dove erano i figli; Non trovandoli i
Tedeschi interrogarono i Genitori e le loro figlie: Essi risposero che non erano presenti e che non
avevano idea dove fossero, che era da molto tempo che non frequentavano l'abitazione e non li
vedevano.
I militari Tedeschi eseguirono percosse e minacce nei confronti dei famigliari presenti, poi essi
furono spinti fuori casa, mentre i militari nazisti rubarono nell'abitazione del Massone tutto quello
che a loro poteva essere utile, decisero di incendiare l'abitazione, uno dei Tedeschi con scrigno
disse alla Madre e alle tre sorelle: Lasciamo per voi donne una baracca così potete lavarvi e
dormire. La baracca era una specie di fienile e deposito di letame, con questa raffinata gentilezza
lasciarono la disperazione nella famiglia, la quale ha visto che oltre distruggere la casa, vi fu anche
l'arresto del Padre e Marito Lorenzo30.
Il Massone Lorenzo dopo l'arresto, fu condotto dai Tedeschi a S. Rocco di Recco vicino
dove c' era a quel tempo l' Osteria della Manuelina. Con Lui furono arrestate altre persone di Uscio
e di Bargagli fra cui credo Cevasco Giovanni di Domenico del 21/07/08 poi fucilato in Recco il
20/12/44 (AILSREC Busta 5 foglio n° 22)
Da quel luogo alcuni conoscenti, videro il Massone che venne caricato sopra di un camioncino, con
una pala ed un picco, i compagni di quella sventura pensavano che lo portassero a fare qualche
30 Vedere la testimonianza di Don Oneto su questo fatto scritta lui stesso e firmata.
41
lavoro per i Tedeschi stessi. La figlia del Massone, Matilde e il cugino Giorgio, che da Pannesi
erano saliti sino in Cornua, scesero e attraversarono Testana arrivando poi a S. Rocco a cercare il
Genitore; Le informazioni che ottennero, erano quelle sopraddette. Da quel giorno che il Padre che
fu visto partire su quel mezzo, di trasporto del Massone Lorenzo non si ebbe più nessuna traccia. Si
seppe dopo che il Massone fu condotto in una villa a Mulinetti dove venne interrogato e
successivamente a questi fatti, le SS lo costrinsero scavarsi la fossa con gli attrezzi già descritti,
dove poi fu sepolto dopo essere stato colpito con alcuni colpi di mitra, era il 14/12/1944.
Dopo la guerra nessuno sapeva dove era finito il corpo del Massone, ma una signora che abitava
vicino a quella villa, informò i parenti ed altri che ne facevano la ricerca, che lei aveva visto dalla
finestra che una persona era stata seppellita di notte, nel giardino di questa villa, vicino alla scarpata
della ferrovia. La salma fu andata a prelevare dal figlio del Massone, detto Mario e da Beccaria
Angelo e da Lagomarsino Ugo, il quale mi raccontò che i resti non erano fisicamente riconoscibili
ma che il Massone fu individuato dal gilè e dal portafoglio che teneva ancora dentro la tasca dello
stesso con i documenti e soldi.
Verbale redatto dal Comune di Recco del 9 maggio 1945 del ricupero ed identificazione della
salma:
<Il Massone Lorenzo era stato rastrellato dalle forze armate Germaniche in Pannesi frazione di
Lumarzo il 5-12-44 e trasportato con altri al Comando Germanico di stanza in Recco. Verso i
giorni 13 e 14 dicembre 1944 venne visto il Massone Lorenzo accompagnato dai soldati Tedeschi a
prelevare un piccone dalla Villa Amalia e poscia accompagnato nella Villa Dufour, alla sera verso
l'imbrunire fu sentito una scarica di fucileria, l'indomani mattina un soldato Tedesco restituì il
piccone a Villa Amalia e attorno alla fossa vennero applicati numerosi cartellini: Attenzione Mine,
con filo spinato.
Sono Testimoni a a tale fatto Cafferata Giuseppe di Francesco – Gotelli Pierina di Alessandro>.
Fatti militari in Fontanabuona e a Lumarzo (VI Zona Operativa).
Cap. 01
La morte del Partigiano Ughini Oreste detto "Bedin"
Bedin era nato a Bettola (PC) il 5/10/1921 e muore eroicamente a Lumarzo il 23/9/1944, in
uno scontro armato contro i Tedeschi. Il Partigiano Bedin era Capo Nucleo del Distaccamento Pablo
della Brigata di Manovra CAIO.
La storia di questa battaglia chiamata da alcuni "La battaglia di Lumarzo" è raccontata in
due in due versioni leggermente diverse, io credo che la versione raccontata da Massone G.B. detto
"Villa" il quale di persona mi raccontò l'evento, e che anche lui era personalmente presente, nel suo
racconto il Partigiano Villa mi disse che:
Un nucleo (O squadra) di Partigiani del Distaccamento Pablo con altri della SAP di Pannesi,
avevano avuto Ordine da Bisagno, di recarsi durante la notte, in un determinato Paese dell'alta
Fontanabuona, per arrivarne sul posto di primo mattino. Nel Paese indicato da Bisagno, vi si
trovavano dislocati alcuni sbandati, i quali spacciandosi per Partigiani, pretendevano e rubavano ai
contadini parte dei loro beni: Grano, patate, oro e denaro. Questi pseudo Partigiani, che anche
attraverso la minaccia delle armi depredavano le famiglie di quei Luoghi, tutto questo creava un
pericoloso malcontento e distacco , fra la popolazione e il vero movimento Partigiano.
Per resistere nella lotta contro il Nazismo, i Partigiani avevano bisogno tra le altre cose,
anche della solidarietà e l'aiuto della popolazione contadina, della Gente delle nostre montagne, per
queste ragioni la "Squadra" ebbe l'ordine d'intervenire e disarmare quella banda di malvitosi, il cui
solo scopo era quello a delinquere. La Squadra di Partigiani del Distaccamento "Pablo" era partita
nella notte dalle alture di Pannesi si era avviata da Panixasco verso le Piane di Lumarzo, il tempo
era brutto e piovigginava, c'era anche molta nebbia e col buio della notte la visibilità era molto
scarsa. La Squadra dei Partigiani, camminando in fila indiana aveva appena superato le Piane di
42
Lumarzo, e stavano arrivando nelle vicinanze del centro di Lumarzo poco prima del cimitero,
quando davanti della fila guidata da Villa e Castagna (Garaventa Giovanni) che conoscevano bene il
sentiero, hanno sentito dei rumori di passi e altro, si fermarono per capire cosa vi era, in quel
momento un leggero colpo di vento apriva uno spiraglio nella folta nebbia, migliorandone
sensibilmente la visualità del gruppo Partigiano. In quei interminabili minuti nel loro silenzio
assoluto, alcuni dei Partigiani si erano avvicinati a Villa, per vedere meglio che cosa stava
accadendo vicino a loro. Fra questi Partigiani vicino a Villa c'era anche Bedin, tutti erano in attesa
di localizzare la provenienza di quei fruscii e dei rumori, da loro precedentemente ascoltati.
Fu proprio in quel momento che Essi si accorsero di essere sotto la strada, dove su questa vi
era la presenza un gruppo di altre persone; qualcuno di loro pensò che fossero altri Partigiani?
Per rompere l'indugio del dubbio, uno di loro, (Il Villa non ricordava bene chi era stato, forse lo
stesso Bedin?) facendosi avanti diede31 il “chi va la” per risposta essi sentirono il messa in
posizione di sparo delle armi32, e capirono che erano soldati Tedeschi, il quel mentre si cominciò a
sparare, e capirono che davanti e sopra di loro c'erano Tedeschi. Il Partigiano Bedin passò davanti al
gruppo e si rese conto della brutta situazione da loro incappata, e dal nutrito fuoco contro di loro,
gridò con tutta la forza: <Scappate voi conoscete i boschi, scappate li fermo io> Egli eroicamente
si mise davanti ai Tedeschi sparando a raffica. Il numero dei Tedeschi era qualche centinaio, i quali
già sparavano con le armi individuali, dopo pochi minuti anche con le Meschinengewehr. Lo stesso
Villa mi disse che retrocedendo si era coricato dopo il fossato verso le Piane, quando una raffica di
MG 42 le fece cadere pezzi di rami di albero sopra la testa. Sparati i colpi che avevano nell'arma,
una parte di loro si ritirarono in alto, lui con Castagna e qualcuno altro si ritirarono verso la parte
bassa in direzione di Lainà e sotto la Madonna del Bosco. Dopo diverso tempo, Villa non sentiva
più i spari delle armi, ma sentivano ancora i gridi degli ordini e la confusione dei Tedeschi.
A detta di Villa il partigiano Castagna credo che si nascose per un breve periodo in un albero
di castagne bucato33 o Garbo, mentre Villa si nascose nella zona di Lainà con altri che non ricordava
il nome.
Di questo tragico episodio di lotta Partigiana esiste una versione che racconta che il
Distaccamento veniva dalla Fontanabuona verso Pannesi, io credo che la versione di Villa sia la più
reale, anche perché, se i Partigiani fossero venuti da Lagomarsino verso Lumarzo, la colonna
Tedesca l'avrebbero vista prima del Paese verso Lagomarsino; e poi non sarebbero potuti passare
ed andare sul costone di Pannesi e a Lainà. Se avessero disarmato e arrestato qualcuno di quei
delinquenti dove erano andati a finire? I tedeschi erano giunti sul posto con molti automezzi lungo
la strada che conduce da Lagomarsino Lumarzo. Come mai che erano a Lumarzo quella notte con
tutta una colonna?
(pag. 370-1 e 659 di la RiL)
Cap. 02
Segue la memoria di un Partigiano presente al fatto e documenti vari:
Testimonianza di Ghigna Francesco (Via Giulio Mazzoni 19 Piacenza) sulla morte del
Partigiano Bedin, (Ughini Oreste) del Distaccamento Pablo della Brigata di Manovra Caio avvenuta
in combattimento contro i Tedeschi a Lumarzo il 23/9/44 Segue Documento:
Due distaccamenti con una la squadra di Bedin (Non ricordo la data che è senz'altro il
giorno prima della Morte34) saputo che un'autocolonna di una decina di mezzi Tedeschi saliva
verso Lumarzo, ci mettiamo in marcia verso il luogo, dividendosi in due colonne.
Sono circa le 2 o 3 di notte, giunti presso Lumarzo si fermano allarmati dalle voci e dai rumori che
lasciavano intendere la presenza del nemico. Pure i Nazisti, probabilmente allarmati si fermano,
31 Credo che sia stato proprio Ughini a dire questa frase. G.B.
32 Lo stesso Villa mi disse: Che aveva sentito chiaramente il movimento meccanico degli otturatori dei moschetti e dei
Maschinenpistole.
33 Questo albero era già conosciuto da Garaventa ed era già servito come rifugio in altre occasioni che sua Sorella Rita
le portò anche da mangiare. Faceva parte dei piccoli rifugi di salvezza nei casi di rastrellamento o altro.
34 La morte è stata il 23/9/44.
43
scendendo dai camion, a piedi iniziano la marcia di avvicinamento, i lunghi minuti dell'attesa
caratterizzati da un silenzio profondo, fanno da prologo alla "battaglia" che verrà poi definita di
Lumarzo.
I Comandanti individuano la superiorità Nazista, armati anche di mortai e cannoncini, pur nel buio
della notte. E' un gioco pericoloso di movimenti calcolati, Bedin salta sulla strada, trovandosi
davanti a poche metri il nemico, che avanza intenzionato ad accerchiare i Partigiani: Grida il chi
va là, e la risposta è immediata, le raffiche non si contano. Bedin in piedi risponde risponde al
fuoco micidiale con il suo Sten. La sparatoria è lunga e decisa ed obbliga i Tedeschi a ritirarsi nel
bosco vicino alla strada. Noi ci ritiriamo sui costoni opposti in attesa. Nella buia notte si sentono
distinti i lamenti dei feriti e dei moribondi nemici e ciò ci fa intendere che Bedin ha colpito
seriamente.
Bedin rimane nascosto, vicinissimo al nemico, non vuole muoversi nonostante i richiami dei
comandanti dei distaccamenti, lo conosciamo bene, lo sappiamo deciso, freddo e determinato.
I Tedeschi, riorganizzati dopo la sorpresa riprendono a muoversi cercando di prendere nella morsa
i Partigiani sul lato opposto alle loro postazioni. Alle prime luci dell'alba riudiamo gli spari ai
quali Bedin imperterrito risponde. Sono lunghe raffiche di MG 42 a tiro rapido frammisti col
mortaio. E un fuoco intenso e molto superiore al nostro sparato da armi leggere da guerriglia.
I Tedeschi avanzano, li vediamo fra il verde folto dei boschi, Bedin continua a sparare vicino al
cimitero di Lumarzo, tentando di fermarli per permetterci l'eventuale ritirata.
Mentre ci portiamo sull'alto, ritorna improvviso il silenzio, i Tedeschi e Bedin non sparano più.
Da lontano sotto a Lumarzo vediamo salire altri automezzi leggeri che scortano due ambulanze,
sono i Tedeschi che vanno a prendere i morti e feriti che a dire di qualcuno, che ha visto con il
cannocchiale, sono dai 10 ai 12. Non si sa se sono morti o feriti.
Di Bedin non sapiamo nulla, ha sparato fino e dopo l'alba poi il suo Sten ha taciuto. Ci ritiriamo
con la speranza che sia riuscito a sganciarsi e nel camino della ritirata lo ricordiamo
ammirandolo, torniamo alle nostre basi e manca solo Bedin, che ci ha permesso di sganciarci.
Non ricordo il nome del piccolo caseggiato dove due case bruciano, (Per rappresaglia ci racconta
una vecchia fuggita nei boschi) ci racconta pure che un Partigiano è morto presso Lumarzo,
valorosamente, come fanno intendere i Tedeschi35 che poi bruciano per vendicarsi.
Nome di Battaglia del Ghigna (Sommergibile)
(ILSREC - Fondo Gimelli 2 Busta 20 Fascicolo 40)
Nei primi di Ottobre del 44 il Comando della VI Zona viene informato della "Battaglia di
Lumarzo" dello scontro contro i Tedeschi e dell'eroico comportamento del Partigiano Bedin, che
con la sua morte a permesso al resto delle Squadre di sganciarsi, e salvando loro vita. La lotta era
impari fra i 12 o 14 Partigiani contro centinaia di Tedeschi bene armati e con armi automatiche e
mortai.
Nella risposta del Comando alla lettera della Brg. Caio, viene riconfermato l'eroico comportamento
del Partigiano Bedin e la proposta del merito di ricompensa al valore.
Segue lettera del Comando della VI Zona Operativa al comando della Brigata di Manovra CAIO:
Lettera del 28 settembre 1944, scritta da "Piemonte" a "Dan" (Podestà Sergio Capo di S.M.
della 59^ Brg. "CAIO") sul tragico episodio della morte di "Bedin":
<La squadra di Bedin marciava sulla strada carrozzabile di Lumarzo verso le due di notte,
quando improvvisamente si trovò a pochi passi (Circa sei metri) da una colonna di tedeschi
composta, secondo informazioni assunte, da circa 2 mila, in transito a Lumarzo; uno della squadra
di Bedin diede l'altolà ai primi uomini della pattuglia di testa della colonna, certamente non
immaginava e non si erano accorti del grande numero di nemici; fatto sta che il nemico continuava
35 Si dice il il Comandante Tedesco disse ai presenti: Se tutti gli Italiani che abbiamo contro sono così, per la Germania
è kaput!
44
avanzare in punta di piede e ad estendersi ai lati destro e sinistro della squadra di Bedin, allora
Inquilini36 per primo ha fatto una raffica seguito anche da Bedin e compagni che tutti si misero a
sparare. Ne è seguita una battaglia.
Accortosi però che correvano il pericolo di essere accerchiati diede l'ordine di mettersi in
salvo, mentre Bedin, che continuò la strada e a sparare, restò ucciso per salvare i suoi compagni>
Lettera della madre del Bedin, Delfina Ughini Bergonzi:
La Madre avuta la triste notizia della morte del figlio in data 28 novembre 1944 scrive al
Comando Partigiano:
<Gentile Signore, è con l'animo veramente commosso che ringrazio con Voi l'egregio
Comandante Istriano e la Brigata tutta per le parole sentite, e che tanto bene hanno procurato al
mio cuore. L'affetto per il mio povero caro che i suoi compagni di fede portarono sarà sempre
presente in me, spero che il sacrificio del povero Oreste varrà a portare a glorioso fine l'opera che
darà con la Libertà alla Patria, la pace e la tranquillità alle famiglie. Grazie pertanto di tutto ed
assicurando eterna gratitudine permetta le porga i miei sentiti ossequi>
Segue lettera del Comando della VI Zona, informato successivamente della Battaglia di Lumarzo.
Comando VI Zona Operativa
li 2 Ottobre 1944
Al Comando della Brigata di Manovra Caio.
Abbiamo ricevuto, vostre comunicazione e rapporto sulle azioni svolte, spiacenti della
perdita del vostro valoroso combattente, ci uniamo alla proposta da voi fatta, in merito alla
ricompensa al valore di Bedin
Vi inviamo la circolare che dovreste avere avuto da qualche giorno, che però non abbiamo
avuta la possibilità, a causa la mancanza vostra staffette.
Per tanto vi preghiamo, di essere più solleciti nel darci vostre comunicazioni, perciò
costituite un servizio di collegamento che possa metterci a contatto quasi giornalmente, solo cosi
potremo avere da ambo le parti la possibilità di una più ampia collaborazione.
Non Abbiamo nessuna notizia, e voi stesso non accennate nulla in merito al trasporto del
grano. Abbiamo altra merce, per voi ma ci è ignoto il modo in cui farvela recapitare, in conseguenza
provvedete in merito.
La prossima volta, che ci invierete corriere, abbiate la compiacenza di fare una relazione , il
più dettagliata sulla situazione, della Zona ove voi operate.
Precisateci, con esattezza, quale è il vero nome di Bedin, perché da una parte risulta con un nome di
Ughini Oreste, di Pietro; e dall'altra precisamente nell'articolo di Bini, risulta Calegari Giuseppe.
Saluti
Il Comandante di Zona
Il Commissario di Zona.
Miro
Rolando
Note di GB:
Il quel periodo Settembre ottobre 1944, per disposizione del Comando di Zona e della Divisione
Cichero, due Distaccamenti della Brigata di Manovra Caio erano stati dislocati in alta
Fontanabuona, questo per dare copertura sul Territorio, anche a causa del dislocamento della
Brigata Peter in Valtrebbia e poi in Val Borbera. A questi distaccamenti era stato dato il compito di
colpire il nemico nei suoi movimenti e attraverso danni alla viabilità e nei suoi presidi di Lumarzo,
Uscio, Recco e la strada della Via Aurelia.
36 Piemonte confonde il nome, non era Inquilini ma Aquilino che era il Comandante del Distaccamento Polledri.
45
Il Distaccamento "Pablo" essendo dislocato nella zona di Lumarzo, Pannesi e Uscio, durante sue
azioni militari contro il nemico, spesso erano eseguite con l'appoggio di alcuni Partigiani della SAP
Bedin o della SAP Garaventa di Uscio. Questo è dimostrato in vari documenti di "Piemonte" e
testimonianze anche di Partigiani di Uscio fra quali Lagomarsino Davide, il quale mi raccontò
personalmente molti di questi episodi. Lo stesso Davide mi raccontò che in altre occasioni, conobbe
molto bene l'Istriano ed esaltandone anche la Figura di buon Comandante, intelligente e coraggioso.
Il Distaccamento Poledri, sempre della Brigata Caio, invece fu dislocato nella zona di Neirone e di
Roccatagliata. Anche questo Distaccamento ebbe uno scontro con una pattuglia Tedesca sulla strada
Gattorna - Neirone, dove furono uccisi in combattimento 2 soldati Tedeschi e 5 feriti. Lo scontro
avenne proprio il giorno 23 settembre del 45. (Segue rapporto del Comando Tedesco)
Per i due Distaccamenti Pablo e Poledri, mantenere il contatto con la loro Brigata ed il Comando di
Zona era molto difficile, in quando anche la Brigata Caio era una Brigata di manovra, pertanto con
grande mobilità sul territorio, rapido era il loro spostamento da un località all'altra in base alle
esigenze del momento tattico e militare.
Ottobre 1944: Relazione del Comando Tedesco sulla situazione alta Fontanabuona.
ALLE FRAZIONI DI NEIRONE, LUMARZO, FERRIERE.
In queste ultime settimane, è accaduto che nei Paesi di Neirone, Lumarzo e Ferriere, da parte
della popolazione Italiana venissero colpiti a tradimento:
2 Soldati Tedeschi uccisi37.
5 Soldati Tedeschi feriti gravemente.
Nel corso di un rastrellamento di Bande, nel tratto tra Gattorna e Ferriere, venivamo
ancora colpiti38:
3 Soldati Tedeschi uccisi.
5 Soldati Tedeschi feriti gravemente (Fra i quali un Ufficiale).
Queste vittime cagionate, sono cadute combattendo per l'Italia e questo si sarebbe potuto
evitare se la condotta della Popolazione ci fosse venuta incontro prevenendo il Comando
Germanico onde scongiurare tali crimini. Ci risulta, al contrario, che la popolazione ha
ripetutamente favorito questi elementi fornendo loro ogni assistenza. Ad esempio, il giorno
23/9/1944, durante un combattimento venne ucciso un bandito che indossava biancheria
pulita ed in perfetto ordine. Da ciò si può dedurre che questi elementi risiedano nelle
abitazioni ed è accertato che abbiano sparato su soldati Tedeschi da case poste a Sud di
Neirone e parimenti da case poste a Sud di Lumarzo.
Qualora dovessero ripetersi tali misfatti, ho ordinato che in futuro vengano bruciate tutte le
case incriminate.
Gli elementi contrari alle forze armate Tedesche e Italiane, vengono considerati banditi e di
conseguenza soggetti alle annunciate rappresaglie.
Come ultimo avvertimento, raccomando di collaborare con il Comando Militare Tedesco
nella distruzione delle bande comunicandone i movimenti con l'astensione assoluta da
qualsiasi favoreggiamento.
Nel contempo ho prelevato 20 ostaggi dei paesi di Neirone, Ferriere, Lumarzo e Gattorna.
Per ogni soldato Tedesco ferito od ucciso verranno uccisi 10 di questi ostaggi.
Voglio però credere che la popolazione delle predette località non vorrà costringermi a
mettere in atto le minacciate rappresaglie, mentre sono portato invece a credere che la
popolazione vorrà fornire ogni collaborazione a questo Comando Militare Tedesco onde
addivenire al più presto all'annientamento dei fuori legge.
(ILSREC Gimelli 2/12 - 1)
(La firma è poco leggibile)
Firmato WINERLMAER
37 Lo scontro avvenne sulla strada vicino a Neirone, lo scontro era stato con una Squadra del Distaccamento Poledri.
38 La battaglia di Lumarzo contro il Distaccamento Pablo dove eroicamente muore il Partigiano "Bedin".
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Cap. 03
Lumarzo storie e racconti da persone del Posto
Lumarzo: Incontro con la Sig. ra Monica Faggio, alla quale dovevo restituire dei documenti della
Brigata SAP "Bedin" che sua Mamma e Lei mi avevano prestato per fotocopiare.
L'incontro avviene in località Stugge di Lumarzo, presso l'abitazione della signora Schenone
Maria detta Adriana, nata il 7/5/1925 a Piano Sottano di Lumarzo, il luogo non è molto lontano
dalla casa dove ci troviamo. La sig.ra Maria è parente di Faggio Onorato Padre di Monica, che fu
Comandante del Distaccamento "Lumarzo" della Brigata SAP Bedin. Io colgo l'occasione di questo
incontro per chiedere alla sig.ra Maria, se si ricorda come era avvenuta la "Battaglia di Lumarzo"
del 23/09/1944 dove morì il Partigiano Bedin.
La sig.ra Maria è una persona molto giovanile e socievole, ed iniziando il suo racconto,
espone con precisa chiarezza quei tragici fatti avvenuti quella lontana notte; il racconto è preciso e
sintetico che poche persone sono in grado di fare, sembra una Giornalista esperta, che fa la cronaca
di un evento.
Quel lontano giorno del 23 settembre 1944, gli abitanti delle Piane di Lumarzo, di Stugge, di
Piano Sottano e di Pian del Melo erano stati svegliati da rabbiose raffiche di morte; erano gli Sten
dei Partigiani, le Maschinenpistol MP.40 e MG 42 dei soldati Tedeschi, che improvvisamente
avevano rotto il silenzio nella triste e nebbiosa nottata, c'erano dei morti, i caduti nel combattimento
tra Partigiani e Tedeschi. Di prima ora la popolazione svegliata dall'intenso rumore degli spari, si
era resa consapevole dei fatti accaduti. La gente che conosceva la barbara legge dei Germanici,
delle loro rappresaglie, temevano la ritorsione sulla popolazione civile e l'incendio delle loro
abitazioni.
Ma grazie anche all'energico e volenteroso contributo delle Donne di Stugge, le quali appena
si resero conto dell'avvenuto fatto d'armi e della giacenza di morti e feriti sul posto, si misero subito
ad organizzare il primo soccorso ai soldati Tedeschi feriti, fornendo bende improvvisate, fatte con
strisce di lenzuola, e quanto altro di utile a dare le prime cure ai soldati feriti. Questo umano
intervento, fece si che il Comandante Tedesco arrivato sul posto, evitò ulteriori rappresaglie alla
popolazione ed alle case di Lumarzo, ad eccezione di alcune cascine sul luogo dello scontro già
ormai in fiamme.
Entrando nel merito della "battaglia di Lumarzo" la Sig.ra Maria inizia dicendo che:
Durante la guerra Lei con tutta la sua Famiglia abitavano a Piano Sottano, non molto
distante di questa casa dove attualmente ci troviamo, e che durante le prime ore della mattinata del
23 settembre 1944, era ancora buio, quando Lei e famiglia compresi i vicini di casa vennero
svegliati da raffiche di mitra, la paura e la inconsapevolezza di non conoscere cosa accadeva fuori
rendeva questi spari ancora più tragici. Mentre a Stugge, vi era sfollata la famiglia di Crovetto
Giuseppe e la Moglie sig.ra Adelina, i quali dopo le lunghe raffiche, e qualche esplosione,
sentirono grida, per loro incomprensibili, erano le urla dei soldati Tedeschi, confuse con i lamenti
dei loro camerati feriti.
In quel periodo nelle case della zona, vi abitavano diverse famiglie di gente sfollata dalla
Riviera a causa dei bombardamenti, tutte le abitazioni erano strapiene di persone, pertanto
l'agitazione, la paura si trasmise in brevi attimi a tutta questa popolazione ivi residente.
Nel seguito del suo racconto, la sig.ra Maria spiega che dopo le raffiche di mitra e di
mitraglia, continuavano gli urli e i lamenti dei feriti, quando improvvisamente la gente di casa
Crovetto ed i suoi vicini, Sig.ra Schenone Teresa moglie di Schenone Angelo sentirono forti colpi
alle porte di casa; con paura Loro capirono che erano i soldati Tedeschi che cercavano di entrare,
e se loro non avessero aperto senz'altro avrebbero sfondato le porte delle case stesse, per cui fu
aperto. I soldati Tedeschi entrando, puntarono contro di loro le armi e controllarono se dentro casa
vi fossero altre persone, passato il primo momento di paura della gente, Tedeschi fecero intendere
loro, che avevano bisogno di aiuto e assistenza per i loro feriti.
La sig.ra Adelina con la figlia Anita, la vicina di casa Schenone Teresa, intervennero
47
immediatamente cercando in ogni modo di aiutare i soldati feriti, Esse fornirono ai feriti quello che
era a loro necessario per un primo intervento, tenendo conto della loro limitata possibilità di mezzi
che in quei tragici momenti di guerra la popolazione disponeva .
Le donne di casa presero subito delle lenzuola e le tagliarono a strisce, per farne delle
improvvisate bende per fasciarne le ferite dei soldati Tedeschi, tutti i presenti si diedero da fare
cercando di pulire le ferite e portando conforto anche con bevande preparate al momento, con quel
poco che Essi tenevano in casa. Qualcuno dei feriti cercava di bere ma poi vomitava, altri erano
stesi nella casa lamentandosi, la cosa durò qualche ora, poi nella mattinata arrivavano le prime
autolettighe di soccorso, vi caricarono i feriti trasportandoli verso Cicagna dove c'era allora il
Comando Tedesco.
In seguito i Tedeschi, seppellirono proprio vicino all'attuale strada, davanti al cimitero di
Lumarzo il corpo senza vita del Partigiano Bedin.
Secondo l'interpretazione della Sig.ra Maria, se gli ufficiali Tedeschi non seguirono con atti
di rappresaglia nei confronti della popolazione, è perché Essi compresero che il morto e gli altri
Partigiani, non erano del posto ma erano di passaggio, ma anche e sopratutto per il contributo
dato dalle Donne della località Stugge di Lumarzo, nell'umano intervento di cure ed assistenza ai
soldati Tedeschi feriti. Poi conclude dicendo che: Per nostra fortuna i Tedeschi in quella occasione
non fecero nessuna rappresaglia nei confronti del Paese.
La sig.ra Maria continua il suo particolareggiato racconto, con il ricordo della famiglia di
Corsiglia Eddi la quale abitavano anche loro nei pressi di Stugge, ma sopra alla strada. Eddi al
momento degli spari, si era nascosto in un piccolo rifugio, come del resto altri uomini del posto, ma
la Madre di Eddi, successivamente alla sparatoria, quando vide seppellire il cadavere del Partigiano
Ucciso dai Tedeschi, pensando che fosse il proprio figlio, si mise a urlare dalla finestra della propria
casa, che quello ucciso era suo figlio, e la povera donna urlava ininterrottamente che le avevano
ucciso il Figlio. Mentre Eddi era nascosto in un insenatura costruita appositamente all'interno di una
una baracca.
Finiti i soccorsi ai soldati Tedeschi feriti, e trasportati con i loro mezzi di soccorso a verso la
bassa Fontanabuona, la colonna dei Tedeschi voleva dirigersi verso Colle Caprile, ma non
conosceva bene il sentiero, e forse era anche preoccupata di eventuali possibili agguati durante il
tragitto, Essi vollero che persone del luogo si prestassero ad accompagnarli alla loro meta, fra la
gente presente fu scelta la sig. ra Anita Crovetto (Poi Diventata la Moglie di Eddi) la quale appena
ventenne, dovette condurre i Militari Tedeschi, sulla mulattiera che dalle Piane di Lumarzo,
passando attraverso la Chigulla, arrivarono a Colle Caprile.
Maria mi racconta molte cose della presenza Tedesca a Lumarzo, sono cose precise che già
da altre persone ho ascoltato, Lei mi ha raccontato anche, che a sparare al Partigiano Bedin era stato
un Ufficiale Tedesco, il quale giaceva per terra gravemente ferito, ma trovò ancora la volontà di
difesa e fece fuoco sul Partigiano uccidendolo.
Dopo il suo racconto, mi permisi di fare alla sig.ra Maria, due precise domande, chiedendo
se era in grado di rispondermi.
La prima domanda che le feci era:
Da quale direzione arrivarono quella notte i Partigiani e la posizioni dei soldati Tedeschi?
La seconda domanda era:
Se lei era al corrente, del presunto aiuto prestato da una Suora (Suor Giovanna al secolo Dondero
Giovanna) presso il luogo di Stugge o a Lumarzo ai soldati Tedeschi feriti?
Alla prima domanda la sig.ra Maria rispose con una chiarezza ineccepibile:
Il gruppo dei Partigiani arrivarono dalla direzione di Pannesi, e stavano camminando nella
mulattiera che passa attraverso le Piane di Lumarzo, e poi sotto il cimitero del Paese a Stugge, che
poi prosegue sino a Pian del Melo e verso il centro del Paese.
Mentre la colonna dei soldati Tedeschi invece stava marciando sulla strada che attualmente
è carrozzabile ed asfaltata, a quei tempi era in terra battuta e costruita da poco tempo. Ad un certo
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momento le due parti avverse erano vicine, i Partigiani che si trovavano a transitare sotto il
cimitero, avevano appena passato il piccolo fossato, mentre i soldati Tedeschi si trovavano sopra
di loro di una cinquantina di metri, qualcuno dei Partigiani era salito verso i Tedeschi fra i primi il
Partigiano Bedin. Da quel momento inizia la battaglia con le conseguenze prima dette.
Della seconda domanda la risposta è la seguente:
Io non ricordo di nessuna Suora che diede aiuto a curare presso Lumarzo i soldati
Tedeschi feriti, sono intervenute solo le famiglie residenti a Stugge, facendo quanto loro era
possibile e di loro capacità, tra l'altro a Lumarzo, allora non esisteva neanche l'asilo e non c'erano
suore. Se questa Suora, è intervenuta, sarà da qualche altra parte, ma non a Lumarzo io questo non
lo posso sapere!
Alcuni giorni prima, io parlai di questo fatto con il Sig. Corsiglia Eddi, (ex Sapista del
Distaccamento Lumarzo della Brigata SAP "Bedin") e Lui mi diede la stessa risposta, dicendo che i
soldati tedeschi furono portati in casa della Suocera e della Moglie, che non c'era nessuna Suora
presente, mi disse le stesse cose della sig.ra Maria.
Il racconto della sig.ra Maria è molto preciso e mi racconta anche:
I soldati Tedeschi quando arrivarono a Lumarzo e nella zona di Pian del Melo, il loro Comando
fece requisire le case migliori, e tenendole a loro disposizione, la gente del Paese dovette
andarsene e rifugiarsi in locali di fortuna, come stalle, cascine o baracche, solo qualcuno fu
ospitato da parenti fuori zona.
Inoltre i Tedeschi avevano bisogno di carne, ed Essi settimanalmente andavano nella stalla
di qualcuno a rubarla, o prenderla senza nulla risarcire, visto questo grave danno che si veniva
provocato nelle famiglie dei contadini, per le quali la perdita di una mucca era il lavoro di un
anno, la popolazione di Lumarzo prese la decisione di formare un comitato, al quale le era stato
assegnato il compito, di raccogliere fra le varie famiglie della Zona una certa somma di denaro,
con il quale si sarebbe comprato settimanalmente la mucca da fornire al Comando Tedesco. Questo
avrebbe permesso fra gli abitanti, di evitare il danno alla singola famiglia, dividendo il penoso
sacrificio fra tutta la popolazione.
In quel periodo di occupazione Tedesca di Lumarzo, il Comando della TODT, diede
disposizione di eseguire diverse opere, strade, scavi per difesa, ed altre opere di uso sempre a
strategico-militare, compresa la strada di Comerata e quella che conduceva verso Pannesi e
Calcinara.
Molte persone di Lumarzo lavoravano per la TODT, ed altre venivano anche da fuori Paese,
con essi vi si trovavano anche dei prigionieri dei Tedeschi, La sig.ra Maria si ricorda molto bene di
Schenone Aurelio, che anche lui prestava la sua opera negli scavi per la strada di Lumarzo Pannesi, ed assieme ad altri colleghi Partigiani, approfittavano di questo lavoro per avere
informazioni, rubare munizione e tritolo ai Tedeschi. Il tritolo veniva usato per le mine negli scavi
della roccia della strada in costruzione, il Schenone Aurelio ed altri ne mettevano meno nelle
cariche e ne trattenevano una parte, Essi ne prendevano anche nei depositi. Questo esplosivo con
altre beni, veniva saltuariamente portato in montagna a Roccatagliata e Barbagelata al Comando
Partigiano.
Purtroppo un giorno durante questo trasporto, l'Aurelio fu colto nella Zona di Neirone, con
un mulo carico oltre ad esplosivo anche alimenti per i Partigiani, fu arrestato trascinato alle Ferriere
di Lumarzo e poi a Genova nel carcere di Marassi, infine fu internato al campo di concentramento
di Dachau, dove vi morì il 19/4/1945.
Schenone Aurelio era Nato a Lumarzo il 22/11/ 1919.
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Il Partigiano Oreste Ughini, detto “Bedin” Medaglia d'Argento al Valore Militare
Partigiani di Uscio, Pannesi e di Genova, con Olivari Eraldo dell'ANPI Provinciale presso
Bettola (PC), alla commemorazione del Partigiano Ughini Oreste detto “Bedin”.
Nell'occasione fu portato un mazzo di fiori alla Madre, la Sig.ra Delfina Bergonzi Ughini
50
Lumarzo, località Stugge: Inaugurazione del Cippo in memoria della morte del Partigiano
“Bedin” Presente la Madre Sig.ra Delfina Bergonzi Ughini e il Presidente dell'ANPI di
Bettola il Sig. Sig. Gino Pancera.
Partigiani del Comune di Bettola (PC) Caduti durante la Guerra di Liberazione .
51
Lumarzo: aggiornamenti e racconti da persone del Posto
Racconto di Crovetto Anna del Giorno 3/09/2012
Lumarzo:
Incontro con la Sig.ra Crovetto Anna nata a Genova il 27/4/1923 attualmente
residente a Lumarzo con il marito Corsiglia Eddi (ex staffetta della SAP del Dist. Lumarzo).
L'incontro avviene in località Stugge di Lumarzo, presso la loro abitazione, non molto
lontano da quella famosa casa, dove nelle prime ore della mattinata del 23/09/1944, furono portati i
soldati Tedeschi feriti nello scontro con i Partigiani.
Io colgo l'occasione di questo incontro per chiedere alla sig.ra Maria, cosa ricorda di quella
lontana notte e come era avvenuta la "Battaglia di Lumarzo" del 23/09/1944 dove morì il Partigiano
Bedin.
La sig.ra Anna è una persona molto gentile e di buona memoria, guardando il marito Eddi,
seduto accanto Lei, inizia il suo racconto con momenti di commozione, ma rivivendo con precisa
chiarezza quei tragici fatti avvenuti in quella lontana notte.
In merito della "battaglia di Lumarzo" la sig.ra Anna inizia dicendo:
Che durante la guerra Lei con suo Padre e sua Madre ed un cuginetto, a causa dei
bombardamenti, erano sfollati da Genova a Lumarzo in località Stugge, non molto distante da
questa casa dove attualmente ci troviamo.
Durante le prime ore del mattino del 23 settembre del 44, era ancora buio quando Lei e la
sua famiglia compresi i vicini di casa, certi Schenone Teresa ed il Marito Angelo vennero svegliati
da raffiche di mitra e da colpi vari.
Nel seguito del suo racconto, la sig.ra Anna spiega che udirono forti colpi dati alla porta di
casa e grida confuse all'esterno di questa, Lei e la madre uscirono recandosi presso la casa dei loro
vicini, quando uscendo videro davanti alla porta della casa i questi, che vi erano alcuni soldati
feriti stesi per terra, un altro soldato era poco più distante immobile, era già morto, un altro era
steso in casa di Teresa, ferito alle gambe, e le avevano già tolto gli stivali.
Passato il primo momento di paura della gente, Tedeschi fecero intendere loro, che avevano
bisogno di aiuto e assistenza per i loro feriti.
La madre di Anna, sig.ra Adelina, la figlia e la vicina di casa Schenone Teresa, intervennero
immediatamente cercando in ogni modo di aiutare i soldati feriti, Esse cercarono di fornire ai feriti
tutto quello che era a loro necessario per un primo intervento, tenendo conto della limitata loro
possibilità, in quei tragici momenti di guerra.
Le donne di casa presero subito delle lenzuola e le tagliarono a strisce, per farne delle
improvvisate bende per fasciarne le ferite dei soldati Tedeschi, tutti i presenti si diedero da fare
cercando di pulire le ferite e portando conforto anche con bevande preparate al momento, con quel
poco che Essi tenevano in casa.
Il marito della Sig.ra Teresa, sig. Schenone Angelo nel frattempo ero sceso vicino alla casa
e si era premurato di prendere della paglia, per mettere sotto i soldati feriti, i quali perdevano
molto sangue. Uno dei militari Tedeschi feriti era biondo, con faccia molto rossa e rotonda, questo
aveva la pistola nella fondina aperta, e con una mano appoggiata sopra quasi ad accarezzarla,
gurdava Anna negli in viso come dire: Stai attenta sono armato!
Anche un altro soldato, che stava vicino alla porta di casa e teneva in mano la pistola,
controllando i movimenti dei soccorritori.
La cosa durò qualche ora, poi nella mattinata tra il buio e il primo albore arrivavano altri
militari Tedeschi, anche di Comando, che con l'arrivo anche di autolettighe di soccorso, vi
caricarono i feriti trasportandoli credo a Lavagna.
L'Ufficiale Tedesco diede a tutte le persone di Stugge presenti, una piccola pastiglia da
inghiottire, il motivo non si sapeva?
Dopo il trasferimento dei feriti, i Tedeschi trascinarono per una gamba il Partigiano ucciso
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durante la battaglia, e lo seppellirono in una piccola buca nella piana sopra il cimitero.
Finito questo momento tragico, l'Ufficiale Tedesco disse che doveva raggiungere Colle
Caprile e andare a Uscio e che la madre di Anna doveva accompagnarli, Anna si offri Lei stessa di
accompagnare la colonna dei soldati a Colle Caprile, passando attraverso la mulattiera della
Chigulla, che conosceva molto bene. Durante il il viaggio, superato il ponte di Lansëa, vicino alla
Tinella du Curia, presero il sentiero in salita verso la Bastia, Lei saliva con un passo veloce con
dietro i soldati, ad un certo punto, la fecero fermare, e lei pensò in quel momento: Ora questi mi
sparano. Ma fortunatamente non era questo l'intenzione, ma la truppa era solo stanca e vollero
avere un breve riposo, passato questo breve intervallo, essi ripresero la marcia arrivando a Colle
Caprile, ricordando che durante il percorso spesso si sentivano brevi raffiche di mitraglia, che i
Tedeschi di Colle sparavano verso le coline sopra Lumarzo? (così le sembrava)
Da Colle Caprile fu scortata a Uscio presso la Caserma del Comando Tedesco, che era
nella località detta "Giro del Grigio". Nella caserma, Anna fu prima rinchiusa in una cameretta,
poi fu portata davanti ad alcuni Militari Tedeschi, i quali le fecero diverse domande, poco
comprensibile per Lei dato le diversità di lingua, e nello stesso tempo con grande paura pensava:
Adesso cosa mi succederà?
Dopo poco tempo che Anna era rimasta zitta, e anche molto preoccupata, per sua fortuna
arrivò una sig.ra con capelli castagna quasi biondi, la quale le disse di essere un'interprete, di
stare calma che le avrebbe spiegato cova chiedevano i militari Tedeschi.
La signora che aveva funzioni da interprete con calma spiegava le richieste di informazioni
sui Partigiani se c'erano a Lumarzo, e cosa pensava la Gente del Paese, la risposta fu che: Anna
non sapeva nulla dei Partigiani, e che la gente diceva, molti giovani del Paese erano in Russia, in
Grecia e in Germania a fare la guerra, e le famiglie non avevano da molto tempo notizie, la Gente
non voleva la guerra.
Quel pomeriggio Anna fu rilasciata, e raggiunse Colle Caprile, ma sul posto proprio dopo
"Tagliamento" vicino alla casa dove abitava la famiglia "Du Ballin de Colle" fu bloccata da alcuni
soldati Tedeschi, in quali dissero che non si poteva passare. dopo alcune ore fu liberato il transito e
Lei riprese con molto ansia il percorso della Chigulla per il ritorno a casa, avere notizie anche
della famiglia. Arrivata a Lumarzo presso la località Piane, Anna vide la casa dove abita e con
tutta la forza emise un grido "Mamma". La madre che ansiosamente attendeva la figlia, sentito il
forte richiamo, corse a Lei incontro,la cosa terminò con un forte abbraccio e tante lacrime, di gioia
e commozione e anche di tanta paura.
Racconto di Corsiglia Eddi marito di Anna
Lumarzo, 3/09/2012
Incontro con il sig. Corsiglia Eddi, nato a Lumarzo 18/03/1921 marito della Sig.ra Crovetto
Anna, nata a Genova e attualmente residenti a Lumarzo.
L'incontro avviene in località Stugge di Lumarzo, presso l'abitazione della Famiglia, non
molto lontano dal posto, dove nelle prime ore della mattinata del 23/09/1944 ci fu lo scontro tra
Tedeschi e Partigiani, chiamato "la battaglia di Lumarzo".
Il sig. Eddi faceva parte del Distaccamento "Lumarzo" della Brigata SAP di Montagna
"Bedin" con entrata in servizio dalla costituzione, Tessera C.M.R.L. n°06103. Ma per problemi
strettamente di famiglia, il suo ruolo era principalmente di appoggio e come Staffetta.
Il Sapista Eddi, mi racconta che nella notte della "Battaglia di Lumarzo" lui come altri
giovani del Paese era a casa sua con la madre e il fratello più giovane di lui, quando sentirono i
primi spari nella notte, che a suo dire provenivano dalla zona di sopra alle piane di Lumarzo, poi vi
fu una seconda sparatoria, proprio sotto casa sua, vicino al cimitero di Lumarzo in località detta
Stugge; in questo luogo le raffiche e colpi armi diverse si prolungò per diverso tempo poi il silenzio,
53
il silenzio della morte.
Lui, come del resto tanti altri del posto, spaventati cercarono di vedere cosa fosse avvenuto,
e la causa degli spari, si rese conto che c'era stata una sparatoria tra Partigiani e soldati Tedeschi,
sulla strada e nelle vicinanze c'erano dei feriti e dei morti. Egli si rese conto che doveva fuggire,
cercare di non farsi prendere dai Germanici, che il quel momento erano anche loro nella paura e
confusione.
Eddi come tanti altri giovani e meno giovani del paese, si era costruito una botola nel terreno
sotto le case di Stugge, era di piccole dimensioni ci stava appena strettamente una persona, la quale
una volta entrata, si copriva con rami ed erba già predisposti sul posto.
La Staffetta Eddi scese da casa e dovette attraversare per forza il tratto di terreno dove era
avvenuta la battaglia, la cosa doveva essere fatta rapidamente, ma senza dare sospetto ai soldati
Tedeschi, questi agitati e con le armi in pugno, cercavano di dare soccorso ai loro feriti, Eddi
scendendo vide per terra, vicino alla strada carrettiera di Lumarzo-Pannesi, il corpo senza vita di un
Partigiano, mentre altri di soldati Tedeschi erano distanziati nelle vicinanze; Egli con molta paura
riuscì a passare in mezzo a questa confusione e raggiunse il suo rifugio.
Dopo diverso e interminabile tempo trascorso, lui che attraverso alcune fessure e le voci, si
rendeva conto della gravità della situazione, cercava di stare immobile in quel poco spazio e di non
farsi prendere dal panico. Vicino al suo rifugio vi era il pozzo nero o gabinetto, in uso all'ora dai
contadini, il quale era una piccola baracchetta di tavolame e una copertura in lamiera o frasche; la
cosa si fece seria dal momento che diversi soldati Tedeschi si avvicinarono al pozzo nero, per farne
uso, poi ad un certo momento vide che uno di questi che accese un fiammifero, avvicinandosi al
detto pozzo nero, nella sua mente Eddi pensava: Adesso questo da fuoco al pozzo nero e alle frasche
che mi coprono, io se esco questi mi sparano, se non esco muoio quì dentro bruciato. Furtuna volle
che quel fiammifero, il soldato Tedesco, lo accese per farsi luce e non cadere nel pozzo nero.
Per tutta la buia mattinata sentiva gli ordini i lamenti dei soldati feriti, la confusione delle
delle voci delle persone presenti, fino che non arrivarono le ambulanze che portarono via i feriti,
Egli rimase dodici ore, bloccato in quella primitiva tomba di terra, dove non poteva muoversi
perché lo spazio era limitato oltre che angusto, alla sua uscita l'Uomo era stressato e quasi preso dal
panico.
La madre di Eddi disperata di non vedere il figlio tornare a casa, pensava il Partigiano ucciso
dai Tedeschi fosse stato suo figlio, la gente cercava di convincerla che il giovane caduto non era
Eddi, fu portata anche sul posto, il viso del Partigiano era nascosto, vicina al terreno, e la gente
disse alla disperata Madre: Vedi questo ha le giberne, tuo figlio non le portava, non è lui.
La Staffetta Eddi mi disse, che quel giorno i Tedeschi fecero un rastrellamento nella Zona
ma non trovarono nessun giovane, Essi arrestarono tre uomini anziani, di due non ricorda bene il
nome il terzo era un certo "Paulin du Giancu" (Paolo Schenone?) comunque poi tutti e tre furono
rilasciati.
Termino il racconto fattomi da Eddi, su alcuni giudizi della Battaglia di Lumarzo, tra io e
Lui abbiamo valutazioni discordanti, ma anche lui mi disse che: I Partigiani quella mattinata
arrivavano dalla direzione delle "Piane" di Lumarzo verso il centro Paese. Lo stesso mi ha
confermato che: Non ci furono Suore a prestare cure ai soldati Tedeschi feriti, ma solo le due
famiglie, di Crovetto Anna e di Schenone Teresa e Angelo.
Nota di G.B.
Io ho preso preso atto di quanto lui mi disse, e che ho trascritto tralasciando i giudizi
personali, i quali ritengo, che non facciano parte della Storia della Battaglia di Lumarzo.
(G.B) - 04/09/12
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Lumarzo foto di cui Corsiglia Eddi, mi disse che Lui era quello che portava la bandiera.
Racconto di Ferrera Renato della località "Piane di Lumarzo"
Lumarzo 13/07/2012
Con il Ferrera ci conosciamo da bambini, conoscevo il padre chiamato Paolo, la sorella, e di
loro ho tanti ricordi, erano spesso a Colle Caprile, dove io sono nato e vivevo con la mia famiglia,
suo padre era commerciante, ed aveva il negozio proprio nelle Piane di Lumarzo.
Dopo alcuni convenevoli del caso, chiedo a Renato cosa si ricorda della "Battaglia di
Lumarzo", dove nelle prime ore della mattinata, gli abitanti delle Piane di Lumarzo e di Pian del
Melo erano stati svegliati dalle rabbiose raffiche di Sten dei Partigiani, delle Maschinenpistole e le
MG 42 dei soldati Tedeschi, che improvvisamente avevano rotto il silenzio della triste e nebbiosa
nottata.
In mattinata la gente si ebbe notizia dell'evento, correva voce che c'era stato una battaglia tra
Partigiani e soldati Tedeschi, c'erano anche dei morti e dei feriti, erano caduti nel combattimento.
La popolazione che svegliata dall'intenso rumore degli spari, si era resa consapevole dei fatti
accaduti, ora dopo questo evento le persone del posto, che ben conoscevano la barbara legge dei
Germanici, delle loro rappresaglie, temevano la ritorsione su di loro e l'incendio delle loro
abitazioni.
Renato racconta che nella notte che ci fu la battaglia a Stugge di Lumarzo, Egli era ancora
un bambino, ed abitava nelle Piane, sotto l'attuale strada Provinciale; durante la prima mattina del
23/09/44, Egli ed i suoi Familiari sentirono molti spari di armi da fuoco. I primi colpi vennero
sentiti in località Campi, dove a suo dire era avvenuto il primo scontro tra le due fazioni, un gruppo
di Tedeschi proveniente da Colle Caprile, che avevano risalito dalla Chigulla arrivarono presso la
località Piane di Lumarzo, e un gruppo di Partigiani che stavano transitando in zona.
Egli allora bambino, sentendo gli spari voleva vedere che cosa stava avvenendo fuori, ma il
padre Paolo, lo spinse per terra e lo fece stare coricato giù e dicendole di non muoversi, poco dopo
sentirono altre raffiche e colpi di fucile, ma questa volta la provenienza degli spari veniva dalla zona
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chiamata "Stugge". Alla mattina si ebbe la conferma che l'evento notturno era stata una battaglia tra
Partigiani e Soldati Tedeschi, che c'erano stati dei morti da tutte due le parti, e vi erano stati anche
diversi feriti da parte dei militari Tedeschi.
I feriti rimasti sul terreno erano tutti Tedeschi e avevano bisogno di aiuto; un grosso
contributo al primo intervento di cure e assistenza ai feriti, fu dato da una famiglia del posto, una
certa Schenone Rosa ed il fratello Giuseppe dette "Beppe"; queste persone misero a disposizione la
loro casa, e si attivarono a tagliare strisce di tela dalle lenzuola disponibili, e quanto altro Essi
trovarono per curare i feriti.
Questo loro atteggiamento di umana solidarietà nei confronti, di chi ha bisogno, ed in
particolare di queste persone ferite, fece si che il Comandante Tedesco arrivato sul posto, evitò
ulteriori rappresaglie alla popolazione ed alle case di Lumarzo, ad eccezione di alcune cascine sul
luogo dello scontro già ormai in fiamme.
Renato mi disse, che se mi fossi recato presso Stugge, senz'altro avrei incontrato un ex
Sapista del Distaccamento "Lumarzo" della SAP Bedin; un certo Sig. Corsiglia Eddi.
Mi recai a Stugge dove incontrai questa anziana persona nato 1921 (91 anni portati molto
bene) il quale era il marito Sig.ra Crovetto Anna, Egli mi ha confermato quanto già detto da Renato,
e che anche sua moglie aiutò a medicare i soldati Tedeschi feriti, e poi Stessa fu arrestata dai
Tedeschi e portata a Uscio, dove fu interrogata su quanto era avvenuto durante la notte, e di altre
informazione che la Donna non ebbe risposte in merito.
Eddi mi disse che fortunatamente a Uscio i Tedeschi avevano anche un'interprete, la quale
aiutò la moglie a spiegarsi meglio, e di non dire cose che le potevano nuocere, fortunatamente poi
fu liberata. Chiesi al sig. Eddi se sapeva di una Suora che era intervenuta a curare i soldati Tedeschi
feriti, ma Lui mi rispose che: era stata la famiglia della moglie e di Schenone Rosa, a contribuire
alle cure e a dare ospitalità a feriti, e nessuna suora era intervenuta che lui sapesse. Mentre ero
assieme al sig. Eddi, mi fece conoscere una Sig.ra di giovane età, che era la figlia del Partigiano
Faggio Onorato, Capo del Distaccamento "Lumarzo" della SAP Bedin, matr. 08108 del C.M.R.L.
La stessa mi disse di vederci un giorno, e si sarebbe interessata a darmi notizie in merito al Padre.
Il Partigiano Faggio Onorato
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La coppia Corsiglia Eddi e la moglie Crovetto Anna. La località Stugge dove avenne la "Battaglia
di Lumazo" e la casa dove furono curati i soldati Tedeschi feriti. Nella parte alta della casa, si vede
la lapide in ricordo all'eroica morte de Partigiano "Bedin" della Brigata Caio, Divisione Cichero.
Commento sulla "Battaglia di Lumarzo"
Trovare con precisione come furono svolti i fatti della "Battaglia di Lumarzo" è cosa
abbastanza complicata, io cerco di trovare una mia personale conclusione, traendola dalle diverse
testimonianze e documentazione in merito a l'episodio.
La prima conclusione è che:
Il Comando Tedesco aveva programmato per il giorno 23 Settembre 1944 un rastrellamento
nella zona di Lumarzo, e questo viene confermato anche dalla relazione trasmessa in ottobre del
1944, dal Comando Tedesco sulla situazione nella Zona alta Fontanabuona, firmata dallo stesso
Comando Militare Tedesco certo "WINERLMAER"
In questo documento Tedesco si dichiara che:
<Nel corso di un rastrellamento di Bande, nel tratto tra Gattorna e Ferriere, venivamo
ancora colpiti39:
3 Soldati Tedeschi uccisi.
5 Soldati Tedeschi feriti gravemente (Fra i quali un Ufficiale) >
Questo dimostra che quel giorno dello scontro a Lumarzo, tra i Partigiani e Tedeschi, gli
stessi Tedeschi erano presenti nelle prime ore della mattina proprio per organizzare meglio il
rastrellamento e prendere ancora la gente nel sonno. Una colonna di militari Tedeschi era giunta sul
posto probabilmente da Cicagna, mentre una seconda colonna, di circa un centinaio di soldati
Tedeschi stava sopraggiungendo (con ritardo) da Colle Caprile, di Uscio. Le testimonianze delle
varie persone sul caso, sono abbastanza convincenti su questa teoria.
Il partigiano Massone GioBatta detto "Villa" mi aveva confermato che loro erano arrivati
dalla parte di Pannesi, che piovigginava e c'era nebbia. Si accorsero all'ultimo momento dopo una
breve schiarita di essere in mezzo ai Tedeschi.
Diversi testimoni, compreso Schenone Aldo di Lumarzo (Località Lanzëa) mi racconta che:
39 La battaglia di Lumarzo contro il Distaccamento Pablo dove eroicamente muore il Partigiano "Bedin".
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Quella mattinata del 23 settembre c'era tempo brutto e piovigginava, c'era molta nebbia, ed
un gruppo di Tedeschi dislocati a Uscio, erano partiti per andare a Lumarzo, dove dovevano
congiungersi con altri sul luogo ed in arrivo da Lagomarsino o da Gattorna. Il gruppo di Tedeschi
che era partito da Uscio, scelse la strada più breve per raggiungere Lumarzo, che era la strada che
da Colle Caprile passava dalla Chigulla, ed era quella più usata da tutta la popolazione di quei
luoghi, e cioè passare dopo il tagliamento di Colle Caprile, oltre la casa del detto “Ballin de
Colle” andare in Costaferrena e scendere nella “Chigulla” attraversare il ponte sul torrente, salire
verso le Piane di Lumarzo ed arrivare da li in centro del Paese.
Ma la colonna di soldati Tedeschi, quando era giunta nella zona della Chigulla, dove c'era
la biforcazione del sentiero in diverse direzioni, probabilmente presero la direzione sbagliata e
andò a finire in Lainà. Quando i Tedeschi si resero conto che avevano sbagliato strada, si rivolsero
alla prima casa trovata, e svegliarono il suo abitante, di nome Olcese Michele, detto Micchè de
Lainà, padre di un giovane Patriota detto Valle. La colonna dei Tedeschi, che si era persa, ha
obbligato il Michele di accompagnarli verso Lumarzo, camminando durante la notte al buio, questi
quando arrivarono quasi a Lumarzo, passata la località Piane, casualmente si intercettarono con i
Partigiani, che stavano marciando a pochi passi, e nacque lo scontro armato dove morirono 5
Soldati tedeschi, molti furono feriti, e cadde eroicamente anche il Partigiano Bedin, che permise ai
suoi compagni di sganciarsi e salvare la loro vita.
Anche il racconto di Ferrera Renato di Lumarzo, fa le seguenti osservazioni in merito alla
notte che ci fu lo scontro tra i Partigiani e i soldati Tedeschi:
Racconta che lui era un ragazzo ed abitava Nelle Piane, sotto l'attuale strada Provinciale, e
durante la mattinata del 23/09/44 Egli ed i suoi Familiari sentirono molti spari di armi da fuoco. I
primi colpi vennero sentiti in località Campi, dove a suo dire era avvenuto il primo scontro tra le
due fazioni, tra Partigiani e un gruppo di Tedeschi proveniente da Colle Caprile, i quali erano saliti
dalla Chigulla, verso la località Piane di Lumarzo.
Egli da ragazzino che era quasi voleva vedere che cosa stava avvenendo fuori, ma il padre di
nome Paolo, lo spinse per terra e lo fece stare coricato giù e di non muoversi, poco dopo sentirono
altre raffiche e colpi di fucile, ma questa volta la provenienza veniva dalla zona chiamata "Stugge".
Quando si fece giorno, in mattinata, tra la gente corse la conferma che, l'evento notturno era
stata una battaglia tra Partigiani e Soldati Tedeschi; durante lo scontro c'erano stati dei morti da tutte
due le parti, e vi erano stati anche diversi feriti da parte dei militari Tedeschi.
Renato mi disse: Che un grosso contributo a medicare i soldati Tedeschi feriti, furono una
famiglia del posto, una certa Schenone Rosa ed il fratello Giuseppe dette "Beppe"; queste persone
misero a disposizione la loro casa, e si attivarono a tagliare strisce di tela dalle lenzuola disponibili,
e quanto altro era disponibile per curare i feriti.
Questo loro atteggiamento nei confronti, dei soldati feriti, fece si che il Comandante Tedesco
arrivato sul posto, evitò ulteriori rappresaglie alla popolazione ed alle case di Lumarzo, ad
eccezione di alcune cascine sul luogo dello scontro già ormai in fiamme.
Racconto dell'ex Sapista del Distaccamento Lumarzo della SAP "Bedin":
Nella stessa mattinata del 13/07/2012, ho incontrato un ex Sapista del Distaccamento
"Lumarzo" della SAP Bedin, il Sig. Corsiglia Eddi che lo stesso Renato mi aveva indicato di
recarmi da Lui, una persona anziana del 1921 (91 anni portati molto bene) che era il marito sig.ra
Crovetto Anna (detta anche Anita).
Il Sapista Eddi mi ha confermato che sua moglie fu arrestata dai Tedeschi e portata a Uscio,
dove fu interrogata sul quanto era avvenuto durante la notte, e di altre informazione che la Donna
non ebbe risposte, Eddi mi disse anche che fortunatamente a Uscio i Tedeschi avevano anche
un'interprete, la quale aiutò la moglie a spiegarsi meglio, e di non dire cose che le potevano
nuocere, fortunatamente poi fu liberata.
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Chiesi al sig. Eddi se sapeva di una Suora che era intervenuta a curare i soldati Tedeschi
feriti, ma Lui mi rispose che era stata la famiglia della moglie a contribuire alle cure e a dare
ospitalità a feriti, e nessuna suora che lui sapesse.
Lo stesso Giorno, mentre ero assieme al sig. Eddi, Egli mi fece conoscere la figlia del Capo
Distaccamento di "Lumarzo" della SAP "Bedin" che era il Partigiano Faggio Onorato di G.B. matr.
08108 del C.M.R.L. la stessa è di nome Monica mi ha promesso di vederci un giorno, e si sarebbe
interessata a darmi notizie in merito al Padre.
Conclusione e valutazione personale:
Molto probabilmente la "battaglia di Lumarzo" con la morte del Partigiano Bedin, (Ughini
Oreste) e dei tre soldati Tedeschi, ed i cinque feriti, involontariamente ha evitato il rastrellamento
nel Paese di Lumarzo e delle Ferriere. Il Comando della Wehrmacht aveva preparato per le prime
ore della mattinata del 23 settembre 1944, il sopra detto rastrellamento, come confermato dalla loro
stessa relazione trasmessa al loro Comando Superiore nei primi di ottobre del 44.
Se questo rastrellamento fosse avvenuto, vista la quantità di uomini e mezzi della
Wehrmacht, e dell'orario da loro scelto, le prime ore della mattinata, i Tedeschi avrebbero preso
ancora la popolazione a letto, e molti uomini del Paese, probabilmente sarebbero finiti nei campi di
prigionia in Germania o anche peggio. La stessa cosa avvenne a Calcinara di Uscio, il 2 ottobre del
1944, (Dopo pochi giorni dalla "battaglia di Lumarzo") dove di buon mattino, i Tedeschi fecero il
rastrellamento, prendendo molta gente ancora a letto; ben 52 persone furono arrestate, una parte era
finita in carcere a Marassi, altri alla Casa dello Studente di Genova, dove alcuni subirono anche
violente torture, ed una decina di uomini fu internata nei campi di prigionia in Germania.
Racconto di Schenone Angelo di Pannesi, momenti della resa nazifascista.
Pannesi 31/07/2012
Incontro a Pannesi di Lumarzo presso la sua abitazione, collocata nella vicinanza delle
Cinque Strade, un mio conoscente, certo Schenone Angelo detto Lino nato a Pannesi il 7/7/1926
dove è tutt'ora residente. Con Lui parliamo di cose del passato, di cose che entrambi ci ricordiamo,
la festa alla Madonna del Bosco dove lo stesso Lino portava il Cristo nella processione, ed i
contadini del luogo che vendevano pesche, uva e poi le reste di nocciole, che si vincevano tirando
su dei numeri con una mano da una sacchetta chiusa, detto questo entriamo nel merito della cosa
che a me interessava di più: Cosa si ricordava Lui della lotta Partigiana, della Resa dei Tedeschi e
della truppa della RSI nella Tecosa, o a Sant'Alberto.
Lino mi disse di non ricordare più tante cose, era passato molto tempo, ma Egli fece uno
sforzo cercando di penetrare nel suo passato, nella sua gioventù: Si ricordava che fece parte della
Brigata Lanfranconi della Divisione G.L. G. Matteotti, il suo nome di Battaglia era "Castagna" e si
trovava normalmente nella zona di Roccatagliata e nella Corsiglia, ed era assieme al Comandante
"Murri" di Recco, erano molto amici.
Murri si fidava di lui, della sua velocità e sicurezza che Lino dava quando assieme
camminavano nei sentieri di montagna, o all'interno dei folti boschi di castagno, di querce o altro.
Lino camminava veloce e sicuro, era il "padrone" dei sentieri, era l'uomo nato nei nostri
"monti" nei boschi e conosceva ogni aspetto della natura, tutto questo era la cosa che a Murri
serviva e difficilmente si muoveva senza di Lui.
Lino ricorda del 27 Aprile del 1945 che scesero Con altri Partigiani e con il Comandante
Murri, verso la zona di Sant'Alberto, Lui con altri si appostarono in località chiamata Castelluccio
in Maxena. Durante la resa dei soldati Tedeschi e della RSI, questi passarono in buona parte davanti
alla loro postazione, mi riferisce inoltre, di un particolare molto strano sulla resa dei singoli soldati.
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La particolarità stava nel modo di depositare delle armi fra i vari soldati che transitavano
dopo la resa, questa diversità consisteva dal fatto che:
Quando un militare Tedesco lasciava la sua arma, normalmente la baciava e poi la
depositava con cura per terra davanti ai Partigiani presenti, mentre quando si presentavano i militari
Italiani per la maggior parte buttava il proprio fucile giù per il bosco, quasi con rabbia o disprezzo
dell'arma.
Su questa sua particolare osservazione, che Lino mi fece della modalità del disarmo, ho
riflettuto molto traendo delle mie personali conclusioni, e lascio però al lettore riflettere e darne un
suo personale giudizio e conclusione?
Poi viene il racconto da Lui fatto, sulla resa della truppe Tedesche e della RSI presso le
cinque Strade, dove personalmente lui non era presente, racconta:
Nella mattinata del 27 aprile del 45, il Comando Partigiano aveva avuto diversi contatti con
il Comando Tedesco e della RSI, ove si era stabilito l'Ordine di tregua fra le parti, ma pur nella
situazione confusa, il Comando Tedesco e della RSI non volevano arrendersi ai Partigiani.
Il Comando Locale Partigiano, nel frattempo aveva provveduto informare anche il Comando
Alleato in arrivo attraverso la Fontabuona, nei pressi di Gattorna. Nella mezza mattinata sono
arrivati alle Cinque Strade, passando da Forca e dietro il cimitero di Maxena, quattro Militari
Americani, i quali si recarono al Comando Tedesco presente sul posto, e da quel momento nacque
formalmente l'inizio della loro Resa delle Truppe Nazifasciste. Il luogo era proprio quello dove oggi
sorge la Cappelletta in ricordo dei Partigiani Caduti.
Lino scherzando mi dice, che una volta noi di Colle Caprile le abbiamo sparato contro?
Ecco la realtà della storia: Durante la guerra il Distaccamento in cui Lui militava, stava
marciando in fila indiana sopra San Marco d'Urri, vicino a Pietra Cavallina, quando probabilmente
intercettati da qualche osservatorio nemico, il quale diede ordine alle batterie di Colle Caprile di
puntare sulla loro colonna, ed aprire il fuoco, sta di fatto che in pochi istanti tutta la vetta della
collina, venne colpita da una fitta rete di colpi di cannone: Fortunatamente i primi colpi non
riuscirono a centrare la colonna dei Partigiani, i quali si gettarono a capofitto nella parte a Nord
della montagna e poi in mezzo agli alberi, la velocità di quella operazione di "ritirata" era senz'altro
degna per battere ogni record.
Il Partigiano Zolesio Antonio detto "Umberto" Comandante della Divisione Giustizia &
Libertà Giacomo Matteotti con altre autorità del Partito d' Azione. (Genova - 1945)
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Trascrizione di alcune comunicazioni fra Comandi e Brigate riguardanti la Zona di Lumarzo:
Lettera di Ognio40 II ad Umberto
21/11/44
Caro Umberto
Questa mattina mi sono recato appositamente a Gattorna per avere informazioni.
La situazione è al momento tranquilla, completerò lo schizzo e domani conto mandarlo in
su. In merito alla puntata dei Fascisti e dei Tedeschi fatta domenica mattina sembra che sia venuta,
(a detta del Maresciallo Tedesco di Gattorna che l'ha riportata ad una donna di Gattorna con la
quale ha parlato Renato) ad una informazione avuta dal Comando di un possibile passaggio,
meglio di un concentramento di Partigiani che si doveva tenere domenica mattina alle Ferriere.
Non avendo tenuto nulla hanno fatto una perquisizione in molte case alle Ferriere ed in Acqua (di
Ognio) asportando denari, oro e parte di provviste. In Acqua per sfuggire ad fermo pur mancando
la ragione della visita, si dava alla fuga un muratore che è stato ferito. Di ritorno di questa
brillante operazione, hanno ripetuto le stesse gesta a Tribogna ferendo un altro Paesano.
Per quanto richiedi per il resto .....
Lettera di Murri a Umberto del 2 ottobre 1944:
Lunedì 2-10-44
Carissimo Umberto
Attendo Litti da Genova con tutto il materiale che ho richiesto e con notizie molto
importanti. Ho parlato con Mori e domani l'ho rivedrò per altre importanti comunicazioni.
Angelo terrà collegamento costante con S. Apollinare e Nando Bargagli in un punto
stabilito. Con Mori siamo andati a S. Alberto e abbiamo stabilito un punto di riferimento
dall'Osteria di Rico. Costui è stato e credo sia ancora in contatto con Bisagno, comunque lavorerà
per noi e a voce ti racconterò tutto. Il Maresciallo mi ha comunicato che Menego ha ritirato già
una mula e attende il secondo.
La farina dei Scagnelli è già stata ritirata oggi e altra c'è da ritirare alla Valle, così mi ha
comunicato il Maresciallo. Spero di venire in su con un po' di uomini armati; due o tre li lascerò da
Angelo, gli altri li porterò da Milio (nuovo distaccamento di Tasso).
L'intendente di Milio può farlo benissimo Piero perché in pratica opera attualmente come
tale. Benissimo per il nuovo Distaccamento appena verrò in su passerò a visitarlo e comunicherò
eventuali novità.
Saluti cordiali a te e a tutti
(Seguono firme, una non leggibile)
Murri
Trascrizione di Documenti e manoscritti
Fra i documenti custoditi presso ILSREC ho trovato due lettere di dolore, ma non di
disperazione, le lettere sono scritte da un Partigiano detto "Riccardo" di cui non ho altra più
precisa informazione, si trascrivono le due lettere:
40 Ognio II = Novaretto Mario Capo del SIM della Divisione G.L. G. Matteotti.
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Lettera di Riccardo a Carrel del 26 Novembre 1944:
Zona 26-11-44
Caro Carrel
Io parto domattina, e non so se ancora ci vedremo ti prego di far avere a
Umberto questo mio biglietto con la descrizione del fatto successo.
Porto con me Fino, andiamo disarmati, prendo con me la coperta che mio Fratello aveva
portato da casa, lascio quì la sua giacca, cerca se ti è possibile di far conservare il silenzio più
assoluto sul fatto, perché il 2° Fratello che nel giro di sei mesi perdo nei Patrioti, puoi capire il
dolore dei miei cari Genitori.
Segue la seconda lettera di Riccardo indirizzata a Umberto.
Lettera di Riccardo a Umberto del 26 Novembre 1944:
Zona 26-11-44
Caro Umberto
Certamente verrete a conoscenza della morte mio fratello Luci, o meglio del
modo in cui è morto.
E' il 2° Fratello che nel giro di 6 mesi perdo nei Patrioti, ciò come bene comprenderete è
molto demoralizzante perciò non vi assicuro se compirò il progetto che avevo in mente e che è a
vostra conoscenza. Forse mi metterò in un buco a casa e non ne uscirò mai più, però può darsi che
sia il contrario infatti ora che ci penso, non c'è il 2 senza il 3 . Vorrà dire che anch'io sarò destinato
a morire in questa guerra maledetta.
Sia fatta la volontà di Dio
Domattina parto - salutissimi Riccardo 41
(ILSREC carte Zolesio Novembre 44)
Si riporta una comunicazione a Umberto del 28/11/1944 che espone alcune note che si possono
ricollegare alle lettere di Riccardo? segue Comunicazione:
28-11-1944
Caro Umberto
Sabato il nostro Patriota Luci (Fratello di Riccardo) durante una mia assenza scendeva a
Pianezza in mezzo agli Alpini e da questi è stato prelevato e fucilato.
Aveva lo Sten di suo Fratello e una pistola, due bombe a mano. Non riesco a capire per
quale motivo sia andato e quali intenzioni aveva.
Agenti nemici segreti armati girano nella zona Verzi, Acopa e (non bene individuato il
nome, potrebbe essere Acqua?) Monleone e arrestano civili, ho dato disposizioni in merito.
41 Da miei ricerche non sono riuscito a individuare con certezza il nome di Riccardo e dei suoi 2 Fratelli, gli unici due
che possono dare un riferimento sono: Perazzo Antonio nato il 22/10/1920 a S. Colombano C. e morto il 21/5/1944
sempre a S. Colombano C. - L'altro può essere Perasso Vittorio nato il 30/8/1923 a S. Colombano C. e fucilato il
18/10/1944 a Carasco ? Non sono sicuro di questa mia ricerca. GB
62
Ho saputo che reparti della Divisione Bersaglieri Italia sono a Genova (?). A Chiavari
persiste la voce di prossimi rastrellamenti in grande stile; zona di rastrellamento sono: Neirone Corsiglia - Roccatagliata - Barbagelata - Val d'Aveto e Val Trebbia.
Riccardo e Fino sono partiti ieri sera, non li ho visti dato che sono rientrato stamattina da
un appuntamento......
(La lettera manca di una pagina e di firma)
Documenti di Renato II42
Comunicazione di Renato II ad Umberto:
27/3/45
Da Lumarzo ho avuto informazioni, circa le postazione dei due cannoni, informazioni che ti
trasmetto per tua opportuna norma.
Sono in corso di sistemazione 2 postazioni per due pezzi da 105 che sono già sul posto.
A tutt'oggi la forza è al comando di un Maresciallo e va dai 15 ai 20 uomini dei quali 3 sono
Italiani vestiti da Tedeschi.
Collegamenti: Oltre ai segnali particolari dati con un certo numero di colpi di arma da fuoco,
oltre alle pistole Very, hanno due linee telefoniche, una militare che unisce Lumarzo, Pannesi e
Uscio, l'altra è la solita linea TETI. I due telefoni sono situati all'osteria del Pian del Melo.
