Electa
arte
Veneta
72
/2015
Electa
arte
Veneta
Rivista di storia dell’arte fondata nel 1947
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SOMMARIO
9 Il Cristo e gli Evangelisti del ciborio
di San Marco
Fulvio Zuliani
31 La ‘perduta’ tomba del doge
Lorenzo Celsi
Silvia D’Ambrosio
49 Shedding light on the Venetian
sculptor Pantaleone di Paolo
Anne Markham Schulz
61 Fonti antiche e moderne
per la pittura religiosa di Tiziano
nel sesto decennio
Marsel Grosso
77 Per Francesco Segala “padovano
scultore et architettore”
Luca Siracusano
107 “…e procurò alcuna memoria
delle sue mani”. Federico Zuccari
e le copie da Paolo Veronese
nei taccuini di viaggio
Martina Lorenzoni
119 “Basta che la supericie appaghi
la vista”: introduzione allo studio
dello stucco a Venezia dal barocco
al rococò
Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
155 Le copie a colori delle Varie pitture
a’ fresco dei principali maestri
veneziani di Anton Maria Zanetti
Chiara Piva
Segnalazioni
166 Un “nuovo” pittore per Francesco
il Vecchio da Carrara. Qualche nota
sugli afreschi della stanza di Luigi
il Grande d’Ungheria nel castello
di Padova
Francesca Flores d’Arcais
173 Un nuovo libro su Tullio Lombardo
e alcuni ragionamenti sul tema
Matteo Ceriana
184 A Portrait of a Lady by Bartolomeo
Veneto
David Ekserdjian
185 Aggiunte a Cristoforo Cortese
e al Maestro della Commissione
Donato
Daniele Guernelli
189 La bacchetta del pittore:
da poggiamano a reggiirma
in alcuni dipinti di scuola veneta
Marco Tagliapietra
194 L’Apollo della collezione Mantova
Benavides e la fortuna di Rafaello
in area veneta
Stefano Pierguidi
196 Pittori “foresti” in Croazia: proposte
per Paolo Fiammingo, Niccolò Renieri
e Hans Rottenhammer
Stefania Mason
202 Scultori veneziani del Sei e Settecento
a Brescia e a Bergamo: Giovanni
Comin, Pietro Baratta, Antonio Gai
Giuseppe Sava
211 Giuseppe Garrovi, l’“unico discepolo
dei celebri stuccatori Abbondio
Stazzio e Carpoforo Mazzetti”
Paolo Delorenzi
Carte d’archivio
220 La chiesa delle Terese di Venezia,
nuovi documenti
Maria Stella Alfonsi
231 Regesto cronologico-documentario
degli stuccatori attivi a Venezia
da Andrea Pelli (1652-1725)
a Carpoforo Mazzetti Tencalla
(1710-1775)
Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
249 La pittura d’accademia nel Settecento
e la decorazione della sala
della Nuova Cancelleria nella Scuola
Grande di Santa Maria della Carità
a Venezia
Debora Tosato
ebook Bibliograia dell’arte veneta
(2014)
a cura di Paolo Delorenzi (monograie)
e Meri Sclosa (periodici)
“BASTA CHE LA SUPERFICIE
APPAGHI LA VISTA”: INTRODUZIONE
ALLO STUDIO DELLO STUCCO A VENEZIA
DAL BAROCCO AL ROCOCÒ
Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
La straordinaria fortuna incontrata dall’arte dello stucco nel Settecento spinse Giorgio Fossati, “architetto dell’antico borgo di Morcò1, diocesi di Como, Stato de’ signori Svizzeri”, a includere la storia
“D’uno stuccatore” nella Raccolta di varie favole uscita a Venezia nel 17442. Il protagonista della favola, al quale “tutti ricorrevano”, riempiva “l’interno delle igure di stoppa e cenci”, rendendo così “prezioso ciò che infatti era vile”: si trattava di un “inganno” venduto a “peso d’oro”. Ma, spiegava Fossati:
“Nel tempo in cui viviamo non si guarda l’interno […], basta che la supericie appaghi la vista” e, “se
mai nel mondo è stato in credito l’inganno, possiamo dire, senza dar torto al corrente secolo, che in
questo il supericiale ha preso il luogo del massiccio e il into del vero”.
1. Andrea Pelli e Abondio Stazio
(per gli stucchi), Sebastiano Ricci
(per gli afreschi), Soitto,
particolare. Venezia, palazzetto
Zane, salone.
Prologo
L’organizzazione del cantiere, l’utilizzo ricorrente di modelli comuni e le tecniche impiegate in un
apparato a stucco rendono arduo indicarne con certezza l’autograia, per non dire la distinzione
delle diverse mani all’opera in un medesimo contesto. Dunque, mai come in questo campo, in assenza di documenti, un approccio strettamente attribuzionistico può generare errori.
Con tale premessa, abbiamo creduto urgente raccogliere la documentazione nota sugli stuccatori attivi a Venezia in un arco cronologico compreso fra la metà del Seicento e la metà dell’ottavo
decennio del Settecento. La scelta della inestra temporale coincide da un lato con l’afermarsi di
una generazione di stuccatori, quasi tutti ticinesi, formatasi nel gusto del barocco e dall’altra con il
tramonto della stagione rococò e il progressivo passaggio al neoclassicismo: un arco che si tende
tra la igura di Andrea Pelli (1652-1725) e quella di Carpoforo Mazzetti Tencalla (1710-1775). La documentazione, integrata con altra inedita e con le scarse fonti coeve, è stata inine riunita in un regesto3. Lacune e incertezze permangono, in uno studio che è per essenza in itinere, ma già in questa fase si possono porre alcuni capisaldi e, d’altro canto, incrinare certezze che si sono rivelate
semplici luoghi comuni.
La ricerca sull’argomento è condizionata dall’assenza, a Venezia, di un’arte degli stuccatori, ovvero
di elenchi con nome, età e importo dovuto per la tansa4. Già Agostino Sagredo nel 18565 aveva sottolineato come tali arteici “non facessero corpo d’arte da sé, né fossero colonnelli di altre arti”, ipotizzando che “gli stuccatori d’ornamenti forse si scrivevano nella matricola dei muratori e degli scarpellini”. Adesso sappiamo che in quelle due “matricole” non si trovano stuccatori, a parte due casi
nell’arte dei tagliapietra: Pietro Roncaioli registrato dal 1681 al 1694 circa e Bartolomeo (Bortolo)
Penso, detto Cabianca, registrato solo nel 1720. Nel quasi totale silenzio delle più antiche guide di
Venezia6, per individuare questi artisti rimangono i documenti d’archivio relativi a cicli decorativi di
palazzi, chiese o scuole di devozione.
A partire dal pioneristico saggio di Maria Ciartoso Lorenzetti del 19297, gli studi successivi hanno
inteso attribuire quasi tutta la produzione stucchiva veneziana settecentesca (e non solo) ai due
nomi verso i quali la storia aveva ino ad allora riservato un trattamento più benevolo: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti, che stanno allo stucco lagunare come, nello stesso immaginario, Andrea
Brustolon sta all’intaglio ligneo8. Un mito consacrato in origine dal passo che l’erudito Gianalfonso
Oldelli dedicava ai due nel dizionario degli uomini illustri del Canton Ticino del 1807: “non avvi direi
119 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
lescente Carpoforo, appena quindicenne all’attacco del secolo17. Un approccio ardito, poiché lo stesso Pavanello avverte di tenere “sempre presente che vario è il panorama degli stuccatori attivi nel
primo Settecento in ambito veneto”18.
Un genovese e un siciliano a Venezia
La ioritura dello stucco tardobarocco a Venezia ha i suoi prodromi. L’archetipo è costituito dal monumento al patriarca Giovanni Francesco Morosini, opera dello scultore e architetto genovese Filippo Parodi, collocato sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa di San Nicolò da Tolentino. Sulla
datazione di questo pittoricissimo, asimmetrico mausoleo di ispirazione berniniana, con il suo consistente apparato a stucco (circa due terzi della supericie totale del complesso), non v’è certezza, ma
la critica oramai accetta di collocarne l’esecuzione entro la metà degli anni ottanta del Seicento19.
Il disinvolto utilizzo della partitura a stucco di matrice romana aiora anche nella cappellina battesimale di Santa Maria del Giglio che l’architetto e ingegnere siciliano Domenico Michele Paternò
portava a compimento nel 1690. Sebbene compromesso nel registro inferiore, questo apparato mostra ancora oggi tutta la sua originalità, in particolare per la presenza del baldacchino e delle colonne tortili. Le candide incrostazioni che rivestono il piccolo vano sono trattate con la maestria di un
ceroplasta, abilissimo nel delineare le spiritose isionomie dei putti e dei cherubini (ig. 2).
Nel monumento Morosini e nel battistero di Santa Maria del Giglio prende forma il bel composto
di estrazione berniniana20: un paradigma di elementi tipologici che ritorneranno sviluppati nei principali cicli veneziani tardoseicenteschi e del secolo successivo.
quasi, in Venezia, palazzo, o casa, di qualche considerazione, in cui non si veggano i lavori di questi
due grandi amici e indivisi compagni”9. Con il tempo, però, dai documenti si sono via via afacciate
nuove igure10: Antonio Adami, Giambattista Beretta, Alvise Bossi, Bortolo Cabianca, Giuseppe Castelli, Pietro Castelli, Vincenzo Colomba, Giuseppe Ferrari, Gaspare Lavizzari, Giovanni Maggi, Carpoforo Mazzetti Tencalla, Domenico Michele Paternò, Angelo Pelle (alias Michelangelo Pelli), Andrea
Pelli, Francesco Re, Giovanni Pietro (detto Pietro) Roncaioli, Giovanni Andrea (detto anche Andrea)
Rossi, Baldassare, Giambattista, Andrea e Giuseppe Solari. E a questo già nutrito elenco possiamo
ora aggiungere: Pietro Andreoli, Pietro Branchini, Martino Brida, Sebastiano e Carlo Castelli, Prospero Franchini, Giovanni Battista Garovo Allio, Giuseppe Maria Garovi, Bortolo Lavizzari, Giambattista
Muttoni, Lorenzo Pelli, Pietro Vincenti11.
A Venezia, a partire dalla seconda metà del Seicento, intere famiglie ticinesi sono impiegate nei
mestieri legati all’edilizia: muratori, falegnami, stuccatori e, in alcuni casi, architetti o proti. Fra i mureri rinveniamo nomi comuni agli stuccatori: Adami, Bossi, Ferrari, Roncaioli, Rossi, Pelli, Solari12.
Quando non sono legami di parentela, sono le procure, i padrinaggi ai battesimi o le testimonianze
per le libertà di matrimonio che rivelano rapporti fra gli stucadori, i mureri e i marangoni. In questa
intricata trama, per le due ultime professioni, ricorrono spesso i nomi dei Caccia, dei Chechia, dei
Croce, dei Fossati, degli Isella, dei Morelli, dei Ruggia, dei Roggia, dei Sardi, dei Visetti. I ticinesi intrecciano una rete di parentele e di amicizie sull’Italia tutta, ma anche sull’Europa, dalla Spagna ai paesi
scandinavi, inanco alla Russia e all’Irlanda, con una circolazione di notizie che possiamo immaginare ittissima13.
Di recente, rispetto a questo panorama vivace e ai tentativi di allargare la prospettiva di ricerca14,
Giuseppe Pavanello15 ha voluto procedere a una restaurazione del mito della coppia Stazio-Mazzetti, riportando in auge una lista di palazzi nei quali i due stuccatori avrebbero operato in collaborazione; un elenco che Jacob Caspar Füssli aveva inserito nella biograia di Carpoforo Mazzetti uscita
nella Geschichte der besten Künstler in der Schweitz del 177416. A tali episodi Pavanello ne ha aggiunti
altri in virtù di una lettura stilistica, facendo principiare tutto dal 1700 per rimanere incatenato al
dettato di Füssli e Oldelli e rendere plausibile la presenza paritetica, a ianco di Abondio, di un ado-
2. Domenico Michele Paternò,
Putti reggicartiglio. Venezia,
chiesa di Santa Maria del Giglio,
cappellina battesimale.
120 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
Andrea e Lorenzo Pelli
Sulla igura dello stuccatore Andrea Pelli nella Geschichte di Füssli non v’è cenno. La critica si era soffermata soprattutto sul suo legame con l’intelvese Girolamo Aliprandi, del quale Andrea fu collaboratore nella chiesa del Calvario a Bolzano (1682)21. Alla coppia sono stati poi attribuiti l’urna di San
Clemente in Santa Maria Maggiore a Trento (intorno al 1682) e i soitti di due sale della Giunta Albertiana nel castello del Buonconsiglio (1687-1688)22. In anni recenti sono stati aggiunti al suo catalogo
il ricchissimo apparato a stucco di palazzo Leoni Montanari a Vicenza, nel quale, pur in collaborazione con Aliprandi, Pelli pose la propria irma sul soitto della galleria della Verità (in un momento fra
il 1688 e il 1694); gli stucchi nel casino Zane a San Stin a Venezia insieme ad Abondio Stazio (16971698) (ig. 1); e, ultima fatica documentata della “mano virtuosa del signore Andrea Pelli”, la decorazione delle cappelle di San Martino e del Santo Sepolcro nella chiesa del monastero vallombrosano
di Astino nei pressi di Bergamo (1709-1710).
La nostra ricerca ha permesso ora di issare gli estremi biograici di questo artista, che nacque a
Brusino Arsizio nel 1652 e vi morì nel 172523, mettendo inoltre a fuoco il legame con Girolamo Aliprandi, non solo professionale, ma anche famigliare. Sono signiicative in questo senso le disposizioni contenute nel primo testamento di Aliprandi, stilato a Brusino nel 1688, nel quale lasciava al “collega” Andrea Pelli “doi pezi di quadri a sua ellettione et un tapeto di Fiandra” e al iglio appena
settenne di questi, Lorenzo, “tutti et qualunque dissegni, modeli et libri che si troveranno in casa al
tempo della mia morte”24. Lorenzo, che era nato a Brusino nel 1681, sarà con il padre Andrea a Venezia nel 1701, entrambi impegnati nella decorazione della sala da ballo di Ca’ Tron a San Stae. Della
sua attività di stuccatore per il momento altro non sappiamo. Lontano dalla Svizzera (“e patria absentis”) nel 1712, Lorenzo ancora nel 1740 risulta “commorante” a Venezia, mentre nel 1746 esegue il
disegno per una cancellata nella parrocchiale di Brusino25. Nel corso del Settecento i suoi igli, nati
dal matrimonio con Anna Lavinia Paleari di Ambrogio, giungeranno nella Serenissima: Michelangelo
stuccatore, Andrea falegname e Ambrogio muratore26.
Ma la prima collaborazione professionale fra Andrea Pelli e Abondio Stazio avvenne davvero a
Venezia nel Casino degli Zane? A seguito di un’ulteriore ricognizione sul registro dei pagamenti destinati agli arteici impegnati in quel cantiere, sappiamo ora con certezza che Pelli e Stazio si trovavano entrambi coinvolti nella decorazione della sala degli Zane in dal settembre del 1697 e possiamo anche immaginare una società nella quale il ruolo direttivo, pur tra pari, doveva spettare ad
Andrea, essendo questi più anziano di almeno tredici anni rispetto ad Abondio. Alla luce di tali evidenze risulta quindi peregrino immaginare una precedente società? e forse, qualche anno prima, nel
vasto e impegnativo cantiere di palazzo Leoni Montanari a Vicenza?
Certo si è che nell’impresa del nuovo salone da ballo di Ca’ Tron a San Stae, che vide coinvolti l’architetto Antonio Gaspari (1691-1696) e il pittore Louis Dorigny (1700-1702)27, non troviamo Abondio
Stazio, bensì, come anticipato, Andrea Pelli con il iglio Lorenzo. Lo possiamo sapere ora grazie al
contratto stipulato il 10 luglio 1701 fra Andrea Pelli e il nobiluomo Andrea Tron, per il quale l’artista
si obbligava a realizzare le cornici a stucco per le sovrainestre, i sottobalconi e le sovraporte che
avrebbero ospitato gli ovali su tela dipinti da Dorigny28, artista che Pelli aveva già incontrato a palaz-
121 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
3. Andrea e Lorenzo Pelli
(attribuito a, per gli stucchi),
Louis Dorigny e altri
(per gli afreschi), Soitto. Venezia,
Ca’ Tron a San Stae, gabinetto
degli specchi.
4. Pietro Roncaioli (attribuito a),
Putto reggifestone. Morcote,
chiesa di Sant’Antonio da Padova,
cappella maggiore.
zo Leoni Montanari circa dieci anni prima. Il salone da ballo a doppia altezza di Ca’ Tron fu purtroppo
demolito nell’Ottocento, ma, quando fu concepito, rappresentava per Venezia un episodio fra i più
aggiornati sul gusto barocco romano (tanto per l’architettura, quanto per la decorazione a fresco) ed
era coevo a quello di palazzo Zenobio, ove operarono Antonio Gaspari, Louis Dorigny29 e – secondo
Pavanello sulla scorta di Füssli – Abondio Stazio con Carpoforo Mazzetti30. Di Ca’ Tron Füssli non fa
cenno, ma recentemente si è inteso comunque attribuire alla coppia Stazio-Mazzetti gli stucchi del
gabinetto degli specchi posto sopra lo scalone31. Nel 1701, come appena detto, sono attestati i Pelli
quali autori degli ornati nel nuovo salone da ballo in fondo alla corte, che era collegato al palazzo da
un passaggio variamente indicato come “passalizio”, andito o galleria, anch’esso atterrato nell’Ottocento. Proprio in questo vano – lo rivela il contratto con Dorigny per l’afresco del salone, sottoscritto il 20 settembre 1700 – erano previsti degli stucchi, poiché il pittore si impegnava a “dipinger cinque quadri a oglio che vanno nel soitto della galaria in mezo li stucchi”32. Lo stesso si obbligava poi
“a rinfrescar il loghetto su la scala”: si tratta dei decori a fresco della volta e dei giochi di putti “del signor Dorignì”33, ancora oggi in situ, negli ovali “sopra e sotto gli specchi” che molti anni dopo nel
1766 Jacopo Guarana si incaricava di restaurare. E, vista la presenza nel 1701 a Ca’ Tron dei Pelli, gli
ornati della perduta galleria e quelli ancora esistenti nel “loghetto” sopra le scale, cioè nel gabinetto
degli specchi, si potrebbero ben ricondurre alla mano di questi ultimi (ig. 3).
Giovanni Pietro Roncaioli
A Giovanni Pietro Roncaioli (detto Pietro), Füssli riserva un laconico cammeo privo del ritratto, indicandolo semplicemente come “Roncaioli von Brusino Arsiccio”34. L’erudito svizzero aferma di non
conoscerne né il nome, né il maestro che l’avviò all’arte dello stucco, ma ne sottolinea l’abilità ricordando la sua opera più signiicativa: l’apparato della cappella delle reliquie al Santo a Padova.
Adesso sappiamo che Pietro Roncaioli era nato a Brusino Arsizio nel 1656 e che doveva conoscere
bene il compaesano e quasi coetaneo Andrea Pelli. Entrambi erano igli di “magistri”35, termine usato
per indicare l’attività nel campo dell’edilizia, e partecipavano alla vita pubblica della comunità nella
quale di norma ritornavano durante i mesi più freddi dell’inverno. Nello speciico, Antonia Rusconi,
futura moglie di Pietro, nel 1681 sarà madrina di Lorenzo, primogenito di Andrea, mentre Maria Lucia Bossi, seconda moglie di Andrea, nel 1689 sarà madrina al battesimo di Giovanni Battista, primogenito di Pietro.
122 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
123 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
Una fonte indicherebbe come primo lavoro a stucco di Pietro Roncaioli la volta del presbiterio e
le statue dell’altare maggiore della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Morcote (intorno al 1676)36
(ig. 4). È documentato a Venezia dal 1681, in origine come scultore, poi nel 1691 come stuccatore
nella chiesa di San Bartolomeo a Rovigo e inine nella cappella delle reliquie al Santo, impresa alla
quale attese dal 1697 ino alla morte, che avvenne a Brusino nel 1706. Si trova a Venezia nel 1695,
quando rilascia una procura allo zio per la divisone ereditaria dei beni del padre Giambattista, morto in parrocchia di San Vidal l’anno prima e già attivo nelle lagune come capomastro dalla seconda
metà degli anni cinquanta del Seicento37. Nella stessa contrada, in una casa situata dietro palazzo
Morosini, abitava anche il fratello minore di Pietro Roncaioli, Camillo, murer38, e ancora a Venezia si
troverà il iglio terzogenito, Giovanni Pietro, anch’egli muratore, che perirà nel 1723, all’età di ventiquattro anni, a seguito di un incidente di cantiere39. Nel 1702 Pietro sottoscrive il contratto di apprendistato con Giovanni Battista Garovo Allio da Bissone e nel 1706 viene ricordato da Vincenzo
Coronelli come scultore in metallo: “E per modellare e sizillare in ogni metallo, non è chi sorpassa
[…] Pietro Roncagioli”40.
La formazione di Abondio Stazio
La fonte più antica dalla quale attingere notizie sulla igura e l’opera di Abondio Stazio rimane il
proilo tracciato da Füssli nel 1774, da integrare con quello di Carpoforo Mazzetti41. Nelle pagine
dedicate a quest’ultimo si trova infatti la lista dei lavori intrapresi in società42. È però necessario non
dimenticare che tali biograie vedono la luce vent’anni dopo la scomparsa dei due artisti e raccolgono informazioni di seconda mano43, che non si possono acriticamente ritenere attendibili nella loro
interezza, come fossero documenti, e ciò in dalle indicazioni errate sulle loro date di nascita44.
Dall’atto di morte di Stazio, avvenuta a Venezia in parrocchia di San Geremia il 12 agosto 1745, ne
conosciamo l’età, “82 [anni] incirca”, e il patronimico, “quondam Domenico”. Prestando fede a queste
indicazioni, lo stuccatore sarebbe nato intorno al 1663. Ma un’altra notizia permette di circoscrivere
il momento della sua nascita. Nel 1705 il censimento della parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a
Venezia vede Abondio residente in una casa posta in calle del Pozzetto; questi si dichiarava “d’anni
40, forestier, solo in casa, stucador”. Grazie a questa diretta testimonianza si può stabilire, con un
minor margine di incertezza, il 1665 come anno di nascita dell’artista. Rimane però il problema del
luogo natale. Füssli indica Massagno, villaggio situato sulla collina sopra Lugano. E d’altra parte, in
5. Bartolomeo Quadri con l’aiuto
di Abondio Stazio, Putti
reggicartiglio. Weißenfels,
Schloßkirche, volta della navata.
dal primo documento nel quale viene menzionato, risalente al 1684, Abondio è deinito “di Massagnio”. Ma, sebbene sia certa l’origine massagnese dalla famiglia Stazio – un ramo della quale risulta
a Venezia già negli anni trenta del Seicento, ove nel 1653 fu ascritto al patriziato45 –, nei registri dei
battesimi della pieve di San Lorenzo di Lugano46 non v’è traccia dell’atto di battesimo di Abondio47;
e in un arco temporale compreso fra il 1650 e il 1710, nei registri canonici della stessa parrocchia,
non risultano nemmeno battesimi di eventuali fratelli. L’unico lebile indizio è costituito dall’atto di
morte di un Domenico Stazio (il padre di Abondio?) “da Massagno di anni cinquantacinque” registrato il 17 agosto 170348. A complicare ulteriormente le cose, sempre Füssli ci informa che Abondio era
“iglio naturale” del nobile ramo veneziano degli Stazio49.
Se vogliamo credere alla testimonianza che lo stuccatore rilasciò il 24 gennaio 172650, allegata alle
pratiche necessarie alla celebrazione del matrimonio segreto con Michela Rosin vedova del notaio
Alvise Centon, apprendiamo che “Abondio Stazio, igliolo del quondam Domenico del luogo di Massagno diocesi di Como d’età d’anni 61 in circa della parochia di San Zuanne di Rialto, partì dalla sua
patria in età d’anni dodeci in circa” per recarsi a Parma e Piacenza, dove sarebbe rimasto ino ai
vent’anni. Anche qui è indicato Massagno come luogo di origine; e il documento se da un lato conferma il 1665 quale anno di nascita, dall’altro issa il 1677 come principio del soggiorno nei territori
dei Farnese che, secondo lo stesso Abondio, doveva concludersi intorno al 1685, quando ventenne
sarebbe giunto nella Dominante senza più allontanarsene. Ma, come vedremo, così non fu.
