ALIMENTAZIONE
I presupposti e i riscontri
della dieta mediterranea
PARTENDO DALLA STORIOGRAFIA DELLA DIETA DIFFUSA SOPRATTUTTO IN GRECIA
E NELL'ITALIA MERIDIONALE, QUESTA REVIEW NE RIPERCORRE I BENEFICI SULLA DIADE
MATERNO-INFANTILE AFFRONTANDO TEMI COME I FABBISOGNI NUTRIZIONALI
IN GRAVIDANZA, LA FETAL ORIGINS HYPOTESIS E LA DIETA PRECONCEZIONALE
DELLA COPPIA, FINO AI RISCONTRI CLINICI RIGUARDANTI SIA LA MADRE SIA IL BAMBINO.
Niccolò Giovannini
Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico,
Clinica Ostetrica e Ginecologica Mangiagalli e Regina Elena, Milano
I
l rispetto del binomio “stile di
vita & nutrizione” si inserisce universalmente come la nuova frontiera preventiva e terapeutica in
ambito sociale, inanziario, sanitario ed epigenetico1-4. Il rispetto
di tale sodalizio nella fase perinatale ne esprime
ancor più i beneici nell’immediato e a lungo termine sia per la salute dell’uomo di “per sé” ma
anche per le stesse nicchie ecologiche.
Dalle ricerche epidemiologiche pioneristiche
di Barker5-8 sull’effetto perinatale della restrizione dietetica materna in gravidanza e dall’analisi comparata di Ancel Keys9-11 nei confronti
di abitudini alimentari emerge incontrovertibilmente che il consumo di una dieta bilanciata e
varia prima del concepimento, in gravidanza e
puerperio è essenziale per esprimere il potenziale di salute della diade mamma-bambino.
Non solo nutrizione
ma anche stili di vita
La bontà della dieta mediterranea (DM) viene
riscontrata per la prima volta da uno studio di
popolazione condotto a Creta dalla Rockefeller Foundation che ne riconosceva gli ampi
vantaggi per la salute – intesa come longevità
e riduzione degli accidenti cardiovascolari – ri-
spetto alla dieta tipica americana.
Ancel e Maria Keys9-11 nel 1961 diedero avvio
al primo e più noto studio epidemiologico
comparativo tra sette differenti paesi da cui
emergeva la dieta mediterranea come la più
salutare. Questo studio contribuirà alla deinizione e individuazione topograica della DM,
con Creta, la Grecia e l’Italia meridionale come
il “core” di una dieta che non si limita agli
aspetti nutrizionali ma comprende atteggiamenti di frugalità, convivialità, stili di vita attivi
e moderazione nei consumi. Sedici paesi gravitano intorno a tale tipologia di dieta seppure
con le rispettive speciicità.
Nel 1993 l’Unesco riconosce la piramide mediterranea come: “... molto più che un semplice
alimento. Promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi
sociali e delle festività condivise da una data
comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti
e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il
territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo”.
La DM è nota per essere un regime alimentare
“protettivo”, basandosi prevalentemente su alimenti di origine vegetale (cereali integrali, frutta, verdura, olio extravergine d’oliva, legumi e
noci frequentemente e in grandi quantità), consumo moderato di pesce, carne bianca, uova e
prodotti caseari e solo sporadica assunzione di
carne rossa, processata e prodotti dolciari.
I tre maggiori effetti biologici della dieta mediterranea sono associati a:
◗ proprietà antiossidanti (polifenoli per esempio)
◗ capacità anti-iniammatorie (omega 3, DHA
per esempio)
◗ potenziale prebiotico (ibre).
Le tre proprietà collimano nella riduzione dello
stress ossidativo e dell’aging tissutale. La DM
così si candida come uno dei gold standard
preventivi. Come precisato da Miguel MartinGonzales12, i beneici sono superiori alla somma dei singoli componenti nutrizionali e la sinergia dell’insieme ne è il vero moltiplicatore.
NUTRIZIONALI
OBESITÀ ECCESSIVA O RIDOTTO BMI
BASSO STATO SOCIO-ECONOMICO
GRAVIDANZE RAVVICINATE O MULTIPLE
IPERTENSIONE ARTERIOSA
DIABETE GESTAZIONALE MATERNO
NEFROPATIE
STRESS
TABAGISMO E/O ABUSO DI DROGHE
VIOLENZA DOMESTICA
TABELLA 1. FATTORI
DI RISCHIO COMPLICANZE
IN GRAVIDANZA
complicanze in gravidanza (Tabella 1).
Le luttuazioni inerenti alla gravidanza stessa
impongono il rispetto della cronobiologia della dieta – calorici e nutrizionali – rispetto allesingole fasi della gravidanza13. Il fabbisogno
calorico segue un aumento differente attraverso i trimestri: nel primo un aumento di 100
kcal, nel secondo si triplica a 300 kcal e inine
nell’ultimo le richieste caloriche si massimizzano a 450 kcal (Tabella 2). Tale schema sarà da
commisurare alle caratteristiche biometriche
materne (BMI) d’inizio gravidanza (Tabella 2).
Dieta e fabbisogno
durante la gravidanza
La dieta mediterranea non va intesa
soltanto per gli speciici riferimenti
agli aspetti nutrizionali, ma comprende
anche atteggiamenti di frugalità,
convivialità, stili di vita attivi e
moderazione nei consumi.