Armamento oltre ai due pezzi hanno qualche arma automatica e moschetti.
Deposito munizioni: Hanno disponibili al momento circa 50 colpi per cannone.
Per il 1° pezzo il deposito è all'aperto coperto di lamiera.
Per il 2° pezzo il deposito è situato in una casa bianca, alla sinistra dell'accampamento.
Postazioni: Stanno ultimando due postazioni nella piana di Lumarzo verso Pannesi, vi
lavorano operai del Paese sotto la sorveglianza del Maresciallo, nella seconda lavorano i militari .
Accantonamenti: Attualmente delle 5 case che hanno requisito, soltanto due sono occupate:
Casa Buetta sopra la tintoria adibita ad accantonamento.
Casa dell'Osteria Pian del Melo ove hanno sistemato ufficio e telefoni e cucina.
Sorveglianza: Una sentinella per ogni pezzo, cambi ogni due ore. Un piantone
all'accampamento; un piantone all'ufficio e al telefono. Servizio continuo, notte e giorno.
Dislocazioni Vicine: Tra Pannesi, Becco, Cornua circa 100 uomini. A Calcinara altri 100
uomini circa e fino a due giorni fa era sistemato a Ciappain un pezzo da 110 che si dice che sia
stato ritirato ieri od oggi? La notizia però non è confermata.
Ore di minore sorveglianza: Al mattino verso le 7 mentre fanno pulizia alla fontana ed alla
cucina. Alle 12 circa quando fanno colazione. Dalle ore 15 alle 16 si trovano al lavoro nelle due
postazioni. In quelle ore quasi tutti i militari sono armati della sola pistola. Alla notte vi sono
sentinelle ed piantoni, gli altri sono in accantonamenti con le rispettive armi a portata di mano.
Anche in ufficio dormono degli uomini.
Accludo seguente schizzo
(Firmato) Renato II
Si trascrivono alcuni documenti di Ognio II (Novaretto Mario) Capo del SIM della Brigata
G.L. G. Matteotti.
Lettera di Ognio II a Umberto del 4/04/45
4/4/45
Carissimo Umberto
Questa mattina sono stato a Gattorna per attingere notizie cui ho saputo:
42 Renato II = Negri Renato
63
- Che ieri hanno fermato il figlio del Lubiano, quello del proprietario dell'Albergo Moderno,
quello di altro negoziante di verdura, il falegname che sta a Tribogna e che cercavano il Franza Bidone43 (Nome poco leggibile). Questi Ultimi però si erano allontanati a tempo.
Ieri sera però sono stati rilasciati tutti, dopo un interrogatorio subito, tendente ad affermare
se avevano riforniti i Partigiani, se avevano contatti e se sapevano dove sono annidati.
- Che a Gattorna sono giunti una ottantina di operai portati da altre Regioni per aumentare la
forza di quelli adibiti ai lavori di riparazione dei ponti di Acqua (Acqua d'Ognio) e di Ferrada
perché il Comando vuol riattivarli al più presto possibile.
- Che a Cicagna si è istallato un Comando dicono di Battaglione, che ha dislocato in Cicagna
tre Distaccamenti ed uno a Monleone (Qualche centinaia a Cicagna e a Monleone)
- Che a Lumarzo devono arrivare presto altri 50-60 uomini per completare il Distaccamento
previsto in 70.
Cordiali saluti
Ognio II
Comunicazione di Ognio II ad Umberto del 5/4/1945
Ognio 5/4/45
Carissimo Umberto
Faccio seguito alla mia visita:
Strada Lumarzo - Calcianra - Ieri è stata aperta - non è ancora finita, ma il transito di qualche
carro è già consentito.
Ponte di Ognio - Lavorano attivamente.
Piazzale Lumarzo - Stanno lavorando alacremente - hanno portato su molto filo spinato - legname
per fare depositi munizioni.
Lagomarsino - Hanno piazzato (li uno dei due mortai) ed hanno di conseguenza creato un
distaccamento di una quarantina di uomini. Si dice che i pezzi che sono a Lumarzo ed a
Lagomarsino sono tenuti puntati nella zona della Valle.
A Gattorna si dice che i Tedeschi sono molto giù di morale, anche perché il pagamento delle
competenze alla truppa avviene irregolarmente, le razioni dei viveri e del tabacco è ridottissima e
le distribuzione ......
Ieri hanno sparato con mitraglia nei paesi di Ognio, Orticato, Piandeipreti, Gattorna,
dicono a causa d'istruzioni all'armamento, ritengo invece che poco prima a Gattorna è saltata una
delle mine da loro sistemata per la paura di qualche sorpresa da parte dei partigiani, si sono messi
a sparare all'impazzata.
Arrivederci a presto - cordiali saluti.
(firmato) Ognio II
Segue informazioni di Ognio II
15/4/45
Carissimo Umberto,
Appena rientrato mi sono dedicato al delicato compito di crearmi una rete ed
in proposito ti prego di prendere nota che a Lumarzo ho reclutato un giovane del posto che era
inquadrato44 con i Garibaldini, Cuneo Silvio (Berto).
A Gattorna mi servirò del Bidon (o Rivan?) mentre per Uscio ho avuto questa mia amica un
attaccamento ..da definire (poco chiara la scrittura)
43 Bidone era uno che faceva il macellaio a Gattorna ed abitava a Uscio
44 Risulta che Cuneo Silvio era inquadrato nel SAP Garibaldina di Lumarzo della Brg. Bedin
64
Siccome mi hai accusato di non aver ricevuto le notizie sulla situazione di Lumarzo ti allego
uno schizzetto affrettato aggiornato e a riguardo.
Lumarzo - Vi sono 60 uomini di artiglieria comandati da un Capitano:
L'armamento consiste in due pezzi da 105 ; di due mitraglie pesanti da 20 mm sistemate sul
crinale della costa di Lumarzo, una sul versante verso Lumarzo l'altra su quello di Ferriere.
Hanno in dotazione diversi fucili mitragliatori e alcuni mitra - Qualche Machinenpistol,
mentre la maggior parte è armata di moschetti.
Collegamenti - Sono collegati con il telefono della TETI al centralino di Gattorna.
Con il militare: Con Pannesi, Cornua, Colle Caprile. Con il telefono militare con
Lagomarsino.
Depositi munizioni - Hanno ricevuto molti rifornimenti e sembra che abbiano qualche
centinaia di colpi (Poi si definisce 200 colpi) per cannoni oltre ad una forte disponibilità
di bombe a mano - proiettili.
Servizi ausiliari Hanno tre donne che si sono portati da Camogli in qualità di lavandaie e
che si impegnano in diversi servizi (Non chiaro?) fra i quali anche quello di spionaggio.
A questo per quest'ultimo servizio ne viene aggiunta una quarta, nella persona di una
ragazza sfollata a nome di Vittoria (conosciuta bene in paese).
Sembra siano venute già a Ognio e Ferriere e nella Valle per sorvegliare l'eventuale
passaggio di Partigiani, che è bene in caso dovessero venire di quì vengano armati di sola
pistola ed in abito borghese se riesco ad acciuffarle le mando da Murri per farle poi
proseguire da te.
Lagomarsino - Al comando di un Maresciallo vi sono 40 uomini di marina. Hanno una mitraglia
leggera e alcuni fucili mitragliatori, qualche arma automatica e altri moschetti.
Sono collegati per telefono con Lumarzo.
Colle Caprile - Al comando di un Capitano ci sono 60 uomini d'artiglieria per la quasi totalità
Italiani. Dispongono di quattro cannoni da 10545 - un cannone da 75 e due mortai e
forse più, alcune mitraglie leggere e moschetti. Collegati per con Calcinara e Lumarzo.
Calcinara - Al comando di un Capitano vi sono 200 uomini di marina, dispongono di mitraglie
leggere - Qualche arma automatica e moschetti - Sono collegati per telefono con
Colle Caprile, Pannesi, monte Becco e Uscio
Pannesi - Al comando di un Maresciallo vi sono 35 uomini di marina - Dispongono di fucili
mitragliatori; qualche arma automatica, moschetti, collegati per telefono con Lumarzo Calcinara e Monte Becco.
Cornua - Al comando di un Tenente vi sono 20 uomini di marina, dispongono di armi
automatiche, qualche fucile mitragliatore e moschetti. Sono collegati con Pannesi, Monte
Becco e Calcinara.
Monte Becco - Al comando di un Maresciallo vi sono 35 uomini, dispongono di armi
automatiche e qualche mitragliatrice e moschetti. Sono collegati con Pannesi, Cornua e
Calcinara.
A titolo informativo riguardo di avanti ieri nell'osteria di Lagomarsino alcuni
uomini colà distaccati si sono bisticciati e nella mischia è caduta una bomba a mano, che
ha ferito gravemente diversi uomini.
A Gattorna avanti ieri mattina soldati Tedeschi hanno tentato di uccidere il
calzolaio (segue un nome non decifrabile- Ratio o Basso) per rapinarlo del portafoglio che
durante il giorno avevano avuto occasione di vedere ben rifornito.
Mi sto interessando per la raccolta di fondi e spero presto di mandare
qualche cosa.
Gattorna - 150 Marinai che sono giunti nei giorni scorsi sono partiti, dicono per il fronte.
Attualmente vi sono presenti circa 15 uomini dell'esercito. Corre voce che il reparto che nei
45 I cannoni da 105 tre erano sulla località Sera, e uno nella località detta Ria sulla strada fra Colle e Calcinara.
65
giorni scorsi era a Lagomarsino nel trasferirsi al fronte è stato attaccato al Bracco dai
Partigiani ed è stato distrutto46.
Fino a che non vi saranno variazioni nelle varie dislocazioni non ti scriverò.
Tanti buoni auguri e cordiali saluti a tutti(Firmato) Ognio II
Il Comandante "Bisagno" in Valtrebbia 1945, segue il Parroco Don Luigi Canessa, Prete Partigiano
Cappellano Militare della Brigata “Cento Croci” Medaglia d'Argento al Valore Militare.
Foto di Garaventa Luciano di Calcinara (Uscio), era “il ragazzo” che fece l'autista del Fiat 626 con
Scrivia durante l'attacco alla caserma della X^ MAS di Cavassolo. Segue Cabona Tranquillo detto
“Raffica” di Uscio, Partigiano del Distaccamento Alpino, della Brigata “Berto”.
46 In un Documento trovato presso l'ILSREC si trova un encomio per la Brigata Coduri, che si riferiva ad una battaglia
avvenuta o in quella zona, dove il nemico aveva lasciato una cinquantina di morti .
66
Segue parte di una lettera di Ognio II
.....Ti allego uno schizzetto, spiacente di non poter far meglio, ma non ho carta a
disposizione.
M'informano anche che una giovane da te già fatta arrivare (una certa D. S.) continua a
frequentare elementi poco simpatici al momento tiene relazione con un soldato Italiano (vestito da
Tedesco) che fa parte del servizio di Lumarzo.
Infine quì a Ognio presso il tabacchino vi è una certa quota di tabacco trattenuta dalle
razioni dal titolare, a favore vostro perciò mandatelo a ritirare. In questa settimana dovrebbero
distribuire un'altra razione e li avvertirò di trattenerne una quota per i tuoi uomini.
Al momento non ho nessuna altra novità.
Tanti buoni auguri di Buona Pasqua e tanti cari cari
(Firmato)
Ognio II
Dimenticavo dirti che a Lumarzo hanno imposto il coprifuoco alle 20 circa.
Sembra che i Tedeschi abbiano molta paura dei Partigiani. La linea telefonica della Teti è
collegata con Gattorna - Uscio - Rapallo.
Carte Zolesio Aprile 45 b 2)
Cartina eseguita a mano da Ognio II per indicare la postazioni nemiche a Lumarzo.
67
Jeep del 760° Reggimento Tank (Medium Sherman M4 A3 - 76 mm) della 92^ Div. Buffalo.
Genova 28/4/45 Prigionieri Tedeschi inviati verso la zona di concentramento e smistamento.
68
Lettera di Ognio47 II ad Umberto
24/4/45
Carissimo Umberto
Ti allego a completamento dello schizzo di Gattorna, due rigoni dai quali spero
potrai rilevare quanto t'interessa.
A Gattorna si dice che non avendo a disposizione dell'esplosivo nei fornelli siano stati
sistemate delle bombe (che adoperano per minare i campi collegate con le chiusure in legno che
sono state sistemate in sito. La voce parrebbe confermata dai manovali e muratori che hanno
lavorato attorno ai fornelli, che hanno dichiarato che non sono state completate di esplosivo per
mancanza di rifornimento e che lo si attende da Genova.
Come tu sai avant'ieri pomeriggio gli uomini della Garibaldi sono scesi a Gattorna ed
hanno prelevati due prigionieri, pare siano Polacchi e che uno era già in procinto di presentarsi al
tuo comando e il Tedesco che era di guardia al ponte non avendosi voluto arrendersi (e nel
tentativo di fuggire sembra volesse lanciare la bomba a mano che aveva in dotazione) è stato
colpito al petto con una baionettata dal Partigiano che l'aveva disarmato.
Ieri arrivò un autocarro di Tedeschi e si temeva qualche operazione di rastrellamento ma
fino a questo momento nulla è stato fatto. Anzi si dice che il Comando fatta l'inchiesta aveva potuto
accertare che nessuna responsabilità investi la popolazione sembra lasci il Paese tranquillo.
Non so se questa sia una aspirazione o speranza del Paese e che le chiacchiere abbiano
passato come notizia, ma sopra a Colle i Tedeschi hanno piazzato una mitragliatrice che ha battuto
lungamente nella prime ore del pomeriggio la zona Corsiglia - Gattorna (non meglio identificata)
strada Neirone sino all'altezza della Cravaria eppoi hanno battuto la strada Neirone - Moconesi
anche con pezzi di artiglieria.
Oggi si è presentata la squadra designata per il ritiro delle armi e sta facendo il suo lavoro
tranquillamente. Altre novità nessuna - per tua opportuna norma domenica prossima alle 11,30
tutti gli aderenti di Ognio si riuniranno nella solita cantina Cordiali saluti Ognio II
Lettera di Carlo a Umberto:
25/4/45
Per Umberto - Urgente - Ore 11 a.m.
In risposta a comunicazione orale in merito dislocazione nostre (Brig. Lanfranconi) da
Montebruno a Torriglia.
Comunico: Nostre forze 3 Distaccamenti Barbagelata. Comando Tattico ivi;
2 Distaccamenti Gattorna con Pattuglie Zona Uscio (Manca conferma di questa ultima zona).
Con comunicazione scritta a firma Guidi si comunica da Bogliasco in data 24/4/45 affermasi
controllo Zona Recco - Sant'Ilario Alto. Nucleo armati armati dipendenza Guidi. Guidi chiede
intervento nostre forze in Zona predetta.
Tedeschi a Monte Moro resistono. Brigate Nere Chiavari, Alpini Zona Calvari senza notizie.
Murri è conoscenza messaggio Guidi. Carrel a Gattorna.
Comando Intendenza attendiamo ordini Murri per lasciare Cascinette.
Manca conferma sbarco forze Alleate Sestri Levante, Chiavari.
Segue Firme
Rossi
Carlo
Segue appunto:
Ignoriamo dislocazione Brigata Borrotzu e Castelletto. Si suppone che la Borrotzu operi tra
la Scoffera - Bargagli direttrice Fontanabuona - Uscio - Rapallo.
Rossi
Carlo
47 Ognio II = Novaretto Mario Capo del SIM della Divisione G.L. G. Matteotti.
69
Aprile 1945 san Marco d'Urri , Partigiani e Staffette della Brigata P. Borrotzu, Divisione G.L.
Disposizioni e ordini negli ultimi giorni di guerra fra i Comandi e Brigate:
Comunicato del CLN al Comando della Brg. G.L. G. Matteotti.
COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE
CORPO VOLONTARI della LIBERTA'
SESTA ZONA OPERATIVA
17 APRILE 1945
AL COMANDO BRIG. "G.L. MATTEOTTI"
SEZIONE S.I.P.
Far conoscere d'urgenza a questo Comando se la strada USCIO = LUMARZO =
FERRIERE = BOASI è stata ultimata e se vi è stato transito di truppe nemiche.
Nel caso ciò fosse avvenuto provvedere per le interruzioni del caso.
Il COMANDANTE SESTA ZONA O.
Il COMMISSARIO DI GUERRA
(MIRO)
per (ATTILIO)
Segue firme:
Miro
Ugo
Il CAPO di S.M.
(CANEVARI)
Canevari
70
Seguono altre disposizioni dei Vari Comandi:
COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE della LIGURIA
CORPO VOLONTARI della LIBERTA'
COMANDO MILITARE REGIONALE
prot. n.
Li 23 Aprile 1945
AL COMANDO DI PIAZZA DI GENOVA
E p. c.
AL C.L.N. di GENOVA
Oggetto: Dichiarazione di emergenza.
Questo Comando prevede il verificarsi di situazione di emergenza entro brevissimo tempo.
Pertanto dispone:
1°) E' dichiarato lo stato di emergenza.
2°) Tutte le forze S.A.P. sono mobilitate.
3°) Il Comando Piazza di Genova deve risiedere in permanenza, prendendo le misure
organizzative prestabilite per realizzare i collegamenti con questo Comando.
4°) Nell'eventualità in cui venisse annunziata a mezzo radio e con qualunque altro mezzo la
dichiarazione di armistizio nell'Italia occupata, tale dichiarazione sarà da considerarsi a tutti gli
effetti come segnalazione di allarme. (Vedi Piano operativo "A" di questo Comando)
5° Il Comando Piazza dovrà prendere immediatamente contatto con le formazioni
Buranello, Pio, Severino e Balilla per il settore occidentale, dando le direttive di marcia e le
disposizioni per le operazioni alle quali dovranno inizialmente partecipare dette formazioni. Nelle
stesse
24 Aprile 1945
Lettera di Luigi ad Antonio:
24/4/45
Carissimo Antonio,
Sembra che Bisagno abbia dato l'ordine ai suoi di scendere ed attaccare - Cosa Dobbiamo
Fare?
Firmato Luigi
Note di GB
Antonio = Nome vero di Zolesio, Comandante della Divisione G.L. G. Matteotti.
Luigi = Luigi Casassa, Commissario della Brg. P. Borrotzu. della Divisione G.L.
Messaggio scritto da Bisagno al Comando della Brigata G.L. il 24 aprile 1945 alle ore 14,10.
Al Comando
G. e L.
Giunge ora informazione che i tedeschi hanno abbandonato la località di acqua di
Ognio e questa notte lasceranno la località di Lumarzo facendo saltare le artiglierie, le
mitraglie, i depositi di munizioni e le opere d'arte.
La via di ritirata pare sia quella di Uscio.
Inviate vostri reparti nelle vicinanze e vedete se è possibile evitare tali distruzioni. Si
71
dice che i tedeschi siano dispostissimi alla resa e sono molto timorosi. Se è così penso che
con la parvenza di una vostra azione armata si possa ottenere molto. Vedete di far quanto vi
è possibile e tenuto presente che le vostre Brigate dovranno muoversi in linea di massima
tra la Val Bisagno e la linea passante per Gattorna, Uscio e Recco.
Disponete quindi voi quale essere la Brigata incaricata dell'azione su Lumarzo ed
eventuale anche in Uscio.
Disponete al più presto.
Salute !
(Firmato) Bisagno
24/4/45
ore 14,10
(ILSREC Carte Zolesio Aprile 45 B 2)
Messaggio del Comandante Bisagno inviato al:
Al Comando Brigata G. e L.
Secondo informazioni recenti i Tedeschi si sarebbero asserragliati sul costone sovrastante
Uscio - La manovra da Voi iniziata e rilevatomi da Umberto va bene ed è necessario fare il
possibile per terminarla raggiungendo Uscio - Vi informo che pare che i Tedeschi abbiano fatto di
Albaro un centro di resistenza - E' presumibile che serva a coprire la ritirata verso Chiavari dei
diversi presidi rimasti lungo la Riviera Le forze ammassate a Chiavari dovrebbero spostarsi verso Sestri Levante.
E' necessario ci inviate informazioni precise sulla situazione generale della Vostra Zona Le Vostre staffette faranno capo alla nostra SAP di Scoffera e consegneranno ogni plico a
tale Comandante.
Altre disposizioni le riceverete appena abbiamo visione esatta della situazione in atto Salute48
(Firmato) Bisagno
25/4/45 ore 13,40
(ILSREC Carte Zolesio Aprile 45 B 2)
25 aprile 1945 (Doc. Bisagno.45.4.25.02)
Messaggio del Comandante Bisagno inviato a:
Albergo Pipin per Umberto Urgentissimo
Al Comando della G. L.
Inviamo alcune informazioni avute da un informatore della SIP.
Una colonna Tedesca di 1000 provenienti dal fronte è giunta a Nervi alle ore 14,00 di oggi .
Resistono i presidi di monte Becco, Uscio, Forte di Begato, Castellaccio, Sperone e
Diamante.
Le batterie di Monte Moro è in piena efficienza in mano ai Tedeschi.
Salute !
(Firmato) Bisagno
li 25/4/45
ore 21,05
Lettera del Comandante Pirri:
Zona 25/4/45
Da Gattorna a Monleone Zona occupata G.L. - Oltre Monleone non si sa.
Da Lumarzo si sono ritirati facendo saltare i Pezzi. I tedeschi si trovano in cresta sul Monte di
48 Bisagno non mandava mai Saluti ma di norma metteva: Salute!
72
Uscio, piazzati con mitraglie e Pezzi di artiglieria. Noi ci troviamo a Gattorna, e un posto di blocco
a Monleone. Da Camogli le Squadre d'Azione (SAP) chiedono rinforzo, che combattono sempre.
Il Comandante
Pirri
Segue appunto.
Relazione di Battista
Note di GB:
Pirri = Ferrari Silvio, Comandante del Distaccamento Boletto della Brg. A. Lanfranconi.
Battista: non trovato nominativo civile.
Negli negli ultimi giorni di guerra, probabilmente il Comandante Bisagno, può avere
pensato che le forze Nazifasciste rimaste in Riviera, da Nervi a Zoagli si sarebbero riversate
verso Chiavari, ma invece le truppe nemiche in parte parte provenienti da Nervi, Sant'Ilario,
Pieve Ligure e Bogliasco, con altre provenienti dalla Garfagnana e dalla Lunigiana, si
riversarono su Recco, poi su Uscio.
La sera del 26/4/45 le truppe nemiche in ritirata, dove dopo averlo superato, fecero
saltare il Ponte di Salto, in modo di impedire il transito dei mezzi militari Alleati. Le
intenzioni del Capitano di Vascello della Kriegsmarine, Bernighaus Max, era quello di
organizzare una grossa difesa o "fronte" nei pressi fra Colle Caprile e Calcinara di Uscio,
per fermare l'avanzata degli Alleati, e permettere alla colonna Nazifascista di transitare
verso la Scoffera ed arrivare nella la pianura dell'oltre Po (Stradella e Pavia).
Si riporta una breve cronaca inedita, per comprendere le ragioni le quali una grossa massa di
soldati e mezzi militari si riversarono nella nostra Zona.
"Piemonte" intrattiene la commemorazione del 2 Giugno presso la Cappelletta delle 5
Strade a Pannesi nei primi anni del dopoguerra. Si notano i Nipoti e altri ex Partigiani.
73
Arrivo della 92^ Divisione Buffalo e la ritirata delle truppe Tedesche e della RSI dalla
Riviera di Levante Ligure.
Cap. 01
Cronaca della 92^ Divisione Buffalo nella Riviera di Levante:
Il 24 aprile 1945 il quartier Generale della 92^ Divisione Buffalo, che aveva superato Massa
Carrara e la zona della Garfagnana, ricevettero l'ordine di organizzare le loro Forze in direzione di
Genova, dove Essi contavano di arrivare per il giorno 26 aprile. Buona parte della 92^ Divisione
Buffalo, al Comando del Generale Edward M. Almond, che arrivando dalla vallata del Serchio e
dalla Garfagnana, dirigendosi poi, una parte verso Nord-Est ed una parte a Nord-Ovest cioè verso
la Liguria, i Reggimenti indirizzati verso Genova trovano una debole resistenza nemica, davanti a
loro ci sono i resti della 148^ Divisione di Fanteria Tedesca e il 361° Reggimento di Granatieri
corazzati ed i resti del 4° Battaglione d'alta montagna (Alpenjager) circa 2500-2600 uomini.
Nella Lunigiana i primi reparti Americani, accompagnati da nuclei di Partigiani locali,
raggiungono la città della La Spezia la sera del 23 aprile senza grandi difficoltà.
Il Generale Edward, che dirige la marcia della sua Divisione su Genova, durante il tragitto
hanno l'assistenza tattica della USAAF che attraverso aerei da ricognizione e caccia P-47
Thunderbolt, danno protezione e mantengono collegamento (Liaison Infantry) alla Fanteria
Americana in marcia attraverso il Bracco, su Sestri Levante e Riva Trigoso. Il Capitano Murray
Steinman alla guida di 120 uomini, di una Compagnia Meccanizzata della 92^ Divisione Buffalo
arrivano verso mezzogiorno del 25 aprile 1945 nell'abitato di Sestri Levante, entrano per una
ricognizione sulla eventuale presenza nemica. I mezzi usati per il loro trasporto, sono mezzi fuori le
abituali usanze mai viste dalla popolazione Locale, sono le Jeeps.
Al seguito di questa compagnia in esplorazione arrivano due Battaglioni (I e R) del 473°
Reggimento di Fanteria, il Battaglione I al Comando del Tenente Egget, occupa la cittadina di Riva
Trigoso. Il Battaglione R al Comando del Maggiore Robert Crandall, si porta sull'Aurelia in
direzione di Chiavari, dove sulla sponda Ovest del fiume Entella, troveranno una dura resistenza
delle artiglierie anticarro dei Bersaglieri del Battaglione Cadelo degli Alpini della Monterosa.
Lo stesso Maggiore Robert Crandall cadrà assieme ad altri Soldati e Partigiani proprio in
questa battaglia. Anche il Capitano Murray Steinman, verrà colpito a morte presso Lavagna, dal
tiro delle batterie Tedesche, posizionate sulla collina delle Grazie.
Aereo USAAF Caccia P- 47 Thunderbolt e carro armato - Tank M 5 Stuart
74
Cap. 02
Premessa di G.B.
Negli ultimi giorni di guerra regnava molta confusione tra le truppe Tedesche e della RSI,
nella Riviera di Levante di Genova, arrivavano le prime colonne in ritirata dal fronte della
Garfagnana e dalla La Spezia, stanche e demoralizzate senza una prospettiva di future vittorie ma
solo di una grande ritirata oltre il Fiume Po; la vicina sconfitta!
In questa confusa situazione per mancanza di ordini precisi, la scarsità di informazioni
tattiche ai Comandi di quelle Truppe, si era creato uno stato di paura e impotenza che aveva reso la
situazione adeguata alla catastrofica realtà. Proprio per capire meglio la situazione, a mio avviso è
necessario, rileggere alcune memorie lasciate da ex combattenti della RSI che si trovavano nella
zona e nella colonna in ritirata dalla Toscana verso la città di Genova.
Fra le memorie lette in questi anni, ho ritenuto discretamente valida, sia per le date, sia per i
luoghi della sua presenza, quella lasciata da un Sottotenente degli Alpini della Monterosa, il cui
racconto si svolge partendo dalla zona da Sestri Levante, Cavi di Lavagna e Chiavari, seguendone
poi, tutto il percorso sino alla Resa di Uscio. In questo racconto molte sono le fantasie gonfiate dal
Soggetto, come bombardamenti aerei, attacchi subiti dai Sherman della 92^ Divisione Buffalo
lungo il percorso della SP 333 da Recco verso Uscio. (Mai avvenuti)
Cap. 03
Memorie del Sottotenente Guasti Gianmaria. (Nome doc. Guasti Gianmaria.01)
Durante la notte, sotto la Postazione Marina III^ Comandata del Sottotenente Guasti
23/4/45
Gianmaria, del Battaglione Aosta, presso la Zona vicino a Cavi di Lavagna, transitano automezzi,
cingolati e pezzi batterie leggere e migliaia di soldati Tedeschi, provengono da Sestri Levante e si
dirigono verso Ovest.
24/4/45
Nella prima mattinata passano solo pochi reparti a piedi: Alpini della Divisione
Monterosa; X^ Flottiglia MAS; Granatieri; Brigate Nere ed alcuni reparti di Tedeschi. Nella
Postazione Marina III^ un Sotto Ufficiale Tedesco di nome Schulz ed un Caporale alle ore 9,00
ricevono l'ordine di lasciare la postazione e dirigersi verso Chiavari. Verso le ore 12,00 la
Postazione Marina III^ viene fatta bersaglio da alcune raffiche di mitraglia, sparate da una pattuglia
Partigiana, seminascosta in un boschetto distante qualche centinaia di metri, vengono colpiti
all'esterno i muri dell'edificio, senza dare grossi danni alla postazione ed ai Militi presenti, viene
risposto con alcune raffiche da parte dei Repubblichini, che fanno desistere ogni altro tentativo di
attacco da parte Partigiana.
Ore 14,00 Il Comando di Compagnia del Battaglione Aosta, da ordine al Sottotenente Guasti di
lasciare la postazione di Marina III^ e con il suo Reparto di raggiungere Chiavari; dove incontra il
Capitano Scattolin49 che assieme nel pomeriggio prendono la via verso Rapallo.
Ore 18,00 La colonna è in ritirata, nella stessa sono presenti, il S/Tenente Guasti e il Cap. Scattolin,
arrivando da Chiavari e nella vicinanza di Zoagli, vengono attaccati con colpi di granate o bombe di
mortaio50 probabilmente da alcuni Distaccamenti Partigiani della Brigata Coduri e della Brg Berto,
questo martellamento dura per alcune ore, fino alle 20,30.
Ore 22,00 riprende il bombardamento come sopra sempre nella zona di Zoagli.
25/4/45
La Colonna in cui si trovava il Sottotenente Guasti era oltre Rapallo e marciava verso
Recco, dove si sarebbe dovuta congiungersi col grosso delle altre Truppe Nazifasciste, per andare
poi assieme a Genova. Durante la marcia vennero informati che durante il bombardamento subito la
sera precedente, c'erano stati dei morti e feriti, da parte di loro camerati.
Fra le truppe Nazifasciste che erano sopraggiunte in ritirata a Recco, correva una grossa confusione,
49 Il Capitano Scattolin Gino, il Magg. Rocca Augusto, il Cap. Giliani Carlo e il Cap. Mondini Ettore fecero parte dei
Giudici che condannarono a morte i dieci Partigiani fucilati a Calvari il 2/3/1945
50 Nelle memorie di Guasti parla anche di Bombardamento da Navi Alleate per circa due ore?
75
mancavano di ordini precisi51 dove andare e come organizzarsi, correva voce che a Genova fossero
sbarcati le Truppe della USA-Army, per cui i Comandi pensavano di andare a Novi Ligure passando
dalla Scoffera e Busalla.
In questa confusa situazione di Recco, corse la voce che un Reparto della X^ Flottiglia MAS aveva
fatto una incursione su Santa Margherita Ligure, da dove da un balcone di un Albergo sventolava
una Bandiera Rossa e una Spagnola, le bandiere erano state issate da un ex colonnello Spagnolo anti
Franchista, il quale fu preso prigioniero e non si seppe che fine fece?
Il Reparto del Sottotenente Guasti, che faceva parte della colonna della RSI presente a Recco, la
quale era arrivata sul posto verso mezzogiorno, nel pomeriggio si assestarono dopo Recco in aperta
campagna, dove appresero la notizia che Genova era stata occupata, e che si doveva riunire il grosso
dell'Esercito della RSI per organizzare un fronte di Guerra a Serravalle Scrivia. Nella vallata del
Recco al Reparto del S/T Guasti fu assegnata la difesa di retroguardia, per cui Essi assistettero al
passaggio di tutte le Forze delle colonne avviate verso Uscio, stimate da loro stessi circa 12.000
Uomini, formate da Italiani, Tedeschi di diverse Armi e con molti automezzi e pezzi di artiglieria
leggera al seguito, durante la notte del 25 si sentirono molti colpi di armi da fuoco nelle vicinanze.
Anche il Gruppo della retroguardia iniziò a proseguire al seguito della Colonna,
26/4/45
seguiti da una Compagnia di Marò della San Marco.
27/4/45
A Uscio gli Alpini del Battaglione Aosta, seppero dal Comando attraverso il Tenente
Steiner, che vicino alla Scoffera52 c'era stato un contatto con le truppe Americane, e si era stabilita
una Tregua d'armi sino dal primo mattino, poco dopo di questa informazione ufficiosa, giunse
l'ordine di Tregua.
Poco dopo questo ordine il Tenente Steiner confermò le due Offerte di Resa e che il Comando
aveva accettato.
Alle ore 8,30 c'erano già stati i primi contatti con le truppe Usa Army e con i CLN locali, (Uscio e
Lumarzo forse anche Bargagli, e con i Capi Partigiani) era stato stabilita una Tregua il attesa di
trattare le condizioni di Resa53.
Fra le truppe della RSI: Alpini della Divisione Monterosa; X^ Flottiglia Mas; Marò della San
Marco; Bersaglieri; Brigate Nere ecc. venne impartito l'ordine di tenere le armi individuali e
distruggere e mettere fuori uso ogni altro mezzo offensivo e lo stesso per i mezzi di trasporto e
carriaggi. Poi venne dato ordine di non sparare per nessun motivo, onde evitare conflittualità che
sarebbe servita solo a peggiorare la situazione, ed infine la messa del fuori uso anche delle armi
individuali, distruggendo i percussori o le parti più funzionali all'uso bellico delle stesse.
Infine venne la Resa, i prigionieri, nel tardo pomeriggio, furono accompagnati a Ferrada, compreso
il Sottotenente Gianmaria Guasti, e forse anche il Capitano Scattolin Gino; il Maggiore Guarini
Gianmario; il Caporale Schumeker; il Sergente Schultz ecc. ecc.
Cap. 04
Memorie dal testo di Mario Bertelloni e Federico Canale: "Chiavari 43-45 una
cronaca".
Lunedi 23 aprile 45 Nella notte una trentina di Partigiani al comando di Saetta guada l'Entella
proprio all'altezza della caserma di Caperana e sale poi a Ri Alto.
Martedi 24 Prima dell'alba c'è uno scontro a fuoco tra gli uomini di Saetta ed i Repubblichini. nel
combattimento perde la vita Ottorino Bersini detto Basea (Della brg. Longhi della Div. Coduri)
Nella mattinata il Comando delle Guardie Nazionali Repubblicana riceve l'ordine di trasferimento a
Genova; partono tutti, Ufficiali e Militi. Il Capitano Mario Manildo ha in consegna la cassa del
distaccamento, circa 9.000 lire; a Bogliasco venuto a sapere che la sede genovese della GNR (in
Piazza Palermo) è ormai deserta, divide i soldi tra i suoi Uomini.
51 Ed a mio avviso da informazioni aggiornate, e correva ormai il vento della disfatta.
52 Probabilmente vicino a Maxena o Sant'Alberto.
53 Nota di G.B. Le rese furono due: Una a Uscio conclusa nel primo pomeriggio e una a Sant'Alberto di Bargagli
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Alle ore 16,30 la caserma di Caperana è presa di mira dall'ultima incursione aerea.
Sono ore drammatiche. Il commissario Cosenza manda un subalterno, Mario Viagrande, a Santa
Giulia per avvertire i Partigiani di non scendere ancora perché giù è sempre pieno di fascisti e
tedeschi. “Nel caos del momento” ricorda Giovanni Pilia <i Partigiani probabilmente equivocarono
sulle intenzione del povero Viagrande e lo passarono per le armi> dopo un paio d'ore capirono di
aver fatto una fesseria. Fu uno sbaglio, ammisero .
Mercoledì 25 a Chiavari si coordinano i gruppi GAP che intensificano i contatti con i Partigiani e
mirano alla lotta armata in città; lo scopo dei Nuclei dei Cantieri Navali, della Tirrenia Gas,
dell'Unione Esercizi Elettrici, è sopratutto quello di rendere inoffensiva la batteria tedesca delle
Grazie in vista del prossimo attacco Alleato, evitando un bagno di sangue in città, ed eventuali
feroci rappresaglie Nazifasciste.
La signora Westermann titolare dell'albergo in via Romana dove sostano sempre i tedeschi cerca di
fare mediazione fra le parti. Il comandante della batteria che è un Austriaco si impegna di non
sparare se non viene attaccato dai GAP o dai Partigiani. Tutto sembra procedere per il meglio se non
alle ore 15,00 il comandante della Batteria del Curlo, tale capitano Campanini ordina di aprire il
fuoco contro le truppe Alleate sul lungomare di Cavi. Spara anche la batteria tedesca delle Grazie, il
capitano Austriaco data la sua parola, non ha dato nessun ordine di fuoco, viene ucciso.
Gli Americani rispondono al fuoco, dalle rocche di Sant'Anna ai tedeschi attestati sulla colina delle
Grazie. Il CLN cerca di avere contatti attraverso il Commissario prefettizio dottor Cosenza con il
nemico per una tregua, gli Alleati vedendo la resistenza fascista e tedesca chiedono un
bombardamento aereo navale per potersi aprire agevolmente la strada per Genova. Il Comando
Partigiano della Coduri si oppone decisamente chiedendo un'ultima possibilità. <Liberemo Chiavari
entro 24 ore>. Il CLN offre condizioni di resa alla Monterosa, al palazzo arcivescovile si tiene una
riunione con il Colonnello Pasquali, Comandante del I° Reggimento Alpino da cui dipendono i
soldati dislocati in Liguria, il Colonnello accetta il ripiegamento dei suoi uomini in direzione verso
Genova. La ritirata inizia verso sera. A Lavagna ci sono in atto azioni della Coduri, dove vengono
informati dal Vescovo Casabona della Tregua e di astenersi da ogni forma di lotta, in quanto la
Monterosa ha deciso, assieme ad altri reparti, di andarsene e se ne vanno anche i Tedeschi.
A mezzanotte, nella sede della CRI 54 di Chiavari si incontrano i membri del Comitato ed il
Comandante della Brigata Longhi, Saetta con lo scopo di definire gli accordi prima della calata in
città dei Partigiani e dell'arrivo degli Alleati.
Giovedì 26 A Chiavari è ancora notte, sono le prime ore della giornata che avviene il
ripiegamento degli Alpini, ma non è una una “rotta”, è fatto con canoni tattici pressoché lineari:
Staffetta, grosso, e retroguardia. Gli ultimi reparti ingaggiano un breve combattimento con gli
Alleati. E' una scaramuccia, ma accresce la tensione di tutti. Alle due del mattino le campane della
Cittadina suonano a festa, Chiavari è Libera ed era salva.
La promessa della Coduri è mantenuta la Brigata Longhi entra in città da Caperana, quasi nello
stesso istante il Partigiano “Scoglio” guida la pattuglia Americana proveniente da Lavagna.
E' ormai giorno, ma prima di ritirarsi i Tedeschi minano le postazioni delle Grazie, sotto il
Santuario, che è un'autentica Santa Barbara. Fortunatamente che due militari della Wehrmacht, di
origine Polacca55 tagliano il filo della carica di innesco dell'esplosivo evitando una tragedia.
Nella sede della CRI di Chiavari il sottotenente Emilio Furnò presenta il CLN Locale nelle persone:
Gaetano Bassevi, Partito Liberale; Tito Canepa, Partito Comunista; Rolando Perasso, Partito
d'Azione; Alberto Pongiglione, Democrazia Cristiana; Emanuele Rambaldi, Partito Socialista;
Felice Rocca, Partito Repubblicano. Viene nominato Sindaco il Rag. E. Colombo Sannazzari.
A Chiavari vengono fucilate dalla truppa Alleate 10 persone per la loro convivenza col Fascismo, si
salva casualmente dalla fucilazione un certo Ceino.
54 Che anche la sede del CLN
55 Certi Jan Zacher e Jan Wegner.
77
Cap. 05
Relazione del 28/4/1945 scontri a Rapallo contro i Tedeschi del 23/24/25 aprile
Il Distaccamento di Manovra di Maggio, era partito dalla zona di residenza il 21 56 scorso
con il compito di recarsi in Zona Rapallo, per prendere contatto con il CLN Locale, e svolgere una
serie di azioni di sabotaggio contro le Formazioni Nemiche dislocate in quella zona, la sera stessa
il reparto raggiungeva la zona assegnata e prendeva subito contatti convenuti.
Alle ore 00.00 del 22 (Aprile) iniziarono la sua attività, attaccando il presidio Germanico della
Città, dislocato nella casa Littorio e lo costringeva alla resa, infliggendo le perdite di 2 morti e 6
feriti.
La conoscenza della situazione che si conteneva finora, il reparto iniziava una serie di
azioni di parlamentare con le truppe Nemiche, allo scopo di trattare d'accordo con i Volontari e del
CLN Locale la resa dei reparti Nemici.
Alle ore 14,00 veniva pattuito lo sgombro del presidio Tedesco forte di oltre 1000 uomini, da
Rapallo per ore 24,00 dello stesso giorno57, e veniva convenuta una tregua di armi.
Alle ore 21,00 il presidio di Montallegro si arrendeva.
Alle ore 22,30 il Comando Tedesco richiedeva al Comandante la nostra Formazione una
dichiarazione circa l'ora di abbandono della Città, dichiarazione che le veniva accordata per le
prime ore del mattino seguente.
Di ritorno dal colloquio i 13 uomini del nostro Reparto si incontravano con due numerose
Pattuglie Germaniche. La seconda delle quali, trasgredendone gli accordi presi, circondava e
catturava i Nostri Uomini, fucilandoli sul posto, Uomini tutti valorosi:58
BISTECCA
MASCHERONI ANGELO (+ 24/4/1945)
PARIDE
VALLERIO GUIDO
(+ 25/4/1945)?
ALBERTO
MARZULLO GIUSEPPE
(+ 25/4/1945)?
ZARA
CAMPONICO UGO
(+ 24/4/1945)
MARCO
PENDOLA ROBERTO
(+ 24/4/1945)
ed un Elemento Locale cadevano sul colpo. Altri 5 erano feriti di cui 3 gravemente; Due
rimanevano miracolosamente illesi e potevano sfuggire.
Nonostante il colpo grave inferto al reparto, l'attività di Esso non si estingueva, altri colpi
ovunque fossero dei nemici venivano inferti, ed il reparto, insieme ad elementi del CLN Locale
presidiavano la Città prima dell'arrivo delle Truppe Alleate.
(ILSREC Carte Zolesio Maggio-Giugno 45)
E' interessante il messaggio inviato il 26/4/45 al Comando Brg. Borrotzu firmato Carnera:
B r i g a t a "P. B o r r o t z u"
C O M A N D O 1° B
il 26/4/45
Ore 16
AL COMANDO BRIGATA BORROTZU
Mi viene recapitato ora da un corriere della "Lanfronconi" il seguente messaggio scritto dal
Vol. Carnera che come siete a conoscenza era partito di quì per raggiungere i Compagni.
56 La data a mio avviso è almeno del 23 aprile e non il 21.
57 Dovrebbe il giorno 22/4/45
58 Dal messaggio inviato al Comando Brg. In data 26/4/45 firmato Carnera, risultano feriti: Zoran; Dal Molin; Tromba;
Celere e Gian. Inoltre si comunica che Carnera; Fiore; Bambo e Cirillo assieme ai Volontari del posto sono entrati
con Bandiera a Rapallo. Conferma che al 27/4/45 saranno tenuti i funerali a Partigiani caduti.
78
Segue il messaggio:
26/4/45 ore 05
Al Cdo 1^ Brigata
Appena arrivato a Rapallo ore 02 del 24-4-45 preso contatto con Volante e Zoran per
Patriota Fiore segue la comunicazione alle ore 24 del 24-4-45 la Volante era caduta in una
imboscata da parte Tedesca, i quali sbarcati da una bettolina hanno attaccato, malgrado il
patto di non ostilità.
Caduti Patrioti: Bistecca; Marco; Zara; Paride; Alberto.
Feriti: Zoran; Dal Molin; Tromba; Cellere; Gian
Ore 2 del 25 rimanente Volante: Carnera; Fiore; Bambo; Cirillo; entrati con Bandiera in
testa ai volontari a Rapallo. Sei prigionieri, 3 Tedeschi e 3 X Mas segue comunicazione;
Noi non ci muoviamo a nessun costo, Attendiamo Ordini.
Disposto funerali Patrioti Caduti che si svolgeranno domani 27-4.
Feriti ricoverati in Clinica Bertani. Loro situazione fuori pericolo. Eccetto Dal Molin
ancora nulla di positivo.
Inviatemi Ordini saluti
f.to Carnera.
Ieri ho inviato un messaggio del Vol. Cirillo spero sia pervenuto. f.to (Lume)
(vedi AILSREC – Carte Zolesio Aprile-Maggio 45)
27 aprile 1945, Funerali a Rapallo dei Partigiani del Distaccamento Volante della G.L. G. tteotti,
uccisi da una pattuglia di Tedeschi arrivati da Portofino il 24 aprile 1945.
Rapallo 1945: Resti al porticciolo di una casamatta e i danni alla Cattedrale bombardata.
79
Rapallo 1945 -Taglio dei capelli ad una collaboratrice dei Tedeschi e resti di case bombardate.
Cap. 06
Memorie di un Bersagliere della Monterosa.
Dalla rivista Monterosa n° 2 del 2006, pag. 6-7 "Sfogliando pagine di Storia" Fatti, eventi,
memoria; ne segue un articolo di Bruno Licitra dedicato alla Monterosa. L'articolo ha come titolo:
L'Ultimo Sherman - La conclusiva azione di guerra del Gruppo Esplorante "Cadelo".
L'articolo riporta con molta precisione, l'evento dello scontro, avvenuto il giorno 26 Aprile
1945 presso San Lorenzo della Costa (Santa Margherita Ligure) fra la retroguardia della Divisione
Monterosa, e l'avanguardia della 5^ USA Army, (92° Divisione Buffalo).
Quel primo pomeriggio del 25 Aprile 1945 le avanguardie di ricognizione della 92^
Divisione Buffalo, e due Battaglioni Corazzati, il 758° e 760° Tank Battalions, e da un Battaglione
Anticarro, raggiungono Sestri Levante, ne seguirono poi gli altri Reggimenti, 473° e 317° 442°.
Il 23 Aprile 1945 il Colonnello Pasquali del 1° Reggimento Alpini della Monterosa, e di tutte le
Forze della RSI presenti sul territorio a Levante di Genova, convoca gli Ufficiali e comunica loro
l'ordine di ripiegamento sulla Linea di difesa del fiume Po59.
Il Colonnello Pasquali da disposizione a tutte le Forze presenti della RSI, anche quelle nel
retroterra Chiavarese, di defluire nella città di Chiavari per tutta la giornata del 24 aprile e fissando
per ultimare il deflusso da Chiavari verso Genova, il 25 aprile alle ore 16,30 le Forze della
Monterosa che rispondono all'appello sono: Il Gruppo di Artiglieria Aosta, il Battaglione
complementi Ivrea, che col Gruppo Aosta era in Zona sin dal primo arrivo della Divisione, il
Gruppo Esplorante "Cadelo" con i suoi tre Squadroni (1° e 2° leggeri e il 3° pesante) rientrati
dalla Garfagnana, il Comando del 1° Reggimento Alpini con la Compagnia Anticarro reggimentale
e la Colonna leggera, inoltre il Battaglione "Uccelli" della Divisione San Marco, ultimo arrivato
dalla Garfagnana dove aveva combattuto agli ordini del Generale Carloni, a fianco a fianco degli
Alpini e bersaglieri della Monterosa. Complessivamente la Forza agli ordini del Colonnello
Pasquali che si preparano a ripiegare verso la Linea del Po, compreso nuclei di Pionieri e
59 Esattamente nel Settore di Casteggio.
80
Artiglieri Tedeschi, addetti alle batterie costiere sono circa 4000 uomini. di questi solo la minor
parte con autocarri. I soldati sono muniti al completo dell'armamento individuale e dotazione
organica di Mortai e Pezzi di artiglieria da campagna e controcarro, nonché di Panzerschreck che
hanno da poco sostituito i Panzerfaust, per contrastare da vicino i mezzi corazzati.
Alle ore 11.00 circa del 25 aprile, prima ancora che avesse l'esodo da Chiavari verso
Genova le Batterie del Gruppo Aosta avvistano e aprono il fuoco sugli automezzi gremiti di fanteria
USA Army che uscendo dalla galleria di Sestri Levante proseguono incautamente sulla Via Aurelia
e raggiungono Cavi di Lavagna. A Cavi di Lavagna l'avanzata della USA Army viene bloccata dal
fuoco dell'artiglieria pesante costiera del Portofino Vetta e dalle batterie dislocate sulle alture di
Chiavari (Nella zone detta le Grazie).
Le truppe dell'USA Army subiscono gravi danni sia nei mezzi come negli Uomini, fra i quali
cadde il Comandante del Battaglione, il Maggiore Robert W. Crandall, sostituito poi in campo, dal
Tenente David Streger (Poi promosso Capitano)
Non era trascorsa un'ora dal preciso fuoco di sbarramento del Gruppo Aosta su Cavi, che i
Bersaglieri del "Cadelo" schierati lungo la sponda destra dell'Entella, a protezione della piazza a
cui stanno concentrandosi la Forze della Monterosa, quando gli stessi avvistano sulla riva opposta
gli esploratori del 473° Reggimento (Afro americano) 60 i quali aprono il fuoco sui Bersaglieri , nel
momento che questi debbono abbandonare le postazioni sul fiume per ritirarsi con gli ultimi della
Monterosa verso Rapallo.
Il mattino del 26 aprile il grosso delle truppe Tedesche e della RSI hanno già transitato da
Rapallo per la direzione di Ruta e Recco, mentre arrivano in avanguardia per ricognizione, le
prime Jeep dell' USA Army al Comando il tenente Egget, che attraversando la città di Rapallo, si
imbatte nei Bersaglieri Italiani del 1° Squadrone leggero i quali stanno salendo sulle biciclette per
riprendere la ritirata verso Genova, si lasciano catturare senza opporre resistenza, mentre il 2°
Squadrone ed i plotoni autocarrati del 3° Squadrone pesante riescono sfuggire alla cattura61.
All'arrivo delle avanguardie Americane assiste anche il Tenente Licitra comandante del 2°
Gruppo Esplorante della Divisione Monterosa62, il quale si reca immediatamente a Ruta e mette al
corrente della situazione il Colonnello Pasquali, il quale fa piazzare: Un plotone della San Marco
armato di Panzerfaust sulla strada che da Ruta porta a San Martino, e la retroguardia composta
dei resti del 2° e dal 3° Squadrone del "Cadelo", ultimo reparto ad avvicinare il passo della Ruta,
di tornare indietro verso gli Americani fino all'altezza del Km 501 dell'Aurelia, e qui arrestarne
l'avanzata per il tempo necessario a favorire in sicurezza il ripiegamento della colonna. L'ordine
venne subito eseguito, i Bersaglieri lasciate le biciclette alla Ruta ed equipaggiati del solo
armamento leggero comprendente Maschinengewehr (MG 42) e Panzerfaust si avviano alla
posizione loro assegnata al Km 501 della SS Aurelia. Qui il Tenente Licitra si rende conto che la
posizione assegnatali non le offre nessun vantaggio tattico o di osservazione e si spinge verso San
Lorenzo della Costa, dopo avere valutato diverse opportunità prende posizione sulla zona detta
Violara (C.a al Km 500 della SS Aurelia) al coperto di una casa che gli offre ottima visibilità sulla
parte frontale verso la via Aurelia, appena questa esce dall'abitato del lato mare di San Lorenzo,
non ha più ostacoli e la distanza in linea d'aria degli obiettivi in arrivo, escludendo l'ultima stretta
curva, prima di entrare nel centro Paese è ridotta a 500-600 metri dalla sua postazione.
Qui i Bersaglieri si appostano ed attendono il nemico, poiché l'attesa si protrae, un
motociclista raggiunge la colonna già ripartita per Ruta con l'ordine di inviare al Km 500 uno dei
due pezzi controcarro "Pak 40 da 75 mm" in dotazione al Gruppo Esplorante. La manovra di
trasferimento del pezzo avviene con l'ausilio di un autocarro 3 RO della Lancia, a causa della
pericolosità del momento, l'autista ha preferito fare il breve viaggio in retromarcia con tutte le
60 Per mia conoscenza risulta che il 473° Rgt fosse di militari Afroamericani, mentre il 442 di Nippoamericani.
61 Questi Squadroni riescono a sfuggire alla cattura, perché erano dislocati all'uscita di Rapallo e verso San Lorenzo.
62 Il Tenente Licitra era rimasto in retroguardia con il compito di assaltare il Municipio di Rapallo e catturare il
Sindaco di allora Avv. Giovanni Maggio, appena nominato dal CLN, l'Ufficiale desiste al compito e si avvia
velocemente verso Ruta per informare il Colonello Pasquali. (Note di Cluadio Molfino)
81
difficoltà che ne derivarono, ma questo avrebbe permesso di allontanarsi rapidamente nel caso che
fossero arrivati i mezzi corazzati. Arrivati in prossimità dove erano schierati i Bersaglieri, al Km
500, gli Artiglieri sganciarono il cannone dall'autocarro e in pochi minuti lo mettono in postazione e
lo preparano per il tiro, in attesa dei Tank Usa Army.
Intanto a Rapallo il Tenente Everett con il suo Plotone, consegna i Bersaglieri fatti
prigionieri ai reparti USA, che nel frattempo sono arrivati, lo stesso Plotone poi procede sulla strada
lungo mare verso Santa Margherita dove catturano 84 soldati Tedeschi.
A Rapallo la cittadina si riempie di truppa e di mezzi militari, nel Boate vi sono riversate una
grossa quantità di armi e munizioni, lasciate dalle truppe in fuga. Verso mezzogiorno il Generale
E.M. Almont comandante della 92^ Divisione Buffalo apprende per telefono da un Bar, che Genova
è stata già liberata. Il Comando Alleato si insedia presso l'Albergo Savoia, mentre nel primo
pomeriggio le batterie di artiglieria vengono piazzate nello "Stadio Macera" rivolte verso Ruta e
pronte a proteggere l'avanzata della 92^ Divisione.
Dopo qualche ora di festeggiamenti con la popolazione, alla truppa USA Army arriva
l'ordine di movimento verso la colonna in ritirata della RSI e Tedesca, che nel frattempo alle ore
14.00 del 26 aprile aveva raggiunto e superato il passo della Ruta.
Alle ore 15,30 da Rapallo, i fanti della 92^ si preparano per la marcia verso San Lorenzo e
la Ruta, facendosi procedere dai carri del tipo Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm del 760°
Tanks Battalion,63 questi sono annunciati dal fragore dei motori e e dei cingoli che viene diffuso nel
silenzio della collina, ma non vengono ancora visti dal Tenente Licitra, a causa della tortuosità della
strada Aurelia. Il Comandante del reparto carrista chiede agli operatori radio della Compagnia
Trasmissioni (RT) un volontario per mantenere il collegamento Radio tra la Fanteria e i carri
armati, si offre per caso il caporale Clifford Audinet 64 che preparato l'apparato radio raggiunge il
carro di testa.
Durante il transito della colonna della 92^ Divisione Buffalo verso San Lorenzo della Costa,
alcuni civili del posto, informano le stesse avanguardie, che un Distaccamento di Soldati Italiani
sono in loro attesa alla zona detta Violara, al Km 500 circa dell'Aurelia. Un tenente della 92^
(Hughes) informato del fatto, cerca di portarsi all'avanscoperta per rilevare l'appostamento del
"Gruppo Esplorante Cadelo" il tenente ha individuato l'appostamento ma non riesce a definire la
capacità offensiva degli stessi.
Verso le ore 17,30 il primo Sherman appare nella curva (Al Km 499,150 c.a) che sbocca
nell'abitato di San Lorenzo della Costa, (Lato Nord-Est del Paese) a seguito dei carri è attorniata la
Fanteria; il Tenente Licitra della Monterosa che era in attesa di questo arrivo, da ordine al Capo
pezzo, Sergente Casonato, di aprire il fuoco col pezzo da 75 mm, il colpo centra in pieno la torretta
ed il mezzo si arresta con il suo cannone abbassato, mentre nel frattempo i Bersaglieri del 2° e 3°
Squadrone del "Cadelo" aprono il fuoco con le Maschinengewehr 42, colpendo con massiccio fuoco
la zona nella vicinanza del Sherman fuori uso, costringendo al riparo la Fanteria della 92^ Divisione
Buffalo.
Il Comando del 760° Tanks Battalion, e della colonna USA Army, pensando di trovarsi
difronte ad una agguerrita resistenza nemica, e delle batterie del Portofino Vetta, desistono ad
avanzare, retrocedendo con alcuni Sherman in prossimità del Km 498,900, poi penetrando, per la
protezione dai tiri di cannone, presso il cortile della Villa della Famiglia Bozzo di Genova.
Le artiglierie della 92^ dislocate presso Rapallo, sono avvisate della situazione, ed
intervengono con un nutrito fuoco sulla zona delle colline soprastanti a San lorenzo, Ruta e il monte
di Portofino. Nello scontro armato fra le due truppe, cadde anche lo sfortunato RT Caporale
Clifford Audinet e si prestò a fornire volontariamente la sua per le trasmissioni dal Sherman al
Comamdo delle Fanterie.
La colonna il ritirata della RSI e dei Tedeschi, seguì il percorso da Ruta verso Recco, dopo
63 Il Battaglione 758 era dottato di carri leggeri M5 Stuart
64 Il Caporale è stato sepolto nel cimitero di guerra Americano presso Firenze.
82
aver fatto saltare in serata verso le ore 19,30 l'ingresso del lato Ovest di una parte della galleria di
Ruta. L'ostruzione della galleria e il colpo allo Sherman fecero ritardare l'avanzamento di una notte
la 92^ Divisione Buffalo, che una parte della stessa stava avanzando da Chiavari attraverso la
Fontanabuona verso Gattorna, Uscio, le Ferriere, Lumarzo e Sant'Alberto di Bargagli con il 473° e
con il 442° Battaglioni di Fanteria.
Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm e autocarri per trasporto militare, mentre stanno
guadando il fiume in zona della Fontanabuona, il primo autocarro che segue è un Chevrolet.
Partigiani della Brigata "Longhi" - Divisione Codurri, che hanno partecipato alla liberazione di
Rapallo, Santa Margherita e Portofino, (In piede con la barba é il Comandante Saetta")
83
A Sn. Tank Sherman M4 A3 - 76 mm che transita a Cicagna. A ds Carro leggero tipo M 5
Stuart in dotazione alla 758° Tank Battalions della 92^ Divisione Buffalo.
Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm
Aprile 25-26 1945 - Aereo USAAF in perlustrazione sulla Riviera Ligure di Levante pronto ad
intervenire sul nemico con il suo micidiale carico.
84
Il Carro armato tipo Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm del 760° Tanks Battalion che fu
colpito a San Lorenzo della Costa, vicino alla “Trattoria degli Amici” al Km 499,150 il 26/04/45
Da notare la mancanza del cingolo e il gruppo di ragazzi che sono saliti sopra e altri attorno a
curiosare.Un cittadino che passa vicino allo Sherman - Il tecnico RT di 5° grado Audinet Clifford E.
della 92^ Divisione Buffalo, caduto nello scontro dello Sherman con il Battaglione della "Cadelo".
85
Km 499 della S.S. Aurelia a San Lorenzo della Costa: La villa dei Bozzo dove i Tank del 760° Rgt
della 92° Divisione Buffalo si rifugiarono per non essere colpiti dall'Artiglieria della Monterosa.
Arrivano le prime Jeep della Fanteria del 473° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo
86
Scheggia di proiettile di cannone di grosso calibro trovata nei pressi di San Lorenzo della Costa.
Militi della RSI in ritirata, alla mensa della Xa Flottiglia MAS a San Bartolomeo (La Spezia)
Cannone anticarro PAK 40 da 75 mm di Fabbricazione Tedesca in dotazione anche alla RSI.
87
Relazione del CLN di Camogli degli eventi bellici fra: SAP – CLN e Truppe Nazifasciste.
23 Aprile 1945 - Un militare della batteria di Portofino Vetta comunica al Capitano Maggi che il
Comando Tedesco ha ricevuto ordini di lasciare la Liguria, il Capitano Eberle Comandante delle
batterie, da ordine agli Artiglieri di requisire qualsiasi mezzo di trasporto nella Zona di Ruta.
23 Aprile 1945 – Camogli: Il Comandante “Maggi” della SAP Prospero Castelletto di Camogli,
scende da Ruta a Camogli per assumere il Comando delle SAP e incontra il Tenente “Fiore” (Dott.
Luigi Arcella) ed il Tenente Ferruccio (Avv. Renato Picinnino) presentati al Maggi dall'Ing. Falconi
del CLN di Camogli, i quali si metteranno subito a disposizione della SAP. Il Tenente Ferruccio in
assenza del Vicecomandante Ferillo della SAP di Camogli, ne assume l'incarico.
A Camogli si fa l'adunata di tutti i Capi Squadra dove Essi vengono informati della nuova
situazione e degli eventi; si decide di adunare tutti i Volontari per ore 20 e la SAP prende contatto
con i Membri del CLN per studiare assieme il da fare.
Alla sera si presentano oltre i Volontari dei vari Distaccamenti, anche molti giovani, vecchi, soldati
e ufficiali; tutti vogliono partecipare alla lotta di Liberazione. Maggi tiene a rapporto i vari Capi
Squadra impartendo a loro, le modalità delle operazioni da intraprendere, e di non fare dannose
azioni individuali. E' da segnalare che nella notte del 23 aprile il Maresciallo Pannella Giuseppe
della Stazione di Guardia di Finanza di Camogli mise a disposizione del CLN e della Locale SAP i
suoi Uomini.
24 Aprile 1945 – La Divisione “Cadelo” si riunisce a Chiavari con altri Reparti della Monterosa e
Bersaglieri e iniziano il ripiegamento verso Ponente, Rapallo, Ruta, Recco e poi verso Uscio nei
giorni successivi.
Il 3° Battaglione della XXXI brigata Nera Silvio Parodi di Chiavari, al Comando di Vito Spiotta
lascia la Città e si avviano verso Rapallo e Recco.
Nella notte a San Lorenzo della Costa ci sono alcuni scontri tra le SAP e gli Alpini della Monterosa
e militi della XXXI Brigata Nera di Santa Margherita Ligure.
24 Aprile 1945 – Già nelle prime ore del mattino affluiscono a Camogli i primi militari sbandati, sia
della RSI come Tedeschi, vengono subito disarmati i rinchiusi in appositi locali, vigilati dai
Volontari. La Brigata Nera di Camogli, in seguito ad accordi presi con il CLN si trasferisce con i
propri Militi armati in località Fossato mettendosi a disposizione della SAP di Camogli.
Ore 10 – Il Comandante della SAP di Camogli assieme ad un rappresentante del CLN, si fanno
presentare, tramite il Comandante delle Brigate Nere di Camogli, al Capitano Eberle Comandante
della Batteria Tedesca di Castellaro, per esporre allo stesso la situazione militare e vedere la
disponibilità di resa. Il Capitano Eberle disse di aderire alla proposta a condizioni di poter uscire
con l'armamento individuale ed un lasciapassare per raggiungere il proprio Comando, e si
impegnava come Ufficiale più anziano a convincere anche le batterie di Portofino Vetta e Punta
Chiappa.
Il Comandante Maggi non accettò tali condizioni, ma propose una specie di armistizio fra le Forze
del Capitano Eberle, quelle di Portofino Vetta e di Punta Chiappa da rispettare tra le due parti
avverse. Era indispensabile cercare di prendere tempo per evitare uno scontro armato diretto, visto
le diversità della forza militare in campo, si cercava nel frattempo di usare le squadre della SAP
Prospero Castelletto, per disarmare unità nemiche periferiche in modo da isolare le forze sul Monte
di Portofino e a Punta Chiappa.
Ore 11 - Una Squadra di dieci Uomini della SAP di Camogli, Comandati dal Caposquadra “Nino“
si recano a Mulinetti e dopo un breve e risoluto combattimento riescono a catturare ben 22 Tedeschi
con tutto il loro armamento; i prigionieri furono condotti a Camogli.
L'azione su Mulinetti era stata richiesta dal Comando della Brigata Crosa che nel frattempo aveva
allacciato un collegamento con le SAP Rivierasche. Nella giornata continua il disarmo e l'arresto di
soldati sbandati in circolazione.
Ore 13 - Dai SAP veniva catturato il presidio di San Fruttuoso composto da 9 Bersaglieri ed un
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Tedesco, viene prelevato l'armamento composto da 9 fucili, due mitragliatrici Breda, bombe a mano
e munizioni.
Ore 19 - A Camogli si fece una grande festa per l'arrivo a casa dell'Avvocato De Barbieri e la
Moglie, appena liberati dal carcere di Marassi.
Nella notte tra il 24 e 25 aprile la situazione si era aggravata, nella Ruta e sulla strada di San
Lorenzo, dove erano arrivati circa 1500 Alpini della Divisione Monterosa, più le Brigate Nere di
Santa Margherita, tutti questi minacciavano di scendere a Camogli e liberare i prigionieri catturati
dalla SAP, e di fare rappresaglia sulle Brigate Nere di Camogli che avevano tradito e di fare fuoco
con i loro mortai da 81 sulla Cittadina di Camogli2.
Ore 21,00 – Una pattuglia del Comandante Maggi si porta a S. Prospero e costringe alla resa i sei
uomini che compongono il presidio dell'osservatorio catturandone anche l'armamento.
Alle sera vengono predisposte pattuglie Partigiane in Città, e una nutrita pattuglia di Partigiani , con
armi automatiche è dislocata nella parte alta del Paese, prima di Ruta, per formare uno sbarramento
ai nemici verso la zona bassa di Camogli. .
Cronaca ed eventi militari in zona: Nervi, Pieve L.-Bogliasco, Mulinetti.
Relazione di Guidi degli eventi bellici tra le SAP - CLN da Nervi, Pieve Ligure-Bogliasco e
Mulinetti, 23-24-25 Aprile 1945.
A Nervi presso l'Albergo Eden e l'Albergo Vittoria, era sistemato il Comando della
Kriegsmarine, agli ordini del Capitano di Vascello Berninghaus, il quale aveva dislocato sul
territorio, da Santa Margherita Ligure alla città di Genova, circa un migliaio i soldati di Marina, dei
quali oltre 400 erano localizzati nelle vicinanze e presso il Comando stesso a Nervi.
23 aprile 1945 – Nella notte tra il 23 e il 24 aprile il Comando della Kriegsmarine raccolse tutte le
forze dispiegate in zona, e ne disponeva la difesa presso l'Albergo Eden, Sede del Comando, e
presso l'Albergo Vitoria in Viale delle Palme.
24 aprile 1945 – In mattinata a Nervi scontro armato tra Brigata SAP Libertaria e Marinai della
Kriegsmarine, rimane ucciso il Partigiano Pittaluga Antonio nato il 12 /9/1912 a Ge-Nervi, e
vengono anche catturati dai Tedeschi sette Giovani. (Alcuni dicono che erano 5)
In serata una delegazione del CLN di Nervi su delega del CLN Regionale si incontra con il
Capitano Berninghaus e ne richiede allo stesso, il rilascio degli ostaggi presi in mattinata, della resa
sua e della Kriegsmarine; il Capitano risponde che: Lui si arrenderà solo se le viene ordinato dai
suoi Superiori, il Generale Meinhold e dal Colonnello Almers. Egli però è pronto ad accettare una
tregua d'armi della sua Truppa di Marina nei confronti del CLN e la SAP, a condizioni che non
venisse attaccato; pertanto Lui rimarrà in attesa di ordini dai suoi Superiori e si asterrà da qualsiasi
azione bellica; ed aggiunge che: Ha ordinato la raccolta a Nervi di altri militari dislocati a Levante
di Bogliasco, e che se non saranno attaccati dai Partigiani loro non spareranno.
Il rappresentanti del CLN65 e della SAP Locali, accettano il trasferimento dei Militari Tedeschi, da
Levante a Nervi a condizioni che:
1) La marcia di avvicinamento sia eseguita a distanza di tempo fra un mezzo e l'altro.
2) Che la Truppa giacente a Nervi, sia tenuta entro i limiti dell'Albergo Eden e Vittoria e non oltre.
Le condizioni proposte vengono accettate dal Capitano Berninghaus.
24 aprile 1945 – Il CLN di Nervi era informato che in Città era iniziata l'insurrezione armata delle
SAP e dei GAP e con l'arrivo dei primi distaccamenti Partigiani. I Compagni del CLN di Nervi
intuiscono che il Comando della Kriegsmarine e tutta la truppa a sua disposizione hanno intenzione
di non trasferirsi verso Genova, ma verso il Levante della Riviera Genovese.
Nella stessa giornata il Capitano “Guidi” (Lazzarini Giovanni) Comandante della IX Brg. SAP G.L.
65 Il CLN vista la superiorità delle Forze Tedesche, cerca di evitare lo scontro diretto in piena Città, che porterebbe a
conseguenze disastrose per la Popolazione.
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G. Matteotti di Pieve Ligure e Bogliasco 66 invia un messaggio ad “Umberto” quale Comandante
della Divisione stessa, nel messaggio si informa che:
Bogliasco 24 aprile 1945
Caro Umberto
Ho il Comando militare della Zona Recco - S. Ilario Alto, questa mattina ho
disarmato il posto di blocco di Ge-Nervi e di Sant' Ilario e mi sono impossessato di tutte le armi
così pure del presidio dei Bersaglieri.
Ho fatto prigioniero il famoso Tenente Colonnello Rossi Mario della X^ Flottiglia Mas,
già ricercato e segnalato più volte da Radio Londra.
Ho con me 50 uomini quasi tutti armati di moschetto, cerco di mantenere la Zona sotto controllo ad
ogni costo, ma nuclei di tedeschi molto più numerosi di Noi ostacolano le strade.
Come tu comprendi non ho forze sufficienti per affrontarli tutti. Nervi unita a me si trova
nelle stesse difficoltà per monte Moro, in mano ai Tedeschi. So che il Comando Militare Regionale
ti ha mandato una Staffetta per chiedere il Tuo pronto intervento; mi unisco a Nervi per chiedere il
Tuo aiuto.
In alto i CUORI ti abbraccio
Tuo Guidi: firmato Guidi
25 aprile 1945 – Il CLN da istruzioni al Capitano Lazzarini Giovanni detto “Guidi” il quale
disponeva di circa un centinaio di Uomini armati, della SAP di Bogliasco-Pieve Ligure, di disporsi
nel tratto Bogliasco-Mulinetti, per impedire un eventuale ritorno delle truppe Tedesche da Nervi
verso Levante.
A Nervi in serata presso l'Eden, sono giunti da Levante due automezzi Tedeschi con truppa, nella
notte tutti i Tedeschi presenti si riuniscono presso l'Albergo Eden e nella Zona.
26 aprile 1945 – Nervi alle ore 04.00 e alle ore 06,30 sono arrivati sempre da Levante altri 12
automezzi carichi di Truppa ed armi. Il responsabile del CLN di Nervi, “Guido” (Pavano Vito) in
prima mattinata visto il grande concentramento di Truppe Tedesche, avvisa subito il capitano Guidi,
il quale prontamente dispose gli Uomini verso Levante per fronteggiare l'urto con i Tedeschi.
Ore 8,30 la Colonna Tedesca, circa 700 Uomini, al Comando del Capitano di Vascello Berninghaus
si mise in marcia verso Levante, nello stesso tempo una camionetta Tedesca, armata di
mitragliatrice binata, passava al posto di blocco di Sant'Ilario procedendo sulla Via Aurelia verso
Recco; all'altezza di Pieve Ligure la camionetta apre il fuoco contro i partigiani e la Popolazione.
Dopo questo fatto il Capitano Guidi informò il Comando di Nervi, dando disposizioni agli Uomini
di prendere posizione in caso di ritorno del mezzo militare. Lo scontro avvenne dopo pochi minuti
al ritorno della camionetta.
Ore 9,00 - Una colonna della Kriegsmarine composta di 15 automezzi con armamento pesante e
mitragliatrici binate si trova a Sant'Ilario per passare il blocco Partigiano, avviene un primo scontro
a fuoco, della durata di circa un'ora con molti feriti e morti da parte Tedesca e qualche ferito lieve
e uno grave da parte dei Partigiani.
Lo scontro con la colonna Tedesca prosegue anche successivamente all'uscita della galleria di
Bogliasco e fra Sori e Mulinetti. La colonna arrivò a Recco e attese un'altra colonna mista di circa
2000 Uomini, provenienti da Chiavari al Comando del Colonnello Pasquali della Divisione Alpina
Monterosa, il congiungimento si verificò verso le ore 13,00. Nel pomeriggio le Truppe con avanti la
colonna Tedesca proseguirono sulla SP 333 in direzione di Uscio. Vedi rapporto del CMZ.
Comando Militare Zona Sant'Ilario-Recco
Zona, 26 aprile 1945 - Al comando Regionale del Comitato Nazionale di Liberazione:
In questo rapporto si elenca la situazione della Zona e degli scontri tra i Partigiani e i Tedeschi
della Kriegsmarine. Firmato: Il Comandante della Zona (Capitano Giovanni Lazzarini detto Guidi)
Esiste un secondo rapporto sul combattimento avvenuto a Pieve Ligure, scritto da Anselmi Tullio
detto "Tullio" Comandante del Distaccamento Misto:
27 aprile 1945 – Al Comando Militare del CLN viene inviato il seguente comunicato:
66 Pieve Ligure e Bogliasco allora era un Comune unico.
90
Al Comando Militare del CLN
In data 26 aprile 1945 a Bogliasco-Pieve alle ore 18,00 la Guarnigione Tedesca a Villa
Marietta si è arresa al Comando Militare della Zona di Sant'Ilario Recco (Capitano Guidi),
segnando un importante vantaggio alle forze delle SAP con ricupero di armi e prigionieri Tedeschi.
La presenza di questo presidio era molto pericolosa per la popolazione di Bogliasco e Pieve.
Nella comunicazione al CLN il Capitano Guidi spiega la difficoltà della scontro, vista la
preponderante superiorità di armi, mezzi e uomini della Forza nemica, la quale nella ritirata da
Nervi, un contingente numeroso di Tedeschi decise di occupare e insediarsi all'interno della galleria
di Bogliasco, con tutte le conseguenze ne che sarebbe derivate per la popolazione stessa.
