RE GGlo
XXXVI. 1, gen.-mar. 2014
ᆴャイ`oセF@
142
trimestrale di storia arte e cultura fondato da Gino Badini
direttore Fabio Cocconcelli
IN COPERTINA. Capitello ionico e trabeazione di una lesena
del secondo ordine della Basilica della Ghiara.
Foto di Giuseppe Cocconcellì.
Ci ha lasciati Luciano Serra
Fabio Cocconcelli
2
Va/do Magnani
Un uomo del Novecento
L'uscita dal PCI, i contrasti,
la Cooperazione
Antonio Petrucci
3
La Reggio della Uberazione 11
ne L'orologio di Carlo Levi
Luoghi reali, ma pervasi
da un'atmosfera sognante
e festosa
Angela Pietranera
15
Nuove notizie sulla pala
di Camillo Procaccini
per la chiesa di S. Vitale
(poi S. Girolamo)
Il quadro è oggi alla
Galleria Estense di Modena
Alberto Cadoppi
25
La Battaglia
dell'anno 1092
Sedignano è collocato su una
posizione strategica importante
Luigi Chiapponi
La Rocca di Minozzo
Recuperi e valorizzazioni
Giuliano Corsi
36
Il Convegno della Lega
41
Lombarda del
14 dicembre 1168
La Società Lombarda costringe
i reggiani ad accettare
condizioni onerose
Giovanni Santelli
l ricoveri antiaerei - VI
Il dominio dell'aria
Saverio Maccagnani
48
Segna/azioni d'arte
Paolo Luosi
51
Momenti di vita coloniale
53
in Somalia - IXGiovanna Borziani Bondavalli
Rubriche
La scrittrice lvanna Rossi
(Rosanna Luisa Rossi)
24
Il pittore Marco Petacchi
(Adriana Toffanetti)
40
Dialetto reggiano:
igiene trascurata,
poca pulizia del corpo,
sozzure materiali e morali
(Giuliano Bagnoli}
31
La memoria del futuro
(red)
47
Libri e Reggianità
(gar)
56
Cot.fTATO SCENTACO cャセ@
Componenti: FabriZio Anceschi, Giuliano Bagnolt, Elisabetta Benassi. Glauco
Bertollnl, Anna Soni, Franco Bo!Mclni. LU19I Botettlnl, Federico Bragha, Alberto
Cadoppt. GIUliano Cervi, EugeniO Chlessi, Fabio Cocconcelll, Cesare Corrac:fllll.
D!Mde Dazzi, Alberto Ferrabosct'M, Aurelia Fresta, Alessandro Gaspan, Francesco
Jacìnto, Donatela Jager Bedogn•. Carta Lasagna, Rossana Meni, Massrno Pìrondill,
Clementina Santi. Arnaldo Tlncani, GÌCJ(gio Vezzani, Giuseppe A Rossi e Angela
Chiapponi (segr. red.)
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sommario
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carattere sdentifìco, rispecchlano soltanto npensiero degli euton.
Il fascicolo n. 143 verrà distribuito il 30 giugno 2014
Il Convegno della
. Lega Lombarda
del 14 dicembre 1168
DI GIOVANNI 8ANTELLI
La Società Lombarda costringe i reggiani ad accettare
condizioni onerose vale a dire di non molestare nei loro diritti,
che godevano già da una trentina d'anni., gli abitanti di
Cavriago che possedevano terre nell'episcopato di Reggio.
Il convegno
Il primo a darne notizia è
stato Tiraboschi che l'aveva localizzato a Brescello,
nei pressi della chiesa di
S. Giovanni. Fu una riunione di notevole importanza, non tanto per le
deliberazioni prese, quanto per il numero e, soprattutto, il peso politico delle
persone che vi parteciparono. Vi presero parte, infatti, i consoli di sei
città (Milano, Cremona,
Piacenza, Parma, Reggio
e Modena) e Albericone,
l'autorevole vescovo di
Reggio (1163-1187), oltre
a nobili, giudici, cancellieri e un gran numero di
altre persone: La singolare importanza dell'avvenimento risulta evidente
se si tiene presente che al
celeberrimo convegno di
Pontida, tenutosi l'anno
precedente, avevano partecipato i consoli di cinque città.