Negli ultimi anni, diverse metanalisi hanno dimostrato che l’aderenza a un pattern di tipo
mediterraneo si associa a una signiicativa riduzione della mortalità e dell’incidenza di “noncommunicable-diseases”2-3. Anche durante le
prime epoche di vita, e quindi i “primi 1000
giorni” (la inestra tra il concepimento e i primi due anni), la DM sembra giocare un ruolo
importante. Infatti l’alimentazione materna, già
nella gravidanza, inluenza non solo la prevenzione delle patologie della gravidanza ma gli
stessi esiti perinatali tra cui il tasso di crescita
fetale e la salute a lungo termine del bambino.
La DM in gravidanza è divenuta reale riferimento di adeguato bilancio tra macro e micronutrienti oltre che di maggior sostenibilità in
termini ambientali. Da parte sua, lo stato nutrizionale rientra tra i dieci fattori di rischio di
TABELLA 2. L’ADEGUAMENTO
PONDERALE IN GRAVIDANZA
BMI PRIMA DELLA
GRAVIDANZA
(BODY MASS
INDEX = BMI)
AUMENTO DI PESO TOTALE
RACCOMANDATO IN GRAVIDANZA
BMI < 18,5
SOTTOPESO
12,5 - 18,0 kg
28,0 - 40,0 lbs
BMI 18,5 - 24,9
PESO NORMALE
11,5 - 16,0 kg
25,0 - 35,0 lbs
BMI 25,0 - 29,9
SOVRAPPESO
7,0 - 11,5 kg
15,0 - 25,0 lbs
BMI ≥ 30
OBESITA'
5,0 - 9,0 kg
11,0 - 20,0 lbs
Body Mass Index (BMI) = Weight (kg)/[Height (m)]2
22
Settembre 2017
Settembre 2017
23
ALIMENTAZIONE
MICRONUTRIENTE
FOLATI
FERRO
VITAMINA D
CALCIO
PAZIENTI
SUPPLEMENTAZIONE
TUTTE LE PAZIENTI
400 mcg AL GIORNO INIZIANDO
ALMENO 2 MESI PRIMA DEL
CONCEPIMENTO
PZ A RISCHIO (ASSUNZIONE
ANTIEPILETTICI, PREGRESSO FIGLIO
CON DTN, RIDOTTO ASSORBIMENTO
INTESTINALE)
4 mg AL GIORNO GIÀ DAL
CONCEPIMENTO
PZ CON FERRITINEMIA < 30 mcg/l
(O HB > 11 g/dl)
80 - 100 mg AL GIORNO
PZ CON FERRITINEMIA 30 - 70 mcg/l
30 - 40 mg AL GIORNO
TUTTE LE PAZIENTI
600 UI AL GIORNO
PZ A RISCHIO DI CARENZA (OBESE,
ADOLESCENTI, IPERPIGMENTAZIONE
CUTANEA, VELATE, MALATTIE DA
MALASSORBIMENTO, AUMENTATO
RISCHIO PREECLAMPSIA)
1000 UI AL GIORNO
PZ A RISCHIO DI SVILUPPARE
DISORDINI IPERTENSIVI (OBESE,
IPERTESE PRECONCEZIONALI,
ADOLESCENTI, GEMELLARI
PZ INTOLLERANTI AI LATTICINI
1,5 - 2 g AL GIORNO DI CALCIO
ELEMENTARE EQUIVALENTI
A 3,75 - 5 g DI CALCIO CARBONATO
La composizione dei macronutrienti ha i seguenti riferimenti:
◗ lipidi 20-35 per cento (acidi grassi polinsaturi 4-8 per cento con rapporto tra omega 6
e omega 3 di 4/1)
◗ carboidrati 45-60 per cento (zuccheri semplici < 15 per cento)
◗ proteine 10-15 per cento (a elevato valore
biologico).
L’incremento del fabbisogno di micronutrienti
in gravidanza supera quello di calorie. Acido
folico, iodio, vitamina A, B, D prevedono un aumento di oltre 50 per cento rispetto al consumo
consueto. Le richieste marziali aumentano di
oltre 100 per cento e 200 mg al dì per l’acido
docosaesaenoico DHA. In alcuni casi, come per
l’acido folico, è bene assicurare una fortiicazione di 400 mcg al dì nel bimestre che precede il
concepimento. Anche in questo ambito è ideale modulare l’adeguamento dei micronutrienti
rispetto allo stato di partenza misurato tramite
indici di laboratorio (Tabella 3).
Nonostante le evidenze, il deicit di micronutrienti (Tabella 4) è ubiquitario e presente anche
in contesti socio-economici privilegiati. In particolare, ferro, iodio, calcio, acido folico, vitami-
24
TABELLA 3. IL FABBISOGNO
DI MICRONUTRIENTI IN GRAVIDANZA
na D e acido docosaesaenoico (DHA) risultano
precari anche nella popolazione italiana.
Altro elemento essenziale è l’adeguato apporto idrico: in linea generale, due litri e mezzo
di acqua, soprattutto nella seconda metà della
gravidanza e ulteriore adeguamento nei periodi più caldi.