La Comando SAP riuscì a risolvere questa prima difficoltà e immediatamente dopo inizia la
trattativa con il Comando Tedesco di Villa Marietta, per la resa degli stessi. Nel frattempo la SAP
con gli scontri avvenuti precedentemente con la colonna Tedesca, ricupera nuove armi, anche
pesanti e munizioni, migliorando notevolmente la sua capacità offensiva, in queste condizioni
aumenta la pressione su l'insediamento nemico di Villa Marietta. Il Comando Tedesco venuto anche
a conoscenza della firmata resa del Generale Meinhold Gunter 67 la sera del 25 Aprile, al CLN della
Liguria, alle ore 18.00 del 26 aprile si arrendono al Comando SAP della zona Militare Sant'Ilario Recco. Il documento segue con altre informazioni particolareggiate degli eventi con in chiusura la
firma di:
Il Comandante della Zona Militare S. Ilario-Recco
Capitano Lazzarini Giovanni detto Guidi
(ISLREC Busta Zolesio aprile 45 bis)
Al Comando del Capitano Berninghaus la Kriegsmarine fu incolonnata e avviata da Nervi
verso Levante e Recco, durante il viaggio eseguito su autocarri ed automobili, la colonna subisce
duri scontri sostenuti dalla SAP della IX Brigata G.L. e da un gruppo di Partigiani della Cichero
della VI Zona, che erano presenti sul territorio. Presso la Ria di San Gaetano (Tra Pieve e Sori) la
colonna ormai in ritirata fu attaccata duramente, anche con presenza di partigiani della SAP di Città
470 Poggi (Sussisa e Sori), la perdita di autocarri, Soldati e armi sul tratto dell'Aurelia da Nervi a
Mulinetti, convinse le Forze nemiche, che la lotta ormai era perduta, che le Forze di Liberazione, le
SAP, il CLN ed i Partigiani ormai stavano avendo il sopravento sulla RSI e sulle Truppe Tedesche.
Comunicati vari al Comando dalla IX Brigata G.L.
Fra i documenti inviati al Comando Brigate Cittadine "Giustizia e Libertà" in Via Corsica n° 9
Genova si trova la seguente comunicazione.
Oggetto:
Feriti e morti appartenenti alla IX Brigata Giustizia e Libertà
Il 24 aprile 1945 il Bersagliere (appartenente alla repubblica) Zanchetta Giuseppe
di Luigi e di Giuseppina Lucchetta, nato a S. Donà di Piave della Classe 1925, in servizio nella
guarnigione di Bogliasco volenteroso assieme a tutto il suo gruppo comandato da un Tenente,
passava con armi e munizioni al servizio della IX Brigata.
Il 26 dello stesso mese il Zanchetta, di servizio al posto di Blocco di S. Ilario, durante
l'attacco contro la colonna armata Tedesca che tentava di attaccare Genova dal lato di Levante,
cadeva sotto le raffiche delle mitragliatrici Tedesche.
Nel rapporto si proponeva anche una una ricompensa al valore militare, oltre a comunicare
che il funerale dello stesso fu fatto a Bogliasco, dove fu sepolto a spese del Comune, Il CLN di
Bogliasco Pieve donava 25.000 lire lire alla famiglia Zanchetta.
Seguono altre comunicazione al Comando:
67 Generale Comandante delle truppe Germaniche sul territorio Genovese.
91
La morte del Partigiano Massa Enrico a Terrile di Uscio:
Massa Enrico fu Antonio e di Luigia Antola, nato il 21 Maggio 1901 a Sori (Genova)
domiciliato a Sori San Polinaro,
Il Massa Enrico fu sempre avverso al partito fascista e lo combatté con ogni mezzo. Dopo
l'8 settembre 1943 aderiva al Partito d'Azione prodigandosi con entusiasmo senza pari alla
propaganda contro il Nazifascismo. Nel gennaio 1944 entrava a far parte delle prime squadre della
G.L. agli ordini del Capitano Guidi. Durante i mesi seguenti manteneva vivi e rapporti con le
Brigate G.L. "Matteotti" del Comandante Umberto Parodi ("Umberto" Zolesio Antonio) e con il
Capitano Murri (Fantozzi Franco). Nello stesso periodo propagava il verbo del Partito d'Azione e
della Libertà nelle vallate della Liguria, specialmente a Uscio, Calcinara, Avegno, Terrile,
Pannesi, Sussisa, Canepa, Capreno, Lago, Sori, Pieve e Bagliasco.
Il 9 gennaio1945 mentre si trovava in missione presso gli aderenti al Movimento G.L. giorni
di abbondanti nevicate e di gelo intenso, nel paese di Terrile cadeva colpito da una congestione
celebrale (Evidentemente in seguito allo strapazzo ed al freddo) dopo tre giorni di agonia spirava
il 10/01/1945, sepolto a Terrile, il 10 giugno 1945 per aderire al desiderio della Madre, la salma fu
trasportata dagli uomini della IX Brigata G.L. al suo paese, dove fu sepolto nella tomba di
famiglia.
Altra informazione:
Penco Enrico nato a Bogliasco il 27/3/1902, arrestato dai Tedeschi perché accusato di
attività Partigiana, deportato a Dachau dove è deceduto il 10/12/1944 in seguito alle torture.
Il Comandante della IX Brigata G.L.
(Cap. Giovanni Lazzarini detto Guidi)
(ISLREC Busta CLN Fasc. 1-2)
Elenco Partigiani della IX Brigata G.L.
Il Capitano Lazzarini Giovanni trasmette l'elenco dei Partigiani di appartenenza alla IX
Brigata G.L. di Bogliasco - Pieve.
01
02
03
04
05
06
07
08
09
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Lazzarini Giovanni detto Guidi di Angelo e di Brodi Adele, nato il 23/3/1923 a Serra di
Lerici, Comandante, anzianità dal 25/7/43 - tessera n° 08138 - azioni 2 - Partigiano
Ageno Ugo detto Sasso di Antonio e di Peruzzi Gioconda nato il 21/8/1920 a Bogliasco,
Vice Comandante, anzianità dal 8/9/43 - tessera n° 08139 - azioni 2 - Partigiano
Silvestrini Rosa detta Giulia di Giuseppe e di Valbonesi Adele nata il 19/3/1912 a Brisighella
Staffetta anzianità 31/12/44 - tessera n° 08140 - azioni 2 - Partigiana
Ottero Carlo detto Biondo di Oreste e di Ceriolo Giuseppina nato il 5/1/1923 a Nervi Capo
Squadra anzianità 12/43 - tessera n° 08169 - azioni 2 - Partigiano
Boero Angelo detto Tom di Giuseppe e di Corta (o Costa?) Felicina nato 8/2/1926 a GeSant'Ilario Volontario anzianità 10/43 - tessera n° 08175 - azioni 2 - Partigiano
Castagnola Remo detto Romano fu Luigi e fu Maria Castagnola nato il 24/9/1906 a Sori loc.
Capreno, capo staffetta informatore anzianità 09/43 - tessera n° 08178 - azioni 2 - Partigiano
Marsano Pietro detto Dellano di Tommaso e di Santini Angela nato il 28/06//1926 a GeSant'Ilario, volontario anzianità 10/44 - tessera n° 08174 - azioni 2 - Partigiano
Buscaglia Carlo detto Carli di G. Battista e di Sivori Maria nato a Nervi Capo Squadra,
anzianità 09/1943 - tessera n° 08195 - azioni 2 - Partigiano
Pagano franco detto Bil di Tommaso e di Pagano Angela nato 11/8!926 a Ge-Sant'Ilario
Capo Squadra anzianità 9/1943 - tessera n° 08196 - azioni 2 - Partigiano
Campodonico Ercole detto Canepa di Raffaele e fu Priano Maria nato il 9/10/1893 a Genova
anzianità 8/9/1943 - tessera n° 08141 - azioni 2 - Partigiano.
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Ottero Oreste detto Giorgio fu Carlo e fu Pero Lucia nato il 7/2/1887 ad Alessandria
anzianità 10/1943 - tessera n° 08170 - Capostazione - Partigiano
Benvenuto Andrea detto Luppo I° di Giovanni e fu Ageno Maddalena nato il 20/3/1918 a
Talcakuano (Cile) Capo Squadra, anzianità 08/1943 - tessera n° 08177 - azioni 2 - Partigiano
Crovato Guglielmo detto Elmo fu Amedeo e di Ripa Emilia nato il 3/9/1897 a Napoli, Capo
Squadra, anzianità 01/1944 - tessera n° 08185 - azioni 2 - Partigiano
Peruzzi Paolino detto Ciccio di Leonino e di Ageno Adele nato il 23/6/1899 a Genova,
anzianità 8/9/43 - tessera n° 08152 - azioni 2 - Partigiano
Peruzzi Adelio detto Dudo di Desiderio e di Morini Maria, nato il 2/10/1927 a Bogliasco
Volontario anzianità 1/8/44 - tessera n° 08151 - azioni 2 - Partigiano
Cotelli Riccardo di Alessandro e di Piazzardi Elena, nato il 18/9/1921 a Recco, Vice
Comandante di Distaccamento - anzianità 04/1944 - tessera n° - azioni
Calabrese Vincenzo detto Renzo fu Salvatore e di Macchiavello Maria nato il 16/1/1911 a
Camogli anzianità 1944 - tessera n° 08180 - azioni 2 - Partigiano.
Lercari Giacomo detto Lercarino fu Rodolfo e fu Elisa Questa, nato il 29/12/1905 a
Genova Staffetta anzianità 10/1943 - tessera n° 08165 - azioni 2 - Partigiano
Queirolo Agostino detto Cirillo di giuseppe e fu Capurro Margherita, nato il 25/6/1927 a
Ge-Voltri, Volontario anzianità 9/1943 - tessera n° 08197 - azioni 2 - Partigiano
Cavassa Michele detto Sdrucciolo di Gerolamo e di drago Teresita, nato il 30/1/1919 a
Bogliasco Volontario anzianità 8/9/1943 - tessera n° 08156 - azioni 2 - Partigiano
Bruzzone Giovanni detto Nino fu Emanuele e di Bartoli Virginia, nato il 1902 Cospiratore
anzianità 8/1944 - tessera n° 0814 - azioni 2 - Partigiano
Dallero Giuseppe detto pippo fu Raffaele e fu Carmela Arcidiacono, nato il 26/1/1901 a
Riposto, Capo Squadra, anzianità 1/1944 - tessera n° - azioni 2 - Partigiano
Manconi Flavio detto Sergio fu Ernesto e fu Giuseppina Maugeri nato a Cagliari il
10/4/1888 Staffetta, anzianità 3/1944 - tessera n° 08161 - azioni 2 - Partigiano.
I sopraelencati Partigiani non hanno prestato giuramento, non hanno cooperato con la repubblica
fascista ne collaborato coll'invasore tedesco.
Il Comandante la IX Brigata Giustizia e Libertà
Capitano Giovanni Lazzarini detto Guidi
Relazione del Comandante del Distaccamento Misto della VI Zona:
Anselmi Tullio ("Tullio"): Fatti avvenuti dal 24 aprile 1945 al 28 Aprile 1945:
Il giorno 24 aprile 1945 alle ore 13 circa, sono stato incaricato dal Comandante della VI
Zona Operativa "Miro" (Di cui facevo parte) e alla presenza del Colonnello Lasagna, Vice
Comandante che si trovava a Torriglia, di portarmi a Sant'Ilario Alto (Sopra Nervi) onde recuperare
un apparecchio Radio Trasmittente sottratto ai Tedeschi e nascosto dalla SAP del Luogo. Furono
posti a mia disposizione sette Garibaldini della SAP di Fontanasse tutti armati di Sten e di un fucile
mitragliatore con 10 caricatori completi e di Bombe Sip. A sant'Alberto di Bargagli altri due Sapisti
del luogo si aggregarono volontariamente alla mia formazione e ci incamminammo verso Pieve
Ligure Alta, dove giungemmo a notte. Lasciati gli uomini a riposare e rifocillarsi in unione ai
Garibaldini di Pieve, mi portai a Sant'Ilario Basso per abboccarmi con un Colonnello della Marina
Militare certo Battaglia Lazzarini, addetto al Comando Militare di Liberazione, che mi doveva
indicare ove trovassi l'apparecchio Radio Trasmittente.
L'incontro tra detto Colonnello e me avvenne alle ore tre circa del mattino del 25 aprile
(1945) ed il citato Ufficiale mi fece presente che per il momento era impossibile ritirare
l'Apparecchio Radio Trasmittente, dato che in Genova si era cominciato a combattere e che aveva
avuto la notizia che i Tedeschi accasermati all'Hotel Eden di Nervi erano intenzionati di portarsi a
93
Uscio, dopo essersi collegati con 180 uomini della Batteria Tedesca che presidiava Pieve ligure
Bassa, e che dopo essersi riuniti alle Forze Tedesche della Fontanabuona puntare su Busalla.
Detto questo mi pregava di unirmi ai Sapisti di Bogliasco-Pieve e raggruppatigli tentare di
impedire ai tedeschi di raggiungere Uscio. Considerato che era impossibile il recupero
dell'apparecchio R.T. e che era giunta notizia dell'uccisione di due Sapisti di Nervi e la gravità del
momento accettai quanto mi veniva richiesto. Ritornato a Pieve Alta presso i miei uomini li misi al
corrente di quanto si doveva fare e cioè combattere a Pieve Bassa, ed accettata l'aggregazione alle
mie Forze di altri dieci Garibaldini compreso il loro Comandante certo "Zanin" ci dirigemmo a
Pieve Bassa. Gli uomini aggregatisi erano armati di moschetti 91 o tipo 91 di fabbricazione Tedesca
ed avevano con loro un discreto numero di munizioni.
Alle ore 5,50 circa del 25 aprile stesso, giunto a Pieve Bassa mi recai al Comando della
Batteria Tedesca per conferire con quel Comandante; fui ricevuto da un Maresciallo Capo Guardia
il quale dopo avermi salutato militarmente e mi porse la mano stringendomela amichevolmente,
(Non nascondo che in quel momento agiva in me il coraggio della paura) mi invitò a lasciare le
armi al Corpo di Guardia e mi accompagnò dal comandante della Batteria che era un Maggiore, il
quale aveva in ufficio altri due Ufficiali. Fui bene accolto e ciò mi rinfrancò, notando che anche loro
forse avevano più paura di me.
Tramite l'Interprete (una donna) chiesi loro di arrendersi essendo tutta la Batteria circondata
da forze ingenti e che sarebbe stato inutile spargere altro sangue, proprio quando tutto stava per
avere fine e puntando sul sentimentalismo gli ricordai che forse anche loro avevano in patria
qualcuno che li attendeva e che avrebbero preferito vederli vivi che presenti alle bandiere68. Il
Comandante mi rispose che avrebbe ancora dovuto pensarci e che avrebbe consultati i propri
Ufficiali ed a mia richiesta mi prometteva, dandomi la sua parola d'onore di Ufficiale che non
sarebbe intervenuto minimamente con i suoi uomini qualora noi avessimo attaccato le Forze che
lasciavano l'Eden di Nervi, preferendo per il momento rimanere alla finestra. Dopo circa mezz'ora
di colloquio lasciai la batteria riprendendo in Corpo di Guardia le mie armi.
Alle ore 7 circa dello stesso giorno (25-4-45) informato che una colonna motorizzata con
circa 40 automezzi, e con cinque o seicento uomini era partita da Nervi (Eden) spostandosi verso
Levante per sfuggire probabilmente alla resa e riunirsi ad altre Forze, raggruppai i miei uomini con
il Vicecomandante Sottotenente Giorgio e reclutai altri sette uomini del Luogo, mi appostai presso
l'uscita dall'abitato, in posizione che giudicai opportuna per attaccare la formazione Tedesca.
I miei uomini erano armati di una mitragliera pesante e di fucili mitragliatori Americani gli
altri di fucili; tutti di bombe a mano. Quando la colonna nemica, che procedeva mitragliando a
destra e a sinistra ebbe sorpassato con circa sette automezzi la verticale del luogo ove ero appostato
e che distava circa venti metri dalla strada aprii il fuoco sulla testa della colonna; il camion di testa
si arrestò immediatamente essendo stato colpito a morte l'autista provocando l'arresto dell'intera
colonna, cosa che permise un fuoco nutrito e ben diretto su una decina di automezzi in testa che
facevano con le loro mitragliatrici un fuoco intenso ma poco efficace e senza risultati.
L'attacco inaspettato, simultaneo, deciso e intenso doveva dare l'illusione di essere condotto
da forze rilevanti, non solo provocò scompiglio ma gravi perdite che un Ufficiale fatto prigioniero
fece ascendere a circa 20 morti ed un adeguato numero di feriti, con la conseguente fuga di circa
una quarantina di soldati, provocando nei rimasti uno stato d'animo tale che probabilmente ha
contribuito alla successiva resa. Nell'occasione vennero catturati due camion carichi di
munizioni,viveri, indumenti, due mitragliatrici pesanti Antiaereo (A.A.) 4 mitragliere ed una ventina
di fucili; alle Forze Locali scaglionate lungo la strada che porta a Sori, si presentarono una
quarantina di soldati Tedeschi, che risultavano quelli fuggiti dai camion durante l'attacco.
Diversi automezzi danneggiati furono abbandonati lungo la strada Pieve-Recco; quattro
morti Tedeschi seppelliti a Pieve.
Ho il dovere, presentando questo rapporto di segnalare l'esemplare condotta del Vice
68 "Presenti alle bandiere" Significare ritornare morti coperti da una bandiera-
94
Comandante, S/T Giorgio e quella degli uomini della Divisione Cichero, che in circostanze
difficili diedero chiara prova di fermezza e decisione in modo che anche i giovani di Pieve, che
aggregai al mio reparto dietro il loro esempio si condussero degnamente.
Giudicherà il superiore Comando se gli uomini da me segnalati siano o meno degni di
segnalazione a ricompensa.
Il Comandante del Distaccamento Misto
(Anselmi Tullio69 (Tullio)
(ISLREC Busta 243 fasc. 11 e Carte Zolesio aprile 45)
Nota allegata alla relazione:
Il Comandante la Batteria di Pieve mantenne la parola e non intervenne con i suoi uomini,
malgrado si trovasse a non più di duecento metri dal luogo del conflitto; nello stesso pomeriggio
detta batteria si arrese e le armi furono prese in consegna dal CLN di Bogliasco-Pieve; dette armi
consistevano in: Due Cannoni da 125 mm, due mitragliatrici antiaeree, sei mitragliatrici pesanti, 20
Maschinenpistol, 150 fucili e tonnellate di munizioni tra quelle del cannone ed altre, coperte e
vestiario, ed un discreto quantitativo di viveri.
Il 28 aprile fui incaricato di scortare al campo di concentramento di Villa Quartara (Tra
quarto e Quinto) i 250 uomini fatti prigionieri a Bogliasco-Pieve.
Tra i prigionieri vi erano degli Italiani tra i quali dei giovani che avrebbero dovuto o che
avevano risposto alla chiamata alle armi come leva, i quali furono mandati alle loro case purché non
avessero appartenuto alla "Monterosa" i quali invece in unione ai Fascisti Repubblichini furono
inviati a Marassi.
Fra i prigionieri vi erano 3 squadristi, una decina di Brigate Nere ed il Comandante la X^
MAS di Como, certo Colonnello Rossi, il quale fu prelevato (Dietro regolare ricevuta) da Ufficiali
della Military Police (MP) USA Army.
La radio trasmittente venne consegnata poi con altro materiale, compreso due cuscinetti di
locomotore che avevo nascosti per impedire che i Tedeschi li portassero via e che erano rimasti a
Pieve sino a guerra finita; di quanto sopra detengo ricevuta.
Il 29 aprile fui ricoverato in un ospedale di fortuna a Nervi essendomi procurata una
distorsione alla gamba sinistra; medico di tale ospedale è un certo Dott. Ravassoni. Mentre ero
degente in tale ospedale ebbi la visita del Colonnello Lazzarini e di un Capitano ed altri i quali
erano venuti per comunicarmi che ero stato proposto per una ricompensa Militare e che da vent'anni
attendo. A Pieve Ligure nel luogo ove avvenne il conflitto fu posta a ricordo del Fatto una lapide
Commemorativa.
(ILSREC Fondo Gimelli Busta 0024 fasc. 06 cart.01)
69 Il Partigiano Anselmi Tullio di Giovanni e Calzetta Maria era nato a Deiva, ma residente a Pieve Ligure presso il
Casello Ferroviario, ed era ferroviere: fece parte come Partigiano Combattente al Comando della VI Z.O.L. dal
1/5/44 al 30/4/1945 - Comm/Riconoscimento Qual/Partigiane n° 17359. (Cambio residenza nel 1957 trasferito in
Via Moresco 3/29 Ge.) Iscritto ANPI Marassi.
95
Il Generale Almond comandante della 92^ Divisione Buffalo e Stemmi di due Reggimenti che per
primi parteciparono alla resa dei Tedeschi, il 473° Uscio e il 442° di Nippo-americani a S. Alberto.
Punta Chiappa Casematte per batterie da 149/40 e osservatorio per stazione gognometrica
La martoriata cittadina di Recco 1944.
96
Ritirata dalla Fontanabuona del Tenente Cristiani della Monterosa:
Nel pomeriggio del 24 Aprile il Colonello Pasquali Comandante del 1° Reggimento Alpino
della Monterosa, aveva convocato presso Chiavari, tutte le forze presenti nel territorio per poi
iniziare il 25/4/45 alle ore 16,30 la marcia verso Genova: Dove da Genova si doveva riunirsi con le
altre truppe Tedesche e della RSI per poi raggiungere l'oltre Po Pavese (Stradella).
Mentre buona parte delle Forze della RSI si indirizzarono su Chiavari, un gruppo della
Monterosa di Carasco, assieme ad alcuni presidi Tedeschi e della GNR e Brigate Nere del posto, al
comando del Tenente Cristiani Mauro, scelsero di risalire verso la Scoffera attraverso SS 225.
La colonna fornita di diversi automezzi e di un autoblindo, iniziarono a marciare verso la
meta prescelta, pensando di raggiungere la Valle Scrivia attraverso la galleria di Boasi, proseguire
per la Scoffera, Laccio e Busalla.
La colonna arrivata nei pressi di Gattorna non sicura se la Galleria di Boasi fosse agibile al
transito, il Tenente Cristiani inviò un autocarro con un gruppo di Marinai della Kriegsmarine
assieme ad alcuni Alpini, per verificare la possibilità del transito della Galleria stessa; informato
dalla Pattuglia che la cosa non era fattibile, Egli decise di avviarsi con il resto della truppa su Colle
Caprile e Calcinara di Uscio. (In una testimonianza della Sig,ra G.Rosa conferma che la mattina del
25 aprile a Colle Caprile, sul terrazzo della Famiglia di Caprile Giacomo, sventolava una grossa
Bandiera Bianca).
Durante le trattative di Resa delle Truppe Nazifasciste presso la Tecosa, si uccisero sul posto
all'atto della resa il Capitano Stoffel, Comandante della Riserva della truppa Tedesca, ed il Capitano
di Vascello della Kriegsmarine Von Berninghaus Max, Comandante della 7^ Divisione di Sicurezza.
Da una mia ricerca, mi risulta che vi sarebbe stato un altro suicidio, si tratta di un Sotto Ufficiale
della Monterosa, certo Necco Alessandro, Sottotenente 2° Reggimento della Divisione Monterosa;
il quale il 28-4-45 si suicidò nella località "Tecosa" .
San Colombano Certenoli 30 gennaio 1945 - Il S. Tenente D. L. della Monterosa con il suo plotone.
97
Cronaca degli ultimi giorni di guerra della Brigata SAP di Montagna “Bedin”.
Cap. 01
Il giorno 23 Aprile 1945 tutti i Comandi delle Brigate Partigiane e le SAP di
Montagna e di Città, ebbero l'ordine di attaccare il nemico ed occupare i punti strategici. Anche
nella Città di Genova, sia i GAP come le SAP iniziarono gli scontri armati contro le truppe
Nazifasciste e contro le loro postazioni e i loro presidi.
Il Comando della Brigata SAP "Bedin" che si trovava al Goreto, ebbe l'ordine da Bisagno di
scendere nel territorio di Lumarzo (Pannesi, Ferriere, Lumarzo e Sant'Alberto) e zona limitrofa per
congiungersi con gli altri distaccamenti già occultati sul posto. Nella mattinata del 24 Aprile 1945
anche il Commando della Brigata SAP di Montagna "Bedin" partiva dal Gorreto ed era procinto a
lasciare Rovegno in Val Trebbia, per raggiungere Torriglia e poi arrivare nella “Zona” da loro da
presidiare ed attaccare il nemico. Durante il trasferimento della colonna Partigiana dalla
Valtrebbia verso Genova, arrivata presso il Ponte di Isola Rovegno, la stessa fu mitragliata da
aerei Alleati i quali “a volo rasente” colpirono i Partigiani, uccidendone 5 e ferendone altrettanti .
Partigiani colpiti al Ponte di Isola di Rovegno da aerei Alleati il 24/4/45.
Caduti:
Battucavoli Salvatore detto Furio - nato S. Giuseppe Fato (Pa) il 7-5-1920 appartenente alla
Brigata Jori dal 1/12/44 al 24/4/45 Comandante di Distaccamento.
De Martino Pasqule Partigiano
Florio Renato detto Napoli - nato in Agerola (NA) il 2-12-1917 già Sergente Maggiore nel 15°
Reggimento Genio di Chiavari: Comandante della Brigata SAP "Bedin".
Golfetti Luciano detto"Pepé" - nato a Como il 24-12-1924 ex Sergente del Battaglione Alpino
Vestone; Comandante del Distaccamento Partigiano Vestone della Brigata Jori dal 1/12/44.
Viganelli Vittorio Partigiano della Brigata Jori.
Feriti:
1
2
3
4
5
Bondori Andrea
Cravina Nello
Ferrea Luigi
Orsi Pietro
Parente Nicola
detto "Sirio"
detto "Nello"
detto "Mando" Commissario di Distaccamento
detto "Boccia"
detto "Daniele"
Dopo questo grave lutto, che colpiva il Comando della Brigata SAP Bedin, la rimanente
parte del Comando e gli altri Partigiani scesero a Torriglia e nella Zona da loro assegnata. (Il
territorio del comune di Lumarzo)
Il Comando SAP della VI Zona Operativa Div. Garbaldi Cichero, dislocato a Torriglia,
informato dei fatti accaduti al Ponte di Isola a Rovegno , nomina il 26/4/45 il già Vice Comandante:
Garaventa Giovanni detto "Castagna" a Comandante della Brigata Bedin, e Massone Emanuele
detto Piemonte come Commissario della stessa, assegnando alla loro competenza il territorio del
Comune di Lumarzo. L'ordine è stato firmato dal Comandante "Ardesio" (Adriano Agostini) del
Comando Unico delle SAP di Montagna della VI Zona.
Cap. 02
Ruolo della SAP Bedin e dei suoi Distaccamenti:
I Distaccamenti della Brigata SAP "Bedin" che da tempo erano dislocati nel territorio di
Lumarzo, mentre la notte tra il 26 e 27 aprile 1945 il Comando della Brigata si trovava nella zona
98
della Tecosa vicino a Sant'Alberto di Bargagli, da dove cercavano valutare la situazione miliutare.
Nel mentre qualche giorno prima una Pattuglia Tedesca della Kriegsmarine, ((Probabilmente
di quelli che erano dislocati o in Cornua o a Uscio 70 ) in data del 24 aprile 45, si recarono presso la
statale 225 per verificare la situazione di viabilità della stessa verso la Scoffera, ma questi furono
intercettati da alcuni Partigiani (4) della SAP di Boasi e dagli stessi fatti prigionieri. I Partigiani
attraverso la strada di Maxena, portarono i prigionieri sul crinale di S. Alberto di Bargagli per
avviarli al Comando Partigiano di Torriglia71.
Il 27 aprile 45 nelle vicinanze della Tecosa, una parte della Colonna Tedesca, si era
incontrata con alcuni Sapisti del Distaccamento "Sera" della Brigata SAP Bedin. (Alcuni nomi di
questi Sapisti erano: Gandi; Gigi; Merlo; Sergio e Filippo) L'Ufficiale Tedesco Comandante della
colonna, giunse con Gigi e Gandi presso le prime case di Maxena, dove si incontrarono con le
prime avanguardie del 442° Reggimento di Fanteria Nippo-americano della 92^ Divisione Buffalo,
la quale era già informata della situazione, che a Nord Ovest di Uscio si trovava una colonna
nemica.
Da alcune memorie il fatto fu raccontato in modo seguente:
<Nella prima mattinata del 27 aprile del 45, un Ufficiale Tedesco al comando di una
pattuglia di soldati si era avviato verso le postazioni del Distaccamento "Sera" della Brigata SAP
BEDIN, gli Uomini del Distaccamento si recarono incontro ai Tedeschi, convinti che questi si
recassero da loro per arrendersi, ma l' ufficiale prese due dei Partigiani 72 e si fece accompagnare
nella parte alta del monte, nelle vicinanze di Sant'Alberto di Bargagli, dove avrebbero incontrato i
primi militari del 442° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo ed altri Partigiani>.
Già in prima mattinata, alcuni Ufficiali Tedeschi si erano incontrati con il Comando della
SAP Bedin, (Formato da il Comandante Castagna, il Commissario Piemonte e Beccaria Angelo e
altri) scambiandosi poche parole e impegnando le due parti ad una "tregua delle armi" e di fare
incontrare i loro "superiori" per trattare le eventuali e conseguenti condizioni per la resa.
Il Comando della SAP Bedin, aveva tempestivamente avvisato il Comandante della
Divisione Cichero, che era "Bisagno"73.
Il Comando Partigiano che aveva già preso contatti con le truppe Alleate in Fontanabuona, e
le stesse erano bene informate sulla situazione nemica della Zona, in quanto quella mattina vi erano
anche aerei degli Alleati, che sorvolavano le montagne del posto ed i boschi, per controllarne il
movimento della truppa Nazifascista.
Da testimonianze avute da persone del posto e da alcuni Partigiani presenti, (Fra i quali Olcese
Michele e "Villa") si ha la certezza, che il Comando Militare Alleato, era già stato informato dal
Comando Partigiano, attraverso Staffette mandate a Gattorna. Gli Ufficiali della 92^ Divisione
Buffalo erano così al corrente, della consistente presenza della colonna nemica in ritirata, che aveva
già raggiunto la zona di Uscio, Calcinara, e si era in parte fermata nei pressi di Pannesi e alla
Tecosa. Il Comando Alleato aveva inviato una Compagnia del 442° Reggimento Nippo-Americano
da Gattorna, (Dove erano da poco arrivati) fino a Lumarzo, ed a causa dei ponti interrotti dai
Partigiani, un'altra Compagnia era stata avviata a piedi, attraverso la zona delle Ferriere, per
raggiungere i luoghi sopra detti e anche Sant'Alberto di Bargagli, Questi arrivando presso le
Ferriere di Lumarzo, incontrarono alcuni paesani del posto e chiesero loro anche informazioni,
alcuni di questi militari Americani parlava malamente qualche parola Italiana.
70 La Kriegsmarine della Riviera, Nervi, Santa Margherita e Portofino si ritirarono il giorno 26 aprile 45 verso Recco e
poi a Uscio, al Comando di Capitano di Vascello Berninghaus .
71 A Torriglia il quel momento c'era anche "Ardesio" responsabile del Coordinamento della SAP di Montagna della VI
Zona Operativa, delle Brg.te Garibaldi - Divisione Cichero.
72 Un certo Gigi e Gandi ed altri.
73 Che in quel momento si trovava a Ge-Prato, con alcuni distaccamenti della Brg. Severino dove stavano lottando
contro le Brigate Nere.
99
Cap. 03
Dislocazione delle Formazioni Partigiane e truppe Nazifasciste:
Il 26-7/4/1945 a Pannesi e nella zona sottostante di Sant'Alberto di Bargagli verso la Tecosa.
Già nelle prime luci del giorno diversi Distaccamenti Partigiani erano dislocati nella Zona di
Borgonovo e Sant'Alberto di Bargagli, e lungo la criniera del monte di Cornua e Becco.
Bisagno aveva dato ordine di prepararsi ad attaccare le forze Nemiche nella zona di Uscio,
Pannesi, Gattorna e nella parte di Levante, il Tigullio e golfo Paradiso. In zona erano presenti
Distaccamenti della Brigata G.L. il Distaccamento “Alpino” e “Castagna” della Brigata Berto; La
Brigata SAP Bedin e i suoi Distaccamenti.
Sulle alture del monte Becco e del monte Cornua c'erano alcuni Distaccamenti della Brigata
470 Poggi, comandata da Filippo Porcile, dove in Cornua nello scontro a fuoco contro i Tedeschi
rimasero feriti due giovani Partigiani 74; Di quest'ultima Brigata era in parte dislocata sulle alture di
Sori e di Pieve per il controllo della strada Aurelia, già nei giorni precedenti e anche in mattinata del
26-4-45 avevano avuto scontri armati a distanza con le truppe Tedesche che si ritiravano da Nervi.
Quella mattinata Piemonte, Garaventa Giovanni (Castagna75); Beccaria Angelo; Faggio
Onorato; Fossa Pietro e altri della Brg SAP Bedin 76 stanno scendendo da Sant'Alberto verso
Pannesi, hanno informazioni che una Colonna di militari Tedeschi è arrivata a Pannesi, e il
Comando di questa avanguardia è sistemato in una casetta vicino alle Cinque Strade, dove hanno
anche una stazione Radio Trasmittente; una pattuglia in perlustrazione di Tedeschi si incontra con il
Comando della Brigata Bedin e poi anche con altri Partigiani arrivati sul posto. La pattuglia Tedesca
non era altro che l' avamposto della colonna che era in arrivo da Calcinara verso Pannesi.
Il Comando della SAP Bedin, che incontrando una Pattuglia di militari Tedeschi, cercano di
parlamentare con il loro Ufficiale per vedere che questi erano disponibile alla resa, senza arrivare
ad uno scontro armato che sarebbe stato disastroso per tutti le due parti contendenti.
<Nel frattempo Piemonte manda un fonogramma a Bisagno illustrando la situazione,
della forte presenza delle truppe Nazifasciste nel luogo e chiede il suo intervento>.
Il Comando Partigiano informato anche della vicinanza della 92a Divisione “Buffalo” della
USA Army che stava arrivando a Gattorna. Le parti cercano di prendere tempo, i Tedeschi aspettano
una parte della loro truppa in arrivo da Colle Caprile e Calcinara di Uscio e anche di nuovi ordini?
Mentre il Comando della SAP Bedin parlano con l'Ufficiale e chiedendo reciprocamente una
Tregua per arrivare alla resa delle Forze Nazifasciste, lo stesso Comando Partigiano spiega al
Nemico che non hanno via di uscita, che Genova è già in mano ai Partigiani e il Generale Meinhold
si é arreso alle ore 19,30 della sera del 25 Aprile al CLN della Liguria.
Piemonte con gli Altri cercano di spiegare all'Ufficiale Tedesco che:
Voi non potreste lo stesso continuare la strada, perché queste montagne che voi vedete come
voi sentite dagli stessi spari sono piene di Brigate di Partigiani armati di tutto punto, e voi come
potreste da queste posizioni in basso salire quelle rocce cosi armate? Se non vi arrenderete quelle
scogliere saranno le vostre tombe. Questo ufficiale che già aveva provato cosa significasse salire
quelle alture da cui fu costretto discendere sotto il fuoco delle mitragliatrici si convinse del
ragionamento fattole e giunto nel frattempo alcuni Ufficiali Superiori Tedeschi, parlarono a lungo
tra Essi, infine sempre l'Ufficiale che comandava la Pattuglia Tedesca si rivoltò al Capo Squadra
Partigiano e le disse:
<Noi ci arrenderemo ma non a Voi, ma al Comandante Superiore dei Partigiani però con
l'Onore delle Armi in segno di sottostare alla resa intanto Vi consegniamo tre bandiere dei Nostri
Reggimenti fatelo sapere al vostro Comando Superiore che noi aspettiamo qui, ma non sparate>.
74 I Partigiani della Brg. 470 Poggi, feriti il 27 aprile 1945 sul monte di Cornua, nello scontro contro i Tedeschi
Furono: Costa Emanuele di Giacomo nato a Rapallo il 14-6-1930; Tedesco Renato di Francesco nato a Genova il
9-4-1929
75 “Castagna” è il nome di battaglia di Garaventa Giovanni, Comandante della Brigata SAP di Montagna Bedin
76 La Brigata di Montagna SAP BEDIN spesso era confusamente chiamata BEDIN, questo nome era invece dato ad un
Distaccamento della 59^ Brigata di Manovra CAIO Comandata dall' ISTRIANO, (Poldrugo Ernesto).
100
Il Capo Squadra avvisò subito il Comandante di Distaccamento il quale stillò un
fonogramma al Comando di Brigata così concepito: <Al Comando Brigata; Abbiamo trattato
Tregua d'armi con i Tedeschi, vogliono arrendersi però con l'Onore delle Armi, in segno di
sottostare alla resa hanno consegnato tre delle sue bandiere; non sparate; Firmato “Guido” 77>
Io già fino dello spuntar dell'alba mi trovavo insieme allo Stato Maggiore della Brigata
BEDIN sul vicino Colle di S. Alberto e mezzo di staffette ero in comunicazione con Bisagno
Comandante della Divisione Cichero, il quale comando si trovava a Prato; Già fin dalle prime ore
del mattino avevo notato un grande numero di Tedeschi sulla strada che da Colle Caprile di Uscio
viene verso Pannesi; Avevo anche notato la furiosa sparatoria della batteria di postazione a Colle
Caprile verso le postazioni dei Distaccamenti Partigiani e conscio della gravità della situazione ..
La truppa Tedesca da Uscio si incammina verso Pannesi, urge Tuo intervento> Qualche ora
dopo Bisagno ricevuto il mio fonogramma lungo la Strada di Valbisagno, arrivava al Colle di S.
Alberto, Egli mi chiede informazioni sulla situazione, le presentai il fonogramma dal quale apprese
che i Tedeschi si sarebbero arresi, ma però con l'Onore delle Armi; <Niente Onore delle Armi>
disse Bisagno co voce franca e decisa: <Va giù, mi disse, e falle sapere che se entro venti minuti
non vengono a consegnare le armi noi apriamo il fuoco> E mentre io scendevo verso la casetta
dove era il Comando della pattuglia della colonna Tedesca, Bisagno ordinava ad una Brigata di
Partigiani che erano giunti di rinforzo 78 di mettersi in posizione di sparo lungo la costa uniti agli
altri Partigiani; L'Ufficiale Tedesco Comandante la Pattuglia Tedesca, sentito la ferma
intimazione di venire a consegnare le armi entro venti minuti, pena l'apertura del fuoco con voce
tutta tremante disse: <Io non comandare colonna, ma avizzare, Colonnello Comandante colonna e
venire subito>; Il Comando della colonna Tedesca certamente visto la brutta posizione in cui si
trovavano (Una conca in fondo valle contornata da alte rocciose inaccessibili montagne, ritenutele
più armate ancora di quanto lo erano) Intuito il grave pericolo in cui si trovavano decise di venire
senza più indugiare al Luogo indicato: <Sul sentiero ove forma come un sette, sulla strada che
dalle Cinque Strade conduce sotto il Colle di S. Alberto> Per consegnare le armi; Allo scoccare
esatto dei venti minuti, nel Luogo sopra indicato dove da alcuni minuti eravamo ad attendere, il
sottoscritto con Bisagno e il Comandante della squadre Sapiste di Bargagli e il Comandante del
Distaccamento di Lumarzo, arrivava lo stato maggiore della Colonna Tedesca: Un Colonnello
chiese ben tre volte ??? quel momento si dimostrasse amanzuito sul suo volto erano segnati i suoi
crimini in terra Italiana; Un Colonnello 79 con la divisa da Alpino del Monterosa sul direi ben
pasciuto viso si vedeva che i pollastri e i maiali rubati ai poveri contadini della Val Fontanabuona
un Tenente che fungeva da interprete; Questi una volta prepotenti e spavaldi criminali in quel
momento diventati docili agnelli; Piangendo lacrime di coccodrillo per i loro crimini commessi
uccidendo innocenti bimbi, inermi vecchi terrorizzarono coi loro incendi queste due Vallate,
Fontanabuona e Valbisagno, furono consegnati a una piccola Pattuglia di Soldati Americani Mori
giunta in quel momento sul Colle di S. Alberto, Comandata da un piccolo e baffuto Capitano , il
quale si congratulò con noi per la bella preda; Ci pregò poi di mettere a sua disposizione un
Distaccamento di Partigiani perché assieme ad alcuni soldati Americani accompagnassero la
Colonna dei Nazifascisti in campo di concentramento di Pian dei Ratti. Cosi era finita la resa
della famosa Colonna, nel Luogo proprio dove l'Ottobre del 43 si formò un piccolo gruppo di
Partigiani armato di poche bombe a mano e una rivoltella, <Trascinando poi con se nella giusta
lotta tutto un Popolo> Finì per arrendersi uno dei più potenti e temuto esercito del Mondo. Che
tanto terrore e devastazione avevano portato in questa Terra Ligure lasciando sul terreno decine di
77 Guido era il Comandante delle SAP di Montagna della Divisione Garibaldi Cichero.
78 La brigata che si riferisce Piemonte forse era il Distaccamento”Alpino” della Brg. Berto e alcuni Partigiani del
Distaccamento “Sera” in quel momento c'era anche una parte del distaccamento “Castagna” e parte della G.L.
Matteotti, oltre la SAP “Bedin” già presente dal giorno prima.
79 Pasquali Arnaldo Colonnello della Divisione Monterosa e prese il Comando delle Truppe della RSI nella ritirata a
Uscio e Pannesi; Compresi il Battaglione Ucelli della San Marco, il 3° Battaglione della XXXI Brigata Nera “Silvio
Parodi” comandata da Vito Spiotta, ed una parte della X Flottiglia Mas.
101
tonnellate di materiale da guerra, esplosivi, armi di ogni sorta, 450 tra muli e cavalli e un'infinità
di automezzi; Esempio significativo, che la forza brutta non vince, ma vince la volontà di popolo.
Il documento è scritto e Firmato da Piemonte.
Cap.
04
I giorni 26 e 27 aprile giunsero a Bargagli e a Sant'Alberto oltre la Brigata della
G.L. G. Matteotti vi erano anche tre distaccamenti della Brigata Berto:
Uno di questi era il Distaccamento “Castagna” Comandato da Jack (Angelo Spinetto), il
Commissario era Pisa (Urbani Pazzi) che si era fermato a Borgonovo, dove poi per lo scoppio di
una bomba, morirono quattro Partigiani, e molti rimasero feriti fra i quali il Comandante del
Distaccamento che perse una Gamba.
Un altro Distaccamento che fu inviato da Bisagno a Sant'Alberto, era il Distaccamento
“Alpino” Comandato da Santo (Elvezio Massai), ed il Commissario era Bill (Claudio Floris)
Dopo il 27 aprile 45 il Distaccamento Alpino partì da Sant'Alberto, percorrendo Cornua, Calcinara,
Colle Caprile, arrivò a Uscio verso sera del 28. Il Comandante dell'Alpino, non ebbe buoni rapporti
con la SAP Garaventa di Uscio e lo stesso con il CLN di Recco, mantenne buoni rapporti solo con
alcuni del CLN di Uscio in particolare con "Davidin" (Bisso Davide poi eletto Sindaco del Paese).
Il terzo era il Distaccamento “Fuoco ”Comandato da Blek (Gino Botto), il Commissario era
Pietro (Aurelio Cademartori). Questo distaccamento si fermò per un giorno e una notte a
Sant'Alberto poi scesero verso la Città di Genova, per ritornare a Uscio il giorni successivi.
(La testimonianza è del Partigiano "Grifu" - Bernardin Augusto di Uscio, il quale fece parte di
quel Distaccamento)
In merito alla presensa, nella Zona, della Brigata SAP "Bedin", alcune testimonianze
confermano che: I i primi Partigiani ad avere contatto con il nemico, furono una Squadra del
Distaccamento "Sera" di Lumarzo, facente parte della Brigata SAP "Bedin".
Oltre a quanto sopra, nella zona di Bargagli, vi si trovava in quei giorni, una nutrita
presenza dei Partigiani della Brigata P. Borrotzu al Comando di "Ugo" (Nino Pompei) e il
Commissario "Luigi" (Luigi Casassa) e della Formazione di Manovra Prospero Castelletto, al
Comando di "Sandro" (Alessandro Bertolini) e il Commissario "Nando" (Gatti Ferdinando) tutti
della Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti.
Note di GB:
La SAP Garaventa comandata da Carbone Giovanni detto “Romeo” assieme al CLN di Uscio e altri
Partigiani presenti in Paese, già dal 24/04/45 stavano contattando con il locale Comando delle
truppe Tedesche per indurli alla resa senza spargimenti inutili di sangue. Il Comando locale Tedesco
era di stanza a Cabona: Una parte abitava nella palazzina di Cabona detto “U Quan” mentre una
parte era nel palazzo davanti alla Latteria del Terrile. I Nazifascisti che in quel momento avevano
perso parte della loro arroganza, vedendo anche arrivare in loco, le altre truppe Nazifasciste uscite
dalla disfatta dal fronte della Garfagnana.
Si riporta di seguito trascrizione di alcuni messaggi inviati tra le Brigate G.L. G. Matteotti
nei momenti cruciali della Liberazione:
Storie di eventi riconducibili alla Zona di Pannesi e Lumarzo
Racconto di Giorgio Massone figlio di “Piemonte” (18 aprile 2010)
Il Solimano Silvio detto “Berto” era nato a Santa Margherita Ligure il 09/06/1925 dove fu
arrestato nel gennaio del 1944, perché faceva propaganda antifascista e fu portato in prigione a
Rapallo, dove rimase rinchiuso per diversi giorni:
Egli a Rapallo fu anche percosso dai suoi carcerieri, fortunatamente riuscì a fuggire e salire
102
sui monti verso il Passo della Spinarola, qui fu incontrato da alcuni Patrioti di Uscio, che dopo un
primo interessamento alle sue condizioni fisiche venne aiutato e successivamente accompagnato a
Pannesi da Massone Emanuele detto “Piemonte” il quale stava già organizzando una delle prime
Bande Partigiane assieme altri di Colle Caprile, Uscio e di Pannesi e Lumarzo. Nella Zona si stava
già preparando la militanza armata contro il Fascismo ed i Tedeschi.
Il Solimano era malridotto ed era ferito ai piedi non riusciva a reggersi se non dolorosamente
sugli stessi, Piemonte lo portò a casa sua, dove premurosamente iniziarono le prime cure, la
principale fu il “riposo” e bagni di acqua salata ai piedi, in questa casa fu curato con i pochi mezzi
allora disponibili, bagni di acqua salata che era l'unica risorsa che le povere condizioni di un
contadino e di Piemonte potevano offrire come terapia dei piedi malridotti del Solimano.80
Il figlio di Piemonte Umberto, contribuiva con il Padre alle faccende di casa ed al cibo
aiutati anche del secondogenito Giorgio che era appena un ragazzo. 81 La gente del Paese ed i vicini
di casa si chiedevano chi fosse questo giovane loro ospite? La risposta era sempre la stessa: Che il
Solimano era un loro parente e che era temporaneamente loro ospite.
Una sera fece loro visita “Bini” (Serbandini Giovanni) che parlando con Piemonte e
Solimano disse: Che il Solimano appena guarito dalle ferite e migliorato il suo stato fisico poteva
essere accompagnato in Montagna a Cichero dove si stava formando una Banda di Antifascisti.
Il Solimano chiese quanti sarebbero stati in tutto a formare questa Banda. Bini rispose: Sei o sette!
Il Solimano interpretò quei numeri come miglia e rispose: Sei o settemila? Bini lo guardò fisso
negli occhi e aggiunse: Sei settemila senza gli zeri! Lo stesso Solimano ormai sapeva che ritornare
alla propria abitazione avrebbe rischiato la propria vita e quella dei Familiari ed amici.
Pertanto Solimano scelse di seguire Bini a Cichero ma prima di entrare in “Banda” sulla
Montagna, era necessario premunirsi di un falso nome, il cosi detto “Nome di Battaglia” questo
rendeva più difficoltoso scoprirne la vera identità e avere meno possibilità di essere individuati, lo
Stesso Silvio scelse per nome di battaglia il diminutivo del nome che aveva il figlio di Piemonte;
Che era Umberto ma lo chiamavano Berto, questo anche per amicizia e l'aiuto dato ogni giorno da
chi ne provvedeva alle cure, al cibo e dare anche notizie degli avvenimenti esterni. Ecco come
Solimano Silvio partendo da Pannesi diventò Berto, Medaglia d' Oro al Valore Militare.82
Note di GB: Esiste a riguardo presso ILSREC - Fondo CLN Liguria Busta 27B Fasc.12 una
relazione rilasciata dal "Piemonte" nel mese di Agosto del 1945 al CLNR Provinciale di Genova,
ed anche al Comando della VI Zona Corpo Volontario della Libertà dove al punto 5) dice:
5)
Nel gennaio 1944 diedi asilo e vitto a diversi antifascisti che fortunatamente erano riusciti a
fuggire alle torture dei nazifascisti, tra i quali l'eroe Silvio Solimano di S. Margherita, (Nome di
battaglia Berto) che le fu poi intitolata una brigata in suo onore
6)
Sempre nel gennaio 1944 dalla propria casa dove erano alloggiati per circa una decina di
giorni, dando vitto e assistenza e curati delle ferite riportate nelle torture dei nazifascisti, partiva la
prima squadra di 9 persone per formare la Divisione Garibaldina Cichero, tra i quali vi era pure,
Dente; Bini; il suddetto Berto; e Bianchi, quest'ultimo è riuscito a fuggire dalle torture, portando
seco la sentinella che aveva di guardia83.
80 Il sale nel periodo di Guerra era una cosa introvabile e costosa, così l'olio d'oliva, il sapone, il burro, farina ecc.
81 Piemonte era vedovo e viveva a Pannesi con i due figli, Umberto e Giorgio.
82 Il racconto Il racconto mi è stato fatto con precisione da Giorgio Massone nato nel 1935 a Genova secondogenito di
Piemonte, il quale se pur ragazzino aveva contribuito a rendere meno pesante la convalescenza del “Berto” presso
l'abitazione del Padre Piemonte a Pannesi.
83 Il Bianchi era Orlando detto "Orlandini" che dopo la fuga con il suo carceriere si era recato con Bini presso Bisso
Emanuele di Uscio; del fatto vedere il racconto del figlio Giorgio Bisso.
103
Partigiani: Solimano Silvio detto "Berto" e il Comandante Serbandini Giovanni detto "Bini"
Arresto del Partigiano Bianco Aldo di Mulinetti detto “Mulinetti”
La stessa cosa accadde nel marzo del 1944 a Bianco Aldo di Mulinetti, anche lui fu
arrestato dagli SS per una spiata che teneva tre ex prigionieri Inglesi nascosti a casa sua; Fu
arrestato e portato in prigione a Rapallo presso la Casa Littoria dove c'era il comando delle GNR.
Per diversi giorni il Partigiano “Bianco” fu torturato e picchiato selvaggiamente, fortunatamente
una notte riuscì a fuggire, ancora malridotto raggiunse i monti Uscio dove lo trovarono sfinito i
Partigiani della SAP locale, fu preso e trasportato al sicuro dove fu curato con ogni premura e
vigilando sulla sua sicurezza con ogni attenzione. Bianco di Mulinetti nel Gennaio del 1944 in
accordo con la SAP di Uscio fornì una notevole quantità di armi alle neo formazioni Partigiane
della Cichero.
Le armi furono sottratte ai Tedeschi da Bianco e nascoste in luogo sicuro vicino a Recco; Lo
stesso Bianco si mise d'accordo per le modalità del prelevamento e trasporto delle armi, con
“Romeo” Carbone Giovanni Comandante della SAP di Uscio, il quale alla guida di un autocarro
andarono assieme a prelevarle e le portarono a Uscio. Bianco Aldo detto “Mulinetti” mantenne
sempre un rapporto di grande amicizia con i Partigiani di Uscio e con Bisso Emanuele e Davide e
con la SAP di Pannesi.
(Da relazione di Massone Giuseppe Partigiano della SAP Garibaldina di Uscio)
Rastrellamento della Monterosa e Tedeschi a Pannesi del 27/08/44
(Racconto di Giorgio Massone figlio di Piemonte)
La sera del 26 Agosto 1944 verso le ore 21 venne a casa nostra a Pannesi Caprile Benedetto
di Colle Caprile, il quale era molto preoccupato perché era stato informato dalla SAP di Uscio che
nella notte sarebbero arrivati a Pannesi un migliaio di soldati, fra Alpini della Monterosa e SS
Tedeschi, i quali venivano a cercare i Partigiani ed in particolare mio Padre. “Piemonte” avvisato
per tempo fece circolare la voce in Paese e poi lo stesso organizzò la fuga, da tener presente che in
quel periodo in casa sua si era rifugiato un giovane di Vado di Livorno di nome Giannoni Alvaro
nato nel 1922, che era fuggito dai Tedeschi.
104
Piemonte assieme ai due Figli, Umberto e Giorgio, presero con loro le tre mucche che avevano nella
stalla e con Alvaro si trasferirono velocemente nella zona bassa del Paese detta Lainà; il figlio
Giorgio che era il più piccolo, si nascose da una sua pro zia sorella della di lui nonna che era nata
nel 1858, Giorgio era scalzo e con un paio di pantaloni corti, mentre Piemonte, Berto e Alvaro
andarono a Piano Sottano e si nascosero sotto un filare di uva che stava attaccato al muro (All' arse)
le forniva una certa copertura da non essere visti. Verso le cinque del mattino la pro zia di Giorgio si
accorse che c'erano già gli Alpini, essa disse al Nipote: Di stare attento e senza farsi scorgere di
andare ad avvisare il Padre e gli altri di questa sgradita presenza, ma il ragazzo quando arrivò nelle
vicinanze dove doveva sostare i suoi s'accorse che anche li c'erano già gli Alpini, per non farsi
notare il Ragazzo andò oltre.
Il Piemonte si era già accorto alle quattro del mattino dell'arrivo degli Alpini e di essere circondati
dagli stessi, era pertanto necessario di cercare di uscirne fuori. I tre ricercati distendendosi per terra
camminarono trascinandosi con le braccia, (Come lo stesso Piemonte aveva imparato nel periodo
del militare durante la Grande Guerra) passarono vicino alle sentinelle recandosi nella brughiera di
Samurì, una collina sopra a Lainà, qui Piemonte nascose l'Alvaro nel “garbo” di un vecchio albero
di castagno appoggiando poi dei rami secchi davanti all'apertura di passaggio in modo da coprirne
la presenza, il figlio Berto lo fece entrare e coricare in mezzo ad grosso cespuglio di rovi; Lo stesso
Piemonte ancora strisciando passò vicino alle sentinelle si nascose altrove.
Al mattino i Tedeschi e gli Alpini rastrellarono buona parte della popolazione rimasta a Pannesi e la
condussero sulla piazza davanti alla Chiesa del Paese e chiesero a loro dove si trovava la casa del
Piemonte, se la gente non avesse risposto entro pochi minuti Essi avrebbero bruciato il Paese, la
popolazione anche sotto minaccia delle armi non disse nulla, col passare del tempo la situazione
venne ad aggravarsi e aumentarono le minacce sulla popolazione inerme, un Cittadino uscì dal
gruppo e diede ai Nazisti le informazioni richieste. Gli Alpini e SS si recavano presso l'abitazione
del Piemonte e la depredarono di tutto ciò che a loro poteva servire e poi le dettero fuoco.
Piemonte da dove si era rifugiato vedeva una colonna di fumo che si ergeva verso il cielo, capiva
che era la sua abitazione che bruciava! Lo stesso con una stretta di cuore intuiva che quella era la
vile vendetta della violenza, della sopraffazione del regime Nazifascista la lotta contro la vita.
Nello stesso periodo oltre al toscano Alvaro, si trovava a Pannesi nascosto presso l'abitazione del
Massone Lorenzo, (Fratello di Piemonte) un ex militare, un certo Ori di Grosseto, questo Ori e
l'Alvaro che sino a quell'evento non avevano avuto alcuna intenzione di andare in montagna con gli
altri Partigiani, dopo il rastrellamento e l'incendio della casa si convinsero che era necessario di
decidere e scegliere quale era il loro futuro: L'Alvaro che dopo il rastrellamento fu nascosto per un
breve periodo in Lainà vicino al fossato, dove soggiornò in una baracca, ogni giorno i vicini del
Luogo e i Massone cercavano di portarle qualcosa da mangiare; Anche con grande coraggio una
ragazza del Paese chiamata Gina, figlia di Beccaria Angelo (detto “Guido”) d'accordo con il padre e
con Piemonte, facendo finta di lavorare nei campi in mezzo a sacchi e fogliame le portava da
mangiare; Dopo alcuni giorni l'Alvaro fu accompagnato in montagna dai Partigiani, mentre l'Ori84 di
Grosseto si mise in cammino per raggiungere il suo Paese; Chi sa se lo raggiunse mai?
Scontro armato a Pannesi fra Partigiani e Militari Tedeschi
(Testimonianza di Giorgio Massone)
Era i primi di novembre del 1944 ed io in quel periodo mi trovavo da mio zio Massone Lorenzo in
località Panixiasco di Pannesi, quando un tardo pomeriggio uno del Paese chiamato Olcese detto
Boccia passando di lì ci disse: Che mentre veniva dal Paese aveva visto passare due Tedeschi in
bicicletta che andavano in su verso il centro dello stesso. Mentre si stava parlando da circa cinque
minuti, sentimmo una raffica di mitra che sembrava che non finisse mai! Dopo una mezz'ora arrivò
una persona da Pannesi che tutto allarmato ci informò di quanto era avvenuto in Paese e disse che:
84 Ori in realtà si chiamava: Menichetti Oris pat. Gino e Giunchini Ferdinanda, nato a Massa Marittima il 16/12/1922
abitante a Scarlino Comune di Gavorrano, dopo alcuni anni lo stesso venne a trovare Piemonte a Pannesi.
105
In uno scontro armato tra Partigiani e altri militari erano rimasti uccisi due soldati Tedeschi.
La notizia ci colse tutti di sorpresa, mio zio Lorenzo non riusciva a rendersi conto di chi poteva
avere fatto una cosa del genere nel pieno del Paese.
Dopo alcuni giorni si venne a conoscenza di come era avvenuto il “fatto” e che cosa era successo:
La causa di questo fortuito avvenimento di guerra, era da ricercarsi nell'azione per il ricupero e il
trasporto di armi e munizioni da parte di un Distaccamento di Partigiani.(note 01)
Questi Partigiani fra cui un ex Carabiniere (Cognato di un certo Lorenzo Olcese) che era stato in
servizio presso la Caserma dei CC di Sori, dopo l'otto settembre prima di fuggire aveva nascosto
delle armi nel fondo della caserma stessa, per cui quel giorno con altri partigiani della zona di Sori,
decisero di andarle a prelevare e portarle in montagna. Questi andarono a Sori e caricarono le armi
su di un carretto e le portarono fino al Lago poi di li vennero caricate sopra di due muli ed iniziò il
trasporto verso il monte di Cornua, per proseguire poi a monte Becco e di li avviarsi verso Bargagli,
erano in quattro Partigiani, due davanti come vedette e due dietro con i due muli ed il carico,
quando i due di vedetta arrivarono quasi in Cornua, uno di questi era salito sopra di un albero per
vedere meglio, ma essi furono avvistati da una pattuglia Tedesca che apri il fuoco contro di loro,
nello scontro il Partigiano Nan di Levà che salito sopra l'albero rimase ferito a una coscia e perdeva
sangue. Il ferito in un primo tempo fu nascosto in una cascina e coperto di foglie, poi altri Patrioti
andarono a prenderlo e fu trasportato al Lago, dove li fu caricato su di un carretto per il trasporto
della frutta e verdura, che era di proprietà di un altro Partigiano detto Beppin du Lago 85 e con questo
mezzo di fortuna il ferito fu trasportato all'ospedale di Nervi.
Dopo questo non previsto scontro i due Partigiani, che erano con i muli carichi di armi, decisero di
cambiare percorso e non salirono più verso il monte di Becco ma deviarono sul sentiero che li
condusse a Pannesi. Arrivati in paese si avviarono verso Lumarzo, ma appena superate le case del
paese in una curva (Dove si trova la casa Olcese Raffaele dei Ligagin) si incontrarono con quei due
soldati Tedeschi visti passare poco prima da Olcese detto Boccia: I due soldati Tedeschi visti i due
Partigiani con i muli le puntarono addosso le loro armi, il primo partigiano alzò le mani, mentre il
secondo che era dietro al mulo accucciandosi sotto la pancia dell'animale riuscì a sparare per primo
scaricando tutto il caricatore della sua arma sopra dei due militari uccidendoli .
12 novembre 1944:
Dopo alcuni giorni buona parte di truppe Tedesche si concentrarono in Pannesi e vennero a
cercare i loro commilitoni con la minaccia delle armi radunarono tutta la Popolazione sulla piazza
della Chiesa, e dichiarando a tutti di fare una strage della Gente di bruciare il Paese se non veniva
consegnato a loro i due dispersi, in quella occasione il Parroco Don Oneto si espose di prima
persona spiegando ai Tedeschi quanto era accaduto: Che i loro commilitoni erano stati uccisi in
combattimento con dei Partigiani, ma che questi non erano del Paese ma erano di passaggio e non
erano conosciuti dalla popolazione per cui non avevano loro alcuna colpa.
I Tedeschi dopo aver perquisito tutte le abitazioni, prelevato tutto quello che a loro le poteva
servire, bestiame compreso, dettero fuoco a quattro o cinque case, più alcune cascine del Paese.
Dopo avere ricuperato le salme dei due loro commilitoni (Che erano state sepolte nella notte
stessa dello scontro in mezzo ad un campo di grano), gli Ufficiali Tedeschi fecero prelevare e
portare con loro una decina di ostaggi che dovevano essere condannati a morte. Fra questi ostaggi si
trovava anche Don Oneto, e c'era anche Aurelio Olcese dei Ligagin che era appena un ragazzo;
questi prigionieri furono portati nella Piazza del paese di Uscio.
In tarda serata, una parte di questi prigionieri furono rilasciati, gli stessi poterono tornare alle loro
abitazioni, ricongiungersi con la propria famiglia, solo alcuni di loro furono trattenuti per diversi
giorni compreso il Parroco Don Oneto.
85 Il figlio di Caorsi che aveva il mulino al Lago di Sori, mi ha confermato che fu suo Padre che nascose sul carro,
sotto dei sacchi, il Partigiano ferito e lo trasportò all'ospedale di Nervi.
106
Note di GB sugli episodi citati:
Note 01
I Partigiani che parteciparono allo scontro facevano parte del Distaccamento “Villa”
al cui comando c'era il Comandante “Mino” (Costantino Croce) che faceva parte della Brigata Peter
al Comando di Scrivia, la quale era già stata trasferita in Val Borbera, per integrarsi poi nella nuova
formazione della Brigata Oreste della Divisione Pinan-Cichero.
Nota 02
Memoria di Garaventa Bruno di Uscio: Ricordo che pochi giorni dopo, che furono
bruciate una decina di case di Pannesi, io con mia Madre, mio fratello di latte Gianni, sua Madre 86
ci recammo a Pannesi, dalla Rina moglie di Vittorio Olcese (dei Ligagin), la quale ci portò a vedere
il Paese come era stato ridotto dopo la rappresaglia Nazifascista. Visitammo il posto dove erano
stati uccisi i due militari Tedeschi, nello scontro a fuoco contro i Partigiani; con i nostri Genitori
recammo a vedere anche il campo dopo erano stati repentinamente sepolti.
Nota 03
Una sorella di Aurelio Olcese, di nome Rina, venuta a conoscenza che il fratello era
stato preso come ostaggio dai Tedeschi, corse disperata alla ricerca del fratello verso Uscio e
raggiunse la colonna dei prigionieri nei Lucchi davanti al negozio di Ada Fabbri, quando la giovane
ragazza vide il Fratello, che assieme agli altri compaesani che stavano andando verso Recco,
piangendo e urlando si aggrappò al fratello scongiurando i soldati Tedeschi di lasciarlo andare, visto
che era appena un ragazzo, e non aveva colpa alcuna di quello che era successo nel paese alcuni
giorni prima. Il fratello fu poi rilasciato in serata, nella piazza di Uscio assieme ad altri Compaesani.
L'episodio mi fu raccontato dall'Aurelio in persona, in uno dei tanti incontri che facevo con Lui a
Genova, lo Stesso era molto amico con mio Padre che aveva lavorato come muratore al Galliera
dove l'Olcese prestava servizio come fuochista alla C.T .
Nota 04
Nella colonna fra le persone arrestate c'era anche una Ragazza che era di Camogli ma
sfollata a Pannesi, ed abitava con il Padre, grande Invalido di Guerra, in casa di Don Oneto presso
la Chiesa di Pannesi.
Questa Ragazza di nome Maria Grazia Funari, che conosceva bene la lingua Tedesca difese il
Parroco e la Gente, spiegando meglio quello che era avvenuto nello scontro armato tra Partigiani e
Militari Tedeschi. La Ragazza fu la stessa che fece da interprete nella resa dei Tedeschi a Uscio il 27
aprile del 45.
Breve storia della Famiglia Funari di Camogli ma sfollata a Pannesi.
La famiglia Funari era di Camogli, ma a causa dei bombardamenti era sfollata a Pannesi ed
abitava in casa del Parroco del Paese Don Oneto; io ne sono venuto a conoscenza di questa
Famiglia grazie alla Sig.ra Garaventa Liliana di G.B. Nata nel 1921 a Genova, ma residente a
Uscio, la quale durante una telefonata per avere notizie più esaurienti su una sua Zia, Garaventa
Filomena Partigiana della Brg. Berto, il discorso si estese anche sulla resa dei Tedeschi a Uscio del
27 Aprile del 1945.
La Garaventa mi disse che anche Lei era presente a quel storico episodio e mi raccontò tutta
la vicenda, ed il motivo per il quale si trovava presso l'Albergo della Posta di Uscio, al momento in
cui fu Firmata la resa tra il Comando Tedesco e il Capitano David Streger della Compagnia G del 2°
e 3° Battaglione del 473° Reggimento della 92a Divisione “Buffalo” degli USA Army.
Seguendo il minuzioso racconto della Garaventa sulla sua conoscenza della Famiglia mi disse:
La Famiglia Funari era di Camogli ed il Padre Rodolfo, Primo Capitano di Artiglieria e
Grande Invalido della guerra del 15-18 dove era rimasto lesionato ai polmoni a causa dei gas
asfissianti lanciati al fronte dalle truppe nemiche; Lo stesso a causa di questa sua infermità era stato
86 Repetto Clara era la figlia di Pietro, Ispettore del CLN di Alessandria e sindaco per il PCI di Serravalle Scrivia.
107
residente diversi anni in Trentino con la Moglie e la Figlia Maria Grazia, la quale continuando i suoi
studi in queste Zone, imparò a parlare e scrivere correttamente la lingua Tedesca, compreso altre,
Inglese e Francese che già aveva studiato precedentemente.
La storia della Sig.na Maria Grazia Funari, per noi inizia durante il Rastrellamento a
Pannesi, del 12 novembre 1944, dove Lei venne arrestata assieme al Parroco Don Oneto ed altri
Abitanti del posto. I prigionieri trasferiti a Uscio dai militari Tedeschi che volevano fucilarli, Lei
che conosceva bene la lingua Tedesca intervenne in difesa della popolazione e di Don Oneto, il suo
intervento fu decisivo per rilascio dei prigionieri, il Comando Tedesco dopo questa sua conoscenza,
chiese a Lei di disporre la sua conoscenze linguistiche al loro servizio, offrendo la sua assunzione al
proprio Comando di Uscio.
La Ragazza dopo un periodo di ripensamenti accettò l'incarico, pensando che questo poteva
essere utile anche al Padre, il quale con ideale Antifascista collaborava con il Comitato (CLN di
Pannesi) a favore dei Partigiani e poi con il Comando della Brigata SAP Bedin; per questa ragione
la sua Famiglia si trasferì da Pannesi a Uscio e andò ad abitare presso la Famiglia di Trebino
Achille, sulla strada che conduce alla Colonia Arnaldi vicino al bivio per Altare di Uscio, dove poi
conobbe la Garaventa Liliana.
Il giorno della resa delle Truppe Nazifasciste, La sig.na Maria Grazia fu chiamata dal
Comando Tedesco per fare da interprete e scrivere le condizioni della resa, questa era abbastanza
preoccupata e chiese alla Sig.na Liliana di accompagnarla e di stare assieme a lei, cosa che fece
seguendo la trattativa con il CLN e Partigiani, e poi la Resa con il Comando USA Army.
La Sig.na Funari, nel svolgere il suo lavoro presso il Comando Tedesco a Uscio, passò
diverse informazioni al Parroco Don Oneto, il quale a sua volta le faceva pervenire a Piemonte o al
Comando della Brg. SAP Bedin.
Purtroppo un giorno la Ragazza comunicò al Parroco, che presso il Comando Tedesco di
Uscio, era pervenuta una lettera anonima che accusava un gruppo di persone di favorire e svolgere
attività Partigiana, fra queste persone era anche segnalata la Famiglia di Lorenzo Massone.
Il Parroco in quel momento non potendo avvertire personalmente del fatto la Famiglia di
Massone Lorenzo, preoccupato per darne a breve tempo l'avviso onde evitare rappresaglie, ha
incaricato il Sig. Aldo P.... sfollato presso il Santuario della Madonna del Bosco, di avvisare la
sopraddetta famiglia. Il P.... che era continuamente in contatto con la Famiglia del Massone Lorenzo
si impegnò di far pervenire quanto prima l'informazione di pericolo agli stessi; In seguito garantiva
al Parroco di avere fatto il proprio dovere. Fu poi accertato che l'informazione arrivò con ritardo,
quando tutto era perduto. Massone Lorenzo fu arrestato dai soldati Tedeschi e portato a Recco, dove
barbaramente fu ucciso presso la Villa Dufour il 14-12-44 inoltre le fu anche bruciata la propria
abitazione a Panixiasco. Questo triste fatto è documentato da una dichiarazione rilasciata dal
Parroco di Pannesi e della Madonna del Bosco, Don Oneto in data del 2 maggio 1945.
Dopo la guerra le due amiche, Liliana e Maria Grazia, si frequentarono ancora, poi per
ragioni di lavoro e di famiglia la Sig.na Funari si trasferì in Bolivia.
Esiste una poesia scritta nel Febbraio 1945, dal Capitano Funari durante la sua permanenza a
Uscio, la poesia è riferita al giorno del rastrellamento a Pannesi quando i Tedeschi e gli Alpini della
Monterosa sono andati per arrestare Piemonte, non riuscendo a trovarlo le hanno bruciato la casa,
dopo averle rubato quando di utile Egli aveva presso la sua abitazione.
Si trascrive la commovente ma anche rabbiosa poesia, scritta per Piemonte dal Capitano
Funari Rodolfo:
A Pannesi il 27 Agosto 1944
Splendida l' alba spunta d'un festivo
giorno, di mezza estate, sul montano
borgo, cui del lavoro quotidiano
la sosta il campanil nunzia giulivo.
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Quand' ecco in mezzo ai boschi, un cupo insorge
l' atrar di, cani e voci concitate
segnan l'arrivo di squadre armate
che intorno serran, mentre il sole sorge.
A illuminare ancora una vergogna
sorge; Ancora un italico innocente
paese è preda non d' estranea gente
ma d' Italiani degni della gogna!......
Armi e fogge Tedesche, e sul capello
l'onesta penna alpina: che ironia!....
Fan massa sul sagrato, ove via via
di “rastrellati” adunasi un drappello.
Uno alla volta questi poi davanti
a un tristo sgherro vengono chiamati:
e micidiali ordigni son punti
frattanto sul villaggio sottostante.
Fra quel mucchio di case ove maggior
ricca non è, ma sol miseria accampa,
s'ode uno scoppio a un tratto, indi divampa
l'incendio della casa di Massone....
Emanuel Massone, assai ben noto
come era il tuo nome, e tua figura al pari:
né a te, del repertorio di Funari
qualche bel verso era rimasto ignoto...
Ancora ti sovien?...... Re tradittore:
La sorte di Capeto – ti serbi Iddio signore!....
D'un Popolo di liberi – di schiavi hai fatto un gregge
che con in man la férula – un dittator regge!....
Eppure – hai schiavitù, di questa sei
viltà tu madre!.... mentre maledetto
suona il tuo nome, mentre arde il tuo tetto,
io fingo non sapere chi tu sei!....
Ma nel mio volto, e in quello d' altri astanti,
non può non affiorar l' avvilimento
imo del cor !..... Ci squadra, e lento lento
un cosi detto ”alpin” ci vien davanti;
e con ghigno avverte – Sian tornati
in Italia a sparar sugli Italiani,
non sugli Inglesi: finché come cani
non avrem tutti quanti trucidati!
Ricordo che serrai gli occhi, si acuta
la sofferenza fù, l' avvilimento
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profondo!.... Ah, un'arma!..... Vivere un momento
da uomo,.... e poi morir!.... Palida, muta,
mia figlia, poco più lungi, assaporava
altro fiel: Seppi poi che altro “alpino”
voluto avria, con alto, peregrino,
pensier, le scarpe toglierle!..... Che prava
razza di sgherri fosti, o Mussolini,
capace a suscitare, in quest' aulente
Patria; oggi vile, un di splendente
culla di Garibaldi e Mazzini!.....
Uscio, febbraio 1945
Al sig. Emanuele Massone, in ricordo della vecchia conoscenza, questi pochi versi
che vedranno prossimamente la luce, dedico
Pannesi, 25 maggio
l' autore R. Funari
un Antifascista
Da una mia ricerca sulla Famiglia Funari Risulta che:
La Sig.na Funari Maria Grazia partì nel primo dopoguerra per la Bolivia, alla sua
partenza fu personalmente accompagnata dalla Sig.na Garaventa Liliana, alla Stazione Marittima,
“Ponte dei Mille” del Porto di Genova. Proprio davanti alla Stazione Marittima Esse fecero
diverse foto, in ricordo della loro sincera amicizia.
La Sig.ra Funari Ritornò successivamente in Italia e andò ad abitare a Rapallo, il Padre
andò ad abitare a Recco, dove decedeva nel 1961. la Signora Funari Maria Grazia era nata il
11/02/1923 a Bracciano, è deceduta a Lavagna il 19/03/2004.
Si ringrazia la Sig.na Liliana per la gentile concessione delle foto e della sua collaborazione alla
storia della Resa delle Truppe Nazifasciste a Uscio il 27/4/1945 dove Essa era presente con la Sig.
ra Funari che fece da interprete fra Tedeschi, Americani e Italiani.
110
Genova - Stazione Marittima: La Sig.ra Liliana Garaventa di Uscio e Maria Grazia Funari la
è in partenza con la nave per raggiungere il Sud America, si reca in Bolivia presso La Paz.
Memoria di G. B. di Uscio in ricordo di Don Oneto Parroco di Pannesi.
