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Brigata SAP “Bedin” di Pannesi e Lumarzo Florio Renato “Napoli” Comandante - Massone Emanuele detto “Piemonte” Commissario Garaventa Giovanni “Castagna” Vice Comandante e poi Comandante In ricordo alla Popolazione di questi Paesi per il contributo dato alla lotta di Liberazione, ed alla memoria del Partigiano Massone Emanuele detto "Piemonte" ed a tutti i caduti per la Libertà Un particolare ringraziamento all'ILSREC di Genova per la documentazione ottenuta. 1 Lettura e organizzazione delle formazioni Partigiane e della Resistenza Per avere una migliore comprensione nella lettura del presente libro, è necessario immaginare lo svolgersi degli episodi, ricollocandoli in quel momento storico in cui si svolsero nella nostre Zone. Nelle nostre città e paesi, erano momenti in cui si viveva tra enormi difficoltà alimentari, sanitarie, di comunicazione, di viabilità ed economiche, scarsa poi era la sicurezza ed inesistente la libertà delle persone. Tutti gli Italiani che scelsero di partecipare alla lotta contro il fascismo ed all'invasione Tedesca, dovettero organizzarsi in modo clandestino ed in luoghi segreti, una delle prime cose che si rese necessaria ad ogni Patriota, o attivo antifascista, era quella di darsi un pseudo nome, con il quale veniva individuato solo nell'ambiente cospirativo, così nacque il "nome di battaglia". I nomi di battaglia erano scelti dai protagonisti, nel momento i quali si davano alla clandestinità, oppure agivano nell'organizzazione del movimento di Liberazione Nazionale in modo segreto, per non farsi individuare dai tanti informatori e spie a servizio del Nazismo. Questo pseudo nome era indispensabile per non farsi individuare ed evitare le conseguenti rappresaglie alla famiglia, parenti e anche agli amici. Molti Antifascisti, che venivano arrestati dai Nazifascisti, spesso venivano fatte alle loro famiglia dure rappresaglie, spesso veniva loro bruciato le casa, rubato i loro averi ed in molti casi avveniva l'arresto anche di loro familiari. Generalmente le persone arrestate venivano torturate o selvaggiamente picchiate, perché esse fornissero informazioni sulle loro attività, di altri ricercati o anche di altre persone di loro conoscenza, molti furono i casi di familiari di Partigiani o Antifascisti arrestati, torturati ed uccisi perché si rifiutarono di "parlare" o dare informazioni utili ai loro aguzzini1. L'agire in clandestinità di questi Antifascisti, pone difficoltà anche nel cercare di ricostruire momenti di cronaca o storici di eventi della lotta Partigiana, spesso rimane anche difficile individuare i veri nomi anagrafici di Partigiani, Patrioti o Politici, che parteciparono attivamente alla lotta di Liberazione. Regole per il Nome di Battaglia: Ogni persona che partecipava alla lotta politica o militare Antifascista, era indispensabile che si fornisse del detto "Nome di Battaglia" questo era l'unico mezzo di identificazione personale, solo con quel nominativo egli veniva conosciuto nella "banda" o gruppo, e solo da poche persone. Il nome di battaglia non veniva mai registrato su documenti o elenchi diversi, per i quali si poteva rintracciare il vero nome anagrafico o della famiglia, solo pochissime persone ne erano a conoscenza di questi particolari; in montagna solo il Comandante o il Commissario di una Brigata ne veniva a volte a conoscenza, ma in modo segretissimo venivano gestite le vere identità. Tanti Partigiani durante le battaglie, sono morti sulle nostre montagne, senza mai avere saputo dare a loro il vero nome, sono rimasti solo con la scritta di "Partigiano sconosciuto". Organizzazione delle Bande Partigiane. La regola per stabilirne l'organizzazione operativa delle bande Partigiane, non era comune fra le diverse le Formazioni esistenti: Le Brigate Garibaldi usavano una loro regola e metodo, la Giustizia e Libertà altri, così come altri gruppi di Combattenti Antifascisti. Solo negli ultimi tempi si cercò di regolare la situazione, di stabilire un metro comune per la organizzazione Militare, così definendo alcuni quantitativi di Volontari per definire i limiti nei quali si intendeva per definire i vari scaglioni di raggruppamento dei combattenti. 1 Ricordo il caso a noi vicino di Massone Lorenzo di Pannesi: Le fu bruciata la casa, portato via mucche e un cavallo Egli fu arrestato e dopo otto giorni di sevizie, fu barbaramente ucciso a Recco nella villa Dufour. 2 La prima formazione dei Volontari: A) La Squadra, era formata da un Capo Squadra con un gruppo di Volontari, che poteva variare da 10 a 15 effettivi; La squadra era divisa in due Nuclei, ogi Nucleo aveva un Capo Nucleo. B) Distaccamento, il Distaccamento era formato da tre a cinque Squadre o più, ogni Distaccamento doveva avere un Comandante e un Vice Comandante; un Commissario politico, ed un Intendente che provvedeva ai trasporti, ai collegamenti e proviste ecc. C) Brigata, più Distaccamenti riuniti con almeno 300 a 320 effettivi formavano la Brigata; per ogni Brigata vi era un gruppo di Comando agli ordini del Comandante. Per cui in ogni Brigata vi era un Comandante e un Vice Comandante; un Commissario e uno o due Vice Commissari; un Capo di Stato Maggiore; Un'Intendente; e un responsabile del SIM2. Inoltre in ogni Brigata vi era costituito un reparto di polizia Partigiana, un reparto Guastatori e a volte vi si trovava anche il Cappellano Militare, e il servizio Sanitario. D) Divisione, tre o quattro Brigate formavano una Divisione, la Divisione aveva un gruppo di Comando agli ordini del Comandante cosi articolato: Comandante ed il Vice Comandante; Commissario ed il Vice Commissario; Capo di Stato Maggiore; Intendente; Capo del SIP e o SIM, Cappellano Militare, Capo del Servizio Per individuare le Brigate ed i Distaccamenti si usava la numerazione e o nominativi. E) Comando di Zona, il Comando di Zona era l'organizzazione tattica della lotta Partigiana che manteneva il collegamento con il Comando Militare Regionali, con il CLNR e manteneva i rapporti con altre Forze Militari Alleate. La sua articolazione di Comando era la seguente: Comandante di Zona e suo Vice Comandante; Commissario e suo Vice Commissario Capo di Stato Maggiore; Comandante S.I.P.; Responsabile Sanitario; Cappellano Militare; Addetto Stampa; Responsabile Rice-Trasmissioni; Servizio S.I.M. F) Distintivi di Identificazione dei Comandi Partigiani: Comandante di Brigata Tre stellette su fondo rosso Commissario di Brigata Tre stellette su fondo verde Capo di Stato Maggiore di Brigata Due stellette su fondo rosso Vice Comandante di Brigata Due stellette su fondo rosso Vice Commissario di Brigata Due stellette su fondo verde Comandante di Distaccamento Due stellette su fondo rosso Commissario di Distaccamento Due stellette su fondo verde Addetti a Servizi Una stelletta su fondo rosso Vice Comandante di Distaccamento Una stellette su fondo rosso Vice Commissario di Distaccamento una stellette su fondo verde I gradi dovevano essere portati sul petto al lato sinistro, le stellette erano applicate su di un triangolo di panno di colore come indicato dal tipo di fondo. G) Identificazione delle Brigate, I modi erano diversi il più usato a titolo di esempio era la numerazione: 1^ Brigata - 2^ Brigata - 3^ Brigata oppure; I Brg. - II Brg. - III Brg. e così via. Per le stesse Brigate poi veniva usato dare il Nome di un Compagno caduto: Brg. Severino: Brg. Jori; Brg. P. Borrotzu; Brg. Lanfranconi ecc. Nomi di Partigiani o Antifascisti caduti durante la lotta per la libertà. Lo stesso metodo veniva usato per identificare i Distaccamenti e le Squadre, che queste però spesso usavano anche cambiare nome. Oltre le Brigate Partigiane ebbero una notevole importanza anche le GAP (Gruppi Azione Patriottiche) e le SAP (Squadre di Azioni Patriottica), queste ultime erano divise in SAP di Città e le SAP di Montagna . Le SAP erano organizzate in distaccamenti e squadre come lo erano le Brigate, spesso portavano come nominativo di riferimento come: SAP "Bedin" o SAP 470 Poggi ecc. erano formate 2 Servizio Informazione Militare 3 da vari Distaccamenti, i quali erano individuati come: "Distaccamento Lumarzo"; Distaccamento "Sera"; Distaccamento "Bargagli" ecc. ecc. Il compito delle SAP era quello di appoggiare le Brigate Combattenti Partigiane, fornendo loro, Uomini, armi e munizioni e vitto, spesso eseguivano sabotaggi alle strade, ai tralicci dei cavi elettrici di A. Tensione. Molti erano gli attacchi portati dalle SAP direttamente alle pattuglie o accampamenti nemici, alle loro basi, ai loro carriaggi, esse erano una fonte di informazione utile ai Servizi SIM e SIP. Spesso le informazioni venivano inviate tramite staffette della SAP, direttamente ai Comandi Partigiani. Molto spesso il compito delle SAP era anche quello di segnalare eventuali spie, od eseguirne direttamente l'arresto. Le SAP erano un anello importante di supporto e appoggio alle Brigate Partigiane, come era loro un importante anello di congiunzione tra la popolazione e la lotta Partigiana di Liberazione. Molti patrioti delle SAP vivevano la loro vita quotidiana nella normalità come tante altre persone, proprio questo le permetteva di avere informazioni sul nemico, di trasportare e occultare forniture per i Partigiani in montagna, ed agire anche di notte quando era necessario, per compiere rapide azioni di guerriglia o sabotaggio. Molti altri Patrioti delle SAP, a causa di spie o altro, dovettero agire nella clandestinità perché erano attivamente ricercati dai Tedeschi e dai Repubblichini, tenuto conto dei bandi emessi nei loro confronti, e di tutte quelle persone ritenute "pericolose o sovversive". Rastrellamento Tedesco in una città con giovani da deportare, a lato un militare tedesco. Campo di prigionia n° 52 dei Piani di Coreglia (Calvari) 4 Formazione delle Brigate Partigiane in VI Zona dopo marzo 1945 Comando della VI Zona Operativa Comandante Miro Vice Comandante Canevari Commissario Attilio Vice Commissario Ugo Capo di Stato Maggiore Giulio Comandante S.I.P. Vero Responsabile Sanitario Vuccio Cappellano Militare Don Gigetto Addetto Stampa Bini Responsabile Rice-Trasmissioni S.I.M. e S.I.P. (Antonio Ukmar) (Umberto Lazagna) (Amino Pizzorno) (Mario Franzone) (Gian Franco Bo) (Vero Mitta) (Silvio Bendinelli) (Sacerdote Luigi Sbarbaro) (Giovanni Serbandini) Alfredo (Augusto Miroglio) Divisione Garibaldina Pinan Cichero Comandante Scrivia (Aurelio Ferrando) Commissario Moro (Otello Pascolini) Vice Comandante Carlo (G.B. Lazagna) Capo di Stato Maggiore Michele (Angelo Gava) Intendente Terzo (Aldo Mantovani) Capo del S.I.P. Marco II (Giuseppe Balduzzi) Cappellano Militare Don Pollarolo (Pollarolo Giuseppe) Il Comando di Divisione fu stabilito in ad Albera, in Val Borbera; le Brigate dipendenti ebbero i seguenti comandi: Brigata Po-Argo (Dislocazione in Val Curone) Comandante Commissario Ras Lino (Natale Moretti) (Leonardo Pascolini) Brigata Arzani Comandante Minetto Commissario Curone Vice Comandante Stuk Vice Commissario Mauro Capo di Stato Maggiore Portos Dislocata in Val Grue e nella bassa Val Borbera. (Erasmo Marré) (Mario Silla) (Santo Rosazza) (Vittorio Tranquilli) (Savino Riffino) Brigata Oreste ex 58^ Brg. Comandante Tigre (Gino Tasso) Commissario Gin (Arnaldo Brisi) Vice Comandante Toscano (Lilio Giannecchini) Vice Commissario Ulisse (Francesco Pini) Capo di Stato Maggiore Mino (Costantino Croce) Responsabile S.I.P. Martino (Mario D Benedetto) Cappellano Militare Don Bruno Zona operativa era l'Alta Val Borbera, la Val Sissola, La Vobbia e la Val Brevenna. 5 Divisione Garibaldina Cichero ex 3^ Divisione Liguria Comandante Bisagno (Aldo Gastaldi) Commissario Lucio (Athos Buglioni) Capo di Stato Maggiore Marzo (G.B. Canepa) Vice Comandante Dino (Muzi Antonio) Vice Commissario Nino (Mattei Ateo) Intendente Martini Al posto di Dente che passa ad altri incarichi. Vice Intendente Nero (Don Attilio Pavese) La Divisione Garibaldina Cichero della VI Zona si articolava al momento finale dell'insurrezione di quattro Brigate, più la Brigata volante Balilla. Brigata Volante Balilla Comandante Commissario Battista Zorro (Angelo Scala) (Rossi Carlo) 1) Brigata Volante Severino Comandante Gino (Michele Campanella) Distaccamenti 1° 2° 3° 4° Comandante: Sestri (Zeffiro Mari); Tegule (Rino Ansani); Genova (Aldo Schizzano); Moschino (Adolfo Gini). 2) Brigata "Berto" ex 57^ Brg. Comandante: Commissario: Capo di Stato Maggiore : Intendente Vicecomandante segue Vicecommissario Dirigente sanitario Banfi Tizio Massimo Tuo Lampara Lesta Tizio Fravega (Eugenio Sannia) (Tiziano Busi) (Dino Bono) (Arturo Ferrari) (Giorgio Vigevano) (Roncagliolo Emilio) (Stefano Caffese) Distaccamenti Comandante Commissario Beppe Castagna Carlo III Cucciolo Forca Fuoco Mario Nino Prigionieri Alpino 3* Nino Jack Giulin (Angelo Cecconello) Pisa (Urbano Pazzi) (Davide Cambiaso) (Angelo Spinetto) Fanti (Luigi Sirolli) Dedo (Vinicio Rastrelli) Blek (Gino Botto) Lago (Franco Paganini) Kappa (Amedeo Ginocchio) Maresciallo (Giovanni Nunziata) Santo (Elvezio Massai) Neri (Gaspare Torre) Mingo (Domenico Sanguineti) Pietro (Aurelio Cademartori) Boia (Luigi Garibaldi) Enesto (Renè Schiermejer) Bill (Claudio Floris) 3 Il Distaccamento Alpino è stato trasferito dopo marzo 1945, dalla Brg. Jori alla Brg. Berto, a cuasa di una ribellione alla nuova formazione della Pinan-Cichero, con Comando Unificato. 6 3) Brigata "Jori" 4 ex 3^ Brg.- Dislocata a marzo 45 presso Casa del Romano – monte Antola. Comandante Commissario Intendente Vicecomandante Capo di S.M. SIP Distaccamenti Alpino 5 Artificieri Balilla6 Bellucci Cialacche Guerra Guglielmetti Maffei Mandorli7 Mortaisti Peretto Prigionieri Ravera Reclute S. Martino Sardegna Vestone Croce Paolo (Stefano Malatesta) (Ferruccio Spagnoli) – Succeduto a "Bruno" (Francesco Rivara) a sua volta successore di "Moro" (Otello Pascolini) Menico (Domenico Aeancio) Franco(Franco Mortarini) succeduto a "Oreste" (Oreste Armano) Leonzio (Cirino Paone) succeduto a "Maranza" (Giuliano Cristofolini) Emanuel (Emanuele Bracco) Comandante Commissario Disloc. Santo (Elvezio Massai) Bill (Claudio Floris) Baffo (Antonio Testa) Battista (Angelo Scala) Fachiro (Eugenio Bartolini) Gino (Amilcare del Monte) Milano (Egidio Ferrari) Propata John (Giuseppe Quartino) Ateo (Ateo Guanzini) Bogli (Già Distaccamento Mandoli) Scalabrino (Marino Mascellani) Livio (Clinio Pasquali) Intendente: Lepre (Agostino Moltedo) Dislocazione: Cabanne di Carrega . Giorgio Reggio (Demetrrio Castellini) Valle (Desiderio Repetto) Chiappa di Valbrevenna Carlo Elio (Elio Saettone) Giovanni (Giovanni Luisi) Rondanina Gigino (Luigi Castelli) Leo (Giovanni Orlandini) Dué (Renato Bracco) Reneuzzi Molina (Felice Mortarini) Ateo (Ateo Guanzini) Divenuto poi "Pontiroli" alla fine Distacc. "Sardegna" Alì (Carlo Dalloro) Nadir (Benigno Massetti) (Già Distaccamento Pontiroli e San Martino) Pepè (Luciano Golfetti) 8 Mando (Luigi Ferrea) Isola di Rovegno, Rovegno . Vegni Berga Ponte di 4) 59a Brigata di manovra "Caio" Comandante Vice Comandante Commissario Vice Commissari Capo di Stato Maggiore Intendente Comando SIP Capo Servizio Sanitario Istriano Pedro Paolo Ventura Marcello Petiva Filippo Pino Poldrugo Ernesto Moglia Pietro Diodati Wladimiro Simoni Mario e Dan Podestà Sergio Magnani Vittorio Bordiani Luigi Filippini Walter (Dal 26/11/44) Tagliani Carlo (dal 30/11/44) 4 Della Brigata Jori avveva fatto Parte fino al 23 novembre 1944 la Brigata "Balilla" al comando di Angelo Scala. 5 Questo Distaccamento a marzo del 44 passa alla Brigata Berto. 6 Il Distaccamento dal 23-11-44 divenne Battaglione d'assalto ed operò autonomamente sino alla Liberazione come "Brigata Volante Ballilla" 7 Questo Distaccamento assunse successivamente il nome di Cialacche. 8 Caduto al ponte di Rovegno il 24-4-45 mitragliato da "Fuoco amico" di aerei Alleati. 7 Distaccamenti Comandante Commissario Effettivi Amercanoff Aquilino Sgagna Bedin Intendente Lucertola Pino Moro Campanini Vicecomandante Intendente Jol Toto Alex Bik (Tim?) Vicecommiss. Marco Caposquadra Carioka Carini Carini Commissario Danton Ghittoni Turco Commissario Flora Girometta Gaspare Commissario Lauro Guerci Vicecomand. Ralf Tigre Intendente Pablo Nerone Commissario Rafles Zonta Vicecomand. Liana Morgan Ciccio, Gundalini Wando n° 17 Vicecommiss. Moreis Lntendente Gina (Dislocato a Villa Noce) Polledri Aquilino n° 19 (Dislocato a Piano) n° 23 (Dislocato a Cerisola) n° 23 (Dislocamento a Brignole) Bragadin, Baldassi vincenzo n° 31 Guajas (Dislocato a Rezzoaglio) da nominare n° 11 (Dislocamento a Costa Figara) Santo Stefano d'Aveto la popolazione festeggia la fine della guerra ed i Partigiani della Brg. CAIO. 8 Divisione Garibaldina "Coduri" Comandante Commissario Vice Comandante Vice Commissario Capo di Stato Maggiore Intendente Addetto alla Stampa Responsabile Sanitario Responsabile S.I.P. Cappellano Militare Virgola Leone Naccari Italo Bocci Vagna Falco Canna Colombo Don Libero (Eraldo Fico) (Bruno Monti) (Italo Fico) (Armando Arpe) (Giovanni Sanguineti) (Gino Fusieto) Aldo Argentini) (Giorgio Canale) (Angelo Bussoli) (Sac. Don Federico Malacalza) Comandante Vice Comandante Capo di Stato Maggiore Commissario Vice Commissario Intendente Brigata Longhi Saetta Paolo Castagnino Orsaccio Rezia Antonio Abruzzi Caruso Francesco Mac Macciò Ezio Scevola Benvenuto Giuseppe Lupo Zumella Augusto Comandante Vice Comandante Capo di stato Maggiore Commissario Vice Commissario Intendente Brigata Zelasco Riccio Aldo Valerio Canella Castelletti Pasquale Scoglio Pellizzetti Bruno Primo Sobrero Remo Freccia Frugone Carlo Firpo Muzio Costantino Comandante Vice Comandante Capo di Stato Maggiore Commissario Intendente Brigata Dall'Orco Tigre Dino Masucco Bruneri Merla Giuseppe Gronda Minetti Antonio Sorcio Capineri Primo Maitardi Ciai Omero Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti: Comandante di Divisione Commissario Capo di Stato Maggiore Cappellano militare Umberto Parodi Piero Franceschi Don Alfieri (Antonio Zolesio) COMANDO GRUPPO BRIGATE G.L. - G. MATTEOTTI: (Formazione in data 5 aprile 45) Comandante Umberto Parodi Zolesio Antonio Commissario Edo Giannesini Oscar Capo di S:M. Alpino Cavagnaro Vittorio Aiutante Maggiore Antonio Puggioni Antonio Responsabile S.I.P. Mori Merella Arcangelo Intendente Lavagnola Castagnola Carlo 9 Dir. Serv. Sanitario Addetto ai lanci Cappellano Raffaele (Medico) Fosco Don Pippo Don Cresta Angelo A) Brigata Piero Borrotzu: Squadra Comando 19 effettivi (Formazione in data 5 aprile 1945) Comandante Ugo Nino Pompei Commissario Luigi Luigi Casassa Vicecommissario Riccardo Roberto Rollero Aiutante Maggiore Lume Mario Istria Intendente Cecco Servizio Sanitario De Bernardi La Brigata era composta dal 1° Battaglione e di quattro Squadre Locali: Cornia Moconesi Recco Tribogna La Brigata Borrotzu disponeva di 5 distaccamenti per un totale di c/a 205 effettivi, dislocati nel settore Barbagelata-Canale. Distaccam. Comandante Commiss. Uomini Effettivi Cadei Milli (Pecorini Piero) Ariete (Monteverde Giuseppe) 40 Italo Grasso (Bello Francesco) Maggio (Musante Agostino) 45 Nando Berga (Salvetti Alessandro) Kappa (Ansaldo Gino) 35 9 Di Maggio Zoran (Zoran Alexandroviv) Dalmulin (Giusto Edoardo) 35 Gori Luci Gino 25 Squadra d'Azione "A"10 Comandante Bistecca (Mascheroni Angelo) Commiss. Fulvio 25 Volante B della GL - Capo Squadra "Hans" dislocata Monte Lavagnola e Vale del Lentro. B) Brigata Antonio Lanfranconi: Squadra Comando 17 effettivi11 2° e 3° Battaglione con Squadre Locali a: Bargagli; Alta Fontanabuona; Uscio, Recco e Camogli. Comandante Murri = Fantozzi Franco Vicecomandante Carrel = Gaj Giuseppe Commissario Carlo = Wronowski Pier Lorenzo Vicecommissario Gian = Astori Luigi Aiutante maggiore Rossi = Barisione Sandro Intendente Maresciallo = Francesco Ognio Servizio Sanitario Giacomo La Brigata Lanfranconi era composta dal 2° e 3° Battaglione e con squadre locali a Bargagli e Alta Fontanabuona e Camogli; disponeva di 7 Distaccamenti per un totale di c/a 200 effettivi. Distaccam. Ventura Luci Boletto 9 10 11 12 Comandante Furia = Mancini Bruno Leo = Leonelli Nicolò12 Pirri = Ferrari Silvio Commiss. Uomini Effettivi Luciano = Ciabattini Luciano 40 Franco = 35 Diogene = 35 Il nome Dalmulin a volte è scritto Dal Molin. Esisteva una 3a Compagnia al Comando di Hans. Formazione in data del 16 Aprile 1945 Leo c'è anche Pedote Elio che risulta come Commissario di Distaccamento 10 Biffera Civi = Faggiani Giuseppe Tre 35 Spano Tom = Gianotti Aldo Buk = Vitale Carlo 25 Squadra d'Azione "A" Comandante Carlino = Galletti Vasco Commiss. Allah = Verzura Giacomo 30 Formazione di Manovra: Prospero Castelletto; Squadra Comando 6 effettivi. Comandante Sandro Alessandro Bertolini Commissario Nando Gatti Ferdinando Intendente Mino Aiutante Magg. Bai Benvenuto Andrea Commissario Dist. Jon Barbieri Mario Comandante Comp. Dick Festucco Ernesto Commissario Dist. Macario Marini Francesco Vice Com/Brigata Franco Rossotti Mario Commissario Dist. Padre Rossoti Ernesto Comandante Dist. Caro Segalerba Ernesto La Formazione disponeva di quattro Squadre per un totale di c/a 60 effettivi (Da altre informazioni risulta che disponeva di 5 Distaccamenti Volanti) Volante A B C D Comandante Franco Hans (Vietz Hans Austria) Turiddu Bai Commiss. Cola Enrico John Guglia Uomini Effettivi 15 15 15 15 S.I.P. e Servizi Vari13 53 Altri piccoli Distaccamenti agivano nelle varie località dell'entroterra della Fontanabuona e del Golfo Paradiso contribuendo a non gravare sull'economia del comando: (Vedi pag. 695 la RiL) Ognio e Lorsica Moconesi Uscio Rapallo Recco Pieve Ligure Bargagli fanno riferimento a " " " " " " " " " " " " Piero Ansaldo G.B. Agnese14 e Natalia Wronowska e il Padre Casimiro Bisso Davide Manlio Piaggio Leveroni; Soffiantini; Benvenuto. Lazzarini (Detto Guidi) Dick (Enrico Festuco e la moglie Santa Cevasco) Del S.I.P. presente nella VI Zona della Brigata G.L. G. Matteotti esiste una breve relazione ed elenco con data: Genova 12 marzo 1946 dove il Comandante Arcangelo Merella ed, il Vice Comandante Paolo Barroccu dichiarano che i Volontari della loro Brigata S.I.P. era composta di sedici Partigiani e tre Patrioti facendone l'elenco: 13 La Brigata G.L. Giacomo Matteotti aveva un Battaglione chiamato Valbisagno comandato da Marcello Machiavelli. Il 21-2-1945 c'è una comunicazione del Comando che i seguenti Volantari: Bruno, Marinaio e Durante passano alla Compagnia Carrel. Esiste una lettera del 21-2-1945 inviata al Comandante del 4° Distaccamento, nella quale si scrive che si può formare un Distaccamento Sciarré con gli Uomini di Neirone, che sono arrivate le armi? Il giorno 23-2-45 disdetta non è possibile fare un Distaccamento con gli Uomini di Neirone: Walter passa al 2° Battaglione con Durante; Nicola passa alla Compagnia Carrel (Vedi AILSREC - Carte Zolesio Febbraio 45) 14 G.B. Agnese fu poi catturato ed internato a Mauthausen. 11 Partigiani S.I.P. 1) Altrinetti Guerrino - Italo, nato Torriglia il 28/8/1920 ove residente. 2) Barroccu Giuseppe – Moro 2° nato Sassari il 19/9/1912 resid/Genova, Capo Servizio SIP 3) Barroccu Paolo – Moro1° nato a Sassari il 8/11/1914 resid/Genova; Comand/Distacc. Vice Commissario SIP. 4) Borneto G.B. - Ritmo, nato a Genova il 10/8/1920 ove residente. 5) Burlando Luigi – Italia, nato a Genova-Struppa il 31/5/1908 Comand/Distacc. resid/Genova 6) Buscaglia Pasquale – Pasqua, nato a Cichero il 11/10/1923 Comandante di /Distaccamento Resid. a Genova 7) Carlini Pietro – Rico, nato a Genova il 9/10/1919 Prov. Sq. Cittadina resid/Genova 8) Carosini Ferdinando – Dino, nato a Montebruno il 3/11/1916 Responsabile SIP di Brigata resid. a Genova; 9) Casabona Adriano – Adrian, nato a Genova il 17/12/1923 addetto al collegamento città a Zona Partigiana, provenienza SAP di città; resid. A Genova; 10) Cevasco Angelo – Golia, nato a Bargagli il 28/8/1914 resid. Bargagli; 11) Cirina Battista – Battista, nato a Senorbi il 30/9/1896 proven. SAP di città, resid. a Genova; 12) Colombi Antonio – Fortunato, nato a Canevino il 11/9/1909 Com/Distacc. resid. a Cicagna; 13) Croce Gino – Cavalina, nato Genova il 18/12/1919 prov. SAP di Città resid. a Genova; 14) Firpo Carlo – Natale, nato a Genova il 17/6/1915 Com/Distacc. Provenienza SAP Bargagli resid. a Genova; 15) Merella Arcangelo – Mori, nato a Muros il 11/3/1920 Commissario di Brigata, Vice Comm. di Divisione resid. a Genova; 16) Tomanelli Pietro – Raimo, nato a Napoli il 25/7/1922 prov. da V.A. e SAP di città resid/ a Genova; Segue SIP Patrioti: 1) Barisone Ferdinando -Pocher, nato a Genova il 7/2/1921 resid. a Genova; 2) Carrea Ernesto – Nico, nato a Gavi il 1/1/1906 addetto al Comando; provenienza SAP di Città; resid/Genova 3) Rossini Mario – Dich, nato a Genova il 1710/1924 prov. SAP di città resid. Genova: (Vedi ILSREC Busta 243 fasc. 8-9-10) La G.L. In Fontanabuona aveva un Servizio Informazioni Militare (SIM) il quale dava precise e aggiornate informazioni sulla situazione militare Nemica nel territorio; Nominativi di riferimento: Ognio I e Ognio II; Renato II. (Vedi AILSREC Carte Zolesio aprile 45) Il 27 -11-1944 Ognio II comunica ad Umberto i nominativi dei componenti della sua Squadra di S.I.M. Servizio Informazioni Militari, composta da 14 Uomini, compreso Giorgio: Bacigalupo Biscaro Corsiglia Corsiglia Corsiglia Novaretto Oliva Raffetto Raffetto Rollo Rosasco Viganego Zinelvi Luigi Detto Luigi " Gio Batta " Giovanni " Giuseppe " Mario " Carlo " Domenico " Ugo " Giacomo " Attilio " Alessandro " Cornelio " Bacci Romolo Ognio I Camillo Fritz Ognio II Fontanabuona Zena Pippo Fack Alpino Willy Enea 12 n° 2 Battaglioni Matteotti - Valbisagno: Nei primi di gennaio del 45 vennero a costituirsi due nuovi Battaglioni, Matteotti-Val Bisagno. Il Comando venne stabilito al Porto (Torriglia): Comandante Marcello Machiavelli Marcello Vicecomandante Olivo Mezzacasa Olivo Commissario Giorgi Mitta Mario Vicecommissario Astro Dondero Giorgio Capo di Stato Magg. Doria Macaggi Carlo Commissario Dist. Arno Arnoldi Ettore Comandante di Batt. Burrasca Benti Giovanni Comandante Dist, Mauro Ciancherotti M. Comandante Dist. Nay Mezzadra Bruno Comandante Dist. Gino Podestà Franco Com. Dist. Gialon Sartori Estarino Comandante Dist. Tigre Siri Giovanni Comm. Dist. Ca Verbino Paolo . Il 14 Febbraio 1945 è costituita la Brigata Matteotti-Val Bisagno con circa 120 effettivi, formata da due Battaglioni con il Comando a Reneuzzi; Vengono dislocati due Distaccamenti sopra a Bargagli e tre fra zona di Rosso e Davagna. Alla fine marzo 1945 la Brigata presenterà una Forza15 di circa 170 effettivi su sette Distaccamenti: così dislocati: Distaccamento Comando a Reneuzzi, 25 effettivi Due Distacc. Sopra Bargagli 50 effettivi Un Distacc. Presso Davagna 25 effettivi Un Distacc. Presso Noceto 25 effettivi Un Distacc. Presso Rosso 25 effettivi Squadra d'Azione "A"Distacc. Volante presso le 2 strade in Val Bisagno 20 effettivi Dislocazione delle Brigate Partigiane e SAP nel Golfo Paradiso, Uscio e Pannesi Brigata di Montagna SAP "BEDIN" dislocata Pannesi, Lumarzo e alta Fontanabuona. SAP Crosa Camogli Dislocata a Camogli; Ruta; San Martino del Vento e San Rocco. SAP Crosa Nervi Bogliasco Dislocata a Nervi e Bogliasco. SAP Piero Borrotzu Dislocata a Recco, Tribogna e Camogli SAP Sanguineti Comandante Orcella Dott. Luigi detto "Fiore"" SAP Prospero Castelletto Dislocata a Sant'Alberto. (AILSREC Carte Zolesio Febbraio 1945) SAP Prospero Castelletto Camogli: Comandante "Maggi"16 Dislocazione: Camogli con 14 Squadre tot. 140 Volontari: Ruta con 2 squadre tot. 25 Volontari; S. Rocco con 1 squadra tot. 12 Volontari; S. Martino con 3 squadre tot. 25 Volontari. (AILSREC Busta 243 fasc.11). SAP – G.L. G. Matteotti di Recco; da ricerca presso AILSREC nelle "Carte Zolesio Maggio 45" sono trovati documenti del 24 maggio 1945, dai quali risulta che a Recco era presente una Squadra di SAP di 28 Volontari17 e che la stessa aveva requisito dei materiali ricuperati dalla 15 Di questi Distaccamenti non si hanno migliori informazioni, ne' del Nominativo degli Stessi, ne' il Nome dei Comandanti e Commissari? In una lettera scritta da Partigiani di Bargagli al Comando si Parla di un Distaccamento di Angelo, Chi era? 16 Capitano di Complemento di Artiglieria Maggiolo Giovanni 17 Da ricerca presso AILSREC non si è trovata traccia di questa SAP di Recco, ne di azioni da essa eseguite? 13 colonna Nemica durante la ritirata verso Uscio; Segue elenco approssimativo del materiale requisito dalla SAP durante i moti a Recco, segue elenco: Auto, moto, sigarette, viveri, carburanti ecc. Comprese 440.000 lire tolte a prigionieri Tedeschi e Italiani; 4,500 kg di tabacco e lire 70.000 tolte da Tito al Maresciallo olio Avegno; Segue elenco nominativo dei 28 Volontari della SAP. La lettera è firmata: Il Comandante R. Secchi (Rodolfo Secchi) Brg POGGI 470: Comandante Filippo Porcile; Commissario Luigi Carrara; Dislocata a Sori; Effettivi 123 Brg SCIOLLA: Comandante Pietro Barbieri; Commissario Renato Drovanti; Dislocata Sturla e Quinto poi a Nervi; Effettivi 97. Brg. CROSA: Comandante De Nevi Italo, Commissario Vico Carlo; Dislocata a Nervi e Bogliasco: Effettivi 100. Brg. PITTALUGA: Comandante Nicola Gnecco; Dislocata a Sant'Ilario alta; Effettivi 36. La Brigata SAP "Libertaria" diventa Brg. SAP Pittaluga dopo morte dello stesso Antonio Pittaluga caduto in uno scontro con i tedeschi a Nervi, nella mattinata del 24-4-45 dove vengono presi prigionieri altri 5 Sappisti18 che poi furono portati come ostaggi dai Tedeschi all'Albergo Eden di Nervi. Brg. CROSA-CAMOGLI: Comandante Luigi Arcella; Vicecomandante Renato Piccinino; Dislocata a Camogli, Ruta, San Rocco, San Martino; Effettivi 202 Distacc. Balletto della G.L. Capo Distaccamento Pirri (Silvio Ferrari) (pag. 72 l'UM) Distacc. Castelletto Della G.L. Comandante Luigi dislocata tra Bargagli e Boasi. Distacc. Sassari della GL Capo Distaccamento "Tom" (pag. 72 l'UM) Formazione di alcune Brigate e Sap del Golfo Paradiso e entroterra. Brigata di Montagna SAP "BEDIN" (Pannesi) Dislocata nel territorio di Lumarzo, Boasi, Pannesi, Bargagli lato Est (Fontanabuona), Colle Caprile e Calcinara, organico SAP di circa una quarantina di Partigiani, più 108 Sapisti dei Distaccamenti. La Brigata ha sempre operato in stretto rapporto con, Scrivia, Bisagno, Lesta, Dente e Lucio e ha collaborato con altre Brigate, fra le quali anche la Caio. Comandante Napoli Florio Renato + Caduto il 24/4/45 (Rovegno) Vicecomandante Castagna Garaventa Giovanni Commissario Piemonte Massone Emanuele Vicecommissario Viacava Viacava Giovanni Segue dopo il 24/4/45 Comandante Castagna Garaventa Giovanni + Caduto il 27/4/45 (Gione Uscio) Commissario Piemonte Massone Emanuele Vice Commissario Viacava Viacava Giovanni Brg. Bedin Distaccamento Lumarzo - Organico 20 SAP; 5 SAP Insurrezionali; Casi Isolati 4 Comandante Distacc. Faggio Onorato di GB tessera del C.M.L.R. n° 08108 Commissario Distacc. Schenone Giovanni fu Luigi tessera del C.M.L.R. n° 06102 Vice Commiss. Distacc. Schenone Ernesto di Andrea tessera del C.M.L.R. n° 06201 Capo Squadra Schenone Angelo di Giovanni tessera del C.M.L.R. n° 06101 Capo Squadra Schenone Giuseppe di Vittorio tessera del C.M.L.R. n° 06205 Brg. Bedin Distaccamento Sera - Organico 31 Sapisti, manca nominativo del Commissario; esiste elenco dei tesserini rilasciati da n° 781 a 807. Comandante del Distaccamento Fossa Pierino 18 In alcuni documenti si parla di sette ostaggi? 14 Brg. Bedin Distaccamento Bargagli - Organico 10 SAP tesserini rilasciati da n° 808 a 816, manca riferimento a Comandante e o Commissario. Segue elenco dei SAP Insurrezionali di n° 2 Patrioti con numero Tesserino 05200 - 05100 Brg. Bedin Distaccamento Patrioti - Sapisti Insurrezionali Patrioti quantità n° 36; Tesserini di riconoscimento dal n° 781 al 807 e dal n° 201 al 205 segue 207 - 076/59 bis; 076/58 bis. (ILSREC Fondo CLN Busta 3b Sap di Montagna Bedin - Contiene elenco dei Nominativi) Brigata SAP GARAVENTA (Uscio) Dislocazione colline zona Uscio, Tribogna alta, Avegno, Recco, monte di Caravaggio, Prato Bello, la Brigata è formata da un oltre una centinaia di Sapisti e Partigiani, è articolata su diversi Distaccamenti: Distaccamento Avegno; Salto e Cabona; operano in armonia alla Divisione Cichero, dove si è sempre rapportata con il Comando, con Bisagno, Bini, Scrivia, Dente, Lesta, Lucio ecc. Ha collaborato con altre Brigate compreso la Brg. Berto, e la Severino. Sono un centinaio i Partigiani di questa Brigata SAP di Uscio. Comandante di Brigata Romeo Carbone Giovanni Commissario " " Michelin Carbone Michele di Carlo Vice Commissario Milanin Romano Giuseppe Distaccamento SAP Avegno (Il Distaccamento è formato di cinque Squadre) Comandante Distaccamento Demarchi Mario di G.B. di Salto 1^ Squadra SAP Avegno Capo Squadra Pezzotti Enrico Sapisti n° 5 2^ Squadra SAP Avegno Capo Squadra Pezzotti Luigi Sapisti n° 5 3^ Squadra SAP Avegno Capo Squadra Brevi Rinaldo Sapisti n° 5 1^ Squadra SAP Salto Capo Squadra Demarchi Silvio Sapisti n° 5 2^ Squadra SAP Salto Capo Squadra Demarchi Andrea Sapisti n° 5 Per la brigata di Cabona non vi sono elenchi, i nomi sono assieme a l'elenco della SAP di Uscio Brigata di Città 470 POGGI (Sori) Dislocazione: Nelle colline della vallata di Sori, monte Becco, monte Cornua, San Pollinare Pieve Alta Mulinetti, Recco lato Ovest, la Brigata è formata da un oltre una centinaia di Uomini, fra Partigiani e Patrioti: I Partigiani riconosciuti dalla Commissione Regionale, erano 45, i Patrioti erano 64 e i non riconosciuti 15, i quali potevano fare ricorso entro 60 giorni alla Commissione Regionale per un loro eventuale riconoscimento. La Brigata è composta da tre Distaccamenti: Interviene in subordine al Camando della Divisione Cichero, dove si è sempre rapportata con Bini, Scrivia, Bisagno, Dente, Lesta, Lucio ecc. Ha collaborato con altre Brigate compreso la Brg. Berto, e la Severino. Sono circa 150 fra Partigiani, Patrioti e Sapisti di questa Brigata Formazione della Brigata: Comandante di Brigata Filippo Porcile Filippo di Prospero (Sussisa) Vice Comandante Dellacasa Renato di Luigi Commissario Iegori Carrara Luigi fu Vittorio (Capreno) Informatore di Brigata Fiume Porcile Dario di Prospero (Sussisa) , 1° Distaccamento - è formato di cinque Squadre di cinque uomini tot 25+3 28 uomini. Comandante Militare Rodi Carpeneto Igildo di Luigi (Capreno) Vice Comandante Libero Maggi Vittorio fu Fortunato (Sori) Commissario Piero Olcese Luigi fu Luigi (Capreno) 15 2° Distaccamento - è formato di quattro Squadre di 5 +5+4+4 + 3 tot. 21 uomini. Comandante Militare Darin Porcile Dario di Giuseppe Commissario Roma Garaventa Romolo di Giovanni (Calcinara) Informatore di Distaccamento Volpe Olcese Ignazio di Giuseppe (Sussisa) 3° Distaccamento - è formato da sei Squadre da 5 uomini e una da quattro + 3 37 uomini Comandante Militare Venezia Zanin Arduino fu Antonio (Fara di Feltre) Commissario politico Giuva Castagnola Giovanni fu Andrea (Sori) Informatore Sommergibile Dapueto Mario fu Giacomo (Pieve Ligure) Sapisti aggregati al momento dell'Insurrezione sono 49; poi ci sono altri cinque Sapisti detti casi Isolati: con Tessere n° 07329; 07327; 07330; 07331; 07328. Totale Sapisti 54 La maggiore parte degli uomini componenti la Brigata 470 Poggi proveniva dalle Squadre d'Azione formate da Scrivia, per dare man forte al suo distaccamento operante in quella Zona (Monte Becco, Terrusso, Cornua, Pannesi) dando un prezioso contributo sia al rifornimento di viveri che di armi e munizioni ecc. Nel mese di giugno del 1944 si venne formare la Brigata 470 Poggi e subito iniziarono le azioni di attacco ai Repubblichini ed ai Tedeschi. (ILSREC Carte "Gimelli 3" Assegnazione Provisoria B 59/E1) Il Comandante della Divisione "Cichero" VI Zona Operativa Gastaldi Aldo detto "Bisagno" Campanella Michele detto "Gino" Comandante della Brigata Volante "Severino" con Roncagliolo Emilio detto "Lesta" Vicecomandante della Brigata "Berto" 16 Segue copia del "Bando" emesso dal Comando Tedesco nei confronti della popolazione e dei Partigiani nella nostra Provincia. B A N D O A partire da oggi la popolazione deve ottemperare a quanto segue: Le disposizioni hanno esecutorietà immediata. 1° IL COPRIFUOCO E' FISSATO DALLE ORE 18,30 ALLE ORE 7. 2° ARMI, MUNIZIONI (COMPRESI I FUCILI DA CACCIA) E MATERIALE MILITARE DEVONO ESSERE CONSEGNATI AL COMANDO MILITARE GERMANICO ENTRO 12 ORE. 3° VERRANNO FUCILATI: a) b) c) COLORO CHE OPPORANNO RESISTENZA. COLORO CHE FARANNO ATTI DI SABOTTAGGIO. COLORO CHE VERRANNO TROVATI IN POSSESSO DI ARMI, MUNIZIONI, EFFETTI MILITARI, TRASCORSE 12 ORE DALLA AFFISSIONE DEL PRESENTE. 4° VERRANNO BRUCIATE LE CASE DOVE VENGONO TROVATE ARMI, MUNIZIONI, EFFETTI MILITARI, ANCHE QUALORA DOV'ESSERO SUBIRE DANNI LE CASE VICINE. 5° CON ARRESTO IMMEDIATO E GRAVI PENE RESTRITTIVE DELLA LIBERTA' PERSONALI, SEQUESTRO DEI BENI, VERRANNO PUNITI COLORO CHE: a) b) 6° Hanno agevolato i ribelli fornendo nascondiglio, armi e viveri. Non forniranno le notizie di cui siano a conoscenza che riguardano il soggiorno dei ribelli e cerchino di intralciare le indagini fornendo false indicazioni. LE FINESTRE E LE PORTE DEVONO RIMANERE CHIUSE, SIA DI GIORNO CHE DI NOTTE. OSSERVANDO QUESTE DISPOSIZIONI LA POPOLAZIONE NON AVRA' NULLA DA TEMERE NE' SUBIRA' DANNI. IL COMANDANTE DEL PRESIDIO MILITARE GERMANICO (ILSREC - Gimelli 2/12 Cart.3) 17 Storia e nascita della Brigata Garibaldina SAP di Montagna "Bedin" VI Zona Operativa Divisione "Cichero" La nascita della Brigata di Montagna SAP "BEDIN" si forma con i giovani del Comune di Lumarzo e sopratutto dal punto organizzativo nella frazione di Pannesi, dove vi era già la presenza storica di un movimento di giovani organizzato, che nel 1925 avevano formato una loro SMS19 fra Liberi Operai e Contadini, con una propria sede nel Paese, ed in una casa di loro legittima proprietà. Le Autorità Fasciste fecero chiudere questa SMS fra Liberi Operai e Contadini, col pretesto di essere contro il Fascismo, questo era vero perché nei giovani del Paese si notava una nutrita attività sociale e con formazione ideologica Antifascista. In Pannesi già nei primi di Ottobre del 1943 Massone Emanuele detto poi "Piemonte" cerca di organizzare i giovani militari, che non si erano consegnati ai Tedeschi o alla RSI, Egli da a loro rifugio e viveri, per la prima sopravvivenza, nasconde soldati Polacchi fuggiti alla prigionia Tedesca e prende contatti con Dente (Bianchini Severino) e poi con Lucio e altri del PCI e della Lotta Antifascista, come "Bini" (Serbandini Giovanni) "Bisagno" (Gastaldi Aldo) e "Lesta" (Roncagliolo Emilio); con Lui altri del Paese contribuiscono alla formazione della SAP di Pannesi, tra i questi si ricorda il contributo di Beccaria Angelo detto "Guido" di GB, i nipoti del Massone figli del fratello Lorenzo, Somariva di Recco e Garaventa Giovanni detto "Castagna" di Colle Caprile, Vice Comandante della SAP e poi Comandante. Altri Antifascisti si incontrano nella Zona, cercando di migliorare e organizzare la formazione di questa prima "Banda" si cerca di ricuperare armi, per combattere contro i Tedeschi invasori ed i Repubblichini della RSI. Piemonte prende contatti con gli antifascisti di Uscio, Recco, Sori, Pieve Ligure ecc. dove in questi paesi vengono organizzati i primi Volontari e Combattenti Antifascisti, che assieme a Pannesi, Lumarzo e Boasi si coinvolge anche Volontari da S. Alberto di Bargagli e del Comune di Neirone, dove grande è il contributo dato dal Partigiano Guarnieri Vittorio detto "Stalin". In quel periodo si tengono spesso riunioni segrete presso l'Osteria di Cornua, a Uscio ed alla Madonna del Bosco ed altri luoghi di sicuro trattenimento. (Nota di Massone Giorgio, figlio di Piemonte mi confermò che suo padre incontrò Dente in Cornua nell'Osteria di Beccaria Angelo, nei primi di ottobre, e gli fu presentato da Bagiulin di Pannesi commerciante di mucche che per ragioni di lavoro frequentava le Osterie). Il Massone Emanuele che per nome di battaglia scelse “Piemonte” era persona molto capace ed un bravo organizzatore, in merito a quanto detto, il Piemonte aveva in passato, già promosso la formazione di una cooperativa di contadini e allevatori, per la raccolta del latte nella Zona, Egli aveva formato il centro di raccolta presso Bargagli. Lo stesso Piemonte cercava anche, attraverso la cooperativa, di realizzare la vendita diretta del latte ai consumatori. Queste iniziative del Piemonte, sarebbero servite a migliorare il reddito dei piccoli allevatori e dei contadini. Ma questo tipo socializzazione organizzata, fu fortemente osteggiata dalle Autorità locali Fasciste, le quali crearono allo stesso, ogni tipo di difficoltà per ridurlo alla cessazione di questa attività. Vorrei qui ricordare Beccaria Angelo detto “Guido” (Giullu de Cornua) il Quale non compare nella lista dei Partigiani della Brg. Bedin perché Egli dipendeva dalla Cichero. Questo grande Patriota e Partigiano ha contribuito in modo importante a salvare Militari Sbandati dopo l'Otto Settembre, ad aiutare Antifascisti a trovare rifugio ed accompagnarli ai centri di reclutamento. Nella sua Osteria di Cornua, Egli diede diede asilo ai Comandi Partigiani, Bisagno, Bini; Lesta, Dente, Scrivia, Franco, dove si sentivano sicuri durante le loro riunioni, grazie a Lui e alla sua Famiglia, e tanti altri come loro, che il Movimento Antifascista ha trovato la linfa e la collaborazione alla lotta per la Libertà e la Democrazia contro la barbaria Nazifascista. "Guido" fece parte del CLN di Lumarzo, e partecipò attivamente alla Formazione della Prima Giunta del Comune, ed alla nomina del Primo Sindaco del Paese. A "Guido" per rappresaglia dei 19 Società di Mutuo Soccorso 18 Tedeschi e Alpini della Monterosa, le fu bruciata l'Osteria sul Monte di Cornua. Molti furono i Patrioti che contribuirono proprio da Pannesi, Uscio e Sori alle forniture di alimenti, vestiario, armi e munizioni, medicinali ecc. ecc. ad una delle prime Formazioni Partigiane in Zona, organizzata da Bisagno, chiamato 3° Distaccamento della Cichero, la Brigata "Lupo" al Comando di Aurelio Ferrando detto "Scrivia". Promemoria sulla Brigata “Peter” al Comando di “Scrivia” (Ferrando Aurelio) Nei primi di aprile 1944 il numero dei giovani presenti nella “Banda di Cichero” erano circa un centinaio, era pericoloso e diventava anche difficile mantenere una presenza simile in un solo luogo; il Comandante Bisagno decise di formare tre Distaccamenti. Il III° Distaccamento Partigiano venne dislocato da Cichero nella zona di Pannesi e Terrusso, prese il nome di Distaccamento “Lupo” il Comandante era “Scrivia” (Aurelio Ferrando) e come Commissario “Nino” (Stefano Porcù): Successivamente viene nominato G.B. Lazagna detto "Carlo" come nuovo Commissario. Dal 16 giugno del 44 dopo decisione unanime la Brigata chiese di fare parte delle Brigate Garibaldine; Il 26-6-1944 viene accolta la richiesta come 3° Distaccamento della Brigata Liguria. Solo dopo la morte del Partigiano Polacco "Peters Josef " la sera del 25-6-44, in sua memoria il Distaccamento ne prenderà la nuova denominazione come Distaccamento “Peter”. Il Distaccamento in seguito conosciuto come "Brigata Peter" al Comando di Scrivia verrà poi dislocata in Valtrebbia, e nella zona di Pannesi Lumarzo rimase per un breve periodo il distaccamento Villa al Comando di Mino. La Brigata Peter dislocata in Val Borbera; assieme alla Brg.“Vito Castiglione” formeranno la nuova 58^ Brigata “Oreste.”20 al Comando, prima di Scrivia, poi passa al Comando di “Tigre” (Tasso Gino); Vice Comandante “Toscano” (Giannecchini Lilio); Commissario “Gin“ (Brisi Arnaldo). “Scrivia” sarà successivamente nominato Comandante della Divisione Garibaldina Pinan Cichero operante nella VI Zona, Bisagno Comandante della Divisione Garibaldina “Cichero” e con "Lucio come Commissario, "Marzo" Capo di S.M. “Miro” al Comando Unificato della VI Zona. 26 Aprile 1945 - Partigiani scortano i soldati tedeschi nel campo di concentramento a Marassi 20 La brigata “Peter” al comando di Scrivia arriva in tempo alla partecipazione della battaglie tenuta presso le gole di Cantalupo Ligure, contro i Tedeschi e i Fascisti della RSI. 19 Storie di singoli Patrioti e Partigiani riconducibili al Comune di Lumarzo Cap. 01 Massone Emanuele detto “Piemonte” era nato a Pannesi di Lumarzo (ove residente) il 3-6-1897 paternità Luigi. "Piemonte" fu uno dei tanti contadini, e uomo di paese, il quale dette con grande capacità organizzativa, moralità, spirito di lotta, un grande contributo alla conquista della libertà, della democrazia e di giustizia, quale ideale della lotta contro il Nazismo e di Liberazione del Nostro Paese. Fu uno dei tanti piccoli e grandi Eroi della Resistenza Antifascista, Uomo semplice di grande onestà e amante del suo Paese e della popolazione contadina da cui nasceva la sua tradizione, la famiglia ebbe origine dai Massone di Uscio. Piemonte, era Uomo di grande capacità dialettica ed oratorie, altruista e rispettoso delle idee altrui, uomo di pace, anche se fu obbligato a fare la guerra. Uomo laico ma rispettoso della religiosità altrui, uomo che condivise molti momenti di lotta e impegno politico assieme al Parroco di Pannesi Don Oneto, il quale fece parte del CLN di Lumarzo e ne fu anche il Segretario assieme al Presidente Piemonte. Assieme, ma ognuno nella propria riservata disponibilità, essi salvarono molti giovani sbandati che dopo l'otto settembre del 43, non trovarono asilo alcuno, se non tra le mura di diverse case di Pannesi, di Piemonte del Parroco e altri Patrioti del Posto. Ancora assieme e con Beccaria Angelo ed altri Membri del CLN di Lumarzo li troviamo a formare la Prima Giunta Comunale dopo il 25 aprile del 1945, alla nomina del primo Sindaco e alla ripresa della vita normale, degli impegni amministrativi Pubblici. Di recente ho avuto occasione di prendere visione di documenti, custoditi e poi lasciati dal figlio Umberto, presso l'ILSREC di Genova. I documenti illustrano parte della storia Partigiana di Piemonte, e della Zona in cui si svolsero, il grande contributo dato da questi alla lotta di Liberazione. Cap. 02 Relazione di "Piemonte": Presso ILSREC - Fondo CLN-Liguria Busta 27B Fasc.12 vi si trova una relazione rilasciata da "Piemonte" nel mese di Agosto del 1945 al CLNR Prov. di Genova, ed anche al Comando della VI Zona Corpo Volontario della Liberazione. AL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE REGIONALE PROV. DI =GENOVA= Comando 6^ Zona Corpo Volontari della Liberazione Il sottoscritto Massone Emanuele fu Luigi di nome di Battaglia (Piemonte) nato a Pannesi di Lumarzo il 3/6/1987 affinché sia preso in considerazione l'opera svolta nel momento di liberazione Nazionale espone quanto segue: 1) Egli sottoscritto fu sempre stato antifascista, e nel marzo del 1935 fu proposto per il confine sotto l'accusa di sobillazione contro i poteri dello Stato. 2) Il 26 luglio 1945 bruciò pubblicamente tre gagliardetti di sede fascista, tenendo pubblicamente discorsi contro i fascisti. 3) Il 13 settembre 1943 in Pannesi organizzò la prima squadra di partigiani che più tardi nell'ottobre 1943 vi si unirono diversi soldati Polacchi fatti fuggire dall'esercito tedesco, formò così una banda che iniziò atti di sabotaggio. 4) La continua propaganda del sottoscritto convinse la gioventù di tutti i paesi di questa zona a non presentarsi dopo l'otto settembre 1943 a servire la repubblica di Mussolini, difatti da queste zone nessuno si presentò alla chiamata di Graziani. 5) Nel gennaio 1944 diedi asilo e vitto a diversi antifascisti che fortunatamente erano riusciti a 20 fuggire alle torture dei nazifascisti, tra i quali l'eroe Silvio Solimano di S. Margherita, (Nome di battaglia Berto) che le fu poi intitolata una brigata in suo onore 6) Sempre nel gennaio 1944 dalla propria casa dove erano alloggiati per circa una decina di giorni, dando vitto e assistenza e curati delle ferite riportate nelle torture dei nazifascisti, partiva la prima squadra di 9 persone per formare la Divisione Garibaldina Cichero, tra i quali vi era pure, Dente; Bini; il suddetto Berto; e Bianchi21, quest'ultimo è riuscito a fuggire dalle torture, portando seco la sentinella che aveva di guardia. 7) Bini prima di partire mi diede l'incarico di tenere il Centro dei Volontari che volevano arruolarsi per inviarli a Cichero; difatti dalle due riviere Liguri giunsero di notte tempo e dopo che erano riposati e ristorati, dalla mia squadra li facevo accompagnare a Cichero, rifornendo loro viveri armi e munizioni, nonché la prima radio trasmittente alla divisione Garibaldi, che i miei uomini presero e trasportarono sotto gli occhi dei tedeschi.22 8) Quando i primi di aprile 1944 la Banda Bisagno passata poi al Comando di Scrivia, scese a Pannesi ho dato tutto il mio aiuto, cercando i casoni per alloggiarla, pentole, attrezzi, ecc. e ho convinto il gestore del Consorzio locale, a provvedere tutta la farina occorrente nonché il forno per il pane, ho provveduto loro, il latte, la verdura e denaro e preziose informazioni tenendoli nascosti nei boschi di Pannesi il più che mi fosse possibile 9) Ho organizzato il Comitato di Liberazione Nazionale a Lumarzo, Sori e Bogliasco nei tempi della cospirazione; e ho provveduto centinaia di biglietti da mille alla divisione Cichero di cui tengo contabilità e ricevuta. 10) Per aver tenuto il centro di raccolta dei partigiani, è nel mese di luglio quando un capitano di lungo corso al servizio della S.S. tedesca riuscì a intrufolarsi nei partigiani, questo si chiama Montefiori (oggi assicurato alla giustizia) egli ha potuto spiare tutto il mio operato e poi fuggito dalla banda e andò al comando degli Alpini Monte Rosa e raccontò tutto il mio operato, (Teste un certo Copola che trovasi presente alla deposizione del Montefiori presso il comando degli alpini) cosi ché un intero battaglione della Monte Rosa composto di ben 4 compagnie da Alpini si portò a Pannesi per prendere il sottoscritto, non riuscendovi però perché tempestivamente avvisato dal Copola23 stesso, gli alpini del Monte Rosa però non trovandomi bruciarono la casa di mia proprietà distruggendo così quanto in essa vi era contenuto. Basta il grande apparato militare (Circa mille alpini) per prendere il sottoscritto, a significare l'importanza che i nazifascisti davano alla mia persona, allora assai nociva. Da quel momento senza casa e senza tetto, con due ragazzi uno di 9 anni e l'altro di 14 anni e mia madre di 82 anni, tutti ricercati, non mi sono scoraggiato, anzi ho continuato incessantemente, con più zelo ancora la mia opera. Ho organizzato ben sei Brigate di Sapisti, tra Pannesi, Lumarzo, Sori, Capreno, Bogliasco, Boasi, e Uscio; fra tutti ho organizzato e istruito circa 450 uomini ed io stesso ero Commissario della Brigata Bedin; nei giorni dell'insurrezione questa brigata da me formata attaccarono una colonna di oltre 7000 (Settemila) armati, fra tedeschi, alpini e brigate nere (erano proprio il nerbo dell'ultima teppaglia, residuo del fascismo in Liguria) Comandata dal tenente colonnello tedesco che proprio ove dove si può dire è nato i primi partigiani così finirono i nazifascisti, perché precisamente il 27 Aprile 1945 nei boschi di Pannesi la suddetta colonna degli uomini della brigata da me organizzata, e in special modo della Brigata Bedin, la colonna tedesca fu obbligata ad addivenire ad una tregua di armi, conclusa consegnando ben tre bandiere tedesche tra i miei uomini e i comandanti della colonna, e da me stesso poi imposto di venire a parlamentare entro mezz'ora, sotto pena di aprire il fuoco, per definire la resa, cosa che fecero ed io presentavo il comando (Stato maggiore) ad una pattuglia di Americani sul colle di S. Alberto che proprio in quel momento trovasi di passaggio diretta a Genova, che io stesso 21 Orlando Bianchi ha contribuito a Uscio a formare il CLN e le prima SAP 22 La Stazione fu portata da Pannesi a Cichero dal nipote, Massone Emanuele ed altri, impiegando due giorni. 23 Dalla testimonianza del figlio Giorgio risulta che fu il Partigiano Caprile Benedetto, alla sera prima ad avvisarli alle ore 21 del 26/8/44 può essere che l'informazione sia partita dal Copola per arrivare a Caprile Benedetto. 21 fermai appunto per la presenza dei tedeschi. Ho illustrato brevemente la mia opera nei punti più salienti, ma troppo lunga per elencare , tutto quello che giornalmente ho fatto, dirò solo che i miei uomini, per armarsi sono andati in cerca di quelle armi che lo spirito degli otto milioni di baionette di Mussolini ha gettato nel fango. Ho esposto quanto sopra perché venga riconosciuta la mia opera ed aiutato nella ricostruzione di ciò che ho perduto, nella lotta di liberazione. Allego a ciò un documento comprovante il mio operato rilasciato dalla commissione militare Polacca nonché il nome dei testi che potranno comprovare quanto sopra descritto; Bini; Dente; Luccio; Lesta; Scrivia e se fosse vivo Bisagno. Distinti Saluti Piemonte Massone Emanuele (firmato in calce) Segue timbro del CLN - Corpo Volontari della Libertà Comando VI Zona per quanto Sopra (firmato) Ettore Pannesi 1946, una delle prime commemorazioni, dei Partigiani Caduti della Brigata Garibaldina SAP Bedin; si notano: Barinetti Dionisio; Caprile Benedetto; Massone GB (Villa); Massone Umberto; Gino Olcese; “Piemonte”; Olcese Rodolfo e Beccaria Luigi, e altri del Paese non meglio individuati. 22 Cap. 03 Mistero delle tre buste da lettera con indirizzi Polacchi. Nella cartella "Piemonte" presso ILSREC di Genova, fra i vari documenti, si trovano alcune buste di formato fuori stand, le buste hanno sopra già scritto l'indirizzo di eventuali intestatari, che sono persone di origine Polacche, la scrittura degli indirizzi è eseguita con molta precisione e dalla stessa mano, usando una penna ed inchiostro nero. La cosa che mi ha colpito era il motivo di quelle buste, dopo una lunga ricerca sono riuscito a capire la ragione delle buste, di quegli indirizzi già scritti e il motivo per cui queste buste erano in mano a Piemonte. Il Piemonte aveva aiutato a fuggire tre giovani Polacchi prigionieri dei Tedeschi, gli stessi prima erano stati nascosti da lui, poi Essi si unirono a combattere con i Partigiani il comune nemico. Quelle buste con gli indirizzi sopra scritti, servivano che in caso di morte di qualcuno di loro, il Comando della SAP avrebbe inviato alla famiglia la tragica notizia, tenendo presente che nessuno di loro aveva sopra documenti di riconoscimento. Si trascrive il testo di una dichiarazione scritta rilasciata alle autorità Polacche a Genova in agosto 1945 con relativo Timbro: Timbro con distintivo di Aquila con Corona POLSKA MISJA WOJSKOWA POLISH LIAISON UNIT G E N OVA Data la testimonianza della Signora Polacca Jadwiga Kliewer residente a Sori, (Prov. Genova), Villa Jadwiga personalmente conosciuta dalla missione Polacca a Genova, Via Flora n° 20 dichiaro il signor Massone Emanuele fu Luigi residente a Pannesi (Lumarzo) d'accordo con i partigiani italiani nel novembre 1943 fino al 1° dicembre 1943 nascondeva, manteneva ed aiutava i tre sudditi Polacchi: Edmund Dzierzenga, Paolo Bulla ed il defunto Antoni Rossa i quali combattevano assieme con loro a quell'epoca . Genova, 12 VIII 1945 Scrittura non decifrata Polish Liaison off. Segue timbro del CLN Lumarzo Visto del Comitato Il Presidente Massone E. La documentazione originale si trova presso ISLREC di Genova: Fondo "CLN Liguria" Busta 27 B Fasc. 12 - Le tre buste per lettera si trovano nella Cartella "Piemonte" segue copia degli originali. Recco 1944 - resti del ponte della ferrovia 23 24 Cap. 04 Trascrizione di alcuni dei documenti di "Piemonte" (ILSREC Cartella Piemonte) Doc. del 25/6/1944 Monte Cornua: Monte Cornua 25/6/44 Verbale: In data di oggi si è riunito il Comitato del P.C.I. presenti rappresentanti della Federazione (di) Genova. Si stipula e si conviene quanto segue: Formazione in settori la Zona, cioè formazione del 9° settore con n° da 101 al 110 - Z 7 Zona di influenza viene delimitata fra i comuni di Lumarzo, Sori, Pieve Ligure e Neirone. Dai presenti viene nominato un Comitato con il benestare dei rappresentanti della Federazione di Genova. Il Comitato è composto dai compagni Piemonte, Pietro, Tino, tra i quali il compagno Piemonte viene nominato Segretario del comitato di settore. (Segue firma) Piemonte Doc del 4/11/1944 Promemoria 1 2 3 4 novembre 1944 Costituire Comitati di Liberazione, uno per Comune composto di 5 elementi più 2 di riserva. Costituire Consiglio Comunale composto da 20 persone diverse per frazioni. Costituire Comitati Politici Nomina di un Sindaco per comune. (Il documento non porta firma ma è di Piemonte) Doc. del 6/11/1944 Lumarzo: Lumarzo 6 novembre 1944: rapporto alla Federazione Provinciale del P.C.I. di Genova. L'anno 1944 a di 5 del mese di novembre alle ore 14, nella località denominata Bosco nel Comune di Lumarzo, si è riunito i compagni Lucio, Dente, Piemonte, Giuseppe e Pietro; dopo lunghe e animate vedute e esauriente discussione, di comune accordo si deliberava quanto segue: Il Comitato di Liberazione Nazionale esistente, in questo comune e funzionante già da 9 mesi resta intatto, cioè composto dagli stessi elementi che ne era formato dal suo inizio. Il 9° (Nono) settore del P.C.It. (PCI) resta nell'integrità Territoriale in cui si trova, ed il compagno Piemonte quale Segretario del settore stesso resta alle dipendenze della Federazione del P.C.It. per tutte le pratiche amministrative riguardanti il partito e cioè nella riorganizzazione e nell'incrementare il numero degli iscritti e nell'organizzazione dei comitati politici e di L. N. tanti di villaggio ...... comunali creati per tutte le ....... tichi inerenti al basso andamento e sviluppo è una realtà del partito. resta pure di comune accordo stabilito che delle squadre territoriali d'Azione formate dal compagno Piemonte, verranno reclutati i volontari per la formazione della S.A.P. formanti i distaccamenti denominati i caduti per la libertà i quali distaccamenti passano per l'azione militare alle dipendenze di Dente e Lucio. Doc del 8/11/1944 Pannesi: L'anno 1944 adì 8 del mese di novembre si è riunito in Pannesi il comitato del 9° (Nono) settore composto dal compagno Pietro, Tino e Piemonte, dopo aver preso visione del rapporto e del concordato di esso tra Lucio, Dente , Pietro, Piemonte e Giuseppe il giorno 5 novembre si approva all'unanimità, si delibera di istituire quanto prima il Comitato di Liberazione Nazionale nel comune di Sori e di Neirone e di completare quello già esistente nel Comune di Lumarzo, costituire i Comitati politici, di villaggio. Rapporto alla Federazione per Luccio avendo dato ordine di trattenere i S.R. (24 ) e St dalle frazione di Capreno. 24 Le sigle non sono chiare a cosa si riferiscono, forse potrebbe essere: dato ordine di trattenere il sussidio ricuperati e sottoscritti da frazione di Capreno...... GB 25 Costituire le cellule di 5 - dalle Squadre Territoriali d'Azione costituite, reclutare più numero possibile per formare la S.A.P. per i volontari della Libertà. Letto e approvato il segretario (Firmato) Piemonte - Pietro - Tino (Segue nota) In aggiunta al retro deliberato si aggiunge di proporre alla Federazione che sia passato il sussidio a Capurro Ernesto. (segue Firma) Piemonte - Pietro- Tino. Pannesi 1947-48 Foto di gruppo di parte della popolazione nel centro del Paese Cap. o5 Raccolta e sottoscrizioni per Bande Partigiane Divisione Cichero da parte di Piemonte. Si elencano alcuni documenti contabili per gestire le sottoscrizioni e la distribuzione delle stesse trovate presso ISLREC nelle carte "Piemonte". Maggio 44 Pietro Nullo Pietro Pietro Nullo Tino Entrate. £ 100 500 200 500 2000 241 3541 £ Tino Tino Nullo Latteria Latteria Giov. Totale Riepilogo Uscite Entrate Defict Prog. Entrate: Mobilia Podestà Versato a "Scrivia" 50 180 500 500 200 250 1680 + 3541 5221 5535 5221 314 Chiusura al 31-5-44 Defict £ 314 ==== =£ 22.880 20.000 26 Rimane 2.880 770 2.110 2.110 ==== 6.535 1.100 7.635 Trasporto munizioni e vino Rimane Versato al corriere Tissega per Scrivia Dall'incanto mobili dopolavoro Lumarzo Acconto radio da Ernestino Dedotto dalla Chiusura conti il 31/5/44 il Defict 314 7.321 Entrate Giugno 1944 PANNESI PIEVE LIGURE SORI CAPRENO Libretti £ " " " " Luglio 1944 Lumarzo C. 14 x 15 £ T. 11 x 15 " E. 9 x 15 " Capreno, Sori, Sussisa Pieve £ Pannesi " Bargagli " Boasi " Macena o Maxena " (Ci sono alcune sigle non decifrabili) 405 75 195 160 250 1.085 210 165 135 795 713 60 165 180 2.423 Luglio 1944 - Riporto £ 2.423 Versato come da ricevuta £ 2.355 da versare £ 68 Uscite 15/7/44 19/7/44 20/7/44 22/7/44 22/7/44 22/7/44 22/7/44 24/7/44 24/7/44 Ligagin mulo £ Domenico " Ligagin Mulo " Dina in Senelle Patate " 30 chili piselli Lumarzo " Vino trasporto materassi in Cornua " Vino a Partigiani e a Capreno " Vino a Partigiani in Cornua " Dal 1° al 15 luglio pane delle tessere e altri generi25 " Mulo alle Piane " Mulo Neito26 " 200 200 200 750 600 120 127 90 242,50 200 200 25 Segue nome non decifrato? 26 Neito è Caprile Benedetto di Colle Caprile fratello di Giovanni il fornaio che forniva il pane ai Partigiani e fu arrestato due volte e portato una volta a Chiavari e una alla Casa dello Studente a Genova. 27 24/7/44 31/7/44 Patate 50x15 = Lumarzo " A Massone per latte, maggio giugno luglio litri 97x10 " A Mario per due giornate a Boasi per dinamite " per 52 chili di patate a Lumarzo prese il 12 giugno " " 750 970 200 750 5.599,50 Uscite: Riporto Agli uomini che hanno trasportato materiale al Bosco fino da Sori per Nino Per aver condotto da Pannesi a Rovegno 21 uomini in due giornate speso 430 + 200+ 40 Pagato a Attiglio 71 litri di latte Valle per 18 chili di pere Macinazione di 50 chili di grano a Giuse riparato scarpe a Genio Costa da Cà per 15 chili amarene consegnate ai Partigiani Uscite Entrate Deficit Chiusura conti 8/8/44 6/8/44 7/8/44 8/8/44 £ 5.599,50 " 90 " 670 710 100 30 110 " " " " £ " " 120 7.429,50 7.321 108,50 ========= Agosto 1944: Boasi 21 x 15 = agosto Boasi 21 x 15 = settembre Pannesi agosto settembre Manne Pronto27 30 x16 agosto e settembre 9 x 30 Tigre San Pollinaro settembre 5 x 15 Lumarzo agosto settembre Ernestino 8 x 30 Schenone agosto settembre 10 x30 Giulio Pannesi agosto e settembre 8 x 30 Tino per Capreno, Sori, Pieve Ligure 41 x 20 Massone Emanuele Piemonte agosto settembre Viacava agosto settembre Dottor Gino Scalf. agosto settembre Florio Renato28 Demarchi Lazzari ? agosto e settembre Olcese Luigi agosto e settembre agosto 77 x 15 settembre 83 x 15 Capreno agosto settembre 41 x 20 Segue altri dati non di facile traduzione. £ 315 315 480 270 75 240 300 240 820 30 30 15 30 30 30 3.220 1155 1245 820 27 Nome poco chiaro? 28 Florio sarà il futuro Comandante della Brigata SAP Bedin, Cadde colpito a morte al ponte di Rovegno il 24/4/45. 28 Ottobre 1944 Boasi Tigre Guido Pippo Ernesto Schenone Tino per Tino per Tino per Olcese Luigi Demarchi San Pollinaro Pietro Dott. Scalf. Piemonte 21 x 15 9 x 15 £ Pannesi Pannesi Pannesi 5 x 15 Le Piane 8 x 15 Lumarzo 10 x 15 Capreno Sori Pieve Ligure £ 7 x 15 ottobre 315 135 120 75 120 150 450 --------15 15 105 15 15 15 Segue altre sottoscrizioni non indicato il mese: Dottor Zoia Ruggeri Dante Dottor Mangini Ottavio Marchese Chiavari Maggior Cliver Leverone Mario Morone Francesco Dottor Guido Mangini Caorsi Cesare Canessa Benvenuto Mario Davoli Gino Grotta Benvenuto Rosita Olandese Cafferata Luigina Balestra Ingegnere Ruggero Ingegnere Palau Solimano Antonio Nazi Enrico Conte Cavalli (cifra non leggibile) (cifra non leggibile) (cifra non leggibile) arma = 100 = 100 arma = 100 = 100 50 = 100 = 50 = 10 = 50 = 50 = 10 = 50 = 50 = 50 = 50 = 50 = 50 = 20 = 20 Totale 29 £ 3.060 Cap. 06 Note su Massone Lorenzo e la Famiglia di Piemonte: In data 7/12/44 su di un messaggio inviato da Ognio II ad "Umberto" Comandante della G.L. Giacomo Matteotti oltre le informazioni sui movimenti delle truppe Tedesche, informa che: ...Ieri a Neirone dicono sia stato catturato un certo Walter (uno dei tuoi uomini) prelevato dagli Alpini e dicono che siano diretti verso la Corsiglia. Avanti ieri a Pannesi un reparto di Bersaglieri ha prelevato il Fratello di Massone e gli hanno incendiato la casa, la ragione sembra sia dovuta ad una lettera anonima pervenuta ai comandi e denunciante29 il Massone come Fratello di un Partigiano e facente parte di una banda comunista.... (La lettera fu inviata al Comando Tedesco di Uscio, vedi doc. Maria Grazia Funari) Alla fine della guerra , in data 11/5/45 il Comando della VI Zona Operativa di Torriglia, invia una lettera di protesta al Commissario della SAP Bedin, Piemonte, per le lamentele di una persona prigioniera portata a Torriglia, segue testo: COMANDO BRIGATA SAP BEDIN ( Piemonte) Pannesi: OGGETTO: trattamento prigionieri. Abbiamo ricevuto la prigioniera R... O.... Poiché essa afferma che tua madre le ha usato violenza al momento del fermo, indipendente dall'esito che avrà il giudizio in corso, ti prego di comunicarmi fino a che punto tale asserzione sia vera. Qualora lo fosse, ti ricordo che è necessario trattar bene anche chi è destinato ad essere fucilato. Noi saldiamo i conti in base al giudizio del tribunale del popolo. Nessun acconto può essere elargito individualmente. (firmato) il comandante Ardesio Nota Il fratello del Piemonte, Massone Lorenzo, era stato arrestato il giorno 5 dicembre 1944 e fu portato a S. Rocco di Recco assieme ad altri prigionieri, da quel luogo fu poi prelevato dai Tedeschi, e da quel momento si persero le sue tracce, nessuno sapeva dove era finito? Solo il 9 maggio 1945 fu ritrovato il suo cadavere, sepolto presso la Villa Dufour a Mulinetti, dove era stato ucciso il 14/12/1944: Caso vuole che proprio quel giorno fu arrestata a Pannesi dai Partigiani, una certa R. O. la quale venne fatta transitare davanti alla madre del Partigiano Lorenzo, e proprio in quel momento la Donna fu informata del figlio era stato trovato morto a Mulinetti di Recco, questo grande dolore probabilmente fece eccedere la donna, che come reazione si avventò contro la prigioniera R. O. forse ritenuta da lei corresponsabile della morte del Figlio. (La madre del Lorenzo aveva oltre 82 anni). 29 La lettera anonima fu inviata al comando Tedesco di Uscio situato in Località Cabona, Una ragazza di nome Funari Maria Grazia, che era interprete presso il Comando, viene a conoscenza del fatto, e che lo stesso Comando Tedesco predisponeva all'arresto dei tre fratelli Massone e del Padre, Essa informava il Parroco di Pannesi del pericolo incombente sulla la Famiglia del Massone. Il Parroco in quel momento impossibilitato di recarsi dalla famiglia Massone, diede l'incarico ad una persona di sua fiducia per fare pervenire la notizia chi di dovere. La notizia purtroppo giunse dopo il misfatto. Esiste una testimonianza firmata dal Parroco in proposito, rilasciata nel maggio del 1945. 30 Pannesi maggio 1945: Momenti del funerale del Partigiano Lorenzo 31 Arrivo davanti alla chiesa di Pannesi (Si nota il Parroco di Calcinara Don Dellepiane Giovanni) La Madre di Lorenzo con il figlio Piemonte e i nipoti Giorgio e Umberto, nel primo Dopoguerra 32 Lumarzo corteo del 25 Aprile 1946 in memoria ai caduti Partigiani e alla Liberazione. Pannesi 5 Strade: Inaugurazione della Cappelletta Commemorativa dei Partigiani caduti, erano presenti: Piemonte e Viacava di Recco con altri. 33 "Scrivia" - Comandante della Divisione "Pinan Cichero" che era a Pannesi e a Terrusso da aprile a fine luglio 1944, con la Brigata "Peter" (Foto a ds. Attivisti del PCI a Pannesi 1948) "Piemonte" da giovane con un Amico Scolari Andrea Patriota della SAP Bedin 34 Pannesi 5 Strade 1947 - Inaugurazione della Cappelletta Commemorativa dei Partigiani caduti della Brigata SAP "Bedin" - Erano presenti: Ratto con i figli e Moglie; Prete Rinaldo di Recco; Schenone Ernesto; Don Oneto Parroco di Pannesi; Beccaria nipote di Angelo; i Fratelli Massone G.B "Villa", Mario e Emanuele; "Piemonte" ; Viacava Giovanni di Recco; Olcese Adolfo. 35 Arresto di Massone Lorenzo e memorie di Olcese Bruna e Schenone Antonia di Pannesi. Cap. 01 Nel pomeriggio del 2 Giugno 2013, al ritorno dalla Cappelletta delle 5 Strade di Pannesi, dopo la commemorazione in ricordo dei caduti Partigiani, mi avvio in macchina da Pannesi verso Lumarzo. Mentre arrivo in località detta Lainà, mi fermo nella vicinanza dove abitava la Famiglia di Massone Lorenzo, per vedere se c'era il figlio di Iolanda Massone, che spesso si recava in quella abitazione già del nonno, casa che il 5-12-44 fu teatro delle barbarie tedesche, i quali dopo averne arrestato il capo famiglia Lorenzo Massone, venne incendiata anche la casa. Nella sosta per la visita al giovane detto, incontro due Signore sedute sopra ad un muretto nel terreno attorno ad una vecchia abitazione abbandonata, chiedo a loro informazioni sul nipote del Massone. Le due donne rispondono che non sanno se egli era presente. Mi fermo a parlare con loro due, una non è del Paese, mentre la signora più anziana, oltre gli ottanta anni ben portati, io ne ho un vago ricordo, mi ricordo di Lei da giovane, di quando io ero appena un ragazzino mentre lei era una signorina alta, di bel portamento, ma non conoscevo il suo nome, che poi mi disse di chiamarsi Bruna. Chiesi alla signora Bruna lei se ricordava qualche episodio della lotta Partigiana, la sua risposta fu affermativa, la stessa mi disse che abitava nella casa vicino a quella di Lorenzo, la distanza era di una ventina di metri. Inizia il suo racconto dicendomi che lei e altri della sua famiglia erano presenti quando i Tedeschi vennero per arrestare il Massone Lorenzo, erano in molti ed era di primo mattino. Lei ed i suoi famigliari fuggirono verso il paese di Pannesi, ma da dove si erano recati essi vedevano in parte quello che stava accadendo presso l'abitazione del Lorenzo Massone. I Tedeschi presero tutto quello che a loro poteva essere utile, comprese le due mucche che erano nella stalla, le scorte di grano, vino e quant'altro, dopo aver allontanato le donne di famiglia, la moglie e tre figlie, incendiarono la casa. Quando i Tedeschi si erano allontanati dalla casa in fiamme, portando con loro il Massone ed i beni sopra detti, la Sig.ra Bruna ed altre persone del Paese, intervennero cercando di spegnere le fiamme della casa e di salvare quello poco che era ancora possibile. Ma anche questo volontario intervento era rischioso per la popolazione, in quanto i Tedeschi non avrebbero voluto che la gente collaborasse nei confronti della famiglia del Massone, il quale era accusato di essere Comunista e anche Partigiano sia lui come anche i tre figli, Mario, Giobatta detto Ninin ed Emanuele; lo stesso Lorenzo aveva anche il fratello che era Partigiano, di nome Emanuele detto “Piemonte”. Purtroppo dell'abitazione del Massone Lorenzo rimase ben poco, anche con l'intervento portata dalla Sig.ra Bruna e dagli altri compaesani, in quale era limitato solo del trasporto di secchi d'acqua e di pochi mezzi manuali, che poco incisero sull'evento disastroso delle fiamme. Durante il rastrellamento a Pannesi nel quale che fu arrestato il Massone Lorenzo, anche il Partigiano Olcese Luigi detto Gino di Pasquale, fu ferito ad una spalla dagli Alpini della Monterosa, il Gino cercò di sfuggire all'arresto, avviandosi correndo verso la Madonna del Bosco, ove si nascose; ma i suoi accaniti inseguitori, seguendo le tracce di sangue lasciate dalla ferita durante la sua fuga lo trovarono e fu arrestato, dopo fu condotto a Recco assieme al Lorenzo, dopo alcuni giorni il Gino fu liberato. Alla Sig.ra Bruna chiesi se conosceva Garaventa Giovanni detto “Castagna” che era il Vice Comandante della Brigata SAP Bedin, ed era a quel tempo il fidanzato della Sig.na Iolanda, figlia del Massone Lorenzo, lei mi rispose: Che lo conosceva molto bene e che spesso Giovanni si recava in Lainà in casa del Massone, anche perché i fratelli della Iolanda erano anche loro Partigiani, assieme al “Castagna”. Lei mi disse anche che conosceva bene il Comandate Florio Renato, che spesso era assieme al Castagna, e che il Florio spesso stava presso la Madonna del Bosco, nei primi tempi era rifugiato da una ragazza che non ricorda bene il nome ma forse era proprio Natalina, ma in quel periodo molte erano le persone sfollate che si trovavano alla Madonna del Bosco, a causa dei bombardamenti nella Riviera e nella città di Genova. La Sig.ra Bruna si ricorda di alcuni giovani militari sbandati, che erano stati accolti dalla famiglia Massone, alcuni erano Toscani, e poi altri che non ricorda bene la loro origine. 36 Rastrellamento dei soldati Tedeschi, dove incendiano le case e fienili, rubano anche delle mucche ed altri beni di loro utilità. Giorno 8-6-2013 – Come d'accordo mi reco da Genova a Pannesi per incontrare la Sig.ra Olcese Bruna, nata a Pannesi di Lumarzo il 5-02-1927, la quale la trovo presso la sua abitazione in Lainà con la Figlia e il Genero (Originario delle Ferriere di Lumarzo) persone di gentile accoglienza molto interessati alle mie richieste . Mentre mi trovo presso di loro, arriva a farle visita una Sig.ra del Paese certa Schenone Antonia nata a Pannesi il 16-01.1932 e abitante in località Sanguinara. Le due Donne si aiutano reciprocamente a ricordare i tristi episodi della guerra, vissuti al loro Paese, si ricordano quando dalle “Biaulle” (Colle Coprile) i Tedeschi sparavano ai Partigiani nel monte di Pannesi e nei boschi dove c'erano delle cascine, a volte queste venivano colpite e bruciavano, di norma le cascine contenevano fieno o foglia di castagna per cui l'incendio era di regola. Mi raccontano di quando alcuni Partigiani con delle armi sopra dei muli si erano scontrati a fuoco con i due militari Tedeschi, era nel pomeriggio e lo scontro avvenne nella curva dove attualmente vi si trova soprastante una palazzina, (di Olcese Raffaele dei Ligagin). I due Tedeschi che erano morti nello scontro armato con i Partigiani, erano stati poi sepolti in un campo di grano sopra la strada, di proprietà di un certo Agostino. I Partigiani che avevano avuto lo scontro con i due Tedeschi non erano del Paese, ma erano di passaggio e trasportavano armi con dei muli. Raccontano che dopo alcuni giorni venne fatto un grosso rastrellamento in Paese, vi erano soldati Tedeschi da tutte le parti, era di buon mattino, arrestarono un mucchio di persone, dicendo loro che avrebbero bruciato il Paese. Gli rastrellati, che per la maggior parte erano donne, bambini e persone anziane, furono portate sul piazzale della Chiesa di Pannesi, fra questi era compreso il Parroco Don Oneto. La maggior parte degli uomini del Paese, in quel periodo, erano in montagna o nascosti nei boschi, per non farsi arrestare. Alcune case furono incendiate, circa una decina, e quasi a tutte fu portato via olio, vino e grano e altre masserie di casa, a diversi furono portate via le mucche, si ricordano che Olcese Antonietta di Sanguinara le avevano portato via tre mucche. Le persone arrestate furono portate a Uscio, cosi pure i due Tedeschi Uccisi, i quali cadaveri furono lavati e puliti dalle donne del Paese. Delle persone arrestate dai Tedeschi, alcune di loro tornarono a casa la sera stessa, altri invece dopo alcuni giorni, lo stesso fu per il Parroco Don Oneto. Segue foto di famiglia di sfollati da Genova a causa di bombardamenti. Da Sn. la Sig.ra Schenone Antonia e la Sig.ra Olcese Bruna presso la sua abitazione di Pannesi in località Lainà. 37 Cap. 02 La ritirata Nazifascista da Recco a Uscio e Pannesi: Memorie Nella giornata del 8-06-2013 ebbi occasione di incontrare anche i coniugi, Olcese Aurora ed il marito Olcese Paolo tutti e due di Pannesi. Del rastrellamento mi viene conferma anche dalla Sig.ra Aurora della Famiglia dei Ligagin, sorella di Aurelio uno degli arrestati e portato a Uscio, la stessa racconta che proprio da Colle Caprile quel giorno del rastrellamento, hanno sparato con i cannoni colpendo una cascina sopra al Paese, vicino alle 5 Strade, la quale cascina prese fuoco e rimase distrutta, il marito della Sig.ra Aurora, Olcese Paolo anche lui mi conferma il fatto raccontato dalla moglie. Dei giorni della “ritirata” e poi della “resa” delle truppe Nazifasciste presso la Tecosa, la Sig.ra Aurora si ricorda dei molti Tedeschi ed Alpini della Monterosa che passarono di giorno e di notte proprio sotto casa, avevano muli, cavalli e anche dei carri che abbandonarono all'ingresso del Paese, perché avevano difficoltà di transitare fra le strette strade mulattiere della montagna. Ricorda con molta lucidità il forte rumore dei stivali, che portavano i soldati della truppa Tedesca, erano migliaia che transitavano nella grande confusione, passavano sotto casa della sua Famiglia, ed era un rumore quasi assordante, il calpestio del tacco di ferro sulle pietre del “Risseuo” di cui erano fatte le strade in Paese. Si sentivano spari di fucili e di mitraglia, era difficile capire da dove venivano gli spari, e dove era diretto il fuoco. Si ricorda di colpi di cannone sparati da Colle Caprile verso il monte di Pannesi e verso il Monte di Cornua. Dei tiri di cannone dalle “Biaulle” (Colle Coprile) me ne ha parlato anche le due Sig.re Bruna e Antonia, le quali mi dissero che proprio nei giorni della “ritirata” molti tiri furono indirizzati sopra la “Ria da Cià” che i Tedeschi sparavano in quella zona perché vi si trovavano probabilmente dei gruppi di partigiani. La paura della popolazione in quei momenti era forte, dalle case molte persone erano scappate ed erano andate a nascondersi nei boschi o in cascine lontano dal paese. Tutti ricordano quei tristi giorni, nessuno ne vorrebbe parlare, ma poi proprio di questi ricordi, le persone che li hanno vissuti cominciano a parlarne come una loro liberazione, la loro sopravvivenza ai giorni di guerra li fa sentire quasi dei privilegiati e ne parlano volentieri, quasi vorrebbero raccontare ancora un'altra volta, parlarne dopo tanto tempo, da la forza a loro di sentirsi più giovani, forse come lo erano nel lontano periodo bellico. 