◗
nel primo trimestre: downregulation della
crescita fetale con neonati “SGA” ma proporzionati. La riduzione del peso si manterrà anche a un anno di vita. Ciò esporrà nella
vita adulta al seguente programming: obesità per le femmine, rischio di aterogenesi e
di infarto emorragico per tutti
◗ nel secondo trimestre: alterazione della
crescita feto-placentare a cui segue insulino- resistenza, con peso ridotto alla nascita
ma pieno recupero a un anno di vita. Il programming comporterà un rischio di coronaropatia nella vita adulta e dismetabolismo
glucidico-diabete non insulino dipendente
◗ nell’ultimo trimestre: il “brain sparing effect” si instaura in utero per cui il privilegio
alla circolazione cerebrale impone una vasocostrizione del distretto splancnico fetale
con peso neonatale normale ma asimmetrico. A un anno dalla nascita si assisterà a una
riduzione della traiettoria di crescita. La vita
adulta sarà caratterizzata da aumentata suscettibilità a coronaropatie, malattie tromboemboliche, ipertensione, ipercolesterolemia.
Curiosamente, la popolazione indagata durante il contemporaneo assedio di Leningrado ha
portato risultati opposti. I feti di Leningrado
non hanno acquisito un aumento del rischio
nella vita adulta di malattie cardiovascolari,
metaboliche. Questa differenza si spiega con
una stazionarietà della restrizione calorica nella
fase preconcezionale e gravidica che ha permesso l’instaurarsi di meccanismi protettivi in
modo coerente non soggetta a sbalzi nutrizionali. Infatti, la restrizione calorica a Leningrado durò oltre tre anni rispetto ai cinque mesi
olandesi.
Tali studi, sotto l’acronimo DOHD (Deve-
I concetti alla base
della Fetal Origins Hypotesis
L’attenzione alla dieta materna come fattore
epigenetico decisivo nelle traiettorie di crescita, maturazione e deinizione morfo-funzionale
degli organi deriva dagli studi epidemiologici
di David Barker in particolare sulla popolazione olandese sottoposta alla carestia durante
l’occupazione tedesca del 1944-19455-8.
La restrizione calorica deinisce un riassetto funzionale feto-neonatale a seconda del trimestre:
lopment of Health and Diseases), hanno posto
le basi epidemiologiche per i successivi studi
di epigenetica perinatale in cui sono enfatizzate le condizioni ambientali prima e dopo parto. Oggi la Fetal Origins Hypothesis assorbe
il precedente acronimo DOHD e comprende i
seguenti presupposti:
1. latenza: evidenza tardiva degli effetti
2. persistenza: effetti fetali proseguono secondo continuum
3. programming epigenetico: attivazione di
un gene speciico a seconda dell’ambiente
prenatale.
La dieta di coppia
prima del concepimento
La capacità ovulatoria è favorita dal mantenimento di un rapporto di indice di massa corporea materna bilanciato (BMI). Per converso,
l’obesità materna porta alla riduzione del tasso
ovulatorio e della qualità ovocitaria (Chavarro
JE, 2008). La copresenza di obesità e sindrome dell’ovaio micropolicistico espone a un aumento del rischio di alterazioni del Dna mitocondriale e rilascio di radicali liberi (ROS).
Il tasso ovulatorio può essere ridotto da un
aumentato consumo di proteine animali (OR
1.39), aggravandosi con diete ad alto carico
glucidico (1.92), mentre diete basate sui vegetali migliorano il tasso ovulatorio (0,78). Anche
ridotti indici della massa corporea materna
comportano un’alterazione della capacità ovulatoria.
La dieta del partner modula gli indici di funzionalità del gamete maschile. Jaime Mendiola
riscontra che i maschi normospermici hanno
una dieta in linea con il proilo mediteranneo,
ovvero con maggior intake di carboidrati, ibre, folati, vitamina C, licopene e ridotto con-
CARENZE
ECCESSI
FERRO
GRASSI SATURI - TRANS
VITAMINA D
COLESTEROLO
CALCIO
N-6 /N-3 >>
FIBRE
PESTICIDI
IODIO
FERRO
ANTIOSSIDANTI (VIT C, E, ECC..)
PROTEINE
FOLATO – B12
CALORIE
“PESO/BMI”
TABELLA 4.
ALTERAZIONI DELL’INTAKE DI
NUTRIENTI
IN GRAVIDANZA
OMEGA 3 (DHA, ECC..)
ZINCO
Settembre 2017
Settembre 2017
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ALIMENTAZIONE
RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 433-01
mometasone furoato
sumo di proteine e grassi totali.
Uno studio osservazionale prospettico del
gruppo di Rotterdam dimostra che la dieta
mediterranea porta un tasso di successo di
gravidanza [OR 1.40] dopo fecondazione in
vitro Fivet/Icsi. Incidentalmente è stato dimostrato nelle stesse donne con dieta mediterranea un aumentato tenore di folati eritrocitari e
vitamina B6 plasmatica.
Un aumento dell’apporto di DHA e EPA (acido
eicosapentanoico) migliora la risposta selettiva follicolare alla stimolazione ovarica e, soprattutto, si associa a una miglior qualità embrionaria dopo fecondazione in vitro.
