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Lo studio dimostra la presenza di una ricca produzione di materia politica tra le rime dei poeti petrarchisti del Cinquecento, che si configura come una micro-variante interna al fenomeno letterario del petrarchismo, situata intorno alla... more
Lo studio dimostra la presenza di una ricca produzione di materia politica tra le rime dei poeti petrarchisti del Cinquecento, che si configura come una micro-variante interna al fenomeno letterario del petrarchismo, situata intorno alla tradizione della canzone grave di argomento civile del Petrarca di Italia mia, Spirto gentil e O aspectata in ciel. I componimenti analizzati rivelano, infatti, una ripresa diffusa delle strutture metriche, rimiche, lessicali, retoriche dei componimenti politici del Canzoniere. L’obiettivo è quello di definire l’esistenza di un codice della lirica civile petrarchista che trova origine nell’imitazione dei tre componimenti petrarcheschi e che, con modalità simili a quanto avviene nella materia amorosa, si stabilizza nella prassi poetica cinquecentesca, riemergendo, rivitalizzato da esperienze individuali e contingenze storiche, ogni qual volta si tratti di affrontare argomenti di natura politica.
Sorelle d’Italia offre una riflessione critica sul contributo che poetesse e scrittrici di diverse epoche hanno dato alla costruzione del discorso identitario nazionale. Sempre relegata ai margini del canone, la produzione poetica e... more
Sorelle d’Italia offre una riflessione critica sul contributo che poetesse e scrittrici di diverse epoche hanno dato alla costruzione del discorso identitario nazionale. Sempre relegata ai margini del canone, la produzione poetica e romanzesca delle donne, fin dalla prima modernità, ha concorso a definire il concetto di identità nazionale, declinandosi di volta in volta in modo diverso. I saggi raccolti in questo studio tracciano una linea d’indagine che mostra come la voce delle donne si sia confrontata con una materia comunemente ritenuta di pertinenza maschile, quale quella politica e civile, dialogando, talvolta in modo conflittuale, con il discorso dominante, e restituendo prospettive formali e culturali alternative.
Nella seconda metà del Cinquecento si sviluppa in Sicilia, parallelamente alla tradizione dialettale, una produzione poetica in italiano di stampo petrarchista. Vi si rintraccia un costante affiorare del tema del conflitto... more
Nella seconda metà del Cinquecento si sviluppa in Sicilia, parallelamente alla tradizione dialettale, una produzione poetica in italiano di stampo petrarchista. Vi si rintraccia un costante affiorare del tema del conflitto turco-cristiano, stimolato da avvenimenti storici di ampia risonanza: l’assedio di Tunisi e le imprese di Malta e Lepanto. Tali componimenti mettono in scena la rappresentazione dell’alterità ottomana secondo i paradigmi dettati dall’emulazione di orientamento petrarchista e talvolta dal modello ariostesco da una prospettiva politica e ideologica interna agli appartati vicereali, mirando così a legittimare il potere imperiale e cattolico.
Il contributo analizza i due volumi di rime pubblicati dall’Accademia degli Accesi di Palermo nel 1571 e nel 1573. A metà tra prospettiva regionale e dialogo con le esperienze del petrarchismo italiano, le Rime rappresentano un tentativo... more
Il contributo analizza i due volumi di rime pubblicati dall’Accademia degli Accesi di Palermo nel 1571 e nel 1573. A metà tra prospettiva regionale e dialogo con le esperienze del petrarchismo italiano, le Rime rappresentano un tentativo di rinnovare gli istituti letterari locali, facendo ricorso ai generi e alle forme in uso nella penisola. Le esigenze di sperimentazione stilistica si sommano a quelle di tipo celebrativo nel legittimare mediante la poesia il potere vicereale e inquisitoriale.
Il contributo analizza i sonetti di tre poetesse palermitane: Marta, Laura e Onofria Bonanno. I componimenti furono pubblicati all’interno del primo volume delle Rime dell’Accademia degli Accesi di Palermo nel 1571. Pur occupando uno... more
Il contributo analizza i sonetti di tre poetesse palermitane: Marta, Laura e Onofria Bonanno. I componimenti furono pubblicati all’interno del primo volume delle Rime dell’Accademia degli Accesi di Palermo nel 1571. Pur occupando uno spazio marginale nella raccolta, le poetesse si inseriscono a pieno titolo nello scambio di socievole conversazione attivato dalle rime di corrispondenza in stile petrarchista, dialogando con i principali membri dell’Accademia e rappresentando per essi un modello di femminilità virtuosa. La lode del cenacolo degli Accesi e il motivo spirituale ricorrono nei sonetti delle poetesse palermitane, caratterizzandosi come cifra stilistica e tematica della loro produzione poetica. 
Il contributo prende in esame una delle materie più attraversate dalla lirica politica del Cinquecento: la guerra d'Oriente e la minaccia ottomana. Il motivo genera infatti una ricca proliferazione di rime tra i lirici italiani... more
Il contributo prende in esame una delle materie più attraversate dalla lirica politica del Cinquecento: la guerra d'Oriente e la minaccia ottomana. Il motivo genera infatti una ricca proliferazione di rime tra i lirici italiani rinascimentali. Dal punto di vista formale, tali componimenti trovano il proprio archetipo nella canzone O aspectata in ciel di Petrarca, ripresa nel suo schema metrico, nel lessico e nei contenuti. Ma la capacità di rimescolamento di tessere provenienti da luoghi diversi del Canzoniere, propria dell’imitatio petrarchista, genera un’interessante fusione di motivi derivati dall'insieme delle tre canzoni politiche dei Fragmenta.
