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Leopardi e d’Holbach. La macchina «sconcertata» e le rovine del cielo The paper retraces the relation between d’Holbach and Leopardi in order to bring out the transformation that occurred to the modern notion of materialism from the... more
Leopardi e d’Holbach. La macchina «sconcertata» e le rovine del cielo

The paper retraces the relation between d’Holbach and Leopardi in order to bring out the transformation that occurred to the modern notion of materialism from the Enlightenment to the Romantic period. This time frame sees a radical paradigm shift from the compact ‘system of nature’, neatly contained within the mechanics of Newtonian physics, to the emergence of life as an exception, upsetting the notion of matter. D’Holbach’s system, which Leopardi knew from the Dominican Father Antonino Valsecchi, should perhaps suffice to explain Leopardi’s Stratonism, with which he is familiar from childhood and to which he was to return from 1825 onwards with his, this time, unmediated reading of d’Holbach’s Good Sense. In this light, what appears to be fictional in the Apocryphal Fragment of Strato of Lampsachus can be re-read as a ‘half-truth’, expressive of the striking contradiction of life vs matter.  This clash is meant to undermine the anthropocentric narcissism developed against the background of the spectacular celestial apocalypses, which had already been anticipated by Buffon, Robinet, Maupertius and others. But even beyond d’Holbach, the metaphorical death of the sun and the planets in Leopardi’s Apocryphal Fragment does not let nature, however shattered, still stay ‘always on its feet’. Rather, it shows the most bewildering side of the fall of nature: it opens ‘the door to chaos’, in the wake of a prophetical hypothesis about Strato first formulated by Bayle. It adumbrates the nihilistic ruination of the foundations of metaphysics.

Il saggio rintraccia una linea d’Holbach–Leopardi per mostrare lo slittamento del materialismo moderno dall’età illuministica a quella romantica, nel quadro di un radicale mutamento di paradigma dal compatto «sistema della natura», meccanicamente assestato nella sintesi newtoniana all’emergere della vita come perturbante eccezione della materia. Il sistema holbachiano, mediato dal padre domenicano Antonino Valsecchi, dovrebbe forse bastare a spiegare lo stratonismo familiare a Leopardi sin da fanciullo e destinato a riprendere quota nel 1825 con la lettura diretta del Buon senso. La stessa finzione del Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco può essere riletta come una “mezza verità”, di fronte alla lacerante antinomia vita-materia, destinata a travolgere il narcisismo antropocentrico sullo sfondo di spettacolari apocalissi celesti, già prospettate dai vari Buffon, Robinet, Maupertuis. Ben oltre Holbach, la metaforica morte del sole e dei pianeti nel Frammento apocrifo di Leopardi, lungi dal fare cadere la natura «sempre in piedi», mostra il suo lato più sconcertante, aprendo – secondo una profetica ipotesi su Stratone risalente a Bayle – «la porta al caos», e adombrando così la rovina nichilistica della stessa metafisica.
Research Interests:
Rivista Appunti Leopardiani, 11/1-2016
Il saggio esplora l'immaginazione meridiano-orientale e le figure del nihil positivum nell'opera e nel pensiero di Giacomo Leopardi.
La terza terzina proemiale della Divina Commedia («ma per trattar del ben ch’i vi trovai, / dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte») è stata spesso interpretata come un’allusione all’imminente incontro di Dante con Virgilio, dopo... more
La terza terzina proemiale della Divina Commedia («ma per trattar del ben ch’i vi trovai, / dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte») è stata spesso interpretata come un’allusione all’imminente incontro di Dante con Virgilio, dopo l’apparizione delle tre fiere simboleggianti i vizi capitali. Il passo ha generato tuttavia ben presto non poche perplessità presso gli stessi dantisti. L’ipotesi avanzata in questo saggio è che si possa trattare di una chiave cifrata del «poema sacro», di un primo criptato accenno alle «superne cose». Di qui l’occasione per rileggere l’intera ontologia dantesca alla luce di una terza via fra esoterismo e allegorismo. Si dischiude così la prospettiva di un’ermeneutica ‘immaginal-archetipale’, sulla scorta degli studi di Corbin e nel solco solo in parte già tracciato dai maestri della scienza sacra.
La terza terzina proemiale della Divina Commedia («ma per trattar del ben ch’i vi trovai, / dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte») è stata spesso interpretata come un’allusione all’imminente incontro di Dante con Virgilio, dopo... more
La terza terzina proemiale della Divina Commedia («ma per trattar del ben ch’i vi trovai, / dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte») è stata spesso interpretata come un’allusione all’imminente incontro di Dante con Virgilio, dopo l’apparizione delle tre fiere simboleggianti i vizi capitali. Il passo ha generato tuttavia ben presto non poche perplessità presso gli stessi dantisti. L’ipotesi avanzata in questo saggio è che si possa trattare di una chiave cifrata del «poema sacro», di un primo criptato accenno alle «superne cose». Di qui l’occasione per rileggere l’intera ontologia dantesca alla luce di una terza via fra esoterismo e allegorismo. Si dischiude così la prospettiva di un’ermeneutica ‘immaginal-archetipale’, sulla scorta degli studi di Corbin e nel solco solo in parte già tracciato dai maestri della scienza sacra.