In ogni caso, la correzione dietetica risulta la
prima linea di intervento per la donna e la coppia infertile. A tal proposito è stata suggerita
da Yang la “dieta mitocondriale”15 caratterizzata da:
1. Antiossidanti: vitamine C, E, B6 proantocianidine
2. Cofattori: cofattori enzimatici tra cui coQ10, selenio, catechine, carnitina, N-acetilcisteina
3. Anti-iniammatori: Omega 3 e acido alfa lipoico.
La dieta materna
in gravidanza
La luttuazione di suscettibilità ostetriche nei
diversi trimestri di gravidanza si associa alle
diverse fasi dell’invasione troloblastica e placentazione16. Nello speciico, nel primo trimestre si istituisce la fase istiotroica prima di
quella ematotroica dalla dodicesima settimana. Nella fase istiotroica l’embrione è nutrito
dal secreto prodotto dalle ghiandole uterine e
dal trasudato delle arterie spirali assorbite dal
trofoblasto e veicolate al sacco vitellino. In tal
modo l’unità embrio-trofoblastica è protetta
grazie a una pressione di ossigeno ridotta, cui
corrisponde riduzione dello stress ossidativo e
maggiore latenza di passaggio di nutrienti che
saranno meglio processati e selezionati dal
metabolismo materno13, 14.
L’ “Australian Longitudinal Study on Women’s
Health” ha seguito quasi 3400 donne deinendo il rischio di sviluppare malattie cardiometaboliche dopo aver disatteso la DM:
◗ ipertensione in gravidanza [odds ratio 1.35
(8 per cento)
◗ diabete gestazionale [odds ratio: 1.40 (7 per
cento)].
La copresenza di obesità preconcezionale a
dieta non mediterranea aggrava il rischio a 22
26
per cento per ipertensione in gravidanza e a un
terzo (32 per cento) per diabete gestazionale.
Uno studio iraniano conferma l’elevato grado
di protezione della DM – 80 per cento - superiore anche alla stessa dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) – 71 per cento
- nel ridurre il rischio di diabete gestazionale.
Il gruppo di studio “Generation R Study” di
Rotterdam17 dimostra come la DM migliori
l’assetto biologico di acido folico e vitamina
B12 rispetto alla dieta tradizionale, caratterizzata invece da alti tassi di grassi saturi e proteine animali e bassi tassi di carboidrati e ibre. I
valori pressori materni risultano superiori nella
dieta tradizionale per la fase diastolica mentre
quella sistolica è aumentata solo a metà gravidanza per il gruppo con dieta tradizionale.
1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
OVIXAN 1MG/G CREMA
2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Un grammo di crema contiene 1 mg di mometasone furoato.
Eccipienti con effetti noti: 250 mg di propilenglicole e 70 mg di alcool cetostearilico
per grammo di crema. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3. FORMA FARMACEUTICA
Crema
Crema inodore di colore bianco
4. INFORMAZIONI CLINICHE
4.1 Indicazioni terapeutiche
OVIXAN è indicato per il trattamento sintomatico di patologie cutanee infiammatorie che rispondono a terapia topica con glucocorticoidi, come la dermatite atopica e
la psoriasi (ad esclusione della psoriasi a placche diffusa).
Un eccessivo incremento ponderale
materno in gravidanza con dieta altera
il microbiota neonatale
con riduzione degli indici di biodiversità
e riduzione della classe Bacteroides
a quattro mesi dalla nascita.
Gli effetti sul feto
e sul neonato
Un eccessivo incremento ponderale materno
in gravidanza con dieta materna disarmonica
induce un’alterazione del microbiota neonatale con riduzione degli indici di biodiversità e
contemporanea riduzione della classe Bacteroides a quattro mesi dalla nascita.
Le ricerche del gruppo olandese “Generation
R”17 dimostrano che il disattendimento di DM
a favore di quella tradizionale (ricca in grassi
saturi e proteine animali) comporta una riduzione del tasso di folati plasmatici, vitamina
B12, incrementi di proteina C reattiva e omocisteina. A ciò si associa una riduzione del peso
fetale in media di 72 grammi. Tale decremento
quasi raddoppia a 131 grammi se comparato
rispetto al peso neonatale del gruppo di gravide con livelli culturali più elevati. Il calo ponderale si aggrava ulteriormente con riduzione tre
4.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Adulti (inclusi anziani) e bambini (a partire dai 6 anni di età):
Applicare un sottile strato di OVIXAN una volta al giorno sulle zone cutanee interessate. La frequenza delle applicazioni va successivamente ridotta in modo graduale.
Una volta ottenuto un miglioramento clinico, spesso è preferibile ricorrere a un corticosteroide meno potente.
Come con tutti i glucocorticoidi topici di potenza elevata, OVIXAN non deve essere
applicato sul viso, se non sotto stretto controllo medico.
OVIXAN non deve essere utilizzato per lunghi periodi di tempo (più di 3 settimane)
o su zone estese (oltre il 20% della superficie corporea). Nei bambini, la superficie
corporea da trattare non deve superare il 10%.
Popolazione pediatrica - Bambini al di sotto dei 6 anni:
OVIXAN è un glucocorticoide potente (gruppo III) e il suo impiego non è di solito raccomandato in bambini di età inferiore ai 6 anni, data la mancanza di dati rilevanti
di sicurezza (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione Uso topico.
4.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo (mometasone furoato), ad altri corticosteroidi o ad
uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
OVIXAN è controindicato nei pazienti con rosacea facciale, acne volgare, atrofia cutanea, dermatite periorale, prurito perianale e genitale, eruzione da pannolino, infezioni batteriche (per es. impetigine), infezioni virali (per es. herpes simplex, herpes
zoster e varicella) ed infezioni micotiche (per es. candidosi o dermatofitosi), tubercolosi, sifilide o reazioni post-vaccinali. OVIXAN non deve essere applicato sulle ferite o sulla cute ulcerata.
4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
In caso di irritazione o sensibilizzazione con l’uso di OVIXAN, il trattamento deve essere sospeso e deve essere istituita una terapia adeguata.