Il periodo emiliano non è ricordato da Füssli e, vista l’età (dodici anni circa), farebbe supporre
che il giovanetto sia andato a imparare il mestiere presso qualche conterraneo colà attivo. In assenza di appigli documentari si può solo avanzare una cauta ipotesi, ovvero che abbia frequentato la bottega dei Retti di Laino, stuccatori impegnati in numerosi cantieri civili e religiosi della
corte farnesiana in dagli anni dieci del Seicento51. Proprio negli anni settanta registriamo in quelle terre Domenico Retti, fratello di Leonardo; quest’ultimo, passato a Roma nel 1672, fu poi attivo
nel cantiere della chiesa del Gesù insieme a Giovanni Raggi52. Nel medesimo torno di tempo risiedeva a Piacenza una igura probabilmente legata da vincoli di parentela con Abondio: il tagliapie-
124 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
6. Claude le Cofre con l’aiuto
di Abondio Stazio, Volta a stucchi,
particolare. Frederiksborg Slot (DK),
sala dell’udienza.
125 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
7. Abondio Stazio (attribuito a),
Soitto a tendaggi, particolare.
Venezia, palazzo Albrizzi
a Sant’Aponal, camera d’oro.
8. Abondio Stazio (attribuito a,
per gli stucchi), Louis Dorigny
(per gli afreschi), Soitto
del porteghetto e del salone.
Venezia, palazzo Zenobio
ai Carmini.
tra Giovanni Pietro Garovi, il cui nonno Giacomo Antonio aveva sposato nel 1617 Maria di Antonio
Stazio da Massagno53. Molti anni dopo, nel 1720, a Venezia Abondio assumerà come apprendista
stuccatore Giuseppe Maria Garovi discendente diretto di Giacomo Antonio Garovi e Maria Stazio54.
Per Füssli, Abondio si sarebbe formato a Roma quale autodidatta che guarda all’esempio degli
antichi, ma tale afermazione può anche essere interpretata come un’indiretta assimilazione dei modelli romani, compreso il sommo esempio di Bernini, attraverso l’intermediazione dei Retti. Del resto
se Abondio, nella propria libertà di matrimonio del 1726, nulla dice in merito a un eventuale soggiorno romano, tace anche di un viaggio in Germania dove, secondo Füssli, fu richiesta la sua opera55. Ora sappiamo con precisione che, con contratto di ingaggio datato 20 marzo 1684, lo stuccatore Bartolomeo Quadri di Cassina d’Agno chiamò il circa diciannovenne Abondio a Weißenfels in Alta
Sassonia, residenza dei duchi di Sassonia-Weißenfels56. Quadri si trovava in quella città in dal 1679
insieme a Giovanni Garovi (ancora un Garovi)57 per provvedere alla decorazione delle sale del castello di Neu Augustburg, mentre al 1683-1684 risale l’apparato a stucco della chiesa di corte che avrebbe visto, impegnato come aiuto, il giovane Stazio58 (ig. 5).
126 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
127 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
9. Girolamo Aliprandi e Andrea Pelli
(attribuito a, per gli stucchi),
Giuseppe Alberti (per gli afreschi),
Soitto. Trento, Castello del Buon
Consiglio Giunta Albertiana, salone
di Minerva.
Leggendo con attenzione i documenti veneti e ticinesi, si scopre invece che il cosiddetto Carpoforo Mazzetti Tencalla senior veniva indicato e si irmava sempre e solo “Mazzetti”. Per quale motivo si
sarebbe omesso il secondo cognome, che doveva di sicuro rappresentare un motivo di orgoglio e
prestigio sociale? L’arcano è svelato da un passaggio del testamento del pittore Carpoforo Tencalla
redatto a Bissone il 12 febbraio 1685: “Ho instituito et instituisco a me herede universale […] il signor
Giovanni Domenico mio abiatico et igliolo legittimo de’ signori Giacomo Maria Mazetti et Anna
Maria miei genero et igliola respettivamente, loro primogenito, con obligo però che sia tenuto et
obligato habitare in casa di me testatore qui in Bissone, et portare il nome di Tencalla, et morendo
questo mio abiatico herede come sopra prima dell’età adulta o doppo l’età adulta senza iglioli maschi di legittimo matrimonio, in tal caso li substituisco per mio herede universale come sopra il secondo genito iglio de’ sudetti signori Giacomo Maria et Anna Maria”63.
Dunque il cognome Tencalla si trasmetteva secondo la linea del primogenito di Giacomo Maria
Mazzetti e Anna Maria Tencalla, ovvero a Giovanni Domenico, nato nel 168264, e poi al iglio di questi
Carpoforo, nato nel 1710. Per seguire le orme del nonno nel 1696 Giovanni Domenico venne indirizzato come apprendista a Como presso il pittore Francesco Innocenzo Torriani per la durata di sei
anni65. Così il fratello minore di Giovanni Domenico, Carpoforo Mazzetti, nato nel 1685 e avviato al
mestiere del padre stuccatore66, non poteva fregiarsi allo stesso modo del cognome del nonno. Alla
morte del genitore, avvenuta nel 1704, Carpoforo veniva in qualche modo indennizzato, poiché
10. Stuccatore della ine
del XVII secolo e Antonio Zanchi
(per i dipinti), Soitto.
Venezia, palazzo Barbaro
a San Vidal, salone.
Rintracciamo Abondio nel Nord Europa appena due anni dopo, nel 1686, quando per alcuni mesi
collaborò alla decorazione della gran sala del castello di Frederiksborg in Danimarca alle dipendenze
del francese Claude Le Cofre (ig. 6). Il progetto decorativo spetta all’architetto olandese Lambert Van
Haven, che si ispirò per il repertorio di putti e ghirlande agli esempi romani e in particolare a quello del
ticinese Antonio Raggi approntato agli inizi degli anni sessanta nella cupola di San Tommaso di Villanova a Castelgandolfo, architettura di Gianlorenzo Bernini59. L’impegno di Abondio a Frederiksborg risulta documentato dal 13 luglio al 25 settembre 1686. E anche su questa esperienza Füssli tace.
Dopo l’episodio danese più nulla, con un vuoto di testimonianze documentarie sino al 1697, anno
in cui Stazio appare inalmente sulla scena veneziana in compagnia del “colega” Andrea Pelli.
Carpoforo Mazzetti (e solo Mazzetti)
Sgomberiamo il campo da un equivoco che persiste in dal 1774, anno di uscita a Zurigo del quarto
volume della Geschichte di Füssli. Nel medaglione dedicato a “Carpoforo Mazzetti Tencalla”, il biografo aferma che l’artista aggiunse al proprio cognome Mazzetti quello del nonno materno, il pittore
Carpoforo Tencalla, per volontà testamentaria di quest’ultimo che lo aveva reso erede universale,
con il vincolo di abitare nella casa dell’avo a Bissone60. La notizia fu ripresa nel 1807 da Oldelli e trasmessa in eredità alla critica successiva61. In anni più vicini a noi la scoperta di un omonimo stuccatore62 (iglio di Giovanni Domenico, fratello maggiore di Carpoforo), attivo a Venezia a partire dagli
anni quaranta del Settecento, ha reso quindi necessario distinguere un Carpoforo Mazzetti Tencalla
senior da un Carpoforo Mazzetti Tencalla junior.
128 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
,
W
129 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
mo De Grassi73? Dal marzo al dicembre del 1700 l’artista era impegnato nella cappella delle reliquie
al Santo. Tuttavia, nel settembre dell’anno precedente era stato richiesto “altrove”. Per questa ragione i presidenti dell’Arca del Santo furono costretti a deliberare che non lo si lasciasse in alcun modo
partire; ma dal 31 dicembre 1700 al 18 marzo 1702, non abbiamo più notizie di Roncaioli. Stava forse
lavorando a palazzo Albrizzi?
Lasciando a margine la dimora del procuratore Foscarini, che apre la lista di Füssli74, sarebbe dunque l’impresa nel salone da ballo di Ca’ Zenobio la prima a vedere la collaborazione paritetica di
Abondio con Carpoforo? e in quale momento? Negli ultimi anni la critica si era trovata concorde nel
collocare la decorazione a stucco del salone di palazzo Zenobio poco dopo l’esecuzione degli afreschi di Louis Dorigny, agganciando cronologicamente il tutto alle nozze fra Carlo Zenobio e Maria
Vendramin celebrate nel 1698, anno che si poneva dunque come ipotetico, ma plausibile, ante
quem75. Con questa datazione sarebbe stato però impossibile per un dodicenne Carpoforo avere un
ruolo diverso da quello di semplice garzone-apprendista, privo di qualsivoglia responsabilità, sia
ideativa che esecutiva. Per far aderire il contesto al dettato di Füssli, Pavanello ha voluto spostare la
fase decorativa a stucco poco più avanti, nel 170076, con un Carpoforo appena quindicenne (era infatti nato in agosto) e ancora, ribadiamo, troppo giovane per svolgere un ruolo di un qualche rilievo.
12. Studio per ornati a stucco.
Venezia, Museo Correr, Gabinetto
disegni e stampe.
þ
ereditava la casa di famiglia in Bissone, con “giardinetto”, corte, stalla e cascina, della quale rimaneva
usufruttuaria la madre Anna Maria Tencalla67. Il particolare della trasmissione del cognome Tencalla
alla discendenza primogenita dei Mazzetti fu correttamente riportato da Alfredo Lienhard-Riva
nell’Armoriale ticinese del 1945; poi fu ripreso da Luigi Brentani nel 196368, ma venne trascurato dagli
studiosi che negli anni si sono occupati dell’arte dello stucco a Venezia, compresi gli scriventi e, in
ultimo, persino da Giuseppe Pavanello69.
Alla luce di queste evidenze, esistono perciò due non confondibili stuccatori che si possono indicare senza pericolo di omonimia: Carpoforo Mazzetti e Carpoforo Mazzetti Tencalla, zio e nipote.
".
11. Stuccatori della ine
del XVII e degli inizi del XVIII secolo,
Salone. Venezia, palazzo Barbaro
a San Vidal.
Abondio e Carpoforo
Secondo lo stesso Carpoforo Mazzetti dovremmo issare al 1697, all’età di dodici anni, il suo arrivo a
Venezia, con tutta probabilità come apprendista. Ma quale fu il ruolo del giovanissimo Carpoforo
nelle prime imprese sotto la direzione (secondo Füssli) del futuro collega Abondio Stazio? Per gli
inizi del Settecento non abbiamo rintracciato documenti che attestino l’attività di una, per quanto
anticipato in apertura, improbabile ‘ditta’ Stazio-Mazzetti, ma neppure di un alunnato70.
Füssli, nel proilo dedicato ad Abondio, segnala solo due campagne decorative nelle quali non
parrebbe coinvolto Carpoforo: palazzo Albrizzi a Sant’Aponal (il portego e tre sale)71 (ig. 7) e il salone
della oggi scomparsa villa da Lezze a San Biagio di Callalta nel trevigiano. Su villa da Lezze veramente poco si sa, se non della compresenza ancora una volta di Gaspari e Dorigny sullo scorcio del Seicento72, mentre per palazzo Albrizzi possediamo qualche indizio in più. Sono appigli che non permettono di stabilire una data precisa sull’avvio dei lavori, ma che non si possono trascurare: nel
mese di agosto del 1700 viene pagato “quel delli stucchi” a conto di un accordo per la decorazione
di “due camere nove”; nel maggio del 1701 viene pagato il marangon che ha predisposto le cantinelle sul soitto del portego e di una camera, preparando così le superici per accogliere la decorazione
a stucco; e il 30 gennaio 1702, nell’occasione dell’ingresso a procuratore di San Marco di Giovanni
Battista Albrizzi, si aprirono le sale del palazzo appena rinnovate con “gran sfoggio” di “stucchi dorati”. Pare veramente arduo che in un anno e mezzo Abondio abbia potuto realizzare da solo un così
vasto, complesso e fastoso ciclo. Forse dovremmo cercare qualche altro nome coinvolto nell’impresa? Si può escludere deinitivamente quello di Pietro Roncaioli, già a suo tempo proposto da Massi-
130 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
品
,
131 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
13. Studio per ornati a stucco,
particolare. Venezia, Museo Correr,
Gabinetto disegni e stampe.
14. Andrea e Lorenzo Pelli
(attribuito a, per gli stucchi),
Louis Dorigny e altri
(per gli afreschi), Soitto,
particolare. Venezia, Ca’ Tron
a San Stae, gabinetto degli specchi.
15. Stuccatore della ine del XVII
secolo, Apollo e Dafne. Venezia,
palazzo Barbaro a San Vidal, soitto
del salone.
16. Stuccatore della ine del XVII
secolo, Apollo e Dafne. Venezia,
palazzo Sagredo a Santa Ternita,
fregio del salone.
Non dimentichiamo allora che a Ca’ Zenobio vi sono decori anche in altri ambienti, al di fuori del
salone, che furono eseguiti con ogni probabilità in fasi diverse77. Füssli potrebbe aver voluto indicare
genericamente, diluita nel tempo, l’attività dei due artisti in questo ediicio, così come all’opposto
era stato più circostanziato nell’enumerare, per il solo Abondio, i vani interessati al rinnovamento di
palazzo Albrizzi o di villa da Lezze. Lo spostamento in avanti, al 1700, degli ornati del salone contrasta anche con un altro episodio sicuramente legato alle nozze Zenobio-Vendramin. Al 1697 risalirebbero infatti i due ovali, vicini alla maniera di Louis Dorigny, dipinti da Antonio Balestra per la stanza
dell’alcova78, un ambiente ricco di stucchi che sono per certo, almeno per quanto riguarda il soitto,
coevi alle tele. A favore di una precoce datazione basti osservare i racemi che sul soitto accompagnano le cornici. Essi risultano uguali a quelli della volta del porteghetto, ripresi da Dorigny anche
negli afreschi del contiguo salone. E non riusciamo davvero a immaginare come, nel caso del porteghetto, gli stucchi che incorniciano gli afreschi possano essere stati realizzati dopo le pitture, ovvero
dopo il 1697-1698, e non siano – come logica vuole – immediatamente precedenti (ig. 8).
Un simile ragionamento vale per palazzo Barbaro a San Vidal, non menzionato da Füssli, ma identiicato da Pavanello nel “Pallast St. Stefano” citato nell’elenco della Geschichte79. Per poter assegnare
a Stazio e Mazzetti l’ornamentazione a stucco del cameron, fatto costruire da Alvise Barbaro nella
prima metà degli anni novanta del Seicento su progetto di Antonio Gaspari, si è voluta spostare la
campagna decorativa in un torno di anni compreso fra il 1707 e il 170980. In tal modo verrebbe meno
l’attribuzione a Pietro Roncaioli, già a suo tempo avanzata da Massimo De Grassi81, anche perché si
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133 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
19. Abondio Stazio (per i modelli),
Carpoforo Mazzetti e Pietro
Patriarca (per l’esecuzione),
Putti reggistemma. Udine, duomo
di Santa Maria Assunta, volta
della cappella maggiore.
riteneva, a torto, che l’artista fosse morto a Padova o a Venezia nel 1705. Il salone, arricchito da cinque tele di Antonio Zanchi sul soitto e alle pareti dai teleri di Sebastiano Ricci, Antonio Balestra e
Giambattista Piazzetta, alla morte di Alvise Barbaro nel 1698 era stato compreso in quella parte di
palazzo assegnata per testamento alla vedova a causa di dissapori con i igli, e ciò aveva comportato
un’interruzione nel progetto decorativo. Il conlitto sarà superato solo nel 1707 e infatti la tela di
Balestra risale al 1709, mentre quella di Piazzetta verrà eseguita solo nel 1745-175082. I pochi indizi
disponibili spingono verso un ragionamento più articolato, almeno per quanto riguarda la datazione degli stucchi della volta. La sala “fatta da novo” è citata nel testamento di Alvise Barbaro del 1695,
e nell’inventario, stilato fra il febbraio e il giugno del 1699, gli ovali di Zanchi appaiono già collocati
sul soitto; le pareti si presentavano con cuori d’oro, ma già erano pronte la grande tela di Sebastiano
Ricci, con il Ratto delle Sabine, e due “telle imprimide”83. Bernard Aikema aveva a suo tempo ipotizzato che il ciclo pittorico di Zanchi, con le donne virtuose dell’antichità e il telero di Ricci, fossero legati al vaticinato matrimonio del iglio di Alvise Barbaro, Almorò, che si sposerà appunto nel 1699 dopo
la morte del genitore84. L’apparato a stucco della volta obbedisce a un’ideologia della prudenza nemica degli eccessi – presente anche a Ca’ Zenobio – che traspare dai bassorilievi dorati con Piramo e
Tisbe, Apollo e Marsia, e due episodi di Apollo e Dafne. Soprattutto dal punto di vista tipologico e
morfologico, parrebbe azzardato far slittare la datazione verso la ine del primo decennio del Settecento. Basti confrontare il soitto della seconda sala della Giunta Albertiana del castello del Buon
Consiglio a Trento (1687-1688), e quello del cameron di palazzo Barbaro, seppur ruotato di 90 gradi,
per riconoscere anche in quest’ultimo la facies ancora seicentesca (igg. 9-10). Dunque, a maggior
ragione, la volta deve essere stata realizzata fra il 1695 e il 1698, mentre le pareti, rimaste incompiute,
potrebbero aver visto completato il loro apparato a stucco efettivamente fra il 1707 e il 1709. Assonanze con le pareti del salone di palazzo Barbaro si riscontrano in un foglio conservato al Museo
Correr (igg. 11-12). Si tratta di uno studio per una grande cornice parietale, una sovraporta e un
soitto con cartouches accompagnati da racemi loreali e in alternativa geometrici; una soluzione,
quella del soitto, vicina, anche per la partitura, al plafond del gabinetto degli specchi di Ca’ Tron a
San Stae85 (igg. 3, 13, 14).
Comunque sia, lo stuccatore che ha realizzato il soitto di palazzo Barbaro parrebbe lo stesso che
ha modellato i medaglioni del fregio di una sala di palazzo Sagredo a Santa Ternita, per il quale però
non abbiamo appigli cronologici86 (igg. 15-16).
Dopo questi casi di controversa attribuzione e di non comprovata collaborazione, ricordiamo che
Abondio nel censimento del 1705 della parrocchia di San Giovanni Elemosinaro è detto “solo in casa”. Carpoforo invece è documentato a Bissone nel marzo del 1704, forse rientrato a seguito della
morte del padre avvenuta nel febbraio dello stesso anno87, e poi è di nuovo presente in Ticino nel
febbraio del 1708.
Nel 1706 nella decorazione della cappella maggiore della chiesa di San Canciano a Venezia, con i
quattro ovali a bassorilievo raiguranti gli Evangelisti posti nei pennacchi del tamburo (ig. 17), appare coinvolto soltanto Abondio, nonostante Füssli attribuisca il lavoro a entrambi88. Anche l’esecu-
17. Abondio Stazio, I quattro
Evangelisti. Venezia, chiesa di San
Canciano, volta della cappella
maggiore.
18. Abondio Stazio (per i modelli),
Pietro Branchini (per l’esecuzione),
Vaso di stucco con mensola.
Venezia, chiesa dei Carmini,
volta della cappella della Scuola
dei Carmini.
134 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
zione all’interno della chiesa dei Carmini degli ornati della cappella della Scuola dei Carmini – i cui
pagamenti sono compresi fra il novembre del 1708 e il maggio dell’anno successivo89 – è aidata da
Abondio Stazio (autore dei modelli), piuttosto che a Carpoforo Mazzetti, al non altrimenti noto Pietro Branchini “stuccador”. I leggiadri ornati della cupoletta afrescata da Sebastiano Ricci rivelano un
gusto già barocchetto, riciclando con ironia motivi propri del repertorio seicentesco come i mascheroni irridenti modellati sui ianchi di vasi sorretti da giosole (ig. 18).
Il nome di Carpoforo riappare nell’estate del 1709 nei registri relativi al cantiere per il rinnovamento della cappella maggiore e del presbiterio del duomo di Santa Maria Annunziata di Udine, un’impresa generosamente inanziata dalla famiglia Manin (ig. 19). È questo il primo documento inora
rinvenuto che attesti, in assoluto, l’attività di Mazzetti come stuccatore. Abondio, riscosso il compenso per la cappella dei Carmini il 24 maggio 1709, dopo due giorni è attestato a Passariano insieme al
pittore Louis Dorigny e il 31 dello stesso mese riceve il compenso per il sopralluogo nel duomo di
Udine e per aver fatto dei “disegni”; l’11 agosto il “signor Carpoforo Mazeto stucador” e il “signor Pietro Patriarca stucador”, assistiti da due manovali, ricevono i primi pagamenti a giornata per il loro
lavoro nel cantiere; il 18 agosto Abondio viene pagato per l’acquisto di materiali e per la seconda
fornitura di creta per i “modelli” (il primo risaliva al 4 giugno); lo stesso artista il 13 settembre riceve
la prima “mesata” di 384 lire e 6 soldi.
La “mesata” di Abondio e la somma di 10 lire al giorno per Carpoforo e 6 lire per Pietro Patriarca
(tutti indicati con la qualiica di “signore” per distinguerli dai muratori e dai manovali) consentono di
individuare una gerarchia delle mansioni. La fornitura di creta necessaria ai modelli per gli stucchi da
parte di Abondio Stazio conferma inoltre il suo ruolo di progettista e capocantiere, mentre, a ventiquattro anni, Carpoforo è ancora in una posizione subordinata di, seppur qualiicato, esecutore. La
grande opera vede tutti gli arteici occupati in maniera continuativa ino al gennaio del 1712 con gli
ultimi pagamenti a Mazzetti e a un non meglio indicato “signor Francesco”, che si era aggiunto un
anno prima alla squadra, e al “signor Salvador” che, per l’ultimo mese di lavoro, era subentrato a
Pietro Patriarca.
La decorazione degli ambienti di palazzo Sagredo a Santa Soia deve aver avuto inizio non molto
tempo dopo il rientro da Udine, se fra il 20 dicembre 1715 e il 4 gennaio 1716 un incendio si sprigionò in una stanza nuova “de’ stuchi fabricati a oglio” ove era stata accesa “una gran foghera” per far
asciugare più velocemente gli ornati. Il gran numero di stanze e la ricercatezza dei decori resero il
cantiere di palazzo Sagredo (ig. 20) impegnativo quanto quello del duomo di Udine. Nel 1718, due
anni dopo l’incendio, “Abondio Statio” (a cinquantatrè anni circa) e “Carpoforo Mazetti” (a trentatrè
anni) ponevano i loro nomi accompagnati dall’anno sulla cornice del camerino dei trofei, suggellando così per la prima volta e pubblicamente una società che soltanto da quel momento possiamo
dire alla pari.
In contemporanea ai lavori di Ca’ Sagredo, il 24 settembre 1716 Abondio veniva saldato per l’arcone di stucco dipinto a imitazione del marmo africano della cappella Manin agli Scalzi, e il 6 dicembre
1718 riscuoteva il compenso per il restauro dei decori cinquecenteschi della cappella di San Saba a
135 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
20. Abondio Stazio e Carpoforo
Mazzetti, Soitto. Venezia, palazzo
Sagredo a Santa Soia, camera
dell’“oselliera”.
21. Bartolomeo (Bortolo) Penso
detto Cabianca (per lo stucco),
Mattia Bortoloni (per l’afresco),
Sovraporta. Piombino Dese, villa
Corner, salone del secondo piano.
Sant’Antonin. Al 1722 risalirebbero invece le cornici ovali, oggi perdute, della sala superiore della
Scuola di San Teodoro.
A testimonianza di una consolidata e remunerativa attività professionale, a partire dal 1709 Stazio elargisce prestiti consistenti alla Scuola Grande di San Rocco e, attraverso la procura esercitata
da Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla, fratello di Carpoforo, anche ad alcune comunità ticinesi.
Un benessere economico che aveva spinto Abondio fra il 1713 e il 1716 a cambiar casa, pur rimanendo nella contrada realtina, passando da un aitto annuo di 12 ducati nel 1705 a uno di 50 ducati nel 1716.
Nel settembre del 1726 Abondio e Carpoforo ricevono il primo compenso per la decorazione della cupola e della volta della cappella maggiore della chiesa veneziana dei Gesuiti che concludono
l’anno successivo. Al 1731-1732 risalgono gli ornati per il soitto della Scuola Grande dei Carmini e
nel 1732 riprendono i lavori ai Gesuiti che si concluderanno nel 1734. Sono questi gli ultimi grandi
cantieri lagunari che vedono impegnati i due colleghi. A seguire: intorno al 1736 risalirebbe la scomparsa decorazione della saletta dei manoscritti della Biblioteca Marciana; nel 1738 Abondio riscuote
il pagamento per la volta della sacrestia della Scuola Grande dei Carmini e, per inire, nel 1740 nel
medesimo ediicio Carpoforo traccia le linee per la nuova doratura del soitto della sala del capitolo
con la sistemazione dei dipinti di Giambattista Tiepolo. Mazzetti morirà nel 1743 e Stazio lo seguirà
due anni dopo.