38 Visita di cortesia dei soldati tedeschi “Il Rastrellamento” Monte Cornua l'Osteria di Beccaria Angelo che fu incendiata dai Tedeschi nel 1944 39 Foto della Delegazione Ligure a Roma, al 5° Congresso del PCI, nel mese di dicembre 1945. Erano presenti: A. Minella; "Piemonte" Massone Emanuele; "Bini" Serbandini Giovanni; Agostino Novella; Canepa GB;"Bocci" Giovanni Sanguineti. Cenni sulla famiglia Massone: La famiglia dei Massone di Pannesi era proveniente da Uscio, i loro antenati si erano trasferiti a Pannesi dove vi risiedeva un loro zio Parroco in quel Paese. I Fratelli Emanuele e Lorenzo di Luigi erano nati a Pannesi di Lumarzo: Lorenzo il 22/03/1883, mentre Emanuele il 03/06/1897. Massone Emanuele detto “Piemonte” rimasto vedovo con due figli in tenera età: Il primo era Umberto (Berto) nato nel 1930 a Pannesi di Lumarzo, Partigiano della Brigata SAP Bedin. Il secondo era Giorgio nato a Genova nel 1935. Piemonte era ricercato attivamente da Vito Spiotta, Vice Comandante delle Brigate Nere di Chiavari e dai suoi Repubblichini. Lo stesso Spiotta scriveva sul suo giornale “Fiamma Repubblicana” che: “Piemonte “ era quello che per dare da mangiare ai Partigiani faceva fare la fame ai propri Figli. Si riporta parte del testo di un documento sottoscritto da Massone Emanuele nella scheda del CLN – Liguria in data 1-7-1945 E' mai stato iscritto al P.N.F. No Incarico attuale nel CLN: A quale partito appartiene: Comunista Italiano Presidente (di Lumarzo) Osservazioni del dichiarante Il sottoscritto ha organizzato diverse squadre di Partigiani fino dal 12 settembre 1943; Ha tenuto in casa propria fino dal gennaio 1944 il centro di raccolta dei Partigiani che dalle due Riviere Liguri giungevano per essere avviati a formare la Divisione Garibaldina Cichero; diede i primi 5 uomini sul monte Cornua alla Brigata Giustizia e Libertà; N.B, Il sottoscritto il 27 agosto 40 1944 vennero a prenderlo con quattro Compagnie di Alpini della Monterosa circa un migliaio di Alpini non trovandolo le bruciavano la propria casa ciò a scopo di rappresaglia per l'attività da Esso svolta spiata da SS introdottosi nelle Formazioni e poi fuggite. Era come storia di Brigata SAP che lasciò 5 caduti e preso tre Bandiere Tedesche che detengo come preziosi cimeli. Firmato: Massone Emanuele <Piemonte> nome di Battaglia . (AILSREC busta 77 GM) Il Partigiano Massone Lorenzo Massone Lorenzo di Pannesi abitava nella località chiamata Panixasco ed era il padre di 6 figli: Mario GioBatta detto Ninin Emanuele Maria del 22 Iolanda del 24 Matilde del 26 (Tigre) (Villa) (Manuelin) Partigiano Brg. SAP Bedin Partigiano Brg. SAP Bedin Partigiano Brg. SAP Bedin Partigiana Brg. SAP Bedin Partigiana Brg. SAP Bedin Partigiana Brg. SAP Bedin . Il Lorenzo fu arrestato per segnalazione di una denuncia fatta da gente che abitava nel paese, i quali per ragioni personali e politiche denunciarono che Famiglia Massone di essere Comunisti e anche Partigiani. Una mattina che era ancora buio un gruppo di Tedeschi e Alpini della Monterosa recatosi a Pannesi si inoltrarono nella zona dove era la casa della Famiglia Massone, non avendo la esatta conoscenza di quale fosse questa casa, trovarono alcune persone del luogo e facendo vedere loro, su uno foglio, il Nome dei Ricercati, chiesero di accompagnarli alla loro residenza. Una delle persone presenti (Non ricordo se era Lorenzo il tornitore o Davide il cognato di Beccaria Angelo) si rese conto che doveva fare in modo di distogliere i Tedeschi e cercando di fare avvisare i Massone. La persona obbligata ad accompagnarli sul posto fece finta di sbagliarsi, cercò di prendere tempo e accompagnò i Tedeschi più avanti verso le Piane di Lumarzo da un'altra casa, nel frattempo i vicini della Famiglia Massone Lorenzo riuscirono ad informarli di quanto stava accadendo e di fuggire. Il Massone Lorenzo che non aveva cercato di fuggire, il quale disse: Di non fuggire perché alla sua età era impensabile che le avrebbe osato farle del male. (Aveva 61 anni). I Tedeschi dopo aver capito che erano stati portati in luogo sbagliato, con la minaccia delle loro armi si fecero condurre alla vera abitazione dei Massone, arrivati presso di questa, fu circondata, e poi con la violenza entrarono all'interno cercando subito dove erano i figli; Non trovandoli i Tedeschi interrogarono i Genitori e le loro figlie: Essi risposero che non erano presenti e che non avevano idea dove fossero, che era da molto tempo che non frequentavano l'abitazione e non li vedevano. I militari Tedeschi eseguirono percosse e minacce nei confronti dei famigliari presenti, poi essi furono spinti fuori casa, mentre i militari nazisti rubarono nell'abitazione del Massone tutto quello che a loro poteva essere utile, decisero di incendiare l'abitazione, uno dei Tedeschi con scrigno disse alla Madre e alle tre sorelle: Lasciamo per voi donne una baracca così potete lavarvi e dormire. La baracca era una specie di fienile e deposito di letame, con questa raffinata gentilezza lasciarono la disperazione nella famiglia, la quale ha visto che oltre distruggere la casa, vi fu anche l'arresto del Padre e Marito Lorenzo30. Il Massone Lorenzo dopo l'arresto, fu condotto dai Tedeschi a S. Rocco di Recco vicino dove c' era a quel tempo l' Osteria della Manuelina. Con Lui furono arrestate altre persone di Uscio e di Bargagli fra cui credo Cevasco Giovanni di Domenico del 21/07/08 poi fucilato in Recco il 20/12/44 (AILSREC Busta 5 foglio n° 22) Da quel luogo alcuni conoscenti, videro il Massone che venne caricato sopra di un camioncino, con una pala ed un picco, i compagni di quella sventura pensavano che lo portassero a fare qualche 30 Vedere la testimonianza di Don Oneto su questo fatto scritta lui stesso e firmata. 41 lavoro per i Tedeschi stessi. La figlia del Massone, Matilde e il cugino Giorgio, che da Pannesi erano saliti sino in Cornua, scesero e attraversarono Testana arrivando poi a S. Rocco a cercare il Genitore; Le informazioni che ottennero, erano quelle sopraddette. Da quel giorno che il Padre che fu visto partire su quel mezzo, di trasporto del Massone Lorenzo non si ebbe più nessuna traccia. Si seppe dopo che il Massone fu condotto in una villa a Mulinetti dove venne interrogato e successivamente a questi fatti, le SS lo costrinsero scavarsi la fossa con gli attrezzi già descritti, dove poi fu sepolto dopo essere stato colpito con alcuni colpi di mitra, era il 14/12/1944. Dopo la guerra nessuno sapeva dove era finito il corpo del Massone, ma una signora che abitava vicino a quella villa, informò i parenti ed altri che ne facevano la ricerca, che lei aveva visto dalla finestra che una persona era stata seppellita di notte, nel giardino di questa villa, vicino alla scarpata della ferrovia. La salma fu andata a prelevare dal figlio del Massone, detto Mario e da Beccaria Angelo e da Lagomarsino Ugo, il quale mi raccontò che i resti non erano fisicamente riconoscibili ma che il Massone fu individuato dal gilè e dal portafoglio che teneva ancora dentro la tasca dello stesso con i documenti e soldi. Verbale redatto dal Comune di Recco del 9 maggio 1945 del ricupero ed identificazione della salma: <Il Massone Lorenzo era stato rastrellato dalle forze armate Germaniche in Pannesi frazione di Lumarzo il 5-12-44 e trasportato con altri al Comando Germanico di stanza in Recco. Verso i giorni 13 e 14 dicembre 1944 venne visto il Massone Lorenzo accompagnato dai soldati Tedeschi a prelevare un piccone dalla Villa Amalia e poscia accompagnato nella Villa Dufour, alla sera verso l'imbrunire fu sentito una scarica di fucileria, l'indomani mattina un soldato Tedesco restituì il piccone a Villa Amalia e attorno alla fossa vennero applicati numerosi cartellini: Attenzione Mine, con filo spinato. Sono Testimoni a a tale fatto Cafferata Giuseppe di Francesco – Gotelli Pierina di Alessandro>. Fatti militari in Fontanabuona e a Lumarzo (VI Zona Operativa). Cap. 01 La morte del Partigiano Ughini Oreste detto "Bedin" Bedin era nato a Bettola (PC) il 5/10/1921 e muore eroicamente a Lumarzo il 23/9/1944, in uno scontro armato contro i Tedeschi. Il Partigiano Bedin era Capo Nucleo del Distaccamento Pablo della Brigata di Manovra CAIO. La storia di questa battaglia chiamata da alcuni "La battaglia di Lumarzo" è raccontata in due in due versioni leggermente diverse, io credo che la versione raccontata da Massone G.B. detto "Villa" il quale di persona mi raccontò l'evento, e che anche lui era personalmente presente, nel suo racconto il Partigiano Villa mi disse che: Un nucleo (O squadra) di Partigiani del Distaccamento Pablo con altri della SAP di Pannesi, avevano avuto Ordine da Bisagno, di recarsi durante la notte, in un determinato Paese dell'alta Fontanabuona, per arrivarne sul posto di primo mattino. Nel Paese indicato da Bisagno, vi si trovavano dislocati alcuni sbandati, i quali spacciandosi per Partigiani, pretendevano e rubavano ai contadini parte dei loro beni: Grano, patate, oro e denaro. Questi pseudo Partigiani, che anche attraverso la minaccia delle armi depredavano le famiglie di quei Luoghi, tutto questo creava un pericoloso malcontento e distacco , fra la popolazione e il vero movimento Partigiano. Per resistere nella lotta contro il Nazismo, i Partigiani avevano bisogno tra le altre cose, anche della solidarietà e l'aiuto della popolazione contadina, della Gente delle nostre montagne, per queste ragioni la "Squadra" ebbe l'ordine d'intervenire e disarmare quella banda di malvitosi, il cui solo scopo era quello a delinquere. La Squadra di Partigiani del Distaccamento "Pablo" era partita nella notte dalle alture di Pannesi si era avviata da Panixasco verso le Piane di Lumarzo, il tempo era brutto e piovigginava, c'era anche molta nebbia e col buio della notte la visibilità era molto scarsa. La Squadra dei Partigiani, camminando in fila indiana aveva appena superato le Piane di 42 Lumarzo, e stavano arrivando nelle vicinanze del centro di Lumarzo poco prima del cimitero, quando davanti della fila guidata da Villa e Castagna (Garaventa Giovanni) che conoscevano bene il sentiero, hanno sentito dei rumori di passi e altro, si fermarono per capire cosa vi era, in quel momento un leggero colpo di vento apriva uno spiraglio nella folta nebbia, migliorandone sensibilmente la visualità del gruppo Partigiano. In quei interminabili minuti nel loro silenzio assoluto, alcuni dei Partigiani si erano avvicinati a Villa, per vedere meglio che cosa stava accadendo vicino a loro. Fra questi Partigiani vicino a Villa c'era anche Bedin, tutti erano in attesa di localizzare la provenienza di quei fruscii e dei rumori, da loro precedentemente ascoltati. Fu proprio in quel momento che Essi si accorsero di essere sotto la strada, dove su questa vi era la presenza un gruppo di altre persone; qualcuno di loro pensò che fossero altri Partigiani? Per rompere l'indugio del dubbio, uno di loro, (Il Villa non ricordava bene chi era stato, forse lo stesso Bedin?) facendosi avanti diede31 il “chi va la” per risposta essi sentirono il messa in posizione di sparo delle armi32, e capirono che erano soldati Tedeschi, il quel mentre si cominciò a sparare, e capirono che davanti e sopra di loro c'erano Tedeschi. Il Partigiano Bedin passò davanti al gruppo e si rese conto della brutta situazione da loro incappata, e dal nutrito fuoco contro di loro, gridò con tutta la forza: <Scappate voi conoscete i boschi, scappate li fermo io> Egli eroicamente si mise davanti ai Tedeschi sparando a raffica. Il numero dei Tedeschi era qualche centinaio, i quali già sparavano con le armi individuali, dopo pochi minuti anche con le Meschinengewehr. Lo stesso Villa mi disse che retrocedendo si era coricato dopo il fossato verso le Piane, quando una raffica di MG 42 le fece cadere pezzi di rami di albero sopra la testa. Sparati i colpi che avevano nell'arma, una parte di loro si ritirarono in alto, lui con Castagna e qualcuno altro si ritirarono verso la parte bassa in direzione di Lainà e sotto la Madonna del Bosco. Dopo diverso tempo, Villa non sentiva più i spari delle armi, ma sentivano ancora i gridi degli ordini e la confusione dei Tedeschi. A detta di Villa il partigiano Castagna credo che si nascose per un breve periodo in un albero di castagne bucato33 o Garbo, mentre Villa si nascose nella zona di Lainà con altri che non ricordava il nome. Di questo tragico episodio di lotta Partigiana esiste una versione che racconta che il Distaccamento veniva dalla Fontanabuona verso Pannesi, io credo che la versione di Villa sia la più reale, anche perché, se i Partigiani fossero venuti da Lagomarsino verso Lumarzo, la colonna Tedesca l'avrebbero vista prima del Paese verso Lagomarsino; e poi non sarebbero potuti passare ed andare sul costone di Pannesi e a Lainà. Se avessero disarmato e arrestato qualcuno di quei delinquenti dove erano andati a finire? I tedeschi erano giunti sul posto con molti automezzi lungo la strada che conduce da Lagomarsino Lumarzo. Come mai che erano a Lumarzo quella notte con tutta una colonna? (pag. 370-1 e 659 di la RiL) Cap. 02 Segue la memoria di un Partigiano presente al fatto e documenti vari: Testimonianza di Ghigna Francesco (Via Giulio Mazzoni 19 Piacenza) sulla morte del Partigiano Bedin, (Ughini Oreste) del Distaccamento Pablo della Brigata di Manovra Caio avvenuta in combattimento contro i Tedeschi a Lumarzo il 23/9/44 Segue Documento: Due distaccamenti con una la squadra di Bedin (Non ricordo la data che è senz'altro il giorno prima della Morte34) saputo che un'autocolonna di una decina di mezzi Tedeschi saliva verso Lumarzo, ci mettiamo in marcia verso il luogo, dividendosi in due colonne. Sono circa le 2 o 3 di notte, giunti presso Lumarzo si fermano allarmati dalle voci e dai rumori che lasciavano intendere la presenza del nemico. Pure i Nazisti, probabilmente allarmati si fermano, 31 Credo che sia stato proprio Ughini a dire questa frase. G.B. 32 Lo stesso Villa mi disse: Che aveva sentito chiaramente il movimento meccanico degli otturatori dei moschetti e dei Maschinenpistole. 33 Questo albero era già conosciuto da Garaventa ed era già servito come rifugio in altre occasioni che sua Sorella Rita le portò anche da mangiare. Faceva parte dei piccoli rifugi di salvezza nei casi di rastrellamento o altro. 34 La morte è stata il 23/9/44. 43 scendendo dai camion, a piedi iniziano la marcia di avvicinamento, i lunghi minuti dell'attesa caratterizzati da un silenzio profondo, fanno da prologo alla "battaglia" che verrà poi definita di Lumarzo. I Comandanti individuano la superiorità Nazista, armati anche di mortai e cannoncini, pur nel buio della notte. E' un gioco pericoloso di movimenti calcolati, Bedin salta sulla strada, trovandosi davanti a poche metri il nemico, che avanza intenzionato ad accerchiare i Partigiani: Grida il chi va là, e la risposta è immediata, le raffiche non si contano. Bedin in piedi risponde risponde al fuoco micidiale con il suo Sten. La sparatoria è lunga e decisa ed obbliga i Tedeschi a ritirarsi nel bosco vicino alla strada. Noi ci ritiriamo sui costoni opposti in attesa. Nella buia notte si sentono distinti i lamenti dei feriti e dei moribondi nemici e ciò ci fa intendere che Bedin ha colpito seriamente. Bedin rimane nascosto, vicinissimo al nemico, non vuole muoversi nonostante i richiami dei comandanti dei distaccamenti, lo conosciamo bene, lo sappiamo deciso, freddo e determinato. I Tedeschi, riorganizzati dopo la sorpresa riprendono a muoversi cercando di prendere nella morsa i Partigiani sul lato opposto alle loro postazioni. Alle prime luci dell'alba riudiamo gli spari ai quali Bedin imperterrito risponde. Sono lunghe raffiche di MG 42 a tiro rapido frammisti col mortaio. E un fuoco intenso e molto superiore al nostro sparato da armi leggere da guerriglia. I Tedeschi avanzano, li vediamo fra il verde folto dei boschi, Bedin continua a sparare vicino al cimitero di Lumarzo, tentando di fermarli per permetterci l'eventuale ritirata. Mentre ci portiamo sull'alto, ritorna improvviso il silenzio, i Tedeschi e Bedin non sparano più. Da lontano sotto a Lumarzo vediamo salire altri automezzi leggeri che scortano due ambulanze, sono i Tedeschi che vanno a prendere i morti e feriti che a dire di qualcuno, che ha visto con il cannocchiale, sono dai 10 ai 12. Non si sa se sono morti o feriti. Di Bedin non sapiamo nulla, ha sparato fino e dopo l'alba poi il suo Sten ha taciuto. Ci ritiriamo con la speranza che sia riuscito a sganciarsi e nel camino della ritirata lo ricordiamo ammirandolo, torniamo alle nostre basi e manca solo Bedin, che ci ha permesso di sganciarci. Non ricordo il nome del piccolo caseggiato dove due case bruciano, (Per rappresaglia ci racconta una vecchia fuggita nei boschi) ci racconta pure che un Partigiano è morto presso Lumarzo, valorosamente, come fanno intendere i Tedeschi35 che poi bruciano per vendicarsi. Nome di Battaglia del Ghigna (Sommergibile) (ILSREC - Fondo Gimelli 2 Busta 20 Fascicolo 40) Nei primi di Ottobre del 44 il Comando della VI Zona viene informato della "Battaglia di Lumarzo" dello scontro contro i Tedeschi e dell'eroico comportamento del Partigiano Bedin, che con la sua morte a permesso al resto delle Squadre di sganciarsi, e salvando loro vita. La lotta era impari fra i 12 o 14 Partigiani contro centinaia di Tedeschi bene armati e con armi automatiche e mortai. Nella risposta del Comando alla lettera della Brg. Caio, viene riconfermato l'eroico comportamento del Partigiano Bedin e la proposta del merito di ricompensa al valore. Segue lettera del Comando della VI Zona Operativa al comando della Brigata di Manovra CAIO: Lettera del 28 settembre 1944, scritta da "Piemonte" a "Dan" (Podestà Sergio Capo di S.M. della 59^ Brg. "CAIO") sul tragico episodio della morte di "Bedin": <La squadra di Bedin marciava sulla strada carrozzabile di Lumarzo verso le due di notte, quando improvvisamente si trovò a pochi passi (Circa sei metri) da una colonna di tedeschi composta, secondo informazioni assunte, da circa 2 mila, in transito a Lumarzo; uno della squadra di Bedin diede l'altolà ai primi uomini della pattuglia di testa della colonna, certamente non immaginava e non si erano accorti del grande numero di nemici; fatto sta che il nemico continuava 35 Si dice il il Comandante Tedesco disse ai presenti: Se tutti gli Italiani che abbiamo contro sono così, per la Germania è kaput! 44 avanzare in punta di piede e ad estendersi ai lati destro e sinistro della squadra di Bedin, allora Inquilini36 per primo ha fatto una raffica seguito anche da Bedin e compagni che tutti si misero a sparare. Ne è seguita una battaglia. Accortosi però che correvano il pericolo di essere accerchiati diede l'ordine di mettersi in salvo, mentre Bedin, che continuò la strada e a sparare, restò ucciso per salvare i suoi compagni> Lettera della madre del Bedin, Delfina Ughini Bergonzi: La Madre avuta la triste notizia della morte del figlio in data 28 novembre 1944 scrive al Comando Partigiano: <Gentile Signore, è con l'animo veramente commosso che ringrazio con Voi l'egregio Comandante Istriano e la Brigata tutta per le parole sentite, e che tanto bene hanno procurato al mio cuore. L'affetto per il mio povero caro che i suoi compagni di fede portarono sarà sempre presente in me, spero che il sacrificio del povero Oreste varrà a portare a glorioso fine l'opera che darà con la Libertà alla Patria, la pace e la tranquillità alle famiglie. Grazie pertanto di tutto ed assicurando eterna gratitudine permetta le porga i miei sentiti ossequi> Segue lettera del Comando della VI Zona, informato successivamente della Battaglia di Lumarzo. Comando VI Zona Operativa li 2 Ottobre 1944 Al Comando della Brigata di Manovra Caio. Abbiamo ricevuto, vostre comunicazione e rapporto sulle azioni svolte, spiacenti della perdita del vostro valoroso combattente, ci uniamo alla proposta da voi fatta, in merito alla ricompensa al valore di Bedin Vi inviamo la circolare che dovreste avere avuto da qualche giorno, che però non abbiamo avuta la possibilità, a causa la mancanza vostra staffette. Per tanto vi preghiamo, di essere più solleciti nel darci vostre comunicazioni, perciò costituite un servizio di collegamento che possa metterci a contatto quasi giornalmente, solo cosi potremo avere da ambo le parti la possibilità di una più ampia collaborazione. Non Abbiamo nessuna notizia, e voi stesso non accennate nulla in merito al trasporto del grano. Abbiamo altra merce, per voi ma ci è ignoto il modo in cui farvela recapitare, in conseguenza provvedete in merito. La prossima volta, che ci invierete corriere, abbiate la compiacenza di fare una relazione , il più dettagliata sulla situazione, della Zona ove voi operate. Precisateci, con esattezza, quale è il vero nome di Bedin, perché da una parte risulta con un nome di Ughini Oreste, di Pietro; e dall'altra precisamente nell'articolo di Bini, risulta Calegari Giuseppe. Saluti Il Comandante di Zona Il Commissario di Zona. Miro Rolando Note di GB: Il quel periodo Settembre ottobre 1944, per disposizione del Comando di Zona e della Divisione Cichero, due Distaccamenti della Brigata di Manovra Caio erano stati dislocati in alta Fontanabuona, questo per dare copertura sul Territorio, anche a causa del dislocamento della Brigata Peter in Valtrebbia e poi in Val Borbera. A questi distaccamenti era stato dato il compito di colpire il nemico nei suoi movimenti e attraverso danni alla viabilità e nei suoi presidi di Lumarzo, Uscio, Recco e la strada della Via Aurelia. 36 Piemonte confonde il nome, non era Inquilini ma Aquilino che era il Comandante del Distaccamento Polledri. 45 Il Distaccamento "Pablo" essendo dislocato nella zona di Lumarzo, Pannesi e Uscio, durante sue azioni militari contro il nemico, spesso erano eseguite con l'appoggio di alcuni Partigiani della SAP Bedin o della SAP Garaventa di Uscio. Questo è dimostrato in vari documenti di "Piemonte" e testimonianze anche di Partigiani di Uscio fra quali Lagomarsino Davide, il quale mi raccontò personalmente molti di questi episodi. Lo stesso Davide mi raccontò che in altre occasioni, conobbe molto bene l'Istriano ed esaltandone anche la Figura di buon Comandante, intelligente e coraggioso. Il Distaccamento Poledri, sempre della Brigata Caio, invece fu dislocato nella zona di Neirone e di Roccatagliata. Anche questo Distaccamento ebbe uno scontro con una pattuglia Tedesca sulla strada Gattorna - Neirone, dove furono uccisi in combattimento 2 soldati Tedeschi e 5 feriti. Lo scontro avenne proprio il giorno 23 settembre del 45. (Segue rapporto del Comando Tedesco) Per i due Distaccamenti Pablo e Poledri, mantenere il contatto con la loro Brigata ed il Comando di Zona era molto difficile, in quando anche la Brigata Caio era una Brigata di manovra, pertanto con grande mobilità sul territorio, rapido era il loro spostamento da un località all'altra in base alle esigenze del momento tattico e militare. Ottobre 1944: Relazione del Comando Tedesco sulla situazione alta Fontanabuona. ALLE FRAZIONI DI NEIRONE, LUMARZO, FERRIERE. In queste ultime settimane, è accaduto che nei Paesi di Neirone, Lumarzo e Ferriere, da parte della popolazione Italiana venissero colpiti a tradimento: 2 Soldati Tedeschi uccisi37. 5 Soldati Tedeschi feriti gravemente. Nel corso di un rastrellamento di Bande, nel tratto tra Gattorna e Ferriere, venivamo ancora colpiti38: 3 Soldati Tedeschi uccisi. 5 Soldati Tedeschi feriti gravemente (Fra i quali un Ufficiale). Queste vittime cagionate, sono cadute combattendo per l'Italia e questo si sarebbe potuto evitare se la condotta della Popolazione ci fosse venuta incontro prevenendo il Comando Germanico onde scongiurare tali crimini. Ci risulta, al contrario, che la popolazione ha ripetutamente favorito questi elementi fornendo loro ogni assistenza. Ad esempio, il giorno 23/9/1944, durante un combattimento venne ucciso un bandito che indossava biancheria pulita ed in perfetto ordine. Da ciò si può dedurre che questi elementi risiedano nelle abitazioni ed è accertato che abbiano sparato su soldati Tedeschi da case poste a Sud di Neirone e parimenti da case poste a Sud di Lumarzo. Qualora dovessero ripetersi tali misfatti, ho ordinato che in futuro vengano bruciate tutte le case incriminate. Gli elementi contrari alle forze armate Tedesche e Italiane, vengono considerati banditi e di conseguenza soggetti alle annunciate rappresaglie. Come ultimo avvertimento, raccomando di collaborare con il Comando Militare Tedesco nella distruzione delle bande comunicandone i movimenti con l'astensione assoluta da qualsiasi favoreggiamento. Nel contempo ho prelevato 20 ostaggi dei paesi di Neirone, Ferriere, Lumarzo e Gattorna. Per ogni soldato Tedesco ferito od ucciso verranno uccisi 10 di questi ostaggi. Voglio però credere che la popolazione delle predette località non vorrà costringermi a mettere in atto le minacciate rappresaglie, mentre sono portato invece a credere che la popolazione vorrà fornire ogni collaborazione a questo Comando Militare Tedesco onde addivenire al più presto all'annientamento dei fuori legge. (ILSREC Gimelli 2/12 - 1) (La firma è poco leggibile) Firmato WINERLMAER 37 Lo scontro avvenne sulla strada vicino a Neirone, lo scontro era stato con una Squadra del Distaccamento Poledri. 38 La battaglia di Lumarzo contro il Distaccamento Pablo dove eroicamente muore il Partigiano "Bedin". 46 Cap. 03 Lumarzo storie e racconti da persone del Posto Lumarzo: Incontro con la Sig. ra Monica Faggio, alla quale dovevo restituire dei documenti della Brigata SAP "Bedin" che sua Mamma e Lei mi avevano prestato per fotocopiare. L'incontro avviene in località Stugge di Lumarzo, presso l'abitazione della signora Schenone Maria detta Adriana, nata il 7/5/1925 a Piano Sottano di Lumarzo, il luogo non è molto lontano dalla casa dove ci troviamo. La sig.ra Maria è parente di Faggio Onorato Padre di Monica, che fu Comandante del Distaccamento "Lumarzo" della Brigata SAP Bedin. Io colgo l'occasione di questo incontro per chiedere alla sig.ra Maria, se si ricorda come era avvenuta la "Battaglia di Lumarzo" del 23/09/1944 dove morì il Partigiano Bedin. La sig.ra Maria è una persona molto giovanile e socievole, ed iniziando il suo racconto, espone con precisa chiarezza quei tragici fatti avvenuti quella lontana notte; il racconto è preciso e sintetico che poche persone sono in grado di fare, sembra una Giornalista esperta, che fa la cronaca di un evento. Quel lontano giorno del 23 settembre 1944, gli abitanti delle Piane di Lumarzo, di Stugge, di Piano Sottano e di Pian del Melo erano stati svegliati da rabbiose raffiche di morte; erano gli Sten dei Partigiani, le Maschinenpistol MP.40 e MG 42 dei soldati Tedeschi, che improvvisamente avevano rotto il silenzio nella triste e nebbiosa nottata, c'erano dei morti, i caduti nel combattimento tra Partigiani e Tedeschi. Di prima ora la popolazione svegliata dall'intenso rumore degli spari, si era resa consapevole dei fatti accaduti. La gente che conosceva la barbara legge dei Germanici, delle loro rappresaglie, temevano la ritorsione sulla popolazione civile e l'incendio delle loro abitazioni. Ma grazie anche all'energico e volenteroso contributo delle Donne di Stugge, le quali appena si resero conto dell'avvenuto fatto d'armi e della giacenza di morti e feriti sul posto, si misero subito ad organizzare il primo soccorso ai soldati Tedeschi feriti, fornendo bende improvvisate, fatte con strisce di lenzuola, e quanto altro di utile a dare le prime cure ai soldati feriti. Questo umano intervento, fece si che il Comandante Tedesco arrivato sul posto, evitò ulteriori rappresaglie alla popolazione ed alle case di Lumarzo, ad eccezione di alcune cascine sul luogo dello scontro già ormai in fiamme. Entrando nel merito della "battaglia di Lumarzo" la Sig.ra Maria inizia dicendo che: Durante la guerra Lei con tutta la sua Famiglia abitavano a Piano Sottano, non molto distante di questa casa dove attualmente ci troviamo, e che durante le prime ore della mattinata del 23 settembre 1944, era ancora buio, quando Lei e famiglia compresi i vicini di casa vennero svegliati da raffiche di mitra, la paura e la inconsapevolezza di non conoscere cosa accadeva fuori rendeva questi spari ancora più tragici. Mentre a Stugge, vi era sfollata la famiglia di Crovetto Giuseppe e la Moglie sig.ra Adelina, i quali dopo le lunghe raffiche, e qualche esplosione, sentirono grida, per loro incomprensibili, erano le urla dei soldati Tedeschi, confuse con i lamenti dei loro camerati feriti. In quel periodo nelle case della zona, vi abitavano diverse famiglie di gente sfollata dalla Riviera a causa dei bombardamenti, tutte le abitazioni erano strapiene di persone, pertanto l'agitazione, la paura si trasmise in brevi attimi a tutta questa popolazione ivi residente. Nel seguito del suo racconto, la sig.ra Maria spiega che dopo le raffiche di mitra e di mitraglia, continuavano gli urli e i lamenti dei feriti, quando improvvisamente la gente di casa Crovetto ed i suoi vicini, Sig.ra Schenone Teresa moglie di Schenone Angelo sentirono forti colpi alle porte di casa; con paura Loro capirono che erano i soldati Tedeschi che cercavano di entrare, e se loro non avessero aperto senz'altro avrebbero sfondato le porte delle case stesse, per cui fu aperto. I soldati Tedeschi entrando, puntarono contro di loro le armi e controllarono se dentro casa vi fossero altre persone, passato il primo momento di paura della gente, Tedeschi fecero intendere loro, che avevano bisogno di aiuto e assistenza per i loro feriti. La sig.ra Adelina con la figlia Anita, la vicina di casa Schenone Teresa, intervennero 47 immediatamente cercando in ogni modo di aiutare i soldati feriti, Esse fornirono ai feriti quello che era a loro necessario per un primo intervento, tenendo conto della loro limitata possibilità di mezzi che in quei tragici momenti di guerra la popolazione disponeva . Le donne di casa presero subito delle lenzuola e le tagliarono a strisce, per farne delle improvvisate bende per fasciarne le ferite dei soldati Tedeschi, tutti i presenti si diedero da fare cercando di pulire le ferite e portando conforto anche con bevande preparate al momento, con quel poco che Essi tenevano in casa. Qualcuno dei feriti cercava di bere ma poi vomitava, altri erano stesi nella casa lamentandosi, la cosa durò qualche ora, poi nella mattinata arrivavano le prime autolettighe di soccorso, vi caricarono i feriti trasportandoli verso Cicagna dove c'era allora il Comando Tedesco. In seguito i Tedeschi, seppellirono proprio vicino all'attuale strada, davanti al cimitero di Lumarzo il corpo senza vita del Partigiano Bedin. Secondo l'interpretazione della Sig.ra Maria, se gli ufficiali Tedeschi non seguirono con atti di rappresaglia nei confronti della popolazione, è perché Essi compresero che il morto e gli altri Partigiani, non erano del posto ma erano di passaggio, ma anche e sopratutto per il contributo dato dalle Donne della località Stugge di Lumarzo, nell'umano intervento di cure ed assistenza ai soldati Tedeschi feriti. Poi conclude dicendo che: Per nostra fortuna i Tedeschi in quella occasione non fecero nessuna rappresaglia nei confronti del Paese. La sig.ra Maria continua il suo particolareggiato racconto, con il ricordo della famiglia di Corsiglia Eddi la quale abitavano anche loro nei pressi di Stugge, ma sopra alla strada. Eddi al momento degli spari, si era nascosto in un piccolo rifugio, come del resto altri uomini del posto, ma la Madre di Eddi, successivamente alla sparatoria, quando vide seppellire il cadavere del Partigiano Ucciso dai Tedeschi, pensando che fosse il proprio figlio, si mise a urlare dalla finestra della propria casa, che quello ucciso era suo figlio, e la povera donna urlava ininterrottamente che le avevano ucciso il Figlio. Mentre Eddi era nascosto in un insenatura costruita appositamente all'interno di una una baracca. Finiti i soccorsi ai soldati Tedeschi feriti, e trasportati con i loro mezzi di soccorso a verso la bassa Fontanabuona, la colonna dei Tedeschi voleva dirigersi verso Colle Caprile, ma non conosceva bene il sentiero, e forse era anche preoccupata di eventuali possibili agguati durante il tragitto, Essi vollero che persone del luogo si prestassero ad accompagnarli alla loro meta, fra la gente presente fu scelta la sig. ra Anita Crovetto (Poi Diventata la Moglie di Eddi) la quale appena ventenne, dovette condurre i Militari Tedeschi, sulla mulattiera che dalle Piane di Lumarzo, passando attraverso la Chigulla, arrivarono a Colle Caprile. Maria mi racconta molte cose della presenza Tedesca a Lumarzo, sono cose precise che già da altre persone ho ascoltato, Lei mi ha raccontato anche, che a sparare al Partigiano Bedin era stato un Ufficiale Tedesco, il quale giaceva per terra gravemente ferito, ma trovò ancora la volontà di difesa e fece fuoco sul Partigiano uccidendolo. Dopo il suo racconto, mi permisi di fare alla sig.ra Maria, due precise domande, chiedendo se era in grado di rispondermi. La prima domanda che le feci era: Da quale direzione arrivarono quella notte i Partigiani e la posizioni dei soldati Tedeschi? La seconda domanda era: Se lei era al corrente, del presunto aiuto prestato da una Suora (Suor Giovanna al secolo Dondero Giovanna) presso il luogo di Stugge o a Lumarzo ai soldati Tedeschi feriti? Alla prima domanda la sig.ra Maria rispose con una chiarezza ineccepibile: Il gruppo dei Partigiani arrivarono dalla direzione di Pannesi, e stavano camminando nella mulattiera che passa attraverso le Piane di Lumarzo, e poi sotto il cimitero del Paese a Stugge, che poi prosegue sino a Pian del Melo e verso il centro del Paese. Mentre la colonna dei soldati Tedeschi invece stava marciando sulla strada che attualmente è carrozzabile ed asfaltata, a quei tempi era in terra battuta e costruita da poco tempo. Ad un certo 48 momento le due parti avverse erano vicine, i Partigiani che si trovavano a transitare sotto il cimitero, avevano appena passato il piccolo fossato, mentre i soldati Tedeschi si trovavano sopra di loro di una cinquantina di metri, qualcuno dei Partigiani era salito verso i Tedeschi fra i primi il Partigiano Bedin. Da quel momento inizia la battaglia con le conseguenze prima dette. Della seconda domanda la risposta è la seguente: Io non ricordo di nessuna Suora che diede aiuto a curare presso Lumarzo i soldati Tedeschi feriti, sono intervenute solo le famiglie residenti a Stugge, facendo quanto loro era possibile e di loro capacità, tra l'altro a Lumarzo, allora non esisteva neanche l'asilo e non c'erano suore. Se questa Suora, è intervenuta, sarà da qualche altra parte, ma non a Lumarzo io questo non lo posso sapere! Alcuni giorni prima, io parlai di questo fatto con il Sig. Corsiglia Eddi, (ex Sapista del Distaccamento Lumarzo della Brigata SAP "Bedin") e Lui mi diede la stessa risposta, dicendo che i soldati tedeschi furono portati in casa della Suocera e della Moglie, che non c'era nessuna Suora presente, mi disse le stesse cose della sig.ra Maria. Il racconto della sig.ra Maria è molto preciso e mi racconta anche: I soldati Tedeschi quando arrivarono a Lumarzo e nella zona di Pian del Melo, il loro Comando fece requisire le case migliori, e tenendole a loro disposizione, la gente del Paese dovette andarsene e rifugiarsi in locali di fortuna, come stalle, cascine o baracche, solo qualcuno fu ospitato da parenti fuori zona. Inoltre i Tedeschi avevano bisogno di carne, ed Essi settimanalmente andavano nella stalla di qualcuno a rubarla, o prenderla senza nulla risarcire, visto questo grave danno che si veniva provocato nelle famiglie dei contadini, per le quali la perdita di una mucca era il lavoro di un anno, la popolazione di Lumarzo prese la decisione di formare un comitato, al quale le era stato assegnato il compito, di raccogliere fra le varie famiglie della Zona una certa somma di denaro, con il quale si sarebbe comprato settimanalmente la mucca da fornire al Comando Tedesco. Questo avrebbe permesso fra gli abitanti, di evitare il danno alla singola famiglia, dividendo il penoso sacrificio fra tutta la popolazione. In quel periodo di occupazione Tedesca di Lumarzo, il Comando della TODT, diede disposizione di eseguire diverse opere, strade, scavi per difesa, ed altre opere di uso sempre a strategico-militare, compresa la strada di Comerata e quella che conduceva verso Pannesi e Calcinara. Molte persone di Lumarzo lavoravano per la TODT, ed altre venivano anche da fuori Paese, con essi vi si trovavano anche dei prigionieri dei Tedeschi, La sig.ra Maria si ricorda molto bene di Schenone Aurelio, che anche lui prestava la sua opera negli scavi per la strada di Lumarzo Pannesi, ed assieme ad altri colleghi Partigiani, approfittavano di questo lavoro per avere informazioni, rubare munizione e tritolo ai Tedeschi. Il tritolo veniva usato per le mine negli scavi della roccia della strada in costruzione, il Schenone Aurelio ed altri ne mettevano meno nelle cariche e ne trattenevano una parte, Essi ne prendevano anche nei depositi. Questo esplosivo con altre beni, veniva saltuariamente portato in montagna a Roccatagliata e Barbagelata al Comando Partigiano. Purtroppo un giorno durante questo trasporto, l'Aurelio fu colto nella Zona di Neirone, con un mulo carico oltre ad esplosivo anche alimenti per i Partigiani, fu arrestato trascinato alle Ferriere di Lumarzo e poi a Genova nel carcere di Marassi, infine fu internato al campo di concentramento di Dachau, dove vi morì il 19/4/1945. Schenone Aurelio era Nato a Lumarzo il 22/11/ 1919. 49 Il Partigiano Oreste Ughini, detto “Bedin” Medaglia d'Argento al Valore Militare Partigiani di Uscio, Pannesi e di Genova, con Olivari Eraldo dell'ANPI Provinciale presso Bettola (PC), alla commemorazione del Partigiano Ughini Oreste detto “Bedin”. Nell'occasione fu portato un mazzo di fiori alla Madre, la Sig.ra Delfina Bergonzi Ughini 50 Lumarzo, località Stugge: Inaugurazione del Cippo in memoria della morte del Partigiano “Bedin” Presente la Madre Sig.ra Delfina Bergonzi Ughini e il Presidente dell'ANPI di Bettola il Sig. Sig. Gino Pancera. Partigiani del Comune di Bettola (PC) Caduti durante la Guerra di Liberazione . 51 Lumarzo: aggiornamenti e racconti da persone del Posto Racconto di Crovetto Anna del Giorno 3/09/2012 Lumarzo: Incontro con la Sig.ra Crovetto Anna nata a Genova il 27/4/1923 attualmente residente a Lumarzo con il marito Corsiglia Eddi (ex staffetta della SAP del Dist. Lumarzo). L'incontro avviene in località Stugge di Lumarzo, presso la loro abitazione, non molto lontano da quella famosa casa, dove nelle prime ore della mattinata del 23/09/1944, furono portati i soldati Tedeschi feriti nello scontro con i Partigiani. Io colgo l'occasione di questo incontro per chiedere alla sig.ra Maria, cosa ricorda di quella lontana notte e come era avvenuta la "Battaglia di Lumarzo" del 23/09/1944 dove morì il Partigiano Bedin. La sig.ra Anna è una persona molto gentile e di buona memoria, guardando il marito Eddi, seduto accanto Lei, inizia il suo racconto con momenti di commozione, ma rivivendo con precisa chiarezza quei tragici fatti avvenuti in quella lontana notte. In merito della "battaglia di Lumarzo" la sig.ra Anna inizia dicendo: Che durante la guerra Lei con suo Padre e sua Madre ed un cuginetto, a causa dei bombardamenti, erano sfollati da Genova a Lumarzo in località Stugge, non molto distante da questa casa dove attualmente ci troviamo. Durante le prime ore del mattino del 23 settembre del 44, era ancora buio quando Lei e la sua famiglia compresi i vicini di casa, certi Schenone Teresa ed il Marito Angelo vennero svegliati da raffiche di mitra e da colpi vari. Nel seguito del suo racconto, la sig.ra Anna spiega che udirono forti colpi dati alla porta di casa e grida confuse all'esterno di questa, Lei e la madre uscirono recandosi presso la casa dei loro vicini, quando uscendo videro davanti alla porta della casa i questi, che vi erano alcuni soldati feriti stesi per terra, un altro soldato era poco più distante immobile, era già morto, un altro era steso in casa di Teresa, ferito alle gambe, e le avevano già tolto gli stivali. Passato il primo momento di paura della gente, Tedeschi fecero intendere loro, che avevano bisogno di aiuto e assistenza per i loro feriti. La madre di Anna, sig.ra Adelina, la figlia e la vicina di casa Schenone Teresa, intervennero immediatamente cercando in ogni modo di aiutare i soldati feriti, Esse cercarono di fornire ai feriti tutto quello che era a loro necessario per un primo intervento, tenendo conto della limitata loro possibilità, in quei tragici momenti di guerra. Le donne di casa presero subito delle lenzuola e le tagliarono a strisce, per farne delle improvvisate bende per fasciarne le ferite dei soldati Tedeschi, tutti i presenti si diedero da fare cercando di pulire le ferite e portando conforto anche con bevande preparate al momento, con quel poco che Essi tenevano in casa. Il marito della Sig.ra Teresa, sig. Schenone Angelo nel frattempo ero sceso vicino alla casa e si era premurato di prendere della paglia, per mettere sotto i soldati feriti, i quali perdevano molto sangue. Uno dei militari Tedeschi feriti era biondo, con faccia molto rossa e rotonda, questo aveva la pistola nella fondina aperta, e con una mano appoggiata sopra quasi ad accarezzarla, gurdava Anna negli in viso come dire: Stai attenta sono armato! Anche un altro soldato, che stava vicino alla porta di casa e teneva in mano la pistola, controllando i movimenti dei soccorritori. La cosa durò qualche ora, poi nella mattinata tra il buio e il primo albore arrivavano altri militari Tedeschi, anche di Comando, che con l'arrivo anche di autolettighe di soccorso, vi caricarono i feriti trasportandoli credo a Lavagna. L'Ufficiale Tedesco diede a tutte le persone di Stugge presenti, una piccola pastiglia da inghiottire, il motivo non si sapeva? Dopo il trasferimento dei feriti, i Tedeschi trascinarono per una gamba il Partigiano ucciso 52 durante la battaglia, e lo seppellirono in una piccola buca nella piana sopra il cimitero. Finito questo momento tragico, l'Ufficiale Tedesco disse che doveva raggiungere Colle Caprile e andare a Uscio e che la madre di Anna doveva accompagnarli, Anna si offri Lei stessa di accompagnare la colonna dei soldati a Colle Caprile, passando attraverso la mulattiera della Chigulla, che conosceva molto bene. Durante il il viaggio, superato il ponte di Lansëa, vicino alla Tinella du Curia, presero il sentiero in salita verso la Bastia, Lei saliva con un passo veloce con dietro i soldati, ad un certo punto, la fecero fermare, e lei pensò in quel momento: Ora questi mi sparano. Ma fortunatamente non era questo l'intenzione, ma la truppa era solo stanca e vollero avere un breve riposo, passato questo breve intervallo, essi ripresero la marcia arrivando a Colle Caprile, ricordando che durante il percorso spesso si sentivano brevi raffiche di mitraglia, che i Tedeschi di Colle sparavano verso le coline sopra Lumarzo? (così le sembrava) Da Colle Caprile fu scortata a Uscio presso la Caserma del Comando Tedesco, che era nella località detta "Giro del Grigio". Nella caserma, Anna fu prima rinchiusa in una cameretta, poi fu portata davanti ad alcuni Militari Tedeschi, i quali le fecero diverse domande, poco comprensibile per Lei dato le diversità di lingua, e nello stesso tempo con grande paura pensava: Adesso cosa mi succederà? Dopo poco tempo che Anna era rimasta zitta, e anche molto preoccupata, per sua fortuna arrivò una sig.ra con capelli castagna quasi biondi, la quale le disse di essere un'interprete, di stare calma che le avrebbe spiegato cova chiedevano i militari Tedeschi. La signora che aveva funzioni da interprete con calma spiegava le richieste di informazioni sui Partigiani se c'erano a Lumarzo, e cosa pensava la Gente del Paese, la risposta fu che: Anna non sapeva nulla dei Partigiani, e che la gente diceva, molti giovani del Paese erano in Russia, in Grecia e in Germania a fare la guerra, e le famiglie non avevano da molto tempo notizie, la Gente non voleva la guerra. Quel pomeriggio Anna fu rilasciata, e raggiunse Colle Caprile, ma sul posto proprio dopo "Tagliamento" vicino alla casa dove abitava la famiglia "Du Ballin de Colle" fu bloccata da alcuni soldati Tedeschi, in quali dissero che non si poteva passare. dopo alcune ore fu liberato il transito e Lei riprese con molto ansia il percorso della Chigulla per il ritorno a casa, avere notizie anche della famiglia. Arrivata a Lumarzo presso la località Piane, Anna vide la casa dove abita e con tutta la forza emise un grido "Mamma". La madre che ansiosamente attendeva la figlia, sentito il forte richiamo, corse a Lei incontro,la cosa terminò con un forte abbraccio e tante lacrime, di gioia e commozione e anche di tanta paura. Racconto di Corsiglia Eddi marito di Anna Lumarzo, 3/09/2012 Incontro con il sig. Corsiglia Eddi, nato a Lumarzo 18/03/1921 marito della Sig.ra Crovetto Anna, nata a Genova e attualmente residenti a Lumarzo. L'incontro avviene in località Stugge di Lumarzo, presso l'abitazione della Famiglia, non molto lontano dal posto, dove nelle prime ore della mattinata del 23/09/1944 ci fu lo scontro tra Tedeschi e Partigiani, chiamato "la battaglia di Lumarzo". Il sig. Eddi faceva parte del Distaccamento "Lumarzo" della Brigata SAP di Montagna "Bedin" con entrata in servizio dalla costituzione, Tessera C.M.R.L. n°06103. Ma per problemi strettamente di famiglia, il suo ruolo era principalmente di appoggio e come Staffetta. Il Sapista Eddi, mi racconta che nella notte della "Battaglia di Lumarzo" lui come altri giovani del Paese era a casa sua con la madre e il fratello più giovane di lui, quando sentirono i primi spari nella notte, che a suo dire provenivano dalla zona di sopra alle piane di Lumarzo, poi vi fu una seconda sparatoria, proprio sotto casa sua, vicino al cimitero di Lumarzo in località detta Stugge; in questo luogo le raffiche e colpi armi diverse si prolungò per diverso tempo poi il silenzio, 53 il silenzio della morte. Lui, come del resto tanti altri del posto, spaventati cercarono di vedere cosa fosse avvenuto, e la causa degli spari, si rese conto che c'era stata una sparatoria tra Partigiani e soldati Tedeschi, sulla strada e nelle vicinanze c'erano dei feriti e dei morti. Egli si rese conto che doveva fuggire, cercare di non farsi prendere dai Germanici, che il quel momento erano anche loro nella paura e confusione. Eddi come tanti altri giovani e meno giovani del paese, si era costruito una botola nel terreno sotto le case di Stugge, era di piccole dimensioni ci stava appena strettamente una persona, la quale una volta entrata, si copriva con rami ed erba già predisposti sul posto. La Staffetta Eddi scese da casa e dovette attraversare per forza il tratto di terreno dove era avvenuta la battaglia, la cosa doveva essere fatta rapidamente, ma senza dare sospetto ai soldati Tedeschi, questi agitati e con le armi in pugno, cercavano di dare soccorso ai loro feriti, Eddi scendendo vide per terra, vicino alla strada carrettiera di Lumarzo-Pannesi, il corpo senza vita di un Partigiano, mentre altri di soldati Tedeschi erano distanziati nelle vicinanze; Egli con molta paura riuscì a passare in mezzo a questa confusione e raggiunse il suo rifugio. Dopo diverso e interminabile tempo trascorso, lui che attraverso alcune fessure e le voci, si rendeva conto della gravità della situazione, cercava di stare immobile in quel poco spazio e di non farsi prendere dal panico. Vicino al suo rifugio vi era il pozzo nero o gabinetto, in uso all'ora dai contadini, il quale era una piccola baracchetta di tavolame e una copertura in lamiera o frasche; la cosa si fece seria dal momento che diversi soldati Tedeschi si avvicinarono al pozzo nero, per farne uso, poi ad un certo momento vide che uno di questi che accese un fiammifero, avvicinandosi al detto pozzo nero, nella sua mente Eddi pensava: Adesso questo da fuoco al pozzo nero e alle frasche che mi coprono, io se esco questi mi sparano, se non esco muoio quì dentro bruciato. Furtuna volle che quel fiammifero, il soldato Tedesco, lo accese per farsi luce e non cadere nel pozzo nero. Per tutta la buia mattinata sentiva gli ordini i lamenti dei soldati feriti, la confusione delle delle voci delle persone presenti, fino che non arrivarono le ambulanze che portarono via i feriti, Egli rimase dodici ore, bloccato in quella primitiva tomba di terra, dove non poteva muoversi perché lo spazio era limitato oltre che angusto, alla sua uscita l'Uomo era stressato e quasi preso dal panico. La madre di Eddi disperata di non vedere il figlio tornare a casa, pensava il Partigiano ucciso dai Tedeschi fosse stato suo figlio, la gente cercava di convincerla che il giovane caduto non era Eddi, fu portata anche sul posto, il viso del Partigiano era nascosto, vicina al terreno, e la gente disse alla disperata Madre: Vedi questo ha le giberne, tuo figlio non le portava, non è lui. La Staffetta Eddi mi disse, che quel giorno i Tedeschi fecero un rastrellamento nella Zona ma non trovarono nessun giovane, Essi arrestarono tre uomini anziani, di due non ricorda bene il nome il terzo era un certo "Paulin du Giancu" (Paolo Schenone?) comunque poi tutti e tre furono rilasciati. Termino il racconto fattomi da Eddi, su alcuni giudizi della Battaglia di Lumarzo, tra io e Lui abbiamo valutazioni discordanti, ma anche lui mi disse che: I Partigiani quella mattinata arrivavano dalla direzione delle "Piane" di Lumarzo verso il centro Paese. Lo stesso mi ha confermato che: Non ci furono Suore a prestare cure ai soldati Tedeschi feriti, ma solo le due famiglie, di Crovetto Anna e di Schenone Teresa e Angelo. Nota di G.B. Io ho preso preso atto di quanto lui mi disse, e che ho trascritto tralasciando i giudizi personali, i quali ritengo, che non facciano parte della Storia della Battaglia di Lumarzo. (G.B) - 04/09/12 54 Lumarzo foto di cui Corsiglia Eddi, mi disse che Lui era quello che portava la bandiera. Racconto di Ferrera Renato della località "Piane di Lumarzo" Lumarzo 13/07/2012 Con il Ferrera ci conosciamo da bambini, conoscevo il padre chiamato Paolo, la sorella, e di loro ho tanti ricordi, erano spesso a Colle Caprile, dove io sono nato e vivevo con la mia famiglia, suo padre era commerciante, ed aveva il negozio proprio nelle Piane di Lumarzo. Dopo alcuni convenevoli del caso, chiedo a Renato cosa si ricorda della "Battaglia di Lumarzo", dove nelle prime ore della mattinata, gli abitanti delle Piane di Lumarzo e di Pian del Melo erano stati svegliati dalle rabbiose raffiche di Sten dei Partigiani, delle Maschinenpistole e le MG 42 dei soldati Tedeschi, che improvvisamente avevano rotto il silenzio della triste e nebbiosa nottata. In mattinata la gente si ebbe notizia dell'evento, correva voce che c'era stato una battaglia tra Partigiani e soldati Tedeschi, c'erano anche dei morti e dei feriti, erano caduti nel combattimento. La popolazione che svegliata dall'intenso rumore degli spari, si era resa consapevole dei fatti accaduti, ora dopo questo evento le persone del posto, che ben conoscevano la barbara legge dei Germanici, delle loro rappresaglie, temevano la ritorsione su di loro e l'incendio delle loro abitazioni. Renato racconta che nella notte che ci fu la battaglia a Stugge di Lumarzo, Egli era ancora un bambino, ed abitava nelle Piane, sotto l'attuale strada Provinciale; durante la prima mattina del 23/09/44, Egli ed i suoi Familiari sentirono molti spari di armi da fuoco. I primi colpi vennero sentiti in località Campi, dove a suo dire era avvenuto il primo scontro tra le due fazioni, un gruppo di Tedeschi proveniente da Colle Caprile, che avevano risalito dalla Chigulla arrivarono presso la località Piane di Lumarzo, e un gruppo di Partigiani che stavano transitando in zona. Egli allora bambino, sentendo gli spari voleva vedere che cosa stava avvenendo fuori, ma il padre Paolo, lo spinse per terra e lo fece stare coricato giù e dicendole di non muoversi, poco dopo sentirono altre raffiche e colpi di fucile, ma questa volta la provenienza degli spari veniva dalla zona 55 chiamata "Stugge". Alla mattina si ebbe la conferma che l'evento notturno era stata una battaglia tra Partigiani e Soldati Tedeschi, che c'erano stati dei morti da tutte due le parti, e vi erano stati anche diversi feriti da parte dei militari Tedeschi. I feriti rimasti sul terreno erano tutti Tedeschi e avevano bisogno di aiuto; un grosso contributo al primo intervento di cure e assistenza ai feriti, fu dato da una famiglia del posto, una certa Schenone Rosa ed il fratello Giuseppe dette "Beppe"; queste persone misero a disposizione la loro casa, e si attivarono a tagliare strisce di tela dalle lenzuola disponibili, e quanto altro Essi trovarono per curare i feriti. Questo loro atteggiamento di umana solidarietà nei confronti, di chi ha bisogno, ed in particolare di queste persone ferite, fece si che il Comandante Tedesco arrivato sul posto, evitò ulteriori rappresaglie alla popolazione ed alle case di Lumarzo, ad eccezione di alcune cascine sul luogo dello scontro già ormai in fiamme. Renato mi disse, che se mi fossi recato presso Stugge, senz'altro avrei incontrato un ex Sapista del Distaccamento "Lumarzo" della SAP Bedin; un certo Sig. Corsiglia Eddi. Mi recai a Stugge dove incontrai questa anziana persona nato 1921 (91 anni portati molto bene) il quale era il marito Sig.ra Crovetto Anna, Egli mi ha confermato quanto già detto da Renato, e che anche sua moglie aiutò a medicare i soldati Tedeschi feriti, e poi Stessa fu arrestata dai Tedeschi e portata a Uscio, dove fu interrogata su quanto era avvenuto durante la notte, e di altre informazione che la Donna non ebbe risposte in merito. Eddi mi disse che fortunatamente a Uscio i Tedeschi avevano anche un'interprete, la quale aiutò la moglie a spiegarsi meglio, e di non dire cose che le potevano nuocere, fortunatamente poi fu liberata. Chiesi al sig. Eddi se sapeva di una Suora che era intervenuta a curare i soldati Tedeschi feriti, ma Lui mi rispose che: era stata la famiglia della moglie e di Schenone Rosa, a contribuire alle cure e a dare ospitalità a feriti, e nessuna suora era intervenuta che lui sapesse. Mentre ero assieme al sig. Eddi, mi fece conoscere una Sig.ra di giovane età, che era la figlia del Partigiano Faggio Onorato, Capo del Distaccamento "Lumarzo" della SAP Bedin, matr. 08108 del C.M.R.L. La stessa mi disse di vederci un giorno, e si sarebbe interessata a darmi notizie in merito al Padre. Il Partigiano Faggio Onorato 56 La coppia Corsiglia Eddi e la moglie Crovetto Anna. La località Stugge dove avenne la "Battaglia di Lumazo" e la casa dove furono curati i soldati Tedeschi feriti. Nella parte alta della casa, si vede la lapide in ricordo all'eroica morte de Partigiano "Bedin" della Brigata Caio, Divisione Cichero. Commento sulla "Battaglia di Lumarzo" Trovare con precisione come furono svolti i fatti della "Battaglia di Lumarzo" è cosa abbastanza complicata, io cerco di trovare una mia personale conclusione, traendola dalle diverse testimonianze e documentazione in merito a l'episodio. La prima conclusione è che: Il Comando Tedesco aveva programmato per il giorno 23 Settembre 1944 un rastrellamento nella zona di Lumarzo, e questo viene confermato anche dalla relazione trasmessa in ottobre del 1944, dal Comando Tedesco sulla situazione nella Zona alta Fontanabuona, firmata dallo stesso Comando Militare Tedesco certo "WINERLMAER" In questo documento Tedesco si dichiara che: <Nel corso di un rastrellamento di Bande, nel tratto tra Gattorna e Ferriere, venivamo ancora colpiti39: 3 Soldati Tedeschi uccisi. 5 Soldati Tedeschi feriti gravemente (Fra i quali un Ufficiale) > Questo dimostra che quel giorno dello scontro a Lumarzo, tra i Partigiani e Tedeschi, gli stessi Tedeschi erano presenti nelle prime ore della mattina proprio per organizzare meglio il rastrellamento e prendere ancora la gente nel sonno. Una colonna di militari Tedeschi era giunta sul posto probabilmente da Cicagna, mentre una seconda colonna, di circa un centinaio di soldati Tedeschi stava sopraggiungendo (con ritardo) da Colle Caprile, di Uscio. Le testimonianze delle varie persone sul caso, sono abbastanza convincenti su questa teoria. Il partigiano Massone GioBatta detto "Villa" mi aveva confermato che loro erano arrivati dalla parte di Pannesi, che piovigginava e c'era nebbia. Si accorsero all'ultimo momento dopo una breve schiarita di essere in mezzo ai Tedeschi. Diversi testimoni, compreso Schenone Aldo di Lumarzo (Località Lanzëa) mi racconta che: 39 La battaglia di Lumarzo contro il Distaccamento Pablo dove eroicamente muore il Partigiano "Bedin". 57 Quella mattinata del 23 settembre c'era tempo brutto e piovigginava, c'era molta nebbia, ed un gruppo di Tedeschi dislocati a Uscio, erano partiti per andare a Lumarzo, dove dovevano congiungersi con altri sul luogo ed in arrivo da Lagomarsino o da Gattorna. Il gruppo di Tedeschi che era partito da Uscio, scelse la strada più breve per raggiungere Lumarzo, che era la strada che da Colle Caprile passava dalla Chigulla, ed era quella più usata da tutta la popolazione di quei luoghi, e cioè passare dopo il tagliamento di Colle Caprile, oltre la casa del detto “Ballin de Colle” andare in Costaferrena e scendere nella “Chigulla” attraversare il ponte sul torrente, salire verso le Piane di Lumarzo ed arrivare da li in centro del Paese. Ma la colonna di soldati Tedeschi, quando era giunta nella zona della Chigulla, dove c'era la biforcazione del sentiero in diverse direzioni, probabilmente presero la direzione sbagliata e andò a finire in Lainà. Quando i Tedeschi si resero conto che avevano sbagliato strada, si rivolsero alla prima casa trovata, e svegliarono il suo abitante, di nome Olcese Michele, detto Micchè de Lainà, padre di un giovane Patriota detto Valle. La colonna dei Tedeschi, che si era persa, ha obbligato il Michele di accompagnarli verso Lumarzo, camminando durante la notte al buio, questi quando arrivarono quasi a Lumarzo, passata la località Piane, casualmente si intercettarono con i Partigiani, che stavano marciando a pochi passi, e nacque lo scontro armato dove morirono 5 Soldati tedeschi, molti furono feriti, e cadde eroicamente anche il Partigiano Bedin, che permise ai suoi compagni di sganciarsi e salvare la loro vita. Anche il racconto di Ferrera Renato di Lumarzo, fa le seguenti osservazioni in merito alla notte che ci fu lo scontro tra i Partigiani e i soldati Tedeschi: Racconta che lui era un ragazzo ed abitava Nelle Piane, sotto l'attuale strada Provinciale, e durante la mattinata del 23/09/44 Egli ed i suoi Familiari sentirono molti spari di armi da fuoco. I primi colpi vennero sentiti in località Campi, dove a suo dire era avvenuto il primo scontro tra le due fazioni, tra Partigiani e un gruppo di Tedeschi proveniente da Colle Caprile, i quali erano saliti dalla Chigulla, verso la località Piane di Lumarzo. Egli da ragazzino che era quasi voleva vedere che cosa stava avvenendo fuori, ma il padre di nome Paolo, lo spinse per terra e lo fece stare coricato giù e di non muoversi, poco dopo sentirono altre raffiche e colpi di fucile, ma questa volta la provenienza veniva dalla zona chiamata "Stugge". Quando si fece giorno, in mattinata, tra la gente corse la conferma che, l'evento notturno era stata una battaglia tra Partigiani e Soldati Tedeschi; durante lo scontro c'erano stati dei morti da tutte due le parti, e vi erano stati anche diversi feriti da parte dei militari Tedeschi. Renato mi disse: Che un grosso contributo a medicare i soldati Tedeschi feriti, furono una famiglia del posto, una certa Schenone Rosa ed il fratello Giuseppe dette "Beppe"; queste persone misero a disposizione la loro casa, e si attivarono a tagliare strisce di tela dalle lenzuola disponibili, e quanto altro era disponibile per curare i feriti. Questo loro atteggiamento nei confronti, dei soldati feriti, fece si che il Comandante Tedesco arrivato sul posto, evitò ulteriori rappresaglie alla popolazione ed alle case di Lumarzo, ad eccezione di alcune cascine sul luogo dello scontro già ormai in fiamme. Racconto dell'ex Sapista del Distaccamento Lumarzo della SAP "Bedin": Nella stessa mattinata del 13/07/2012, ho incontrato un ex Sapista del Distaccamento "Lumarzo" della SAP Bedin, il Sig. Corsiglia Eddi che lo stesso Renato mi aveva indicato di recarmi da Lui, una persona anziana del 1921 (91 anni portati molto bene) che era il marito sig.ra Crovetto Anna (detta anche Anita). Il Sapista Eddi mi ha confermato che sua moglie fu arrestata dai Tedeschi e portata a Uscio, dove fu interrogata sul quanto era avvenuto durante la notte, e di altre informazione che la Donna non ebbe risposte, Eddi mi disse anche che fortunatamente a Uscio i Tedeschi avevano anche un'interprete, la quale aiutò la moglie a spiegarsi meglio, e di non dire cose che le potevano nuocere, fortunatamente poi fu liberata. 58 Chiesi al sig. Eddi se sapeva di una Suora che era intervenuta a curare i soldati Tedeschi feriti, ma Lui mi rispose che era stata la famiglia della moglie a contribuire alle cure e a dare ospitalità a feriti, e nessuna suora che lui sapesse. Lo stesso Giorno, mentre ero assieme al sig. Eddi, Egli mi fece conoscere la figlia del Capo Distaccamento di "Lumarzo" della SAP "Bedin" che era il Partigiano Faggio Onorato di G.B. matr. 08108 del C.M.R.L. la stessa è di nome Monica mi ha promesso di vederci un giorno, e si sarebbe interessata a darmi notizie in merito al Padre. Conclusione e valutazione personale: Molto probabilmente la "battaglia di Lumarzo" con la morte del Partigiano Bedin, (Ughini Oreste) e dei tre soldati Tedeschi, ed i cinque feriti, involontariamente ha evitato il rastrellamento nel Paese di Lumarzo e delle Ferriere. Il Comando della Wehrmacht aveva preparato per le prime ore della mattinata del 23 settembre 1944, il sopra detto rastrellamento, come confermato dalla loro stessa relazione trasmessa al loro Comando Superiore nei primi di ottobre del 44. Se questo rastrellamento fosse avvenuto, vista la quantità di uomini e mezzi della Wehrmacht, e dell'orario da loro scelto, le prime ore della mattinata, i Tedeschi avrebbero preso ancora la popolazione a letto, e molti uomini del Paese, probabilmente sarebbero finiti nei campi di prigionia in Germania o anche peggio. La stessa cosa avvenne a Calcinara di Uscio, il 2 ottobre del 1944, (Dopo pochi giorni dalla "battaglia di Lumarzo") dove di buon mattino, i Tedeschi fecero il rastrellamento, prendendo molta gente ancora a letto; ben 52 persone furono arrestate, una parte era finita in carcere a Marassi, altri alla Casa dello Studente di Genova, dove alcuni subirono anche violente torture, ed una decina di uomini fu internata nei campi di prigionia in Germania. Racconto di Schenone Angelo di Pannesi, momenti della resa nazifascista. Pannesi 31/07/2012 Incontro a Pannesi di Lumarzo presso la sua abitazione, collocata nella vicinanza delle Cinque Strade, un mio conoscente, certo Schenone Angelo detto Lino nato a Pannesi il 7/7/1926 dove è tutt'ora residente. Con Lui parliamo di cose del passato, di cose che entrambi ci ricordiamo, la festa alla Madonna del Bosco dove lo stesso Lino portava il Cristo nella processione, ed i contadini del luogo che vendevano pesche, uva e poi le reste di nocciole, che si vincevano tirando su dei numeri con una mano da una sacchetta chiusa, detto questo entriamo nel merito della cosa che a me interessava di più: Cosa si ricordava Lui della lotta Partigiana, della Resa dei Tedeschi e della truppa della RSI nella Tecosa, o a Sant'Alberto. Lino mi disse di non ricordare più tante cose, era passato molto tempo, ma Egli fece uno sforzo cercando di penetrare nel suo passato, nella sua gioventù: Si ricordava che fece parte della Brigata Lanfranconi della Divisione G.L. G. Matteotti, il suo nome di Battaglia era "Castagna" e si trovava normalmente nella zona di Roccatagliata e nella Corsiglia, ed era assieme al Comandante "Murri" di Recco, erano molto amici. Murri si fidava di lui, della sua velocità e sicurezza che Lino dava quando assieme camminavano nei sentieri di montagna, o all'interno dei folti boschi di castagno, di querce o altro. Lino camminava veloce e sicuro, era il "padrone" dei sentieri, era l'uomo nato nei nostri "monti" nei boschi e conosceva ogni aspetto della natura, tutto questo era la cosa che a Murri serviva e difficilmente si muoveva senza di Lui. Lino ricorda del 27 Aprile del 1945 che scesero Con altri Partigiani e con il Comandante Murri, verso la zona di Sant'Alberto, Lui con altri si appostarono in località chiamata Castelluccio in Maxena. Durante la resa dei soldati Tedeschi e della RSI, questi passarono in buona parte davanti alla loro postazione, mi riferisce inoltre, di un particolare molto strano sulla resa dei singoli soldati. 59 La particolarità stava nel modo di depositare delle armi fra i vari soldati che transitavano dopo la resa, questa diversità consisteva dal fatto che: Quando un militare Tedesco lasciava la sua arma, normalmente la baciava e poi la depositava con cura per terra davanti ai Partigiani presenti, mentre quando si presentavano i militari Italiani per la maggior parte buttava il proprio fucile giù per il bosco, quasi con rabbia o disprezzo dell'arma. Su questa sua particolare osservazione, che Lino mi fece della modalità del disarmo, ho riflettuto molto traendo delle mie personali conclusioni, e lascio però al lettore riflettere e darne un suo personale giudizio e conclusione? Poi viene il racconto da Lui fatto, sulla resa della truppe Tedesche e della RSI presso le cinque Strade, dove personalmente lui non era presente, racconta: Nella mattinata del 27 aprile del 45, il Comando Partigiano aveva avuto diversi contatti con il Comando Tedesco e della RSI, ove si era stabilito l'Ordine di tregua fra le parti, ma pur nella situazione confusa, il Comando Tedesco e della RSI non volevano arrendersi ai Partigiani. Il Comando Locale Partigiano, nel frattempo aveva provveduto informare anche il Comando Alleato in arrivo attraverso la Fontabuona, nei pressi di Gattorna. Nella mezza mattinata sono arrivati alle Cinque Strade, passando da Forca e dietro il cimitero di Maxena, quattro Militari Americani, i quali si recarono al Comando Tedesco presente sul posto, e da quel momento nacque formalmente l'inizio della loro Resa delle Truppe Nazifasciste. Il luogo era proprio quello dove oggi sorge la Cappelletta in ricordo dei Partigiani Caduti. Lino scherzando mi dice, che una volta noi di Colle Caprile le abbiamo sparato contro? Ecco la realtà della storia: Durante la guerra il Distaccamento in cui Lui militava, stava marciando in fila indiana sopra San Marco d'Urri, vicino a Pietra Cavallina, quando probabilmente intercettati da qualche osservatorio nemico, il quale diede ordine alle batterie di Colle Caprile di puntare sulla loro colonna, ed aprire il fuoco, sta di fatto che in pochi istanti tutta la vetta della collina, venne colpita da una fitta rete di colpi di cannone: Fortunatamente i primi colpi non riuscirono a centrare la colonna dei Partigiani, i quali si gettarono a capofitto nella parte a Nord della montagna e poi in mezzo agli alberi, la velocità di quella operazione di "ritirata" era senz'altro degna per battere ogni record. Il Partigiano Zolesio Antonio detto "Umberto" Comandante della Divisione Giustizia & Libertà Giacomo Matteotti con altre autorità del Partito d' Azione. (Genova - 1945) 60 Trascrizione di alcune comunicazioni fra Comandi e Brigate riguardanti la Zona di Lumarzo: Lettera di Ognio40 II ad Umberto 21/11/44 Caro Umberto Questa mattina mi sono recato appositamente a Gattorna per avere informazioni. La situazione è al momento tranquilla, completerò lo schizzo e domani conto mandarlo in su. In merito alla puntata dei Fascisti e dei Tedeschi fatta domenica mattina sembra che sia venuta, (a detta del Maresciallo Tedesco di Gattorna che l'ha riportata ad una donna di Gattorna con la quale ha parlato Renato) ad una informazione avuta dal Comando di un possibile passaggio, meglio di un concentramento di Partigiani che si doveva tenere domenica mattina alle Ferriere. Non avendo tenuto nulla hanno fatto una perquisizione in molte case alle Ferriere ed in Acqua (di Ognio) asportando denari, oro e parte di provviste. In Acqua per sfuggire ad fermo pur mancando la ragione della visita, si dava alla fuga un muratore che è stato ferito. Di ritorno di questa brillante operazione, hanno ripetuto le stesse gesta a Tribogna ferendo un altro Paesano. Per quanto richiedi per il resto ..... Lettera di Murri a Umberto del 2 ottobre 1944: Lunedì 2-10-44 Carissimo Umberto Attendo Litti da Genova con tutto il materiale che ho richiesto e con notizie molto importanti. Ho parlato con Mori e domani l'ho rivedrò per altre importanti comunicazioni. Angelo terrà collegamento costante con S. Apollinare e Nando Bargagli in un punto stabilito. Con Mori siamo andati a S. Alberto e abbiamo stabilito un punto di riferimento dall'Osteria di Rico. Costui è stato e credo sia ancora in contatto con Bisagno, comunque lavorerà per noi e a voce ti racconterò tutto. Il Maresciallo mi ha comunicato che Menego ha ritirato già una mula e attende il secondo. La farina dei Scagnelli è già stata ritirata oggi e altra c'è da ritirare alla Valle, così mi ha comunicato il Maresciallo. Spero di venire in su con un po' di uomini armati; due o tre li lascerò da Angelo, gli altri li porterò da Milio (nuovo distaccamento di Tasso). L'intendente di Milio può farlo benissimo Piero perché in pratica opera attualmente come tale. Benissimo per il nuovo Distaccamento appena verrò in su passerò a visitarlo e comunicherò eventuali novità. Saluti cordiali a te e a tutti (Seguono firme, una non leggibile) Murri Trascrizione di Documenti e manoscritti Fra i documenti custoditi presso ILSREC ho trovato due lettere di dolore, ma non di disperazione, le lettere sono scritte da un Partigiano detto "Riccardo" di cui non ho altra più precisa informazione, si trascrivono le due lettere: 40 Ognio II = Novaretto Mario Capo del SIM della Divisione G.L. G. Matteotti. 61 Lettera di Riccardo a Carrel del 26 Novembre 1944: Zona 26-11-44 Caro Carrel Io parto domattina, e non so se ancora ci vedremo ti prego di far avere a Umberto questo mio biglietto con la descrizione del fatto successo. Porto con me Fino, andiamo disarmati, prendo con me la coperta che mio Fratello aveva portato da casa, lascio quì la sua giacca, cerca se ti è possibile di far conservare il silenzio più assoluto sul fatto, perché il 2° Fratello che nel giro di sei mesi perdo nei Patrioti, puoi capire il dolore dei miei cari Genitori. Segue la seconda lettera di Riccardo indirizzata a Umberto. Lettera di Riccardo a Umberto del 26 Novembre 1944: Zona 26-11-44 Caro Umberto Certamente verrete a conoscenza della morte mio fratello Luci, o meglio del modo in cui è morto. E' il 2° Fratello che nel giro di 6 mesi perdo nei Patrioti, ciò come bene comprenderete è molto demoralizzante perciò non vi assicuro se compirò il progetto che avevo in mente e che è a vostra conoscenza. Forse mi metterò in un buco a casa e non ne uscirò mai più, però può darsi che sia il contrario infatti ora che ci penso, non c'è il 2 senza il 3 . Vorrà dire che anch'io sarò destinato a morire in questa guerra maledetta. Sia fatta la volontà di Dio Domattina parto - salutissimi Riccardo 41 (ILSREC carte Zolesio Novembre 44) Si riporta una comunicazione a Umberto del 28/11/1944 che espone alcune note che si possono ricollegare alle lettere di Riccardo? segue Comunicazione: 28-11-1944 Caro Umberto Sabato il nostro Patriota Luci (Fratello di Riccardo) durante una mia assenza scendeva a Pianezza in mezzo agli Alpini e da questi è stato prelevato e fucilato. Aveva lo Sten di suo Fratello e una pistola, due bombe a mano. Non riesco a capire per quale motivo sia andato e quali intenzioni aveva. Agenti nemici segreti armati girano nella zona Verzi, Acopa e (non bene individuato il nome, potrebbe essere Acqua?) Monleone e arrestano civili, ho dato disposizioni in merito. 