Fungeva
da
paciere il console cremonese
Albertone, a ciò delegato dalle diciannove città
della Lega, che si avvaleva, per concordiam,
di Gherardo Fabbro,
anch'egli
console
di
Cremona, e di Gerardo (o
Gerardino) de Arditi, console di Piacenza. Fu ordinato ai reggiani di non
molestare nei loro diritti,
che godevano già da una
trentina d'anni, gli abitanti di Cavriago che possedevano terre nell'episcopato di Reggio. Essi
potevano abitare a Reggio
e andare e tornare liberamente, conservando la facoltà di lavorare e avere
l'uso della propria terra.
Agli abitanti di Cavriago
restava solo l'obbligo di
scavare le fosse della città
di Reggio.
La riunione non fu scevra di contrasti, soprattutto da parte dei reggiani; al vescovo di Reggio,
che protestava per il tenore delle disposizioni,
41
Il giuramento di Pontida
(Giuseppe Diotti, 1836)
[...] Albertone, davanti a
tutti, disse francamente che
faceva queste prescrizioni
per la concordia delle diciannove città della Società
Lombarda che gli avevano
affidato e dato la potestà di
fare, alla presenza dei consoli di Parma e di Reggio, ma i
Reggiani non erano d'accordo con queste parole.
Furono poi disposti
obblighi reciproci per
il mantenimento della
Uatto fu rogato da Giopace fra Parma, Reggio e vanni Calandrino, notaio
Modena,
palatino e del vescovo di
Parma.
E oltre a ciò, Albertone
diede diversi ammaestramenti ai Reggiani, ai Parmigiani e ai Modenesi, affinché
si mantenessero in pace fra
di loro e si a iutassero reciprocamente in caso di necessità [...)
Fu dunque una giornata di ampi e fruttuosi colloqui diplomatici, miranti
non solo ad appianare le
divergenze esistenti, ma
anche, e soprattutto, ad
amalgamru·e le diverse
componenti di quella Società Lombarda, passata
poi alla storia come Lega
Lombarda, che si poneva l'ambizioso obiettivo
di rendersi indipendente
dall'Imperatore.
42
La chiesa
di S. Giov anni
Come ho accennato, il
Tiraboschi ha localizzato
il convegno a Brescello,
vicino alla chiesa di S.
Giovanni, ma ciò, pur se
apparentemente corretto,
non è verosimile.
Già lo storico Anselmo
Mori annotava che, a Brescello, una chiesa dedicata a S. Giovanni non è
altrimenti nota. La chiesa di S. Giovanni, infatti,
non è citata nell'atto di
donazione della contessa
Matilde di Canossa, rogato il 12 novembre 1099
nel castello di Brescello
da Giovanni, giudice del
sacro palazzo. n documento rendeva il convento di Brescello, dopo la
morte di Matilde, libero
da ogni potestà e soggetto
solo alla Santa Sede, assieme a tutti i suoi beni,
elendettagliatamente
cati, fossero essi castelli,
poderi, chiese, porti, mercati, diritti di riscuotere
i dazi, ecc., e che erano
spru·si in un'ampia zona
fra Emilia, Lombardia e
Veneto.
La chiesa di S. Giovanni non figura, nemmeno,
n egli atti che, ripetutamente, hanno confermato
la donazione matildica, e
in particolare i privilegi
di papa Innocenzo II del
1133 [18 luglio] e del 14
aprile 1141, il privilegio
di Anastasio IV del 1153
e quello del 6 novembre
1169 emanato a Benevento da papa Alessandro III;
non figura neppure nella
bolla, emanata a Carpi
nel 1107 da papa Pasquale II e ritenuta apocrifa
dall'Affò e da altri storici,
ma citata, tuttavia, nei
documenti pontifici successivi.