Don Oneto Giuseppe nacque a Valparaiso in Cile il 22/05/1914, durante la guerra Egli era
Parroco a Pannesi e del Santuario della Madonna del Bosco. Don Oneto aiutò molto il movimento
Antifascista, nascose molti attivisti, partigiani e anche Cittadini di religione Ebraica; lo stesso
Comandante Florio Renato, ferito e convalescente, rimase per un periodo nascosto alla Madonna
del Bosco.
Durante il primo imbarco, in agosto del 1957 sul Piroscafo Enrico “C” incontrai sulla nave, un
suo cugino che era imbarcato come operaio meccanico, un certo Vignolo che abitava a Ruta di
Camogli. Anche Vignolo era stato Partigiano nella Divisione Garibaldi, mi raccontò del contributo
che diede Don Oneto alla lotta Antifascista, e lo Stesso Parroco fece parte del C.L.N. di Lumarzo
in rappresentanza del Partito Democratico Cristiano pur non essendone iscritto, lo stesso dichiara
alla domade del CLNR per la sua riconferma nel CLN di Lumarzo:
E' mai stato arrestato: Si il 12 novembre 1944 dai Tedeschi per rappresaglia.
Ha mai subito condanne: Si in seguito all'uccisione in Pannesi di due Tedeschi, condannato alla
fucilazione. Per intervento di tante persone, liberato dopo pochi giorni.
A quale partito appartiene: Ufficialmente a nessun Partito, poiché come Sacerdote ciò è vietato
dalle disposizioni dell'Autorità Ecclesiastica; Mancando un Membro del P.D.C. Sono chiamato a
farne le veci, avendo lo scorso anno collaborato attivamente nella cospirazione coi Partigiani.
(La dichiarazione è sottoscritta da Don Oneto nella Scheda del CLN – Liguria in data 13-6-1945)
111
Testimonianze e memorie di persone della Zona.
Memorie di Giorgio Massone del 22/08/2010:
La minestra
Giorgio mi ha raccontato che un giorno sua Nonna si mise a cuocere diversi pentoloni di
minestrone i quali una volta cotti le versò dentro un bidone da latte, Lui non riusciva a capire come
mai faceva tanta minestra?
Questo bidone di minestra, fu poi prelevato da un certo Tallino Olcese, credo nato nel 1921 a
Pannesi, il quale dopo la Guerra faceva l'infermiere. Giorgio soltanto molto tempo dopo, seppe che
il Tallino trasportò questo “bidone” con il contenuto presso il Casone dei Zerbi che era nelle
Gione, in questo Casone vi erano nascosti un gruppo di otto o dieci ex Prigionieri Russi e di altre
Nazionalità che ora non ricorda. Questi erano ex Soldati prigioniere sfuggiti ai Tedeschi i quali li
usavano per il lavoro di costruzione della strada Pannesi-Calcinara, i Patrioti di Pannesi li
aiutarono a fuggire ed a nascondersi, molti di questi poi si unirono alle Bande Partigiane della VI
Zona.
Tentativo di colpire il Comando Partigiano di Pannesi attraverso una spia.
Un pomeriggio mio Padre fu informato che in Paese circolava un giovane che cercava di
Piemonte e dei Capi Partigiani; questo era un giovane di città abbastanza distinto, andarono
subito a cercarlo, appena rintracciato questo fu portato alla presenza di Piemonte dove a questo
disse: Che Lui era stato inviato dal Comando Americano e che dovevano sbarcare delle armi da un
sommergibile Alleato per fornirle al Comando Partigiano, per questo era necessario che il
Comando con dei Partigiani le andassero a ritirare allo sbarco, che sarebbe avvenuto a Sori.
Era già tardo pomeriggio quando il Giovane fu accompagnato a casa di Piemonte per
chiarire meglio la notizia; durante le successive informazioni che Questo dette, cercò con maggiore
insistenza che doveva parlare al comando Partigiano e di fare in modo che questo si recasse a Sori.
Assieme a Piemonte, in quel momento c'era anche un soldato Inglese di nome Sam, i due
non si fidarono del nuovo arrivato il quale non aveva credenziali o parole d'ordine credibili, Essi
decisero di mandare a chiamare Scrivia, che si trovava in località detta Lago Tinello nelle
vicinanze della Crocetta di Pannesi, Scrivia arrivò dopo poco tempo ed era armato di mitra, con
pantaloncini corti (Eseguiti con stoffa di colore blu ricuperata dall'attacco alla caserma di
Cavassuolo). All'arrivo di Scrivia tutti entrarono in casa e andando a sedersi in sala, solo Scrivia
rimase in piedi vicino porta di uscita della sala stessa con il mitra nelle mani. Mentre il Piemonte e
Sam parlavano con questa Persona, cercando in realtà di capire chi fosse, per scoprire il vero fine
di questa sua non credibile informazione del Comando Americano; ad un certo punto dopo la lunga
discussione, l'informatore si rese conto di non essere più credibile e che aumentavano i sospetti sul
suo conto, lo Stesso si alzò cercando di avviarsi verso l'uscita per fuggire, ma intervenne
tempestivamente Scrivia col mitra e ne bloccò la fuga, i Partigiani presenti e Scrivia compreso,
condussero il “Prigioniero” al loro campo base.
Successivamente nel campo Partigiano la Persona sospettata fu interrogata ancora a lungo
finché gli stessi Partigiani ed il Comando si resero conto che "questo" era una delle tante spie
prezzolate dai Nazifascisti che cercava di portare al massacro il comando Partigiano.
Durante il processo era presente anche Lesta il quale osservò la pericolosità della Persona
in causa, per le conoscenze che questo aveva appreso dei luoghi e delle Persone: (Osservazione di
Giorgio: Probabilmente questo aveva confessato del tranello, che lui con altri non presenti avevano
organizzato per portare al massacro il Comando Partigiano)
La spia fu successivamente processata e condannata a morte e fucilata sul posto, il corpo fu
sepolto bosco della Tecosa.
112
Note: Questo racconto dimostra in quanti modi si cercava di colpire il Movimento Partigiano,
spesso gli Ufficiali delle SS Tedesche e dello spionaggio nemico, si servivano di SS Italiani, per
infiltrare nelle zone e nelle file stesse dei Partigiane. La Banda Gigi si era recata a Pannesi ed in
Cornua spacciandosi per Partigiani, così fecero a Cichero, dove sette giovani Partigiani il 16/7/1944
caddero nella trappola, furono arrestati e poi fucilati sul posto, inoltre fu bruciato anche il Paese.
Si riportano alcuni messaggi inviati dal SIP ai comandi di Brigata o di Zona, si informano di
infiltrazione di agenti della SS o della RSI nelle file Partigiane:
Informazione e Spionaggio in VI Zona Operativa
Cap.
01
Informazioni dal S.I.P. su fatti di spionaggio:
Al Comando della 1^ Compagnia
Riservatissima Personale
26-11-1944 – Ferrada: Vengono catturati dal Distaccamento Volante della 1^ Compagnia della
Brg. G.L. tre persone indiziate di essere spie a servizio delle Brigate Nere di Chiavari e dei
Fascisti.
Sul documento si citano i nomi e cognomi delle persone e anche dei testi i quali elencano i fatti e le
accuse indirizzate agli informatori.
Cap. 02
1)
Elenco di alcuni casi, Denuncia eseguita da Malacrida al Comando GL
Comunicazione scritta alle Brg. Partigiana G.L.
Comunicazione da Z3 (Piandeipreti) (Malacrida C.V)87
Dichiaro di aver visto a Genova Mercoledì o Giovedì c.m. Un tale con impermeabile chiaro
(Spano) in divisa da Sergente Maggiore da Bersagliere in via Bobbio.
Z3 Il sottoscritto – segue sigla J
segue data 6/12/44
2)
Comunicazione scritta alle Brigate Partigiane.
COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE
CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA'
6a Z o n a
O pe r a ti v a
Zona, mercoledì 6 dicembre 1944
Comando di Brigata Giustizia e Libertà “Matteotti”
Segnalazione
Qui allegata vi trasmettiamo una nota del nostro S . I . P . contenete una segnalazione che
vi riguarda:
Per il COMANDO ZONA
(Segue firma, Ugo)
87 Malacrida detto “Giuanin” era di Recco ma sposato a Piandeipreti faceva parte della Brg. G. L.
113
Segue Allegato del SIP:
S
I
5 -12 -44
P
Compagno Attilio
URGENTE
Da informazioni giunte questa sera risulta che alla brigata Matteotti si è infiltrata una spia
SERRA, negli ultimi giorni del mese di novembre. L'informatore viene dalla casa dello
studente.
Saluti. Firmato: Vittorio
Cap. 03
Lettera dove si denuncia la scarsa prudenza di alcuni Partigiani della Brg. G.L.
nel scendere in Città.
Volontari della Libertà
Brigata “Giustizia e Liberta”
G. Matteotti
COMANDO II^ COMPAGNIA
PROMEMORIA per il Comando di Brigata.
Prego informarsi se nella formazione prestano servizio i volontari SARTORIS ed IVO.
Risulta che il primo si reca sovente a Recco e la è pedinato da agenti della SS.
Il secondo va troppo spesso a casa, ossia in altri ambienti pericolosi, dove è stato segnalato
dalle forze di Polizia Fascista.
Pertanto quanto sopra si porta a conoscenza di codesto comando affinché provveda ad
informare gli Interessati.
Saluti (firmato) Carabiniere
li 10/12/44
(AILSREC carte Zolesio 12/44)
Testimonianze del Partigiano Lagomarsino Ugo detto “Roa” nato a Pannesi il 14/03/1925
Partigiano: Nome di battaglia Roa, del Distaccamento Castagna della Brigata Berto, sposato con la
Figlia di Beccaria Angelo (Partigiano nome di battaglia Guido) proprietario della Trattoria sul
monte Cornua,
Ugo mi racconta che nella trattoria del suocero era il posto di riferimento per tantissimi giovani che
passavano di li per congiungersi alle Bande Partigiane, fu anche luogo strategico per incontri dei
Capi e Commissari Partigiani delle diverse zone, li si incontrarono di sovente: Bisagno; Bini,
Marzo; Canepa. Dente; Piemonte; Scrivia; Spesso veniva Bisso Davide e il Figlio Gemino “Chiave”
e altri partigiani di Uscio e di Pannesi e paesi vicini.
Molti disertori o prigionieri fuggiti dai campi di prigionia, arrivavano spesso nella zona di monte
Becco e Cornua, venivano nascosti, alimentati e spesse volte anche vestiti con abiti borghesi, la
maggior parte di essi entrò nelle file partigiane e combatterono a fianco fianco Italiani, Russi,
Polacchi, Francesi e di tante altre Nazioni, Uomini di Paesi diversi ma uniti fermamente dalla
volontà di combattere il Nazifascismo per la Libertà.
Ugo mi raccontò di due ex prigionieri Inglesi sfuggiti dal campo prigionia di Calvari, questi si
nascosero qualche mese sul monte di Uscio, in una Cascina e dove quasi giornalmente le portarono
loro da mangiare dal Paese; Il benemerito fornitore era uno che abitava a Uscio in Via D. Romano
vicino alla Chiesa, Il nome dei prigionieri era: Uno Smith tenente della Special Force (R.T. Quayle
B. Smith) il quale appena fu rintracciato dal Comando Inglese, diede indicazioni al Comando
Partigiano di fare in modo che questo raggiungesse le Truppe Alleate, Smith fu scortato di notte a
Mulinetti dove una motobarca era in attesa per il suo trasporto in Corsica; L'altro Militare si
chiamava Sam, ed era sergente della Special Force, il quale si fermò a combattere con i Partigiani
della Brigata Peter, comandata da Scrivia, e fece parte di quel gruppo che attaccò la caserma della
114
Marina di Pozzolo a Genova-Prato, in quella occasione era stato vestito da Tedesco e sedeva davanti
in cabina del Fiat 626.
Altri soldati Russi prigionieri che erano obbligati a lavorare per i Tedeschi a costruire la strada
carrabile per congiungere Pannesi a Calcinara furono aiutati fuggire. Fu lo stesso Ugo che li
conosceva ne parlò con Angelo e d'accordo li fecero fuggire e si recarono in Cornua, poi furono
accompagnati in Montagna dai Partigiani, I nomi di questi Russi erano uno Oscar, un altro Cicci e il
terzo Ugo non lo ricordava più.
Segue testimonianze di Lagomarsino Ugo “Roa”
C'era una famiglia che il marito era di Pannesi ma abitavano a Genova dove avevano un negozio di
generi alimentari, durante i bombardamenti il negozio fu danneggiato e fu così che Essi decisero di
trasportare buona parte degli articoli ivi contenuti a Pannesi, e depositarli in un magazzino.
Il Marito di questa Signora era un noto squadrista di Genova-Castelletto ed erano amici dei
Tedeschi e dei Repubblichini. Durante l'occultamento dei beni del negozio a Pannesi Essi subirono
un furto e la Coppia denunciò la popolazione di questo, essi diedero una settimana di tempo a chi
fece il furto, per di riportarle il maltolto dove era stato preso altrimenti avrebbe denunciato al
Comando Tedesco un gruppo di persone del luogo da loro ritenuti sospetti del furto e di essere
anche Comunisti o Partigiani.
Questa “Signora con il Marito” denunciarono il fatto al Comando Tedesco dando un elenco di 11
nomi e cognomi di persone del Paese, dichiarando che questi avevano rubato a lei le merci per
rifornire i Partigiani, le persone furono accusate di essere Comunisti e di fare parte dei Partigiani
del posto; Le persone denunciate al Comando Tedesco furono le seguenti:
Massone Emanuele; Massone GioBatta, Mario e Emanuele (Fratelli), Olcese Pietro; Olcese Matteo;
Olcese Menego; Ratto; Schenone Nanni o Nannin il quale lavorava all'INPS di Genova, lo stesso
Ugo ed altri ancora che non vengono al momento ricordati i nomi.
Questa spiata fatta per meschina vendetta politica, fece scaturire da parte Tedesca, rastrellamenti e
rappresaglie nel Paese che portarono a deportazione e lutto in diverse famiglie del Paese.
Florio Renato Comandante della Brigata SAP Bedin:
Ugo mi raccontò che aveva conosciuto Florio Renato “Napoli” nato in Agerola il
02/12/1917 Sergente Maggiore nel 15° Reggimento Genio di Chiavari, l'8-9-43 si trovava di
servizio presso il 42° Reggimento di Fanteria alle Caserme di Genova-Sturla, quando arrivarono i
soldati Tedeschi che circondarono la Caserma riuscì a fuggire con dei colleghi, gettandosi da una
finestra della stessa Caserma. Successivamente il Florio fu arrestato e portato alla Casa dello
Studente di Genova; dopo un breve periodo di prigionia e maltrattamenti, una sera fu condotto con
altri prigionieri presso il cimitero della Castagna, per essere fucilato. Il Florio dopo la fucilazione
anche se ferito riuscì a sfuggire ai suoi aguzzini, facendo finta di essere morto, riuscendo così a
salvarsi. Appena i Tedeschi si allontanarono, Lui preso dalla paura e nel buio cercò rifugio, lo trovò
salendo sopra di un albero di cipresso e vi rimase tutta la notte. al mattino presto una donna che con
altre transitava sul posto lo vide, e rendendosi conto della situazione, le gridò di fuggire prima che
tornassero ancora i Tedeschi. Florio riuscì a fuggire, se pure in stato di confusione, dopo alcuni
giorni fu accompagnato a Cornua dove trovò la prima assistenza presso la Famiglia Beccaria e poi
fu portato a Pannesi dai Massone e qui prese il primo contatto con i Partigiani. Florio Renato rimase
diverso tempo presso la Madonna del Bosco (Forse anche con qualcuno della propria Famiglia)
appena le sue condizioni fisiche lo permisero egli si inserì con i Partigiani locali nella Brigata SAP
Bedin, e per la sua esperienza di Ufficiale presso le Caserma di Sturla, ne divenne poi Comandante.
La sua morte avvenne presso il Ponte di Rovegno la mattina del 24/04/1945 da dove avevano
ricevuto ordini dal Comando di Bisagno di avviarsi verso Lumarzo, Pannesi e Uscio, mentre erano
in marcia per raggiungere la meta, la colonna Partigiana fu presa a bersaglio e mitragliata da “Fuoco
amico” da aerei Alleati a volo radente. Il Florio colpito morì tra le braccia di Garaventa Giovanni,
115
Vice Comandante della Brigata e Piemonte anche lui presente. In quel infausto giorno rimasero
colpiti a morte fra Loco e il Ponte di Rovegno ben altri quattro Partigiani:
Il Corpo dello sfortunato Florio Renato sepolto provvisoriamente presso il cimitero di Rovegno, fu
riesumato nei primi giorni del maggio 1945 da Gildo, Fratello di Garaventa Giovanni (Caduto il
27/05/45) e da Massone GioBatta detto Ninin (Villa) che assieme ad uno di Bargagli che faceva
l'autista nei Pompieri a Genova, Essi prelevarono la salma e la caricarono sopra di un automezzo
dei VV.FF o pompieri e fu trasportata al cimitero di Genova-Staglieno. Gildo ricorda di una Signora
che si chiamava Natalina che forse era una parente del Florio Renato.
Memorie su Garaventa Giovanni “Castagna”
Nato a Uscio il 08/10/1920, caduto il 27 aprile 1945: Comandante della Brigata SAP
“Bedin” della Divisione Garibaldina Cichero VI Zona Operativa,.
Testimonianza del Fratello Gildo nato Uscio il 20/03/1926 ove residente:
Garaventa Giovanni Giuanin o “Castagna” nel periodo bellico era a Militare nel Reggimento
di Artiglieria Contraerea presso Trino Vercellese, dopo l'8 settembre come altri suoi commilitoni si
sottrae alla resa raggiungendo a Uscio la sua Famiglia; Il Giovanni era il capofamiglia ed abitava
con la madre Maria, la sorella Rita ed il Fratello Gildo in località detta Costaferrena, che rimane
dietro a Colle Caprile praticamente a Est di Pannesi e a Sud di Lumarzo.
Già ai primi di ottobre si incontra con altri giovani per organizzare i primi passi per quella che
sarebbe diventata poi la lotta armata contro il Fascismo ed i Tedeschi, viene a conoscere Dente, Bini
e anche Bisagno, poi Scrivia e prende contatti con il gruppo di Pannesi: Piemonte, i fratelli Massone
Mario, GioBatta, Emanuele, i Beccaria, Olcese e altri di Uscio.
Il Garaventa prima di fare il Servizio Militare lavorava come fornaio da Caprile Giovanni,
fratello di Benedetto di Colle Caprile (Entrambi Partigiani e Patrioti che aiutarono tantissimo le
bande Partigiane) al ritorno cercò nel possibile di riprendere la propria attività, anche per aiutare la
Famiglia, ma dai primi del gennaio 1944, fa parte di una delle prime SAP di Montagna che si stava
formando nella Zona di Pannesi, Lumarzo e Colle Caprile.
Quando il Garaventa Giovanni per ragioni di sicurezza e organizzativi dovette andare in
“Montagna” il fratello Gildo lo sostituì dal Caprile come apprendista fornaio ed a portare il pane, il
Gildo ricevendo le consegne dal Fratello ebbe anche in consegna una mula con la quale si doveva
portare il pane a Pannesi, Piandeipreti, Cassanesi, Tribogna. Gildo era preoccupato perché non
sapeva con precisione dove andare a fare le consegne del pane, non era a conoscenza dei negozi da
rifornire e dove lasciare il pane, il Fratello le rispose: Tu vai dietro alla mula, vedrai che lei sa
dove andare e quando si deve fermare.
Giuanin con la “Banda“ dei Partigiani di Pannesi parteciparono a molte azioni militari e di
controllo sul Territorio, alcune di queste "azioni" furono eseguite assieme con il Distaccamento
“Pablo” della 59a Brigata di Manovra “Caio”.
Proprio durante una di queste azioni, cadde a Lumarzo, combattendo Eroicamente il Partigiano
Oreste Ughini detto “Bedin” Vicecapo Squadra di quel Distaccamento Partigiano.
In seguito alla morte di Oreste Ughini detto Bedin il Comandante della Brigata di Manovra
Caio detto l'Istriano intitola un Distaccamento della stessa Caio, in ricordo al Nome del Caduto.
Questo Distaccamento era in gran parte composto da ex prigionieri Russi e da giovani della bassa
Valtrebbia, la sua presenza si estese alternativamente nella zona dell'Aveto e anche nella zona della
bassa Valtrebbia con presidio presso Marsaglia. Mentre i Partigiani della Brigata Garibaldi SAP
della zona di Pannesi, Lumarzo verrà anch'essa chiamata Brigata SAP Bedin.
Garaventa Giovanni detto “Castagna” era il Vice Comandante della Brigata SAP di
Montagna Bedin, ne prese il Comando dopo la tragica morte del Comandante Florio Renato.
116
Memoria di Massone Giorgio e "Villa":
Il Comandante “Castagna” e il Commissario Piemonte giunsero con parte della Brigata nella
mattinata del 25 aprile sulle alture di Pannesi, ed il giorno del 26 aprile, il Comando della SAP
Bedin, venne a conoscenza, di una prossima ritirata di una colonna Tedesca e di Repubblichini nella
Zona di Uscio e Pannesi.
Il 27/4/45 una parte della Brigata con Castagna, Piemonte, e Beccaria Angelo “Guido” si avviarono
verso il Paese e dove incontrarono i primi Tedeschi alla Crocetta di Pannesi. Un Distaccamento
della Brigata Bedin al comando di Villa e con Caruccio Giuseppe (Ex maresciallo e ex pugile) si
avviarono verso la Costa du Saegru dove nel palazzo era alloggiato il Comando Tedesco, la stessa
Truppa Tedesca da quel luogo ogni tanto sparavano dei colpi di fucile e brevi raffiche di
Maschinengewehr (MG-42) a casaccio sul monte Bado e verso le case di Cornua; Il Distaccamento
Partigiano con in testa Villa armato anche Lui di MG, assieme a Caruccio e gli altri dietro in ordine
sparso, i quali cercarono di prendere di sorpresa il Comando Tedesco, arrivati nella curva di detta
località, questi si trovarono davanti una colonna dei Tedeschi con la bandiera Bianca, nessuno degli
stessi Partigiani si immaginava fosse così numerosa: Era la colonna in ritirata da Colle Caprile e da
Calcinara . Le due parti contrapposte si fermarono con le armi in pugno ma nessuno di essi fece
fuoco o atti inconsulti, si controllavano reciprocamente in un formale armistizio; I Partigiani dissero
ai Tedeschi, che loro erano solo una piccola pattuglia di avanguardia, e che sopra dei monti vicini vi
si trovavano migliaia di Partigiani e tanti altri combattenti bene armati, con mortai e mitragliatrici
ed inoltre che stavano arrivando anche le Truppe Alleate. In poche parole, ognuno cercava di non
spargere altro sangue e prendere tempo per avere ordini anche dai superiori.
Castagna, Piemonte e Guido con la gran parte della Brigata Bedin incontrarono la Colonna Tedesca
con i loro Ufficiali, presso la Crocetta di Pannesi, pure Essi presero tempo cercando di evitare il
peggio, cercando di parlamentare fra le parti, Piemonte mandò a chiamare il Comando Partigiano
della Cichero che era Bisagno, il quale si trovava alla Doria impegnato nella lotta con un gruppo di
BN e Monterosa. (Il Comandante Bisagno che era impegnato anche verso la liberazione del Centro
città di Genova, inviò una staffetta in sua rappresentanza che a detta di Giorgio Massone la persona
inviata era il Caprile Angelo) Nello stesso tempo Essi cercarono di prendere tempo, e appresero che
gli Ufficiali Tedeschi ed in particolare gli Ufficiali Repubblichini volevano parlamentare e trattare
di eventuale condizioni di resa solo con altri Militari ed Ufficiali delle Truppe Americane.
Ferriere: Storie e racconti da persone del Posto
Testimonianza di Lercari Giovanni nato a Ferriere di Lumarzo il 24/9/1919.
Giorno 20/9/2011
Incontro a Ferriere di Lumarzo con alcune persone del luogo che avevo già conosciuto
precedentemente, alle quali avevo chiesto, se era possibile incontrarci una mattina, per verificare
con la loro memoria alcuni alcuni episodi avvenuti nella zona nel periodo della guerra 1943/45.
Il mio primo interlocutore è il Sig. Lercari Giovanni, nato il 24/9/1919 a Ferriere di
Lumarzo dove tutt'ora residente.
Il Lercari ha una memoria abbastanza lucida, ma in un primo tempo è abbastanza timoroso
per raccontarmi alcuni episodi, avvenuti sul posto; ma successivamente sollecitato dalle mie
domande, trova quasi il piacere nel fare i suoi racconti.
Lui abitava ed abita proprio nelle vicinanze del Municipio di Lumarzo, nella località
Ferriere. Nella sua memoria ci sono tante cose che lo stesso ha visto e vissuto in prima persona, mi
racconta del primo rastrellamento che è stato fatto sul posto, c'erano i Tedeschi che venivano da
Bargagli, erano passati da un luogo chiamato Molino Pitelli e a Maxena, avevano preso un certo
Luigi Ferrera, e con lui hanno proseguito sino alle Ferriere, Lercari era fuggito ed attraversando il
fiume si era rifugiato sulla collina degli Scagnelli.
117
Mi racconta di una delle prime volte che aveva visto i Partigiani, era quando Essi sono
arrivati sul posto ed hanno attaccato la caserma delle GNR o Brigate Nere presso il Municipio di
Lumarzo, in Località di Ferriere; era verso sera, circa le ore 20.00 (del 13/6/1944).
Sono arrivati dieci dodici giovani quasi dei ragazzi, hanno cominciato a sparare con i mitra e
i moschetti che loro avevano, gli altri rispondevano al fuoco anche con una mitraglia che era a pian
terreno, lo scontro era durato qualche ora, si ricorda di Bisagno e di Luna 88 che erano presenti e
Luna era proprio vicino alla sua casa, si ricorda che alcuni di questi Partigiani, avevano tanta paura,
e lo stesso i Fascisti dentro la casa Comunale. Per combinazione quel giorno era il giorno di paga,
che veniva portata a loro da due militi della GNR da Chiavari. Durante la sparatoria, sopraggiunse
una Topolino con la capottina nera aperta, sopra c'era un milite che guidava ed un graduato seduto a
fianco, essi furono centrati da una raffica sparata dai partigiani, la macchina andò a finire contro il
muretto della strada e uno dei due era riverso sul volante della macchina, la quale rimase con il
motore acceso molto accelerato. Ad un certo momento quello vicino all'autista, che sembrava anche
lui morto, si alzò e fuggì attraversando la strada, infilandosi in mezzo alle case, portando nelle sue
mani una borsa.
L'autista della Topolino era rimasto fermo sopra la macchina, probabilmente già morto sul
colpo, mentre il fuggitivo, passando in mezzo alle case, approfittando della scarsità di luce, vista
l'ora tarda, si era nascosto dietro le case dentro un pollaio di galline, (Il quale era di proprietà di sua
cugina). Il milite morto si chiamava Decio e dopo qualche giorno venne sul posto, da Chiavari, la
Moglie per sapere dove e come era morto il proprio marito.
Uno dei Fascisti si era asserragliato nel fondo del Municipio e sparava con un moschetto, contro i
Partigiani, lo stesso poi riuscì a scappare sfondando una paratia posteriore, del fondo facendo un
buco dove attraverso di questo si eclissò.
Ad un certo punto del duro scontro, fu udito un forte boato, ed un polverone e fumo nero
uscì dal municipio, era scoppiata una bomba al suo interno.
Il giorno dopo venne sul posto, da Chiavari Vito Spiotta, con altri militi, lo stesso Spiotta
con un mitra di quelli con la canna bucata (MAB mod. 38) incavolato perché da sotto Tasso c'era
gente che guardava i resti dell'evento, cominciò sparare contro queste inerti persone che per
maggior parte erano donne e bambini, questi appena sentite fischiare le pallottole si buttarono a
terra u sparirono subito dal bersaglio di Spiotta.
Note di GB: Si riporta la seguente ricerca su alcuni dei personaggi indicati dal Sig. Lertora, i dati
corrispondono agli avvenimenti, dell'attacco alla caserma della G.N.R. delle Ferriere di Lumarzo
del 13/06/1944, seguono le notizie ricavate da: Caduti della RSI nella provincia di Genova.
La morte di Decio Guido:
Decio Guido nato a Chiavari il 19/08/1916 il giorno 13/06/44 partiva da Chiavari alla guida
di una millecento89 per recarsi a Ferriere di Lumarzo dove i Partigiani avevano attaccato la Caserma
delle della G.N.R. (Guardie Nazionale Repubblicane). Erano con Decio i fascisti Sivori e Rubino;
giunti nei pressi di Ferriere alle 20,30 venivano bloccati da un tronco posto in mezzo alla strada,
mentre colpi di arma da fuoco si abbattevano sulla vettura. Decio cadeva ucciso, Sivori veniva
catturato e non si ebbero più notizie. Rubino si salvava rifugiandosi sotto la macchina. Il Decio
apparteneva alla Squadra "E. Muti" costruita a Chiavari da Spiotta con fascisti del Chiavarese e
subito impegnata nella lotta anti Partigiana. Con la creazione della XXXI Brigata Nera la Squadra
E. Muti fu l'originario del III°Battaglione della BBNN di Chiavari, per questo la Brigata Nera altro
non era che la militarizzazione del P.F.R.
88 Luna poi per il suo scorretto comportamento fu ucciso in Cornua da un certo Dario.
89 Il lertora disse di una Topolino con tettoia aperta (scapottabile)
118
Il Sivori Giovanni, nato nel 1906 faceva parte della G.N.R. poi XXXI Brigata Nera Silvio
Parodi, Egli fu catturato dei Partigiani e successivamente fucilato dagli stessi.
Il Decio Guido aveva un fratello di professione fornaio di nome Giovanni, anche lui Squadrista, che
fu fucilato a Chiavari presso la Colonia "Generale Gustavo Fara" il 28/04/1945 con altri sette
Fascisti, l'esecuzione fu compiuta da Militari Alleati della 92^ Divisione Buffalo della USA Army.
I fucilati a Chiavari del 28 aprile 1945 furono:
1) Bellucci Oscar nato a Chiavari nel 1898 , impiegato ispettore addetto all'ammasso dell'olio.
2) Ceccarelli Lino di anni 55 nato a Frosinone;
3) Decio Giovanni nato a Chiavari anni 40, fornaio
4) Devoto Giuseppe di professione manovale età 64 anni nato a Borzonasca;
5) Pancani Eufuro di origine Toscana milite della XXXI Brigata Nera Silvio Parodi;
6) Pellegrino Donato età 40 anni nato ad Altamura (BA) di professione impiegato;
7) Tronca Stefano nato nel 1888 a Marsala (TP) ex Capitano dei Reali Carabinieri in congedo,
comandava i Vigili Urbani di Chiavari (In alcuni documenti lo danno per caduto il 27/04/45)
8) Ceino era l'altra persona che doveva essere fucilata, il quale si salvò.
Rastrellamento del 19/11/1944 a: Uscio, Passo della Spinarola, Tribogna, Ferriere e Lumarzo.
Il Lercari mi racconta che durante un rastrellamento che i Tedeschi, le Brigate Nere ed
Alpini della Monterosa fecero nella zona Lumarzo e Ferriere in data del 19/11/44, Essi entrarono in
tutte le case, e requisirono tutto quello che a loro poteva servire, compreso soldi e altri beni, in
quella occasione Egli fu avvertito dell'arrivo dei Nazifascisti, e lui con suo Padre si nascosero in un
solaio dove si tenevano a maturare le mele, Essi si fecero coprire, con sacchi e in parte con delle
mele. Alcuni soldati Tedeschi durante la perquisizione, videro nel buio le mele e ne presero alcune
mettendole in tasca, in quel momento egli benedisse la voglia di mele di quei soldati, che evitò un
controllo più accurato del proprio nascondiglio.
Durante questo rastrellamento essi cercavano dei Partigiani, che dovevano trovarsi sul posto,
ma non riuscirono a trovarne nessuno, furono arrestati diversi civili, fra i quali si ricorda di padre e
figlio: il padre si chiamava Albani Ferdinando ed il figlio Giuseppe.
Arrivo del 442° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo USA Army
Il Lercari Giovanni mi racconta del 27 aprile del 45, quando di buon mattino arriva alle
Ferriere una colonna di soldati Americani, lui era ancora in letto, e sua madre lo chiama dicendole:
<Vieni a vedere c'è una colonna di soldati, ma hanno una divisa diversa, è più sul verde, e
di forma diversa>.
Il Lercari va alla finestra e vede tutti questi soldati e si rende conto che non sono Tedeschi, e
non hanno atteggiamento ostile nei confronti della Gente del posto, che sono già in strada a
guardare questo nuovo evento, scende anche lui e capisce che sono Americani, e gli stessi chiamano
la gente Paisà o Paisano, lui pensa che volessero dire Partigiano. Essi chiedono informazioni alle
poche persone presenti, alcuni Soldati avevano dei fogli in mano (Cartine Topografiche) e cercano
la strada verso Sant'Alberto e Pannesi. Questi erano a piedi in colonna, con zaini e armi sulle
spalle; erano alcune centinaia, non facevano molto rumore, anche nei loro passi erano silenziosi, e
questo colpiva tutti noi, abituati con i Tedeschi, che durante le loro marce sembravano cavalli,
trun, trun quel rumore dei tacchi ferrati, che essi usavano nei loro stivali. Alcuni di noi, dice
Lercari, che eravamo scesi sulla strada, cercammo di spiegare quale era il sentiero per andare
nella zona da loro richiesta, e questi salutandoci si avviarono dove fu loro indicato, non ricordo se
fra noi qualcuno andò con loro, ma non credo. Durante la giornata passarono altri, il giorno prima
avevo sentito le cannonate di Uscio, (I cannoni erano Colle Caprile) e si sentiva sparare in diversi
luoghi con fucili e anche con mitraglie.
119
Memorie di Schenone Aldo nato a Lumarzo il 29/7/1934 ove residente.
Premessa che con Aldo di Lumarzo ci conoscevamo dal primi mesi dopo guerra, conoscevo
Lui, le Sorelle, ed anche il Padre chiamato da noi Pisano, ex Carabiniere, contadino di professione.
Chiedo ad Aldo se si ricorda dello scontro avvenuto a Lumarzo il 23/9/1944 dove nell'impari
lotta, tra Partigiani e Tedeschi, cadde eroicamente il Partigiano “Bedin” nato a Bettola e vice
Caposquadra del Distaccamento Pablo della Brg CAIO.
Aldo mi racconta la sua versione dei fatti, che quella mattinata del 23 settembre c'era tempo
brutto e piovigginava, c'era molta nebbia, ed un gruppo di Tedeschi dislocati a Uscio, erano partiti
per andare a Lumarzo, dove dovevano congiungersi con altri sul luogo ed in arrivo da Lagomarsino
o da Gattorna. Il gruppo di Tedeschi che era partito da Uscio, scelse la strada più breve per
raggiungere Lumarzo, che era la strada che da Colle Caprile passava dalla Chigulla, ed era quella
più usata da tutta la popolazione di quei luoghi, e cioè passare dopo il tagliamento di Colle Caprile,
oltre la casa del detto “Ballin de Colle” andare in Costaferrena e scendere nella “Chigulla”
attraversare il ponte sul torrente, salire verso le Piane di Lumarzo ed arrivare da li in centro del
Paese.
Ma la colonna di soldati Tedeschi quando era giunta nella zona della Ghigulla, dove c'era la
biforcazione del sentiero in diverse direzioni, probabilmente prese la direzione, sbagliata e andò a
finire in Lainà, Essi si resero conto che avevano sbagliato strada, e così svegliarono nella prima casa
trovata, il suo abitante, il cui nome era Michele, detto Micchè de Lainà, padre di un giovane Patriota
detto Valle. La colonna dei Tedeschi, che si era persa, ha obbligato il Michele di accompagnarli
verso Lumarzo, camminando durante la notte al buio, questi arrivarono quasi a Lumarzo, passati
subito dopo le Piane, casualmente si intercettarono con i Partigiani, che stavano marciando a pochi
passi, e nacque lo scontro armato dove morirono 5 Soldati tedeschi, molti furono feriti, e cadde
eroicamente anche il Partigiano Bedin, che permise ai suoi compagni di sganciarsi e salvare la loro
vita.
Liberazione e le Funzioni del CLN della Liguria
Dopo la Liberazione e la fine della guerra, bisogna organizzare il Paese, fare funzionare le
Scuole, dare cure agli invalidi ed ai feriti, pensare alle provviste dei beni di prima necessità, vigilare
su armi e munizioni ancora disperse in molti luoghi, evitare pericoli di vendette personali, occorre
agire su mille problemi compreso quello della viabilità e trasporti ecc. ecc.
La popolazione di questi Paesi è Gente attiva e laboriosa, cercano di migliorare le loro attività in
prevalenza agricola e zootecnica, in poco tempo si moltiplica la produzione sia di latte come di
prodotti agricoli; da queste Zone viene fornita parte della la forza lavoro, per la ricostruzione anche
delle città di Riviera bombardate e di Genova.
Molti giovani Contadini in poco tempo si trasformano in bravi operai, muratori, autisti, infermieri,
fioristi nei vivai della Riviera e di quanto altro ha bisogno il nostro Paese Italia. Grande è la
fornitura di frutta e verdura che parte dai nostri monti, nascono nuove attività commerciali, di
raccolta e di distribuzione: Inizia la ripresa.
Pochi oggi ricordano gli Uomini e le Donne che ogni mattina facevano la "Chigulla", Cornua,
Sant'Alberto per portare a vendere la loro sudata produzione, e rifornendo la città di questi preziosi
beni, personalmente ricordo le "lanternette" e scarpe lasciate a Colle Caprile, vicino alla casa "Du
Ballin" (perché erano servite per camminare di notte).
Anche i Partigiani ritornano alle loro attività, alle loro case, qualcuno ritorna anche a scuola da loro
abbandonata per andare a combattere contro il Nazifascismo. Ma per tanti giovani e meno giovani
di allora, la situazione era realmente dura, (Non tutti avevano terreni o lavoro in proprio) tanti non
trovano lavoro, non esistevano più le fabbriche o le attività esistenti prima della guerra, tanti non
trovano neanche più la loro casa (Distrutta dai bombardamenti). E' in questa grave situazione che i
Locali CLN debbono mettere tutto il loro impegno e buona volontà per la ricostruzione, per fare
120
funzionare la "Macchina dei Comuni" fare le nuova esperienza dopo anni di dittatura Fascista, dei
Podestà, la Gente non era abituata a gestione dei Comuni e della nascente Democrazia.
Anche nel Comune di Lumarzo si era costituito da tempo il CLN, che agiva in clandestinità, ora si
conoscono i Nomi, si possono consultare sentire scambiare idee con Loro. Molto deve essere il
Loro impegno, grande la capacità e l'unione per cercare di rispondere ai problemi sopra esposti,
inizia ora questo loro nuovo impegno tra le mille difficoltà, forte è la sfida che li attende.
Di seguito si riporta la cronaca delle prime sedute avvenute nel Comune di Lumarzo.
Formazione del CLN - Lumarzo dopo il 27 Aprile 1945
Nel CLN di Lumarzo erano stati designati i seguenti cittadini:
Massone Emanuele
nato a Lumarzo il 3-6-1897
Patern. Luigi
Residente a: Pannesi di Lumarzo
Tit/Scol. 5a Elementare
Professione: Agricoltore
Coniugato: Vedovo
Ha Figli: Due
Appartenenza: Partito Comunista Italiano Funzione: Presidente del CLN
Ferrera Angelo
nato a Lumarzo il
Residente a: Lumarzo Via Barca
Tit/Scol.
Professione: Contadino
Coniugato: Si
Ha Figli: Si
Appartenenza: Liberale
Funzione:
Patern. Angelo
Don Oneto Giuseppe
nato a Valparaiso-Cile il 22-5-1914 Patern. Giacomo
Residente a: Lumarzo fraz. Pannesi
Tit/Scol. Prete
Professione: Parroco a Pannesi
Coniugato:
Ha Figli:
Appartenenza: Democrazia Cristiana
Funzione: Segretario del CLN
Storia e Funzionalità del CLN di Lumarzo:
Note: Da alcuni documenti recentemente ricuperati risulta che dal Febbraio 1944 esisteva in
Lumarzo già il CLN; Il documento non specifica i Nomi di tutti i componenti ma si accerta
che per il PCI il designato fosse il Massone Emanuele Detto Piemonte. Il Documento che
riconferma che il CLN di Lumarzo fosse già esistente dal febbraio 44 è ricavato da una
riunione tenuta il 5-11-44 alle ore 14,00 presso la località Bosco di Lumarzo, presenti:
Luccio; Dente; Piemonte; Giuseppe e Pietro.
Altro documento di conferma è la seguente disposizione:
18 Luglio 1944 – Verbale di una riunione tenuta a Pannesi dal CLN di Lumarzo con il Comandante
"Scrivia" del 3° Distaccamento della Brigata Garibaldi i quali in comune accordo
stabiliscono quanto segue:
<Che dal 1925 esisteva a Pannesi la SMS fra Liberi Operai e Contadini con sede in casa di
sua legittima proprietà che le Autorità Fasciste fecero chiudere col pretesto di essere stata
contro il Fascismo ecc. ecc. Si decide di restituire al legittimo proprietario, alla SMS la
casa e quando dovuto ecc.> Segue la firma di Scrivia e dei membri del CLN – Viacava
Giovanni, Massone Emanuele e altri nomi non decifrabili.
121
Altro documento che fa riferimento al CLN di Lumarzo ed a Piemonte, è il seguente lascia
passare concesso dal Comando della 3a Divisione Ligure: I permessi di questo tipo erano molto
riservati e di non facile concessione, addirittura limitati a persone conosciute personalmente e di
massima fiducia del Comando stesso. Segue trascrizione del documento:
3a D I V I S I O N E L I G U R E
3^ - 57^ - 58^ Brigata d'Assalto Garibaldi
COMANDO
data 2 / 8 / 44.
Il Cittadino Piemonte membro del CLN è autorizzato a passare il posto di blocco e ad
attraversare la Zona occupata dai Garibaldini della III Divisione.
(Segue firma del Commissario e timbro formato di Stella con Garibaldi)
Dal 12 dicembre 1944 "Piemonte" è fornito di documenti falsi rilasciati dal Comune di Torriglia
e dal Comando Prefettizio a Nome di: Picasso Arturo Figlio di Bernardo e della fu Dondero
Giuseppina, nato a Recco il 14 novembre 1894, celibe, impiegato cittadino Italiano residente
in Recco, ma provvisoriamente residente a Torriglia Frazione Pentema: Segue foto e altri
dati anagrafici e del Comune; Firma del Commissario Prefettizio d'Ordine.
4 Maggio 1945 Viene tenuta la prima riunione del Comune di Lumarzo, dopo la Liberazione, per la
nomina dei membri del CLN. La riunione si tenne presso l'Asilo di Lumarzo, usato in quel
momento come Municipio e fu presenziata da Piemonte; Letto il decreto che autorizzava a
formare il CLN, vengono così designati:
Don Giuseppe Oneto – Parroco di Pannesi Partito Democristiano
Massone Emanuele
Partito Comunista
Schenone Giuseppe
Demo-Liberale
Olcese Luigi
Partito d'Azione
Beccaria Angelo
Partito Socialista
Ferrera Angelo
Partito Repubblicano
Fossa Pierino
Commissario SAP
Schenone Giovanni
Fronte della Gioventù
Sciaccaluga Natalina90
Difesa della Donna
L'assemblea dei delegati del CLN eleggono all'unanimità:
Presidente Emanuele Massone; Segretario il Don Oneto Giuseppe Parroco di Pannesi.
Vengono confermati gli impiegati Municipali: Schenone Ernesto come Direttore Ufficio
Annonario; Una Signorina come aiutante dello stesso; Schenone Pippo mutilato, tiene
l'Ufficio Anagrafe e messo comunale.
6 maggio 1945 Domenica ore 14,30 - Si riunisce per seconda volta il CLN di Lumarzo per la
conferma della nomina dei Consiglieri Comunali eletti:
Tasso centro, Ferrea Andrea fu Stefano; Craviasco, Crocco Antonio di GB; Cerese, Ferrari
Italo di GB; Ferriere, Ferrera Giuseppe fu GB; Rossi, Garaventa Simone fu Raffaele;
Tassorello, Carbone Felice di Luigi; Lumarzo centro, Schenone Carmelo fu Stefano e
Schenone Camillo; Piane, Schenone Vittorio di Giovanni; Lagomarsino, Lagomarsino
Angelo fu Federico; Pannesi centro, Olcese Piero fu Luigi e Schenone Attilio di Giovanni;
Lainà, Olcese Lorenzo di Lorenzo; Vallebona, Ferrera Paolo fu GB; Boasi, Fossa
90 Personalmente non so chi era la Sig.ra Natalina ? Forse era la Moglie o compagna di Florio Renato Comandante
della Brg. Bedin caduto a Rovegno il 24-4-45 ? Gildo Garaventa che aveva riesumato la salma di Florio da Rovegno
e trasportata a Genova mi disse che la Moglie o compagna dello stesso si chiamava Natalina ed era una Attivista.
122
Dolcino fu Serafino. - Costituita la Giunta si procede alla elezione del Sindaco e Vice; sono
assenti: Olcese Piero fu Luigi per Pannesi; Ferrera Paolo fu GB, come unico
rappresentante per Vallebona.
Dopo lunga e animosa discuzione, usando la capacità oratoria del Presidente Massone
Emanuele, infine si concluse all'unanimità con l'elezione a Sindaco del cittadino Fossa
Dolcino di Boasi, Vicesindaco Ferrera Giuseppe fu GB di Ferriere.
Alla fine della riunione viene letta una proposta del Comandante di Brigata, il Partigiano
Fossa Pierino91 di Boasi con data 6-5-45. (Segue testo)
Carissimo Piemonte
Mi rivolgo a Te con questa mia, pregandoti di inviare una lettera intimidatoria a
ciascuno dei sottonotati ex fascisti affinché sistemino entro 8 giorni, a loro spese, la sala
situata al primo piano del Municipio e poi coordinare la sistemazione di tutto il caseggiato.
Vengono elencate le persone da inviare la lettera di intimidazione.
La lettera viene ed approvata da tutto il Comitato e Giunta ad eccezione di Schenone
Giuseppe. Viene dato incarico al Segretario Comunale di inviare la lettera alle sopra dette
persone; segue firme:
Il Segretario (Don Giuseppe Oneto); Il Presidente (Massone); I Membri (segue firme)
In data 12 maggio 1945 fu consegnata la seguente Intimazione:
Comitato di Liberazione Nazionale di Lumarzo
Intimazione
I sottoelencati ex fascisti debbono nel termine di otto giorni, dalla data della presente
intimazione, provvedere a loro spese alla sistemazione della sala al primo piano del Municipio,
coordinando successivamente la sistemazione totale di tutto il caseggiato distrutto.
Le persone in parola sono le seguenti:
1
S.
L.
di Lumarzo
3
N.
S.
di Lagomarsino
5
N.
G.
della Donega
7
F.
G.
Ferriere
2
4
6
S.
N.
L.
G.
C.
F.
di Lumarzo
di Lagomarsino
"
Segue che la presente intimazione è stata approvata dal CNL e dalla Giunta Municipale; è firmata
per il CLN : Il Presidente (Massone Emanuele) e Il Segretario (Don Giuseppe Oneto)
Note di GB: In merito alla lettera di intimidazione inviata alle diverse persone ritenute Fasciste e
compromesse con tale regime, parte degli stessi si rivolgono al Comando della Divisione Giustizia e
Libertà G. Matteotti, per protestare al merito della stessa intimidazione.
Purtroppo non scorreva un buon stato di vicinato, fra il CLN di Lumarzo, e la Brigata locale della
Giustizia e Libertà G. Matteotti, a cui si fa riscontro la seguente lettera inviata nel merito:
Segue lettera di protesta nei confronti del CLN e Giunta di Lumarzo:
91 Fossa Pierino deve essere Fossa Pietro di Serafino già comandante di Distaccamento della Brigata SAP "Bedin" che
dopo la Morte del Comandante Garaventa Giovanni "Castagna" ucciso il 27-4-45 sia passato il Fossa al Comando,
Essendo Piemonte eletto capo del CLN di Lumarzo, inoltre era nominato già precedentemente Commissario della
Brigata non era compatibile anche con il Comando.
123
DIVISIONE " GIUSTIZIA & LIBERTA'"
" G. M A T T E O T T I "
Commissario Brigata " Lanfranconi"
Al Presidente ed al Segretario del
Comitato di Liberazione Nazionale di
L U M A R Z O
19 Maggio 1945
In all'atto di imperio, in data 12 maggio 1945 col quale Voi Intimate ai Cittadini di
Lumarzo il pagamento della restaurazione del Municipio, Vi avvertiamo che tali intimazioni e
tassazioni sono vietate dal Comitato di Liberazione Nazionale A.I. In seguito a precisa disposizione
del Comando Alleato.
Pertanto comunicheremo copia della Vostra intimazione al C.L.N. per la Liguria ed al
Comando Alleato.
Il commissario II Brigata
" A. Lanfranconi"
(Carlo)
Segue Firma e Timbro:
Divisione "Giustizia e Libertà" G. Matteotti.
Il giorno 13 maggio 1945 si riunisce il CLN di Lumarzo e delibera:
1) Costituire un Comitato per la raccolta fondi, per sopperire alle spese sostenute dal CLN.
2) Fare eseguire le Mandove a tutti gli Uomini di Pannesi e Lumarzo per sistemare la strada
Lumarzo-Calcinara; Costruzione del ponte di Pannesi, riparazione in varie altre località.
3) Raccolta di tutto il materiale esplosivo e armi abbandonate dai Tedeschi il giorno della Resa;
4) Ricorso per la requisizione delle vacche ai contadini da parte della Giustizia e Libertà.
5) Il materiale (Tavole, travi ecc.) abbandonato dai Tedeschi a Lumarzo è assegnato alla
Famiglia Massone Lorenzo per riparare la casa distrutta dai Tedeschi.
6) Comunicare alle Sorelle Olcese che la loro casa, situata sul Monte Cornua, viene
temporaneamente assegnata a Beccaria G. Batta, che possa cosi esercire come Osteria
essendo stata la sua bruciata per rappresaglia dai Tedeschi.
Seguono Firme
Il Presidente (Massone Emanuele)
Il Segretario (Don Giuseppe Oneto)
I Membri (Schenone Giovanni)
Segue seduta del 28 Maggio 1945
Inizia la seduta con la lettura del verbale e si passa all'esame delle seguenti:
1) Lettera del Consiglio Provinciali per l' Economia riguardante le denunce dei quadrupedi
presi alle truppe Nazifasciste; Lungo dibattito fra il Presidente e il Commissario Renzo, di
Torriglia, come Comandante Militare, dipende dal Comando della VI Zona, esige la
denuncia di detti animali, si decide di chiedere le opportune chiarificazioni dagli Organi
Competenti.
2) Esame delle note inviate dagli ex fascisti: S. G. e S. L. di Lumarzo, si decide, esaminate le
loro moderate proposte, di prendere verso di loro un atteggiamento meno intransigente.
3) A riguardo di F. G. macellaio, profittatore e degli ex fascisti L. F. e i fratelli N. S. e C. che
hanno ricorso alle bande di Giustizia e Libertà, di prendere un atteggiamento deciso.
4) Si provvede alla nomina di una Commissione di Epurazione; Addetti sono: Fossa Pierino,
124
Comandante della SAP e il Vice Comandante Schenone Giovanni.
Il Presidente (Massone Emanuele)
Segue Firme
Il Segretario (Don Giuseppe Oneto)
I Membri firmato (Schenone Giovanni)
Nella documentazione del Partigiano Piemonte vi si trovano diverse documentazioni che si
riferiscono a momenti legati alla lotta di Liberazione, si allega il testo di alcune comunicazioni a
riguardo:
COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE
CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA'
COMANDO
Brigate "Garibaldi"
SAP
li, 4/5/45
Al Commissario Politico
della Brigata "BEDIN"
Lumarzo - PIEMONTE
==================
Ti preghiamo col materiale che tu hai sequestrato ai Tedeschi di indennizzare il Sig.
SCHENONE Luigi di Vittorio sinistrato per il rastrellamento del 23 settembre 1944.
p. IL COMANDO S. A. P.
(Firmato)
Corrado
Si riporta parte del testo di una comunicazione del CLN del Comune di Lumarzo:
Lumarzo 15 maggio 1945
Si certifica che Massone Emanuele92 fu Lorenzo ha collaborato con questo Comitato
fino dal gennaio 1944. Egli ha prestato numerosi servizi, trasportato armi per conto dei Partigiani, e
trasportato la prima stazione radio trasmittente della Divisione Cichero: Ha operato pure per
l'accompagnamento dei Volontari che dalle Riviere si recavano nei Garibaldini a Cichero.
Ha prestato continuamente servizio e merita ogni riguardo e considerazione: Egli ha pure
appartenuto alle S.A.P.
Il Presidente
(Firmato) Massone Emanuele
Altra lettera scritta a mano, inviata da Uscio per Piemonte porta la timbratura con un
timbro rotondo con le seguenti sigle:
C. L. N.
CORPO VOLONTARI di LIBERAZIONE - COMITATO RECUPERO MATERIALI.
Uscio 10 giugno 1945
92 Massone Emanuele era Partigiano e Figlio di Lorenzo, Ucciso a Recco il 14-12-1944,
125
Caro Piemonte
A tuo nipote abbiamo dato quanto potevamo; non abbiamo finimenti completi comunque
cercheremo di aggiustarlo.
Riguardo ai quadrupedi ti prego di farmi avere al più presto la nota la nota di quelli
distribuiti a Pannesi e paesi circonvicini, da te avendo io ricevuto l'incarico da .......... e
Commissione ....... riguardo del detto ricupero di tutti i quadrupedi di questa zona, compreso
Pannesi, di procedere alla loro assegnazione legittima, tenendo conto del criterio seguito dai
precedenti .
Saluti Luca
Altra lettera inviata dal C.L.N. a Piemonte, a riguarda la consegna di quadrupedi,
come altre lettere trovate fra i documenti Piemonte presso l' ILSREC sono inviate al CLN di
Lumarzo, dal Consiglio Provinciale delle Corporazioni di Genova a riguardo di
"Denuncia quadrupedi" firmata dal: Il Presidente della Commissione Economica .
Si riporta il testo di una comunicazione del Comando della Sesta Zona.
COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE
Corpo Volontari della Libertà
COMANDO SESTA ZONA OPERATIVA
Genova, 15 giugno 1945
Il Sig. Massone Emanuele (Piemonte) è autorizzato dal Comando Zona a
vendere il cavallo consegnatoli da questo Comando stesso, per risarcimento dei danni subiti
durante il rastrellamento del 27 agosto 1944. Il sig. Massone ebbe la casa bruciata per aver
sempre aiutato i Partigiani.
Il Comandante
(Miro)
il Commissario
(Ugo)
Si riporta alcuni documenti che comprovano la pignoleria e il rigore dei Comandi Partigiani:
VI Zona Operativa
li 16/5/45
III Divisione Garibaldi Cichero
Comando G.D.P. ex SAP
Gorreto
Al Commissario della Brigata "BEDIN"
P ANNESI
Caro Piemonte:
Sei pregato di farci avere la bicicletta da te avuto in consegna da codesto Comando,
Ti raccomandiamo di farlo il più presto possibile, che a nostra volta teniamo a far bella figura verso
il proprietario, che ce la consegnata.
Grazie e Salute
Il Commissario
(Segue Timbri e firma non leggibile)
In ottobre del 1945 vi è tra la documentazione del CLN di Lumarzo una lettera di dimissioni del
Parroco Don Oneto dal CLN del Paese.
126
In data 7-10-1945
Don Oneto Parroco di Pannesi per ordine dei Superiori lascia la carica di Membro CLN di
Lumarzo, essendosi formata in paese la sezione della Democrazia Cristiana viene sostituito con il
sig. Capestro Mario fu Luigi della frazione di Tasso.
Firmato, (Don Giuseppe Oneto)
Nel mese di settembre 1945 c'è una lettera dalla Corte Straordinaria D'Assise di Chiavari
inviata al CLN di Lumarzo si riporta la trascrizione:
U F F I C I O D E L P. M.
Presso la
CORTE STRAORDINARIA D'ASSISE DI CHIAVARI
Chiavari, li 10/9/1945
O g g e t t o:
Proced. Contro
R..... G........
On. le Comitato di Liberazione Nazionale di
LUMARZO
Pregasi codesto On.le C.L.N. dare dettagliate informazioni circa il rastrellamento
compiuto ad opera di tedeschi e Brigate Nere di Camogli nella zona di Lumarzo-Ferriere-Uscio il
19 novembre 1944, indicando se in occasione dello stesso avvennero arresti, uccisioni, ferimenti,
saccheggi, incendi, furti ecc. con particolare riferimento al contegno dei militi della B. N. di
Camogli e del sig. R.... G.... in specie.
Con cortese sollecitudine.
Indicare anche la generalità di testimoni informati dei fatti
IL PUBBLICO MINISTERO
(Segue firma poco leggibile)
Note di GB: Si riporta sotto copia del documento che autorizzava il Massone Erminio di
Uscio, a ritirare i cavali lasciati dalle truppe Tedesche e della RSI. Il foglio è scritto mano
dal Commissario "Bill" del Distaccamento "Alpino" della Brigata Berto, il quale era a
Sant'Alberto di Bargagli nei giorni 27 aprile 1945. L'Alpino poi ha proseguito per Uscio e
successivamente per Recco. Il Comandante del distaccamento era Massai Elvezio detto
"Santo". La concessione non piacque molto alle SAP di Lumarzo e di Uscio, dove anche
Santo non trovò una armoniosa convivenza.
127
Raconti e memorie su fatti ed episodi della Resistenza legati a Pannesi di Lumarzo
Memorie sul Partigiano Bonicelli Giacomo detto “Badoglin” e di Massone GioBatta detto
“Villa” di Pannesi di Lumarzo. (Memoria di Garaventa Bruno di Colle Caprile)
Io nell'agosto 1967 sbarcai dalla Motonave Agustana e andai a lavorare presso la Raffineria
Sanquirico, di Ge-San Quirico, era una delle prime volte che mi ero recato in Valpolcevera,
conoscevo poca della storia di quella Zona dei suoi Paesi e delle colline che la circondano, è la più
bella vallata del Comune di Genova, zona già scelta nel 600 e nel 700 dalla famiglie nobili e ricche
di Genova, per costruire in loco le loro residenze di villeggiatura estiva, le coltivazioni orticole, i
frutteti, il bestiame allevato per la produzione di latte e carne, forniva le cucine della nobiltà.
Nel mio nuovo posto di lavoro ebbi occasione di incontrare tra le maestranze molti ex
Partigiani che avevano combattuto anche nella zona di Lumarzo, alta Fontanabuona e in Val
Trebbia, alcuni di questi come Aluigi Dante (Buffalo) e Bergonzoni Ennio (Dick) erano nella
Brigata “Volante Ballilla” ed abitavano entrambi a Bolzaneto; poi c'erano altri che erano stati
partigiani o Patrioti nelle zone del Basso Piemonte o nei GAP o SAP locali.
In questa nuova realtà di lavoro c'era anche un Partigiano detto “Badoglin” (Bonicelli
Giacomo) che abitava alla Castagna di Pedemonte (Serra Riccò), che al quel tempo faceva parte
della Commissione Interna per il sindacato SILP-CGIL.
Con “Bonni” (Come lo chiamavo io) diventammo molto amici, come del resto con tanti
altri, ma per me nasceva la curiosità di conoscere la sua Storia da Partigiano, e la sua esperienza
politica (del PCI) e Sindacale. Io ero da tempo iscritto al PCI e conoscevo abbastanza le posizione
128
del nostro Partito, ma quello che conoscevo poco era l'organizzazione del sindacato, il rapporto fra
Sindacato e Lavoratori, ruolo delle Commissioni Interne ecc. Io non avevo mai conosciuto il
Sindacato, poco sapevo di cosa volevano dire quelle Sigle: CGIL 93, CISL, UIL, CISNAL e altre
sigle che esistevano, del rapporto fra i lavoratori e Sindacato, fra gli altri colleghi di lavoro che
facevano parte della Commissione Interna, ricordo di Pedemonte Giovanni e Stefanelli due bravi
attivisti dai quali imparai molte cose utili, così come anche dal Bonicelli.
Pedemonte (Socialista), bravo a spiegarti le cose, molto convincente nelle sue positive
discussioni, persona molto seria ed impegnata anche nel sociale, Stefaneli parlava forse meno ma
era molto profondo nei suoi pensieri, e nella storia del Partito e del Sindacato, Uomo integerrimo
coerente fino alla fine delle sue Idee e del Partito in cui militava, era la Bibbia della Sinistra.
Bonicelli era la persona con cui parlavo di più, uno dei motivi era che eravamo anche vicini
fisicamente sul posto di lavoro, Lui passava dei periodi con me in officina di manutenzione degli
impianti della raffineria, Egli a volte andava a Trasta o Ponte X° a caricare i vagoni ferroviari di
carburanti o combustibili che andavano all'Estero.
Io che da sempre ero curioso della storia della Resistenza, ora mi trovavo con questi “Miei
Eroi da mungere” quante più informazioni fosse possibile avere: Come funzionava in montagna
l'Organizzazione Partigiana, la disciplina, l'armamento, i vestiti e le battaglie e quanto altro che non
sto elencare.
"Bonni" che era uno molto loquace e con me stava volentieri a parlare, ed io ancora di più ad
ascoltarlo, mi raccontava le cose della sua vita da Partigiano, il perché era stato chiamato Badoglin
e anche della sua gioventù, di un ragazzo molto vivace, mi parlava, dei Fratelli e tante altre cose.
Il giorno del 2 Giugno Festa della Repubblica, ai quei tempi si faceva un grande Raduno a
Pannesi, parlando con lui, di questo Raduno mi disse che c'era già stato, io le dissi che sono nato a
Colle Caprile e che era a due passi da Pannesi, per cui andavo sempre alla Cappelletta delle 5 Strade
alla cerimonia Commemorativa dei Caduti, della Brigata Bedin e dei Partigiani in generale, e poi
andavo anche alla Festa nelle Gione, come chiamavamo noi di Colle quella ricorrenza.
Questa mia partecipazione alla manifestazione, non era continua, perché io a 19 anni avevo
terminato la scuola che frequentavo a Camogli, poi mi ero imbarcato e navigando non sempre mi
trovavo in Italia nell'evento della manifestazione del 2 Giugno.
Un giorno Bonni mi disse che lui durante una battaglia contro i Tedeschi in Valtrebbia,
aveva in consegna una mula, e questa impaurita dagli spari e dalle pallottole che le fischiavano
vicino, era riuscita a scappare dalla sua custodia, egli disperato la rincorse per agguantarla, ma nel
rincorrere la mula, lui che era scalzo, inavvertitamente mise il piede, su un “Culo di bottiglia”
squarciandosi il calcagno e una parte del piede, un gran dolore e perdeva sangue in gran quantità,
non riusciva a camminare e reggersi sul piede, in quelle condizioni disperate, egli sentiva che aveva
poche possibilità, di seguire in mezzo agli spari, il suo Distaccamento, ma proprio in quel momento
che stavano sganciandosi dal nemico, e lui non era in condizioni di farlo, gli si avvicinò un
Partigiano più anziano di lui, questo viste le sue condizione, lo prese sulle spalle “Come fosse stato
un sacco di Paglia” ; su quelle spalle Bonicelli rimase molte ore fino al rifugio della Brigata.
Quel Partigiano le salvò la vita, lo aveva caricato come fosse una piuma, anche se allora
Bonni in realtà non pesava molto, aveva 17 anni ed era anche molto magro.
Bonni dopo quella battaglia e dopo la sua convalescenza (Credo nella Colonia di Rovegno)
non ebbe più occasione di vedere quel Partigiano, almeno per ringraziarlo, per la sua generosità ed
il rischio, che lo stesso aveva corso, per il suo trasporto, sapeva solo che era uno delle mie parti di
Lumarzo o di quelle Zone e che il nome di Battaglia era “Villa” ed era molto più anziano di Lui.
Io un giorno che andai a trovare un mio amico, ex Partigiano di Pannesi, da me conosciuto
come Massone detto “Ninin” e fratello di altri due Partigiani, Mario ed Emanuele, Nipoti di
“Piemonte”, figli del Partigiano “Lorenzo” arrestato il 5/12/44 a Pannesi e ucciso a Recco nella
93 Unica cosa che mi aveva parlato a volte mio Padre era della Camera del Lavoro, degli scioperi e delle lotte che
anche lui faceva, ma mai le mie conoscenze erano entrate nel funzionamento interno del Sindacato.
129
Villa Dufour il 14/12/44, in quella occasione, che tra l'altro era da poco che lavoravo in Raffineria,
salutandomi con “Ninin” Lui mi disse se navigavo ancora; io le risposi: Che non navigavo più e che
avevo trovato lavoro presso una Raffineria di petrolio a Genova. A Genova dove sono queste
raffinerie Lui mi disse? Io risposi che si trovavano nella zona della Valpolcevera a San Quirico,
vicino a Pedemonte, Ponte X° e Bolzaneto. A questa mia risposta lui stette un po' a pensare poi mi
disse: Tempo di guerra quando ero in Montagna, durante uno scontro a fuoco contro i Tedeschi
un ragazzo che era con noi Partigiani, si era fatto male ad un piede, si era tagliato sul “culo di
bottiglia” rincorrendo una mula o un asino ora non ricordo bene, io lo presi in spalla e la portai
in salvo trasportandolo alcune ore, era proprio un ragazzo e perdeva molto sangue a tutta forza,
non mi ricordo più il nome ma so che era di quelle parti, Io dopo ho cambiato Distaccamento e
non l'ho mai più visto? Chissà se è ancora vivo, se è morto da qualche parte, sai erano tempi che
lasciarci la pelle era un attimo.
Il racconto fattomi da “Ninin” con tutti i particolari del posto dove erano, dove lo aveva
portato, la ferita che si era fatta quel “ragazzo” mi riportò subito alla memoria della versione che mi
raccontò il Bonicelli, ma c'era una cosa che non combinava? Noi “Ninin” lo conoscevamo come “U
Massunettu de Panzii” e pensavamo che quello fosse anche il suo nome di “Battaglia” durante la
Vita Partigiana.
Io dissi: Ma scusa io conosco una Persona che era Partigiano, e che era rimasto ferito
come mi hai raccontato Tu, lo stesso abita in quella zona che mi dici, però quel “Ragazzo” mi ha
detto che la persona che le salvò la vita si Chiamava sicuramente “Villa”
Il Massone cambiò il colore in faccia ed con grande emozione mi disse che era lui ” Villa”
che quello era il suo nome di battaglia, e avrebbe visto molto volentieri questa Persona che io
conoscevo e che era Lui senz'altro quel Ragazzo, cosa poteva fare per vederlo ed incontrare ed era
felice di saperlo vivo e disse “Almeno u l'è serviu a quarcosa”!
Di vedere quest'Uomo, questo Partigiano commosso e anche confuso, quasi agitato come un
bambino, che aveva cambiato il suo modo burbero di parlare e di agire, Egli sarebbe partito anche
subito per incontrare questo “Ragazzo di allora” di toccarlo, per esser convinto che era vero, era un
Uomo felice della mia notizia.
L'incontro con “Villa” (Visto che questo era il suo nome di Battaglia) fu terminato dopo
circa una mezz'ora, ci lasciammo perché io dovevo tornare a casa e probabilmente anche Lui
doveva fare altrettanto, Egli abitava solo doveva prepararsi anche la cena, anche se Lui mi disse di
fermarmi a mangiare a casa sua, salutandoci le dissi che presto le avrei portato notizie.
Il giorno dopo come rividi Badoglin le diedi l'informazione della serata prima, spiegandoli
tutti i particolari di come erano andate le cose, Egli si rese conto che era questa la persona che lo
salvò, portandolo sulle spalle per un buon tragitto, e mi disse che voleva andarlo a vedere, al più
presto possibile, la sera stessa. Io per combinazione quel giorno non ero andato a lavorare con la
macchina, e Bonicelli non ne aveva mai avuta, risolvemmo il problema c'era l'amico e Compagno
Capanna Gugliemo di Ponte X° che aveva da poco comprato la Fiat 127 e si offrì lui di portarci a
Pannesi appena saremmo usciti dal lavoro, e così avvenne, passammo dalla casa di Bonicelli il
quale avvisò la moglie che andavamo a trovare un ex Partigiano a Pannesi,
Il percorso che seguimmo fu quello da Pedemonte salimmo a Casella, da Casella alla
Scoffera ed a Bargagli prendemmo il Tunnel delle Ferriere, e salimmo a Lumarzo, era buio e un
freddo cane, stava anche nevicando, ma arrivammo a Panixasco di Pannesi, dove sotto la strada
abitava “Ninin o Villa” ; Egli non ci aspettava, non aveva telefono per avvisarlo, arrivammo davanti
alla sua casa, bussammo ed io lo chiamai per nome, era realmente buio e freddo, finalmente Villa ci
aprì la porta dicendomi come mai ero lì a quell'ora? Nel frattempo si fece avanti Bonicelli e le disse:
Sei Villa? Io sono Badoglin volevo vederti, sono quello che hai portato sulle spalle quando ero
ferito, non mi sono dimenticato. Villa ci fece entrare in casa, e i due si guardarono un attimo come
per misurarsi e cercare qualcosa in uno nell'altro, il Bonicelli nel frattempo era divento pallido,
come se si fosse sentito male, i due Uomini si abbracciarono, piangendo come due bambini, io e
130
Capanna ci mettemmo in disparte, in una zona della cucina un po' più buia, le nostre bocche non
riuscivano a parlare, restammo in disparte, commossi ma non volevamo farlo notare.
La festa era tutta Loro, si guardavano senza parlare, si toccavano con manate sulle spalle e
un nuovo abbraccio, in quella casa c'era il silenzio più profondo, eravamo in quattro, ma di quattro
nessuno era in grado di parlare, Villa che le cadevano le lacrime, le venne anche il naso quasi rosso,
che le colava, poi si ruppe il silenzio e lo Stesso Villa ci disse: Sedetevi vicino alla stufa (la stufa
era in ghisa, di grosse dimensioni, con tre o quatto bocche) così vi scaldate, io vado in cantina a
prendere da bere, stavo preparando da mangiare e butto la pasta anche per voi, mangiamo
assieme, festeggiamo l'occasione.
Il villa scese in cantina e pochi minuti dopo rientrò con un cestino pieno di bottiglie di Vino,
vino che lui faceva con l'uva del Piemonte nelle sue botti, poi dopo avere aperto una prima bottiglia
e dato da bere a tutti (A me poco non ero e non sono bevitore) i due trascurarono la cena e parlarono
di loro, cosa facevano, e parlavano del loro passato, passato da Partigiani combattenti, uno ferito in
Battaglia a Loco di Rovegno, l'altro che i Tedeschi le avevano ucciso il Padre e bruciato anche la
casa. Più tardi Villa fece la pastasciutta al sugo, e poi mangiammo del salame che facevano nel
Paese, quella sera si rimase in casa di Villa fino quasi l'una di notte, io ascoltavo i loro racconti con
molto interesse, mentre l'Amico Capanna si gustava il genuino vino del Padrone di casa, stando
quasi sempre in piedi, Villa appena vedeva che la bottiglia che Capanna aveva in mano era quasi per
finire, ne apriva un'altra. Per finire il racconto, quello che ora scrivo tanti non lo crederanno, ma chi
ha conosciuto il caro amico Capanna sa che quello che aggiungo è reale! In quella serata Capanna,
durante il pasto e dopo, si era bevuto sette bottiglie vino, ci salutammo e Villa ci ringraziò della
visita invitandoci di rivederci presto. Il Capanna prese la sua macchina già bianca di neve, e ci
riportò a casa normalmente, io a Bolzaneto e Bonni a casa sua alla Castagna, il quale era felice di
avere trovato attraverso “Gara” il suo Compagno Partigiano Villa.
1944-45 - Partigiani della Brigata Giustizia e Libertà G. Matteotti in Valtrebbia
131
Qualifiche gerarchiche Partigiane riconosciute dalla Commissione Ligure
Brg. SAP di Montagna “BEDIN”94 VI zona operativa – Genova
Cognome
Nome
Patern.
Grado
dal
al
FLORIO
Renato
Andrea
Comandante di Brg
1-7-44 24-4-45 +
Caduto al Ponte di Rovegno il 24-4-45
GARAVENTA
Giovanni
Giuseppe
V. Comandante di Brg
1-7-44 24-4-45
Caduto località Gione, Calcinara di Uscio
Comandante di Brg
24-4-45 27-4-45 +
MASSONE
Emanuele
Luigi
CLN di Lumarzo
1-7-44 30-4-45
VIACAVA
Giovanni
Enrico
Commissario di Brg
1-7-44 30-4-45
ANGELINI
Elena
Staffetta Partigiana
1-7-44 30-4-45
BOASI
Dante
Luigi
Comm.rio Distacc.
1-7-44 30-4-45
BOASI
Ottorino
Luigi
Comm.rio Distacc.
1-7-44 30-4-45
CARUCCIO
Giuseppe
Attilio
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
FAGGIO
Onorato
Comandante Distacc.
1-11-44 30-4-45
FERRARI
Emilio
Giovanni
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
FERRARI
Giuseppe
Giovanni
Capo Nucleo
8-6-44 27-4-45 +
Caduto a Lumarzo il 27-4-45
FERRARI
Luigi
Francesco
Capo Nucleo
1-1-45 30-4-45
FERRARI
Mario
Agostino
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
FOSSA
Pietro
Serafino
Comandante Distacc..
1-7-44 30-4-45
GUARNIERI
Vittorio
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Capo Servente Mag.
1-7-44 30-4-45
MASSONE
GioBatta
Lorenzo
MASSONE
Iolanda
Lorenzo
Partigiana
30-4-45
Luigi
Partigiano
1-4-44 14-12-44 +
MASSONE
Lorenzo
Nato a Lumarzo il 22-7-1883 arrestato il 5/12/44 e ucciso dai Tedeschi il 14-12-44 a Mulinetti
MASSONE
Emanuele
Lorenzo
Comm-rio Distacc.
1-7-44 30-4-45
MASSONE
Maria
Lorenzo
Partigiana
30-4-45
MASSONE
Mario
Lorenzo
Comandante Distacc.
1-7-44 30-4-45
Partigiana
30-4-45
MASSONE
Matilde
Lorenzo
MASSONE
Umberto
Emanuele
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Domenico
Giuseppe
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Francesco
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Lorenzo
Lorenzo
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Luigi
Pasquale
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Matteo
Giuseppe
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Maria Palmira
Partigiana
30-4-45
OLCESE
Michele
Francesco
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Pasqualina
Partigiana
1-6-44 30-4-45
OLCESE
Pierina
Partigiana
30-4-45
OLCESE
Raffaele
G.B.