Le leopardiane «cose che non son cose» (ovvero le chimere poetiche) che compaiono in una pagina zibaldonica del 1826 contengono forse qualche reminiscenza dantesca della Vita Nova in un gioco di risonanze che rimanda anche a Vico?
Appunti Leopardiani (7) 1, 2014
Research Interests:
Numberless interpretations of Botticelli's Primavera have generated a intense critical debate over the centuries, starting with the fundamental studies of the Warburg School. The Neoplatonic triad Ficino-Poliziano-Landino remains... more
Numberless interpretations of Botticelli's Primavera have generated a intense critical debate over the centuries, starting with the fundamental studies of the Warburg School. The Neoplatonic triad Ficino-Poliziano-Landino remains essential to understand the painting, without mentioning other more unlikely sources such as Martianus Capella's On the Marriage of Philology and Mercury. Ficino's influence, in particular, is particularly precious, especially if we focus on the mysterious gesture of Mercury. The god does not simply disperse the clouds but converts/transforms himself into "divine love".
Il tema silenico, oscillante fra mito e sapienza negativa, rimane il motivo di una ricorrente riscrittura nell’opera leopardiana, che nelle Operette non esclude una probabile reminiscenza della favola di Eliano sulla felice regressione... more
Il tema silenico, oscillante fra mito e sapienza negativa, rimane il motivo di una ricorrente riscrittura nell’opera leopardiana, che nelle Operette non esclude una probabile reminiscenza della favola di Eliano sulla felice regressione dei Meropi all’infanzia e al nulla. Non meno persistente si mostra in Leopardi l’ispirazione della musa immaginativa, alla luce della quale si animano le larvate figure poetiche del mito, spesso giocate in funzione metadiscorsiva. In particolare, il mito trascendentale della Storia del genere umano si rivela capace d’illuminare – come la chora platonica – la struttura stessa del mito. Il contrappunto fra incanto poetico e disincanto razionale, tradotto nella desublimazione ironica delle « favole antiche », avverte come il primato metafisico del nulla silenico, lungi dal risolversi nel più sterile niente, sia in grado di dischiudere spazi letificanti di reinvenzione fantastica sulla scia delle « cose che non sono » di dantesca e vichiana memoria.
The essay focuses on Michele Federico Sciacca's and Alberto Caracciolo's interpretations of G. Leopardi. Both authors are interested in Leopardi's nihilism which is linked to the question on the "sense of existence".... more
The essay focuses on Michele Federico Sciacca's and Alberto Caracciolo's interpretations of G. Leopardi. Both authors are interested in Leopardi's nihilism which is linked to the question on the "sense of existence". The two readings reflect the philosophical and religious experiences of the authors. In Sciacca's reading there is a critical approach to Leopardi's negativity, clashing with "feeling's positivity". Caracciolo's reading instead, even if it is influenced by Sciacca, leads to a positive assumption of both "methodical nihilism" and the "religious" aspect of "Nothing". The two perspectives on nihilism complete each other, showing clearly the limit of this point of view (Sciacca) and also its implicit positive tension (Caracciolo).
La nostra ricerca è volta alla ricostruzione della genesi del nichilismo europeo alla luce del pensiero leopardiano. Quella che ne emerge non è solo l'immagine di un Leopardi anticipatore del "nichilismo europeo", ma anche... more
La nostra ricerca è volta alla ricostruzione della genesi del nichilismo europeo alla luce del pensiero leopardiano. Quella che ne emerge non è solo l'immagine di un Leopardi anticipatore del "nichilismo europeo", ma anche la figura di un impensato genealogista di un fenomeno epocale sul quale sono state spesso accampate origini straniere (tedesche, russe o francesi). In questa ottica inedita,
Lorenzo Panepinto fu un fervente e carismatico promotore di leghe e lotte contadine nelle province di Agrigento e Palermo a cavallo fra Otto e Novecento. Figura poliedrica (maestro elementare, sindacalista, dirigente socialista,... more
Lorenzo Panepinto fu un fervente e carismatico promotore di leghe e lotte contadine nelle province di Agrigento e Palermo a cavallo fra Otto e Novecento. Figura poliedrica (maestro elementare, sindacalista, dirigente socialista, pubblicista, pedagogista, pittore e poeta), lo storico fondatore dei Fasci di Santo Stefano Quisquina (1893), operò accanto ad altri leader fascianti (Bernardino Verro e Nicola Alongi) ed esponenti socialisti siciliani (Napoleone Colajanni ed Enrico La Loggia). Una sera di maggio del 1911 l'apostolo del socialismo agrario verrà assassinato per vile mano mafiosa davanti all'uscio di casa.
