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Rasseglta bibliografica
Anticlìità classica
a cura di
LUCIO BERTELLI
Arte e cottimi?2ìcaziotle net motlào antico. Gfl;d sfor;m e crirfca. a cura di E.
A. Have]ock e P. ]lershbell, RomaBari, Laterza, 1981, p. 242.
J.
Con l'intensificarsi delle ricerche sulle
tecniche della comunicazione si è aperto in
questi ultimi anni un ampio e proficuo
dibattito clic ha coinvolto anche esperti
dei diversi settori del sapere umanistico. È
parso evidente che i problemi messi in
luce da questa particolare indagine potreb-
bero ricevere una soluzione soddisfacente
qualora si indirizznsse la ricerca in senso
diacronico e in particolare si studiassero le
modalità della comunicazione nella civiltà
greca e in quella romana. A tale proposito
i] (bnvegno tenutosi ad Urbino da] 21 a]
25 luglio 1980 su « Oralità: cultura, lette-
ratura. discorso» ha dato indicazioni utili
per i] progresso delle conoscenze in questo
campo. Nella stessa prospettiva si inserisce
il volume miscellanea, pubblicato a New
York ne] ]978 e tradotto ora in italiano
da E. Cin8ano per la collana « Universale
1.,ater.za ». Comnitlnication 7b'!s in tbe /bc;e / lr''or/Z, che si apre con un saggio di
E. A. JJavclock sull'a//a&cffzzszfome df Omero. L'A. mette in evidenza come l'affidamento alla scrittura dei noemi omerici.
considerati una sorta di enciclopedia del
comportamentoper i fred, abbia costitui-
to un'intrusione nella storia della cultura.
permettendo che si creasse uno iato, presente anche nella cultura contemporanea,
[ra modo orale e modo scritto di espressione, di esperienza, di vita. È indubbio,
anche se ciò non è reso esplicito dall'A.,
che a questa operazione e, più in generale,
all'affermazione della scrittura quale veicolo predominante della cultura, si agcom
pagnarono mutamenti d'ordine istituzionale
e sociale. come }ìa n-lesso in risalto rcccn
demente 1). Lanza (Lf#gùa e discorso nell'A/ene de/le pro/essfoni, Naooli, 1979).
Connesso al precedente è il contributo
di Russo (Cola con/a fca Omero, e i#
cbe modo?:Il. perso omerico come messaggio e come strumento di comiinìcazìoneÌ
L'A., notando che i poemi epici sono in
definitiva « un linguaggio, concepito in una combinazione di richieste storiche, socia[i, linguistiche, socio]inguistiche ad esso
rivolte », ne studia il tratto più distintivo,
il verso, ponendo in evidenza come esso
funzionasse quale strumento atto a comu
nicare una visione della realtà in una società che nell'epica vedeva rispecchiato se
stessa e il mondo circostante. Tematicamente collegato con i precedenti lavori, lo
stimolante è pet certi aspetti provocatorio
J.
di K: Robb sullâ or;g;m; poe/;cBe
dc/r'a//s&e/o greco, nell'individuare le con
articolo
(lezioni clic tesero lnssihilc la nascita dell'alfabeto greco e il modo in cuì esso fu
creato. mette in discussione ]a diffusa contenzione che i Greci presero l'aìfabcto dai
Fenici a] fine di registrare ]e transizioni
commerciali. Un attento esame delle più
antiche iscrizioni palesa invece che esso
venne usato per documentare fatti di carattere privato; ciò dimostrerebbe dìc i
Greci mutuarono dai Fenici una scrittura
ma la adeguarono aUa particolare esigenìza
di fissare su materiale durevole la poesia;
RA S SEGNA BIBLIOGRAFICA
438
fu creato così il primo alfabeto completo
del mondo
#
$
Particolarmente sentito nell'ambito delle
ricerche sulle tecniche della cointinicazione
è il tema della propaganda, le cui arigini
sono comunemente associate alla Riforma c
aJ]'intento del Collegio Vaticano di difen.
dere ]a fede daÌ[e eresie sviluppatesi ne]
sec. XVII. Il Gordon con il suo contributo
(Aris/o/e/e prop ga d;sf p/odfrflo) rettifica
tale opinione c, alla ricerca delle testimonianze sull'uso della propaganda nella civiltà greca, ne individua ]e basi teoriche
nella dottrina aristotc'bca(Ifil'cntitncma
Argoincnti piu SJX'(-ifìci Farlo afTtolttati (]a
F. D- lìnrvcy (l Greci e f Ro/?/ nf i/ /)ara'70 a icr;L'frf), che esamina attraverso le
fonti letterarie i mctcKÌI aprii(ati ad Atene
e a Roma per insegnare a scrivere, e da J
P. ITershbell (l/ /f/eggs/a dfgri /?/;cbf
rJr"'ero gr/err ed s//aber;s/z/o), clic indirizza la ricerca still'impiego dcl telegrafo e
sul legame tra i tentativi di un stia perfezionamento e la diffusione dell'alfabetismo.
penetrando più a fondo il rapporto tra
tecnologia e società. Sul ruolo dell'arte
visiva nella comunicazione sono concentrati
gli studi di Christine M. liavelock (l,'ar/e
come sistema ai comunìcazìotte }2etta Gre
cfa an/ica) e di Eva Keuls (l.a re/or/ca e f
sussidi tlisìui ilt Grecia e a RatnaÌ.