Se si sviluppa un’infezione, è necessario ricorrere all’uso di un adeguato agente antibatterico o antimicotico. Se non si verifica una risposta alla terapia in tempi brevi,
la somministrazione del corticosteroide deve essere sospesa fino a quando l’infezione non è sufficientemente sotto controllo.
L’assorbimento sistemico di corticosteroidi topici può produrre una soppressione reversibile dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (asse HPA), con la possibile instaurazione di un’insufficienza corticosurrenalica dopo la sospensione del trattamento. In
alcuni pazienti, l’assorbimento sistemico di corticosteroidi topici può anche causare,
durante il trattamento, la comparsa di una sintomatologia da sindrome di Cushing,
iperglicemia e glicosuria. In caso di applicazione di steroidi topici su zone cutanee
estese o su zone con medicazione occlusiva è necessario esaminare periodicamente
i pazienti per verificare la presenza di una soppressione dell’asse HPA.
La tossicità locale e sistemica è un evento comune, particolarmente in seguito a un
uso prolungato e continuo su zone estese di cute lesionata, nelle pieghe cutanee e
in caso di medicazioni occlusive con polietilene.
Non devono essere utilizzate medicazioni occlusive per le applicazioni sul viso. In
caso di applicazioni sul viso, la terapia deve essere limitata a 5 giorni. Deve essere
evitato il trattamento prolungato e continuo in qualsiasi paziente, indipendentemente dall’età.
Settembre 2017
Settembre 2017
L’uso di steroidi topici nella psoriasi può risultare rischioso per diverse ragioni, quali
il verificarsi di recidive da rimbalzo secondarie allo sviluppo di una tolleranza, il rischio
di psoriasi pustolosa localizzata e lo sviluppo di tossicità locale o sistemica dovuta a
un deterioramento della funzione di barriera propria della cute. Se il farmaco viene
utilizzato per la psoriasi, è importante tenere sotto stretta osservazione il paziente.
Come con tutti i glucocorticoidi topici potenti, si deve evitare l’interruzione improvvisa del trattamento. Quando si interrompe un trattamento topico prolungato con
glucocorticoidi potenti, si può verificare un fenomeno di “rimbalzo”, che assume la
forma di una dermatite caratterizzata da intenso rossore, dolore pungente e bruciore.
Queste manifestazioni possono essere prevenute riducendo il trattamento gradualmente, per esempio proseguendo la terapia in modo intermittente prima di sospenderla del tutto.
I glucocorticoidi possono alterare l’aspetto di alcune lesioni, rendendo difficile una
diagnosi adeguata ed eventualmente rallentando il processo di guarigione.
OVIXAN non deve essere applicato sulle palpebre, onde evitare il rischio potenziale
di glaucoma simplex o cataratta subcapsulare. OVIXAN preparazioni per via topica
non sono destinati a un uso oftalmico.
OVIXAN crema contiene propilenglicole, che può causare irritazioni cutanee, e alcool
cetostearilico, che può causare reazioni cutanee a livello locale (per es. dermatiti da
contatto).
Popolazione pediatrica
Usare con cautela nei bambini. Gli effetti collaterali segnalati durante l’uso sistemico
di corticosteroidi, inclusa l’inibizione della corteccia surrenale, possono verificarsi
anche con l’uso locale, in particolar modo nei bambini. I bambini possono risultare
più sensibili all’influenza dei glucocorticoidi topici sul sistema ipotalamo-ipofisisurrene (asse HPA) e alla sindrome di Cushing rispetto agli adulti, in quanto la loro
superficie cutanea è maggiore in relazione al peso corporeo. Il trattamento cronico
con glucocorticoidi può influenzare la crescita e lo sviluppo dei bambini (vedere
paragrafo 4.8).
Non utilizzare medicazioni occlusive nel trattamento di pazienti in età pediatrica.
La sicurezza e l’efficacia del mometasone furoato nei pazienti pediatrici di età inferiore ai 2 anni non sono ancora state stabilite; pertanto, l’impiego di OVIXAN in questa fascia di età non è raccomandato.
4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Non sono stati condotti studi di interazione.
4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
I corticosteroidi attraversano la placenta. Non sono disponibili dati clinici relativi all’uso di mometasone furoato in gravidanza. La somministrazione orale di mometasone furoato in studi sugli animali ha evidenziato degli effetti teratogeni; vedere
paragrafo 5.3. Non sono noti i rischi potenziali sull’uomo.
Sebbene l’esposizione sistemica sia limitata, le creme a base di mometasone furoato
devono essere utilizzate in gravidanza dopo un’attenta valutazione dei rischi e dei
benefici.
Per il trattamento in gravidanza di superfici cutanee estese per periodi di tempo
prolungati è necessario prescrivere corticosteroidi di bassa potenza.
Allattamento
Non è stato accertato che il mometasone furoato passi nel latte materno. Il mometasone furoato deve essere somministrato alle madri in allattamento solo dopo
un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici.
OVIXAN non deve essere applicato sul seno né sulle zone cutanee adiacenti durante
l’allattamento.
Fertilità
Nessun effetto noto.
4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non pertinente.