Altri nomi
Volendo disporre sullo scenario veneziano i personaggi attivi nell’arte dello stucco in dal primo
decennio del Settecento, gli archivi ofrono alcuni dati che fanno immaginare una realtà non monopolizzata dalla coppia Stazio-Mazzetti. Di Domenico Paternò (ancora attivo nel 1707)90, di Pietro Roncaioli (morto appena cinquantenne nel 1706) e di Andrea Pelli (morto nel 1725), con il ‘iglio d’arte’
Lorenzo (ancora attivo nel 1749), abbiamo già detto. A questi si aggiungono altri arteici, in qualche
caso fra loro coetanei o quasi: Baldassare Solari, Bartolomeo Penso, Giovanni Battista Muttoni; oppu-
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re più giovani di una generazione, come Alvise Bossi; o due, come Giovanni Battista Solari e Giovanni Battista Garovo Allio.
Originari di Carona, i Solari rappresentano una dinastia di stuccatori distribuita a Venezia lungo
tutto il Settecento. Baldassare (nato nel 1665) e il iglio Giambattista (nato nel 1693) sono attestati
nel 1713 con una commissione pubblica: il restauro della sala delle quattro porte in Palazzo Ducale.
Già il padre di Baldassare, Pompeo, esercitava come stuccatore: nella chiesa del Gesù a Mirandola
(1682-1683) e nella parrocchiale di Grosotto in provincia di Sondrio insieme al pittore Giovanni Battista Aprile (1685), del quale Pompeo aveva sposato la iglia Marta91.
Non rientra nel quadro tutto ‘lombardo’ sopra abbozzato il veneziano Bortolo Penso, fratello dello
scultore Francesco, entrambi detti Cabianca. Allo stato della ricerca quasi nulla sappiamo sul suo
apprendistato e sui primi anni della sua professione92. Pur essendo nato nel 1671, gli unici lavori
documentati di Bortolo risalgono al 1716 per il palazzo padovano dei Corner di San Cassiano o della
Regina e per la villa della stessa famiglia a Piombino Dese, sempre in compagnia del pittore Mattia
Bortoloni (ig. 21). Iscritto all’arte dei tagliapietra per il 1720, Tommaso Temanza nel 1738 lo ricordava ancora in attività: “Bortolo [Cabianca] che ancora vive e fa lo stucadore”.
Di Giovanni Battista Muttoni quondam Marco non conosciamo il luogo di origine (forse Porlezza
sul lago di Lugano)93, ma dall’età dichiarata nell’atto di morte avvenuta a Venezia il 28 dicembre
1737, possiamo issare i suoi natali intorno al 1674. È presente a Venezia almeno dal 1703, quando si
celebra il battesimo di una iglia nella parrocchiale di San Bartolomeo. Moglie di Giambattista era
Anna Maria Pozzi di Francesco, forse sorella dello stuccatore ticinese Carlo Maria Pozzi di Francesco94,
tra i principali difusori in Germania del motivo ornamentale detto Bandelwerk95. Nel 1708 Pozzi
pubblicava, presso l’editore di Fulda Jeronimus Wolf, una raccolta di modelli decorativi da plafond
intitolata Artis sculptoriae, vulgo stuccatoriae paradigmata96; un repertorio che trova assonanze con i
soitti di palazzo Savorgnan al ponte delle Guglie (igg. 22-23), episodio non contemplato nell’elenco di Füssli, ma recentemente attribuito alla coppia Stazio-Mazzetti intorno al 170997. Muttoni è attivo nel duomo di Udine (1716), nella scomparsa chiesa degli Incurabili alle Zattere (1722)98 e a palazzo Correggio a San Cassiano (1723). Il legame con Stazio e Mazzetti potrebbe trovare conforto nella
presenza dei due artisti come padrini al battesimo di due suoi igli nati nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro nel 1717 e nel 1724.
Alvise Bossi, di Alvise e Chiara della Croce, nato a Porto Ceresio sul lago di Lugano nel 1682, ebbe
come madrina Maria Lucia Bossi, seconda moglie di Andrea Pelli, e, come fratello minore, Antonio
Giuseppe, stuccatore attivo nel 1751-1752 nella Residenz di Würzburg in compagnia di Giambattista
Tiepolo99. Nel 1697 Alvise arriva quindicenne a Venezia e nel 1706 si dichiara residente a San Salvador, facendo da padrino a una iglia del murer di origini ticinesi Giovanni Battista Visetti100. Nel 1710
è ancora a San Salvador quando compare al battesimo di una iglia di Lorenzo Caccia, falegname
originario di Morcote, comune conoscenza con Abondio e Carpoforo e anche con il defunto Pietro
Roncaioli101. Nel 1715 Alvise risiede a San Mattio di Rialto, ma ritorna a San Salvador per sposare Lu-
22. Johann August Corvinus
da Carlo Maria Pozzi, Modello
per decorazioni a stucco da soitto,
incisione, in Artis sculptoriae,
vulgo stuccatoriae paradigmata,
Fulda 1708.
cia Gaspara Menoni; testimone per il suo stato libero il pittore morcotese Giorgio Fossati. L’unica
opera documentata di Alvise Bossi sono gli stucchi del pianerottolo della scala della Scuola Grande
dei Carmini (1728-1729) (ig. 24) e forse lo si può riconoscere nel “signor Alvise stucador” autore di un
intervento a palazzo Zen ai Gesuiti (1730).
Giovanni Battista Garovo Allio, di Giovanni Battista e Francesca Albuzzi, nasceva con probabilità a
Bissone intorno al 1690102. Fu allievo a Venezia nel 1702 di Pietro Roncaioli, e ciò potrebbe farlo identiicare nel Giovanni Garovo che esegue la perduta decorazione della cappella del Santissimo nella
basilica del Santo a Padova (1747-1750) e quella ancora esistente di villa Fietta Serena ad Asolo
(1750).
23. Stuccatore degli inizi
del XVIII secolo e Nicolò Bambini
(per i dipinti), Soitto.
Venezia, palazzo Savorgnan
al ponte delle Guglie, sala del primo
piano nobile.
Nuove generazioni
La tentazione di ricondurre gli stuccatori, attivi a Venezia a partire dalla terza decade del Settecento,
nell’alveo della scuola della celebre coppia Stazio-Mazzetti è sempre stata assai forte. Andrea Spiriti
riconosce come “palesemente allievi dello Stazio”, e formanti una società, “Giovanni Antonio [sic]
Rossi (da Morcote?), Giuseppe Ferrari da Mendrisio e Pietro Castelli da Lugano”103. Ma alla “ditta Sta-
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139 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
zio” associa anche “Pietro Roncaioli da Lugano” che, ricordiamolo, era più anziano di Stazio e moriva
nel gennaio del 1706. Se di Giuseppe Ferrari non conosciamo né il luogo, né l’anno di nascita, Pietro
Castelli di Quirico nasce nel 1735 a Melide, quindi troppo tardi per poter essere stato allievo di Abondio. Un alunnato pare diicile anche per Giovanni Andrea, o Andrea104, Rossi di Giovanni Battista da
Mendrisio, nato nel 1694 circa, se già nel 1711 e nel 1713 risulta “nelle parti di Germania”. Dal 1717 al
1720 partecipa alla decorazione del chiostro orientale e di altri ambienti dell’abbazia di Ottobeuren
sotto la direzione di Andrea Maini. A Ratisbona nel 1722, nel 1724 è di nuovo a Ottobeuren impegnato insieme ad altri nella Ovat-Tafelstube. Rossi giunge a Venezia intorno al 1725 e nel 1733 è titolare
di una bottega di stuccatore in calle del Doge a San Maurizio. Nel 1732 contrae matrimonio con
Angela Elisabetta Borghi di Domenico: l’anno successivo viene alla luce Giulia Maria Agnese, prima
di quattro igli, e nel 1734 Carpoforo Mazzetti fa da padrino al iglio Giovanni Battista Moisè. Nel
1739 Rossi rilascia da Venezia una procura al fratello Carlo a Mendrisio (testimone il collega Andrea
Solari) e nel 1743 rientra in patria per regolare i debiti di famiglia con i proventi della sua attività di
stuccatore. Nel 1747 compare al battesimo di un iglio del marangon Andrea Pelli, nipote e iglio
degli stuccatori Andrea e Lorenzo, e ancora nel 1752 fa da padrino a una iglia del pittore quadraturista di origini lombarde Pietro Visconti. Per quanto riguarda la sua opera, Rossi sarà attivo a Ca’ Tron
insieme al nipote Prospero Franchini e ad Andrea Solari (1746-1748) (ig. 25); a palazzo Pisani Moretta a più riprese (1742-1755); nella sala dell’archivio della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista
(1752-1753)105 (ig. 26). Giovanni Andrea Rossi risulta già morto nel 1763, poiché l’11 gennaio di
quell’anno la vedova Angela Borghi e le iglie Lucia, Giulia e Antonia costituiscono procuratore Giuseppe Ferrari quondam Giuseppe di Mendrisio per curare tutte le incombenze legate all’eredità del
defunto stuccatore.
Giuseppe Maria Garovi da Bissone106, nato nel 1704 circa e segnalato da Füssli come unico allievo
di Abondio Stazio, era a Venezia nel 1718; nel 1720 iniziava l’apprendistato presso la bottega di
Abondio. A Garovi spetta la campagna decorativa, oggi perduta, per i mezzanini di palazzo Dolin
Manin a Rialto (1742) e una cornice a stucco nella chiesa di San Francesco di Paola (1742). Nel 1743
pubblica a Venezia un repertorio di incisioni per ornati nel quale si dichiara “unico discepolo” di Stazio e Mazzetti.
Anche Carpoforo Mazzetti Tencalla, nato nel 1710 a Bissone, deve aver frequentato la bottega dello
zio e del suo più anziano socio. Figlio di Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla (fratello maggiore di
Carpoforo Mazzetti), non sappiamo quando giunse a Venezia, ma vista la consuetudine di iniziare
l’apprendistato intorno ai dodici-quattordici anni107 si può ipotizzare un suo arrivo nelle lagune intorno al 1722-1724. La prima opera documentata risale al 1743 ed è l’intervento di restauro della cosiddetta sala degli stucchi in Palazzo Ducale. Il suo catalogo è in qui limitato: tre camere a palazzo Barbarigo a Santa Maria del Giglio (1745) (ig. 27) e la sala della cancelleria della Scuola Grande di San Rocco
(1753). Ritornato a Bissone nel 1748, l’anno dopo sposa Marta Staieri, iglia del notaio Pietro Francesco di Bioggio108. Secondo Füssli, Mazzetti Tencalla abbandonò la Serenissima per l’eccessiva concorrenza109 e si ritirò nel paese natio, forse già verso la ine degli anni cinquanta, ove moriva nel 1775.
Ciò detto, per altre igure possiamo avere qualche certezza e diverse ipotesi.
La terza generazione dei Pelli è rappresentata a Venezia da Michelangelo Arcangelo di Lorenzo,
nato a Brusino nel 1713. L’artista si può identiicare con ogni probabilità nell’“Angelo Pelle” esecutore nel 1737 delle cornici che, sul soitto della chiesa dei Gesuati, racchiudono gli afreschi di Giambattista Tiepolo (ig. 28). Peraltro Gianantonio Moschini indica “Michelangelo Pelle” quale esecutore
degli stucchi che incorniciano l’afresco di Jacopo Guarana sulla volta della cappella di Sant’Antonio
a San Moisè110. Nel 1744 “Michele Angelo Pelli stucador di Lorenzo”, di San Giovanni Elemosinaro,
compare al battesimo di una iglia del collega Salvatore Solari quondam Baldassare. Nel 1751 dimora
nella parrocchia di Sant’Angelo e rilascia una dichiarazione giurata di stato libero per Ambrogio Croci quondam Carlo originario, come lui, di Brusino. Nel 1752 è ritornato a San Giovanni Elemosinaro,
nel momento in cui nasce una iglia e muore di parto la moglie Francesca Fiorenza. È ancora a Venezia nel 1780, allorché appare come testimone, insieme ad Antonio Adami, in un atto notarile del
collega Giuseppe Ferrari111.
Nel 1732 persiste a Venezia un nucleo appartenente alla dinastia dei Solari di Carona, ma non è
noto se svolgessero tutti l’attività stuccatoria: Pompeo quondam Baldassare, Osvaldo quondam Antonio, Pompeo quondam Giacinto, Domenico quondam Pompeo112. Del ramo di Baldassare sono anche i fratelli Andrea e Salvatore, entrambi stuccatori. Il primo, nato a Carona nel 1703, nel 1729 è registrato a Venezia insieme al fratello maggiore Giovanni Battista. Nel 1732-1734 è a Palazzo Ducale
nella cappella privata del doge e nella sala delle quattro porte e, nel 1742-1746, è a palazzo Corner a
San Polo quale protagonista di un’estesa campagna decorativa. Benché quest’ultimo ediicio non sia
compreso nell’elenco di Füssli, Pavanello attribuisce, senza alcuna prova documentaria, alla coppia
Stazio-Mazzetti le tre sovrapporte dei corridoi al pianterreno che conducono alla scala a chiocciola
che sale al mezzanino113 (ig. 29). Ai medesimi arteici lo studioso riferisce anche gli ornati sul plafond
della prima stanza attigua al pianerottolo della scala a chiocciola, che incorniciavano l’afresco di
Giambattista Tiepolo con l’Apoteosi di Ercole (recte l’Amor della Patria)114, oggi al Musée JaquemartAndré a Parigi, realizzato probabilmente nei primi anni quaranta del Settecento. La comprovata presenza nel palazzo di Andrea Solari, già resa nota dagli scriventi115, avrebbe dovuto rendere più cauti
nel formulare attribuzioni. Di Andrea conosciamo altri due interventi: nei mezzanini di Ca’ Tron (1747,
insieme a Prospero Franchini) e nella sagrestia della chiesa di San Rocco (1749).
Di Salvatore Solari, fratello minore di Andrea, nato a Carona nel 1708, si conoscono per il momento solo le cornici a stucco nel coro pensile della chiesa di San Francesco di Paola (1745). Dal 1744 al
1746 è residente nella parrocchia di Sant’Angelo dove si registrano i battesimi dei due igli. Di un
altro Solari, Giuseppe di Osvaldo, sono documentati i lavori del 1769 nella villa dei Manin a Passariano e poi per i Tron nel casino in corte dello Spiron a San Marco (1781)116. Nel 1774 è residente nella
parrocchia di San Tomà, quando fa da padrino a un iglio del pittore Costantino Cedini.
Prospero Franchini, nato a Mendriso nel 1721 da Antonio e Anna Rossi, sorella dello stuccatore
Giovanni Andrea, giunge a Venezia nei primi anni trenta del Settecento con il coetaneo Antonio
Adami e va ad abitare presso lo zio materno a San Maurizio, dove impara il mestiere, forse insieme
allo stesso Adami. Piuttosto scarno è inora il suo catalogo: i mezzanini di Ca’ Tron con Andrea Solari
(1747) (ig. 30) e l’intervento esteso a più ambienti a palazzo Donà a Riva di Biasio (1773). Nel 1749
Franchini testimonia per la libertà di matrimonio di Antonio Adami e, dal 1764 al 1769, lavora in società con Gaspare Lavizzari. Si trova ancora a Venezia il 3 giugno 1777: residente in parrocchia di San
Silvestro, fa da padrino al battesimo di un iglio di Martino Pelli di Giovanni Domenico117.
Come accennato, Andrea Solari, Andrea Rossi e Prospero Franchini collaborano, insieme a un certo
“Valentin stuccador”, a Ca’ Tron nel 1746-1748. In tale contesto, Pavanello attribuisce erroneamente
ad Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti gli stucchi della camera detta della specchiera o del camino
al primo piano nobile, le sovraporte del portego e gli ornati dei mezzanini, legandoli al matrimonio
celebrato nel 1711 fra Nicolò Tron di Andrea e Chiara Grimani Calergi118. Volendo anche prescindere
dal fatto che dal 1709 al 1712 Stazio e Mazzetti vengono completamente assorbiti nel cantiere del
duomo di Udine, in realtà nel 1747 Franchini e Solari riscuotono i compensi per i lavori eseguiti nei
mezzanini (ig. 30); mentre Andrea Rossi è attivo nella “camera del camin di sua eccellenza sposa” dal
1746 al 1748. La citazione nei pagamenti di una sposa non è casuale, poiché tutti i lavori sono legati
140 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
141 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
24. Alvise Bossi, Soitto. Venezia,
Scuola Grande dei Carmini,
pianerottolo dello scalone.
alle nozze fra Vincenzo Tron di Nicolò e Lucrezia Maria Pisani quondam Girolamo celebrati nel 1747119.
Sia nei mezzanini che nella camera della sposa gli interventi interessano anche i soitti: vengono
pagati più volte i marangoni per “cantinelle da soitto e morali per li camerini di sua eccellenza Vicenzo”120 e per il “legname per far il soitto e la meza vetta nella camera del camin di sua eccellenza
sposa”. La camera della sposa può dunque essere identiicata con quella del primo piano nobile dotata di caminetto alla francese; infatti nei documenti si registrano non solo l’acquisto di un “camin
novo di brocadello”, ma anche le spese relative alla doratura della cornice e per la “foglia” dello specchio “ovado” che ancora oggi si trova sopra il camino (ig. 25).
Antonio Adami nasce a Carona nel 1721 da Giambattista, scultore e stuccatore, e da Maddalena
Aprile, forse della stessa famiglia dalla quale proveniva la madre di Baldassare Solari121. Antonio
giunge a Venezia nei primi anni trenta insieme al coetaneo Prospero Franchini con il quale va a
bottega da Andrea Rossi a San Maurizio. Il legame di amicizia con Franchini sarà duraturo, poiché
ancora da adulti dividevano la stessa casa a San Marziale122. Adami si sposa a San Maurizio nel 1749
con Francesca Apollonia Roggia di Antonio “veneta”, ma di famiglia ticinese di mureri, dalla quale
avrà quattro igli. Tra questi, nel 1752 il nobiluomo Marco Andrea Pisani farà da padrino a Giovanni
Andrea e nel 1758123 l’architetto Bernardino Macaruzzi sarà presente al battesimo di Maddalena
Maria. L’attività documentata di Adami non è molto estesa, sebbene lo stuccatore muoia ultraottantenne a Venezia in contrada di San Vidal nel 1803124. Insieme a Francesco Re, lo troviamo nelle
due sagrestie della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (1758) e, da solo, nell’adiacente
chiesa (1760)125 (ig. 31).
25. Giovanni Andrea Rossi,
Specchiera sovracamino;
Gaspare Lavizzari, Pilastrini laterali.
Venezia, Ca’ Tron a San Stae,
camera della specchiera.
26. Giovanni Andrea Rossi,
La Giustizia. Venezia, Scuola Grande
di San Giovanni Evangelista,
soitto della sala dell’archivio.
142 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
143 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
Dovrebbe appartenere alla generazione degli anni venti anche Giovanni Battista Beretta di Cristoforo, originario di Lugano126, che compare a Venezia nel 1753 al battesimo di un iglio del falegname
ticinese Carlo Morelli. Nel 1770 e nel 1774 lo conosciamo in veste di procuratore dei fratelli Castelli
e, nella professione di stuccatore, lo scopriamo prima con Francesco Re a San Tomà (1759-1760), poi
con un ormai anziano Giovanni Battista Solari nel restauro della sala dei ilosoi di Palazzo Ducale
(1762-1763). Da solo sarà l’autore della rainata decorazione interna del coro pensile di Sant’Andrea
della Zirada (1772).
Pietro Castelli nasce a Melide nel 1735. Discendente da una famiglia di artisti – il padre Quirico
(1697-1766) stuccatore e il nonno Carlo Lodovico (1671-1738) pittore127 – Pietro giunge a Venezia nel
1748 e nel 1767 in San Mattio di Rialto sposerà Adriana Vico. Nel 1769 al battesimo del primogenito
compare il nobiluomo Francesco Maria Crotta di Filippo di San Geremia. Dai documenti relativi alla
divisone dell’eredità paterna del 1766 risultano a Venezia anche i fratelli Sebastiano e Carlo, impegnati in società con Pietro nell’attività di stuccatori. Non molti sono gli interventi documentati di
Pietro Castelli: a Ca’ Rezzonico (1762), nel salone da ballo di palazzo Pisani Moretta (1772-1773) (ig.
32) e nella villa Pisani detta la Barbariga a Stra (1767-1773); a lui si deve anche un intervento nella
chiesa di San Bartolomeo (1788)128.
Carlo Castelli, nato a Melide nel 1741, arriva nelle lagune nel 1755 e si sposa nel 1781129; testimone
alla libertà di matrimonio lo stuccatore Martino de Brida quondam Giuseppe di Cadola nel bellunese, cognato e sua antica conoscenza “avendo fatto insieme il garzonato” e “lavorando frequentemente insieme”. Lo stesso Brida aveva fatto da testimone nel 1771 al medico Carlo Lavizzari fratello dello
stuccatore Gaspare.
Di Francesco Re non conosciamo l’origine (forse Brusino)130 ma, come Castelli, dovrebbe essere
nato negli anni trenta del secolo, poiché le sue prime opere note risalgono al 1758: insieme ad
27. Carpoforo Mazzetti Tencalla,
Vaso con animaletti. Venezia,
palazzo Barbarigo a Santa Maria
del Giglio, salotto verso il Canal
Grande, soitto.
28. Michelangelo Pelli
(per gli stucchi), Giambattista
Tiepolo (per gli afreschi), Soitto.
Venezia, chiesa dei Gesuati.
144 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
145 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
Antonio Adami nelle due sagrestie della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista e, per quel
che ne sappiamo, da solo nel monumento al cardinale Gerolamo Aleandro a Motta di Livenza e
nella sala di palazzo Montereale Mantica a Udine. Come visto, nel 1759-1760 è impegnato a San
Tomà con Beretta. Nel 1767 restaura gli stucchi eseguiti dai Pelli nel 1701 nella sala da ballo di Ca’
Tron, quelli del corridoio che conduceva alla stessa sala e appronta un modello per le cornici dei
teleri di Louis Dorigny nel portego, ma per quest’ultimo intervento dovrà lasciarne l’esecuzione a
Gaspare Lavizzari. Interviene nella villa dei Barbarigo sulla riviera del Brenta (1775)131, a Palazzo
Ducale: nell’antichiesetta (1774), nella sala dei banchetti (1779) e nella sala dei ilosoi (1792)132.
Nel 1788 è di nuovo nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista per i decori della sala dell’albergo133.
Un nome in qui del tutto sconosciuto nella città di Venezia è quello di Pietro Vincenti, che interviene nella chiesetta di palazzo Carminati a San Stae, anche con la mansione di “dipintore” per altri
ambienti del palazzo (1759). L’anno successivo è impegnato a Spinea nel restauro della parrocchiale
come sovrintendente ai lavori. In tale veste, si riserva l’esecuzione degli stucchi, mentre chiama i
pittori Gaspare e Giuseppe Diziani per gli afreschi della volta della chiesa.
Gli ultimi rococò
L’ultima generazione che si forma nella stagione del rococò e sfuma nel neoclassicismo, superando il traguardo del secolo, è quella nata negli anni quaranta del Settecento e della quale fa parte
il sunnominato Gaspare Lavizzari di Galeazzo, nato a Mendriso nel 1741. Formatosi fra il 1754 e il
1759241 presso lo stuccatore Domenico Borghi di Campione sul lago di Lugano134, giunge a Venezia
nel 1765 e inizia a lavorare con Prospero Franchini. Nel 1767 a Ca’ Tron sostituisce Francesco Re
nella decorazione del portego per “le soazze di stucco per incassare li quadri vecchi [di Louis Dorigny] con suoi pilastrini, cornice, bassamento, ed adornati, simili in tutto e per tutto alla mostra già
fatta d’altro professore”135, ovvero da Re. Nel 1768 si registrano anche i pagamenti per interventi
nella camera della specchiera, nell’andito che conduce alla sala da ballo, e per il restauro delle
sovraporte del portego136 e nello stesso anno Lavizzari è impegnato nel mezzanino verso il Canal
Grande in società con il fratello Bartolomeo137 e con Pietro Andreoli. Nel 1771 esegue le sovraporte e i pilastrini nella camera della specchiera, dove era da poco intervenuto anche sul plafond (ig.