Particolarmente significativo anche il fatto che,
a differenza delle chiese
brescellesi di Santa Maria e di San Genesio che
vi figuravano (solo come
mera pretesa del vescovo
di Parma, perché Brescello dipendeva esclusivamente dalla Santa Sede),
la chiesa di S. Giovanni non era compresa fra
quelle che nel 1161 erano incluse nel vicariato
di Poviglio. Né prima né
dopo, tuttavia, risulta la
ben che minima traccia di
una chiesa dedicata a S.
Giovanni, ubicata in territorio brescellese.
A quei tempi, poi, a Brescello esisteva un importante e famoso monastero
benedettino, fondato da
Adalberto Atto di Canossa nel 968 circa e dedicato alla SS. Trinità, a
S. Michele Arcangelo, ai
Ss. Pietro e Paolo e a S.
Genesio confessore. Quin-
di, se l'incontro fosse effettivamente avvenuto a
Brescello, sarebbe logico
attenderselo nella chiesa
abbaziale, così come, secondo la tradizione, era
stato fatto l'anno precedente a Pontida.
C'è poi da considerare
che il console Albertone, che era stato delegato dalle diciannove città
della Lega a dirimere le
vertenze, era cremonese.
indubbiamente
Questo
rende probabile che il luogo scelto per l'a1·bitrato
fosse compreso nel comune di Cremona. Brescello,
viceversa, a quei tempi
faceva parte del comune
di Parma, che era una
delle parti in causa, e ciò,
ovviamente, rende ancor
meno probabile che possa
essere stato sede dell'incontro, perché sarebbe venuto a mancare il requisito, fondamentale, della
neutralità del territorio.
A un paio di chilometri
dalla piazza di Brescello, tuttavia, a quei tempi una chiesa dedicata a
S. Giovanni Battista in
effetti esisteva, ma era
sulla sponda opposta del
Po, a Portiolo di Viadana, e sorgeva proprio di
fronte a Brescello, là dove
adesso scorre l'acqua del
Po. Secondo don Tinelli
San Genesio uescouo di
Brescello (statua lignea
policroma del Xlii sec.
Brescello, Museo parrocchiale)
questa chiesa sarebbe documentata già a decorrere dal 491 e, comunque,
era certamente esistente
nel1100, sulla base di diversi sinodi della diocesi
di Cremona. È del medesimo parere anche il Farazzi: egli attesta che la
chiesa di San Giovanni
Battista di Portiolo «era
43
Brescello e Viadana in una
mappa del 26 ョセ。ァゥッ@
1753
(particolare, riproduzione del
1848- Brescello, Collezione
Tinelli)
A'
suffraganea dell'Arcipretura del Castello [S. Maria in Castello a Viadana], come si ha dalla Pergamena Faveri del1147».
Portio lo
Come si desume dal suo
stesso nome, Portiolo era
un porto sul Po. Detto
anche Borgo Po, era situato vicino a Viadana,
in golena, fra il convento
di S. Nicola e l'antica parrocchia di S. Martino.
Benché fosse il porto di
Viadana, in sponda sinistra, era talmente vicino
a Brescello, sulla sponda
opposta, che il prevosto di
S. Martino, don Giuseppe
Scaini, nel 1671 annotò
nei registri parrocchiali
che chi parlava sulla riva
del Po poteva essere udito
dai brescellesi.
Viadana faceva parte
della diocesi e del comune
di Cremona e perciò Portiolo, essendo territorio
cremonese, il più vicino
alle città, i cui r eciproci
イ。ーセエゥ@
necessitavano di
un miglioramento, aveva
44
W tiJIJI .l ',/
CJURJS.DilJOSt DI
viajNセ@
tutte le carte in regola per
ospitare l'incontro della
Lega.
anche
che,
Logico
nell'atto notarile con cui
fu verbalizzato il convegno, sia stato utilizzato
Brescello e non Portiolo per identificare il sito
dell'incontro:
Brescello
era già allora un apprestamento militare di una
certa importanza, la cui
ubicazione era nota a
molti, mentre Portiolo era
conosciuto, probabilmente, solo localmente.