La paura di un crollo del mondo occidentale sotto la minaccia di una devastante invasione trapela con forza da questa massiccia produzione poetica che, da tutta la penisola, si scaglia contro un nemico che, più d’ogni altro, incarna l’alterità.
Il contributo prende in esame la traduzione del Decameron dall’italiano antico a quello moderno realizzata da Aldo Busi (Rizzoli, 1990). Senza intervenire direttamente sul dibattito relativo all’opportunità di tradurre un classico della... more
Il contributo prende in esame la traduzione del Decameron dall’italiano antico a quello moderno realizzata da Aldo Busi (Rizzoli, 1990). Senza intervenire direttamente sul dibattito relativo all’opportunità di tradurre un classico della letteratura italiana in lingua moderna, ci si  occupa di analizzare le tecniche e le scelte interpretative operate da Busi nel dar vita al proprio rifacimento. Il saggio si sofferma dunque sul rapporto tra i due testi ragionando su lessico, sintassi, stile e poetica. Si mostra così come la traduzione sia orientata da una specifica interpretazione che del Decameron privilegia la forza edonistica, la potenza inventiva, la carica licenziosa.
Il saggio prende in esame alcuni testi che vedono protagonista la figura di Giacomo Leopardi e che trasformano il poeta in un personaggio letterario, ai confini tra vero storico e invenzione romanzesca. Le rivisitazioni affondano le... more
Il saggio prende in esame alcuni testi che vedono protagonista la figura di Giacomo
Leopardi e che trasformano il poeta in un personaggio letterario, ai confini tra vero
storico e invenzione romanzesca. Le rivisitazioni affondano le proprie radici nella vita e
nell’opera leopardiana, che diventano punto di partenza di biografie narrative e fiction
letterarie. La figura di Leopardi si rivela dunque permeabile alle più svariate possibilità di
ricezione che fanno del poeta un personaggio da cui biografi e scrittori possono attingere
di volta in volta spunti per rielaborazioni sempre nuove, in base alle proprie scelte di
interpretazione e di metodo. Leopardi si offre così all’immaginario contemporaneo,
facendosi terreno di riscrittura e sperimentazione.
Il contributo si interroga sulla ricezione del Petrarca civile nella lirica cinquecentesca, soffermandosi sull’analisi di alcuni componimenti di produzione compresa tra gli anni Trenta e Cinquanta del Cinquecento che a vario titolo... more
Il contributo si interroga sulla ricezione del Petrarca civile nella lirica cinquecentesca, soffermandosi sull’analisi di alcuni componimenti di produzione compresa tra gli anni Trenta e Cinquanta del Cinquecento che a vario titolo riportano la figurazione femminile dell’Italia attingendo rime, lessico e argomenti dalle canzoni politiche dei Fragmenta. Accanto alla continuità dello stesso codice retorico se ne segnalano le istanze di sperimentazione interna e i differenti contesti di riutilizzo.
Rivista Appunti Leopardiani, 11/1-2016
Nel 1832, nel Preambolo allo «Spettatore fiorentino», Leopardi illustrò le linee programmatiche di quello che sarebbe dovuto diventare un giornale diffuso a Firenze ogni settimana, ideato e diretto insieme all'amico Antonio Ranieri. Il... more
Nel 1832, nel Preambolo allo «Spettatore fiorentino», Leopardi illustrò le linee programmatiche di quello che sarebbe dovuto diventare un giornale diffuso a Firenze ogni settimana, ideato e diretto insieme all'amico Antonio Ranieri. Il contributo si sofferma sull'analisi del Preambolo che, se pur breve e poco noto, costituisce un tassello interessante alla definizione della prospettiva polemica con cui Leopardi guarda al panorama culturale italiano degli anni Trenta.
Tra la fine del XVIII secolo e il 1918, L’Italia è attraversata da conflitti che ne ridisegnano confini istituzioni, governi: dalle guerre di successione ai moti rivoluzionari, dalle campagne napoleoniche alle lotte per l’indipendenza... more
Tra la fine del XVIII secolo e il 1918, L’Italia è attraversata da conflitti che ne ridisegnano confini istituzioni, governi: dalle guerre di successione ai moti rivoluzionari, dalle campagne napoleoniche alle lotte per l’indipendenza sino al coinvolgimento nel primo conflitto mondiale. Del lungo processo che avrebbe condotto all’unificazione nazionale sono state protagoniste anche le donne: partecipando alla vita politica, mobilitandosi in azioni cospiratrici, ma anche esercitando il proprio ruolo di intellettuali, accompagnando con la propria produzione letteraria i moti rivoluzionari e le lotte per l’indipendenza, fondando riviste femminili e animando salotti letterari. La scrittura e il pensiero delle donne hanno concorso alla definizione dell’immaginario nazionale italiano anche da una prospettiva che oggi diremmo ‘di genere’, sovente rivisitando il repertorio retorico identitario nazionale in maniera feconda e innovativa e testimoniando in maniera partecipe la disillusione postrisorgimentale.
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