Effetti indesiderati
Gli eventi avversi sono presentati in base alla classificazione per sistemi e organi
secondo MedDRA all’interno di ciascuna categoria di frequenza e in ordine decrescente di gravità:
Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100, <1/10); Non comune (≥1/1.000,
<1/100); Raro (≥1/10.000, <1/1.000); Molto raro (<1/10.000)
Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Gli eventi avversi segnalati durante la somministrazione di glucocorticoidi per uso topico comprendono:
27
ALIMENTAZIONE
Eventi avversi correlati al trattamento e segnalati in base
alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza
Infezioni ed infestazioni
Non nota
Infezioni secondarie, foruncolosi
Molto raro
Follicolite
Patologie del sistema nervoso
Non nota
Parestesie
Molto raro
Sensazione di bruciore
Patologie vascolari
Molto raro
Telangectasia
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non nota
Dermatite allergica da contatto, dermatite periorale, ipopigmentazione, ipertricosi, strie, macerazione della cute, miliaria, reazioni acneiformi, atrofia cutanea locale, irritazione,
dermatite simile a rosacea papulosa (facciale), sensibilità capillare (ecchimosi), xerosi, ipersensibilità (al mometasone)
Molto raro
Prurito
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non nota
Dolore in corrispondenza della sede di applicazione,
reazioni in corrispondenza della sede di applicazione
per le due formulazioni. Le preparazioni sono state applicate secondo uno schema
randomizzato, su lesioni accoppiate sullo stesso soggetto. Le formulazioni sono state
applicate ogni giorno per 3 settimane, quindi a giorni alterni per 1 settimana e successivamente 2 due volte alla settimana per 2 settimane. I risultati hanno dimostrato
che OVIXAN 1MG/G CREMA è almeno altrettanto efficace (non inferiore) di Elocon
0,1% crema in termini di punteggio TSS (Total Severity Sign).
5.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento I risultati degli studi condotti sull’assorbimento percutaneo dimostrano
un assorbimento sistemico inferiore all’1%.
5.3 Dati preclinici di sicurezza
I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety toxicology, genotossicità e cancerogenicità (somministrazione per
via nasale) del mometasone furoato, oltre a quanto già noto per i glucocorticoidi.
Studi sulla somministrazione orale di corticosteroidi negli animali hanno evidenziato
tossicità della riproduzione (palatoschisi, malformazioni scheletriche).
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1 Elenco degli eccipienti
Olio di cocco raffinato, Acido stearico, Alcool cetostearilico, Macrogol stearato, Glicerolo monostearato 40-55, Propilenglicole, Sodio citrato (per la regolazione del pH),
Acido citrico anidro (per la regolazione del pH), Acqua purificata.
6.2 Incompatibilità
Non pertinente.
Un aumento del rischio di effetti sistemici e di eventi avversi localizzati si verifica in
caso di somministrazione frequente, trattamento di zone estese o trattamento prolungato, nonché in caso di trattamento di aree intertriginose o con medicazioni occlusive. Casi di ipo- o iperpigmentazione sono stati segnalati raramente in relazione
con altri farmaci cortisonici e possono pertanto verificarsi con il mometasone furoato.
Eventi avversi segnalati durante terapie con glucocorticoidi per via sistemica, compresa l’insufficienza surrenalica, possono verificarsi anche con corticosteroidi ad
uso topico.
Il trattamento di psoriasi diffusa o l’improvvisa sospensione di una terapia prolungata
con un corticosteroide potente può indurre una psoriasi pustolosa o eritrodermica.
Il riacutizzarsi di un eczema può essere considerata come un fenomeno di rimbalzo
a seguito della brusca interruzione del trattamento.
Popolazione pediatrica
I pazienti pediatrici possono essere maggiormente soggetti alla sindrome di Cushing
e alla soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene indotta da glucocorticoidi rispetto ai pazienti in età matura, a causa del rapporto maggiore tra superficie cutanea e peso corporeo. La terapia cronica con glucocorticoidi può interferire con la
crescita e lo sviluppo dei bambini. Sono stati segnalati casi di ipertensione endocranica in pazienti pediatrici sottoposti a terapia con glucocorticoidi topici. Le manifestazioni di un’ipertensione endocranica sono: protrusione delle fontanelle, cefalea
e papilledema bilaterale.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo
del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Sovradosaggio
Un uso eccessivamente prolungato di glucocorticoidi topici può sopprimere la funzione
dell’asse HPA e dare luogo a un’insufficienza secondaria della corteccia surrenale. In
caso di soppressione dell’asse HPA, è necessario ridurre il numero di applicazioni o
sospendere il trattamento, osservando le cautele del caso in queste situazioni. Il contenuto di steroidi in ciascun contenitore è così ridotto da comportare una tossicità
minima o nulla nell’improbabile ipotesi di un’ingestione orale accidentale.
6.3 Periodo di validità
3 anni.
6.4 Precauzioni particolari per la conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
6.5 Natura e contenuto del contenitore
Tubo di plastica di polietilene laminato in alluminio con tappo a vite bianco in polipropilene.
Confezioni: Tubi contenenti 15 g, 30 g, 35 g, 70 g, 90 g o 100 g di crema.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento
Nessuna istruzione particolare.
7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
ABIOGEN PHARMA S.p.A. - Via Meucci, 36 - Ospedaletto - PISA - Italia
8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
043604014 - “1 MG/G CREMA” 1 TUBO IN PE/AL/PE DA 15 G
043604026 - “1 MG/G CREMA” 1 TUBO IN PE/AL/PE DA 30 G
043604040 - “1 MG/G CREMA” 1 TUBO IN PE/AL/PE DA 35 G
043604053 - “1 MG/G CREMA” 1 TUBO IN PE/AL/PE DA 70 G
043604065 - “1 MG/G CREMA” 1 TUBO IN PE/AL/PE DA 90 G
043604038 - “1 MG/G CREMA” 1 TUBO IN PE/AL/PE DA 100 G
9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE
30 Aprile 2015
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO
Maggio 2016
5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
5.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: corticosteroidi, preparati dermatologici; corticosteroidi,
non associati.