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Riccardo
Stefano
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Rodolfo
Angelo
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Rosa
Partigiana
30-4-45
94 Dopo la morte di Oreste Ughini detto “Bedin” caduto eroicamente a Lumarzo il 23-9-44, la SAP di Pannesi, in Sua
Memoria si dette il Nome di: Brigata di Montagna SAP “BEDIN”. Lo stesso fece il Comandante della Brg. CAIO il
quale diede ad un suo Distaccamento il Nome di “Bedin” Questo Distaccamento era di norma dislocato in Valtrebbia
(Marsaglia) e in Val d' Aveto.
132
OLCESE
Silvio
OTTONELLO
Edvige Nato a Genova il 29-3-1903 (Ab. Recco)
POLLIPODIO
Giovanni
Andrea
Comandante Distacc.
PRETE
Rinaldo
Carlo
Comm. Distacc.
SANTONASTASI Cesarina
Partigiana
SCHENONE
Angelo
Giovanni
Capo Squadra
SCHENONE
Angelo
Paolo
Capo Nucleo
SCHENONE
Aurelio
Camillo
Capo Nucleo
Preso prigioniero è morto in campo di sterminio di Dachau il 19-4-45
SCHENONE
Ernesto
Andrea
Capo Squadra
SCHENONE
Giovanni
Luigi
Comm.rio Distacc.
SCHENONE
Giuseppe
Vittorio
Capo Squadra
SCHENONE
Pasqualino
G.B.
Capo Nucleo
SCHENONE
Capo Squadra
1-6-44
1-6-44
1-7-44
1-7-44
1-11-44
1-11-44
1-11-44
30-4-45
30-4-45
30-4-45
30-4-45
30-4-45
30-4-45
30-4-45
19-4-45 +
1-11-44
1-7-44
1-11-44
1-7-44
1-7-44
30-4-45
30-4-45
30-4-45
30-4-45
30-4-45
Dati di Partigiani e loro attività Politica e Militare della Brg. SAP di Montagna “BEDIN”
FLORIO Renato detto “Napoli” pat. Andrea; Comandante di Brigata SAP dal 1-7-44 al 24-4-45
Nato il 2-12-1917 in Agerola (NA) - Caduto al Ponte di Rovegno il 24-4-4. Sergente Maggiore nel
15° Reggimento Genio a Chiavari dove l'8 settembre riesce a sfuggire all'arrivo delle truppe
Tedesche. Viene successivamente arrestato a Genova, riesce a sfuggire alla fucilazione, e ferito si
rifugia presso l'osteria sul Monte Cornua, presso Beccaria Angelo detto Giullu, poi viene messo in
contatto con Piemonte, dopo una permanenza alla Madonna del Bosco presso Menegu entra nella
Brigata SAP Bedin. Il Florio viene nominato Comandante della Brigata e dislocato in Valtrebbia. 95
GARAVENTA Giovanni detto “Castagna” pat. Giuseppe, Vice /Comandante di Brg dal 1-7-44 al
24-4-45 passa Comandante, cadde il 27-4-45 +
Nato Colle Caprile di Uscio il 8-l0-1920 V/Comandante della Brigata SAP Bedin, passa
Comandante96di Brg il 24-4-45 dopo la morte di Florio Renato e ne resta sino al 27-4-45 dove viene
ucciso da un Tenente degli Alpini della Monterosa in località Gione vicino a Calcinara di Uscio.
Il Giovanni detto “Castagna” partecipa assieme al Commissario Partigiano “Piemonte” alla
organizzazione della Banda sino dai primi tempi dopo l'Otto settembre del 1943. Partecipa a molte
azioni militari e di Polizia Partigiana, si trovava assieme con “Villa” (Massone G.B.) Ghigna
Francesco detto “Sommergibile” e Ughini Oreste detto “Bedin” e altri, la notte tra il 22 e il 23-9-44
in cui avvenne lo scontro armato con i Militari Tedeschi presso Lumarzo; Dove “Bedin”
combattendo Eroicamente cadde per permettere ai compagni del Distaccamento di sganciarsi dalle
superiori forze del Nemico.
Il Distaccamento Pablo era in marcia di notte da Pannesi 97 verso l'Alta Fontanabuona per problemi
creatisi da parte di alcuni giovani sbandati, per ruberie e cattivo comportamento nei confronti della
popolazione locale, queste operazione di Polizia erano disposte dal Comando della VI Zona, (La
versione dei fatti di Lumarzo mi fu raccontata diverse volte dal Partigiano Massone G.B. detto Villa
che era presente allo scontro assieme a “Castagna”)
MASSONE Emanuele detto “Piemonte” pat. Luigi, Presidente del CLN di Lumarzo per il PCI
Organizza la Brigata SAP Bedin e ne fa parte dal 1-7-44 al 30-4-45 ne diventa poi il Commissario.
Nato a Pannesi di Lumarzo il 3-6-1897 grande Patriota e organizzatore delle prime bande Partigiane
95 La moglie o compagna di Florio, Garaventa Gildo mi disse che si chiamava Natalina e era Attivista anche Lei.
96 Passa Ufficialmente Comandante della SAP Bedin il 26 aprile del 45 con la nomina anche di Piemonte a
Commissario. Detta Brigata è autorizzata ad agire nella Zona di Lumarzo. La nomina è Firmata VI Zona Operativa
Div. Garibaldina Cichero Comando SAP: il Comandante “Ardesio “ (26-4-45)
97 Esistono due versioni sulla direzione di Marcia del Distaccamento. Oltre quella sopra detta vi la versione che loro
stavano venendo dall'Alta Fontanabuona verso le alture di Bargagli? B.G.
133
nella zona di Pannesi, ospitò presso la sua abitazione molti Patrioti feriti o fuggiti dalle carceri
Fasciste. Ha contribuito notevolmente con la SAP di Uscio a fornire viveri, armi, munizioni e
Uomini alla Brigata “Peter” quando era dislocata nella Zona al Comando di “Scrivia” e con “Carlo”
come Commissario. Mantenne contatti con Bini, Bisagno, Lesta e la SAP di Uscio. Rimase per tutto
il periodo di lotta un punto di riferimento per tanti giovani che dalle Riviere sceglievano la via della
lotta Partigiana. Fu grande esempio di onestà e moralità e grande fu il suo impegno per la Libertà e
la Democrazia. Fu eletto Presidente del CLN di Lumarzo.
VIACAVA Giovanni98 nato a Recco il 16-6-1879 pat. Enrico ove residente, Commissario di Brg dal
1-7-44 al 30-4-45. Di professione orologiaio commerciante: Noto Antifascista e Comunista, dopo
l'Otto Settembre del 43, partecipa alle prime riunioni a Uscio, presso l'Osteria du Milan, dove
assieme a “Dente” a “Bulaccu” e altri di Uscio e Recco contribuiscono alla formazione del locale
Movimento Partigiano. Con Piemonte contribuisce alla formazione della Brigata SAP Bedin e poi
ne diventa Commissario, mantenendo collegamenti con altri Distaccamenti Locali e con la SAP di
Uscio e Bisso Emanuele. Fa Parte del CLN di Recco per il Partito Comunista. Viacava durante la
guerra, si trasferisce con la famiglia da Recco a Creti di Sussisa, dove tramite Beccaria Angelo
riceve gli ordini dal Comando di Cichero per le varie azioni militari e logistiche da tenersi con la
SAP di Pannesi; alla lotta Antifascista contribuisce anche il Figlio come staffetta e Patriota della
Brigata SAP POGGI 470.
ANGELINI
Elena
Andrea
S.I.P. Bedin
1-7-44 30-4-45
Nata a Genova 2-6-1901(1908) abitante a Pannesi di Lumarzo dove la cognata aveva un negozio e
questo le permetteva di avere informazioni che passava al Comando della SAP inoltre contribuiva
come Staffetta e Partigiana della SAP “Bedin”, era la cognata di Olcese Rodolfo. (Riconosciuta Elenco
Ufficiale Donne nella Resistenza)
BOASI
Dante
Luigi
Comm.rio Distacc.
1-7-44 30-4-45
Dopo la guerra entra nella Polizia provinciale motociclistica di Genova
BOASI
Ottorino
Luigi
Comm.rio Distacc.
1-7-44 30-4-45
Nato a Boasi nel 1911 ove residente ex Sergente degli Alpini, fa parte del movimento Antifascista
militante, esperto di armi aiuta alla manutenzione ed all'uso; Contribuisce in modo notevole alla
lotta di liberazione.
CARUCCIO
Giuseppe
Attilio
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Ex pugile ed ex Maresciallo. Per ordine del Comando SAP, nella prima mattinata del 27/4/45 lo
stesso partecipa con una Squadra di Partigiani fra cui il Villa (Massone GB), dove assieme si recano
da Pannesi verso la zona delle Gione. Come da informazione ricevute dalla SAP di Uscio, sul luogo
dovevano trovare una colonna di una cinquantina di Tedeschi. Ma arrivati presso la “Costa du
Saegru” di Pannesi, i Partigiani nella curva, si sono trovati davanti la Colonna Tedesca; la colonna
era formata da centinaia di soldati in ritirata provenienti da Calcinara, gli stessi avevano la bandiera
bianca, e dissero ai Partigiani: <Voi non sparate noi non spariamo>. Sia Caruccio come Villa erano
armati Maschinengewehr mentre gli altri avevano moschetti e qualche Sten MK II e MAB.
(Nota di B.G. - Villa negli anni 70 durante uno degli incontri occasionali che a volte facevo con
Lui, mi raccontò il fatto con molta precisione, ed anche del mitragliatore che era una MG 34 che
lui teneva in quella circostanza. Lo stesso episodio mi viene confermato anche Massone Giorgio al
27/2/2011 in uno dei nostri incontri di memorie)
FAGGIO Onorato di G.B. nato a Lumarzo Comandante del Distaccamento di "Lumarzo" in
forza dalla formazione maggio 1944 al 30/04/45 - Tessera n° 08108 - Az/Mil. 2
98 Viacava aveva un figlio di nome Fulvio, detto “Fulvio” nato a Recco il 18-4-1913 dal 1/7/44 Patriota nella 470
Brg. Di Città Poggi; Fulvio era sfollato a Creti di Sussiza, il quale avvisò Piemonte che nel Paese, (Pannesi) c'era
una Banda, detta poi detta “Banda Gigi” di finti Partigiani, che girava e cercava di avere informazioni sui Partigiani
veri, questi erano accompagnati da Barinetti Dionigi Pietro, cognato di Beccaria, il quale innocentemente credeva di
aiutare dei Patrioti e nulla sapeva delle loro intenzioni; addirittura le diede anche da mangiare. Il Piemonte venuto a
conoscenza del fatto informava tempestivamente Scrivia, poi esternò tutta la sua rabbia nei confronti del Barinetti e
della sua stupida buona fede. (Memoria di Giorgio Massone del 27/2/11)
134
FERRARI
Emilio
Giovanni
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
FERRARI
Giuseppe
Giovanni
Capo Nucleo
8-6-44 27-4-45 +
Caduto a Lumarzo il 27-4-45
FERRARI
Luigi
Francesco
Capo Nucleo
1-1-45 30-4-45
FERRARI
Mario
Agostino
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
FOSSA
Pietro
Serafino
Comandante Distacc..
1-7-44 30-4-45
Fossa Pietro detto Pierino Comandante del Distaccamento "Sera" credo che dopo il 27 aprile del 45,
con l'uccisione da parte di un Tenente degli Alpini della Monterosa di Garaventa Giovanni
“Castagna” passa il Pietro al Comando della Brigata Bedin e che sia anche lo stesso che partecipa a
Lumarzo in Comune come Capo della Brigata. su alcuni documenti e sopra gli elenchi dei Sapisti
del Dist. "Sera" porta in calce la sua firma, come "il Comandante" Fossa Pierino.
GUARNIERI
Vittorio detto “Stalin”
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Nato a Neirone ove era residente, attivo Antifascista e contribuisce al reclutamento di giovani
partigiani, amico ed estimatore di Piemonte; partecipa alla lotta di Liberazione con il Figlio Bruno
del 27 il quale fa parte del Distaccamento Alpino della Brg Berto.
Comm-rio Distacc.
1-7-44 30-4-45
MASSONE
Emanuele
Lorenzo
Nato a Pannesi di Lumarzo il
è fratello di GB e di Mario, partecipa attivamente alla lotta
partigiana sin dai primi momenti, aiutano molti ex prigionieri e militari Italiani sbandati a fuggire in
montagna; accompagna giovani renitenti alla leva e Antifascisti, da Pannesi in montagna, presso la
Valtrebbia e la Val d'Aveto. Trasporta personalmente la prima stazione radiotrasmittente avuta per i
Partigiani di Bisagno, da Pannesi al Comando della VI Zona a Cichero, impiegando due giorni per
il viaggio, fa parte della Brg SAP “Bedin” come tutto il resto della sua famiglia.
MASSONE
GioBatta
Lorenzo
Capo Servente Mag.
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi di Lumarzo il 1-8-1916 Nome di battaglia è “Villa” fratello dei Partigiani Mario ed
Emanuele e nipote di Piemonte; Figlio di Lorenzo che fu arrestato il 5-12-44 dagli SS nella propria
abitazione a Pannesi, su indicazioni di spie sfollate nel posto. Gli SS Tedeschi dopo averne bruciato
la casa al Lorenzo fu portato a Recco e dopo qualche giorno fu ucciso dagli SS presso Mulinetti di
Recco.
“Villa” partecipa a molte azioni Partigiane, un periodo è anche presente nella Brigata Jori dove in
una occasione salva la vita al Partigiano Bonicelli Giacomo detto “Badoglin” il quale si era ferito al
piede che perdeva molto sangue e non riusciva a camminare, “Villa” lo carica sulle spalle e lo porta
in salvo fuori dal fuoco nemico. Partecipa allo scontro armato di Lumarzo, contro i tedeschi del 239-44, assieme a “Castagna” (Garaventa Giovanni) e altri partigiani; dove cadde combattendo
Eroicamente il Vicecapo Squadra “Bedin”. “Villa” è presente con Carruccio a Pannesi nella Costa
du Saegru contro il presidio Tedesco, armato di MG 34 si trova davanti ad una fila di Partigiani
quando incontrano un Pattuglia Tedesca in arrivo da Uscio.
MASSONE
Iolanda
Lorenzo
Partigiana
30-4-45
Nata a Pannesi di Lumarzo nel 1924 contribuisce con il resto della Famiglia alla lotta Partigiana fa
parte della Brg SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza)
MASSONE
Lorenzo
Luigi
Partigiano
1-4-44 14-12-44 +
Nato a Pannesi di Lumarzo il 22-7-1883 venne arrestato il 5-12-44 a causa di una lettera anonima la
quale denunciava Che il Massone ed i figli erano Comunisti e partigiani; le fu bruciata la casa e
portato a Recco dove fu ucciso dai Tedeschi il 14-12-44 a Mulinetti presso la villa Dofour.
MASSONE
Maria
Lorenzo
Partigiana
30-4-45
Nata a Pannesi di Lumarzo nel 1922 contribuisce con il resto della Famiglia alla lotta Partigiana fa
parte della Bgr SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza)
MASSONE
Mario
Lorenzo
Comandante Distacc.
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi di Lumarzo il
a Pannesi di Lumarzo il
fratello di GB e di Emanuele,
partecipa attivamente alla lotta Partigiana sin dai primi momenti, aiutano molti ex prigionieri e
militari Italiani sbandati a fuggire in montagna fa parte della Brg SAP “Bedin”. come la Famiglia.
135
MASSONE
Matilde
Lorenzo
Partigiana
30-4-45
Nata a Pannesi di Lumarzo nel 1926 contribuisce con il resto della Famiglia alla lotta Partigiana fa
parte della Brg SAP “Bedin” come la Famiglia. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza)
MASSONE
Umberto
Emanuele
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi di Lumarzo nel 1930 figlio di “Piemonte” contribuisce alla lotta Partigiana e con il
Padre aiutano molti Antifascisti a sfuggire alla caccia dei Nazifascisti nascondendoli in cascine
della Zona ed accompagnandoli in montagna fa parte della Brg SAP “Bedin”.
OLCESE
Domenico
Giuseppe
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi di Lumarzo gestiva l'osteria alla Madonna del Bosco; Da rifugio a tanti Antifascisti
ed anche a persone sfollate, viene arrestato dai Tedeschi e viene dagli stessi “malridotto”, partecipa
alla lotta di Liberazione in Zona fa parte della Brg SAP “Bedin”.
OLCESE
Francesco
1-7-44 30-4-45
OLCESE
Lorenzo
Lorenzo
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi ove residente partecipa a diverse azioni e alla lotta di liberazione in Zona.
OLCESE
Luigi
Pasquale
“Chiesa”
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi ove residente, detto Gino o “Chiesa” il 5-12-44 durante il rastrellamento a Pannesi
che fu arrestato assieme a Massone Lorenzo. Gino fu ferito ad una spalla dagli Alpini della
Monterosa, cercò di fuggire verso la Madonna del Bosco, dove si nascose sfinito in mezzo a della
foglia, ma i suoi inseguitori seguendo le tracce di sangue, lasciate nella fuga lo trovarono e fu
arrestato e portato a Recco, successivamente fu liberato fa parte della Brg SAP “Bedin”.
OLCESE
Matteo
Giuseppe
Chiesa
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi oltre alla normale routine, Partecipa con “Roa” (Olcese Ugo) ad una missione
polizia Partigiana a Camogli, per Ordine del Comando di Zona.
OLCESE
Michele
Francesco
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
Nato a Pannesi ove residente con una sorella, che gestivano un'Osteria nel centro del Paese,
partecipa alla lotta di Liberazione, è uno degli ultimi Partigiani o Persone che ha visto vivo
Garaventa Giovanni, il Quale dopo l'armistizio e la Resa delle truppe Nazifasciste, era sceso con lui
da S. Alberto e sostò per poco tempo nella sua Osteria, poi dicendo che avrebbe fatto un salto a casa
a Colle Caprile per vedere come stavano le cose, e per salutare sua madre e gli altri di famiglia,
portando lui stesso la felice notizia che la guerra era finita. Prima di uscire dall'osteria egli mise il
sua mitra appeso ad un attaccapanni in legno posto alle spalle del banco di servizio dell'osteria, con
il mitra egli depositò anche vari caricatori; Michele le disse: <Non andare via disarmato lungo la
strada puoi incontrare qualche testa calda e non sai che può succedere> Alché il Garaventa
rispose; < Figurati la gente è felice che è finita la guerra e non vedono l'ora di tornare a casa
dalle loro famiglie e dimenticare tutto> e cosi dicendo partiva assieme ad un Giovane che faceva la
Staffetta Partigiana, di nome Olcese Eugenio, detto Genio du Caigà che poi si sposò a Sussisa. Egli
lo accompagnò verso Calcinara, era con lui quando Giovanni fu ucciso vilmente da un Capitano
degli Alpini della Monterosa nella località detta Gione: Il Ragazzo tornò indietro di corsa, facendo
un lungo giro nel bosco sottostante, per paura di essere colpito anche lui, arrivato in Paese senza
fiato disse: <Hanno ucciso Giuanin>
OLCESE
Maria Palmira
Partigiana
30-4-45
Nata il 1906 partecipa alla lotta Partigiana, fa parte della Brg SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco
Ufficiale Donne nella Resistenza)
OLCESE
Pasqualina
1-6-44 30-4-45
OLCESE
Pierina
Partigiana
30-4-45
Nata il 1919 partecipa alla lotta Partigiana, fa parte della Brg SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco
Ufficiale Donne nella Resistenza)
OLCESE
Raffaele
G.B.
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Partigiano nato a Pannesi di Lumarzo fa parte della Famiglia dei Ligagin, partecipa con altri alla
costruzione della strada Lumarzo-Pannesi-Calcinara. Assieme ad Aurelio Schenone sottraggono
tritolo e munizioni ai Tedeschi per portare in montagna alle Brg. Partigiane. Casualmente Il giorno
136
che fu arrestato dai Tedeschi Schenone Aurelio a Lumarzo, doveva essere Olcese a fare quel
trasporto con il mulo carico di tritolo e armi.
OLCESE
Riccardo
Stefano
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
Olcese detto Tallino si era incaricato di fare fuggire dei prigionieri Russi e Polacchi che venivano
utilizzati dai Tedeschi per i lavori della strada fra Pannesi-Calcinara. Questi erano stati nascosti e il
Tallino le portava da mangiare e le faceva la guardia in attesa di trasferirli alle Brigate in montagna.
OLCESE
Rodolfo
Angelo
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
Detto Durfu di Pannesi, fece diverse forniture di armi alla Brigata, portava anche utilii informazioni
alla stessa. Personaggio conosciuto in tutti i paesi della zona e cognato della Angelini Elena.
OLCESE
Rosa
Partigiana
30-4-45
Nata il 1889 a
partecipa alla lotta Partigiana, fa parte della Brg SAP “Bedin” (Riconosciuta
Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza)
OLCESE
Silvio
1-6-44 30-4-45
OTTONELLO
Giovanni (Pezzoli) Edvige
1-6-44 30-4-45
Nato a Genova il 29-3-1903 (Ab. Recco) Antifascista da molto tempo, viene perseguitato e
partecipa attivamente alla lotta Partigiana, mantiene rapporti organizzativi con il PCI di Genova.
PAGANO
Giuseppe
Partigiano
1-7-44 30-4-45
Nato a Cisiano di Bargagli il 2-6-1911
POLLIPODIO
Giovanni
Andrea
Comandante Distacc.
1-7-44 30-4-45
Nato forse a Canepa di Sori era anche parente con la Madre di Becaria Angelo, la quale era una
della famiglia dei Pollipodio.
PRETE
Rinaldo
Carlo
Comm. Distacc.
1-7-44 30-4-45
Residente a Recco, ma partecipa alla lotta di Liberazione, dopo i bombardamenti si trasferisce alla
Madonna del Bosco di Pannesi. Nei documenti Piemonte si riscontra in una “Dichiarazione firmata
di Don Oneto nei confronti di Preti Aldo, una nota a riguardo di un mancato avvertimento di
rastrellamento Tedesco da tenere presso Pannesi e in particolare alla famiglia di Massone Lorenzo”
Il Parroco era stato preavvisato da una certa Maria Grazia Funari, di Camogli. (Vedi Storia dei
Funari)
SANTONASTASI Cesarina
Partigiana
30-4-45
Nata nel 1908 partecipa alla lotta Partigiana fa parte della Brg SAP “Bedin” (Riconosciuta Elenco
Ufficiale Donne nella Resistenza)
SCHENONE Angelo di Giovanni nato a Lumarzo Capo Squadra del Distacc. di "Lumarzo" in
forza dalla formazione da maggio 1944 al 30/04/45 - Tessera n° 06101 - Az/Mil. 2
SCHENONE Angelo di Paolo nato a Lumarzo (Capo Squadra) Sapista del Distacc. di "Lumarzo"
in forza dalla formazione da maggio 1944 al 30/04/45 - Az/Mil. 1
SCHENONE Aurelio di Camillo nato a Lumarzo il 22-11-1919 Sapista del Distacc. di
"Lumarzo" in forza dalla formazione da maggio 1944 - Tessera n° 06210 - Az/Mil. 1
Lo Schenone assieme ad Olcese Raffaele di Pannesi, (Dei Ligagin) lavoravano alla costruzione
della strada Lumarzo-Pannesi-Calcinara, durante i lavori sottraggono tritolo e munizioni ai Tedeschi
per consegnare in montagna alle Brg. Partigiane. Il giorno che lo Schenone che fu arrestato dai
Tedeschi, Egli stava trasportando sopra di un mulo, esplosivo e viveri da Lumarzo alla località detta
Rie Rosse presso Roccatagliata, qundo viene intercettato da una pattuglia Tedesca e fatto
prigioniero, viene trascinato appeso ad una corda per una parte della strada del Paese, caricato alle
Ferriere di Lumarzo sopra di un autocarro, fu portato prima alla Casa dello Studente a Genova, e
poi internato nel campo di sterminio di Dachau dove vi muore il 19-4-1945 .
SCHENONE Ernesto di Andrea nato a Lumarzo Capo Squadra del Distacc. di "Lumarzo" in
forza dalla formazione da maggio 1944 - Disarmo 30/04/45 - Tessera n° 06201 - Az/Mil. 2
Detto “Nestu” abitante nella località Piane di Lumarzo agricoltore, fratello del Partigiano Giacomo
della SAP di Lumarzo. Ernesto negli anni 60 trova lavoro presso l'Italsider di Genova, i due hanno
una sorella spostata a Calcinara con Garaventa Pietro detto Pietro di Gardeixe.
SCHENONE Giovanni fu Luigi nato a Lumarzo Comm.rio del Distaccamento di "Lumarzo" in
137
forza dalla formazione maggio 1944 al 30/04/45 - Tessera n° 06102 - Az/Mil. 2
SCHENONE Giuseppe Vittorio nato a Lumarzo Capo Squadra del Distacc. di "Lumarzo" in
forza dalla formazione da maggio 1944 - Disarmo 30/04/45 - Tessera n° 06205 - Az/Mil. 1
SCHENONE Pasqualino
G.B.
Capo Nucleo
1-7-44 30-4-45
SCHENONE
Capo Squadra
1-7-44 30-4-45
Elenco Partigiani e Patrioti SAP - BEDIN (ANPI)
01Barinetti Dionigi nato a Genova il 30/01/1904 sposato con la Sorella di Beccaria Angelo.
Residente a Pannesi, Partigiano con Croce di Guerra e medaglia di Onore da Patriota.
02 Beccaria Angelo , detto “Guido”
03 Beccaria Luigi, fratello di Angelo
04 Beccaria Maria, sorella di Angelo e Luigi
05 Benvenuto Eugenia – moglie di Massone Emanuele detto “Manuelin” di Lorenzo.
06 Caprile Benedetto di Giacomo nato e residente a Colle Caprile, Commerciante alimentari
07 Caprile Giovanni di Giacomo nato e residente a Colle Caprile, Fornaio
08 Carbone Carlo
09 Garaventa Gildo, di Giuseppe nato a Uscio ove residende a Colle Caprile fratello di “Castagna”
10 Lagomarsino Ugo Partigiano del Distaccamento Castagna della Brigata Berto.
11 Massone Emanuele detto “Piemonte” fratello di Lorenzo figli di Luigi
12 Massone Emanuele detto “Manuelin” di Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo
13 Massone GioBatta detto “Villa” di Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo
14 Massone Iolanda di Lorenzo nata a Pannesi di Lumarzo il 1924
15 Massone Maria di Lorenzo nata a Pannesi di Lumarzo il 1922
16 Massone Mario di Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo
17 Massone Matilde di Lorenzo nata a Lumarzo il 1926
18 Massone Umberto detta “Berto” di Emanuele detto Piemonte nato a Pannesi di Lumarzo
19 Menichetti Oris di Gino e Giunchini Ferdinanda, nato a Massa Marittima il 16/12/1922 abitante
a Scarlino Comune di Gavorrano, dopo alcuni anni lo stesso venne a trovare Piemonte a
Pannesi.
20 Olcese Eugenio detto Geniu du Caigà (Era assieme a Castagna quando fu Ucciso)
21 Olcese Davide
22 Olcese Domenico di Giuseppe
23 Olcese Lorenzo di Lorenzo
24 Olcese Luigi di Pasquale
25 Olcese Matteo di Giuseppe
26 Olcese Michele di Francesco (Oste con osteria a Pannesi sulla strada)
27 Olcese Pierina, moglie di Massone Mario di Lorenzo
28 Olcese Pierino detto Peo di Pannesi
29 Olcese Raffaele di G.B. (Dei Ligagin)
30 Olcese Valentino detto “Valle de Lainà” figlio di Michele e Amelia, deceduto accidentalmente
dopo la guerra durante un temporale nel fiume presso Lanzoa di Pannesi.
31 Olcese Virgilio fratello di Eugenio du Caigà
32 Picasso Dino
33 Pollipodio Giovanni di Andrea
34 Prete Rinaldo di Carlo di Recco sfollato al Bosco di Pannesi, Poi farà il Vigile a Recco.
35 Schenone Angelo di Giovanni Capo Squadra del Distaccamento "Lumarzo"
36 Schenone Carlo delle Piane di Lumarzo
37 Schenone Giovanni di Luigi Commissario del Distaccamento "Lumarzo"
38 Schenone Giuseppe di Vittorio Capo Squadra del Distaccamento di "Lumarzo"
138
39 Schenone Giuseppe di Lumarzo detto Geppe u Peloso, Partigiano
40 Schenone Guido delle piane di Lumarzo
41 Schenone Luigi
42 Schenone Pasqualino di G.B.
43 Schenone Serafino di Angelo nato a Lumarzo Sapista del Distaccamento "Lumarzo"
44 Schenone Silvio di Angelo nato a Lumarzo Sapista del Distaccamento "Lumarzo"
45 Schenone Vittorio di Pannesi
46 Schenone Vittorio
47 Scolari Andrea, di Borzonasca, abitante a Colle Caprile, socio della Ditta Scolari e Sciutti ex
Fiumana Bella per il trasporto passeggeri da: Monleone, Cicagna, Gattorna, Uscio, Recco e
Genova.
48 Sessarego Rinaldo (Probabilmente Dottore)
49 Sessarego Federico
50 Tavizza Giulia
51 Viacava Giovanni nato a Recco, Orologiaio, fa parte del CLN di Recco per il PCI.
52 Villa Mario
53 Zanone Umberto
Caduti per causa di Guerra SAP - BEDIN
Ferrari Giuseppe nato a Lumarzo 21-1-1904 caduto il 27-4-1945 a Lumarzo
Florio Renato nato in Agerola (NA) il 2-12-1917 caduto a Rovegno il 24-4-1945
Garaventa Giovanni nato a Uscio il 8-10 1920 caduto a Uscio il 27-4-1945
Lagomarsino Agostino
Massone Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo il 22-7-1883 caduto a Recco il 14-12-1944
Olcese Tommaso
Olcese Silvio
Ravera Emilio nato a Lumarzo il 23-6-1927 caduto a Torriglia il 26-6.1944
Schenone Aurelio nato a Lumarzo,
Mangini Serafino (Da verificare dati)
Caduti a Bargagli il 24 aprile 1945 della SAP di Boasi.
La notte del 26/4/4599 quattro Partigiani della SAP di Boasi, (Brigata Bedin), che poche ore prima
avevano fatto prigionieri una decina di soldati Tedeschi, e mentre questi li stavano conducendo
verso Torriglia, vengono fermati da alcune persone armate, i quali dicono di essere Partigiani e
fermando il gruppo, gli stessi portando via ai prigionieri i loro effetti personali, nasce il diverbio fra
i quattro della SAP e quelli qualificatosi come Partigiani? Il comportamento di questi individui non
meglio conosciuti, viene denunciato al Comando Partigiano della Zona. Nella notte i quattro della
SAP di Boasi si fermano a dormire in una villetta situata a Sant'Alberto di Bargagli, ma durante la
notte gli stessi vengono attaccati da un "individuo vestito da Partigiano" il quale falcia con una
raffica di mitra i quattro che stavano riposando in questa abitazione, tre di loro rimangano colpiti a
morte, solo uno dei quattro, Fossa Lino rimane colpito alle gambe e riesce a sopravvivere. Mentre
per Boasi Armando, Ferrari Giuseppe e Ferrari Luigi purtroppo non vi è nulla da fare.
Anche su questo delitto è interpretato in diverse versioni, forse la più realistica è la vendetta, per la
denuncia al Comando, del furto precedentemente eseguito da quel gruppetto di pseudo Partigiani,
agli effetti personali dei Prigionieri Tedeschi. Anche in quei momenti c'erano persone di poca
moralità ed onestà, i quali approfittando della confusa situazione cercavano di fare la loro sporca
"fortuna".
99 Sull'Elenco dei partigiani caduti di Gimelli G. riporta caduti il 27/4/45
139
Formazione della Brg. Di Montagna SAP Bedin della VI Zona, Divisione Cichero:
La Brigata era formata da Diversi distaccamenti, distribuiti sul territorio in base alla loro
residenza e conoscenze personali.
Distaccamento "SERA" della Brigata SAP - BEDIN
Elenco numerico delle Tessere rilasciate ai Sapisti insurrezionali: (l'elenco è riportato come da
originali depositati presso ILSREC Fondo CLN busta 3b)
N°
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
Cognome e nome
Delfino Stefano di Giovanni nato a Lumarzo il 16/07/1922
Pagano Giuseppe fu Massimiliano nato a Bargagli il 02/06/1911
Ferrera Gino di Gerolamo nato a Lumarzo il 01/08/ 1927
Ferrari Aurelio di Davide nato a Lumarzo il 04/09/1912
Ferrari Silvio fu Luigi nato Lumarzo il 16/11/1909
Divizia Ernesto fu Agostino nato a Savona (Nuzino)
Fossa Aurelio fu Luigi nato a Lumarzo il 30/04/1911
Fossa Cesare nato a Lumarzo il 24/12/1908
Mangini Ottavio di Nicola nato a Lumarzo il 21/04/ 1923
Ferrari Gioachino Cesare di Domenico nato a Lumarzo il 04/06/1912
Birindelli Giovanni fu Leopoldo nato a Lavagna il 14/03/1912
Fossa Mario di Erminio nato a Lumarzo il 30/12/1930
Fossa Rinaldo fu Luigi nato a Lumarzo il 28/03/1917
Fossa Emilio fu Serafino nato a Lumarzo il 13/08/1910
Fossa Vincenzo fu Serafino nato a Lumarzo il 29/12/1903
Fossa Santino di Luigi nato a Lumarzo il 14/01/1925
Boasi Aurelio di G.B. nato a Lumarzo il 06/06/1903
Burlando Giuseppe fu Giovanni nato a Genova il 24/06/1903
Carbone Stefano fu Tommaso nato a Lumarzo il 29/03/1906
Faldi Mario di NN nato a Genova il 14/04/1919
Morchio Armando di Angelo nato a Genova il 20/03/1910
Tistino Ercole fu Pietro nato a Lumarzo il 22/09/1904
Oberti Angelo di Domenico nato a Lumarzo il 04/09/1896
Fossa Luigi fu Antonio nato a Lumarzo il 26/07/1899
Basso Antonio fu Giovanni nato a Varese Ligure il 01/07/1905
Fossa Rinaldo di G.B. nato a Lumarzo il 20/11/1909
Parodi Cesare fu Luigi nato a Campomorone il 30/12/1924
Casagrande Domenico di Salvatore nato a Lumarzo il 10/10/1926
Bacigalupo Lino fu G.B. nato a Neirone il 17/10/1921
Fossa Luigi di Emilio nato a Lumarzo il 20/08/1907
Boasi Egidio fu Luigi nato a Lumarzo il 01/12/1893
n°
026
027
028
029
030
031
032
033
034
035
036
037
038
039
040
041
042
043
044
045
046
047
048
049
050
051
052
36
36
36
36
In un altro elenco sono riportati i stessi Nomi e Numeri di quanto sopra con la giunta
nominativi: (Non meglio specificato il Distaccamento, probabilmente il "SERA")
De Barbieri GianBattista fu Luigi nato a Neirone il 18/05/1905
36
Gardella Giovanni di Antonio nato a Neirone il 24/02/1906
36
Carbone Giuseppe di Giovanni nato a Genova il 19/03/1913
050
Boasi Egidio di Giovanni nato a Lumarzo il 18/07/1929
076
Boasi Amelia fu Felice nata a Lumarzo il 27/06/1925
076
(Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza)
140
Tessera n°
781
782
783
784
785
786
787
788
789
790
791
792
793
794
795
796
797
798
799
800
801
802
803
804
805
806
807
207
201
203
202
dei seguenti
204
205
000
59 bis
58 bis
Distaccamento "BARGAGLI" della Brigata SAP - BEDIN
Elenco numerico delle Tessere rilasciate ai Sapisti insurrezionali: (L'elenco è riportato come da
originali depositati presso ILSREC Fondo CLN busta 3b)
N°
Cognome e nome
n°
Tessera n°
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
Gennaro Filippo100 di Giacomo nato a Bargagli il 29/09/1904
Moresco Natale fu Parodi nato a Bargagli il 21/12/1889
Ceprani Fulvio di Umberto nato a Genova il 14/10/1926
Gennaro Santo di Giovanni nato a Bargagli il 02/07/1926
Cevasco Mario di Michele nato a Bargagli il 26/01/1908
Bozzo Rinaldo di Luigi nato a Bargagli il 13/03/1920
Cevasco Pietro di Vittorio nato a Bargagli il 29/06/1926
Moresco Renato fu G.B. nato a Bargagli il 13/09/1926
Gennaro Angelo di Giacomo nato nato a Bargagli il 30/11/1921
Cevasco Angelo di Serafino nato a Bargagli il 07/07/1927
Bozzo Mario fu Gabriele nato a Bargagli il 08/08/1904
Moresco Rafaele di Pietro nato a Bargagli il 20/03/1905
053
054
055
056
057
058
059
060
061
036
052
051
808
809
810
811
812
813
814
815
816
206
000
000
Nota: Il documento è firmato da: Il Comandante Fossa Pierino
Distaccamento "LUMARZO" della Brigata SAP - BEDIN
Elenco nominativi dei Sapisti in forza dalla data della costituzione della SAP (Maggio 1944) e
successivamente: (l'elenco è riportato come da originali depositati presso ILSREC Fondo CLN
busta 3b)
Tessera
Nominativo
titolo
Entr/serv.
Az.
C.M.R.L.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Faggio Onorato di G.B.
Schenone Giovanni fu Luigi
Schenone Angelo di Giovanni
Schenone Angelo di Paolo
Corsiglia Eddi fu Paolo
Schenone Giacomo fu Stefano
Idra Riccardo di Cesare
Schenone Aurelio di Giuseppe
Schenone Giuseppe di Vittorio
Cuneo Silvio di Angelo
Schenone Ernesto di Andrea
Schenone Giacomo di Andrea
Schenone Silvio di Angelo
Schenone Luigi di giuseppe
Schenone Serafino di Angelo
Schenone Giuseppe di G.B.
Schenone Enrico di G.B.
Schenone Luigi di Giovanni
Schenone Guido di Giuseppe
Schenone Aurelio di Camillo
Com. Distacc.
Comm. Distacc.
Capo Squadra
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
Capo Squadra
Sapista
V/Com. Distacc.
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
sett. 44
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
dalla cost.
genn. 1945
dalla cost.
dalla cost.
2
2
2
1
1
1
1
1
1
1
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
08108
06102
06101
06104
06103
06202
06109
06210
06205
06211
06201
06202
06107
06204
06206
06205
06208
06204
06209
06210
100Filippo può essere uno dei Partigiani che si incontrarono con i Militari della colonna Tedesca nella Tecosa.
141
SAPISTI INQUADRATI DURANTE L'INSURREZIONE
Nominativo
titolo
Entr/serv.
Azioni
1
Schenone Stefano di Camillo
Sapista
24/4/45
Insurrezione
2
Gattorna Luigi fu Carlo
Sapista
24/4/45
Insurrezione
3
Schenone Giuseppe fu Angelo
Sapista
24/4/45
Insurrezione
4
Schenone Giuseppe fu Luigi
Sapista
24/4/45
Insurrezione
5
Pozzo Mario di Andrea
Sapista
24/4/45
Insurrezione
A fine documento ci sono note che a Distaccamento Lumarzo sono stati dati 20 Tesserini del
C.M.R.L.101 e 20 schede Matricolari:
Segue Ricevuti n° 20 Cartellini cospirativi, e n° 5 Cartellini Insurrezionalisti. Seguono firme:
Il Comandante
Il Commissario
Faggio Onorato
Schenone Giovanni
Segue altro breve elenco di nominativi di:
Casi Isolati - Distaccamento "Lumarzo" Brigata SAP - BEDIN
Nominativo
Residenza
Schenone Aurelio di Camillo Piane Lumarzo
Schenone Enrico di G.B.
Piane Lumarzo
Schenone Giovanni di Andrea Susanella Lumarzo
Schenone Giuseppe di Vittorio Chiappoto Lum.
Titolo
entr/serv.
az.
Tessera
Sapista
Sapista
Sapista
Sapista
1/5/1944
1/5/1944
1/5/1944
1/5/1944
2
2
2
2
06210
06208
06202
06206
A fine del documento ci sono note che al Distaccamento "Lumarzo" sono stati dati 20 Tesserini del
C.R.M.L. e 20 schede Matricolari:
Segue Ricevuti n° 20 Cartellini cospirativi, e n° 5 Cartellini Insurrezionalisti. Seguono le firme:
Il Comandante
Il Commissario
Faggio Onorato
Schenone Giovanni
Nota: Nella Brigata SAP Bedin del Comune di Lumarzo, si evidenzia la numerosa percentuale
di Donne Partigiane riconosciute nell'Elenco Ufficiale della Resistenza Provincia di Genova.
Florio Renato detto “Napoli” - Comandante della Brigata SAP di Montagna
“Bedin” della Divisione Cichero VI Zona Operativa.
Florio Renato nacque in Agerola provincia di Napoli il 2/12/1917 da Andrea e Carmela
Galbiati; era il secondo genito di cinque fratelli: Alfonso del 1913, Romolo del 1921 102 ed Ettore del
1922, tutti nati ad Agerola, poi nacque nel 1928, in S. Maria di Capua Vetere l'ultimo dei fratelli di
nome Amedeo.
Nel 1922 tutta la Famiglia si trasferì in Santa Maria di Capua Vetere (CE) dove i suoi
Genitori gestirono di proprietà il bar “Gran Caffè Centrale“.
Florio Renato nel 1939 sposò Vera Pagliari, dalla cui unione nacquero i due figli Andrea e
Carmela; nel 1937 Egli fu chiamato al servizio militare del Distretto di Nola con matr. 1338 della
101Comando Militare Regione Liguria
102 Padre del Colonnello dei C.C. Florio Renato, come lo Zio.
142
Classe 1917.
Il 15-5-1937 fu ammesso al corso Sottufficiali con ferma di anni due nel 4° Reggimento
Genio, Specialisti Foto Elettricisti, presso la Scuola di Bolzano dal 15-8-1937 al 15-3-1938 dove
viene promosso Sergente, con obbligo di rimanere alle armi almeno un anno con tale grado.
Il 29-4-1939 viene trasferito a Roma nel 8° Corpo di Armata, da dove viene poi congedato
per fine della Ferma il 15-5-1939. viene successivamente trascritto nel Distretto Militare di Caserta
nel ruolo 113 della forza in congedo del Genio Foto Elettricisti.
Il 26-1-1941, il Florio Renato viene richiamato alle armi “Per esigenze di carattere
eccezionale” e viene assegnato alla Compagnia Foto Elettricisti del 3° Reggimento Genio di Pavia
in Stato di Guerra.
In data 3-7-1942 viene nominato Capo Squadra Foto Elettricisti e con dispaccio n°
0052990/4 del 7-11-1942 dello S.M.R.E. viene trasferito al 15° Reggimento Genio in Chiavari,
nella 14^ Compagnia Foto Elettricisti, dove prende Servizio il giorno 11-12-1942.
Dal Comando del 9° Reggimento Genio del 29-3-1943 viene nominato Sergente Maggiore
con vigore dal 1-4-1943; rimane nella 14^ Compagnia Foto Elettricisti del 15° Reggimento Genio
presso Chiavari sino alla data dell'Otto Settembre 1943, da dove si sottrae alla consegna delle
Forze Nazifasciste. Viene considerato dal Regio Esercito Italiano “Sbandato in seguito agli eventi
sopravvenuti di Armistizio”.
In tali giorni il Florio era di Servizio con alcuni della sua Squadra di Foto Elettricisti, presso
il 42° Reggimento di Fanteria di stanza alle Caserme di Genova-Sturla.
Dalle Caserme di Sturla subito dopo l'Otto Settembre 1943, quando arrivarono i soldati
Tedeschi, il Florio riuscì a fuggire assieme ad alcuni colleghi, gettandosi da una finestra della
Caserma stessa, in seguito, Egli visse per un periodo nel territorio metropolitano di Genova,
cercando di raggiungere il Regio Esercito Italiano.
Il Florio, successivamente fu arrestato dai Tedeschi e portato alla Casa dello Studente di
Genova. Dopo un breve periodo di prigionia e maltrattamenti, fu portato di notte con un altri
prigionieri, presso il cimitero della Castagna103, dove doveva essere fucilato, il Florio durante la
sparatoria eseguita dai soldati Tedeschi rimase ferito, ma anche se malconcio si gettò a terra
fingendo di essere morto, riuscendo così a salvare la propria vita. Dopo quella sparatoria, appena i
Tedeschi si allontanarono il Florio preso dalla paura cercò rifugio salendo sopra di un albero di
cipresso e vi rimase tutta la notte, al mattino presto una donna che con altre transitava sul luogo lo
vide, e rendendosi conto della situazione, le gridò di fuggire prima che tornassero ancora i Tedeschi.
Florio riuscì a fuggire, se pure in stato di confusione dopo alcuni giorni fu accompagnato
presso l'Osteria del monte di Cornua, dove trovò la prima assistenza presso la Famiglia Beccaria.
In un suo racconto, che lo stesso Florio fece presso l'Osteria di Cornua disse: <Meno male
che i soldati Tedeschi non mi diedero il colpo di grazia>.
Dopo le prime cure ed occultamento dai Beccaria, il Florio da l'Osteria di Cornua fu
accompagnato presso il Santuario della Madonna del Bosco di Pannesi, dove vi era a quel tempo il
Parroco Don Oneto, (Che fu poi, anche Segretario del Comitato di Liberazione Nazionale del
Comune di Lumarzo) e dove fu ospitato in alcuni locali attigui alla Chiesa stessa.
Dalla Madonna del Bosco di Pannesi, Il Florio Renato fu messo in contatto con Massone
Emanuele (Piemonte del CLN di Lumarzo) e Garaventa Giovanni detto “Castagna” della SAP
Locale ed altri antifascisti del Luogo.
Appena le sue condizioni fisiche lo permisero, Egli si inserì nei Partigiani locali, la Brigata
SAP di Montagna Bedin; per la sua esperienza di Sergente Maggiore e quella acquisita durante il
Servizio Militare nel R.E.I. venne poi nominato Comandante104 della Brigata stessa.
Negli ultimi giorni di Guerra il Comando Partigiano aveva radunato la tutti i Comandanti di
103Da alcune fonti sembra che fosse presso il cimitero di Genova Staglieno.
104Risulta che prese anche contatti con un Capitano superiore di Artiglieria, certo Ing. Funari Rodolfo, grande Invalido
della guerra del 15-18 e Antifascista, che in quel periodo era sfollato da Camogli in casa del Parroco di Pannesi.
143
Brigata e delle SAP di Montagna presso Gorreto, per disporre il piano tattico e Operativo di Attacco
alle forze Nazifasciste ormai in ritirata, ma ancora di una potenziale efficienza militare, questi
avevano abbandonato il fronte della Garfagnana e dalla Lunigiana stavano marciando in due
direzioni: Una parte di truppe verso Aulla e la Cisa per raggiungere Parma, mentre la maggiore
parte di queste truppe Nazifasciste si era riversato sulla S.S. Aurelia in direzione di Genova. Il
progetto militare delle truppe Nazifasciste era di raggiungere Genova e da quì ricongiungersi con le
altre giacenti lungo la Riviera di Ponente per poi marciare verso l'oltre Po, nella zona di Stradella.
24 Aprile 1945 il Comandante Bisagno quale Comandante della Divisione Cichero, da
Gorreto in Val Trebbia diede l'ordine alle varie Formazioni Partigiane, di movimento e preparativi
per l'attacco finale alle truppe Nazifasciste ormai dirette da La Spezia verso la Riviera di Levante
Genovese, ed ai vari Passi stradali delle montagne della Provincia di Genova.
Durante questa marcia delle Formazioni Partigiane, fornite anche di diversi autocarri, in
molte occasioni avvenne che: Aerei delle Forze Alleate, che ormai sorvolavano giornalmente le
strade carrozzabili della zona di montagna della provincia Genovese, dove cercavano di colpire ed
ostacolare la marcia delle truppe Nazifasciste, in diverse sfortunate occasioni colpirono invece
anche le colonne Partigiane. Diversi furono i fatti casuali, nella Val d'Aveto dove furono colpiti e
uccisi Partigiani della Brigata Caio, al Bracco dove vennero colpiti Partigiani della Divisione
Coduri, e nel nostro caso al Ponte di Rovegno dove furono colpiti a morte Cinque Partigiani e
diversi feriti.
Il Comandante “Napoli” che aveva ricevuto l'ordine dal Comando di Divisione “Bisagno”
di avviarsi verso Lumarzo e Pannesi, per attaccare le truppe Nazifasciste nella Zona. Poco dopo la
partenza per raggiungere la meta assegnategli, la colonna Partigiana arrivata sul Ponte di Isola di
Rovegno, fu mitragliata dagli aerei "Alleati" che volavano a volo radente. Colpiti dal “Fuoco
amico”
Il Comandante Florio Renato detto “Napoli” come altri fu colpito e morì presso una casa a
Isola di Rovegno105 alle ore 19,10 all'età di 28 anni.
Partigiani Caduti il 24 Aprile 1945 sul Ponte di Isola di Rovegno:
Buttacavoli Salvatore
De Martino Pasquale
Florio Renato
Golfetti Luciano
Viganelli Vittorio
detto “Furio” nato a San Giuseppe di Fato (Palermo) il 07/05/20
Partigiano della Brigata Jori
Partigiano non meglio identificata Brigata di appartenenza.
detto “Napoli” nato in Agerola (NA) il 2/12/1917 Comandante della
Brigata SAP di Montagna “Bedin”
detto “Pepé nato a Como il 24/12/24 Comandante del Distaccamento
Vestone della Brigata Jori
detto “Fiore” non meglio identificato. Partigiano della Brigata Jori
Partigiani feriti:
Bondori Andrea
Ferrea Luigi
Gravina Nello
Mortarini Franco
Orsi Pietro
Parente Nicola
detto “Sirio” - Partigiano della Brigata Jori.
detto “Mando” - Commissario di Distaccamento Brigata Jori.
detto “Nello” - Partigiano Brigata Jori
detto “Fontana” - Vice Comandante della Brigata Jori ferito ad un piede
mentre era in avanscoperta in motocicletta vicino al Ponte di Siginella.
detto “Boccia” - Partigiano della Brigata Jori.
detto “Daniele” - Partigiano della Brigata Jori.
105 La casa forse era a Rovegno in via Roma n° 7 dove morì anche alle ore 19,10 il Partigiano De Martino Pasquale.
144
Manifesto per il funerale del Comandante Partigiano Florio Renato
145
Un ringraziamento particolare al Colonnello dei C.C. Florio Renato, per la concessione di
documentazione e foto in ricordo dello Zio, Il Partigiano “Napoli” Comandante della
146
Brigata SAP di montagna“Bedin” - Divisione Garibaldina Cichero VI Zona Operativa.
Familiari, Popolazione ed Associazioni al funerale del Comandante Partigiano “Napoli”
147
Il Comandante Paolo Castagnino detto “Saetta” della Brigata Longhi e il Comandante
Bisagno della Divisione Cichero, sulla strada della Priosa a S. Stefano d'Aveto
S. Stefano d'Aveto 1945 - Lancio Alleato a Partigiani della Divisione Cichero
148
Si riportano alcune foto in ricordo dei caduti e della popolazione che tanto ha
contribuito alla lotta di Liberazione del nostro Paese.
Lapide nella Cappelletta delle 5 Strade a Pannesi e l'inaugurazione del 2 giugno 1947, con
149
"Piemonte” ed alcuni Partigiani tra la popolazione e la benedizione dal Parroco Don Oneto.
I Comandanti della Brigata SAP Bedin: Florio Renato “Napoli” Caduto a Rovegno il 24-4-45 e
Garaventa Giovanni "Castagna" : Ucciso da un Tenente degli Alpini della Monterosa il 27-4-1945
in località "Gione" presso Calcinara di Uscio,
Funerale del Comandante "Castagna" davanti palazzo dei Bardellini presso il Cinema di Uscio
150
151
Funerale di Castagna nel giro detto "Giro di Costa"
Colle Caprile (dove sono nato), veduta di Lorsena e a Sera, dove erano sistemate le batterie
Tedesche da 149/45 poi sostituite con i cannoni da 105, e da 75, mitraglie e mortai da 81.
152
Veduta del Santuario della Madonna del Bosco e della frazione di Pannesi di Lumarzo anni 1930
Soldati di Fanteria della 92^ Divisione Buffalo (USA Army) all'attacco di postazioni Tedesche.
153
Intervento di Scrivia del 2 giugno 1978 alle Gione di Pannesi
Si riporta alcuni brani dell'intervento di "Scrivia" (Ferrando Aurelio) già Comandante Della
Divisione "Pinan Cichero" e della Brigata "Peter" nata a Pannesi e Terrusso di Bargagli.
Scrivia nel suo ritorno a Pannesi dopo 34 anni, invitato alla Festa della Repubblica del 2
Giugno 1978, fa una breve storia del suo passato in quella zona come Comandante Partigiano, parla
della sua conoscenza ed amicizia con "Bisagno" compagno prima a Scuola poi a militare come
Sottotenenti al reggimento presso la caserma di Ceparana a Chiavari. Ricorda quando alla propria
abitazione di Ge-Cornigliano le fu recapitato un messaggio di Aldo Gastaldi che riportava poche
parole: <Ora mi chiamo "Bisagno" per raggiungermi segui il latore del presente>
Ferrando segue l'accompagnatore indicato dal messaggio, l'appuntamento era per le tre del
pomeriggio alla stazione ferroviaria di Nervi. Segue racconto in prima persona di Ferrando:
Prendemmo subito i sentieri della montagna e prima di sera eravamo proprio quì a
Pannesi, ci accolse l'indimenticabile "Piemonte" che dopo una cena frugale, ci portò a dormire in
un capanno di foglie di castagno.
Riprendemmo il cammino sul far della sera dopo e con una marcia ben più lunga, per
mulattiere che evitano tutti i paesi, arrivammo finalmente ai Casoni di Ramaceto, sopra di Cichero.
Era la base della Banda di Bisagno.
In una mattina fredda e nebbiosa, nella quale la luce tardava a filtrare, uomini per lo più
giovani, vestiti in tutte le foggie, si muovevano silenziosamente in un accampamento ordinato e ben
nascosto. In tre grossi pentoloni bollivano già le castagne secche e quello fu l'alimento principale
per alcuni mesi.
Fui felice di ricevere quella prima impressione di sicurezza, di disciplina, di cordialità che
dava immediatamente quella grande Famiglia.
Ero così arrivato nella severa Scuola Partigiana di Cichero , dove si insegnava che la
guerriglia richiedeva innanzi tutto una grande preparazione morale, dove i Comandanti per primi
si dovevano proporre come esempio quotidiano di autodisciplina, di rigore, di responsabilità.
La clandestinità era rigida. Occorreva preparare gli uomini a combattere la sofferenza, la
paura, la solitudine, il dubbio.
Tutto questo impararono quegli uomini sino allo spuntar delle foglie nella primavera del 44,
sin quando un bel mattino Bisagno ci radunò davanti ai casoni e ci fece pressapoco questo
discorso: <Ragazzi, siamo ormai troppi, potremmo correre il pericolo di essere individuati e
danneggiare così anche la popolazioni che ci aiutano. Inoltre dobbiamo allargare la Zona per
prepararci a ricevere le nuove reclute. Oggi formeremo tre Distaccamenti e questa sera, dopo la
partenza, conoscerete dai vostri Comandanti la nuova destinazione>.
Le basi erano distanti dodici ore di cammino l'una dall'altra in un triangolo che avrebbe
formato il nostro stato Partigiano. Il primo Distaccamento, comandato da "Gino" (Campanella
Michele) si spostò poco lontano da Cichero; il secondo, comandato da "Croce" (Malatesta
Stefano), si diresse su l'Antola; io, con il terzo Distaccamento ritornai proprio quì, a Pannesi.
Ci accompagnò Bisagno, che aveva già preparato tutto in precedenza. La marcia fu lunga,
ininterrotta dalla prima sera. Gli uomini erano carichi ai limiti della resistenza.
Piovigginava e le imprecazioni di qualcuno che scivolava, rompevano il silenzio di una
marcia senza parole e l'abbaiare di un cane nel buio ci faceva sobbalzare il cuore.
Attraverso la strada statale della Fontanabuona, dopo Ognio, prima dell'alba, ci
sdraiammo sfiniti in un bosco, sopra Lumarzo.
Bisagno si assentò un'ora: Ritornò con Piemonte, ancora Lui e ci affidò alla sua guida.
Fu così che Pannesi ed i suoi boschi divennero la nostra nuova Zona. Il grande casone nel
folto dei castagni fu la nostra casa provvisoria.
Ho poi chiesto, molto più tardi a Bisagno, come mai lui sempre così prudente, ci avesse
154
mandato in una Zona così pericolosa, tanto vicina a Genova. Mi rispose che il Comando intendeva
preparare una base vicino alla città nel caso di una rapida fine della guerra e poi perché in Zona
potevano essere efficacemente assistiti dai gruppi fiancheggiatori di Pannesi, di Uscio sopratutto, e
di Terrusso.
La fine della guerra era invece ben lontana ma sulla popolazione e sui CLN locali ci
accorgemmo presto di poter contare in modo incondizionato e ci rendemmo così conto una volta di
più che la nostra era davvero una lotta di tutto il popolo.
Ricordo ancora Piemonte, chissà se gli hanno poi dato una medaglia? Ricordo Bisso, un
vecchio Socialista106 di Uscio, dal quale scendevo alla sera per sentire nella sua falegnameria le
notizie di radio Londra, ed i suoi figli e sua moglie non mi facevano mancare mai una minestra
calda.
E poi Giuanin (Garaventa Giovanni) e Primo di Recco, ed un altro caro amico 107 di Sori, di
cui non ricordo il nome a pari di tanti, tanti altri, di troppi, che vorrei ma non posso ricordare.
Finché restammo quì non ci mancò nulla e dimenticammo quasi del tutto le castagne secche
e la fame del Ramaceto e dell'Aiona.
Eravamo quì in una quarantina e ci organizzammo presto. Le pattuglie vigilando di
nascosto e da Pannesi e da Cornua arrivavamo fino alla croce del Monte Fasce. In breve tempo
arrivammo a 60, poi a 80.
Il CLN di Genova ci aveva anche inviato 6 scampati dal rastrellamento della Benedicta.108
Arrivarono armati, non avevano abbandonato i loro Sten, i primi che vedevamo, e che non
prestavano a nessuno.
Applicavano le severe regole della guerriglia che ci avevano insegnato a Cichero. Ci
spostavamo con frequenza per non farci localizzare, ci eravamo costruiti una Base nel bosco, di
fronte a Terrusso, nel greto di un ruscello scosceso, protetti da tane e da folte sterpaglia. Ed infatti
non fummo mai scoperti, nonostante alcune puntate Tedesche che mitragliavano a casaccio,
riuscendo solo a trovare ed a bruciare il nostro vecchio casone, che avevamo abbandonato da
tempo.
Ma noi non stavamo fermi, imboscate in Fontanabuona, sabotaggi, azioni di ricupero di
armi ed esplosivi. Ed i primi scontri come quando con Tigre 109 fermammo, con un pò di
incoscienza, una quarantina di uomini con una donna, la famosa Rosi, (Poi fucilata alla Colonia di
Rovegno quasi un anno dopo) che molti di Voi ricorderanno, i quali malamente travestiti da
Partigiani si avviavano cantando verso Cornua.
Erano fascisti e Tedeschi della SS in servizio di perlustrazione, comandati dal famigerato
Maresciallo Peter.
Accorti dell'inganno ci sganciammo e con una squadra li inseguimmo catturandone quattro.
Era la stessa banda che purtroppo, poco dopo bruciava Cichero e trucidava un gruppo di
Partigiani che meno fortunati di noi non si erano accorti dell'inganno e del travestimento.
Li abbiamo poi presi tutti a Derni in Val Borbera, nel settembre seguente, mentre tentavano
di usare lo stesso stratagemma, ma il trucco ormai lo conoscevamo e Cichero fu vendicata.
Non è quì possibile raccontare tutte le azioni del nostro Distaccamento Peter, il nome del
nostro primo Caduto, ma vi racconterò brevemente qualche episodio, come l'assalto alla caserma
delle brigate nere di Ferriere in Fontanabuona (di Lumarzo). Non è stato il più importante , ma lo
ricordo perché fu il nostro primo vero battesimo col fuoco.
106 Bisso, è riferito a Davide (Davidin detto Nullo) del CLN di Uscio, il quale aveva nei fondi della sua officina, una
falegnameria dove si costruivano gli stampi in legno. Gli stampi erano usati per le fusioni di parti di macchinari usati
per i taglio dell'ardesia, frantoi per le olive ecc. costruiti dal Bisso e Figli. Il Bisso era un Liberale.
107 Era molto probabile che fosse Filippo Porcile, Comandante della Brigata Poggi SAP 470 di Sori, Sussisa, Capreno.
108 Fra questi vi si trovava Giovanni Ponta detto "Gianni" - Queirolo Agostino detto "Ido" - Laggetta Luigi detto "Bob"
- Galleano Giovanni detto "Leni" - Giannecchini Lilio detto " Toscano" (che poi seguirono il Distaccamento
"Peter" in Val Borbera)
109Tasso Gino che poi diventa Comandante della Brigata "Oreste"
155
Il famigerato Spiotta di Chiavari teneva a Ferriere il suo avamposto per controllare i nostri
movimenti. Bisagno decise di eliminarlo. Arrivò da Cichero con una squadra comandata da Lesta
che piazzò con una mitragliatrice Breda sul costone di fronte alla Caserma.
Con due nostre squadre, una a destra e l'altra a sinistra, alle quattro del pomeriggio diede
l'ordine di attacco. Il fuoco era intenso sui tre lati. Sapete tutti cosa fece Bisagno in quella
occasione? Si avvicinò da solo sul retro della caserma e da una finestra gettò una grossa bomba
rudimentale che però non scoppiò. Allora Bisagno entrò dalla stessa finestra, riacese la miccia e
fece appena in tempo a mettersi il salvo prima della esplosione.
Quando ci ritirammo dopo una mezz'ora di combattimento non so cosa è rimasto dentro
quella caserma ma è certo che da quel giorno di brigate nere in zona non ne circolarono più.
Qualche settimana dopo nel nostro rifugio di Terrusso, accompagnato da Lucio, arrivò Miro
che poi divenne Comandante della VI Zona.
Miro cominciò a lodare la nostra attività, ci raccontò che noi eravamo l'esercito della
nuova Italia, ci disse che tutti erano orgogliosi di noi. Il che ci faceva piacere, ma non ci sembrava
di meritare tanto, e poi un esercito proprio non ci sembrava di essere vestiti così malconci e le
foglie secche per letto; ma Miro continuò imperterrito:
<Per i vostri meriti e per quelli dei vostri compagni stò andando al vostro Comando di
Cichero, per dire che d'ora in poi la vostra banda sarà la "58^ Brigata Garibaldina d'Assalto" >.
E questo ci fece molto piacere, ma restammo nuovamente perplessi quando Miro nel salutarci ci
disse: "Continuate così, presto avrete paesi, strade, automobili, medici ed ospedali".
E questo ci sembrava troppo. Ed invece, già prima di agosto avremmo occupata tutta la zona
dell'Aveto, del Trebbia, della Val Borbera e Val Curone.
Da quì si andava in zona Partigiana sino al limite del Piemonte, della Lombardia,
dell'Emilia.
E noi cercammo di guadagnarci la nuova qualifica di Brigata con l'azione che vi racconto
per ultima e che noi chiamammo poi l'azione dei polli.
Già da qualche tempo stavamo maturando l'idea di un colpo grosso e così progettammo
l'assalto alla caserma della "X^ MAS" a Cavassolo di Prato, a pochi passi da Genova.
In pochi giorni studiammo e ci informammo bene su tutto: Posizione della caserma che era
proprio sulla Strada Statale che da Genova porta a Torriglia, sue difese, abitudini dei militari che
erano circa un centinaio. Dovevamo agire con sorpresa e rapidità. Decidemmo per il pomeriggio
della domenica. Era necessario un autocarro e ce lo andammo a prendere sulla Strada Statale
della Fontanabuona. Ci appostammo in otto vicino a Gattorna e poco dopo arrivò dalla parte di
Genova un bel "Fiat 626" con due marinai alla guida. Non fecero resistenza, e prelevato le loro
armi e gli stivaletti, li facemmo correre verso Cicagna. E correvano forte e ogni tanto si voltavano,
salutavano e ridevano.
Mi pare ancora di vederli e davvero non capiva cosa avessero tanto da ridere. Ridemmo
invece noi, di gusto,quando dopo aver portato il camion fuori strada, 110 tolti i teloni, trovammo un
enorme carico di grosse ceste piene di polli di ogni genere già spiumati, galline, oche, anatre,
tacchini.
Era il rifornimento per la base militare di La Spezia. E per un pò si mangiò polli e
finalmente fummo noi a regalare il superfluo a contadini, amici, alle suore di un asilo qui vicino
che non finivano più di ringraziare.
Ma sistemati i polli bisognava pensare all'azione. Dopo le solite discussioni sulla dei
volontari che furono armati al meglio, la partenza fu data dopo l'una del pomeriggio di domenica.
Guidava Luci111, un ragazzo di 17 anni di Uscio ed in cabina con lui Ernest il Francese, Massia
110Il Camion fu portato a Uscio sulla strada della Colonia Arnaldi, presso la località detta Ortà, dove c'era un
orfanotrofio, a cui suore le fu regalato alcune ceste di polli. La testimonianza è del Partigiano Bernardin Augusto
detto "Grifu", di Uscio che era presente.
111G.B. - Da una mia ricerca e da informazione avuta da Gildo Garaventa di Colle Caprile, l'autista era Luciano
Garaventa di Calcinara, figlio di Riccardo il meccanico della Fiumana Bella.
156
Olandese e Rudy il Tedesco, che quando erano passati con noi avevano conservato da parte le
divise. Sdraiati scomodamente sul fondo del cassone, stavano una ventina di Partigiani.
Attraversando i paesi della valle del Bisagno ricordo le esclamazioni e la meraviglia di chi
stava alla finestra in alto a godersi la bella giornata di sole, nel veder transitare quello autocarro
con quello strano strano e multicolore carico di uomini armati.
Erano le 15 (del 16/06/1944). Il camion si fermò all'ultima curva scesero Ernest, Massia,
Rudy che fingendosi una pattuglia, con il loro accento semi Tedesco, chiesero alle sentinelle di
entrare nell'Ufficio Comando per telefonare alla loro base. Passati tre minuti previsti il camion si
rimise in moto, si fermò bruscamente all'ingresso della caserma ed i 20 Partigiani saltarono fuori
urlando gettandosi armi pantate sulle sentinelle e sulle postazioni di mitragliatrici.
I n nostri tre finti Tedeschi nell'Ufficio Comando fecero alzare le mani agli ufficiali . Tutto
era finito in due minuti. Ora restava che scegliere in fretta nel magazzino e nell'armeria e caricare
il meglio.
Mitra, mortai da 81, mortai da 45, mitragliatrici, scarpe, munizioni, stoffa. Si caricò il più
possibile e rientrammo alla base senza incidenti salvo la foratura di una gomma forse dovuta al
troppo carico.
E pochi giorni dopo avevamo tutti la nostra bella divisa; pantaloncini corti blu e camicia
cachi, un ricordo dei marinai della X^ MAS.
Poche settimane dopo, in silenzio, come siamo arrivati, se ne andammo. Il nostro Comando,
che ormai era il Comando della Divisione Cichero, ci spostò: Un Distaccamento a Barbagelata
con Mino, il quale proprio nella battaglia di Barbagelata inaugurò uno dei mortai da 81 di
Cavassolo, il secondo Distaccamento con Tigre ad occupare il passo della Forcella per bloccare la
Val d'Aveto. Poi in agosto, fummo nuovamente riuniti in Val Borbera dove, mese dopo mese, con la
Brigata Oreste, Arzani, Po-Argo, prese vita la Divisione Pinan Cichero.
Ecco, volevo arrivare a dire che il primo nucleo della Divisione Pinan Cichero è nato quì,
nei boschi di Pannesi. Davvero non è poco.
E se andandocene di quì non abbiamo forse salutato e ringraziato che pochi, il ricordo di
questi posti e di tanti visi amici ci hanno accompagnato per sempre.
Ecco il motivo del turbamento di oggi e mi scuso per troppi ricordi personali.
Questi appunti , più che per me, li ho scritti perché sono sicuro che richiameranno in molti
di voi le mie stesse sensazioni e ricordi, anche se sono andato fuori tema. Ben meglio di me parlerà
l'amico Raimondo Ricci, Deputato al Parlamento, sul motivo indicato nel manifesto dell'ANPI per
questo annuale Convegno.
Sull'argomento vorrei dire anch'io brevemente qualcosa. Fra queste montagne avremmo
preferito ricordare insieme solo i nostri Caduti, le nostre battaglie, gli ideali che ci sostenevano: Il
trionfo della pace e della fraternità contro il male e la miseria che opprimevano e continuano ad
opprimere gli uomini.
Ed invece dobbiamo prender atto che le nostre ambizioni, le nostre aspirazioni di allora non
si sono realizzate che in parte, che vi è ancora chi pretende di attentare al vero grande patrimonio
che ci ha lasciato la Resistenza: Cioè la Libertà.
Ricordiamoci sempre bene tutti che non c'è nulla di più prezioso perché solo con la libertà e
la democrazia ogni passo avanti è possibile, senza libertà c'è la perdita della democrazia: La
dittatura, le oppressioni, la guerra.
Ecco perché è nostro dovere di uomini della Resistenza di denunciare con forza le
drammatiche vicende che ci hanno turbato in questi ultimi tempi. Troppo odio è stato predicato a
lungo, ora vediamo i risultati: Le Istituzione della Stato sono offese con frequenza intollerabile.
Noi uomini della Resistenza, auspichiamo, invitiamo, preghiamo che sia spezzata subito la
spirale del terrorismo, degli agguati del disordine dilagante. Del resto coloro i quali sono in questo
momento contro lo Stato debbono convincersi che la loro azione andrà forzatamente dispersa.
Essi potranno colpire ancora, ma alla fine saranno sconfitti, come lo sono stati sempre
157
coloro che non hanno un programma politico-sociale, capace di suscitare adesioni popolari.
E del resto la nostra Democrazia è ormai saldamente radicata ed irreversibile nell'animo e
nel costume di tutto il popolo Italiano.
Se errori ci sono stati - e non potevano non esserci - ciò non deve essere alibi per
mascherare la violenza, per auto erigersi a giudici infallibili con licenza di coercire, di giudicare,
di uccidere.
Certo no basta, non è sufficiente in queste ore gravi chiamare a raccolta i cittadini, non
basta indicare ai giovani i nostri valori tradizionali, non è sufficiente vivere di riccordi, lo sapiamo
bene.
occorre che tutte le forze politiche e sociali promuovano un'opera per la ricostruzione
morale di fondo, per la concordia e la serenità degli animi. Bisogna che la giustizia socialeda
enunciazione emblematica si trasformi in un impegno vivo, radicato e costante di vita e di lavoro.
occorre in sostanza promuovere un nuovo patto sociale di civile convivenza, di moralità di
responsabilità e ciò nel rispetto delle idee degli altri. Senza confusione di ruoli, ma nell'intento di
portare avanti unitariamente i propositi , gli ideali, le aspirazioni che ci sono comuni oggi come lo
furono durante la Resistenza.
E questo affinché trionfi la giustizia, l'amicizia di tutti i popoli contro il pericolo di nuovi
lutti e di nuovi conflitti e con essi i traumi, le vilenze, le angosce di quei giorni che oggi , Festa
della Repubblica nata dalla Resistenza, noi ricordiamo rievocando il valore ed il sacrificio di tutti i
nostri Caduti.
Ed in questo senso, certo, la Resistenza continua.
Aurelio Ferrando
2 giugno 1960 - Umberto Terracini alla Festa della Repubblica nelle "Gione" di Pannesi
158
Racconto di Garaventa Angelo Elio di Colle Caprile (Uscio)
Una mattina io e mio Padre, GioBatta detto “u Gianchin” e mio cugino Giuseppe detto Bepitto,
andammo a pescare qualche anguilla o pesci nel fiume di Lumarzo, (come lo chiamiamo noi di
Colle Caprile) scendemmo dalle Riette in Battagna e di lì ci siamo avviati verso il fiume. Raggiunto
il fiume, iniziammo a pescare, forniti di un piccolo salaio (Chigullo) ed entrando nell'acqua
cercando di girare le pietre con le mani, per fare uscire i pesci o le anguille, nella operazione di
movimento delle pietre , in una mano si teneva anche una piccola fiocina.
Camminando lungo il fiume e cercando di prendere almeno il pesce per una cena, arrivammo sotto
Costalunga vicino a Lagomarsino, sempre intenti alla scarsa pesca, quando ad un certo punto
sentimmo il rumore molti aerei, che stavano passando sopra la zona dove eravamo noi, ad un certo
momento un aereo di questi, che volava molto più basso, ha lanciato una grossa bomba nella
direzione dove eravamo noi. La bomba che si vedeva scendere e volteggiare per aria,
fortunatamente, invece di cadere su di noi, cadde nel costone di roccia matta sopra il fiume, e non
di punta, ma lo colpì lateralmente, poi saltando da una fascia all'altra arrivò strisciando come
un'anguilla sopra la sabbia e andò ad incagliarsi e a fermarsi nel tronco e nelle radici a fior
d'acqua di un gruppo di piante di ontano (One).
Tra il rumore del rimbombo dell'ordigno, il fango sollevato che ci coprì, con paura ci toccavamo se
eravamo ancora vivi? La bomba era li vicino a noi che fumava, dal probabile calore che si era
generato strisciando sul terreno, eravamo salvi non era esplosa! Fuggimmo preoccupati che
potesse ancora esplodere, la paura aumentava man mano che noi eravamo più distanti e si
cominciava a rendersi conto dello scampato pericolo. Non ricordo neanche se avevamo preso pesci
o no, ma per qualche tempo nessuno di noi tre, pensava più di mangiare pesci, o andare a pescare
nel “fiume di Lumarzo”.
La bomba successivamente fu scaricata e posata su un lato della Chiesa di Lagomarsino in
ricordo, ma noi tre l'abbiamo ricordata per tanto tempo; ogni volta che ho occasione di passare
davanti a quella chiesa e vedo la bomba, Io rivedo ancora quel fumo, sento il rumore e le
vibrazioni del terreno, mi pare di sentire ancora il fango che ci copriva, che volava da tutte le parti,
spinto dal gran peso e dalla velocità nell'urto della stessa bomba.
159
ORDINE DEL GIORNO
24 APRILE
1945
A TUTTI I REPARTI DIPENDENTI
e Loro Sedi
e p.c. Al Comando del Gruppo Brigate
Sua Sede
Volontari della II^ Brigata
Dal momento in cui leggerete queste righe avrà inizio la fase operativa finale.