41 Da miei ricerche non sono riuscito a individuare con certezza il nome di Riccardo e dei suoi 2 Fratelli, gli unici due che possono dare un riferimento sono: Perazzo Antonio nato il 22/10/1920 a S. Colombano C. e morto il 21/5/1944 sempre a S. Colombano C. - L'altro può essere Perasso Vittorio nato il 30/8/1923 a S. Colombano C. e fucilato il 18/10/1944 a Carasco ? Non sono sicuro di questa mia ricerca. GB 62 Ho saputo che reparti della Divisione Bersaglieri Italia sono a Genova (?). A Chiavari persiste la voce di prossimi rastrellamenti in grande stile; zona di rastrellamento sono: Neirone Corsiglia - Roccatagliata - Barbagelata - Val d'Aveto e Val Trebbia. Riccardo e Fino sono partiti ieri sera, non li ho visti dato che sono rientrato stamattina da un appuntamento...... (La lettera manca di una pagina e di firma) Documenti di Renato II42 Comunicazione di Renato II ad Umberto: 27/3/45 Da Lumarzo ho avuto informazioni, circa le postazione dei due cannoni, informazioni che ti trasmetto per tua opportuna norma. Sono in corso di sistemazione 2 postazioni per due pezzi da 105 che sono già sul posto. A tutt'oggi la forza è al comando di un Maresciallo e va dai 15 ai 20 uomini dei quali 3 sono Italiani vestiti da Tedeschi. Collegamenti: Oltre ai segnali particolari dati con un certo numero di colpi di arma da fuoco, oltre alle pistole Very, hanno due linee telefoniche, una militare che unisce Lumarzo, Pannesi e Uscio, l'altra è la solita linea TETI. I due telefoni sono situati all'osteria del Pian del Melo. Armamento oltre ai due pezzi hanno qualche arma automatica e moschetti. Deposito munizioni: Hanno disponibili al momento circa 50 colpi per cannone. Per il 1° pezzo il deposito è all'aperto coperto di lamiera. Per il 2° pezzo il deposito è situato in una casa bianca, alla sinistra dell'accampamento. Postazioni: Stanno ultimando due postazioni nella piana di Lumarzo verso Pannesi, vi lavorano operai del Paese sotto la sorveglianza del Maresciallo, nella seconda lavorano i militari . Accantonamenti: Attualmente delle 5 case che hanno requisito, soltanto due sono occupate: Casa Buetta sopra la tintoria adibita ad accantonamento. Casa dell'Osteria Pian del Melo ove hanno sistemato ufficio e telefoni e cucina. Sorveglianza: Una sentinella per ogni pezzo, cambi ogni due ore. Un piantone all'accampamento; un piantone all'ufficio e al telefono. Servizio continuo, notte e giorno. Dislocazioni Vicine: Tra Pannesi, Becco, Cornua circa 100 uomini. A Calcinara altri 100 uomini circa e fino a due giorni fa era sistemato a Ciappain un pezzo da 110 che si dice che sia stato ritirato ieri od oggi? La notizia però non è confermata. Ore di minore sorveglianza: Al mattino verso le 7 mentre fanno pulizia alla fontana ed alla cucina. Alle 12 circa quando fanno colazione. Dalle ore 15 alle 16 si trovano al lavoro nelle due postazioni. In quelle ore quasi tutti i militari sono armati della sola pistola. Alla notte vi sono sentinelle ed piantoni, gli altri sono in accantonamenti con le rispettive armi a portata di mano. Anche in ufficio dormono degli uomini. Accludo seguente schizzo (Firmato) Renato II Si trascrivono alcuni documenti di Ognio II (Novaretto Mario) Capo del SIM della Brigata G.L. G. Matteotti. Lettera di Ognio II a Umberto del 4/04/45 4/4/45 Carissimo Umberto Questa mattina sono stato a Gattorna per attingere notizie cui ho saputo: 42 Renato II = Negri Renato 63 - Che ieri hanno fermato il figlio del Lubiano, quello del proprietario dell'Albergo Moderno, quello di altro negoziante di verdura, il falegname che sta a Tribogna e che cercavano il Franza Bidone43 (Nome poco leggibile). Questi Ultimi però si erano allontanati a tempo. Ieri sera però sono stati rilasciati tutti, dopo un interrogatorio subito, tendente ad affermare se avevano riforniti i Partigiani, se avevano contatti e se sapevano dove sono annidati. - Che a Gattorna sono giunti una ottantina di operai portati da altre Regioni per aumentare la forza di quelli adibiti ai lavori di riparazione dei ponti di Acqua (Acqua d'Ognio) e di Ferrada perché il Comando vuol riattivarli al più presto possibile. - Che a Cicagna si è istallato un Comando dicono di Battaglione, che ha dislocato in Cicagna tre Distaccamenti ed uno a Monleone (Qualche centinaia a Cicagna e a Monleone) - Che a Lumarzo devono arrivare presto altri 50-60 uomini per completare il Distaccamento previsto in 70. Cordiali saluti Ognio II Comunicazione di Ognio II ad Umberto del 5/4/1945 Ognio 5/4/45 Carissimo Umberto Faccio seguito alla mia visita: Strada Lumarzo - Calcianra - Ieri è stata aperta - non è ancora finita, ma il transito di qualche carro è già consentito. Ponte di Ognio - Lavorano attivamente. Piazzale Lumarzo - Stanno lavorando alacremente - hanno portato su molto filo spinato - legname per fare depositi munizioni. Lagomarsino - Hanno piazzato (li uno dei due mortai) ed hanno di conseguenza creato un distaccamento di una quarantina di uomini. Si dice che i pezzi che sono a Lumarzo ed a Lagomarsino sono tenuti puntati nella zona della Valle. A Gattorna si dice che i Tedeschi sono molto giù di morale, anche perché il pagamento delle competenze alla truppa avviene irregolarmente, le razioni dei viveri e del tabacco è ridottissima e le distribuzione ...... Ieri hanno sparato con mitraglia nei paesi di Ognio, Orticato, Piandeipreti, Gattorna, dicono a causa d'istruzioni all'armamento, ritengo invece che poco prima a Gattorna è saltata una delle mine da loro sistemata per la paura di qualche sorpresa da parte dei partigiani, si sono messi a sparare all'impazzata. Arrivederci a presto - cordiali saluti. (firmato) Ognio II Segue informazioni di Ognio II 15/4/45 Carissimo Umberto, Appena rientrato mi sono dedicato al delicato compito di crearmi una rete ed in proposito ti prego di prendere nota che a Lumarzo ho reclutato un giovane del posto che era inquadrato44 con i Garibaldini, Cuneo Silvio (Berto). A Gattorna mi servirò del Bidon (o Rivan?) mentre per Uscio ho avuto questa mia amica un attaccamento ..da definire (poco chiara la scrittura) 43 Bidone era uno che faceva il macellaio a Gattorna ed abitava a Uscio 44 Risulta che Cuneo Silvio era inquadrato nel SAP Garibaldina di Lumarzo della Brg. Bedin 64 Siccome mi hai accusato di non aver ricevuto le notizie sulla situazione di Lumarzo ti allego uno schizzetto affrettato aggiornato e a riguardo. Lumarzo - Vi sono 60 uomini di artiglieria comandati da un Capitano: L'armamento consiste in due pezzi da 105 ; di due mitraglie pesanti da 20 mm sistemate sul crinale della costa di Lumarzo, una sul versante verso Lumarzo l'altra su quello di Ferriere. Hanno in dotazione diversi fucili mitragliatori e alcuni mitra - Qualche Machinenpistol, mentre la maggior parte è armata di moschetti. Collegamenti - Sono collegati con il telefono della TETI al centralino di Gattorna. Con il militare: Con Pannesi, Cornua, Colle Caprile. Con il telefono militare con Lagomarsino. Depositi munizioni - Hanno ricevuto molti rifornimenti e sembra che abbiano qualche centinaia di colpi (Poi si definisce 200 colpi) per cannoni oltre ad una forte disponibilità di bombe a mano - proiettili. Servizi ausiliari Hanno tre donne che si sono portati da Camogli in qualità di lavandaie e che si impegnano in diversi servizi (Non chiaro?) fra i quali anche quello di spionaggio. A questo per quest'ultimo servizio ne viene aggiunta una quarta, nella persona di una ragazza sfollata a nome di Vittoria (conosciuta bene in paese). Sembra siano venute già a Ognio e Ferriere e nella Valle per sorvegliare l'eventuale passaggio di Partigiani, che è bene in caso dovessero venire di quì vengano armati di sola pistola ed in abito borghese se riesco ad acciuffarle le mando da Murri per farle poi proseguire da te. Lagomarsino - Al comando di un Maresciallo vi sono 40 uomini di marina. Hanno una mitraglia leggera e alcuni fucili mitragliatori, qualche arma automatica e altri moschetti. Sono collegati per telefono con Lumarzo. Colle Caprile - Al comando di un Capitano ci sono 60 uomini d'artiglieria per la quasi totalità Italiani. Dispongono di quattro cannoni da 10545 - un cannone da 75 e due mortai e forse più, alcune mitraglie leggere e moschetti. Collegati per con Calcinara e Lumarzo. Calcinara - Al comando di un Capitano vi sono 200 uomini di marina, dispongono di mitraglie leggere - Qualche arma automatica e moschetti - Sono collegati per telefono con Colle Caprile, Pannesi, monte Becco e Uscio Pannesi - Al comando di un Maresciallo vi sono 35 uomini di marina - Dispongono di fucili mitragliatori; qualche arma automatica, moschetti, collegati per telefono con Lumarzo Calcinara e Monte Becco. Cornua - Al comando di un Tenente vi sono 20 uomini di marina, dispongono di armi automatiche, qualche fucile mitragliatore e moschetti. Sono collegati con Pannesi, Monte Becco e Calcinara. Monte Becco - Al comando di un Maresciallo vi sono 35 uomini, dispongono di armi automatiche e qualche mitragliatrice e moschetti. Sono collegati con Pannesi, Cornua e Calcinara. A titolo informativo riguardo di avanti ieri nell'osteria di Lagomarsino alcuni uomini colà distaccati si sono bisticciati e nella mischia è caduta una bomba a mano, che ha ferito gravemente diversi uomini. A Gattorna avanti ieri mattina soldati Tedeschi hanno tentato di uccidere il calzolaio (segue un nome non decifrabile- Ratio o Basso) per rapinarlo del portafoglio che durante il giorno avevano avuto occasione di vedere ben rifornito. Mi sto interessando per la raccolta di fondi e spero presto di mandare qualche cosa. Gattorna - 150 Marinai che sono giunti nei giorni scorsi sono partiti, dicono per il fronte. Attualmente vi sono presenti circa 15 uomini dell'esercito. Corre voce che il reparto che nei 45 I cannoni da 105 tre erano sulla località Sera, e uno nella località detta Ria sulla strada fra Colle e Calcinara. 65 giorni scorsi era a Lagomarsino nel trasferirsi al fronte è stato attaccato al Bracco dai Partigiani ed è stato distrutto46. Fino a che non vi saranno variazioni nelle varie dislocazioni non ti scriverò. Tanti buoni auguri e cordiali saluti a tutti(Firmato) Ognio II Il Comandante "Bisagno" in Valtrebbia 1945, segue il Parroco Don Luigi Canessa, Prete Partigiano Cappellano Militare della Brigata “Cento Croci” Medaglia d'Argento al Valore Militare. Foto di Garaventa Luciano di Calcinara (Uscio), era “il ragazzo” che fece l'autista del Fiat 626 con Scrivia durante l'attacco alla caserma della X^ MAS di Cavassolo. Segue Cabona Tranquillo detto “Raffica” di Uscio, Partigiano del Distaccamento Alpino, della Brigata “Berto”. 46 In un Documento trovato presso l'ILSREC si trova un encomio per la Brigata Coduri, che si riferiva ad una battaglia avvenuta o in quella zona, dove il nemico aveva lasciato una cinquantina di morti . 66 Segue parte di una lettera di Ognio II .....Ti allego uno schizzetto, spiacente di non poter far meglio, ma non ho carta a disposizione. M'informano anche che una giovane da te già fatta arrivare (una certa D. S.) continua a frequentare elementi poco simpatici al momento tiene relazione con un soldato Italiano (vestito da Tedesco) che fa parte del servizio di Lumarzo. Infine quì a Ognio presso il tabacchino vi è una certa quota di tabacco trattenuta dalle razioni dal titolare, a favore vostro perciò mandatelo a ritirare. In questa settimana dovrebbero distribuire un'altra razione e li avvertirò di trattenerne una quota per i tuoi uomini. Al momento non ho nessuna altra novità. Tanti buoni auguri di Buona Pasqua e tanti cari cari (Firmato) Ognio II Dimenticavo dirti che a Lumarzo hanno imposto il coprifuoco alle 20 circa. Sembra che i Tedeschi abbiano molta paura dei Partigiani. La linea telefonica della Teti è collegata con Gattorna - Uscio - Rapallo. Carte Zolesio Aprile 45 b 2) Cartina eseguita a mano da Ognio II per indicare la postazioni nemiche a Lumarzo. 67 Jeep del 760° Reggimento Tank (Medium Sherman M4 A3 - 76 mm) della 92^ Div. Buffalo. Genova 28/4/45 Prigionieri Tedeschi inviati verso la zona di concentramento e smistamento. 68 Lettera di Ognio47 II ad Umberto 24/4/45 Carissimo Umberto Ti allego a completamento dello schizzo di Gattorna, due rigoni dai quali spero potrai rilevare quanto t'interessa. A Gattorna si dice che non avendo a disposizione dell'esplosivo nei fornelli siano stati sistemate delle bombe (che adoperano per minare i campi collegate con le chiusure in legno che sono state sistemate in sito. La voce parrebbe confermata dai manovali e muratori che hanno lavorato attorno ai fornelli, che hanno dichiarato che non sono state completate di esplosivo per mancanza di rifornimento e che lo si attende da Genova. Come tu sai avant'ieri pomeriggio gli uomini della Garibaldi sono scesi a Gattorna ed hanno prelevati due prigionieri, pare siano Polacchi e che uno era già in procinto di presentarsi al tuo comando e il Tedesco che era di guardia al ponte non avendosi voluto arrendersi (e nel tentativo di fuggire sembra volesse lanciare la bomba a mano che aveva in dotazione) è stato colpito al petto con una baionettata dal Partigiano che l'aveva disarmato. Ieri arrivò un autocarro di Tedeschi e si temeva qualche operazione di rastrellamento ma fino a questo momento nulla è stato fatto. Anzi si dice che il Comando fatta l'inchiesta aveva potuto accertare che nessuna responsabilità investi la popolazione sembra lasci il Paese tranquillo. Non so se questa sia una aspirazione o speranza del Paese e che le chiacchiere abbiano passato come notizia, ma sopra a Colle i Tedeschi hanno piazzato una mitragliatrice che ha battuto lungamente nella prime ore del pomeriggio la zona Corsiglia - Gattorna (non meglio identificata) strada Neirone sino all'altezza della Cravaria eppoi hanno battuto la strada Neirone - Moconesi anche con pezzi di artiglieria. Oggi si è presentata la squadra designata per il ritiro delle armi e sta facendo il suo lavoro tranquillamente. Altre novità nessuna - per tua opportuna norma domenica prossima alle 11,30 tutti gli aderenti di Ognio si riuniranno nella solita cantina Cordiali saluti Ognio II Lettera di Carlo a Umberto: 25/4/45 Per Umberto - Urgente - Ore 11 a.m. In risposta a comunicazione orale in merito dislocazione nostre (Brig. Lanfranconi) da Montebruno a Torriglia. Comunico: Nostre forze 3 Distaccamenti Barbagelata. Comando Tattico ivi; 2 Distaccamenti Gattorna con Pattuglie Zona Uscio (Manca conferma di questa ultima zona). Con comunicazione scritta a firma Guidi si comunica da Bogliasco in data 24/4/45 affermasi controllo Zona Recco - Sant'Ilario Alto. Nucleo armati armati dipendenza Guidi. Guidi chiede intervento nostre forze in Zona predetta. Tedeschi a Monte Moro resistono. Brigate Nere Chiavari, Alpini Zona Calvari senza notizie. Murri è conoscenza messaggio Guidi. Carrel a Gattorna. Comando Intendenza attendiamo ordini Murri per lasciare Cascinette. Manca conferma sbarco forze Alleate Sestri Levante, Chiavari. Segue Firme Rossi Carlo Segue appunto: Ignoriamo dislocazione Brigata Borrotzu e Castelletto. Si suppone che la Borrotzu operi tra la Scoffera - Bargagli direttrice Fontanabuona - Uscio - Rapallo. Rossi Carlo 47 Ognio II = Novaretto Mario Capo del SIM della Divisione G.L. G. Matteotti. 69 Aprile 1945 san Marco d'Urri , Partigiani e Staffette della Brigata P. Borrotzu, Divisione G.L. Disposizioni e ordini negli ultimi giorni di guerra fra i Comandi e Brigate: Comunicato del CLN al Comando della Brg. G.L. G. Matteotti. COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE CORPO VOLONTARI della LIBERTA' SESTA ZONA OPERATIVA 17 APRILE 1945 AL COMANDO BRIG. "G.L. MATTEOTTI" SEZIONE S.I.P. Far conoscere d'urgenza a questo Comando se la strada USCIO = LUMARZO = FERRIERE = BOASI è stata ultimata e se vi è stato transito di truppe nemiche. Nel caso ciò fosse avvenuto provvedere per le interruzioni del caso. Il COMANDANTE SESTA ZONA O. Il COMMISSARIO DI GUERRA (MIRO) per (ATTILIO) Segue firme: Miro Ugo Il CAPO di S.M. (CANEVARI) Canevari 70 Seguono altre disposizioni dei Vari Comandi: COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE della LIGURIA CORPO VOLONTARI della LIBERTA' COMANDO MILITARE REGIONALE prot. n. Li 23 Aprile 1945 AL COMANDO DI PIAZZA DI GENOVA E p. c. AL C.L.N. di GENOVA Oggetto: Dichiarazione di emergenza. Questo Comando prevede il verificarsi di situazione di emergenza entro brevissimo tempo. Pertanto dispone: 1°) E' dichiarato lo stato di emergenza. 2°) Tutte le forze S.A.P. sono mobilitate. 3°) Il Comando Piazza di Genova deve risiedere in permanenza, prendendo le misure organizzative prestabilite per realizzare i collegamenti con questo Comando. 4°) Nell'eventualità in cui venisse annunziata a mezzo radio e con qualunque altro mezzo la dichiarazione di armistizio nell'Italia occupata, tale dichiarazione sarà da considerarsi a tutti gli effetti come segnalazione di allarme. (Vedi Piano operativo "A" di questo Comando) 5° Il Comando Piazza dovrà prendere immediatamente contatto con le formazioni Buranello, Pio, Severino e Balilla per il settore occidentale, dando le direttive di marcia e le disposizioni per le operazioni alle quali dovranno inizialmente partecipare dette formazioni. Nelle stesse 24 Aprile 1945 Lettera di Luigi ad Antonio: 24/4/45 Carissimo Antonio, Sembra che Bisagno abbia dato l'ordine ai suoi di scendere ed attaccare - Cosa Dobbiamo Fare? Firmato Luigi Note di GB Antonio = Nome vero di Zolesio, Comandante della Divisione G.L. G. Matteotti. Luigi = Luigi Casassa, Commissario della Brg. P. Borrotzu. della Divisione G.L. Messaggio scritto da Bisagno al Comando della Brigata G.L. il 24 aprile 1945 alle ore 14,10. Al Comando G. e L. Giunge ora informazione che i tedeschi hanno abbandonato la località di acqua di Ognio e questa notte lasceranno la località di Lumarzo facendo saltare le artiglierie, le mitraglie, i depositi di munizioni e le opere d'arte. La via di ritirata pare sia quella di Uscio. Inviate vostri reparti nelle vicinanze e vedete se è possibile evitare tali distruzioni. Si 71 dice che i tedeschi siano dispostissimi alla resa e sono molto timorosi. Se è così penso che con la parvenza di una vostra azione armata si possa ottenere molto. Vedete di far quanto vi è possibile e tenuto presente che le vostre Brigate dovranno muoversi in linea di massima tra la Val Bisagno e la linea passante per Gattorna, Uscio e Recco. Disponete quindi voi quale essere la Brigata incaricata dell'azione su Lumarzo ed eventuale anche in Uscio. Disponete al più presto. Salute ! (Firmato) Bisagno 24/4/45 ore 14,10 (ILSREC Carte Zolesio Aprile 45 B 2) Messaggio del Comandante Bisagno inviato al: Al Comando Brigata G. e L. Secondo informazioni recenti i Tedeschi si sarebbero asserragliati sul costone sovrastante Uscio - La manovra da Voi iniziata e rilevatomi da Umberto va bene ed è necessario fare il possibile per terminarla raggiungendo Uscio - Vi informo che pare che i Tedeschi abbiano fatto di Albaro un centro di resistenza - E' presumibile che serva a coprire la ritirata verso Chiavari dei diversi presidi rimasti lungo la Riviera Le forze ammassate a Chiavari dovrebbero spostarsi verso Sestri Levante. E' necessario ci inviate informazioni precise sulla situazione generale della Vostra Zona Le Vostre staffette faranno capo alla nostra SAP di Scoffera e consegneranno ogni plico a tale Comandante. Altre disposizioni le riceverete appena abbiamo visione esatta della situazione in atto Salute48 (Firmato) Bisagno 25/4/45 ore 13,40 (ILSREC Carte Zolesio Aprile 45 B 2) 25 aprile 1945 (Doc. Bisagno.45.4.25.02) Messaggio del Comandante Bisagno inviato a: Albergo Pipin per Umberto Urgentissimo Al Comando della G. L. Inviamo alcune informazioni avute da un informatore della SIP. Una colonna Tedesca di 1000 provenienti dal fronte è giunta a Nervi alle ore 14,00 di oggi . Resistono i presidi di monte Becco, Uscio, Forte di Begato, Castellaccio, Sperone e Diamante. Le batterie di Monte Moro è in piena efficienza in mano ai Tedeschi. Salute ! (Firmato) Bisagno li 25/4/45 ore 21,05 Lettera del Comandante Pirri: Zona 25/4/45 Da Gattorna a Monleone Zona occupata G.L. - Oltre Monleone non si sa. Da Lumarzo si sono ritirati facendo saltare i Pezzi. I tedeschi si trovano in cresta sul Monte di 48 Bisagno non mandava mai Saluti ma di norma metteva: Salute! 72 Uscio, piazzati con mitraglie e Pezzi di artiglieria. Noi ci troviamo a Gattorna, e un posto di blocco a Monleone. Da Camogli le Squadre d'Azione (SAP) chiedono rinforzo, che combattono sempre. Il Comandante Pirri Segue appunto. Relazione di Battista Note di GB: Pirri = Ferrari Silvio, Comandante del Distaccamento Boletto della Brg. A. Lanfranconi. Battista: non trovato nominativo civile. Negli negli ultimi giorni di guerra, probabilmente il Comandante Bisagno, può avere pensato che le forze Nazifasciste rimaste in Riviera, da Nervi a Zoagli si sarebbero riversate verso Chiavari, ma invece le truppe nemiche in parte parte provenienti da Nervi, Sant'Ilario, Pieve Ligure e Bogliasco, con altre provenienti dalla Garfagnana e dalla Lunigiana, si riversarono su Recco, poi su Uscio. La sera del 26/4/45 le truppe nemiche in ritirata, dove dopo averlo superato, fecero saltare il Ponte di Salto, in modo di impedire il transito dei mezzi militari Alleati. Le intenzioni del Capitano di Vascello della Kriegsmarine, Bernighaus Max, era quello di organizzare una grossa difesa o "fronte" nei pressi fra Colle Caprile e Calcinara di Uscio, per fermare l'avanzata degli Alleati, e permettere alla colonna Nazifascista di transitare verso la Scoffera ed arrivare nella la pianura dell'oltre Po (Stradella e Pavia). Si riporta una breve cronaca inedita, per comprendere le ragioni le quali una grossa massa di soldati e mezzi militari si riversarono nella nostra Zona. "Piemonte" intrattiene la commemorazione del 2 Giugno presso la Cappelletta delle 5 Strade a Pannesi nei primi anni del dopoguerra. Si notano i Nipoti e altri ex Partigiani. 73 Arrivo della 92^ Divisione Buffalo e la ritirata delle truppe Tedesche e della RSI dalla Riviera di Levante Ligure. Cap. 01 Cronaca della 92^ Divisione Buffalo nella Riviera di Levante: Il 24 aprile 1945 il quartier Generale della 92^ Divisione Buffalo, che aveva superato Massa Carrara e la zona della Garfagnana, ricevettero l'ordine di organizzare le loro Forze in direzione di Genova, dove Essi contavano di arrivare per il giorno 26 aprile. Buona parte della 92^ Divisione Buffalo, al Comando del Generale Edward M. Almond, che arrivando dalla vallata del Serchio e dalla Garfagnana, dirigendosi poi, una parte verso Nord-Est ed una parte a Nord-Ovest cioè verso la Liguria, i Reggimenti indirizzati verso Genova trovano una debole resistenza nemica, davanti a loro ci sono i resti della 148^ Divisione di Fanteria Tedesca e il 361° Reggimento di Granatieri corazzati ed i resti del 4° Battaglione d'alta montagna (Alpenjager) circa 2500-2600 uomini. Nella Lunigiana i primi reparti Americani, accompagnati da nuclei di Partigiani locali, raggiungono la città della La Spezia la sera del 23 aprile senza grandi difficoltà. Il Generale Edward, che dirige la marcia della sua Divisione su Genova, durante il tragitto hanno l'assistenza tattica della USAAF che attraverso aerei da ricognizione e caccia P-47 Thunderbolt, danno protezione e mantengono collegamento (Liaison Infantry) alla Fanteria Americana in marcia attraverso il Bracco, su Sestri Levante e Riva Trigoso. Il Capitano Murray Steinman alla guida di 120 uomini, di una Compagnia Meccanizzata della 92^ Divisione Buffalo arrivano verso mezzogiorno del 25 aprile 1945 nell'abitato di Sestri Levante, entrano per una ricognizione sulla eventuale presenza nemica. I mezzi usati per il loro trasporto, sono mezzi fuori le abituali usanze mai viste dalla popolazione Locale, sono le Jeeps. Al seguito di questa compagnia in esplorazione arrivano due Battaglioni (I e R) del 473° Reggimento di Fanteria, il Battaglione I al Comando del Tenente Egget, occupa la cittadina di Riva Trigoso. Il Battaglione R al Comando del Maggiore Robert Crandall, si porta sull'Aurelia in direzione di Chiavari, dove sulla sponda Ovest del fiume Entella, troveranno una dura resistenza delle artiglierie anticarro dei Bersaglieri del Battaglione Cadelo degli Alpini della Monterosa. Lo stesso Maggiore Robert Crandall cadrà assieme ad altri Soldati e Partigiani proprio in questa battaglia. Anche il Capitano Murray Steinman, verrà colpito a morte presso Lavagna, dal tiro delle batterie Tedesche, posizionate sulla collina delle Grazie. Aereo USAAF Caccia P- 47 Thunderbolt e carro armato - Tank M 5 Stuart 74 Cap. 02 Premessa di G.B. Negli ultimi giorni di guerra regnava molta confusione tra le truppe Tedesche e della RSI, nella Riviera di Levante di Genova, arrivavano le prime colonne in ritirata dal fronte della Garfagnana e dalla La Spezia, stanche e demoralizzate senza una prospettiva di future vittorie ma solo di una grande ritirata oltre il Fiume Po; la vicina sconfitta! In questa confusa situazione per mancanza di ordini precisi, la scarsità di informazioni tattiche ai Comandi di quelle Truppe, si era creato uno stato di paura e impotenza che aveva reso la situazione adeguata alla catastrofica realtà. Proprio per capire meglio la situazione, a mio avviso è necessario, rileggere alcune memorie lasciate da ex combattenti della RSI che si trovavano nella zona e nella colonna in ritirata dalla Toscana verso la città di Genova. Fra le memorie lette in questi anni, ho ritenuto discretamente valida, sia per le date, sia per i luoghi della sua presenza, quella lasciata da un Sottotenente degli Alpini della Monterosa, il cui racconto si svolge partendo dalla zona da Sestri Levante, Cavi di Lavagna e Chiavari, seguendone poi, tutto il percorso sino alla Resa di Uscio. In questo racconto molte sono le fantasie gonfiate dal Soggetto, come bombardamenti aerei, attacchi subiti dai Sherman della 92^ Divisione Buffalo lungo il percorso della SP 333 da Recco verso Uscio. (Mai avvenuti) Cap. 03 Memorie del Sottotenente Guasti Gianmaria. (Nome doc. Guasti Gianmaria.01) Durante la notte, sotto la Postazione Marina III^ Comandata del Sottotenente Guasti 23/4/45 Gianmaria, del Battaglione Aosta, presso la Zona vicino a Cavi di Lavagna, transitano automezzi, cingolati e pezzi batterie leggere e migliaia di soldati Tedeschi, provengono da Sestri Levante e si dirigono verso Ovest. 24/4/45 Nella prima mattinata passano solo pochi reparti a piedi: Alpini della Divisione Monterosa; X^ Flottiglia MAS; Granatieri; Brigate Nere ed alcuni reparti di Tedeschi. Nella Postazione Marina III^ un Sotto Ufficiale Tedesco di nome Schulz ed un Caporale alle ore 9,00 ricevono l'ordine di lasciare la postazione e dirigersi verso Chiavari. Verso le ore 12,00 la Postazione Marina III^ viene fatta bersaglio da alcune raffiche di mitraglia, sparate da una pattuglia Partigiana, seminascosta in un boschetto distante qualche centinaia di metri, vengono colpiti all'esterno i muri dell'edificio, senza dare grossi danni alla postazione ed ai Militi presenti, viene risposto con alcune raffiche da parte dei Repubblichini, che fanno desistere ogni altro tentativo di attacco da parte Partigiana. Ore 14,00 Il Comando di Compagnia del Battaglione Aosta, da ordine al Sottotenente Guasti di lasciare la postazione di Marina III^ e con il suo Reparto di raggiungere Chiavari; dove incontra il Capitano Scattolin49 che assieme nel pomeriggio prendono la via verso Rapallo. Ore 18,00 La colonna è in ritirata, nella stessa sono presenti, il S/Tenente Guasti e il Cap. Scattolin, arrivando da Chiavari e nella vicinanza di Zoagli, vengono attaccati con colpi di granate o bombe di mortaio50 probabilmente da alcuni Distaccamenti Partigiani della Brigata Coduri e della Brg Berto, questo martellamento dura per alcune ore, fino alle 20,30. Ore 22,00 riprende il bombardamento come sopra sempre nella zona di Zoagli. 25/4/45 La Colonna in cui si trovava il Sottotenente Guasti era oltre Rapallo e marciava verso Recco, dove si sarebbe dovuta congiungersi col grosso delle altre Truppe Nazifasciste, per andare poi assieme a Genova. Durante la marcia vennero informati che durante il bombardamento subito la sera precedente, c'erano stati dei morti e feriti, da parte di loro camerati. Fra le truppe Nazifasciste che erano sopraggiunte in ritirata a Recco, correva una grossa confusione, 49 Il Capitano Scattolin Gino, il Magg. Rocca Augusto, il Cap. Giliani Carlo e il Cap. Mondini Ettore fecero parte dei Giudici che condannarono a morte i dieci Partigiani fucilati a Calvari il 2/3/1945 50 Nelle memorie di Guasti parla anche di Bombardamento da Navi Alleate per circa due ore? 75 mancavano di ordini precisi51 dove andare e come organizzarsi, correva voce che a Genova fossero sbarcati le Truppe della USA-Army, per cui i Comandi pensavano di andare a Novi Ligure passando dalla Scoffera e Busalla. In questa confusa situazione di Recco, corse la voce che un Reparto della X^ Flottiglia MAS aveva fatto una incursione su Santa Margherita Ligure, da dove da un balcone di un Albergo sventolava una Bandiera Rossa e una Spagnola, le bandiere erano state issate da un ex colonnello Spagnolo anti Franchista, il quale fu preso prigioniero e non si seppe che fine fece? Il Reparto del Sottotenente Guasti, che faceva parte della colonna della RSI presente a Recco, la quale era arrivata sul posto verso mezzogiorno, nel pomeriggio si assestarono dopo Recco in aperta campagna, dove appresero la notizia che Genova era stata occupata, e che si doveva riunire il grosso dell'Esercito della RSI per organizzare un fronte di Guerra a Serravalle Scrivia. Nella vallata del Recco al Reparto del S/T Guasti fu assegnata la difesa di retroguardia, per cui Essi assistettero al passaggio di tutte le Forze delle colonne avviate verso Uscio, stimate da loro stessi circa 12.000 Uomini, formate da Italiani, Tedeschi di diverse Armi e con molti automezzi e pezzi di artiglieria leggera al seguito, durante la notte del 25 si sentirono molti colpi di armi da fuoco nelle vicinanze. Anche il Gruppo della retroguardia iniziò a proseguire al seguito della Colonna, 26/4/45 seguiti da una Compagnia di Marò della San Marco. 27/4/45 A Uscio gli Alpini del Battaglione Aosta, seppero dal Comando attraverso il Tenente Steiner, che vicino alla Scoffera52 c'era stato un contatto con le truppe Americane, e si era stabilita una Tregua d'armi sino dal primo mattino, poco dopo di questa informazione ufficiosa, giunse l'ordine di Tregua. Poco dopo questo ordine il Tenente Steiner confermò le due Offerte di Resa e che il Comando aveva accettato. Alle ore 8,30 c'erano già stati i primi contatti con le truppe Usa Army e con i CLN locali, (Uscio e Lumarzo forse anche Bargagli, e con i Capi Partigiani) era stato stabilita una Tregua il attesa di trattare le condizioni di Resa53. Fra le truppe della RSI: Alpini della Divisione Monterosa; X^ Flottiglia Mas; Marò della San Marco; Bersaglieri; Brigate Nere ecc. venne impartito l'ordine di tenere le armi individuali e distruggere e mettere fuori uso ogni altro mezzo offensivo e lo stesso per i mezzi di trasporto e carriaggi. Poi venne dato ordine di non sparare per nessun motivo, onde evitare conflittualità che sarebbe servita solo a peggiorare la situazione, ed infine la messa del fuori uso anche delle armi individuali, distruggendo i percussori o le parti più funzionali all'uso bellico delle stesse. Infine venne la Resa, i prigionieri, nel tardo pomeriggio, furono accompagnati a Ferrada, compreso il Sottotenente Gianmaria Guasti, e forse anche il Capitano Scattolin Gino; il Maggiore Guarini Gianmario; il Caporale Schumeker; il Sergente Schultz ecc. ecc. Cap. 04 Memorie dal testo di Mario Bertelloni e Federico Canale: "Chiavari 43-45 una cronaca". Lunedi 23 aprile 45 Nella notte una trentina di Partigiani al comando di Saetta guada l'Entella proprio all'altezza della caserma di Caperana e sale poi a Ri Alto. Martedi 24 Prima dell'alba c'è uno scontro a fuoco tra gli uomini di Saetta ed i Repubblichini. nel combattimento perde la vita Ottorino Bersini detto Basea (Della brg. Longhi della Div. Coduri) Nella mattinata il Comando delle Guardie Nazionali Repubblicana riceve l'ordine di trasferimento a Genova; partono tutti, Ufficiali e Militi. Il Capitano Mario Manildo ha in consegna la cassa del distaccamento, circa 9.000 lire; a Bogliasco venuto a sapere che la sede genovese della GNR (in Piazza Palermo) è ormai deserta, divide i soldi tra i suoi Uomini. 51 Ed a mio avviso da informazioni aggiornate, e correva ormai il vento della disfatta. 52 Probabilmente vicino a Maxena o Sant'Alberto. 53 Nota di G.B. Le rese furono due: Una a Uscio conclusa nel primo pomeriggio e una a Sant'Alberto di Bargagli 76 Alle ore 16,30 la caserma di Caperana è presa di mira dall'ultima incursione aerea. Sono ore drammatiche. Il commissario Cosenza manda un subalterno, Mario Viagrande, a Santa Giulia per avvertire i Partigiani di non scendere ancora perché giù è sempre pieno di fascisti e tedeschi. “Nel caos del momento” ricorda Giovanni Pilia <i Partigiani probabilmente equivocarono sulle intenzione del povero Viagrande e lo passarono per le armi> dopo un paio d'ore capirono di aver fatto una fesseria. Fu uno sbaglio, ammisero . Mercoledì 25 a Chiavari si coordinano i gruppi GAP che intensificano i contatti con i Partigiani e mirano alla lotta armata in città; lo scopo dei Nuclei dei Cantieri Navali, della Tirrenia Gas, dell'Unione Esercizi Elettrici, è sopratutto quello di rendere inoffensiva la batteria tedesca delle Grazie in vista del prossimo attacco Alleato, evitando un bagno di sangue in città, ed eventuali feroci rappresaglie Nazifasciste. La signora Westermann titolare dell'albergo in via Romana dove sostano sempre i tedeschi cerca di fare mediazione fra le parti. Il comandante della batteria che è un Austriaco si impegna di non sparare se non viene attaccato dai GAP o dai Partigiani. Tutto sembra procedere per il meglio se non alle ore 15,00 il comandante della Batteria del Curlo, tale capitano Campanini ordina di aprire il fuoco contro le truppe Alleate sul lungomare di Cavi. Spara anche la batteria tedesca delle Grazie, il capitano Austriaco data la sua parola, non ha dato nessun ordine di fuoco, viene ucciso. Gli Americani rispondono al fuoco, dalle rocche di Sant'Anna ai tedeschi attestati sulla colina delle Grazie. Il CLN cerca di avere contatti attraverso il Commissario prefettizio dottor Cosenza con il nemico per una tregua, gli Alleati vedendo la resistenza fascista e tedesca chiedono un bombardamento aereo navale per potersi aprire agevolmente la strada per Genova. Il Comando Partigiano della Coduri si oppone decisamente chiedendo un'ultima possibilità. <Liberemo Chiavari entro 24 ore>. Il CLN offre condizioni di resa alla Monterosa, al palazzo arcivescovile si tiene una riunione con il Colonnello Pasquali, Comandante del I° Reggimento Alpino da cui dipendono i soldati dislocati in Liguria, il Colonnello accetta il ripiegamento dei suoi uomini in direzione verso Genova. La ritirata inizia verso sera. A Lavagna ci sono in atto azioni della Coduri, dove vengono informati dal Vescovo Casabona della Tregua e di astenersi da ogni forma di lotta, in quanto la Monterosa ha deciso, assieme ad altri reparti, di andarsene e se ne vanno anche i Tedeschi. A mezzanotte, nella sede della CRI 54 di Chiavari si incontrano i membri del Comitato ed il Comandante della Brigata Longhi, Saetta con lo scopo di definire gli accordi prima della calata in città dei Partigiani e dell'arrivo degli Alleati. Giovedì 26 A Chiavari è ancora notte, sono le prime ore della giornata che avviene il ripiegamento degli Alpini, ma non è una una “rotta”, è fatto con canoni tattici pressoché lineari: Staffetta, grosso, e retroguardia. Gli ultimi reparti ingaggiano un breve combattimento con gli Alleati. E' una scaramuccia, ma accresce la tensione di tutti. Alle due del mattino le campane della Cittadina suonano a festa, Chiavari è Libera ed era salva. La promessa della Coduri è mantenuta la Brigata Longhi entra in città da Caperana, quasi nello stesso istante il Partigiano “Scoglio” guida la pattuglia Americana proveniente da Lavagna. E' ormai giorno, ma prima di ritirarsi i Tedeschi minano le postazioni delle Grazie, sotto il Santuario, che è un'autentica Santa Barbara. Fortunatamente che due militari della Wehrmacht, di origine Polacca55 tagliano il filo della carica di innesco dell'esplosivo evitando una tragedia. Nella sede della CRI di Chiavari il sottotenente Emilio Furnò presenta il CLN Locale nelle persone: Gaetano Bassevi, Partito Liberale; Tito Canepa, Partito Comunista; Rolando Perasso, Partito d'Azione; Alberto Pongiglione, Democrazia Cristiana; Emanuele Rambaldi, Partito Socialista; Felice Rocca, Partito Repubblicano. Viene nominato Sindaco il Rag. E. Colombo Sannazzari. A Chiavari vengono fucilate dalla truppa Alleate 10 persone per la loro convivenza col Fascismo, si salva casualmente dalla fucilazione un certo Ceino. 54 Che anche la sede del CLN 55 Certi Jan Zacher e Jan Wegner. 77 Cap. 05 Relazione del 28/4/1945 scontri a Rapallo contro i Tedeschi del 23/24/25 aprile Il Distaccamento di Manovra di Maggio, era partito dalla zona di residenza il 21 56 scorso con il compito di recarsi in Zona Rapallo, per prendere contatto con il CLN Locale, e svolgere una serie di azioni di sabotaggio contro le Formazioni Nemiche dislocate in quella zona, la sera stessa il reparto raggiungeva la zona assegnata e prendeva subito contatti convenuti. Alle ore 00.00 del 22 (Aprile) iniziarono la sua attività, attaccando il presidio Germanico della Città, dislocato nella casa Littorio e lo costringeva alla resa, infliggendo le perdite di 2 morti e 6 feriti. La conoscenza della situazione che si conteneva finora, il reparto iniziava una serie di azioni di parlamentare con le truppe Nemiche, allo scopo di trattare d'accordo con i Volontari e del CLN Locale la resa dei reparti Nemici. Alle ore 14,00 veniva pattuito lo sgombro del presidio Tedesco forte di oltre 1000 uomini, da Rapallo per ore 24,00 dello stesso giorno57, e veniva convenuta una tregua di armi. Alle ore 21,00 il presidio di Montallegro si arrendeva. Alle ore 22,30 il Comando Tedesco richiedeva al Comandante la nostra Formazione una dichiarazione circa l'ora di abbandono della Città, dichiarazione che le veniva accordata per le prime ore del mattino seguente. Di ritorno dal colloquio i 13 uomini del nostro Reparto si incontravano con due numerose Pattuglie Germaniche. La seconda delle quali, trasgredendone gli accordi presi, circondava e catturava i Nostri Uomini, fucilandoli sul posto, Uomini tutti valorosi:58 BISTECCA MASCHERONI ANGELO (+ 24/4/1945) PARIDE VALLERIO GUIDO (+ 25/4/1945)? ALBERTO MARZULLO GIUSEPPE (+ 25/4/1945)? ZARA CAMPONICO UGO (+ 24/4/1945) MARCO PENDOLA ROBERTO (+ 24/4/1945) ed un Elemento Locale cadevano sul colpo. Altri 5 erano feriti di cui 3 gravemente; Due rimanevano miracolosamente illesi e potevano sfuggire. Nonostante il colpo grave inferto al reparto, l'attività di Esso non si estingueva, altri colpi ovunque fossero dei nemici venivano inferti, ed il reparto, insieme ad elementi del CLN Locale presidiavano la Città prima dell'arrivo delle Truppe Alleate. (ILSREC Carte Zolesio Maggio-Giugno 45) E' interessante il messaggio inviato il 26/4/45 al Comando Brg. Borrotzu firmato Carnera: B r i g a t a "P. B o r r o t z u" C O M A N D O 1° B il 26/4/45 Ore 16 AL COMANDO BRIGATA BORROTZU Mi viene recapitato ora da un corriere della "Lanfronconi" il seguente messaggio scritto dal Vol. Carnera che come siete a conoscenza era partito di quì per raggiungere i Compagni. 56 La data a mio avviso è almeno del 23 aprile e non il 21. 57 Dovrebbe il giorno 22/4/45 58 Dal messaggio inviato al Comando Brg. In data 26/4/45 firmato Carnera, risultano feriti: Zoran; Dal Molin; Tromba; Celere e Gian. Inoltre si comunica che Carnera; Fiore; Bambo e Cirillo assieme ai Volontari del posto sono entrati con Bandiera a Rapallo. Conferma che al 27/4/45 saranno tenuti i funerali a Partigiani caduti. 78 Segue il messaggio: 26/4/45 ore 05 Al Cdo 1^ Brigata Appena arrivato a Rapallo ore 02 del 24-4-45 preso contatto con Volante e Zoran per Patriota Fiore segue la comunicazione alle ore 24 del 24-4-45 la Volante era caduta in una imboscata da parte Tedesca, i quali sbarcati da una bettolina hanno attaccato, malgrado il patto di non ostilità. Caduti Patrioti: Bistecca; Marco; Zara; Paride; Alberto. Feriti: Zoran; Dal Molin; Tromba; Cellere; Gian Ore 2 del 25 rimanente Volante: Carnera; Fiore; Bambo; Cirillo; entrati con Bandiera in testa ai volontari a Rapallo. Sei prigionieri, 3 Tedeschi e 3 X Mas segue comunicazione; Noi non ci muoviamo a nessun costo, Attendiamo Ordini. Disposto funerali Patrioti Caduti che si svolgeranno domani 27-4. Feriti ricoverati in Clinica Bertani. Loro situazione fuori pericolo. Eccetto Dal Molin ancora nulla di positivo. Inviatemi Ordini saluti f.to Carnera. Ieri ho inviato un messaggio del Vol. Cirillo spero sia pervenuto. f.to (Lume) (vedi AILSREC – Carte Zolesio Aprile-Maggio 45) 27 aprile 1945, Funerali a Rapallo dei Partigiani del Distaccamento Volante della G.L. G. tteotti, uccisi da una pattuglia di Tedeschi arrivati da Portofino il 24 aprile 1945. Rapallo 1945: Resti al porticciolo di una casamatta e i danni alla Cattedrale bombardata. 79 Rapallo 1945 -Taglio dei capelli ad una collaboratrice dei Tedeschi e resti di case bombardate. Cap. 06 Memorie di un Bersagliere della Monterosa. Dalla rivista Monterosa n° 2 del 2006, pag. 6-7 "Sfogliando pagine di Storia" Fatti, eventi, memoria; ne segue un articolo di Bruno Licitra dedicato alla Monterosa. L'articolo ha come titolo: L'Ultimo Sherman - La conclusiva azione di guerra del Gruppo Esplorante "Cadelo". L'articolo riporta con molta precisione, l'evento dello scontro, avvenuto il giorno 26 Aprile 1945 presso San Lorenzo della Costa (Santa Margherita Ligure) fra la retroguardia della Divisione Monterosa, e l'avanguardia della 5^ USA Army, (92° Divisione Buffalo). Quel primo pomeriggio del 25 Aprile 1945 le avanguardie di ricognizione della 92^ Divisione Buffalo, e due Battaglioni Corazzati, il 758° e 760° Tank Battalions, e da un Battaglione Anticarro, raggiungono Sestri Levante, ne seguirono poi gli altri Reggimenti, 473° e 317° 442°. Il 23 Aprile 1945 il Colonnello Pasquali del 1° Reggimento Alpini della Monterosa, e di tutte le Forze della RSI presenti sul territorio a Levante di Genova, convoca gli Ufficiali e comunica loro l'ordine di ripiegamento sulla Linea di difesa del fiume Po59. Il Colonnello Pasquali da disposizione a tutte le Forze presenti della RSI, anche quelle nel retroterra Chiavarese, di defluire nella città di Chiavari per tutta la giornata del 24 aprile e fissando per ultimare il deflusso da Chiavari verso Genova, il 25 aprile alle ore 16,30 le Forze della Monterosa che rispondono all'appello sono: Il Gruppo di Artiglieria Aosta, il Battaglione complementi Ivrea, che col Gruppo Aosta era in Zona sin dal primo arrivo della Divisione, il Gruppo Esplorante "Cadelo" con i suoi tre Squadroni (1° e 2° leggeri e il 3° pesante) rientrati dalla Garfagnana, il Comando del 1° Reggimento Alpini con la Compagnia Anticarro reggimentale e la Colonna leggera, inoltre il Battaglione "Uccelli" della Divisione San Marco, ultimo arrivato dalla Garfagnana dove aveva combattuto agli ordini del Generale Carloni, a fianco a fianco degli Alpini e bersaglieri della Monterosa. Complessivamente la Forza agli ordini del Colonnello Pasquali che si preparano a ripiegare verso la Linea del Po, compreso nuclei di Pionieri e 59 Esattamente nel Settore di Casteggio. 80 Artiglieri Tedeschi, addetti alle batterie costiere sono circa 4000 uomini. di questi solo la minor parte con autocarri. I soldati sono muniti al completo dell'armamento individuale e dotazione organica di Mortai e Pezzi di artiglieria da campagna e controcarro, nonché di Panzerschreck che hanno da poco sostituito i Panzerfaust, per contrastare da vicino i mezzi corazzati. Alle ore 11.00 circa del 25 aprile, prima ancora che avesse l'esodo da Chiavari verso Genova le Batterie del Gruppo Aosta avvistano e aprono il fuoco sugli automezzi gremiti di fanteria USA Army che uscendo dalla galleria di Sestri Levante proseguono incautamente sulla Via Aurelia e raggiungono Cavi di Lavagna. A Cavi di Lavagna l'avanzata della USA Army viene bloccata dal fuoco dell'artiglieria pesante costiera del Portofino Vetta e dalle batterie dislocate sulle alture di Chiavari (Nella zone detta le Grazie). Le truppe dell'USA Army subiscono gravi danni sia nei mezzi come negli Uomini, fra i quali cadde il Comandante del Battaglione, il Maggiore Robert W. Crandall, sostituito poi in campo, dal Tenente David Streger (Poi promosso Capitano) Non era trascorsa un'ora dal preciso fuoco di sbarramento del Gruppo Aosta su Cavi, che i Bersaglieri del "Cadelo" schierati lungo la sponda destra dell'Entella, a protezione della piazza a cui stanno concentrandosi la Forze della Monterosa, quando gli stessi avvistano sulla riva opposta gli esploratori del 473° Reggimento (Afro americano) 60 i quali aprono il fuoco sui Bersaglieri , nel momento che questi debbono abbandonare le postazioni sul fiume per ritirarsi con gli ultimi della Monterosa verso Rapallo. Il mattino del 26 aprile il grosso delle truppe Tedesche e della RSI hanno già transitato da Rapallo per la direzione di Ruta e Recco, mentre arrivano in avanguardia per ricognizione, le prime Jeep dell' USA Army al Comando il tenente Egget, che attraversando la città di Rapallo, si imbatte nei Bersaglieri Italiani del 1° Squadrone leggero i quali stanno salendo sulle biciclette per riprendere la ritirata verso Genova, si lasciano catturare senza opporre resistenza, mentre il 2° Squadrone ed i plotoni autocarrati del 3° Squadrone pesante riescono sfuggire alla cattura61. All'arrivo delle avanguardie Americane assiste anche il Tenente Licitra comandante del 2° Gruppo Esplorante della Divisione Monterosa62, il quale si reca immediatamente a Ruta e mette al corrente della situazione il Colonnello Pasquali, il quale fa piazzare: Un plotone della San Marco armato di Panzerfaust sulla strada che da Ruta porta a San Martino, e la retroguardia composta dei resti del 2° e dal 3° Squadrone del "Cadelo", ultimo reparto ad avvicinare il passo della Ruta, di tornare indietro verso gli Americani fino all'altezza del Km 501 dell'Aurelia, e qui arrestarne l'avanzata per il tempo necessario a favorire in sicurezza il ripiegamento della colonna. L'ordine venne subito eseguito, i Bersaglieri lasciate le biciclette alla Ruta ed equipaggiati del solo armamento leggero comprendente Maschinengewehr (MG 42) e Panzerfaust si avviano alla posizione loro assegnata al Km 501 della SS Aurelia. Qui il Tenente Licitra si rende conto che la posizione assegnatali non le offre nessun vantaggio tattico o di osservazione e si spinge verso San Lorenzo della Costa, dopo avere valutato diverse opportunità prende posizione sulla zona detta Violara (C.a al Km 500 della SS Aurelia) al coperto di una casa che gli offre ottima visibilità sulla parte frontale verso la via Aurelia, appena questa esce dall'abitato del lato mare di San Lorenzo, non ha più ostacoli e la distanza in linea d'aria degli obiettivi in arrivo, escludendo l'ultima stretta curva, prima di entrare nel centro Paese è ridotta a 500-600 metri dalla sua postazione. Qui i Bersaglieri si appostano ed attendono il nemico, poiché l'attesa si protrae, un motociclista raggiunge la colonna già ripartita per Ruta con l'ordine di inviare al Km 500 uno dei due pezzi controcarro "Pak 40 da 75 mm" in dotazione al Gruppo Esplorante. La manovra di trasferimento del pezzo avviene con l'ausilio di un autocarro 3 RO della Lancia, a causa della pericolosità del momento, l'autista ha preferito fare il breve viaggio in retromarcia con tutte le 60 Per mia conoscenza risulta che il 473° Rgt fosse di militari Afroamericani, mentre il 442 di Nippoamericani. 61 Questi Squadroni riescono a sfuggire alla cattura, perché erano dislocati all'uscita di Rapallo e verso San Lorenzo. 62 Il Tenente Licitra era rimasto in retroguardia con il compito di assaltare il Municipio di Rapallo e catturare il Sindaco di allora Avv. Giovanni Maggio, appena nominato dal CLN, l'Ufficiale desiste al compito e si avvia velocemente verso Ruta per informare il Colonello Pasquali. (Note di Cluadio Molfino) 81 difficoltà che ne derivarono, ma questo avrebbe permesso di allontanarsi rapidamente nel caso che fossero arrivati i mezzi corazzati. Arrivati in prossimità dove erano schierati i Bersaglieri, al Km 500, gli Artiglieri sganciarono il cannone dall'autocarro e in pochi minuti lo mettono in postazione e lo preparano per il tiro, in attesa dei Tank Usa Army. Intanto a Rapallo il Tenente Everett con il suo Plotone, consegna i Bersaglieri fatti prigionieri ai reparti USA, che nel frattempo sono arrivati, lo stesso Plotone poi procede sulla strada lungo mare verso Santa Margherita dove catturano 84 soldati Tedeschi. A Rapallo la cittadina si riempie di truppa e di mezzi militari, nel Boate vi sono riversate una grossa quantità di armi e munizioni, lasciate dalle truppe in fuga. Verso mezzogiorno il Generale E.M. Almont comandante della 92^ Divisione Buffalo apprende per telefono da un Bar, che Genova è stata già liberata. Il Comando Alleato si insedia presso l'Albergo Savoia, mentre nel primo pomeriggio le batterie di artiglieria vengono piazzate nello "Stadio Macera" rivolte verso Ruta e pronte a proteggere l'avanzata della 92^ Divisione. Dopo qualche ora di festeggiamenti con la popolazione, alla truppa USA Army arriva l'ordine di movimento verso la colonna in ritirata della RSI e Tedesca, che nel frattempo alle ore 14.00 del 26 aprile aveva raggiunto e superato il passo della Ruta. Alle ore 15,30 da Rapallo, i fanti della 92^ si preparano per la marcia verso San Lorenzo e la Ruta, facendosi procedere dai carri del tipo Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm del 760° Tanks Battalion,63 questi sono annunciati dal fragore dei motori e e dei cingoli che viene diffuso nel silenzio della collina, ma non vengono ancora visti dal Tenente Licitra, a causa della tortuosità della strada Aurelia. Il Comandante del reparto carrista chiede agli operatori radio della Compagnia Trasmissioni (RT) un volontario per mantenere il collegamento Radio tra la Fanteria e i carri armati, si offre per caso il caporale Clifford Audinet 64 che preparato l'apparato radio raggiunge il carro di testa. Durante il transito della colonna della 92^ Divisione Buffalo verso San Lorenzo della Costa, alcuni civili del posto, informano le stesse avanguardie, che un Distaccamento di Soldati Italiani sono in loro attesa alla zona detta Violara, al Km 500 circa dell'Aurelia. Un tenente della 92^ (Hughes) informato del fatto, cerca di portarsi all'avanscoperta per rilevare l'appostamento del "Gruppo Esplorante Cadelo" il tenente ha individuato l'appostamento ma non riesce a definire la capacità offensiva degli stessi. Verso le ore 17,30 il primo Sherman appare nella curva (Al Km 499,150 c.a) che sbocca nell'abitato di San Lorenzo della Costa, (Lato Nord-Est del Paese) a seguito dei carri è attorniata la Fanteria; il Tenente Licitra della Monterosa che era in attesa di questo arrivo, da ordine al Capo pezzo, Sergente Casonato, di aprire il fuoco col pezzo da 75 mm, il colpo centra in pieno la torretta ed il mezzo si arresta con il suo cannone abbassato, mentre nel frattempo i Bersaglieri del 2° e 3° Squadrone del "Cadelo" aprono il fuoco con le Maschinengewehr 42, colpendo con massiccio fuoco la zona nella vicinanza del Sherman fuori uso, costringendo al riparo la Fanteria della 92^ Divisione Buffalo. Il Comando del 760° Tanks Battalion, e della colonna USA Army, pensando di trovarsi difronte ad una agguerrita resistenza nemica, e delle batterie del Portofino Vetta, desistono ad avanzare, retrocedendo con alcuni Sherman in prossimità del Km 498,900, poi penetrando, per la protezione dai tiri di cannone, presso il cortile della Villa della Famiglia Bozzo di Genova. Le artiglierie della 92^ dislocate presso Rapallo, sono avvisate della situazione, ed intervengono con un nutrito fuoco sulla zona delle colline soprastanti a San lorenzo, Ruta e il monte di Portofino. Nello scontro armato fra le due truppe, cadde anche lo sfortunato RT Caporale Clifford Audinet e si prestò a fornire volontariamente la sua per le trasmissioni dal Sherman al Comamdo delle Fanterie. La colonna il ritirata della RSI e dei Tedeschi, seguì il percorso da Ruta verso Recco, dopo 63 Il Battaglione 758 era dottato di carri leggeri M5 Stuart 64 Il Caporale è stato sepolto nel cimitero di guerra Americano presso Firenze. 82 aver fatto saltare in serata verso le ore 19,30 l'ingresso del lato Ovest di una parte della galleria di Ruta. L'ostruzione della galleria e il colpo allo Sherman fecero ritardare l'avanzamento di una notte la 92^ Divisione Buffalo, che una parte della stessa stava avanzando da Chiavari attraverso la Fontanabuona verso Gattorna, Uscio, le Ferriere, Lumarzo e Sant'Alberto di Bargagli con il 473° e con il 442° Battaglioni di Fanteria. Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm e autocarri per trasporto militare, mentre stanno guadando il fiume in zona della Fontanabuona, il primo autocarro che segue è un Chevrolet. Partigiani della Brigata "Longhi" - Divisione Codurri, che hanno partecipato alla liberazione di Rapallo, Santa Margherita e Portofino, (In piede con la barba é il Comandante Saetta") 83 A Sn. Tank Sherman M4 A3 - 76 mm che transita a Cicagna. A ds Carro leggero tipo M 5 Stuart in dotazione alla 758° Tank Battalions della 92^ Divisione Buffalo. Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm Aprile 25-26 1945 - Aereo USAAF in perlustrazione sulla Riviera Ligure di Levante pronto ad intervenire sul nemico con il suo micidiale carico. 84 Il Carro armato tipo Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm del 760° Tanks Battalion che fu colpito a San Lorenzo della Costa, vicino alla “Trattoria degli Amici” al Km 499,150 il 26/04/45 Da notare la mancanza del cingolo e il gruppo di ragazzi che sono saliti sopra e altri attorno a curiosare.Un cittadino che passa vicino allo Sherman - Il tecnico RT di 5° grado Audinet Clifford E. della 92^ Divisione Buffalo, caduto nello scontro dello Sherman con il Battaglione della "Cadelo". 85 Km 499 della S.S. Aurelia a San Lorenzo della Costa: La villa dei Bozzo dove i Tank del 760° Rgt della 92° Divisione Buffalo si rifugiarono per non essere colpiti dall'Artiglieria della Monterosa. Arrivano le prime Jeep della Fanteria del 473° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo 86 Scheggia di proiettile di cannone di grosso calibro trovata nei pressi di San Lorenzo della Costa. Militi della RSI in ritirata, alla mensa della Xa Flottiglia MAS a San Bartolomeo (La Spezia) Cannone anticarro PAK 40 da 75 mm di Fabbricazione Tedesca in dotazione anche alla RSI. 87 Relazione del CLN di Camogli degli eventi bellici fra: SAP – CLN e Truppe Nazifasciste. 23 Aprile 1945 - Un militare della batteria di Portofino Vetta comunica al Capitano Maggi che il Comando Tedesco ha ricevuto ordini di lasciare la Liguria, il Capitano Eberle Comandante delle batterie, da ordine agli Artiglieri di requisire qualsiasi mezzo di trasporto nella Zona di Ruta. 23 Aprile 1945 – Camogli: Il Comandante “Maggi” della SAP Prospero Castelletto di Camogli, scende da Ruta a Camogli per assumere il Comando delle SAP e incontra il Tenente “Fiore” (Dott. Luigi Arcella) ed il Tenente Ferruccio (Avv. Renato Picinnino) presentati al Maggi dall'Ing. Falconi del CLN di Camogli, i quali si metteranno subito a disposizione della SAP. Il Tenente Ferruccio in assenza del Vicecomandante Ferillo della SAP di Camogli, ne assume l'incarico. A Camogli si fa l'adunata di tutti i Capi Squadra dove Essi vengono informati della nuova situazione e degli eventi; si decide di adunare tutti i Volontari per ore 20 e la SAP prende contatto con i Membri del CLN per studiare assieme il da fare. Alla sera si presentano oltre i Volontari dei vari Distaccamenti, anche molti giovani, vecchi, soldati e ufficiali; tutti vogliono partecipare alla lotta di Liberazione. Maggi tiene a rapporto i vari Capi Squadra impartendo a loro, le modalità delle operazioni da intraprendere, e di non fare dannose azioni individuali. E' da segnalare che nella notte del 23 aprile il Maresciallo Pannella Giuseppe della Stazione di Guardia di Finanza di Camogli mise a disposizione del CLN e della Locale SAP i suoi Uomini. 24 Aprile 1945 – La Divisione “Cadelo” si riunisce a Chiavari con altri Reparti della Monterosa e Bersaglieri e iniziano il ripiegamento verso Ponente, Rapallo, Ruta, Recco e poi verso Uscio nei giorni successivi. Il 3° Battaglione della XXXI brigata Nera Silvio Parodi di Chiavari, al Comando di Vito Spiotta lascia la Città e si avviano verso Rapallo e Recco. Nella notte a San Lorenzo della Costa ci sono alcuni scontri tra le SAP e gli Alpini della Monterosa e militi della XXXI Brigata Nera di Santa Margherita Ligure. 24 Aprile 1945 – Già nelle prime ore del mattino affluiscono a Camogli i primi militari sbandati, sia della RSI come Tedeschi, vengono subito disarmati i rinchiusi in appositi locali, vigilati dai Volontari. La Brigata Nera di Camogli, in seguito ad accordi presi con il CLN si trasferisce con i propri Militi armati in località Fossato mettendosi a disposizione della SAP di Camogli. Ore 10 – Il Comandante della SAP di Camogli assieme ad un rappresentante del CLN, si fanno presentare, tramite il Comandante delle Brigate Nere di Camogli, al Capitano Eberle Comandante della Batteria Tedesca di Castellaro, per esporre allo stesso la situazione militare e vedere la disponibilità di resa. Il Capitano Eberle disse di aderire alla proposta a condizioni di poter uscire con l'armamento individuale ed un lasciapassare per raggiungere il proprio Comando, e si impegnava come Ufficiale più anziano a convincere anche le batterie di Portofino Vetta e Punta Chiappa. Il Comandante Maggi non accettò tali condizioni, ma propose una specie di armistizio fra le Forze del Capitano Eberle, quelle di Portofino Vetta e di Punta Chiappa da rispettare tra le due parti avverse. Era indispensabile cercare di prendere tempo per evitare uno scontro armato diretto, visto le diversità della forza militare in campo, si cercava nel frattempo di usare le squadre della SAP Prospero Castelletto, per disarmare unità nemiche periferiche in modo da isolare le forze sul Monte di Portofino e a Punta Chiappa. Ore 11 - Una Squadra di dieci Uomini della SAP di Camogli, Comandati dal Caposquadra “Nino“ si recano a Mulinetti e dopo un breve e risoluto combattimento riescono a catturare ben 22 Tedeschi con tutto il loro armamento; i prigionieri furono condotti a Camogli. L'azione su Mulinetti era stata richiesta dal Comando della Brigata Crosa che nel frattempo aveva allacciato un collegamento con le SAP Rivierasche. Nella giornata continua il disarmo e l'arresto di soldati sbandati in circolazione. Ore 13 - Dai SAP veniva catturato il presidio di San Fruttuoso composto da 9 Bersaglieri ed un 88 Tedesco, viene prelevato l'armamento composto da 9 fucili, due mitragliatrici Breda, bombe a mano e munizioni. Ore 19 - A Camogli si fece una grande festa per l'arrivo a casa dell'Avvocato De Barbieri e la Moglie, appena liberati dal carcere di Marassi. Nella notte tra il 24 e 25 aprile la situazione si era aggravata, nella Ruta e sulla strada di San Lorenzo, dove erano arrivati circa 1500 Alpini della Divisione Monterosa, più le Brigate Nere di Santa Margherita, tutti questi minacciavano di scendere a Camogli e liberare i prigionieri catturati dalla SAP, e di fare rappresaglia sulle Brigate Nere di Camogli che avevano tradito e di fare fuoco con i loro mortai da 81 sulla Cittadina di Camogli2. Ore 21,00 – Una pattuglia del Comandante Maggi si porta a S. Prospero e costringe alla resa i sei uomini che compongono il presidio dell'osservatorio catturandone anche l'armamento. Alle sera vengono predisposte pattuglie Partigiane in Città, e una nutrita pattuglia di Partigiani , con armi automatiche è dislocata nella parte alta del Paese, prima di Ruta, per formare uno sbarramento ai nemici verso la zona bassa di Camogli. . Cronaca ed eventi militari in zona: Nervi, Pieve L.-Bogliasco, Mulinetti. Relazione di Guidi degli eventi bellici tra le SAP - CLN da Nervi, Pieve Ligure-Bogliasco e Mulinetti, 23-24-25 Aprile 1945. A Nervi presso l'Albergo Eden e l'Albergo Vittoria, era sistemato il Comando della Kriegsmarine, agli ordini del Capitano di Vascello Berninghaus, il quale aveva dislocato sul territorio, da Santa Margherita Ligure alla città di Genova, circa un migliaio i soldati di Marina, dei quali oltre 400 erano localizzati nelle vicinanze e presso il Comando stesso a Nervi. 23 aprile 1945 – Nella notte tra il 23 e il 24 aprile il Comando della Kriegsmarine raccolse tutte le forze dispiegate in zona, e ne disponeva la difesa presso l'Albergo Eden, Sede del Comando, e presso l'Albergo Vitoria in Viale delle Palme. 24 aprile 1945 – In mattinata a Nervi scontro armato tra Brigata SAP Libertaria e Marinai della Kriegsmarine, rimane ucciso il Partigiano Pittaluga Antonio nato il 12 /9/1912 a Ge-Nervi, e vengono anche catturati dai Tedeschi sette Giovani. (Alcuni dicono che erano 5) In serata una delegazione del CLN di Nervi su delega del CLN Regionale si incontra con il Capitano Berninghaus e ne richiede allo stesso, il rilascio degli ostaggi presi in mattinata, della resa sua e della Kriegsmarine; il Capitano risponde che: Lui si arrenderà solo se le viene ordinato dai suoi Superiori, il Generale Meinhold e dal Colonnello Almers. Egli però è pronto ad accettare una tregua d'armi della sua Truppa di Marina nei confronti del CLN e la SAP, a condizioni che non venisse attaccato; pertanto Lui rimarrà in attesa di ordini dai suoi Superiori e si asterrà da qualsiasi azione bellica; ed aggiunge che: Ha ordinato la raccolta a Nervi di altri militari dislocati a Levante di Bogliasco, e che se non saranno attaccati dai Partigiani loro non spareranno. Il rappresentanti del CLN65 e della SAP Locali, accettano il trasferimento dei Militari Tedeschi, da Levante a Nervi a condizioni che: 1) La marcia di avvicinamento sia eseguita a distanza di tempo fra un mezzo e l'altro. 2) Che la Truppa giacente a Nervi, sia tenuta entro i limiti dell'Albergo Eden e Vittoria e non oltre. Le condizioni proposte vengono accettate dal Capitano Berninghaus. 24 aprile 1945 – Il CLN di Nervi era informato che in Città era iniziata l'insurrezione armata delle SAP e dei GAP e con l'arrivo dei primi distaccamenti Partigiani. I Compagni del CLN di Nervi intuiscono che il Comando della Kriegsmarine e tutta la truppa a sua disposizione hanno intenzione di non trasferirsi verso Genova, ma verso il Levante della Riviera Genovese. Nella stessa giornata il Capitano “Guidi” (Lazzarini Giovanni) Comandante della IX Brg. SAP G.L. 65 Il CLN vista la superiorità delle Forze Tedesche, cerca di evitare lo scontro diretto in piena Città, che porterebbe a conseguenze disastrose per la Popolazione. 89 G. Matteotti di Pieve Ligure e Bogliasco 66 invia un messaggio ad “Umberto” quale Comandante della Divisione stessa, nel messaggio si informa che: Bogliasco 24 aprile 1945 Caro Umberto Ho il Comando militare della Zona Recco - S. Ilario Alto, questa mattina ho disarmato il posto di blocco di Ge-Nervi e di Sant' Ilario e mi sono impossessato di tutte le armi così pure del presidio dei Bersaglieri. Ho fatto prigioniero il famoso Tenente Colonnello Rossi Mario della X^ Flottiglia Mas, già ricercato e segnalato più volte da Radio Londra. Ho con me 50 uomini quasi tutti armati di moschetto, cerco di mantenere la Zona sotto controllo ad ogni costo, ma nuclei di tedeschi molto più numerosi di Noi ostacolano le strade. Come tu comprendi non ho forze sufficienti per affrontarli tutti. Nervi unita a me si trova nelle stesse difficoltà per monte Moro, in mano ai Tedeschi. So che il Comando Militare Regionale ti ha mandato una Staffetta per chiedere il Tuo pronto intervento; mi unisco a Nervi per chiedere il Tuo aiuto. In alto i CUORI ti abbraccio Tuo Guidi: firmato Guidi 25 aprile 1945 – Il CLN da istruzioni al Capitano Lazzarini Giovanni detto “Guidi” il quale disponeva di circa un centinaio di Uomini armati, della SAP di Bogliasco-Pieve Ligure, di disporsi nel tratto Bogliasco-Mulinetti, per impedire un eventuale ritorno delle truppe Tedesche da Nervi verso Levante. A Nervi in serata presso l'Eden, sono giunti da Levante due automezzi Tedeschi con truppa, nella notte tutti i Tedeschi presenti si riuniscono presso l'Albergo Eden e nella Zona. 26 aprile 1945 – Nervi alle ore 04.00 e alle ore 06,30 sono arrivati sempre da Levante altri 12 automezzi carichi di Truppa ed armi. Il responsabile del CLN di Nervi, “Guido” (Pavano Vito) in prima mattinata visto il grande concentramento di Truppe Tedesche, avvisa subito il capitano Guidi, il quale prontamente dispose gli Uomini verso Levante per fronteggiare l'urto con i Tedeschi. Ore 8,30 la Colonna Tedesca, circa 700 Uomini, al Comando del Capitano di Vascello Berninghaus si mise in marcia verso Levante, nello stesso tempo una camionetta Tedesca, armata di mitragliatrice binata, passava al posto di blocco di Sant'Ilario procedendo sulla Via Aurelia verso Recco; all'altezza di Pieve Ligure la camionetta apre il fuoco contro i partigiani e la Popolazione. Dopo questo fatto il Capitano Guidi informò il Comando di Nervi, dando disposizioni agli Uomini di prendere posizione in caso di ritorno del mezzo militare. Lo scontro avvenne dopo pochi minuti al ritorno della camionetta. Ore 9,00 - Una colonna della Kriegsmarine composta di 15 automezzi con armamento pesante e mitragliatrici binate si trova a Sant'Ilario per passare il blocco Partigiano, avviene un primo scontro a fuoco, della durata di circa un'ora con molti feriti e morti da parte Tedesca e qualche ferito lieve e uno grave da parte dei Partigiani. Lo scontro con la colonna Tedesca prosegue anche successivamente all'uscita della galleria di Bogliasco e fra Sori e Mulinetti. La colonna arrivò a Recco e attese un'altra colonna mista di circa 2000 Uomini, provenienti da Chiavari al Comando del Colonnello Pasquali della Divisione Alpina Monterosa, il congiungimento si verificò verso le ore 13,00. Nel pomeriggio le Truppe con avanti la colonna Tedesca proseguirono sulla SP 333 in direzione di Uscio. Vedi rapporto del CMZ. Comando Militare Zona Sant'Ilario-Recco Zona, 26 aprile 1945 - Al comando Regionale del Comitato Nazionale di Liberazione: In questo rapporto si elenca la situazione della Zona e degli scontri tra i Partigiani e i Tedeschi della Kriegsmarine. Firmato: Il Comandante della Zona (Capitano Giovanni Lazzarini detto Guidi) Esiste un secondo rapporto sul combattimento avvenuto a Pieve Ligure, scritto da Anselmi Tullio detto "Tullio" Comandante del Distaccamento Misto: 27 aprile 1945 – Al Comando Militare del CLN viene inviato il seguente comunicato: 66 Pieve Ligure e Bogliasco allora era un Comune unico. 90 Al Comando Militare del CLN In data 26 aprile 1945 a Bogliasco-Pieve alle ore 18,00 la Guarnigione Tedesca a Villa Marietta si è arresa al Comando Militare della Zona di Sant'Ilario Recco (Capitano Guidi), segnando un importante vantaggio alle forze delle SAP con ricupero di armi e prigionieri Tedeschi. La presenza di questo presidio era molto pericolosa per la popolazione di Bogliasco e Pieve. Nella comunicazione al CLN il Capitano Guidi spiega la difficoltà della scontro, vista la preponderante superiorità di armi, mezzi e uomini della Forza nemica, la quale nella ritirata da Nervi, un contingente numeroso di Tedeschi decise di occupare e insediarsi all'interno della galleria di Bogliasco, con tutte le conseguenze ne che sarebbe derivate per la popolazione stessa. La Comando SAP riuscì a risolvere questa prima difficoltà e immediatamente dopo inizia la trattativa con il Comando Tedesco di Villa Marietta, per la resa degli stessi. Nel frattempo la SAP con gli scontri avvenuti precedentemente con la colonna Tedesca, ricupera nuove armi, anche pesanti e munizioni, migliorando notevolmente la sua capacità offensiva, in queste condizioni aumenta la pressione su l'insediamento nemico di Villa Marietta. Il Comando Tedesco venuto anche a conoscenza della firmata resa del Generale Meinhold Gunter 67 la sera del 25 Aprile, al CLN della Liguria, alle ore 18.00 del 26 aprile si arrendono al Comando SAP della zona Militare Sant'Ilario Recco. Il documento segue con altre informazioni particolareggiate degli eventi con in chiusura la firma di: Il Comandante della Zona Militare S. Ilario-Recco Capitano Lazzarini Giovanni detto Guidi (ISLREC Busta Zolesio aprile 45 bis) Al Comando del Capitano Berninghaus la Kriegsmarine fu incolonnata e avviata da Nervi verso Levante e Recco, durante il viaggio eseguito su autocarri ed automobili, la colonna subisce duri scontri sostenuti dalla SAP della IX Brigata G.L. e da un gruppo di Partigiani della Cichero della VI Zona, che erano presenti sul territorio. Presso la Ria di San Gaetano (Tra Pieve e Sori) la colonna ormai in ritirata fu attaccata duramente, anche con presenza di partigiani della SAP di Città 470 Poggi (Sussisa e Sori), la perdita di autocarri, Soldati e armi sul tratto dell'Aurelia da Nervi a Mulinetti, convinse le Forze nemiche, che la lotta ormai era perduta, che le Forze di Liberazione, le SAP, il CLN ed i Partigiani ormai stavano avendo il sopravento sulla RSI e sulle Truppe Tedesche. Comunicati vari al Comando dalla IX Brigata G.L. Fra i documenti inviati al Comando Brigate Cittadine "Giustizia e Libertà" in Via Corsica n° 9 Genova si trova la seguente comunicazione. Oggetto: Feriti e morti appartenenti alla IX Brigata Giustizia e Libertà Il 24 aprile 1945 il Bersagliere (appartenente alla repubblica) Zanchetta Giuseppe di Luigi e di Giuseppina Lucchetta, nato a S. Donà di Piave della Classe 1925, in servizio nella guarnigione di Bogliasco volenteroso assieme a tutto il suo gruppo comandato da un Tenente, passava con armi e munizioni al servizio della IX Brigata. Il 26 dello stesso mese il Zanchetta, di servizio al posto di Blocco di S. Ilario, durante l'attacco contro la colonna armata Tedesca che tentava di attaccare Genova dal lato di Levante, cadeva sotto le raffiche delle mitragliatrici Tedesche. Nel rapporto si proponeva anche una una ricompensa al valore militare, oltre a comunicare che il funerale dello stesso fu fatto a Bogliasco, dove fu sepolto a spese del Comune, Il CLN di Bogliasco Pieve donava 25.000 lire lire alla famiglia Zanchetta. Seguono altre comunicazione al Comando: 67 Generale Comandante delle truppe Germaniche sul territorio Genovese. 91 La morte del Partigiano Massa Enrico a Terrile di Uscio: Massa Enrico fu Antonio e di Luigia Antola, nato il 21 Maggio 1901 a Sori (Genova) domiciliato a Sori San Polinaro, Il Massa Enrico fu sempre avverso al partito fascista e lo combatté con ogni mezzo. Dopo l'8 settembre 1943 aderiva al Partito d'Azione prodigandosi con entusiasmo senza pari alla propaganda contro il Nazifascismo. Nel gennaio 1944 entrava a far parte delle prime squadre della G.L. agli ordini del Capitano Guidi. Durante i mesi seguenti manteneva vivi e rapporti con le Brigate G.L. "Matteotti" del Comandante Umberto Parodi ("Umberto" Zolesio Antonio) e con il Capitano Murri (Fantozzi Franco). Nello stesso periodo propagava il verbo del Partito d'Azione e della Libertà nelle vallate della Liguria, specialmente a Uscio, Calcinara, Avegno, Terrile, Pannesi, Sussisa, Canepa, Capreno, Lago, Sori, Pieve e Bagliasco. Il 9 gennaio1945 mentre si trovava in missione presso gli aderenti al Movimento G.L. giorni di abbondanti nevicate e di gelo intenso, nel paese di Terrile cadeva colpito da una congestione celebrale (Evidentemente in seguito allo strapazzo ed al freddo) dopo tre giorni di agonia spirava il 10/01/1945, sepolto a Terrile, il 10 giugno 1945 per aderire al desiderio della Madre, la salma fu trasportata dagli uomini della IX Brigata G.L. al suo paese, dove fu sepolto nella tomba di famiglia. Altra informazione: Penco Enrico nato a Bogliasco il 27/3/1902, arrestato dai Tedeschi perché accusato di attività Partigiana, deportato a Dachau dove è deceduto il 10/12/1944 in seguito alle torture. Il Comandante della IX Brigata G.L. (Cap. Giovanni Lazzarini detto Guidi) (ISLREC Busta CLN Fasc. 1-2) Elenco Partigiani della IX Brigata G.L. Il Capitano Lazzarini Giovanni trasmette l'elenco dei Partigiani di appartenenza alla IX Brigata G.L. di Bogliasco - Pieve. 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 Lazzarini Giovanni detto Guidi di Angelo e di Brodi Adele, nato il 23/3/1923 a Serra di Lerici, Comandante, anzianità dal 25/7/43 - tessera n° 08138 - azioni 2 - Partigiano Ageno Ugo detto Sasso di Antonio e di Peruzzi Gioconda nato il 21/8/1920 a Bogliasco, Vice Comandante, anzianità dal 8/9/43 - tessera n° 08139 - azioni 2 - Partigiano Silvestrini Rosa detta Giulia di Giuseppe e di Valbonesi Adele nata il 19/3/1912 a Brisighella Staffetta anzianità 31/12/44 - tessera n° 08140 - azioni 2 - Partigiana Ottero Carlo detto Biondo di Oreste e di Ceriolo Giuseppina nato il 5/1/1923 a Nervi Capo Squadra anzianità 12/43 - tessera n° 08169 - azioni 2 - Partigiano Boero Angelo detto Tom di Giuseppe e di Corta (o Costa?) Felicina nato 8/2/1926 a GeSant'Ilario Volontario anzianità 10/43 - tessera n° 08175 - azioni 2 - Partigiano Castagnola Remo detto Romano fu Luigi e fu Maria Castagnola nato il 24/9/1906 a Sori loc. Capreno, capo staffetta informatore anzianità 09/43 - tessera n° 08178 - azioni 2 - Partigiano Marsano Pietro detto Dellano di Tommaso e di Santini Angela nato il 28/06//1926 a GeSant'Ilario, volontario anzianità 10/44 - tessera n° 08174 - azioni 2 - Partigiano Buscaglia Carlo detto Carli di G. Battista e di Sivori Maria nato a Nervi Capo Squadra, anzianità 09/1943 - tessera n° 08195 - azioni 2 - Partigiano Pagano franco detto Bil di Tommaso e di Pagano Angela nato 11/8!926 a Ge-Sant'Ilario Capo Squadra anzianità 9/1943 - tessera n° 08196 - azioni 2 - Partigiano Campodonico Ercole detto Canepa di Raffaele e fu Priano Maria nato il 9/10/1893 a Genova anzianità 8/9/1943 - tessera n° 08141 - azioni 2 - Partigiano. 