30. Andrea Solari e Prospero
Franchini, Allegoria matrimoniale.
Venezia, Ca’ Tron a San Stae,
mezzanino, soitto di una saletta.
29. Andrea Solari, Sovraporta.
Venezia, palazzo Corner a San Polo,
corridoio del piano terreno.
146 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
33). Quel che resta nella stanza dell’originaria campagna decorativa, eseguita più di vent’anni prima da Andrea Rossi, è sicuramente lo specchio sovracamino con il bassorilievo raigurante la Purezza (ig. 25). Nel 1772, in occasione dell’ingresso alla carica di procuratore di San Marco di Andrea Tron, Lavizzari provvede al restauro degli ornati di numerosi vani del palazzo. Sono a cavallo
o successivi agli anni ottanta del secolo gli interventi che parlano il linguaggio del neoclassicismo
per palazzo Erizzo alla Maddalena (1788-1791)138, per il palazzo dei Nani Mocenigo al ponte delle
Guglie e per la loro residenza di Este (1789-1792)139, quelli per il palazzo dei Manin a Treviso (1799)
e per la dimora della medesima famiglia a San Salvador sul Canal Grande (1800-1801)140. Nel 1769
Lavizzari sposa a Venezia Laura Margherita Bezzi; testimone alla libertà di matrimonio lo stuccatore Prospero Franchini. Dei padrini comparsi ai battesimi dei nove igli ricordiamo Pietro Carminati
di San Stae nel 1770, l’amministratore dei Tron di San Stae Pellegrino Sala nel 1772, il pittore quadraturista Pietro Visconti nel 1774 e, per l’ultimogenita, Giovanni Labia quondam Paolo nel 1784141.
Gaspare Lavizzari “della Svizzera” muore a Venezia il 24 gennaio 1822 in contrada di San Felice142.
Di Pietro Andreoli “da Lugano”, nato intorno al 1745 e giunto a Venezia nel 1764, iglio dello stuccatore Giovanni Maria143, conosciamo per ora solo la collaborazione con Gaspare Lavizzari a Ca’ Tron
(1769). Andreoli si sposa nel 1772; testimoni per sua libertà di matrimonio sono il proto Pietro Chechia e il pittore di origini udinesi Antonio Pavona.
Vincenzo Colomba di Alessandro, nativo di Arogno144, appare a Venezia nel 1766 come testimone
a un atto notarile dei fratelli Castelli. È attivo nei mezzanini di palazzo Corner della Regina (17721773) (ig. 34) e nel medesimo contesto viene sostituito da Giuseppe Castelli per terminare la decorazione del portego (1789)145. Di Colomba si conserva un disegno per gli ornati di una camera del
palazzo dei Contarini a Padova (ig. 35), nel quale i motivi rocaille sono simili a quelli utilizzati nel
mezzanino di palazzo Corner a Venezia146. Nel 1792 Vincenzo Colomba risulta ancora domiciliato in
città147.
Chiudiamo il sipario su questa non breve rassegna con un personaggio i cui connotati rimangono
per il momento nebulosi: Giuseppe Ferrari di Giuseppe, originario probabilmente di Arzo o forse di
Mendrisio come Rossi, Franchini e Lavizzari148. I pochi appigli documentari non risultano dirimenti
nemmeno per delineare l’inizio di un catalogo, poiché gli interventi di Ferrari nell’appartamento del
secondo piano nobile di palazzo Pisani Moretta non sono facilmente individuabili, data la genericità
delle indicazioni fornite dai registri di spesa149.
Giuseppe Ferrari è segnalato per la prima volta a Venezia nel 1763 in veste di procuratore dalla
vedova del collega Giovanni Andrea Rossi. Dopo palazzo Pisani Moretta (1769-1774), opera nel casino di Vettor Pisani in Piscina a San Marco (1774)150 e viene coinvolto nella campagna decorativa di
palazzo Pisani a Santo Stefano (1776)151. Il 19 ottobre 1780 Bartolomeo Spinedi, procuratore di Giuseppe Ferrari quondam Giuseppe di Mendrisio dimorante a Venezia, vende un mulino con annesso
prato nel territorio di Arzo. Nella procura fatta da Ferrari sono testimoni Michelangelo Pelli quondam
Lorenzo e Antonio Adami quondam Giovanni Battista “stuccadori”152.
147 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
Avvertenza. Quando non diversamente indicato, per tutti i riferimenti cronologici citati nel presente saggio si rimanda – in questo stesso numero della rivista, nella sezione Carte d’archivio
– a Massimo Favilla, Ruggero Rugolo,
Regesto cronologico-documentario degli stuccatori attivi a Venezia da Andrea
Pelli (1652-1725) a Carpoforo Mazzetti
Tencalla (1710-1775), con eventuale
bibliograia.
1 Morcote sul lago di Lugano.
2 G. Fossati, Raccolta di varie favole
[…], II, Venezia 1744, p. 41.
3 Si veda qui l’Avvertenza.
4 Ovvero ‘tassa’; cfr. G. Caniato, M. Dal
Borgo, Le arti edili a Venezia, Roma
1990. Mattio Biondi “stucadore della
val di Lugano”, autore dell’apparato
a stucco della chiesa dell’Araceli a
Vicenza, è registrato nel 1696 nella
fraglia dei muratori e tagliapietra di
quella città, mentre “Baldasare di Vechi stucador di Alla di Trento” risulta
iscritto nel 1705; M. Benussi, M. Saccardo, M.N. Simeone, Appendice documentaria, in Scultura a Vicenza, a cura
di C. Rigoni, Milano 1999, p. 336.
5 A. Sagredo, Sulle consorterie delle arti
ediicative in Venezia, Venezia 1856, p.
141.
6 A eccezione del ticinese Giovanni
Maggi e del siciliano Domenico Michele Paternò, citati rispettivamente
in D. Martinelli, Il ritratto di Venezia
[…], Venezia 1684, e nella riedizione
del 1704 aggiornata da Lorenzo Ganassa. L’edizione del Ritratto del 1704,
pp. 202, 278, contiene due ulteriori
notizie in merito a decorazioni a stucco coeve, ma anonime, oggi scomparse, per la chiesa di San Giovanni in
Laterano: “fu a nostri giorni […] adornata con stucchi messi a oro”; e per la
cappella Savorgnan in San Geremia:
“che al presente si fabrica, col soitto
ornato di stucchi, con varii comparti
per ponervi pitture”.
7 M. Ciartoso Lorenzetti, Stucchi veneziani del Settecento, “Le Tre Venezie”,
V/7, 1929, pp. 44-50.
8 Per uno studio aggiornato sugli intagliatori lignei sei-settecenteschi a
Venezia si veda: Con il legno e con l’oro:
la Venezia artigiana degli intagliatori,
battiloro e doradori, a cura di G. Caniato, Sommacampagna (Verona) 2009.
9 G. Oldelli, Dizionario storico-ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino, Lugano 1807, p. 109.
10 G. Fossaluzza, La fortuna critica dei
“famosi” stuccatori lombardi a Venezia,
al modo di un’introduzione, in Passaggi
a nord-est. Gli stuccatori dei laghi lombardi tra arte, tecnica e restauro, atti
del convegno (Trento, febbraio 2009),
a cura di L. Dal Prà, L. Giacomelli, A.
Spiriti, Trento 2011, pp. 444-481.
11 In questa lista dovremmo include-
re lo scultore Giuseppe Maria Mazza
(Bologna, 1653-1741), il quale, durante i suoi soggiorni lagunari, operò anche come stuccatore in un arco temporale che andrebbe dal 1670 circa
agli inizi del Settecento. Pur in assenza
di documenti, è Giampietro Zanotti a
ricordare gli interventi di Mazza nel
coro della scomparsa chiesa delle Vergini a Castello, a palazzo Correggio, a
palazzo Widmann e in un non meglio
speciicato palazzo “del procurator Foscarini”; G. Zanotti, Storia dell’Accademia Clementina […], Bologna 1739, I,
p. 376, II, pp. 5, 9; A. Bacchi, Giuseppe
Maria Mazza, in La scultura a Venezia
da Sansovino a Canova, a cura di A.
Bacchi, Milano 2000, pp. 759-760.
12 Archivio di Stato di Venezia (d’ora
innanzi ASVe), Arti, b. 410, “Mureri,
Capitoli”; ivi, Giustizia Vecchia, b. 190,
“Mureri Garzoni”, “Parti”.
13 Ampia è la letteratura sull’argomento, ci limitiamo a segnalare G. Beard,
Stucco and Decorative Plasterwork in
Europe, London 1983.
14 Per una disamina sull’argomento:
G. Fossaluzza, La fortuna critica…, cit.,
pp. 468-472.
15 G. Pavanello, Gli stucchi veneziani del Settecento: le fonti e le opere (I),
“Ricche Minere”, 2, 2014, pp. 50-97; G.
Pavanello, Gli stucchi veneziani del Settecento: le fonti e le opere (II), “Ricche
Minere”, 3, 2015, pp. 57-89.
t
31. Antonio Adami, Angioletti
reggicroce. Venezia, chiesa
di San Giovani Evangelista,
arco della cappella maggiore.
]
148 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
16 J.C. Füssli, Geschichte der besten
Künstler in der Schweiß. Nebst ihren Bildnissen, IV, Zürich 1774, p. 110. Secondo
Füssli i siti nei quali Abondio e Carpoforo avrebbero esercitato insieme la propria arte sono i seguenti disposti senza
ordine cronologico: il soitto della
chiesa dei Gesuiti, la cappella maggiore di San Canciano, il soitto della
Scuola Grande dei Carmini, il duomo
di Udine, la cappella maggiore del
duomo di Bassano (ma probabilmente
quella della chiesa San Giovanni Battista), palazzo Foscarini, palazzo Zenobio ai Carmini, palazzo Pisani, palazzo
Mafetti a San Polo, palazzo Sagredo
a Santa Soia, “Pallast St. Stefano”, palazzo Duodo, una sala della Biblioteca
Marciana, villa Rezzonico a Bassano.
17 Agli ediici indicati da Füssli, Giuseppe Pavanello ha aggiunto i palazzi Vendramin e Foscarini ai Carmini,
palazzo Sagredo a Santa Ternita, Ca’
Tron a San Stae, palazzo Savorgnan
al ponte delle Guglie, palazzo Erizzo
a San Martino, palazzo Giustinian dei
Vescovi a San Pantalon, palazzo Bollani a San Trovaso, palazzo Morosini in
Barbaria delle Tole, palazzo Corner a
San Polo, palazzo Gussoni a Santa Fosca, palazzo Widmann a San Canciano,
palazzo Pezzana a San Polo. L’autore
attribuisce al solo Abondio Stazio
l’intervento a Ca’ Foscari, da collocare
quindi prima del 1700; G. Pavanello,
Gli stucchi (I)…, cit., pp. 50-97; G. Pavanello, Gli stucchi (II)…, cit., pp. 57-89.
18 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
p. 80.
19 A. Bacchi, Filippo Parodi, in La scultura a Venezia…, cit., p. 772.
20 Di Parodi sappiamo che in veste di
architetto progettò la cappella delle
reliquie al Santo; A. Bacchi, Filippo
Parodi…, cit., p. 772. La qualiica di “architetto”, ovvero di “ingegnere”, veniva
riconosciuta a Paternò nei verbali d’interrogatorio di un’inchiesta avviata
nel 1692 dal Sant’Uizio.
21 J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler
Südtirols, II, Innsbruck 1951, p. 43.
22 A. Malferrari, Prime indagini sulla
decorazione a stucco in Trentino, in
L’arte dello stucco in Friuli nei seco-
li XVII-XVIII. Storia, tecnica, restauro,
interconnessioni, atti del convegno
(Udine, 24-26 febbraio 2000), a cura di
G. Bergamini, P. Goi, Udine 2001, pp.
171-173; A. Malferrari, Da Davide Reti a
Stefano Salterio: la decorazione a stucco, in Scultura in Trentino. Il Seicento e
il Settecento, I, a cura di A. Bacchi, L.
Giacomelli, Trento 2003, pp. 572-574;
S. Gavazzi Nizzola, M. Magni, Girolamo
Aliprandi, ivi, II, pp. 25-28; B. Bolandrini, L’attività della famiglia Aliprandi in
Lombardia e in Trentino, in Passaggi a
nord-est…, cit., pp. 260-273.
23 L’esito della nostra ricerca contraddice G. Mollisi, I Visetti fra la Valsolda e
il Trentino, in Passaggi a nord-est…, cit.,
p. 285, nota 26, il quale ha sostenuto
che Andrea Pelli fosse nato ad Aranno,
avendo ivi rinvenuto gli atti di battesimo di due Andrea Pelli, padre e iglio,
l’uno nato intorno al 1616 e morto nel
1698 e l’altro nato nel 1676 e morto
nel 1716. Visti gli estremi biograici,
entrambi, secondo Mollisi, non potevano aver preso parte al cantiere di
palazzo Leoni Montanari a Vicenza, il
primo perché troppo vecchio e il secondo perché troppo giovane. Anche
Andrea Spiriti ha voluto disconoscere
il ruolo di Andrea Pelli nel cantiere
vicentino, avanzando l’ipotesi di una
compresenza degli Aliprandi, di Andrea Paraca di Castello e dei Visetti con
una supervisione progettuale di Giambattista Barberini; A. Spiriti, Stuccatori
dei laghi in Trentino: certezze e ipotesi,
in Passaggi a nord-est…, cit., p. 57.
24 Le disposizioni testamentarie contenute in questo primo atto verranno
integrate con un secondo testamento stilato a Laino l’11 febbraio 1690;
Archivio di Stato di Como (d’ora innanzi ASCo), Notarile, Canevari Marco Antonio, b. 2684, segnalato da B.
Bolandrini, L’attività della famiglia
Aliprandi…, cit., pp. 264-265. Dalla
lettura dei due documenti si evince
che Francesca Pelli, sorella di Andrea,
aveva sposato Davide Aliprandi nipote di Girolamo.
25 Lorenzo risulta ancora vivo nel
marzo del 1751, ma già morto nel luglio del 1752.
26 L’8 novembre 1746 riceve il battesimo Anna Lucia iglia del marangon
Andrea Pelli di Lorenzo; Archivio Storico del Patriarcato di Venezia (d’ora
innanzi ASPVe), Parrocchia di San
Beneto, Battesimi 1678-1754, c. 365;
Archivio di Stato del Canton Ticino
(d’ora innanzi ASTi), Notarile, Roncaioli
Nicolao Egidio di Gabriele, b. 144, alla
data 1753.
27 M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny
e Venezia. Da Ca’ Tron a Ca’ Zenobio e
ritorno, in Louis Dorigny (1654-1742).
Un pittore della corte francese a Verona,
catalogo della mostra (Verona, Museo
di Castelvecchio), a cura di G. e P. Marini, Venezia 2003, pp. 50-53.
28 Per gli ovali dipinti da Dorigny: M.
Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny e Venezia…, cit., pp. 52-53, igg. 27-30; M.
Favilla, R. Rugolo, La scimmia di Louis
Dorigny, “Verona illustrata”, 27, 2014,
pp. 61-62.
29 M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny
e Venezia…, cit., pp. 44-50.
30 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
pp. 56-57.
31 Ivi, p. 84.
32 M. Favilla, R. Rugolo, Appendice
documentaria, in Louis Dorigny (16541742)…, cit., p. 188, doc. 15.
33 Ivi, pp. 198-199, doc. 45.
34 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 46.
35 Lorenzo Pelli, padre di Andrea, è
così indicato nell’atto di morte della
iglia Lucia il 17 ottobre 1660, mentre
Giambattista Roncaioli è indicato con
la stessa qualiica nell’atto di morte
del iglio Francesco il 10 aprile 1661;
Archivio Storico della Diocesi di Lugano (d’ora innanzi ASDLu), Brusino
Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Morti 1660-1726, bob. 11, vol.
16.2, alle date.
36 T. Isella, Arte a Morcote, Bellinzona
1957, p. 35. Un’informazione così circostanziata fa pensare che l’autore
abbia attinto a un documento o a una
fonte che però non è speciicata.
37 ASPVe, Parrocchia di San Vidal, Morti 1665-1727, c. 52, 19 ottobre 1694. La
presenza a Venezia del “capomastro”
Giovanni Battista Roncaioli da Brusino già nella seconda metà degli anni
32. Pietro Castelli, Cimasa di
specchiera. Venezia, palazzo Pisani
Moretta a San Tomà, salone
del primo piano nobile.
149 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
cinquanta del Seicento è registrata in
una lista di arteici assenti dalla patria
pubblicata in Architetti, ingegneri militari e mastri da muro luganesi all’estero
nel Seicento, “Bollettino Storico della
Svizzera Italiana”, 1-3, gennaio-marzo,
1899, p. 36, poi ripresa per puntualizzarne la data da L. Brentani, Antichi
maestri d’arte e di scuola delle terre ticinesi. Notizie e documenti, VII, Lugano
1963, p. 90.
38 ASVe, Dieci savi alle decime, San
Marco, reg. 427, Parrocchia di San
Vidal, 1713, n. 129, in una casa di
proprietà dei fratelli Francesco e
Michele Morosini. Camillo Roncaioli riceve il battesimo il 3 settembre
1670; ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16,
alla data. Camillo si sposa a Venezia
con Zanetta Savioni il 30 aprile 1702;
ASPVe, Parrocchia di San Vidal, Matrimoni 1654-1728, c. 72. Nel 1718
risulta defunto, giusta la procura rilasciata a Venezia dalla vedova; ASTi,
Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di
Gabriele, b. 134, 11 marzo 1718. Nel
1724 la iglia Caterina, residente in
città, nomina procuratore Francesco
Adami di Vico Morcote per le pratiche inerenti i debiti e i crediti relativi
all’eredità paterna; ivi, b. 138, 28 febbraio 1724.
39 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo,
Morti 1698-1727, c. 151v, 15 luglio
1723: “Percosso da caduta di cornise
di pietra viva sulla testa caduta come
dicono accidentalmente”.
40 V. Coronelli, Guida de’ forestieri sacro-profana […], Venezia 1706, p. 12. A
meno che non si tratti di un omonimo;
cfr. G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., p.
96, nota 76.
41 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp. 9092, 107-110.
42 Ivi, pp. 108-110.
43 Forse da Carpoforo Mazzetti Tencalla secondo G. Fossaluzza, La fortuna critica…, cit., p. 436. Il medaglione
di Abondio contiene anche informazioni di carattere spicciolo come il
matrimonio con la vedova del notaio
“Centroni”, l’importo dell’eredità lasciata dallo stuccatore alla stessa e il
terzo matrimonio di questa con un
mercante di Pordenone, notizia che
trova conforto nei documenti d’archivio rinvenuti da P. Goi, Stucchi del
Settecento nel Friuli Occidentale nuove
acquisizioni, in L’arte dello stucco in
Friuli…, cit., pp. 272-273, nota 30.
44 Secondo J.C. Füssli, Geschichte…,
cit., pp. 91, 108, Abondio sarebbe nato
nel 1675 e Carpoforo nel 1684.
45 C. Freschot, La nobiltà Veneta […],
Venezia 1707, p. 414; A. Lienhard-Riva,
Armoriale ticinese. Stemmario di famiglie ascritte ai patriziati della Repubblica e Cantone del Ticino […], Losanna
1945, pp. 463-464.
46 La chiesa di Santa Lucia di Massagno verrà eretta a parrocchia solo nel
1927.
47 Circostanza già rilevata da L. Simona, Pagine per la storia degli artisti
Ticinesi, suppl. a “Centauro”, 1935, dicembre, nn. 4-6, pp. XXV-XXVI.
48 ASDLu, Lugano, Parrocchia di San
Lorenzo, Morti 1692-1737, alla data.
49 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p.
91. Una ricognizione sui documenti dell’Archivio privato Priuli Stazio,
conservato presso l’Archivio di Stato
di Udine, bb. 20, 23, 29, e nei registri
canonici della parrocchia di San Stae
a Venezia, nella quale ricadeva il palazzo degli Stazio, non ha dato alcun
esito in merito a un eventuale legame
di parentela di Abondio con il ramo
nobilitato della famiglia.
50 Il matrimonio segreto si era reso
necessario per evitare che Michela
Rosin perdesse l’usufrutto dei beni lasciatigli in eredità dal precedente marito secondo le disposizioni testamentarie di quest’ultimo. In particolare
il codicillo del 6 marzo 1725 in ASVe,
Notarile, testamenti, Morosini Paolo, b.
671, Reg. testamenti, cc. 9-10. Michela
Rosin “da Porto Bufolè”, aveva sposato
il notaio Alvise Centon “infermo” il 18
aprile 1723; ASPVe, Parrocchia di Santa
Maria Nova, Matrimoni 1586-1808, p.
97. Il notaio moriva all’età di ottantaquattro anni il 5 aprile 1725 “da caduta d’apoplesia già giorni 30”, secondo
quanto riporta la trascrizione dell’atto
di morte in ASPVe, Matrimoni Segreti,
1726, 24 gennaio.
51 L. Facchin, La dinastia dei Retti di
Laino tra Sei e Settecento, in Passaggi a
nord-est…, cit., pp. 164-191.
52 Ivi, p. 165.
53 A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit.,
p. 188. Nato a Bissone nel 1633, Giovanni Pietro Garovi si trovava a Pia-
34. Vincenzo Colomba, Ornamenti
parietali. Venezia, palazzo Corner
a San Cassiano, sala del mezzanino
sul Canal Grande.
35. Vincenzo Colomba, Studio
per gli ornati a stucco di una stanza
di palazzo Contarini a San Massimo
a Padova. Venezia, Museo di palazzo
Mocenigo a San Stae, Archivio
privato Contarini da Mula.
33. Gaspare Lavizzari, Soitto,
particolare. Venezia, Ca’ Tron
a San Stae, camera della specchiera.
cenza almeno dal 1662 e vi resterà
ino alla morte avvenuta nel 1688.
54 Il cui nonno Carlo era fratello di
Giovanni Pietro e quindi nipote di Giacomo Antonio Garovi e Maria Stazio;
cfr. A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit.,
pp. 188-189.
55 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp.
91-92.
56 Nel contratto Abondio Stazio si
impegnava “a servire il sudetto signor
Bartolomeo Quadrio nell’arte di stucatore, e ciò per un anno continuo,
nel modo e luogho di detto paese
dove detto signor Quadrio gli imponerà”. Qualche notizia biograica su
Bartolomeo Quadri, nato nel 1660, si
trova in L. Simona, Lugano e dintorni.
Un semenzaio d’artisti, “Bollettino Storico della Svizzera italiana”, 10, 1944,
p. 177.
150 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
57 S. Riemer-Ranscht, Die Schlosskirche St. Trinitatis zu Weißenfels, Leipzig
2014, p. 31.
58 Ibidem, ricorda Bartolomeo Quadri
attivo nella decorazione della chiesa
nel 1683-1684, ma non fa menzione
di Abondio Stazio.
59 B.L. Grandjean, Stukarbejder i Danmark 1660-1800. Efterland manuskript
udgivet af Christy Grandjean, København 1994, p. 49.
60 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 109.
61 G. Oldelli, Dizionario…, cit., p. 109;
G. Fossaluzza, La fortuna critica…, cit.,
pp. 454-481.
62 P. Rossi, Attività di Domenico Tintoretto, Santo Piatti e Giuseppe Angeli per
la Scuola di San Rocco, “Arte Veneta”,
33, 1977, pp. 270-271.
63 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 113, alla data.
64 L. Brentani, Antichi maestri…, VII,
cit., p. 82, nota 1.
65 Il 26 aprile 1696 Giacomo Maria
Mazzetti sottoscrive il contratto di apprendistato per il iglio; ASCo, Notarile, Perti Giovanni Bernardino, b. 3027,
alla data.
66 Della cui attività si conoscono solo
due statue sull’altare dell’Angelo custode nella parrocchiale di San Carpoforo a Bissone del 1697; L. Brentani,
Antichi maestri d’arte…, VII, cit., p. 82,
nota 1.
67 Il testamento venne stilato il 19
febbraio 1704; ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 122, alla
data; cfr. I. Proserpi, I Tencalla di Bissone, Lugano 1999, p. 248.
68 A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit.,
pp. 266, 474; L. Brentani, Antichi maestri…, VII, cit., p. 100. I. Proserpi, I Ten-
151 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
calla…, cit., p. 244, pur segnalando le
disposizioni contenute nel testamento di Carpoforo Tencalla le interpreta
in maniera errata.
69 M. Favilla, R. Rugolo, Venezia ’700.
Arte e società nell’ultimo secolo della
Serenissima, Schio (Vicenza) 2011, pp.