Chiude il volume il pregevole sage;o di
B. Gentili e di G. Cerri sulla co///zv ;ca-
zione scritta e comunicazione orale net
pf s;ero i/Offogra/ica def Greg;. Gli autori,
dopo: aver descritto ]e conseguenze della
difìu:ione della scrittura sulla' storiogra6ìa,
delineano ]e caratteristiche dei due indirizzi prevalenti, quello espressionistico, con le
sue implicite esigenze d'ordine psicologico,
etnologico, sociologico, e quello pragmati-
co, teso a perseguire un metodo analitico e
razionale. La contrapposizione, operativa
più stil p;ano delle intenzioni programmatica)e c]ìe su quc]]o dei procec]ilncnti lette
rari, contrasseÈnò i due diversi usi della
storia che miravano entrambi, sia pure in
maniera e a livelli diversi, alla preparazic»
ne dell'uomo politico.
G[i autori(]e] volume, esplorando i pri)mordi de]]'a]fabetismo ed esaminando ]e
conscgtlcnze di tale pratica in Grecia e a
Roma, sulla scorta anche delle prospettive
occupano di storia dell'arte, di storia de!
]'educazione. di storia della scrittura. di
]etteratura, di antropologia e di retorica.
G. Tedeschi
b4usn D..
l,'eco/io//?f6 f# Grecia
Roma Bari, Laterza, 1981,
pp. 185.
Nella serie «Il mondo degli antichi»,
diretta da G. Clemente e da A. Giardina.
c alll)arso l'c(cntclnc'ntc il voìtlnìc (lcl blltlsti. cl)e. atttavcrso tin (li\colse articolato
(liacronicamcnte da] periodo m;cuneo a
quello ellenistico-ronìaiìo,tcrìde a riaiìimare
il (}lhlttlto still'cfotìolnia 13rcca. l,'A. pone
al centro dell'ind:ìgine l'analisi dcl funzic»
naììì(.nto (lcl l)roccsso c(,orìoinico ncl stao
aspetto (lii)arn[co, rilcvan(lone ] ]ncccanismi
sotto [a spc(i6ìca lìrospcttix?a (]c] ialìport0
tra il hom(nto della tc's8uHzzRzlooc e
q\)e]]o de]]o scambio. Con }'a(lozione di
questa chiave di lettura i] À{. intende
superare alctlne aporie e sciogliere rigide
a[iernative l.rispettate da]]a ]etieratufa su]
]'argonìctìto cile finora })a proposto due
interpretazioni antitetiche tra loro, recon
dticibili, sia pure con sfumature, alla teoria
modcrnistica e
a quella primitivìstica
Le riflessioni sui resti degli antica pa-
lazzi, l'esegesi delle tavolette in Lineare B,
l'indagine sulle relazioni intercorrenti tra i
centri micenei e i territori che ne dipendevano permettono a]]'A. di ricostruire ]a
struttura socio-politica di quell'età, caratterizzata da una (orte centralizzazione nel
quadro di un'economia essenzialmente agraria, basata su una forza-lavoro di perse
nale dipendente, affiancata da una atti\ità
artigianale altamente specializzata, atta a
produrre beni che erano in parte tesaurizzati e in parte immessi sui tnercati. Tale
rappresentazione, avverte il M., non è esaustiva in quanto non è pcìssibiJe clcfinire
nei particolari i rapporti di produz;one, la
condizione (]c]]a base produttiva, i] modo e
['entità dc]]a servitù, ]'emergere dc]]a pref
prietà privati. No1ìostante i limiti oggettivi. cÌovuti a]]a carenza (lella d(x.umentazionc in nastro l,ossesso, tale descrizione ap
pare iiìdisl)cnsabile come premessa alla sto-
dalla semiotica e dall'antropologia, ortona
ria socio-economicaper riconoscere la persistenza di certe strutture. l'aqievolirsi o il
nomeno ne] mondo antico. mostrando ]e
implicazioni che questo tipo di indagini
hanno per il dibattito contemporaneo, ma
anche materiale interessante per quanti si
archeologici ci mostrano per i secc. VILI e
Vll un 'mondo diverso da quello miceneo
indicate dalla psicologia della pet(-fazione,
non solo un'articolata panoramica del fe
di alcuni tratti, l'ernergcrne di
nuovi nei periodi successivi(p. Il)
declinare
Le testimonianze letterarie e i
reperti