Così come Brescello in
riva destra, Portiolo, in
quella sinistra, era collocato, in quel tempo, ai
confini di quattro territori (Cremona, Mantova,
Reggio e Parma). Di conseguenza era una località
particolarmente adatta a
riunioni che coinvolgessero più stati, sia perché
facilmente raggiungibile
per via fluviale essendo
abbastanza vicina alle
città interessate, sia per
la presenza della chiesa,
che garantiva la necessa-
Borgo Sopra.
La chiesetta di San Leonardo
ria neutralità. E in effetti quella in esame non fu
l'unica convenzione stipulata a Portiolo, dato che
Parazzi ne indicava una
seconda:
L'anno 1294 insorsero gravi contese tra i Parmigiani
e i Cremonesi riguardo alle
gabelle, che le navi mercantili dovevano pagare per il
transito del Po. A richiesta
dei Cremonesi, alcuni parlamental;, con due Padri
Predicatori, a nome del Comune di Parma, vennero a
Brescello indi a Portiolo per
trattare della questione. Fu
deliberato in a ppresso dal
Consiglio di Cremona, che le
navi parmigiane potessero
liberamente transitare fino a
Cxemona, a condizione avessero pagato il dazio al ponte
di Dosolo.
Portiolo e la sua chiesa
non esistono più da molti secoli. Nell'autunno del
1595 la terribile piena del
grande fiume distrusse
ben 50 case, affogò numerose persone e moltissimo
bestiame, causando danni per oltre 50mila scudi
d'oro. Sempre minacciati
dalle piene, ch e non erano
contenute dall'argine maestro del Po, nel1654 i pochi abitanti rimasti a Por-
tiolo si trasferirono nella
vicina parrocchia di S.
Martino e abbandonarono la chiesa di S. Giovanni che, a poco a poco, fu
erosa dalle acque, finendo
per essere interamente
sommersa nel1658.
Una prova fondamentale: Burgentum
Come abbiamo visto, tutti gli indizi sono univoci
nell'indicare la chiesa di
S. Giovanni di Portiolo
come l'edificio sacro ove il
14 dicembre 1168 fu tenuto il convegno della Lega
Lombarda. Ma, a complicare le cose, nel r elativo
verbale il luogo della riunione viene indicato con
la frase «[...]in Bersello
iuxta ecclesiam Sancti Ioannis», frase che è stata
interpretata, a mio parere erroneamente, dal
modenese Tira boschi e da
tutti gli storici che se ne
sono occupati successiva-
45
mente, come 'in Brescello
presso la chiesa di S. Giovanni' e ciò, ovviamente,
è in netto contrasto con
quanto finora ricordato.
In effetti, però, in latino la preposizione 'in'
ha molti significati, tra
cui 'dentro', come ha interpretato
Tiraboschi,
ma anche 'innanzi'. E'
o_pportuno ricordare, infatti, che nei documenti
notarili del Medioevo è
largamente ricorrente la
declinazione 'tricasuale'
(nominativo,
ablativoaccusativo,
genitivodativo), ovvero l'utilizzo
indifferenziato dei casi,
nella fattispecie ablativoaccusativo. Utilizzando
quest'ultimo significato,
la frase diventa: 'innanzi
a Brescello presso la chiesa di S. Giovanni', dove
effettivamente si trovava la chiesa di Portiolo
dedicata, appunto, a San
Giovanni che, oltre tutto,
è l'unica intitolata al Santo, a essere documentata,
per quel periodo, in tutta
la zona adiacente a Brescello.
A questo proposito è
particolarmente significativo il fatto che poco più a
monte di Portiolo esistesse, a quei tempi, la chiesa di S. Martino in Bocca
d'Enza. "Bocca d'Enza",
46
però, come sa perfettamente chi vive in questa
zona, era ed è in sponda
destra, vicino a Brescello, mentre la chiesa era
in sponda sinistra, davanti alla foce dell'Enza,
appunto. Anche in questo
caso, quindi, la preposizione 'in' era utilizzata
con il significato di 'innanzi'.