130-132; G. Pavanello, Gli stucchi (II)…,
cit., pp. 66-67, igg. 14-15.
70 Cfr. J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p.
109; G. Fossaluzza, La fortuna critica…,
cit., p. 455.
71 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 92.
72 M. Frank, Appunti su villa da Lezze,
in Da Longhena a Selva. Un’idea di Venezia a dieci anni dalla scomparsa di
Elena Bassi, atti del convegno (Venezia, 9-11 dicembre 2009), a cura di M.
Frank, Bologna 2011, pp. 111-122.
73 M. De Grassi, Filippo Parodi, Pietro
Roncaioli e lo stucco tardobarocco a
Venezia, “Arte Veneta”, 54, 1999, pp.
67-68.
74 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
pp. 54-55, ha inteso identiicare l’ediicio come il palazzo dei Foscarini di
San Stae sul Canal Grande.
75 M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny
e Venezia…, cit., pp. 44-50.
76 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
pp. 56-57.
77 Cfr. ivi, pp. 56-64.
78 L. Pascoli, Vita di Antonio Balestra,
a cura di F. Flores d’Arcais, estratto da
Vite dei Pittori, Scultori e Architetti viventi, Treviso 1979, pp. 8, 20. Cfr. con
bibliograia L. Ghio, E. Baccheschi, Antonio Balestra, Bergamo 1989, p. 224,
cat. 145. Le due tele scomparse da Ca’
Zenobio poco prima del 1990, sono
passate all’asta Sotheby’s, Londra, 6
luglio 2010, n. 109.
79 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
pp. 78-79.
80 Ivi, p. 79.
81 M. De Grassi, Filippo Parodi…, cit.,
pp. 68-69.
82 B. Aikema, Le decorazioni di palazzo
Barbaro-Curtis a Venezia ino alla metà
del Settecento, “Arte Veneta”, 41, 1987,
p. 150.
83 ASVe, Giudici di Petizion, Inventari,
b. 336/61, n. 35, 20 febbraio 1699, con
aggiunte ino al 29 giugno. In fondo
all’elenco: “In cameron nel cielo quadri numero 5 cioè uno in mezzo grande et 4 più piccoli ovi del Zanchi, un
quadro grande del Rizzi, due telle imprimide”; B. Aikema, Le decorazioni…,
cit., p. 148.
84 B. Aikema, Le decorazioni…, cit., p.
148, collocava però l’intera decorazione a stucco negli anni cinquanta del
Settecento.
85 Museo Correr di Venezia, Gabinetto disegni e stampe, cl. III, Disegni di
architettura, mm 390 x 285, in corso di
catalogazione.
86 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
pp. 83-84, anche in questo caso, attribuisce gli stucchi alla coppia StazioMazzetti.
87 I. Proserpi, I Tencalla…, cit., p. 248.
88 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp.
107-110. Gli stucchi furono realizzati
nell’ambito del rinnovamento della
cappella maggiore che vide impegnati il pittore Giovanni Segala per il
soitto e lo scultore Giuseppe Torretti
per gli angeli lignei posti sull’altare e
oggi non più esistenti. Il tutto venne
inanziato con il lascito del parrocchiano Giovanni Battista Coletti. Anche G. Moschini, Guida per la città di
Venezia […], I, Venezia 1815, p. 637,
segnala l’intervento come opera di
Abondio e Carpoforo. A. Spiriti, Abondio Stazio (Massagno 1663 - Venezia
1745), in Svizzeri a Venezia nella storia,
nell’arte, nella cultura, nell’economia,
dalla metà del Quattrocento ad oggi, a
cura di G. Mollisi, Lugano 2008, p. 366,
colloca l’esecuzione degli stucchi al
“1700” attribuendone la committenza
alla famiglia Widmann.
89 L’impresa dei Carmini non è ricordata da Füssli.
90 Come ricorda E.A. Cicogna, Delle
Inscrizioni veneziane raccolte e illustrate […], I, Venezia 1824, p. 110: “Nel
1707 fu compiuta la erezione dell’altar
maggiore [di San Domenico di Castello] sul modello di Domenico Paternò
messinese architetto”.
91 L. Lorenzini, T. Contri, Sculture a
Cento e a Pieve tra XV e XIX secolo, Cento (Ferrara) 2005, pp. 61-64; S. Langè,
G. Pacciarotti, Barocco Alpino. Arte e
Architettura religiosa del Seicento: spazio e iguratività, Milano 1994, p. 230.
92 T. Temanza, Zibaldon, a cura di N.
Ivanof, Venezia-Roma 1963, p. 42,
ricorda che da giovane Bartolomeo
“lavorò anche in pietra”.
93 Luogo dal quale proveniva l’architetto Francesco Muttoni (1699-1747);
M. Barausse, Muttoni Francesco, in
Dizionario Biograico degli Italiani,
LXXVII, Roma 2012, pp. 593-597.
94 Nato a Lugano nel 1676 da famiglia originaria di Castel San Pietro, da
Francesco e Maria Caterina Splendore.
Fu attivo tra il 1700 e il 1735 in Germania e in Danimarca; A. Girardi, Pozzi
Carlo Maria, in Dizionario storico della
Svizzera, http://www.hls-dhs-dss.ch/.
95 Motivi itomori che si intrecciano
con un nastro appiattito e annodato a
iocco nella parte superiore.
96 Con tavole incise da Johann August Corvinus.
97 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
pp. 84-85.
98 Abondio Stazio quale esecutore
degli stucchi della cappella maggiore
degli Incurabili rinnovata nel 17191721, viene segnalato da B. Aikema,
D. Meyers, Nel regno dei poveri. Arte e
storia dei grandi Ospedali veneziani in
età moderna, Venezia 1986, p. 142, con
rimando a E. Cicogna, Delle inscrizioni
veneziane […], V, Venezia 1842, pp.
389-392, e a G. Vio, Giuseppe Torretti
intagliatore in legno e scultore in marmo, “Arte Veneta”, 38, 1984, pp. 206207, i quali però non menzionano un
intervento di Abondio Stazio.
99 Cfr. L. Döry, Antonio Giuseppe Bossi,
in Dizionario Biograico degli Italiani,
XIII, Roma 1971, pp. 286-289.
100 Originario di Morcote, a Venezia
almeno dal 1700; ASTi, Notarile, Fossati Luca Alberto, b. 22.
101 Roncaioli vende un terreno a Lorenzo Caccia nel 1705, mentre Abondio e Carpoforo sono presenti come
padrini a un battesimo nel 1716. Sulla
famiglia Caccia: A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., p. 68.
102 In mancanza di elementi certi si
fa riferimento al contratto di apprendistato con Roncaioli del 1702, visto
che generalmente si iniziava il garzonato fra i dodici e i quattordici anni
d’età. Sulla disciplina dei contratti di
apprendistato si veda: S. Bianchi, Parte
chi impara l’arte. I Cantoni e la formazione di cantiere: appunti di percorso
per una sintesi d’insieme, “Percorsi di
ricerca”, 2, 2010, pp. 21-30.
103 A. Spiriti, Abondio Stazio da Massagno: il Rococò dal Ceresio a Venezia,
in Svizzeri a Venezia…, cit., pp. 358365; A. Spiriti, Abondio Stazio (Massagno 1663 - Venezia 1745)…, cit., pp.
366-371.
104 Come viene indiferentemente
indicato nei documenti, sebbene G.
Pavanello, Tiepolo e gli altri: le decorazioni di palazzo Pisani Moretta, in I
Pisani Moretta. Storia e Collezionismo,
catalogo della mostra (Venezia, Ca’
Rezzonico), a cura di A. Craievich, pp.
76-79, igg. 31-33, abbia deciso di ribattezzarlo “Giovanni” Rossi.
105 I decori della sala dell’archivio
della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista sono stati attribuiti a
Francesco Re da M. De Grassi, Francesco Re e lo stucco rococò a Venezia, in
Passaggi a nord-est…, cit., p. 496, ig.
485 a p. 504.
106 Si veda in questo stesso numero
di “Arte Veneta” il contributo di Paolo
Delorenzi, Giuseppe Garrovi, l’“unico
discepolo dei celebri stuccatori Abbondio Stazzio, e Carpoforo Mazzetti”.
107 Cfr. S. Bianchi, Parte chi impara
l’arte…, cit., pp. 21-30.
108 Su questo ramo della famiglia
Staieri, diverso da quello degli omonimi stuccatori: G.M. Staieri, La igura
militare e politica del capitano Giuseppe Staieri di Bioggio (1723-1802), “Bollettino Storico della Svizzera Italiana”,
86, 1-3, giugno-settembre 1974, pp.
58-88.
109 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp.
109-110.
110 G. Moschini, Guida per la città di
Venezia…, cit., p. 523.
111 Si veda qui nota 152.
112 ASTi, Notarile, Castelli Antonio, b.
1551, 16 febbraio 1732.
113 G. Pavanello, Gli stucchi (II)…, cit.,
p. 77. Questi vani sono il risultato del
rinnovamento del palazzo avviato nel
1736 e concluso nel 1748: M. Favilla, R.
Rugolo, Lo specchio di Armida: Giambattista Tiepolo per i Corner di San Polo,
“Arte Veneta”, 69, 2012, pp. 71-83.
114 Per l’identiicazione del soggetto
si veda M. Favilla, R. Rugolo, Ideologie
da soitto. Giambattista Tiepolo per
i Corner e per i Manin, in Soitti veneziani. La decorazione di volte e soitti
a Venezia dal XV al XVIII secolo, atti del
seminario di studio (Venezia, 4-5 dicembre 2014), a cura di H. Aurenhammer, M. Frank, in corso di stampa.
115 M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio
di Armida…, cit., p. 103, nota 41. G.
Pavanello, Gli stucchi (II)…, cit., p. 73,
igg. 27-28 e p. 77, attribuisce alla coppia Stazio-Mazzetti anche gli stucchi
del soitto di un piccolo ambiente del
mezzanino di palazzo Corner. Si tratta
in realtà di una composizione di matrice ancora barocca che si potrebbe
collocare a ine Seicento in occasione
del matrimonio di Alvise Corner con
Caterina Contarini celebrato nel 1699;
ASVe, Avogaria di Comun, reg. VI, c.
138, 3 ottobre 1699.
116 Biblioteca del Museo Correr di
Venezia (d’ora innanzi BMCVe), Mss.
PDc, 2343, II, cc. ss., 21 dicembre 1781
Venezia.
117 ASPVe, Parrocchia di San Beneto,
Battesimi 1755-1808, p. 78, 3 giugno
1777. Si tratta del ramo dei Pelli di Vico
Morcote.
118 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit.,
p. 84. Per quanto riguarda le sovraporte del portego i documenti tacciono
in merito alla loro paternità, ma si potrebbero agganciare alla campagna
decorativa del 1746-1748 che vede
protagonisti Rossi, Franchini e Solari.
119 ASVe, Avogaria di Comun, reg. VIII,
c. 265, 1° aprile 1747.
120 BMCVe, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa
1746. Libro di spese fatte in occasione
del noviciado di sua eccellenza Vicenzo Tron”, cc. 2, 24, 40, 45.
121 L. Brentani, Antichi maestri d’arte
e di scuola delle terre ticinesi. Notizie e
documenti, I, Lugano 1936, pp. 83-84,
87. Giovanni Battista Adami nel 1703
a Carona è padrino di Andrea Solari di
152 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
Baldassare. Sono a Venezia, nel 1707,
Alessandro Adami di Giovanni Baldassare e, nel 1729, Andrea Adami quondam Giovanni Battista; A. LienhardRiva, Armoriale…, cit., p. 4.
122 Secondo quanto dichiarato da
Franchini nella libertà di matrimonio
di Antonio Adami del 1749.
123 Si tratta di Vincenzo III Pisani
detto Marco Andrea di Vincenzo IV
detto Zuanne del ramo di Santa Maria del Giglio; BMCVe, Mss. Cicogna,
2498-2505, M. Barbaro, “Discendenze
patrizie”, VI, c. 84v. Macaruzzi è il progettista nel 1760 del restauro della
chiesa di San Giovanni Evangelista;
C. Demattè, San Giovanni Evangelista: gli esiti della ricerca storica, in
Tra didattica e professione, il progetto
di conservazione della chiesa di San
Giovanni Evangelista a Venezia, a cura
di S. Pratali Mafei, Venezia 1998, pp.
77-82.
124 ASPVe, Parrocchia di San Vidal,
Morti 1771-1810, p. 183, 24 febbraio
1803.
125 I decori a stucco della chiesa di
San Giovanni Evangelista sono stati attribuiti a Francesco Re da M. De
Grassi, Francesco Re e lo stucco rococò
a Venezia, in Passaggi a nord-est…, cit.,
pp. 496-497, ig. 474 a p. 498.
126 Sulla famiglia Beretta di Lugano:
A. Lienhard-Riva, Armoriale..., cit., p.
33.
127 Sulla genealogia dei Castelli di
Melide: A. Lienhard-Riva, Armoriale...,
cit., pp. 96-97; G. Ortelli Taroni, Le famiglie Castelli di Melide, Mendrisio 2004.
128 Archivio parrocchiale di San Salvador, Venezia, Parrocchia di San Bartolomeo, Filza di atti diversi, “U”, c. s., 5
agosto 1788, per “due faciate fate di
stuco”.
129 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1781, I, p. 292.
130 A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit.,
pp. 375-376.
131 I pagamenti sono registrati nel resoconto delle spese per la villa in data
10 giugno 1775 siglato dal proto Filippo Rossi; BMCVe, Mss. PDc, 2423/4,
n. 67.
132 P. Rossi, Lavori settecenteschi a
Palazzo Ducale (II), “Arte Veneta”, 50,
1997, pp. 108-122.
133 R. Gallo, Una famiglia patrizia: i
Pisani ed i palazzi di S. Stefano e di Stra,
Venezia 1945, pp. 46-47. Francesco Re
nel 1782 partecipa anche al funerale
di Giustiniana Pisani di Santo Stefano.
134 Sulla igura dello stuccatore Domenico Borghi da Campione, N. Artini,
Giuseppe Canonica: uno stuccatore ticinese nella seconda metà del Settecento,
in Passaggi a nord-est…, cit., pp. 399,
401-402, 405.
135 BMCVe, Mss. PDc, 2017, “Stabili
S. Stae T. II scritture”, 50.2, 10 giugno
1767.
136 Si veda supra e nota 118.
137 A tutt’oggi si conosce solo un altro intervento di Bartolomeo Lavizzari
in terra veneta: la decorazione della
chiesa parrocchiale di Valstagna del
1782; F. Signori, La chiesa arcipretale
di Valstagna e i suoi oratori, Cittadella
1977; F. Signori, Valstagna. Storia della
parrocchia, Cittadella 1979.
138 E. Bordignon Favero, Palazzo Erizzo alla Maddalena in Venezia, Padova
1988, pp. 49-70. Per palazzo Torriani
Policreti a Pordenone (1776-1780) con
Giuseppe del Ben: P. Goi, Stucchi del
Settecento…, cit., p. 267.
139 ASVe, Archivio privato Nani Mocenigo, b. 191, fasc. 12, “Conti e carte
Lavezzari stuccador”. Nelle carte appare anche lo stuccatore Giuseppe
Gaggini.
140 Sull’attività di Gaspare Lavizzari
per la famiglia Manin, nei palazzi di
Venezia e Treviso, si veda M. Frank, Virtù e fortuna. Il mecenatismo e le committenze artistiche della famiglia Manin tra Friuli e Venezia nel XVII e XVIII secolo, Venezia 1996, pp. 209, 238, 241.
141 ASPVe, Parrocchia di Santa Soia,
Battesimi 1752-1810, p. 188.
142 Ivi, Parrocchia di San Felice, Morti
1810, alla data.
143 Su Giovanni Maria Andreoli: P. Goi,
Stuccatori lombardi in Friuli: aggiornamenti e novità, in Passaggi a nordest…, cit., p. 527 e nota 15.
144 Sulla famiglia Colomba di Arogno, nelle cui genealogie non compare però Vincenzo: L. Pedrini Stanga, I
Colomba di Arogno, Lugano 1994.
145 Sulle vicende legate alla decorazione del portego di palazzo Corner a
San Cassiano e su Giuseppe Castelli,
nato intorno al 1755 a Melide e deceduto nel 1822 a Venezia in parrocchia
di San Cassiano all’età di sessantasette
anni: cfr. F. Amendolagine, Gli stuccatori ticinesi a Venezia. Tra rococò e neoclassicismo, in Svizzeri a Venezia…, cit.,
pp. 393-397.
146 Palazzo Mocenigo, Archivio privato Contarini da Mula, in Archivio privato Corner Mocenigo (in via di riordino),
Cartella segnata “Proprietà Contarini
da Mula, piante e progetti”: “Stuccador Colomba, Camara ordinata Padova sopra la strada in facia a quella delli
pillastrini”.
147 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1147.
148 Probabilmente la famiglia era
originaria di Arzo come si evince
dall’inventario dell’eredità del padre
Giuseppe quondam Simone di Arzo
ma residente a Mendrisio; ASTi, Notarile, Rusca Giovanni Battista, b. 575,
10 dicembre 1751. Sulle origini della
famiglia si veda A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., p. 150.
149 Cfr. G. Pavanello, Tiepolo e gli altri…, cit., p. 70. Alla luce di ciò le attribuzioni avanzate da M. De Grassi,
La decorazione a stucco di palazzo
Loredan a Santo Stefano: Carpoforo
Mazzetti junior, Giuseppe Ferrari e il
difondersi della cultura rococò, “Atti
dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, 161, 2002-2003, Classe
di scienze morali, lettere ed arti, pp.
747-753, rimangono in attesa di veriica, sebbene siano state accolte da A.
Craievich, Le decorazioni di palazzo Loredan dal Cinquecento all’Ottocento, in
Idee progetti restauri, 1999-2009: palazzo Loredan e palazzo Cavalli Franchetti.
L’istituto Veneto e le sue sedi, Venezia
2009, p. 55.
150 Ferrari è di nuovo a palazzo Pisani
Moretta nel 1781 per la decorazione
di un mezzanino; I. Chiappini di Sorio,
Gli stuccatori delle decorazioni a palazzo Pisani Moretta a S. Polo, “Notizie da
Palazzo Albani”, XI, 1-2, 1982, p. 103.
151 R. Gallo, Una famiglia patrizia…,
cit., p. 45. In quegli anni Ferrari abita a
San Vidal in una casa di proprietà della
famiglia Pisani.
152 ASTi, Notarile, Della Torre Giovanni Battista di Giovanni, b. 2476, alla
data.
Reale di Copenaghen, dell’Archivio di
Stato di Como, dell’Archivio di Stato e
della Biblioteca Civica Joppi di Udine,
della Biblioteca dell’Accademia dei
Concordi di Rovigo, della Biblioteca
e dell’Istituto di Storia dell’Arte della
Fondazione Giorgio Cini, della Biblioteca del Museo Correr, dell’Archivio
Storico del Patriarcato e dell’Archivio di Stato di Venezia, della Scuola
Grande di San Giovanni Evangelista a
Venezia, di Palazzetto Bru Zane - Centre de musique romantique française
di Venezia. Un ringraziamento distinto va a Florence Alibert, Manuela
Barausse, Andrea Bellieni, Giovanni
Caniato, Chiara Ceschi, Maichol Clemente, Alberto Craievich, Massimo
De Grassi, Paolo Delorenzi, Monica De
Vincenti, Laura Facchin, Rosa Giglio,
Laura Gnaccolini, Rossella Granziero,
Sara Grinzato, Jelena Ivaniesevic, Nina
Kudiš, Luciana Giacomelli, Simone
Guerriero, Laura Levantino, Gernot
Mayer, Diego Mazzetto, Amalia Pacia,
Michèle Roche, Ida Santisi, Luca Sassi,
Giuseppe Sava, Meri Sclosa, Giorgio
Tagliaferro, Serena Tagliapietra, Andrea Tomezzoli, Damir Tulić, Irena Trevisan, Davide Trivellato, Giordano Zeli.
Ringraziamenti. Questa ricerca non
avrebbe avuto esito senza l’aiuto e i
preziosi suggerimenti di Antonio Trapletti e senza il supporto e la cortese
disponibilità di Carlo Agliati, Giovanni
Naghiero e Wolfgang Wolters. La nostra gratitudine va inoltre ai direttori e
al personale dell’Archivio di Stato del
Canton Ticino, dell’Archivio Storico
della Diocesi di Lugano, dell’Archivio
153 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò
Regesto cronologico-documentario
degli stuccatori attivi a Venezia
da Andrea Pelli (1652-1725) a Carpoforo
Mazzetti Tencalla (1710-1775)
Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
1652
24 novembre, Brusino Arsizio (C.T.): riceve il battesimo
Andrea Pelli di Lorenzo e Dorotea Poma; padrino Giulio
Salvia quondam Antonio di Morcote, madrina Elisabetta
Cattanea moglie di Carlo Poma1.
1656
5 novembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Giovanni
Pietro Roncaioli di Giovanni Battista e Caterina Salvia;
padrino Giovanni Battista Salvia di Maroggia, madrina
Maria de Giussani quondam Bartolomeo di Morcote2.
1665
29 febbraio, Carona (C.T.): riceve il battesimo Baldassare
Solari di Pompeo e Marta Aprile; padrino Pompeo Solari
di Giacomo, madrina Margherita Aprile3.
1665 circa
Massagno? (C.T.): nasce Abondio Stazio di Domenico4.
1671
30 luglio, Venezia: riceve il battesimo a San Felice Bartolomeo Giacomo Penso detto Cabianca di Pietro e Antonia Carapello; padrino Giovanni Battista dal Vago5.
1674 circa
Porlezza? (Como): nasce Giovanni Battista Muttoni di
Marco6.
1675
6 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli di Lorenzo sposa
Caterina Boschi di Carlo; testimoni Gabriele Roncaioli
quondam Giovanni Maria e i fratelli Francesco e Carlo Poma quondam Giorgio7.
24 febbraio: compare al battesimo di Caterina d’Elia di
Andrea e Antonia8.
1677
4 settembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Giovanna Maria di Andrea Pelli e Caterina Boschi; padrino Giulio Roncaioli quondam Gabriele, madrina Paola moglie di
Carlo Salvia9.
1677 circa
Parma e Piacenza: Abondio Stazio giunge nel ducato
dei Farnese10.
1679
8 febbraio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli è presente come testimone alle nozze di Giovanni Battista Roncaioli di
Giovanni Antonio con Maria Amadio di Domenico11.
1681
18 ottobre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Lorenzo
Pelli di Andrea e Caterina Boschi; madrina, Antonia Rusconi di Lindano futura moglie di Pietro Roncaioli12.
20 ottobre, Brusino Arsizio: muore Caterina Boschi moglie di Andrea Pelli13.
21 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli e Pietro Roncaioli partecipano all’assemblea della Vicinanza del comune14.
231 / Carte d’archivio
26 gennaio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Giovanni Maggi sottoscrive un contratto con Giovanni Tron per la fattura di cornici parietali in stucco su disegno di Baldassare Longhena15.
18 giugno, Venezia: Pietro Roncaioli, in qualità di “scultor”,
assume come apprendista Giacomo di Silvestro Brunetti16.
1682
30 settembre, Besano (Varese): riceve il battesimo Alvise
Michele Antonio Bossi di Alvise di Porto Ceresio e Chiara Luigia della Croce; padrino Alessandro della Croce di
Riva San Vitale, madrina Maria Lucia Bossi di Porto Ceresio, futura seconda moglie di Andrea Pelli17.
Bolzano, chiesa del Calvario: Andrea Pelli e Girolamo Aliprandi realizzano le statue con i profeti e i re d’Israele18.
1684
20 marzo, Agno (C.T.): Abondio Stazio viene ingaggiato
per un anno da Bartolomeo Quadri di Cassina d’Agno,
ma residente a Weißenfels (Sassonia-Anhalt), per lavorare in quella città. Il compenso è di ottanta scudi, più vitto
e alloggio. Il contratto è sottoscritto da Giacomina e
Francesco Quadri procuratori di Bartolomeo19.
Venezia, chiesa di San Daniele: Giovanni Maggi ha completato il fregio con cornici nella navata centrale20.
1685
22 marzo, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli è presente
alla stesura del contratto di matrimonio con Antonia Maria Rusconi di Lindano nata a Tremona ma residente a
Meride21.
14 agosto, Bissone (C.T.): riceve il battesimo Carpoforo
Antonio Salvatore Mazzetti di Giacomo Maria e Anna
Maria Tencalla quondam Carpoforo; padrino Giovanni
Battista Carati di Giovanni, madrina Costanza Tencalla di
Pietro22.