92 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Ottero Oreste detto Giorgio fu Carlo e fu Pero Lucia nato il 7/2/1887 ad Alessandria anzianità 10/1943 - tessera n° 08170 - Capostazione - Partigiano Benvenuto Andrea detto Luppo I° di Giovanni e fu Ageno Maddalena nato il 20/3/1918 a Talcakuano (Cile) Capo Squadra, anzianità 08/1943 - tessera n° 08177 - azioni 2 - Partigiano Crovato Guglielmo detto Elmo fu Amedeo e di Ripa Emilia nato il 3/9/1897 a Napoli, Capo Squadra, anzianità 01/1944 - tessera n° 08185 - azioni 2 - Partigiano Peruzzi Paolino detto Ciccio di Leonino e di Ageno Adele nato il 23/6/1899 a Genova, anzianità 8/9/43 - tessera n° 08152 - azioni 2 - Partigiano Peruzzi Adelio detto Dudo di Desiderio e di Morini Maria, nato il 2/10/1927 a Bogliasco Volontario anzianità 1/8/44 - tessera n° 08151 - azioni 2 - Partigiano Cotelli Riccardo di Alessandro e di Piazzardi Elena, nato il 18/9/1921 a Recco, Vice Comandante di Distaccamento - anzianità 04/1944 - tessera n° - azioni Calabrese Vincenzo detto Renzo fu Salvatore e di Macchiavello Maria nato il 16/1/1911 a Camogli anzianità 1944 - tessera n° 08180 - azioni 2 - Partigiano. Lercari Giacomo detto Lercarino fu Rodolfo e fu Elisa Questa, nato il 29/12/1905 a Genova Staffetta anzianità 10/1943 - tessera n° 08165 - azioni 2 - Partigiano Queirolo Agostino detto Cirillo di giuseppe e fu Capurro Margherita, nato il 25/6/1927 a Ge-Voltri, Volontario anzianità 9/1943 - tessera n° 08197 - azioni 2 - Partigiano Cavassa Michele detto Sdrucciolo di Gerolamo e di drago Teresita, nato il 30/1/1919 a Bogliasco Volontario anzianità 8/9/1943 - tessera n° 08156 - azioni 2 - Partigiano Bruzzone Giovanni detto Nino fu Emanuele e di Bartoli Virginia, nato il 1902 Cospiratore anzianità 8/1944 - tessera n° 0814 - azioni 2 - Partigiano Dallero Giuseppe detto pippo fu Raffaele e fu Carmela Arcidiacono, nato il 26/1/1901 a Riposto, Capo Squadra, anzianità 1/1944 - tessera n° - azioni 2 - Partigiano Manconi Flavio detto Sergio fu Ernesto e fu Giuseppina Maugeri nato a Cagliari il 10/4/1888 Staffetta, anzianità 3/1944 - tessera n° 08161 - azioni 2 - Partigiano. I sopraelencati Partigiani non hanno prestato giuramento, non hanno cooperato con la repubblica fascista ne collaborato coll'invasore tedesco. Il Comandante la IX Brigata Giustizia e Libertà Capitano Giovanni Lazzarini detto Guidi Relazione del Comandante del Distaccamento Misto della VI Zona: Anselmi Tullio ("Tullio"): Fatti avvenuti dal 24 aprile 1945 al 28 Aprile 1945: Il giorno 24 aprile 1945 alle ore 13 circa, sono stato incaricato dal Comandante della VI Zona Operativa "Miro" (Di cui facevo parte) e alla presenza del Colonnello Lasagna, Vice Comandante che si trovava a Torriglia, di portarmi a Sant'Ilario Alto (Sopra Nervi) onde recuperare un apparecchio Radio Trasmittente sottratto ai Tedeschi e nascosto dalla SAP del Luogo. Furono posti a mia disposizione sette Garibaldini della SAP di Fontanasse tutti armati di Sten e di un fucile mitragliatore con 10 caricatori completi e di Bombe Sip. A sant'Alberto di Bargagli altri due Sapisti del luogo si aggregarono volontariamente alla mia formazione e ci incamminammo verso Pieve Ligure Alta, dove giungemmo a notte. Lasciati gli uomini a riposare e rifocillarsi in unione ai Garibaldini di Pieve, mi portai a Sant'Ilario Basso per abboccarmi con un Colonnello della Marina Militare certo Battaglia Lazzarini, addetto al Comando Militare di Liberazione, che mi doveva indicare ove trovassi l'apparecchio Radio Trasmittente. L'incontro tra detto Colonnello e me avvenne alle ore tre circa del mattino del 25 aprile (1945) ed il citato Ufficiale mi fece presente che per il momento era impossibile ritirare l'Apparecchio Radio Trasmittente, dato che in Genova si era cominciato a combattere e che aveva avuto la notizia che i Tedeschi accasermati all'Hotel Eden di Nervi erano intenzionati di portarsi a 93 Uscio, dopo essersi collegati con 180 uomini della Batteria Tedesca che presidiava Pieve ligure Bassa, e che dopo essersi riuniti alle Forze Tedesche della Fontanabuona puntare su Busalla. Detto questo mi pregava di unirmi ai Sapisti di Bogliasco-Pieve e raggruppatigli tentare di impedire ai tedeschi di raggiungere Uscio. Considerato che era impossibile il recupero dell'apparecchio R.T. e che era giunta notizia dell'uccisione di due Sapisti di Nervi e la gravità del momento accettai quanto mi veniva richiesto. Ritornato a Pieve Alta presso i miei uomini li misi al corrente di quanto si doveva fare e cioè combattere a Pieve Bassa, ed accettata l'aggregazione alle mie Forze di altri dieci Garibaldini compreso il loro Comandante certo "Zanin" ci dirigemmo a Pieve Bassa. Gli uomini aggregatisi erano armati di moschetti 91 o tipo 91 di fabbricazione Tedesca ed avevano con loro un discreto numero di munizioni. Alle ore 5,50 circa del 25 aprile stesso, giunto a Pieve Bassa mi recai al Comando della Batteria Tedesca per conferire con quel Comandante; fui ricevuto da un Maresciallo Capo Guardia il quale dopo avermi salutato militarmente e mi porse la mano stringendomela amichevolmente, (Non nascondo che in quel momento agiva in me il coraggio della paura) mi invitò a lasciare le armi al Corpo di Guardia e mi accompagnò dal comandante della Batteria che era un Maggiore, il quale aveva in ufficio altri due Ufficiali. Fui bene accolto e ciò mi rinfrancò, notando che anche loro forse avevano più paura di me. Tramite l'Interprete (una donna) chiesi loro di arrendersi essendo tutta la Batteria circondata da forze ingenti e che sarebbe stato inutile spargere altro sangue, proprio quando tutto stava per avere fine e puntando sul sentimentalismo gli ricordai che forse anche loro avevano in patria qualcuno che li attendeva e che avrebbero preferito vederli vivi che presenti alle bandiere68. Il Comandante mi rispose che avrebbe ancora dovuto pensarci e che avrebbe consultati i propri Ufficiali ed a mia richiesta mi prometteva, dandomi la sua parola d'onore di Ufficiale che non sarebbe intervenuto minimamente con i suoi uomini qualora noi avessimo attaccato le Forze che lasciavano l'Eden di Nervi, preferendo per il momento rimanere alla finestra. Dopo circa mezz'ora di colloquio lasciai la batteria riprendendo in Corpo di Guardia le mie armi. Alle ore 7 circa dello stesso giorno (25-4-45) informato che una colonna motorizzata con circa 40 automezzi, e con cinque o seicento uomini era partita da Nervi (Eden) spostandosi verso Levante per sfuggire probabilmente alla resa e riunirsi ad altre Forze, raggruppai i miei uomini con il Vicecomandante Sottotenente Giorgio e reclutai altri sette uomini del Luogo, mi appostai presso l'uscita dall'abitato, in posizione che giudicai opportuna per attaccare la formazione Tedesca. I miei uomini erano armati di una mitragliera pesante e di fucili mitragliatori Americani gli altri di fucili; tutti di bombe a mano. Quando la colonna nemica, che procedeva mitragliando a destra e a sinistra ebbe sorpassato con circa sette automezzi la verticale del luogo ove ero appostato e che distava circa venti metri dalla strada aprii il fuoco sulla testa della colonna; il camion di testa si arrestò immediatamente essendo stato colpito a morte l'autista provocando l'arresto dell'intera colonna, cosa che permise un fuoco nutrito e ben diretto su una decina di automezzi in testa che facevano con le loro mitragliatrici un fuoco intenso ma poco efficace e senza risultati. L'attacco inaspettato, simultaneo, deciso e intenso doveva dare l'illusione di essere condotto da forze rilevanti, non solo provocò scompiglio ma gravi perdite che un Ufficiale fatto prigioniero fece ascendere a circa 20 morti ed un adeguato numero di feriti, con la conseguente fuga di circa una quarantina di soldati, provocando nei rimasti uno stato d'animo tale che probabilmente ha contribuito alla successiva resa. Nell'occasione vennero catturati due camion carichi di munizioni,viveri, indumenti, due mitragliatrici pesanti Antiaereo (A.A.) 4 mitragliere ed una ventina di fucili; alle Forze Locali scaglionate lungo la strada che porta a Sori, si presentarono una quarantina di soldati Tedeschi, che risultavano quelli fuggiti dai camion durante l'attacco. Diversi automezzi danneggiati furono abbandonati lungo la strada Pieve-Recco; quattro morti Tedeschi seppelliti a Pieve. Ho il dovere, presentando questo rapporto di segnalare l'esemplare condotta del Vice 68 "Presenti alle bandiere" Significare ritornare morti coperti da una bandiera- 94 Comandante, S/T Giorgio e quella degli uomini della Divisione Cichero, che in circostanze difficili diedero chiara prova di fermezza e decisione in modo che anche i giovani di Pieve, che aggregai al mio reparto dietro il loro esempio si condussero degnamente. Giudicherà il superiore Comando se gli uomini da me segnalati siano o meno degni di segnalazione a ricompensa. Il Comandante del Distaccamento Misto (Anselmi Tullio69 (Tullio) (ISLREC Busta 243 fasc. 11 e Carte Zolesio aprile 45) Nota allegata alla relazione: Il Comandante la Batteria di Pieve mantenne la parola e non intervenne con i suoi uomini, malgrado si trovasse a non più di duecento metri dal luogo del conflitto; nello stesso pomeriggio detta batteria si arrese e le armi furono prese in consegna dal CLN di Bogliasco-Pieve; dette armi consistevano in: Due Cannoni da 125 mm, due mitragliatrici antiaeree, sei mitragliatrici pesanti, 20 Maschinenpistol, 150 fucili e tonnellate di munizioni tra quelle del cannone ed altre, coperte e vestiario, ed un discreto quantitativo di viveri. Il 28 aprile fui incaricato di scortare al campo di concentramento di Villa Quartara (Tra quarto e Quinto) i 250 uomini fatti prigionieri a Bogliasco-Pieve. Tra i prigionieri vi erano degli Italiani tra i quali dei giovani che avrebbero dovuto o che avevano risposto alla chiamata alle armi come leva, i quali furono mandati alle loro case purché non avessero appartenuto alla "Monterosa" i quali invece in unione ai Fascisti Repubblichini furono inviati a Marassi. Fra i prigionieri vi erano 3 squadristi, una decina di Brigate Nere ed il Comandante la X^ MAS di Como, certo Colonnello Rossi, il quale fu prelevato (Dietro regolare ricevuta) da Ufficiali della Military Police (MP) USA Army. La radio trasmittente venne consegnata poi con altro materiale, compreso due cuscinetti di locomotore che avevo nascosti per impedire che i Tedeschi li portassero via e che erano rimasti a Pieve sino a guerra finita; di quanto sopra detengo ricevuta. Il 29 aprile fui ricoverato in un ospedale di fortuna a Nervi essendomi procurata una distorsione alla gamba sinistra; medico di tale ospedale è un certo Dott. Ravassoni. Mentre ero degente in tale ospedale ebbi la visita del Colonnello Lazzarini e di un Capitano ed altri i quali erano venuti per comunicarmi che ero stato proposto per una ricompensa Militare e che da vent'anni attendo. A Pieve Ligure nel luogo ove avvenne il conflitto fu posta a ricordo del Fatto una lapide Commemorativa. (ILSREC Fondo Gimelli Busta 0024 fasc. 06 cart.01) 69 Il Partigiano Anselmi Tullio di Giovanni e Calzetta Maria era nato a Deiva, ma residente a Pieve Ligure presso il Casello Ferroviario, ed era ferroviere: fece parte come Partigiano Combattente al Comando della VI Z.O.L. dal 1/5/44 al 30/4/1945 - Comm/Riconoscimento Qual/Partigiane n° 17359. (Cambio residenza nel 1957 trasferito in Via Moresco 3/29 Ge.) Iscritto ANPI Marassi. 95 Il Generale Almond comandante della 92^ Divisione Buffalo e Stemmi di due Reggimenti che per primi parteciparono alla resa dei Tedeschi, il 473° Uscio e il 442° di Nippo-americani a S. Alberto. Punta Chiappa Casematte per batterie da 149/40 e osservatorio per stazione gognometrica La martoriata cittadina di Recco 1944. 96 Ritirata dalla Fontanabuona del Tenente Cristiani della Monterosa: Nel pomeriggio del 24 Aprile il Colonello Pasquali Comandante del 1° Reggimento Alpino della Monterosa, aveva convocato presso Chiavari, tutte le forze presenti nel territorio per poi iniziare il 25/4/45 alle ore 16,30 la marcia verso Genova: Dove da Genova si doveva riunirsi con le altre truppe Tedesche e della RSI per poi raggiungere l'oltre Po Pavese (Stradella). Mentre buona parte delle Forze della RSI si indirizzarono su Chiavari, un gruppo della Monterosa di Carasco, assieme ad alcuni presidi Tedeschi e della GNR e Brigate Nere del posto, al comando del Tenente Cristiani Mauro, scelsero di risalire verso la Scoffera attraverso SS 225. La colonna fornita di diversi automezzi e di un autoblindo, iniziarono a marciare verso la meta prescelta, pensando di raggiungere la Valle Scrivia attraverso la galleria di Boasi, proseguire per la Scoffera, Laccio e Busalla. La colonna arrivata nei pressi di Gattorna non sicura se la Galleria di Boasi fosse agibile al transito, il Tenente Cristiani inviò un autocarro con un gruppo di Marinai della Kriegsmarine assieme ad alcuni Alpini, per verificare la possibilità del transito della Galleria stessa; informato dalla Pattuglia che la cosa non era fattibile, Egli decise di avviarsi con il resto della truppa su Colle Caprile e Calcinara di Uscio. (In una testimonianza della Sig,ra G.Rosa conferma che la mattina del 25 aprile a Colle Caprile, sul terrazzo della Famiglia di Caprile Giacomo, sventolava una grossa Bandiera Bianca). Durante le trattative di Resa delle Truppe Nazifasciste presso la Tecosa, si uccisero sul posto all'atto della resa il Capitano Stoffel, Comandante della Riserva della truppa Tedesca, ed il Capitano di Vascello della Kriegsmarine Von Berninghaus Max, Comandante della 7^ Divisione di Sicurezza. Da una mia ricerca, mi risulta che vi sarebbe stato un altro suicidio, si tratta di un Sotto Ufficiale della Monterosa, certo Necco Alessandro, Sottotenente 2° Reggimento della Divisione Monterosa; il quale il 28-4-45 si suicidò nella località "Tecosa" . San Colombano Certenoli 30 gennaio 1945 - Il S. Tenente D. L. della Monterosa con il suo plotone. 97 Cronaca degli ultimi giorni di guerra della Brigata SAP di Montagna “Bedin”. Cap. 01 Il giorno 23 Aprile 1945 tutti i Comandi delle Brigate Partigiane e le SAP di Montagna e di Città, ebbero l'ordine di attaccare il nemico ed occupare i punti strategici. Anche nella Città di Genova, sia i GAP come le SAP iniziarono gli scontri armati contro le truppe Nazifasciste e contro le loro postazioni e i loro presidi. Il Comando della Brigata SAP "Bedin" che si trovava al Goreto, ebbe l'ordine da Bisagno di scendere nel territorio di Lumarzo (Pannesi, Ferriere, Lumarzo e Sant'Alberto) e zona limitrofa per congiungersi con gli altri distaccamenti già occultati sul posto. Nella mattinata del 24 Aprile 1945 anche il Commando della Brigata SAP di Montagna "Bedin" partiva dal Gorreto ed era procinto a lasciare Rovegno in Val Trebbia, per raggiungere Torriglia e poi arrivare nella “Zona” da loro da presidiare ed attaccare il nemico. Durante il trasferimento della colonna Partigiana dalla Valtrebbia verso Genova, arrivata presso il Ponte di Isola Rovegno, la stessa fu mitragliata da aerei Alleati i quali “a volo rasente” colpirono i Partigiani, uccidendone 5 e ferendone altrettanti . Partigiani colpiti al Ponte di Isola di Rovegno da aerei Alleati il 24/4/45. Caduti: Battucavoli Salvatore detto Furio - nato S. Giuseppe Fato (Pa) il 7-5-1920 appartenente alla Brigata Jori dal 1/12/44 al 24/4/45 Comandante di Distaccamento. De Martino Pasqule Partigiano Florio Renato detto Napoli - nato in Agerola (NA) il 2-12-1917 già Sergente Maggiore nel 15° Reggimento Genio di Chiavari: Comandante della Brigata SAP "Bedin". Golfetti Luciano detto"Pepé" - nato a Como il 24-12-1924 ex Sergente del Battaglione Alpino Vestone; Comandante del Distaccamento Partigiano Vestone della Brigata Jori dal 1/12/44. Viganelli Vittorio Partigiano della Brigata Jori. Feriti: 1 2 3 4 5 Bondori Andrea Cravina Nello Ferrea Luigi Orsi Pietro Parente Nicola detto "Sirio" detto "Nello" detto "Mando" Commissario di Distaccamento detto "Boccia" detto "Daniele" Dopo questo grave lutto, che colpiva il Comando della Brigata SAP Bedin, la rimanente parte del Comando e gli altri Partigiani scesero a Torriglia e nella Zona da loro assegnata. (Il territorio del comune di Lumarzo) Il Comando SAP della VI Zona Operativa Div. Garbaldi Cichero, dislocato a Torriglia, informato dei fatti accaduti al Ponte di Isola a Rovegno , nomina il 26/4/45 il già Vice Comandante: Garaventa Giovanni detto "Castagna" a Comandante della Brigata Bedin, e Massone Emanuele detto Piemonte come Commissario della stessa, assegnando alla loro competenza il territorio del Comune di Lumarzo. L'ordine è stato firmato dal Comandante "Ardesio" (Adriano Agostini) del Comando Unico delle SAP di Montagna della VI Zona. Cap. 02 Ruolo della SAP Bedin e dei suoi Distaccamenti: I Distaccamenti della Brigata SAP "Bedin" che da tempo erano dislocati nel territorio di Lumarzo, mentre la notte tra il 26 e 27 aprile 1945 il Comando della Brigata si trovava nella zona 98 della Tecosa vicino a Sant'Alberto di Bargagli, da dove cercavano valutare la situazione miliutare. Nel mentre qualche giorno prima una Pattuglia Tedesca della Kriegsmarine, ((Probabilmente di quelli che erano dislocati o in Cornua o a Uscio 70 ) in data del 24 aprile 45, si recarono presso la statale 225 per verificare la situazione di viabilità della stessa verso la Scoffera, ma questi furono intercettati da alcuni Partigiani (4) della SAP di Boasi e dagli stessi fatti prigionieri. I Partigiani attraverso la strada di Maxena, portarono i prigionieri sul crinale di S. Alberto di Bargagli per avviarli al Comando Partigiano di Torriglia71. Il 27 aprile 45 nelle vicinanze della Tecosa, una parte della Colonna Tedesca, si era incontrata con alcuni Sapisti del Distaccamento "Sera" della Brigata SAP Bedin. (Alcuni nomi di questi Sapisti erano: Gandi; Gigi; Merlo; Sergio e Filippo) L'Ufficiale Tedesco Comandante della colonna, giunse con Gigi e Gandi presso le prime case di Maxena, dove si incontrarono con le prime avanguardie del 442° Reggimento di Fanteria Nippo-americano della 92^ Divisione Buffalo, la quale era già informata della situazione, che a Nord Ovest di Uscio si trovava una colonna nemica. Da alcune memorie il fatto fu raccontato in modo seguente: <Nella prima mattinata del 27 aprile del 45, un Ufficiale Tedesco al comando di una pattuglia di soldati si era avviato verso le postazioni del Distaccamento "Sera" della Brigata SAP BEDIN, gli Uomini del Distaccamento si recarono incontro ai Tedeschi, convinti che questi si recassero da loro per arrendersi, ma l' ufficiale prese due dei Partigiani 72 e si fece accompagnare nella parte alta del monte, nelle vicinanze di Sant'Alberto di Bargagli, dove avrebbero incontrato i primi militari del 442° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo ed altri Partigiani>. Già in prima mattinata, alcuni Ufficiali Tedeschi si erano incontrati con il Comando della SAP Bedin, (Formato da il Comandante Castagna, il Commissario Piemonte e Beccaria Angelo e altri) scambiandosi poche parole e impegnando le due parti ad una "tregua delle armi" e di fare incontrare i loro "superiori" per trattare le eventuali e conseguenti condizioni per la resa. Il Comando della SAP Bedin, aveva tempestivamente avvisato il Comandante della Divisione Cichero, che era "Bisagno"73. Il Comando Partigiano che aveva già preso contatti con le truppe Alleate in Fontanabuona, e le stesse erano bene informate sulla situazione nemica della Zona, in quanto quella mattina vi erano anche aerei degli Alleati, che sorvolavano le montagne del posto ed i boschi, per controllarne il movimento della truppa Nazifascista. Da testimonianze avute da persone del posto e da alcuni Partigiani presenti, (Fra i quali Olcese Michele e "Villa") si ha la certezza, che il Comando Militare Alleato, era già stato informato dal Comando Partigiano, attraverso Staffette mandate a Gattorna. Gli Ufficiali della 92^ Divisione Buffalo erano così al corrente, della consistente presenza della colonna nemica in ritirata, che aveva già raggiunto la zona di Uscio, Calcinara, e si era in parte fermata nei pressi di Pannesi e alla Tecosa. Il Comando Alleato aveva inviato una Compagnia del 442° Reggimento Nippo-Americano da Gattorna, (Dove erano da poco arrivati) fino a Lumarzo, ed a causa dei ponti interrotti dai Partigiani, un'altra Compagnia era stata avviata a piedi, attraverso la zona delle Ferriere, per raggiungere i luoghi sopra detti e anche Sant'Alberto di Bargagli, Questi arrivando presso le Ferriere di Lumarzo, incontrarono alcuni paesani del posto e chiesero loro anche informazioni, alcuni di questi militari Americani parlava malamente qualche parola Italiana. 70 La Kriegsmarine della Riviera, Nervi, Santa Margherita e Portofino si ritirarono il giorno 26 aprile 45 verso Recco e poi a Uscio, al Comando di Capitano di Vascello Berninghaus . 71 A Torriglia il quel momento c'era anche "Ardesio" responsabile del Coordinamento della SAP di Montagna della VI Zona Operativa, delle Brg.te Garibaldi - Divisione Cichero. 72 Un certo Gigi e Gandi ed altri. 73 Che in quel momento si trovava a Ge-Prato, con alcuni distaccamenti della Brg. Severino dove stavano lottando contro le Brigate Nere. 99 Cap. 03 Dislocazione delle Formazioni Partigiane e truppe Nazifasciste: Il 26-7/4/1945 a Pannesi e nella zona sottostante di Sant'Alberto di Bargagli verso la Tecosa. Già nelle prime luci del giorno diversi Distaccamenti Partigiani erano dislocati nella Zona di Borgonovo e Sant'Alberto di Bargagli, e lungo la criniera del monte di Cornua e Becco. Bisagno aveva dato ordine di prepararsi ad attaccare le forze Nemiche nella zona di Uscio, Pannesi, Gattorna e nella parte di Levante, il Tigullio e golfo Paradiso. In zona erano presenti Distaccamenti della Brigata G.L. il Distaccamento “Alpino” e “Castagna” della Brigata Berto; La Brigata SAP Bedin e i suoi Distaccamenti. Sulle alture del monte Becco e del monte Cornua c'erano alcuni Distaccamenti della Brigata 470 Poggi, comandata da Filippo Porcile, dove in Cornua nello scontro a fuoco contro i Tedeschi rimasero feriti due giovani Partigiani 74; Di quest'ultima Brigata era in parte dislocata sulle alture di Sori e di Pieve per il controllo della strada Aurelia, già nei giorni precedenti e anche in mattinata del 26-4-45 avevano avuto scontri armati a distanza con le truppe Tedesche che si ritiravano da Nervi. Quella mattinata Piemonte, Garaventa Giovanni (Castagna75); Beccaria Angelo; Faggio Onorato; Fossa Pietro e altri della Brg SAP Bedin 76 stanno scendendo da Sant'Alberto verso Pannesi, hanno informazioni che una Colonna di militari Tedeschi è arrivata a Pannesi, e il Comando di questa avanguardia è sistemato in una casetta vicino alle Cinque Strade, dove hanno anche una stazione Radio Trasmittente; una pattuglia in perlustrazione di Tedeschi si incontra con il Comando della Brigata Bedin e poi anche con altri Partigiani arrivati sul posto. La pattuglia Tedesca non era altro che l' avamposto della colonna che era in arrivo da Calcinara verso Pannesi. Il Comando della SAP Bedin, che incontrando una Pattuglia di militari Tedeschi, cercano di parlamentare con il loro Ufficiale per vedere che questi erano disponibile alla resa, senza arrivare ad uno scontro armato che sarebbe stato disastroso per tutti le due parti contendenti. <Nel frattempo Piemonte manda un fonogramma a Bisagno illustrando la situazione, della forte presenza delle truppe Nazifasciste nel luogo e chiede il suo intervento>. Il Comando Partigiano informato anche della vicinanza della 92a Divisione “Buffalo” della USA Army che stava arrivando a Gattorna. Le parti cercano di prendere tempo, i Tedeschi aspettano una parte della loro truppa in arrivo da Colle Caprile e Calcinara di Uscio e anche di nuovi ordini? Mentre il Comando della SAP Bedin parlano con l'Ufficiale e chiedendo reciprocamente una Tregua per arrivare alla resa delle Forze Nazifasciste, lo stesso Comando Partigiano spiega al Nemico che non hanno via di uscita, che Genova è già in mano ai Partigiani e il Generale Meinhold si é arreso alle ore 19,30 della sera del 25 Aprile al CLN della Liguria. Piemonte con gli Altri cercano di spiegare all'Ufficiale Tedesco che: Voi non potreste lo stesso continuare la strada, perché queste montagne che voi vedete come voi sentite dagli stessi spari sono piene di Brigate di Partigiani armati di tutto punto, e voi come potreste da queste posizioni in basso salire quelle rocce cosi armate? Se non vi arrenderete quelle scogliere saranno le vostre tombe. Questo ufficiale che già aveva provato cosa significasse salire quelle alture da cui fu costretto discendere sotto il fuoco delle mitragliatrici si convinse del ragionamento fattole e giunto nel frattempo alcuni Ufficiali Superiori Tedeschi, parlarono a lungo tra Essi, infine sempre l'Ufficiale che comandava la Pattuglia Tedesca si rivoltò al Capo Squadra Partigiano e le disse: <Noi ci arrenderemo ma non a Voi, ma al Comandante Superiore dei Partigiani però con l'Onore delle Armi in segno di sottostare alla resa intanto Vi consegniamo tre bandiere dei Nostri Reggimenti fatelo sapere al vostro Comando Superiore che noi aspettiamo qui, ma non sparate>. 74 I Partigiani della Brg. 470 Poggi, feriti il 27 aprile 1945 sul monte di Cornua, nello scontro contro i Tedeschi Furono: Costa Emanuele di Giacomo nato a Rapallo il 14-6-1930; Tedesco Renato di Francesco nato a Genova il 9-4-1929 75 “Castagna” è il nome di battaglia di Garaventa Giovanni, Comandante della Brigata SAP di Montagna Bedin 76 La Brigata di Montagna SAP BEDIN spesso era confusamente chiamata BEDIN, questo nome era invece dato ad un Distaccamento della 59^ Brigata di Manovra CAIO Comandata dall' ISTRIANO, (Poldrugo Ernesto). 100 Il Capo Squadra avvisò subito il Comandante di Distaccamento il quale stillò un fonogramma al Comando di Brigata così concepito: <Al Comando Brigata; Abbiamo trattato Tregua d'armi con i Tedeschi, vogliono arrendersi però con l'Onore delle Armi, in segno di sottostare alla resa hanno consegnato tre delle sue bandiere; non sparate; Firmato “Guido” 77> Io già fino dello spuntar dell'alba mi trovavo insieme allo Stato Maggiore della Brigata BEDIN sul vicino Colle di S. Alberto e mezzo di staffette ero in comunicazione con Bisagno Comandante della Divisione Cichero, il quale comando si trovava a Prato; Già fin dalle prime ore del mattino avevo notato un grande numero di Tedeschi sulla strada che da Colle Caprile di Uscio viene verso Pannesi; Avevo anche notato la furiosa sparatoria della batteria di postazione a Colle Caprile verso le postazioni dei Distaccamenti Partigiani e conscio della gravità della situazione .. La truppa Tedesca da Uscio si incammina verso Pannesi, urge Tuo intervento> Qualche ora dopo Bisagno ricevuto il mio fonogramma lungo la Strada di Valbisagno, arrivava al Colle di S. Alberto, Egli mi chiede informazioni sulla situazione, le presentai il fonogramma dal quale apprese che i Tedeschi si sarebbero arresi, ma però con l'Onore delle Armi; <Niente Onore delle Armi> disse Bisagno co voce franca e decisa: <Va giù, mi disse, e falle sapere che se entro venti minuti non vengono a consegnare le armi noi apriamo il fuoco> E mentre io scendevo verso la casetta dove era il Comando della pattuglia della colonna Tedesca, Bisagno ordinava ad una Brigata di Partigiani che erano giunti di rinforzo 78 di mettersi in posizione di sparo lungo la costa uniti agli altri Partigiani; L'Ufficiale Tedesco Comandante la Pattuglia Tedesca, sentito la ferma intimazione di venire a consegnare le armi entro venti minuti, pena l'apertura del fuoco con voce tutta tremante disse: <Io non comandare colonna, ma avizzare, Colonnello Comandante colonna e venire subito>; Il Comando della colonna Tedesca certamente visto la brutta posizione in cui si trovavano (Una conca in fondo valle contornata da alte rocciose inaccessibili montagne, ritenutele più armate ancora di quanto lo erano) Intuito il grave pericolo in cui si trovavano decise di venire senza più indugiare al Luogo indicato: <Sul sentiero ove forma come un sette, sulla strada che dalle Cinque Strade conduce sotto il Colle di S. Alberto> Per consegnare le armi; Allo scoccare esatto dei venti minuti, nel Luogo sopra indicato dove da alcuni minuti eravamo ad attendere, il sottoscritto con Bisagno e il Comandante della squadre Sapiste di Bargagli e il Comandante del Distaccamento di Lumarzo, arrivava lo stato maggiore della Colonna Tedesca: Un Colonnello chiese ben tre volte ??? quel momento si dimostrasse amanzuito sul suo volto erano segnati i suoi crimini in terra Italiana; Un Colonnello 79 con la divisa da Alpino del Monterosa sul direi ben pasciuto viso si vedeva che i pollastri e i maiali rubati ai poveri contadini della Val Fontanabuona un Tenente che fungeva da interprete; Questi una volta prepotenti e spavaldi criminali in quel momento diventati docili agnelli; Piangendo lacrime di coccodrillo per i loro crimini commessi uccidendo innocenti bimbi, inermi vecchi terrorizzarono coi loro incendi queste due Vallate, Fontanabuona e Valbisagno, furono consegnati a una piccola Pattuglia di Soldati Americani Mori giunta in quel momento sul Colle di S. Alberto, Comandata da un piccolo e baffuto Capitano , il quale si congratulò con noi per la bella preda; Ci pregò poi di mettere a sua disposizione un Distaccamento di Partigiani perché assieme ad alcuni soldati Americani accompagnassero la Colonna dei Nazifascisti in campo di concentramento di Pian dei Ratti. Cosi era finita la resa della famosa Colonna, nel Luogo proprio dove l'Ottobre del 43 si formò un piccolo gruppo di Partigiani armato di poche bombe a mano e una rivoltella, <Trascinando poi con se nella giusta lotta tutto un Popolo> Finì per arrendersi uno dei più potenti e temuto esercito del Mondo. Che tanto terrore e devastazione avevano portato in questa Terra Ligure lasciando sul terreno decine di 77 Guido era il Comandante delle SAP di Montagna della Divisione Garibaldi Cichero. 78 La brigata che si riferisce Piemonte forse era il Distaccamento”Alpino” della Brg. Berto e alcuni Partigiani del Distaccamento “Sera” in quel momento c'era anche una parte del distaccamento “Castagna” e parte della G.L. Matteotti, oltre la SAP “Bedin” già presente dal giorno prima. 79 Pasquali Arnaldo Colonnello della Divisione Monterosa e prese il Comando delle Truppe della RSI nella ritirata a Uscio e Pannesi; Compresi il Battaglione Ucelli della San Marco, il 3° Battaglione della XXXI Brigata Nera “Silvio Parodi” comandata da Vito Spiotta, ed una parte della X Flottiglia Mas. 101 tonnellate di materiale da guerra, esplosivi, armi di ogni sorta, 450 tra muli e cavalli e un'infinità di automezzi; Esempio significativo, che la forza brutta non vince, ma vince la volontà di popolo. Il documento è scritto e Firmato da Piemonte. Cap. 04 I giorni 26 e 27 aprile giunsero a Bargagli e a Sant'Alberto oltre la Brigata della G.L. G. Matteotti vi erano anche tre distaccamenti della Brigata Berto: Uno di questi era il Distaccamento “Castagna” Comandato da Jack (Angelo Spinetto), il Commissario era Pisa (Urbani Pazzi) che si era fermato a Borgonovo, dove poi per lo scoppio di una bomba, morirono quattro Partigiani, e molti rimasero feriti fra i quali il Comandante del Distaccamento che perse una Gamba. Un altro Distaccamento che fu inviato da Bisagno a Sant'Alberto, era il Distaccamento “Alpino” Comandato da Santo (Elvezio Massai), ed il Commissario era Bill (Claudio Floris) Dopo il 27 aprile 45 il Distaccamento Alpino partì da Sant'Alberto, percorrendo Cornua, Calcinara, Colle Caprile, arrivò a Uscio verso sera del 28. Il Comandante dell'Alpino, non ebbe buoni rapporti con la SAP Garaventa di Uscio e lo stesso con il CLN di Recco, mantenne buoni rapporti solo con alcuni del CLN di Uscio in particolare con "Davidin" (Bisso Davide poi eletto Sindaco del Paese). Il terzo era il Distaccamento “Fuoco ”Comandato da Blek (Gino Botto), il Commissario era Pietro (Aurelio Cademartori). Questo distaccamento si fermò per un giorno e una notte a Sant'Alberto poi scesero verso la Città di Genova, per ritornare a Uscio il giorni successivi. (La testimonianza è del Partigiano "Grifu" - Bernardin Augusto di Uscio, il quale fece parte di quel Distaccamento) In merito alla presensa, nella Zona, della Brigata SAP "Bedin", alcune testimonianze confermano che: I i primi Partigiani ad avere contatto con il nemico, furono una Squadra del Distaccamento "Sera" di Lumarzo, facente parte della Brigata SAP "Bedin". Oltre a quanto sopra, nella zona di Bargagli, vi si trovava in quei giorni, una nutrita presenza dei Partigiani della Brigata P. Borrotzu al Comando di "Ugo" (Nino Pompei) e il Commissario "Luigi" (Luigi Casassa) e della Formazione di Manovra Prospero Castelletto, al Comando di "Sandro" (Alessandro Bertolini) e il Commissario "Nando" (Gatti Ferdinando) tutti della Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti. Note di GB: La SAP Garaventa comandata da Carbone Giovanni detto “Romeo” assieme al CLN di Uscio e altri Partigiani presenti in Paese, già dal 24/04/45 stavano contattando con il locale Comando delle truppe Tedesche per indurli alla resa senza spargimenti inutili di sangue. Il Comando locale Tedesco era di stanza a Cabona: Una parte abitava nella palazzina di Cabona detto “U Quan” mentre una parte era nel palazzo davanti alla Latteria del Terrile. I Nazifascisti che in quel momento avevano perso parte della loro arroganza, vedendo anche arrivare in loco, le altre truppe Nazifasciste uscite dalla disfatta dal fronte della Garfagnana. Si riporta di seguito trascrizione di alcuni messaggi inviati tra le Brigate G.L. G. Matteotti nei momenti cruciali della Liberazione: Storie di eventi riconducibili alla Zona di Pannesi e Lumarzo Racconto di Giorgio Massone figlio di “Piemonte” (18 aprile 2010) Il Solimano Silvio detto “Berto” era nato a Santa Margherita Ligure il 09/06/1925 dove fu arrestato nel gennaio del 1944, perché faceva propaganda antifascista e fu portato in prigione a Rapallo, dove rimase rinchiuso per diversi giorni: Egli a Rapallo fu anche percosso dai suoi carcerieri, fortunatamente riuscì a fuggire e salire 102 sui monti verso il Passo della Spinarola, qui fu incontrato da alcuni Patrioti di Uscio, che dopo un primo interessamento alle sue condizioni fisiche venne aiutato e successivamente accompagnato a Pannesi da Massone Emanuele detto “Piemonte” il quale stava già organizzando una delle prime Bande Partigiane assieme altri di Colle Caprile, Uscio e di Pannesi e Lumarzo. Nella Zona si stava già preparando la militanza armata contro il Fascismo ed i Tedeschi. Il Solimano era malridotto ed era ferito ai piedi non riusciva a reggersi se non dolorosamente sugli stessi, Piemonte lo portò a casa sua, dove premurosamente iniziarono le prime cure, la principale fu il “riposo” e bagni di acqua salata ai piedi, in questa casa fu curato con i pochi mezzi allora disponibili, bagni di acqua salata che era l'unica risorsa che le povere condizioni di un contadino e di Piemonte potevano offrire come terapia dei piedi malridotti del Solimano.80 Il figlio di Piemonte Umberto, contribuiva con il Padre alle faccende di casa ed al cibo aiutati anche del secondogenito Giorgio che era appena un ragazzo. 81 La gente del Paese ed i vicini di casa si chiedevano chi fosse questo giovane loro ospite? La risposta era sempre la stessa: Che il Solimano era un loro parente e che era temporaneamente loro ospite. Una sera fece loro visita “Bini” (Serbandini Giovanni) che parlando con Piemonte e Solimano disse: Che il Solimano appena guarito dalle ferite e migliorato il suo stato fisico poteva essere accompagnato in Montagna a Cichero dove si stava formando una Banda di Antifascisti. Il Solimano chiese quanti sarebbero stati in tutto a formare questa Banda. Bini rispose: Sei o sette! Il Solimano interpretò quei numeri come miglia e rispose: Sei o settemila? Bini lo guardò fisso negli occhi e aggiunse: Sei settemila senza gli zeri! Lo stesso Solimano ormai sapeva che ritornare alla propria abitazione avrebbe rischiato la propria vita e quella dei Familiari ed amici. Pertanto Solimano scelse di seguire Bini a Cichero ma prima di entrare in “Banda” sulla Montagna, era necessario premunirsi di un falso nome, il cosi detto “Nome di Battaglia” questo rendeva più difficoltoso scoprirne la vera identità e avere meno possibilità di essere individuati, lo Stesso Silvio scelse per nome di battaglia il diminutivo del nome che aveva il figlio di Piemonte; Che era Umberto ma lo chiamavano Berto, questo anche per amicizia e l'aiuto dato ogni giorno da chi ne provvedeva alle cure, al cibo e dare anche notizie degli avvenimenti esterni. Ecco come Solimano Silvio partendo da Pannesi diventò Berto, Medaglia d' Oro al Valore Militare.82 Note di GB: Esiste a riguardo presso ILSREC - Fondo CLN Liguria Busta 27B Fasc.12 una relazione rilasciata dal "Piemonte" nel mese di Agosto del 1945 al CLNR Provinciale di Genova, ed anche al Comando della VI Zona Corpo Volontario della Libertà dove al punto 5) dice: 5) Nel gennaio 1944 diedi asilo e vitto a diversi antifascisti che fortunatamente erano riusciti a fuggire alle torture dei nazifascisti, tra i quali l'eroe Silvio Solimano di S. Margherita, (Nome di battaglia Berto) che le fu poi intitolata una brigata in suo onore 6) Sempre nel gennaio 1944 dalla propria casa dove erano alloggiati per circa una decina di giorni, dando vitto e assistenza e curati delle ferite riportate nelle torture dei nazifascisti, partiva la prima squadra di 9 persone per formare la Divisione Garibaldina Cichero, tra i quali vi era pure, Dente; Bini; il suddetto Berto; e Bianchi, quest'ultimo è riuscito a fuggire dalle torture, portando seco la sentinella che aveva di guardia83. 80 Il sale nel periodo di Guerra era una cosa introvabile e costosa, così l'olio d'oliva, il sapone, il burro, farina ecc. 81 Piemonte era vedovo e viveva a Pannesi con i due figli, Umberto e Giorgio. 82 Il racconto Il racconto mi è stato fatto con precisione da Giorgio Massone nato nel 1935 a Genova secondogenito di Piemonte, il quale se pur ragazzino aveva contribuito a rendere meno pesante la convalescenza del “Berto” presso l'abitazione del Padre Piemonte a Pannesi. 83 Il Bianchi era Orlando detto "Orlandini" che dopo la fuga con il suo carceriere si era recato con Bini presso Bisso Emanuele di Uscio; del fatto vedere il racconto del figlio Giorgio Bisso. 103 Partigiani: Solimano Silvio detto "Berto" e il Comandante Serbandini Giovanni detto "Bini" Arresto del Partigiano Bianco Aldo di Mulinetti detto “Mulinetti” La stessa cosa accadde nel marzo del 1944 a Bianco Aldo di Mulinetti, anche lui fu arrestato dagli SS per una spiata che teneva tre ex prigionieri Inglesi nascosti a casa sua; Fu arrestato e portato in prigione a Rapallo presso la Casa Littoria dove c'era il comando delle GNR. Per diversi giorni il Partigiano “Bianco” fu torturato e picchiato selvaggiamente, fortunatamente una notte riuscì a fuggire, ancora malridotto raggiunse i monti Uscio dove lo trovarono sfinito i Partigiani della SAP locale, fu preso e trasportato al sicuro dove fu curato con ogni premura e vigilando sulla sua sicurezza con ogni attenzione. Bianco di Mulinetti nel Gennaio del 1944 in accordo con la SAP di Uscio fornì una notevole quantità di armi alle neo formazioni Partigiane della Cichero. Le armi furono sottratte ai Tedeschi da Bianco e nascoste in luogo sicuro vicino a Recco; Lo stesso Bianco si mise d'accordo per le modalità del prelevamento e trasporto delle armi, con “Romeo” Carbone Giovanni Comandante della SAP di Uscio, il quale alla guida di un autocarro andarono assieme a prelevarle e le portarono a Uscio. Bianco Aldo detto “Mulinetti” mantenne sempre un rapporto di grande amicizia con i Partigiani di Uscio e con Bisso Emanuele e Davide e con la SAP di Pannesi. (Da relazione di Massone Giuseppe Partigiano della SAP Garibaldina di Uscio) Rastrellamento della Monterosa e Tedeschi a Pannesi del 27/08/44 (Racconto di Giorgio Massone figlio di Piemonte) La sera del 26 Agosto 1944 verso le ore 21 venne a casa nostra a Pannesi Caprile Benedetto di Colle Caprile, il quale era molto preoccupato perché era stato informato dalla SAP di Uscio che nella notte sarebbero arrivati a Pannesi un migliaio di soldati, fra Alpini della Monterosa e SS Tedeschi, i quali venivano a cercare i Partigiani ed in particolare mio Padre. “Piemonte” avvisato per tempo fece circolare la voce in Paese e poi lo stesso organizzò la fuga, da tener presente che in quel periodo in casa sua si era rifugiato un giovane di Vado di Livorno di nome Giannoni Alvaro nato nel 1922, che era fuggito dai Tedeschi. 104 Piemonte assieme ai due Figli, Umberto e Giorgio, presero con loro le tre mucche che avevano nella stalla e con Alvaro si trasferirono velocemente nella zona bassa del Paese detta Lainà; il figlio Giorgio che era il più piccolo, si nascose da una sua pro zia sorella della di lui nonna che era nata nel 1858, Giorgio era scalzo e con un paio di pantaloni corti, mentre Piemonte, Berto e Alvaro andarono a Piano Sottano e si nascosero sotto un filare di uva che stava attaccato al muro (All' arse) le forniva una certa copertura da non essere visti. Verso le cinque del mattino la pro zia di Giorgio si accorse che c'erano già gli Alpini, essa disse al Nipote: Di stare attento e senza farsi scorgere di andare ad avvisare il Padre e gli altri di questa sgradita presenza, ma il ragazzo quando arrivò nelle vicinanze dove doveva sostare i suoi s'accorse che anche li c'erano già gli Alpini, per non farsi notare il Ragazzo andò oltre. Il Piemonte si era già accorto alle quattro del mattino dell'arrivo degli Alpini e di essere circondati dagli stessi, era pertanto necessario di cercare di uscirne fuori. I tre ricercati distendendosi per terra camminarono trascinandosi con le braccia, (Come lo stesso Piemonte aveva imparato nel periodo del militare durante la Grande Guerra) passarono vicino alle sentinelle recandosi nella brughiera di Samurì, una collina sopra a Lainà, qui Piemonte nascose l'Alvaro nel “garbo” di un vecchio albero di castagno appoggiando poi dei rami secchi davanti all'apertura di passaggio in modo da coprirne la presenza, il figlio Berto lo fece entrare e coricare in mezzo ad grosso cespuglio di rovi; Lo stesso Piemonte ancora strisciando passò vicino alle sentinelle si nascose altrove. Al mattino i Tedeschi e gli Alpini rastrellarono buona parte della popolazione rimasta a Pannesi e la condussero sulla piazza davanti alla Chiesa del Paese e chiesero a loro dove si trovava la casa del Piemonte, se la gente non avesse risposto entro pochi minuti Essi avrebbero bruciato il Paese, la popolazione anche sotto minaccia delle armi non disse nulla, col passare del tempo la situazione venne ad aggravarsi e aumentarono le minacce sulla popolazione inerme, un Cittadino uscì dal gruppo e diede ai Nazisti le informazioni richieste. Gli Alpini e SS si recavano presso l'abitazione del Piemonte e la depredarono di tutto ciò che a loro poteva servire e poi le dettero fuoco. Piemonte da dove si era rifugiato vedeva una colonna di fumo che si ergeva verso il cielo, capiva che era la sua abitazione che bruciava! Lo stesso con una stretta di cuore intuiva che quella era la vile vendetta della violenza, della sopraffazione del regime Nazifascista la lotta contro la vita. Nello stesso periodo oltre al toscano Alvaro, si trovava a Pannesi nascosto presso l'abitazione del Massone Lorenzo, (Fratello di Piemonte) un ex militare, un certo Ori di Grosseto, questo Ori e l'Alvaro che sino a quell'evento non avevano avuto alcuna intenzione di andare in montagna con gli altri Partigiani, dopo il rastrellamento e l'incendio della casa si convinsero che era necessario di decidere e scegliere quale era il loro futuro: L'Alvaro che dopo il rastrellamento fu nascosto per un breve periodo in Lainà vicino al fossato, dove soggiornò in una baracca, ogni giorno i vicini del Luogo e i Massone cercavano di portarle qualcosa da mangiare; Anche con grande coraggio una ragazza del Paese chiamata Gina, figlia di Beccaria Angelo (detto “Guido”) d'accordo con il padre e con Piemonte, facendo finta di lavorare nei campi in mezzo a sacchi e fogliame le portava da mangiare; Dopo alcuni giorni l'Alvaro fu accompagnato in montagna dai Partigiani, mentre l'Ori84 di Grosseto si mise in cammino per raggiungere il suo Paese; Chi sa se lo raggiunse mai? Scontro armato a Pannesi fra Partigiani e Militari Tedeschi (Testimonianza di Giorgio Massone) Era i primi di novembre del 1944 ed io in quel periodo mi trovavo da mio zio Massone Lorenzo in località Panixiasco di Pannesi, quando un tardo pomeriggio uno del Paese chiamato Olcese detto Boccia passando di lì ci disse: Che mentre veniva dal Paese aveva visto passare due Tedeschi in bicicletta che andavano in su verso il centro dello stesso. Mentre si stava parlando da circa cinque minuti, sentimmo una raffica di mitra che sembrava che non finisse mai! Dopo una mezz'ora arrivò una persona da Pannesi che tutto allarmato ci informò di quanto era avvenuto in Paese e disse che: 84 Ori in realtà si chiamava: Menichetti Oris pat. Gino e Giunchini Ferdinanda, nato a Massa Marittima il 16/12/1922 abitante a Scarlino Comune di Gavorrano, dopo alcuni anni lo stesso venne a trovare Piemonte a Pannesi. 105 In uno scontro armato tra Partigiani e altri militari erano rimasti uccisi due soldati Tedeschi. La notizia ci colse tutti di sorpresa, mio zio Lorenzo non riusciva a rendersi conto di chi poteva avere fatto una cosa del genere nel pieno del Paese. Dopo alcuni giorni si venne a conoscenza di come era avvenuto il “fatto” e che cosa era successo: La causa di questo fortuito avvenimento di guerra, era da ricercarsi nell'azione per il ricupero e il trasporto di armi e munizioni da parte di un Distaccamento di Partigiani.(note 01) Questi Partigiani fra cui un ex Carabiniere (Cognato di un certo Lorenzo Olcese) che era stato in servizio presso la Caserma dei CC di Sori, dopo l'otto settembre prima di fuggire aveva nascosto delle armi nel fondo della caserma stessa, per cui quel giorno con altri partigiani della zona di Sori, decisero di andarle a prelevare e portarle in montagna. Questi andarono a Sori e caricarono le armi su di un carretto e le portarono fino al Lago poi di li vennero caricate sopra di due muli ed iniziò il trasporto verso il monte di Cornua, per proseguire poi a monte Becco e di li avviarsi verso Bargagli, erano in quattro Partigiani, due davanti come vedette e due dietro con i due muli ed il carico, quando i due di vedetta arrivarono quasi in Cornua, uno di questi era salito sopra di un albero per vedere meglio, ma essi furono avvistati da una pattuglia Tedesca che apri il fuoco contro di loro, nello scontro il Partigiano Nan di Levà che salito sopra l'albero rimase ferito a una coscia e perdeva sangue. Il ferito in un primo tempo fu nascosto in una cascina e coperto di foglie, poi altri Patrioti andarono a prenderlo e fu trasportato al Lago, dove li fu caricato su di un carretto per il trasporto della frutta e verdura, che era di proprietà di un altro Partigiano detto Beppin du Lago 85 e con questo mezzo di fortuna il ferito fu trasportato all'ospedale di Nervi. Dopo questo non previsto scontro i due Partigiani, che erano con i muli carichi di armi, decisero di cambiare percorso e non salirono più verso il monte di Becco ma deviarono sul sentiero che li condusse a Pannesi. Arrivati in paese si avviarono verso Lumarzo, ma appena superate le case del paese in una curva (Dove si trova la casa Olcese Raffaele dei Ligagin) si incontrarono con quei due soldati Tedeschi visti passare poco prima da Olcese detto Boccia: I due soldati Tedeschi visti i due Partigiani con i muli le puntarono addosso le loro armi, il primo partigiano alzò le mani, mentre il secondo che era dietro al mulo accucciandosi sotto la pancia dell'animale riuscì a sparare per primo scaricando tutto il caricatore della sua arma sopra dei due militari uccidendoli . 12 novembre 1944: Dopo alcuni giorni buona parte di truppe Tedesche si concentrarono in Pannesi e vennero a cercare i loro commilitoni con la minaccia delle armi radunarono tutta la Popolazione sulla piazza della Chiesa, e dichiarando a tutti di fare una strage della Gente di bruciare il Paese se non veniva consegnato a loro i due dispersi, in quella occasione il Parroco Don Oneto si espose di prima persona spiegando ai Tedeschi quanto era accaduto: Che i loro commilitoni erano stati uccisi in combattimento con dei Partigiani, ma che questi non erano del Paese ma erano di passaggio e non erano conosciuti dalla popolazione per cui non avevano loro alcuna colpa. I Tedeschi dopo aver perquisito tutte le abitazioni, prelevato tutto quello che a loro le poteva servire, bestiame compreso, dettero fuoco a quattro o cinque case, più alcune cascine del Paese. Dopo avere ricuperato le salme dei due loro commilitoni (Che erano state sepolte nella notte stessa dello scontro in mezzo ad un campo di grano), gli Ufficiali Tedeschi fecero prelevare e portare con loro una decina di ostaggi che dovevano essere condannati a morte. Fra questi ostaggi si trovava anche Don Oneto, e c'era anche Aurelio Olcese dei Ligagin che era appena un ragazzo; questi prigionieri furono portati nella Piazza del paese di Uscio. In tarda serata, una parte di questi prigionieri furono rilasciati, gli stessi poterono tornare alle loro abitazioni, ricongiungersi con la propria famiglia, solo alcuni di loro furono trattenuti per diversi giorni compreso il Parroco Don Oneto. 85 Il figlio di Caorsi che aveva il mulino al Lago di Sori, mi ha confermato che fu suo Padre che nascose sul carro, sotto dei sacchi, il Partigiano ferito e lo trasportò all'ospedale di Nervi. 106 Note di GB sugli episodi citati: Note 01 I Partigiani che parteciparono allo scontro facevano parte del Distaccamento “Villa” al cui comando c'era il Comandante “Mino” (Costantino Croce) che faceva parte della Brigata Peter al Comando di Scrivia, la quale era già stata trasferita in Val Borbera, per integrarsi poi nella nuova formazione della Brigata Oreste della Divisione Pinan-Cichero. Nota 02 Memoria di Garaventa Bruno di Uscio: Ricordo che pochi giorni dopo, che furono bruciate una decina di case di Pannesi, io con mia Madre, mio fratello di latte Gianni, sua Madre 86 ci recammo a Pannesi, dalla Rina moglie di Vittorio Olcese (dei Ligagin), la quale ci portò a vedere il Paese come era stato ridotto dopo la rappresaglia Nazifascista. Visitammo il posto dove erano stati uccisi i due militari Tedeschi, nello scontro a fuoco contro i Partigiani; con i nostri Genitori recammo a vedere anche il campo dopo erano stati repentinamente sepolti. Nota 03 Una sorella di Aurelio Olcese, di nome Rina, venuta a conoscenza che il fratello era stato preso come ostaggio dai Tedeschi, corse disperata alla ricerca del fratello verso Uscio e raggiunse la colonna dei prigionieri nei Lucchi davanti al negozio di Ada Fabbri, quando la giovane ragazza vide il Fratello, che assieme agli altri compaesani che stavano andando verso Recco, piangendo e urlando si aggrappò al fratello scongiurando i soldati Tedeschi di lasciarlo andare, visto che era appena un ragazzo, e non aveva colpa alcuna di quello che era successo nel paese alcuni giorni prima. Il fratello fu poi rilasciato in serata, nella piazza di Uscio assieme ad altri Compaesani. L'episodio mi fu raccontato dall'Aurelio in persona, in uno dei tanti incontri che facevo con Lui a Genova, lo Stesso era molto amico con mio Padre che aveva lavorato come muratore al Galliera dove l'Olcese prestava servizio come fuochista alla C.T . Nota 04 Nella colonna fra le persone arrestate c'era anche una Ragazza che era di Camogli ma sfollata a Pannesi, ed abitava con il Padre, grande Invalido di Guerra, in casa di Don Oneto presso la Chiesa di Pannesi. Questa Ragazza di nome Maria Grazia Funari, che conosceva bene la lingua Tedesca difese il Parroco e la Gente, spiegando meglio quello che era avvenuto nello scontro armato tra Partigiani e Militari Tedeschi. La Ragazza fu la stessa che fece da interprete nella resa dei Tedeschi a Uscio il 27 aprile del 45. Breve storia della Famiglia Funari di Camogli ma sfollata a Pannesi. La famiglia Funari era di Camogli, ma a causa dei bombardamenti era sfollata a Pannesi ed abitava in casa del Parroco del Paese Don Oneto; io ne sono venuto a conoscenza di questa Famiglia grazie alla Sig.ra Garaventa Liliana di G.B. Nata nel 1921 a Genova, ma residente a Uscio, la quale durante una telefonata per avere notizie più esaurienti su una sua Zia, Garaventa Filomena Partigiana della Brg. Berto, il discorso si estese anche sulla resa dei Tedeschi a Uscio del 27 Aprile del 1945. La Garaventa mi disse che anche Lei era presente a quel storico episodio e mi raccontò tutta la vicenda, ed il motivo per il quale si trovava presso l'Albergo della Posta di Uscio, al momento in cui fu Firmata la resa tra il Comando Tedesco e il Capitano David Streger della Compagnia G del 2° e 3° Battaglione del 473° Reggimento della 92a Divisione “Buffalo” degli USA Army. Seguendo il minuzioso racconto della Garaventa sulla sua conoscenza della Famiglia mi disse: La Famiglia Funari era di Camogli ed il Padre Rodolfo, Primo Capitano di Artiglieria e Grande Invalido della guerra del 15-18 dove era rimasto lesionato ai polmoni a causa dei gas asfissianti lanciati al fronte dalle truppe nemiche; Lo stesso a causa di questa sua infermità era stato 86 Repetto Clara era la figlia di Pietro, Ispettore del CLN di Alessandria e sindaco per il PCI di Serravalle Scrivia. 107 residente diversi anni in Trentino con la Moglie e la Figlia Maria Grazia, la quale continuando i suoi studi in queste Zone, imparò a parlare e scrivere correttamente la lingua Tedesca, compreso altre, Inglese e Francese che già aveva studiato precedentemente. La storia della Sig.na Maria Grazia Funari, per noi inizia durante il Rastrellamento a Pannesi, del 12 novembre 1944, dove Lei venne arrestata assieme al Parroco Don Oneto ed altri Abitanti del posto. I prigionieri trasferiti a Uscio dai militari Tedeschi che volevano fucilarli, Lei che conosceva bene la lingua Tedesca intervenne in difesa della popolazione e di Don Oneto, il suo intervento fu decisivo per rilascio dei prigionieri, il Comando Tedesco dopo questa sua conoscenza, chiese a Lei di disporre la sua conoscenze linguistiche al loro servizio, offrendo la sua assunzione al proprio Comando di Uscio. La Ragazza dopo un periodo di ripensamenti accettò l'incarico, pensando che questo poteva essere utile anche al Padre, il quale con ideale Antifascista collaborava con il Comitato (CLN di Pannesi) a favore dei Partigiani e poi con il Comando della Brigata SAP Bedin; per questa ragione la sua Famiglia si trasferì da Pannesi a Uscio e andò ad abitare presso la Famiglia di Trebino Achille, sulla strada che conduce alla Colonia Arnaldi vicino al bivio per Altare di Uscio, dove poi conobbe la Garaventa Liliana. Il giorno della resa delle Truppe Nazifasciste, La sig.na Maria Grazia fu chiamata dal Comando Tedesco per fare da interprete e scrivere le condizioni della resa, questa era abbastanza preoccupata e chiese alla Sig.na Liliana di accompagnarla e di stare assieme a lei, cosa che fece seguendo la trattativa con il CLN e Partigiani, e poi la Resa con il Comando USA Army. La Sig.na Funari, nel svolgere il suo lavoro presso il Comando Tedesco a Uscio, passò diverse informazioni al Parroco Don Oneto, il quale a sua volta le faceva pervenire a Piemonte o al Comando della Brg. SAP Bedin. Purtroppo un giorno la Ragazza comunicò al Parroco, che presso il Comando Tedesco di Uscio, era pervenuta una lettera anonima che accusava un gruppo di persone di favorire e svolgere attività Partigiana, fra queste persone era anche segnalata la Famiglia di Lorenzo Massone. Il Parroco in quel momento non potendo avvertire personalmente del fatto la Famiglia di Massone Lorenzo, preoccupato per darne a breve tempo l'avviso onde evitare rappresaglie, ha incaricato il Sig. Aldo P.... sfollato presso il Santuario della Madonna del Bosco, di avvisare la sopraddetta famiglia. Il P.... che era continuamente in contatto con la Famiglia del Massone Lorenzo si impegnò di far pervenire quanto prima l'informazione di pericolo agli stessi; In seguito garantiva al Parroco di avere fatto il proprio dovere. Fu poi accertato che l'informazione arrivò con ritardo, quando tutto era perduto. Massone Lorenzo fu arrestato dai soldati Tedeschi e portato a Recco, dove barbaramente fu ucciso presso la Villa Dufour il 14-12-44 inoltre le fu anche bruciata la propria abitazione a Panixiasco. Questo triste fatto è documentato da una dichiarazione rilasciata dal Parroco di Pannesi e della Madonna del Bosco, Don Oneto in data del 2 maggio 1945. Dopo la guerra le due amiche, Liliana e Maria Grazia, si frequentarono ancora, poi per ragioni di lavoro e di famiglia la Sig.na Funari si trasferì in Bolivia. Esiste una poesia scritta nel Febbraio 1945, dal Capitano Funari durante la sua permanenza a Uscio, la poesia è riferita al giorno del rastrellamento a Pannesi quando i Tedeschi e gli Alpini della Monterosa sono andati per arrestare Piemonte, non riuscendo a trovarlo le hanno bruciato la casa, dopo averle rubato quando di utile Egli aveva presso la sua abitazione. Si trascrive la commovente ma anche rabbiosa poesia, scritta per Piemonte dal Capitano Funari Rodolfo: A Pannesi il 27 Agosto 1944 Splendida l' alba spunta d'un festivo giorno, di mezza estate, sul montano borgo, cui del lavoro quotidiano la sosta il campanil nunzia giulivo. 108 Quand' ecco in mezzo ai boschi, un cupo insorge l' atrar di, cani e voci concitate segnan l'arrivo di squadre armate che intorno serran, mentre il sole sorge. A illuminare ancora una vergogna sorge; Ancora un italico innocente paese è preda non d' estranea gente ma d' Italiani degni della gogna!...... Armi e fogge Tedesche, e sul capello l'onesta penna alpina: che ironia!.... Fan massa sul sagrato, ove via via di “rastrellati” adunasi un drappello. Uno alla volta questi poi davanti a un tristo sgherro vengono chiamati: e micidiali ordigni son punti frattanto sul villaggio sottostante. Fra quel mucchio di case ove maggior ricca non è, ma sol miseria accampa, s'ode uno scoppio a un tratto, indi divampa l'incendio della casa di Massone.... Emanuel Massone, assai ben noto come era il tuo nome, e tua figura al pari: né a te, del repertorio di Funari qualche bel verso era rimasto ignoto... Ancora ti sovien?...... Re tradittore: La sorte di Capeto – ti serbi Iddio signore!.... D'un Popolo di liberi – di schiavi hai fatto un gregge che con in man la férula – un dittator regge!.... Eppure – hai schiavitù, di questa sei viltà tu madre!.... mentre maledetto suona il tuo nome, mentre arde il tuo tetto, io fingo non sapere chi tu sei!.... Ma nel mio volto, e in quello d' altri astanti, non può non affiorar l' avvilimento imo del cor !..... Ci squadra, e lento lento un cosi detto ”alpin” ci vien davanti; e con ghigno avverte – Sian tornati in Italia a sparar sugli Italiani, non sugli Inglesi: finché come cani non avrem tutti quanti trucidati! Ricordo che serrai gli occhi, si acuta la sofferenza fù, l' avvilimento 109 profondo!.... Ah, un'arma!..... Vivere un momento da uomo,.... e poi morir!.... Palida, muta, mia figlia, poco più lungi, assaporava altro fiel: Seppi poi che altro “alpino” voluto avria, con alto, peregrino, pensier, le scarpe toglierle!..... Che prava razza di sgherri fosti, o Mussolini, capace a suscitare, in quest' aulente Patria; oggi vile, un di splendente culla di Garibaldi e Mazzini!..... Uscio, febbraio 1945 Al sig. Emanuele Massone, in ricordo della vecchia conoscenza, questi pochi versi che vedranno prossimamente la luce, dedico Pannesi, 25 maggio l' autore R. Funari un Antifascista Da una mia ricerca sulla Famiglia Funari Risulta che: La Sig.na Funari Maria Grazia partì nel primo dopoguerra per la Bolivia, alla sua partenza fu personalmente accompagnata dalla Sig.na Garaventa Liliana, alla Stazione Marittima, “Ponte dei Mille” del Porto di Genova. Proprio davanti alla Stazione Marittima Esse fecero diverse foto, in ricordo della loro sincera amicizia. La Sig.ra Funari Ritornò successivamente in Italia e andò ad abitare a Rapallo, il Padre andò ad abitare a Recco, dove decedeva nel 1961. la Signora Funari Maria Grazia era nata il 11/02/1923 a Bracciano, è deceduta a Lavagna il 19/03/2004. Si ringrazia la Sig.na Liliana per la gentile concessione delle foto e della sua collaborazione alla storia della Resa delle Truppe Nazifasciste a Uscio il 27/4/1945 dove Essa era presente con la Sig. ra Funari che fece da interprete fra Tedeschi, Americani e Italiani. 110 Genova - Stazione Marittima: La Sig.ra Liliana Garaventa di Uscio e Maria Grazia Funari la è in partenza con la nave per raggiungere il Sud America, si reca in Bolivia presso La Paz. Memoria di G. B. di Uscio in ricordo di Don Oneto Parroco di Pannesi. Don Oneto Giuseppe nacque a Valparaiso in Cile il 22/05/1914, durante la guerra Egli era Parroco a Pannesi e del Santuario della Madonna del Bosco. Don Oneto aiutò molto il movimento Antifascista, nascose molti attivisti, partigiani e anche Cittadini di religione Ebraica; lo stesso Comandante Florio Renato, ferito e convalescente, rimase per un periodo nascosto alla Madonna del Bosco. Durante il primo imbarco, in agosto del 1957 sul Piroscafo Enrico “C” incontrai sulla nave, un suo cugino che era imbarcato come operaio meccanico, un certo Vignolo che abitava a Ruta di Camogli. Anche Vignolo era stato Partigiano nella Divisione Garibaldi, mi raccontò del contributo che diede Don Oneto alla lotta Antifascista, e lo Stesso Parroco fece parte del C.L.N. di Lumarzo in rappresentanza del Partito Democratico Cristiano pur non essendone iscritto, lo stesso dichiara alla domade del CLNR per la sua riconferma nel CLN di Lumarzo: E' mai stato arrestato: Si il 12 novembre 1944 dai Tedeschi per rappresaglia. Ha mai subito condanne: Si in seguito all'uccisione in Pannesi di due Tedeschi, condannato alla fucilazione. Per intervento di tante persone, liberato dopo pochi giorni. A quale partito appartiene: Ufficialmente a nessun Partito, poiché come Sacerdote ciò è vietato dalle disposizioni dell'Autorità Ecclesiastica; Mancando un Membro del P.D.C. Sono chiamato a farne le veci, avendo lo scorso anno collaborato attivamente nella cospirazione coi Partigiani. (La dichiarazione è sottoscritta da Don Oneto nella Scheda del CLN – Liguria in data 13-6-1945) 111 Testimonianze e memorie di persone della Zona. Memorie di Giorgio Massone del 22/08/2010: La minestra Giorgio mi ha raccontato che un giorno sua Nonna si mise a cuocere diversi pentoloni di minestrone i quali una volta cotti le versò dentro un bidone da latte, Lui non riusciva a capire come mai faceva tanta minestra? Questo bidone di minestra, fu poi prelevato da un certo Tallino Olcese, credo nato nel 1921 a Pannesi, il quale dopo la Guerra faceva l'infermiere. Giorgio soltanto molto tempo dopo, seppe che il Tallino trasportò questo “bidone” con il contenuto presso il Casone dei Zerbi che era nelle Gione, in questo Casone vi erano nascosti un gruppo di otto o dieci ex Prigionieri Russi e di altre Nazionalità che ora non ricorda. Questi erano ex Soldati prigioniere sfuggiti ai Tedeschi i quali li usavano per il lavoro di costruzione della strada Pannesi-Calcinara, i Patrioti di Pannesi li aiutarono a fuggire ed a nascondersi, molti di questi poi si unirono alle Bande Partigiane della VI Zona. Tentativo di colpire il Comando Partigiano di Pannesi attraverso una spia. Un pomeriggio mio Padre fu informato che in Paese circolava un giovane che cercava di Piemonte e dei Capi Partigiani; questo era un giovane di città abbastanza distinto, andarono subito a cercarlo, appena rintracciato questo fu portato alla presenza di Piemonte dove a questo disse: Che Lui era stato inviato dal Comando Americano e che dovevano sbarcare delle armi da un sommergibile Alleato per fornirle al Comando Partigiano, per questo era necessario che il Comando con dei Partigiani le andassero a ritirare allo sbarco, che sarebbe avvenuto a Sori. Era già tardo pomeriggio quando il Giovane fu accompagnato a casa di Piemonte per chiarire meglio la notizia; durante le successive informazioni che Questo dette, cercò con maggiore insistenza che doveva parlare al comando Partigiano e di fare in modo che questo si recasse a Sori. Assieme a Piemonte, in quel momento c'era anche un soldato Inglese di nome Sam, i due non si fidarono del nuovo arrivato il quale non aveva credenziali o parole d'ordine credibili, Essi decisero di mandare a chiamare Scrivia, che si trovava in località detta Lago Tinello nelle vicinanze della Crocetta di Pannesi, Scrivia arrivò dopo poco tempo ed era armato di mitra, con pantaloncini corti (Eseguiti con stoffa di colore blu ricuperata dall'attacco alla caserma di Cavassuolo). All'arrivo di Scrivia tutti entrarono in casa e andando a sedersi in sala, solo Scrivia rimase in piedi vicino porta di uscita della sala stessa con il mitra nelle mani. Mentre il Piemonte e Sam parlavano con questa Persona, cercando in realtà di capire chi fosse, per scoprire il vero fine di questa sua non credibile informazione del Comando Americano; ad un certo punto dopo la lunga discussione, l'informatore si rese conto di non essere più credibile e che aumentavano i sospetti sul suo conto, lo Stesso si alzò cercando di avviarsi verso l'uscita per fuggire, ma intervenne tempestivamente Scrivia col mitra e ne bloccò la fuga, i Partigiani presenti e Scrivia compreso, condussero il “Prigioniero” al loro campo base. Successivamente nel campo Partigiano la Persona sospettata fu interrogata ancora a lungo finché gli stessi Partigiani ed il Comando si resero conto che "questo" era una delle tante spie prezzolate dai Nazifascisti che cercava di portare al massacro il comando Partigiano. Durante il processo era presente anche Lesta il quale osservò la pericolosità della Persona in causa, per le conoscenze che questo aveva appreso dei luoghi e delle Persone: (Osservazione di Giorgio: Probabilmente questo aveva confessato del tranello, che lui con altri non presenti avevano organizzato per portare al massacro il Comando Partigiano) La spia fu successivamente processata e condannata a morte e fucilata sul posto, il corpo fu sepolto bosco della Tecosa. 112 Note: Questo racconto dimostra in quanti modi si cercava di colpire il Movimento Partigiano, spesso gli Ufficiali delle SS Tedesche e dello spionaggio nemico, si servivano di SS Italiani, per infiltrare nelle zone e nelle file stesse dei Partigiane. La Banda Gigi si era recata a Pannesi ed in Cornua spacciandosi per Partigiani, così fecero a Cichero, dove sette giovani Partigiani il 16/7/1944 caddero nella trappola, furono arrestati e poi fucilati sul posto, inoltre fu bruciato anche il Paese. Si riportano alcuni messaggi inviati dal SIP ai comandi di Brigata o di Zona, si informano di infiltrazione di agenti della SS o della RSI nelle file Partigiane: Informazione e Spionaggio in VI Zona Operativa Cap. 01 Informazioni dal S.I.P. su fatti di spionaggio: Al Comando della 1^ Compagnia Riservatissima Personale 26-11-1944 – Ferrada: Vengono catturati dal Distaccamento Volante della 1^ Compagnia della Brg. G.L. tre persone indiziate di essere spie a servizio delle Brigate Nere di Chiavari e dei Fascisti. Sul documento si citano i nomi e cognomi delle persone e anche dei testi i quali elencano i fatti e le accuse indirizzate agli informatori. Cap. 02 1) Elenco di alcuni casi, Denuncia eseguita da Malacrida al Comando GL Comunicazione scritta alle Brg. Partigiana G.L. Comunicazione da Z3 (Piandeipreti) (Malacrida C.V)87 Dichiaro di aver visto a Genova Mercoledì o Giovedì c.m. Un tale con impermeabile chiaro (Spano) in divisa da Sergente Maggiore da Bersagliere in via Bobbio. Z3 Il sottoscritto – segue sigla J segue data 6/12/44 2) Comunicazione scritta alle Brigate Partigiane. COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA' 6a Z o n a O pe r a ti v a Zona, mercoledì 6 dicembre 1944 Comando di Brigata Giustizia e Libertà “Matteotti” Segnalazione Qui allegata vi trasmettiamo una nota del nostro S . I . P . contenete una segnalazione che vi riguarda: Per il COMANDO ZONA (Segue firma, Ugo) 87 Malacrida detto “Giuanin” era di Recco ma sposato a Piandeipreti faceva parte della Brg. G. L. 113 Segue Allegato del SIP: S I 5 -12 -44 P Compagno Attilio URGENTE Da informazioni giunte questa sera risulta che alla brigata Matteotti si è infiltrata una spia SERRA, negli ultimi giorni del mese di novembre. L'informatore viene dalla casa dello studente. Saluti. Firmato: Vittorio Cap. 03 Lettera dove si denuncia la scarsa prudenza di alcuni Partigiani della Brg. G.L. nel scendere in Città. Volontari della Libertà Brigata “Giustizia e Liberta” G. Matteotti COMANDO II^ COMPAGNIA PROMEMORIA per il Comando di Brigata. Prego informarsi se nella formazione prestano servizio i volontari SARTORIS ed IVO. Risulta che il primo si reca sovente a Recco e la è pedinato da agenti della SS. Il secondo va troppo spesso a casa, ossia in altri ambienti pericolosi, dove è stato segnalato dalle forze di Polizia Fascista. Pertanto quanto sopra si porta a conoscenza di codesto comando affinché provveda ad informare gli Interessati. Saluti (firmato) Carabiniere li 10/12/44 (AILSREC carte Zolesio 12/44) Testimonianze del Partigiano Lagomarsino Ugo detto “Roa” nato a Pannesi il 14/03/1925 Partigiano: Nome di battaglia Roa, del Distaccamento Castagna della Brigata Berto, sposato con la Figlia di Beccaria Angelo (Partigiano nome di battaglia Guido) proprietario della Trattoria sul monte Cornua, Ugo mi racconta che nella trattoria del suocero era il posto di riferimento per tantissimi giovani che passavano di li per congiungersi alle Bande Partigiane, fu anche luogo strategico per incontri dei Capi e Commissari Partigiani delle diverse zone, li si incontrarono di sovente: Bisagno; Bini, Marzo; Canepa. Dente; Piemonte; Scrivia; Spesso veniva Bisso Davide e il Figlio Gemino “Chiave” e altri partigiani di Uscio e di Pannesi e paesi vicini. Molti disertori o prigionieri fuggiti dai campi di prigionia, arrivavano spesso nella zona di monte Becco e Cornua, venivano nascosti, alimentati e spesse volte anche vestiti con abiti borghesi, la maggior parte di essi entrò nelle file partigiane e combatterono a fianco fianco Italiani, Russi, Polacchi, Francesi e di tante altre Nazioni, Uomini di Paesi diversi ma uniti fermamente dalla volontà di combattere il Nazifascismo per la Libertà. Ugo mi raccontò di due ex prigionieri Inglesi sfuggiti dal campo prigionia di Calvari, questi si nascosero qualche mese sul monte di Uscio, in una Cascina e dove quasi giornalmente le portarono loro da mangiare dal Paese; Il benemerito fornitore era uno che abitava a Uscio in Via D. Romano vicino alla Chiesa, Il nome dei prigionieri era: Uno Smith tenente della Special Force (R.T. Quayle B. Smith) il quale appena fu rintracciato dal Comando Inglese, diede indicazioni al Comando Partigiano di fare in modo che questo raggiungesse le Truppe Alleate, Smith fu scortato di notte a Mulinetti dove una motobarca era in attesa per il suo trasporto in Corsica; L'altro Militare si chiamava Sam, ed era sergente della Special Force, il quale si fermò a combattere con i Partigiani della Brigata Peter, comandata da Scrivia, e fece parte di quel gruppo che attaccò la caserma della 114 Marina di Pozzolo a Genova-Prato, in quella occasione era stato vestito da Tedesco e sedeva davanti in cabina del Fiat 626. Altri soldati Russi prigionieri che erano obbligati a lavorare per i Tedeschi a costruire la strada carrabile per congiungere Pannesi a Calcinara furono aiutati fuggire. Fu lo stesso Ugo che li conosceva ne parlò con Angelo e d'accordo li fecero fuggire e si recarono in Cornua, poi furono accompagnati in Montagna dai Partigiani, I nomi di questi Russi erano uno Oscar, un altro Cicci e il terzo Ugo non lo ricordava più. Segue testimonianze di Lagomarsino Ugo “Roa” C'era una famiglia che il marito era di Pannesi ma abitavano a Genova dove avevano un negozio di generi alimentari, durante i bombardamenti il negozio fu danneggiato e fu così che Essi decisero di trasportare buona parte degli articoli ivi contenuti a Pannesi, e depositarli in un magazzino. Il Marito di questa Signora era un noto squadrista di Genova-Castelletto ed erano amici dei Tedeschi e dei Repubblichini. Durante l'occultamento dei beni del negozio a Pannesi Essi subirono un furto e la Coppia denunciò la popolazione di questo, essi diedero una settimana di tempo a chi fece il furto, per di riportarle il maltolto dove era stato preso altrimenti avrebbe denunciato al Comando Tedesco un gruppo di persone del luogo da loro ritenuti sospetti del furto e di essere anche Comunisti o Partigiani. Questa “Signora con il Marito” denunciarono il fatto al Comando Tedesco dando un elenco di 11 nomi e cognomi di persone del Paese, dichiarando che questi avevano rubato a lei le merci per rifornire i Partigiani, le persone furono accusate di essere Comunisti e di fare parte dei Partigiani del posto; Le persone denunciate al Comando Tedesco furono le seguenti: Massone Emanuele; Massone GioBatta, Mario e Emanuele (Fratelli), Olcese Pietro; Olcese Matteo; Olcese Menego; Ratto; Schenone Nanni o Nannin il quale lavorava all'INPS di Genova, lo stesso Ugo ed altri ancora che non vengono al momento ricordati i nomi. Questa spiata fatta per meschina vendetta politica, fece scaturire da parte Tedesca, rastrellamenti e rappresaglie nel Paese che portarono a deportazione e lutto in diverse famiglie del Paese. Florio Renato Comandante della Brigata SAP Bedin: Ugo mi raccontò che aveva conosciuto Florio Renato “Napoli” nato in Agerola il 02/12/1917 Sergente Maggiore nel 15° Reggimento Genio di Chiavari, l'8-9-43 si trovava di servizio presso il 42° Reggimento di Fanteria alle Caserme di Genova-Sturla, quando arrivarono i soldati Tedeschi che circondarono la Caserma riuscì a fuggire con dei colleghi, gettandosi da una finestra della stessa Caserma. Successivamente il Florio fu arrestato e portato alla Casa dello Studente di Genova; dopo un breve periodo di prigionia e maltrattamenti, una sera fu condotto con altri prigionieri presso il cimitero della Castagna, per essere fucilato. Il Florio dopo la fucilazione anche se ferito riuscì a sfuggire ai suoi aguzzini, facendo finta di essere morto, riuscendo così a salvarsi. Appena i Tedeschi si allontanarono, Lui preso dalla paura e nel buio cercò rifugio, lo trovò salendo sopra di un albero di cipresso e vi rimase tutta la notte. al mattino presto una donna che con altre transitava sul posto lo vide, e rendendosi conto della situazione, le gridò di fuggire prima che tornassero ancora i Tedeschi. Florio riuscì a fuggire, se pure in stato di confusione, dopo alcuni giorni fu accompagnato a Cornua dove trovò la prima assistenza presso la Famiglia Beccaria e poi fu portato a Pannesi dai Massone e qui prese il primo contatto con i Partigiani. Florio Renato rimase diverso tempo presso la Madonna del Bosco (Forse anche con qualcuno della propria Famiglia) appena le sue condizioni fisiche lo permisero egli si inserì con i Partigiani locali nella Brigata SAP Bedin, e per la sua esperienza di Ufficiale presso le Caserma di Sturla, ne divenne poi Comandante. La sua morte avvenne presso il Ponte di Rovegno la mattina del 24/04/1945 da dove avevano ricevuto ordini dal Comando di Bisagno di avviarsi verso Lumarzo, Pannesi e Uscio, mentre erano in marcia per raggiungere la meta, la colonna Partigiana fu presa a bersaglio e mitragliata da “Fuoco amico” da aerei Alleati a volo radente. Il Florio colpito morì tra le braccia di Garaventa Giovanni, 115 Vice Comandante della Brigata e Piemonte anche lui presente. In quel infausto giorno rimasero colpiti a morte fra Loco e il Ponte di Rovegno ben altri quattro Partigiani: Il Corpo dello sfortunato Florio Renato sepolto provvisoriamente presso il cimitero di Rovegno, fu riesumato nei primi giorni del maggio 1945 da Gildo, Fratello di Garaventa Giovanni (Caduto il 27/05/45) e da Massone GioBatta detto Ninin (Villa) che assieme ad uno di Bargagli che faceva l'autista nei Pompieri a Genova, Essi prelevarono la salma e la caricarono sopra di un automezzo dei VV.FF o pompieri e fu trasportata al cimitero di Genova-Staglieno. Gildo ricorda di una Signora che si chiamava Natalina che forse era una parente del Florio Renato. Memorie su Garaventa Giovanni “Castagna” Nato a Uscio il 08/10/1920, caduto il 27 aprile 1945: Comandante della Brigata SAP “Bedin” della Divisione Garibaldina Cichero VI Zona Operativa,. Testimonianza del Fratello Gildo nato Uscio il 20/03/1926 ove residente: Garaventa Giovanni Giuanin o “Castagna” nel periodo bellico era a Militare nel Reggimento di Artiglieria Contraerea presso Trino Vercellese, dopo l'8 settembre come altri suoi commilitoni si sottrae alla resa raggiungendo a Uscio la sua Famiglia; Il Giovanni era il capofamiglia ed abitava con la madre Maria, la sorella Rita ed il Fratello Gildo in località detta Costaferrena, che rimane dietro a Colle Caprile praticamente a Est di Pannesi e a Sud di Lumarzo. Già ai primi di ottobre si incontra con altri giovani per organizzare i primi passi per quella che sarebbe diventata poi la lotta armata contro il Fascismo ed i Tedeschi, viene a conoscere Dente, Bini e anche Bisagno, poi Scrivia e prende contatti con il gruppo di Pannesi: Piemonte, i fratelli Massone Mario, GioBatta, Emanuele, i Beccaria, Olcese e altri di Uscio. Il Garaventa prima di fare il Servizio Militare lavorava come fornaio da Caprile Giovanni, fratello di Benedetto di Colle Caprile (Entrambi Partigiani e Patrioti che aiutarono tantissimo le bande Partigiane) al ritorno cercò nel possibile di riprendere la propria attività, anche per aiutare la Famiglia, ma dai primi del gennaio 1944, fa parte di una delle prime SAP di Montagna che si stava formando nella Zona di Pannesi, Lumarzo e Colle Caprile. Quando il Garaventa Giovanni per ragioni di sicurezza e organizzativi dovette andare in “Montagna” il fratello Gildo lo sostituì dal Caprile come apprendista fornaio ed a portare il pane, il Gildo ricevendo le consegne dal Fratello ebbe anche in consegna una mula con la quale si doveva portare il pane a Pannesi, Piandeipreti, Cassanesi, Tribogna. Gildo era preoccupato perché non sapeva con precisione dove andare a fare le consegne del pane, non era a conoscenza dei negozi da rifornire e dove lasciare il pane, il Fratello le rispose: Tu vai dietro alla mula, vedrai che lei sa dove andare e quando si deve fermare. Giuanin con la “Banda“ dei Partigiani di Pannesi parteciparono a molte azioni militari e di controllo sul Territorio, alcune di queste "azioni" furono eseguite assieme con il Distaccamento “Pablo” della 59a Brigata di Manovra “Caio”. Proprio durante una di queste azioni, cadde a Lumarzo, combattendo Eroicamente il Partigiano Oreste Ughini detto “Bedin” Vicecapo Squadra di quel Distaccamento Partigiano. In seguito alla morte di Oreste Ughini detto Bedin il Comandante della Brigata di Manovra Caio detto l'Istriano intitola un Distaccamento della stessa Caio, in ricordo al Nome del Caduto. Questo Distaccamento era in gran parte composto da ex prigionieri Russi e da giovani della bassa Valtrebbia, la sua presenza si estese alternativamente nella zona dell'Aveto e anche nella zona della bassa Valtrebbia con presidio presso Marsaglia. Mentre i Partigiani della Brigata Garibaldi SAP della zona di Pannesi, Lumarzo verrà anch'essa chiamata Brigata SAP Bedin. Garaventa Giovanni detto “Castagna” era il Vice Comandante della Brigata SAP di Montagna Bedin, ne prese il Comando dopo la tragica morte del Comandante Florio Renato. 116 Memoria di Massone Giorgio e "Villa": Il Comandante “Castagna” e il Commissario Piemonte giunsero con parte della Brigata nella mattinata del 25 aprile sulle alture di Pannesi, ed il giorno del 26 aprile, il Comando della SAP Bedin, venne a conoscenza, di una prossima ritirata di una colonna Tedesca e di Repubblichini nella Zona di Uscio e Pannesi. Il 27/4/45 una parte della Brigata con Castagna, Piemonte, e Beccaria Angelo “Guido” si avviarono verso il Paese e dove incontrarono i primi Tedeschi alla Crocetta di Pannesi. Un Distaccamento della Brigata Bedin al comando di Villa e con Caruccio Giuseppe (Ex maresciallo e ex pugile) si avviarono verso la Costa du Saegru dove nel palazzo era alloggiato il Comando Tedesco, la stessa Truppa Tedesca da quel luogo ogni tanto sparavano dei colpi di fucile e brevi raffiche di Maschinengewehr (MG-42) a casaccio sul monte Bado e verso le case di Cornua; Il Distaccamento Partigiano con in testa Villa armato anche Lui di MG, assieme a Caruccio e gli altri dietro in ordine sparso, i quali cercarono di prendere di sorpresa il Comando Tedesco, arrivati nella curva di detta località, questi si trovarono davanti una colonna dei Tedeschi con la bandiera Bianca, nessuno degli stessi Partigiani si immaginava fosse così numerosa: Era la colonna in ritirata da Colle Caprile e da Calcinara . Le due parti contrapposte si fermarono con le armi in pugno ma nessuno di essi fece fuoco o atti inconsulti, si controllavano reciprocamente in un formale armistizio; I Partigiani dissero ai Tedeschi, che loro erano solo una piccola pattuglia di avanguardia, e che sopra dei monti vicini vi si trovavano migliaia di Partigiani e tanti altri combattenti bene armati, con mortai e mitragliatrici ed inoltre che stavano arrivando anche le Truppe Alleate. In poche parole, ognuno cercava di non spargere altro sangue e prendere tempo per avere ordini anche dai superiori. Castagna, Piemonte e Guido con la gran parte della Brigata Bedin incontrarono la Colonna Tedesca con i loro Ufficiali, presso la Crocetta di Pannesi, pure Essi presero tempo cercando di evitare il peggio, cercando di parlamentare fra le parti, Piemonte mandò a chiamare il Comando Partigiano della Cichero che era Bisagno, il quale si trovava alla Doria impegnato nella lotta con un gruppo di BN e Monterosa. (Il Comandante Bisagno che era impegnato anche verso la liberazione del Centro città di Genova, inviò una staffetta in sua rappresentanza che a detta di Giorgio Massone la persona inviata era il Caprile Angelo) Nello stesso tempo Essi cercarono di prendere tempo, e appresero che gli Ufficiali Tedeschi ed in particolare gli Ufficiali Repubblichini volevano parlamentare e trattare di eventuale condizioni di resa solo con altri Militari ed Ufficiali delle Truppe Americane. Ferriere: Storie e racconti da persone del Posto Testimonianza di Lercari Giovanni nato a Ferriere di Lumarzo il 24/9/1919. Giorno 20/9/2011 Incontro a Ferriere di Lumarzo con alcune persone del luogo che avevo già conosciuto precedentemente, alle quali avevo chiesto, se era possibile incontrarci una mattina, per verificare con la loro memoria alcuni alcuni episodi avvenuti nella zona nel periodo della guerra 1943/45. Il mio primo interlocutore è il Sig. Lercari Giovanni, nato il 24/9/1919 a Ferriere di Lumarzo dove tutt'ora residente. Il Lercari ha una memoria abbastanza lucida, ma in un primo tempo è abbastanza timoroso per raccontarmi alcuni episodi, avvenuti sul posto; ma successivamente sollecitato dalle mie domande, trova quasi il piacere nel fare i suoi racconti. Lui abitava ed abita proprio nelle vicinanze del Municipio di Lumarzo, nella località Ferriere. Nella sua memoria ci sono tante cose che lo stesso ha visto e vissuto in prima persona, mi racconta del primo rastrellamento che è stato fatto sul posto, c'erano i Tedeschi che venivano da Bargagli, erano passati da un luogo chiamato Molino Pitelli e a Maxena, avevano preso un certo Luigi Ferrera, e con lui hanno proseguito sino alle Ferriere, Lercari era fuggito ed attraversando il fiume si era rifugiato sulla collina degli Scagnelli. 