As a perfect “untimel” thinker (in Nietzsche’s sense), Leopardi often casts a sinister light on our turbulent times, about which he does not spare apocalyptic predictions. In Leopardi’s eyes, the developments of modern reason have caused... more
As a perfect “untimel” thinker (in Nietzsche’s sense), Leopardi often casts a sinister light on our turbulent times, about which he does not spare apocalyptic predictions. In Leopardi’s eyes, the developments of modern reason have caused the desertification of meaning, the crisis of values, in other words, contemporary nihilism. Leopardi associates the contradictions of technological civilization with this nihilistic disillusion. His literary ambition to write a letter to the youth of the twentieth century has become more relevant than ever in the face of a new era, often referred to as the Anthropocene. What is necessary is not simply solidary action against a «cruel mother nature», but the subversion of the anthropocentric paradigm whose destructive effects are by now beyond the control of humankind.
Numberless interpretations of Botticelli's Primavera have generated a intense critical debate over the centuries, starting with the fundamental studies of the Warburg School. The Neoplatonic triad Ficino-Poliziano-Landino remains... more
Numberless interpretations of Botticelli's Primavera have generated a intense critical debate over the centuries, starting with the fundamental studies of the Warburg School.  The Neoplatonic triad Ficino-Poliziano-Landino remains essential to understand the painting, without mentioning other more unlikely sources such as Martianus Capella's On the Marriage of Philology and Mercury. Ficino's influence, in particular, is particularly precious, especially if we focus on the mysterious gesture of Mercury. The god does not simply disperse the clouds but converts/transforms himself into "divine love".
L'immaginazione in Leopardi rimane legata al genio meridiano-orientale. Il roussoiano "paese delle chimere" illumina l'esito dell'"ultrafilosofia".
Research Interests:
... Certo la via al riconoscimento di una sua per-sonale filosofia, dopo il primissimo segnale vocazionale (Leopardi), e dopo la profonda immersione nella filosofia platonica, a Sciacca si aprì soprattutto nell'incontro “decisivo”... more
... Certo la via al riconoscimento di una sua per-sonale filosofia, dopo il primissimo segnale vocazionale (Leopardi), e dopo la profonda immersione nella filosofia platonica, a Sciacca si aprì soprattutto nell'incontro “decisivo” con il “suo” Rosmini, che egli pone accanto al già “suo ...
Il tema silenico, oscillante fra mito e sapienza negativa, rimane il motivo di una ricorrente riscrittura nell’opera leopardiana, che nelle Operette non esclude una probabile reminiscenza della favola di Eliano sulla felice regressione... more
Il tema silenico, oscillante fra mito e sapienza negativa, rimane il motivo di una ricorrente riscrittura nell’opera leopardiana, che nelle Operette non esclude una probabile reminiscenza della favola di Eliano sulla felice regressione dei Meropi all’infanzia e al nulla. Non meno persistente si mostra in Leopardi l’ispirazione della musa immaginativa, alla luce della quale si animano le larvate figure poetiche del mito, spesso giocate in funzione metadiscorsiva. In particolare, il mito trascendentale della Storia del genere umano si rivela capace d’illuminare – come la chora platonica – la struttura stessa del mito. Il contrappunto fra incanto poetico e disincanto razionale, tradotto nella desublimazione ironica delle « favole antiche », avverte come il primato metafisico del nulla silenico, lungi dal risolversi nel più sterile niente, sia in grado di dischiudere spazi letificanti di reinvenzione fantastica sulla scia delle « cose che non sono » di dantesca e vichiana memoria.
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Leonardo Sciascia’s novel, Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, is a thought experiment and a literary divertissement on the disturbing power of candor and truth in a world and age more and more overshadowed by the tangles and... more
Leonardo Sciascia’s novel, Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, is a thought experiment and a literary divertissement on the disturbing power of candor and truth in a world and age more and more overshadowed by the tangles and ambiguities of power. The hilarious apologue, while deviating
from its philosophical model - Candide by Voltaire - allows moments of subtle reflection on the relationship between truth and power, in spite of the lighthearted and apparent vitalism, and even on the eccentric platonism of the literature that sees life fade in a dream, as in the story by Yves Bonnefoy (Un rêve fait a Mantoue).