29 settembre, Venezia: Pietro Roncaioli risulta iscritto
all’arte dei tagliapietra23.
1686
13 luglio - 25 settembre, Frederiksborg Slot (DK): Abondio Stazio lavora insieme a Claude Le Coffre, su progetto
di Lambert van Haven, alla decorazione del soffitto della
sala di udienza24.
1688
22 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli stipula un atto
notarile per l’acquisto di un terreno25.
11 marzo: Girolamo Aliprandi, quondam Giacomo, stuccatore di Laino in Val d’Intelvi stila il proprio testamento
nel quale istituisce dei legati per Andrea e Lorenzo Pelli26.
23 maggio, Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò riceve un compenso per i decori nel soffitto della cappella maggiore27.
10 dicembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Arcangela di Andrea Pelli e Maria Lucia Bossi quondam Francesco di Porto Ceresio; padrino Gerolamo da Ponte
quondam Benedetto, madrina Francesca Pelli quondam
Andrea di Vico Morcote28.
1688-1694 circa
Vicenza, Palazzo Leoni Montanari: Andrea Pelli pone la
propria firma sul soffitto della Galleria della Verità29.
1689
1 marzo, Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò riceve il compenso a saldo dei
decori nel soffitto della cappella maggiore30.
18 ottobre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Giovanni
Battista di Pietro Roncaioli e Antonia Maria Rusconi, madrina Maria Lucia Bossi moglie di Andrea Pelli31.
1690 circa
Bissone?: nasce Giovanni Battista Garovo Allio di Giovanni Battista e Francesca Albuzzi quondam Fioramonte di
Clivio32.
1690
Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò conclude i lavori per la decorazione della
cappellina battesimale33.
1691
Dicembre, Rovigo, chiesa di San Bartolomeo: vengono
“stabiliti li stucchi” già eseguiti da Pietro Roncaioli nella
cappella del Santissimo34.
1692
19 gennaio, Morcote (C.T.): Andrea Pelli compare al battesimo di Pietro Francesco Pelli di Antonio e Camilla35.
22 maggio, Venezia: Domenico Paternò quondam Giuseppe compare come testimone in un processo del
Sant’Uffizio36.
1693
21 giugno, Venezia, chiesa Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò riceve il compenso per il modello in stucco del tabernacolo dell’altar maggiore disegnato dal pittore Antonio Zanchi37.
24 settembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Lindano di Pietro Roncaioli e Antonia Rusconi; padrino il reverendo Giuseppe Maria Roncaioli quondam Gabriele, madrina Domenica Gagini di Francesco38.
6 novembre, Carona: riceve il battesimo Giovanni Battista Solari di Baldassare di Pompeo e Marta Caselli di Giovanni Battista; padrino Giacomo Filippo Adami, madrina
Caterina Solari di Pompeo39.
1694 circa
Venezia: Pietro Roncaioli dichiara alla fraglia dei tagliapietra di non fare più il mestiere da otto anni40.
Mendrisio (C.T.): nasce Giovanni Andrea Cosma Damiano Rossi di Giovanni Battista41.
1695
18 febbraio, Venezia: Pietro Roncaioli rilascia una procura allo zio don Giuseppe a Brusino per la divisione ereditaria dei beni del padre Giambattista morto a Venezia
l’anno prima42.
1696
13 luglio, Bissone: Carpoforo Mazzetti viene registrato
negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo con
l’età di undici anni43.
1697
2 marzo, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli è presente alla
stesura di un atto notarile44.
5 marzo, Brusino Arsizio: Andrea Pelli quondam Lorenzo
stila il proprio testamento45.
19 giugno, Padova, cappella delle reliquie al Santo: viene
pagato il falegname che ha innalzato le impalcature per
lo stuccatore Pietro Roncaioli46.
7, 19 settembre, Venezia, casino Zane a San Stin: Abondio Stazio riscuote il saldo per i decori di due camere e
un acconto per quelli della sala47.
232 / Carte d’archivio
28 settembre, Venezia, casino Zane a San Stin: Andrea
Pelli riscuote il primo saldo per i decori della sala48.
2 dicembre, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli ha concluso una prima fase di lavori. L’Arca
del Santo delibera che gli sia assegnato un compenso
aggiuntivo rispetto a quanto già riscosso49.
3, 13 dicembre: riscuote un acconto e il saldo per i suoi
lavori e per l’assistenza alla costruzione dell’ingresso50.
23 dicembre: stipula un nuovo accordo con l’Arca del
Santo per decorare i vani delle finestre otturate e da otturarsi51.
Venezia: Abondio Stazio risiede in calle del Pozzetto
nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto.
Paga 20 ducati all’anno di affitto al nobiluomo Giovanni
Zulian52.
9 maggio, Venezia: Abondio Stazio risiede in calle del
Pozzetto nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a
Rialto. Paga 20 ducati all’anno di affitto al nobiluomo
Giovanni Zulian69.
Maggio, Venezia, palazzo Albrizzi a Sant’Aponal: viene
pagato il "marangon" per aver preparato i soffitti del portego e di una camera per la decorazione a stucco70.
10 luglio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Pelli si impegna con il nobiluomo Andrea Tron per fare dodici soprafinestre, tre sottobalconi e due sovraporte per la sala
da ballo71.
23 luglio; 6, 23 agosto: riscuote le prime rate in pagamento dei lavori72.
10, 25 settembre: Lorenzo Pelli di Andrea riscuote altri
due pagamenti per i lavori73.
1697 circa
Venezia: Alvise Bossi giunge in città53.
Venezia: Carpoforo Mazzetti giunge in città54.
1702
30 gennaio, Venezia, palazzo Albrizzi a Sant’Aponal: in
occasione del solenne ingresso di Giambattista Albrizzi
alla carica di procuratore di San Marco si aprono le stanze del palazzo appena rinnovato74.
18 marzo, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli “scultore di
stucco” sottoscrive il contratto di apprendistato per cinque anni di Giovanni Battista Garovo Allio quondam
Giovanni Battista di Bissone. Sono presenti come testimoni Giuseppe Gaggini di Francesco, scultore in marmo
(e tutore di Giovanni Battista), e Giacomo Maria Mazzetti
padre di Carpoforo Mazzetti75.
Aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti viene registrato come assente negli Stati d’anime della parrocchia di San
Carpoforo con l’età di sedici anni76.
12 luglio, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro
Roncaioli riscuote dall’Arca del Santo un pagamento per
la fornitura di un “pezzo di marmo”77.
31 luglio: scrive ad Antonio Manin proponendosi come
scultore in sostituzione del defunto Angelo Marinali, ma si
dice obbligato a rimanere per il momento a Padova per
eseguire il piedistallo del cerforale nella cappella delle reliquie, compagno di quello già realizzato da Filippo Parodi78.
21 settembre, Brusino Arsizio: Andrea Pelli quondam Lorenzo compare al battesimo di Carlo Giorgio Croce di
Ambrogio e Maria de Bolis79.
1698
22 febbraio, Venezia, casino Zane a San Stin: Abondio
Stazio riscuote il saldo per gli ornati della sala e di altri
ambienti55.
11 marzo: stila la ricevuta per conto dell’indoratore Giovanni Battista Toppi non sapendo questi scrivere56.
15, 23, 27 marzo; 5, 11, 12, 19 aprile: riscuote i pagamenti e il saldo per il soffitto della sala57.
26 aprile; 3, 10, 16 maggio, Venezia, casino Zane a San
Stin: Andrea Pelli riscuote i pagamenti per i lavori58.
20 maggio: riscuote il saldo a nome del “colega” Abondio Stazio59.
15 giugno; 28 luglio; 18 dicembre, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli riceve due pagamenti per il bassorilievo con il Transito del santo e un
pagamento per i decori della cantoria60.
9 ottobre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Pietro Antonio di Pietro Roncaioli e Antonia Rusconi; padrino Gabriele
Roncaioli di Giulio Cesare, madrina Marta Salvia di Carlo61.
1699
3 settembre, Padova, cappella delle reliquie al Santo:
Pietro Roncaioli ha terminato due nicchie. Richiamato
altrove per un nuovo lavoro, i presidenti dell’Arca del
Santo deliberano che non lo si lasci partire, si predisponga l’accordo e si scelgano i disegni per la decorazione di
altre due nicchie62.
19 ottobre, 31 dicembre: riscuote i pagamenti in acconto per i decori delle nicchie63.
1700
12 marzo, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro
Roncaioli riceve il compenso per tutto il lavoro eseguito
fino a quella data64.
19, 28 agosto; 18, 31 dicembre: riceve i compensi e il saldo per i decori delle nicchie e per il gruppo di angeli sopra l’ingresso65.
Agosto, Venezia, palazzo Albrizzi a Sant’Aponal: “Quel
delli stucchi” riceve un acconto per l’accordo relativo
alla decorazione delle “due camere nove”66.
3 dicembre, Carona: riceve il battesimo Pompeo di Baldassare Solari di Pompeo e Marta Caselli; padrino Giuseppe Antonio Casella quondam Andrea, madrina Marta
moglie di Francesco Aprile67.
1701
16 febbraio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli è presente alla
stesura di un atto notarile68.
1703
13 dicembre, Venezia: riceve il battesimo a San Bartolomeo Lavinia Maria di Giovanni Battista Muttoni quondam Marco “stucador” e Anna Maria Pozzi di Francesco80.
16 dicembre, Carona: riceve il battesimo Andrea Solari di
Baldassare di Pompeo e Marta Caselli quondam Giovanni
Battista; padrino Giovanni Battista Adami di Giacomo81.
1704 circa
Bissone?: nasce Giuseppe Maria Garovi di Domenico e
Giulia Maria Gaggini82.
1704
30 marzo, Bissone: Carpoforo Mazzetti è testimone al
matrimonio di Giuseppe Poletta di Melano e Giovanna
Margherita Tencalla quondam Carpoforo83.
26 aprile; 12 maggio; 20 giugno; 28 luglio, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli riscuote i
pagamenti per i decori che va facendo84.
Venezia: Abondio Stazio risulta affittuario di una casa e
di un magazzino in parrocchia di San Giovanni Elemosinaro di proprietà del nobiluomo Giovanni Zulian85.
1705
Febbraio, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro
233 / Carte d’archivio
Roncaioli riscuote un acconto per la decorazione dell’ingresso e “per segadura de’ marmi”86.
29 maggio: riscuote un acconto per la decorazione di
due nicchie87.
18 luglio, Venezia: vende un pezzo di terra prativa in Morcote a Lorenzo Caccia quondam Francesco "marangon"
residente a Venezia nella parrocchia di San Salvador88.
21 settembre, Padova: gravemente ammalato, chiede un
prestito al fratello Camillo "murer" residente a Venezia
per pagare le spese necessarie alle cure89.
Venezia: Abondio Stazio “d’anni 40, forestier, solo in casa, stucador” è residente in calle del Pozzetto nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto90.
Venezia: Lorenzo Ganassa, nella seconda edizione de Il
ritratto. Overo le cose più notabili di Venezia, ricorda che “Il
battisterio [di Santa Maria del Giglio] è opera eccellentissima di Domenico Paterno”91.
1706
27 gennaio, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli muore in
casa propria e viene sepolto nell’arca della confraternita
del Santissimo Sacramento nella parrocchiale di San Michele Arcangelo92.
25 luglio; 28 ottobre, Venezia, chiesa di San Canciano:
Abondio Stazio riscuote i compensi per i decori della
cappella maggiore93.
10 agosto, Venezia: riceve il battesimo a San Bartolomeo
Maria Caterina di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi94.
31 agosto, Venezia: Alvise Bossi “stucador” di San Salvador compare a San Fantin al battesimo di Teresa Domenica Visetti di Giovanni Battista “murer” e Paolina95.
1707
31 dicembre, Carona: Baldassare Solari e i figli Giovanni
Battista e Andrea sono registrati negli Stati d’anime della parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea96.
1708
5 febbraio, Bissone: Carpoforo Mazzetti compare al battesimo di Giovanni Battista Gaggini di Giuseppe e Ippolita Rigoni97.
11 marzo, Venezia: riceve il battesimo a San Bartolomeo
Maria Caterina di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi98.
11 ottobre, Carona: riceve il battesimo Salvatore Solari
di Baldassare e Marta Caselli quondam Giovanni Battista; padrino Giovanni Andrea Casella di Carlo, madrina
Petronilla Casella di Domenico99.
19 novembre; 13 dicembre, chiesa di Santa Maria dei
Carmini: Pietro Branchini “stucador” riceve i compensi
per i decori nella cupola della cappella della Scuola dei
Carmini100.
1709
5 gennaio, Venezia: Abondio Stazio riscuote dalla Scuola
Grande di San Rocco la rata di interesse su un prestito101.
Gennaio, Brusino Arsizio: Andrea e Lorenzo Pelli sono
registrati negli Stati d’anime della parrocchia di San Michele Arcangelo102.
14 gennaio; 19, 24 maggio, Venezia, chiesa di Santa Maria dei Carmini: Pietro Branchini riceve i compensi e il
saldo per i decori nella volta della cappella della Scuola
dei Carmini103.
24 maggio, Venezia: Abondio Stazio riscuote il compenso per i modelli degli stucchi realizzati da Pietro Branchini nella cupola della cappella della Scuola dei Carmini104.
26 maggio, Passariano: Abondio Stazio si reca nella villa
dei Manin insieme al pittore Louis Dorigny105.
31 maggio, Udine: riceve un compenso per il sopralluogo
nel duomo di Santa Maria Annunziata e per disegni106.
3 giugno: viene pagato il corriere per averlo ricondotto a
Venezia107.
4 giugno: viene acquistata “arzila” per i modelli108.
5 agosto: viene pagato il “carro” che ha condotto a Udine
il bagaglio degli stuccatori per i quali si acquistano due
letti nuovi109.
23 giugno, Venezia: Abondio Stazio riscuote dalla Scuola Grande di San Rocco la seconda rata di interessi su un
prestito110.
11 agosto, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti e Pietro
Patriarca, assistiti da due manovali, ricevono il primo
compenso111.
13 agosto, Udine: viene pagato un altro “carro” che ha
condotto il bagaglio dei pittori e degli stuccatori112.
18 agosto, Udine, duomo: Abondio Stazio viene pagato
per la fornitura di materiali e per l’acquisto di creta per
fare i modelli113.
29 agosto, Udine, duomo: si acquista altra creta per i modelli114.
18, 29 agosto; 13, 15, 20, 28, 30 settembre; 12, 20, 29 ottobre; 2, 9, 16, 24, 30 novembre; 7, 13, 21 dicembre, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti e Pietro Patriarca ricevono i compensi calcolati in giornate di lavoro115.
13 settembre, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve la
prima “mesata”116.
5 ottobre; 5 novembre; 5 dicembre: riscuote le mesate
successive117.
6 dicembre: fornisce le indicazioni al capomastro Luca
Andreoli per i lavori di muratura da eseguirsi sui due archi del presbiterio prima di iniziare la decorazione118.
1709-1710
Astino (Bergamo), chiesa del monastero del Santo Sepolcro: la “mano virtuosa” di Andrea Pelli esegue la decorazione delle cappelle di San Martino e del Santo Sepolcro119.
1710
5 gennaio, Udine, duomo: Abondio Stazio fa acquistare
materiali necessari al cantiere120.
5 gennaio; 5 febbraio; 8 marzo; 10 aprile; 7 maggio; 8
giugno; 5 luglio; 5 agosto; 5 settembre; 5 ottobre; 7 novembre; 7 dicembre: riceve le mesate121.
15 gennaio: fa acquistare del ferro “per far canicchie”122.
5, 11, 18, 25, 28 gennaio; 8, 15, 23, 28 febbraio; 7, 17, 22,
29 marzo; 5, 12, 19, 26 aprile; 2, 9, 17, 24, 30 maggio; 8,
14, 21, 28 giugno; 1, 11, 18, 24 luglio; 2, 9, 14, 23, 28 agosto; 5, 13, 21, 27 settembre; 4, 11, 18, 25, 31 ottobre; 8, 15,
22 novembre; 7, 12 dicembre, Udine, duomo: Carpoforo
Mazzetti e Pietro Patriarca ricevono i compensi calcolati
in giornate di lavoro123.
30 gennaio, Venezia: Alvise Bossi di Alvise compare a
San Salvador al battesimo di Felicita Caccia di Francesco
quondam Lorenzo “marangon” e Teresa Paleari di Abondio124.
21 febbraio, Udine, duomo: acquisto di creta per fare i
modelli125.
25 febbraio, Udine, duomo: Abondio Stazio fa acquistare della terra gialla126.
8 marzo: fa acquistare della terra rossa127.
19 aprile: riscuote il compenso per pagare 18 giornate di
lavori ad altri stuccatori128.
8 ottobre: riscuote un pagamento per materiali da lavoro129.
234 / Carte d’archivio
18 novembre: riscuote il compenso per un nuovo stuccatore130.
22 marzo, Brusino Arsizio: Andrea Pelli rilascia una procura alla moglie Maria Lucia Bossi131.
23 aprile: in virtù della procura rilasciatale dal marito Andrea Pelli, assente, Maria Lucia Bossi sottoscrive un atto
di compravendita132.
30 agosto, Venezia: riceve il battesimo a San Tomà Maria
Agostina di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria
Pozzi133.
22 novembre, Bissone: riceve il battesimo Carpoforo
Giacomo Maria Mazzetti Tencalla di Giovanni Domenico e Lucia Carati; padrino Giovanni Battista Carati di Giovanni, madrina Costanza Tencalla di Giovanni Pietro134.
22 dicembre, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti, Pietro
Patriarca e il “Signor Francesco” ricevono i compensi calcolati in giornate di lavoro135.
1711
3 gennaio, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve la prima mesata dell’anno nuovo136.
3, 12, 19, 25, 31 gennaio; 7, 12, 27 febbraio; 7, 15, 21, 28
marzo; 1, 9, 25 aprile; 3, 5, 10, 17, 31 maggio; 1, 12, 27
giugno; 1, 12, 18, 24 luglio; 1, 8, 14, 26, 30 agosto; 5, 12,
19, 30 settembre; 3, 13 ottobre; 2, 19 novembre; 13, 30
dicembre, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti, Pietro
Patriarca e il “Signor Francesco” ricevono i compensi calcolati in giornate di lavoro137.
7 febbraio; 7 marzo; 18 aprile; 22 maggio; 31 maggio; 24
luglio; 14 agosto; 19 settembre; 16 novembre; 27 novembre; 30 dicembre, Udine, duomo: Abondio Stazio
riceve le mesate138.
18 febbraio: fa acquistare la creta per fare i modelli139.
23 febbraio: fa acquistare un “mastelo”140.
18 dicembre, Mendrisio: Prospero Rossi è nominato procuratore dal nipote Giovanni Andrea Rossi, quondam
Giovanni Battista, che si trova “nelle parti della Germania”141.
1712
13 gennaio, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve in anticipo l’ultima mesata che terminerà il 5 febbraio142.
13 gennaio, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti, il “Signor Francesco” e il “Signor Salvador” ricevono il compenso per ventisette giornate di lavoro143.
11 marzo, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve un pagamento di 11 lire144.
28 giugno, Brusino Arsizio: Andrea Pelli scrive una lettera a Giovanni Oldelli di Meride ove chiede di registrare la propria nomina nel consiglio della Pieve di Riva
San Vitale145.
3 ottobre: sottoscrive, a nome del figlio Lorenzo Pelli
(“e patria absentis”), il contratto dotale della moglie di
questi Anna Lavinia Paleari quondam Ambrogio di Morcote146.
8 ottobre, Venezia: Abondio Stazio riceve dai Manin un
compenso per aver eseguito non meglio specificati disegni147.
1713
5 marzo, Venezia, Abondio Stazio riscuote dal guardian
grande della Scuola di San Rocco la prima rata di interesse su un prestito di 1100 ducati148.
29 luglio; 18 agosto; 22 agosto; 1, 23 settembre; 17 ottobre; 3 novembre; 9 dicembre, Venezia, Palazzo Ducale:
Baldassare Solari e il figlio Giovanni Battista riscuotono
i compensi per i restauri del soffitto della sala delle quattro porte149.
Luglio, Mendrisio: Giovanni Andrea Rossi quondam Giovanni Battista risulta dimorante “dalle parti della Germania”150.
9 novembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Michelangelo Arcangelo Pelli di Lorenzo di Andrea e Anna
Lavinia Paleari quondam Ambrogio; padrino Giulio Cesare Roncaioli di Gabriele, madrina Francesca Bossi di Giovanni Battista moglie di Carlo Ambrogio Croci151.
Venezia: Abondio Stazio risiede in calle del Pozzetto nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto, ma,
invece di una casa, “tiene una camera” affittata dal 1° dicembre 1708. Paga 9 ducati all’anno di affitto alla nobildonna Marietta Marcello vedova di Zuanne Zulian152.
1714
11 luglio, Venezia, Palazzo Ducale: Baldassare e Giovanni Battista Solari riscuotono il saldo per i restauri del
soffitto della sala delle quattro porte153.
29 luglio, Venezia: Abondio Stazio riscuote dalla Scuola
Grande di San Rocco un’altra rata sul prestito di 1100 ducati154.
1715
11 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni Elemosinaro Chiara Marta di Giovanni Battista Muttoni e
Anna Maria Pozzi; padrino Paris Visetti quondam Federico155.
4 agosto, Venezia: Abondio Stazio ritira dalla Scuola
Grande di San Rocco il capitale di 1100 ducati precedentemente prestato dichiarandosi “interamente soddisfatto”156.
Venezia: Giovanni Battista Muttoni “stucador” risiede
con moglie e sei figli in calle del Cinque nella parrocchia
di San Giovanni Elemosinaro a Rialto. Paga 14 ducati
all’anno di affitto al nobiluomo Agostin Riva157.
Venezia, 25 ottobre, Alvise Michele Bossi di Alvise di
“Porto della pieve di Arcisate diocesi di Milano di anni 32
in circa”, residente a San Mattio di Rialto, rilascia una dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio.
Afferma di essere giunto a Venezia all’età di quindici anni
e di non essersi più mosso. Confermano la sua dichiarazione Pietro Giacomazzi e il pittore Giorgio Fossati quondam Antonio di Morcote158.
Venezia, 3 novembre: Alvise Michele Bossi di Alvise sposa a San Salvador Lucia Gaspara Menoni quondam Giacomo159.
1715-1716
20 dicembre - 4 gennaio, Venezia: la “Pallade veneta” dà
notizia dell’incendio che si sprigionò in una stanza appena decorata a stucco in palazzo Sagredo a Santa Sofia,
danneggiando gravemente l’intero edificio160.
1716
1, 23 maggio; 13 giugno; 4, 18 luglio; 1, 22 agosto; 5, 19,
30 settembre; 7 novembre, Udine, duomo: Giovanni
Battista Muttoni riscuote i pagamenti per non meglio
specificati lavori161.
16 maggio, Padova, palazzo Cornaro della Regina a San
Massimo: Bortolo Cabianca riceve un compenso in acconto di fatture di stucco162.
15 agosto, Venezia: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti compaiono a San Salvador come padrini al battesimo di Abondio Caccia di Francesco quondam Lorenzo
da Morcote e Teresa Paleari di Abondio “publico notaro
milanese”. Entrambi risiedono nella parrocchia di San
Giovanni Elemosinaro163.
26 giugno, Padova: Bortolo Cabianca sottoscrive il con-
235 /Carte d’archivio
tratto con il nobiluomo Andrea Cornaro della Regina per
l’esecuzione degli stucchi nella villa di Piombino Dese164.
24 settembre, Venezia, chiesa degli Scalzi, cappella Manin: Abondio Stazio riceve un compenso per l’ornato
dell’arcone d’ingresso165.
Venezia: Abondio Stazio risiede in calle della Madonna
nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto.
Paga 50 ducati all’anno di affitto al nobiluomo Marco
Molin alla Maddalena166.
1717
27 giugno - 19 ottobre, Ottobeuren (Baviera), abbazia
dei Santi Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi
riceve, sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per
la decorazione del chiostro orientale167.
20 luglio, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni Elemosinaro Antonio Maria Salvador di Giovanni Battista
Muttoni e Anna Maria Pozzi; padrino “il signor Abondio
Statio quondam Domenico” 168.
1718
16 agosto, Brusino Arsizio: Abondio Stazio, residente a
Venezia, concede un prestito al consiglio della Pieve di
Riva San Vitale169.
6 dicembre, Venezia, chiesa di Sant’Antonin: riscuote il
compenso per aver restaurato gli stucchi della volta della cappella di San Saba170.