117 Mi racconta di una delle prime volte che aveva visto i Partigiani, era quando Essi sono arrivati sul posto ed hanno attaccato la caserma delle GNR o Brigate Nere presso il Municipio di Lumarzo, in Località di Ferriere; era verso sera, circa le ore 20.00 (del 13/6/1944). Sono arrivati dieci dodici giovani quasi dei ragazzi, hanno cominciato a sparare con i mitra e i moschetti che loro avevano, gli altri rispondevano al fuoco anche con una mitraglia che era a pian terreno, lo scontro era durato qualche ora, si ricorda di Bisagno e di Luna 88 che erano presenti e Luna era proprio vicino alla sua casa, si ricorda che alcuni di questi Partigiani, avevano tanta paura, e lo stesso i Fascisti dentro la casa Comunale. Per combinazione quel giorno era il giorno di paga, che veniva portata a loro da due militi della GNR da Chiavari. Durante la sparatoria, sopraggiunse una Topolino con la capottina nera aperta, sopra c'era un milite che guidava ed un graduato seduto a fianco, essi furono centrati da una raffica sparata dai partigiani, la macchina andò a finire contro il muretto della strada e uno dei due era riverso sul volante della macchina, la quale rimase con il motore acceso molto accelerato. Ad un certo momento quello vicino all'autista, che sembrava anche lui morto, si alzò e fuggì attraversando la strada, infilandosi in mezzo alle case, portando nelle sue mani una borsa. L'autista della Topolino era rimasto fermo sopra la macchina, probabilmente già morto sul colpo, mentre il fuggitivo, passando in mezzo alle case, approfittando della scarsità di luce, vista l'ora tarda, si era nascosto dietro le case dentro un pollaio di galline, (Il quale era di proprietà di sua cugina). Il milite morto si chiamava Decio e dopo qualche giorno venne sul posto, da Chiavari, la Moglie per sapere dove e come era morto il proprio marito. Uno dei Fascisti si era asserragliato nel fondo del Municipio e sparava con un moschetto, contro i Partigiani, lo stesso poi riuscì a scappare sfondando una paratia posteriore, del fondo facendo un buco dove attraverso di questo si eclissò. Ad un certo punto del duro scontro, fu udito un forte boato, ed un polverone e fumo nero uscì dal municipio, era scoppiata una bomba al suo interno. Il giorno dopo venne sul posto, da Chiavari Vito Spiotta, con altri militi, lo stesso Spiotta con un mitra di quelli con la canna bucata (MAB mod. 38) incavolato perché da sotto Tasso c'era gente che guardava i resti dell'evento, cominciò sparare contro queste inerti persone che per maggior parte erano donne e bambini, questi appena sentite fischiare le pallottole si buttarono a terra u sparirono subito dal bersaglio di Spiotta. Note di GB: Si riporta la seguente ricerca su alcuni dei personaggi indicati dal Sig. Lertora, i dati corrispondono agli avvenimenti, dell'attacco alla caserma della G.N.R. delle Ferriere di Lumarzo del 13/06/1944, seguono le notizie ricavate da: Caduti della RSI nella provincia di Genova. La morte di Decio Guido: Decio Guido nato a Chiavari il 19/08/1916 il giorno 13/06/44 partiva da Chiavari alla guida di una millecento89 per recarsi a Ferriere di Lumarzo dove i Partigiani avevano attaccato la Caserma delle della G.N.R. (Guardie Nazionale Repubblicane). Erano con Decio i fascisti Sivori e Rubino; giunti nei pressi di Ferriere alle 20,30 venivano bloccati da un tronco posto in mezzo alla strada, mentre colpi di arma da fuoco si abbattevano sulla vettura. Decio cadeva ucciso, Sivori veniva catturato e non si ebbero più notizie. Rubino si salvava rifugiandosi sotto la macchina. Il Decio apparteneva alla Squadra "E. Muti" costruita a Chiavari da Spiotta con fascisti del Chiavarese e subito impegnata nella lotta anti Partigiana. Con la creazione della XXXI Brigata Nera la Squadra E. Muti fu l'originario del III°Battaglione della BBNN di Chiavari, per questo la Brigata Nera altro non era che la militarizzazione del P.F.R. 88 Luna poi per il suo scorretto comportamento fu ucciso in Cornua da un certo Dario. 89 Il lertora disse di una Topolino con tettoia aperta (scapottabile) 118 Il Sivori Giovanni, nato nel 1906 faceva parte della G.N.R. poi XXXI Brigata Nera Silvio Parodi, Egli fu catturato dei Partigiani e successivamente fucilato dagli stessi. Il Decio Guido aveva un fratello di professione fornaio di nome Giovanni, anche lui Squadrista, che fu fucilato a Chiavari presso la Colonia "Generale Gustavo Fara" il 28/04/1945 con altri sette Fascisti, l'esecuzione fu compiuta da Militari Alleati della 92^ Divisione Buffalo della USA Army. I fucilati a Chiavari del 28 aprile 1945 furono: 1) Bellucci Oscar nato a Chiavari nel 1898 , impiegato ispettore addetto all'ammasso dell'olio. 2) Ceccarelli Lino di anni 55 nato a Frosinone; 3) Decio Giovanni nato a Chiavari anni 40, fornaio 4) Devoto Giuseppe di professione manovale età 64 anni nato a Borzonasca; 5) Pancani Eufuro di origine Toscana milite della XXXI Brigata Nera Silvio Parodi; 6) Pellegrino Donato età 40 anni nato ad Altamura (BA) di professione impiegato; 7) Tronca Stefano nato nel 1888 a Marsala (TP) ex Capitano dei Reali Carabinieri in congedo, comandava i Vigili Urbani di Chiavari (In alcuni documenti lo danno per caduto il 27/04/45) 8) Ceino era l'altra persona che doveva essere fucilata, il quale si salvò. Rastrellamento del 19/11/1944 a: Uscio, Passo della Spinarola, Tribogna, Ferriere e Lumarzo. Il Lercari mi racconta che durante un rastrellamento che i Tedeschi, le Brigate Nere ed Alpini della Monterosa fecero nella zona Lumarzo e Ferriere in data del 19/11/44, Essi entrarono in tutte le case, e requisirono tutto quello che a loro poteva servire, compreso soldi e altri beni, in quella occasione Egli fu avvertito dell'arrivo dei Nazifascisti, e lui con suo Padre si nascosero in un solaio dove si tenevano a maturare le mele, Essi si fecero coprire, con sacchi e in parte con delle mele. Alcuni soldati Tedeschi durante la perquisizione, videro nel buio le mele e ne presero alcune mettendole in tasca, in quel momento egli benedisse la voglia di mele di quei soldati, che evitò un controllo più accurato del proprio nascondiglio. Durante questo rastrellamento essi cercavano dei Partigiani, che dovevano trovarsi sul posto, ma non riuscirono a trovarne nessuno, furono arrestati diversi civili, fra i quali si ricorda di padre e figlio: il padre si chiamava Albani Ferdinando ed il figlio Giuseppe. Arrivo del 442° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo USA Army Il Lercari Giovanni mi racconta del 27 aprile del 45, quando di buon mattino arriva alle Ferriere una colonna di soldati Americani, lui era ancora in letto, e sua madre lo chiama dicendole: <Vieni a vedere c'è una colonna di soldati, ma hanno una divisa diversa, è più sul verde, e di forma diversa>. Il Lercari va alla finestra e vede tutti questi soldati e si rende conto che non sono Tedeschi, e non hanno atteggiamento ostile nei confronti della Gente del posto, che sono già in strada a guardare questo nuovo evento, scende anche lui e capisce che sono Americani, e gli stessi chiamano la gente Paisà o Paisano, lui pensa che volessero dire Partigiano. Essi chiedono informazioni alle poche persone presenti, alcuni Soldati avevano dei fogli in mano (Cartine Topografiche) e cercano la strada verso Sant'Alberto e Pannesi. Questi erano a piedi in colonna, con zaini e armi sulle spalle; erano alcune centinaia, non facevano molto rumore, anche nei loro passi erano silenziosi, e questo colpiva tutti noi, abituati con i Tedeschi, che durante le loro marce sembravano cavalli, trun, trun quel rumore dei tacchi ferrati, che essi usavano nei loro stivali. Alcuni di noi, dice Lercari, che eravamo scesi sulla strada, cercammo di spiegare quale era il sentiero per andare nella zona da loro richiesta, e questi salutandoci si avviarono dove fu loro indicato, non ricordo se fra noi qualcuno andò con loro, ma non credo. Durante la giornata passarono altri, il giorno prima avevo sentito le cannonate di Uscio, (I cannoni erano Colle Caprile) e si sentiva sparare in diversi luoghi con fucili e anche con mitraglie. 119 Memorie di Schenone Aldo nato a Lumarzo il 29/7/1934 ove residente. Premessa che con Aldo di Lumarzo ci conoscevamo dal primi mesi dopo guerra, conoscevo Lui, le Sorelle, ed anche il Padre chiamato da noi Pisano, ex Carabiniere, contadino di professione. Chiedo ad Aldo se si ricorda dello scontro avvenuto a Lumarzo il 23/9/1944 dove nell'impari lotta, tra Partigiani e Tedeschi, cadde eroicamente il Partigiano “Bedin” nato a Bettola e vice Caposquadra del Distaccamento Pablo della Brg CAIO. Aldo mi racconta la sua versione dei fatti, che quella mattinata del 23 settembre c'era tempo brutto e piovigginava, c'era molta nebbia, ed un gruppo di Tedeschi dislocati a Uscio, erano partiti per andare a Lumarzo, dove dovevano congiungersi con altri sul luogo ed in arrivo da Lagomarsino o da Gattorna. Il gruppo di Tedeschi che era partito da Uscio, scelse la strada più breve per raggiungere Lumarzo, che era la strada che da Colle Caprile passava dalla Chigulla, ed era quella più usata da tutta la popolazione di quei luoghi, e cioè passare dopo il tagliamento di Colle Caprile, oltre la casa del detto “Ballin de Colle” andare in Costaferrena e scendere nella “Chigulla” attraversare il ponte sul torrente, salire verso le Piane di Lumarzo ed arrivare da li in centro del Paese. Ma la colonna di soldati Tedeschi quando era giunta nella zona della Ghigulla, dove c'era la biforcazione del sentiero in diverse direzioni, probabilmente prese la direzione, sbagliata e andò a finire in Lainà, Essi si resero conto che avevano sbagliato strada, e così svegliarono nella prima casa trovata, il suo abitante, il cui nome era Michele, detto Micchè de Lainà, padre di un giovane Patriota detto Valle. La colonna dei Tedeschi, che si era persa, ha obbligato il Michele di accompagnarli verso Lumarzo, camminando durante la notte al buio, questi arrivarono quasi a Lumarzo, passati subito dopo le Piane, casualmente si intercettarono con i Partigiani, che stavano marciando a pochi passi, e nacque lo scontro armato dove morirono 5 Soldati tedeschi, molti furono feriti, e cadde eroicamente anche il Partigiano Bedin, che permise ai suoi compagni di sganciarsi e salvare la loro vita. Liberazione e le Funzioni del CLN della Liguria Dopo la Liberazione e la fine della guerra, bisogna organizzare il Paese, fare funzionare le Scuole, dare cure agli invalidi ed ai feriti, pensare alle provviste dei beni di prima necessità, vigilare su armi e munizioni ancora disperse in molti luoghi, evitare pericoli di vendette personali, occorre agire su mille problemi compreso quello della viabilità e trasporti ecc. ecc. La popolazione di questi Paesi è Gente attiva e laboriosa, cercano di migliorare le loro attività in prevalenza agricola e zootecnica, in poco tempo si moltiplica la produzione sia di latte come di prodotti agricoli; da queste Zone viene fornita parte della la forza lavoro, per la ricostruzione anche delle città di Riviera bombardate e di Genova. Molti giovani Contadini in poco tempo si trasformano in bravi operai, muratori, autisti, infermieri, fioristi nei vivai della Riviera e di quanto altro ha bisogno il nostro Paese Italia. Grande è la fornitura di frutta e verdura che parte dai nostri monti, nascono nuove attività commerciali, di raccolta e di distribuzione: Inizia la ripresa. Pochi oggi ricordano gli Uomini e le Donne che ogni mattina facevano la "Chigulla", Cornua, Sant'Alberto per portare a vendere la loro sudata produzione, e rifornendo la città di questi preziosi beni, personalmente ricordo le "lanternette" e scarpe lasciate a Colle Caprile, vicino alla casa "Du Ballin" (perché erano servite per camminare di notte). Anche i Partigiani ritornano alle loro attività, alle loro case, qualcuno ritorna anche a scuola da loro abbandonata per andare a combattere contro il Nazifascismo. Ma per tanti giovani e meno giovani di allora, la situazione era realmente dura, (Non tutti avevano terreni o lavoro in proprio) tanti non trovano lavoro, non esistevano più le fabbriche o le attività esistenti prima della guerra, tanti non trovano neanche più la loro casa (Distrutta dai bombardamenti). E' in questa grave situazione che i Locali CLN debbono mettere tutto il loro impegno e buona volontà per la ricostruzione, per fare 120 funzionare la "Macchina dei Comuni" fare le nuova esperienza dopo anni di dittatura Fascista, dei Podestà, la Gente non era abituata a gestione dei Comuni e della nascente Democrazia. Anche nel Comune di Lumarzo si era costituito da tempo il CLN, che agiva in clandestinità, ora si conoscono i Nomi, si possono consultare sentire scambiare idee con Loro. Molto deve essere il Loro impegno, grande la capacità e l'unione per cercare di rispondere ai problemi sopra esposti, inizia ora questo loro nuovo impegno tra le mille difficoltà, forte è la sfida che li attende. Di seguito si riporta la cronaca delle prime sedute avvenute nel Comune di Lumarzo. Formazione del CLN - Lumarzo dopo il 27 Aprile 1945 Nel CLN di Lumarzo erano stati designati i seguenti cittadini: Massone Emanuele nato a Lumarzo il 3-6-1897 Patern. Luigi Residente a: Pannesi di Lumarzo Tit/Scol. 5a Elementare Professione: Agricoltore Coniugato: Vedovo Ha Figli: Due Appartenenza: Partito Comunista Italiano Funzione: Presidente del CLN Ferrera Angelo nato a Lumarzo il Residente a: Lumarzo Via Barca Tit/Scol. Professione: Contadino Coniugato: Si Ha Figli: Si Appartenenza: Liberale Funzione: Patern. Angelo Don Oneto Giuseppe nato a Valparaiso-Cile il 22-5-1914 Patern. Giacomo Residente a: Lumarzo fraz. Pannesi Tit/Scol. Prete Professione: Parroco a Pannesi Coniugato: Ha Figli: Appartenenza: Democrazia Cristiana Funzione: Segretario del CLN Storia e Funzionalità del CLN di Lumarzo: Note: Da alcuni documenti recentemente ricuperati risulta che dal Febbraio 1944 esisteva in Lumarzo già il CLN; Il documento non specifica i Nomi di tutti i componenti ma si accerta che per il PCI il designato fosse il Massone Emanuele Detto Piemonte. Il Documento che riconferma che il CLN di Lumarzo fosse già esistente dal febbraio 44 è ricavato da una riunione tenuta il 5-11-44 alle ore 14,00 presso la località Bosco di Lumarzo, presenti: Luccio; Dente; Piemonte; Giuseppe e Pietro. Altro documento di conferma è la seguente disposizione: 18 Luglio 1944 – Verbale di una riunione tenuta a Pannesi dal CLN di Lumarzo con il Comandante "Scrivia" del 3° Distaccamento della Brigata Garibaldi i quali in comune accordo stabiliscono quanto segue: <Che dal 1925 esisteva a Pannesi la SMS fra Liberi Operai e Contadini con sede in casa di sua legittima proprietà che le Autorità Fasciste fecero chiudere col pretesto di essere stata contro il Fascismo ecc. ecc. Si decide di restituire al legittimo proprietario, alla SMS la casa e quando dovuto ecc.> Segue la firma di Scrivia e dei membri del CLN – Viacava Giovanni, Massone Emanuele e altri nomi non decifrabili. 121 Altro documento che fa riferimento al CLN di Lumarzo ed a Piemonte, è il seguente lascia passare concesso dal Comando della 3a Divisione Ligure: I permessi di questo tipo erano molto riservati e di non facile concessione, addirittura limitati a persone conosciute personalmente e di massima fiducia del Comando stesso. Segue trascrizione del documento: 3a D I V I S I O N E L I G U R E 3^ - 57^ - 58^ Brigata d'Assalto Garibaldi COMANDO data 2 / 8 / 44. Il Cittadino Piemonte membro del CLN è autorizzato a passare il posto di blocco e ad attraversare la Zona occupata dai Garibaldini della III Divisione. (Segue firma del Commissario e timbro formato di Stella con Garibaldi) Dal 12 dicembre 1944 "Piemonte" è fornito di documenti falsi rilasciati dal Comune di Torriglia e dal Comando Prefettizio a Nome di: Picasso Arturo Figlio di Bernardo e della fu Dondero Giuseppina, nato a Recco il 14 novembre 1894, celibe, impiegato cittadino Italiano residente in Recco, ma provvisoriamente residente a Torriglia Frazione Pentema: Segue foto e altri dati anagrafici e del Comune; Firma del Commissario Prefettizio d'Ordine. 4 Maggio 1945 Viene tenuta la prima riunione del Comune di Lumarzo, dopo la Liberazione, per la nomina dei membri del CLN. La riunione si tenne presso l'Asilo di Lumarzo, usato in quel momento come Municipio e fu presenziata da Piemonte; Letto il decreto che autorizzava a formare il CLN, vengono così designati: Don Giuseppe Oneto – Parroco di Pannesi Partito Democristiano Massone Emanuele Partito Comunista Schenone Giuseppe Demo-Liberale Olcese Luigi Partito d'Azione Beccaria Angelo Partito Socialista Ferrera Angelo Partito Repubblicano Fossa Pierino Commissario SAP Schenone Giovanni Fronte della Gioventù Sciaccaluga Natalina90 Difesa della Donna L'assemblea dei delegati del CLN eleggono all'unanimità: Presidente Emanuele Massone; Segretario il Don Oneto Giuseppe Parroco di Pannesi. Vengono confermati gli impiegati Municipali: Schenone Ernesto come Direttore Ufficio Annonario; Una Signorina come aiutante dello stesso; Schenone Pippo mutilato, tiene l'Ufficio Anagrafe e messo comunale. 6 maggio 1945 Domenica ore 14,30 - Si riunisce per seconda volta il CLN di Lumarzo per la conferma della nomina dei Consiglieri Comunali eletti: Tasso centro, Ferrea Andrea fu Stefano; Craviasco, Crocco Antonio di GB; Cerese, Ferrari Italo di GB; Ferriere, Ferrera Giuseppe fu GB; Rossi, Garaventa Simone fu Raffaele; Tassorello, Carbone Felice di Luigi; Lumarzo centro, Schenone Carmelo fu Stefano e Schenone Camillo; Piane, Schenone Vittorio di Giovanni; Lagomarsino, Lagomarsino Angelo fu Federico; Pannesi centro, Olcese Piero fu Luigi e Schenone Attilio di Giovanni; Lainà, Olcese Lorenzo di Lorenzo; Vallebona, Ferrera Paolo fu GB; Boasi, Fossa 90 Personalmente non so chi era la Sig.ra Natalina ? Forse era la Moglie o compagna di Florio Renato Comandante della Brg. Bedin caduto a Rovegno il 24-4-45 ? Gildo Garaventa che aveva riesumato la salma di Florio da Rovegno e trasportata a Genova mi disse che la Moglie o compagna dello stesso si chiamava Natalina ed era una Attivista. 122 Dolcino fu Serafino. - Costituita la Giunta si procede alla elezione del Sindaco e Vice; sono assenti: Olcese Piero fu Luigi per Pannesi; Ferrera Paolo fu GB, come unico rappresentante per Vallebona. Dopo lunga e animosa discuzione, usando la capacità oratoria del Presidente Massone Emanuele, infine si concluse all'unanimità con l'elezione a Sindaco del cittadino Fossa Dolcino di Boasi, Vicesindaco Ferrera Giuseppe fu GB di Ferriere. Alla fine della riunione viene letta una proposta del Comandante di Brigata, il Partigiano Fossa Pierino91 di Boasi con data 6-5-45. (Segue testo) Carissimo Piemonte Mi rivolgo a Te con questa mia, pregandoti di inviare una lettera intimidatoria a ciascuno dei sottonotati ex fascisti affinché sistemino entro 8 giorni, a loro spese, la sala situata al primo piano del Municipio e poi coordinare la sistemazione di tutto il caseggiato. Vengono elencate le persone da inviare la lettera di intimidazione. La lettera viene ed approvata da tutto il Comitato e Giunta ad eccezione di Schenone Giuseppe. Viene dato incarico al Segretario Comunale di inviare la lettera alle sopra dette persone; segue firme: Il Segretario (Don Giuseppe Oneto); Il Presidente (Massone); I Membri (segue firme) In data 12 maggio 1945 fu consegnata la seguente Intimazione: Comitato di Liberazione Nazionale di Lumarzo Intimazione I sottoelencati ex fascisti debbono nel termine di otto giorni, dalla data della presente intimazione, provvedere a loro spese alla sistemazione della sala al primo piano del Municipio, coordinando successivamente la sistemazione totale di tutto il caseggiato distrutto. Le persone in parola sono le seguenti: 1 S. L. di Lumarzo 3 N. S. di Lagomarsino 5 N. G. della Donega 7 F. G. Ferriere 2 4 6 S. N. L. G. C. F. di Lumarzo di Lagomarsino " Segue che la presente intimazione è stata approvata dal CNL e dalla Giunta Municipale; è firmata per il CLN : Il Presidente (Massone Emanuele) e Il Segretario (Don Giuseppe Oneto) Note di GB: In merito alla lettera di intimidazione inviata alle diverse persone ritenute Fasciste e compromesse con tale regime, parte degli stessi si rivolgono al Comando della Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti, per protestare al merito della stessa intimidazione. Purtroppo non scorreva un buon stato di vicinato, fra il CLN di Lumarzo, e la Brigata locale della Giustizia e Libertà G. Matteotti, a cui si fa riscontro la seguente lettera inviata nel merito: Segue lettera di protesta nei confronti del CLN e Giunta di Lumarzo: 91 Fossa Pierino deve essere Fossa Pietro di Serafino già comandante di Distaccamento della Brigata SAP "Bedin" che dopo la Morte del Comandante Garaventa Giovanni "Castagna" ucciso il 27-4-45 sia passato il Fossa al Comando, Essendo Piemonte eletto capo del CLN di Lumarzo, inoltre era nominato già precedentemente Commissario della Brigata non era compatibile anche con il Comando. 123 DIVISIONE " GIUSTIZIA & LIBERTA'" " G. M A T T E O T T I " Commissario Brigata " Lanfranconi" Al Presidente ed al Segretario del Comitato di Liberazione Nazionale di L U M A R Z O 19 Maggio 1945 In all'atto di imperio, in data 12 maggio 1945 col quale Voi Intimate ai Cittadini di Lumarzo il pagamento della restaurazione del Municipio, Vi avvertiamo che tali intimazioni e tassazioni sono vietate dal Comitato di Liberazione Nazionale A.I. In seguito a precisa disposizione del Comando Alleato. Pertanto comunicheremo copia della Vostra intimazione al C.L.N. per la Liguria ed al Comando Alleato. Il commissario II Brigata " A. Lanfranconi" (Carlo) Segue Firma e Timbro: Divisione "Giustizia e Libertà" G. Matteotti. Il giorno 13 maggio 1945 si riunisce il CLN di Lumarzo e delibera: 1) Costituire un Comitato per la raccolta fondi, per sopperire alle spese sostenute dal CLN. 2) Fare eseguire le Mandove a tutti gli Uomini di Pannesi e Lumarzo per sistemare la strada Lumarzo-Calcinara; Costruzione del ponte di Pannesi, riparazione in varie altre località. 3) Raccolta di tutto il materiale esplosivo e armi abbandonate dai Tedeschi il giorno della Resa; 4) Ricorso per la requisizione delle vacche ai contadini da parte della Giustizia e Libertà. 5) Il materiale (Tavole, travi ecc.) abbandonato dai Tedeschi a Lumarzo è assegnato alla Famiglia Massone Lorenzo per riparare la casa distrutta dai Tedeschi. 6) Comunicare alle Sorelle Olcese che la loro casa, situata sul Monte Cornua, viene temporaneamente assegnata a Beccaria G. Batta, che possa cosi esercire come Osteria essendo stata la sua bruciata per rappresaglia dai Tedeschi. Seguono Firme Il Presidente (Massone Emanuele) Il Segretario (Don Giuseppe Oneto) I Membri (Schenone Giovanni) Segue seduta del 28 Maggio 1945 Inizia la seduta con la lettura del verbale e si passa all'esame delle seguenti: 1) Lettera del Consiglio Provinciali per l' Economia riguardante le denunce dei quadrupedi presi alle truppe Nazifasciste; Lungo dibattito fra il Presidente e il Commissario Renzo, di Torriglia, come Comandante Militare, dipende dal Comando della VI Zona, esige la denuncia di detti animali, si decide di chiedere le opportune chiarificazioni dagli Organi Competenti. 2) Esame delle note inviate dagli ex fascisti: S. G. e S. L. di Lumarzo, si decide, esaminate le loro moderate proposte, di prendere verso di loro un atteggiamento meno intransigente. 3) A riguardo di F. G. macellaio, profittatore e degli ex fascisti L. F. e i fratelli N. S. e C. che hanno ricorso alle bande di Giustizia e Libertà, di prendere un atteggiamento deciso. 4) Si provvede alla nomina di una Commissione di Epurazione; Addetti sono: Fossa Pierino, 124 Comandante della SAP e il Vice Comandante Schenone Giovanni. Il Presidente (Massone Emanuele) Segue Firme Il Segretario (Don Giuseppe Oneto) I Membri firmato (Schenone Giovanni) Nella documentazione del Partigiano Piemonte vi si trovano diverse documentazioni che si riferiscono a momenti legati alla lotta di Liberazione, si allega il testo di alcune comunicazioni a riguardo: COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA' COMANDO Brigate "Garibaldi" SAP li, 4/5/45 Al Commissario Politico della Brigata "BEDIN" Lumarzo - PIEMONTE ================== Ti preghiamo col materiale che tu hai sequestrato ai Tedeschi di indennizzare il Sig. SCHENONE Luigi di Vittorio sinistrato per il rastrellamento del 23 settembre 1944. p. IL COMANDO S. A. P. (Firmato) Corrado Si riporta parte del testo di una comunicazione del CLN del Comune di Lumarzo: Lumarzo 15 maggio 1945 Si certifica che Massone Emanuele92 fu Lorenzo ha collaborato con questo Comitato fino dal gennaio 1944. Egli ha prestato numerosi servizi, trasportato armi per conto dei Partigiani, e trasportato la prima stazione radio trasmittente della Divisione Cichero: Ha operato pure per l'accompagnamento dei Volontari che dalle Riviere si recavano nei Garibaldini a Cichero. Ha prestato continuamente servizio e merita ogni riguardo e considerazione: Egli ha pure appartenuto alle S.A.P. Il Presidente (Firmato) Massone Emanuele Altra lettera scritta a mano, inviata da Uscio per Piemonte porta la timbratura con un timbro rotondo con le seguenti sigle: C. L. N. CORPO VOLONTARI di LIBERAZIONE - COMITATO RECUPERO MATERIALI. Uscio 10 giugno 1945 92 Massone Emanuele era Partigiano e Figlio di Lorenzo, Ucciso a Recco il 14-12-1944, 125 Caro Piemonte A tuo nipote abbiamo dato quanto potevamo; non abbiamo finimenti completi comunque cercheremo di aggiustarlo. Riguardo ai quadrupedi ti prego di farmi avere al più presto la nota la nota di quelli distribuiti a Pannesi e paesi circonvicini, da te avendo io ricevuto l'incarico da .......... e Commissione ....... riguardo del detto ricupero di tutti i quadrupedi di questa zona, compreso Pannesi, di procedere alla loro assegnazione legittima, tenendo conto del criterio seguito dai precedenti . Saluti Luca Altra lettera inviata dal C.L.N. a Piemonte, a riguarda la consegna di quadrupedi, come altre lettere trovate fra i documenti Piemonte presso l' ILSREC sono inviate al CLN di Lumarzo, dal Consiglio Provinciale delle Corporazioni di Genova a riguardo di "Denuncia quadrupedi" firmata dal: Il Presidente della Commissione Economica . Si riporta il testo di una comunicazione del Comando della Sesta Zona. COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE Corpo Volontari della Libertà COMANDO SESTA ZONA OPERATIVA Genova, 15 giugno 1945 Il Sig. Massone Emanuele (Piemonte) è autorizzato dal Comando Zona a vendere il cavallo consegnatoli da questo Comando stesso, per risarcimento dei danni subiti durante il rastrellamento del 27 agosto 1944. Il sig. Massone ebbe la casa bruciata per aver sempre aiutato i Partigiani. Il Comandante (Miro) il Commissario (Ugo) Si riporta alcuni documenti che comprovano la pignoleria e il rigore dei Comandi Partigiani: VI Zona Operativa li 16/5/45 III Divisione Garibaldi Cichero Comando G.D.P. ex SAP Gorreto Al Commissario della Brigata "BEDIN" P ANNESI Caro Piemonte: Sei pregato di farci avere la bicicletta da te avuto in consegna da codesto Comando, Ti raccomandiamo di farlo il più presto possibile, che a nostra volta teniamo a far bella figura verso il proprietario, che ce la consegnata. Grazie e Salute Il Commissario (Segue Timbri e firma non leggibile) In ottobre del 1945 vi è tra la documentazione del CLN di Lumarzo una lettera di dimissioni del Parroco Don Oneto dal CLN del Paese. 126 In data 7-10-1945 Don Oneto Parroco di Pannesi per ordine dei Superiori lascia la carica di Membro CLN di Lumarzo, essendosi formata in paese la sezione della Democrazia Cristiana viene sostituito con il sig. Capestro Mario fu Luigi della frazione di Tasso. Firmato, (Don Giuseppe Oneto) Nel mese di settembre 1945 c'è una lettera dalla Corte Straordinaria D'Assise di Chiavari inviata al CLN di Lumarzo si riporta la trascrizione: U F F I C I O D E L P. M. Presso la CORTE STRAORDINARIA D'ASSISE DI CHIAVARI Chiavari, li 10/9/1945 O g g e t t o: Proced. Contro R..... G........ On. le Comitato di Liberazione Nazionale di LUMARZO Pregasi codesto On.le C.L.N. dare dettagliate informazioni circa il rastrellamento compiuto ad opera di tedeschi e Brigate Nere di Camogli nella zona di Lumarzo-Ferriere-Uscio il 19 novembre 1944, indicando se in occasione dello stesso avvennero arresti, uccisioni, ferimenti, saccheggi, incendi, furti ecc. con particolare riferimento al contegno dei militi della B. N. di Camogli e del sig. R.... G.... in specie. Con cortese sollecitudine. Indicare anche la generalità di testimoni informati dei fatti IL PUBBLICO MINISTERO (Segue firma poco leggibile) Note di GB: Si riporta sotto copia del documento che autorizzava il Massone Erminio di Uscio, a ritirare i cavali lasciati dalle truppe Tedesche e della RSI. Il foglio è scritto mano dal Commissario "Bill" del Distaccamento "Alpino" della Brigata Berto, il quale era a Sant'Alberto di Bargagli nei giorni 27 aprile 1945. L'Alpino poi ha proseguito per Uscio e successivamente per Recco. Il Comandante del distaccamento era Massai Elvezio detto "Santo". La concessione non piacque molto alle SAP di Lumarzo e di Uscio, dove anche Santo non trovò una armoniosa convivenza. 127 Raconti e memorie su fatti ed episodi della Resistenza legati a Pannesi di Lumarzo Memorie sul Partigiano Bonicelli Giacomo detto “Badoglin” e di Massone GioBatta detto “Villa” di Pannesi di Lumarzo. (Memoria di Garaventa Bruno di Colle Caprile) Io nell'agosto 1967 sbarcai dalla Motonave Agustana e andai a lavorare presso la Raffineria Sanquirico, di Ge-San Quirico, era una delle prime volte che mi ero recato in Valpolcevera, conoscevo poca della storia di quella Zona dei suoi Paesi e delle colline che la circondano, è la più bella vallata del Comune di Genova, zona già scelta nel 600 e nel 700 dalla famiglie nobili e ricche di Genova, per costruire in loco le loro residenze di villeggiatura estiva, le coltivazioni orticole, i frutteti, il bestiame allevato per la produzione di latte e carne, forniva le cucine della nobiltà. Nel mio nuovo posto di lavoro ebbi occasione di incontrare tra le maestranze molti ex Partigiani che avevano combattuto anche nella zona di Lumarzo, alta Fontanabuona e in Val Trebbia, alcuni di questi come Aluigi Dante (Buffalo) e Bergonzoni Ennio (Dick) erano nella Brigata “Volante Ballilla” ed abitavano entrambi a Bolzaneto; poi c'erano altri che erano stati partigiani o Patrioti nelle zone del Basso Piemonte o nei GAP o SAP locali. In questa nuova realtà di lavoro c'era anche un Partigiano detto “Badoglin” (Bonicelli Giacomo) che abitava alla Castagna di Pedemonte (Serra Riccò), che al quel tempo faceva parte della Commissione Interna per il sindacato SILP-CGIL. Con “Bonni” (Come lo chiamavo io) diventammo molto amici, come del resto con tanti altri, ma per me nasceva la curiosità di conoscere la sua Storia da Partigiano, e la sua esperienza politica (del PCI) e Sindacale. Io ero da tempo iscritto al PCI e conoscevo abbastanza le posizione 128 del nostro Partito, ma quello che conoscevo poco era l'organizzazione del sindacato, il rapporto fra Sindacato e Lavoratori, ruolo delle Commissioni Interne ecc. Io non avevo mai conosciuto il Sindacato, poco sapevo di cosa volevano dire quelle Sigle: CGIL 93, CISL, UIL, CISNAL e altre sigle che esistevano, del rapporto fra i lavoratori e Sindacato, fra gli altri colleghi di lavoro che facevano parte della Commissione Interna, ricordo di Pedemonte Giovanni e Stefanelli due bravi attivisti dai quali imparai molte cose utili, così come anche dal Bonicelli. Pedemonte (Socialista), bravo a spiegarti le cose, molto convincente nelle sue positive discussioni, persona molto seria ed impegnata anche nel sociale, Stefaneli parlava forse meno ma era molto profondo nei suoi pensieri, e nella storia del Partito e del Sindacato, Uomo integerrimo coerente fino alla fine delle sue Idee e del Partito in cui militava, era la Bibbia della Sinistra. Bonicelli era la persona con cui parlavo di più, uno dei motivi era che eravamo anche vicini fisicamente sul posto di lavoro, Lui passava dei periodi con me in officina di manutenzione degli impianti della raffineria, Egli a volte andava a Trasta o Ponte X° a caricare i vagoni ferroviari di carburanti o combustibili che andavano all'Estero. Io che da sempre ero curioso della storia della Resistenza, ora mi trovavo con questi “Miei Eroi da mungere” quante più informazioni fosse possibile avere: Come funzionava in montagna l'Organizzazione Partigiana, la disciplina, l'armamento, i vestiti e le battaglie e quanto altro che non sto elencare. "Bonni" che era uno molto loquace e con me stava volentieri a parlare, ed io ancora di più ad ascoltarlo, mi raccontava le cose della sua vita da Partigiano, il perché era stato chiamato Badoglin e anche della sua gioventù, di un ragazzo molto vivace, mi parlava, dei Fratelli e tante altre cose. Il giorno del 2 Giugno Festa della Repubblica, ai quei tempi si faceva un grande Raduno a Pannesi, parlando con lui, di questo Raduno mi disse che c'era già stato, io le dissi che sono nato a Colle Caprile e che era a due passi da Pannesi, per cui andavo sempre alla Cappelletta delle 5 Strade alla cerimonia Commemorativa dei Caduti, della Brigata Bedin e dei Partigiani in generale, e poi andavo anche alla Festa nelle Gione, come chiamavamo noi di Colle quella ricorrenza. Questa mia partecipazione alla manifestazione, non era continua, perché io a 19 anni avevo terminato la scuola che frequentavo a Camogli, poi mi ero imbarcato e navigando non sempre mi trovavo in Italia nell'evento della manifestazione del 2 Giugno. Un giorno Bonni mi disse che lui durante una battaglia contro i Tedeschi in Valtrebbia, aveva in consegna una mula, e questa impaurita dagli spari e dalle pallottole che le fischiavano vicino, era riuscita a scappare dalla sua custodia, egli disperato la rincorse per agguantarla, ma nel rincorrere la mula, lui che era scalzo, inavvertitamente mise il piede, su un “Culo di bottiglia” squarciandosi il calcagno e una parte del piede, un gran dolore e perdeva sangue in gran quantità, non riusciva a camminare e reggersi sul piede, in quelle condizioni disperate, egli sentiva che aveva poche possibilità, di seguire in mezzo agli spari, il suo Distaccamento, ma proprio in quel momento che stavano sganciandosi dal nemico, e lui non era in condizioni di farlo, gli si avvicinò un Partigiano più anziano di lui, questo viste le sue condizione, lo prese sulle spalle “Come fosse stato un sacco di Paglia” ; su quelle spalle Bonicelli rimase molte ore fino al rifugio della Brigata. Quel Partigiano le salvò la vita, lo aveva caricato come fosse una piuma, anche se allora Bonni in realtà non pesava molto, aveva 17 anni ed era anche molto magro. Bonni dopo quella battaglia e dopo la sua convalescenza (Credo nella Colonia di Rovegno) non ebbe più occasione di vedere quel Partigiano, almeno per ringraziarlo, per la sua generosità ed il rischio, che lo stesso aveva corso, per il suo trasporto, sapeva solo che era uno delle mie parti di Lumarzo o di quelle Zone e che il nome di Battaglia era “Villa” ed era molto più anziano di Lui. Io un giorno che andai a trovare un mio amico, ex Partigiano di Pannesi, da me conosciuto come Massone detto “Ninin” e fratello di altri due Partigiani, Mario ed Emanuele, Nipoti di “Piemonte”, figli del Partigiano “Lorenzo” arrestato il 5/12/44 a Pannesi e ucciso a Recco nella 93 Unica cosa che mi aveva parlato a volte mio Padre era della Camera del Lavoro, degli scioperi e delle lotte che anche lui faceva, ma mai le mie conoscenze erano entrate nel funzionamento interno del Sindacato. 129 Villa Dufour il 14/12/44, in quella occasione, che tra l'altro era da poco che lavoravo in Raffineria, salutandomi con “Ninin” Lui mi disse se navigavo ancora; io le risposi: Che non navigavo più e che avevo trovato lavoro presso una Raffineria di petrolio a Genova. A Genova dove sono queste raffinerie Lui mi disse? Io risposi che si trovavano nella zona della Valpolcevera a San Quirico, vicino a Pedemonte, Ponte X° e Bolzaneto. A questa mia risposta lui stette un po' a pensare poi mi disse: Tempo di guerra quando ero in Montagna, durante uno scontro a fuoco contro i Tedeschi un ragazzo che era con noi Partigiani, si era fatto male ad un piede, si era tagliato sul “culo di bottiglia” rincorrendo una mula o un asino ora non ricordo bene, io lo presi in spalla e la portai in salvo trasportandolo alcune ore, era proprio un ragazzo e perdeva molto sangue a tutta forza, non mi ricordo più il nome ma so che era di quelle parti, Io dopo ho cambiato Distaccamento e non l'ho mai più visto? Chissà se è ancora vivo, se è morto da qualche parte, sai erano tempi che lasciarci la pelle era un attimo. Il racconto fattomi da “Ninin” con tutti i particolari del posto dove erano, dove lo aveva portato, la ferita che si era fatta quel “ragazzo” mi riportò subito alla memoria della versione che mi raccontò il Bonicelli, ma c'era una cosa che non combinava? Noi “Ninin” lo conoscevamo come “U Massunettu de Panzii” e pensavamo che quello fosse anche il suo nome di “Battaglia” durante la Vita Partigiana. Io dissi: Ma scusa io conosco una Persona che era Partigiano, e che era rimasto ferito come mi hai raccontato Tu, lo stesso abita in quella zona che mi dici, però quel “Ragazzo” mi ha detto che la persona che le salvò la vita si Chiamava sicuramente “Villa” Il Massone cambiò il colore in faccia ed con grande emozione mi disse che era lui ” Villa” che quello era il suo nome di battaglia, e avrebbe visto molto volentieri questa Persona che io conoscevo e che era Lui senz'altro quel Ragazzo, cosa poteva fare per vederlo ed incontrare ed era felice di saperlo vivo e disse “Almeno u l'è serviu a quarcosa”! Di vedere quest'Uomo, questo Partigiano commosso e anche confuso, quasi agitato come un bambino, che aveva cambiato il suo modo burbero di parlare e di agire, Egli sarebbe partito anche subito per incontrare questo “Ragazzo di allora” di toccarlo, per esser convinto che era vero, era un Uomo felice della mia notizia. L'incontro con “Villa” (Visto che questo era il suo nome di Battaglia) fu terminato dopo circa una mezz'ora, ci lasciammo perché io dovevo tornare a casa e probabilmente anche Lui doveva fare altrettanto, Egli abitava solo doveva prepararsi anche la cena, anche se Lui mi disse di fermarmi a mangiare a casa sua, salutandoci le dissi che presto le avrei portato notizie. Il giorno dopo come rividi Badoglin le diedi l'informazione della serata prima, spiegandoli tutti i particolari di come erano andate le cose, Egli si rese conto che era questa la persona che lo salvò, portandolo sulle spalle per un buon tragitto, e mi disse che voleva andarlo a vedere, al più presto possibile, la sera stessa. Io per combinazione quel giorno non ero andato a lavorare con la macchina, e Bonicelli non ne aveva mai avuta, risolvemmo il problema c'era l'amico e Compagno Capanna Gugliemo di Ponte X° che aveva da poco comprato la Fiat 127 e si offrì lui di portarci a Pannesi appena saremmo usciti dal lavoro, e così avvenne, passammo dalla casa di Bonicelli il quale avvisò la moglie che andavamo a trovare un ex Partigiano a Pannesi, Il percorso che seguimmo fu quello da Pedemonte salimmo a Casella, da Casella alla Scoffera ed a Bargagli prendemmo il Tunnel delle Ferriere, e salimmo a Lumarzo, era buio e un freddo cane, stava anche nevicando, ma arrivammo a Panixasco di Pannesi, dove sotto la strada abitava “Ninin o Villa” ; Egli non ci aspettava, non aveva telefono per avvisarlo, arrivammo davanti alla sua casa, bussammo ed io lo chiamai per nome, era realmente buio e freddo, finalmente Villa ci aprì la porta dicendomi come mai ero lì a quell'ora? Nel frattempo si fece avanti Bonicelli e le disse: Sei Villa? Io sono Badoglin volevo vederti, sono quello che hai portato sulle spalle quando ero ferito, non mi sono dimenticato. Villa ci fece entrare in casa, e i due si guardarono un attimo come per misurarsi e cercare qualcosa in uno nell'altro, il Bonicelli nel frattempo era divento pallido, come se si fosse sentito male, i due Uomini si abbracciarono, piangendo come due bambini, io e 130 Capanna ci mettemmo in disparte, in una zona della cucina un po' più buia, le nostre bocche non riuscivano a parlare, restammo in disparte, commossi ma non volevamo farlo notare. La festa era tutta Loro, si guardavano senza parlare, si toccavano con manate sulle spalle e un nuovo abbraccio, in quella casa c'era il silenzio più profondo, eravamo in quattro, ma di quattro nessuno era in grado di parlare, Villa che le cadevano le lacrime, le venne anche il naso quasi rosso, che le colava, poi si ruppe il silenzio e lo Stesso Villa ci disse: Sedetevi vicino alla stufa (la stufa era in ghisa, di grosse dimensioni, con tre o quatto bocche) così vi scaldate, io vado in cantina a prendere da bere, stavo preparando da mangiare e butto la pasta anche per voi, mangiamo assieme, festeggiamo l'occasione. Il villa scese in cantina e pochi minuti dopo rientrò con un cestino pieno di bottiglie di Vino, vino che lui faceva con l'uva del Piemonte nelle sue botti, poi dopo avere aperto una prima bottiglia e dato da bere a tutti (A me poco non ero e non sono bevitore) i due trascurarono la cena e parlarono di loro, cosa facevano, e parlavano del loro passato, passato da Partigiani combattenti, uno ferito in Battaglia a Loco di Rovegno, l'altro che i Tedeschi le avevano ucciso il Padre e bruciato anche la casa. Più tardi Villa fece la pastasciutta al sugo, e poi mangiammo del salame che facevano nel Paese, quella sera si rimase in casa di Villa fino quasi l'una di notte, io ascoltavo i loro racconti con molto interesse, mentre l'Amico Capanna si gustava il genuino vino del Padrone di casa, stando quasi sempre in piedi, Villa appena vedeva che la bottiglia che Capanna aveva in mano era quasi per finire, ne apriva un'altra. Per finire il racconto, quello che ora scrivo tanti non lo crederanno, ma chi ha conosciuto il caro amico Capanna sa che quello che aggiungo è reale! In quella serata Capanna, durante il pasto e dopo, si era bevuto sette bottiglie vino, ci salutammo e Villa ci ringraziò della visita invitandoci di rivederci presto. Il Capanna prese la sua macchina già bianca di neve, e ci riportò a casa normalmente, io a Bolzaneto e Bonni a casa sua alla Castagna, il quale era felice di avere trovato attraverso “Gara” il suo Compagno Partigiano Villa. 1944-45 - Partigiani della Brigata Giustizia e Libertà G. Matteotti in Valtrebbia 131 Qualifiche gerarchiche Partigiane riconosciute dalla Commissione Ligure Brg. SAP di Montagna “BEDIN”94 VI zona operativa – Genova Cognome Nome Patern. Grado dal al FLORIO Renato Andrea Comandante di Brg 1-7-44 24-4-45 + Caduto al Ponte di Rovegno il 24-4-45 GARAVENTA Giovanni Giuseppe V. Comandante di Brg 1-7-44 24-4-45 Caduto località Gione, Calcinara di Uscio Comandante di Brg 24-4-45 27-4-45 + MASSONE Emanuele Luigi CLN di Lumarzo 1-7-44 30-4-45 VIACAVA Giovanni Enrico Commissario di Brg 1-7-44 30-4-45 ANGELINI Elena Staffetta Partigiana 1-7-44 30-4-45 BOASI Dante Luigi Comm.rio Distacc. 1-7-44 30-4-45 BOASI Ottorino Luigi Comm.rio Distacc. 1-7-44 30-4-45 CARUCCIO Giuseppe Attilio Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 FAGGIO Onorato Comandante Distacc. 1-11-44 30-4-45 FERRARI Emilio Giovanni Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 FERRARI Giuseppe Giovanni Capo Nucleo 8-6-44 27-4-45 + Caduto a Lumarzo il 27-4-45 FERRARI Luigi Francesco Capo Nucleo 1-1-45 30-4-45 FERRARI Mario Agostino Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 FOSSA Pietro Serafino Comandante Distacc.. 1-7-44 30-4-45 GUARNIERI Vittorio Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Capo Servente Mag. 1-7-44 30-4-45 MASSONE GioBatta Lorenzo MASSONE Iolanda Lorenzo Partigiana 30-4-45 Luigi Partigiano 1-4-44 14-12-44 + MASSONE Lorenzo Nato a Lumarzo il 22-7-1883 arrestato il 5/12/44 e ucciso dai Tedeschi il 14-12-44 a Mulinetti MASSONE Emanuele Lorenzo Comm-rio Distacc. 1-7-44 30-4-45 MASSONE Maria Lorenzo Partigiana 30-4-45 MASSONE Mario Lorenzo Comandante Distacc. 1-7-44 30-4-45 Partigiana 30-4-45 MASSONE Matilde Lorenzo MASSONE Umberto Emanuele Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 OLCESE Domenico Giuseppe Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 OLCESE Francesco 1-7-44 30-4-45 OLCESE Lorenzo Lorenzo Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 OLCESE Luigi Pasquale Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 OLCESE Matteo Giuseppe Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 OLCESE Maria Palmira Partigiana 30-4-45 OLCESE Michele Francesco Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 OLCESE Pasqualina Partigiana 1-6-44 30-4-45 OLCESE Pierina Partigiana 30-4-45 OLCESE Raffaele G.B. Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 OLCESE Riccardo Stefano Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 OLCESE Rodolfo Angelo Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 OLCESE Rosa Partigiana 30-4-45 94 Dopo la morte di Oreste Ughini detto “Bedin” caduto eroicamente a Lumarzo il 23-9-44, la SAP di Pannesi, in Sua Memoria si dette il Nome di: Brigata di Montagna SAP “BEDIN”. Lo stesso fece il Comandante della Brg. CAIO il quale diede ad un suo Distaccamento il Nome di “Bedin” Questo Distaccamento era di norma dislocato in Valtrebbia (Marsaglia) e in Val d' Aveto. 132 OLCESE Silvio OTTONELLO Edvige Nato a Genova il 29-3-1903 (Ab. Recco) POLLIPODIO Giovanni Andrea Comandante Distacc. PRETE Rinaldo Carlo Comm. Distacc. SANTONASTASI Cesarina Partigiana SCHENONE Angelo Giovanni Capo Squadra SCHENONE Angelo Paolo Capo Nucleo SCHENONE Aurelio Camillo Capo Nucleo Preso prigioniero è morto in campo di sterminio di Dachau il 19-4-45 SCHENONE Ernesto Andrea Capo Squadra SCHENONE Giovanni Luigi Comm.rio Distacc. SCHENONE Giuseppe Vittorio Capo Squadra SCHENONE Pasqualino G.B. Capo Nucleo SCHENONE Capo Squadra 1-6-44 1-6-44 1-7-44 1-7-44 1-11-44 1-11-44 1-11-44 30-4-45 30-4-45 30-4-45 30-4-45 30-4-45 30-4-45 30-4-45 19-4-45 + 1-11-44 1-7-44 1-11-44 1-7-44 1-7-44 30-4-45 30-4-45 30-4-45 30-4-45 30-4-45 Dati di Partigiani e loro attività Politica e Militare della Brg. SAP di Montagna “BEDIN” FLORIO Renato detto “Napoli” pat. Andrea; Comandante di Brigata SAP dal 1-7-44 al 24-4-45 Nato il 2-12-1917 in Agerola (NA) - Caduto al Ponte di Rovegno il 24-4-4. Sergente Maggiore nel 15° Reggimento Genio a Chiavari dove l'8 settembre riesce a sfuggire all'arrivo delle truppe Tedesche. Viene successivamente arrestato a Genova, riesce a sfuggire alla fucilazione, e ferito si rifugia presso l'osteria sul Monte Cornua, presso Beccaria Angelo detto Giullu, poi viene messo in contatto con Piemonte, dopo una permanenza alla Madonna del Bosco presso Menegu entra nella Brigata SAP Bedin. Il Florio viene nominato Comandante della Brigata e dislocato in Valtrebbia. 95 GARAVENTA Giovanni detto “Castagna” pat. Giuseppe, Vice /Comandante di Brg dal 1-7-44 al 24-4-45 passa Comandante, cadde il 27-4-45 + Nato Colle Caprile di Uscio il 8-l0-1920 V/Comandante della Brigata SAP Bedin, passa Comandante96di Brg il 24-4-45 dopo la morte di Florio Renato e ne resta sino al 27-4-45 dove viene ucciso da un Tenente degli Alpini della Monterosa in località Gione vicino a Calcinara di Uscio. Il Giovanni detto “Castagna” partecipa assieme al Commissario Partigiano “Piemonte” alla organizzazione della Banda sino dai primi tempi dopo l'Otto settembre del 1943. Partecipa a molte azioni militari e di Polizia Partigiana, si trovava assieme con “Villa” (Massone G.B.) Ghigna Francesco detto “Sommergibile” e Ughini Oreste detto “Bedin” e altri, la notte tra il 22 e il 23-9-44 in cui avvenne lo scontro armato con i Militari Tedeschi presso Lumarzo; Dove “Bedin” combattendo Eroicamente cadde per permettere ai compagni del Distaccamento di sganciarsi dalle superiori forze del Nemico. Il Distaccamento Pablo era in marcia di notte da Pannesi 97 verso l'Alta Fontanabuona per problemi creatisi da parte di alcuni giovani sbandati, per ruberie e cattivo comportamento nei confronti della popolazione locale, queste operazione di Polizia erano disposte dal Comando della VI Zona, (La versione dei fatti di Lumarzo mi fu raccontata diverse volte dal Partigiano Massone G.B. detto Villa che era presente allo scontro assieme a “Castagna”) MASSONE Emanuele detto “Piemonte” pat. Luigi, Presidente del CLN di Lumarzo per il PCI Organizza la Brigata SAP Bedin e ne fa parte dal 1-7-44 al 30-4-45 ne diventa poi il Commissario. Nato a Pannesi di Lumarzo il 3-6-1897 grande Patriota e organizzatore delle prime bande Partigiane 95 La moglie o compagna di Florio, Garaventa Gildo mi disse che si chiamava Natalina e era Attivista anche Lei. 96 Passa Ufficialmente Comandante della SAP Bedin il 26 aprile del 45 con la nomina anche di Piemonte a Commissario. Detta Brigata è autorizzata ad agire nella Zona di Lumarzo. La nomina è Firmata VI Zona Operativa Div. Garibaldina Cichero Comando SAP: il Comandante “Ardesio “ (26-4-45) 97 Esistono due versioni sulla direzione di Marcia del Distaccamento. Oltre quella sopra detta vi la versione che loro stavano venendo dall'Alta Fontanabuona verso le alture di Bargagli? B.G. 133 nella zona di Pannesi, ospitò presso la sua abitazione molti Patrioti feriti o fuggiti dalle carceri Fasciste. Ha contribuito notevolmente con la SAP di Uscio a fornire viveri, armi, munizioni e Uomini alla Brigata “Peter” quando era dislocata nella Zona al Comando di “Scrivia” e con “Carlo” come Commissario. Mantenne contatti con Bini, Bisagno, Lesta e la SAP di Uscio. Rimase per tutto il periodo di lotta un punto di riferimento per tanti giovani che dalle Riviere sceglievano la via della lotta Partigiana. Fu grande esempio di onestà e moralità e grande fu il suo impegno per la Libertà e la Democrazia. Fu eletto Presidente del CLN di Lumarzo. VIACAVA Giovanni98 nato a Recco il 16-6-1879 pat. Enrico ove residente, Commissario di Brg dal 1-7-44 al 30-4-45. Di professione orologiaio commerciante: Noto Antifascista e Comunista, dopo l'Otto Settembre del 43, partecipa alle prime riunioni a Uscio, presso l'Osteria du Milan, dove assieme a “Dente” a “Bulaccu” e altri di Uscio e Recco contribuiscono alla formazione del locale Movimento Partigiano. Con Piemonte contribuisce alla formazione della Brigata SAP Bedin e poi ne diventa Commissario, mantenendo collegamenti con altri Distaccamenti Locali e con la SAP di Uscio e Bisso Emanuele. Fa Parte del CLN di Recco per il Partito Comunista. Viacava durante la guerra, si trasferisce con la famiglia da Recco a Creti di Sussisa, dove tramite Beccaria Angelo riceve gli ordini dal Comando di Cichero per le varie azioni militari e logistiche da tenersi con la SAP di Pannesi; alla lotta Antifascista contribuisce anche il Figlio come staffetta e Patriota della Brigata SAP POGGI 470. ANGELINI Elena Andrea S.I.P. Bedin 1-7-44 30-4-45 Nata a Genova 2-6-1901(1908) abitante a Pannesi di Lumarzo dove la cognata aveva un negozio e questo le permetteva di avere informazioni che passava al Comando della SAP inoltre contribuiva come Staffetta e Partigiana della SAP “Bedin”, era la cognata di Olcese Rodolfo. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) BOASI Dante Luigi Comm.rio Distacc. 1-7-44 30-4-45 Dopo la guerra entra nella Polizia provinciale motociclistica di Genova BOASI Ottorino Luigi Comm.rio Distacc. 1-7-44 30-4-45 Nato a Boasi nel 1911 ove residente ex Sergente degli Alpini, fa parte del movimento Antifascista militante, esperto di armi aiuta alla manutenzione ed all'uso; Contribuisce in modo notevole alla lotta di liberazione. CARUCCIO Giuseppe Attilio Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Ex pugile ed ex Maresciallo. Per ordine del Comando SAP, nella prima mattinata del 27/4/45 lo stesso partecipa con una Squadra di Partigiani fra cui il Villa (Massone GB), dove assieme si recano da Pannesi verso la zona delle Gione. Come da informazione ricevute dalla SAP di Uscio, sul luogo dovevano trovare una colonna di una cinquantina di Tedeschi. Ma arrivati presso la “Costa du Saegru” di Pannesi, i Partigiani nella curva, si sono trovati davanti la Colonna Tedesca; la colonna era formata da centinaia di soldati in ritirata provenienti da Calcinara, gli stessi avevano la bandiera bianca, e dissero ai Partigiani: <Voi non sparate noi non spariamo>. Sia Caruccio come Villa erano armati Maschinengewehr mentre gli altri avevano moschetti e qualche Sten MK II e MAB. (Nota di B.G. - Villa negli anni 70 durante uno degli incontri occasionali che a volte facevo con Lui, mi raccontò il fatto con molta precisione, ed anche del mitragliatore che era una MG 34 che lui teneva in quella circostanza. Lo stesso episodio mi viene confermato anche Massone Giorgio al 27/2/2011 in uno dei nostri incontri di memorie) FAGGIO Onorato di G.B. nato a Lumarzo Comandante del Distaccamento di "Lumarzo" in forza dalla formazione maggio 1944 al 30/04/45 - Tessera n° 08108 - Az/Mil. 2 98 Viacava aveva un figlio di nome Fulvio, detto “Fulvio” nato a Recco il 18-4-1913 dal 1/7/44 Patriota nella 470 Brg. Di Città Poggi; Fulvio era sfollato a Creti di Sussiza, il quale avvisò Piemonte che nel Paese, (Pannesi) c'era una Banda, detta poi detta “Banda Gigi” di finti Partigiani, che girava e cercava di avere informazioni sui Partigiani veri, questi erano accompagnati da Barinetti Dionigi Pietro, cognato di Beccaria, il quale innocentemente credeva di aiutare dei Patrioti e nulla sapeva delle loro intenzioni; addirittura le diede anche da mangiare. Il Piemonte venuto a conoscenza del fatto informava tempestivamente Scrivia, poi esternò tutta la sua rabbia nei confronti del Barinetti e della sua stupida buona fede. (Memoria di Giorgio Massone del 27/2/11) 134 FERRARI Emilio Giovanni Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 FERRARI Giuseppe Giovanni Capo Nucleo 8-6-44 27-4-45 + Caduto a Lumarzo il 27-4-45 FERRARI Luigi Francesco Capo Nucleo 1-1-45 30-4-45 FERRARI Mario Agostino Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 FOSSA Pietro Serafino Comandante Distacc.. 1-7-44 30-4-45 Fossa Pietro detto Pierino Comandante del Distaccamento "Sera" credo che dopo il 27 aprile del 45, con l'uccisione da parte di un Tenente degli Alpini della Monterosa di Garaventa Giovanni “Castagna” passa il Pietro al Comando della Brigata Bedin e che sia anche lo stesso che partecipa a Lumarzo in Comune come Capo della Brigata. su alcuni documenti e sopra gli elenchi dei Sapisti del Dist. "Sera" porta in calce la sua firma, come "il Comandante" Fossa Pierino. GUARNIERI Vittorio detto “Stalin” Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Nato a Neirone ove era residente, attivo Antifascista e contribuisce al reclutamento di giovani partigiani, amico ed estimatore di Piemonte; partecipa alla lotta di Liberazione con il Figlio Bruno del 27 il quale fa parte del Distaccamento Alpino della Brg Berto. Comm-rio Distacc. 1-7-44 30-4-45 MASSONE Emanuele Lorenzo Nato a Pannesi di Lumarzo il è fratello di GB e di Mario, partecipa attivamente alla lotta partigiana sin dai primi momenti, aiutano molti ex prigionieri e militari Italiani sbandati a fuggire in montagna; accompagna giovani renitenti alla leva e Antifascisti, da Pannesi in montagna, presso la Valtrebbia e la Val d'Aveto. Trasporta personalmente la prima stazione radiotrasmittente avuta per i Partigiani di Bisagno, da Pannesi al Comando della VI Zona a Cichero, impiegando due giorni per il viaggio, fa parte della Brg SAP “Bedin” come tutto il resto della sua famiglia. MASSONE GioBatta Lorenzo Capo Servente Mag. 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi di Lumarzo il 1-8-1916 Nome di battaglia è “Villa” fratello dei Partigiani Mario ed Emanuele e nipote di Piemonte; Figlio di Lorenzo che fu arrestato il 5-12-44 dagli SS nella propria abitazione a Pannesi, su indicazioni di spie sfollate nel posto. Gli SS Tedeschi dopo averne bruciato la casa al Lorenzo fu portato a Recco e dopo qualche giorno fu ucciso dagli SS presso Mulinetti di Recco. “Villa” partecipa a molte azioni Partigiane, un periodo è anche presente nella Brigata Jori dove in una occasione salva la vita al Partigiano Bonicelli Giacomo detto “Badoglin” il quale si era ferito al piede che perdeva molto sangue e non riusciva a camminare, “Villa” lo carica sulle spalle e lo porta in salvo fuori dal fuoco nemico. Partecipa allo scontro armato di Lumarzo, contro i tedeschi del 239-44, assieme a “Castagna” (Garaventa Giovanni) e altri partigiani; dove cadde combattendo Eroicamente il Vicecapo Squadra “Bedin”. “Villa” è presente con Carruccio a Pannesi nella Costa du Saegru contro il presidio Tedesco, armato di MG 34 si trova davanti ad una fila di Partigiani quando incontrano un Pattuglia Tedesca in arrivo da Uscio. MASSONE Iolanda Lorenzo Partigiana 30-4-45 Nata a Pannesi di Lumarzo nel 1924 contribuisce con il resto della Famiglia alla lotta Partigiana fa parte della Brg SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) MASSONE Lorenzo Luigi Partigiano 1-4-44 14-12-44 + Nato a Pannesi di Lumarzo il 22-7-1883 venne arrestato il 5-12-44 a causa di una lettera anonima la quale denunciava Che il Massone ed i figli erano Comunisti e partigiani; le fu bruciata la casa e portato a Recco dove fu ucciso dai Tedeschi il 14-12-44 a Mulinetti presso la villa Dofour. MASSONE Maria Lorenzo Partigiana 30-4-45 Nata a Pannesi di Lumarzo nel 1922 contribuisce con il resto della Famiglia alla lotta Partigiana fa parte della Bgr SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) MASSONE Mario Lorenzo Comandante Distacc. 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi di Lumarzo il a Pannesi di Lumarzo il fratello di GB e di Emanuele, partecipa attivamente alla lotta Partigiana sin dai primi momenti, aiutano molti ex prigionieri e militari Italiani sbandati a fuggire in montagna fa parte della Brg SAP “Bedin”. come la Famiglia. 135 MASSONE Matilde Lorenzo Partigiana 30-4-45 Nata a Pannesi di Lumarzo nel 1926 contribuisce con il resto della Famiglia alla lotta Partigiana fa parte della Brg SAP “Bedin” come la Famiglia. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) MASSONE Umberto Emanuele Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi di Lumarzo nel 1930 figlio di “Piemonte” contribuisce alla lotta Partigiana e con il Padre aiutano molti Antifascisti a sfuggire alla caccia dei Nazifascisti nascondendoli in cascine della Zona ed accompagnandoli in montagna fa parte della Brg SAP “Bedin”. OLCESE Domenico Giuseppe Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi di Lumarzo gestiva l'osteria alla Madonna del Bosco; Da rifugio a tanti Antifascisti ed anche a persone sfollate, viene arrestato dai Tedeschi e viene dagli stessi “malridotto”, partecipa alla lotta di Liberazione in Zona fa parte della Brg SAP “Bedin”. OLCESE Francesco 1-7-44 30-4-45 OLCESE Lorenzo Lorenzo Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi ove residente partecipa a diverse azioni e alla lotta di liberazione in Zona. OLCESE Luigi Pasquale “Chiesa” Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi ove residente, detto Gino o “Chiesa” il 5-12-44 durante il rastrellamento a Pannesi che fu arrestato assieme a Massone Lorenzo. Gino fu ferito ad una spalla dagli Alpini della Monterosa, cercò di fuggire verso la Madonna del Bosco, dove si nascose sfinito in mezzo a della foglia, ma i suoi inseguitori seguendo le tracce di sangue, lasciate nella fuga lo trovarono e fu arrestato e portato a Recco, successivamente fu liberato fa parte della Brg SAP “Bedin”. OLCESE Matteo Giuseppe Chiesa Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi oltre alla normale routine, Partecipa con “Roa” (Olcese Ugo) ad una missione polizia Partigiana a Camogli, per Ordine del Comando di Zona. OLCESE Michele Francesco Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 Nato a Pannesi ove residente con una sorella, che gestivano un'Osteria nel centro del Paese, partecipa alla lotta di Liberazione, è uno degli ultimi Partigiani o Persone che ha visto vivo Garaventa Giovanni, il Quale dopo l'armistizio e la Resa delle truppe Nazifasciste, era sceso con lui da S. Alberto e sostò per poco tempo nella sua Osteria, poi dicendo che avrebbe fatto un salto a casa a Colle Caprile per vedere come stavano le cose, e per salutare sua madre e gli altri di famiglia, portando lui stesso la felice notizia che la guerra era finita. Prima di uscire dall'osteria egli mise il sua mitra appeso ad un attaccapanni in legno posto alle spalle del banco di servizio dell'osteria, con il mitra egli depositò anche vari caricatori; Michele le disse: <Non andare via disarmato lungo la strada puoi incontrare qualche testa calda e non sai che può succedere> Alché il Garaventa rispose; < Figurati la gente è felice che è finita la guerra e non vedono l'ora di tornare a casa dalle loro famiglie e dimenticare tutto> e cosi dicendo partiva assieme ad un Giovane che faceva la Staffetta Partigiana, di nome Olcese Eugenio, detto Genio du Caigà che poi si sposò a Sussisa. Egli lo accompagnò verso Calcinara, era con lui quando Giovanni fu ucciso vilmente da un Capitano degli Alpini della Monterosa nella località detta Gione: Il Ragazzo tornò indietro di corsa, facendo un lungo giro nel bosco sottostante, per paura di essere colpito anche lui, arrivato in Paese senza fiato disse: <Hanno ucciso Giuanin> OLCESE Maria Palmira Partigiana 30-4-45 Nata il 1906 partecipa alla lotta Partigiana, fa parte della Brg SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) OLCESE Pasqualina 1-6-44 30-4-45 OLCESE Pierina Partigiana 30-4-45 Nata il 1919 partecipa alla lotta Partigiana, fa parte della Brg SAP “Bedin”. (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) OLCESE Raffaele G.B. Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Partigiano nato a Pannesi di Lumarzo fa parte della Famiglia dei Ligagin, partecipa con altri alla costruzione della strada Lumarzo-Pannesi-Calcinara. Assieme ad Aurelio Schenone sottraggono tritolo e munizioni ai Tedeschi per portare in montagna alle Brg. Partigiane. Casualmente Il giorno 136 che fu arrestato dai Tedeschi Schenone Aurelio a Lumarzo, doveva essere Olcese a fare quel trasporto con il mulo carico di tritolo e armi. OLCESE Riccardo Stefano Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 Olcese detto Tallino si era incaricato di fare fuggire dei prigionieri Russi e Polacchi che venivano utilizzati dai Tedeschi per i lavori della strada fra Pannesi-Calcinara. Questi erano stati nascosti e il Tallino le portava da mangiare e le faceva la guardia in attesa di trasferirli alle Brigate in montagna. OLCESE Rodolfo Angelo Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 Detto Durfu di Pannesi, fece diverse forniture di armi alla Brigata, portava anche utilii informazioni alla stessa. Personaggio conosciuto in tutti i paesi della zona e cognato della Angelini Elena. OLCESE Rosa Partigiana 30-4-45 Nata il 1889 a partecipa alla lotta Partigiana, fa parte della Brg SAP “Bedin” (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) OLCESE Silvio 1-6-44 30-4-45 OTTONELLO Giovanni (Pezzoli) Edvige 1-6-44 30-4-45 Nato a Genova il 29-3-1903 (Ab. Recco) Antifascista da molto tempo, viene perseguitato e partecipa attivamente alla lotta Partigiana, mantiene rapporti organizzativi con il PCI di Genova. PAGANO Giuseppe Partigiano 1-7-44 30-4-45 Nato a Cisiano di Bargagli il 2-6-1911 POLLIPODIO Giovanni Andrea Comandante Distacc. 1-7-44 30-4-45 Nato forse a Canepa di Sori era anche parente con la Madre di Becaria Angelo, la quale era una della famiglia dei Pollipodio. PRETE Rinaldo Carlo Comm. Distacc. 1-7-44 30-4-45 Residente a Recco, ma partecipa alla lotta di Liberazione, dopo i bombardamenti si trasferisce alla Madonna del Bosco di Pannesi. Nei documenti Piemonte si riscontra in una “Dichiarazione firmata di Don Oneto nei confronti di Preti Aldo, una nota a riguardo di un mancato avvertimento di rastrellamento Tedesco da tenere presso Pannesi e in particolare alla famiglia di Massone Lorenzo” Il Parroco era stato preavvisato da una certa Maria Grazia Funari, di Camogli. (Vedi Storia dei Funari) SANTONASTASI Cesarina Partigiana 30-4-45 Nata nel 1908 partecipa alla lotta Partigiana fa parte della Brg SAP “Bedin” (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) SCHENONE Angelo di Giovanni nato a Lumarzo Capo Squadra del Distacc. di "Lumarzo" in forza dalla formazione da maggio 1944 al 30/04/45 - Tessera n° 06101 - Az/Mil. 2 SCHENONE Angelo di Paolo nato a Lumarzo (Capo Squadra) Sapista del Distacc. di "Lumarzo" in forza dalla formazione da maggio 1944 al 30/04/45 - Az/Mil. 1 SCHENONE Aurelio di Camillo nato a Lumarzo il 22-11-1919 Sapista del Distacc. di "Lumarzo" in forza dalla formazione da maggio 1944 - Tessera n° 06210 - Az/Mil. 1 Lo Schenone assieme ad Olcese Raffaele di Pannesi, (Dei Ligagin) lavoravano alla costruzione della strada Lumarzo-Pannesi-Calcinara, durante i lavori sottraggono tritolo e munizioni ai Tedeschi per consegnare in montagna alle Brg. Partigiane. Il giorno che lo Schenone che fu arrestato dai Tedeschi, Egli stava trasportando sopra di un mulo, esplosivo e viveri da Lumarzo alla località detta Rie Rosse presso Roccatagliata, qundo viene intercettato da una pattuglia Tedesca e fatto prigioniero, viene trascinato appeso ad una corda per una parte della strada del Paese, caricato alle Ferriere di Lumarzo sopra di un autocarro, fu portato prima alla Casa dello Studente a Genova, e poi internato nel campo di sterminio di Dachau dove vi muore il 19-4-1945 . SCHENONE Ernesto di Andrea nato a Lumarzo Capo Squadra del Distacc. di "Lumarzo" in forza dalla formazione da maggio 1944 - Disarmo 30/04/45 - Tessera n° 06201 - Az/Mil. 2 Detto “Nestu” abitante nella località Piane di Lumarzo agricoltore, fratello del Partigiano Giacomo della SAP di Lumarzo. Ernesto negli anni 60 trova lavoro presso l'Italsider di Genova, i due hanno una sorella spostata a Calcinara con Garaventa Pietro detto Pietro di Gardeixe. SCHENONE Giovanni fu Luigi nato a Lumarzo Comm.rio del Distaccamento di "Lumarzo" in 137 forza dalla formazione maggio 1944 al 30/04/45 - Tessera n° 06102 - Az/Mil. 2 SCHENONE Giuseppe Vittorio nato a Lumarzo Capo Squadra del Distacc. di "Lumarzo" in forza dalla formazione da maggio 1944 - Disarmo 30/04/45 - Tessera n° 06205 - Az/Mil. 1 SCHENONE Pasqualino G.B. Capo Nucleo 1-7-44 30-4-45 SCHENONE Capo Squadra 1-7-44 30-4-45 Elenco Partigiani e Patrioti SAP - BEDIN (ANPI) 01Barinetti Dionigi nato a Genova il 30/01/1904 sposato con la Sorella di Beccaria Angelo. Residente a Pannesi, Partigiano con Croce di Guerra e medaglia di Onore da Patriota. 02 Beccaria Angelo , detto “Guido” 03 Beccaria Luigi, fratello di Angelo 04 Beccaria Maria, sorella di Angelo e Luigi 05 Benvenuto Eugenia – moglie di Massone Emanuele detto “Manuelin” di Lorenzo. 06 Caprile Benedetto di Giacomo nato e residente a Colle Caprile, Commerciante alimentari 07 Caprile Giovanni di Giacomo nato e residente a Colle Caprile, Fornaio 08 Carbone Carlo 09 Garaventa Gildo, di Giuseppe nato a Uscio ove residende a Colle Caprile fratello di “Castagna” 10 Lagomarsino Ugo Partigiano del Distaccamento Castagna della Brigata Berto. 11 Massone Emanuele detto “Piemonte” fratello di Lorenzo figli di Luigi 12 Massone Emanuele detto “Manuelin” di Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo 13 Massone GioBatta detto “Villa” di Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo 14 Massone Iolanda di Lorenzo nata a Pannesi di Lumarzo il 1924 15 Massone Maria di Lorenzo nata a Pannesi di Lumarzo il 1922 16 Massone Mario di Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo 17 Massone Matilde di Lorenzo nata a Lumarzo il 1926 18 Massone Umberto detta “Berto” di Emanuele detto Piemonte nato a Pannesi di Lumarzo 19 Menichetti Oris di Gino e Giunchini Ferdinanda, nato a Massa Marittima il 16/12/1922 abitante a Scarlino Comune di Gavorrano, dopo alcuni anni lo stesso venne a trovare Piemonte a Pannesi. 20 Olcese Eugenio detto Geniu du Caigà (Era assieme a Castagna quando fu Ucciso) 21 Olcese Davide 22 Olcese Domenico di Giuseppe 23 Olcese Lorenzo di Lorenzo 24 Olcese Luigi di Pasquale 25 Olcese Matteo di Giuseppe 26 Olcese Michele di Francesco (Oste con osteria a Pannesi sulla strada) 27 Olcese Pierina, moglie di Massone Mario di Lorenzo 28 Olcese Pierino detto Peo di Pannesi 29 Olcese Raffaele di G.B. (Dei Ligagin) 30 Olcese Valentino detto “Valle de Lainà” figlio di Michele e Amelia, deceduto accidentalmente dopo la guerra durante un temporale nel fiume presso Lanzoa di Pannesi. 31 Olcese Virgilio fratello di Eugenio du Caigà 32 Picasso Dino 33 Pollipodio Giovanni di Andrea 34 Prete Rinaldo di Carlo di Recco sfollato al Bosco di Pannesi, Poi farà il Vigile a Recco. 35 Schenone Angelo di Giovanni Capo Squadra del Distaccamento "Lumarzo" 36 Schenone Carlo delle Piane di Lumarzo 37 Schenone Giovanni di Luigi Commissario del Distaccamento "Lumarzo" 38 Schenone Giuseppe di Vittorio Capo Squadra del Distaccamento di "Lumarzo" 138 39 Schenone Giuseppe di Lumarzo detto Geppe u Peloso, Partigiano 40 Schenone Guido delle piane di Lumarzo 41 Schenone Luigi 42 Schenone Pasqualino di G.B. 43 Schenone Serafino di Angelo nato a Lumarzo Sapista del Distaccamento "Lumarzo" 44 Schenone Silvio di Angelo nato a Lumarzo Sapista del Distaccamento "Lumarzo" 45 Schenone Vittorio di Pannesi 46 Schenone Vittorio 47 Scolari Andrea, di Borzonasca, abitante a Colle Caprile, socio della Ditta Scolari e Sciutti ex Fiumana Bella per il trasporto passeggeri da: Monleone, Cicagna, Gattorna, Uscio, Recco e Genova. 48 Sessarego Rinaldo (Probabilmente Dottore) 49 Sessarego Federico 50 Tavizza Giulia 51 Viacava Giovanni nato a Recco, Orologiaio, fa parte del CLN di Recco per il PCI. 52 Villa Mario 53 Zanone Umberto Caduti per causa di Guerra SAP - BEDIN Ferrari Giuseppe nato a Lumarzo 21-1-1904 caduto il 27-4-1945 a Lumarzo Florio Renato nato in Agerola (NA) il 2-12-1917 caduto a Rovegno il 24-4-1945 Garaventa Giovanni nato a Uscio il 8-10 1920 caduto a Uscio il 27-4-1945 Lagomarsino Agostino Massone Lorenzo nato a Pannesi di Lumarzo il 22-7-1883 caduto a Recco il 14-12-1944 Olcese Tommaso Olcese Silvio Ravera Emilio nato a Lumarzo il 23-6-1927 caduto a Torriglia il 26-6.1944 Schenone Aurelio nato a Lumarzo, Mangini Serafino (Da verificare dati) Caduti a Bargagli il 24 aprile 1945 della SAP di Boasi. La notte del 26/4/4599 quattro Partigiani della SAP di Boasi, (Brigata Bedin), che poche ore prima avevano fatto prigionieri una decina di soldati Tedeschi, e mentre questi li stavano conducendo verso Torriglia, vengono fermati da alcune persone armate, i quali dicono di essere Partigiani e fermando il gruppo, gli stessi portando via ai prigionieri i loro effetti personali, nasce il diverbio fra i quattro della SAP e quelli qualificatosi come Partigiani? Il comportamento di questi individui non meglio conosciuti, viene denunciato al Comando Partigiano della Zona. Nella notte i quattro della SAP di Boasi si fermano a dormire in una villetta situata a Sant'Alberto di Bargagli, ma durante la notte gli stessi vengono attaccati da un "individuo vestito da Partigiano" il quale falcia con una raffica di mitra i quattro che stavano riposando in questa abitazione, tre di loro rimangano colpiti a morte, solo uno dei quattro, Fossa Lino rimane colpito alle gambe e riesce a sopravvivere. Mentre per Boasi Armando, Ferrari Giuseppe e Ferrari Luigi purtroppo non vi è nulla da fare. Anche su questo delitto è interpretato in diverse versioni, forse la più realistica è la vendetta, per la denuncia al Comando, del furto precedentemente eseguito da quel gruppetto di pseudo Partigiani, agli effetti personali dei Prigionieri Tedeschi. Anche in quei momenti c'erano persone di poca moralità ed onestà, i quali approfittando della confusa situazione cercavano di fare la loro sporca "fortuna". 99 Sull'Elenco dei partigiani caduti di Gimelli G. riporta caduti il 27/4/45 139 Formazione della Brg. Di Montagna SAP Bedin della VI Zona, Divisione Cichero: La Brigata era formata da Diversi distaccamenti, distribuiti sul territorio in base alla loro residenza e conoscenze personali. Distaccamento "SERA" della Brigata SAP - BEDIN Elenco numerico delle Tessere rilasciate ai Sapisti insurrezionali: (l'elenco è riportato come da originali depositati presso ILSREC Fondo CLN busta 3b) N° 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Cognome e nome Delfino Stefano di Giovanni nato a Lumarzo il 16/07/1922 Pagano Giuseppe fu Massimiliano nato a Bargagli il 02/06/1911 Ferrera Gino di Gerolamo nato a Lumarzo il 01/08/ 1927 Ferrari Aurelio di Davide nato a Lumarzo il 04/09/1912 Ferrari Silvio fu Luigi nato Lumarzo il 16/11/1909 Divizia Ernesto fu Agostino nato a Savona (Nuzino) Fossa Aurelio fu Luigi nato a Lumarzo il 30/04/1911 Fossa Cesare nato a Lumarzo il 24/12/1908 Mangini Ottavio di Nicola nato a Lumarzo il 21/04/ 1923 Ferrari Gioachino Cesare di Domenico nato a Lumarzo il 04/06/1912 Birindelli Giovanni fu Leopoldo nato a Lavagna il 14/03/1912 Fossa Mario di Erminio nato a Lumarzo il 30/12/1930 Fossa Rinaldo fu Luigi nato a Lumarzo il 28/03/1917 Fossa Emilio fu Serafino nato a Lumarzo il 13/08/1910 Fossa Vincenzo fu Serafino nato a Lumarzo il 29/12/1903 Fossa Santino di Luigi nato a Lumarzo il 14/01/1925 Boasi Aurelio di G.B. nato a Lumarzo il 06/06/1903 Burlando Giuseppe fu Giovanni nato a Genova il 24/06/1903 Carbone Stefano fu Tommaso nato a Lumarzo il 29/03/1906 Faldi Mario di NN nato a Genova il 14/04/1919 Morchio Armando di Angelo nato a Genova il 20/03/1910 Tistino Ercole fu Pietro nato a Lumarzo il 22/09/1904 Oberti Angelo di Domenico nato a Lumarzo il 04/09/1896 Fossa Luigi fu Antonio nato a Lumarzo il 26/07/1899 Basso Antonio fu Giovanni nato a Varese Ligure il 01/07/1905 Fossa Rinaldo di G.B. nato a Lumarzo il 20/11/1909 Parodi Cesare fu Luigi nato a Campomorone il 30/12/1924 Casagrande Domenico di Salvatore nato a Lumarzo il 10/10/1926 Bacigalupo Lino fu G.B. nato a Neirone il 17/10/1921 Fossa Luigi di Emilio nato a Lumarzo il 20/08/1907 Boasi Egidio fu Luigi nato a Lumarzo il 01/12/1893 n° 026 027 028 029 030 031 032 033 034 035 036 037 038 039 040 041 042 043 044 045 046 047 048 049 050 051 052 36 36 36 36 In un altro elenco sono riportati i stessi Nomi e Numeri di quanto sopra con la giunta nominativi: (Non meglio specificato il Distaccamento, probabilmente il "SERA") De Barbieri GianBattista fu Luigi nato a Neirone il 18/05/1905 36 Gardella Giovanni di Antonio nato a Neirone il 24/02/1906 36 Carbone Giuseppe di Giovanni nato a Genova il 19/03/1913 050 Boasi Egidio di Giovanni nato a Lumarzo il 18/07/1929 076 Boasi Amelia fu Felice nata a Lumarzo il 27/06/1925 076 (Riconosciuta Elenco Ufficiale Donne nella Resistenza) 140 Tessera n° 781 782 783 784 785 786 787 788 789 790 791 792 793 794 795 796 797 798 799 800 801 802 803 804 805 806 807 207 201 203 202 dei seguenti 204 205 000 59 bis 58 bis Distaccamento "BARGAGLI" della Brigata SAP - BEDIN Elenco numerico delle Tessere rilasciate ai Sapisti insurrezionali: (L'elenco è riportato come da originali depositati presso ILSREC Fondo CLN busta 3b) N° Cognome e nome n° Tessera n° 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 Gennaro Filippo100 di Giacomo nato a Bargagli il 29/09/1904 Moresco Natale fu Parodi nato a Bargagli il 21/12/1889 Ceprani Fulvio di Umberto nato a Genova il 14/10/1926 Gennaro Santo di Giovanni nato a Bargagli il 02/07/1926 Cevasco Mario di Michele nato a Bargagli il 26/01/1908 Bozzo Rinaldo di Luigi nato a Bargagli il 13/03/1920 Cevasco Pietro di Vittorio nato a Bargagli il 29/06/1926 Moresco Renato fu G.B. nato a Bargagli il 13/09/1926 Gennaro Angelo di Giacomo nato nato a Bargagli il 30/11/1921 Cevasco Angelo di Serafino nato a Bargagli il 07/07/1927 Bozzo Mario fu Gabriele nato a Bargagli il 08/08/1904 Moresco Rafaele di Pietro nato a Bargagli il 20/03/1905 053 054 055 056 057 058 059 060 061 036 052 051 808 809 810 811 812 813 814 815 816 206 000 000 Nota: Il documento è firmato da: Il Comandante Fossa Pierino Distaccamento "LUMARZO" della Brigata SAP - BEDIN Elenco nominativi dei Sapisti in forza dalla data della costituzione della SAP (Maggio 1944) e successivamente: (l'elenco è riportato come da originali depositati presso ILSREC Fondo CLN busta 3b) Tessera Nominativo titolo Entr/serv. Az. C.M.R.L. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Faggio Onorato di G.B. Schenone Giovanni fu Luigi Schenone Angelo di Giovanni Schenone Angelo di Paolo Corsiglia Eddi fu Paolo Schenone Giacomo fu Stefano Idra Riccardo di Cesare Schenone Aurelio di Giuseppe Schenone Giuseppe di Vittorio Cuneo Silvio di Angelo Schenone Ernesto di Andrea Schenone Giacomo di Andrea Schenone Silvio di Angelo Schenone Luigi di giuseppe Schenone Serafino di Angelo Schenone Giuseppe di G.B. Schenone Enrico di G.B. Schenone Luigi di Giovanni Schenone Guido di Giuseppe Schenone Aurelio di Camillo Com. Distacc. Comm. Distacc. Capo Squadra Sapista Sapista Sapista Sapista Sapista Capo Squadra Sapista V/Com. Distacc. Sapista Sapista Sapista Sapista Sapista Sapista Sapista Sapista Sapista dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. sett. 44 dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. dalla cost. genn. 1945 dalla cost. dalla cost. 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 08108 06102 06101 06104 06103 06202 06109 06210 06205 06211 06201 06202 06107 06204 06206 06205 06208 06204 06209 06210 100Filippo può essere uno dei Partigiani che si incontrarono con i Militari della colonna Tedesca nella Tecosa. 141 SAPISTI INQUADRATI DURANTE L'INSURREZIONE Nominativo titolo Entr/serv. Azioni 1 Schenone Stefano di Camillo Sapista 24/4/45 Insurrezione 2 Gattorna Luigi fu Carlo Sapista 24/4/45 Insurrezione 3 Schenone Giuseppe fu Angelo Sapista 24/4/45 Insurrezione 4 Schenone Giuseppe fu Luigi Sapista 24/4/45 Insurrezione 5 Pozzo Mario di Andrea Sapista 24/4/45 Insurrezione A fine documento ci sono note che a Distaccamento Lumarzo sono stati dati 20 Tesserini del C.M.R.L.101 e 20 schede Matricolari: Segue Ricevuti n° 20 Cartellini cospirativi, e n° 5 Cartellini Insurrezionalisti. Seguono firme: Il Comandante Il Commissario Faggio Onorato Schenone Giovanni Segue altro breve elenco di nominativi di: Casi Isolati - Distaccamento "Lumarzo" Brigata SAP - BEDIN Nominativo Residenza Schenone Aurelio di Camillo Piane Lumarzo Schenone Enrico di G.B. Piane Lumarzo Schenone Giovanni di Andrea Susanella Lumarzo Schenone Giuseppe di Vittorio Chiappoto Lum. Titolo entr/serv. az. Tessera Sapista Sapista Sapista Sapista 1/5/1944 1/5/1944 1/5/1944 1/5/1944 2 2 2 2 06210 06208 06202 06206 A fine del documento ci sono note che al Distaccamento "Lumarzo" sono stati dati 20 Tesserini del C.R.M.L. e 20 schede Matricolari: Segue Ricevuti n° 20 Cartellini cospirativi, e n° 5 Cartellini Insurrezionalisti. Seguono le firme: Il Comandante Il Commissario Faggio Onorato Schenone Giovanni Nota: Nella Brigata SAP Bedin del Comune di Lumarzo, si evidenzia la numerosa percentuale di Donne Partigiane riconosciute nell'Elenco Ufficiale della Resistenza Provincia di Genova. Florio Renato detto “Napoli” - Comandante della Brigata SAP di Montagna “Bedin” della Divisione Cichero VI Zona Operativa. Florio Renato nacque in Agerola provincia di Napoli il 2/12/1917 da Andrea e Carmela Galbiati; era il secondo genito di cinque fratelli: Alfonso del 1913, Romolo del 1921 102 ed Ettore del 1922, tutti nati ad Agerola, poi nacque nel 1928, in S. Maria di Capua Vetere l'ultimo dei fratelli di nome Amedeo. Nel 1922 tutta la Famiglia si trasferì in Santa Maria di Capua Vetere (CE) dove i suoi Genitori gestirono di proprietà il bar “Gran Caffè Centrale“. Florio Renato nel 1939 sposò Vera Pagliari, dalla cui unione nacquero i due figli Andrea e Carmela; nel 1937 Egli fu chiamato al servizio militare del Distretto di Nola con matr. 1338 della 101Comando Militare Regione Liguria 102 Padre del Colonnello dei C.C. Florio Renato, come lo Zio. 142 Classe 1917. Il 15-5-1937 fu ammesso al corso Sottufficiali con ferma di anni due nel 4° Reggimento Genio, Specialisti Foto Elettricisti, presso la Scuola di Bolzano dal 15-8-1937 al 15-3-1938 dove viene promosso Sergente, con obbligo di rimanere alle armi almeno un anno con tale grado. Il 29-4-1939 viene trasferito a Roma nel 8° Corpo di Armata, da dove viene poi congedato per fine della Ferma il 15-5-1939. viene successivamente trascritto nel Distretto Militare di Caserta nel ruolo 113 della forza in congedo del Genio Foto Elettricisti. Il 26-1-1941, il Florio Renato viene richiamato alle armi “Per esigenze di carattere eccezionale” e viene assegnato alla Compagnia Foto Elettricisti del 3° Reggimento Genio di Pavia in Stato di Guerra. In data 3-7-1942 viene nominato Capo Squadra Foto Elettricisti e con dispaccio n° 0052990/4 del 7-11-1942 dello S.M.R.E. viene trasferito al 15° Reggimento Genio in Chiavari, nella 14^ Compagnia Foto Elettricisti, dove prende Servizio il giorno 11-12-1942. Dal Comando del 9° Reggimento Genio del 29-3-1943 viene nominato Sergente Maggiore con vigore dal 1-4-1943; rimane nella 14^ Compagnia Foto Elettricisti del 15° Reggimento Genio presso Chiavari sino alla data dell'Otto Settembre 1943, da dove si sottrae alla consegna delle Forze Nazifasciste. Viene considerato dal Regio Esercito Italiano “Sbandato in seguito agli eventi sopravvenuti di Armistizio”. In tali giorni il Florio era di Servizio con alcuni della sua Squadra di Foto Elettricisti, presso il 42° Reggimento di Fanteria di stanza alle Caserme di Genova-Sturla. Dalle Caserme di Sturla subito dopo l'Otto Settembre 1943, quando arrivarono i soldati Tedeschi, il Florio riuscì a fuggire assieme ad alcuni colleghi, gettandosi da una finestra della Caserma stessa, in seguito, Egli visse per un periodo nel territorio metropolitano di Genova, cercando di raggiungere il Regio Esercito Italiano. Il Florio, successivamente fu arrestato dai Tedeschi e portato alla Casa dello Studente di Genova. Dopo un breve periodo di prigionia e maltrattamenti, fu portato di notte con un altri prigionieri, presso il cimitero della Castagna103, dove doveva essere fucilato, il Florio durante la sparatoria eseguita dai soldati Tedeschi rimase ferito, ma anche se malconcio si gettò a terra fingendo di essere morto, riuscendo così a salvare la propria vita. Dopo quella sparatoria, appena i Tedeschi si allontanarono il Florio preso dalla paura cercò rifugio salendo sopra di un albero di cipresso e vi rimase tutta la notte, al mattino presto una donna che con altre transitava sul luogo lo vide, e rendendosi conto della situazione, le gridò di fuggire prima che tornassero ancora i Tedeschi. Florio riuscì a fuggire, se pure in stato di confusione dopo alcuni giorni fu accompagnato presso l'Osteria del monte di Cornua, dove trovò la prima assistenza presso la Famiglia Beccaria. In un suo racconto, che lo stesso Florio fece presso l'Osteria di Cornua disse: <Meno male che i soldati Tedeschi non mi diedero il colpo di grazia>. Dopo le prime cure ed occultamento dai Beccaria, il Florio da l'Osteria di Cornua fu accompagnato presso il Santuario della Madonna del Bosco di Pannesi, dove vi era a quel tempo il Parroco Don Oneto, (Che fu poi, anche Segretario del Comitato di Liberazione Nazionale del Comune di Lumarzo) e dove fu ospitato in alcuni locali attigui alla Chiesa stessa. Dalla Madonna del Bosco di Pannesi, Il Florio Renato fu messo in contatto con Massone Emanuele (Piemonte del CLN di Lumarzo) e Garaventa Giovanni detto “Castagna” della SAP Locale ed altri antifascisti del Luogo. Appena le sue condizioni fisiche lo permisero, Egli si inserì nei Partigiani locali, la Brigata SAP di Montagna Bedin; per la sua esperienza di Sergente Maggiore e quella acquisita durante il Servizio Militare nel R.E.I. venne poi nominato Comandante104 della Brigata stessa. Negli ultimi giorni di Guerra il Comando Partigiano aveva radunato la tutti i Comandanti di 103Da alcune fonti sembra che fosse presso il cimitero di Genova Staglieno. 104Risulta che prese anche contatti con un Capitano superiore di Artiglieria, certo Ing. Funari Rodolfo, grande Invalido della guerra del 15-18 e Antifascista, che in quel periodo era sfollato da Camogli in casa del Parroco di Pannesi. 143 Brigata e delle SAP di Montagna presso Gorreto, per disporre il piano tattico e Operativo di Attacco alle forze Nazifasciste ormai in ritirata, ma ancora di una potenziale efficienza militare, questi avevano abbandonato il fronte della Garfagnana e dalla Lunigiana stavano marciando in due direzioni: Una parte di truppe verso Aulla e la Cisa per raggiungere Parma, mentre la maggiore parte di queste truppe Nazifasciste si era riversato sulla S.S. Aurelia in direzione di Genova. Il progetto militare delle truppe Nazifasciste era di raggiungere Genova e da quì ricongiungersi con le altre giacenti lungo la Riviera di Ponente per poi marciare verso l'oltre Po, nella zona di Stradella. 24 Aprile 1945 il Comandante Bisagno quale Comandante della Divisione Cichero, da Gorreto in Val Trebbia diede l'ordine alle varie Formazioni Partigiane, di movimento e preparativi per l'attacco finale alle truppe Nazifasciste ormai dirette da La Spezia verso la Riviera di Levante Genovese, ed ai vari Passi stradali delle montagne della Provincia di Genova. Durante questa marcia delle Formazioni Partigiane, fornite anche di diversi autocarri, in molte occasioni avvenne che: Aerei delle Forze Alleate, che ormai sorvolavano giornalmente le strade carrozzabili della zona di montagna della provincia Genovese, dove cercavano di colpire ed ostacolare la marcia delle truppe Nazifasciste, in diverse sfortunate occasioni colpirono invece anche le colonne Partigiane. Diversi furono i fatti casuali, nella Val d'Aveto dove furono colpiti e uccisi Partigiani della Brigata Caio, al Bracco dove vennero colpiti Partigiani della Divisione Coduri, e nel nostro caso al Ponte di Rovegno dove furono colpiti a morte Cinque Partigiani e diversi feriti. Il Comandante “Napoli” che aveva ricevuto l'ordine dal Comando di Divisione “Bisagno” di avviarsi verso Lumarzo e Pannesi, per attaccare le truppe Nazifasciste nella Zona. Poco dopo la partenza per raggiungere la meta assegnategli, la colonna Partigiana arrivata sul Ponte di Isola di Rovegno, fu mitragliata dagli aerei "Alleati" che volavano a volo radente. Colpiti dal “Fuoco amico” Il Comandante Florio Renato detto “Napoli” come altri fu colpito e morì presso una casa a Isola di Rovegno105 alle ore 19,10 all'età di 28 anni. Partigiani Caduti il 24 Aprile 1945 sul Ponte di Isola di Rovegno: Buttacavoli Salvatore De Martino Pasquale Florio Renato Golfetti Luciano Viganelli Vittorio detto “Furio” nato a San Giuseppe di Fato (Palermo) il 07/05/20 Partigiano della Brigata Jori Partigiano non meglio identificata Brigata di appartenenza. detto “Napoli” nato in Agerola (NA) il 2/12/1917 Comandante della Brigata SAP di Montagna “Bedin” detto “Pepé nato a Como il 24/12/24 Comandante del Distaccamento Vestone della Brigata Jori detto “Fiore” non meglio identificato. Partigiano della Brigata Jori Partigiani feriti: Bondori Andrea Ferrea Luigi Gravina Nello Mortarini Franco Orsi Pietro Parente Nicola detto “Sirio” - Partigiano della Brigata Jori. detto “Mando” - Commissario di Distaccamento Brigata Jori. detto “Nello” - Partigiano Brigata Jori detto “Fontana” - Vice Comandante della Brigata Jori ferito ad un piede mentre era in avanscoperta in motocicletta vicino al Ponte di Siginella. detto “Boccia” - Partigiano della Brigata Jori. detto “Daniele” - Partigiano della Brigata Jori. 105 La casa forse era a Rovegno in via Roma n° 7 dove morì anche alle ore 19,10 il Partigiano De Martino Pasquale. 144 Manifesto per il funerale del Comandante Partigiano Florio Renato 145 Un ringraziamento particolare al Colonnello dei C.C. Florio Renato, per la concessione di documentazione e foto in ricordo dello Zio, Il Partigiano “Napoli” Comandante della 146 Brigata SAP di montagna“Bedin” - Divisione Garibaldina Cichero VI Zona Operativa. Familiari, Popolazione ed Associazioni al funerale del Comandante Partigiano “Napoli” 147 Il Comandante Paolo Castagnino detto “Saetta” della Brigata Longhi e il Comandante Bisagno della Divisione Cichero, sulla strada della Priosa a S. Stefano d'Aveto S. Stefano d'Aveto 1945 - Lancio Alleato a Partigiani della Divisione Cichero 148 Si riportano alcune foto in ricordo dei caduti e della popolazione che tanto ha contribuito alla lotta di Liberazione del nostro Paese. Lapide nella Cappelletta delle 5 Strade a Pannesi e l'inaugurazione del 2 giugno 1947, con 149 "Piemonte” ed alcuni Partigiani tra la popolazione e la benedizione dal Parroco Don Oneto. I Comandanti della Brigata SAP Bedin: Florio Renato “Napoli” Caduto a Rovegno il 24-4-45 e Garaventa Giovanni "Castagna" : Ucciso da un Tenente degli Alpini della Monterosa il 27-4-1945 in località "Gione" presso Calcinara di Uscio, Funerale del Comandante "Castagna" davanti palazzo dei Bardellini presso il Cinema di Uscio 150 151 Funerale di Castagna nel giro detto "Giro di Costa" Colle Caprile (dove sono nato), veduta di Lorsena e a Sera, dove erano sistemate le batterie Tedesche da 149/45 poi sostituite con i cannoni da 105, e da 75, mitraglie e mortai da 81. 152 Veduta del Santuario della Madonna del Bosco e della frazione di Pannesi di Lumarzo anni 1930 Soldati di Fanteria della 92^ Divisione Buffalo (USA Army) all'attacco di postazioni Tedesche. 153 Intervento di Scrivia del 2 giugno 1978 alle Gione di Pannesi Si riporta alcuni brani dell'intervento di "Scrivia" (Ferrando Aurelio) già Comandante Della Divisione "Pinan Cichero" e della Brigata "Peter" nata a Pannesi e Terrusso di Bargagli. Scrivia nel suo ritorno a Pannesi dopo 34 anni, invitato alla Festa della Repubblica del 2 Giugno 1978, fa una breve storia del suo passato in quella zona come Comandante Partigiano, parla della sua conoscenza ed amicizia con "Bisagno" compagno prima a Scuola poi a militare come Sottotenenti al reggimento presso la caserma di Ceparana a Chiavari. Ricorda quando alla propria abitazione di Ge-Cornigliano le fu recapitato un messaggio di Aldo Gastaldi che riportava poche parole: <Ora mi chiamo "Bisagno" per raggiungermi segui il latore del presente> Ferrando segue l'accompagnatore indicato dal messaggio, l'appuntamento era per le tre del pomeriggio alla stazione ferroviaria di Nervi. Segue racconto in prima persona di Ferrando: Prendemmo subito i sentieri della montagna e prima di sera eravamo proprio quì a Pannesi, ci accolse l'indimenticabile "Piemonte" che dopo una cena frugale, ci portò a dormire in un capanno di foglie di castagno. Riprendemmo il cammino sul far della sera dopo e con una marcia ben più lunga, per mulattiere che evitano tutti i paesi, arrivammo finalmente ai Casoni di Ramaceto, sopra di Cichero. Era la base della Banda di Bisagno. In una mattina fredda e nebbiosa, nella quale la luce tardava a filtrare, uomini per lo più giovani, vestiti in tutte le foggie, si muovevano silenziosamente in un accampamento ordinato e ben nascosto. In tre grossi pentoloni bollivano già le castagne secche e quello fu l'alimento principale per alcuni mesi. Fui felice di ricevere quella prima impressione di sicurezza, di disciplina, di cordialità che dava immediatamente quella grande Famiglia. Ero così arrivato nella severa Scuola Partigiana di Cichero , dove si insegnava che la guerriglia richiedeva innanzi tutto una grande preparazione morale, dove i Comandanti per primi si dovevano proporre come esempio quotidiano di autodisciplina, di rigore, di responsabilità. La clandestinità era rigida. Occorreva preparare gli uomini a combattere la sofferenza, la paura, la solitudine, il dubbio. Tutto questo impararono quegli uomini sino allo spuntar delle foglie nella primavera del 44, sin quando un bel mattino Bisagno ci radunò davanti ai casoni e ci fece pressapoco questo discorso: <Ragazzi, siamo ormai troppi, potremmo correre il pericolo di essere individuati e danneggiare così anche la popolazioni che ci aiutano. Inoltre dobbiamo allargare la Zona per prepararci a ricevere le nuove reclute. Oggi formeremo tre Distaccamenti e questa sera, dopo la partenza, conoscerete dai vostri Comandanti la nuova destinazione>. Le basi erano distanti dodici ore di cammino l'una dall'altra in un triangolo che avrebbe formato il nostro stato Partigiano. Il primo Distaccamento, comandato da "Gino" (Campanella Michele) si spostò poco lontano da Cichero; il secondo, comandato da "Croce" (Malatesta Stefano), si diresse su l'Antola; io, con il terzo Distaccamento ritornai proprio quì, a Pannesi. Ci accompagnò Bisagno, che aveva già preparato tutto in precedenza. La marcia fu lunga, ininterrotta dalla prima sera. Gli uomini erano carichi ai limiti della resistenza. Piovigginava e le imprecazioni di qualcuno che scivolava, rompevano il silenzio di una marcia senza parole e l'abbaiare di un cane nel buio ci faceva sobbalzare il cuore. Attraverso la strada statale della Fontanabuona, dopo Ognio, prima dell'alba, ci sdraiammo sfiniti in un bosco, sopra Lumarzo. Bisagno si assentò un'ora: Ritornò con Piemonte, ancora Lui e ci affidò alla sua guida. Fu così che Pannesi ed i suoi boschi divennero la nostra nuova Zona. Il grande casone nel folto dei castagni fu la nostra casa provvisoria. Ho poi chiesto, molto più tardi a Bisagno, come mai lui sempre così prudente, ci avesse 154 mandato in una Zona così pericolosa, tanto vicina a Genova. Mi rispose che il Comando intendeva preparare una base vicino alla città nel caso di una rapida fine della guerra e poi perché in Zona potevano essere efficacemente assistiti dai gruppi fiancheggiatori di Pannesi, di Uscio sopratutto, e di Terrusso. La fine della guerra era invece ben lontana ma sulla popolazione e sui CLN locali ci accorgemmo presto di poter contare in modo incondizionato e ci rendemmo così conto una volta di più che la nostra era davvero una lotta di tutto il popolo. Ricordo ancora Piemonte, chissà se gli hanno poi dato una medaglia? Ricordo Bisso, un vecchio Socialista106 di Uscio, dal quale scendevo alla sera per sentire nella sua falegnameria le notizie di radio Londra, ed i suoi figli e sua moglie non mi facevano mancare mai una minestra calda. E poi Giuanin (Garaventa Giovanni) e Primo di Recco, ed un altro caro amico 107 di Sori, di cui non ricordo il nome a pari di tanti, tanti altri, di troppi, che vorrei ma non posso ricordare. Finché restammo quì non ci mancò nulla e dimenticammo quasi del tutto le castagne secche e la fame del Ramaceto e dell'Aiona. Eravamo quì in una quarantina e ci organizzammo presto. Le pattuglie vigilando di nascosto e da Pannesi e da Cornua arrivavamo fino alla croce del Monte Fasce. In breve tempo arrivammo a 60, poi a 80. Il CLN di Genova ci aveva anche inviato 6 scampati dal rastrellamento della Benedicta.108 Arrivarono armati, non avevano abbandonato i loro Sten, i primi che vedevamo, e che non prestavano a nessuno. Applicavano le severe regole della guerriglia che ci avevano insegnato a Cichero. Ci spostavamo con frequenza per non farci localizzare, ci eravamo costruiti una Base nel bosco, di fronte a Terrusso, nel greto di un ruscello scosceso, protetti da tane e da folte sterpaglia. Ed infatti non fummo mai scoperti, nonostante alcune puntate Tedesche che mitragliavano a casaccio, riuscendo solo a trovare ed a bruciare il nostro vecchio casone, che avevamo abbandonato da tempo. Ma noi non stavamo fermi, imboscate in Fontanabuona, sabotaggi, azioni di ricupero di armi ed esplosivi. Ed i primi scontri come quando con Tigre 109 fermammo, con un pò di incoscienza, una quarantina di uomini con una donna, la famosa Rosi, (Poi fucilata alla Colonia di Rovegno quasi un anno dopo) che molti di Voi ricorderanno, i quali malamente travestiti da Partigiani si avviavano cantando verso Cornua. Erano fascisti e Tedeschi della SS in servizio di perlustrazione, comandati dal famigerato Maresciallo Peter. Accorti dell'inganno ci sganciammo e con una squadra li inseguimmo catturandone quattro. Era la stessa banda che purtroppo, poco dopo bruciava Cichero e trucidava un gruppo di Partigiani che meno fortunati di noi non si erano accorti dell'inganno e del travestimento. Li abbiamo poi presi tutti a Derni in Val Borbera, nel settembre seguente, mentre tentavano di usare lo stesso stratagemma, ma il trucco ormai lo conoscevamo e Cichero fu vendicata. Non è quì possibile raccontare tutte le azioni del nostro Distaccamento Peter, il nome del nostro primo Caduto, ma vi racconterò brevemente qualche episodio, come l'assalto alla caserma delle brigate nere di Ferriere in Fontanabuona (di Lumarzo). Non è stato il più importante , ma lo ricordo perché fu il nostro primo vero battesimo col fuoco. 106 Bisso, è riferito a Davide (Davidin detto Nullo) del CLN di Uscio, il quale aveva nei fondi della sua officina, una falegnameria dove si costruivano gli stampi in legno. Gli stampi erano usati per le fusioni di parti di macchinari usati per i taglio dell'ardesia, frantoi per le olive ecc. costruiti dal Bisso e Figli. Il Bisso era un Liberale. 107 Era molto probabile che fosse Filippo Porcile, Comandante della Brigata Poggi SAP 470 di Sori, Sussisa, Capreno. 108 Fra questi vi si trovava Giovanni Ponta detto "Gianni" - Queirolo Agostino detto "Ido" - Laggetta Luigi detto "Bob" - Galleano Giovanni detto "Leni" - Giannecchini Lilio detto " Toscano" (che poi seguirono il Distaccamento "Peter" in Val Borbera) 109Tasso Gino che poi diventa Comandante della Brigata "Oreste" 155 Il famigerato Spiotta di Chiavari teneva a Ferriere il suo avamposto per controllare i nostri movimenti. Bisagno decise di eliminarlo. Arrivò da Cichero con una squadra comandata da Lesta che piazzò con una mitragliatrice Breda sul costone di fronte alla Caserma. Con due nostre squadre, una a destra e l'altra a sinistra, alle quattro del pomeriggio diede l'ordine di attacco. Il fuoco era intenso sui tre lati. Sapete tutti cosa fece Bisagno in quella occasione? Si avvicinò da solo sul retro della caserma e da una finestra gettò una grossa bomba rudimentale che però non scoppiò. Allora Bisagno entrò dalla stessa finestra, riacese la miccia e fece appena in tempo a mettersi il salvo prima della esplosione. Quando ci ritirammo dopo una mezz'ora di combattimento non so cosa è rimasto dentro quella caserma ma è certo che da quel giorno di brigate nere in zona non ne circolarono più. Qualche settimana dopo nel nostro rifugio di Terrusso, accompagnato da Lucio, arrivò Miro che poi divenne Comandante della VI Zona. Miro cominciò a lodare la nostra attività, ci raccontò che noi eravamo l'esercito della nuova Italia, ci disse che tutti erano orgogliosi di noi. Il che ci faceva piacere, ma non ci sembrava di meritare tanto, e poi un esercito proprio non ci sembrava di essere vestiti così malconci e le foglie secche per letto; ma Miro continuò imperterrito: <Per i vostri meriti e per quelli dei vostri compagni stò andando al vostro Comando di Cichero, per dire che d'ora in poi la vostra banda sarà la "58^ Brigata Garibaldina d'Assalto" >. E questo ci fece molto piacere, ma restammo nuovamente perplessi quando Miro nel salutarci ci disse: "Continuate così, presto avrete paesi, strade, automobili, medici ed ospedali". E questo ci sembrava troppo. Ed invece, già prima di agosto avremmo occupata tutta la zona dell'Aveto, del Trebbia, della Val Borbera e Val Curone. Da quì si andava in zona Partigiana sino al limite del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia. E noi cercammo di guadagnarci la nuova qualifica di Brigata con l'azione che vi racconto per ultima e che noi chiamammo poi l'azione dei polli. Già da qualche tempo stavamo maturando l'idea di un colpo grosso e così progettammo l'assalto alla caserma della "X^ MAS" a Cavassolo di Prato, a pochi passi da Genova. In pochi giorni studiammo e ci informammo bene su tutto: Posizione della caserma che era proprio sulla Strada Statale che da Genova porta a Torriglia, sue difese, abitudini dei militari che erano circa un centinaio. Dovevamo agire con sorpresa e rapidità. Decidemmo per il pomeriggio della domenica. Era necessario un autocarro e ce lo andammo a prendere sulla Strada Statale della Fontanabuona. Ci appostammo in otto vicino a Gattorna e poco dopo arrivò dalla parte di Genova un bel "Fiat 626" con due marinai alla guida. Non fecero resistenza, e prelevato le loro armi e gli stivaletti, li facemmo correre verso Cicagna. E correvano forte e ogni tanto si voltavano, salutavano e ridevano. Mi pare ancora di vederli e davvero non capiva cosa avessero tanto da ridere. Ridemmo invece noi, di gusto,quando dopo aver portato il camion fuori strada, 110 tolti i teloni, trovammo un enorme carico di grosse ceste piene di polli di ogni genere già spiumati, galline, oche, anatre, tacchini. Era il rifornimento per la base militare di La Spezia. E per un pò si mangiò polli e finalmente fummo noi a regalare il superfluo a contadini, amici, alle suore di un asilo qui vicino che non finivano più di ringraziare. Ma sistemati i polli bisognava pensare all'azione. Dopo le solite discussioni sulla dei volontari che furono armati al meglio, la partenza fu data dopo l'una del pomeriggio di domenica. Guidava Luci111, un ragazzo di 17 anni di Uscio ed in cabina con lui Ernest il Francese, Massia 110Il Camion fu portato a Uscio sulla strada della Colonia Arnaldi, presso la località detta Ortà, dove c'era un orfanotrofio, a cui suore le fu regalato alcune ceste di polli. La testimonianza è del Partigiano Bernardin Augusto detto "Grifu", di Uscio che era presente. 111G.B. - Da una mia ricerca e da informazione avuta da Gildo Garaventa di Colle Caprile, l'autista era Luciano Garaventa di Calcinara, figlio di Riccardo il meccanico della Fiumana Bella. 156 Olandese e Rudy il Tedesco, che quando erano passati con noi avevano conservato da parte le divise. Sdraiati scomodamente sul fondo del cassone, stavano una ventina di Partigiani. Attraversando i paesi della valle del Bisagno ricordo le esclamazioni e la meraviglia di chi stava alla finestra in alto a godersi la bella giornata di sole, nel veder transitare quello autocarro con quello strano strano e multicolore carico di uomini armati. Erano le 15 (del 16/06/1944). Il camion si fermò all'ultima curva scesero Ernest, Massia, Rudy che fingendosi una pattuglia, con il loro accento semi Tedesco, chiesero alle sentinelle di entrare nell'Ufficio Comando per telefonare alla loro base. Passati tre minuti previsti il camion si rimise in moto, si fermò bruscamente all'ingresso della caserma ed i 20 Partigiani saltarono fuori urlando gettandosi armi pantate sulle sentinelle e sulle postazioni di mitragliatrici. I n nostri tre finti Tedeschi nell'Ufficio Comando fecero alzare le mani agli ufficiali . Tutto era finito in due minuti. Ora restava che scegliere in fretta nel magazzino e nell'armeria e caricare il meglio. Mitra, mortai da 81, mortai da 45, mitragliatrici, scarpe, munizioni, stoffa. Si caricò il più possibile e rientrammo alla base senza incidenti salvo la foratura di una gomma forse dovuta al troppo carico. E pochi giorni dopo avevamo tutti la nostra bella divisa; pantaloncini corti blu e camicia cachi, un ricordo dei marinai della X^ MAS. Poche settimane dopo, in silenzio, come siamo arrivati, se ne andammo. Il nostro Comando, che ormai era il Comando della Divisione Cichero, ci spostò: Un Distaccamento a Barbagelata con Mino, il quale proprio nella battaglia di Barbagelata inaugurò uno dei mortai da 81 di Cavassolo, il secondo Distaccamento con Tigre ad occupare il passo della Forcella per bloccare la Val d'Aveto. Poi in agosto, fummo nuovamente riuniti in Val Borbera dove, mese dopo mese, con la Brigata Oreste, Arzani, Po-Argo, prese vita la Divisione Pinan Cichero. Ecco, volevo arrivare a dire che il primo nucleo della Divisione Pinan Cichero è nato quì, nei boschi di Pannesi. Davvero non è poco. E se andandocene di quì non abbiamo forse salutato e ringraziato che pochi, il ricordo di questi posti e di tanti visi amici ci hanno accompagnato per sempre. Ecco il motivo del turbamento di oggi e mi scuso per troppi ricordi personali. Questi appunti , più che per me, li ho scritti perché sono sicuro che richiameranno in molti di voi le mie stesse sensazioni e ricordi, anche se sono andato fuori tema. Ben meglio di me parlerà l'amico Raimondo Ricci, Deputato al Parlamento, sul motivo indicato nel manifesto dell'ANPI per questo annuale Convegno. Sull'argomento vorrei dire anch'io brevemente qualcosa. Fra queste montagne avremmo preferito ricordare insieme solo i nostri Caduti, le nostre battaglie, gli ideali che ci sostenevano: Il trionfo della pace e della fraternità contro il male e la miseria che opprimevano e continuano ad opprimere gli uomini. Ed invece dobbiamo prender atto che le nostre ambizioni, le nostre aspirazioni di allora non si sono realizzate che in parte, che vi è ancora chi pretende di attentare al vero grande patrimonio che ci ha lasciato la Resistenza: Cioè la Libertà. Ricordiamoci sempre bene tutti che non c'è nulla di più prezioso perché solo con la libertà e la democrazia ogni passo avanti è possibile, senza libertà c'è la perdita della democrazia: La dittatura, le oppressioni, la guerra. Ecco perché è nostro dovere di uomini della Resistenza di denunciare con forza le drammatiche vicende che ci hanno turbato in questi ultimi tempi. Troppo odio è stato predicato a lungo, ora vediamo i risultati: Le Istituzione della Stato sono offese con frequenza intollerabile. Noi uomini della Resistenza, auspichiamo, invitiamo, preghiamo che sia spezzata subito la spirale del terrorismo, degli agguati del disordine dilagante. Del resto coloro i quali sono in questo momento contro lo Stato debbono convincersi che la loro azione andrà forzatamente dispersa. Essi potranno colpire ancora, ma alla fine saranno sconfitti, come lo sono stati sempre 157 coloro che non hanno un programma politico-sociale, capace di suscitare adesioni popolari. E del resto la nostra Democrazia è ormai saldamente radicata ed irreversibile nell'animo e nel costume di tutto il popolo Italiano. Se errori ci sono stati - e non potevano non esserci - ciò non deve essere alibi per mascherare la violenza, per auto erigersi a giudici infallibili con licenza di coercire, di giudicare, di uccidere. Certo no basta, non è sufficiente in queste ore gravi chiamare a raccolta i cittadini, non basta indicare ai giovani i nostri valori tradizionali, non è sufficiente vivere di riccordi, lo sapiamo bene. occorre che tutte le forze politiche e sociali promuovano un'opera per la ricostruzione morale di fondo, per la concordia e la serenità degli animi. Bisogna che la giustizia socialeda enunciazione emblematica si trasformi in un impegno vivo, radicato e costante di vita e di lavoro. occorre in sostanza promuovere un nuovo patto sociale di civile convivenza, di moralità di responsabilità e ciò nel rispetto delle idee degli altri. Senza confusione di ruoli, ma nell'intento di portare avanti unitariamente i propositi , gli ideali, le aspirazioni che ci sono comuni oggi come lo furono durante la Resistenza. E questo affinché trionfi la giustizia, l'amicizia di tutti i popoli contro il pericolo di nuovi lutti e di nuovi conflitti e con essi i traumi, le vilenze, le angosce di quei giorni che oggi , Festa della Repubblica nata dalla Resistenza, noi ricordiamo rievocando il valore ed il sacrificio di tutti i nostri Caduti. Ed in questo senso, certo, la Resistenza continua. Aurelio Ferrando 2 giugno 1960 - Umberto Terracini alla Festa della Repubblica nelle "Gione" di Pannesi 158 Racconto di Garaventa Angelo Elio di Colle Caprile (Uscio) Una mattina io e mio Padre, GioBatta detto “u Gianchin” e mio cugino Giuseppe detto Bepitto, andammo a pescare qualche anguilla o pesci nel fiume di Lumarzo, (come lo chiamiamo noi di Colle Caprile) scendemmo dalle Riette in Battagna e di lì ci siamo avviati verso il fiume. Raggiunto il fiume, iniziammo a pescare, forniti di un piccolo salaio (Chigullo) ed entrando nell'acqua cercando di girare le pietre con le mani, per fare uscire i pesci o le anguille, nella operazione di movimento delle pietre , in una mano si teneva anche una piccola fiocina. Camminando lungo il fiume e cercando di prendere almeno il pesce per una cena, arrivammo sotto Costalunga vicino a Lagomarsino, sempre intenti alla scarsa pesca, quando ad un certo punto sentimmo il rumore molti aerei, che stavano passando sopra la zona dove eravamo noi, ad un certo momento un aereo di questi, che volava molto più basso, ha lanciato una grossa bomba nella direzione dove eravamo noi. La bomba che si vedeva scendere e volteggiare per aria, fortunatamente, invece di cadere su di noi, cadde nel costone di roccia matta sopra il fiume, e non di punta, ma lo colpì lateralmente, poi saltando da una fascia all'altra arrivò strisciando come un'anguilla sopra la sabbia e andò ad incagliarsi e a fermarsi nel tronco e nelle radici a fior d'acqua di un gruppo di piante di ontano (One). Tra il rumore del rimbombo dell'ordigno, il fango sollevato che ci coprì, con paura ci toccavamo se eravamo ancora vivi? La bomba era li vicino a noi che fumava, dal probabile calore che si era generato strisciando sul terreno, eravamo salvi non era esplosa! Fuggimmo preoccupati che potesse ancora esplodere, la paura aumentava man mano che noi eravamo più distanti e si cominciava a rendersi conto dello scampato pericolo. Non ricordo neanche se avevamo preso pesci o no, ma per qualche tempo nessuno di noi tre, pensava più di mangiare pesci, o andare a pescare nel “fiume di Lumarzo”. La bomba successivamente fu scaricata e posata su un lato della Chiesa di Lagomarsino in ricordo, ma noi tre l'abbiamo ricordata per tanto tempo; ogni volta che ho occasione di passare davanti a quella chiesa e vedo la bomba, Io rivedo ancora quel fumo, sento il rumore e le vibrazioni del terreno, mi pare di sentire ancora il fango che ci copriva, che volava da tutte le parti, spinto dal gran peso e dalla velocità nell'urto della stessa bomba. 159 ORDINE DEL GIORNO 24 APRILE 1945 A TUTTI I REPARTI DIPENDENTI e Loro Sedi e p.c. Al Comando del Gruppo Brigate Sua Sede Volontari della II^ Brigata Dal momento in cui leggerete queste righe avrà inizio la fase operativa finale. Nel rivolgere un riverente pensiero ai nostri Caduti facciamo appello alla coscienza e alla dignità di ognuno di Voi perché sappia compiere fino in fondo il proprio dovere. Da undici mesi siamo su questi monti e abbiamo l'orgoglio di aver saputo combattere contro tutti i nemici della libertà. Volontari della II^ Brigata! Quasi un secolo fa i nostri Padri scesero in campo per combattere come popolo per la Libertà e per la Giustizia. Oggi a voi tocca l'onore di portare a compimento quanto essi hanno iniziato e di essere spiritualmente e materialmente al loro posto. Siate degni come uomini e come soldati del compito che vi attende. V I V A L' I T A L I A Il Commissario (Carlo) Il Comandante la Brigata (Murri) 'ULTIMA VITTORIA? TORNARE A CASA! 160 Genova via XX Settembre la popolazione saluta i Partigiani I Partigiani - Massone Umberto detto "Berto"; Caprile Benedetto detto "Neitu"; Massone Giorgio; Massone Emanuele detto "Piemonte" Commissario della SAP "Bedin" membro del CLN Un ringraziamento al figlio Giorgio (Il ragazzo) per la concessione delle storiche foto di Famiglia. 161 Monte Cornua: La famosa Osteria dei "Beccaria" che fu, durante la lotta di Liberazione, tappa per le Staffette Partigiane e per i Volontari, che volevano raggiungere le Bande Partigiane in "Montagna". Spesso i Comandanti Partigiani, vi trovarono asilo per i loro incontri, si ricordano: Bini, Bisagno, Lesta, Piemonte, Scrivia, Il Toscano, Dente; Lucio, Bisso Davide, Carlo e altri. 162 163 Cronaca militare nella Zona di Lumarzo e Fontanbuona Molte furono le azioni militare intraprese dai Gruppi Partigiani e dalle SAP nella nostra Zona, molte di queste furono realizzate con successo militare, ma a volte anche con dure perdite per i Giovani Volontari, molti di loro caddero nei combattimenti e o spesso essi videro cadere anche loro cari amici o familiari. Si riporta per titoli le "azioni militare documentabili" o raccontate da persone presenti o di certa credibilità, che in qualche modo erano al corrente dei fatti. Febbraio 1944 – I patrioti di Uscio hanno contatti con la Banda di Cichero, due Partigiani di Uscio, Romano Giuseppe detto "Milanin" e Cabona Giovanni detto "Dick" nato nel 1903 a Uscio, partecipano ad una delle prime azioni Partigiane assieme a Bini, Lesta ed altri, con l'attacco della caserma di avvistamento della RSI sul monte Friciallo. Aprile 1944 – Bisagno Comandante della Banda di Cichero, divide in tre Distaccamenti la stessa Banda, il 3° Distaccamento viene dislocato nei pressi di Pannesi, Terrusso e i monti di Cornua e Becco. Al comando di questo Distaccamento viene nominato Aurelio Ferrando detto "Scrivia" e come Commissario è nominato Stefano Porcù detto "Nino" segue poi la sostituzione con Giambattista Lasagna detto Carlo. il Distaccamento, in un primo tempo viene chiamato Lupo, poi diventerà successivamente la Brigata Peter. Uscio 1944 – In una nota del CLN sulle attività Partigiane eseguite dal 15 maggio al 26 giugno 1944, fra le varie azioni si legge: A Uscio i Contadini fanno una dimostrazione contro il Regime, i Partigiani scendono in Paese e vengono acclamati dalla popolazione. (AILSREC – Gimelli 17 fasc.2) 13 Giugno 1944 - Attacco dei Partigiani al Comando di Bisagno, della caserma della G.N.R. delle Ferriere di Lumarzo. Duro è lo scontro armato, che si prolunga di alcune ore, in serata alle ore 20,30 arriva sul posto inviato da Chiavari, la GNR Decio Guido ed i fascisti Sivori Giovanni e Rubino, Il Decio cadeva ucciso e il Sivori veniva catturato dai Partigiani. Rubino si salva rifugiandosi sotto la macchina. Il Decio apparteneva alla Squadra "E. Muti" costruita a Chiavari dallo Spiotta con i fascisti del Chiavarese e subito impegnata nella lotta anti Partigiana. Con la creazione della Brigata Nera la Squadra GNR fu l'originario del III°Battaglione della XXXI Brigate Nere di Chiavari. 20 Giugno 1944 – Viene nominata la "3a Brigata d'Assalto Liguria della Garibaldi; l'ex 3° Distaccamento "Lupo" comandato da Scrivia già dislocato a Pannesi, sul Monte Becco e a Terrusso, con decisione unanime ne viene a fare parte. 22 Giugno 1944 - Partigiani della Brigata G.L. della Fontanabuona, con uno stratagemma riescono a penetrare nel campo di concentramento n° 52 dei Piani di Coreglia (Calvari). Bloccano il Comando ed alcuni soldati di guardia, liberano i 19 prigionieri presenti, fra i quali due militari Sudafricani, Ronnie 2°pilota e Jimmy motorista. Dopo questa brillante operazione, i Partigiani della G.L. vanno via portando con loro un notevole bottino di armi, munizioni e vettovaglie diverse, requisiscono un camion, che era appena arrivato sul luogo da Chiavari. (ILSREC CLN Busta 243 fasc. 11) 25 Giugno 1944 – Viene ucciso dai Tedeschi per colpa di una spia il Partigiano Polacco Peters Giuseppe, del 3 Distaccamento "Lupo" comandato da Scrivia facente parte della 3^ Brigata Liguria, Il Distaccamento era dislocato a Pannesi, Terrusso e sul monte Becco. Il 3° Distaccamento in memoria al caduto prenderà il nome di Brig. "Peter". Primi di Luglio 44 – Il Comandante "Miro" della Divisione Garibaldina fa visita a Pannesi alla Brigata "Peter" e discutono con Scrivia il futuro dell'organizzazione e della lotta Partigiana. 16 Luglio 1944 – Attacco da parte della Brigata "Peter" (3° Distaccamento) comandata da "Scrivia" alla Caserma di Cavassolo di Ge-Prato della Xa flottiglia MAS, vengono prelevate armi, munizioni, e tela per vestiti della Marina Militare ecc. Il materiale trasportato con un 164 autocarro Fiat 626 a Bargagli, una parte di armi viene trasportata e nascosta a Calcinara, in una cascina a Ciancrosu, di proprietà da "Meistra" poi trasportate in Zona. Luglio 1944 – La Brigata "Peter" viene avvisata dalla SAP di Uscio della presenza di una banda di spie che girano e rubano nella zona spacciandosi per Partigiani, Scrivia con i suoi Partigiani vanno alla ricerca di questo gruppo che viene individuato in Cornua, quando i Partigiani arrivano sul posto, trovano ancora quattro "militi" vicino all'Osteria. Essi vengono arrestati e poi condannati a morte. (La banda era ancora la sconosciuta, denominata poi "Banda Gigi" formata da SS Italiani). (Vedi pag. 253 la RiL e pag. 75/6 Ponte Rotto) In quel periodo viene ricercato un certo Luna, che per il suo comportamento poco coretto nei confronti della popolazione era messo al bando dai Partigiani. Viene trovato presso l'Osteria di Cornua, dove rimase ucciso in uno scontro a fuoco con un Partigiano di nome Dario. 18 Luglio 1944 – Pannesi, si riunisce a il CLN di Lumarzo con il Comandante Scrivia del 3° Distaccamento della Brigata Garibaldi, i quali in comune accordo stabiliscono quanto segue: Che dal 1925 esisteva a Pannesi la SMS fra Liberi Operai e Contadini con sede in casa di sua legittima proprietà, che le Autorità Fasciste fecero chiudere col pretesto di essere stata contro il Fascismo ecc. ecc. Si decide di restituire al legittimo proprietario, alla SMS la casa e quando dovuto ecc. Segue la firma di Scrivia e dei membri del CLN locale – Viacava Giovanni, Massone Emanuele, seguono altre firme non decifrabili. Fine di Luglio 44 – Nel territorio da Camogli a Rapallo, viene dislocata l' 8^ Compagnia del 1° Reggimento Bassano, della Divisione Alpini Monterosa, è al Comando del Capitano Firmian Giovanni e dal Tenente Capece suo Vice. 8 Agosto 1944 - Il Capitano Orlando Bianchi viene arresto a Genova, da parte degli SS e GNR , dopo l'arresto viene rinchiuso alla Casa dello Studente. Il Capitano Bianchi era già sfuggito alla cattura dei Tedeschi a Chiavari presso le caserme di Ceparana, si era rifugiato Uscio dove si era trasferita da Genova la famiglia. A Uscio contribuisce alla formazione del primo CLN e dell'organizzazione della locale SAP. 12 Agosto 1944 - A Neirone una Pattuglia della Brg. Peter si scontra con un reparto di Alpini della Monterosa, i Partigiani catturano un Sergente. 12 Agosto 1944 - Rastrellamento e attacco degli Alpini della Monterosa e Tedeschi nella Zona della Corsiglia, Roccatagliata e Barbagelata, perdite di armi, viveri e muli da parte dei Partigiani, viene bruciato il casone di Feia e la frazione Barbagelata, notevoli perdite dei Repubblichini. 13 gosto 1944 - Grande attacco alle formazioni Partigiane da parte della RSI e Tedeschi: Obiettivo la conquista di Barbagelata e della Valtrebbia. Sono impegnati all'attacco Alpini della Monterosa, truppa Antiguerriglia guidati dal Colonnello Fiorentini, le Brigate Nere di Chiavari guidate da Vito Spiotta. L'attacco viene portato all'alba del 13/8/44 in direzione Barbagelata partendo da: Neirone e Roccatagliata, da Favale di Malvaro e dalla Cappelletta sul monte Caucaso, sopra Moconesi. 14 Agosto 1944 - Dopo l'attacco ai Partigiani a Barbagelata, il nemico lascia il Paese, dopo averlo bruciato, uccidono tre contadini del posto, Garbarino Nazareno, Casagrande Francesco e Musante Luigi. 27-28 agosto 44 - Rastrellamento e attacco dei Tedeschi e Alpini della Monterosa alla Brigata Berto nella Zona di Santo Stefano d' Aveto. Il Distaccamento "Forca" attacca il nemico in una dura battaglia in località Allegrezze, con gravi perdite del nemico. Alla fine dello scontro viene colpito a morte il Partigiano Solimano Silvio detto "Berto" (Medaglia d'Oro al V.M.) Alla battaglia partecipa al suo battesimo col fuoco, anche l'8^ Compagnia del Battaglione Bassano lasciando sul campo 9 morti e 20 feriti, tra questi il Capitano Firmian Giovanni. 27 Agosto 1944 – Pannesi, rastrellamento a degli Alpini della Monterosa e Tedeschi alla ricerca del Capo del CLN e Partigiano "Piemonte" il quale tempestivamente fu informato da Benedetto Caprile e dalla SAP112 di Uscio, e riesce a sfuggire. Si salva con i Figli e due ex 112Su questo arresto ci sono diversità di opinione. Tarzan sostiene che furono arrestati a Colle Caprile in località 165 militari da Lui rifugiati. Vengono rastrellate una ventina di persone sulla piazza della chiesa, che poi vengono rilasciate dopo molte minacce, infine viene bruciata la casa di "Piemonte". Settembre 1944 – Il Battaglione Pablo della Brigata Caio 113 viene comandato nella zona di Uscio, Monte Becco e Gattorna, con il compito del controllo sulla Via Aurelia Recco compreso. Il quel periodo il Battaglione fa diverse azioni Militari e di controllo nel territorio. 10 Settembre 1944 – Il Distaccamento Forca, al comando di Dedo, viene dislocato in Fontanabuona col compito di controllare la zona di Pianezza, Calvari, Monleone e Cicagna, il cui fine era anche quello di colpire i mezzi di trasporto nemici, e creare difficoltà nei movimenti di truppa. Altro compito era quello di dare la caccia al Generale Carloni, quale Comandante della Monterosa presso Cicagna. Il Distaccamento aveva preso rifugio nella zona di Lorsica. 20 Settembre1944 - Il Battaglione Pablo della Brigata Caio, attacca una colonna di autocarri Tedeschi sulla strada da Cicagna alla Scoffera, 2 morti e 9 feriti. Nessuna perdita Partigiana. 21 Settembre 1944 - Un Distaccamento della Brigata Caio in vicinanza di Gattorna, attacco contro una colonna Tedesca-Fascista, un Tedesco ucciso, uno ferito, due Alpini prigionieri. 23 Settembre 1944 – Pannesi, durante la marcia per una operazione di Polizia verso l'alta Fontanabuona, nelle prime ore della mattina un Distaccamento della Brigata Caio con Partigiani anche della SAP di Pannesi si scontrano presso Lumarzo, con una colonna di Militari della Wehrmacht; nel duro e impari scontro a fuoco cade colpito a morte Oreste Ughini detto "Bedin" Vicecapo del Distaccamento. Egli muore Eroicamente per salvare i compagni e permettere loro di sganciarsi dal fuoco nemico. La colonna Tedesca lascia sul terreno tre morti e cinque feriti, fra i quali un Ufficiale. (ILSREC Gimelli 2/12 - 1) 23 Settembre 1944 – Neirone, quattro Partigiani del Distaccamento Polledri attaccano una pattuglia di Tedeschi uccidendone due, e cinque rimangono feriti. Rimane ferito nello scontro anche un Partigiano. Lo scontro avviene sulla strada Gattorna-Neirone, per rappresaglia vengono bruciate una decina di case a Neirone, mentre vengono poi rastrellate, una trentina di persone nella Zona e a Gattorna. (ILSREC Gimelli 2/12 - 1) 24 Settembre 1944 - La 58^ Brg. Caio: Catturato e giustiziato un falso Partigiano colpevole di atti di banditismo. 2 Ottobre 1944 – Rastrellamento a Calcinara e Colle Caprile: Arrestate 52 persone, fra paesani del posto e altre persone in Zona sfollate a causa dei bombardamenti. Assieme a queste persone sono stati arrestati anche due Partigiani della Brigata SAP 470 Poggi di Sori e con altri tre Uomini di Calcinara saranno internati nei campi di concentramento in Germania. (Memoria di Cuneo Angelo nato il 1913 a Calcinara) 9-10 Ottobre 1944 - Grande rastrellamento portato da tre colonne Nazifasciste con circa 2500 uomini, forniti di armi automatiche, cannoni, mortai, attaccano la zona di: Portello-Scarrè (Torriglia) e Barbagelata; Priosa; Neirone, Corsiglia e Roccatagliata. Il Distaccamento Ghittoni della Brg. Caio, il quale aveva già sostenuto l'urto con il nemico al Portello e si era ritirato di fronte al soverchiante numero delle forze attacanti. (Mentre un reparto della Brg. Giustizia e Libertà si era sbandato ai primi colpi del nemico, secondo la relazione fatta da l'Istriano - Comandante della Brg. Caio) Il Distaccamento Ghittoni "si sbanda" di fronte ad un nuovo attacco, da parte della colonna nemica proveniente da Corsiglia e Roccatagliata. Anche il Battaglione Pablo ed il Distaccamento Polledri, di fronte alla forza soverchiante delle colonne nemiche che provengono da Barbagelata e Priosa, si ritirano dopo aver ben combattuto e causato perdite al nemico; considerata la situazione il Comandante ha dato l'ordine di sganciamento generale, così la maggior parte delle forze si ritirano ordinatamente sulla sponda sinistra del Trebbia. Bioulle, altri sostengono che furono arrestati sopra l' Arsenou (sempre Colle Caprile com zona) Massone A. 113L'invio di un Distaccamento della Brigata Caio in Zona, è fatto per sostituire, assieme alla SAP di Pannesi e di Uscio il vuoto lasciato dal trasferimento della Brg. Peter di Scrivia in Valtrebbia e poi in Val Borbera dove poi diventa nella Divisione Pinan Cichero col nominativo di Brigata ORESTEe dove rimane sino alla fine della Guerra. 166 Le perdite nemiche si calcolano in 35 uomini fuori combattimento, da parte Partigiana un morto. Le Formazioni sono state molto provate anche per la pioggia continua, il freddo e la deficienza di alimenti; tuttavia le forze delle Brigate sono pressoché intatte ed attualmente si stanno riorganizzando per entrare in azione prossimamente. La relazione è firmata per il Comandante della Zona il Capo di S.M. Canevari Il Commissario di Zona Rolando (ILSREC Fondo Gimelli Busta 0024 Fasc. 06) 10 Ottobre 1944 - Disposizioni segrete del Comando Tedesco in caso di arrivo di carri armati nei posti di Blocco e delle casematte di Bargagli e Salto (Strada Recco Uscio): Ordine per il Luogo di Salto per accendi miccia: MM il luogo di Salto deve saltare qualora il nemico, con più forza e con carri armati. (La disposizione era che l'accendi miccia doveva in quel caso, dare fuoco anche senza l'ordine del Comando Battaglione) (ILSREC Gimelli 2/12 4 Novembre 1944 – Nella notte fra il 3 – 4 novembre circa 200 Alpini del Battaglione Vestone al Comando del Maggiore Paroldo Cesare, dopo lunghe trattative con Bisagno e Canepa scelgono di passare con i Partigiani della VI Zona, della Divisione Garibaldina in Val Trebbia, un gruppo di Essi entrerà a fare della Brigata Jori al Comando di "Croce". Nella stessa giornata vi è la seguente comunicazione di Bisagno al Comando della G.L. li 4/11/44 Ore 15,00 Al Comando della “Giustizia e Libertà” - E' necessario controllare con pattuglie le provenienze da Favale, da Neirone e dal Caucaso e dare immediatamente avviso in caso di attacco in quanto data la diserzione del Btg “Vestone” è da prevedere una puntata. Contiamo nel vostro controllo – Salute (firmato Bisagno) 5 Novembre 1944 – Ore 24 Partigiani della Brg. G.L. fanno saltare il Ponte delle Doneghe a Lagomarsino. 6 Novembre 1944 - Viene Ucciso a S. Anna di Rapallo, alle ore 14,30 da un comando Partigiano, il Tenente Casassa Ferdinando nato Rovegno il 06/09/1897, Comandante della 8^ Compagnia della XXXI Brigata Nera di S. Margherita Ligure, e anche segretario del PFR del Luogo. 114 10 Novembre 1944 – Alcuni Partigiani del Distaccamento Villa, con due muli carichi di armi, durante il trasporto da Sori a S. Alberto di Bargagli, nei pressi di Pannesi incontrarono casualmente due militari Tedeschi; con gli stessi avvenne lo scontro a fuoco, dove caddero colpiti a morte i due militari. Durante il tale viaggio, un Partigiano che vi era di scorta, chiamato Nan de Levà, rimase ferito, soccorso dai compagni viene nascosto: prima in una cascina sopra alle Gione, poi trasportato al Lago di Sori, dove viene sistemato sopra di un carro di Beppin du Lagu, e dallo stesso poi trasportato all'Ospedale di Nervi115. 12 Novembre 1944 – Pannesi, rastrellamento delle Truppe Tedesche; vengono bruciate alcune abitazione e cascine, vengono saccheggiate le abitazioni e arrestate una decina di persone compreso il Parroco Don Oneto ed anche una ragazza 116 sfollata da Camogli nel Paese. I prigionieri vengono portati a Uscio e alla sera una parte saranno rilasciati. 14 Novembre 1944 – Comando Partigiano riceve l'informazione che a Pannesi una Pattuglia della Brg. Villa ha avuto uno scontro a fuoco con due militari Tedeschi, (Giorno 7-11-44) rimane ucciso, un Ufficiale ed un sotto Ufficiale Tedeschi. Sopra di loro viene trovato importanti documenti. 19 Novembre 1944 – Rastrellamento dei Tedeschi e truppe della RSI a Uscio e nella zona della Colonia Arnaldi, Liteggia e Passo della Spinarola, viene bruciata una casa agricola e 114La data potrebbe essere il 7/11/44 – vedere racconto di Massone Giorgio. 115Altre informazioni avute da Olcese Ugo "Roa" il quale mi disse che fu nascosto in una cascina piena di foglie nelle Gione, poi dopo alcuni giorni trasportato all'ospedale di Nervi, dove lui stesso le fece anche visita. (La cascina credo che fosse di Marco di Calcinara) 116La ragazza di nome Maria Grazia era sfollata con la famiglia a Pannesi, il Padre di Lei Rodolfo Funari, Primo Capitano di Artiglieria, invalido di Guerra del 15/18 e anche Giornalista; Vedere la memoria di Garaventa Liliana di Uscio intima amica di Maria Grazia. (ILSREC - Documenti Piemonte) 167 arrestata una ragazza (Gavoglio Giuliana di Genova) sfollata nel posto e portata alla Casa dello Studente a Genova. Rastrellati una ventina di persone e portate nella caserma dei CC di Uscio e poi rilasciati per intervento Podestà di Tribogna Hotellier. Il rastrellamento é anche esteso a Lumarzo, Ferriere; dove assieme alla Truppa Germanica partecipa anche le Brigata Nera di Camogli117. Sempre in quella data c'è una comunicazione a Umberto, da parte Alì (di Recco) che durante il Rastrellamento dei Tedeschi e delle Brigate Nere, hanno arrestato alcuni giovani presso la strada di Acqua di Ognio, inoltre i tiri di cannone che si sentono sono i soliti di ieri che sparano da Uscio a Sotto Colle (Di Boasi): Firmato "Alì" di Recco, ore 12,35 del 19/11/44. 21 Novembre 1944 – In una lettera inviata ad Umberto da Ognio II comunica che: Il rastrellamento del 19/11/44 sia avvenuto a causa di una spiata, che alle Ferriere di Lumarzo si doveva tenere una riunione di Capi Partigiani. I Tedeschi ed i Fascisti hanno perquisito le case di Ferriere, dove i Fascisti hanno portato via anche denaro dalle case. Ad Acqua di Ognio è stato ferito un muratore che cercava di scappare al rastrellamento, pure a Tribogna hanno ferito un'altra persona. I giorni scorsi due Partigiani Garibaldini si sono visti girare per Gattorna e prendere informazioni sul presidio Tedesco e il loro servizio. Ognio informa che i Tedeschi hanno minato tutti gli accessi al centro di Gattorna, sia da Chiavari, da Genova, come da Piandeipreti e da Uscio? (Firmato Ognio II) 21 Novembre 1944 - Il Distaccamento Fuoco della Brg. Berto scende da Barbagelata a Gattorna dove attacca una Compagnia di Tedeschi che presidia il Paese, l'attacco avviene di sorpresa e i Garibaldini riescono a penetrare nel paese, dove lo scontro è molto duro, con lotta a corpo a corpo. I Garibaldini per il rischio che sopraggiungono rinforzi al nemico, ripiegano nelle montagne nei loro appostamenti, riescono a prendere cinque soldati prigionieri e lasciando tre morti fra il nemico. 22 Novembre 1944 – In una relazione di Luigi ad Umberto, tra le altre cose di ordinaria vita Partigiana comunica che: I Partigiani Garibaldini hanno attaccato i Tedeschi a Gattorna, non si hanno informazioni precise sugli esiti dello scontro. 24 Novembre 1944 – Da un messaggio si comunica a Umberto che: I Tedeschi a Gattorna hanno minato il ponte, con mine da campo in mancanza di altro esplosivo, conferma che avanti ieri (22/11/44) i Garibaldini sono scesi a Gattorna e hanno fatto due prigionieri, devono essere Polacchi, mentre un Tedesco, nello scontro a corpo a corpo è rimasto ferito al petto da una baionettata; Sopra a Colle i Tedeschi hanno piazzato una mitragliatrice che nel pomeriggio hanno battuto lungamente la strada di Neirone, poi con pezzi di artiglieria hanno battuto su Neirone e Moconesi, Firmato Ognio II. (Carte Zolesio novembre 44) Novembre 1944 – Relazione di "Murri" a Umberto, dove si denuncia di un rastrellamento nella Corsiglia e a Barbagelata da parte degli Alpini e Tedeschi, che in quella occasione i due Distaccamenti in loco della G.L. G. Matteotti sono scappati senza minimamente disturbare il nemico, il quale ha perlustrato il Territorio come ha voluto senza trovare resistenza, i nemici hanno bruciato i Casoni, dove si rifugiavano i Volontari e portato via le armi ivi nascoste, Murri si vergogna di questa sconfitta, che purtroppo pesa, si dispiace della cosa, e propone alcune soluzioni per l'accaduto, che Lui non era presente ma aveva dato disposizioni in merito. 05 dicembre 1944 – Pannesi rastrellamento dei Tedeschi e Bersaglieri per arrestare i Fratelli Massone Mario; GioBatta ed Emanuele, accusati da una lettera anonima di essere Comunisti e Partigiani, alcune persone riescono con un raggiro ad avvisare la famiglia Massone della grave situazione, permettendo ai tre Fratelli di sfuggire all'arresto, il Padre Lorenzo e le Figlie con la madre rimangono a casa. Il Capo Famiglia Lorenzo verrà arrestato e portato a Recco dove verrà ucciso il 14/12/1944. Oltre al suo arresto viene 117 Vedere documento del P.M. Della Corte Straordinaria D'Assise di Chiavari del 10-9-1945 dove viene emesso il procedimento contro R... G... delle B.N. di Camogli, per furti arresti e ferimenti. (Documenti Piemonte) 168 saccheggiata la casa e poi data alle fiamme. 20/12/44 - Viene fucilato ad Avegno il Partigiano Giovanni Cevasco del Distaccamento GL di Bargagli, arrestato durante un rastrellamento nella zona, con altre ventotto persone, che dopo il controllo dei documenti furono rilasciati. (Vedi l'U.M. Pag. 56) Colle Caprile - La batteria nell'inverno 44-45 sparano sul monte Cavello e Castellucio nella zona di Bargagli cercando di colpire piccoli gruppi di partigiani che in questi luoghi si rifugiarono. (Vedi l'U.M. Pag. 56-57) 5 Dicembre 1944 – Da Attilio Capo del S.I.P. viene inviato al CLN e al CVL della 6^ Zona una segnalazione pervenuta dalla Casa dello Studente di Genova, che una spia si è infiltrata (un certo Serra) nella Brigata G.L. G. Matteotti (firmato Vittorio). Il messaggio viene trasmesso il giorno 6/12/44 dal Comando di Zona, (firmato da Ugo) alla Brg. Giustizia e .Libertà "Matteotti" (Carte Zolesio 12-1944) Dicembre 1944 – In una lettera inviata a Umberto, vi sono dure lamentele da parte di Mori nel confronto del Comandante di un distaccamento della G.L. G. Matteotti, un certo Dick di Bargagli, che andrebbe trasferito in un altro luogo o disarmato. Nello stesso periodo lo stesso Dick, in una lettera a Umberto, chiede disponibilità di avere armi per armare una ottantina di Uomini? Di fare presto questa fornitura perché in zona ci sono i Garibaldini con "Lucio" che fa propaganda, e anche "Rico" di S. Alberto sta con i Garibaldini, Dick dice che bisognerebbe prenderlo (Rico) e portarlo al Comando e che Umberto stesso le faccia capire di stare con Loro se non vuole avere dei grattacapi. 6 Dicembre 1944 – Da Piandeipreti comunicazione di Malacrida "Giovanni": Dichiaro di aver visto a Genova mercoledi o giovedi c.m. un tale con impermeabile chiaro (Spano) in divisa da sergente maggiore da Bersagliere, in via Bobbio. Il sottoscritto Z3 J segue data. 7 Dicembre 1944 – Messaggio ad Umberto Comandante della G.L. Matteotti da parte di Ognio II in quale che scrive: Ti segnalo le ultime notizie che circolano quì che forse avrai sentito, a Gattorna è arrivato una Compagnia di c/a 200-250 uomini Comandata da un Capitano. In Riviera, precisamente a Camogli, un "Pezzo Grosso del P.F.R." ha dichiarato che si sta preparando una revisione in grande stile per operare un'importante rastrellamento nella Vallata Fontanabuona, che la stessa affermazione sembra che sia stata fatta da Spiotta a Cicagna in casa di certi signori Lertora ai quali qualche mese fa fu arrestato il Capofamiglia. Ieri a Neirone dicono che sia stato arrestato un certo Walter forsedella G.L. poi prelevato da sette Alpini pare diretti verso la Corsiglia. Avanti ieri a Pannesi un reparto di Bersaglieri ha prelevato il Fratello di Massone e gli hanno incendiato la casa, le ragioni sembra sia dovuta ad una lettera anonima pervenuta ai Comandi e denunciante il Massone Fratello un Partigiano facente parte di una Banda Comunista118. Segue la lettera con giudizio del giù di morale dei Volontari G.L. G. Matteotti e termina con i saluti e la firma "Ognio II". (AILSREC - Carte Zolesio 12-1944) 1 Gennaio 1945 – Da Ordine del Giorno n° 7 del CLN e CVL al Comando della VI Zona si rende noto: Il Comandante di Brg. Scrivia è promosso a Vice Comandante di Divisione e addetto al Comando della Divisione Cichero; Il Comandante di Distaccamento Tigre è promosso Comandante di Brg. e Comanderà la Brg. Oreste; Il Partigiano Toscano è nominato Vice Comandante della Brg. Oreste: Il Vice Commissario di Brg. Carlo è promosso a Commissario, presterà servizio alla Brg. Oreste; Il Commissario di Distaccamento Gin è promosso a Vice Commissario di Brg.e presterà servizio alla Brg. Oreste. (Fir.to Canevari) 12 Gennaio 1945 – Comando VI Zona Operativa, Il S.I.P. Comunica a tutti i Comandi di Divisione e Brigate che: Elementi provocatori al servizio dei Nazifascisti si presentano alle Formazioni Partigiane con documenti falsificati per entrarne a farne parte delle stesse, onde comunicare importanti informazioni al nemico ecc. ecc. La comunicazione continua con particolari spiegazioni per il comportamento di attenzione necessario alla situazione. 118Vedere dichiarazione di Don Oneto, a riguardo sig.na Maria Grazia Funari. (Documenti Piemonte) 169 18 Gennaio 1945 – Il Capo Squadra "Pirata" e il V/C Squadra "Ghen" con i Partigiani Romeo; Drago; Franco; Paolo; Tata e Blech del Distaccamento Villa dalla Val Borbera sono diretti sulla Via Aurelia presso la Ruta. Il giorno 23 raggiungono la Ruta, nella loro missione disarmano e fanno prigioniero un Bersagliere e due Caporalmaggiore Tedeschi di sentinella alla galleria sulla strada Aurelia, inoltre si recarono da un noto Fascista locale, arricchitosi collaborando con i Tedeschi, obbligandolo lo stesso a versare Lire 50.000 a favore delle Formazioni Partigiane. 9 Febbraio 1945 – Ancora una missiva di Murri inviata a Umberto, dove dichiarare che ha incontrato Don Alfieri e hanno discusso sulla situazione; consiglia a Umberto di insistere di tenere la Zona (Alta Fontanabuona e val Bisagno) e che a Pannesi e nelle vicinanze c'è Lucio e Dente che lavorano attivamente per il P.C. e a Pannesi e dintorni ci sono i Tedeschi, di stare attenti. Anche in questa missiva parla di far togliere il Comando a Dik, (Che nessuno ne vuole più sapere dei suoi pasticci) inoltre propone a Umberto un nuovo piano organizzativo delle Brigate e dei Distaccamenti, con i nomi di alcuni elementi utili al Comando degli stessi. 10 Febbraio 1945 – Una missiva firmata da Luigi e Civi 119 comunica ad Umberto che: Da fonte sicura risulta che circa 400 "Uomini" sono passati da Bargagli diretti a Torriglia, inoltre un intenso raggruppamento di Truppa é a Gattorna, che a Lumarzo sono state ultimate le postazioni delle batterie pesanti; Circola voce di imminentissimo rastrellamento. Visto la gravità della situazione i Distaccamenti G.L. G. Matteotti di san Marco d' Urri, hanno deciso dopo riunione, di lasciare liberi i Volontari e di nascondere le armi fino al cessato pericolo. 10 Febbraio 1945 – Il Comando della 1^ Compagnia del II° Battaglione della G.L. scrive a Umberto che: Da informazioni ricevute ha saputo che a Bargagli sono passati 400 uomini diretti a Torriglia, che un mucchio di truppa è a Gattorna; Che a Lumarzo hanno finito di sistemare le postazioni dell'artiglieria pesante. Che con la presenza dei Tedeschi a Gattorna; Uscio; Pannesi; Lumarzo; Torriglia e a Cicagna, che i nemici possono venire anche da Neirone; Rossi; Tasso e Craviasco e il loro gruppo può essere rastrellato e essere tagliato fuori, hanno fatto una riunione dei Comandanti dei Distaccamenti cosi hanno deciso: Visto che la Volante è fatta da gente di questi Paesi e utile che si ritirano nelle proprie abitazioni, e che pure la loro Compagnia cercherà di dileguarsi nei rifugi o simili attendendo qualsiasi evento. Il comando è costretto a consentire queste decisioni, impegnandosi di riorganizzare tutto in 24 ore. Il documento porta diverse firme poco leggibili (Sembrano: Civi, Lume o Luigi, Milio e Pirri?) 23 Febbraio 1945 – Al Comando della Brg. Giustizia Libertà: Ore 02,30 gli Uomini del 2° Distaccamento 1^ Compagnia, coordinati nel lavoro tecnico dal volontario Bruno del Commando della VI Zona, hanno interrotto la carrozzabile della Fontanabuona, facendo saltare un ponte nel tratto Cicagna-Ferrada. Firmato il Commissario, Luigi. Firmato: P. Il Comandante della Compagnia, Luigi 26 Febbraio 1945 - Una pattuglia del Distaccamento "Luci" della Brg. G.L. G. Matteotti, cattura presso Monleone (Cicagna) una pattuglia di Alpini con carri e cavalli. 27 Febbraio 1945 - Una pattuglia del Distaccamento "Ventura" della Brg. G.L. G. Matteotti, uccideva in combattimento presso Calvari, un Alpino della Monterosa. 28 Febbraio 1945 - Una pattuglia della Volante della Brg. G.L. G. Matteotti, cattura fra Monleone e Cicagna una pattuglia di 5 soldati e un Sergente della batteria di Monleone. 28 Febbraio 1945 – Di buon mattino la SAP della G.L. di Piandeipreti informa Murri che un camion è in partenza dalla batteria di Uscio sarebbe partito per portare munizioni a 119Luigi è Casassa Luigi Commissario della Brigata P. Borrotzu – Civi è Faggiani Giuseppe Comandante del Distaccamento Biffera della Brg. Lanfranconi. 170 Monleone. Alle ore 11 la Squadra Volante comandata da Hans attiva un'imboscata, e nella curva dei Bassi di Tribogna ferma il camion e catturano i 5 soldati ed un Sergente con il seguente bottino: I fucili e le pistole dei 6 militari, una cassetta di cartucce per fucili Mauser, una cassa di bombe a mano, un sacco di farina di grano e uno di farina di mais, oltre ad indumenti vari e 12 tascapane, inoltre il camion viene requisito e nascosto vicino al cimitero di Neirone. (UM pag 64) 3 Marzo 1945 – In località Ponte della Amenta, fra Boasi e Ferriere il Distaccamento Volante de 2° Battaglione composto di 20 Uomini al Comando del Vicecomandante della Brg. Murri mentre stanno cercando di fare un sabotaggio, avvistavano una colonna Tedesca di oltre 50 uomini e 10 carrette, armata da tre MG 34 e altre armi automatiche, Il Battaglione attaccava la Colonna Tedesca, dopo c/a 50 minuti di scontro armato, veniva inflitto al nemico le seguenti perdite: 5 Morti fra cui un Maresciallo; 14 feriti più o meno gravi; 5 muli e un bue morti; 2 carrette precipitate nel fossato. Il distaccamento desisteva dal combattimento col sopraggiungere di tre camion di rinforzi Tedeschi al comando di un Capitano fortemente armati anche di armi pesanti. Si segnala l'eroico comportamento dei Volontari "Tranviere" e "Moro"; purtroppo per "Tranviere" veniva colpito mortalmente, mentre "Moro" rimane ferito leggermente. (Balletto Luigi Enrico detto "Tranviere" medaglia d'Argento al V.M.) 10 Marzo 1945 – Presso Piandeipreti una pattuglia di Partigiani della Brigata Berto composta da Gardella Angelo, detto "Pipetta" della Corsiglia e da Molfino Francesco nato a Ruta di Camogli il 10/3/1922; sono attaccati da un plotone di Tedeschi, il Pipetta viene ferito e riesce a salvarsi grazie all'aiuto a Gente del Posto. Il Molfino viene colpito mortalmente e il suo cadavere viene portato a Colle Caprile, dove viene lasciato in un pollaio per alcuni giorni, verrà poi sepolto nel bosco, vicino al sentiero che scende in località Sottocolle. 10 Marzo 1945 – Una lettera dell'informatore Z.O. comunica al Comando G.L. la situazione degli armamenti e presenze delle truppe nemiche, espone una precisa situazione della zona di Monleone, Carasco, Piani di Correglia, San Bartolomeo, Calvari, Montallegro di Rapallo, S. Colombano, Borgonovo di Rezoaglio, Terra Rossa di Carasco, al Bocco, alla Forcella, Rapallo e Castiglione Chiavarese dove c'è un forte presidio di Alpini. 13 Marzo 1945 – Rastrellamento a Neirone, nella Corsiglia e Roccatagliata dei Tedeschi, Alpini della Monterosa e Brigate Nere comandate da Vito Spiotta: La battaglia è contro Partigiani della Cichero e della GL. Nella battaglia cadono tre Partigiani: Sassari, Pino, ed Elia detto il Mandarino. (pag. 686 la RiL) 14 Marzo 1945 – Segue attacco dei Tedeschi e dei Repubblichini, si accanisce lo scontro sulla mulattiera che da Neirone e Moconesi porta a Barbagelata, nell'attacco portato dal nemico ai Partigiani della Brg. G.L. viene colpito a morte, da una raffica di mitragliatore, il Partigiano Luigi Giuseppe Bertucci detto "Fido" nato il 25/05/25 a Moconesi, il quale fa parte della Brigata "Borrotzu". In quello scontro rimase ferito anche Lagomarsino Silvio detto "Coniglio" di Uscio. A questa battaglia partecipano un numero notevole di Partigiani di Uscio, facenti parte della Brigata Berto. Anche il Distaccamento Fuoco, dopo un'intensa battaglia contro una colonna nemica, lascia sul terreno un Partigiano caduto, ma il nemico fugge lasciando ben venti morti, ed un ricco bottino di armi e munizioni. Anche il Distaccamento Alpino partecipa alla battaglia dando il suo grande contributo. Durante quella battaglia, i Partigiani furono martellati, dai tiri dei cannoni, delle batterie Tedesche di Colle Caprile (Uscio). Note di GB: Lo stesso Bisso Emanuele mi raccontò molti episodi su questa battaglia, ed anche gli stessi: De Marchi Vittorio, Bernardin Augusto detto Grifu, Siri Giovanni detto Tigre ecc. (pag. 71 l'UM - vedi AISRLEC Fondo Gimelli 2 busta 19) 15 Marzo 1945 – Il Comando VI Zona Operativa, invia a tutti i Comandi di Divisione e Brigate la seguente comunicazione: Per disposizione dei Comandi Superiori si Ordina a tutte le formazioni Partigiane devono intensificare l'invio di informazioni riguarnti i campi di 171 mine poste dal nemico. Tutte le informazioni devono essere inviate immediatamente al Comando Zona. Firmato il Comandante VI Zona Operativa Miro; il Capo di S.M. Canevari; il Commissario Politico Rolando. (AISLREC Carte Zolesio Marzo 1945) 15 Marzo 1945 – Il Comandante della VI Zona Operativa Miro; il Capo di S.M. Canevari: il Commissario Politico Rolando: Per disposizione del Comando Superiore che Ordina al Comando Brigata "Matteotti" G.L. Di intensificare le azioni di disturbo al nemico in movimento sulle strade Recco-Uscio-Gattorna e Cicagna-Gattorna-Boasi. Le Squadre Volanti intensificare le azioni nelle vicinanze di Genova e sulla Via Aurelia, cercando di fare prigionieri da portare al Comando. (Vedi Carte Zolesio Marzo 1945) 17 Marzo 1945 – C'è una lettera inviata dal Comando G.L. G. Matteotti al Comando di 6^ Zona Operativa dove si denuncia la mancata difesa da parte del Distaccamento Val Bisagno del Posto di Blocco in Valtrebbia, durante la Battaglia di Barbagelata, essi hanno abbandonato la difesa del Posto, alla vista di una ventina di Tedeschi, permettendo loro di attaccare gli altri Partigiani su Barbagelata alle spalle. Per questa colpa il Distaccamento è in via di trasferimento. Inoltre il Comando si domanda come mai non sono intervenuti120. 21 Marzo 1945 – Il Capo di Stato Maggiore della VI Zona (Canevari) trasmette al CLN di Uscio e per conoscenza al Commissario "Nando" la definizione della zona di intervento dei Distaccamenti "Borrotzu e Castelletto" della Brigata G.L. Matteotti. Il Comandante della della G.L. Matteotti (Umberto) ne indica geograficamente la zona d'intervento: Oltre la zona sud della Valtrebbia va dal crinale della Scoffera, Bargagli, Traso, ecc, e a meridione del Bado, Becco, Cornua, Uscio e Monte Fascia ecc. E dispone di prendere contatti con la "Brigata Berto" (Vedi AISLREC Carte Zolesio Marzo 1945) 26 Marzo 1945 - Attacco di una cinquantina di Tedeschi, guidati da due "borghesi" ad una squadra di Partigiani della Brigata P. Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti presso Costafontana. Lo scontro è durissimo, vista la sorpresa dell'attacco nemico, la superiorità di uomini e di mezzi. Cadono tre partigiani: Fournier Italo detto Grigoire di Ayas /Aosta); Polster Simon detto Andrea (Austria); Soracco Nando detto Lua di Tribogna, rimane ferito Giusto Edoardo detto Dalmulin. Perdite nemiche: Uno o due Tedeschi. 27 Marzo 1945 – Renato II comunica al Comando G.L. G. Matteotti quanto segue: A Lumarzo sono in corso due postazioni per pezzi da 105, li comanda un Maresciallo con circa 15/20 uomini dei quali 3 sono Italiani vestiti da Tedeschi. Sono collegati per telefono e con segnalazioni con pistole Very e con colpi di fucile, due telefoni sono situati all'osteria al Piano del Melo, dove hanno sistemato ufficio e cucina. Hanno requisito cinque case, ma soltanto due sono ora abitate da Loro; Sono dislocati fra Pannesi monte Cornua e Becco circa 100 Uomini; A Calcinara circa 100 Uomini e al Chiapparino era sistemato un pezzo da 110 mm sembra che sia stato ritirato ieri? Seguono altre notizie sulla sorveglianza. Marzo (Fine) – Il Distaccamento "Sassari" con Tom fanno azioni di sabotaggio al ponte di Lagomarsino e il ponte sotto la Serra, fra Ferrada e Cicagna.(pag. 73 l'UN) Aprile Nei primi giorni il Comando Tedesco della Zona Recco e Uscio tratta con il Comando dei Partigiani della Cichero per lo scambio dei Prigionieri. (Vedi la RiL pag. 861) Aprile (Inizio) – Il Comando della VI Zona Operativa trasmette a tutti i Comandi delle Brigate Garibaldine; Giustizia e Libertà; Matteotti le disposizioni di come coordinare gli interventi sul territorio in modo Strategico; tale documento è conosciuto come <PIANO OPERATIVO> Primi di Aprile – Ognio II comunica che un Reparto di Militari Tedeschi che erano a Lagomarsino e trasferiti al fronte (Verso la Garfagnana) sono stati attaccati al Bracco dai Partigiani ed è stato 120Di questo fatto mi aveva parlato Tigre (Siri Giovanni di Nervi) negli anni sessanta, mi disse che Lui ed il suo Distaccamento rimasero in mezzo a due Fuochi, rischiando di essere decimati dai Tedeschi, e mi disse che proprio per questa ragione Lui si era scontrato dopo la guerra con uno dei Fratelli Machiavelli che Comandava il Distaccamento Valbisagno, il quale era a Nervi a fare un comizio e parlava della lotta da lui fatta in montagna come Partigiano, il Siri andò vicino al palco dell'oratore, dicendole di tutto, lo fece scendere e dicendole di non dire balle. 172 distrutto... Segue. Altre informazioni sono richieste dal Comando ad Ognio II come segue: "Ti prego di farmi sapere Forze e Mezzi dislocati a Uscio, quanti uomini dispongono, (se vi sono reticolati elettrificati o normali) cerca di essere preciso nel Segnalare" 4 Aprile 1945 – Messaggio di Ognio II personalmente ad Umberto (Comandante G.L. G. Matteotti): A Gattorna vengono fermati alcuni commercianti, i quali sono accusati di aiutare i Partigiani, i fermati sono: Il Figlio del Lubiano, quello del proprietario dell'Albergo Moderno, quello di un altro negoziante di verdura; il falegname che sta a Tribogna; e che cercavano il Franza, riguardo a quest'ultimi fortunatamente venivano avvisati per tempo non si fecero trovare. Si informa che sono arrivati da fuori una ottantina di operai per riparare i ponti di Ognio e di Ferrada. A Cicagna sono arrivati tre Distaccamenti di Militari di rinforzo, ed uno a Monleone. A Lumarzo è previsto l'arrivo di 60/70 uomini per completare il Distaccamento. (Firmato Ognio II) 4 Aprile 1945 – Ognio II comunica a Umberto che a Gattorna sono arrivati una ottantina di operai di altre regioni per lavori di riparazione dei ponti di Acqua e di Ferrada. Si informa che a Cicagna è giunto un Battaglione con un nuovo Comando, tre distaccamenti sono dislocati in Zona, a Lumarzo sono arrivati ancora 50/60 Uomini di rinforzo. 