Codice ATC: D07AC13
Meccanismo d’azione ed effetti farmacodinamici
Il mometasone furoato è un glucocorticoide potente del gruppo III. Il principio attivo,
mometasone furoato, è un glucocorticoide di sintesi non florurato con un estere furoato in posizione 17. Come nel caso di altri corticosteroidi per uso topico, il mometasone furoato ha effetti antinfiammatori, antiprurito ed antiallergici.
Efficacia e sicurezza clinica
Uno studio della durata di 6 settimane e condotto su 58 pazienti affetti da psoriasi
ha messo a confronto OVIXAN 1MG/G CREMA (emulsione O/A) con Elocon® 0,1%
crema (emulsione A/O); il confronto è stato effettuato anche sui veicoli utilizzati
28
Crema tubo 30 g
Euro 5,62
Crema tubo 100 g
Euro 17,06
Classe A - Nota 88 - RR
Settembre 2017
volte maggiore (214 grammi) se oltre alla dieta
tradizionale si associa il tabagismo. Inoltre, la
dieta tradizionale comporta un rimaneggiamento sfavorevole dei vasi uterini materni con
aumento delle resistenze misurati al doppler
ecograico e parallela riduzione del peso placentare (meno 15 grammi).
Lo studio bicentrico cretese e americano dimostra che DM in gravidanza permette una riduzione della deposizione di adipe infantile e in
età prepubere, dei tassi di leptina plasmatici e
dei valori pressori medi. Fernandez-Barres evidenzia che la DM in gravidanza andrebbe a favorire una ridistribuzione dell’adipe neonatale
riducendo la presenza di grasso del “giro vita”.
È bene sottolineare come gli stessi effetti
biologici dietetici transgenerazionali sfumino
in contesti convenzionali rispetto a situazioni
eccezionali come durante la carestia olandese del 1944-1945. Infatti, i determinanti della crescita feto-neonatale sono multifattoriali
e le interazioni tra le stesse variabili porta ad
individualizzare gli effetti inscenando cascate
epigenetiche differenti. Pinto, tuttavia, mette
in luce come alto tenore nel consumo materno
di grassi totali, trans, saturi e omega 6 possa
comunque associarsi a rischio di IUGR. In particolare, omega 6 correla fortemente alla deposizione di adipe neonatale rispetto a DHA–
omega 3 che favorisce un incremento del peso
neonatale.
Lo studio prospettico di Bryant dimostra che
un elevato consumo di omega 3 nell’ultima
parte della gravidanza si associa a un miglioramento dell’elasticità aortica dei igli dopo
nove anni dalla nascita misurata al color doppler18.
Hanno un ruolo anche i fattori ormonali, biologici e costituzionali. Tra i fattori ormonali,
IGF–1 materni, HDL del plasma cordonale
ombelicale correlano positivamente al peso
neonatale mentre i trigliceridi materni negativamente19.
La costituzione materna è altra variabile indipendente in grado di inluenzare lo sviluppo
post-natale con effetti differenti per fase della
gravidanza. Il sovrappeso materno del primo
trimestre si correla positivamente con quello
infantile a due e quattro anni (OR 1.25 e 1.15 rispettivamente) senza tuttavia inluenzare il peso
neonatale alla nascita. Il BMI materno aumentato negli ultimi due trimestri comporta un’inversione di effetto ovvero l’aumento del rischio
di macrosomia alla nascita (OR 1.22), ma alcun
effetto sul proilo ponderale infantile20.
Settembre 2017
Riguardo al parto pretermine, esiste un solo
trial clinico randomizzato norvegese del 2005
che dimostra la riduzione del rischio di parto
pretermine (< 37 settimane) in donne con DM
(OR 0.10)21.
Il legame tra la dieta
e l'atopia infantile
L’impennata negli ultimi due decenni del rischio atopico di cui affetto oggi un quinto
della popolazione pediatrica è stato il presupposto della review di Netting e Maria Makrides che include 42 studi corrispondenti a oltre
40 mila diadi materno- fetali22. Tale ascesa è
in buona parte motivata dalla “teoria igiene”,
ovvero che l’imprinting immunologico è deinito dal carico antigenetico che nell’era attuale risulta ridotto data la più frequente assenza
di fratelli, animali domestici, eccessive misure
antisettiche e antibiotici. Le variabili genetiche
comportano un rischio di trasmissione dell’assetto atopico per la presenza di un solo parente di primo grado, tale rischio aumenta al
70 per cento se sono affetti entrambi genitori.
Dalla review emerge che il rischio allergico si
associa a parto cesareo, infezioni precoci, introduzione di cibi solidi, inquinamento atomosferico, riduzione di biodiversità del microbiota intestinale. Appare fondamentale l’interplay
tra allergeni e dieta. In tal senso, la DM emerge come quella più protettiva assicurando un
adeguato apporto di frutta, vegetali e vitamina
D rispetto a cibi sensibilizzanti come oli vegetali, margarina, noci e quelli dei fast-food.