Nel rivolgere un riverente pensiero ai nostri Caduti facciamo appello alla
coscienza e alla dignità di ognuno di Voi perché sappia compiere fino in fondo il
proprio dovere.
Da undici mesi siamo su questi monti e abbiamo l'orgoglio di aver saputo
combattere contro tutti i nemici della libertà.
Volontari della II^ Brigata!
Quasi un secolo fa i nostri Padri scesero in campo per combattere come popolo per
la Libertà e per la Giustizia. Oggi a voi tocca l'onore di portare a compimento
quanto essi hanno iniziato e di essere spiritualmente e materialmente al loro posto.
Siate degni come uomini e come soldati del compito che vi attende.
V I V A
L' I T A L I A
Il Commissario (Carlo)
Il Comandante la Brigata (Murri)
'ULTIMA VITTORIA? TORNARE A CASA!
160
Genova via XX Settembre la popolazione saluta i Partigiani
I Partigiani - Massone Umberto detto "Berto"; Caprile Benedetto detto "Neitu"; Massone
Giorgio; Massone Emanuele detto "Piemonte" Commissario della SAP "Bedin" membro del CLN
Un ringraziamento al figlio Giorgio (Il ragazzo) per la concessione delle storiche foto di Famiglia.
161
Monte Cornua: La famosa Osteria dei "Beccaria" che fu, durante la lotta di Liberazione, tappa per
le Staffette Partigiane e per i Volontari, che volevano raggiungere le Bande Partigiane in
"Montagna". Spesso i Comandanti Partigiani, vi trovarono asilo per i loro incontri, si ricordano:
Bini, Bisagno, Lesta, Piemonte, Scrivia, Il Toscano, Dente; Lucio, Bisso Davide, Carlo e altri.
162
163
Cronaca militare nella Zona di Lumarzo e Fontanbuona
Molte furono le azioni militare intraprese dai Gruppi Partigiani e dalle SAP nella nostra
Zona, molte di queste furono realizzate con successo militare, ma a volte anche con dure perdite per
i Giovani Volontari, molti di loro caddero nei combattimenti e o spesso essi videro cadere anche
loro cari amici o familiari.
Si riporta per titoli le "azioni militare documentabili" o raccontate da persone presenti o di
certa credibilità, che in qualche modo erano al corrente dei fatti.
Febbraio 1944 – I patrioti di Uscio hanno contatti con la Banda di Cichero, due Partigiani di Uscio,
Romano Giuseppe detto "Milanin" e Cabona Giovanni detto "Dick" nato nel 1903 a Uscio,
partecipano ad una delle prime azioni Partigiane assieme a Bini, Lesta ed altri, con l'attacco
della caserma di avvistamento della RSI sul monte Friciallo.
Aprile 1944 – Bisagno Comandante della Banda di Cichero, divide in tre Distaccamenti la
stessa Banda, il 3° Distaccamento viene dislocato nei pressi di Pannesi, Terrusso e i monti
di Cornua e Becco. Al comando di questo Distaccamento viene nominato Aurelio Ferrando
detto "Scrivia" e come Commissario è nominato Stefano Porcù detto "Nino" segue poi la
sostituzione con Giambattista Lasagna detto Carlo. il Distaccamento, in un primo tempo
viene chiamato Lupo, poi diventerà successivamente la Brigata Peter.
Uscio 1944 – In una nota del CLN sulle attività Partigiane eseguite dal 15 maggio al 26 giugno
1944, fra le varie azioni si legge: A Uscio i Contadini fanno una dimostrazione contro il
Regime, i Partigiani scendono in Paese e vengono acclamati dalla popolazione.
(AILSREC – Gimelli 17 fasc.2)
13 Giugno 1944 - Attacco dei Partigiani al Comando di Bisagno, della caserma della G.N.R. delle
Ferriere di Lumarzo. Duro è lo scontro armato, che si prolunga di alcune ore, in serata alle
ore 20,30 arriva sul posto inviato da Chiavari, la GNR Decio Guido ed i fascisti Sivori
Giovanni e Rubino, Il Decio cadeva ucciso e il Sivori veniva catturato dai Partigiani. Rubino
si salva rifugiandosi sotto la macchina. Il Decio apparteneva alla Squadra "E. Muti" costruita
a Chiavari dallo Spiotta con i fascisti del Chiavarese e subito impegnata nella lotta anti
Partigiana. Con la creazione della Brigata Nera la Squadra GNR fu l'originario del
III°Battaglione della XXXI Brigate Nere di Chiavari.
20 Giugno 1944 – Viene nominata la "3a Brigata d'Assalto Liguria della Garibaldi; l'ex 3°
Distaccamento "Lupo" comandato da Scrivia già dislocato a Pannesi, sul Monte Becco e a
Terrusso, con decisione unanime ne viene a fare parte.
22 Giugno 1944 - Partigiani della Brigata G.L. della Fontanabuona, con uno stratagemma riescono
a penetrare nel campo di concentramento n° 52 dei Piani di Coreglia (Calvari). Bloccano il
Comando ed alcuni soldati di guardia, liberano i 19 prigionieri presenti, fra i quali due
militari Sudafricani, Ronnie 2°pilota e Jimmy motorista. Dopo questa brillante operazione, i
Partigiani della G.L. vanno via portando con loro un notevole bottino di armi, munizioni e
vettovaglie diverse, requisiscono un camion, che era appena arrivato sul luogo da Chiavari.
(ILSREC CLN Busta 243 fasc. 11)
25 Giugno 1944 – Viene ucciso dai Tedeschi per colpa di una spia il Partigiano Polacco Peters
Giuseppe, del 3 Distaccamento "Lupo" comandato da Scrivia facente parte della 3^ Brigata
Liguria, Il Distaccamento era dislocato a Pannesi, Terrusso e sul monte Becco. Il 3°
Distaccamento in memoria al caduto prenderà il nome di Brig. "Peter".
Primi di Luglio 44 – Il Comandante "Miro" della Divisione Garibaldina fa visita a Pannesi alla
Brigata "Peter" e discutono con Scrivia il futuro dell'organizzazione e della lotta Partigiana.
16 Luglio 1944 – Attacco da parte della Brigata "Peter" (3° Distaccamento) comandata da "Scrivia"
alla Caserma di Cavassolo di Ge-Prato della Xa flottiglia MAS, vengono prelevate armi,
munizioni, e tela per vestiti della Marina Militare ecc. Il materiale trasportato con un
164
autocarro Fiat 626 a Bargagli, una parte di armi viene trasportata e nascosta a Calcinara, in
una cascina a Ciancrosu, di proprietà da "Meistra" poi trasportate in Zona.
Luglio 1944 – La Brigata "Peter" viene avvisata dalla SAP di Uscio della presenza di una banda di
spie che girano e rubano nella zona spacciandosi per Partigiani, Scrivia con i suoi Partigiani
vanno alla ricerca di questo gruppo che viene individuato in Cornua, quando i Partigiani
arrivano sul posto, trovano ancora quattro "militi" vicino all'Osteria. Essi vengono arrestati e
poi condannati a morte. (La banda era ancora la sconosciuta, denominata poi "Banda Gigi"
formata da SS Italiani).
(Vedi pag. 253 la RiL e pag. 75/6 Ponte Rotto)
In quel periodo viene ricercato un certo Luna, che per il suo comportamento poco coretto nei
confronti della popolazione era messo al bando dai Partigiani. Viene trovato presso l'Osteria
di Cornua, dove rimase ucciso in uno scontro a fuoco con un Partigiano di nome Dario.
18 Luglio 1944 – Pannesi, si riunisce a il CLN di Lumarzo con il Comandante Scrivia del 3°
Distaccamento della Brigata Garibaldi, i quali in comune accordo stabiliscono quanto segue:
Che dal 1925 esisteva a Pannesi la SMS fra Liberi Operai e Contadini con sede in casa di
sua legittima proprietà, che le Autorità Fasciste fecero chiudere col pretesto di essere stata
contro il Fascismo ecc. ecc. Si decide di restituire al legittimo proprietario, alla SMS la
casa e quando dovuto ecc. Segue la firma di Scrivia e dei membri del CLN locale – Viacava
Giovanni, Massone Emanuele, seguono altre firme non decifrabili.
Fine di Luglio 44 – Nel territorio da Camogli a Rapallo, viene dislocata l' 8^ Compagnia del 1°
Reggimento Bassano, della Divisione Alpini Monterosa, è al Comando del Capitano Firmian
Giovanni e dal Tenente Capece suo Vice.
8 Agosto 1944 - Il Capitano Orlando Bianchi viene arresto a Genova, da parte degli SS e GNR ,
dopo l'arresto viene rinchiuso alla Casa dello Studente. Il Capitano Bianchi era già sfuggito
alla cattura dei Tedeschi a Chiavari presso le caserme di Ceparana, si era rifugiato Uscio
dove si era trasferita da Genova la famiglia. A Uscio contribuisce alla formazione del primo
CLN e dell'organizzazione della locale SAP.
12 Agosto 1944 - A Neirone una Pattuglia della Brg. Peter si scontra con un reparto di Alpini della
Monterosa, i Partigiani catturano un Sergente.
12 Agosto 1944 - Rastrellamento e attacco degli Alpini della Monterosa e Tedeschi nella Zona della
Corsiglia, Roccatagliata e Barbagelata, perdite di armi, viveri e muli da parte dei Partigiani,
viene bruciato il casone di Feia e la frazione Barbagelata, notevoli perdite dei Repubblichini.
13 gosto 1944 - Grande attacco alle formazioni Partigiane da parte della RSI e Tedeschi: Obiettivo
la conquista di Barbagelata e della Valtrebbia. Sono impegnati all'attacco Alpini della
Monterosa, truppa Antiguerriglia guidati dal Colonnello Fiorentini, le Brigate Nere di
Chiavari guidate da Vito Spiotta. L'attacco viene portato all'alba del 13/8/44 in direzione
Barbagelata partendo da: Neirone e Roccatagliata, da Favale di Malvaro e dalla Cappelletta
sul monte Caucaso, sopra Moconesi.
14 Agosto 1944 - Dopo l'attacco ai Partigiani a Barbagelata, il nemico lascia il Paese, dopo averlo
bruciato, uccidono tre contadini del posto, Garbarino Nazareno, Casagrande Francesco e
Musante Luigi.
27-28 agosto 44 - Rastrellamento e attacco dei Tedeschi e Alpini della Monterosa alla Brigata Berto
nella Zona di Santo Stefano d' Aveto. Il Distaccamento "Forca" attacca il nemico in una dura
battaglia in località Allegrezze, con gravi perdite del nemico. Alla fine dello scontro viene
colpito a morte il Partigiano Solimano Silvio detto "Berto" (Medaglia d'Oro al V.M.) Alla
battaglia partecipa al suo battesimo col fuoco, anche l'8^ Compagnia del Battaglione
Bassano lasciando sul campo 9 morti e 20 feriti, tra questi il Capitano Firmian Giovanni.
27 Agosto 1944 – Pannesi, rastrellamento a degli Alpini della Monterosa e Tedeschi alla ricerca
del Capo del CLN e Partigiano "Piemonte" il quale tempestivamente fu informato da
Benedetto Caprile e dalla SAP112 di Uscio, e riesce a sfuggire. Si salva con i Figli e due ex
112Su questo arresto ci sono diversità di opinione. Tarzan sostiene che furono arrestati a Colle Caprile in località
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militari da Lui rifugiati. Vengono rastrellate una ventina di persone sulla piazza della chiesa,
che poi vengono rilasciate dopo molte minacce, infine viene bruciata la casa di "Piemonte".
Settembre 1944 – Il Battaglione Pablo della Brigata Caio 113 viene comandato nella zona di Uscio,
Monte Becco e Gattorna, con il compito del controllo sulla Via Aurelia Recco compreso.
Il quel periodo il Battaglione fa diverse azioni Militari e di controllo nel territorio.
10 Settembre 1944 – Il Distaccamento Forca, al comando di Dedo, viene dislocato in Fontanabuona
col compito di controllare la zona di Pianezza, Calvari, Monleone e Cicagna, il cui fine era
anche quello di colpire i mezzi di trasporto nemici, e creare difficoltà nei movimenti di
truppa. Altro compito era quello di dare la caccia al Generale Carloni, quale Comandante
della Monterosa presso Cicagna. Il Distaccamento aveva preso rifugio nella zona di Lorsica.
20 Settembre1944 - Il Battaglione Pablo della Brigata Caio, attacca una colonna di autocarri
Tedeschi sulla strada da Cicagna alla Scoffera, 2 morti e 9 feriti. Nessuna perdita Partigiana.
21 Settembre 1944 - Un Distaccamento della Brigata Caio in vicinanza di Gattorna, attacco contro
una colonna Tedesca-Fascista, un Tedesco ucciso, uno ferito, due Alpini prigionieri.
23 Settembre 1944 – Pannesi, durante la marcia per una operazione di Polizia verso l'alta
Fontanabuona, nelle prime ore della mattina un Distaccamento della Brigata Caio con
Partigiani anche della SAP di Pannesi si scontrano presso Lumarzo, con una colonna di
Militari della Wehrmacht; nel duro e impari scontro a fuoco cade colpito a morte Oreste
Ughini detto "Bedin" Vicecapo del Distaccamento. Egli muore Eroicamente per salvare i
compagni e permettere loro di sganciarsi dal fuoco nemico. La colonna Tedesca lascia sul
terreno tre morti e cinque feriti, fra i quali un Ufficiale.
(ILSREC Gimelli 2/12 - 1)
23 Settembre 1944 – Neirone, quattro Partigiani del Distaccamento Polledri attaccano una pattuglia
di Tedeschi uccidendone due, e cinque rimangono feriti. Rimane ferito nello scontro anche
un Partigiano. Lo scontro avviene sulla strada Gattorna-Neirone, per rappresaglia vengono
bruciate una decina di case a Neirone, mentre vengono poi rastrellate, una trentina di
persone nella Zona e a Gattorna.
(ILSREC Gimelli 2/12 - 1)
24 Settembre 1944 - La 58^ Brg. Caio: Catturato e giustiziato un falso Partigiano colpevole di atti
di banditismo.
2 Ottobre 1944 – Rastrellamento a Calcinara e Colle Caprile: Arrestate 52 persone, fra paesani
del posto e altre persone in Zona sfollate a causa dei bombardamenti. Assieme a queste
persone sono stati arrestati anche due Partigiani della Brigata SAP 470 Poggi di Sori e con
altri tre Uomini di Calcinara saranno internati nei campi di concentramento in Germania.
(Memoria di Cuneo Angelo nato il 1913 a Calcinara)
9-10 Ottobre 1944 - Grande rastrellamento portato da tre colonne Nazifasciste con circa 2500
uomini, forniti di armi automatiche, cannoni, mortai, attaccano la zona di: Portello-Scarrè
(Torriglia) e Barbagelata; Priosa; Neirone, Corsiglia e Roccatagliata. Il Distaccamento
Ghittoni della Brg. Caio, il quale aveva già sostenuto l'urto con il nemico al Portello e si era
ritirato di fronte al soverchiante numero delle forze attacanti. (Mentre un reparto della Brg.
Giustizia e Libertà si era sbandato ai primi colpi del nemico, secondo la relazione fatta da
l'Istriano - Comandante della Brg. Caio) Il Distaccamento Ghittoni "si sbanda" di fronte ad
un nuovo attacco, da parte della colonna nemica proveniente da Corsiglia e Roccatagliata.
Anche il Battaglione Pablo ed il Distaccamento Polledri, di fronte alla forza soverchiante
delle colonne nemiche che provengono da Barbagelata e Priosa, si ritirano dopo aver ben
combattuto e causato perdite al nemico; considerata la situazione il Comandante ha dato
l'ordine di sganciamento generale, così la maggior parte delle forze si ritirano ordinatamente
sulla sponda sinistra del Trebbia.
Bioulle, altri sostengono che furono arrestati sopra l' Arsenou (sempre Colle Caprile com zona) Massone A.
113L'invio di un Distaccamento della Brigata Caio in Zona, è fatto per sostituire, assieme alla SAP di Pannesi e di
Uscio il vuoto lasciato dal trasferimento della Brg. Peter di Scrivia in Valtrebbia e poi in Val Borbera dove poi
diventa nella Divisione Pinan Cichero col nominativo di Brigata ORESTEe dove rimane sino alla fine della Guerra.
166
Le perdite nemiche si calcolano in 35 uomini fuori combattimento, da parte Partigiana un
morto. Le Formazioni sono state molto provate anche per la pioggia continua, il freddo e la
deficienza di alimenti; tuttavia le forze delle Brigate sono pressoché intatte ed attualmente si
stanno riorganizzando per entrare in azione prossimamente. La relazione è firmata per il
Comandante della Zona il Capo di S.M. Canevari Il Commissario di Zona Rolando
(ILSREC Fondo Gimelli Busta 0024 Fasc. 06)
10 Ottobre 1944 - Disposizioni segrete del Comando Tedesco in caso di arrivo di carri armati nei
posti di Blocco e delle casematte di Bargagli e Salto (Strada Recco Uscio):
Ordine per il Luogo di Salto per accendi miccia: MM il luogo di Salto deve saltare
qualora il nemico, con più forza e con carri armati.
(La disposizione era che l'accendi miccia doveva in quel caso, dare fuoco anche senza
l'ordine del Comando Battaglione)
(ILSREC Gimelli 2/12
4 Novembre 1944 – Nella notte fra il 3 – 4 novembre circa 200 Alpini del Battaglione Vestone al
Comando del Maggiore Paroldo Cesare, dopo lunghe trattative con Bisagno e Canepa
scelgono di passare con i Partigiani della VI Zona, della Divisione Garibaldina in Val
Trebbia, un gruppo di Essi entrerà a fare della Brigata Jori al Comando di "Croce".
Nella stessa giornata vi è la seguente comunicazione di Bisagno al Comando della G.L.
li 4/11/44 Ore 15,00 Al Comando della “Giustizia e Libertà” - E' necessario controllare
con pattuglie le provenienze da Favale, da Neirone e dal Caucaso e dare immediatamente
avviso in caso di attacco in quanto data la diserzione del Btg “Vestone” è da prevedere
una puntata. Contiamo nel vostro controllo – Salute (firmato Bisagno)
5 Novembre 1944 – Ore 24 Partigiani della Brg. G.L. fanno saltare il Ponte delle Doneghe a
Lagomarsino.
6 Novembre 1944 - Viene Ucciso a S. Anna di Rapallo, alle ore 14,30 da un comando Partigiano, il
Tenente Casassa Ferdinando nato Rovegno il 06/09/1897, Comandante della 8^ Compagnia
della XXXI Brigata Nera di S. Margherita Ligure, e anche segretario del PFR del Luogo.
114
10 Novembre 1944 – Alcuni Partigiani del Distaccamento Villa, con due muli carichi di armi,
durante il trasporto da Sori a S. Alberto di Bargagli, nei pressi di Pannesi incontrarono
casualmente due militari Tedeschi; con gli stessi avvenne lo scontro a fuoco, dove caddero
colpiti a morte i due militari. Durante il tale viaggio, un Partigiano che vi era di scorta,
chiamato Nan de Levà, rimase ferito, soccorso dai compagni viene nascosto: prima in una
cascina sopra alle Gione, poi trasportato al Lago di Sori, dove viene sistemato sopra di un
carro di Beppin du Lagu, e dallo stesso poi trasportato all'Ospedale di Nervi115.
12 Novembre 1944 – Pannesi, rastrellamento delle Truppe Tedesche; vengono bruciate alcune
abitazione e cascine, vengono saccheggiate le abitazioni e arrestate una decina di persone
compreso il Parroco Don Oneto ed anche una ragazza 116 sfollata da Camogli nel Paese. I
prigionieri vengono portati a Uscio e alla sera una parte saranno rilasciati.
14 Novembre 1944 – Comando Partigiano riceve l'informazione che a Pannesi una Pattuglia della
Brg. Villa ha avuto uno scontro a fuoco con due militari Tedeschi, (Giorno 7-11-44)
rimane ucciso, un Ufficiale ed un sotto Ufficiale Tedeschi. Sopra di loro viene trovato
importanti documenti.
19 Novembre 1944 – Rastrellamento dei Tedeschi e truppe della RSI a Uscio e nella zona della
Colonia Arnaldi, Liteggia e Passo della Spinarola, viene bruciata una casa agricola e
114La data potrebbe essere il 7/11/44 – vedere racconto di Massone Giorgio.
115Altre informazioni avute da Olcese Ugo "Roa" il quale mi disse che fu nascosto in una cascina piena di foglie nelle
Gione, poi dopo alcuni giorni trasportato all'ospedale di Nervi, dove lui stesso le fece anche visita. (La cascina credo
che fosse di Marco di Calcinara)
116La ragazza di nome Maria Grazia era sfollata con la famiglia a Pannesi, il Padre di Lei Rodolfo Funari, Primo
Capitano di Artiglieria, invalido di Guerra del 15/18 e anche Giornalista; Vedere la memoria di Garaventa Liliana di
Uscio intima amica di Maria Grazia.
(ILSREC - Documenti Piemonte)
167
arrestata una ragazza (Gavoglio Giuliana di Genova) sfollata nel posto e portata alla Casa
dello Studente a Genova. Rastrellati una ventina di persone e portate nella caserma dei CC
di Uscio e poi rilasciati per intervento Podestà di Tribogna Hotellier.
Il rastrellamento é anche esteso a Lumarzo, Ferriere; dove assieme alla Truppa Germanica
partecipa anche le Brigata Nera di Camogli117.
Sempre in quella data c'è una comunicazione a Umberto, da parte Alì (di Recco) che durante
il Rastrellamento dei Tedeschi e delle Brigate Nere, hanno arrestato alcuni giovani presso la
strada di Acqua di Ognio, inoltre i tiri di cannone che si sentono sono i soliti di ieri che
sparano da Uscio a Sotto Colle (Di Boasi): Firmato "Alì" di Recco, ore 12,35 del 19/11/44.
21 Novembre 1944 – In una lettera inviata ad Umberto da Ognio II comunica che:
Il rastrellamento del 19/11/44 sia avvenuto a causa di una spiata, che alle Ferriere di
Lumarzo si doveva tenere una riunione di Capi Partigiani. I Tedeschi ed i Fascisti hanno
perquisito le case di Ferriere, dove i Fascisti hanno portato via anche denaro dalle case.
Ad Acqua di Ognio è stato ferito un muratore che cercava di scappare al rastrellamento,
pure a Tribogna hanno ferito un'altra persona. I giorni scorsi due Partigiani Garibaldini si
sono visti girare per Gattorna e prendere informazioni sul presidio Tedesco e il loro
servizio. Ognio informa che i Tedeschi hanno minato tutti gli accessi al centro di Gattorna,
sia da Chiavari, da Genova, come da Piandeipreti e da Uscio? (Firmato Ognio II)
21 Novembre 1944 - Il Distaccamento Fuoco della Brg. Berto scende da Barbagelata a Gattorna
dove attacca una Compagnia di Tedeschi che presidia il Paese, l'attacco avviene di sorpresa
e i Garibaldini riescono a penetrare nel paese, dove lo scontro è molto duro, con lotta a
corpo a corpo. I Garibaldini per il rischio che sopraggiungono rinforzi al nemico, ripiegano
nelle montagne nei loro appostamenti, riescono a prendere cinque soldati prigionieri e
lasciando tre morti fra il nemico.
22 Novembre 1944 – In una relazione di Luigi ad Umberto, tra le altre cose di ordinaria vita
Partigiana comunica che: I Partigiani Garibaldini hanno attaccato i Tedeschi a Gattorna, non
si hanno informazioni precise sugli esiti dello scontro.
24 Novembre 1944 – Da un messaggio si comunica a Umberto che: I Tedeschi a Gattorna hanno
minato il ponte, con mine da campo in mancanza di altro esplosivo, conferma che avanti
ieri (22/11/44) i Garibaldini sono scesi a Gattorna e hanno fatto due prigionieri, devono
essere Polacchi, mentre un Tedesco, nello scontro a corpo a corpo è rimasto ferito al petto
da una baionettata; Sopra a Colle i Tedeschi hanno piazzato una mitragliatrice che nel
pomeriggio hanno battuto lungamente la strada di Neirone, poi con pezzi di artiglieria
hanno battuto su Neirone e Moconesi, Firmato Ognio II. (Carte Zolesio novembre 44)
Novembre 1944 – Relazione di "Murri" a Umberto, dove si denuncia di un rastrellamento nella
Corsiglia e a Barbagelata da parte degli Alpini e Tedeschi, che in quella occasione i due
Distaccamenti in loco della G.L. G. Matteotti sono scappati senza minimamente disturbare il
nemico, il quale ha perlustrato il Territorio come ha voluto senza trovare resistenza, i nemici
hanno bruciato i Casoni, dove si rifugiavano i Volontari e portato via le armi ivi nascoste,
Murri si vergogna di questa sconfitta, che purtroppo pesa, si dispiace della cosa, e propone
alcune soluzioni per l'accaduto, che Lui non era presente ma aveva dato disposizioni in
merito.
05 dicembre 1944 – Pannesi rastrellamento dei Tedeschi e Bersaglieri per arrestare i Fratelli
Massone Mario; GioBatta ed Emanuele, accusati da una lettera anonima di essere
Comunisti e Partigiani, alcune persone riescono con un raggiro ad avvisare la famiglia
Massone della grave situazione, permettendo ai tre Fratelli di sfuggire all'arresto, il Padre
Lorenzo e le Figlie con la madre rimangono a casa. Il Capo Famiglia Lorenzo verrà
arrestato e portato a Recco dove verrà ucciso il 14/12/1944. Oltre al suo arresto viene
117 Vedere documento del P.M. Della Corte Straordinaria D'Assise di Chiavari del 10-9-1945 dove viene emesso il
procedimento contro R... G... delle B.N. di Camogli, per furti arresti e ferimenti. (Documenti Piemonte)
168
saccheggiata la casa e poi data alle fiamme.
20/12/44 - Viene fucilato ad Avegno il Partigiano Giovanni Cevasco del Distaccamento GL di
Bargagli, arrestato durante un rastrellamento nella zona, con altre ventotto persone, che
dopo il controllo dei documenti furono rilasciati. (Vedi l'U.M. Pag. 56)
Colle Caprile - La batteria nell'inverno 44-45 sparano sul monte Cavello e Castellucio nella zona
di Bargagli cercando di colpire piccoli gruppi di partigiani che in questi luoghi si
rifugiarono. (Vedi l'U.M. Pag. 56-57)
5 Dicembre 1944 – Da Attilio Capo del S.I.P. viene inviato al CLN e al CVL della 6^ Zona una
segnalazione pervenuta dalla Casa dello Studente di Genova, che una spia si è infiltrata (un
certo Serra) nella Brigata G.L. G. Matteotti (firmato Vittorio). Il messaggio viene trasmesso
il giorno 6/12/44 dal Comando di Zona, (firmato da Ugo) alla Brg. Giustizia e .Libertà
"Matteotti" (Carte Zolesio 12-1944)
Dicembre 1944 – In una lettera inviata a Umberto, vi sono dure lamentele da parte di Mori nel
confronto del Comandante di un distaccamento della G.L. G. Matteotti, un certo Dick di
Bargagli, che andrebbe trasferito in un altro luogo o disarmato. Nello stesso periodo lo
stesso Dick, in una lettera a Umberto, chiede disponibilità di avere armi per armare una
ottantina di Uomini? Di fare presto questa fornitura perché in zona ci sono i Garibaldini con
"Lucio" che fa propaganda, e anche "Rico" di S. Alberto sta con i Garibaldini, Dick dice che
bisognerebbe prenderlo (Rico) e portarlo al Comando e che Umberto stesso le faccia capire
di stare con Loro se non vuole avere dei grattacapi.
6 Dicembre 1944 – Da Piandeipreti comunicazione di Malacrida "Giovanni": Dichiaro di aver
visto a Genova mercoledi o giovedi c.m. un tale con impermeabile chiaro (Spano) in divisa
da sergente maggiore da Bersagliere, in via Bobbio. Il sottoscritto Z3 J segue data.
7 Dicembre 1944 – Messaggio ad Umberto Comandante della G.L. Matteotti da parte di Ognio II
in quale che scrive: Ti segnalo le ultime notizie che circolano quì che forse avrai sentito, a
Gattorna è arrivato una Compagnia di c/a 200-250 uomini Comandata da un Capitano.
In Riviera, precisamente a Camogli, un "Pezzo Grosso del P.F.R." ha dichiarato che si sta
preparando una revisione in grande stile per operare un'importante rastrellamento nella
Vallata Fontanabuona, che la stessa affermazione sembra che sia stata fatta da Spiotta a
Cicagna in casa di certi signori Lertora ai quali qualche mese fa fu arrestato il
Capofamiglia. Ieri a Neirone dicono che sia stato arrestato un certo Walter forsedella G.L.
poi prelevato da sette Alpini pare diretti verso la Corsiglia.
Avanti ieri a Pannesi un reparto di Bersaglieri ha prelevato il Fratello di Massone e gli
hanno incendiato la casa, le ragioni sembra sia dovuta ad una lettera anonima pervenuta ai
Comandi e denunciante il Massone Fratello un Partigiano facente parte di una Banda
Comunista118. Segue la lettera con giudizio del giù di morale dei Volontari G.L. G. Matteotti
e termina con i saluti e la firma "Ognio II". (AILSREC - Carte Zolesio 12-1944)
1 Gennaio 1945 – Da Ordine del Giorno n° 7 del CLN e CVL al Comando della VI Zona si rende
noto: Il Comandante di Brg. Scrivia è promosso a Vice Comandante di Divisione e addetto
al Comando della Divisione Cichero; Il Comandante di Distaccamento Tigre è promosso
Comandante di Brg. e Comanderà la Brg. Oreste; Il Partigiano Toscano è nominato Vice
Comandante della Brg. Oreste: Il Vice Commissario di Brg. Carlo è promosso a
Commissario, presterà servizio alla Brg. Oreste; Il Commissario di Distaccamento Gin è
promosso a Vice Commissario di Brg.e presterà servizio alla Brg. Oreste. (Fir.to Canevari)
12 Gennaio 1945 – Comando VI Zona Operativa, Il S.I.P. Comunica a tutti i Comandi di Divisione
e Brigate che: Elementi provocatori al servizio dei Nazifascisti si presentano alle Formazioni
Partigiane con documenti falsificati per entrarne a farne parte delle stesse, onde comunicare
importanti informazioni al nemico ecc. ecc. La comunicazione continua con particolari
spiegazioni per il comportamento di attenzione necessario alla situazione.
118Vedere dichiarazione di Don Oneto, a riguardo sig.na Maria Grazia Funari. (Documenti Piemonte)
169
18 Gennaio 1945 – Il Capo Squadra "Pirata" e il V/C Squadra "Ghen" con i Partigiani Romeo;
Drago; Franco; Paolo; Tata e Blech del Distaccamento Villa dalla Val Borbera sono diretti
sulla Via Aurelia presso la Ruta. Il giorno 23 raggiungono la Ruta, nella loro missione
disarmano e fanno prigioniero un Bersagliere e due Caporalmaggiore Tedeschi di sentinella
alla galleria sulla strada Aurelia, inoltre si recarono da un noto Fascista locale, arricchitosi
collaborando con i Tedeschi, obbligandolo lo stesso a versare Lire 50.000 a favore delle
Formazioni Partigiane.
9 Febbraio 1945 – Ancora una missiva di Murri inviata a Umberto, dove dichiarare che ha
incontrato Don Alfieri e hanno discusso sulla situazione; consiglia a Umberto di insistere di
tenere la Zona (Alta Fontanabuona e val Bisagno) e che a Pannesi e nelle vicinanze c'è
Lucio e Dente che lavorano attivamente per il P.C. e a Pannesi e dintorni ci sono i Tedeschi,
di stare attenti. Anche in questa missiva parla di far togliere il Comando a Dik, (Che nessuno
ne vuole più sapere dei suoi pasticci) inoltre propone a Umberto un nuovo piano
organizzativo delle Brigate e dei Distaccamenti, con i nomi di alcuni elementi utili al
Comando degli stessi.
10 Febbraio 1945 – Una missiva firmata da Luigi e Civi 119 comunica ad Umberto che: Da fonte
sicura risulta che circa 400 "Uomini" sono passati da Bargagli diretti a Torriglia, inoltre
un intenso raggruppamento di Truppa é a Gattorna, che a Lumarzo sono state ultimate le
postazioni delle batterie pesanti; Circola voce di imminentissimo rastrellamento. Visto la
gravità della situazione i Distaccamenti G.L. G. Matteotti di san Marco d' Urri, hanno deciso
dopo riunione, di lasciare liberi i Volontari e di nascondere le armi fino al cessato pericolo.
10 Febbraio 1945 – Il Comando della 1^ Compagnia del II° Battaglione della G.L. scrive a
Umberto che: Da informazioni ricevute ha saputo che a Bargagli sono passati 400 uomini
diretti a Torriglia, che un mucchio di truppa è a Gattorna; Che a Lumarzo hanno finito di
sistemare le postazioni dell'artiglieria pesante. Che con la presenza dei Tedeschi a
Gattorna; Uscio; Pannesi; Lumarzo; Torriglia e a Cicagna, che i nemici possono venire
anche da Neirone; Rossi; Tasso e Craviasco e il loro gruppo può essere rastrellato e essere
tagliato fuori, hanno fatto una riunione dei Comandanti dei Distaccamenti cosi hanno
deciso:
Visto che la Volante è fatta da gente di questi Paesi e utile che si ritirano nelle proprie
abitazioni, e che pure la loro Compagnia cercherà di dileguarsi nei rifugi o simili
attendendo qualsiasi evento.
Il comando è costretto a consentire queste decisioni, impegnandosi di riorganizzare tutto in
24 ore. Il documento porta diverse firme poco leggibili (Sembrano: Civi, Lume o Luigi,
Milio e Pirri?)
23 Febbraio 1945 – Al Comando della Brg. Giustizia Libertà: Ore 02,30 gli Uomini del 2°
Distaccamento 1^ Compagnia, coordinati nel lavoro tecnico dal volontario Bruno del
Commando della VI Zona, hanno interrotto la carrozzabile della Fontanabuona, facendo
saltare un ponte nel tratto Cicagna-Ferrada. Firmato il Commissario, Luigi.
Firmato: P. Il Comandante della Compagnia, Luigi
26 Febbraio 1945 - Una pattuglia del Distaccamento "Luci" della Brg. G.L. G. Matteotti, cattura
presso Monleone (Cicagna) una pattuglia di Alpini con carri e cavalli.
27 Febbraio 1945 - Una pattuglia del Distaccamento "Ventura" della Brg. G.L. G. Matteotti,
uccideva in combattimento presso Calvari, un Alpino della Monterosa.
28 Febbraio 1945 - Una pattuglia della Volante della Brg. G.L. G. Matteotti, cattura fra Monleone e
Cicagna una pattuglia di 5 soldati e un Sergente della batteria di Monleone.
28 Febbraio 1945 – Di buon mattino la SAP della G.L. di Piandeipreti informa Murri che un
camion è in partenza dalla batteria di Uscio sarebbe partito per portare munizioni a
119Luigi è Casassa Luigi Commissario della Brigata P. Borrotzu – Civi è Faggiani Giuseppe Comandante del
Distaccamento Biffera della Brg. Lanfranconi.
170
Monleone. Alle ore 11 la Squadra Volante comandata da Hans attiva un'imboscata, e nella
curva dei Bassi di Tribogna ferma il camion e catturano i 5 soldati ed un Sergente con il
seguente bottino: I fucili e le pistole dei 6 militari, una cassetta di cartucce per fucili Mauser,
una cassa di bombe a mano, un sacco di farina di grano e uno di farina di mais, oltre ad
indumenti vari e 12 tascapane, inoltre il camion viene requisito e nascosto vicino al cimitero
di Neirone. (UM pag 64)
3 Marzo 1945 – In località Ponte della Amenta, fra Boasi e Ferriere il Distaccamento Volante de 2°
Battaglione composto di 20 Uomini al Comando del Vicecomandante della Brg. Murri
mentre stanno cercando di fare un sabotaggio, avvistavano una colonna Tedesca di oltre 50
uomini e 10 carrette, armata da tre MG 34 e altre armi automatiche, Il Battaglione attaccava
la Colonna Tedesca, dopo c/a 50 minuti di scontro armato, veniva inflitto al nemico le
seguenti perdite: 5 Morti fra cui un Maresciallo; 14 feriti più o meno gravi; 5 muli e un bue
morti; 2 carrette precipitate nel fossato. Il distaccamento desisteva dal combattimento col
sopraggiungere di tre camion di rinforzi Tedeschi al comando di un Capitano fortemente
armati anche di armi pesanti. Si segnala l'eroico comportamento dei Volontari "Tranviere" e
"Moro"; purtroppo per "Tranviere" veniva colpito mortalmente, mentre "Moro" rimane
ferito leggermente. (Balletto Luigi Enrico detto "Tranviere" medaglia d'Argento al V.M.)
10 Marzo 1945 – Presso Piandeipreti una pattuglia di Partigiani della Brigata Berto composta da
Gardella Angelo, detto "Pipetta" della Corsiglia e da Molfino Francesco nato a Ruta di
Camogli il 10/3/1922; sono attaccati da un plotone di Tedeschi, il Pipetta viene ferito e
riesce a salvarsi grazie all'aiuto a Gente del Posto. Il Molfino viene colpito mortalmente e il
suo cadavere viene portato a Colle Caprile, dove viene lasciato in un pollaio per alcuni
giorni, verrà poi sepolto nel bosco, vicino al sentiero che scende in località Sottocolle.
10 Marzo 1945 – Una lettera dell'informatore Z.O. comunica al Comando G.L. la situazione
degli armamenti e presenze delle truppe nemiche, espone una precisa situazione della zona
di Monleone, Carasco, Piani di Correglia, San Bartolomeo, Calvari, Montallegro di
Rapallo, S. Colombano, Borgonovo di Rezoaglio, Terra Rossa di Carasco, al Bocco, alla
Forcella, Rapallo e Castiglione Chiavarese dove c'è un forte presidio di Alpini.
13 Marzo 1945 – Rastrellamento a Neirone, nella Corsiglia e Roccatagliata dei Tedeschi, Alpini della Monterosa e Brigate Nere comandate da Vito Spiotta: La battaglia è contro Partigiani
della Cichero e della GL. Nella battaglia cadono tre Partigiani: Sassari, Pino, ed Elia detto il
Mandarino. (pag. 686 la RiL)
14 Marzo 1945 – Segue attacco dei Tedeschi e dei Repubblichini, si accanisce lo scontro sulla
mulattiera che da Neirone e Moconesi porta a Barbagelata, nell'attacco portato dal nemico
ai Partigiani della Brg. G.L. viene colpito a morte, da una raffica di mitragliatore, il
Partigiano Luigi Giuseppe Bertucci detto "Fido" nato il 25/05/25 a Moconesi, il quale fa
parte della Brigata "Borrotzu". In quello scontro rimase ferito anche Lagomarsino Silvio
detto "Coniglio" di Uscio. A questa battaglia partecipano un numero notevole di Partigiani
di Uscio, facenti parte della Brigata Berto. Anche il Distaccamento Fuoco, dopo un'intensa
battaglia contro una colonna nemica, lascia sul terreno un Partigiano caduto, ma il nemico
fugge lasciando ben venti morti, ed un ricco bottino di armi e munizioni. Anche il
Distaccamento Alpino partecipa alla battaglia dando il suo grande contributo. Durante quella
battaglia, i Partigiani furono martellati, dai tiri dei cannoni, delle batterie Tedesche di
Colle Caprile (Uscio).
Note di GB: Lo stesso Bisso Emanuele mi raccontò molti episodi su questa battaglia, ed
anche gli stessi: De Marchi Vittorio, Bernardin Augusto detto Grifu, Siri Giovanni detto
Tigre ecc. (pag. 71 l'UM - vedi AISRLEC Fondo Gimelli 2 busta 19)
15 Marzo 1945 – Il Comando VI Zona Operativa, invia a tutti i Comandi di Divisione e Brigate la
seguente comunicazione: Per disposizione dei Comandi Superiori si Ordina a tutte le
formazioni Partigiane devono intensificare l'invio di informazioni riguarnti i campi di
171
mine poste dal nemico.
Tutte le informazioni devono essere inviate immediatamente al Comando Zona.
Firmato il Comandante VI Zona Operativa Miro; il Capo di S.M. Canevari;
il Commissario Politico Rolando.
(AISLREC Carte Zolesio Marzo 1945)
15 Marzo 1945 – Il Comandante della VI Zona Operativa Miro; il Capo di S.M. Canevari:
il Commissario Politico Rolando: Per disposizione del Comando Superiore che Ordina
al Comando Brigata "Matteotti" G.L. Di intensificare le azioni di disturbo al nemico in
movimento sulle strade Recco-Uscio-Gattorna e Cicagna-Gattorna-Boasi.
Le Squadre Volanti intensificare le azioni nelle vicinanze di Genova e sulla Via Aurelia,
cercando di fare prigionieri da portare al Comando.
(Vedi Carte Zolesio Marzo 1945)
17 Marzo 1945 – C'è una lettera inviata dal Comando G.L. G. Matteotti al Comando di 6^ Zona
Operativa dove si denuncia la mancata difesa da parte del Distaccamento Val Bisagno del
Posto di Blocco in Valtrebbia, durante la Battaglia di Barbagelata, essi hanno abbandonato la
difesa del Posto, alla vista di una ventina di Tedeschi, permettendo loro di attaccare gli altri
Partigiani su Barbagelata alle spalle. Per questa colpa il Distaccamento è in via di
trasferimento. Inoltre il Comando si domanda come mai non sono intervenuti120.
21 Marzo 1945 – Il Capo di Stato Maggiore della VI Zona (Canevari) trasmette al CLN di Uscio e
per conoscenza al Commissario "Nando" la definizione della zona di intervento dei
Distaccamenti "Borrotzu e Castelletto" della Brigata G.L. Matteotti. Il Comandante della
della G.L. Matteotti (Umberto) ne indica geograficamente la zona d'intervento: Oltre la
zona sud della Valtrebbia va dal crinale della Scoffera, Bargagli, Traso, ecc, e a meridione
del Bado, Becco, Cornua, Uscio e Monte Fascia ecc. E dispone di prendere contatti con la
"Brigata Berto" (Vedi AISLREC Carte Zolesio Marzo 1945)
26 Marzo 1945 - Attacco di una cinquantina di Tedeschi, guidati da due "borghesi" ad una squadra
di Partigiani della Brigata P. Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti presso Costafontana.
Lo scontro è durissimo, vista la sorpresa dell'attacco nemico, la superiorità di uomini e di
mezzi. Cadono tre partigiani: Fournier Italo detto Grigoire di Ayas /Aosta); Polster Simon
detto Andrea (Austria); Soracco Nando detto Lua di Tribogna, rimane ferito Giusto
Edoardo detto Dalmulin. Perdite nemiche: Uno o due Tedeschi.
27 Marzo 1945 – Renato II comunica al Comando G.L. G. Matteotti quanto segue: A Lumarzo sono
in corso due postazioni per pezzi da 105, li comanda un Maresciallo con circa 15/20 uomini
dei quali 3 sono Italiani vestiti da Tedeschi. Sono collegati per telefono e con segnalazioni
con pistole Very e con colpi di fucile, due telefoni sono situati all'osteria al Piano del Melo,
dove hanno sistemato ufficio e cucina. Hanno requisito cinque case, ma soltanto due sono
ora abitate da Loro; Sono dislocati fra Pannesi monte Cornua e Becco circa 100 Uomini; A
Calcinara circa 100 Uomini e al Chiapparino era sistemato un pezzo da 110 mm sembra che
sia stato ritirato ieri? Seguono altre notizie sulla sorveglianza.
Marzo (Fine) – Il Distaccamento "Sassari" con Tom fanno azioni di sabotaggio al ponte di
Lagomarsino e il ponte sotto la Serra, fra Ferrada e Cicagna.(pag. 73 l'UN)
Aprile Nei primi giorni il Comando Tedesco della Zona Recco e Uscio tratta con il Comando dei
Partigiani della Cichero per lo scambio dei Prigionieri. (Vedi la RiL pag. 861)
Aprile (Inizio) – Il Comando della VI Zona Operativa trasmette a tutti i Comandi delle Brigate
Garibaldine; Giustizia e Libertà; Matteotti le disposizioni di come coordinare gli interventi sul
territorio in modo Strategico; tale documento è conosciuto come <PIANO OPERATIVO>
Primi di Aprile – Ognio II comunica che un Reparto di Militari Tedeschi che erano a Lagomarsino e
trasferiti al fronte (Verso la Garfagnana) sono stati attaccati al Bracco dai Partigiani ed è stato
120Di questo fatto mi aveva parlato Tigre (Siri Giovanni di Nervi) negli anni sessanta, mi disse che Lui ed il suo
Distaccamento rimasero in mezzo a due Fuochi, rischiando di essere decimati dai Tedeschi, e mi disse che proprio
per questa ragione Lui si era scontrato dopo la guerra con uno dei Fratelli Machiavelli che Comandava il
Distaccamento Valbisagno, il quale era a Nervi a fare un comizio e parlava della lotta da lui fatta in montagna come
Partigiano, il Siri andò vicino al palco dell'oratore, dicendole di tutto, lo fece scendere e dicendole di non dire balle.
172
distrutto... Segue. Altre informazioni sono richieste dal Comando ad Ognio II come segue:
"Ti prego di farmi sapere Forze e Mezzi dislocati a Uscio, quanti uomini dispongono, (se vi
sono reticolati elettrificati o normali) cerca di essere preciso nel Segnalare"
4 Aprile 1945 – Messaggio di Ognio II personalmente ad Umberto (Comandante G.L. G. Matteotti):
A Gattorna vengono fermati alcuni commercianti, i quali sono accusati di aiutare i
Partigiani, i fermati sono: Il Figlio del Lubiano, quello del proprietario dell'Albergo
Moderno, quello di un altro negoziante di verdura; il falegname che sta a Tribogna; e che
cercavano il Franza, riguardo a quest'ultimi fortunatamente venivano avvisati per tempo non
si fecero trovare. Si informa che sono arrivati da fuori una ottantina di operai per riparare i
ponti di Ognio e di Ferrada. A Cicagna sono arrivati tre Distaccamenti di Militari di
rinforzo, ed uno a Monleone. A Lumarzo è previsto l'arrivo di 60/70 uomini per completare il
Distaccamento. (Firmato Ognio II)
4 Aprile 1945 – Ognio II comunica a Umberto che a Gattorna sono arrivati una ottantina di operai
di altre regioni per lavori di riparazione dei ponti di Acqua e di Ferrada. Si informa che a
Cicagna è giunto un Battaglione con un nuovo Comando, tre distaccamenti sono dislocati in
Zona, a Lumarzo sono arrivati ancora 50/60 Uomini di rinforzo.
5 Aprile 1945 – Il Comando della VI Zona: Ordina alle Brigate G.L. G. Matteotti di attaccare
obiettivi militari nemici, e le vie di transito, Firmato Miro – Canevari – Attilio.
5 Aprile 1945 – Lettera a Umberto da Ognio II il quale conferma che la strada da Lumarzo a
Calcinara è stata aperta e può già transitare qualche carro; Mentre al Ponte di Ognio (Donega)
i Tedeschi stanno lavorando attivamente per riattivarlo; Lumarzo hanno portato molto filo
spinato con legname per fare deposito munizioni; A Lagomarsino hanno piazzato uno dei due
mortai e hanno un Distaccamento di una quarantina di Uomini, si dice che i pezzi che sono a
Lumarzo ed a Lagomarsino siano puntati verso la Valle.
A Gattorna si dice che i Tedeschi sono molto giù di morale, perché le competenze alla
truppa arriva irregolarmente, le razioni dei viveri e del tabacco sono ridotte. Si informa
anche che ieri sera i Tedeschi hanno sparato con le mitraglie nei paesi di: Ognio, Piandeipreti
e Gattorna, il perché abbiano sparato non si sa, ma hanno paura dei Partigiani.
6 Aprile 1945 – Da Montebruno il Comando della III° Divisione Cichero invia il seguente Ordine:
A TUTTE LE SQUADRE DI AZIONE
Tutti i Comandanti e Commissari delle Squadre d'Azione devono trovarsi Domenica alle ore
10 (Dieci) a Gorreto per urgenti comunicazioni, portare l'elenco degli Uomini e delle armi
avute in dotazione. Firmato: Il Comandante – Miro; Il Capo di Stato Maggiore - Maranza.
La Brg. Borrotzu della G.L. G. Matteotti porta l'elenco dei suoi Distaccamenti che sono
sette; con i nominativi dei Distaccamenti, dei Capi e Commissari più la Forza presente
Volontari n°-221; segue lista delle Armi e Munizioni.
6 Aprile 1945 – Il Comando della VI Zona per Disposizioni Avute dalle Superiori Autorità e
dai Comandi Interalleati invia alle Brigate i seguenti Ordini.
1° Sono assegnati alla Brigata Coduri i seguenti compiti:
Con azione energica e pronta e con la massima forza disponibile SULLA VIA AURELIA E
SULLA ROTABILE CHIAVARI BOCCO BEDONIA.
A
Azioni di massima forza sulla via Aurelia e sulla Rotabile Chiavari Bocco; Attaccare
colonne nemiche, trasporti, carri, presidi, campi di mine, batterie antiaeree e altro.
B
Impedire tutto il movimento del nemico per mezzo di blocchi dei più importanti punti stradali,
facendo interruzioni mediante o frane o fuoco incrociato di mitraglia bene appostati.
C
Colpire i Comandi nemici, magazzini, depositi di munizioni e carburante.
D
In particolare distruggere tutti i mezzi di collegamento e comunicazione, come
radiotrasmittenti, telefoni, staffette ecc.
2° Tutto questo serve per impedire l'afflusso di uomini e mezzi nemici al fronte interalleato.
173
a.)
b.)
c.)
d.)
e.)
f.)
(Nota: Il quel periodo lo scontro era localizzato a Nord Ovest di Massa Carrara e verso la
Garfagnana dove le Truppe della RSI, Alpini della Monterosa, Xa Flottiglia MAS, Fanteria di
Marina col Battaglione S. Marco, Bersaglieri e Brigata Nera combattevano, assieme alla
Wehrmacht, un duro scontro contro le truppe Alleate e la 92a Divisione Buffalo USA).
La Brig. CODURI concentrerà i propri sforzi su azione immediata sulla Via Aurelia fra
Chiavari e Moneglia e sulla strada Chiavari Bedonia; e a tale effetto, studierà ed attuerà con
la massima sollecitudine, l'occupazione del Passo del Bocco e l'occupazione di qualche
località sulla Via Aurelia (CHIAVARI o LAVAGNA o simili); e vicinanze (CARASCO).
la CODURI darà assicurazione per quanto sopra e manderà a questo Comando un
Ufficiale di Collegamento e 4 staffette ben scelte.
Brig. BERTO – Attacchi sulla Fontanabuona tra Carasco e Gattorna. Interrotta tale strada
passare sulla Via Aurelia e di agire tra Chiavari e Rapallo. Eliminare le Batterie di S.
Colombano, S. Maurizio ecc. Blocchi sulla Carasco Gattorna e blocchi sulla Via Aurelia.
G.L. MATTEOTTI . Interrompere la Gattorna Boasi Scoffera.
Attaccare subito Uscio e mettere Blocchi sulla strada Gattorna Boasi Scoffera.
BRIG. JORI. Possibilmente occupare Torriglia. Bloccare la strada N° 45. Tenere la linea
Antola, Prela, anche fortificando tali montagne.
BATTAGLIONE SEVERINO. Agire sulla strada Laccio Prato.
DIVIS. PINAN CICHERO. Rinforzare S. Clemente e contribuire alla difesa dell'Antola
Mettere mitraglie pesanti sull' ANTOLA, sul PRELA e sull' ALFEO.
LA BRIGATA G.L. MATTEOTTI e BATTAGLIONE VAL BISAGNO dipendono dal
COMANDO DIVISIONE CICHERO. Prendere immediati accordi in merito. (Firmato)
Il Comandante VI Zona – Miro
Il Capo di S.M. - Canevari
p. Il Commissario Politico – Ugo
(Carte Zolesio Aprile 45)
8 Aprile 1945 - Il Vicecomandante Carriel della Brg. "Lanfranconi" comunica che nella sera è
stato eseguito il sabotaggio della strada Gattorna Boasi, hanno fatto saltare in ponte della
Menta. Hanno partecipato all'azione Carriel; Pirri; Nebbia; Primula; Giuliano; Braga;
Moro; Volpe; Zeffiro; Gimitra: il guastatore Joseph e Ri. (Firmato Murri)
8 Aprile 1945 – Il comandante di Brg, "Murri" fa relazione dell'azione svolta nella sera del 8-4-45
da un Distaccamento Partigiano G.L. Che hanno interrotto la viabilità sulla strada Gattorna
Boasi, facendo saltare il Ponte della Menta. Hanno partecipato all'impresa il Vicecomandante
Carrel della Brg. Lanfranconi, Pirri Comandante Distacc. Balletto: Nebbia Comm.rio; Primula
e altri Distacc. Balletto; Giuliano; Braga; Moro; Volpe; Zeffiro; Gimitra; Joseph guastatore
della Brg. Borutzu e Ri del Distacc. Balletto.
14 Aprile 1945 - La Brigata Borrotzu attacca i Tedeschi di guardia agli operai che stanno
rifacendo le arcate del ponte di Ferrada, fatto saltare precedentemente dai Partigiani.
14 Aprile 1945 - Il Comando della VI Zona Operativa invia a tutti i Comandi Partigiani dipendenti,
un apprezzamento avuto dalla Missione Alleata per gli ultimi combattimenti, i quali hanno
portato alla conquista di importanti capisaldi nemici, quali la Forcella in Val d'Aveto,
Borzonasca, il Bocco. Lo stesso Capo (Missione) ci ha incaricato di comunicare le sue
congratulazioni per avere grandemente contribuito allo sforzo bellico comune. (Firmato Il
Comandante VI Zona Miro; Il Capo di S. M. Canevari; Il Commissario di Guerra Attilio )
15 Aprile 1945 – Ognio II (Novaretto Mario) Capo del SIM comunica a Umberto la situazione
militare e organizzativa delle truppe Tedesche nella Zona di Uscio, Lumarzo, allegando anche
una Mappa eseguita a mano di Lumarzo, dove vi si illustra la collocazione degli armamenti.
19 Aprile 1945 – Ore 10,30 Giungono a Torriglia Truppe con armi, muli e carri con viveri,
munizioni e altre scorte, di rinforzo al presidio locale. (La notizia è firmata Commissario
"Luigi" e dal Comandante "Ugo")
17 Aprile 1945 – VI Zona Operativa (Comando SIP) Dal Centro informazioni di Genova giunge
174
notizia di spie nazifasciste che si introducono con falsi documenti presso le Brg. Partigiane
dopo alcuni giorni riferiscono informazioni ai loro Comandi, inoltre essi al momento
opportuno possono colpire alle spalle le formazioni Partigiane. <firmato Alfredo>
17 Aprile 1945 – Il CLN – CVL della VI Zona Operativa chiede al Comando Brg. G.L. Matteotti
Sezione S.I.P. <Far conoscere urgentemente al Comando se le strada Uscio-Lumarzo e
Ferriere-Boasi sono ultimate e se vi è transito nemico. Nel caso ciò fosse avvenuto
provvedere per le interruzione del caso>. Il documento è firmato da:
Miro; Canevari e per Attilio firma Ugo; Prot. N° 301 (Carte Zolesio Aprile 44)
18 Aprile 1945 – Si comunica alle 18,30 al Comando G.L. G. Matteotti che nella notte alle ore
02,00 Un gruppo di sabotatori nemici di venti uomini ha lasciato Torriglia e non hanno più
fatto rientro, di prestare attenzione e di stare all'erta nelle Zone Partigiane.
19 Aprile 1945 – Le truppe Tedesche di stanza a Uscio combattono in Valtrebbia (Vedi pag. 709 di
la RiL)
19 Aprile 1945 - Da Comando Brigata "Borrotzu" al Comando Gruppo di Brigate della G.L.
Giacomo Matteotti si informa che: Dal posto di Blocco "Garibaldino" alle ore 10,30 odierna,
informa che sono giunti a Torriglia completamente equipaggiati con carriaggi, muli, viveri,
armi e munizioni 150-200 tedeschi di rinforzo al presidio. Pregasi dare comunicazione altri
Comandi dipendenti. (firmato il Commissario Luigi; il Comandante Ugo)
20 Aprile 1945 – Dalla Brg. Borrotzu vengono trasferiti alla Brg. "Lanfranconi" i seguenti
Partigiani: Italo; Oliveri; Dante; Orfeo; Pino; Beppe e Nino. La comunicazione è firmata dal
Comandante Lago e dal Commissario Luigi. (Carte Zolesio Aprile 45)
21 Aprile 1945 – Alle ore 8,00 sette Uomini del Distaccamento Italo attaccano a 500 metri da
Gattorna il pattuglione Tedesco di 30 militari; risultato 4 morti e 5 feriti da parte nemica Essi
confermano solo due morti. La comunicazione è inviata con data 22-4-45 al Comando della
Brg. Borrotzu con la firma di: Luigi e Ugo. (Carte Zolesio Aprile 45)
22/3 Aprile 45 – Le truppe Tedesche di stanza a Uscio hanno paura e sentono la ormai vicina la loro
sconfitta. (Vedi pag. 858 di la RiL) Di conferma a quanto sopra è la comunicazione inviata
a "Berga"121 da un informatore, nella quale si rende noto che:
<Il Battaglione Tedesco di stanza a Uscio con i distaccamenti in Gattorna, Ferrada, Pannesi,
Pezzonasca, Monte Cornua, Monte Becco, Calcinara e Salto si trasferiscono altrove e che sul
posto non rimarrà nessuno> Queste informazione lo scrivente le aveva avute da un
Maresciallo Tedesco di nome Schus. Segue l'informazione:
<A Recco non c'è il posto di Blocco ma c'è un piccolissimo presidio che probabilmente andrà
via con il Battaglione. Per quanto riguarda i disertori si sta lavorando il Maresciallo dei
lavori (te lo ricordi Schulse?) che è rimasto sul posto con qualche uomo> Dopo queste
informazioni si parla di cosa faranno i Tedeschi per lasciare Genova e che saranno circa
10.000 esclusi gli altri dislocati in Liguria e naturalmente le SS e quelli della RSI.
L'informatore aggiunge: <Ti saprò dire con certezza se anche i reparti che sono in Ruta se ne
vanno, oppure tengono altro contegno. Sappi intanto che a Portofino Vetta sono arrivati altri
160 uomini non so come armati. Altre informazioni avute mi permettono di dirti che è nelle
intenzioni della Brigata Garibaldi di occupare Uscio e la Zona perciò sappiatevi regolare in
merito>. (Carte Zolesio Aprile 45)
23 Aprile 1945 - Un milite della batteria di Portofino Vetta comunica al Capitano Maggi che il
Comando ha ricevuto ordini di lasciare la Liguria, e requisiscono mezzi di trasporto.
22-3-4 Aprile 1945 - Transitano sulle strade interne di Sestri Levante e Lavagna verso l'Aurelia
sotto al Comando del 1° Reggimento Alpini della Divisione Monterosa, il Battaglione Ivrea;
il Cadelo; il gruppo Artiglieria Aosta e la Colonna Leggera con la Compagnia Anticarro.
23-24 Aprile 45 – Il distaccamento di manovra "Di Maggio" della Brg. P. Borrotzu della G.L.
scende su Rapallo, hanno un duro scontro armato contro i Tedeschi, infliggendo 2 morti e 6
121Berga = Comandante del Distaccamento "Nando" della Brg. Borrotzu della G.L. Giacomo Matteotti.
175
feriti ai Nemici, con la partecipazione del CLN di Rapallo e Partigiani viene richiesta la resa
dei Tedeschi, dopo una lunga trattativa, si ha una tregua fra le parti in attesa di resa dei
Tedeschi. Mentre le forze Tedesche locali erano in attesa di trattare la resa, nella serata del 24
aprile sopraggiunse nel molo di Rapallo, una bettolina che trasportava gli SS che aveva
imbarcato a Portofino, i quali scesi a terra, attaccarono improvvisamente i Partigiani. Nello
scontro i Partigiani lasciarono sul terreno sei morti e cinque feriti, di cui uno grave, che
morirà poi all'Ospedale di S. Martino di Genova.
23-24 Aprile 45 – Nella notte fra il 23-24 aprile il Federale Faloppa con i suoi Militi (C/a 200-250)
si trova all'ingresso della Camionale a Genova con automezzi di ricupero e partono per
Serravalle Scrivia, (Faloppa lascia a Novi Ligure la Truppa e scappa coraggiosamente a
Milano in macchina con il suo autista)
ILSREC Fondo Gimelli Busta 3 fasc. 22)
24 aprile 1945 – Presso il ponte di Rovegno una colonna Partigiana in trasferimento dal Gorreto a
Pannesi, Calcinara e Colle Caprile, viene mitragliata dal "fuoco amico" da aerei Alleati a
volo radente, cinque Partigiani rimangono uccisi fra i quali il Comandante della Brigata
SAP Bedin Florio Renato detto "Napoli"; Prende il suo posto il Vicecomandante Garaventa
Giovanni detto “Castagna”.
24 aprile 1945 - Il Battaglione "Cadelo" si riunisce a Chiavari con altri Reparti della Monterosa
e Bersaglieri e tutte le Truppe in ritirata nei giorni precedenti, circa 1.500 effettivi, per poi
ripiegare attraverso l'Aurelia verso Rapallo, Ruta, Recco e successivamente per Uscio.
24 aprile 1945 – Ore 04 si arrendono alla SAP di Camogli circa 80 Militari Tedeschi dislocati al
Castellaro, abbandonano armi e munizioni consegnandosi alle Forze Partigiane Locali.
24 aprile 1945 – Altri nuclei di militari Tedeschi, Brigate Nere, X MAS e Bersaglieri lasciano nella
serata la Zona di Sestri Levante marciando su l'Aurelia verso Ruta e Recco.
24 aprile 1945 – Ruta e Camogli si vedono lungo la strada Aurelia soldati sbandati.
24 aprile 1945 - Nella notte a San Lorenzo della Costa vi sono alcuni scontri armati tra le SAP e
Alpini della Monterosa e militi della XXXI Brigate Nere Silvio Parodi di S. Margherita Lig.
24/04/45 - In serata i detenuti Politici di Marassi sono stati quasi tutti liberati. Fra i liberati sono
Vannuccio Faralli, nuovo Sindaco di Genova; che le SS hanno recentemente torturato negli
interrogatori mediante le sevizie con la corrente elettrica e violenti pugni, per i quali
l'occhio destro è quasi completamente accecato. Sono liberi anche Nello Mor; il figlio del
romanziere Pastorino, l'Avv. De Barbieri e Signora, il sig. De Franceschi, che fu per molti
mesi membro del CLN.
I Tedeschi hanno portato via dalla Città un contingente di 25 detenuti politici scelti tra le
figure più care al popolo Genovese: Pare che costoro siano diretti al campo di
concentramento di Bolzano; non è escluso che essi siano liberati dai Partigiani della
montagna: Fra i detenuti trattenuti dai Tedeschi, pare si trovino il Generale Rossi,
Pieragostini designato vice Sindaco della Città, l'Architetto Bianchini, il Prof. Desideri del
Liceo Doria.
(ILSREC CLN Busta 3a Fasc. 9-10)
25/04/45 - Comunicato del CLN Corpo Volontari di Liberazione, Corpo di Piazza Genova:
Settore Orientale di Genova: Un nucleo di 10 soldati Tedeschi ha occupato la Mitta.
Una squadra di militari Tedeschi ha ripiegato nella Valle del Nervi.
Nella mattinata di oggi 25 c.m. è giunto, proveniente da Camogli, uno zatterone con 50
uomini e due autovetture con armi automatiche pesanti. Tale nucleo ha rinforzato il presidio
di Villa Eden.
Un nostro caposaldo di S. Ilario, dominate ampiamente la Zona, viene attaccato da truppa
Tedesca
Il capitano "Guidi", con circa 80 uomini, assedia e attacca, in Pieve Ligure la Villa Marietta
nella quale è asserragliato il locale Comando della X^ Mas con presenza di Kriegsmarine.
Ore 20 Arillo Comandante della X^ MAS, asserragliato nella zona portuale ha chiesto la
resa, ma con l'onere delle armi.
176
Sono arrivati a Nervi 4 camion Tedeschi con mitragliatrici e pare che altre forze stiano per
giungere.
In mattinata la SAP e Partigiani occupano il posto di blocco di Bogliasco.
Ore 19,30 Colonna mista di Italiani e Tedeschi avanzata fin verso Rapallo poi per timore di
attraversare l'abitato è retrocessa e si è barricata nella galleria di Zoagli. Hanno chiesto
parlamentari per poter trattare con le SAP di Rapallo per poter attraversare la città
liberamente. Il CLN di Rapallo sarebbe propenso a queste trattative. E questa notte la
colonna dovrebbe attraversare Rapallo e oltre.
Il gruppo Tedesco a Portofino resiste ancora.
Un gruppo Tedesco a Ruta resiste ancora.
La batteria di Portofino sta attualmente sparando sui Partigiani e Americani, verso Chiavari.
Ore 22,00 Bollettino n°5 Il presidio di Nervi ha mandato un parlamentare al CLN Locale
per trattare la resa.
(ILSREC CLN Busta 3a fasc.9-10)
25 aprile 1945 – Il Comandante Partigiano Riccio alle ore 07,00 entra con il suo Distaccamento a
Sestri Levante.
25 aprile 1945 – La retroguardia della Colonna del Colonnello Pasquali si apposta sulla sponda dell'
Entella coprendo con il fuoco la ritirata, impedendo ai Partigiani il transito verso Chiavari.
25 aprille 1945 – Alle ore 02,30 i Partigiani della Brigata Caio entrano a Borgonovo e inseguono
il nemico in fuga ai Prati di Mezzanego, alle ore 10 pattuglie avanzate della Brigata
entrano a Carasco; Chiudendo ogni via di fuga verso Cicagna, Gattorna e la Scofferra a
truppe nemiche, che volessero transitare da Levante verso la Scoffera.
25 aprile 1945 - Il Distaccamento Carini avanza per attaccare il Nemico tra Carasco e Chiavari,
alle 17,00 una staffetta informava il Comando di Brigata che le Truppe USA erano arrivate
a Lavagna alle ore 12,00. Alle ore 19,30 giunse al Comando della Caio l'Ordine n° 4 del
Comando di Zona di ripiegare in Valtrebbia.
25 aprille 1945 - I Partigiani di Uscio sparano con la mitraglia contro gli Alpini della Monterosa
del gruppo Aosta presso la "Drita di Riea" vicino a Salto c'è un morto ed alcuni feriti122.
25 aprile 1945 – Nella prima mattinata in Maxena transita una ventina di militi della Kriegsmarine
provenienti da Boasi andati in perlustrazione alla galleria, per portare la notizia al
Comando presso la Tecosa che la galleria era stata fatta saltare. (pag. 75 l'UM)
25 aprile 1945 – Ore 19,30 Firma della Resa delle Truppe Tedesche da parte del Generale
Meinhold Gunter a Villa Migone al Rappresentante del CLN Ligure Remo Scappini.
26 aprile 1945 – Ore 04,30 Annunciazione della Firma della Resa da parte delle Truppe Tedesche
per via Radio da parte del Generale Meinhold Gunter.
26 aprile 1945 - alle ore 02.,00 arrivo di militari della Werkmacth a Nervi presso Albergo Eden
26 aprile 1945 - Alle ore 08,00 partenza dei militari della Werkmacth e Kriegsmarine da Nervi
verso Recco al comando del Capitano Berninghaus.
26 aprile 1945 – In mattinata il Capitano Weegen lascia le batterie del Monte di Portfino e da Ruta
marcia verso Recco con i suoi Artiglieri.
26 aprile 1945 – Ore 19,00 viene fatto saltare dai Tedeschi l'imboccatura a ovest della galleria di
Ruta.
26 aprile 1945 – Ore 22,00 viene fatto saltare dai Tedeschi il Ponte di Salto della strada SP 333.
26 aprile 1945 – Ore 22,00 a Nervi presso l'albergo Savoia arriva il Maggiore Hill del Comando
della 92a Divisione Buffalo. (Da dove era passato? A Ruta la galleria era saltata)
27 aprile 1945 – Ore 10,00 Resa del Tenente di Vascello Weegen Comandante delle batterie di
Monte Moro (Vedi la RiL pag. 940)
27 aprile 1945 – Le truppe Germaniche e della RSI si arrendono in parte a Uscio e una parte nella
zona di Maxena a Sant'Alberto di Bargagli, alle Truppe Alleate e alle Formazioni Partigiane
della VI Zona Operativa.
122La notizia è controversia qualcuno sostiene che furono colpi di cannone sparati dai militari Americani?
177
27 Aprile 1945 – Garaventa Giovanni, Comandante della Brigata SAP Bedin viene ucciso da un
Capitano degli Alpini della Monterosa in località Gione vicino a Calcinara di Uscio;
Questo vile atto avviene dopo che le parti avevano trattato la tregua delle armi ed era stata
convenuta le resa delle Truppe Nazifasciste a Sant'Alberto di Bargagli alle ore 11,00.
28 Aprile 1945 – La Brigata Lanfranconi trasferisce al Campo di Concentramento Alleato
prigionieri di Guerra Tedeschi e della RSI. Il Documento viene da Gattorna con data 28
aprile 1945, ed è firmato dal Commissario della Brigata - Carlo.
Nota G.B. Non viene indicato dove vengono portati.
(AILSREC - Carte Zolesio Aprile 45)
Pannesi 27 aprile 1945: Consegna di una Bandiera Tedesca come "Atto di tregua" fra fra le
parti:
A chiarezza delle discordanze della presenza di fantomatiche Bandiere Germaniche,
consegnate dagli Ufficiali Tedeschi a Piemonte presso Pannesi, durante la tregua d'armi del 27
aprile 1945. Seguono due lettere, una la richiesta della Bandiera per esposizione, e poi vi è anche
una lettera dove si richiede la resa della bandiere. Purtroppo il "Toscano" si giustifica che è andata
persa dopo la Settembrata?
Segue trascrizione della lettera di richiesta:
Ge 8-9-49
Caro Piemonte
A nome dell' ANPI Provinciale ti chiedo la bandiera Tedesca che tu tieni con molta
gelosia; per essere affissa alla mostra della Resistenza allo Stand che si è allestito per la
Settembrata di domenica p.v.
La bandiera ti sarà restituita fra due settimane quando si smonterà lo stand.
Se tu avevi anche un paio di elmetti Tedeschi ti prego di inviarmeli, anche quelli ti saranno
restituiti assieme alla bandiera.
Consegna la roba al latore della presente.
Spero che Domenica sarai alla Settembrata.
Ti saluto (segue firma) Toscano
Giannecchini
Via Aldo Vannucci 9/
Genova tel. 57365
Seconda lettera in risposta, alla sollecitazione del figlio di Piemonte (Giorgio), per il
ricupero della bandiera Tedesca.
Segue lettera di risposta:
Spett/le
Ivrea li 4 Luglio 1963
178
A.N.P.I.
Segreteria Provinciale
Via S. Lorenzo
G E N O V A
Caro Gimelli
In seguito alla visita del figlio di Massone (Piemonte) e alla n/a conversazione
telefonica, inerente alla bandiera Tedesca consegnatomi anni fa dal Piemonte stesso; sono
con la presente a riconfermarti quanto verbalmente già detto:
La bandiera Tedesca fu consegnata al sottoscritto dal Piemonte stesso in
occasione della Festa Nazionale dell'Unità tenutasi a Genova nel 1955 (se non erro) :
Unitamente a quella catturata alla Rep. Soc. a Cavassolo sfilarono in corteo quel giorno, e
quindi esposte allo Stand dell'ANPI allestito in C/so Italia.
Purtroppo quando si trattò di ricuperarla ci fu impossibile reperirla unica bandiera che
riuscimmo a conservare per alcuni anni fu quella di Cavassolo, ma come ben sai anche
quella ci fu rubata di notte quando fu esposta alla Mostra della Resistenza allestita a
Palazzo Ducale in occasione della visita di Einaudi.
Mi duole molto per tutte le polemiche suscitate in merito, ma credo che il
buon senso e la mia esposizione dei fatti possano portare alla chiarificazione della question.
Pur tuttavia é doloroso costatare che i n/s cimeli tendono gradatamente a scomparire, e
questo forse è dovuto alla n/s poca cura per essi.
In merito a Pertuso avremo modo di risentirci non appena avremo deciso per
l'inaugurazione e spero che questa volta si possa attuare una manifestazione chiara, precisa,
impersonale nello stretto spirito Partigiano.
Saluti (segue firma)
Toscano
Lettera di saluti a "Piemonte" da parte di "Carlo" Avv. Giovanni Battista Lasagna.
Genova 22 Dicembre 1945
Caro Piemonte
A nome di tutto il vecchio Distaccamento "Peter" vi mando i nostri Auguri per il nuovo
anno. Vi prego di ricordarci sempre come ci ricordiamo di voi, anche se le occasioni di venirvi a
salutare sono rare. Tanti saluti a tutti gli Amici! l'Ex Commissario
Segue indirizzo
G.B. Lasagna Salita S. Nicola 19
DIZIONARIO NOMI e Vari
Adriano = Vedi Gerondio Adriano.
Agostini Adriano = Ardesio - Fu uno dei promotori del CLN Ligure già nel settembre del 43 ne
fece parte per il PCI; dal marzo del 45 fu coordinatore delle SAP Garibaldine di Montagna
della VI Zona della Divisione Cichero, di cui fanno parte anche le SAP di Uscio e Pannesi.
Si evidenzia la sua firma su molti documenti rilasciati come Comando SAP.
AILSREC = Archivio Istituto Ligure Storico della Resistenza E Contemporaneo.
Alfieri Don = Don Alfieri Cappellano della Brigata G.L. G. Matteotti.
Allah = Vedi Verzura Giacomo.
Alì = Vedi Dalloro Carlo, o Delloro Carlo.
Alì = Vedi Marmori Ervino.
Alì = Vedi Massa Lino di Recco.
179
Almers = Colonnello Tedesco al Comando in 2^ della Wehrmacht di Genova (Dopo il generale
Meinhold Gunter)
Almond = Generale della 92a Divisione "Buffalo" della U.S. Army in Liguria aprile 1945.
Alpino = Vedi Cavagnaro Vittorio.
Ansaldo Piero = Pat. Antonio nato a Recco il 23-1-1911 Partigiano della Brg. Lanfranconi, della
Divisione G.L. periodo di appartenenza non indicato
Anselmi Tullio = Comandante del Distaccamento Misto della Cichero, che assieme alla SAP del
Capitano Guidi si scontrarono a Pieve Ligure con una parte Kriegsmarine di Berninghaus.