5 Aprile 1945 – Il Comando della VI Zona: Ordina alle Brigate G.L. G. Matteotti di attaccare obiettivi militari nemici, e le vie di transito, Firmato Miro – Canevari – Attilio. 5 Aprile 1945 – Lettera a Umberto da Ognio II il quale conferma che la strada da Lumarzo a Calcinara è stata aperta e può già transitare qualche carro; Mentre al Ponte di Ognio (Donega) i Tedeschi stanno lavorando attivamente per riattivarlo; Lumarzo hanno portato molto filo spinato con legname per fare deposito munizioni; A Lagomarsino hanno piazzato uno dei due mortai e hanno un Distaccamento di una quarantina di Uomini, si dice che i pezzi che sono a Lumarzo ed a Lagomarsino siano puntati verso la Valle. A Gattorna si dice che i Tedeschi sono molto giù di morale, perché le competenze alla truppa arriva irregolarmente, le razioni dei viveri e del tabacco sono ridotte. Si informa anche che ieri sera i Tedeschi hanno sparato con le mitraglie nei paesi di: Ognio, Piandeipreti e Gattorna, il perché abbiano sparato non si sa, ma hanno paura dei Partigiani. 6 Aprile 1945 – Da Montebruno il Comando della III° Divisione Cichero invia il seguente Ordine: A TUTTE LE SQUADRE DI AZIONE Tutti i Comandanti e Commissari delle Squadre d'Azione devono trovarsi Domenica alle ore 10 (Dieci) a Gorreto per urgenti comunicazioni, portare l'elenco degli Uomini e delle armi avute in dotazione. Firmato: Il Comandante – Miro; Il Capo di Stato Maggiore - Maranza. La Brg. Borrotzu della G.L. G. Matteotti porta l'elenco dei suoi Distaccamenti che sono sette; con i nominativi dei Distaccamenti, dei Capi e Commissari più la Forza presente Volontari n°-221; segue lista delle Armi e Munizioni. 6 Aprile 1945 – Il Comando della VI Zona per Disposizioni Avute dalle Superiori Autorità e dai Comandi Interalleati invia alle Brigate i seguenti Ordini. 1° Sono assegnati alla Brigata Coduri i seguenti compiti: Con azione energica e pronta e con la massima forza disponibile SULLA VIA AURELIA E SULLA ROTABILE CHIAVARI BOCCO BEDONIA. A Azioni di massima forza sulla via Aurelia e sulla Rotabile Chiavari Bocco; Attaccare colonne nemiche, trasporti, carri, presidi, campi di mine, batterie antiaeree e altro. B Impedire tutto il movimento del nemico per mezzo di blocchi dei più importanti punti stradali, facendo interruzioni mediante o frane o fuoco incrociato di mitraglia bene appostati. C Colpire i Comandi nemici, magazzini, depositi di munizioni e carburante. D In particolare distruggere tutti i mezzi di collegamento e comunicazione, come radiotrasmittenti, telefoni, staffette ecc. 2° Tutto questo serve per impedire l'afflusso di uomini e mezzi nemici al fronte interalleato. 173 a.) b.) c.) d.) e.) f.) (Nota: Il quel periodo lo scontro era localizzato a Nord Ovest di Massa Carrara e verso la Garfagnana dove le Truppe della RSI, Alpini della Monterosa, Xa Flottiglia MAS, Fanteria di Marina col Battaglione S. Marco, Bersaglieri e Brigata Nera combattevano, assieme alla Wehrmacht, un duro scontro contro le truppe Alleate e la 92a Divisione Buffalo USA). La Brig. CODURI concentrerà i propri sforzi su azione immediata sulla Via Aurelia fra Chiavari e Moneglia e sulla strada Chiavari Bedonia; e a tale effetto, studierà ed attuerà con la massima sollecitudine, l'occupazione del Passo del Bocco e l'occupazione di qualche località sulla Via Aurelia (CHIAVARI o LAVAGNA o simili); e vicinanze (CARASCO). la CODURI darà assicurazione per quanto sopra e manderà a questo Comando un Ufficiale di Collegamento e 4 staffette ben scelte. Brig. BERTO – Attacchi sulla Fontanabuona tra Carasco e Gattorna. Interrotta tale strada passare sulla Via Aurelia e di agire tra Chiavari e Rapallo. Eliminare le Batterie di S. Colombano, S. Maurizio ecc. Blocchi sulla Carasco Gattorna e blocchi sulla Via Aurelia. G.L. MATTEOTTI . Interrompere la Gattorna Boasi Scoffera. Attaccare subito Uscio e mettere Blocchi sulla strada Gattorna Boasi Scoffera. BRIG. JORI. Possibilmente occupare Torriglia. Bloccare la strada N° 45. Tenere la linea Antola, Prela, anche fortificando tali montagne. BATTAGLIONE SEVERINO. Agire sulla strada Laccio Prato. DIVIS. PINAN CICHERO. Rinforzare S. Clemente e contribuire alla difesa dell'Antola Mettere mitraglie pesanti sull' ANTOLA, sul PRELA e sull' ALFEO. LA BRIGATA G.L. MATTEOTTI e BATTAGLIONE VAL BISAGNO dipendono dal COMANDO DIVISIONE CICHERO. Prendere immediati accordi in merito. (Firmato) Il Comandante VI Zona – Miro Il Capo di S.M. - Canevari p. Il Commissario Politico – Ugo (Carte Zolesio Aprile 45) 8 Aprile 1945 - Il Vicecomandante Carriel della Brg. "Lanfranconi" comunica che nella sera è stato eseguito il sabotaggio della strada Gattorna Boasi, hanno fatto saltare in ponte della Menta. Hanno partecipato all'azione Carriel; Pirri; Nebbia; Primula; Giuliano; Braga; Moro; Volpe; Zeffiro; Gimitra: il guastatore Joseph e Ri. (Firmato Murri) 8 Aprile 1945 – Il comandante di Brg, "Murri" fa relazione dell'azione svolta nella sera del 8-4-45 da un Distaccamento Partigiano G.L. Che hanno interrotto la viabilità sulla strada Gattorna Boasi, facendo saltare il Ponte della Menta. Hanno partecipato all'impresa il Vicecomandante Carrel della Brg. Lanfranconi, Pirri Comandante Distacc. Balletto: Nebbia Comm.rio; Primula e altri Distacc. Balletto; Giuliano; Braga; Moro; Volpe; Zeffiro; Gimitra; Joseph guastatore della Brg. Borutzu e Ri del Distacc. Balletto. 14 Aprile 1945 - La Brigata Borrotzu attacca i Tedeschi di guardia agli operai che stanno rifacendo le arcate del ponte di Ferrada, fatto saltare precedentemente dai Partigiani. 14 Aprile 1945 - Il Comando della VI Zona Operativa invia a tutti i Comandi Partigiani dipendenti, un apprezzamento avuto dalla Missione Alleata per gli ultimi combattimenti, i quali hanno portato alla conquista di importanti capisaldi nemici, quali la Forcella in Val d'Aveto, Borzonasca, il Bocco. Lo stesso Capo (Missione) ci ha incaricato di comunicare le sue congratulazioni per avere grandemente contribuito allo sforzo bellico comune. (Firmato Il Comandante VI Zona Miro; Il Capo di S. M. Canevari; Il Commissario di Guerra Attilio ) 15 Aprile 1945 – Ognio II (Novaretto Mario) Capo del SIM comunica a Umberto la situazione militare e organizzativa delle truppe Tedesche nella Zona di Uscio, Lumarzo, allegando anche una Mappa eseguita a mano di Lumarzo, dove vi si illustra la collocazione degli armamenti. 19 Aprile 1945 – Ore 10,30 Giungono a Torriglia Truppe con armi, muli e carri con viveri, munizioni e altre scorte, di rinforzo al presidio locale. (La notizia è firmata Commissario "Luigi" e dal Comandante "Ugo") 17 Aprile 1945 – VI Zona Operativa (Comando SIP) Dal Centro informazioni di Genova giunge 174 notizia di spie nazifasciste che si introducono con falsi documenti presso le Brg. Partigiane dopo alcuni giorni riferiscono informazioni ai loro Comandi, inoltre essi al momento opportuno possono colpire alle spalle le formazioni Partigiane. <firmato Alfredo> 17 Aprile 1945 – Il CLN – CVL della VI Zona Operativa chiede al Comando Brg. G.L. Matteotti Sezione S.I.P. <Far conoscere urgentemente al Comando se le strada Uscio-Lumarzo e Ferriere-Boasi sono ultimate e se vi è transito nemico. Nel caso ciò fosse avvenuto provvedere per le interruzione del caso>. Il documento è firmato da: Miro; Canevari e per Attilio firma Ugo; Prot. N° 301 (Carte Zolesio Aprile 44) 18 Aprile 1945 – Si comunica alle 18,30 al Comando G.L. G. Matteotti che nella notte alle ore 02,00 Un gruppo di sabotatori nemici di venti uomini ha lasciato Torriglia e non hanno più fatto rientro, di prestare attenzione e di stare all'erta nelle Zone Partigiane. 19 Aprile 1945 – Le truppe Tedesche di stanza a Uscio combattono in Valtrebbia (Vedi pag. 709 di la RiL) 19 Aprile 1945 - Da Comando Brigata "Borrotzu" al Comando Gruppo di Brigate della G.L. Giacomo Matteotti si informa che: Dal posto di Blocco "Garibaldino" alle ore 10,30 odierna, informa che sono giunti a Torriglia completamente equipaggiati con carriaggi, muli, viveri, armi e munizioni 150-200 tedeschi di rinforzo al presidio. Pregasi dare comunicazione altri Comandi dipendenti. (firmato il Commissario Luigi; il Comandante Ugo) 20 Aprile 1945 – Dalla Brg. Borrotzu vengono trasferiti alla Brg. "Lanfranconi" i seguenti Partigiani: Italo; Oliveri; Dante; Orfeo; Pino; Beppe e Nino. La comunicazione è firmata dal Comandante Lago e dal Commissario Luigi. (Carte Zolesio Aprile 45) 21 Aprile 1945 – Alle ore 8,00 sette Uomini del Distaccamento Italo attaccano a 500 metri da Gattorna il pattuglione Tedesco di 30 militari; risultato 4 morti e 5 feriti da parte nemica Essi confermano solo due morti. La comunicazione è inviata con data 22-4-45 al Comando della Brg. Borrotzu con la firma di: Luigi e Ugo. (Carte Zolesio Aprile 45) 22/3 Aprile 45 – Le truppe Tedesche di stanza a Uscio hanno paura e sentono la ormai vicina la loro sconfitta. (Vedi pag. 858 di la RiL) Di conferma a quanto sopra è la comunicazione inviata a "Berga"121 da un informatore, nella quale si rende noto che: <Il Battaglione Tedesco di stanza a Uscio con i distaccamenti in Gattorna, Ferrada, Pannesi, Pezzonasca, Monte Cornua, Monte Becco, Calcinara e Salto si trasferiscono altrove e che sul posto non rimarrà nessuno> Queste informazione lo scrivente le aveva avute da un Maresciallo Tedesco di nome Schus. Segue l'informazione: <A Recco non c'è il posto di Blocco ma c'è un piccolissimo presidio che probabilmente andrà via con il Battaglione. Per quanto riguarda i disertori si sta lavorando il Maresciallo dei lavori (te lo ricordi Schulse?) che è rimasto sul posto con qualche uomo> Dopo queste informazioni si parla di cosa faranno i Tedeschi per lasciare Genova e che saranno circa 10.000 esclusi gli altri dislocati in Liguria e naturalmente le SS e quelli della RSI. L'informatore aggiunge: <Ti saprò dire con certezza se anche i reparti che sono in Ruta se ne vanno, oppure tengono altro contegno. Sappi intanto che a Portofino Vetta sono arrivati altri 160 uomini non so come armati. Altre informazioni avute mi permettono di dirti che è nelle intenzioni della Brigata Garibaldi di occupare Uscio e la Zona perciò sappiatevi regolare in merito>. (Carte Zolesio Aprile 45) 23 Aprile 1945 - Un milite della batteria di Portofino Vetta comunica al Capitano Maggi che il Comando ha ricevuto ordini di lasciare la Liguria, e requisiscono mezzi di trasporto. 22-3-4 Aprile 1945 - Transitano sulle strade interne di Sestri Levante e Lavagna verso l'Aurelia sotto al Comando del 1° Reggimento Alpini della Divisione Monterosa, il Battaglione Ivrea; il Cadelo; il gruppo Artiglieria Aosta e la Colonna Leggera con la Compagnia Anticarro. 23-24 Aprile 45 – Il distaccamento di manovra "Di Maggio" della Brg. P. Borrotzu della G.L. scende su Rapallo, hanno un duro scontro armato contro i Tedeschi, infliggendo 2 morti e 6 121Berga = Comandante del Distaccamento "Nando" della Brg. Borrotzu della G.L. Giacomo Matteotti. 175 feriti ai Nemici, con la partecipazione del CLN di Rapallo e Partigiani viene richiesta la resa dei Tedeschi, dopo una lunga trattativa, si ha una tregua fra le parti in attesa di resa dei Tedeschi. Mentre le forze Tedesche locali erano in attesa di trattare la resa, nella serata del 24 aprile sopraggiunse nel molo di Rapallo, una bettolina che trasportava gli SS che aveva imbarcato a Portofino, i quali scesi a terra, attaccarono improvvisamente i Partigiani. Nello scontro i Partigiani lasciarono sul terreno sei morti e cinque feriti, di cui uno grave, che morirà poi all'Ospedale di S. Martino di Genova. 23-24 Aprile 45 – Nella notte fra il 23-24 aprile il Federale Faloppa con i suoi Militi (C/a 200-250) si trova all'ingresso della Camionale a Genova con automezzi di ricupero e partono per Serravalle Scrivia, (Faloppa lascia a Novi Ligure la Truppa e scappa coraggiosamente a Milano in macchina con il suo autista) ILSREC Fondo Gimelli Busta 3 fasc. 22) 24 aprile 1945 – Presso il ponte di Rovegno una colonna Partigiana in trasferimento dal Gorreto a Pannesi, Calcinara e Colle Caprile, viene mitragliata dal "fuoco amico" da aerei Alleati a volo radente, cinque Partigiani rimangono uccisi fra i quali il Comandante della Brigata SAP Bedin Florio Renato detto "Napoli"; Prende il suo posto il Vicecomandante Garaventa Giovanni detto “Castagna”. 24 aprile 1945 - Il Battaglione "Cadelo" si riunisce a Chiavari con altri Reparti della Monterosa e Bersaglieri e tutte le Truppe in ritirata nei giorni precedenti, circa 1.500 effettivi, per poi ripiegare attraverso l'Aurelia verso Rapallo, Ruta, Recco e successivamente per Uscio. 24 aprile 1945 – Ore 04 si arrendono alla SAP di Camogli circa 80 Militari Tedeschi dislocati al Castellaro, abbandonano armi e munizioni consegnandosi alle Forze Partigiane Locali. 24 aprile 1945 – Altri nuclei di militari Tedeschi, Brigate Nere, X MAS e Bersaglieri lasciano nella serata la Zona di Sestri Levante marciando su l'Aurelia verso Ruta e Recco. 24 aprile 1945 – Ruta e Camogli si vedono lungo la strada Aurelia soldati sbandati. 24 aprile 1945 - Nella notte a San Lorenzo della Costa vi sono alcuni scontri armati tra le SAP e Alpini della Monterosa e militi della XXXI Brigate Nere Silvio Parodi di S. Margherita Lig. 24/04/45 - In serata i detenuti Politici di Marassi sono stati quasi tutti liberati. Fra i liberati sono Vannuccio Faralli, nuovo Sindaco di Genova; che le SS hanno recentemente torturato negli interrogatori mediante le sevizie con la corrente elettrica e violenti pugni, per i quali l'occhio destro è quasi completamente accecato. Sono liberi anche Nello Mor; il figlio del romanziere Pastorino, l'Avv. De Barbieri e Signora, il sig. De Franceschi, che fu per molti mesi membro del CLN. I Tedeschi hanno portato via dalla Città un contingente di 25 detenuti politici scelti tra le figure più care al popolo Genovese: Pare che costoro siano diretti al campo di concentramento di Bolzano; non è escluso che essi siano liberati dai Partigiani della montagna: Fra i detenuti trattenuti dai Tedeschi, pare si trovino il Generale Rossi, Pieragostini designato vice Sindaco della Città, l'Architetto Bianchini, il Prof. Desideri del Liceo Doria. (ILSREC CLN Busta 3a Fasc. 9-10) 25/04/45 - Comunicato del CLN Corpo Volontari di Liberazione, Corpo di Piazza Genova: Settore Orientale di Genova: Un nucleo di 10 soldati Tedeschi ha occupato la Mitta. Una squadra di militari Tedeschi ha ripiegato nella Valle del Nervi. Nella mattinata di oggi 25 c.m. è giunto, proveniente da Camogli, uno zatterone con 50 uomini e due autovetture con armi automatiche pesanti. Tale nucleo ha rinforzato il presidio di Villa Eden. Un nostro caposaldo di S. Ilario, dominate ampiamente la Zona, viene attaccato da truppa Tedesca Il capitano "Guidi", con circa 80 uomini, assedia e attacca, in Pieve Ligure la Villa Marietta nella quale è asserragliato il locale Comando della X^ Mas con presenza di Kriegsmarine. Ore 20 Arillo Comandante della X^ MAS, asserragliato nella zona portuale ha chiesto la resa, ma con l'onere delle armi. 176 Sono arrivati a Nervi 4 camion Tedeschi con mitragliatrici e pare che altre forze stiano per giungere. In mattinata la SAP e Partigiani occupano il posto di blocco di Bogliasco. Ore 19,30 Colonna mista di Italiani e Tedeschi avanzata fin verso Rapallo poi per timore di attraversare l'abitato è retrocessa e si è barricata nella galleria di Zoagli. Hanno chiesto parlamentari per poter trattare con le SAP di Rapallo per poter attraversare la città liberamente. Il CLN di Rapallo sarebbe propenso a queste trattative. E questa notte la colonna dovrebbe attraversare Rapallo e oltre. Il gruppo Tedesco a Portofino resiste ancora. Un gruppo Tedesco a Ruta resiste ancora. La batteria di Portofino sta attualmente sparando sui Partigiani e Americani, verso Chiavari. Ore 22,00 Bollettino n°5 Il presidio di Nervi ha mandato un parlamentare al CLN Locale per trattare la resa. (ILSREC CLN Busta 3a fasc.9-10) 25 aprile 1945 – Il Comandante Partigiano Riccio alle ore 07,00 entra con il suo Distaccamento a Sestri Levante. 25 aprile 1945 – La retroguardia della Colonna del Colonnello Pasquali si apposta sulla sponda dell' Entella coprendo con il fuoco la ritirata, impedendo ai Partigiani il transito verso Chiavari. 25 aprille 1945 – Alle ore 02,30 i Partigiani della Brigata Caio entrano a Borgonovo e inseguono il nemico in fuga ai Prati di Mezzanego, alle ore 10 pattuglie avanzate della Brigata entrano a Carasco; Chiudendo ogni via di fuga verso Cicagna, Gattorna e la Scofferra a truppe nemiche, che volessero transitare da Levante verso la Scoffera. 25 aprile 1945 - Il Distaccamento Carini avanza per attaccare il Nemico tra Carasco e Chiavari, alle 17,00 una staffetta informava il Comando di Brigata che le Truppe USA erano arrivate a Lavagna alle ore 12,00. Alle ore 19,30 giunse al Comando della Caio l'Ordine n° 4 del Comando di Zona di ripiegare in Valtrebbia. 25 aprille 1945 - I Partigiani di Uscio sparano con la mitraglia contro gli Alpini della Monterosa del gruppo Aosta presso la "Drita di Riea" vicino a Salto c'è un morto ed alcuni feriti122. 25 aprile 1945 – Nella prima mattinata in Maxena transita una ventina di militi della Kriegsmarine provenienti da Boasi andati in perlustrazione alla galleria, per portare la notizia al Comando presso la Tecosa che la galleria era stata fatta saltare. (pag. 75 l'UM) 25 aprile 1945 – Ore 19,30 Firma della Resa delle Truppe Tedesche da parte del Generale Meinhold Gunter a Villa Migone al Rappresentante del CLN Ligure Remo Scappini. 26 aprile 1945 – Ore 04,30 Annunciazione della Firma della Resa da parte delle Truppe Tedesche per via Radio da parte del Generale Meinhold Gunter. 26 aprile 1945 - alle ore 02.,00 arrivo di militari della Werkmacth a Nervi presso Albergo Eden 26 aprile 1945 - Alle ore 08,00 partenza dei militari della Werkmacth e Kriegsmarine da Nervi verso Recco al comando del Capitano Berninghaus. 26 aprile 1945 – In mattinata il Capitano Weegen lascia le batterie del Monte di Portfino e da Ruta marcia verso Recco con i suoi Artiglieri. 26 aprile 1945 – Ore 19,00 viene fatto saltare dai Tedeschi l'imboccatura a ovest della galleria di Ruta. 26 aprile 1945 – Ore 22,00 viene fatto saltare dai Tedeschi il Ponte di Salto della strada SP 333. 26 aprile 1945 – Ore 22,00 a Nervi presso l'albergo Savoia arriva il Maggiore Hill del Comando della 92a Divisione Buffalo. (Da dove era passato? A Ruta la galleria era saltata) 27 aprile 1945 – Ore 10,00 Resa del Tenente di Vascello Weegen Comandante delle batterie di Monte Moro (Vedi la RiL pag. 940) 27 aprile 1945 – Le truppe Germaniche e della RSI si arrendono in parte a Uscio e una parte nella zona di Maxena a Sant'Alberto di Bargagli, alle Truppe Alleate e alle Formazioni Partigiane della VI Zona Operativa. 122La notizia è controversia qualcuno sostiene che furono colpi di cannone sparati dai militari Americani? 177 27 Aprile 1945 – Garaventa Giovanni, Comandante della Brigata SAP Bedin viene ucciso da un Capitano degli Alpini della Monterosa in località Gione vicino a Calcinara di Uscio; Questo vile atto avviene dopo che le parti avevano trattato la tregua delle armi ed era stata convenuta le resa delle Truppe Nazifasciste a Sant'Alberto di Bargagli alle ore 11,00. 28 Aprile 1945 – La Brigata Lanfranconi trasferisce al Campo di Concentramento Alleato prigionieri di Guerra Tedeschi e della RSI. Il Documento viene da Gattorna con data 28 aprile 1945, ed è firmato dal Commissario della Brigata - Carlo. Nota G.B. Non viene indicato dove vengono portati. (AILSREC - Carte Zolesio Aprile 45) Pannesi 27 aprile 1945: Consegna di una Bandiera Tedesca come "Atto di tregua" fra fra le parti: A chiarezza delle discordanze della presenza di fantomatiche Bandiere Germaniche, consegnate dagli Ufficiali Tedeschi a Piemonte presso Pannesi, durante la tregua d'armi del 27 aprile 1945. Seguono due lettere, una la richiesta della Bandiera per esposizione, e poi vi è anche una lettera dove si richiede la resa della bandiere. Purtroppo il "Toscano" si giustifica che è andata persa dopo la Settembrata? Segue trascrizione della lettera di richiesta: Ge 8-9-49 Caro Piemonte A nome dell' ANPI Provinciale ti chiedo la bandiera Tedesca che tu tieni con molta gelosia; per essere affissa alla mostra della Resistenza allo Stand che si è allestito per la Settembrata di domenica p.v. La bandiera ti sarà restituita fra due settimane quando si smonterà lo stand. Se tu avevi anche un paio di elmetti Tedeschi ti prego di inviarmeli, anche quelli ti saranno restituiti assieme alla bandiera. Consegna la roba al latore della presente. Spero che Domenica sarai alla Settembrata. Ti saluto (segue firma) Toscano Giannecchini Via Aldo Vannucci 9/ Genova tel. 57365 Seconda lettera in risposta, alla sollecitazione del figlio di Piemonte (Giorgio), per il ricupero della bandiera Tedesca. Segue lettera di risposta: Spett/le Ivrea li 4 Luglio 1963 178 A.N.P.I. Segreteria Provinciale Via S. Lorenzo G E N O V A Caro Gimelli In seguito alla visita del figlio di Massone (Piemonte) e alla n/a conversazione telefonica, inerente alla bandiera Tedesca consegnatomi anni fa dal Piemonte stesso; sono con la presente a riconfermarti quanto verbalmente già detto: La bandiera Tedesca fu consegnata al sottoscritto dal Piemonte stesso in occasione della Festa Nazionale dell'Unità tenutasi a Genova nel 1955 (se non erro) : Unitamente a quella catturata alla Rep. Soc. a Cavassolo sfilarono in corteo quel giorno, e quindi esposte allo Stand dell'ANPI allestito in C/so Italia. Purtroppo quando si trattò di ricuperarla ci fu impossibile reperirla unica bandiera che riuscimmo a conservare per alcuni anni fu quella di Cavassolo, ma come ben sai anche quella ci fu rubata di notte quando fu esposta alla Mostra della Resistenza allestita a Palazzo Ducale in occasione della visita di Einaudi. Mi duole molto per tutte le polemiche suscitate in merito, ma credo che il buon senso e la mia esposizione dei fatti possano portare alla chiarificazione della question. Pur tuttavia é doloroso costatare che i n/s cimeli tendono gradatamente a scomparire, e questo forse è dovuto alla n/s poca cura per essi. In merito a Pertuso avremo modo di risentirci non appena avremo deciso per l'inaugurazione e spero che questa volta si possa attuare una manifestazione chiara, precisa, impersonale nello stretto spirito Partigiano. Saluti (segue firma) Toscano Lettera di saluti a "Piemonte" da parte di "Carlo" Avv. Giovanni Battista Lasagna. Genova 22 Dicembre 1945 Caro Piemonte A nome di tutto il vecchio Distaccamento "Peter" vi mando i nostri Auguri per il nuovo anno. Vi prego di ricordarci sempre come ci ricordiamo di voi, anche se le occasioni di venirvi a salutare sono rare. Tanti saluti a tutti gli Amici! l'Ex Commissario Segue indirizzo G.B. Lasagna Salita S. Nicola 19 DIZIONARIO NOMI e Vari Adriano = Vedi Gerondio Adriano. Agostini Adriano = Ardesio - Fu uno dei promotori del CLN Ligure già nel settembre del 43 ne fece parte per il PCI; dal marzo del 45 fu coordinatore delle SAP Garibaldine di Montagna della VI Zona della Divisione Cichero, di cui fanno parte anche le SAP di Uscio e Pannesi. Si evidenzia la sua firma su molti documenti rilasciati come Comando SAP. AILSREC = Archivio Istituto Ligure Storico della Resistenza E Contemporaneo. Alfieri Don = Don Alfieri Cappellano della Brigata G.L. G. Matteotti. Allah = Vedi Verzura Giacomo. Alì = Vedi Dalloro Carlo, o Delloro Carlo. Alì = Vedi Marmori Ervino. Alì = Vedi Massa Lino di Recco. 179 Almers = Colonnello Tedesco al Comando in 2^ della Wehrmacht di Genova (Dopo il generale Meinhold Gunter) Almond = Generale della 92a Divisione "Buffalo" della U.S. Army in Liguria aprile 1945. Alpino = Vedi Cavagnaro Vittorio. Ansaldo Piero = Pat. Antonio nato a Recco il 23-1-1911 Partigiano della Brg. Lanfranconi, della Divisione G.L. periodo di appartenenza non indicato Anselmi Tullio = Comandante del Distaccamento Misto della Cichero, che assieme alla SAP del Capitano Guidi si scontrarono a Pieve Ligure con una parte Kriegsmarine di Berninghaus. Anselmi Tullio di Giovanni e Calzetta Maria nato Deiva, residente a Pieve Ligure presso Casello Ferroviario; Ferroviere, fece come Partigiano Combattente al Comando della VI Z.O.L. dal 1/5/44 al 30/4/45. Riconoscimento qualifica Partigiano n°17359 (Cambio residenza 1957 in Via Moresco 3/29 Ge. già iscritto ANPI Marassi. (ILSREC Busta 243 fasc.11-Vedi la RiL pag.694-5) Antolini Franco = Furlini; Assieme a Dente fu responsabile del PCI della zona Levante di Genova già nel settembre e ottobre del 43 mantenne i primi collegamenti con Uscio e con Pannesi. Dal dicembre 43 sostituisce Agostini nel CLN Regionale. Antonio = Vedi Puggioni Antonio. Arcella Dott. Luigi = Detto Tenente "Fiore" Comandante Brigata Sanguineti (Nome alla Brigata messo dopo l'uccisione da parte dei Tedeschi del Partigiano Sanguineti) Ardesio = Vedi Agostini Adriano. Armaiolo o Maneo = Vedi Bisso Emanuele. Arvati Italo = Infiltrato dal Comando Partigiano fra le Brigate Nere di Chiavari, fu scoperto e dopo violente torture morì. (Vedi Chiavari “43-45 una cronaca editrice Ipotesi) Ariete = Vedi Monteverde Giuseppe. Astori Luigi = Gian pat. Pietro, nato il 23/4/1907 a Lù (Monferrato) Vice Commissario della Brg. Lanfranconi Formazione G.L. Atzeni = Antifascista uscito dalla Casa dello Studente e ucciso sul ponte di Terralba con una mela in tasca e un panino nella notte del 13-14 di gennaio del 45 (Vedi Giovanni Meloni) Auschwitz = Nome di uno dei primi campi di sterminio. (Vedi campi di sterminio) Azeno Ugo = Sasso, pat. Antonio nato a Bogliasco 23-11-1911 Comandante di Compagnia della Brg. Lanfranconi, Formazione G.L. periodo di appartenenza da 1-9-44 a 30-4-45. Bacigalupo Davide = Gira, di Paolo nato a Carasco il 21/1/1921 Partigiano della Brg Berto Divisione Garibaldina Cichero VI Zona anz/ dal 20/7/44 al 30/4/45. Badoglin = Vedi Bonicelli Giacomo. Balbi = Belgioso Balbi = Vedi Colonnello Bertonelli Giulio. Balletto Dario = Dario, detto anche "Silvio" di Giuseppe, Partigiano della GL di Bargagli.(Pag. 69-70 l'UM) Balletto Luigi Enrico = Richin detto "Tranviere" Partigiano della GL nato a Bargagli 22/11/1900 caduto Eroicamente durante uno scontro a fuoco con un gruppo di soldati Tedeschi presso il Ponte della Menta, detto anche dal "Muin du Picciu" di Lumarzo il 03/03/45 Medaglia d'Argento al Valore Militare. (Pag. 69-70 l'UM) Balletto Luigi = "Gira" (Girardengo) di Giuseppe e di Santina, nato a Bargagli il 13/8/1919 ove residente, contadino entrato in Banda il 20//11/43 Partigiano, dal 10/6/44 Capo Squadra della Brigata "A. Lanfranconi" Formazione della G.L. Giacomo Matteotti di Bargagli. (Vedi AILSREC Carte Zolesio dicembre 44) Balletto Silvio = "Silvio" Partigiano della G.L. di Bargagli (pag. 69 l'UM) Bandiera = Nome che si trova nei documenti di Piemonte, nella sottoscrizione e anche nella Brg. Peter che faceva il cuoco credo che siano due persone diverse. Bandiera = Vedi Guarnieri Giacomo fu Paolo nato a Ottone il 17/5/1896 residente nella Priosa 180 Anzianità 1/1/45 Brg. Berto Bandiera = Vedi Capellino Giuseppe Banfi = Vedi Sannia Eugenio. Barinetti Dionigi = Pietro, abitante a Pannesi, il quale durante la guerra lavorava in porto a Genova, dove raccoglieva fondi per i Partigiani di Scrivia e della SAP Bedin, il suo nome è elencato nella contabilità di Piemonte. (Il Pietro era cognato di Beccaria Angelo) Barroccu Paolo = Vice Comandante e Commissario del S.I.P. della Brigata G.L. G. Matteotti. Barbera = Vedi Burlando Adolfo. Barbera = Vedi Fossa Giovanni. Basso Luciano = Dik, pat. Aurelio nato a Genova il 4-9-26 Caposquadra della Formazione G.L. Lanfranconi, periodo di appartenenza da 10-7-44 a 30-4-45. Battista = Vedi Scala Angelo. Beccaria Angelo = Guido: Nato a Pannesi di Lumarzo, attivista Antifascista, organizzatore assieme a Piemonte, Castagna e altri della SAP Bedin, ha contribuito notevolmente alla salvezza di tanti giovani sbandati a fornire abiti, viveri, e ospitalità, mantiene collegamenti con la SAP di Uscio, con Bisagno, Bini, Lesta, Dente, la sua Osteria sul Monte di Cornua è un punto di riferimento per reclute e per riunioni, viene bruciata per rappresaglia dai Tedeschi; partecipa alle operazione della Resa delle truppe Nazifasciste a Sant'Alberto, fa parte del CLN di Lumarzo Bedin = Vedi Ughini oreste. Bedin = Brigata SAP di Montagna "Bedin" – La prima Banda fu costituita già nel mese di ottobre del 1943 nella zona di Pannesi, Lumarzo, Boasi, Vallebona e Colle Caprile per l'iniziativa di Massone Emanuele detto "Piemonte"; Viacava Giovanni di Recco; Beccaria Angelo, Garaventa Giovanni ed altri Antifascisti della Zona. Belardinelli Andemio = Carabiniere, Pat. Nazareno nato ad Ancona il 8-12-1922 Caposquadra della Formazione G.L. "A. Lanfranconi"- periodo di appartenenza dal 21-6-44 al 30-4-45. Bentivoglio Mario = "Verona" Partigiano della GL di Bargagli (pag. 69 l'UM) Berga = Comandante del Distaccamento Nando della Brg. Borrotzu G-L. G.Matteotti Berninghaus Max = Capitano di Vascello e Comandante di Zona della Kriegsmarine alloggiato presso l'Albergo Eden di Ge-Nervi; Egli si era ribellato all'ordine di resa del Generale Meinhold Gunter accusandolo di tradimento. Berninghaus con la Kriegsmarine e altre truppe Tedesche si riversò, dopo alcuni scontri con le SAP di Nervi e Sant'Ilario, su Recco e poi su Uscio dove si arresero nella Tecosa il 27-4-45 alle ore circa. Il Capitano si suicidò con un colpo di pistola e con Lui il Capitano Tedesco della Riserva Stoffel. Berto = Vedi Solimano Silvio. Bertonelli Giulio = Balbi; Colonnello che fece parte da marzo 1944 del Comitato Militare per la Liguria. Bertucelli Aurelio = Staffetta Partigiana che con Garaventa Graffigna tengono il collegamento fra il CLN di Chiavari e la Cichero (Vedi Chiavari “43-45 una cronaca editrice Ipotesi) Bertucci Giuseppe Luigi = Fido, Patern. Enrico – nato a Moconesi il 25/05/1925 Comandante di Squadra I^ Brg. "P. Borrotzu" della G.L. - Anzianità 15/06/44 caduto in combattimento contro i Tedeschi e truppa della RSI, presso il Bivio di Barbagelata il 14/03/1945 Bianchi Orlando = Detto Orlandini nato a Genova il 19/09/1900 Capitano di complemento presso il 15° Reggimento del Genio di stanza a Chiavari, dopo l'otto settembre si sottrae alla resa e raggiunge la Famiglia a Uscio dove risiede perché sfollata da Genova, a Uscio con altri organizza la formazione del CLN e le prime Bande Locali (SAP) alla lotta Antifascista. Successivamente è arrestato a Genova e poi fucilato il 23/03/45 a Cravasco (Ge) (Note: Si dice che Orlando Bianchi raggiunse Uscio con "Bini" e con il loro Secondino dalle carceri di Chiavari, il quale li aveva fatti fuggire e vanno a rifugiarsi da Bisso Emanuele, l'Armaiolo) 181 Biffera Giuseppe = "Pino" detto anche Limone, Patern. Salvatore - Nato a Pozzillo (CT) il 01/03/1924 Comandante di Distaccamento II^ Brg. A. Lanfranconi della G.L. caduto a Corsiglia (Neirone) il 13/03/45 durante il rastrellamento dei Tedeschi e delle BN di Chiavari comandate da Vito Spiotta. (pag. 69 l'UM) Bill = Vedi Floris Claudio Bill = Vedi Mercotullio Giovanni Bini = Vedi Serbandini Giovanni. Biondo = Vedi Leveratto Edilio. Birkenau = Vedi campo di sterminio o Lager. Bisagno = Vedi Gastaldi Aldo Bisso Davide = Nullo, detto anche Davidin: Nato a Uscio nel 1893 Antifascista e participa attivamente al movimento Partigiano mantiene il collegamento con Bisagno e la Brigata Giustizia e Libertà, ha buoni rapporti con il CLN della Liguria e ne diventa il Presidente a Uscio; Contribuisce con fornitura di viveri, armi, ed economicamente alla sussistenza dei Partigiani; Partecipa alla resa delle truppe Naziste a Uscio come CLN locale, in presenza della 92a Divisione Buffalo della USA Army. Dopo la guerra viene eletto Sindaco di Uscio. Bisso Emanuele = Armaiolo o anche Maneou, Partigiano promotore della lotta Antifascista a Uscio, la sua abitazione diventa centro di riferimento dei Capi Partigiani, Bini, Lesta, Bisagno, Piemonte, Bisso Davide e altri. Spesso da asilo a ricercati e fornisce di munizioni e riparazioni delle prime armi alla Divisione Cichero, Partecipa alla lotta Partigiana nella Brigata Berto mantenendo stretti collegamenti con il CLN di Uscio e la SAP del Paese, partecipa direttamente alla resa Tedesca a Uscio il 27/4/45. Gian Franco = Giulio, Capo di Stato Maggiore della VI Zona, nominato in Aprile del 1945. Boccia = Vedi Gardella Renato. Bonfiglioli Roberto = "Ruby" Pat. Ettore nato a Recco 20-4-26 Vice Intendente di Battaglione della Brg. Lanfranconi Formazione G.L., periodo di appartenenza da 15-6-44 al 30-4-45. Storia molto rocambolesca. Durante la sua permanenza a Barbagelata ha lasciato scritte due brevi poesie che sono bellissime. Bonicelli Giacomo = Badoglin nato nel 1927 fu uno dei primi Partigiani nella Provincia di Genova, fece parte di una delle prime Bande Partigiane formatasi sull'Antola, la Banda era Comandata da Colombari Edoardo detto "Edoardo" da questo gruppo si trsferisce nella Banda di Nicola a Neirone e a Roccatoagliata. Partecipa a molte azioni militari e rimane ferito o Loco di Rovegno in una una battaglia contro i Tedeschi. E' medaglia d'Argento al V.M. Con Bonicelli che abbiamo lavorato assieme presso la Raffineria Sanquirico molto tempo, e spesso mi raccontava le sue esperienze Partigiane, una di queste fu che durante una battaglia, era scalzo e si era tagliato in un piede, poggiandolo sopra un culo di bottiglia, Egli non poteva più comminare e perdeva molto sangue. Mentre il distaccamento si stava ritirando sotto il fuoco dei Tedeschi egli era a terra dolorante, fu visto da un altro Partigiano il quale incurante delle pallottole e del pericolo lo prese in spalla e lo trasportò al sicuro, quel Partigiano era Massone G.B. Detto Villa di Pannesi. (Nota di B.G.) Boragine Renato = Renato III° nato a Genova il 3-1-1924 fa parte della Brg. Lanfranconi Divis.. G.L. M. Matteotti cadde il 13-9-1944 a Cairo Montenotte (SV) Borrotzu Piero = Partigiano Caduto della G.L. G. Matteotti. Borrotzu Piero = Nominativo di Brigata Partigiana della Giustizia e Libertà G. Matteotti, dislocata a Recco, Camogli. Tribogna Comandata al 5/4/45 da "Ugo" (Pompei Nino), Commissario "Luigi" (Casassa Luigi) disponeva di 5 Distaccamenti per circa 205 effettivi. Buchenwald = Vedi campo di sterminio o Lager. Buga = Vedi Ferrera Mario. Bugliani Athos = Lucio, o anche Pisano: Dalla fine Agosto a Settembre 1943 menbro del Comitato Federale del PCI con R. Pieragostini, A. Tonini, G. Jori e S. Bianchini (Dente). Dopo i primi 182 di ottobre, Lucio e Dente furono incaricati a formare le prime Bande, rimase fino al febbraio 1944 responsabile della zona Ligure-Piemontese (Dallo Scrivia alla Fontanabuona) dopo quel periodo rimasero responsabili, Dente e Franco Antolini (Furlini) nella zona Levante detta V Zona, e Vladimiro Diodati (Paolo) nella zona dell'Antola. Mentre ad Agostini Adriano (Ardesio) ebbe il compito del coordinamento delle zone. Lucio in Agosto del 1944 lo si trova come Commissario della 3^ Divisione Cichero della VI Zona Operativa dove Bisagno ne era il Comandante. Burlando Adolfo = Barbera, Partigiano che si trovava assieme a Bisagno ed a Capelli al momento del tragico incidente che causò la morte dello stesso Bisagno. Caio = vedi Guerci Ferdinando. Nome anche di una gloriosa Brigata Partigiana Comandata da l'Istriano. Campi di sterminio o Lager = Furono costruiti in diversi Paesi Europei per ordine di Hitler e dei suoi Generali già nel 1939 per eliminare gruppi etnici ed avversari politici e militari. Auschwitz: Uno dei primi campi di sterminio nel villaggio Polacco di Oswiecim costruito per ordine di Himmler già nel 1939 detto anche Auschwitz I. Birkenau: Campo di sterminio dislocato in Austria Auschwitz II. Buchenwald: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania. Campo di Bolzano: Campo di prigionia o Lager organizzati dai Nazifascisti in Italia Campo di Fossoli: Campo di sterminio o Lager organizzati dai Nazifascisti in Italia Dachau: Nome di uno dei campi di sterminio dislocato a 15km Nord Ovest di Monaco nel paese di Dachau in Germania. Flossenburg: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania. Hartheim: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Austria. Majdanek: Uno dei tanti campi di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Polonia. Mauthausen: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Austria. Monowitz: Campo di sterminio dislocato in Austria detto Auschwitz III. Natzweil-struthof: Campo di sterminio o Lager organizzato da Hitler in Francia. Ravensbruck: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania. Risiera di S. Sabba: Campo di sterminio o Lager con forni crematori costruito a Trieste Sachsenhausen: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Germania. Treblinka: Campo di sterminio o Lager organizzati da Hitler in Polonia. Canepa Giovanni Battista = Marzo, nato a Chiavari il18/7/1896 promotore Antifascista viene arrestato nel 1926 econdannato a 5 anni di confine nell'Isola di Lipari. Partecipa alla guerra di Spagna con le Brigate Internazionali in difesa della Repubblica, dopo l'otto settembre organizza nei pressi di Favale di Malvaro uno dei primi nuclei Partigiani, promotore assieme a Bisagno, Bini, Lesta e altri della Futura Divisione Cichero della VI Zona, ne Diventa Capo di Stato Maggiore Canevari = Vedi Lasagna Umberto Capelli Dorino = Autista del mezzo che ha accompagnato gli ex Alpini del Vestone con Bisagno a Desenzano, in cui Bisagno per una frenata del mezzo perdette la vita il 21/5/45. Capellino Giuseppe = Bandiera nato a Sussisa di Sori il 17/11/1903 - Partigiano della Brigata Poggi 470 personaggio molto folcloristico nel suo modo di Vivere anche nel dopo guerra, lo stesso faceva la professione di commerciante di Mucche. Carabiniere = Vedi Belardinelli Andemio. Carbone Giovanni = Romeo; Partigiano promotore della formazione Garibaldina SAP di Uscio, Avegno, Salto, ne diventa Comandante, con Romano Giuseppe Commissario. Carlo = Vedi Lasagna Giambattista. Carloforte = Vedi Pagano Giuseppe Carrel = Vedi Gay Giuseppe. Casazza Ferdinando = Nato a Rovegno il 06/09/1897 - Comandante della 8^ Compagnia del III 183 Battaglione delle Brigate Nere di Santa Margherita Ligure. Fu ucciso il 06/11/1944 alle ore 14,30 a Sant'Anna di Rapallo da due Partigiani travestiti da Alpini della Monterosa. Casassa Luigi = Luigi, Commissario della 1^ Brigata Piero Borrotzu della Div. G.L. G. Matteottti. Casella (Ferro G) = Partigiano non meglio identificato della VI zona 3^ Brigata presente agli scontri a Pieve L. Contro la Truppa di Berninghaus (AILSREC Busta 243 fasc. 11 - Vedi la RiL pag. 694-5) Castagnola Carlo = Lavagnola, Partigiano del Distaccamento Sasso o Ogno della G.L. Castelletto Prospero = "Baciccia" Nato a Camogli il 18/06/1906 esponente del Partito d' Azione promotore delle Brigate GL della Fontanabuona e Sestri Levante e con la SAP di Camogli; viene catturato da una pattuglia di Tedeschi e ucciso durante un tentativo di fuga durante la prigionia a Zeri (Massa Carrara) il 21/01/1945. Cavagnaro GioBatta – Di Camogli Partigiano della Brigata GL caduto durante un tentativo di fuga durante la prigionia a Zeri (Massa Carrara) il 21/01/1945 assieme Prospero Castelletto.(pag. 71-2 l'UM) Cavagnaro Vittorio = Alpino, Capo di Stato Maggiore della nuova Formazione Gruppo Brigate Giustizia e Libertà, riconosciuta poi come Divisione. Cerosillo Dario = "Dario" Partigiano della Brigata Garibaldi non meglio identificato. Cevasco Attilio = "Carrega" Partigiano della GL che ha partecipato con altri Partigiani della Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi (pag. 70 l'UM) Cevasco Lino = Sceriffo, pat. Emanuele nato a Bargagli il 6-4-29 Partigiano della Brg. Prospero Castelletto della Divisione G.L. G. Matteotti, ha partecipato con altri Partigiani della Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi. Periodo di appartenenza dal 1-10-44 al 30-4-45 (pag. 70 l'UM) Cevasco Santina = Santa, pat. Giovanni nata a Bargagli il 1-4-1908 Partigiana della Brg. Prospero Castelletto della Divisione G.L. periodo di appartenenza dal 1-1-44 al 30-4-45. Cevasco Valerio = "Lungo" Partigiano della GL che ha partecipato con altri Partigiani della Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi (pag. 70 l'UM) Civi o Ciwi = Vedi Faggiani Giuseppe Colombari Edoardo = Woman, uno dei primi comandanti delle Bande Partigiane in montagna, già Comandante del distaccamento "Scintilla" sull' Antola e in Valtrebbia; fu condannato a morte dal Tribunale Partigiano e fucilato per i reati commessi. Cristiani Mauro = Tenente del Reparto Divisionale Carceri della Montoresa, il quale al 26/4/45 era al Comando di un gruppo di Alpini, i quali arrivarono da Carasco a Colle Caprile di Uscio, dove il 27/4/45 si arresero dopo aver messo fuori uso i loro mezzi di trasporto. Cristofolini Giuliano = Maranza nato a trento il 20/6/1913, nell'agosto del 44 viene nominato Capo di Stato Maggiore della 58^ Brg. Oreste, in aprile del 45 per volere del Comando della VI Zona, viene nominato Capo di S.M. della Divisione Cichero. Croce Costantino = "Mino" Nato del 1922 Comandante del Distaccamento "Villa" della Brigata "Peter" che era a Pannesi, da dove viene trasferito in Val d' Aveto per poi ricongiungersi con Scrivia in Val Borbera nella 58a Brigata "Oreste". Crovetto Anna o Anita = La signora Anna è nata a Genova il 27/4/1923 ed è sposata con Corsiglia Eddi di Lumarzo. La Sig.ra Anna in tempo di guerra era sfollata a Lumarzo, in località detta Stugge, nello stesso luogo dove avvenne lo scontro armato tra i Partigiani ed i Tedeschi: Il 23 Settembre 1944, i quello impari scontro cadde eroicamente Oreste Ughini detto "Bedin" Capo Squadra del Distaccamento Pablo della Brg. Caio. La Sig. ra Annita lascia una ricca testimonianza sui fatti e della morte del Bedin e dei feriti e morti Tedeschi. Cusanno Nicola = Nicola, Ex sotto Ufficiale degli Alpini, il quale fece parte di una delle prime Bande Partigiane, detta Distaccamento Scintilla, da cui si separa andando a formare con un gruppo una nuova Banda (Badoglino, Venezia, Spartaco, Mikao, Franco, Totò, Genio, Bruto, Garbagna e Nino) auto nominandosi Colonnello. La banda era localizzata nei pressi di 184 Roccatagliata e Neirone. Molti lasciarono la sua Banda passando nella Divisione Garibaldi. In seguito lo stesso Nicola fu ricuperato dalla Divisione G.L. G. Matteotti nel Distaccamento armi pesanti della II Brigata "A. Lanfranconi" causando al Comando stesso non pochi problemi. Muore il 15/5/45 presso Gattorna nel fiume di Neirone mentre prova un nuovo modello di Bazooka. Il Nicola che era stato anche un periodo breve nella Zona del monte Becco e Cornua, aveva diretto coraggiose azioni contro i Repubblichini, una delle quali l'attacco alla loro caserma di Bargagli. Dachau = Vedi campi di sterminio o Lager. Dagger Officiers dress Kriegsmarine = Pugnale "German Officers Dress Dagger" oppure: "Kriegsmarine Officier Dress Dagger" = Pugnale da Cerimonia per Ufficiali della Marina Militare Tedesca. Dalloro Carlo = Alì Comandante del Distaccamento Sardegna della Brg. Jori. Dan = Vedi Podestà Sergio. Dario o Darin = Partigiano di Ge San Frutuoso che era in Zona, ed era stato a Pannesi, dove in uno scontro armato presso l'Osteria di Cornua, colpisce a morte con la pistola un certo Garibaldi detto anche Luna, persona messa al bando dai Partigiani per i suoi furti e comportamenti violenti nei confronti della popolazione locale. Dassori Emilio = Milio, Comandante di Distaccamento di una Brg. G.L. De Barbieri Avv. Mario = Antifascista nato a Camogli il 26/03/1905 marito della sig.ra Hawset Valentina, fu arrestato 13/10/1944 da elementi della RSI (Battaglione Mameli) e tradotto nelle carceri di Marassi sospettato di spionaggio e trattenuto sino alla sua liberazione al 24 Aprile del 1945. Dedo = Vedi Rastrelli Vinicio. Delfino Gerolamo = Comandante della Marina MM e della Marina mercantile, Medaglia d'Oro al Valore Militare, Durante la guerra aveva salvato una nave carica di Alpini, prigionieri dei Tedeschi, ed era Stato in Campo di Concentramento n° 52 dei Piani di Correglia jn Fontanabuona, Uomo rude di mare che io ebbi come Comandante sulla M/n "N" Martini e poi sul Nicolò Martini negli anni 1959-60 e poi nel 61, mi chiamava "Cicagnin". De Marchi Enrico = Rico, di Giovanni nato a Recco il 22/6/20 Partigiano della Brg. Berto Divisione Garibaldina Cichero VI zona anz dal 10/1)45 al 30/5/45 De Martino Luigi = Ex giocatore del pallanuoto Rari Nantes Camogli; Comandante delle Brigate Nere di Camogli, che negli ultimi giorni collabora con il CLN e la SAP di Camogli, tanto è vero che la Brigata Nera di Rapallo e Chiavari il 25/4/45 vogliono scendere a Camogli per "dare una lezione ai traditori" di quella brigata. La stessa BN di Camogli viene a Colle Caprile a ricuperare la salma del Partigiano Molfino Francesco ucciso a Piandeipreti il 10/3/45 dai Tedeschi. De Nevi Italo = Comandante della Brigata Crosa di Nervi e Bogliasco Deutsches Kommando = Comando Tedesco Dick = Vedi Basso Luciano. Dik = anche Dick, vedi Festuco Enrico Diodati Arrigo = "Franco" Vicecommissario del coordinamento delle SAP Genovesi, mantiene rapporti con la SAP di Uscio e Pannesi. Il coordinamento è stato formato a giugno del 1944. (vedi pag. 149 di la RiL) Diodì = Vedi Gostizia Spiridione Eberle = Capitano Tedesco Comandante delle Batterie sul Promontorio di Portofino. Edo = Vedi Giannesini Oscar. Engel = Maggiore Comandante degli SS in Liguria. Faggiani Giuseppe = Civi o Ciwi pat. Lorenzo nato a Genova il 112/12/1921 dal 12/6/44 Comandante di Distaccamento Brg. Lanfranconi della Formazione G.L. 185 Falconi Ing. Luigi = Vedi Ing. Marchini Ettore. Fantozzi Franco = Murri, Pat. Giulio nato a Recco 27-12-1915 Comandante di Brigata Antonio Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-5-44 al 30-4-45. Dislocazione in alta Fontanabuona, Bargagli, Recco,Camogli. Fasce Angelo = Risso, Capo Squadra del Distaccamento Sardegna della Brg. Jori che partecipa a molte azioni militari anche in città di Genova, il 15 aprile 45 arriva a Ge Quinto dove con la Brg. Sciolla attaccano i Bersaglieri prendendo una quindicina di prigionieri compreso il loro Ufficiale. Federico = Vedi Rossi Mario. Ferrando Aurelio = Detto "Scrivia" che da "Bisagno" e dal Comando della VI Zona in Aprile del 1944 viene nominato Comandante del 3° Distaccamento Partigiano dislocato a Pannesi, Monte Becco, Cornua e Terrusso. Questo nuovo Distaccamento dall'aprile del 1944 prende contatto con la SAP di Uscio, la quale che grazie anche al suo contributo di uomini, viveri e armi aiuta notevolmente la nuova formazione Partigiana, che diventa poi Brigata "Lupo" e infine "Peter" che riesce a portare a termine importanti azioni militari; Poi Scrivia viene trasferito in Val Borbera con parte della sua Brigata Peter dove diventa Comandante della Divisione Pinan Cichero. Medaglia d'Argento al V.M. Ferrari Armando = "Toua" Partigiano della GL di Bargagli (Pag. 69 l'UM) Ferrari Giuseppe = "Negrini" Comandante delle SAP G.L. per il Partito d'Azione. Ferrari Serafino = "Giardino" di Luigi e di Cocchella Maria, nato il 6/3/1921 a Lumarzo ove faceva il contadino, residente frazione Tolara, Partigiano entra in Banda 6/12/44 Brg G.L. Ferrari Silvio = Pirri, Pat. Domenico nato a Lumarzo il 2-2-21 Comandante di Distaccamento della Formazione G.L. Lanfranconi, periodo di appartenenza dal 8-10-44 al 30-4-45. Ferrera Mario = Buga, Pat. Giuseppe nato a Ferriere di Lumarzo il 15-8-1918 Partigiano della Brigata Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza dal 8-8-44 al 30-4-45. Ferruccio = Vedi Piccinino Avv. Renato. Festuco Enrico = Dik o anche Dick, Pat. Francesco nato a Bargagli il 3-3-1906 Comandante di una Compagnia della Brg. Prospero Castelletto della Divisione G.L. periodo di appartenenza dal 11-3-1944 al 30-4-45. (vedi pag 699-700-1-2-3- di la RiL) Festuco Mario = Tom, Pat. Francesco, nato a Bargagli il 14-5-1914 Partigiano della Brg. Prospero Castelletto della Divisione G.L. periodo di appartenenza dal 14-10-44 al 30-4-45 Fido = Vedi Bertucci Giuseppe Luigi. Filippo = Vedi Porcile Filippo Fiore = Vedi Arcella Dott. Luigi Florio Renato = Napoli, nato in Agerola (NA) il 2/12/1917 Sergente Maggiore presso il 15° Reggimento del Genio nella Caserma di Chiavari. L'8 Settembre 43 si trova presso il 42° Reggimemto di Fanteria a Sturla non si consegnò ai soldati Tedeschi, ma riuscì a fuggire gettandosi da una finestra della Caserma. Successivamente fu arrestato a Genova e portato alla Casa della Studente, doveva essere fucilato ma pur ferito riuscì a salvarsi, raggiungendo l'Osteria del monte di Cornua, dopo le prime cure fu condotto a Pannesi, presso la Madonna del Bosco da Don Oneto. Prese contatti con la SAP "Bedin" e successivamente ne venne nominato Comandante. Partecipa alla Lotta di Liberazione dal 1/7/1944, muore presso il Ponte di Rovegno 24-4-1945, assieme ad altri quattro Partigiani e numerosi altri che rimasero feriti; furono colpiti dal fuoco di aerei Alleati. Floris Claudio = Bill - Commissario del Distaccamento "Alpino" della Brigata Berto, dislocato da Bisagno a Bargagli, Pannesi e Uscio in data 26 aprile del 45. Partecipa con il Comandante "Santo" e Bisso Davide e altri del CLN di Uscio al ricupero dei materiali bellici e masserie varie, compreso i cavalli e altri animali da soma rimasti nella Tecosa, i quali vengono assegnati per la loro gestione temporanea a Massone Erminio di Uscio. Flossenburg = Vedi campi di sterminio o Lager. 186 Fossa Giovanni = Barbera, nato a Boasi il 27/8/1921 pat. Enrico dal 1/11/44 Partigiano Capo Squadra della Brigata Berto. Fossa Pierino = Di Boasi; Comandante di un Distaccamento della Brigata SAP Bedin Franco = Vedi Diodati Arrigo. Franco = Vedi Maltese Edilio. Franzone Mario = Lucio dopo l'8 settembre del 43 è uno degli promotori della Resistenza nel Genovesato, fa parte del Comando della VI Zona, prima come Ispettore e poi come Vice Commissario del Comando. Lucio partecipa a molte riunioni con Piemonte a Pannesi, e contribuisce a formare la SAP "Bedin" ed il PCI nella zona di Lumarzo, Sori, Bogliasco e Bargagli. Funari Maria Grazia = Giovane Ragazza di Camogli sfollata con la famiglia a Pannesi dove fu rastrellata assieme al Parroco don Oneto ed altre persone del posto, dai Tedeschi e dagli Alpini della Monterosa. La Funari conosceva molte lingue fra cui il Tedesco, poi si trasferì a Uscio, dove fece da interprete al Comando Tedesco a Cabona; Il giorno della Resa dei Tedeschi in Uscio il 27 aprile 1945, Essa fu chiamata a fare da interprete fra gli Ufficiali della 92a Divisione Buffalo (USA Army) e il Comado Tedesco. Durante il suo lavoro, diede importanti informazioni al Comando della SAP Bedin o a Don Oneto stesso. (Vedi memorie di Garaventa Liliana di Uscio) Funari Rodolfo = Capitano Superiore di Artiglieria grande Invalido di Guerra, padre di Maria Grazia, Antifascista amico di Piemonte e collaborò con la SAP Bedin, scrisse una poesia sul rastrellamento a Pannesi, da parte degli Alpini della Monterosa e Tedeschi del 27 agosto del 1944, quando bruciarono la casa a Piemonte. Furlini = Vedi Antolini Franco Garaventa Federico = Rupinaro, nato a Calcinara di Uscio nel 1902 paternità Giuseppe fu uno dei promotori della lotta Antifascista a Chiavari, del quartiere Scoglio, dal 1/1/44 fa parte del Comando della Brg Cichero, rimane anche ferito. Garaventa Giovanni = detto "Castagna" Nato a Uscio il 8-10-1920 Comandante della Brigata di Montagna SAP "Bedin" viene ucciso il 27-4-45 da un Capitano degli Alpini della Monterosa presso la località Gione di Calcinara, dopo la tregua d'armi e la resa. Garaventa Graffigna = Staffetta Partigiana che con Aurelio Bertucelli tengono il collegamento fra il CLN di Chiavari e la Cichero (Vedi Chiavari “43-45 una cronaca editrice Ipotesi) Gardella Angelo = Pipetta, nato a Roccatagliata il 18/3/1921 Partigiano della Brg. Berto rimane ferito il 10/3/1945 presso Piandeipreti dai Tedeschi, riesce a fuggire e salvarvi aiutato da una Famiglia del posto presso il Giro della Stretta, con Lui si trovava Molfino Francesco di Ruta di Camogli, il quale rimane colpito a morte. Gardella Renato = Boccia: Nato a Neirone il 26-3-29 Partigiano della Brg. Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti (5-1-45) Gastaldi Aldo = "Bisagno" Nato a Genova 17/9/1921 Ufficiale del 15° Reggimento del Genio a Chiavari, dopo l'otto settembre nasconde una parte di armi della caserma, e non si consegna alle forze Tedesche, (Cabona Giuseppe "Tarzan" dice che si nascose alcuni giorni alla Colonia Arnaldi di Uscio) Egli fu uno dei promotori delle Resistenza armata contro i Nazifascisti, assieme a Serbadini Giovanni detto "Bini" formarono il Gruppo di Cichero, da dove si formarono le prime Brigate ed i migliori Comandanti Partigiani della VI Zona. Bisagno muore a Desenzano sul Garda dopo avere accompagnato un gruppo di Partigiani del l'ex Battaglione Alpino del Vestone, cadde accidentalmente dal tetto dell'autocarro su cui viaggiava, a causa di una brusca frenata e sbandamento del mezzo il 21/5/1945. Gay Giuseppe = Carrel, Pat. Luigi nato Asti il 29-1-1918 Vice Comandante di Brigata Antonio Lanfranconi Divisione G.L. Periodo di appartenenza 4-9-44 al 30-4-45.dislocata in alta Fontanabuona, Bargagli, Recco,Camogli. Gerondio Adriano = Adriano, patern. Giacomo; nato a Recco il 21/03/1923 Volontario II^ Brg. "A. 187 Lanfranconi" - anzianità 17/05/44. Catturato e fucilato dai Nazifascisti nel rastrellamento di Verzi di Lorsica il 04/08/1944. Gestapo = Geheime Staats Polizei Gian = Vedi Astori Luigi. Giannecchini Lilio "Toscano" = Comandante Partigiano di stanza a Pannesi e a Uscio nella Primavera del 44 presso la "casetta delle stelle" e fa parte della Brigata "Peter" con Scrivia che lo seguirà in Valtrebbia e poi anche nella Brigata "Oreste" in Val Borbera. Giannesini Oscar = Edo: Commmissario della nuova Formazione Gruppo Brigate Giustizia e Libertà, riconosciuta poi come Divisione. Gianni = Vedi Ponta Giovanni Giardino = Vedi Ferrari Serafino. Ginocchio Amedeo = Kappa, di Biagio nato Borgonovo il 8/3/18 Partigiano della Brg. Berto Divisione Garibaldina Cichero Anz/serv. dal 1/9/44 al 30/5/45 Gira = Vedi Bacigalupo Davide. Girardengo = Vedi Balletto Luigi. Giulio = Vedi Bo Gian Franco (o Gianfranco) Gori Giuseppe = Redento, Patern. Rinaldo, nato a S. Margherita Ligure il 30/07/1915 Comandante di Distaccamento della I^ Brg. P. Borrotzu – Anzianità 14/07/44. Caduto in combattimento Passo delle Croci di Moconesi il 10/10/1944. Gostizia Spiridione detto "Prati" o "Diodì" Comandante della Brigata Crosa a Nervi e Vice Comandante del Settore di Nervi, Comandante delle SAP Autonome Genovesi per PLI. (AILSREC Fondo CLN b 240 fasc. I - Vedi la RiL pag. 939/40 -77 e 149) Guarnieri Giacomo = Bandiera, fu Paolo nato a Ottone il 17/5/1896 residente nella Priosa Partigiano della Brg. Berto Divisione Garibaldina Cichero Anz/serv. dal 1/1/45 al 30/5/45 Guerci Ferdinando = Caio, Partigiano della zona di Bettola ucciso in uno scontro a Farini d'Olmo contro i Tedeschi e una Compagnia della X^ MAS, alla sua morte il nome di battaglia “Caio” del Partigiano Guerci, sarà intitolata la Brigata Comandata da l' Istriano. Guidi = Vedi Capitano Lazzarini Giovanni. Guido = Vedi: Beccaria Angelo (Giullu de Cornua) Guido = Comandante di Divisione delle SAP di Montagna appartenenti alla Divisione PinanCichero dal 15 aprile 1945 al 30/4/45. Hans = Vedi Vietz Hans Hawset Valentina = Nata Genova il 30/06/1906 moglie dell'Avvocato Mario Barbieri, Arrestata il 25/01/45 dal elementi del controspionaggio e rinchiusa nelle carceri di Marassi fino alla sera del 24 Aprile del 1945. Kappa = Vedi Ginocchio Amedeo Istria Mario = Lume, nato a Aosta nel 1924 Commissario di Distaccamento della Brigata P. Borrotzu Div. G.L. G. Matteotti. Nome che si trova anche su documenti di Piemonte, Istriano = Vedi Poldrugo Ernesto Italo = Vedi Valente Italo. ILSREC = Istituto Ligure Storico della Resistenza E Contemporaneo. Ivo = Vedi Manuelli Ivo. Javarone Bartolo = Persona amica di "Ivo" il Vice Commissario della Brigata GL Matteotti della zona di Camogli e da Lui indicato come componente del CLN dei Camogli negli ultimi giorni di guerra. Entrambi erano poco graditi ai vecchi componenti del CLN di Camogli, ed anche a molti Patrioti. (Sul caso vedi corrispondenza fra CLN di Camogli e Regionale Lager = Vedi campi di sterminio fatti costruire Nazisti dal 1939 al 1945 per Ordine di Hittler. Lago = Vedi Lagomarsino Giuseppe Lago = Vedi Paganini Franco. Lagomarsino Giuseppe = Lago, nato a Lumarzo il 3/4/1922 pat. G:B da 1/8/1944 fa parte della 188 Brigata G.L. Lanfranconi come Partigiano. Lagomarsino Mary = Mary, Pat.Giuseppe nato a Lumarzo il 3-4-1922 Partigiano della Brigata A. Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-10-44 al 30-4-45. Lagomarsino Paolo = Litti, Pat. Giuseppe nato a Lumarzo il 10-12-1906 Partigiano della Brigata A. Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-10-44 al 30-4-45. Lampara = Vedi Vigevano Giorgio Lasagna Giambattista = Detto "Carlo" nato Genova il 15/12/1923: Da maggio 1944 diventa Commissario del 3° Distaccamento Partigiano della Cichero (Poi Brigata Peter) al Comando di "Scrivia" dislocato nella Zona di Pannesi, Monte Becco e Terrusso; Carlo contribuisce alla formazione delle SAP di Pannesi e di Uscio, che assieme organizzano importanti azioni militari, proprio il 16 luglio del 1944 durante una di queste presso Terrarossa di Gattorna, rimase gravemente ferito al viso da una pallottola nemica durante l'attacco ad un automezzo militare Tedesco. Dopo la sua convalescenza a Roccatagliata e la sua guarigione segue Scrivia in Val Borbera, presso il Comando della Brigata Oreste. Lasagna Umberto = Detto Canevari è uno dei fondatori del Comitato Militare Ligure, mantiene i collegamenti con i primi nuclei Partigiani, nel settembre del 44 è nominato Capo di Stato Maggiore della VI Zona, nel Marzo del 45 viene nominato Vice Comandante della VI Zona. Umberto è il padre di Giambattista (Carlo) Lavagnola = Vedi Castagnola Carlo. Lazzarini Cap.no Giovanni = Guidi: Comandante della IX Brigata SAP G.L. di Pieve Ligure e Bogliasco che combatterono contro la colonna della Kriegsmarine di Berninghaus a S.Ilario e Pieve Ligure ed anche a Bogliasco. A pieve Ligure fecero prigioniero il Tenente Colonnello Rossi Mario della X^ Flottiglia Mas (AILSREC Busta 243 fasc. 11) Leman = Tenente della Wehrmacth di stanza al Comando Tedesco presso Cabona di Uscio, il quale con Bisso Emanuele fece il giro fino a Sori il 26/4/45 per controllare la situazione. Fu arrestato dai Partigiani della SAP di Uscio il 27/4/45. Leo = Capo di un Distaccamento della Brg. G.L. Che era dislocato a l'interno della bulloneria Sanguineti a Recco il 28-4-45 che ebbe qualche diverbio con "Santo" su una fornitura di olio di oliva fatta dal CLN di Recco a questo Distaccamento, ma negata al Distaccamento Alpino comandato da Santo. (Elvezio Massai) Lesta = Vedi Roncagliolo Emilio Leveratto Edilio = Biondo: Comandante del Distacc. Bellucci della Brigata Jori della VI Zona. Litti = Vedi Lagomarsino Paolo. Lua = Vedi Soracco Nando. Luca = Vedi di chi sono documenti firmati Ugo devono essere del PCI Lucio = Vedi Franzone Mario Lucio o Pisano = vedi Bugliani Athos. Luigi = Vedi Casassa Luigi. Lume = Vedi Istria Mario. Luna o Garibaldi = Pericoloso pregiudicato che andava in giro imbrogliando e derubando i contadini, fu ucciso sul monte Cornua in uno scontro a fuoco con un altro Partigiano da cui era ricercato per ordini del Comando Partigiano. (Il Luna Partecipò all'attacco della caserma delle Ferriere) Kriegsmarine = Marina Militare Tedesca del III Reich Kriegsmarine Officers dagger = Pugnale da ufficiali del Marina Militare Tedesca o Reichsmarine. Machiavelli Giuseppe = Stella, Organizzatore delle Formazioni G. Matteotti che aderiscono poi alla G.L. forma la Brigata G. Matteotti Valbisagno, con la quale il 25 aprile scende su Genova e occupano in Via Cesarea la Casa del Balilla (Opera della Gioventù Fascista) è Fratello di Marcello detto "Marcello"che assieme dirigono l'organizzazione Socialista in Montagna. 189 Machiavelli Marcello = Marcello, Organizzatore col fratello Giuseppe delle Formazioni G. Matteotti e formano la G.L. Matteotti Valbisagno, con la quale il 25 aprile scendono a Genova e occupano in Via Cesarea la Casa del Balilla (Opera della Gioventù Fascista). Maggiolo Giovanni o Gianni detto "Maggi" = Capitano di Artiglieria di Complemento Capo delle SAP di Camogli. Malacrida Giovanni = Giuanin; pat. Angelo di Recco nato il 30-6-1899; Partigiano della Brigata Lanfranconi Divisione G.L. Periodo di appartenenza 1-1-45 al 30-4-45.123 Maltese Edilio detto "Franco" = Commissario Partigiano della Brigata "Berto" partecipa alla battaglia di Allegrezze del 26-8-44 dove cadde Solimano Silvio Detto Berto. Malatesta Stefano = "Croce" Nato a Cicagna il 11-10-1915 Comandante della Brigata "Jori" riconosciuta come Divisione. Assieme a Bisagno, Bini e Lesta è uno dei primi Comandanti che si erano formati a Cichero; E' stato l'unico Comandante che dalle formazione sino allo cessazione della guerra ha sempre Comandato la stessa Brigata. Persona di grande moralità, capacità, ed equilibrio e quanto necessario per essere benvoluto da tutti i suoi Partigiani e popolazione. Manuelli Ivo = Ivo: Di Recco Vicecommissario della Brigata GL "G Matteotti" della Zona di Camogli poco benvoluto dal CLN locale. (AILSREC Busta 4 fasc. 1-2 lettere del 17 e 20 aprile del CLN di Camogli) Maranza = Vedi Cristofolini Giuliano Marcello = Vedi Machiavelli Marcello Marchini Ing. Emanuele (O Ettore?) = Antifascista promotore del CLN e SAP a Camogli e nella Zona Levante. Arrestato e fucilato a San Lorenzo della Costa il 14/07/1944 dalle Brigate Nere Maresciallo = Vedi Ognio Francesco. Marmori Ervino = Alì Partigiano che si trova alla resa dei Tedeschi il 27-4-45 in Maxena Marrana Filippo = (Notaio) Fu Sindaco a Recco nel periodo della Grande Guerra; Fondatore del Fascio di Recco, aderisce al P.F.R. e alla RSI dopo la caduta di Mussolini. Venne ucciso a 79 anni il 05-07-1944 alle ore 19,00 presso la propria abitazione detta " Villa Torre dei Marrana" a Megli vicino a Recco. Martorelli Renato = Renato I° nato a Livorno caduto il 20-8-1944 a Mondovì Cuneo. Fece parte del primo Comando Unificato Regionale Ligure nel Giugno 1944 per il PSI. A fine Luglio del 44 recatosi in missione nelle Langhe venne arrestato, e morì sotto torture, venne poi sostituito da Renzo Picco. (Renato I° Fece pure parte della Brg. Lanfranconi Divisione G.L. G. Matteotti) Mary = Vedi Lagomarsino Mary Marzo = Vedi Canepa Giovanni Battista Masch = Colonnello Tedesco Comandante superiore delle artiglierie sul Promontorio di Portofino. Maschinengewehr = Fucile mitragliatore Tedesco costruito in diversi modelli fra cui: MG 34 ; e il mod. MG 42 il quale era fornito di supporto a tre piedi. (Detto anche "Sega di Hitler") Massa Enrico = Rico, patern. Antonio – Nato a Sori 21/05/1901, collaboratore Comando II^ Brg. A. Lanfranconi. Anzianità gennaio 1944. Deceduto a Terrile di Uscio il 10-11/01/1945 per malattia contratta in servizio. Massa Lino = Alì, Pat. Dante nato a Recco il 1-1-24 Comandante della 2^ Compagnia della Brigata A. Lanfranconi della Divisione G.L. Periodo di appartenenza 15-6-44 al 30-4-45. Massai Elvezio = Santo, Comandante del Distaccamento "Alpino" della Brigata Berto, dislocato da Bisagno a Bargagli, Pannesi e Uscio dal 26 aprile del 45. Partecipa con il Commissario "Bill" e Bisso Davide e altri del CLN di Uscio al ricupero dei materiali bellici e masserie varie. Non trova un buon rapporto con la SAP Locale. 123 Cabona Giuseppe detto Tarzan mi disse che il Malacrida girava sempre con una scorta armata di tre o quattro uomini di Piandeipreti, perché era ricercato dai Fascisti di Recco per ucciderlo. 190 Massone Emanuele = Detto "Piemonte" nato a Pannesi il 03-06-1897 Antifascista e promotore di una delle prime bande Partigiane nella Zona, promotore della Brigata di Montagna SAP "Bedin"; Piemonte ne è il Commissario e anche Presidente del CLN di Lumarzo. Grande organizzatore a stretti rapporti con il PCI di Genova e mantiene stretto Collegamento con il Comando Partigiano: Bisagno; Dente: Scrivia; Bini; Lesta; e la SAP "Garaventa" di Uscio; Lo stesso diventa un punto di riferimento per tanti giovani che vogliono andare in montagna con i Partigiani; Anche a lui le viene bruciata la sua abitazione, il 27-8-44 durante un rastrellamento per la su cattura: Fortunatamente che viene informato la sera prima, da Caprile Benedetto di Colle. In merito a quel triste giorno è stata scritta una bellissima Poesia a Lui dedicata dal Capitano Funari di Camogli. . Massone Lorenzo = Fratello di Piemonte, nato a Pannesi il 22-7-1883, venne arrestato il 5-12-44 e le fu bruciata anche la casa, a causa di una spiata di una lettera anonima inviata al Comando Tedesco di Uscio, nella lettera denunciava la sua attività di Comunista e Partigiano, assieme ai tre Figli i quali riuscirono a fuggire. Lorenzo fu portato a Recco e ucciso presso la Villa Dufour la sera del 14-12-44. I resti della sua salma furono trovati l'8-545 dal Figlio Mario e Beccaria Angelo.detto Guido. Mauthausen = Vedi campi di sterminio o Lager. Meinhold Gunter = Generale, Comandante delle Truppe Germaniche a Genova, Quinto OKW (V° OberKommando della Wehrmacht) Meloni Giovanni = "Leone" Partigiano uscito dalla Casa dello Studente e ucciso sul ponte di Terralba con una mela in tasca e un panino nella notte del 13-14 di gennaio del 45 (Vedi Atzeni) Mercotullio Giovanni = Bill di Antonio nato a Ruta il 17/10/27 residente a Ruta via Romana Partigiano della Brg. Berto Divisione Garibaldina Cichero Anz/serv. dal 10/2/45 al 30/5/45 Merella Arcangelo = Mori; Responsabile del SIP (Servizio Informazione Partigiani) della Brigata G.L. G. Matteotti in Fontanabuona. Mezzacasa Olivo = Olivo Vicecomandante della Brigata Matteotti-Val Bisagno. Milio = Vedi Dassori Emilio Milli o Milly = Vedi Pecorini Piero. Mino = Vedi Croce Costantino. Miro = Vedi Ukmar Anton Molfino Francesco = Nato a Ruta di Camogli il 10/3/1922 Partigiano della Brigata Berto rimane colpito a morte il 10/3/1945 presso Piandeipreti dai Tedeschi, il suo cadavere viene trasportato sopra di un carretto a Colle Caprile, dove viene esposto, per alcuni giorni dentro ad un pollaio, successivamente viene sepolto nel bosco sottostante. Con lui a Piandeipreti si trovava il Partigiano Gardella Angelo detto Pipetta il quale rimase ferito ad un ginocchio, ma riesce a fuggire e mettendosi in salvo con l'aiuto di una Famiglia del posto, presso il Giro della Stretta. Mongoli = Denominazione popolare della Divisione Turkmena formata da ex prigionieri e anche di volontari di nazionalità del: Kasaki Turco-Mongolici, da Calmucchi, Kirghisi,Georgiani, Ukraini, Uzbeki, Azerbaigiani, Karakalpachi e Tartari; Questi erano abili e feroci soldati lasciarono nei nostri Paesi, lutti e violenze di ogni genere, la Divisione era Comandata dal Generale Oscar Von Niedermjer e successivamente dal Generale Raiph Von Heigendorf. Monowitz = Vedi campi di sterminio o Lager. Montagna Enzo = Nato a Santa Giulietta (PV) il 13 marzo 1894, aderisce alla RSI, diventa Generale delle CC.NN (Camicie Nere), e Capo della Polizia Genova dal 6-10-1944 fino al 28-4-45. Lo stesso fece parte dei Giudici al famoso "Processo di Verona". Monteverde Giuseppe = Ariete, nato a Camogli 21/1/23 di Angelo e Cabona Palmira, dal 15/6/44 Commissario del Distaccamento Cadei, Brigata P. Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti. (Cugino del Partigiano Cabona Giuseppe detto Tarzan della SAP di Uscio) 191 Monteverde Prospero = Pinco, pat. Angelo nato a Camogli 21-7-25 Partigiano della Brigata Borrutzu della Divisione G.L. G. Matteotti, periodo di appartenenza dal 7-3-44 al 30-4-45. Mori = Vedi Merella Arcangelo. Murri = Vedi Fantozzi Franco. Napoli = Vedi Florio Renato. Necco Alessandro = Sottotenente 2° Reggimento della Divisione Monterosa: Il quale il 28-4-45 si suicidò nella località "Tecosa" assieme ad Ufficiale Tedesco, all'atto della Resa della colonna che veniva da Calcinara. (Corse voce che fosse l'Alpino che uccise Garaventa Giovanni) Negri Renato = Renato II° nato a Fivizzano (Massa) il 9-9-1900 cadde il 24-4-1945 Bornovo (Pavia) fa parte del SIM della Brg. Lanfranconi Div. G.L. G. Matteotti. Nicola = Vedi Cusanno Nicola. Nino = Vedi Porcù Stefano Novaretto Mario = Ognio II: Capo squadra del SIM della Brigata G.L. nella Zona Fontanabuona, Uscio, Recco e Camogli, la squadra era formata da 13 persone. Molto preciso e puntuale nelle informazioni militari che trascriveva al Comando della G.L. G. Matteotti. Nullo = Vedi: Bisso Davide detto anche Davidin. Ognio Francesco = "Maresciallo" Volontario dal 1/7/44 – dal 1/2/45 passa Intendente della Brigata Antonio Lanfranconi Divisione G.L. G. Matteotti, dislocata alta Fontanabuona, Bargagli, Recco e Camogli. Lascia una memoria sul rastrellamento del 12-13 agosto 44 a Barbagelata. Ognio Ugo = Partigiano della G.L. G. Matteotti amico delle Sorelle Wronowska Laura e Natalia alle quali le trova casa e ospitalità ad Uscio durante la lotta Partigiana. Ognio II = Novaretto Mario, Capo del S.I.M. Il quale fece un ottimo servizio d' informatore alla Divisione G.L. G. Matteotti. Il suo Distaccamento era formato di 14 Uomini Olcese Eugenio = Detto Genio du Caigà sposato a Sussisa, era il Giovane di Pannesi che si trovava assieme a Garaventa Giovanni quando fu ucciso nelle Gione il 27-4-45 da un Capitano della Monterosa. Olivari Eraldo = detto Romeo, nato a Ruta di Camogli, con alcuni suoi giovani compagni nel maggio del 44, lasciano Ruta per recarsi in "montagna" a piedi attraverso monte degli Esuli e Manico del Lume raggiungono Uscio presso le "Casette con le Stelle" dove trovano la già organizzata SAP del Paese. Di li vengono inviati attraverso Colle Caprile a Pannesi da Piemonte e da Scrivia. Romeo fa parte della Distaccamento "Peter" poi trasferito in Val Borbera, fa parte della Brigata Oreste come Partigiano, partecipa attivamente anche nel dopo guerra a l'impegno Antifascista ed a far conoscere i Valori della Resistenza,: E' nominato segretario dell'ANPI provinciale di Genova. Olivari Gigetto = Membro del CLN di Recco che si scontrò verbalmente con "Santo" il 28-4-45 Olivo = Vedi Mezzacasa Olivo. Orcella Dott. Luigi = detto "Tenente Fiore" Comandante Brigata Crosa Camogli. Pagano Giuseppe = Carloforte, pat. Antonio nato a Genova 13-3-1908 Vice Intendente della Brigata Lanfranconi della Divisione G.L. G. Matteotti, dislocato nella Fontanabuona e Ferrieredi Lumarzo e in Vallebona, periodo di appartenenza dal 11-9-44 al 30-4-45. Paganini Franco = "Lago" Comandante del Distaccamento "Mario" della Brigata Berto della VI Zona: (In seguito diventa intimo amico Giancarlo Matteotti e Carlo Wronowski) Parodi Silvio = Commissario Fascista al Comune di Genova, ucciso a Savignone con una raffica di mitra il 19-6-1944. La XXI Divisione delle Brigate Nere ne intitolò in suo Nominativo. Parodi Umberto = Zolesio Antonio. Paroldo Cesare = Maggiore del Battaglione Operativo "Vestone" della Monterosa, composto di 4 Compagnie dislocate in Valtrebbia, la notte tra il 3 e 4 novembre del 1944, buona parte del Battaglione compreso il Maggiore Paroldo, scelgono di passare con le Forze Partigiane della Divisione Garibaldi della VI zona nella Val Trebbia. 192 Pasquali Arnaldo = Colonnello del 1° Reggimento Alpino della Monterosa, negli ultimi giorni di guerra dopo l'esodo dalla Garfagnana verso Genova, ha il Comando della Truppe RSI le quali dopo diversi scontri con la 92^ Divisione Buffalo della USA Army e con i Partigiani nella Riviera di Levante, si ritirano in una lunga colonna assieme alle Truppe Tedesche a Recco e poi sulla SP 333, si arrendono poi, in parte a Uscio ed una parte a Sant'Alberto di Bargagli il 27-4-1945. Pavano Vito = Capitano "Guido" Responsabile del CLN di Nervi, combatte assieme alle SAP Locale e alla Brigata Mista della Divisione G.L. G. Matteotti, contro la Kriegsmarine, a S. Ilario, Pieve Ligure-Bogliasco, Pavelic Ante = Terrorista Croato leader degli Ustascia condannato anche come criminale di guerra rifugiato a Bedonia (PR) durante il Fascismo protetto dal Regime stesso. Pecorini Piero = Milli o Milly, Comandante del Distaccamento Cadei della Brg. Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti. Ex militare nel Campo di Concentramento n° 52 nei Piani di Correglia (Calvari) partecipa alla liberazione dei prigionieri, in data del 4 luglio del 1944. Perillo Enzo = Promotore a Camogli con Prospero Castelletto della locale SAP sotto le direttive del CLN e coadiuvato del Capitano "Maggi"; nei primi di novembre del 1944 Enzo dovette fuggire perché ricercato dal seguito dell'arresto dell'Avv. De Barbieri. Pergola Romolo = Capo Squadra delle SAP Peters Giuseppe = Partigiano Polacco ucciso dai Tedeschi, per il tradimento di una spia la sera del 25 giugno del 1944; fece parte della 3a Brigata Liguria d'Assalto, comandata da "Scrivia" dislocata a Pannesi e Terrusso che da quel dì ne prese il nome di Brigata "Peter" Piaggio Manlio = Presidente del CLN di Rapallo, attivo militante Antifascista, che assieme alla SAP di Rapallo e Partigiani della G.L. partecipa alla trattativa di tregua nei riguardi delle Truppe Nazifasciste in attesa dell'arrivo della 92^ Divisione Buffalo della USA Army. Piccinino Avv. Renato = Detto Tenente "Ferruccio" Vice Commissario della Brigata Crosa. Pieragostini Raffaele = Detto Pietro, nato a Genova 3/5/1899 vecchio militante e dirigente del PCI, Ispettore Regionale del Partito nel 1943-44. Nel giugno del 44 viene nominato Vice Comandante del Comando Militare Regionale. "Pietro" viene arrestato il 27 dicembre del 44 e tradotto alla Casa dello Studente di Genova, dove viene lungamente torturato, senza che Egli riveli notizie ai suoi aguzzini, viene poi portato nel carcere di Marassi, da dove il 23 aprile 1945 è prelevato dai Tedeschi in ritirata,con altri ostaggi e condotti con loro, viene ucciso dagli stessi, presso Bornasco (PV) il 24/4/45. Pietro = Persona non meglio identificata che nel 1943-44 mantiene stretti rapporti organizzativi con Lucio, Dente e Piemonte, per organizzare le Cellule del PCI nella Zona di Lumarzo, Sori, Uscio, Bogliasco e Pieve Ligure, inoltre danno formalità al CLN ed alle prime SAP in quella Zona. Diverse sono le riunioni tenute con Piemonte al Bosco di Pannesi ed in Cornua presso l'Osteria. Da un documento firmato Ugo lo nomina come attivista del PCI. Pietro = Vedi Barinetti Dionigi Pipetta = Vedi Gardella Angelo. Pirri = Vedi Ferrari Silvio. Pisano o Lucio = Vedi Bugliani Athos. Pittaluga Antonio = "Peter" nato a Ge-Nervi il 12-9-1912 caduto in combattimento a Nervi presso hotel Eden il 24-4-45 (Probabile capo dei SAP Libertari). Podestà Enrico = Nato a Chiavari il 05-09-1913 ex Ufficiale di Artiglieria; Comandava la 7a Compagnia del III Battaglione della XXI Brigata Nera Silvio Parodi. Fu processato alla Corte d'Assisi Straordinaria di Chiavari e condannato a morte assieme a Righi e Spiotta Furono fucilati al Forte di Quezzi il giorno 11-01-46. Podestà Sergio = Dan, Fu uno degli organizzatori del primo Fronte della Gioventù, ha molteplici attività, persona molto equilibrata e convincente, presta la sua Autorità come Ispettore delle Formazioni Partigiane in Valtrebbia, partecipa all'organizzazione di nuove BandePartigiane. 193 Diventa Vice Commissario e Commissario della Brigata Caio. Nel dopoguerra stringe amicizia con l'Onorevole Machiavelli e viene nominato Presidente dell' U.C.I. (Unione Coltivatori Italiani) Associazione legata politicamente al PSI. Pohl Dott. Joseph (Feldwebel) = Ufficiale Tedesco Interprete del Generale Meinhold Gunter durante le trattative di resa, si sparò dopo tale evento a Villa Migone Poldrugo Ernesto = Istriano; Famoso Comandante della 59^ Brigata Garibaldina di Manovra "Caio" operante nella Zona dell'Aveto ed in Valtrebbia. La Formazione ebbe origine nella zona del Piacentino. Pompei Nino = Ugo, Comandante della 1^ Brigata Piero Borrotzu della Divisione G.L. G. Matteotti. Ugo probabilmente era presente alla resa dei Tedeschi e delle Truppe della RSI a nella Tecosa di Pannesi il 27 aprile del 45, con Bisagno e la Brg. Bedin, inoltre vi è una dichiarazione del 28/4/45 del Comando Gruppo Brg. G.L. in cui si autorizza lo stesso a "circolare armato e in macchina". Nino era figlio del Colonnello Osvaldo, Ispettore del Comando Militare Regionale, ucciso da Colombari Edoardo detto Woman, Comandante di uno dei primi distaccamenti Partigiani formatosi sul monte Antola nel febbraio 1944. Pompei Osvaldo, Colonnello padre di Nino = Ispettore del Comando Militare Regionale, nel febbraio del 1944 fu inviato dal Comando nella zona del monte Antola, dove stava studiando la possibilità di individuare basi di eventuali rifornimento ed atterraggio di aerei da parte degli Alleati. Egli fu preso prigioniero, dal Comandante del "Scintilla" un gruppo di Partigiani che si era formato in quella Zona; e dallo stesso fu ucciso pensando che fosse una spia. Il Colombari, Edoardo, Comandante del Scintilla, a causa di questo errore e di altri reati, fu giudicato dal Tribunale Partigiano e condannato alla fucilazione. Ponta Giovanni = Gianni fa parte dei primi nuclei Antifascisti organizzati alla lotta Partigiana, assieme a Walter Filak, compiono azioni contro i Fascisti e Tedeschi, riesce a salvarsi dal rastrellamento della Benedicta, dopo un breve periodo viene a Uscio e poi a Pannesi con Scrivia nella Brigata Peter; dove poi lo segue prima in Valtrebbia e poi in Val Borbera, dove fa parte del Comando della Brigata Oreste.