Lo studio bicentrico del gruppo cretese RHEA
e spagnolo INMA dimostra un aumento del rischio di sviluppare wheeze ed eczema nei igli
di donne che in gravidanza avevano assunto
alta quantità di carne [odds ratio 1,22] al contrario il consumo di prodotti caseari risulta protettivo [odds raio 0,83]23.
Il consumo di carne si può associare a elevato rilascio di nitriti e, quindi, a liberazione di
specie nitrogeno reattive che portano a iniammazione delle vie aeree, alterazione DNA,
inibizione dei meccanismi di riparazione mitocondriale, conseguente stress nitrosattivo,
cronicizzazione del processo, deterioramento
delle strutture polmonari con sviluppo di wheeze e patologia ostruttiva.
L’impatto sulle capacità
cognitive neonatali
La coorte di studio Generation R ha valutato
anche l’assetto cognitivo-emozionale dei bam-
29
ALIMENTAZIONE
bini in base alla tipologia di dieta materna. A
18 mesi, tre e sei anni è stato appurato che
la DM in gravidanza comportava riduzione
del rischio (OR 0,90) di disturbi di “esternalizzazione” (comportamenti aggressivo e deicit di attenzione) mentre la dieta tradizionale
aumentava il rischio [OR 1,11]. Il meccanismo
isiopatologico richiamato è rappresentato dal
fatto che la dieta tradizionale – ricca di grassi
saturi – andrebbe a provocare stress ossidativo
con riduzione di BDNF (brain derived neurotrophic factor) al contrario del meccanismo di
supporto di omega 3 per BDNF.
Lo studio anglo-brasiliano ALSPAC di coorte
– oltre 12 mila diadi materno infantili - dimostra che l’elevato consumo di frutta e vegetali
nell’ultimo trimestre di gravidanza si associa
otto anni dopo la gravidanza a più elevati quozienti intellettivi – sfere comportamentali e cognitive – rispetto a clusters dietetici materni ad
alto tenore di carne, farine bianche e caffè24.
I risvolti di carattere
sociale ed economico
Una delle principali preoccupazioni nel conte-
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metabolic risk factors. PLoS Med. 2009, 6, e1000058
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30
te, l’ingresso nell’unione europea ha sfavorito
il supporto alla dieta tradizionale mediterranea
essendo i sussidi europei destinati per lo più
ad aziende/corporation che producono “low
cost food”, con un parallelo aumento dei costi
di produzione per le aziende familiari dedicate
ad alimenti di qualità. Inine, il recente monito
della FAO prevede la necessità di aumentare
del 60 per cento la produzione di derrate alimentari per il 2050.
L’emergenza alimentare oggi deve fronteggiare una situazione schizofrenica ove la malnutrizione si dispiega nell’eccesso oltre che nel
difetto. Le strategie debbono quindi indirizzarsi a stimolare la diversiicazione delle diete,
controllare gli sprechi, minimizzare i costi ambientali. Secondo la FAO, una dieta sostenibile
è sorretta dalle seguenti caratteristiche:
◗ interdipendenza produzione di cibo ed ecosistemi
◗ salute umana non isolata dagli ecosistemi
◗ produzione locale –> ecosistemi sostenibilità e sicurezza alimentare
◗ ridotto impatto ambientale & ottimizzazione delle risorse naturali a disposizione
sto mediterraneo è associata all’abbandono
precoce nell’infanzia e nell’adolescenza della
DM a favore di quella americana e nordeuropea, caratterizzate da alti consumi di carne rossa, burro, grassi animali, zucchero e cibi salati.
A ciò si associa la continua ascesa del tasso di
obesità della popolazione adulta e infantile. La
survey portoghese del 2013 fotografa i cambiamenti intercorsi tra il 1963 e il 2000:
◗ incremento del consumo calorico del 20.1
per cento
◗ incremento del consumo di lipidi 48.1 per
cento
◗ incremento consumo di latte 77.8 per cento e latticini 23,6 per cento
◗ riduzione del consumo di carboidrati 20.5
per cento
◗ riduzione del consumo di cereali 29.9 per
cento.
Un quarto dei partecipanti lamenta dificoltà
economiche come causa di scelte alimentari disarmoniche. Tuttavia, nel 1990 quasi un
terzo del budget familiare era destinato all’alimentazione. Nel 2011 solo 13,3 per cento è
destinato all’acquisto di cibo. Paradossalmen-
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Settembre 2017
◗
politiche di lunga gittata oltre all’interesse
per l’immediato
◗ accessibilità culturale, sociale ed economica.
La DM risponde appieno a tali necessità, garantendo l’armonizzazione e le sinergie dei
quattro universali pilastri: salute umana, ambiente, cultura e sostenibilità economica.
E’ oggi evidente che una dieta materna in gravidanza dal proilo mediterraneo sia alla base del:
◗ successo riproduttivo al concepimento (naturale e da riproduzione assistita)
◗ prevenzione di patologie materno-fetali in
gravidanza
◗ migliorare il programming fetale e quindi
prevenzione delle malattie della vita adulta
◗ migliorare gli assetti immunitari, cardiovascolari, cognitivo-comportamentali del futuro adulto.
Sulla base di queste evidenze si può quindi
ipotizzare un ruolo protettivo della dieta mediterranea, non solo in età adulta, come ormai
ben noto, ma anche nelle prime epoche di
vita, supportando quindi la necessità di programmi di promozione di questo tipo di regime alimentare durante i primi 1000 giorni.
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