Anselmi Tullio di Giovanni e Calzetta Maria nato Deiva, residente a Pieve Ligure presso
Casello Ferroviario; Ferroviere, fece come Partigiano Combattente al Comando della VI
Z.O.L. dal 1/5/44 al 30/4/45. Riconoscimento qualifica Partigiano n°17359 (Cambio
residenza 1957 in Via Moresco 3/29 Ge. già iscritto ANPI Marassi.
(ILSREC Busta 243 fasc.11-Vedi la RiL pag.694-5)
Antolini Franco = Furlini; Assieme a Dente fu responsabile del PCI della zona Levante di Genova
già nel settembre e ottobre del 43 mantenne i primi collegamenti con Uscio e con Pannesi.
Dal dicembre 43 sostituisce Agostini nel CLN Regionale.
Antonio = Vedi Puggioni Antonio.
Arcella Dott. Luigi = Detto Tenente "Fiore" Comandante Brigata Sanguineti (Nome alla Brigata
messo dopo l'uccisione da parte dei Tedeschi del Partigiano Sanguineti)
Ardesio = Vedi Agostini Adriano.
Armaiolo o Maneo = Vedi Bisso Emanuele.
Arvati Italo = Infiltrato dal Comando Partigiano fra le Brigate Nere di Chiavari, fu scoperto e dopo
violente torture morì. (Vedi Chiavari “43-45 una cronaca editrice Ipotesi)
Ariete = Vedi Monteverde Giuseppe.
Astori Luigi = Gian pat. Pietro, nato il 23/4/1907 a Lù (Monferrato) Vice Commissario della Brg.
Lanfranconi Formazione G.L.
Atzeni = Antifascista uscito dalla Casa dello Studente e ucciso sul ponte di Terralba con una mela
in tasca e un panino nella notte del 13-14 di gennaio del 45 (Vedi Giovanni Meloni)
Auschwitz = Nome di uno dei primi campi di sterminio. (Vedi campi di sterminio)
Azeno Ugo = Sasso, pat. Antonio nato a Bogliasco 23-11-1911 Comandante di Compagnia della
Brg. Lanfranconi, Formazione G.L. periodo di appartenenza da 1-9-44 a 30-4-45.
Bacigalupo Davide = Gira, di Paolo nato a Carasco il 21/1/1921 Partigiano della Brg Berto
Divisione Garibaldina Cichero VI Zona anz/ dal 20/7/44 al 30/4/45.
Badoglin = Vedi Bonicelli Giacomo.
Balbi = Belgioso
Balbi = Vedi Colonnello Bertonelli Giulio.
Balletto Dario = Dario, detto anche "Silvio" di Giuseppe, Partigiano della GL di Bargagli.(Pag.
69-70 l'UM)
Balletto Luigi Enrico = Richin detto "Tranviere" Partigiano della GL nato a Bargagli 22/11/1900
caduto Eroicamente durante uno scontro a fuoco con un gruppo di soldati Tedeschi presso il
Ponte della Menta, detto anche dal "Muin du Picciu" di Lumarzo il 03/03/45 Medaglia
d'Argento al Valore Militare. (Pag. 69-70 l'UM)
Balletto Luigi = "Gira" (Girardengo) di Giuseppe e di Santina, nato a Bargagli il 13/8/1919 ove
residente, contadino entrato in Banda il 20//11/43 Partigiano, dal 10/6/44 Capo Squadra
della Brigata "A. Lanfranconi" Formazione della G.L. Giacomo Matteotti di Bargagli.
(Vedi AILSREC Carte Zolesio dicembre 44)
Balletto Silvio = "Silvio" Partigiano della G.L. di Bargagli (pag. 69 l'UM)
Bandiera = Nome che si trova nei documenti di Piemonte, nella sottoscrizione e anche nella Brg.
Peter che faceva il cuoco credo che siano due persone diverse.
Bandiera = Vedi Guarnieri Giacomo fu Paolo nato a Ottone il 17/5/1896 residente nella Priosa
180
Anzianità 1/1/45 Brg. Berto
Bandiera = Vedi Capellino Giuseppe
Banfi = Vedi Sannia Eugenio.
Barinetti Dionigi = Pietro, abitante a Pannesi, il quale durante la guerra lavorava in porto a
Genova, dove raccoglieva fondi per i Partigiani di Scrivia e della SAP Bedin, il suo nome è
elencato nella contabilità di Piemonte. (Il Pietro era cognato di Beccaria Angelo)
Barroccu Paolo = Vice Comandante e Commissario del S.I.P. della Brigata G.L. G. Matteotti.
Barbera = Vedi Burlando Adolfo.
Barbera = Vedi Fossa Giovanni.
Basso Luciano = Dik, pat. Aurelio nato a Genova il 4-9-26 Caposquadra della Formazione G.L.
Lanfranconi, periodo di appartenenza da 10-7-44 a 30-4-45.
Battista = Vedi Scala Angelo.
Beccaria Angelo = Guido: Nato a Pannesi di Lumarzo, attivista Antifascista, organizzatore assieme
a Piemonte, Castagna e altri della SAP Bedin, ha contribuito notevolmente alla salvezza di
tanti giovani sbandati a fornire abiti, viveri, e ospitalità, mantiene collegamenti con la SAP
di Uscio, con Bisagno, Bini, Lesta, Dente, la sua Osteria sul Monte di Cornua è un punto di
riferimento per reclute e per riunioni, viene bruciata per rappresaglia dai Tedeschi; partecipa
alle operazione della Resa delle truppe Nazifasciste a Sant'Alberto, fa parte del CLN di
Lumarzo
Bedin = Vedi Ughini oreste.
Bedin = Brigata SAP di Montagna "Bedin" – La prima Banda fu costituita già nel mese di ottobre
del 1943 nella zona di Pannesi, Lumarzo, Boasi, Vallebona e Colle Caprile per l'iniziativa di
Massone Emanuele detto "Piemonte"; Viacava Giovanni di Recco; Beccaria Angelo,
Garaventa Giovanni ed altri Antifascisti della Zona.
Belardinelli Andemio = Carabiniere, Pat. Nazareno nato ad Ancona il 8-12-1922 Caposquadra
della Formazione G.L. "A. Lanfranconi"- periodo di appartenenza dal 21-6-44 al 30-4-45.
Bentivoglio Mario = "Verona" Partigiano della GL di Bargagli (pag. 69 l'UM)
Berga = Comandante del Distaccamento Nando della Brg. Borrotzu G-L. G.Matteotti
Berninghaus Max = Capitano di Vascello e Comandante di Zona della Kriegsmarine alloggiato
presso l'Albergo Eden di Ge-Nervi; Egli si era ribellato all'ordine di resa del Generale
Meinhold Gunter accusandolo di tradimento. Berninghaus con la Kriegsmarine e altre truppe
Tedesche si riversò, dopo alcuni scontri con le SAP di Nervi e Sant'Ilario, su Recco e poi su
Uscio dove si arresero nella Tecosa il 27-4-45 alle ore circa. Il Capitano si suicidò con un
colpo di pistola e con Lui il Capitano Tedesco della Riserva Stoffel.
Berto = Vedi Solimano Silvio.
Bertonelli Giulio = Balbi; Colonnello che fece parte da marzo 1944 del Comitato Militare per la
Liguria.
Bertucelli Aurelio = Staffetta Partigiana che con Garaventa Graffigna tengono il collegamento
fra il CLN di Chiavari e la Cichero (Vedi Chiavari “43-45 una cronaca editrice Ipotesi)
Bertucci Giuseppe Luigi = Fido, Patern. Enrico – nato a Moconesi il 25/05/1925 Comandante di
Squadra I^ Brg. "P. Borrotzu" della G.L. - Anzianità 15/06/44 caduto in combattimento
contro i Tedeschi e truppa della RSI, presso il Bivio di Barbagelata il 14/03/1945
Bianchi Orlando = Detto Orlandini nato a Genova il 19/09/1900 Capitano di complemento presso
il 15° Reggimento del Genio di stanza a Chiavari, dopo l'otto settembre si sottrae alla resa e
raggiunge la Famiglia a Uscio dove risiede perché sfollata da Genova, a Uscio con altri
organizza la formazione del CLN e le prime Bande Locali (SAP) alla lotta Antifascista.
Successivamente è arrestato a Genova e poi fucilato il 23/03/45 a Cravasco (Ge)
(Note: Si dice che Orlando Bianchi raggiunse Uscio con "Bini" e con il loro Secondino dalle
carceri di Chiavari, il quale li aveva fatti fuggire e vanno a rifugiarsi da Bisso Emanuele,
l'Armaiolo)
181
Biffera Giuseppe = "Pino" detto anche Limone, Patern. Salvatore - Nato a Pozzillo (CT) il
01/03/1924 Comandante di Distaccamento II^ Brg. A. Lanfranconi della G.L. caduto a
Corsiglia (Neirone) il 13/03/45 durante il rastrellamento dei Tedeschi e delle BN di Chiavari
comandate da Vito Spiotta. (pag. 69 l'UM)
Bill = Vedi Floris Claudio
Bill = Vedi Mercotullio Giovanni
Bini = Vedi Serbandini Giovanni.
Biondo = Vedi Leveratto Edilio.
Birkenau = Vedi campo di sterminio o Lager.
Bisagno = Vedi Gastaldi Aldo
Bisso Davide = Nullo, detto anche Davidin: Nato a Uscio nel 1893 Antifascista e participa
attivamente al movimento Partigiano mantiene il collegamento con Bisagno e la Brigata
Giustizia e Libertà, ha buoni rapporti con il CLN della Liguria e ne diventa il Presidente a
Uscio; Contribuisce con fornitura di viveri, armi, ed economicamente alla sussistenza dei
Partigiani; Partecipa alla resa delle truppe Naziste a Uscio come CLN locale, in presenza
della 92a Divisione Buffalo della USA Army. Dopo la guerra viene eletto Sindaco di Uscio.
Bisso Emanuele = Armaiolo o anche Maneou, Partigiano promotore della lotta Antifascista a
Uscio, la sua abitazione diventa centro di riferimento dei Capi Partigiani, Bini, Lesta,
Bisagno, Piemonte, Bisso Davide e altri. Spesso da asilo a ricercati e fornisce di munizioni
e riparazioni delle prime armi alla Divisione Cichero, Partecipa alla lotta Partigiana nella
Brigata Berto mantenendo stretti collegamenti con il CLN di Uscio e la SAP del Paese,
partecipa direttamente alla resa Tedesca a Uscio il 27/4/45.
Gian Franco = Giulio, Capo di Stato Maggiore della VI Zona, nominato in Aprile del 1945.
Boccia = Vedi Gardella Renato.
Bonfiglioli Roberto = "Ruby" Pat. Ettore nato a Recco 20-4-26 Vice Intendente di Battaglione
della Brg. Lanfranconi Formazione G.L., periodo di appartenenza da 15-6-44 al 30-4-45.
Storia molto rocambolesca. Durante la sua permanenza a Barbagelata ha lasciato scritte due
brevi poesie che sono bellissime.
Bonicelli Giacomo = Badoglin nato nel 1927 fu uno dei primi Partigiani nella Provincia di
Genova, fece parte di una delle prime Bande Partigiane formatasi sull'Antola, la Banda era
Comandata da Colombari Edoardo detto "Edoardo" da questo gruppo si trsferisce nella
Banda di Nicola a Neirone e a Roccatoagliata. Partecipa a molte azioni militari e rimane
ferito o Loco di Rovegno in una una battaglia contro i Tedeschi. E' medaglia d'Argento al
V.M. Con Bonicelli che abbiamo lavorato assieme presso la Raffineria Sanquirico
molto tempo, e spesso mi raccontava le sue esperienze Partigiane, una di queste fu che
durante una battaglia, era scalzo e si era tagliato in un piede, poggiandolo sopra un culo di
bottiglia, Egli non poteva più comminare e perdeva molto sangue. Mentre il distaccamento
si stava ritirando sotto il fuoco dei Tedeschi egli era a terra dolorante, fu visto da un altro
Partigiano il quale incurante delle pallottole e del pericolo lo prese in spalla e lo trasportò al
sicuro, quel Partigiano era Massone G.B. Detto Villa di Pannesi. (Nota di B.G.)
Boragine Renato = Renato III° nato a Genova il 3-1-1924 fa parte della Brg. Lanfranconi Divis..
G.L. M. Matteotti cadde il 13-9-1944 a Cairo Montenotte (SV)
Borrotzu Piero = Partigiano Caduto della G.L. G. Matteotti.
Borrotzu Piero = Nominativo di Brigata Partigiana della Giustizia e Libertà G. Matteotti,
dislocata a Recco, Camogli. Tribogna Comandata al 5/4/45 da "Ugo" (Pompei Nino),
Commissario "Luigi" (Casassa Luigi) disponeva di 5 Distaccamenti per circa 205 effettivi.
Buchenwald = Vedi campo di sterminio o Lager.
Buga = Vedi Ferrera Mario.
Bugliani Athos = Lucio, o anche Pisano: Dalla fine Agosto a Settembre 1943 menbro del Comitato
Federale del PCI con R. Pieragostini, A. Tonini, G. Jori e S. Bianchini (Dente). Dopo i primi
182
di ottobre, Lucio e Dente furono incaricati a formare le prime Bande, rimase fino al febbraio
1944 responsabile della zona Ligure-Piemontese (Dallo Scrivia alla Fontanabuona) dopo
quel periodo rimasero responsabili, Dente e Franco Antolini (Furlini) nella zona Levante
detta V Zona, e Vladimiro Diodati (Paolo) nella zona dell'Antola. Mentre ad Agostini
Adriano (Ardesio) ebbe il compito del coordinamento delle zone. Lucio in Agosto del
1944 lo si trova come Commissario della 3^ Divisione Cichero della VI Zona Operativa
dove Bisagno ne era il Comandante.
Burlando Adolfo = Barbera, Partigiano che si trovava assieme a Bisagno ed a Capelli al momento
del tragico incidente che causò la morte dello stesso Bisagno.
Caio = vedi Guerci Ferdinando. Nome anche di una gloriosa Brigata Partigiana Comandata da
l'Istriano.
Campi di sterminio o Lager = Furono costruiti in diversi Paesi Europei per ordine di Hitler e dei
suoi Generali già nel 1939 per eliminare gruppi etnici ed avversari politici e militari.
Auschwitz: Uno dei primi campi di sterminio nel villaggio Polacco di Oswiecim costruito
per ordine di Himmler già nel 1939 detto anche Auschwitz I.
Birkenau: Campo di sterminio dislocato in Austria Auschwitz II.
Buchenwald: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania.
Campo di Bolzano: Campo di prigionia o Lager organizzati dai Nazifascisti in Italia
Campo di Fossoli: Campo di sterminio o Lager organizzati dai Nazifascisti in Italia
Dachau: Nome di uno dei campi di sterminio dislocato a 15km Nord Ovest di Monaco
nel paese di Dachau in Germania.
Flossenburg: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania.
Hartheim: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Austria.
Majdanek: Uno dei tanti campi di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Polonia.
Mauthausen: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Austria.
Monowitz: Campo di sterminio dislocato in Austria detto Auschwitz III.
Natzweil-struthof: Campo di sterminio o Lager organizzato da Hitler in Francia.
Ravensbruck: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania.
Risiera di S. Sabba: Campo di sterminio o Lager con forni crematori costruito a Trieste
Sachsenhausen: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania.
Treblinka: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Polonia.
Canepa Giovanni Battista = Marzo, nato a Chiavari il18/7/1896 promotore Antifascista viene
arrestato nel 1926 econdannato a 5 anni di confine nell'Isola di Lipari. Partecipa alla guerra
di Spagna con le Brigate Internazionali in difesa della Repubblica, dopo l'otto settembre
organizza nei pressi di Favale di Malvaro uno dei primi nuclei Partigiani, promotore assieme
a Bisagno, Bini, Lesta e altri della Futura Divisione Cichero della VI Zona, ne Diventa Capo
di Stato Maggiore
Canevari = Vedi Lasagna Umberto
Capelli Dorino = Autista del mezzo che ha accompagnato gli ex Alpini del Vestone con Bisagno a
Desenzano, in cui Bisagno per una frenata del mezzo perdette la vita il 21/5/45.
Capellino Giuseppe = Bandiera nato a Sussisa di Sori il 17/11/1903 - Partigiano della Brigata
Poggi 470 personaggio molto folcloristico nel suo modo di Vivere anche nel dopo guerra, lo
stesso faceva la professione di commerciante di Mucche.
Carabiniere = Vedi Belardinelli Andemio.
Carbone Giovanni = Romeo; Partigiano promotore della formazione Garibaldina SAP di Uscio,
Avegno, Salto, ne diventa Comandante, con Romano Giuseppe Commissario.
Carlo = Vedi Lasagna Giambattista.
Carloforte = Vedi Pagano Giuseppe
Carrel = Vedi Gay Giuseppe.
Casazza Ferdinando = Nato a Rovegno il 06/09/1897 - Comandante della 8^ Compagnia del III
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Battaglione delle Brigate Nere di Santa Margherita Ligure. Fu ucciso il 06/11/1944 alle ore
14,30 a Sant'Anna di Rapallo da due Partigiani travestiti da Alpini della Monterosa.
Casassa Luigi = Luigi, Commissario della 1^ Brigata Piero Borrotzu della Div. G.L. G. Matteottti.
Casella (Ferro G) = Partigiano non meglio identificato della VI zona 3^ Brigata presente agli
scontri a Pieve L. Contro la Truppa di Berninghaus (AILSREC Busta 243 fasc. 11 - Vedi la
RiL pag. 694-5)
Castagnola Carlo = Lavagnola, Partigiano del Distaccamento Sasso o Ogno della G.L.
Castelletto Prospero = "Baciccia" Nato a Camogli il 18/06/1906 esponente del Partito d' Azione
promotore delle Brigate GL della Fontanabuona e Sestri Levante e con la SAP di
Camogli; viene catturato da una pattuglia di Tedeschi e ucciso durante un tentativo di fuga
durante la prigionia a Zeri (Massa Carrara) il 21/01/1945.
Cavagnaro GioBatta – Di Camogli Partigiano della Brigata GL caduto durante un tentativo di fuga
durante la prigionia a Zeri (Massa Carrara) il 21/01/1945 assieme Prospero Castelletto.(pag.
71-2 l'UM)
Cavagnaro Vittorio = Alpino, Capo di Stato Maggiore della nuova Formazione Gruppo Brigate
Giustizia e Libertà, riconosciuta poi come Divisione.
Cerosillo Dario = "Dario" Partigiano della Brigata Garibaldi non meglio identificato.
Cevasco Attilio = "Carrega" Partigiano della GL che ha partecipato con altri Partigiani della
Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi (pag. 70 l'UM)
Cevasco Lino = Sceriffo, pat. Emanuele nato a Bargagli il 6-4-29 Partigiano della Brg. Prospero
Castelletto della Divisione G.L. G. Matteotti, ha partecipato con altri Partigiani della
Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi. Periodo di appartenenza dal 1-10-44 al 30-4-45
(pag. 70 l'UM)
Cevasco Santina = Santa, pat. Giovanni nata a Bargagli il 1-4-1908 Partigiana della Brg. Prospero
Castelletto della Divisione G.L. periodo di appartenenza dal 1-1-44 al 30-4-45.
Cevasco Valerio = "Lungo" Partigiano della GL che ha partecipato con altri Partigiani della
Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi (pag. 70 l'UM)
Civi o Ciwi = Vedi Faggiani Giuseppe
Colombari Edoardo = Woman, uno dei primi comandanti delle Bande Partigiane in montagna,
già Comandante del distaccamento "Scintilla" sull' Antola e in Valtrebbia; fu condannato a
morte dal Tribunale Partigiano e fucilato per i reati commessi.
Cristiani Mauro = Tenente del Reparto Divisionale Carceri della Montoresa, il quale al 26/4/45 era
al Comando di un gruppo di Alpini, i quali arrivarono da Carasco a Colle Caprile di Uscio,
dove il 27/4/45 si arresero dopo aver messo fuori uso i loro mezzi di trasporto.
Cristofolini Giuliano = Maranza nato a trento il 20/6/1913, nell'agosto del 44 viene nominato Capo
di Stato Maggiore della 58^ Brg. Oreste, in aprile del 45 per volere del Comando della VI
Zona, viene nominato Capo di S.M. della Divisione Cichero.
Croce Costantino = "Mino" Nato del 1922 Comandante del Distaccamento "Villa" della Brigata
"Peter" che era a Pannesi, da dove viene trasferito in Val d' Aveto per poi ricongiungersi con
Scrivia in Val Borbera nella 58a Brigata "Oreste".
Crovetto Anna o Anita = La signora Anna è nata a Genova il 27/4/1923 ed è sposata con Corsiglia
Eddi di Lumarzo. La Sig.ra Anna in tempo di guerra era sfollata a Lumarzo, in località detta
Stugge, nello stesso luogo dove avvenne lo scontro armato tra i Partigiani ed i Tedeschi:
Il 23 Settembre 1944, i quello impari scontro cadde eroicamente Oreste Ughini detto
"Bedin" Capo Squadra del Distaccamento Pablo della Brg. Caio. La Sig. ra Annita lascia
una ricca testimonianza sui fatti e della morte del Bedin e dei feriti e morti Tedeschi.
Cusanno Nicola = Nicola, Ex sotto Ufficiale degli Alpini, il quale fece parte di una delle prime
Bande Partigiane, detta Distaccamento Scintilla, da cui si separa andando a formare con un
gruppo una nuova Banda (Badoglino, Venezia, Spartaco, Mikao, Franco, Totò, Genio, Bruto,
Garbagna e Nino) auto nominandosi Colonnello. La banda era localizzata nei pressi di
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Roccatagliata e Neirone. Molti lasciarono la sua Banda passando nella Divisione Garibaldi.
In seguito lo stesso Nicola fu ricuperato dalla Divisione G.L. G. Matteotti nel
Distaccamento armi pesanti della II Brigata "A. Lanfranconi" causando al Comando
stesso non pochi problemi. Muore il 15/5/45 presso Gattorna nel fiume di Neirone mentre
prova un nuovo modello di Bazooka. Il Nicola che era stato anche un periodo breve nella
Zona del monte Becco e Cornua, aveva diretto coraggiose azioni contro i Repubblichini, una
delle quali l'attacco alla loro caserma di Bargagli.
Dachau = Vedi campi di sterminio o Lager.
Dagger Officiers dress Kriegsmarine = Pugnale "German Officers Dress Dagger" oppure:
"Kriegsmarine Officier Dress Dagger" = Pugnale da Cerimonia per Ufficiali della Marina
Militare Tedesca.
Dalloro Carlo = Alì Comandante del Distaccamento Sardegna della Brg. Jori.
Dan = Vedi Podestà Sergio.
Dario o Darin = Partigiano di Ge San Frutuoso che era in Zona, ed era stato a Pannesi, dove in uno
scontro armato presso l'Osteria di Cornua, colpisce a morte con la pistola un certo
Garibaldi detto anche Luna, persona messa al bando dai Partigiani per i suoi furti e
comportamenti violenti nei confronti della popolazione locale.
Dassori Emilio = Milio, Comandante di Distaccamento di una Brg. G.L.
De Barbieri Avv. Mario = Antifascista nato a Camogli il 26/03/1905 marito della sig.ra Hawset
Valentina, fu arrestato 13/10/1944 da elementi della RSI (Battaglione Mameli) e tradotto
nelle carceri di Marassi sospettato di spionaggio e trattenuto sino alla sua liberazione al 24
Aprile del 1945.
Dedo = Vedi Rastrelli Vinicio.
Delfino Gerolamo = Comandante della Marina MM e della Marina mercantile, Medaglia d'Oro al
Valore Militare, Durante la guerra aveva salvato una nave carica di Alpini, prigionieri dei
Tedeschi, ed era Stato in Campo di Concentramento n° 52 dei Piani di Correglia jn
Fontanabuona, Uomo rude di mare che io ebbi come Comandante sulla M/n "N" Martini e
poi sul Nicolò Martini negli anni 1959-60 e poi nel 61, mi chiamava "Cicagnin".
De Marchi Enrico = Rico, di Giovanni nato a Recco il 22/6/20 Partigiano della Brg. Berto
Divisione Garibaldina Cichero VI zona anz dal 10/1)45 al 30/5/45
De Martino Luigi = Ex giocatore del pallanuoto Rari Nantes Camogli; Comandante delle Brigate
Nere di Camogli, che negli ultimi giorni collabora con il CLN e la SAP di Camogli, tanto è
vero che la Brigata Nera di Rapallo e Chiavari il 25/4/45 vogliono scendere a Camogli per
"dare una lezione ai traditori" di quella brigata. La stessa BN di Camogli viene a Colle
Caprile a ricuperare la salma del Partigiano Molfino Francesco ucciso a Piandeipreti il
10/3/45 dai Tedeschi.
De Nevi Italo = Comandante della Brigata Crosa di Nervi e Bogliasco
Deutsches Kommando = Comando Tedesco
Dick = Vedi Basso Luciano.
Dik = anche Dick, vedi Festuco Enrico
Diodati Arrigo = "Franco" Vicecommissario del coordinamento delle SAP Genovesi, mantiene
rapporti con la SAP di Uscio e Pannesi. Il coordinamento è stato formato a giugno del 1944.
(vedi pag. 149 di la RiL)
Diodì = Vedi Gostizia Spiridione
Eberle = Capitano Tedesco Comandante delle Batterie sul Promontorio di Portofino.
Edo = Vedi Giannesini Oscar.
Engel = Maggiore Comandante degli SS in Liguria.
Faggiani Giuseppe = Civi o Ciwi pat. Lorenzo nato a Genova il 112/12/1921 dal 12/6/44
Comandante di Distaccamento Brg. Lanfranconi della Formazione G.L.
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Falconi Ing. Luigi = Vedi Ing. Marchini Ettore.
Fantozzi Franco = Murri, Pat. Giulio nato a Recco 27-12-1915 Comandante di Brigata Antonio
Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-5-44 al 30-4-45. Dislocazione
in alta Fontanabuona, Bargagli, Recco,Camogli.
Fasce Angelo = Risso, Capo Squadra del Distaccamento Sardegna della Brg. Jori che partecipa a
molte azioni militari anche in città di Genova, il 15 aprile 45 arriva a Ge Quinto dove con la
Brg. Sciolla attaccano i Bersaglieri prendendo una quindicina di prigionieri compreso il loro
Ufficiale.
Federico = Vedi Rossi Mario.
Ferrando Aurelio = Detto "Scrivia" che da "Bisagno" e dal Comando della VI Zona in Aprile del
1944 viene nominato Comandante del 3° Distaccamento Partigiano dislocato a Pannesi,
Monte Becco, Cornua e Terrusso. Questo nuovo Distaccamento dall'aprile del 1944 prende
contatto con la SAP di Uscio, la quale che grazie anche al suo contributo di uomini, viveri e
armi aiuta notevolmente la nuova formazione Partigiana, che diventa poi Brigata "Lupo" e
infine "Peter" che riesce a portare a termine importanti azioni militari; Poi Scrivia viene
trasferito in Val Borbera con parte della sua Brigata Peter dove diventa Comandante della
Divisione Pinan Cichero. Medaglia d'Argento al V.M.
Ferrari Armando = "Toua" Partigiano della GL di Bargagli (Pag. 69 l'UM)
Ferrari Giuseppe = "Negrini" Comandante delle SAP G.L. per il Partito d'Azione.
Ferrari Serafino = "Giardino" di Luigi e di Cocchella Maria, nato il 6/3/1921 a Lumarzo ove
faceva il contadino, residente frazione Tolara, Partigiano entra in Banda 6/12/44 Brg G.L.
Ferrari Silvio = Pirri, Pat. Domenico nato a Lumarzo il 2-2-21 Comandante di Distaccamento
della Formazione G.L. Lanfranconi, periodo di appartenenza dal 8-10-44 al 30-4-45.
Ferrera Mario = Buga, Pat. Giuseppe nato a Ferriere di Lumarzo il 15-8-1918 Partigiano della
Brigata Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza dal 8-8-44 al 30-4-45.
Ferruccio = Vedi Piccinino Avv. Renato.
Festuco Enrico = Dik o anche Dick, Pat. Francesco nato a Bargagli il 3-3-1906 Comandante di
una Compagnia della Brg. Prospero Castelletto della Divisione G.L. periodo di appartenenza
dal 11-3-1944 al 30-4-45. (vedi pag 699-700-1-2-3- di la RiL)
Festuco Mario = Tom, Pat. Francesco, nato a Bargagli il 14-5-1914 Partigiano della Brg. Prospero
Castelletto della Divisione G.L. periodo di appartenenza dal 14-10-44 al 30-4-45
Fido = Vedi Bertucci Giuseppe Luigi.
Filippo = Vedi Porcile Filippo
Fiore = Vedi Arcella Dott. Luigi
Florio Renato = Napoli, nato in Agerola (NA) il 2/12/1917 Sergente Maggiore presso il 15°
Reggimento del Genio nella Caserma di Chiavari. L'8 Settembre 43 si trova presso il 42°
Reggimemto di Fanteria a Sturla non si consegnò ai soldati Tedeschi, ma riuscì a fuggire
gettandosi da una finestra della Caserma. Successivamente fu arrestato a Genova e portato
alla Casa della Studente, doveva essere fucilato ma pur ferito riuscì a salvarsi, raggiungendo
l'Osteria del monte di Cornua, dopo le prime cure fu condotto a Pannesi, presso la Madonna
del Bosco da Don Oneto. Prese contatti con la SAP "Bedin" e successivamente ne venne
nominato Comandante. Partecipa alla Lotta di Liberazione dal 1/7/1944, muore presso il
Ponte di Rovegno 24-4-1945, assieme ad altri quattro Partigiani e numerosi altri che
rimasero feriti; furono colpiti dal fuoco di aerei Alleati.
Floris Claudio = Bill - Commissario del Distaccamento "Alpino" della Brigata Berto, dislocato da
Bisagno a Bargagli, Pannesi e Uscio in data 26 aprile del 45. Partecipa con il Comandante
"Santo" e Bisso Davide e altri del CLN di Uscio al ricupero dei materiali bellici e masserie
varie, compreso i cavalli e altri animali da soma rimasti nella Tecosa, i quali vengono
assegnati per la loro gestione temporanea a Massone Erminio di Uscio.
Flossenburg = Vedi campi di sterminio o Lager.
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Fossa Giovanni = Barbera, nato a Boasi il 27/8/1921 pat. Enrico dal 1/11/44 Partigiano Capo
Squadra della Brigata Berto.
Fossa Pierino = Di Boasi; Comandante di un Distaccamento della Brigata SAP Bedin
Franco = Vedi Diodati Arrigo.
Franco = Vedi Maltese Edilio.
Franzone Mario = Lucio dopo l'8 settembre del 43 è uno degli promotori della Resistenza nel
Genovesato, fa parte del Comando della VI Zona, prima come Ispettore e poi come Vice
Commissario del Comando. Lucio partecipa a molte riunioni con Piemonte a Pannesi, e
contribuisce a formare la SAP "Bedin" ed il PCI nella zona di Lumarzo, Sori, Bogliasco e
Bargagli.
Funari Maria Grazia = Giovane Ragazza di Camogli sfollata con la famiglia a Pannesi dove fu
rastrellata assieme al Parroco don Oneto ed altre persone del posto, dai Tedeschi e dagli
Alpini della Monterosa. La Funari conosceva molte lingue fra cui il Tedesco, poi si trasferì a
Uscio, dove fece da interprete al Comando Tedesco a Cabona; Il giorno della Resa dei
Tedeschi in Uscio il 27 aprile 1945, Essa fu chiamata a fare da interprete fra gli Ufficiali
della 92a Divisione Buffalo (USA Army) e il Comado Tedesco. Durante il suo lavoro, diede
importanti informazioni al Comando della SAP Bedin o a Don Oneto stesso.
(Vedi memorie di Garaventa Liliana di Uscio)
Funari Rodolfo = Capitano Superiore di Artiglieria grande Invalido di Guerra, padre di Maria
Grazia, Antifascista amico di Piemonte e collaborò con la SAP Bedin, scrisse una poesia sul
rastrellamento a Pannesi, da parte degli Alpini della Monterosa e Tedeschi del 27 agosto del
1944, quando bruciarono la casa a Piemonte.
Furlini = Vedi Antolini Franco
Garaventa Federico = Rupinaro, nato a Calcinara di Uscio nel 1902 paternità Giuseppe fu uno dei
promotori della lotta Antifascista a Chiavari, del quartiere Scoglio, dal 1/1/44 fa parte del
Comando della Brg Cichero, rimane anche ferito.
Garaventa Giovanni = detto "Castagna" Nato a Uscio il 8-10-1920 Comandante della Brigata di
Montagna SAP "Bedin" viene ucciso il 27-4-45 da un Capitano degli Alpini della Monterosa
presso la località Gione di Calcinara, dopo la tregua d'armi e la resa.
Garaventa Graffigna = Staffetta Partigiana che con Aurelio Bertucelli tengono il collegamento
fra il CLN di Chiavari e la Cichero (Vedi Chiavari “43-45 una cronaca editrice Ipotesi)
Gardella Angelo = Pipetta, nato a Roccatagliata il 18/3/1921 Partigiano della Brg. Berto rimane
ferito il 10/3/1945 presso Piandeipreti dai Tedeschi, riesce a fuggire e salvarvi aiutato da una
Famiglia del posto presso il Giro della Stretta, con Lui si trovava Molfino Francesco di Ruta
di Camogli, il quale rimane colpito a morte.
Gardella Renato = Boccia: Nato a Neirone il 26-3-29 Partigiano della Brg. Borrotzu Divisione
G.L. G. Matteotti (5-1-45)
Gastaldi Aldo = "Bisagno" Nato a Genova 17/9/1921 Ufficiale del 15° Reggimento del Genio a
Chiavari, dopo l'otto settembre nasconde una parte di armi della caserma, e non si consegna
alle forze Tedesche, (Cabona Giuseppe "Tarzan" dice che si nascose alcuni giorni alla
Colonia Arnaldi di Uscio) Egli fu uno dei promotori delle Resistenza armata contro i
Nazifascisti, assieme a Serbadini Giovanni detto "Bini" formarono il Gruppo di Cichero, da
dove si formarono le prime Brigate ed i migliori Comandanti Partigiani della VI Zona.
Bisagno muore a Desenzano sul Garda dopo avere accompagnato un gruppo di Partigiani
del l'ex Battaglione Alpino del Vestone, cadde accidentalmente dal tetto dell'autocarro su
cui viaggiava, a causa di una brusca frenata e sbandamento del mezzo il 21/5/1945.
Gay Giuseppe = Carrel, Pat. Luigi nato Asti il 29-1-1918 Vice Comandante di Brigata Antonio
Lanfranconi Divisione G.L. Periodo di appartenenza 4-9-44 al 30-4-45.dislocata in alta
Fontanabuona, Bargagli, Recco,Camogli.
Gerondio Adriano = Adriano, patern. Giacomo; nato a Recco il 21/03/1923 Volontario II^ Brg. "A.
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Lanfranconi" - anzianità 17/05/44. Catturato e fucilato dai Nazifascisti nel rastrellamento di
Verzi di Lorsica il 04/08/1944.
Gestapo = Geheime Staats Polizei
Gian = Vedi Astori Luigi.
Giannecchini Lilio "Toscano" = Comandante Partigiano di stanza a Pannesi e a Uscio nella
Primavera del 44 presso la "casetta delle stelle" e fa parte della Brigata "Peter" con
Scrivia che lo seguirà in Valtrebbia e poi anche nella Brigata "Oreste" in Val Borbera.
Giannesini Oscar = Edo: Commmissario della nuova Formazione Gruppo Brigate Giustizia e
Libertà, riconosciuta poi come Divisione.
Gianni = Vedi Ponta Giovanni
Giardino = Vedi Ferrari Serafino.
Ginocchio Amedeo = Kappa, di Biagio nato Borgonovo il 8/3/18 Partigiano della Brg. Berto
Divisione Garibaldina Cichero Anz/serv. dal 1/9/44 al 30/5/45
Gira = Vedi Bacigalupo Davide.
Girardengo = Vedi Balletto Luigi.
Giulio = Vedi Bo Gian Franco (o Gianfranco)
Gori Giuseppe = Redento, Patern. Rinaldo, nato a S. Margherita Ligure il 30/07/1915 Comandante
di Distaccamento della I^ Brg. P. Borrotzu – Anzianità 14/07/44. Caduto in combattimento
Passo delle Croci di Moconesi il 10/10/1944.
Gostizia Spiridione detto "Prati" o "Diodì" Comandante della Brigata Crosa a Nervi e Vice
Comandante del Settore di Nervi, Comandante delle SAP Autonome Genovesi per PLI.
(AILSREC Fondo CLN b 240 fasc. I - Vedi la RiL pag. 939/40 -77 e 149)
Guarnieri Giacomo = Bandiera, fu Paolo nato a Ottone il 17/5/1896 residente nella Priosa
Partigiano della Brg. Berto Divisione Garibaldina Cichero Anz/serv. dal 1/1/45 al 30/5/45
Guerci Ferdinando = Caio, Partigiano della zona di Bettola ucciso in uno scontro a Farini d'Olmo
contro i Tedeschi e una Compagnia della X^ MAS, alla sua morte il nome di battaglia
“Caio” del Partigiano Guerci, sarà intitolata la Brigata Comandata da l' Istriano.
Guidi = Vedi Capitano Lazzarini Giovanni.
Guido = Vedi: Beccaria Angelo (Giullu de Cornua)
Guido = Comandante di Divisione delle SAP di Montagna appartenenti alla Divisione PinanCichero dal 15 aprile 1945 al 30/4/45.
Hans = Vedi Vietz Hans
Hawset Valentina = Nata Genova il 30/06/1906 moglie dell'Avvocato Mario Barbieri, Arrestata il
25/01/45 dal elementi del controspionaggio e rinchiusa nelle carceri di Marassi fino alla sera
del 24 Aprile del 1945.
Kappa = Vedi Ginocchio Amedeo
Istria Mario = Lume, nato a Aosta nel 1924 Commissario di Distaccamento della Brigata P.
Borrotzu Div. G.L. G. Matteotti. Nome che si trova anche su documenti di Piemonte,
Istriano = Vedi Poldrugo Ernesto
Italo = Vedi Valente Italo.
ILSREC = Istituto Ligure Storico della Resistenza E Contemporaneo.
Ivo = Vedi Manuelli Ivo.
Javarone Bartolo = Persona amica di "Ivo" il Vice Commissario della Brigata GL Matteotti della
zona di Camogli e da Lui indicato come componente del CLN dei Camogli negli ultimi
giorni di guerra. Entrambi erano poco graditi ai vecchi componenti del CLN di Camogli, ed
anche a molti Patrioti. (Sul caso vedi corrispondenza fra CLN di Camogli e Regionale
Lager = Vedi campi di sterminio fatti costruire Nazisti dal 1939 al 1945 per Ordine di Hittler.
Lago = Vedi Lagomarsino Giuseppe
Lago = Vedi Paganini Franco.
Lagomarsino Giuseppe = Lago, nato a Lumarzo il 3/4/1922 pat. G:B da 1/8/1944 fa parte della
188
Brigata G.L. Lanfranconi come Partigiano.
Lagomarsino Mary = Mary, Pat.Giuseppe nato a Lumarzo il 3-4-1922 Partigiano della Brigata
A. Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-10-44 al 30-4-45.
Lagomarsino Paolo = Litti, Pat. Giuseppe nato a Lumarzo il 10-12-1906 Partigiano della Brigata
A. Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-10-44 al 30-4-45.
Lampara = Vedi Vigevano Giorgio
Lasagna Giambattista = Detto "Carlo" nato Genova il 15/12/1923: Da maggio 1944 diventa
Commissario del 3° Distaccamento Partigiano della Cichero (Poi Brigata Peter) al Comando
di "Scrivia" dislocato nella Zona di Pannesi, Monte Becco e Terrusso; Carlo contribuisce
alla formazione delle SAP di Pannesi e di Uscio, che assieme organizzano importanti azioni
militari, proprio il 16 luglio del 1944 durante una di queste presso Terrarossa di Gattorna,
rimase gravemente ferito al viso da una pallottola nemica durante l'attacco ad un automezzo
militare Tedesco. Dopo la sua convalescenza a Roccatagliata e la sua guarigione segue
Scrivia in Val Borbera, presso il Comando della Brigata Oreste.
Lasagna Umberto = Detto Canevari è uno dei fondatori del Comitato Militare Ligure, mantiene i
collegamenti con i primi nuclei Partigiani, nel settembre del 44 è nominato Capo di Stato
Maggiore della VI Zona, nel Marzo del 45 viene nominato Vice Comandante della VI Zona.
Umberto è il padre di Giambattista (Carlo)
Lavagnola = Vedi Castagnola Carlo.
Lazzarini Cap.no Giovanni = Guidi: Comandante della IX Brigata SAP G.L. di Pieve Ligure e
Bogliasco che combatterono contro la colonna della Kriegsmarine di Berninghaus a S.Ilario
e Pieve Ligure ed anche a Bogliasco. A pieve Ligure fecero prigioniero il Tenente
Colonnello Rossi Mario della X^ Flottiglia Mas (AILSREC Busta 243 fasc. 11)
Leman = Tenente della Wehrmacth di stanza al Comando Tedesco presso Cabona di Uscio, il quale
con Bisso Emanuele fece il giro fino a Sori il 26/4/45 per controllare la situazione. Fu
arrestato dai Partigiani della SAP di Uscio il 27/4/45.
Leo = Capo di un Distaccamento della Brg. G.L. Che era dislocato a l'interno della bulloneria
Sanguineti a Recco il 28-4-45 che ebbe qualche diverbio con "Santo" su una fornitura di olio
di oliva fatta dal CLN di Recco a questo Distaccamento, ma negata al Distaccamento Alpino
comandato da Santo. (Elvezio Massai)
Lesta = Vedi Roncagliolo Emilio
Leveratto Edilio = Biondo: Comandante del Distacc. Bellucci della Brigata Jori della VI Zona.
Litti = Vedi Lagomarsino Paolo.
Lua = Vedi Soracco Nando.
Luca = Vedi di chi sono documenti firmati Ugo devono essere del PCI
Lucio = Vedi Franzone Mario
Lucio o Pisano = vedi Bugliani Athos.
Luigi = Vedi Casassa Luigi.
Lume = Vedi Istria Mario.
Luna o Garibaldi = Pericoloso pregiudicato che andava in giro imbrogliando e derubando i
contadini, fu ucciso sul monte Cornua in uno scontro a fuoco con un altro Partigiano da cui
era ricercato per ordini del Comando Partigiano. (Il Luna Partecipò all'attacco della caserma
delle Ferriere)
Kriegsmarine = Marina Militare Tedesca del III Reich
Kriegsmarine Officers dagger = Pugnale da ufficiali del Marina Militare Tedesca o Reichsmarine.
Machiavelli Giuseppe = Stella, Organizzatore delle Formazioni G. Matteotti che aderiscono poi
alla G.L. forma la Brigata G. Matteotti Valbisagno, con la quale il 25 aprile scende su
Genova e occupano in Via Cesarea la Casa del Balilla (Opera della Gioventù Fascista) è
Fratello di Marcello detto "Marcello"che assieme dirigono l'organizzazione Socialista in
Montagna.
189
Machiavelli Marcello = Marcello, Organizzatore col fratello Giuseppe delle Formazioni G.
Matteotti e formano la G.L. Matteotti Valbisagno, con la quale il 25 aprile scendono a
Genova e occupano in Via Cesarea la Casa del Balilla (Opera della Gioventù Fascista).
Maggiolo Giovanni o Gianni detto "Maggi" = Capitano di Artiglieria di Complemento Capo delle
SAP di Camogli.
Malacrida Giovanni = Giuanin; pat. Angelo di Recco nato il 30-6-1899; Partigiano della Brigata
Lanfranconi Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-1-45 al 30-4-45.123
Maltese Edilio detto "Franco" = Commissario Partigiano della Brigata "Berto" partecipa alla
battaglia di Allegrezze del 26-8-44 dove cadde Solimano Silvio Detto Berto.
Malatesta Stefano = "Croce" Nato a Cicagna il 11-10-1915 Comandante della Brigata "Jori"
riconosciuta come Divisione. Assieme a Bisagno, Bini e Lesta è uno dei primi Comandanti
che si erano formati a Cichero; E' stato l'unico Comandante che dalle formazione sino allo
cessazione della guerra ha sempre Comandato la stessa Brigata. Persona di grande moralità,
capacità, ed equilibrio e quanto necessario per essere benvoluto da tutti i suoi Partigiani e
popolazione.
Manuelli Ivo = Ivo: Di Recco Vicecommissario della Brigata GL "G Matteotti" della Zona di
Camogli poco benvoluto dal CLN locale. (AILSREC Busta 4 fasc. 1-2 lettere del 17 e 20
aprile del CLN di Camogli)
Maranza = Vedi Cristofolini Giuliano
Marcello = Vedi Machiavelli Marcello
Marchini Ing. Emanuele (O Ettore?) = Antifascista promotore del CLN e SAP a Camogli e
nella Zona Levante. Arrestato e fucilato a San Lorenzo della Costa il 14/07/1944 dalle
Brigate Nere
Maresciallo = Vedi Ognio Francesco.
Marmori Ervino = Alì Partigiano che si trova alla resa dei Tedeschi il 27-4-45 in Maxena
Marrana Filippo = (Notaio) Fu Sindaco a Recco nel periodo della Grande Guerra; Fondatore del
Fascio di Recco, aderisce al P.F.R. e alla RSI dopo la caduta di Mussolini. Venne ucciso a 79
anni il 05-07-1944 alle ore 19,00 presso la propria abitazione detta " Villa Torre dei
Marrana" a Megli vicino a Recco.
Martorelli Renato = Renato I° nato a Livorno caduto il 20-8-1944 a Mondovì Cuneo. Fece parte
del primo Comando Unificato Regionale Ligure nel Giugno 1944 per il PSI. A fine Luglio
del 44 recatosi in missione nelle Langhe venne arrestato, e morì sotto torture, venne poi
sostituito da Renzo Picco. (Renato I° Fece pure parte della Brg. Lanfranconi Divisione G.L.
G. Matteotti)
Mary = Vedi Lagomarsino Mary
Marzo = Vedi Canepa Giovanni Battista
Masch = Colonnello Tedesco Comandante superiore delle artiglierie sul Promontorio di Portofino.
Maschinengewehr = Fucile mitragliatore Tedesco costruito in diversi modelli fra cui: MG 34 ; e il
mod. MG 42 il quale era fornito di supporto a tre piedi. (Detto anche "Sega di Hitler")
Massa Enrico = Rico, patern. Antonio – Nato a Sori 21/05/1901, collaboratore Comando II^ Brg.
A. Lanfranconi. Anzianità gennaio 1944. Deceduto a Terrile di Uscio il 10-11/01/1945 per
malattia contratta in servizio.
Massa Lino = Alì, Pat. Dante nato a Recco il 1-1-24 Comandante della 2^ Compagnia della
Brigata A. Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 15-6-44 al 30-4-45.
Massai Elvezio = Santo, Comandante del Distaccamento "Alpino" della Brigata Berto, dislocato da
Bisagno a Bargagli, Pannesi e Uscio dal 26 aprile del 45. Partecipa con il Commissario
"Bill" e Bisso Davide e altri del CLN di Uscio al ricupero dei materiali bellici e masserie
varie. Non trova un buon rapporto con la SAP Locale.
123 Cabona Giuseppe detto Tarzan mi disse che il Malacrida girava sempre con una scorta armata di tre o quattro
uomini di Piandeipreti, perché era ricercato dai Fascisti di Recco per ucciderlo.
190
Massone Emanuele = Detto "Piemonte" nato a Pannesi il 03-06-1897 Antifascista e promotore
di una delle prime bande Partigiane nella Zona, promotore della Brigata di Montagna SAP
"Bedin"; Piemonte ne è il Commissario e anche Presidente del CLN di Lumarzo. Grande
organizzatore a stretti rapporti con il PCI di Genova e mantiene stretto Collegamento con
il Comando Partigiano: Bisagno; Dente: Scrivia; Bini; Lesta; e la SAP "Garaventa" di
Uscio; Lo stesso diventa un punto di riferimento per tanti giovani che vogliono andare in
montagna con i Partigiani; Anche a lui le viene bruciata la sua abitazione, il 27-8-44 durante
un rastrellamento per la su cattura: Fortunatamente che viene informato la sera prima, da
Caprile Benedetto di Colle. In merito a quel triste giorno è stata scritta una bellissima Poesia
a Lui dedicata dal Capitano Funari di Camogli. .
Massone Lorenzo = Fratello di Piemonte, nato a Pannesi il 22-7-1883, venne arrestato il 5-12-44
e le fu bruciata anche la casa, a causa di una spiata di una lettera anonima inviata al
Comando Tedesco di Uscio, nella lettera denunciava la sua attività di Comunista e
Partigiano, assieme ai tre Figli i quali riuscirono a fuggire. Lorenzo fu portato a Recco e
ucciso presso la Villa Dufour la sera del 14-12-44. I resti della sua salma furono trovati l'8-545 dal Figlio Mario e Beccaria Angelo.detto Guido.
Mauthausen = Vedi campi di sterminio o Lager.
Meinhold Gunter = Generale, Comandante delle Truppe Germaniche a Genova, Quinto OKW
(V° OberKommando della Wehrmacht)
Meloni Giovanni = "Leone" Partigiano uscito dalla Casa dello Studente e ucciso sul ponte di
Terralba con una mela in tasca e un panino nella notte del 13-14 di gennaio del 45 (Vedi
Atzeni)
Mercotullio Giovanni = Bill di Antonio nato a Ruta il 17/10/27 residente a Ruta via Romana
Partigiano della Brg. Berto Divisione Garibaldina Cichero Anz/serv. dal 10/2/45 al 30/5/45
Merella Arcangelo = Mori; Responsabile del SIP (Servizio Informazione Partigiani) della Brigata
G.L. G. Matteotti in Fontanabuona.
Mezzacasa Olivo = Olivo Vicecomandante della Brigata Matteotti-Val Bisagno.
Milio = Vedi Dassori Emilio
Milli o Milly = Vedi Pecorini Piero.
Mino = Vedi Croce Costantino.
Miro = Vedi Ukmar Anton
Molfino Francesco = Nato a Ruta di Camogli il 10/3/1922 Partigiano della Brigata Berto rimane
colpito a morte il 10/3/1945 presso Piandeipreti dai Tedeschi, il suo cadavere viene
trasportato sopra di un carretto a Colle Caprile, dove viene esposto, per alcuni giorni dentro
ad un pollaio, successivamente viene sepolto nel bosco sottostante. Con lui a Piandeipreti
si trovava il Partigiano Gardella Angelo detto Pipetta il quale rimase ferito ad un ginocchio,
ma riesce a fuggire e mettendosi in salvo con l'aiuto di una Famiglia del posto, presso il
Giro della Stretta.
Mongoli = Denominazione popolare della Divisione Turkmena formata da ex prigionieri e anche di
volontari di nazionalità del: Kasaki Turco-Mongolici, da Calmucchi, Kirghisi,Georgiani,
Ukraini, Uzbeki, Azerbaigiani, Karakalpachi e Tartari; Questi erano abili e feroci soldati
lasciarono nei nostri Paesi, lutti e violenze di ogni genere, la Divisione era Comandata dal
Generale Oscar Von Niedermjer e successivamente dal Generale Raiph Von Heigendorf.
Monowitz = Vedi campi di sterminio o Lager.
Montagna Enzo = Nato a Santa Giulietta (PV) il 13 marzo 1894, aderisce alla RSI, diventa
Generale delle CC.NN (Camicie Nere), e Capo della Polizia Genova dal 6-10-1944 fino al
28-4-45. Lo stesso fece parte dei Giudici al famoso "Processo di Verona".
Monteverde Giuseppe = Ariete, nato a Camogli 21/1/23 di Angelo e Cabona Palmira, dal 15/6/44
Commissario del Distaccamento Cadei, Brigata P. Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti.
(Cugino del Partigiano Cabona Giuseppe detto Tarzan della SAP di Uscio)
191
Monteverde Prospero = Pinco, pat. Angelo nato a Camogli 21-7-25 Partigiano della Brigata
Borrutzu della Divisione G.L. G. Matteotti, periodo di appartenenza dal 7-3-44 al 30-4-45.
Mori = Vedi Merella Arcangelo.
Murri = Vedi Fantozzi Franco.
Napoli = Vedi Florio Renato.
Necco Alessandro = Sottotenente 2° Reggimento della Divisione Monterosa: Il quale il 28-4-45 si
suicidò nella località "Tecosa" assieme ad Ufficiale Tedesco, all'atto della Resa della
colonna che veniva da Calcinara. (Corse voce che fosse l'Alpino che uccise Garaventa
Giovanni)
Negri Renato = Renato II° nato a Fivizzano (Massa) il 9-9-1900 cadde il 24-4-1945 Bornovo
(Pavia) fa parte del SIM della Brg. Lanfranconi Div. G.L. G. Matteotti.
Nicola = Vedi Cusanno Nicola.
Nino = Vedi Porcù Stefano
Novaretto Mario = Ognio II: Capo squadra del SIM della Brigata G.L. nella Zona Fontanabuona,
Uscio, Recco e Camogli, la squadra era formata da 13 persone. Molto preciso e puntuale
nelle informazioni militari che trascriveva al Comando della G.L. G. Matteotti.
Nullo = Vedi: Bisso Davide detto anche Davidin.
Ognio Francesco = "Maresciallo" Volontario dal 1/7/44 – dal 1/2/45 passa Intendente della Brigata
Antonio Lanfranconi Divisione G.L. G. Matteotti, dislocata alta Fontanabuona, Bargagli,
Recco e Camogli. Lascia una memoria sul rastrellamento del 12-13 agosto 44 a Barbagelata.
Ognio Ugo = Partigiano della G.L. G. Matteotti amico delle Sorelle Wronowska Laura e Natalia
alle quali le trova casa e ospitalità ad Uscio durante la lotta Partigiana.
Ognio II = Novaretto Mario, Capo del S.I.M. Il quale fece un ottimo servizio d' informatore alla
Divisione G.L. G. Matteotti. Il suo Distaccamento era formato di 14 Uomini
Olcese Eugenio = Detto Genio du Caigà sposato a Sussisa, era il Giovane di Pannesi che si trovava
assieme a Garaventa Giovanni quando fu ucciso nelle Gione il 27-4-45 da un Capitano della
Monterosa.
Olivari Eraldo = detto Romeo, nato a Ruta di Camogli, con alcuni suoi giovani compagni nel
maggio del 44, lasciano Ruta per recarsi in "montagna" a piedi attraverso monte degli Esuli
e Manico del Lume raggiungono Uscio presso le "Casette con le Stelle" dove trovano la già
organizzata SAP del Paese. Di li vengono inviati attraverso Colle Caprile a Pannesi da
Piemonte e da Scrivia. Romeo fa parte della Distaccamento "Peter" poi trasferito in Val
Borbera, fa parte della Brigata Oreste come Partigiano, partecipa attivamente anche nel dopo
guerra a l'impegno Antifascista ed a far conoscere i Valori della Resistenza,: E' nominato
segretario dell'ANPI provinciale di Genova.
Olivari Gigetto = Membro del CLN di Recco che si scontrò verbalmente con "Santo" il 28-4-45
Olivo = Vedi Mezzacasa Olivo.
Orcella Dott. Luigi = detto "Tenente Fiore" Comandante Brigata Crosa Camogli.
Pagano Giuseppe = Carloforte, pat. Antonio nato a Genova 13-3-1908 Vice Intendente della
Brigata Lanfranconi della Divisione G.L. G. Matteotti, dislocato nella Fontanabuona e
Ferrieredi Lumarzo e in Vallebona, periodo di appartenenza dal 11-9-44 al 30-4-45.
Paganini Franco = "Lago" Comandante del Distaccamento "Mario" della Brigata Berto della VI
Zona: (In seguito diventa intimo amico Giancarlo Matteotti e Carlo Wronowski)
Parodi Silvio = Commissario Fascista al Comune di Genova, ucciso a Savignone con una raffica di
mitra il 19-6-1944. La XXI Divisione delle Brigate Nere ne intitolò in suo Nominativo.
Parodi Umberto = Zolesio Antonio.
Paroldo Cesare = Maggiore del Battaglione Operativo "Vestone" della Monterosa, composto di 4
Compagnie dislocate in Valtrebbia, la notte tra il 3 e 4 novembre del 1944, buona parte del
Battaglione compreso il Maggiore Paroldo, scelgono di passare con le Forze Partigiane
della Divisione Garibaldi della VI zona nella Val Trebbia.
192
Pasquali Arnaldo = Colonnello del 1° Reggimento Alpino della Monterosa, negli ultimi giorni
di guerra dopo l'esodo dalla Garfagnana verso Genova, ha il Comando della Truppe RSI le
quali dopo diversi scontri con la 92^ Divisione Buffalo della USA Army e con i Partigiani
nella Riviera di Levante, si ritirano in una lunga colonna assieme alle Truppe Tedesche a
Recco e poi sulla SP 333, si arrendono poi, in parte a Uscio ed una parte a Sant'Alberto di
Bargagli il 27-4-1945.
Pavano Vito = Capitano "Guido" Responsabile del CLN di Nervi, combatte assieme alle SAP
Locale e alla Brigata Mista della Divisione G.L. G. Matteotti, contro la Kriegsmarine, a S.
Ilario, Pieve Ligure-Bogliasco,
Pavelic Ante = Terrorista Croato leader degli Ustascia condannato anche come criminale di guerra
rifugiato a Bedonia (PR) durante il Fascismo protetto dal Regime stesso.
Pecorini Piero = Milli o Milly, Comandante del Distaccamento Cadei della Brg. Borrotzu
Divisione G.L. G. Matteotti. Ex militare nel Campo di Concentramento n° 52 nei Piani di
Correglia (Calvari) partecipa alla liberazione dei prigionieri, in data del 4 luglio del 1944.
Perillo Enzo = Promotore a Camogli con Prospero Castelletto della locale SAP sotto le direttive
del CLN e coadiuvato del Capitano "Maggi"; nei primi di novembre del 1944 Enzo dovette
fuggire perché ricercato dal seguito dell'arresto dell'Avv. De Barbieri.
Pergola Romolo = Capo Squadra delle SAP
Peters Giuseppe = Partigiano Polacco ucciso dai Tedeschi, per il tradimento di una spia la sera del
25 giugno del 1944; fece parte della 3a Brigata Liguria d'Assalto, comandata da "Scrivia"
dislocata a Pannesi e Terrusso che da quel dì ne prese il nome di Brigata "Peter"
Piaggio Manlio = Presidente del CLN di Rapallo, attivo militante Antifascista, che assieme alla
SAP di Rapallo e Partigiani della G.L. partecipa alla trattativa di tregua nei riguardi delle
Truppe Nazifasciste in attesa dell'arrivo della 92^ Divisione Buffalo della USA Army.
Piccinino Avv. Renato = Detto Tenente "Ferruccio" Vice Commissario della Brigata Crosa.
Pieragostini Raffaele = Detto Pietro, nato a Genova 3/5/1899 vecchio militante e dirigente del PCI,
Ispettore Regionale del Partito nel 1943-44. Nel giugno del 44 viene nominato Vice
Comandante del Comando Militare Regionale. "Pietro" viene arrestato il 27 dicembre del 44
e tradotto alla Casa dello Studente di Genova, dove viene lungamente torturato, senza che
Egli riveli notizie ai suoi aguzzini, viene poi portato nel carcere di Marassi, da dove il 23
aprile 1945 è prelevato dai Tedeschi in ritirata,con altri ostaggi e condotti con loro, viene
ucciso dagli stessi, presso Bornasco (PV) il 24/4/45.
Pietro = Persona non meglio identificata che nel 1943-44 mantiene stretti rapporti organizzativi
con Lucio, Dente e Piemonte, per organizzare le Cellule del PCI nella Zona di Lumarzo,
Sori, Uscio, Bogliasco e Pieve Ligure, inoltre danno formalità al CLN ed alle prime SAP in
quella Zona. Diverse sono le riunioni tenute con Piemonte al Bosco di Pannesi ed in Cornua
presso l'Osteria. Da un documento firmato Ugo lo nomina come attivista del PCI.
Pietro = Vedi Barinetti Dionigi
Pipetta = Vedi Gardella Angelo.
Pirri = Vedi Ferrari Silvio.
Pisano o Lucio = Vedi Bugliani Athos.
Pittaluga Antonio = "Peter" nato a Ge-Nervi il 12-9-1912 caduto in combattimento a Nervi presso
hotel Eden il 24-4-45 (Probabile capo dei SAP Libertari).
Podestà Enrico = Nato a Chiavari il 05-09-1913 ex Ufficiale di Artiglieria; Comandava la 7a
Compagnia del III Battaglione della XXI Brigata Nera Silvio Parodi. Fu processato alla
Corte d'Assisi Straordinaria di Chiavari e condannato a morte assieme a Righi e Spiotta
Furono fucilati al Forte di Quezzi il giorno 11-01-46.
Podestà Sergio = Dan, Fu uno degli organizzatori del primo Fronte della Gioventù, ha molteplici
attività, persona molto equilibrata e convincente, presta la sua Autorità come Ispettore delle
Formazioni Partigiane in Valtrebbia, partecipa all'organizzazione di nuove BandePartigiane.
193
Diventa Vice Commissario e Commissario della Brigata Caio. Nel dopoguerra stringe
amicizia con l'Onorevole Machiavelli e viene nominato Presidente dell' U.C.I. (Unione
Coltivatori Italiani) Associazione legata politicamente al PSI.
Pohl Dott. Joseph (Feldwebel) = Ufficiale Tedesco Interprete del Generale Meinhold Gunter
durante le trattative di resa, si sparò dopo tale evento a Villa Migone
Poldrugo Ernesto = Istriano; Famoso Comandante della 59^ Brigata Garibaldina di Manovra
"Caio" operante nella Zona dell'Aveto ed in Valtrebbia. La Formazione ebbe origine nella
zona del Piacentino.
Pompei Nino = Ugo, Comandante della 1^ Brigata Piero Borrotzu della Divisione G.L. G.
Matteotti. Ugo probabilmente era presente alla resa dei Tedeschi e delle Truppe della RSI a
nella Tecosa di Pannesi il 27 aprile del 45, con Bisagno e la Brg. Bedin, inoltre vi è una
dichiarazione del 28/4/45 del Comando Gruppo Brg. G.L. in cui si autorizza lo stesso a
"circolare armato e in macchina". Nino era figlio del Colonnello Osvaldo, Ispettore del
Comando Militare Regionale, ucciso da Colombari Edoardo detto Woman, Comandante di
uno dei primi distaccamenti Partigiani formatosi sul monte Antola nel febbraio 1944.
Pompei Osvaldo, Colonnello padre di Nino = Ispettore del Comando Militare Regionale, nel
febbraio del 1944 fu inviato dal Comando nella zona del monte Antola, dove stava
studiando la possibilità di individuare basi di eventuali rifornimento ed atterraggio di aerei
da parte degli Alleati. Egli fu preso prigioniero, dal Comandante del "Scintilla" un gruppo di
Partigiani che si era formato in quella Zona; e dallo stesso fu ucciso pensando che fosse una
spia. Il Colombari, Edoardo, Comandante del Scintilla, a causa di questo errore e di altri
reati, fu giudicato dal Tribunale Partigiano e condannato alla fucilazione.
Ponta Giovanni = Gianni fa parte dei primi nuclei Antifascisti organizzati alla lotta Partigiana,
assieme a Walter Filak, compiono azioni contro i Fascisti e Tedeschi, riesce a salvarsi dal
rastrellamento della Benedicta, dopo un breve periodo viene a Uscio e poi a Pannesi con
Scrivia nella Brigata Peter; dove poi lo segue prima in Valtrebbia e poi in Val Borbera, dove
fa parte del Comando della Brigata Oreste.(Vedi sua memoria)
Porcile Filippo = Filippo, Nato a Sussisa il 16/9/1019; Comandante della Brigata Poggi 470 - Buon
Partigiano e collaboratore con Scrivia, Piemonte e Viacava di Recco.
Porcù Stefano = Nino, Partigiano nei primi Distaccamenti su l'Antola in un primo tempo fa parte
della Banda di Nicola, poi entra nella Banda "Cichero" e con Bisagno partecipa all' attacco
del presidio Fascista nel Municipio delle Ferriere di Lumarzo, diventa Commissario della
Brigata "Lupo" di Scrivia a Pannesi, mantiene collegamenti, con la SAP Locale, con
Piemonte e Dente.
Prati = Vedi Gostizia Spiridione.
Puggioni Antonio = Antonio, Aiutante Maggiore del Comando Gruppo Brigate Giustizia e Libertà.
Quartini Renato = Tino, Partigiano viene ferito ad una gamba il 23/8/44 durante uno scontro con
un reparto della X^ MAS di Ge-San Fruttuoso le viene amputato una gamba. Viene fucilato
assieme ad altri 17 compagni fra cui Orlando Bianchi, presso Cravasco il 23/3/45.
Rastrelli Vinicio = Dedo, Comandante del Distaccamento "Forca" della Brigata Berto, Divisione
Garibaldi; Fu uno dei primi a partecipare alle formazioni Partigiane a Cichero, fedele Amico
di Bisagno. Partecipa alla battaglia del 27-8-44 ad Allegrezze di Santo Stefano d' Aveto.,
contro il Battaglione Bassano della Divisione Alpina Monterosa e contro i Tedeschi. Dedo
intimo amico di Bisagno, durante la lotta Partigiana viena arrestato e portato nelle carceri di
Chiavari, viene interrogato da Vito Spiotta e anche torturato, si salva con una rocambolesca
fuga, partecipa attivamente in molte battaglie alla guerra di Liberazione.
Ravensbruck = Vedi campi di sterminio o Lager.
Ravera G. = Brigata Nera della III Battaglione della XXI Divisione Silvio Parodi dislocata a
Camogli; Arrestato dal Comando Partigiano per responsabilità presunte nel Rastrellamento
del 19-11-44 a Uscio e Lumarzo.
194
Redento = Vedi Gori giuseppe.
Reimers Ernest = Tenente di Vascello della Kriegsmarine Matr. 81-G745106 M Comandante della
Kriegsmarine a Santa Margherita Ligure e Portofino, Arrestato a Uscio il 27-4-45 e
prelevato dalle MP dell'USA Army, avviato al campo di prigionia a Livorno. Responsabile
di torture strage. Richiesta del CLN di S. Margherita L. di processarlo come criminale di
guerra; non ottenne il dovuto intervento Governativo e USAF.
Renato I° = Vedi Martorelli Renato.
Renato II° = Vedi Negri Renato
Renato III° = Vedi Boragine Renato
Riccardo = Vedi Rollero Roberto.
Rico = Vedere De Marchi Enrico.
Rico = Vedere Massa Enrico.
Righi Giuseppe = Nato nel 1897 Autista di "Vito" Spiotta fu processato alla Corte d'Assisi
Straordinaria di Chiavari e condannato a morte assieme a Podestà e Spiotta Furono fucilati
al Forte di Quezzi il giorno 11-01-46.
Rinaldo di Cerrese di Lumarzo, Partigiano della GL che ha partecipato con altri Partigiani della
Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi (pag. 70 l'UM)
Risiera di S. Sabba = Campo di sterminio o Lager con forni crematori costruito a Trieste.
Risso = Vedi Fasce Angelo.
Rollero Roberto = Riccardo; Commissario della 1^ Brigata Piero Borrotzu della G.L.
Romeo = Vedi Carbone Giovanni
Romeo = Vedi Olivari Eraldo
Roncagliolo Emilio = Comandante Partigiano e promotore assieme a Bini, Bisagno e altri, delle
prime formazioni Partigiane nella nostre Zone, preziosa staffetta e combattente, presente in
ogni posto di lotta ed organizzazione; Spesso a Uscio da Bisso Emanuele, dalla SAP locale e
a Pannesi da "Piemonte" e Scrivia. Ha organizzato assieme a Bini l'attacco sul monte
Friciallo ai Militi della GNR con Dick e Milanin di Uscio.
Rossi Carlo = Zorro, di Genova Bolzaneto, Commissario della Brigata Volante Balilla, ferito in
durante una battaglia contro i Tedeschi. Attivo Antifascista in tutta la sua vita.
Rossi Mario = Tenente Colonnello della X^ Flottiglia Mas arrestato il 24-4-1945 a Pieve Ligure
dal Distaccamento Misto e dalla Brigata SAP Locale.
Rossi Mario = Federico, Fu incaricato dal Comando di Zona della Divisione Cichero di organizzare
e attivare le SAP di Montagna, cercando di dare a esse una funzionalità armata e meglio
coordinata, dai primi di marzo 45 ne fu affidato il comando ad Ardesio.
Rossi = La Signora Rossi abitava a Uscio vicino al Banco di Chiavari, credo che fosse cittadina
Svizzera, era sposata ed aveva una figlia. La sig.ra Rossi durante l'occupazione Tedesca fece
da interprete al comando Tedesco di Uscio, aiutando diverse persone.
Rum Luigi = Falco, nato a Ge-Nervi, Partigiano della "Banda" di Scrivia quando era nella zona di
Pannesi, Medaglia d'Argento al Valore Militare. Dopo la guerra diventa dirigente del
Sindacato Nazionale dei Trasporti della CGIL.
Sachsenhausen = Vedi campi di sterminio o Lager.
Sannia Eugenio = Banfi: Ex Ufficiale istruttore presso l' Accademia di Modena, dopo l'8
Settembre ritorna a Genova, prende contatti con altri Volontari Antifascisti e dal 20 Luglio
1944 fa parte del Comando della 3^ Divisione Garibaldina con Canepa, Bisagno e ne
diventa il Comandante della nuova Brigata Berto, il 20 febbraio del 45 è nominato
Vicecomandante della Divisione Cichero.
Santa = Vedi Cevasco Santina.
Santo = Vedi Massai Elvezio
Sasso = Vedi Azeno Ugo.
Scala Angelo = Battista, nato a Genova il 22/2/1908 e abitante a Geminiano, (Ge-Bolzaneto)
195
Valoroso Comandante Partigiano, ex GAP di Bolzaneto, ricercato va a Cichero e viene
aggregato al Comando del Distaccamento Guerra, futura Brigata Jori, nel mese di ottobre
44 assume il Comando della Volante Balilla, sono leggendarie le azioni militari guidate dal
“Comandante Battista”. La Volante diventa in primavera de 45 Brigata Volante Balilla.
Scappini Remo = Capo del CLNL firmatario della Resa con il Generale Meinhold a Genova
presso Villa Migone alle ore 19,30 del 25 aprile 1945.
Sceriffo = Vedi Cevasco Lino.
Schmid Alfred = Vice Console Tedesco che era presente durante la resa a Genova del 25-4-1945.
Sciolla Antonio = "René" nato a Genova Nervi il 2-3-1917 Partigiano caduto in combattimento a
Mondovì il 18-1-1944. Alla sua morte venne dato il suo nominativo alla Brigata SAP
Sciolla dislocata a Ge-Quinto e Nervi.
Secchi Rodolfo = Comandante della SAP di Recco della Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti
il quale rilascia un elenco con i Nominativi in data 24/5/1945 ed anche un elenco del
materiale requisito dai Sapisti alle truppe Nemiche in Recco.
Serbandini Giovanni = Bini Uno dei promotori della Lotta Antifascista e della Resistenza a
Chiavari e nel Comprensorio della VI Zona, fino dai primi tempi della Lotta Armata prende
contatti con gli Antifascisti di Uscio e Pannesi, assieme a Bisagno e Lesta. Partecipa a
riunioni nella casa di Piemonte e di Bisso Emanuele L'Armaieu a Uscio, dove trova i primi
due Partigiani che partecipano (Milanin e Dick) con Lui e Lesta all'attacco del posto di
avvistamento sul Monte Friciallo.
Sera = Distaccamento Partigiano che assieme ai Distaccamenti "Lumarzo" e "Bargagli" facevano
parte della Brigata SAP "Bedin" di Pannesi: Il distaccamento "Sera" presente con alcuni
Partigiani, Gigi e Gandi e altri fu uno dei primi ad incontrare i Tedeschi nella Tecosa a
Sant'Alberto il 27-4-45.
SIM = Servizio Informazioni Militare del CLN
SIP = Servizio Informazioni Polizia del CLN
Siri Giovanni = Tigre nato a Ge-Nervi il 25/3/21 ove residente, Comandante di Distaccamento fa
parte della Brigata Matteotti Valbisagno, combatte nella Battaglia di Barbagelata e anche
nella zona di Torriglia. Nel primo dopo guerra a Nervi presso un comizio tenuto dai Fratelli
Machiavelli Pippo e Paolo, i quali si vantavano della loro dura lotta in "montagna" contro i
Nazifascisti; Tigre che ha vissuto come combattente quella esperienza e la Battaglia di
Barbagelata in particolare, si scontra verbalmente con gli stessi Fratelli Machiavelli, proprio
sulla loro presenza in Montagna e nella Battaglia di Barbagelata, Egli li fa scendere dal
palco dicendo che mentre Lui e gli altri Partigiani combattevano i Fratelli erano Nascosti in
albergo (o al Porto).
Soffiantini Leveroni = Capo Squadra della Giustizia e .Libertà G. Matteotti a Recco.
Solimano Silvio = "Berto" Nato a Santa Margherita Ligure il 12/6/1925, partecipa alle prime
azioni di propaganda Antifascista, viene arrestato e condotto in carcere a Chiavari, viene
arrestato una seconda volta e portato in carcere a Rapallo, da dove riesce a fuggire, saltando
da una finestra, si ferisce ai piedi, viene raccolto dai SAP di Uscio e portato a Pannesi da
Piemonte, dove rimane in convalescenza, segue Bini e va in montagna, entra a far parte del
1° Distaccamento "Forca" della 57^ Brigata Garibaldi della Divisione Cichero, VI Zona.
Cadde eroicamente nella battaglia contro l' 8^ Compagnia del Battaglione Bassano degli
Alpini Divisione Monterosa, ad Allegrezze il 27/8/1944. Il Solimano è Medaglia d' Oro al
V.M. e in sua memoria viene Nominata la 57^ Brigata con il nome di Brg "Berto"
Soracco Nando = "Lua" Nato a Tribogna il 12/2/1925 fa parte della Squadra Volante della Brg. P.
Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti. Cade ucciso dai Tedeschi a Costafontana il 26/3/45.
(Vedi memoria su battagli di Costafontana doc. 02.1.odt)
Spano Ferdinando = "Sassari" detto anche Cuoco, Patern. Salvatore, nato a Sassari il 19/06/1919
Intendente della II^ Brg. A. Lanfranconi della G.L. anzianità 17/5/44. Caduto a S. Marco
196
d'Urri il 13/3/45 in combattimento contro i Tedeschi e la trappa della RSI. (pag. 69 l'UM)
Spano Giovanni = "Zorro" Capo Squadra:di una decina di Volontari collegati al PSI che alla fine di
luglio del 1944 si riuniscono a Sciaré presso il monte Lavagnola formando la Banda Zorro.