18 dicembre, Ottobeuren, abbazia dei Santi Alessandro
e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve, sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione del
chiostro orientale171.
Venezia, palazzo Sagredo a Santa Sofia: Abondio Stazio
e Carpoforo Mazzetti pongono la loro firma sugli stucchi del camerino dei trofei172.
Venezia: Giuseppe Maria Garovi quondam Domenico
da Bissone giunge quattordicenne in città con Carlo Ambrogio Croce di Brusino Arsizio173.
1719
9 marzo, Bissone: Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla
anche a nome del fratello Carpoforo Mazzetti, che si
trova a Venezia, sottoscrive un atto di compravendita174.
24 marzo - 16 novembre, Ottobeuren, abbazia dei Santi
Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve,
sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione di alcuni ambienti175.
1 aprile, Brusino Arsizio: Andrea e Lorenzo Pelli sono registrati negli Stati d’anime della parrocchia di San Michele Arcangelo176.
1720
10 febbraio - 3 novembre, Ottobeuren, abbazia dei Santi
Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve,
sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione di alcuni ambienti177.
26, 27 giugno, Bissone: Giulia Maria Gagini vedova Garovi
regolarizza il garzonato del figlio Giuseppe Maria Garovi
presso “Abondio Statio di Massagno stuccatore habitante in detta città [di Venezia] per imparare ed esser da
esso signor Statio amaestrato nell’arte di stuccatore”178.
21 luglio, Venezia: Giuseppe Maria Garovi risiede in città
presso Carlo Ambrogio Croce di Brusino Arsizio179.
Venezia: Bortolo Cabianca risulta iscritto all’Arte dei tagliapietra e versa una tassa di £ 4:17180.
1721
19 marzo, Mendrisio: riceve il battesimo Prospero Felice
Franchini di Antonio quondam Antonio e Anna Rossi
quondam Giovanni Battista; padrino Filippo Quartironi
quondam Pietro, madrina Antonia Torriani181.
23 giugno, Carona: riceve il battesimo Antonio Adami di
Giovanni Battista e Maddalena; padrino Giovanni Battista Casella quondam Giovanni Battista, madrina Maria
vedova di Giovanni Battista Casella182.
di Abondio Stazio. Carpoforo dichiara di avere quarant'anni, di essere a Venezia da ventinove anni e di risiedere nella parrocchia di San Mattio a Rialto195.
8 settembre, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio
e Carpoforo Mazzetti ricevono i compensi per la decorazione del soffitto della cappella maggiore196.
1722
24 gennaio, Venezia, Scuola Grande di San Teodoro:
Abondio Stazio ha realizzato dodici cornici ovali di stucco sulle pareti della sala superiore per ospitare i dipinti
con le Storie di san Teodoro183.
26 luglio, chiesa dell’ospedale degli Incurabili alle Zattere: Giovanni Battista Muttoni riceve il compenso per
aver restaurato gli stucchi184.
6 dicembre, Ratisbona: Giovanni Andrea Rossi scrive una
lettera allo zio materno Filippo Quartironi a Mendrisio185.
1727
8 febbraio; agosto, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio
Stazio e Carpoforo Mazzetti ricevono i compensi per la
decorazione della cupola della cappella maggiore197.
25 maggio, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Alvise
Bossi riceve il pagamento per aver restaurato gli stucchi
della volta delle scale198.
1723
12, 14, 18 gennaio, Brusino Arsizio: Abondio Stazio dimorante a Venezia concede prestiti alla magnifica pieve
di Balerna e alle comunità di Maroggia e di Mendrisio,
tutte nel Canton Ticino. Procuratore e agente per tali
operazioni è Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla (fratello di Carpoforo Mazzetti)186.
16 agosto, Venezia, palazzo Coreggio a San Cassiano:
Giovanni Battista Muttoni stila una nota di fatture (con
la supervisione del pittore Ferdinando Fochi) per restaurare gli stucchi in vari ambienti del palazzo preso in affitto dal nobiluomo Federico Corner della Regina187.
1724
21 febbraio, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni
Elemosinaro Francesco Giovanni di Giovanni Battista
Muttoni e Anna Maria Pozzi; padrino Carpoforo Mazzetti quondam Giacomo188.
13 maggio - 27 ottobre, Ottobeuren, abbazia dei Santi
Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve,
sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione della Ovat-Tafelstube189.
1725
5 gennaio, Venezia: "Oratio Statio stuchador” quondam
Domenico di San Giovanni Elemosinaro compare a San
Beneto al battesimo di Diamante Gasparo Martinelli di
Zorzi “murer” e di Vittoria190.
19 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli muore in casa
propria e viene sepolto nell’arca della confraternita del
Santissimo Sacramento nella parrocchiale di San Michele Arcangelo191.
12 maggio, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni
Elemosinaro Francesco Giovanni di Giovanni Battista
Muttoni e Anna Maria Pozzi; padrino Carlo Betti quondam Lorenzo192.
1725 circa
Venezia: Giovanni Andrea Rossi giunge in città193.
1726
24 gennaio, Venezia: Abondio Stazio appronta i documenti necessari per il matrimonio segreto con Michela
Rosina Rosin quondam Giovanni di Portobuffolè, vedova
del notaio Alvise Centon. Abondio dichiara di avere sessantuno anni, di essere a Venezia da quarant'anni e di
risiedere nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a
Rialto194.
24 gennaio, Venezia: Carpoforo Mazzetti fornisce la propria testimonianza giurata per la libertà di matrimonio
236 / Carte d’archivio
1728
25 gennaio, Venezia: Abondio Stazio per prepararsi alla
celebrazione del matrimonio con Michela Rosina Rosin
si confessa e riceve la comunione nella chiesa dei Tolentini199.
13 aprile, Brusino Arsizio: Abondio Stazio, attraverso il
suo procuratore, Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla,
dispone un prestito alla comunità di Bissone200.
15 ottobre, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Alvise
Bossi riceve un pagamento per i decori sulla volta del
pianerottolo delle scale201.
1729
5 maggio, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Alvise
Bossi riceve un pagamento per i decori sulla volta del
pianerottolo delle scale202.
27 giugno, Venezia: i fratelli Giovanni Battista e Andrea
Solari inviano una lettera in Svizzera al notaio Bartolomeo Casella203.
9 luglio, Venezia: Carpoforo Mazzetti compare a San Vidal al battesimo di Caterina Zanetta Sardi figlia di Baldissera quondam Domenico204.
1730
9 marzo, Venezia, palazzo Zen ai Gesuiti: “Alvise [Bossi?]
stucador” riceve il saldo per non meglio precisati lavori
di stucco205.
30 settembre, Venezia: Carpoforo Mazzetti compare a
San Stae al battesimo di Antonia Fortunata Bambini di
Giuseppe di Nicolò “pittor” e di Vittoria206.
1731
22 luglio, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Abondio
Stazio e Carpoforo Mazzetti sottoscrivono il contratto
per i decori del soffitto della sala, per quelli del soffitto e
delle pareti della cappella e per dorare la cornice del soffitto (per il quale viene presentato un progetto con due
varianti)207.
21 dicembre, Venezia: Carpoforo Mazzetti compare a San
Mattio di Rialto al battesimo di Giovanni Martino Antonio
Pelli di Angelo quondam Martino e Livia Margherita208.
1732-1733 circa
Venezia: Antonio Adami di Giovanni Battista da Carona
e Prospero Felice Franchini di Antonio da Mendrisio
giungono in città e vanno ad abitare in parrocchia di San
Maurizio209.
1732
23 marzo, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Carpoforo Mazzetti impartisce gli ordini per collocare la doratura nel soffitto all’ “indorador” Alessandro Oprandi210.
11 maggio; 18 giugno; 9 settembre, Venezia, Scuola
Grande dei Carmini: Abondio Stazio riscuote i compensi
per tutto l’apparato decorativo211.
8 giugno, Venezia: Giovanni Andrea Cosma Damiano
Rossi quondam Giovanni Battista di Mendrisio, di trentotto anni circa, rilascia dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma risiedere a
Venezia da sette anni in parrocchia di San Samuele. Confermano la sua dichiarazione Vincenzo Camerani e Antonio Fossali212.
12 giugno, Venezia: Andrea Solari quondam Baldissera
compare a San Moisè al battesimo di Girolamo Alvise
Ruggia di Antonio di Girolamo “murer” e Margherita. È
residente nella parrocchia di Santa Maria Formosa213.
22 giugno, Venezia: Giovanni Andrea Rossi sposa a San
Maurizio Angela Elisabetta Borghi di Domenico; testimone Giovanni Maria Fossati di Giorgio della parrocchia
di San Geminiano214.
28 giugno, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista
Solari stila la polizza di spesa per l’altare di stucco nella
cappella privata del doge215.
Luglio, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e
Carpoforo Mazzetti lavorano alla decorazione della crociera e della navata216.
1733
20 aprile, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari riscuote il compenso per l’altare di stucco nella cappella privata del doge217.
25 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giulia
Maria Agnese di Andrea Rossi quondam Giovanni Battista
e Angela Maria Borghi di Domenico; padrino Giovanni
Maria Fossati di Giorgio della parrocchia di San Beneto218.
9 maggio, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista
Solari inoltra ai Provveditori al Sal la polizza dei lavori da
eseguirsi nella sala delle quattro porte219.
12 maggio, Venezia, Palazzo Ducale: Andrea Rossi, stuccatore in calle del doge a San Maurizio, presenta un’offerta ai Provveditori al Sal per i lavori di restauro nella
sala delle quattro porte220.
23 maggio; 21 luglio; 1 settembre, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari riscuote le due rate e il
saldo per i lavori eseguiti221.
Agosto, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e
Carpoforo Mazzetti ricevono i pagamenti per la decorazione della crociera e della navata222.
Venezia: Lorenzo Pelli quondam Andrea di Brusino Arsizio risulta ancora residente in città223.
1734
21 luglio, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari riscuote un compenso per i lavori nella sala delle
quattro porte224.
Luglio, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e
Carpoforo Mazzetti ricevono i pagamenti per la decorazione della crociera e della navata225.
Ottobre: riscuotono il saldo per la decorazione della crociera e della navata226.
7 settembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio
Giovanni Battista Moisè di Andrea Rossi e Angela Borghi; padrino Carpoforo Mazzetti della parrocchia di San
Mattio di Rialto227.
1735
31 luglio, Melide (C.T.): riceve il battesimo Pietro Francesco Ignazio Castelli di Quirico di Carlo Ludovico e di
Marta Cecilia Bossi di Pietro Francesco di Lugano; padrino il nonno paterno Carlo Ludovico Castelli di Elia, madrina la nonna materna Marianna Bossi228.
237 / Carte d’archivio
1736
4 marzo, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Lucia Anna Domenica di Andrea Rossi e Angela Borghi;
padrino Antonio Sardi quondam Pietro della parrocchia
di Santa Maria del Giglio229.
23 marzo, Brusino Arsizio: Lorenzo e Michelangelo Pelli
sono registrati negli Stati d’anime della parrocchia di San
Michele Arcangelo230.
1736 circa
Venezia, Biblioteca Marciana: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti eseguono la decorazione del soffitto della
saletta dei manoscritti231.
1737
Agosto, settembre e dicembre, Venezia, chiesa di Santa
Maria del Rosario dei Gesuati: Angelo Pelle (alias Michelangelo Pelli) riscuote i pagamenti per i decori del soffitto232.
29 novembre, Venezia: Abondio Stazio con atto notarile
istituisce suo procuratore il muratore Carlo Croce di Ambrogio di Brusino Arsizio233.
28 dicembre, Venezia: muore Giovanni Battista Muttoni
“d’anni 63 circa”. Si seppellisce con capitolo nella chiesa
di San Giovanni Elemosinaro234.
30 dicembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio
Giulia Maria Agnese di Andrea Rossi e Angela Borghi;
padrino Giorgio Fossati quondam Angelo della parrocchia di San Beneto235.
1738
22 febbraio, Venezia: Abondio Stazio scrive al suo procuratore Carlo Croce in Brusino Arsizio236.
8 marzo, Brusino Arsizio: attraverso Carlo Croce, con atto
notarile, Abondio Stazio intende far valere i propri diritti per la riscossione di crediti che vanta verso la comunità di Bissone237.
30 marzo, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Abondio
Stazio riscuote il pagamento per la decorazione a stucco
del soffitto della nuova sacrestia238.
Venezia: Tommaso Temanza nel suo Zibaldon ricorda ancora vivente e attivo lo stuccatore Bartolomeo (Bortolo)
Penso detto Cabianca239.
1739
13 giugno, Venezia: Abondio Stazio redige il proprio testamento. Istituisce erede universale la moglie Michela Rosina Rosin e dispone un lascito per Carpoforo Mazzetti240.
16 giugno; 26 luglio; 23, 30 novembre, Portobuffolè (Treviso): Abondio Stazio e la moglie Michela Rosina Rosin
acquistano delle proprietà241.
21 ottobre, Mendriso: Giovanni Andrea Rossi rilascia da
Venezia una procura al fratello Carlo a Mendrisio; testimone Andrea Solari242.
1740
18 aprile, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Carpoforo
Mazzetti traccia a mordente le linee per la nuova doratura del soffitto con la sistemazione dei dipinti di Giambattista Tiepolo243.
16 novembre, Venezia: Lorenzo Pelli risulta “commorante” in città244.
1741
4 marzo, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giovanni Battista Domenico di Andrea Rossi e Angela Borghi;
padrino Simon Chechia della parrocchia di Sant’Angelo245.
16 marzo, Brusino Arsizio: Lorenzo e Michelangelo Pelli
sono registrati negli Stati d'anime della parrocchia di San
Michele Arcangelo246.
23 marzo, Mendrisio: riceve il battesimo Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari di Galeazzo e Giuseppa Magistretti quondam Giuseppe; padrino Francesco Martinola
quondam Giuseppe, madrina Anna Maria moglie di Giovanni Battista Rusca247.
Aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti e il nipote Carpoforo Mazzetti Tencalla sono entrambi registrati negli Stati
d’anime della parrocchia di San Carpoforo come componenti dello stesso nucleo famigliare248.
5 maggio, Melide: riceve il battesimo Carlo Ludovico Castelli di Quirico e Marta Cecilia Bossi249.
23, 27 ottobre, Portobuffolè (Treviso): Abondio Stazio e la
moglie Michela Rosina Rosin acquistano delle proprietà250.
23 dicembre, Venezia: Andrea Rossi compare a Sant’Angelo al battesimo di Regina Maria Chechia di Francesco
quondam Giacomo251.
1742
18 agosto, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà:
Andrea Rossi riceve un pagamento per la decorazione a
stucco degli interni252.
29 aprile, Venezia, chiesa di San Francesco di Paola: Giuseppe Garovi riceve il pagamento per una cornice a
stucco253.
12 novembre, 17 luglio, Venezia, palazzo Dolfin Manin a
Rialto: sottoscrive il contratto e riscuote il saldo per la
decorazione delle stanze nei mezzanini254.
23 dicembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio
Anna Antonia di Andrea Rossi e Angela Borghi; padrino
Iseppo Cignin della parrocchia di San Giovanni Crisostomo255.
1743
30 gennaio, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari riceve un pagamento per aver decorato un mezzanino
del secondo piano nobile 256.
4 aprile: riceve un pagamento per aver decorato una camera del secondo piano nobile257.
12 maggio: riceve un pagamento per aver decorato la
scala che va nei mezzanini e i mezzanini medesimi del
secondo piano nobile258.
11, 14 maggio; 22 giugno; 6 luglio; 20, 27 settembre: riscuote acconti per non meglio precisati lavori259.
2 dicembre: riceve un pagamento per avere decorato il
portego e realizzato le sovraporte del secondo piano nobile260.
20 luglio; 16 novembre, Venezia, Palazzo Ducale: Carpoforo Mazzetti Tencalla riceve l’incarico dal Senato per il
restauro della decorazione della sala degli stucchi261.
25 ottobre, Venezia: Carpoforo Mazzetti muore nella
parrocchia di San Cassiano e viene sepolto nella chiesa
di Santa Maria della Consolazione detta della Fava262.
Venezia: Giuseppe Garovi, “Stuccatore unico discepolo
dei celebri stuccatori Abbondio Stazzio e Carporforo
Mazzetti” dà alle stampe un repertorio di incisioni per
ornati a stucco263.
Mendrisio: Andrea Rossi ritorna in patria, dopo quattordici anni di assenza, trovando l’eredità paterna gravata
da debiti e ipoteche264.
1744
6 maggio, Venezia: riceve il battesimo a Sant’Angelo
Marta Maria di Salvatore Solari “stuccador” quondam
Baldassare e Adriana; padrino “Michele Angelo Pelli stucador di Lorenzo” della parrocchia di San Giovanni Elemosinaro265.
238 / Carte d’archivio
16, 30 maggio; 11, 24 luglio; 4, 8, 14, 22, 27 agosto; 4, 12
19 settembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San
Tomà: Andrea Rossi riceve i pagamenti per la decorazione degli interni266.
19 maggio, Venezia: Abondio Stazio, con un codicillo al
testamento, annulla la disposizione relativa al lascito destinato a Carpoforo Mazzetti, essendo questi nel frattempo deceduto, e designa come beneficiaria la propria
moglie Michela Rosina Rosin267.
19 agosto, Venezia, Palazzo Ducale: Carpoforo Mazzetti
Tencalla ha completato l’esecuzione delle nove cornici
parietali nella sala degli stucchi268.
28 ottobre, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari
riceve un pagamento per diverse fatture nel portego del
secondo piano nobile269.
7 novembre, Mendriso: Giovanni Andrea Rossi, “absente”, si impegna, con procura rilasciata a Carlo Rusca in
data 29 ottobre, a onorare i debiti di famiglia “con il suo
lavorerio et industra di stuccatore”270.
1745
Venezia: Abondio Stazio “stucador” è registrato come
residente in “casa propria” in calle del Centon nella parrocchia di San Geremia271.
25 gennaio; 20 febbraio; 20 aprile; 6 maggio; 19 dicembre, Venezia, palazzo Barbarigo a Santa Maria del Giglio:
Carpoforo Mazzetti Tencalla riscuote i pagamenti in acconto, redige la nota di spese e riscuote il saldo per i decori realizzati in tre camere272.
20 febbraio, Venezia, chiesa di San Francesco di Paola:
Salvatore Solari riceve un pagamento in acconto per gli
ornati di sei cornici del coro pensile273.
27 febbraio: riscuote il saldo274.
24 giugno, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari
riceve un pagamento per aver ritoccato gli stucchi nel
portego del secondo piano nobile275.
12 agosto, Venezia: Abondio Stazio muore nella parrocchia di San Geremia e viene sepolto nell’arca della famiglia Cendon a San Giobbe276. La Scuola del Santissimo
Sacramento a San Geremia contribuisce alle spese per la
sepoltura del confratello277.
17 settembre, Venezia, chiesa di San Francesco di Paola:
Salvatore Solari riceve il compenso per otto ornamenti
a stucco di due sovraporte nel coro pensile278.
1745 circa
Lugano?: nasce Pietro Andreoli di Giovanni Maria279.
1746
9 aprile, Brusino Arsizio: Lorenzo Pelli deve realizzare
il disegno per l’inferriata del nuovo ossario della chiesa
di San Michele secondo quanto disposto nel testamento della sorella Maria Giovanna Pelli quondam Andrea280.
19 giugno, Venezia: riceve il battesimo a Sant’Angelo
Baldissera Gasparo Marchiò di Salvatore Solari e Adriana; padrino Carlo Francesco Morelli di Giuseppe della
stessa parrocchia281.
30 luglio, Venezia: Carpoforo Mazzetti "stimador [sic] morto" è registrato come già residente in calle dei Morti
a San Cassiano282.
2 settembre, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari riceve il compenso per aver ritoccato le sovraporte
nel portego del secondo piano nobile283.
22 novembre; 15 dicembre, Venezia, Ca’ Tron a San Stae:
Andrea Rossi riceve i pagamenti per fatture realizzate
nella camera del camino o della specchiera e nella camera detta Stom284.
29 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San
Tomà: Andrea Rossi riceve un pagamento per non meglio precisati lavori285.
1747
1, 9 aprile, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Prospero Franchini riceve i pagamenti per fatture realizzate nel mezzanino286.
22 aprile, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: “Valentin stucador” riceve il compenso per i lavori “nel gabinetto galante, salon e camera sopra canal”287.
28 maggio; 30 giugno, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Solari riceve i pagamenti per fatture realizzate nel
mezzanino288.
5, 22 agosto; 15 settembre; 9 dicembre, Padova, basilica
del Santo: Giovanni Garovo riscuote i pagamenti per la
decorazione a stucco della cappella del Santissimo289.
7 novembre, Venezia: Andrea Rossi compare a San Beneto al battesimo di Lorenzo Damiano Domenico Pelli di
Andrea di Lorenzo “marangon” e Margherita290.
24 dicembre, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Rossi
riscuote il pagamento per la fornitura dei materiali necessari ai lavori di decorazione della camera del camino
o della specchiera291.
1748
3 gennaio; 1 febbraio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Rossi riceve il saldo per fatture realizzate nella camera del camino o della specchiera292.
23 febbraio, Venezia: Prospero Franchini quondam Antonio “stucador” rilascia una dichiarazione giurata per la
libertà di matrimonio di Sgualdo Belli e Giacoma Roggia
della parrocchia di San Maurizio. Dichiara di essere a Venezia da sedici anni, di risiedere nella parrocchia di San
Moisè293.
Marzo, Venezia: Pietro Francesco Ignazio Castelli di Quirico giunge in città294.
28 aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è registrato negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo quale unico componente famigliare insieme alla
domestica Maria Caterina Gaggini295.
12 luglio, Venezia: Antonio Adami “scultor” risulta residente in calle del Luganegher in parrocchia di San Silvestro296.
1749
11 febbraio, Venezia: riceve il battesimo a Sant’Angelo
Giovanni Francesco di Salvatore Solari e di Adriana; padrino Francesco di Claudio Rossi della parrocchia di San
Barnaba297.
7 febbraio, Venezia: Prospero Franchini quondam Antonio “stucador” rilascia una dichiarazione giurata per
la libertà di matrimonio di Antonio Adami di Giambattista e Francesca Apollonia Roggia di Antonio. Dichiara
di esser venuto a Venezia insieme ad Adami, di esercitare entrambi la medesima professione e di aver abitato per sei anni nella stessa casa a San Marziale. Franchini dichiara inoltre di conoscere la sposa per aver abitato dal suo arrivo a Venezia per otto anni presso lo zio,
Andrea Rossi, vicino di casa dei Roggia a San Maurizio298.
9 febbraio, Venezia: Antonio Adami di Giambattista “da
Carona” residente a San Marziale sposa a San Maurizio
Francesca Apollonia Roggia di Antonio “veneta”; testimone Pietro Chechia della parrocchia di San Marziale299.
7 aprile, Bioggio (C.T.): Carpoforo Mazzetti Tencalla sposa Marta Staffieri di Pietro Francesco300.
6 giugno; 6 luglio, Venezia, chiesa di San Rocco: Andrea
239 / Carte d’archivio
Solari stila la nota dei lavori e riscuote il saldo per i decori della sacrestia301.
22 novembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio
Maria Maddalena di Antonio Adami quondam Giovanni
Battista e Maria Francesca Roggia; padrino Domenico
Chechia di Pietro della parrocchia di San Marziale302.
1750
10 gennaio, Treviso: Giovanni Garovo scrive ai presidenti dell’Arca del Santo di Padova richiedendo il saldo per
le opere eseguite nella cappella del Santissimo al Santo303.
15 ottobre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio
Anna Maria di Antonio Adami e Maria Francesca Roggia;
padrino Domenico Codognati di Giuseppe della parrocchia dei Santi Apostoli304.
Asolo, villa Fietta Serena: Giovanni Garovo esegue la decorazione del soffitto dell’atrio su disegno di Giorgio
Massari305.
1751
2 marzo, Venezia: Michelangelo Pelli di Lorenzo “stucador”, residente a Sant’Angelo, rilascia testimonianza giurata per la libertà di matrimonio di Carlo Ambrogio Croce quondam Carlo Battista di Brusino Arsizio306.
27 agosto; 18 settembre; 30 ottobre, Venezia, palazzo
Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve i pagamenti per la decorazione degli interni307.
1752
9 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giovanni Andrea di Antonio Adami e Maria Francesca Roggia; padrino Angelo Gallina a nome del nobiluomo Marco Andrea Pisani308.