La prova conclusiva che
il convegno è effettivamente avvenuto a Portiolo, comunque, è contenuta nel documento stesso,
là dove il notaio Calandrino, descriveva dove e
come era stato fisicamente scritto l'atto, al termine della r iunione:
Portiolo. La stesura del
verbale, invece, è sicuramente avvenuta nei pressi di Brescello, a Burgentum che, però, è un toponimo non altrimenti noto.
Tuttavia, la descrizione
contenuta nell'atto, che
spiega come alla località
s i giungesse dopo aver
attraversato
Brescello
senza incontrare altre
località, e la radice del
nome 'burg', permettono
di ipotizzare che possa
essersi trattato di quello
che oggi si chiama Borgo
Sopra. Oramai è praticamente inglobato nell'abitato di Brescello, ma,
fino ad alcuni decenni fa,
Borgo Sopra era staccato dal centro di circa un
E lo stesso giorno, dall'alchilometro, sulla strada
tra parte del Po, a Burgendi
Parma dove, sulla situm, attraverso il centro di
nistra,
è tuttora visibile
Brescello, il predetto Albertone, alla presenza di !sacco,
la chiesetta dedicata a S.
console di Parma, Vetullo,
Leonardo, sorta a seguito
giudice, Novone Adigheri de
della donazione di CristoArmeri, Gerardo Pilegeci e
foro
Grassi del 1474. La
Gerardo Lombardi, d'accordo con Gerardino de Arditi,
località è ripetutamente
console di Piacenza, diede
citata, sia con il nome di
a me Giovanni Calandrino,
Borgo Sopra, sia con quelnotaio, il sunto della riuniolo di Borgo Superiore, in
ne [.. .]
documenti del XV secolo,
quando vi sorgeva un
Ovvio che se, al termine
del convegno, Albertone, ospedale per viandanti e
per andare a Brescello, pellegrini.
si è mosso dalla sponda
opposta del Po, la chiesa
di S. Giovanni non può ·
essere stata che quella di
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LA MEMORIA DEL FUTURO
Padre Fiorenzo Gobbo Bressa
di campoformido (UD) 21 dicembre 1926 ·Reggio Emilia 22 marzo
2014.
Matura la scel·
ta vocazionale
del l' Ordine dei
Servi di Maria a
22 anni, attratto
da una spiritualità
che gli avrebbe
consentito di trovare spazio anche
per la vocazione
artistica, secondo una perfetta dignità liturgica di
pittura-preghiera. Svolse il noviziato a Monte Senario (1948-194$) e
completò la formazione teologica
a Roma, consacrandosi alla Comunità Mariana il 12 aprile 1952. Tra il
1960 e 111964 frequentò l'Accademia
di Belle Arti a Bologna, vivendo nella
Comunità di Reggio
presso il Santuario
della Ghiara; suoi
insegnanti furono
Giovanni Romagnoli, Pompllio Mandelli
e Paolo Manaresi.
E' stato docente di
iconografia nel la
pontificia facoltà
teologica "Marianum" di Roma e il
24 marzo 2001 gli venne conferita
la laurea "honoris causa" per la sua
multiforme attività di pittore, disegna-
.
tore, incisore e la costante collaborazione a riviste e studi di critica
d 'arte. Tra le sue opere: le vetrate e
gli arredi della Cappella del Pozzo
di Santa Maria in Via a Roma; gli affreschi del refettorio e dell'atrio nel
convento di Milano (Basilica di S.
Carlo) e quelli eseguiti nel chiostro
del Santuario della Ghiara; il ciclo
mariano di Santa Maria del Servi
di Ancona; la pala d'altare per la
Chiesa dei Sette Santi Fondatori a
Chicago; cicli di vetrate realizzate
per varie parrocchie, in particolare
per quelle del territorio di Udine.
Grande è stata la sua venerazio·
ne per la Vergine della Ghiara, alla
quale ha dedicato autorevoli studi
e pubblicazioni.
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