Al gennaio 1945 realizzarono la fusione col Gruppo della Doria del Battaglione G. Matteotti
Valbisagno.
Spartaco = Nome di battaglia di un dirigente organizzativo che contribuiva da Genova a rifornire
di medicine, alimenti e altro la SAP di Uscio, che a sua volta riforniva alcuni Distaccamenti
della Cichero in Zona, il collegamento avveniva attraverso Massone Gerolamo detto
Balletta, Lagomarsino Luigi detto Bulacco e Romano Giuseppe detto Milanin di Uscio.
Spiotta Umberto detto Vito = Nato a Gioia Tauro il 20-4-1904 Ispettore Federale del P.F.R. di
Chiavari; Vice Comandante della XXI Brigata Nera Silivio Parodi e Comandante del III
Battaglione; Processato alla Corte d'Assisi Straordinaria di Chiavari fu condannato a morte
assieme a Podestà e Righi Giuseppe suo autista; Furono fucilati al Forte di Quezzi il giorno
11-01-46. (Nota di GB: Fra il plotone di esecuzione c'era un mio ex collega di lavoro B.E.
di Bolzaneto, Partigiano della Brigata Volante Balilla, il quale mi disse che: Malgrado
tutto, l'unico dei tre che seppe morire con dignità era stato Vito Spiotta).
SS = SchutzStaffeln
Stella = Vedi Machiavelli Giuseppe
Stoffel = Capitano Tedesco della Riserva che si arrese nella Tecosa di Pannesi il 27/4/45 e dopo la
resa si tolse la vita, assieme al Capitano Berninghaus della Kriegsmarine.
Streger David = Capitano del 473° Reggimento della 92a Divisione "Buffalo" della U.S. A. Army
che partecipò alle resa a Uscio delle Truppe Nazifasciste del 27-4-45.
Sua = Vedi Terrile Albino di Uscio.
Tasso Gino = Detto Tigre, nato a Genova il 11/10/1924 dal gennaio 1945 partecipa alle prime
azioni di sabotaggio nel Levante di Genova, in Luglio del 44 prende contatti con la Banda di
Cichero. In Agosto partecipa alla battaglia di Barbagelata, viene trasferito con Scrivia in Val
Borbera dove combattono a Pertusio. Nel gennaio 1945 viene nominato Comandante della
58^ Brigata Oreste. Della Divisione Pinan-Cichero.
Taverna = Tenente, fece parte del 1° Reggimento Artiglieria Alpina; del 2° Gruppo Artiglieria
Bergamo e 6^ Batteria dislocata ad Avegno, dal fine Luglio primi di Agosto del 1944. Lo
stesso ha partecipato a rastrellamenti, arresti e lutti nei nostri Paesi.
Taviani Paolo Emilio = Genovese, Delegato della Democrazia Cristiana all'interno del CLNL
Terrile Albino = "Sua" nato a Uscio nel 1913 da Raffaele, Capo Squadra Partigiano della Brg SAP
di Città 927 “Sciolla” combatte a Genova Sturla ed a Nervi contro i Presidi Tedeschi. Nel
primo dopoguerra risulta anche come segretario del Partito Comunista Italiano XV Sezione
del III° Settore di Uscio, nomina Carbone Giovanni come delegato del PCI nel CLN di
Uscio; Firma con altri (Vedi Ardesio e Bertoneli Giulio) gli attestati “di Partigiano” della
Brigata SAP Garaventa di Uscio.
Terrile Elide = Nata nel 20 a Uscio abitante a Cabona vicino al Comando Tedesco, fece da staffetta
a Bisso Emanuele per l'incontro richiesto dal Tenente Leman del Comando Tedesco a Uscio.
Tigre = Vedi Siri Giovanni.
Tigre = Vedi Tasso Gino.
Tino = Vedi Quartini Renato.
Tomasi = Trombetta Giovanni
Tranviere = Vedi Balletto Luigi Enrico.
Treblinka = Vedi campi di sterminio o Lager.
Trombetta Giovanni = Tomasi, Segretario Regionale del Partito d'Azione e responsabile delle
Formazioni G.L. in Liguria. Fa parte del Comando Militare Ligure come Vice Comandante,
partecipa alle Trattative del CLNL per la resa del Generale Gunther Meinhold a Genova ed
alle decisioni per l'insurrezione del 24-25 aprile di Genova.
197
Tullio = Vedi Anselmi Tullio.
Turkestan 162a Divisione = Comandata dal Generale Ralf von Heygendorff, formata da volontari
provenienti dal Caucaso e Asiatici, genericamente definiti "Mongoli" usati dai Tedeschi
nella lotta anti Partigiana.
Ughini Oreste = "Bedin" di Pietro e Delfina Bergonzi, nato il 5-10-1921 a Bettola (PC).
Partigiano Medaglia d'Argento al V.M. Già in gennaio del 1944 il Bedin partecipa all'attività
di lotta Partigiana, il 21-3-44 è Capo Nucleo di un Distaccamento della Brigata Caio. Alla
Fine di Agosto e primi settembre, con il Distaccamento Pablo, si trovano ad operare nella
zona di Pannesi e Lumarzo. Il Partigiano Bedin cadde eroicamente in combattimento contro
i Tedeschi nei pressi di Lumarzo il 23-9-1944. Il combattimento avvenne nelle prime ore
della mattinata, durante una missione di polizia, in cui il suo Distaccamento e alcuni
Partigiani della SAP di Pannesi, erano stati incaricati dal Comando Partigiano, di eseguire
l'arresto nei confronti di un gruppo armato di sbandati, i quali in diverse località dell'alta
Fontanabuona, esercitavano ruberie e altre violenze nei confronti della popolazione.
Ugo = Vedi Pompei Nino.
Ukmar Anton = Miro nato a Prosecco villaggio nel Carso Triestino il 6-12-1900, Comandante
Regionale delle Brigate Garibaldi; arrivò per la prima volta nel pommeriggio di mercoledi
14 giugno 1944 a Cisiano, accompagnato da Dente. Nel posto si incontrarono con Bisagno e
Scrivia, durante tutta la lotta Partigiana ha il Comando Unificato della Sesta Zona. Egli
aveva già combattuto nella guerra di Spagna 1936-39 a fianco delle Brigate Internazionali ed
in Africa per l'Indipendenza delle Colonie Fasciste.
Umberto = Vedi Zolesio Antonio.
Valente Italo = Italo pat. Giovanni nato a Genova il 18/11/1921 dal 15/10/44 Capo Squadra della
Brg: Lanfranconi, Formazione G.L.
Verzura Giacomo = Allah, Pat. Salvatore, nato a Recco 19-4-25 Commissario di Distaccamento
della Brg. Lanfranconi della Divisione G.L. periodo di appartenenza dal 15-7-44 al 30-4-45.
Vietz Hans = Hans Nato in Austria, Capo Squadra della Volante B della formazione di Manovra
Prospero Castelletto della G.L. zona operativa alta Fontanabuona e alta Val Bisagno
Vigevano Giorgio = Lampara, fu Secondo nato a Genova 11/3/23 residente a Chiavari Partigiano
della Brg. Berto Divisione Garibaldi Cichero VI Zona anz. Dal 17/8/44 al 30/5/45
Von Etzdorf Hasso = Console Tedesco a Genova durante il periodo della resa del 25-4-1945.
Weegen = Tenente di Vascello Tedesco Comandante delle batterie di Monte Moro
Wehrmacht-herr = Esercito Germanico
Werner = Maggiore Comandante della Gestapo in Liguria.
Wokiecevich Elio = Partigiano paracadutato il 14 gennaio del 45 nella zona dell'Antola dagli
Inglesi per mettersi in contatto con le Brg. Matteotti con Essi partecipa a l'otto febbraio del
1945 al disarmo del presidio Fascista di Torriglia (Vedi ppag. 699 di la RiL)
Woman = Vedi Colombari Edoardo.
Wronowska Laura = Patriota della G.L. nipote di G. Matteotti e sorella di Natalia che fu accolta
a Uscio per un certo periodo, in una abitazione messa a disposizione da Ognio Ugo.
Wronowska Natalia = Organizzatrice e Patriota della G.L. a Moconesi che fu accolta a Uscio per
un certo periodo, in una abitazione messa a disposizione da Ognio Ugo, nipote di G.
Matteotti e sorella di Laura.
Wronowski Casimiro = Padre di Natalia Organizzatore e Patriota della G.L. a Moconesi
Wronowski Pier Lorenzo = Carlo pat. Casimiro Nato (Milano?) a Chiavari il 25-7-1919 fratello di
Natalia moglie di Zolesio. Antifascista e promotore di brigate G.L. diventa Commissario
della Brigata "Lanfranconi" partecipa alla lotta Partigiana nella Fontanabuona. Carlo
conoscendo bene l'Inglese aiutò nella traduzione gli Ufficiali del 473° Reggimento della 92a
Divisione "Buffalo" alla trattativa di Resa dei Nazifascisti a Uscio il 27 Aprile 1945.
Periodo di appartenenza dal 1-5-44 al 30-4-45.
198
Zolesio Antonio – Umberto Parodi: Promotore nella tarda primavera del 1944 della Brigata
Giustizia e Libertà G. Matteotti per il Partito D'Azione. Partecipa alla lotta Partigiana al
Comando delle sue Formazioni all'interno della Divisione Cichero della VI Zona. Le sue
Brigate sono dislocate in Val Trebbia e Fontanabuona, Bargagli, Recco e Camogli e un
distaccamento su Tribogna e Uscio. Durante il periodo della Resistenza nasce spesso
contrasti di occupazione del territorio, fra la G.L. di Zolesio e le Brigate Garibaldi, della
Divisione Cichero al comando di Bisagno.
Zoran = Zoran Alexandroviv nato a Lubiana il 17/11/1918, ove residente; ex Ufficiale della
Monterosa con il nome Sirletti Alessandro, il 4/11/44 passa con la G.L. Rimane ferito a
Rapallo il 24/4/45 durante lo scontro tra il distaccamento di manovra di Maggio della G.L.
G. Matteotti ed i Tedeschi. (Non sembra riconosciuto Partigiano dagli elenchi della Brg.
G.L. G. Matteotti)
Zorro = Vedi Spano Giovanni
Zorro = Vedi Rossi Carlo
L'On. PERTINI: "Il Presidente Partigiano"
Partigiani della Giustizia e Libertà Giacomo Matteotti che festeggiano a Cicagna la "Liberazione"
199
S i g l e ed a b b r e v i a z i o n i
Sigla
Descrizione
ANPI
Associazione Nazionale Partigiani d' Italia
BN
Brigata nera
CCNN
Camicie nere
CLN
Comitato di Liberazione Nazionale
CLNAI
Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia
CLNL
Comitato di Liberazione Nazionale Liguria
CM
Comitato Militare (o Comando Militare)
CMRL
Comando Militare Regionale Ligure
CUMRL
Comando Unificato Militare Regione Liguria.
CVL
Corpo Volontari della Liberà
DC
Democrazia Cristiana
M.Di.C.A.T. Milizia (Volontaria) Distaccamento Contro Aereo Territoriale
X MAS
Decima Flottiglia MAS
FdG
Fronte della Gioventù
Gestapo
Geheime Staatspolizei
G.L.
Giustizia e Libertà
GieL
"
"
"
G. L. G. Matteotti
Giustizia e Libertà Giacomo Matteotti
GAP
Gruppi Azione Patriottica
GNR
Guardia Nazionale Repubblicana
MVSN
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
OTTO
Organizzazione Territori Temporaneamente Occupati
PCI
Partito Comunista Italiano
PdA
Partito d'Azione
PFR
Partito Fascista Repubblicano
PLI
Partito Liberale Italiano
PRI
Partito Repubblicano Italiano
PSIUP
Partito Socialista Italiano di Unità Proletari
RSI
Repubblica Sociale Italiana
RT
Radio Telegrafista o Radio Trasmittente.
SAP
Squadre Azione Patriotiche
SCRM
Società Costruzioni Romana Metalmeccanica
SIM
Servizio Informazioni Militari
SIP
Servizio Informazioni Polizia
SIPE
Società Italiana Prodotti Esplosivi
SM
Stato Maggiore
SS
Schutzstaffeln Tedesche (Vi erano anche volontari Italiani)
UPI
Ufficio Politico Investigativo
VAI
Volontari Armati Italiani
VAL
Volontari Arditi della Libertà
C.R.Q.P.
Commissione Riconoscimento Qualifiche Partigiane
200
Un pezzo di storia dei Reggimenti 473° e 442° della 92^ Divisione Buffalo nella VI Zona
(Le pagine sono tradotte dal libro originale scritto dal Colonnello Paul Goodman, dal Titolo "A
Fragment Of Victory In Italy" a pag. 156-7-8-9-160-1)
Un frammento di vittoria in Italia
La 92^ Divisione Fanteria nella Seconda Guerra Mondiale
Attacco a Genova
....Il Brig. Generale Donald W. Brann, G-3 del 15° Army Group incontrò il Generale
Almond a Carrara poco prima che il 473° il Combat Team (Gruppo di Combattimento) iniziasse la
sua avanzata verso Genova all'alba del 25 aprile. Il Generale Brann autorizzò l'avanzata verso
Genova e il Generale Almond fece con lui una scommessa che per l'avanzata di più di 50 miglia ci
sarebbe voluti meno di quattro giorni. Coperto dalla truppa di ricognizione della 92^ Divisione e
dal plotone I e R del 473° Reggimento (Combat Team) il 2° battaglione condusse l'offensiva sulla
Strada Statale n°1 (L'Aurelia). I carri armati (Tank) del 760° Tank Battalion e l'894° Tank
Destroyer Battalion (Battaglione anticarro) erano in testa. Il 1° battaglione sgomberò l'area fra la
SS 1 ed il mare con la Fanteria trasportata su Jeep, camion, e carri armati e, dove era possibile sui
mezzi anticarro.
I Partigiani e la Fanteria assistevano il Genio mentre riparavano i danni alle strade.
Nove ore dopo, la colonna raggiunse Sestri Levante e sorprese il nemico. Il plotone I e R
comandato dal Luogotenente Egget intercettò una colonna di Fanteria ed Artiglieria Tedesca alla
foce dell'Entella a Sud-Est di Chiavari. Subito dopo soldati all'avanguardia del 2° battaglione che
stavano avanzando più velocemente possibile entrarono in battaglia e respingendo il nemico con
una tipica azione guardia preventiva. La battaglia durò cinque ore; l'artiglieria di difesa costiera
del nemico di Portofino (Del Monte di Portofino) e da sopra la galleria sulle colline di Chiavari
(Dalla Galleria delle Grazie e da sopra) sparò sulla colonna motorizzata del 2° Battaglione che
stava avanzando dal Sud di Lavagna (Cavi di Lavagna). Le Truppe abbandonarono i mezzi e
attraversarono il fiume, ma il fuoco che si abbatté sull'avanguardia della truppe distrusse 12 Jeep,
diversi camion e altro equipaggiamento.
Quando la colonna comandata dal Maggiore Robert Crandall, Ufficiale di comando del 2°
Battaglione furono attaccati, il Plotone I e R del Luogotenente Egget era già dentro Chiavari.
Il Maggiore Crandall ricevette l'ordine di continuare l'avanzata con il massimo vigore e
fece ogni sforzo per attenersi a questi ordini. Il suo Battaglione rimasto a terra entrò a Chiavari,
che era ancora sotto pesante fuoco di artiglieria e venne schierato dalla protezione degli edifici.
Il Battaglione poi attaccò attraverso il fiume ed immediatamente rimase sotto il pesante
fuoco di artiglieria e armi leggere 124 e la sua avanzata rallentò fino a fermarsi. A questo punto,
siccome la 473° colonna stava avanzando così rapidamente, l'unico supporto di artiglieria
disponibile in quel momento era il fuoco di due carri armati (Tank 125) del 760° Tank Battalion.
Questi, coraggiosamente, cercarono di contrastare il fuoco nemico che sparava dalla bocca
della galleria sopra a Chiavari (Galleria delle Grazie). Il Maggiore Crandall mostrò il massimo
coraggio cercando di spostare il suo Battaglione verso il nemico, ma masse di fuoco provenienti da
posizioni nascoste126 nel terreno aspro che aveva davanti, fermarono temporaneamente la sua unità
su i suoi passi (Sul posto). Il Maggiore Crandall fu mortalmente ferito mentre cercava di
localizzare le posizioni del fuoco nemico, così l'attacco dovette terminare. Fu sostituito dal
Capitano David Streger. Anche il Capitano Murray Steinmann ufficiale comandante della 92°
124Che mantenne una nutrita resistenza fu il Battaglione della Monterosa "Cadelo"
125I tank in dotazione al 760° erano i Medium Sherman M4 A3 - 76 mm
126Le batterie e mitraglie pesanti erano sistemate nei Bunker in cemento armato nella collina delle Grazie.
201
Distaccamento di ricognizione venne ucciso.
Più tardi in quel giorno l'artiglieria fu schierata e insieme ai carri armati e mezzi anticarro
spararono sul nemico nella collina di Chiavari (Delle Grazie). Il nemico solo verso sera fu messo a
tacere, ma il costo fu pesante.
Dopo un periodo di riorganizzazione, il 2° battaglione riprese la sua avanzata all'alba del
28, incurante della grande quantità di mine sul letto del fiume.
Dentro la galleria di Chiavari, (Delle Grazie) furono trovati i resti bruciati di un'estesa area
di alloggiamento di truppe nemiche insieme ad uno dei cannoni di difesa navale che il nemico
aveva distrutto prima di ritirarsi. Il 3° Battaglione lo seguì.
Il Reggimento venne raggiunto da notizie che Genova era in mano ai Partigiani e che i
Partigiani avrebbero incontrato le truppe fuori dalla città. Una pattuglia entrò a Rapallo senza
opposizione e incontrò un gruppo di Fascisti Italiani127 allo sbando che si arrese volontariamente.
Inoltre la pattuglia accettò la resa di un gruppo di Tedeschi a Santa Margherita Ligure, la
bella località famosa come paradiso per i viaggi di nozze. Gli uomini, portati dal Luogotenente
Eggett, non fecero resistenza mentre il Colonnello Yarborough e il suo attendente seguivano da
vicino. Il Luogotenente Eggett fece notare un cannone anticarro e una postazione 128 (Nemica) che
erano visibili a circa 600 yard di distanza dal fronte destro delle truppe avanzanti. Questo cannone
colpì un carro armato del 760° Tank Battalion e ferì il guidatore 129, come riferì il Colonnello
Yarborough. Immediatamente radunò un gruppo di artiglieria anticarro dall'avanguardia che era
disponibile per fermare la resistenza, prima di richiedere l'intervento del fuoco navale.
Questa fu l'ultima battaglia in Italia per la 470° Fanteria. Alle 7,45 del 27 aprile il plotone I
e R entrò a Genova, poi alle 9,30 il Colonnello Yarborough entrò con il 2° Battaglione, con il 1°
Battaglione che lo seguiva immediatamente dopo. Le truppe salirono a bordo del Tram ed
andarono fino a Ponente della Città. L'avanzata fu completata in meno di tre giorni ed il Generale
Almond vinse la sua scommessa con il Generale Brann.
Mentre le truppe raggiungevano Genova, i Partigiani avevano diviso e circondato la
guarnigione nemica di circa 4000 uomini sotto il Comando Tedesco del Generale-Maggiore
Meinhold e la guarnigione fu consegnata alle truppe che avanzavano quando entrarono in Città.
I Servizi di pubblica utilità a Genova erano stati così ben protetti dai Partigiani che il
maggiore Robert Sharkey fu in grado di parlare tramite un telefono commerciale da Rapallo a
Genova per ottenere informazioni sulla resistenza che esisteva nelle 15 miglia che separavano i due
interlocutori.
La 442° Fanteria seguì la testa del 473° e usò anche i Tram per trasportare i suoi uomini
per la Città. Piccole sacche del nemico, resistevano nell'area del porto e di nascosti isolati gruppi
vicino a Genova. Non passò molto tempo prima che anch'essi deponessero le armi.
Una guarnigione di 700 Tedeschi ad Ovest dell'entrata del porto si arrese nel pomeriggio:
259 Tedeschi alla punta EST dell'entrata al porto si arresero subito dopo.
La Compagnia G ed il 3° Battaglione ricevettero la resa di circa 3000 soldati a Uscio e
Ferrada, a Nord-Est di Genova. Il 1°Battaglione accettò la resa della guarnigione dei Giovi.
Dei piccoli distaccamenti della 135^ Brigata di Fortezza comandata dal Generale Meinhold
si arresero a chiunque fosse disponibile. Il 473° reggimento costruì un recinto per i prigionieri di
guerra nello stadio atletico di Genova e presso il campo e le gradinate furono riempite al massimo.
Solo una guarnigione Tedesca rifiutò di arrendersi, questa era una Divisione di Artiglieria
Navale sul monte Moro, che sovrasta Genova ed il Mediterraneo. Qui il nemico aveva 175 uomini
con due cannoni costieri da 381 mm. tre da 152 mm e quattro da 90 mm. Queste armi furono usate
su Genova presa dai Partigiani il 26 aprile e molti civili ne furono vittime. Quando i soldati
avanzarono, il Comandante Tedesco delle batterie di Monte Moro, un Maggiore, aveva sventolato
127Erano una parte dei Bersaglieri della Cadelo che erano rimasti indietro e si consegnarono agli Americani
128Erano i Bersaglieri della Monterosa, del battaglione Cadelo sistemati presso la Violara al Km 500 della SS 1..
129I caduti furono due, un soldato Carrista, di Colore, ed il tecnico RT di 5° grado Audinet Clifford E.
202
bandiera bianca ed aveva chiesto il permesso di rimanere presso i suoi cannoni sino alla fine
ufficiale della guerra. La richiesta gli venne rifiutata, ed un Funzionario Ufficiale del Consolato
Tedesco, precedentemente catturato, fu impiegato per iniziare la negoziazione della resa il 27
aprile. Questi sforzi fallirono e al 679° Battaglione anticarro fu ordinato di mettere una Compagnia
in una posizione che consentisse di fare fuoco diretto sui cannoni ad una gittata circa di 400 Yard.
(I Tedeschi non poterono rispondere al fuoco perché i loro cannoni non poterono essere abbassati
abbastanza) Inoltre furono progettati piani per assalti combinati aria-mare-terra in caso di
ulteriori trattative fallite.
Prima dell'alba, nella notte piovosa, senza luce e senza luna del ventisette, dodici cannoni
della compagnia A del 679° Battaglione Anticarro furono messi sulle ripide e strette strade della
Città. I cannoni furono messi in posizione a mano, poiché per metà dei solchi non poterono fare il
giro finale. Alla luce del giorno erano pronti a sparare. Quel pomeriggio con la Fanteria dietro di
loro e gli Anticarro di fronte ed una terza prospettiva di imminente bombardamento aereo, il
Comandante della Guarnigione nemica si arrese alla 479° Fanteria. Il numero totale dei
prigionieri ammontava ora a 11553. In un appunto del dopo-guerra che descrive l'azione vicina al
monte Moro, il Colonnello Yarborough ex Comandante del 473° Fanteria scrisse: "Sul monte
Moro", questo forte avrebbe potuto resistere contro di noi a lungo. Il fuoco navale avrebbe potuto
essere inefficace contro qualsiasi cosa eccetto le strutture di superficie. All'interno in cemento
armato e strutture in ferro c'erano depositi di munizioni e montacarichi, grandi forniture di cibo,
gallerie, ecc. Il posto era un Corregidor in miniatura che poteva essere raggiunto solo dopo un
pendio a 45 gradi che era pesantemente minato e coperto con ostacoli artificiali. Tutti i nostri
martellamenti di artiglieria e di anticarro fischiavano nel buio e lo sapevamo. Se le truppe nemiche
sul monte Moro avessero voluto resistere per una quindicina di giorni avrebbero potuto farlo
facilmente. Il presidio era costruito per contrastare il fuoco delle flotte navali e avrebbe potuto
farcela.
Il Comandante della guarnigione venne a colloquio con il suo ascensore elettrico sotto una
bandiera di tregua, ma portando le sue armi. Andammo in un albergo locale, io gli parlavo in
Francese e Lui in Italiano e cosi ci capimmo. Voleva che gli dessimo un salvacondotto per la sua
unità, siccome non aveva ancora sentito della negoziazione de resa Tedesca. Noi dicemmo senza
mezzi termini: Arrendetevi qui ora, o altre parole di questo genere. Egli disse che se non l'avessimo
lasciato andare avrebbero raso al suolo Genova e sarebbe stata colpa nostra. Gli dicemmo che se
Lui l'avesse fatto, noi l'avremmo stanato dal monte Moro e quando alla fine catturato la sua
guarnigione, che ce l'avremmo fatta col tempo, li avremmo dati ai Partigiani a rispondere per la
distruzione di Genova. Lui non rispose, anche dopo diverse ore di negoziazione.
Mentre stavamo parlando, comunque, i nostri cannoni si stavano posizionando. Scortammo
Kruat con la bandiera bianca (il Comandante Tedesco e la sua bandiera di tregua) di nuovo
indietro all'entrata dell'ascensore e prima che lui svanisse dentro le viscere di cemento del monte
Moro, gli dicemmo che aveva mezz'ora. Entro quel termine, o la bandiera bianca sarebbe stata
issata sulla cima del forte o il suo destino sarebbe stato segnato. Le parole del negoziato
(probabilmente attraverso i Partigiani) arrivarono alla popolazione, pertanto le persone iniziarono
a lasciare Genova-Nervi come formiche, portando con loro la maggior parte delle cose che
potevano portare via. Erano convinti che a Genova-Nervi avrebbero avuto lo scontro, (cosi lo
pensavo anche io. Dal mio posto di comando vedevo giusto la gola di un cannone da 381 mm)
Circa 5 minuti prima dello scadere del termine, un minuscolo puntino bianco apparve in un
grande spiraglio per la resa sulla cima del monte Moro. L'effetto sulla popolazione che partiva fu
elettrico, la gioia regnava. Loro (gli Italiani che partivano) abbassavano i loro fagotti, danzavano e
ridevano e cantavano. Per loro era la fine della guerra.
Ho una lettera del Sindaco di Genova, Maggiore Faralli, che ci ringrazia di aver salvato la
sua Città e Nervi dalla distruzione dei grandi cannoni di monte Moro (e quelli sovrastanti la costa
203
verso Voltri, che erano in collegamento con monte Moro con comunicazione sotterranea130).
Entro il 30 aprile le disseminate sacche di resistenza nemiche sparirono. Il nemico riempi i
recinti di prigionieri di guerra mentre le truppe avanzavano e si spargeva la notizia del rapido
progresso che si faceva sul rimanente fronte Italiano. La Divisione Italiano San Marco del nemico,
la 34^ Divisione e la 5^ Divisione di Alpina stavano procedendo a Nord-Est vicino ad Alessandria.
Elementi organizzati della nemica 148^ Divisione furono repressi sulla Statale 62 a Nord-Est del
passo della Cisa.
MARCIA SU TORINO
Il 24 aprile, il 100° Battaglione della 442^ Fanteria si riposava vicino a Carrara, il 2°
Battaglione si spostava verso Aulla senza incontrare resistenza nemica e il 3° Battaglione venne
destinato a riserva della Divisione.
Aulla cadde il 25 aprile, mentre il 2° Battaglione arrivava da Est ed una Forza Speciale
(FUKUDA), composta dalle Compagnie B e F, arrivava da Nord-Est dopo aver fatto una marcia
forzata di 10 Miglia attraverso i monti. Gli uomini si erano spostati sull'ultima alta cima di fronte
ad Aulla, e da là videro il nemico ritirarsi in massa. Le strade erano coperte di uomini, camion e
vagoni tirati dai muli. La Compagnia Cannoni e la sua artiglieria di supporto spararono sul
nemico in ritirata e la strada si copri di uomini morti, carri capovolti, camion distrutti e muli
sbudellati.
Dopo che fu presa Aulla, il 2° Battaglione fu sostituito dal 3° Battaglione. La 370^ Fanteria
si mosse nella retroguardia. Il 100° Battaglione, sempre nei pressi di Carrara, venne allertato e
vennero fatti preparativi per l'inseguimento a Genova.
Il 26 aprile, il Reggimento mutò la direzione dei suoi attacchi verso la Costa. Vennero fatti
avanzamenti a Nord-Est contro il nemico in fuga. Una pattuglia raggiunse Reggio e contattò le
Forze Brasiliane laggiù. Pattuglie motorizzate sondarono la presenza di eventuali sacche nemiche.
il 27 aprile, fu ordinato al reggimento di aggirare Genova da Nord. Il 100° Battaglione era
impegnato a catturare a Busalla e chiudere il passaggio a Isola del Cantone. Il 3° Battaglione
arrivò alla periferia di Genova e si unì sul posto alla 473^ Fanteria . Il Colonnello Pursall fermò
dieci Tram, vi caricò i suoi uomini e viaggiò sino alla parte Ovest della Città. Lo stesso giorno il
100° Battaglione avanzò a Nord-Ovest e raggiunse Busalla nel valico montuoso che conduce da
Genova al Po. A Isola del Cantone fu creato un avamposto con carri armati e fanteria.
Il 29° e il 2° Battaglione entrò a Genova in Camion e proseguì verso Alessandria e nella
valle del Po. Qui ad Alessandria, circa 100 Tedeschi si arresero senza opposizione e si stabili un
contatto con i Brasiliani, sebbene contatti tra la 92^ Divisione ed il IV Corpo fossero già stati presi
a Pavia.
Asti Centro vinicolo, fu occupato subito dopo e le truppe celebrarono la Liberazione in stile
Baccanale. Vennero istituiti blocchi stradali in tutte le maggiori strade di collegamento da e per
Genova.
Il 473° Gruppo di Combattimento pattuglia la SS 1 (Via Aurelia) alla frontiera FrancoItaliana.
Il 30 aprile, i Plotoni I e R del 442° Reggimento, comandati dal Luogotenente Robert I. Wkuya e un
Distaccamento di artiglieria leggera della Compagnia H, fecero una puntata verso Torino distante
75 miglia e divennero le prime truppe Americane a raggiungere la Città.
130Non esisteva nessun collegamento sotterraneo ma solo telefonico e via radio.
204
La "Resa dei Tedeschi" - La popolazione è felice della fine della guerra saluta gli Alleati.
205
Cartina del percorso della 92^ Divisione Buffalo negli ultimi giorni di guerra
206
Testimonianza della Signora Carmen sulla battaglia di San Lorenzo della Costa il 26/4/45.
La signora Carmen nata ed abitante a San Lorenzo della Costa, frazione di S. Margherita
Ligure, ha vissuto in prima persona lo scontro tra il 760° Tank Reggimento della 92^ Divisione
Buffalo, contro gli Artiglieri del Reggimento Cadelo della 1^ Divisione Alpina Monterosa, Lei, a
quel tempo, abitava con la sua famiglia proprio all'interno della Villa dei Bozzo, in quanto loro ne
erano i custodi durante la guerra e anche dopo.
La Villa dei Bozzo era ed è disposta lungo la strada Aurelia, poco prima del Km 499, con
veduta a Sud sul mare di Santa Margherita Ligure, a Nord-Ovest il monte di Portofino; mentre il
lato Nord, è costeggiato dalla antica mulattiera che conduce sulla Costa di S. Lorenzo verso
Rapallo, chiamata Via Torre San Gioacchino, con vista delle montagne del nostro Appennino.
Dalla Villa Bozzo, si dominava con lo sguardo, tutto lo scenario del transito delle truppe
Nazifasciste in ritirata verso la Ruta di Camogli e Recco, dopo poche ore da questo transito della
disfatta, si udiva in lontananza, il rumore dei mezzi militari Americani, delle Jeep ma sopratutto dei
dei carri armati, che sopraggiungevano dal lato Est dell'Aurelia, vicino in cima della salita che da
Rapallo conduce a Saltaincielo, ed a San Lorenzo della Costa. Poco si vide arrivare una Jeep in
avanguardia, e dopo il sopraggiungere del primo Tank Americano.
Proprio quel giorno che videro passare miglia di soldati Italiani, Tedeschi, con vestiti e
divise differenti, che marcavano la diversità fra le varie truppe. La popolazione era contenta, corse
voce che a Rapallo erano arrivati gli Americani ed i Partigiani, era un giorno di festa, anche nelle
due città, Chiavari e Rapallo la popolazione ne era felice.
Ciò nonostante, da diversi luoghi si sentivano ancora spari, anche le batterie sul monte di
Portofino Vetta, avevano sparato molto il giorno prima e nella notte, poi avevano taciuto.
Solo alcuni Ufficiali Tedeschi ed Italiani avevano detto alla popolazione del Paese di non
uscire, e stare in casa, nascosti.
Ma la popolazione aspettava la Liberazione, la fine della guerra, la libertà dopo tanti anni di
dittatura, di miseria e lutti. A San Lorenzo la gente era uscita comunque!
Buona parte delle donne della Costa e di S. Lorenzo, avevano raccolto fiori nei giardini e
nelle fasce, felici di donarli all'arrivo dei Liberatori.
Purtroppo le cose non erano così facile come loro pensavano, all'arrivo dei primi Tank
Americani, fu proprio il primo di questi ad essere colpito al km. 499,150, davanti alla trattoria degli
Amici. Due soldati del carro armato, furono feriti gravemente dal colpo di cannone, che esplose
sopra il mezzo stesso, uno era un Soldato di Colore che morì quasi subito, mentre l'altro soldato fu
soccorso dai compagni e fu portato nella retrovia, ma anche per lui le ferite erano molto gravi e lo
stesso morì poco tempo dopo.
Questo evento portò molta tristezza nella popolazione, nel loro cuore c'era l'entusiasmo per i
fiori raccolti, da consegnare ai primi Liberatori, tutto questo fu cambiato.
Quei preziosi fiori raccolti con tanto amore, furono con lo stesso calore usati, per coprire le
due salme, dei sfortunati Soldati Americani caduti sul posto, anche Loro erano caduti per la Libertà.
San Lorenzo della Costa il 06/09/2012.
207
Lettera di denuncia, del Sacerdote Prospero Schiappacasse Arciprete di Tasso, per minacce e
violenze nei suoi confronti e dei Familiari, da parte di alcuni Volontari.
Il documento è scritto a mano, con precisione certosina e di una razionalità eccezionale che
ne dimostra la personalità dello scrivente Sacerdote Prospero Schiappacasse, Arciprete, il quale
denuncia al Comando Partigiano della G.L. G. Matteotti, le minacce e soprusi avuti da alcuni
componenti di detta Brigata.
Il Sacerdote consegna questa lettera a persona di sua fiducia131, da consegnare al Comando
onde intervenga nei confronti dei suoi persecutori, in modo di far cessare queste tristi e violente
condizioni.
Nella lettera di comunicazione si allega una precisa relazione dei fatti e delle minacce, con
date, orari, nomi delle persone che sono responsabili di queste indegne azioni nei suoi confronto e
delle persone a lui vicino. Egli porta conoscenza che le sue condizioni sono povere, e che a Pannesi
i Tedeschi e Alpini della Monterosa le avevano già bruciato la casa con tutto il suo arredo e
biancheria.
Nella memoria scritta dal Sacerdote, inizia dalla data del 13 giugno 1944 primo incursione
alle ore 22,30 di due “individui” i quali minacciano il Parroco di essere collaboratore dei Fascisti
e di persuadere i giovani di arruolarsi nella RSI.
In data 1 agosto alle ore 02,30 si presentano tre individui con le solite minacce, i quali
chiedono vino (Anche dimostrano di essere già alticci) ma prima di bere vogliono che il Parroco
beva prima lui, in modo di essere certi che il vino non sia avvelenato, seguono invettive e ingiurie
contro di lui e di tutti i preti ad eccezione di uno? Gli stessi individui denunciarono il Parroco che
egli aveva la casa piena di armi ed altre fandonie, poi imposero al Parroco di seguirli prima a
Pannesi e poi a Barbagelata e poi a Rovegno.
La persona che era di servizio al Parroco che intervenne in sua difesa fu minacciata di
essere arrestata con lo Stesso e portati via assieme, poi i tre individui chiesero di visitare la casa e
iniziarono ad aprire alcuni cassetti di tavoli e mobili, minacciando anche di incendiare la Chiesa e
chiedendo anche soldi, cosa che non era di facile accoglienza, dovuta alla povertà della
Parrocchia stessa, che doveva saldare ancore vecchi debiti.
Il giorno seguente la cosa avvenuta in Canonica si seppe in tutto il Paese, non per
informazione del Parroco ma dei tre individui, i quali si erano vantati della bravura.
Il 14 agosto nel pomeriggio arrivò uno dei tre, per sapere cosa avesse Egli riferito a
Massone (Piemonte di Pannesi) sul suo conto?
Il 15 agosto sempre nel pomeriggio, venne un altro sempre per lo stesso motivo, il Parroco
rispose che purtroppo per la sua artrosi non era più uscito e ne parlato con alcuno.
Il 14 settembre alle ore 02,00 si presentò un'altra squadra armata, la quale dette
disposizione di scendere tutti i presenti nella Canonica entro 5 minuti, scese le persone presenti la
squadra inizia ad accusare il Parroco di inviare lettere ai Fascisti, attraverso una certa Canini
Santina, che con la quale il Parroco avrebbe avute relazioni poco oneste.
Il giorno due ottobre nel pomeriggio si presentava uno dei tre individui il quale pretese dal
Parroco una dichiarazione che Egli non prese nulla alla Parrocchia e ne al Parroco, dicendo che il
Massone aveva fatto rapporto al Comando Partigiano dei “fatti già avvenuti” e nel rapporto egli
dichiarava di furti avvenuti nella Chiesa a causa dei “tre individui” .
La cosa continuò per un lungo periodo con diverse incursioni e minacce, in data del
30/11/44 il Parroco scrisse una completa denuncia al Comando della G.L. G. Matteotti elencando i
fatti e i nomi dei tre individui:
La notte del 1° agosto (2^ visita) si presentarono il sedicente M. P. (Come lo chiamavano quelli
della squadra)
131 La era stata consegnata al Partigiano “Alì” (Di nome Massa Lino di Recco, visto che il Parroco era nativo di
Camogli) non fidandosi di altri?
208
3^ Visita: Un certo C. che si diceva Capo, M. F. e un Biondino piccolo magro sconosciuto.
Il 14 agosto 3^ visita si presenta F. G.
Il 15 agosto 4^ visita si presenta M. P.
Il 14 settembre 5^ visita si presenta ancora M. P. che fungeva da Capo, G. F. e altri non individuati
che rimasero fuori.
Firmato da: Sac. Prospero Schiappacasse Arciprete.
(AILSREC vedi Carte Zolesio Novembre 44)
Note di GB :
Da un successivo documento si conviene che il memoriale scritto dal Parroco di Tasso fu
consegnato al Partigiano “Alì”, inoltre si legge nella relazione le seguenti dichiarazioni sul caso:
< In quanto alla condotta morale (Del Parroco) giudicherei falsi gli addebiti mossi contro di Lui.
Mi nasce il sospetto che possano essere stati originati per assicurarsi l'impunità di una rapina fatta
dal sedicente Mario P. ad una povera famiglia del luogo non di Fascisti, ma composta da un
vecchio e le due figlie, portando a loro via 1500 Lire, e minacciandoli di non dire nulla a nessuno e
tanto meno al Parroco. Più tardi una delle due figlie fu accusata dagli stessi di essere l'amante del
Parroco. Detto Mario e compagni si recarono più volte notte tempo dal Parroco con prepotenza e
minacce chiedendo la consegna di tesori (Denaro, oro e argento) di proprietà della Chiesa, nonché
quelli personali.
Per maggiori informazioni rivolgersi ad Alì al quale venne consegnato dal Parroco un Memoriale.
Detto memoriale a sua volta doveva essere consegnato al Comando, al quale il Parroco di Tasso
domandava pure un abboccamento (chiarificatore).
Segue note:
Piemonte non era gradito da alcuni Volontari della G.L. G. Matteotti, ed ne era temuto per le loro
malafatte. Anche nel primo dopoguerra durante la sua Presidenza del CLN al Comune di Lumarzo,
un Commissario della G.L. G. Matteotti, intervenne contro lo stesso CLN, in difesa di alcuni
Fascisti.(Vedi funzionamento del CLN di Lumarzo)
Conclusioni e commento di G.B.
Anche questi tristi episodi, fanno parte dei difficili momenti della nostra Storia, ma grande
fu l'Ideale della Lotta Partigiana, della Resistenza Antifascista per la conquista della Nostra
Democrazia, della Libertà, della Nostra Repubblica, grazie a tanti Giovani di Allora che scelsero il
riscatto del nostro Popolo al gioco Nazifascista, tanti pagarono con la Vita, con prigionia e torture
queste scelte. Grande fu il contributo della Gente dei nostri Paesi, dei Contadini, Parroci, Medici,
Operai, Giovani Studenti, e tanti Altri Cittadini e Paesani. Terminando questa mia raccolta di
episodi, lascio la conclusione al Valore Ideale delle parole scritte in una lettera da una Ragazza (Evi)
di Uscio arrestata per cospirazione e organizzazione Antifascista:
Partigiana della Brigata SAP “Garaventa” di Uscio -Divisione Garibaldi VI Zona Pinan Cichero.
Dal Campo di Concentramento 9 di Bolzano (Deutsche dienstpostst Alpenvorland Bozen)
Verificato per Censura.
20-8-44
Cara Mammina
Immagino l'immenso dispiacere che provi sapendomi qui, ma fatti coraggio e
sopratutto non piangere, pensa che tua figlia è orgogliosa e contenta di esserci, l'unico
cosa che mi dispiaccia è di essere lontana da voi tutti che voglio immensamente bene.........
..... Firmato..... Evi
209
Maggio 1945 - Partigiani della SAP "Bedin" alla Madonna del Bosco di Pannesi, che festeggiano
la consegna da parte del CLN e CVL gli attestati di "Partigiani"
Vecchia Bandiera dell'ANPI di Pannesi con la scritta eseguita dalle Suore e Ragazze del Paese
210
Paletta in acciaio con astuccio per lavori di scavo dello Wehrmacht-herri: Bossoli per cannone
anticarro 47/32 e per obice 75/17 di produzione Italiana, in uso alla Divisione Monterosa.
Il Famoso STEN MK II cal. 9 mm Parabellum (Amico fedele Partigiani) di produzione Inglese
211
23 aprile 1945 - Fanteria della 92^ Divisione Buffalo in marcia dalla Garfagnana verso la Liguria.
212
Garaventa Agostino detto Franco di Calcinara, Vice Capo Distaccamento nella Brigata Berto,
fratello della Partigiana Erminia detta A Meistra. - Ponta Giovanni detto "Gianni" della ex Brg.
Peter, poi in Val Borbera con Scrivia, fece parte del Gruppo Comando della Brigata Oreste.
213
La popolazione di S. Stefano d'Aveto festeggiano i Partigiani della Brigata “CAIO”
Partigiani del Distaccamento Kappa della Brg. Berto, al Passo della Forcella
214
Partigiani del Distaccamento Alpino della Brigata "Berto" presenti alla resa
nazifascista a S. Alberto di Bargagli il 27/4/45.
215
Trattoria di monte Cornua, spesso luogo di incontro fra i Comandi Partigiani: Sotto il
proprietario Beccaria Angelo "Guido" Partigiano che fece parte del Gruppo Comando della
Cichero; Cappellino Giuseppe detto "Bandiera" della Brigata "470 Poggi" di Sussisa.
A ds. i Partigiano Lagomarsino Ugo detto "Roa" ed il SAP Cabona Luigi detto "Scarpin"
216
1944 - Barbagelata prima del suo incendio da parte degli Alpini della Monterosa
Il Patriota Romano Emilio, il figlio Giuseppe detto “Milanin” Commissario della SAP Garaventa.
217
Carriaggi del Battaglione Bassano della Divisione Monterosa al rientro in Liguria dalla sua
formazione ed istruzione in Germania, l'8^ Compagnia venne dislocata nella zona tra Camogli e
Zoagli al Comando del Capitano Firmian Giovanni. La Compagnia partecipa il 27-28 Agosto 1944
al rastrellamento e battaglia di Allegrezze presso S. Stefano d'Aveto, dove viene ucciso nello
scontro il Partigiano Solimano Silvio detto "Berto" di S. Margherita Ligure Medaglia d'Oro al V. M.
218
Torriglia i primi giorni di maggio 1945: Il Partigiano Aldo Gastaldi detto "Bisagno"
Comandante della Divisione Garibaldina "Cichero" della VI Zona Operativa, nel
festeggiare i primi giorni di Liberazione del nostro Paese si congeda con un gruppo di
Partigiani, che assieme hanno combattuto contro i Nazifascisti nelle nostre montagne.
219
Il Partigiano Bisso Emanuele detto Manêu di Uscio detto "L'Armaiolo dei Partigiani"
Anni 1950: Gino di Lumarzo; Bisso Emanuele; Schenone Aurelio (Reliu du Storia) di Lumarzo;
Giuffra Luigi (Gino de Battagna)
220
Partigiani del Distaccamento “Alpino” alla fine di Aprile 1945 nella zona di Uscio, si nota il
Partigiano Garaventa Bruno (Liscio) di Calcinara, e altri non meglio identificati.
Partigiani di Uscio, presso la Trattoria di Cornua che festeggiano il 25 Aprile in ricordo della
Liberazione. Si nota tra i presenti: Garaventa Bruno (Liscio) e Lagomarsino Silvio (Coniglio) ferito
nella battaglia di Roccatagliata il 13-14 marzo 1945; Oliva Mario (Feûza); Bisso Salvatore (Tino);
Bisso Pasqualino (Piffe); Ferro Piero (Lik).
221
Memorie dei Partigiani colpiti al Ponte di Rovegno il 24 Aprile 1945
Documento rilasciato dal C.L.N. Alla Famiglia del Comandante Partigiano Florio Renato.
Rovegno aprile 1945: Sepoltura dei Partigiani caduti sul ponte di Isola di Rovegno
222
Scheda del C.L.N.A.I. del Comandante Partigiano Florio Renato detto “Napoli”
223
Momenti dei funerali dei Partigiani caduti sul Ponte di Isola di Rovegno il 24 Aprile 1945
Le Donne con le corone e fiori davanti alla chiesa di Rovegno
La Santa Messa per i caduti Partigiani al Ponte di Isola di Rovegno
224
Rovegno il corteo funebre con le bare dei Partigiani sulla strada verso la Chiesa del Paese
Fanteria della 92^ Divisione Buffalo durante un attacco contro i Nazifascisti nella Garfagnana; si
nota i castagni che mancano dei rami piccoli, distrutti dalle raffiche di mitraglia e colpi di mortaio.
225
Memoria dei Partigiani Garaventa Giovanni e Massone GB di Garaventa Bruno
Calcinara di Uscio Aprile 1945:
Il mio ricordo che ho di Garaventa Giovanni detto “Castagna” Comandante della Brg. SAP
Bedin e del Partigiano Massone Giobatta detto “Villa” di Pannesi di Lumarzo, risale alla metà di
Aprile del 1945.
Io con mia madre, Bacigalupo Carmela Emilia e un mio Fratello di latte Divano Gianni, quel
giorno che non ricordo con precisione la data, ma circa era la metà del mese di Aprile 1945 ci
trovavano di pomeriggio in località detta “Cian de Micchè” che rimane a Nord della frazione di
Calcinara, nella zona difronte alla Madonna del Bosco e a Lainà di Pannesi. Eravamo in un terreno
di mio padre, dove vi era stato seminato del grano per uso famiglia, e proprio il quel periodo mia
Madre vi si era recata portando anche noi due bambini, per levare le erbe infestanti (Scerbà u gran)
fra le piantine di grano, che proprio in quella stagione si sviluppano notevolmente.
Era nel primo pomeriggio e ci trovavamo nella fascia più bassa del podere ad eseguire
quanto sopra, e nel mentre eravamo affaccendati in quel lavoro, mia Madre vide arrivare due
persone su un piccolo sentiero, che passava proprio sotto la fascia dove si lavorava, un piccolo
sentiero che arrivava dalla Madonna del Bosco di Pannesi, attraversava Bosco Piccino, risaliva la
Scaggia di Cian de Micché e raggiungeva la parte alta della Bastia e Costaferrena 132 arrivava sino a
Colle Caprile, il sentiero era poco conosciuto, attraversava nel mezzo ai boschi ed era poco visibile.
Mia Madre che era intenta nel suo lavoro, lo sospese per andare incontro alle due persone
sopraggiunte che io non avevo mai viste prima, e notai che dei due che erano arrivati mia Madre ne
conosceva bene uno, si salutarono molto affettuosamente, era quello che poi Lei disse a noi che era
un nostro Parente, solo alla morte di questo nostro Parente, non molto tempo dopo, venni a sapere
che quello era Garaventa Giovanni e l'altro era uno dei Massonetti133 che i due erano Partigiani.
La cosa che mi aveva colpito della persona assieme a Giovanni, era il berretto la cui forma
era rotonda senza visiera e in pelo di coniglio scuro, erano poche le persone che portavano questo
tipo di berretto, tutti e due erano vestiti come normalmente lo sono i contadini, non avevo notato
nulla di diverso.
Mia Madre si mise a parlare con loro, ed in particolare più con Giovanni, mi ricordo che
chiese a Lui della guerra, come era la situazione e quando sarebbe finita? I tre parlarono una decina
di minuti, spostandosi nel frattempo sotto dei rami di alcuni alberi di castagno, mentre noi eravamo
vicini a loro ma non sentivamo bene i loro discorsi. Quella era la prima e ultima volta che vidi il
Giovanni.
Dopo la Liberazione quando tutti noi venimmo a sapere che questo nostro Parente era stato
ucciso il 27 Aprile presso la località Gione vicino a Calcinara, il dolore dei miei Genitori e fratelli
fu grande, perché oltre che parenti con la Famiglia di Giovanni, vi era anche una salda amicizia con
la di Lui Madre di nome Maria, la Sorella Rita e il Fratello Gildo.
In quella occasione mia Madre ha esaurito la nostra morbosa curiosità, tra le lacrime ci
aveva spiegato che il Partigiano caduto era quella persona che si era fermato a parlare con Lei quel
giorno in Cian de Micché, e così Lei ci raccontò della conversazione avvenuta fra loro quel dì che si
stava “scerbando il grano”.
Lei quel giorno chiese ai due Partigiani informazioni sulla situazione della guerra, quando
sarebbe finita, cosa stava sarebbe accaduto dopo? Le risposte che Lei ebbe dal Partigiano Giovanni
furono le seguenti:
Che ormai l'esercito Tedesco e i Fascisti erano in grosse difficoltà, che le truppe Alleate
Americani e Inglesi, avevano occupato la Toscana e stavano per arrivare in Liguria, i Tedeschi ed i
Fascisti avrebbero ripiegato verso Genova, ed anche nella nostra Zona, che se questi non si fossero
132Costaferrena era dove abitava il Garaventa Giovanni e la sua Famiglia.
133Modo in cui da noi si indicava questa Famiglia di Pannesi
226
arresi dopo brevi combattimenti, le Truppe Alleate avrebbero bombardato le postazioni “Locali” e
colonne nemiche in movimento, che era pertanto necessario che anche noi ci organizzassimo a
cercare un buon rifugio per mettersi in salvo da questo eventuale avvenimento.
Il Giovanni spiegò a mia Madre altre cose sulla guerra, ma poi disse: Cara Milia134 vedrai
che quando la guerra sarà finita saremo tutti più liberi, la gente sarà felice di stare assieme in un
mondo più giusto, e con migliori condizioni di vita per tutti, con più uguaglianza, queste sono le
parole che avevo sentito raccontare in quel triste giorno. Quel Partigiano era morto per questi grandi
Ideali, che io ho sempre conservato nella mia memoria e che non erano morti con Lui, ma proprio
da Lui e tanti Altri come Lui ci hanno lasciato da custodire, come un grande patrimonio sociale.
Dopo molti anni che ebbi occasione di incontrare il Massone GB detto Villa, parlando di
quell'incontro avvenuto nell'Aprile del 45 con Garaventa Giovanni in Cian de Micché, fu Lui che
mi disse: Il Partigiano vicino a Giovanni era Lui “Villa” era quello col berretto di pelle di coniglio,
che accompagnava il nostro Parente in missione, e si ricordava bene di noi e di mia Madre che Lui
non conosceva bene, ma conosceva invece molto meglio mio Padre che erano anche amici.
Quanto scritto e la verità di un grande episodio della mia vita, che mi ha dato la formazione
del mio giovane pensiero di allora che non dimenticherò mai. (Garaventa Bruno)
In memoria
Si riporta una frase lasciata scritta dal Partigiano Aldo Valerio detto “Riccio”:
Comandante della Brigata “Zelasco” Divisione Garibaldina “Coduri” VI Z.O.
….C'è un gran bisogno di testimonianze, ma sopratutto c'è un gran
bisogno di fare conoscere fatti e uomini semplici ed oscuri che hanno fatto la
storia Partigiana.
Non sono i generali che vincono la guerra, ma spesso oscuri soldati, che
la storia purtroppo è destinata, ciò in ogni epoca, a non conoscere.
La Resistenza ha il dovere di capovolgere questa interpretazione
retorica e patriottarda che finiva con il premiare gli “uomini gallonati”, e non
dare agli eroi umili ed oscuri quello che loro spetta e si sono guadagnati sul
campo di battaglia.
Ringrazio tutte le Persone, che hanno collaborato per la realizzazione di
questo libro, che riporta cronache e memorie degli eventi durante la “Lotta di
Liberazione” 1943-45 nel nostro Territorio. Ringrazio tutti quelli mi hanno fornito
foto, testimonianze, documenti e racconti dei loro ricordi di fatti realmente avvenuti.
Testo di Garaventa Bruno - (Uscio – Genova) Cell. 3383465840)
Mail - brunogaraventa@libero.it
134 Milia era il nome che veniva chiamata dalla Gente di Colle Caprile mia Madre (a Colle era nato anche Giovanni)
227
Famiglia sfollata dalla Riviera di Genovese a causa dei bombardamenti.
Fanti della 92^ Divisione Buffalo in una riunione operativa.
228
Vecchio Dodge dell'Esercito USA Army, con motore a benzina di alto consumo, per
convenienza furono trasformati a metano, i camion resero utili servigi nei nostri paesi.
Monte Becco veduta del 1904 - La trattoria venne bruciata dei soldati Tedeschi nel 1944
229
Veduta di Sant'Alberto (Uberto) di Bargagli nel 1915
Gattorna (1915) e il ponte sul Lavagna (minato nel 1944-45 dai soldati Tedeschi).
230
Don Bobbio GB, Parroco di Valletti, arrestato il 30-12-44 durante un rastrellamento dei
nazifascisti, al Comando del Capitano Malingher, viene portato a S. Maria del Taro, poi in
carcere a Chiavari, dove la mattina del 3-1-45 fu condotto alla fucilazione. Don Giuseppe
Oneto, Parroco di Pannesi e del Santuario della Madonna del Bosco, attivo Antifascista
collabora con la SAP Bedin, viene nominato dalla DC nel CLN di Lumarzo, dove è eletto
Segretario. Dopo la Liberazione, partecipa alla formazione della prima Giunta Comunale, ed
alla nomina del primo Sindaco del Paese. Don Attilio Fontana detto Don Cichero e
Parroco del Paese. Fu tra i primi a rendersi disponibile per l'aiuto agli ex prigionieri
“Alleati” e sostenitore dei Partigiani. Arrestato nel marzo 1944 e imprigionato a Chiavari.
Grazie all'intervento di Monsignor Amedeo Casabona, fu trasferito al giudizio del Tribunale
Speciale di Parma, da dove riuscì a sfuggire alla Fucilazione. Fu Cappellano della Divisione
Garibaldina Cichero VI Zona Operativa.
Genova la Liberazione: Pietro Nenni; Enrico De Nicola; Il Sindaco Faralli. I Partigiani
Serbandini Giovanni “Bini”; Zolesio Antonio “Umberto”; Fico Eraldo “Virgola” e altri.
231
232
233
Ringrazio
La Famiglia di Florio Renato di Agerola, per la consegna di documentazione e
foto , in ricordo del Partigiano “Napoli” Comandante della Brg. SAP “Bedin”
la mia riconoscenza
Alla gentilezza dell'Architetta Elisabetta Bergonzi, per il suo tenace interessamento
nella ricerca della Famiglia Ughini e Bergonzi, Genitori del Partigiano “Bedin”; un
ringraziamento ai Cugini del Partigiano “Bedin” per le foto fornite e a tutte le
persone di Bettola, che hanno collaborato nella loro ricerca.
Un ringraziamento particolare al Commissario della Provincia di Genova,
Signor Piero Fossati, per la sua fattiva collaborazione e contributo alla
realizzazione di questo libro, nel ricordo dei Caduti ed alla popolazione dei
nostri Paesi, che con i suoi migliori figli, hanno partecipato alla lotta contro il
nazifascismo, per la Libertà e la Democrazia. ( Bruno Garaventa)
Si allega fra le copie seguenti, un documento del CLN, che comprova il rastrellamento dei
tedeschi della Wehrmacht a Lumarzo, in data del 23-9-1944. Durante la battaglia contro i
Partigiani, (dove cadde eroicamente Bedin) furono incendiate alcune cascine e case rurali
234
Copia di documenti originali: ILSREC di Genova
235
Il vice Comandante della Brigata SAP Bedin, Garaventa Giovanni detto Castagna, viene nominato
Comandante della stessa dopo la morte del Comandante Florio Renato detto Napoli.
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Lasciapassare del Comando SAP del Gorreto a “Piemonte”
Lasciapassare del Comando Partigiano 3^ Divisione Ligure (Divisione Cichero)
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Tessera con bollini per acquisto farina
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Scheda di registrazione all'ingresso dei prigionieri, campo di “Prigionia 52“ di Calvari.
Contabilità di Piemonte delle spese Partigiane
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Indice
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Memorie e cronaca della Liberazione 1943-45 Pannesi e Lumarzo.
Lettura e organizzazione delle formazioni Partigiane e della Resistenza
La prima formazione dei Volontari.
Segue C/s e foto
Formazione delle Brigate Partigiane in VI Zona dopo marzo 1944.
Divisione Garibaldina ex 3^ Divisione Liguria
Divisione Garibaldina "Coduri"
Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti
Dislocazione della Brigate Partigiane e SAP nel Golfo Paradiso, Uscio e Pannesi.
Brigata di Montagna SAP "Bedin" (Pannesi)
Brigata SAP Garaventa (Uscio)
Brigata di Città 470 Poggi (Sori)
Segue c/s e Foto di "Bisagno" "Gino" "Lesta"
Bando del Comandante del Presidio Militare Tedesco.
Storia e nascita della Brigata Garibaldina SAP di Montagna "Bedin"
Promemoria sulla Brigata Peter di Scrivia. Foto del 26-4-45 Genova i Partigiani
scortano i prigionieri tedeschi.
Storie di singoli Patrioti e Partigiani riconducibili al Comune di Lumarzo.
Cap. 01 Massone Emanuele detto "Piemonte"
Cap. 02 Relazione di Piemonte al CLNR della Provincia di Genova.
Pannesi 1946 - Foto Commemorazione Caduti Partigiani.
Cap. 03 Mistero delle tre buste da lettera con indirizzi Polacchi.
Cap. 04 Trascrizione di alcuni documenti di "Piemonte".
Pannesi 1947- 48 Foto gruppo di popolazione del Paese.
Cap. 05 Raccolta e sottoscrizione, da parte di Piemonte, per le Bande Partigiane della
Divisione Cichero. (Segue conteggi)
Cap. 06 Note su Massone Lorenzo e la Famiglia di Piemonte.
Foto Funerali del Partigiano Massone Lorenzo.
Foto: Lumarzo 25 aprile 1946 corteo in memoria ai caduti, e Pannesi 5 Strade.
Foto Varie: Scrivia; Gruppo di Pannesi; Piemonte; Scolari Andrea.
Foto Inaugurazione Cappelletta delle Cinque Strade di Pannesi.
Arresto di Massone Lorenzo e memorie di Olcese Bruna e Schenone Antonia di
Pannesi, con foto.
La ritirata Nazifascista da Recco a Uscio e Pannesi: Memorie di Olcese Aurora ed il
marito Olcese Paolo.
Foto partecipanti al 5° congresso PCI a Roma 1945
Cenni sulla Famiglia Massone.
Il Partigiano Massone Lorenzo.
Fatti militari in Fontanabuona e a Lumarzo
Cap. 01 La morte del Partigiano Ughini Oreste detto "Bedin".
Cap. 02 Segue la memoria di un Partigiano presente al fatto e documenti vari.
Segue documentazione su Bedin
Segue documentazione Lumarzo c/s
Relazione del comando Tedesco sulla situazione alta Fontanabuona.
Cap. 03 Lumarzo storie e racconti delle persone del posto.
Documenti vari sulla situazione militare inerenti alla zona di Lumarzo.
Foto del Partigiano “Bedin” e Partigiani di Uscio, Pannesi e Genova a Bettola.
Foto Inaugurazione a Stugge di Lumarzo del Cippo a “Bedin” e Partigiani caduti del
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Comune di Bettola.
Lumarzo: aggiornamenti e racconti da persone del Posto.
Racconto di Crovetto Anna del Giorno 3/09/2012
Racconto di Corsiglia Eddi marito di Anna, segue) corteo a Lumarzo il 25-4-45
Racconto di Ferrera Renato della località "Piane di Lumarzo" Segue foto del
Partigiano Faggio Onorato, Comandante del Distaccamento Lumarzo Brg. Bedin.
Foto di Corsiglia Eddi e la moglie Crovetto Anna in casa a "Stugge"
Commento sulla battaglia di Lumarzo.
Racconto dell'ex Sapista del Distaccamento Lumarzo del SAP Bedindi Corsiglia
Eddi marito di Anna (Segue)
Racconto di Schenone Angelo di Pannesi, momenti della resa nazifascista.
Foto del Comandante Zolesio a Genova con altri dirigenti della G.L.
Trascrizioni di alcune comunicazioni fra i Comandi e Brigate, rigurdanti la Zona di
Lumarzo.
Lettera di Ognio II° a Umberto. Lettera di Murri a Umberto del 2-10-44
Trascrizioni di Documenti e manoscritti.
Documenti di Renato II - seguono varie relazioni
Informazioni di Ognio II a Umberto del 15-4-45.
Foto del Comandante "Bisagno " e Don Luigi Canessa, Prete Partigiano.
Foto di Garaventa Luciano e il Partigiano Cabona Tranquillo “Raffica” Brg. Berto.
Segue parte di una lettera di Ognio II° e la cartina eseguita a mano della dislocazione
Tedesca a Lumarzo.
Foto Jeep del 760 Reggimento USA a Sestri Levante il 25/4/45
Genova 28/4/45 Prigionieri Tedeschi in Colonna verso i campi di raccolta.
Segue lettera di Ognio II° e di Carlo a Umberto.
Foto Partigiani G.L. G. Matteotti a San Marco d'Urri.
Disposizioni e ordini negli ultimi giorni di guerra fra i Comandi e le Brigate.
Seguono disposizioni dei vari Comandi.
Note di GB e foto Piemonte alla commemorazione dei Partigiani alle 5 Strade.
Arrivo della 92^ Divisione Buffalo e la ritirata delle truppe Tedesche e della RSI
dalla Riviera di Levante Ligure.
Cap. 01 Cronaca della 92^ Divisione Buffalo nella Riviera di Levante, segue foto.
Cap. 02 Premessa di G.B. Cap. 03 Memoria del Sottotenente Guasti Gianmaria.
Cap. 04 Memorie dal di Mario Bertelloni e Federico canale "Chiavari 43-45 una
cronaca"
Cap. 05 Relazione del 28/4/1945 scontri a Rapallo contro i Tedeschi del 23/24/25
Aprile, segue foto su Rapallo.
Cap. 06 Memorie di un Bersagliere della Monterosa.
Foto Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm e autocarri USA nel fiume in
Fontanabuona. Partigiani; il Comandante “Saetta” e Partigiani della Brigata Longhi.
Foto Mezzi militari USA Army
Foto - Sherman M4 A3 colpito a S. Lorenzo della Costa, seguono foto relative alla
battaglia del 26-4-45
Relazione del CLN di Camogli degli eventi bellici fra - CLN e truppe Nazifasciste.
Cronaca ed eventi militari in zona: Nervi, Pieve L. - Bogliasco, e Mulinetii.
Relazione di Guidi
Messaggio di Guidi a Umberto
Messaggi al Comando militare del CLN
Comunicati vari al Comando della IX brigata G.L.
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Seguono altre comunicazioni.
La morte del Partigiano Massa Enrico a Terrile di Uscio.
Elenco Partigiani della IX Brigata G.L.
Relazione del Comandante del Distaccamento Misto della VI Zona (Anselmi Tullio).
Nota allegata alla relazione (di Anselmi Tullio).
Foto Generale Almond della 92^ Divisione Buffalo, segue altre foto
Ritirata dalla Fontanabuona del Tenente Cristiani della Monterosa.
Foto Alpini della Monterosa a S. Colombano Certenoli
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Cronaca degli ultimi giorni di guerra della Brigata SAP Bedin.
Cap. 01 Cronaca e Partigiani Caduti al Ponte di Isola di Rovegno.
98-9 Cap. 02 Ruolo della SAP Bedin e dei suoi Distaccamenti.
100 Cap. 03 Dislocazione delle Formazioni Partigiane e truppe Nazifasciste,
102 Cap. 04 I giorni 26 e 27 aprile giunsero a Bargagli e a S.Alberto oltre la Brigata della
G.L. G. Matteotti vi erano altri Distaccamenti della Brigata Berto
102-3 Storie ed eventi riconducibili alla Zona di Pannesi e Lumarzo.
103 Note di G.B.
104 Foto del Partigiano "Berto" e "Bini" Arresto del Partigiano Bianco Aldo di Mulinetti
detto "Mulinetti"
104-5 Rastrellamento della Monterosa e Tedeschi a Pannesi del 27/08/44
105 Scontro a Pannesi fra Partigiani e Militari Tedeschi.
105 Note di GB sugli episodi citati.
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Breve storia della Famiglia Funari di Camogli ma sfollata a Pannesi.
108-9 Segue poesia di Funari: "A Pannesi il 27 Agosto 1944" e foto
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Memoria di G.B. di Uscio in ricordo di Don Oneto di Pannesi.
112 Testimonianze e ricordi da persone della Zona.
Memorie di Giorgio Massone: La minestra.
Tentativo di colpire il Comando Partigiano di Pannesi attraverso una spia.
113 Infiltrazione di spie e documenti vari dei Comandi Partigiani.
Cap. 01 Informazioni del S.I.P. Du fatti di Spionaggio
Cap. 02 Elenco di alcuni casi.
114 Cap. 03 Lettera dove si denuncia la scarsa prudenza di alcuni Partigiani della Brg.
Giustizia e Libertà.
114 Testimonianze del Partigiano Lagomarsino Ugo detto "Roa" nato a Pannesi.
115 Florio Renato Comandante della Brigata SAP Bedin.
116 Memoria su Garaventa Giovanni "Castagna" (Testimonianza del fratello Gildo).
117 Memoria di Massone Giorgio e "Villa"
117 Ferriere: Storie racconti da persone del posto. Testimonianza di Lercari Giovanni.
Bisagno, attacco alla caserma delle GNR di Ferriere
118 La morte di Decio Guido
119 Rastrellamento del 19/11/44 Uscio, Tribogna, Ferriere.
Arrivo del 442° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo USA Army.
120 Memorie di Schenone Aldo nato a Lumarzo.
120 Liberazione e funzione del CLN della Liguria.
121 Formazione del CLN - Lumarzo dopo il 27 Aprile 1945
121 Storia e funzionalità del CLN di Lumarzo segue:
112 Segue documentazione e attività CLN e Vari
128 Copia dell'originale di autorizzazione a Massone Erminio di ritirare i cavalli.
128 Racconti e memorie su fatti ed episodi della Resistenza, legati a Pannesi di Lumarzo
"Badoglin e Villa"
132 Qualifiche Gerarchiche Partigiane riconosciute dalla Commissione Ligure della Brg.
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SAP di Montagna "BEDIN" VI Zona Operativa.
Pag. 133 Dati di Partigiani e loro attività Politica e militare della Brg. SAP di Montagna
"BEDIN"
Pag. 138 Elenco Partigiani e Patrioti SAP - BEDIN (ANPI)
Pag. 139 Caduti a causa di Guerra SAP - BEDIN
Pag. 140 Formazione della Brigata Bedin SAP di Montagna della VI Zona:
Distaccamento "SERA" (o anche Serra?)
Pag. 141 Distaccamento "BARGAGLI" della SAP - BEDIN
Pag. 141 Distaccamento "LUMARZO" della SAP - BEDIN
Pag. 142 Sapisti inquadrati durante l'insurrezione.
Pag. 142 Florio Renato detto “Napoli” Comandante della Brigata SAP di Montagna “Bedin”
Pag. 144 Partigiani caduti il 24/04/1945 presso il Ponte di Rovegno e Foto di Florio Renato.
Pag. 145 Manifesto per il funerale e di condoglianze per la Morte del Comandante “Napoli”
Pag. 147 Foto del Funerale al Comandante Florio Renato “Napoli” di Parenti e Popolazione.
Pag. 148 Foto del Comandante Paolo Castagnino “Saetta” e il Comandante “Bisagno”
Pag. 149 Foto: Altare della Cappelletta 5 Strade di Pannesi e inaugurazione della stessa.
Pag. 150 Foto: Garaventa Giovanni "Castagna" e Funerale a Uscio
Pag. 151 Foto: Funerale "Castagna"
Pag. 152 Foto: Funerale "Castagna" - Veduta di Colle Caprile come era durante la guerra.
Pag. 153 Foto; Pannesi; Fanti della 92^ Divisione Buffalo. Foto di Garaventa Luciano.
Pag. 154 2 Giugno 1978 intervento del Comandante Partigiano Scrivia alle Gione di Pannesi.
Pag. 158 Foto: Gione 2 Giugno 1960 Uberto Terracini.
Pag. 159 Racconto di Garaventa Angelo Elio di Colle Caprile (Uscio).
Pag. 160 Ordine del Giorno 24 Aprile 1944 (II^ Brg. G.L. G. Matteotti)
Foto: Ritirata Tedesca a Genova 25/4/45
Pag. 161-2 Foto: Piemonte, Partigiani e vari e Comando Militare e Osteria di Cornua.
Pag 163 Foto: Il Comandante "Carlo" ai giovani.
Pag. 164 Cronaca militare nella Zona di Lumarzo e Fontanbuona. (Segue fino pag. 165)
Pag. 178 Storia della bandiera Tedesca consegnata dagli stessi a Piemonte il 27/04/1945.
Saluti a Piemonte da "Carlo"
Pag. 179 Dizionario dei Nomi - (Segue sino a pag. 186)
Pag. 199 Foto del Presidente e Partigiano On. Pertini a Milano 1945; Partigiani della G.L. G.
Matteotti che festeggiano a Cicagna la “Liberazione”
Pag. 200 Sigle ed abbreviazioni.
Pag. 201 Un pezzo di storia dei Reggimenti 473° e 442° della 92^ Divisione Buffalo in Zona.
Pag. 204 Marcia su Torino
Pag 205 Foto - La "Resa dei Tedeschi" - La popolazione è felice saluta gli Alleati.
Pag. 206 Cartina del percorso della 92^ Divisione Buffalo negli ultimi giorni di guerra.
Pag. 207 Testimonianza della Signora Carmen sulla battaglia di San Lorenzo della Costa idel
26/4/45
Pag. 208-9 Lettera di denuncia del Parroco di Tasso, nota di G.B. e appunti.
Pag. 209 Note di G.B. - Conclusioni e commento di G.B.
Pag. 210 Foto dei Partigiani della Brg. SAP Bedin alla Madonna del Bosco consegna diplomi
da Partigiano. Bandiera dell'ANPI di Pannesi.
Pag. 211 Foto: Paletta tedesca, bossoli del cannoncino 47/32–75/13 e mitragliatore Sten Mk II
Pag. 212 S. Stefano d'Aveto 1994, lancio Alleato ai Partigiani; Colonna della Fanteria della
92^ Divisione Buffalo in marcia nell'entroterra Riviera di Levante Ligure.
Pag. 213 Foto dei Partigiani Garaventa Agostino (Franco) e Ponta Giovanni (Gianni) . Copia
della lettera di Bisagno a Umberto.
Pag. 214 Foto Partigiani della Brg. Caio a S. Stefano d'Aveto; Distacc. Kappa alla Forcella.
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Foto Partigiani brg. Berto e il monte della Tecosa, Partigiani con Tigre e Riccio.
Foto della Trattoria di Cornua e del Partigiano “Roa” e Sapista “Scarpin” di Uscio.
Foto di Barbagelata; Partigiani di Uscio: Romeo Milani e il padre Romano Emilio.
Foto Cariaggi del Battaglione Bassano della Monterosa
Foto Terrarossa 1945 Bersaglieri della Div. Monterosa, Gruppo Esplorante Cadelo.
Foto Torriglia "Bisagno" festeggia la Liberazione con i suoi Partigiani.
220 Foto Il Partigiano Bisso Emanuele e lo stesso con Amici di Lumarzo.
221 Partigiani del Distaccamento Alpino; Partigiani di Uscio alla Tratttoria di Cornua.
222 Foto Memorie dei Partigiani caduti il 24-4-45 al Ponte di Isola di Rovegno e loro
funerali.
223 Sceda del CLN AI del Comandante Florio Renato.
224-25 Segue Funerali a Rovegno. Attacco Fanteria 92^ Divisione Buffalo al nemico.
226 Memoria dei Partigiani Garaventa Giovanni e Massone GB di Garaventa Bruno.
227 Si riporta una frase scritta dal comandante partigiano Aldo Valerio detto “Riccio”.
228 Foto Disagi dei sfollati; Fanti della 92^ Divisione Buffalo in una riunione.
229 Foto autocarro Dodge; Trattoria di monte Becco.
230 Foto Veduta di S. Umberto 1915; Gattorna 1915, la chiesa vecchia.
231 foto di Parroci facenti parte della Resistenza. Genova festeggia la Liberazione.
232-33 Foto dei Partigiani e Patrioti della Brg. SAP Bedin, e loro Caduti.
234 Manifesto in commemorazione ad Agerola del 25 Aprile in ricordo del Camandante
“Napoli” Florio Renato. Lapide a Stugge di Lumarzo, in ricordo della morte del
Partigiano Ughini Oreste detto “Bedin”. Segue Ringraziamenti.
235 Copia di documenti originali: ILSREC di Genova
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Indice
Gli ultimi giorni? La ritirata e resa nazifascista.
Testo di Bruno Garaventa - (Uscio – Genova) Cell. 3383465840)
Mail - brunogaraventa@libero.it
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