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La contesa tra due giganti del pensiero come Heidegger e Severino si riconduce spesso al bivio tra due modi dell’essere: la possibilità e la necessità. Si tratta di un confronto inevitabilmente non irenico, di una strenua... more
La contesa tra due giganti del pensiero come Heidegger e Severino si riconduce spesso al bivio tra due modi dell’essere: la possibilità e la necessità. Si tratta di un confronto inevitabilmente non irenico, di una strenua Auseinandersetzung, di una ‘titanomachia’ giocata sulle categorie modali che dominano il destino dell’essere e la totalità dell’ente, nonché l’interpretazione del divenire e della stessa metafisica. Ciò risulta in maniera ancor più evidente attraverso i ritratti filosofici di Nietzsche offerti rispettivamente dai due filosofi, a partire da una dottrina ritenuta da entrambi "fondamentale" come quella dell’“eterno ritorno”. Da tale punto di vista, l’opera di Nietzsche può diventare il terreno di confronto fra i due titani del pensiero.
I miti illustrano e intrecciano storie di dèi ed eroi. Senza volere, essi raccontano anche i tratti archetipici della nostra anima: caratteri, passioni, devianze. Le più antiche civiltà sono state culle di miti splendidi e tremendi,... more
I miti illustrano e intrecciano storie
di dèi ed eroi. Senza volere, essi
raccontano anche i tratti archetipici
della nostra anima: caratteri, passioni,
devianze. Le più antiche civiltà
sono state culle di miti splendidi e tremendi,
sogni deliranti e insieme edificanti
di un inconscio collettivo che si
perde nella notte dei tempi.
I miti greci narrati dal geniale saggista
Roberto Calasso, ci invitano ad
entrare in un mondo tanto affascinante
quanto insidioso. La seduzione del
mito, con tutti i suoi labirinti, giochi di
sguardi e di specchi, nasconde infatti
sempre un pericolo: quello di venire
catturati dalle nostre stesse chimere,
da quelle «cose che non avvennero
mai, ma sono sempre» (come scriveva
il neoplatonico Sallustio), e che sono
destinate a ripetersi – spogliate del
loro splendore – nelle vicende degli
uomini. Nel loro vano esilio dal mondo,
gli dèi non trascurano mai di lasciare
un’impronta nel mondo e nella
mente degli uomini.
Research Interests:
La relazione, svolta in occasione del XIV convegno internazionale di studi leopardiani di Recanati nel 2017, pone l'accento sull'attualità di Leopardi nel Novecento, specie dopo quekla svolta nichilistica nella quale si inseriscono anche... more
La relazione, svolta in occasione del XIV convegno internazionale di studi leopardiani di Recanati nel 2017, pone l'accento sull'attualità di Leopardi nel Novecento, specie dopo quekla svolta nichilistica nella quale si inseriscono anche le interpretazioni del secondo Luporini, di Caracciolo e di Severino.
Questo volume mostra quanto il pensiero di Leopardi sia ancora vivo e in grado di gettare luce sui destini dell’Occidente. «Da dove proviene il più inquietante dei nostri ospiti?», chiedeva Nietzsche. Il poeta-pensatore di Recanati è... more
Questo volume mostra quanto il pensiero di Leopardi sia ancora vivo e in grado di gettare luce sui destini dell’Occidente. «Da dove proviene il più inquietante dei nostri ospiti?», chiedeva Nietzsche. Il poeta-pensatore
di Recanati è stato il primo a suggerire delle risposte che aprono squarci illuminanti e premonitori sui grandi rivolgimenti della modernità e su un mondo che appare sempre più deserti cato dalla ragione tecnica e calcolan- te. Leopardi si rivela non solo il più radicale precursore della nostra epoca, ma anche il primo inavvertito genealogista del «nichilismo europeo». I pre- ludi di tale complesso fenomeno, che rimandano in parte alla sapienza ne- gativa degli antichi, vengono rintracciati in una strati cata crisi del senso e dei fondamenti che  nisce col sovvertire il primato ontologico dell’essenza. Da questa serrata ricostruzione della modernità spinta  no alle soglie del- la contemporaneità emerge l’immagine di un Leopardi spaesato (e ribelle) meta sico all’alba di un mondo «fatto a rovescio». Ma la scoperta leopar- diana dell’assurdo, lungi dal cedere l’ultima parola alla disperazione, lascia una  nestra aperta sul «paese delle chimere». Tutto il dramma di un’anima e di un’epoca si gioca così fra gli abissi opposti del nulla (poetico) e del niente (razionale). Accanto a un suggestivo scavo sulle  gure orientali del nihil positivum, questo rimane l’esito forse più sorprendente di un’indagine poderosa che riesce peraltro a misurarsi con le massime interpretazioni del nichilismo leopardiano (da Nietzsche a Severino).
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Convegno a Sorrento, 10-11 novembre 2023
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