(Vedi sua memoria) Porcile Filippo = Filippo, Nato a Sussisa il 16/9/1019; Comandante della Brigata Poggi 470 - Buon Partigiano e collaboratore con Scrivia, Piemonte e Viacava di Recco. Porcù Stefano = Nino, Partigiano nei primi Distaccamenti su l'Antola in un primo tempo fa parte della Banda di Nicola, poi entra nella Banda "Cichero" e con Bisagno partecipa all' attacco del presidio Fascista nel Municipio delle Ferriere di Lumarzo, diventa Commissario della Brigata "Lupo" di Scrivia a Pannesi, mantiene collegamenti, con la SAP Locale, con Piemonte e Dente. Prati = Vedi Gostizia Spiridione. Puggioni Antonio = Antonio, Aiutante Maggiore del Comando Gruppo Brigate Giustizia e Libertà. Quartini Renato = Tino, Partigiano viene ferito ad una gamba il 23/8/44 durante uno scontro con un reparto della X^ MAS di Ge-San Fruttuoso le viene amputato una gamba. Viene fucilato assieme ad altri 17 compagni fra cui Orlando Bianchi, presso Cravasco il 23/3/45. Rastrelli Vinicio = Dedo, Comandante del Distaccamento "Forca" della Brigata Berto, Divisione Garibaldi; Fu uno dei primi a partecipare alle formazioni Partigiane a Cichero, fedele Amico di Bisagno. Partecipa alla battaglia del 27-8-44 ad Allegrezze di Santo Stefano d' Aveto., contro il Battaglione Bassano della Divisione Alpina Monterosa e contro i Tedeschi. Dedo intimo amico di Bisagno, durante la lotta Partigiana viena arrestato e portato nelle carceri di Chiavari, viene interrogato da Vito Spiotta e anche torturato, si salva con una rocambolesca fuga, partecipa attivamente in molte battaglie alla guerra di Liberazione. Ravensbruck = Vedi campi di sterminio o Lager. Ravera G. = Brigata Nera della III Battaglione della XXI Divisione Silvio Parodi dislocata a Camogli; Arrestato dal Comando Partigiano per responsabilità presunte nel Rastrellamento del 19-11-44 a Uscio e Lumarzo. 194 Redento = Vedi Gori giuseppe. Reimers Ernest = Tenente di Vascello della Kriegsmarine Matr. 81-G745106 M Comandante della Kriegsmarine a Santa Margherita Ligure e Portofino, Arrestato a Uscio il 27-4-45 e prelevato dalle MP dell'USA Army, avviato al campo di prigionia a Livorno. Responsabile di torture strage. Richiesta del CLN di S. Margherita L. di processarlo come criminale di guerra; non ottenne il dovuto intervento Governativo e USAF. Renato I° = Vedi Martorelli Renato. Renato II° = Vedi Negri Renato Renato III° = Vedi Boragine Renato Riccardo = Vedi Rollero Roberto. Rico = Vedere De Marchi Enrico. Rico = Vedere Massa Enrico. Righi Giuseppe = Nato nel 1897 Autista di "Vito" Spiotta fu processato alla Corte d'Assisi Straordinaria di Chiavari e condannato a morte assieme a Podestà e Spiotta Furono fucilati al Forte di Quezzi il giorno 11-01-46. Rinaldo di Cerrese di Lumarzo, Partigiano della GL che ha partecipato con altri Partigiani della Cichero al sabotaggio della galleria di Boasi (pag. 70 l'UM) Risiera di S. Sabba = Campo di sterminio o Lager con forni crematori costruito a Trieste. Risso = Vedi Fasce Angelo. Rollero Roberto = Riccardo; Commissario della 1^ Brigata Piero Borrotzu della G.L. Romeo = Vedi Carbone Giovanni Romeo = Vedi Olivari Eraldo Roncagliolo Emilio = Comandante Partigiano e promotore assieme a Bini, Bisagno e altri, delle prime formazioni Partigiane nella nostre Zone, preziosa staffetta e combattente, presente in ogni posto di lotta ed organizzazione; Spesso a Uscio da Bisso Emanuele, dalla SAP locale e a Pannesi da "Piemonte" e Scrivia. Ha organizzato assieme a Bini l'attacco sul monte Friciallo ai Militi della GNR con Dick e Milanin di Uscio. Rossi Carlo = Zorro, di Genova Bolzaneto, Commissario della Brigata Volante Balilla, ferito in durante una battaglia contro i Tedeschi. Attivo Antifascista in tutta la sua vita. Rossi Mario = Tenente Colonnello della X^ Flottiglia Mas arrestato il 24-4-1945 a Pieve Ligure dal Distaccamento Misto e dalla Brigata SAP Locale. Rossi Mario = Federico, Fu incaricato dal Comando di Zona della Divisione Cichero di organizzare e attivare le SAP di Montagna, cercando di dare a esse una funzionalità armata e meglio coordinata, dai primi di marzo 45 ne fu affidato il comando ad Ardesio. Rossi = La Signora Rossi abitava a Uscio vicino al Banco di Chiavari, credo che fosse cittadina Svizzera, era sposata ed aveva una figlia. La sig.ra Rossi durante l'occupazione Tedesca fece da interprete al comando Tedesco di Uscio, aiutando diverse persone. Rum Luigi = Falco, nato a Ge-Nervi, Partigiano della "Banda" di Scrivia quando era nella zona di Pannesi, Medaglia d'Argento al Valore Militare. Dopo la guerra diventa dirigente del Sindacato Nazionale dei Trasporti della CGIL. Sachsenhausen = Vedi campi di sterminio o Lager. Sannia Eugenio = Banfi: Ex Ufficiale istruttore presso l' Accademia di Modena, dopo l'8 Settembre ritorna a Genova, prende contatti con altri Volontari Antifascisti e dal 20 Luglio 1944 fa parte del Comando della 3^ Divisione Garibaldina con Canepa, Bisagno e ne diventa il Comandante della nuova Brigata Berto, il 20 febbraio del 45 è nominato Vicecomandante della Divisione Cichero. Santa = Vedi Cevasco Santina. Santo = Vedi Massai Elvezio Sasso = Vedi Azeno Ugo. Scala Angelo = Battista, nato a Genova il 22/2/1908 e abitante a Geminiano, (Ge-Bolzaneto) 195 Valoroso Comandante Partigiano, ex GAP di Bolzaneto, ricercato va a Cichero e viene aggregato al Comando del Distaccamento Guerra, futura Brigata Jori, nel mese di ottobre 44 assume il Comando della Volante Balilla, sono leggendarie le azioni militari guidate dal “Comandante Battista”. La Volante diventa in primavera de 45 Brigata Volante Balilla. Scappini Remo = Capo del CLNL firmatario della Resa con il Generale Meinhold a Genova presso Villa Migone alle ore 19,30 del 25 aprile 1945. Sceriffo = Vedi Cevasco Lino. Schmid Alfred = Vice Console Tedesco che era presente durante la resa a Genova del 25-4-1945. Sciolla Antonio = "René" nato a Genova Nervi il 2-3-1917 Partigiano caduto in combattimento a Mondovì il 18-1-1944. Alla sua morte venne dato il suo nominativo alla Brigata SAP Sciolla dislocata a Ge-Quinto e Nervi. Secchi Rodolfo = Comandante della SAP di Recco della Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti il quale rilascia un elenco con i Nominativi in data 24/5/1945 ed anche un elenco del materiale requisito dai Sapisti alle truppe Nemiche in Recco. Serbandini Giovanni = Bini Uno dei promotori della Lotta Antifascista e della Resistenza a Chiavari e nel Comprensorio della VI Zona, fino dai primi tempi della Lotta Armata prende contatti con gli Antifascisti di Uscio e Pannesi, assieme a Bisagno e Lesta. Partecipa a riunioni nella casa di Piemonte e di Bisso Emanuele L'Armaieu a Uscio, dove trova i primi due Partigiani che partecipano (Milanin e Dick) con Lui e Lesta all'attacco del posto di avvistamento sul Monte Friciallo. Sera = Distaccamento Partigiano che assieme ai Distaccamenti "Lumarzo" e "Bargagli" facevano parte della Brigata SAP "Bedin" di Pannesi: Il distaccamento "Sera" presente con alcuni Partigiani, Gigi e Gandi e altri fu uno dei primi ad incontrare i Tedeschi nella Tecosa a Sant'Alberto il 27-4-45. SIM = Servizio Informazioni Militare del CLN SIP = Servizio Informazioni Polizia del CLN Siri Giovanni = Tigre nato a Ge-Nervi il 25/3/21 ove residente, Comandante di Distaccamento fa parte della Brigata Matteotti Valbisagno, combatte nella Battaglia di Barbagelata e anche nella zona di Torriglia. Nel primo dopo guerra a Nervi presso un comizio tenuto dai Fratelli Machiavelli Pippo e Paolo, i quali si vantavano della loro dura lotta in "montagna" contro i Nazifascisti; Tigre che ha vissuto come combattente quella esperienza e la Battaglia di Barbagelata in particolare, si scontra verbalmente con gli stessi Fratelli Machiavelli, proprio sulla loro presenza in Montagna e nella Battaglia di Barbagelata, Egli li fa scendere dal palco dicendo che mentre Lui e gli altri Partigiani combattevano i Fratelli erano Nascosti in albergo (o al Porto). Soffiantini Leveroni = Capo Squadra della Giustizia e .Libertà G. Matteotti a Recco. Solimano Silvio = "Berto" Nato a Santa Margherita Ligure il 12/6/1925, partecipa alle prime azioni di propaganda Antifascista, viene arrestato e condotto in carcere a Chiavari, viene arrestato una seconda volta e portato in carcere a Rapallo, da dove riesce a fuggire, saltando da una finestra, si ferisce ai piedi, viene raccolto dai SAP di Uscio e portato a Pannesi da Piemonte, dove rimane in convalescenza, segue Bini e va in montagna, entra a far parte del 1° Distaccamento "Forca" della 57^ Brigata Garibaldi della Divisione Cichero, VI Zona. Cadde eroicamente nella battaglia contro l' 8^ Compagnia del Battaglione Bassano degli Alpini Divisione Monterosa, ad Allegrezze il 27/8/1944. Il Solimano è Medaglia d' Oro al V.M. e in sua memoria viene Nominata la 57^ Brigata con il nome di Brg "Berto" Soracco Nando = "Lua" Nato a Tribogna il 12/2/1925 fa parte della Squadra Volante della Brg. P. Borrotzu Divisione G.L. G. Matteotti. Cade ucciso dai Tedeschi a Costafontana il 26/3/45. (Vedi memoria su battagli di Costafontana doc. 02.1.odt) Spano Ferdinando = "Sassari" detto anche Cuoco, Patern. Salvatore, nato a Sassari il 19/06/1919 Intendente della II^ Brg. A. Lanfranconi della G.L. anzianità 17/5/44. Caduto a S. Marco 196 d'Urri il 13/3/45 in combattimento contro i Tedeschi e la trappa della RSI. (pag. 69 l'UM) Spano Giovanni = "Zorro" Capo Squadra:di una decina di Volontari collegati al PSI che alla fine di luglio del 1944 si riuniscono a Sciaré presso il monte Lavagnola formando la Banda Zorro. Al gennaio 1945 realizzarono la fusione col Gruppo della Doria del Battaglione G. Matteotti Valbisagno. Spartaco = Nome di battaglia di un dirigente organizzativo che contribuiva da Genova a rifornire di medicine, alimenti e altro la SAP di Uscio, che a sua volta riforniva alcuni Distaccamenti della Cichero in Zona, il collegamento avveniva attraverso Massone Gerolamo detto Balletta, Lagomarsino Luigi detto Bulacco e Romano Giuseppe detto Milanin di Uscio. Spiotta Umberto detto Vito = Nato a Gioia Tauro il 20-4-1904 Ispettore Federale del P.F.R. di Chiavari; Vice Comandante della XXI Brigata Nera Silivio Parodi e Comandante del III Battaglione; Processato alla Corte d'Assisi Straordinaria di Chiavari fu condannato a morte assieme a Podestà e Righi Giuseppe suo autista; Furono fucilati al Forte di Quezzi il giorno 11-01-46. (Nota di GB: Fra il plotone di esecuzione c'era un mio ex collega di lavoro B.E. di Bolzaneto, Partigiano della Brigata Volante Balilla, il quale mi disse che: Malgrado tutto, l'unico dei tre che seppe morire con dignità era stato Vito Spiotta). SS = SchutzStaffeln Stella = Vedi Machiavelli Giuseppe Stoffel = Capitano Tedesco della Riserva che si arrese nella Tecosa di Pannesi il 27/4/45 e dopo la resa si tolse la vita, assieme al Capitano Berninghaus della Kriegsmarine. Streger David = Capitano del 473° Reggimento della 92a Divisione "Buffalo" della U.S. A. Army che partecipò alle resa a Uscio delle Truppe Nazifasciste del 27-4-45. Sua = Vedi Terrile Albino di Uscio. Tasso Gino = Detto Tigre, nato a Genova il 11/10/1924 dal gennaio 1945 partecipa alle prime azioni di sabotaggio nel Levante di Genova, in Luglio del 44 prende contatti con la Banda di Cichero. In Agosto partecipa alla battaglia di Barbagelata, viene trasferito con Scrivia in Val Borbera dove combattono a Pertusio. Nel gennaio 1945 viene nominato Comandante della 58^ Brigata Oreste. Della Divisione Pinan-Cichero. Taverna = Tenente, fece parte del 1° Reggimento Artiglieria Alpina; del 2° Gruppo Artiglieria Bergamo e 6^ Batteria dislocata ad Avegno, dal fine Luglio primi di Agosto del 1944. Lo stesso ha partecipato a rastrellamenti, arresti e lutti nei nostri Paesi. Taviani Paolo Emilio = Genovese, Delegato della Democrazia Cristiana all'interno del CLNL Terrile Albino = "Sua" nato a Uscio nel 1913 da Raffaele, Capo Squadra Partigiano della Brg SAP di Città 927 “Sciolla” combatte a Genova Sturla ed a Nervi contro i Presidi Tedeschi. Nel primo dopoguerra risulta anche come segretario del Partito Comunista Italiano XV Sezione del III° Settore di Uscio, nomina Carbone Giovanni come delegato del PCI nel CLN di Uscio; Firma con altri (Vedi Ardesio e Bertoneli Giulio) gli attestati “di Partigiano” della Brigata SAP Garaventa di Uscio. Terrile Elide = Nata nel 20 a Uscio abitante a Cabona vicino al Comando Tedesco, fece da staffetta a Bisso Emanuele per l'incontro richiesto dal Tenente Leman del Comando Tedesco a Uscio. Tigre = Vedi Siri Giovanni. Tigre = Vedi Tasso Gino. Tino = Vedi Quartini Renato. Tomasi = Trombetta Giovanni Tranviere = Vedi Balletto Luigi Enrico. Treblinka = Vedi campi di sterminio o Lager. Trombetta Giovanni = Tomasi, Segretario Regionale del Partito d'Azione e responsabile delle Formazioni G.L. in Liguria. Fa parte del Comando Militare Ligure come Vice Comandante, partecipa alle Trattative del CLNL per la resa del Generale Gunther Meinhold a Genova ed alle decisioni per l'insurrezione del 24-25 aprile di Genova. 197 Tullio = Vedi Anselmi Tullio. Turkestan 162a Divisione = Comandata dal Generale Ralf von Heygendorff, formata da volontari provenienti dal Caucaso e Asiatici, genericamente definiti "Mongoli" usati dai Tedeschi nella lotta anti Partigiana. Ughini Oreste = "Bedin" di Pietro e Delfina Bergonzi, nato il 5-10-1921 a Bettola (PC). Partigiano Medaglia d'Argento al V.M. Già in gennaio del 1944 il Bedin partecipa all'attività di lotta Partigiana, il 21-3-44 è Capo Nucleo di un Distaccamento della Brigata Caio. Alla Fine di Agosto e primi settembre, con il Distaccamento Pablo, si trovano ad operare nella zona di Pannesi e Lumarzo. Il Partigiano Bedin cadde eroicamente in combattimento contro i Tedeschi nei pressi di Lumarzo il 23-9-1944. Il combattimento avvenne nelle prime ore della mattinata, durante una missione di polizia, in cui il suo Distaccamento e alcuni Partigiani della SAP di Pannesi, erano stati incaricati dal Comando Partigiano, di eseguire l'arresto nei confronti di un gruppo armato di sbandati, i quali in diverse località dell'alta Fontanabuona, esercitavano ruberie e altre violenze nei confronti della popolazione. Ugo = Vedi Pompei Nino. Ukmar Anton = Miro nato a Prosecco villaggio nel Carso Triestino il 6-12-1900, Comandante Regionale delle Brigate Garibaldi; arrivò per la prima volta nel pommeriggio di mercoledi 14 giugno 1944 a Cisiano, accompagnato da Dente. Nel posto si incontrarono con Bisagno e Scrivia, durante tutta la lotta Partigiana ha il Comando Unificato della Sesta Zona. Egli aveva già combattuto nella guerra di Spagna 1936-39 a fianco delle Brigate Internazionali ed in Africa per l'Indipendenza delle Colonie Fasciste. Umberto = Vedi Zolesio Antonio. Valente Italo = Italo pat. Giovanni nato a Genova il 18/11/1921 dal 15/10/44 Capo Squadra della Brg: Lanfranconi, Formazione G.L. Verzura Giacomo = Allah, Pat. Salvatore, nato a Recco 19-4-25 Commissario di Distaccamento della Brg. Lanfranconi della Divisione G.L. periodo di appartenenza dal 15-7-44 al 30-4-45. Vietz Hans = Hans Nato in Austria, Capo Squadra della Volante B della formazione di Manovra Prospero Castelletto della G.L. zona operativa alta Fontanabuona e alta Val Bisagno Vigevano Giorgio = Lampara, fu Secondo nato a Genova 11/3/23 residente a Chiavari Partigiano della Brg. Berto Divisione Garibaldi Cichero VI Zona anz. Dal 17/8/44 al 30/5/45 Von Etzdorf Hasso = Console Tedesco a Genova durante il periodo della resa del 25-4-1945. Weegen = Tenente di Vascello Tedesco Comandante delle batterie di Monte Moro Wehrmacht-herr = Esercito Germanico Werner = Maggiore Comandante della Gestapo in Liguria. Wokiecevich Elio = Partigiano paracadutato il 14 gennaio del 45 nella zona dell'Antola dagli Inglesi per mettersi in contatto con le Brg. Matteotti con Essi partecipa a l'otto febbraio del 1945 al disarmo del presidio Fascista di Torriglia (Vedi ppag. 699 di la RiL) Woman = Vedi Colombari Edoardo. Wronowska Laura = Patriota della G.L. nipote di G. Matteotti e sorella di Natalia che fu accolta a Uscio per un certo periodo, in una abitazione messa a disposizione da Ognio Ugo. Wronowska Natalia = Organizzatrice e Patriota della G.L. a Moconesi che fu accolta a Uscio per un certo periodo, in una abitazione messa a disposizione da Ognio Ugo, nipote di G. Matteotti e sorella di Laura. Wronowski Casimiro = Padre di Natalia Organizzatore e Patriota della G.L. a Moconesi Wronowski Pier Lorenzo = Carlo pat. Casimiro Nato (Milano?) a Chiavari il 25-7-1919 fratello di Natalia moglie di Zolesio. Antifascista e promotore di brigate G.L. diventa Commissario della Brigata "Lanfranconi" partecipa alla lotta Partigiana nella Fontanabuona. Carlo conoscendo bene l'Inglese aiutò nella traduzione gli Ufficiali del 473° Reggimento della 92a Divisione "Buffalo" alla trattativa di Resa dei Nazifascisti a Uscio il 27 Aprile 1945. Periodo di appartenenza dal 1-5-44 al 30-4-45. 198 Zolesio Antonio – Umberto Parodi: Promotore nella tarda primavera del 1944 della Brigata Giustizia e Libertà G. Matteotti per il Partito D'Azione. Partecipa alla lotta Partigiana al Comando delle sue Formazioni all'interno della Divisione Cichero della VI Zona. Le sue Brigate sono dislocate in Val Trebbia e Fontanabuona, Bargagli, Recco e Camogli e un distaccamento su Tribogna e Uscio. Durante il periodo della Resistenza nasce spesso contrasti di occupazione del territorio, fra la G.L. di Zolesio e le Brigate Garibaldi, della Divisione Cichero al comando di Bisagno. Zoran = Zoran Alexandroviv nato a Lubiana il 17/11/1918, ove residente; ex Ufficiale della Monterosa con il nome Sirletti Alessandro, il 4/11/44 passa con la G.L. Rimane ferito a Rapallo il 24/4/45 durante lo scontro tra il distaccamento di manovra di Maggio della G.L. G. Matteotti ed i Tedeschi. (Non sembra riconosciuto Partigiano dagli elenchi della Brg. G.L. G. Matteotti) Zorro = Vedi Spano Giovanni Zorro = Vedi Rossi Carlo L'On. PERTINI: "Il Presidente Partigiano" Partigiani della Giustizia e Libertà Giacomo Matteotti che festeggiano a Cicagna la "Liberazione" 199 S i g l e ed a b b r e v i a z i o n i Sigla Descrizione ANPI Associazione Nazionale Partigiani d' Italia BN Brigata nera CCNN Camicie nere CLN Comitato di Liberazione Nazionale CLNAI Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia CLNL Comitato di Liberazione Nazionale Liguria CM Comitato Militare (o Comando Militare) CMRL Comando Militare Regionale Ligure CUMRL Comando Unificato Militare Regione Liguria. CVL Corpo Volontari della Liberà DC Democrazia Cristiana M.Di.C.A.T. Milizia (Volontaria) Distaccamento Contro Aereo Territoriale X MAS Decima Flottiglia MAS FdG Fronte della Gioventù Gestapo Geheime Staatspolizei G.L. Giustizia e Libertà GieL " " " G. L. G. Matteotti Giustizia e Libertà Giacomo Matteotti GAP Gruppi Azione Patriottica GNR Guardia Nazionale Repubblicana MVSN Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale OTTO Organizzazione Territori Temporaneamente Occupati PCI Partito Comunista Italiano PdA Partito d'Azione PFR Partito Fascista Repubblicano PLI Partito Liberale Italiano PRI Partito Repubblicano Italiano PSIUP Partito Socialista Italiano di Unità Proletari RSI Repubblica Sociale Italiana RT Radio Telegrafista o Radio Trasmittente. SAP Squadre Azione Patriotiche SCRM Società Costruzioni Romana Metalmeccanica SIM Servizio Informazioni Militari SIP Servizio Informazioni Polizia SIPE Società Italiana Prodotti Esplosivi SM Stato Maggiore SS Schutzstaffeln Tedesche (Vi erano anche volontari Italiani) UPI Ufficio Politico Investigativo VAI Volontari Armati Italiani VAL Volontari Arditi della Libertà C.R.Q.P. Commissione Riconoscimento Qualifiche Partigiane 200 Un pezzo di storia dei Reggimenti 473° e 442° della 92^ Divisione Buffalo nella VI Zona (Le pagine sono tradotte dal libro originale scritto dal Colonnello Paul Goodman, dal Titolo "A Fragment Of Victory In Italy" a pag. 156-7-8-9-160-1) Un frammento di vittoria in Italia La 92^ Divisione Fanteria nella Seconda Guerra Mondiale Attacco a Genova ....Il Brig. Generale Donald W. Brann, G-3 del 15° Army Group incontrò il Generale Almond a Carrara poco prima che il 473° il Combat Team (Gruppo di Combattimento) iniziasse la sua avanzata verso Genova all'alba del 25 aprile. Il Generale Brann autorizzò l'avanzata verso Genova e il Generale Almond fece con lui una scommessa che per l'avanzata di più di 50 miglia ci sarebbe voluti meno di quattro giorni. Coperto dalla truppa di ricognizione della 92^ Divisione e dal plotone I e R del 473° Reggimento (Combat Team) il 2° battaglione condusse l'offensiva sulla Strada Statale n°1 (L'Aurelia). I carri armati (Tank) del 760° Tank Battalion e l'894° Tank Destroyer Battalion (Battaglione anticarro) erano in testa. Il 1° battaglione sgomberò l'area fra la SS 1 ed il mare con la Fanteria trasportata su Jeep, camion, e carri armati e, dove era possibile sui mezzi anticarro. I Partigiani e la Fanteria assistevano il Genio mentre riparavano i danni alle strade. Nove ore dopo, la colonna raggiunse Sestri Levante e sorprese il nemico. Il plotone I e R comandato dal Luogotenente Egget intercettò una colonna di Fanteria ed Artiglieria Tedesca alla foce dell'Entella a Sud-Est di Chiavari. Subito dopo soldati all'avanguardia del 2° battaglione che stavano avanzando più velocemente possibile entrarono in battaglia e respingendo il nemico con una tipica azione guardia preventiva. La battaglia durò cinque ore; l'artiglieria di difesa costiera del nemico di Portofino (Del Monte di Portofino) e da sopra la galleria sulle colline di Chiavari (Dalla Galleria delle Grazie e da sopra) sparò sulla colonna motorizzata del 2° Battaglione che stava avanzando dal Sud di Lavagna (Cavi di Lavagna). Le Truppe abbandonarono i mezzi e attraversarono il fiume, ma il fuoco che si abbatté sull'avanguardia della truppe distrusse 12 Jeep, diversi camion e altro equipaggiamento. Quando la colonna comandata dal Maggiore Robert Crandall, Ufficiale di comando del 2° Battaglione furono attaccati, il Plotone I e R del Luogotenente Egget era già dentro Chiavari. Il Maggiore Crandall ricevette l'ordine di continuare l'avanzata con il massimo vigore e fece ogni sforzo per attenersi a questi ordini. Il suo Battaglione rimasto a terra entrò a Chiavari, che era ancora sotto pesante fuoco di artiglieria e venne schierato dalla protezione degli edifici. Il Battaglione poi attaccò attraverso il fiume ed immediatamente rimase sotto il pesante fuoco di artiglieria e armi leggere 124 e la sua avanzata rallentò fino a fermarsi. A questo punto, siccome la 473° colonna stava avanzando così rapidamente, l'unico supporto di artiglieria disponibile in quel momento era il fuoco di due carri armati (Tank 125) del 760° Tank Battalion. Questi, coraggiosamente, cercarono di contrastare il fuoco nemico che sparava dalla bocca della galleria sopra a Chiavari (Galleria delle Grazie). Il Maggiore Crandall mostrò il massimo coraggio cercando di spostare il suo Battaglione verso il nemico, ma masse di fuoco provenienti da posizioni nascoste126 nel terreno aspro che aveva davanti, fermarono temporaneamente la sua unità su i suoi passi (Sul posto). Il Maggiore Crandall fu mortalmente ferito mentre cercava di localizzare le posizioni del fuoco nemico, così l'attacco dovette terminare. Fu sostituito dal Capitano David Streger. Anche il Capitano Murray Steinmann ufficiale comandante della 92° 124Che mantenne una nutrita resistenza fu il Battaglione della Monterosa "Cadelo" 125I tank in dotazione al 760° erano i Medium Sherman M4 A3 - 76 mm 126Le batterie e mitraglie pesanti erano sistemate nei Bunker in cemento armato nella collina delle Grazie. 201 Distaccamento di ricognizione venne ucciso. Più tardi in quel giorno l'artiglieria fu schierata e insieme ai carri armati e mezzi anticarro spararono sul nemico nella collina di Chiavari (Delle Grazie). Il nemico solo verso sera fu messo a tacere, ma il costo fu pesante. Dopo un periodo di riorganizzazione, il 2° battaglione riprese la sua avanzata all'alba del 28, incurante della grande quantità di mine sul letto del fiume. Dentro la galleria di Chiavari, (Delle Grazie) furono trovati i resti bruciati di un'estesa area di alloggiamento di truppe nemiche insieme ad uno dei cannoni di difesa navale che il nemico aveva distrutto prima di ritirarsi. Il 3° Battaglione lo seguì. Il Reggimento venne raggiunto da notizie che Genova era in mano ai Partigiani e che i Partigiani avrebbero incontrato le truppe fuori dalla città. Una pattuglia entrò a Rapallo senza opposizione e incontrò un gruppo di Fascisti Italiani127 allo sbando che si arrese volontariamente. Inoltre la pattuglia accettò la resa di un gruppo di Tedeschi a Santa Margherita Ligure, la bella località famosa come paradiso per i viaggi di nozze. Gli uomini, portati dal Luogotenente Eggett, non fecero resistenza mentre il Colonnello Yarborough e il suo attendente seguivano da vicino. Il Luogotenente Eggett fece notare un cannone anticarro e una postazione 128 (Nemica) che erano visibili a circa 600 yard di distanza dal fronte destro delle truppe avanzanti. Questo cannone colpì un carro armato del 760° Tank Battalion e ferì il guidatore 129, come riferì il Colonnello Yarborough. Immediatamente radunò un gruppo di artiglieria anticarro dall'avanguardia che era disponibile per fermare la resistenza, prima di richiedere l'intervento del fuoco navale. Questa fu l'ultima battaglia in Italia per la 470° Fanteria. Alle 7,45 del 27 aprile il plotone I e R entrò a Genova, poi alle 9,30 il Colonnello Yarborough entrò con il 2° Battaglione, con il 1° Battaglione che lo seguiva immediatamente dopo. Le truppe salirono a bordo del Tram ed andarono fino a Ponente della Città. L'avanzata fu completata in meno di tre giorni ed il Generale Almond vinse la sua scommessa con il Generale Brann. Mentre le truppe raggiungevano Genova, i Partigiani avevano diviso e circondato la guarnigione nemica di circa 4000 uomini sotto il Comando Tedesco del Generale-Maggiore Meinhold e la guarnigione fu consegnata alle truppe che avanzavano quando entrarono in Città. I Servizi di pubblica utilità a Genova erano stati così ben protetti dai Partigiani che il maggiore Robert Sharkey fu in grado di parlare tramite un telefono commerciale da Rapallo a Genova per ottenere informazioni sulla resistenza che esisteva nelle 15 miglia che separavano i due interlocutori. La 442° Fanteria seguì la testa del 473° e usò anche i Tram per trasportare i suoi uomini per la Città. Piccole sacche del nemico, resistevano nell'area del porto e di nascosti isolati gruppi vicino a Genova. Non passò molto tempo prima che anch'essi deponessero le armi. Una guarnigione di 700 Tedeschi ad Ovest dell'entrata del porto si arrese nel pomeriggio: 259 Tedeschi alla punta EST dell'entrata al porto si arresero subito dopo. La Compagnia G ed il 3° Battaglione ricevettero la resa di circa 3000 soldati a Uscio e Ferrada, a Nord-Est di Genova. Il 1°Battaglione accettò la resa della guarnigione dei Giovi. Dei piccoli distaccamenti della 135^ Brigata di Fortezza comandata dal Generale Meinhold si arresero a chiunque fosse disponibile. Il 473° reggimento costruì un recinto per i prigionieri di guerra nello stadio atletico di Genova e presso il campo e le gradinate furono riempite al massimo. Solo una guarnigione Tedesca rifiutò di arrendersi, questa era una Divisione di Artiglieria Navale sul monte Moro, che sovrasta Genova ed il Mediterraneo. Qui il nemico aveva 175 uomini con due cannoni costieri da 381 mm. tre da 152 mm e quattro da 90 mm. Queste armi furono usate su Genova presa dai Partigiani il 26 aprile e molti civili ne furono vittime. Quando i soldati avanzarono, il Comandante Tedesco delle batterie di Monte Moro, un Maggiore, aveva sventolato 127Erano una parte dei Bersaglieri della Cadelo che erano rimasti indietro e si consegnarono agli Americani 128Erano i Bersaglieri della Monterosa, del battaglione Cadelo sistemati presso la Violara al Km 500 della SS 1.. 129I caduti furono due, un soldato Carrista, di Colore, ed il tecnico RT di 5° grado Audinet Clifford E. 202 bandiera bianca ed aveva chiesto il permesso di rimanere presso i suoi cannoni sino alla fine ufficiale della guerra. La richiesta gli venne rifiutata, ed un Funzionario Ufficiale del Consolato Tedesco, precedentemente catturato, fu impiegato per iniziare la negoziazione della resa il 27 aprile. Questi sforzi fallirono e al 679° Battaglione anticarro fu ordinato di mettere una Compagnia in una posizione che consentisse di fare fuoco diretto sui cannoni ad una gittata circa di 400 Yard. (I Tedeschi non poterono rispondere al fuoco perché i loro cannoni non poterono essere abbassati abbastanza) Inoltre furono progettati piani per assalti combinati aria-mare-terra in caso di ulteriori trattative fallite. Prima dell'alba, nella notte piovosa, senza luce e senza luna del ventisette, dodici cannoni della compagnia A del 679° Battaglione Anticarro furono messi sulle ripide e strette strade della Città. I cannoni furono messi in posizione a mano, poiché per metà dei solchi non poterono fare il giro finale. Alla luce del giorno erano pronti a sparare. Quel pomeriggio con la Fanteria dietro di loro e gli Anticarro di fronte ed una terza prospettiva di imminente bombardamento aereo, il Comandante della Guarnigione nemica si arrese alla 479° Fanteria. Il numero totale dei prigionieri ammontava ora a 11553. In un appunto del dopo-guerra che descrive l'azione vicina al monte Moro, il Colonnello Yarborough ex Comandante del 473° Fanteria scrisse: "Sul monte Moro", questo forte avrebbe potuto resistere contro di noi a lungo. Il fuoco navale avrebbe potuto essere inefficace contro qualsiasi cosa eccetto le strutture di superficie. All'interno in cemento armato e strutture in ferro c'erano depositi di munizioni e montacarichi, grandi forniture di cibo, gallerie, ecc. Il posto era un Corregidor in miniatura che poteva essere raggiunto solo dopo un pendio a 45 gradi che era pesantemente minato e coperto con ostacoli artificiali. Tutti i nostri martellamenti di artiglieria e di anticarro fischiavano nel buio e lo sapevamo. Se le truppe nemiche sul monte Moro avessero voluto resistere per una quindicina di giorni avrebbero potuto farlo facilmente. Il presidio era costruito per contrastare il fuoco delle flotte navali e avrebbe potuto farcela. Il Comandante della guarnigione venne a colloquio con il suo ascensore elettrico sotto una bandiera di tregua, ma portando le sue armi. Andammo in un albergo locale, io gli parlavo in Francese e Lui in Italiano e cosi ci capimmo. Voleva che gli dessimo un salvacondotto per la sua unità, siccome non aveva ancora sentito della negoziazione de resa Tedesca. Noi dicemmo senza mezzi termini: Arrendetevi qui ora, o altre parole di questo genere. Egli disse che se non l'avessimo lasciato andare avrebbero raso al suolo Genova e sarebbe stata colpa nostra. Gli dicemmo che se Lui l'avesse fatto, noi l'avremmo stanato dal monte Moro e quando alla fine catturato la sua guarnigione, che ce l'avremmo fatta col tempo, li avremmo dati ai Partigiani a rispondere per la distruzione di Genova. Lui non rispose, anche dopo diverse ore di negoziazione. Mentre stavamo parlando, comunque, i nostri cannoni si stavano posizionando. Scortammo Kruat con la bandiera bianca (il Comandante Tedesco e la sua bandiera di tregua) di nuovo indietro all'entrata dell'ascensore e prima che lui svanisse dentro le viscere di cemento del monte Moro, gli dicemmo che aveva mezz'ora. Entro quel termine, o la bandiera bianca sarebbe stata issata sulla cima del forte o il suo destino sarebbe stato segnato. Le parole del negoziato (probabilmente attraverso i Partigiani) arrivarono alla popolazione, pertanto le persone iniziarono a lasciare Genova-Nervi come formiche, portando con loro la maggior parte delle cose che potevano portare via. Erano convinti che a Genova-Nervi avrebbero avuto lo scontro, (cosi lo pensavo anche io. Dal mio posto di comando vedevo giusto la gola di un cannone da 381 mm) Circa 5 minuti prima dello scadere del termine, un minuscolo puntino bianco apparve in un grande spiraglio per la resa sulla cima del monte Moro. L'effetto sulla popolazione che partiva fu elettrico, la gioia regnava. Loro (gli Italiani che partivano) abbassavano i loro fagotti, danzavano e ridevano e cantavano. Per loro era la fine della guerra. Ho una lettera del Sindaco di Genova, Maggiore Faralli, che ci ringrazia di aver salvato la sua Città e Nervi dalla distruzione dei grandi cannoni di monte Moro (e quelli sovrastanti la costa 203 verso Voltri, che erano in collegamento con monte Moro con comunicazione sotterranea130). Entro il 30 aprile le disseminate sacche di resistenza nemiche sparirono. Il nemico riempi i recinti di prigionieri di guerra mentre le truppe avanzavano e si spargeva la notizia del rapido progresso che si faceva sul rimanente fronte Italiano. La Divisione Italiano San Marco del nemico, la 34^ Divisione e la 5^ Divisione di Alpina stavano procedendo a Nord-Est vicino ad Alessandria. Elementi organizzati della nemica 148^ Divisione furono repressi sulla Statale 62 a Nord-Est del passo della Cisa. MARCIA SU TORINO Il 24 aprile, il 100° Battaglione della 442^ Fanteria si riposava vicino a Carrara, il 2° Battaglione si spostava verso Aulla senza incontrare resistenza nemica e il 3° Battaglione venne destinato a riserva della Divisione. Aulla cadde il 25 aprile, mentre il 2° Battaglione arrivava da Est ed una Forza Speciale (FUKUDA), composta dalle Compagnie B e F, arrivava da Nord-Est dopo aver fatto una marcia forzata di 10 Miglia attraverso i monti. Gli uomini si erano spostati sull'ultima alta cima di fronte ad Aulla, e da là videro il nemico ritirarsi in massa. Le strade erano coperte di uomini, camion e vagoni tirati dai muli. La Compagnia Cannoni e la sua artiglieria di supporto spararono sul nemico in ritirata e la strada si copri di uomini morti, carri capovolti, camion distrutti e muli sbudellati. Dopo che fu presa Aulla, il 2° Battaglione fu sostituito dal 3° Battaglione. La 370^ Fanteria si mosse nella retroguardia. Il 100° Battaglione, sempre nei pressi di Carrara, venne allertato e vennero fatti preparativi per l'inseguimento a Genova. Il 26 aprile, il Reggimento mutò la direzione dei suoi attacchi verso la Costa. Vennero fatti avanzamenti a Nord-Est contro il nemico in fuga. Una pattuglia raggiunse Reggio e contattò le Forze Brasiliane laggiù. Pattuglie motorizzate sondarono la presenza di eventuali sacche nemiche. il 27 aprile, fu ordinato al reggimento di aggirare Genova da Nord. Il 100° Battaglione era impegnato a catturare a Busalla e chiudere il passaggio a Isola del Cantone. Il 3° Battaglione arrivò alla periferia di Genova e si unì sul posto alla 473^ Fanteria . Il Colonnello Pursall fermò dieci Tram, vi caricò i suoi uomini e viaggiò sino alla parte Ovest della Città. Lo stesso giorno il 100° Battaglione avanzò a Nord-Ovest e raggiunse Busalla nel valico montuoso che conduce da Genova al Po. A Isola del Cantone fu creato un avamposto con carri armati e fanteria. Il 29° e il 2° Battaglione entrò a Genova in Camion e proseguì verso Alessandria e nella valle del Po. Qui ad Alessandria, circa 100 Tedeschi si arresero senza opposizione e si stabili un contatto con i Brasiliani, sebbene contatti tra la 92^ Divisione ed il IV Corpo fossero già stati presi a Pavia. Asti Centro vinicolo, fu occupato subito dopo e le truppe celebrarono la Liberazione in stile Baccanale. Vennero istituiti blocchi stradali in tutte le maggiori strade di collegamento da e per Genova. Il 473° Gruppo di Combattimento pattuglia la SS 1 (Via Aurelia) alla frontiera FrancoItaliana. Il 30 aprile, i Plotoni I e R del 442° Reggimento, comandati dal Luogotenente Robert I. Wkuya e un Distaccamento di artiglieria leggera della Compagnia H, fecero una puntata verso Torino distante 75 miglia e divennero le prime truppe Americane a raggiungere la Città. 130Non esisteva nessun collegamento sotterraneo ma solo telefonico e via radio. 204 La "Resa dei Tedeschi" - La popolazione è felice della fine della guerra saluta gli Alleati. 205 Cartina del percorso della 92^ Divisione Buffalo negli ultimi giorni di guerra 206 Testimonianza della Signora Carmen sulla battaglia di San Lorenzo della Costa il 26/4/45. La signora Carmen nata ed abitante a San Lorenzo della Costa, frazione di S. Margherita Ligure, ha vissuto in prima persona lo scontro tra il 760° Tank Reggimento della 92^ Divisione Buffalo, contro gli Artiglieri del Reggimento Cadelo della 1^ Divisione Alpina Monterosa, Lei, a quel tempo, abitava con la sua famiglia proprio all'interno della Villa dei Bozzo, in quanto loro ne erano i custodi durante la guerra e anche dopo. La Villa dei Bozzo era ed è disposta lungo la strada Aurelia, poco prima del Km 499, con veduta a Sud sul mare di Santa Margherita Ligure, a Nord-Ovest il monte di Portofino; mentre il lato Nord, è costeggiato dalla antica mulattiera che conduce sulla Costa di S. Lorenzo verso Rapallo, chiamata Via Torre San Gioacchino, con vista delle montagne del nostro Appennino. Dalla Villa Bozzo, si dominava con lo sguardo, tutto lo scenario del transito delle truppe Nazifasciste in ritirata verso la Ruta di Camogli e Recco, dopo poche ore da questo transito della disfatta, si udiva in lontananza, il rumore dei mezzi militari Americani, delle Jeep ma sopratutto dei dei carri armati, che sopraggiungevano dal lato Est dell'Aurelia, vicino in cima della salita che da Rapallo conduce a Saltaincielo, ed a San Lorenzo della Costa. Poco si vide arrivare una Jeep in avanguardia, e dopo il sopraggiungere del primo Tank Americano. Proprio quel giorno che videro passare miglia di soldati Italiani, Tedeschi, con vestiti e divise differenti, che marcavano la diversità fra le varie truppe. La popolazione era contenta, corse voce che a Rapallo erano arrivati gli Americani ed i Partigiani, era un giorno di festa, anche nelle due città, Chiavari e Rapallo la popolazione ne era felice. Ciò nonostante, da diversi luoghi si sentivano ancora spari, anche le batterie sul monte di Portofino Vetta, avevano sparato molto il giorno prima e nella notte, poi avevano taciuto. Solo alcuni Ufficiali Tedeschi ed Italiani avevano detto alla popolazione del Paese di non uscire, e stare in casa, nascosti. Ma la popolazione aspettava la Liberazione, la fine della guerra, la libertà dopo tanti anni di dittatura, di miseria e lutti. A San Lorenzo la gente era uscita comunque! Buona parte delle donne della Costa e di S. Lorenzo, avevano raccolto fiori nei giardini e nelle fasce, felici di donarli all'arrivo dei Liberatori. Purtroppo le cose non erano così facile come loro pensavano, all'arrivo dei primi Tank Americani, fu proprio il primo di questi ad essere colpito al km. 499,150, davanti alla trattoria degli Amici. Due soldati del carro armato, furono feriti gravemente dal colpo di cannone, che esplose sopra il mezzo stesso, uno era un Soldato di Colore che morì quasi subito, mentre l'altro soldato fu soccorso dai compagni e fu portato nella retrovia, ma anche per lui le ferite erano molto gravi e lo stesso morì poco tempo dopo. Questo evento portò molta tristezza nella popolazione, nel loro cuore c'era l'entusiasmo per i fiori raccolti, da consegnare ai primi Liberatori, tutto questo fu cambiato. Quei preziosi fiori raccolti con tanto amore, furono con lo stesso calore usati, per coprire le due salme, dei sfortunati Soldati Americani caduti sul posto, anche Loro erano caduti per la Libertà. San Lorenzo della Costa il 06/09/2012. 207 Lettera di denuncia, del Sacerdote Prospero Schiappacasse Arciprete di Tasso, per minacce e violenze nei suoi confronti e dei Familiari, da parte di alcuni Volontari. Il documento è scritto a mano, con precisione certosina e di una razionalità eccezionale che ne dimostra la personalità dello scrivente Sacerdote Prospero Schiappacasse, Arciprete, il quale denuncia al Comando Partigiano della G.L. G. Matteotti, le minacce e soprusi avuti da alcuni componenti di detta Brigata. Il Sacerdote consegna questa lettera a persona di sua fiducia131, da consegnare al Comando onde intervenga nei confronti dei suoi persecutori, in modo di far cessare queste tristi e violente condizioni. Nella lettera di comunicazione si allega una precisa relazione dei fatti e delle minacce, con date, orari, nomi delle persone che sono responsabili di queste indegne azioni nei suoi confronto e delle persone a lui vicino. Egli porta conoscenza che le sue condizioni sono povere, e che a Pannesi i Tedeschi e Alpini della Monterosa le avevano già bruciato la casa con tutto il suo arredo e biancheria. Nella memoria scritta dal Sacerdote, inizia dalla data del 13 giugno 1944 primo incursione alle ore 22,30 di due “individui” i quali minacciano il Parroco di essere collaboratore dei Fascisti e di persuadere i giovani di arruolarsi nella RSI. In data 1 agosto alle ore 02,30 si presentano tre individui con le solite minacce, i quali chiedono vino (Anche dimostrano di essere già alticci) ma prima di bere vogliono che il Parroco beva prima lui, in modo di essere certi che il vino non sia avvelenato, seguono invettive e ingiurie contro di lui e di tutti i preti ad eccezione di uno? Gli stessi individui denunciarono il Parroco che egli aveva la casa piena di armi ed altre fandonie, poi imposero al Parroco di seguirli prima a Pannesi e poi a Barbagelata e poi a Rovegno. La persona che era di servizio al Parroco che intervenne in sua difesa fu minacciata di essere arrestata con lo Stesso e portati via assieme, poi i tre individui chiesero di visitare la casa e iniziarono ad aprire alcuni cassetti di tavoli e mobili, minacciando anche di incendiare la Chiesa e chiedendo anche soldi, cosa che non era di facile accoglienza, dovuta alla povertà della Parrocchia stessa, che doveva saldare ancore vecchi debiti. Il giorno seguente la cosa avvenuta in Canonica si seppe in tutto il Paese, non per informazione del Parroco ma dei tre individui, i quali si erano vantati della bravura. Il 14 agosto nel pomeriggio arrivò uno dei tre, per sapere cosa avesse Egli riferito a Massone (Piemonte di Pannesi) sul suo conto? Il 15 agosto sempre nel pomeriggio, venne un altro sempre per lo stesso motivo, il Parroco rispose che purtroppo per la sua artrosi non era più uscito e ne parlato con alcuno. Il 14 settembre alle ore 02,00 si presentò un'altra squadra armata, la quale dette disposizione di scendere tutti i presenti nella Canonica entro 5 minuti, scese le persone presenti la squadra inizia ad accusare il Parroco di inviare lettere ai Fascisti, attraverso una certa Canini Santina, che con la quale il Parroco avrebbe avute relazioni poco oneste. Il giorno due ottobre nel pomeriggio si presentava uno dei tre individui il quale pretese dal Parroco una dichiarazione che Egli non prese nulla alla Parrocchia e ne al Parroco, dicendo che il Massone aveva fatto rapporto al Comando Partigiano dei “fatti già avvenuti” e nel rapporto egli dichiarava di furti avvenuti nella Chiesa a causa dei “tre individui” . La cosa continuò per un lungo periodo con diverse incursioni e minacce, in data del 30/11/44 il Parroco scrisse una completa denuncia al Comando della G.L. G. Matteotti elencando i fatti e i nomi dei tre individui: La notte del 1° agosto (2^ visita) si presentarono il sedicente M. P. (Come lo chiamavano quelli della squadra) 131 La era stata consegnata al Partigiano “Alì” (Di nome Massa Lino di Recco, visto che il Parroco era nativo di Camogli) non fidandosi di altri? 208 3^ Visita: Un certo C. che si diceva Capo, M. F. e un Biondino piccolo magro sconosciuto. Il 14 agosto 3^ visita si presenta F. G. Il 15 agosto 4^ visita si presenta M. P. Il 14 settembre 5^ visita si presenta ancora M. P. che fungeva da Capo, G. F. e altri non individuati che rimasero fuori. Firmato da: Sac. Prospero Schiappacasse Arciprete. (AILSREC vedi Carte Zolesio Novembre 44) Note di GB : Da un successivo documento si conviene che il memoriale scritto dal Parroco di Tasso fu consegnato al Partigiano “Alì”, inoltre si legge nella relazione le seguenti dichiarazioni sul caso: < In quanto alla condotta morale (Del Parroco) giudicherei falsi gli addebiti mossi contro di Lui. Mi nasce il sospetto che possano essere stati originati per assicurarsi l'impunità di una rapina fatta dal sedicente Mario P. ad una povera famiglia del luogo non di Fascisti, ma composta da un vecchio e le due figlie, portando a loro via 1500 Lire, e minacciandoli di non dire nulla a nessuno e tanto meno al Parroco. Più tardi una delle due figlie fu accusata dagli stessi di essere l'amante del Parroco. Detto Mario e compagni si recarono più volte notte tempo dal Parroco con prepotenza e minacce chiedendo la consegna di tesori (Denaro, oro e argento) di proprietà della Chiesa, nonché quelli personali. Per maggiori informazioni rivolgersi ad Alì al quale venne consegnato dal Parroco un Memoriale. Detto memoriale a sua volta doveva essere consegnato al Comando, al quale il Parroco di Tasso domandava pure un abboccamento (chiarificatore). Segue note: Piemonte non era gradito da alcuni Volontari della G.L. G. Matteotti, ed ne era temuto per le loro malafatte. Anche nel primo dopoguerra durante la sua Presidenza del CLN al Comune di Lumarzo, un Commissario della G.L. G. Matteotti, intervenne contro lo stesso CLN, in difesa di alcuni Fascisti.(Vedi funzionamento del CLN di Lumarzo) Conclusioni e commento di G.B. Anche questi tristi episodi, fanno parte dei difficili momenti della nostra Storia, ma grande fu l'Ideale della Lotta Partigiana, della Resistenza Antifascista per la conquista della Nostra Democrazia, della Libertà, della Nostra Repubblica, grazie a tanti Giovani di Allora che scelsero il riscatto del nostro Popolo al gioco Nazifascista, tanti pagarono con la Vita, con prigionia e torture queste scelte. Grande fu il contributo della Gente dei nostri Paesi, dei Contadini, Parroci, Medici, Operai, Giovani Studenti, e tanti Altri Cittadini e Paesani. Terminando questa mia raccolta di episodi, lascio la conclusione al Valore Ideale delle parole scritte in una lettera da una Ragazza (Evi) di Uscio arrestata per cospirazione e organizzazione Antifascista: Partigiana della Brigata SAP “Garaventa” di Uscio -Divisione Garibaldi VI Zona Pinan Cichero. Dal Campo di Concentramento 9 di Bolzano (Deutsche dienstpostst Alpenvorland Bozen) Verificato per Censura. 20-8-44 Cara Mammina Immagino l'immenso dispiacere che provi sapendomi qui, ma fatti coraggio e sopratutto non piangere, pensa che tua figlia è orgogliosa e contenta di esserci, l'unico cosa che mi dispiaccia è di essere lontana da voi tutti che voglio immensamente bene......... ..... Firmato..... Evi 209 Maggio 1945 - Partigiani della SAP "Bedin" alla Madonna del Bosco di Pannesi, che festeggiano la consegna da parte del CLN e CVL gli attestati di "Partigiani" Vecchia Bandiera dell'ANPI di Pannesi con la scritta eseguita dalle Suore e Ragazze del Paese 210 Paletta in acciaio con astuccio per lavori di scavo dello Wehrmacht-herri: Bossoli per cannone anticarro 47/32 e per obice 75/17 di produzione Italiana, in uso alla Divisione Monterosa. Il Famoso STEN MK II cal. 9 mm Parabellum (Amico fedele Partigiani) di produzione Inglese 211 23 aprile 1945 - Fanteria della 92^ Divisione Buffalo in marcia dalla Garfagnana verso la Liguria. 212 Garaventa Agostino detto Franco di Calcinara, Vice Capo Distaccamento nella Brigata Berto, fratello della Partigiana Erminia detta A Meistra. - Ponta Giovanni detto "Gianni" della ex Brg. Peter, poi in Val Borbera con Scrivia, fece parte del Gruppo Comando della Brigata Oreste. 213 La popolazione di S. Stefano d'Aveto festeggiano i Partigiani della Brigata “CAIO” Partigiani del Distaccamento Kappa della Brg. Berto, al Passo della Forcella 214 Partigiani del Distaccamento Alpino della Brigata "Berto" presenti alla resa nazifascista a S. Alberto di Bargagli il 27/4/45. 215 Trattoria di monte Cornua, spesso luogo di incontro fra i Comandi Partigiani: Sotto il proprietario Beccaria Angelo "Guido" Partigiano che fece parte del Gruppo Comando della Cichero; Cappellino Giuseppe detto "Bandiera" della Brigata "470 Poggi" di Sussisa. A ds. i Partigiano Lagomarsino Ugo detto "Roa" ed il SAP Cabona Luigi detto "Scarpin" 216 1944 - Barbagelata prima del suo incendio da parte degli Alpini della Monterosa Il Patriota Romano Emilio, il figlio Giuseppe detto “Milanin” Commissario della SAP Garaventa. 217 Carriaggi del Battaglione Bassano della Divisione Monterosa al rientro in Liguria dalla sua formazione ed istruzione in Germania, l'8^ Compagnia venne dislocata nella zona tra Camogli e Zoagli al Comando del Capitano Firmian Giovanni. La Compagnia partecipa il 27-28 Agosto 1944 al rastrellamento e battaglia di Allegrezze presso S. Stefano d'Aveto, dove viene ucciso nello scontro il Partigiano Solimano Silvio detto "Berto" di S. Margherita Ligure Medaglia d'Oro al V. M. 218 Torriglia i primi giorni di maggio 1945: Il Partigiano Aldo Gastaldi detto "Bisagno" Comandante della Divisione Garibaldina "Cichero" della VI Zona Operativa, nel festeggiare i primi giorni di Liberazione del nostro Paese si congeda con un gruppo di Partigiani, che assieme hanno combattuto contro i Nazifascisti nelle nostre montagne. 219 Il Partigiano Bisso Emanuele detto Manêu di Uscio detto "L'Armaiolo dei Partigiani" Anni 1950: Gino di Lumarzo; Bisso Emanuele; Schenone Aurelio (Reliu du Storia) di Lumarzo; Giuffra Luigi (Gino de Battagna) 220 Partigiani del Distaccamento “Alpino” alla fine di Aprile 1945 nella zona di Uscio, si nota il Partigiano Garaventa Bruno (Liscio) di Calcinara, e altri non meglio identificati. Partigiani di Uscio, presso la Trattoria di Cornua che festeggiano il 25 Aprile in ricordo della Liberazione. Si nota tra i presenti: Garaventa Bruno (Liscio) e Lagomarsino Silvio (Coniglio) ferito nella battaglia di Roccatagliata il 13-14 marzo 1945; Oliva Mario (Feûza); Bisso Salvatore (Tino); Bisso Pasqualino (Piffe); Ferro Piero (Lik). 221 Memorie dei Partigiani colpiti al Ponte di Rovegno il 24 Aprile 1945 Documento rilasciato dal C.L.N. Alla Famiglia del Comandante Partigiano Florio Renato. Rovegno aprile 1945: Sepoltura dei Partigiani caduti sul ponte di Isola di Rovegno 222 Scheda del C.L.N.A.I. del Comandante Partigiano Florio Renato detto “Napoli” 223 Momenti dei funerali dei Partigiani caduti sul Ponte di Isola di Rovegno il 24 Aprile 1945 Le Donne con le corone e fiori davanti alla chiesa di Rovegno La Santa Messa per i caduti Partigiani al Ponte di Isola di Rovegno 224 Rovegno il corteo funebre con le bare dei Partigiani sulla strada verso la Chiesa del Paese Fanteria della 92^ Divisione Buffalo durante un attacco contro i Nazifascisti nella Garfagnana; si nota i castagni che mancano dei rami piccoli, distrutti dalle raffiche di mitraglia e colpi di mortaio. 225 Memoria dei Partigiani Garaventa Giovanni e Massone GB di Garaventa Bruno Calcinara di Uscio Aprile 1945: Il mio ricordo che ho di Garaventa Giovanni detto “Castagna” Comandante della Brg. SAP Bedin e del Partigiano Massone Giobatta detto “Villa” di Pannesi di Lumarzo, risale alla metà di Aprile del 1945. Io con mia madre, Bacigalupo Carmela Emilia e un mio Fratello di latte Divano Gianni, quel giorno che non ricordo con precisione la data, ma circa era la metà del mese di Aprile 1945 ci trovavano di pomeriggio in località detta “Cian de Micchè” che rimane a Nord della frazione di Calcinara, nella zona difronte alla Madonna del Bosco e a Lainà di Pannesi. Eravamo in un terreno di mio padre, dove vi era stato seminato del grano per uso famiglia, e proprio il quel periodo mia Madre vi si era recata portando anche noi due bambini, per levare le erbe infestanti (Scerbà u gran) fra le piantine di grano, che proprio in quella stagione si sviluppano notevolmente. Era nel primo pomeriggio e ci trovavamo nella fascia più bassa del podere ad eseguire quanto sopra, e nel mentre eravamo affaccendati in quel lavoro, mia Madre vide arrivare due persone su un piccolo sentiero, che passava proprio sotto la fascia dove si lavorava, un piccolo sentiero che arrivava dalla Madonna del Bosco di Pannesi, attraversava Bosco Piccino, risaliva la Scaggia di Cian de Micché e raggiungeva la parte alta della Bastia e Costaferrena 132 arrivava sino a Colle Caprile, il sentiero era poco conosciuto, attraversava nel mezzo ai boschi ed era poco visibile. Mia Madre che era intenta nel suo lavoro, lo sospese per andare incontro alle due persone sopraggiunte che io non avevo mai viste prima, e notai che dei due che erano arrivati mia Madre ne conosceva bene uno, si salutarono molto affettuosamente, era quello che poi Lei disse a noi che era un nostro Parente, solo alla morte di questo nostro Parente, non molto tempo dopo, venni a sapere che quello era Garaventa Giovanni e l'altro era uno dei Massonetti133 che i due erano Partigiani. La cosa che mi aveva colpito della persona assieme a Giovanni, era il berretto la cui forma era rotonda senza visiera e in pelo di coniglio scuro, erano poche le persone che portavano questo tipo di berretto, tutti e due erano vestiti come normalmente lo sono i contadini, non avevo notato nulla di diverso. Mia Madre si mise a parlare con loro, ed in particolare più con Giovanni, mi ricordo che chiese a Lui della guerra, come era la situazione e quando sarebbe finita? I tre parlarono una decina di minuti, spostandosi nel frattempo sotto dei rami di alcuni alberi di castagno, mentre noi eravamo vicini a loro ma non sentivamo bene i loro discorsi. Quella era la prima e ultima volta che vidi il Giovanni. Dopo la Liberazione quando tutti noi venimmo a sapere che questo nostro Parente era stato ucciso il 27 Aprile presso la località Gione vicino a Calcinara, il dolore dei miei Genitori e fratelli fu grande, perché oltre che parenti con la Famiglia di Giovanni, vi era anche una salda amicizia con la di Lui Madre di nome Maria, la Sorella Rita e il Fratello Gildo. In quella occasione mia Madre ha esaurito la nostra morbosa curiosità, tra le lacrime ci aveva spiegato che il Partigiano caduto era quella persona che si era fermato a parlare con Lei quel giorno in Cian de Micché, e così Lei ci raccontò della conversazione avvenuta fra loro quel dì che si stava “scerbando il grano”. Lei quel giorno chiese ai due Partigiani informazioni sulla situazione della guerra, quando sarebbe finita, cosa stava sarebbe accaduto dopo? Le risposte che Lei ebbe dal Partigiano Giovanni furono le seguenti: Che ormai l'esercito Tedesco e i Fascisti erano in grosse difficoltà, che le truppe Alleate Americani e Inglesi, avevano occupato la Toscana e stavano per arrivare in Liguria, i Tedeschi ed i Fascisti avrebbero ripiegato verso Genova, ed anche nella nostra Zona, che se questi non si fossero 132Costaferrena era dove abitava il Garaventa Giovanni e la sua Famiglia. 133Modo in cui da noi si indicava questa Famiglia di Pannesi 226 arresi dopo brevi combattimenti, le Truppe Alleate avrebbero bombardato le postazioni “Locali” e colonne nemiche in movimento, che era pertanto necessario che anche noi ci organizzassimo a cercare un buon rifugio per mettersi in salvo da questo eventuale avvenimento. Il Giovanni spiegò a mia Madre altre cose sulla guerra, ma poi disse: Cara Milia134 vedrai che quando la guerra sarà finita saremo tutti più liberi, la gente sarà felice di stare assieme in un mondo più giusto, e con migliori condizioni di vita per tutti, con più uguaglianza, queste sono le parole che avevo sentito raccontare in quel triste giorno. Quel Partigiano era morto per questi grandi Ideali, che io ho sempre conservato nella mia memoria e che non erano morti con Lui, ma proprio da Lui e tanti Altri come Lui ci hanno lasciato da custodire, come un grande patrimonio sociale. Dopo molti anni che ebbi occasione di incontrare il Massone GB detto Villa, parlando di quell'incontro avvenuto nell'Aprile del 45 con Garaventa Giovanni in Cian de Micché, fu Lui che mi disse: Il Partigiano vicino a Giovanni era Lui “Villa” era quello col berretto di pelle di coniglio, che accompagnava il nostro Parente in missione, e si ricordava bene di noi e di mia Madre che Lui non conosceva bene, ma conosceva invece molto meglio mio Padre che erano anche amici. Quanto scritto e la verità di un grande episodio della mia vita, che mi ha dato la formazione del mio giovane pensiero di allora che non dimenticherò mai. (Garaventa Bruno) In memoria Si riporta una frase lasciata scritta dal Partigiano Aldo Valerio detto “Riccio”: Comandante della Brigata “Zelasco” Divisione Garibaldina “Coduri” VI Z.O. ….C'è un gran bisogno di testimonianze, ma sopratutto c'è un gran bisogno di fare conoscere fatti e uomini semplici ed oscuri che hanno fatto la storia Partigiana. Non sono i generali che vincono la guerra, ma spesso oscuri soldati, che la storia purtroppo è destinata, ciò in ogni epoca, a non conoscere. La Resistenza ha il dovere di capovolgere questa interpretazione retorica e patriottarda che finiva con il premiare gli “uomini gallonati”, e non dare agli eroi umili ed oscuri quello che loro spetta e si sono guadagnati sul campo di battaglia. Ringrazio tutte le Persone, che hanno collaborato per la realizzazione di questo libro, che riporta cronache e memorie degli eventi durante la “Lotta di Liberazione” 1943-45 nel nostro Territorio. Ringrazio tutti quelli mi hanno fornito foto, testimonianze, documenti e racconti dei loro ricordi di fatti realmente avvenuti. Testo di Garaventa Bruno - (Uscio – Genova) Cell. 3383465840) Mail - brunogaraventa@libero.it 134 Milia era il nome che veniva chiamata dalla Gente di Colle Caprile mia Madre (a Colle era nato anche Giovanni) 227 Famiglia sfollata dalla Riviera di Genovese a causa dei bombardamenti. Fanti della 92^ Divisione Buffalo in una riunione operativa. 228 Vecchio Dodge dell'Esercito USA Army, con motore a benzina di alto consumo, per convenienza furono trasformati a metano, i camion resero utili servigi nei nostri paesi. Monte Becco veduta del 1904 - La trattoria venne bruciata dei soldati Tedeschi nel 1944 229 Veduta di Sant'Alberto (Uberto) di Bargagli nel 1915 Gattorna (1915) e il ponte sul Lavagna (minato nel 1944-45 dai soldati Tedeschi). 230 Don Bobbio GB, Parroco di Valletti, arrestato il 30-12-44 durante un rastrellamento dei nazifascisti, al Comando del Capitano Malingher, viene portato a S. Maria del Taro, poi in carcere a Chiavari, dove la mattina del 3-1-45 fu condotto alla fucilazione. Don Giuseppe Oneto, Parroco di Pannesi e del Santuario della Madonna del Bosco, attivo Antifascista collabora con la SAP Bedin, viene nominato dalla DC nel CLN di Lumarzo, dove è eletto Segretario. Dopo la Liberazione, partecipa alla formazione della prima Giunta Comunale, ed alla nomina del primo Sindaco del Paese. Don Attilio Fontana detto Don Cichero e Parroco del Paese. Fu tra i primi a rendersi disponibile per l'aiuto agli ex prigionieri “Alleati” e sostenitore dei Partigiani. Arrestato nel marzo 1944 e imprigionato a Chiavari. Grazie all'intervento di Monsignor Amedeo Casabona, fu trasferito al giudizio del Tribunale Speciale di Parma, da dove riuscì a sfuggire alla Fucilazione. Fu Cappellano della Divisione Garibaldina Cichero VI Zona Operativa. Genova la Liberazione: Pietro Nenni; Enrico De Nicola; Il Sindaco Faralli. I Partigiani Serbandini Giovanni “Bini”; Zolesio Antonio “Umberto”; Fico Eraldo “Virgola” e altri. 231 232 233 Ringrazio La Famiglia di Florio Renato di Agerola, per la consegna di documentazione e foto , in ricordo del Partigiano “Napoli” Comandante della Brg. SAP “Bedin” la mia riconoscenza Alla gentilezza dell'Architetta Elisabetta Bergonzi, per il suo tenace interessamento nella ricerca della Famiglia Ughini e Bergonzi, Genitori del Partigiano “Bedin”; un ringraziamento ai Cugini del Partigiano “Bedin” per le foto fornite e a tutte le persone di Bettola, che hanno collaborato nella loro ricerca. Un ringraziamento particolare al Commissario della Provincia di Genova, Signor Piero Fossati, per la sua fattiva collaborazione e contributo alla realizzazione di questo libro, nel ricordo dei Caduti ed alla popolazione dei nostri Paesi, che con i suoi migliori figli, hanno partecipato alla lotta contro il nazifascismo, per la Libertà e la Democrazia. ( Bruno Garaventa) Si allega fra le copie seguenti, un documento del CLN, che comprova il rastrellamento dei tedeschi della Wehrmacht a Lumarzo, in data del 23-9-1944. Durante la battaglia contro i Partigiani, (dove cadde eroicamente Bedin) furono incendiate alcune cascine e case rurali 234 Copia di documenti originali: ILSREC di Genova 235 Il vice Comandante della Brigata SAP Bedin, Garaventa Giovanni detto Castagna, viene nominato Comandante della stessa dopo la morte del Comandante Florio Renato detto Napoli. 236 237 238 Lasciapassare del Comando SAP del Gorreto a “Piemonte” Lasciapassare del Comando Partigiano 3^ Divisione Ligure (Divisione Cichero) 239 Tessera con bollini per acquisto farina 240 Scheda di registrazione all'ingresso dei prigionieri, campo di “Prigionia 52“ di Calvari. Contabilità di Piemonte delle spese Partigiane 241 Indice Pag . P ag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag Pag. Pag. 01 02 03 04 05 06 09 09 13 14 15 15 16 17 18 19 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 20 20 20 22 23 25 26 26 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 30 31 33 34 35 36 Pag. 39 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 40 40 41 42 42 43 44 45 46 47 45 50 51 Memorie e cronaca della Liberazione 1943-45 Pannesi e Lumarzo. Lettura e organizzazione delle formazioni Partigiane e della Resistenza La prima formazione dei Volontari. Segue C/s e foto Formazione delle Brigate Partigiane in VI Zona dopo marzo 1944. Divisione Garibaldina ex 3^ Divisione Liguria Divisione Garibaldina "Coduri" Divisione Giustizia e Libertà G. Matteotti Dislocazione della Brigate Partigiane e SAP nel Golfo Paradiso, Uscio e Pannesi. Brigata di Montagna SAP "Bedin" (Pannesi) Brigata SAP Garaventa (Uscio) Brigata di Città 470 Poggi (Sori) Segue c/s e Foto di "Bisagno" "Gino" "Lesta" Bando del Comandante del Presidio Militare Tedesco. Storia e nascita della Brigata Garibaldina SAP di Montagna "Bedin" Promemoria sulla Brigata Peter di Scrivia. Foto del 26-4-45 Genova i Partigiani scortano i prigionieri tedeschi. Storie di singoli Patrioti e Partigiani riconducibili al Comune di Lumarzo. Cap. 01 Massone Emanuele detto "Piemonte" Cap. 02 Relazione di Piemonte al CLNR della Provincia di Genova. Pannesi 1946 - Foto Commemorazione Caduti Partigiani. Cap. 03 Mistero delle tre buste da lettera con indirizzi Polacchi. Cap. 04 Trascrizione di alcuni documenti di "Piemonte". Pannesi 1947- 48 Foto gruppo di popolazione del Paese. Cap. 05 Raccolta e sottoscrizione, da parte di Piemonte, per le Bande Partigiane della Divisione Cichero. (Segue conteggi) Cap. 06 Note su Massone Lorenzo e la Famiglia di Piemonte. Foto Funerali del Partigiano Massone Lorenzo. Foto: Lumarzo 25 aprile 1946 corteo in memoria ai caduti, e Pannesi 5 Strade. Foto Varie: Scrivia; Gruppo di Pannesi; Piemonte; Scolari Andrea. Foto Inaugurazione Cappelletta delle Cinque Strade di Pannesi. Arresto di Massone Lorenzo e memorie di Olcese Bruna e Schenone Antonia di Pannesi, con foto. La ritirata Nazifascista da Recco a Uscio e Pannesi: Memorie di Olcese Aurora ed il marito Olcese Paolo. Foto partecipanti al 5° congresso PCI a Roma 1945 Cenni sulla Famiglia Massone. Il Partigiano Massone Lorenzo. Fatti militari in Fontanabuona e a Lumarzo Cap. 01 La morte del Partigiano Ughini Oreste detto "Bedin". Cap. 02 Segue la memoria di un Partigiano presente al fatto e documenti vari. Segue documentazione su Bedin Segue documentazione Lumarzo c/s Relazione del comando Tedesco sulla situazione alta Fontanabuona. Cap. 03 Lumarzo storie e racconti delle persone del posto. Documenti vari sulla situazione militare inerenti alla zona di Lumarzo. Foto del Partigiano “Bedin” e Partigiani di Uscio, Pannesi e Genova a Bettola. Foto Inaugurazione a Stugge di Lumarzo del Cippo a “Bedin” e Partigiani caduti del 242 Pag. 52 Pag. Pag. 53 55 Pag. Pag. Pag. 57 57 58 Pag. Pag. Pag. 59 60 61 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 61 61 63 64 66 Pag. 67 Pag. 68 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 69 70 70 71 73 74 Pag. Pag. Pag. Pag. 74 75 75 76 Pag. 78 Pag. Pag. 80 83 Pag. Pag. 84 85 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 88 89 89 90 91 91 Comune di Bettola. Lumarzo: aggiornamenti e racconti da persone del Posto. Racconto di Crovetto Anna del Giorno 3/09/2012 Racconto di Corsiglia Eddi marito di Anna, segue) corteo a Lumarzo il 25-4-45 Racconto di Ferrera Renato della località "Piane di Lumarzo" Segue foto del Partigiano Faggio Onorato, Comandante del Distaccamento Lumarzo Brg. Bedin. Foto di Corsiglia Eddi e la moglie Crovetto Anna in casa a "Stugge" Commento sulla battaglia di Lumarzo. Racconto dell'ex Sapista del Distaccamento Lumarzo del SAP Bedindi Corsiglia Eddi marito di Anna (Segue) Racconto di Schenone Angelo di Pannesi, momenti della resa nazifascista. Foto del Comandante Zolesio a Genova con altri dirigenti della G.L. Trascrizioni di alcune comunicazioni fra i Comandi e Brigate, rigurdanti la Zona di Lumarzo. Lettera di Ognio II° a Umberto. Lettera di Murri a Umberto del 2-10-44 Trascrizioni di Documenti e manoscritti. Documenti di Renato II - seguono varie relazioni Informazioni di Ognio II a Umberto del 15-4-45. Foto del Comandante "Bisagno " e Don Luigi Canessa, Prete Partigiano. Foto di Garaventa Luciano e il Partigiano Cabona Tranquillo “Raffica” Brg. Berto. Segue parte di una lettera di Ognio II° e la cartina eseguita a mano della dislocazione Tedesca a Lumarzo. Foto Jeep del 760 Reggimento USA a Sestri Levante il 25/4/45 Genova 28/4/45 Prigionieri Tedeschi in Colonna verso i campi di raccolta. Segue lettera di Ognio II° e di Carlo a Umberto. Foto Partigiani G.L. G. Matteotti a San Marco d'Urri. Disposizioni e ordini negli ultimi giorni di guerra fra i Comandi e le Brigate. Seguono disposizioni dei vari Comandi. Note di GB e foto Piemonte alla commemorazione dei Partigiani alle 5 Strade. Arrivo della 92^ Divisione Buffalo e la ritirata delle truppe Tedesche e della RSI dalla Riviera di Levante Ligure. Cap. 01 Cronaca della 92^ Divisione Buffalo nella Riviera di Levante, segue foto. Cap. 02 Premessa di G.B. Cap. 03 Memoria del Sottotenente Guasti Gianmaria. Cap. 04 Memorie dal di Mario Bertelloni e Federico canale "Chiavari 43-45 una cronaca" Cap. 05 Relazione del 28/4/1945 scontri a Rapallo contro i Tedeschi del 23/24/25 Aprile, segue foto su Rapallo. Cap. 06 Memorie di un Bersagliere della Monterosa. Foto Medium Tank Sherman M4 A3 - 76 mm e autocarri USA nel fiume in Fontanabuona. Partigiani; il Comandante “Saetta” e Partigiani della Brigata Longhi. Foto Mezzi militari USA Army Foto - Sherman M4 A3 colpito a S. Lorenzo della Costa, seguono foto relative alla battaglia del 26-4-45 Relazione del CLN di Camogli degli eventi bellici fra - CLN e truppe Nazifasciste. Cronaca ed eventi militari in zona: Nervi, Pieve L. - Bogliasco, e Mulinetii. Relazione di Guidi Messaggio di Guidi a Umberto Messaggi al Comando militare del CLN Comunicati vari al Comando della IX brigata G.L. 243 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 91 92 92 93 95 96 97 Seguono altre comunicazioni. La morte del Partigiano Massa Enrico a Terrile di Uscio. Elenco Partigiani della IX Brigata G.L. Relazione del Comandante del Distaccamento Misto della VI Zona (Anselmi Tullio). Nota allegata alla relazione (di Anselmi Tullio). Foto Generale Almond della 92^ Divisione Buffalo, segue altre foto Ritirata dalla Fontanabuona del Tenente Cristiani della Monterosa. Foto Alpini della Monterosa a S. Colombano Certenoli 98 Cronaca degli ultimi giorni di guerra della Brigata SAP Bedin. Cap. 01 Cronaca e Partigiani Caduti al Ponte di Isola di Rovegno. 98-9 Cap. 02 Ruolo della SAP Bedin e dei suoi Distaccamenti. 100 Cap. 03 Dislocazione delle Formazioni Partigiane e truppe Nazifasciste, 102 Cap. 04 I giorni 26 e 27 aprile giunsero a Bargagli e a S.Alberto oltre la Brigata della G.L. G. Matteotti vi erano altri Distaccamenti della Brigata Berto 102-3 Storie ed eventi riconducibili alla Zona di Pannesi e Lumarzo. 103 Note di G.B. 104 Foto del Partigiano "Berto" e "Bini" Arresto del Partigiano Bianco Aldo di Mulinetti detto "Mulinetti" 104-5 Rastrellamento della Monterosa e Tedeschi a Pannesi del 27/08/44 105 Scontro a Pannesi fra Partigiani e Militari Tedeschi. 105 Note di GB sugli episodi citati. 105 Breve storia della Famiglia Funari di Camogli ma sfollata a Pannesi. 108-9 Segue poesia di Funari: "A Pannesi il 27 Agosto 1944" e foto 111 Memoria di G.B. di Uscio in ricordo di Don Oneto di Pannesi. 112 Testimonianze e ricordi da persone della Zona. Memorie di Giorgio Massone: La minestra. Tentativo di colpire il Comando Partigiano di Pannesi attraverso una spia. 113 Infiltrazione di spie e documenti vari dei Comandi Partigiani. Cap. 01 Informazioni del S.I.P. Du fatti di Spionaggio Cap. 02 Elenco di alcuni casi. 114 Cap. 03 Lettera dove si denuncia la scarsa prudenza di alcuni Partigiani della Brg. Giustizia e Libertà. 114 Testimonianze del Partigiano Lagomarsino Ugo detto "Roa" nato a Pannesi. 115 Florio Renato Comandante della Brigata SAP Bedin. 116 Memoria su Garaventa Giovanni "Castagna" (Testimonianza del fratello Gildo). 117 Memoria di Massone Giorgio e "Villa" 117 Ferriere: Storie racconti da persone del posto. Testimonianza di Lercari Giovanni. Bisagno, attacco alla caserma delle GNR di Ferriere 118 La morte di Decio Guido 119 Rastrellamento del 19/11/44 Uscio, Tribogna, Ferriere. Arrivo del 442° Reggimento della 92^ Divisione Buffalo USA Army. 120 Memorie di Schenone Aldo nato a Lumarzo. 120 Liberazione e funzione del CLN della Liguria. 121 Formazione del CLN - Lumarzo dopo il 27 Aprile 1945 121 Storia e funzionalità del CLN di Lumarzo segue: 112 Segue documentazione e attività CLN e Vari 128 Copia dell'originale di autorizzazione a Massone Erminio di ritirare i cavalli. 128 Racconti e memorie su fatti ed episodi della Resistenza, legati a Pannesi di Lumarzo "Badoglin e Villa" 132 Qualifiche Gerarchiche Partigiane riconosciute dalla Commissione Ligure della Brg. 244 SAP di Montagna "BEDIN" VI Zona Operativa. Pag. 133 Dati di Partigiani e loro attività Politica e militare della Brg. SAP di Montagna "BEDIN" Pag. 138 Elenco Partigiani e Patrioti SAP - BEDIN (ANPI) Pag. 139 Caduti a causa di Guerra SAP - BEDIN Pag. 140 Formazione della Brigata Bedin SAP di Montagna della VI Zona: Distaccamento "SERA" (o anche Serra?) Pag. 141 Distaccamento "BARGAGLI" della SAP - BEDIN Pag. 141 Distaccamento "LUMARZO" della SAP - BEDIN Pag. 142 Sapisti inquadrati durante l'insurrezione. Pag. 142 Florio Renato detto “Napoli” Comandante della Brigata SAP di Montagna “Bedin” Pag. 144 Partigiani caduti il 24/04/1945 presso il Ponte di Rovegno e Foto di Florio Renato. Pag. 145 Manifesto per il funerale e di condoglianze per la Morte del Comandante “Napoli” Pag. 147 Foto del Funerale al Comandante Florio Renato “Napoli” di Parenti e Popolazione. Pag. 148 Foto del Comandante Paolo Castagnino “Saetta” e il Comandante “Bisagno” Pag. 149 Foto: Altare della Cappelletta 5 Strade di Pannesi e inaugurazione della stessa. Pag. 150 Foto: Garaventa Giovanni "Castagna" e Funerale a Uscio Pag. 151 Foto: Funerale "Castagna" Pag. 152 Foto: Funerale "Castagna" - Veduta di Colle Caprile come era durante la guerra. Pag. 153 Foto; Pannesi; Fanti della 92^ Divisione Buffalo. Foto di Garaventa Luciano. Pag. 154 2 Giugno 1978 intervento del Comandante Partigiano Scrivia alle Gione di Pannesi. Pag. 158 Foto: Gione 2 Giugno 1960 Uberto Terracini. Pag. 159 Racconto di Garaventa Angelo Elio di Colle Caprile (Uscio). Pag. 160 Ordine del Giorno 24 Aprile 1944 (II^ Brg. G.L. G. Matteotti) Foto: Ritirata Tedesca a Genova 25/4/45 Pag. 161-2 Foto: Piemonte, Partigiani e vari e Comando Militare e Osteria di Cornua. Pag 163 Foto: Il Comandante "Carlo" ai giovani. Pag. 164 Cronaca militare nella Zona di Lumarzo e Fontanbuona. (Segue fino pag. 165) Pag. 178 Storia della bandiera Tedesca consegnata dagli stessi a Piemonte il 27/04/1945. Saluti a Piemonte da "Carlo" Pag. 179 Dizionario dei Nomi - (Segue sino a pag. 186) Pag. 199 Foto del Presidente e Partigiano On. Pertini a Milano 1945; Partigiani della G.L. G. Matteotti che festeggiano a Cicagna la “Liberazione” Pag. 200 Sigle ed abbreviazioni. Pag. 201 Un pezzo di storia dei Reggimenti 473° e 442° della 92^ Divisione Buffalo in Zona. Pag. 204 Marcia su Torino Pag 205 Foto - La "Resa dei Tedeschi" - La popolazione è felice saluta gli Alleati. Pag. 206 Cartina del percorso della 92^ Divisione Buffalo negli ultimi giorni di guerra. Pag. 207 Testimonianza della Signora Carmen sulla battaglia di San Lorenzo della Costa idel 26/4/45 Pag. 208-9 Lettera di denuncia del Parroco di Tasso, nota di G.B. e appunti. Pag. 209 Note di G.B. - Conclusioni e commento di G.B. Pag. 210 Foto dei Partigiani della Brg. SAP Bedin alla Madonna del Bosco consegna diplomi da Partigiano. Bandiera dell'ANPI di Pannesi. Pag. 211 Foto: Paletta tedesca, bossoli del cannoncino 47/32–75/13 e mitragliatore Sten Mk II Pag. 212 S. Stefano d'Aveto 1994, lancio Alleato ai Partigiani; Colonna della Fanteria della 92^ Divisione Buffalo in marcia nell'entroterra Riviera di Levante Ligure. Pag. 213 Foto dei Partigiani Garaventa Agostino (Franco) e Ponta Giovanni (Gianni) . Copia della lettera di Bisagno a Umberto. Pag. 214 Foto Partigiani della Brg. Caio a S. Stefano d'Aveto; Distacc. Kappa alla Forcella. 245 Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. PagPag. Pag. Pag. Pag. Pag. 215 216 217 218 219 Foto Partigiani brg. Berto e il monte della Tecosa, Partigiani con Tigre e Riccio. Foto della Trattoria di Cornua e del Partigiano “Roa” e Sapista “Scarpin” di Uscio. Foto di Barbagelata; Partigiani di Uscio: Romeo Milani e il padre Romano Emilio. Foto Cariaggi del Battaglione Bassano della Monterosa Foto Terrarossa 1945 Bersaglieri della Div. Monterosa, Gruppo Esplorante Cadelo. Foto Torriglia "Bisagno" festeggia la Liberazione con i suoi Partigiani. 220 Foto Il Partigiano Bisso Emanuele e lo stesso con Amici di Lumarzo. 221 Partigiani del Distaccamento Alpino; Partigiani di Uscio alla Tratttoria di Cornua. 222 Foto Memorie dei Partigiani caduti il 24-4-45 al Ponte di Isola di Rovegno e loro funerali. 223 Sceda del CLN AI del Comandante Florio Renato. 224-25 Segue Funerali a Rovegno. Attacco Fanteria 92^ Divisione Buffalo al nemico. 226 Memoria dei Partigiani Garaventa Giovanni e Massone GB di Garaventa Bruno. 227 Si riporta una frase scritta dal comandante partigiano Aldo Valerio detto “Riccio”. 228 Foto Disagi dei sfollati; Fanti della 92^ Divisione Buffalo in una riunione. 229 Foto autocarro Dodge; Trattoria di monte Becco. 230 Foto Veduta di S. Umberto 1915; Gattorna 1915, la chiesa vecchia. 231 foto di Parroci facenti parte della Resistenza. Genova festeggia la Liberazione. 232-33 Foto dei Partigiani e Patrioti della Brg. SAP Bedin, e loro Caduti. 234 Manifesto in commemorazione ad Agerola del 25 Aprile in ricordo del Camandante “Napoli” Florio Renato. Lapide a Stugge di Lumarzo, in ricordo della morte del Partigiano Ughini Oreste detto “Bedin”. Segue Ringraziamenti. 235 Copia di documenti originali: ILSREC di Genova 242 Indice Gli ultimi giorni? La ritirata e resa nazifascista. Testo di Bruno Garaventa - (Uscio – Genova) Cell. 3383465840) Mail - brunogaraventa@libero.it 246