4 aprile, Venezia: Andrea Rossi quondam Giovanni Battista “milanese” compare a San Stae al battesimo di Fortunata Maria del pittore Pietro Visconti quondam Alessandro e Paolina309.
29 aprile; 6, 13, 20, 27 maggio; 4, 10, 17, 24 giugno; 1, 8,
14, 22, 29 luglio; 5, 12, 18, 25 agosto; 25 settembre, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve i
pagamenti per non meglio precisati lavori310.
10 luglio, Venezia: per imminente pericolo di morte viene battezzata in casa Maria Francesca di Michelangelo
Pelli quondam Lorenzo e di Francesca Fiorenza311.
3 settembre, Venezia, Scuola Grande di San Giovanni
Evangelista: Andrea Rossi riscuote un pagamento per la
decorazione del nuovo archivio312.
8 ottobre, Bissone: riceve il battesimo Marianna Lucia
Giuseppa di Carpoforo Mazzetti Tencalla e Marta Staffieri; padrino Giuseppe Staffieri, madrina Marianna Carati313.
1753
9 gennaio, Venezia: Giovanni Battista Beretta di Cristoforo compare a Sant’Angelo al battesimo di Lorenzo Antonio Morelli di Carlo “marangon” e Giovanna314.
14, 20, 23 novembre, Venezia, Scuola Grande di San Rocco: Carpoforo Mazzetti Tencalla stila la polizza di spese
occorse per la decorazione del soffitto della cancelleria e
riscuote un acconto e il saldo315.
25 aprile, Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: Andrea Rossi riscuote un pagamento per la decorazione del nuovo archivio316.
1754
30 marzo; 15 aprile; 12 maggio, Venezia, palazzo Pisani
Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve i pagamenti e
il saldo per la decorazione dei mezzanini317.
1754 circa
Campione (Como), Gaspare Lavizzari inizia il suo apprendistato presso lo stuccatore Domenico Borghi318.
1755
17 agosto, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà:
Andrea Rossi riceve il saldo per i suoi lavori319.
1755 circa
Venezia: Carlo Ludovico Castelli di Quirico giunge in città320.
1756
5 gennaio, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio
Anna Maria di Antonio Adami e Maria Francesca Roggia;
padrino Antonio Ferrari di Zorzi della parrocchia di
Sant’Angelo321.
1757
15 marzo, Brusino Arsizio: Michelangelo Pelli è registrato negli Stati d'anime della parrocchia di San Michele
Arcangelo322.
23 ottobre, Venezia: Pietro Vincenti sottoscrive il contratto per la decorazione del soffitto della chiesa parrocchiale dei Santi Vito e Modesto a Spinea323.
1758
12 gennaio, Venezia, Scuola Grande di San Giovanni
Evangelista: Antonio Adami e Francesco Re ricevono i
pagamenti per la decorazione delle due sagrestie324.
29 ottobre, Motta di Livenza, chiesa di San Nicolò: Francesco Re riscuote il saldo per il monumento funebre in
stucco dedicato al cardinale Girolamo Aleandro325.
15 aprile, Mendrisio: Galeazzo Lavizzari di Bartolomeo
anticipa la somma di 535 imperiali, valuta di Milano, ad
Antonio Borghi di Campione per aver insegnato per
quattro anni “l’arte di stuccatore” al figlio Gaspare Lavizzari. L’apprendistato terminerà l’anno successivo326.
18 giugno, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio
Maddalena Maria di Antonio Adami e Maria Francesca
Roggia; padrino l'architetto Bernardino Macaruzzi di Leonardo della parrocchia di San Giuliano327.
Udine, palazzo Montereale Mantica: Francesco Re ha
completato la decorazione della sala328.
1759
12 maggio, Venezia, palazzo Carminati a San Stae: Pietro
Vincenti riscuote il saldo per la decorazione della capellina329.
15 maggio: sottoscrive il contratto per dipingere nel portego del secondo piano nobile le travi del soffitto e gli
infissi a olio “color perla” e le imposte “color verdolin”330.
6 novembre, Bissone: riceve il battesimo Anna Maria Antonia Alvisia di Carpoforo Mazzetti Tencalla e Marta
Staffieri; padrino Giuseppe Carati, madrina Giovanna
Margherita Gaggini331.
20 dicembre, Venezia, chiesa di San Tomà: Giovanni Battista Beretta e Francesco Re presentano la polizza di
spesa per la cornice della pala dell’altare maggiore332.
1759 circa
Campione: Gaspare Lavizzari ha terminato il suo apprendistato presso Domenico Borghi333.
1760
15 giugno; 3, 31 agosto, Venezia, chiesa di San Giovanni
Evangelista: Antonio Adami riscuote i pagamenti per la
decorazione della cappella maggiore e della navata334.
240 / Carte d’archivio
16 agosto, Spinea, chiesa dei Santi Vito e Modesto: Pietro Vincenti e il fratello Bartolomeo riscuotono il compenso per la decorazione del soffitto335.
31 agosto; 28 settembre; 5, 12 ottobre: Pietro Vincenti
elargisce i compensi a Gaspare Diziani per l’affresco del
soffitto336.
23 settembre, Venezia, chiesa di San Tomà: Giovanni
Battista Beretta riscuote il saldo per la cornice della pala
dell’altare maggiore337.
20 dicembre, Spinea, chiesa dei Santi Vito e Modesto:
Pietro Vincenti si dichiara soddisfatto dei compensi ricevuti per i decori della chiesa338.
1761
12 aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è registrato negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo339.
1762
2 settembre, Venezia, Ca’ Rezzonico: Pietro Castelli riscuote un compenso per non meglio precisati lavori340.
1763
11 gennaio, Venezia: Giuseppe Ferrari quondam Giuseppe di Mendriso è nominato procuratore da Angela
Borghi vedova di Giovanni Andrea Rossi per curare tutte le incombenze legate all’eredità del defunto stuccatore341.
29 dicembre, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista
Solari e Giovanni Battista Beretta presentano ai Provveditori al Sal una polizza di spesa per le cornici e le sovraporte della sala dei filosofi342.
1764
12 gennaio, Carona: Antonio Adami è presente alla stesura di un atto notarile343.
1 febbraio, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista
Solari e Giovanni Battista Beretta riscuotono il saldo
per le cornici della sala dei filosofi344.
1765
4 luglio, Bissone: riceve il battesimo Giovanni Domenico
David di Carpoforo Mazzetti Tencalla e Marta Staffieri;
padrino Davide Antonio Fossati quondam Giorgio di
Morcote, madrina Giulia Staffieri moglie di Giovanni Pelli di Vico Morcote345.
19 settembre, Venezia: Pietro Castelli di Quirico compare a San Mattio di Rialto al battesimo di Giuseppe Antonio Isella di Giacomo e Maddalena346.
1765 circa
Aprile, Venezia: Pietro Andreoli di Giovanni Maria da Lugano giunge in città347.
Venezia: Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari di Galeazzo da Mendrisio giunge in città e inizia a lavorare
con Prospero Franchini348.
1766
15 agosto, Venezia: Pietro Castelli e i fratelli Carlo e Sebastiano sottoscrivono una scrittura privata relativa alla
suddivisione di beni, redditi e spese inerenti la loro “professione”; testimone Vincenzo Colomba349.
1767
20 aprile; 29 dicembre, Stra (Venezia), villa Pisani detta la
Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti per la decorazione degli interni350.
Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Francesco Re sottoscrive un
accordo per restaurare la decorazione a stucco e realizzarne di nuova nella sala da ballo, restaurare gli stucchi
del passalizio o andito che conduceva alla sala da ballo e
realizzare le cornici a stucco per le tele di Louis Dorigny
nel portego351.
25 aprile; 16 maggio; 30 luglio: riscuote i pagamenti per
la decorazione ex novo delle pareti e per il restauro degli
stucchi “vecchi” della sala da ballo e per un riquadro a
modello con ornati nel portego352.
10 giugno: Gaspare Lavizzari sottoscrive il contratto per
l’esecuzione delle cornici a stucco su modello di Francesco Re per i dipinti di Louis Dorigny nel portego e il restauro degli stucchi del passalizio o andito353.
14 giugno, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Francesco Re definisce, con una scrittura, i termini di pagamento per il
lavoro svolto in relazione al passaggio di consegne a Gaspare Lavizzari354.
11 luglio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari
riceve il saldo dell’accordo fatto per ripulire gli stucchi
dell’andito355.
15 settembre, Venezia: Pietro Francesco Ignazio Castelli
quondam Quirico di Melide rilascia dichiarazione giurata
per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma
di aver dimorato a Venezia dal marzo 1748 al dicembre
1759 e poi di nuovo dal marzo 1759 sino al presente
1767. Confermano la sua dichiarazione Angelo quondam
Martino Pelli da Lugano e Giuseppe Antonio Isella356.
29 ottobre; 17 novembre; 3, 5, 7, 12, 23 dicembre, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari riscuote i pagamenti per la fornitura di materiali e per l’esecuzione
delle cornici e dei pilastrini nel portego357.
19 novembre, Venezia: Pietro Francesco Ignazio Castelli
quondam Quirico sposa a San Mattio di Rialto Adriana
Francesca Vico di Zuanne “veneta”; testimone Giuseppe
Isella quondam Giovanni Battista della stessa parrocchia358.
1768
23 gennaio; 18 marzo; 20 aprile; 26 giugno, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti per la decorazione degli interni359.
22 gennaio; 6 febbraio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari riscuote i pagamenti per la fornitura di
materiali e per l’esecuzione della decorazione nel portego360.
15, 28 marzo: riscuote i pagamenti per la fornitura di materiali e per fatture nella camera della specchiera e
nell’adiacente gabinetto361.
18 aprile; 26 maggio; 1 giugno: riscuote i pagamenti per
la fornitura di materiali e per l’esecuzione della decorazione nel portego362.
6 giugno, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare e Bortolo
Lavizzari e Pietro Andreoli redigono la polizza di spesa
per i materiali e per la decorazione del mezzanino e del
passalizio di Francesco Tron363.
9 giugno; 19 agosto, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari riscuote un acconto e il saldo per aver rifatto
alcuni stucchi dell’andito364.
8 agosto: sottoscrive l’accordo con Nicolò Tron per rifiniture delle pareti e restauro delle nove sovraporte del portego e per gli stucchi sul soffitto del pianerottolo delle scale
grandi e per due sovraporte sullo stesso pianerottolo365.
27 agosto: riscuote il pagamento per i materiali necessari agli ultimi due riquadri del portego366.
7, 17 settembre: riscuote i pagamenti per aver restaurato
le sovraporte del portego, per aver fatto i pilastrini sulle
pareti dello stesso ambiente, per il soffitto delle scale
grandi e per aver lavato gli stucchi del gabinetto degli
specchi367.
241 / Carte d’archivio
1769
30 gennaio, Venezia: Pietro Castelli riscuote un pagamento per la decorazione degli interni di villa Pisani detta la Barbariga a Stra368.
7 febbraio, Venezia: Vincenzo Colomba quondam Alessandro di Arogno risiede in città369.
1 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Mattio di Rialto Francesco Maria Luigi di Pietro Castelli e di Adriana;
padrino il nobiluomo Francesco Maria Crotta di Filippo
della parrocchia di San Geremia370.
6 aprile, Venezia: Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari
di Galeazzo rilascia una dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma di essere
giunto a Venezia nel 1765 e di risiedere in parrocchia di
Santa Marina. Conferma la dichiarazione Prospero Franchini quondam Antonio “stucador” residente nella parrocchia di San Silvestro. Franchini afferma di conoscerlo fin
da bambino – essendo entrambi originari di Mendrisio – e
di averlo preso a lavorare con sé da quattro anni371.
8 aprile; 17 maggio; 26 giugno; 13 dicembre, Stra, villa
Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti e il saldo per la decorazione degli interni372.
20 aprile, Venezia: Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari di Galeazzo sposa a San Salvador Laura Margherita Bezzi quondam Giacomo; testimone il nobiluomo Pietro Carminati di Giovanni Antonio della parrocchia di San Stae373.
18 luglio; 9, 15 settembre; 20 ottobre, Venezia, palazzo
Pisani Moretta a San Tomà: Giuseppe Ferrari riscuote i
pagamenti per la decorazione dei mezzanini374.
31 luglio; 7 ottobre, Venezia: Giuseppe Antonio Solari
rilascia quietanza per il ricevuto pagamento di lavori a
stucco eseguiti nella villa Manin a Passariano375.
1770
28 luglio; 23 dicembre, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote il saldo e un acconto per la
decorazione degli interni376.
19 gennaio, Venezia: Pietro Castelli e i fratelli Carlo e Sebastiano rilasciano una procura generale a Giovanni
Battista Beretta di Cristoforo di Lugano377.
16 febbraio, Melide: Giovanni Battista Beretta, a nome
di Pietro Castelli e dei fratelli di questi Carlo e Sebastiano, sottoscrive l’atto di vendita di un terreno378.
6 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Salvador Caterina Antonia Maria di Gaspare Lavizzari e Laura Margherita Bezzi; padrino il nobiluomo Pietro Carminati della
parrocchia di San Stae379.
25 aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è presente alla stesura di un atto notarile380.
1771
4 febbraio, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è presente alla stesura di un atto notarile381.
23 maggio, Venezia: Michelangelo Pelli quondam Lorenzo stuccatore risulta dimorante in città382.
25 maggio, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote il saldo per la decorazione degli interni383.
23 luglio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari
sottoscrive l’accordo con Nicolò Tron per la decorazione
delle pareti della camera della specchiera che si aggiunge al lavoro appena eseguito del soffitto384.
7, 19 ottobre; 29 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Giuseppe Ferrari riscuote i pagamenti
per la decorazione del “tinello nuovo”385.
10 novembre, Venezia: Martino de Brida di Giuseppe da
Cadola (Belluno) “stucador”, residente a San Polo, rilascia
dichiarazione giurata per la libertà di matrimonio di Carlo
Lavizzari di Galeazzo fratello di Gaspare Lavizzari386.
1772
9 gennaio, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà:
Giuseppe Ferrari riscuote il saldo per la decorazione del
“tinello nuovo”387.
14 gennaio, Venezia: riceve il battesimo a San Salvador
Giovanna Antonia Maria di Gaspare Lavizzari e Laura
Margherita Bezzi; padrino Pellegrino Sala quondam Pietro della parrocchia di San Giacomo dall’Orio388.
30 gennaio, Venezia: Pietro Andreoli di Giovanni Maria
da Lugano di anni ventisette rilascia dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma di essere a Venezia dal mese di aprile 1765. Confermano la sua dichiarazione Pietro Chechia di Francesco
“proto”, residente nella parrocchia di San Salvador, e Antonio Pavona quondam Germano, udinese, pittore residente nella parrocchia di San Moisè389.
Febbraio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gasparo Lavizzari
redige una polizza di spesa per aver restaurato la decorazione di alcuni ambienti390.
16 febbraio, Venezia, Ca’ Corner della Regina a San Cassiano: Vincenzo Colomba presenta la nota di pagamento per la decorazione del mezzanino sul Canal Grande e
di altri ambienti391.
18 aprile; 11 giugno, Stra, villa Pisani detta la Barbariga:
Pietro Castelli riscuote il pagamento e il saldo per la decorazione degli interni392.
14 maggio, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà:
Giuseppe Ferrari riscuote il saldo per la decorazione degli interni393.
30 maggio; 23 settembre; 28 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Pietro Castelli riscuote i
pagamenti per la decorazione del portego dell’appartamento nobile394.
31 luglio; 13 settembre, Venezia, chiesa di Sant’Andrea
della Zirada: Giovanni Battista Beretta riscuote i compensi per la decorazione delle pareti e del soffitto del
coro pensile395.
1773
21 gennaio; 29 aprile; 14 luglio, Venezia, palazzo Pisani
Moretta a San Tomà: Pietro Castelli riscuote i pagamenti
e il saldo per la decorazione del portego dell’appartamento nobile396.
3 aprile, Venezia, Ca’ Corner della Regina a San Cassiano:
Elenco delle principali abbreviazioni
AASPd: Archivio dell’Arca del Santo
di Padova
AO: Archiv der Abtei Ottobeuren
(Germania)
AOCVe: Archivio dell’Ospedale Civile
di Venezia
APAVe: Archivio privato Albrizzi,
Venezia
APM: Archivio parrocchiale di Motta
di Livenza
APMCVe: Archivio privato Mocenigo
Corner, Venezia
APS: Archivio parrocchiale di Spinea
(Venezia)
APSGVe: Archivio parrocchiale
di San Giacomo dall’Orio, Venezia
APSMGFVe: Archivio parrocchiale
di Santa Maria Gloriosa dei Frari,
Venezia
APSSdVe: Archivio parrocchiale
di San Salvador, Venezia
APSSVe: Archivio parrocchiale
di San Silvestro, Venezia
ASDLu: Archivio Storico della Diocesi
di Lugano (Svizzera)
242 / Carte d’archivio
Vincenzo Colomba e il pittore Costantino Cedini notificano a Cattarino Corner la privata scrittura del 7 settembre 1772 per la somma di 117 zecchini397.
10 aprile; 24 settembre, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti per la decorazione degli interni398.
15, 24 settembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San
Tomà: Pietro Castelli riscuote il pagamento e il saldo per
la decorazione dell’“ultimo appartamento”399.
18 ottobre, Venezia, palazzo Donà a Riva di Biasio: Prospero Franchini riscuote i pagamenti per la decorazione
e il restauro del portego e di altri ambienti400.
1774
26 gennaio, Venezia, Palazzo Ducale: l’architetto Bernardino Macaruzzi presenta il preventivo di spesa per gli
ornati a stucco di Francesco Re per l’antichiesetta401.
2 febbraio, Venezia: riceve il battesimo a San Salvador
Giuseppe Maria di Gaspare Lavizzari e Laura Margherita
Bezzi; padrino il pittore Pietro Visconti quondam Alessandro della parrocchia di San Barnaba402.
15 maggio, Venezia: Giuseppe Solari di Osvaldo “stucador” di San Tomà compare a San Pantalon al battesimo
di Giuseppe Giovanni del pittore Costantino Cedini e
Anna Violini403.
4 luglio, Lugano: Giovanni Battista Beretta, in qualità di
procuratore generale di Pietro Castelli e dei fratelli Carlo e Sebastiano quondam Quirico, fa registrare l’atto divisionale dell’eredità paterna dei fratelli Castelli404.
16 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà:
Giuseppe Ferrari riscuote un pagamento per le decorazioni dell’appartamento del secondo piano nobile405.
21 luglio; 27 agosto; 30 settembre, Venezia, ridotto Pisani in Piscina a San Marco: Giuseppe Ferrari riscuote i pagamenti per gli ornati delle stanze406.
1775
4 gennaio, Venezia: Vettor Pisani registra le spese incontrate per il “batizzo del figlio del stucador Ferrari”407.
25 gennaio, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla redige il proprio testamento nominando il figlio Giovanni
Domenico David erede universale408.
25 febbraio, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla muore409.
ASPVe: Archivio Storico del Patriarcato
di Venezia
ASTi: Archivio di Stato del Canton
Ticino di Bellinzona (Svizzera)
ASTv: Archivio di Stato di Treviso
ASUd: Archivio di Stato di Udine
ASVe: Archivio di Stato di Venezia
ASVr: Archivio di Stato di Verona
BACRo: Biblioteca dell’Accademia
dei Concordi, Rovigo
BCBg: Biblioteca Civica “Angelo Mai”,
Bergamo
BCUd: Biblioteca Comunale “Vincenzo
Joppi”, Udine
BMCVe: Biblioteca del Museo Correr,
Venezia
BNMVe: Biblioteca Nazionale
Marciana, Venezia
RA, Rev., KSH, MBR: Rigsarkivet,
Reviderede regnskaber, Kongelige
slotte og haver, Frederiksborg Slot
Materiale og braendselsregnskab
(Copenaghen)
StAA: Staatsarchiv Augsburg
(Germania)
bob.: bobina
c. n.n.: carta non numerata
c. s.: carta sciolta
C.T.: Canton Ticino
p. n.n.: pagina non numerata
vol.: volume
Salvo eccezioni, nella citazione
dei documenti editi abbiamo
riportato soltanto il primo o il più
esauriente titolo bibliografico. In
grassetto sono indicati gli stuccatori
documentati a Venezia.
1 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di
San Michele Arcangelo, Battesimi 15971656, bob. 112, vol. 15, alla data. I registri canonici delle parrocchie del Canton Ticino sono stati consultati nelle
riproduzioni in microfilm conservate
presso l'ASDLu.
2 Ivi, alla data.
3 Ivi, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1745,
bob. 58, vol. 2, alla data.
4 Questa informazione si desume
dall’età fornita da Abondio Stazio nella dichiarazione di stato libero del 24
gennaio 1726 e in quella fornita dallo
stesso nel censimento del 1705 della
parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Venezia; si veda qui alle date.
Anche il luogo di nascita è indicato
dallo stesso Abondio, ma nei registri
dei battesimi della pieve di San Lorenzo di Lugano (la cui parrocchia comprendeva anche Massagno) non v’è
traccia dell’atto.
5 ASPVe, Parrocchia di San Felice, Battesimi 1669-1684, alla data; A. Niero,
Episodi della scultura barocca del Seicento veneziano: lo scalone del seminario patriarcale, “Ateneo Veneto”, n.s.,
XV, 15/1-2, gennaio-dicembre 1977, p.
21 nota 27.
6 L’anno di nascita è indicativo e lo si
ricava dall’età dichiarata nell’atto di
morte del 1737: si veda qui alla data.
7 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Matrimoni
1660-1730, bob. 112, vol. 16.1, alla
data.
8 Ivi, Battesimi 1660-1734, bob. 112,
vol. 16, alla data.
9 Ivi, alla data.
10 Informazione fornita dallo stesso
in ASPVe, Matrimoni segreti 1724-1726,
24 gennaio 1726.
11 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Matrimoni
1660-1730, bob. 112, vol. 16.1, alla
data.
12 Ivi, Battesimi 1660-1734, bob. 112,
vol. 16, alla data.
13 Ivi, Morti 1660-1726, bob. 112, vol.
16.2, alla data.
14 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 113, alla data.
15 BMCVe, Mss. PDc, 1999, cc. n.n., alla
data; M. Frank, Baldassare Longhena,
Venezia 2004, p. 420.
16 ASVe, Giustizia vecchia, b. 124, c.
43; M. De Grassi, Filippo Parodi, Pietro
Roncaioli e lo stucco tardobarocco a
Venezia, “Arte Veneta”, 54, 1999, p. 58.
17 L’atto di battesimo si trova in copia
in ASPVe, Examinum Matrimoniorum,
1715, I, c. 619.
18 J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler Südtirols, II, Innsbruck 1951, p.
43. L’autore si basava su documenti
originali che non ci è stato possibile
verificare.
19 ASTi, Notarile, Quadri Sebastiano di
Giovanni Giacomo, b. 1363, alla data.
Citato da L. Simona, Pagine per la storia degli artisti Ticinesi, suppl. a “Centauro”, 1935 dicembre, 4-6, pp. XXVXXVI, senza collocazione archivistica.
20 D. Martinelli, Il ritratto di Venezia
[…], Venezia 1684, p. 83.
21 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 113, alla data.
22 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Battesimi 1622-1732, bob.
122, vol. 11, alla data; L. Brentani, Antichi maestri d’arte e di scuola delle terre
ticinesi. Notizie e documenti, VII, Lugano 1963, p. 82.
23 ASVe, Giustizia vecchia, b. 124, c.
43; M. De Grassi, Filippo Parodi…, cit.,
p. 58.
24 RA, Rev., KSH, MBR, 1681-1686,
c. 41v. La prima segnalazione del
documento risale a H.C. Bering, Liisberg, Audinshuset og Konges Gemak
paa Frederiksborg fø og efter Branden
i 1665, Tidsskrift for Kunstindustri,
1894, p. 88; Poi ripresa da B.L. Grandjean, L’activité de stucateurs italiens
et tessinois en Danemark, 1660-1770,
in Arte e artisti dei laghi lombardi, II.
Gli stuccatori dal Barocco al Rococò, a
cura di E. Arslan, Como 1964, pp. 155156; B.L. Grandjean, Stukarbejder i Danmark 16601800. Efterland manuskript udgivet
af Christy Grandjean, København
1994, p. 48: “Jo (Giovanni) Abondiostatio”; K. Alstrup, “Et in Arcadia ego”.
243 / Carte d’archivio
Barokinteriørerne I Audienshuset på
Frederiksborg Slot, København 2013,
pp. 21-22, 36, nota 43: “Giovanni
Abondistatio” e “Abondiostatio”, (con
le indicazioni archivistiche). Dal riscontro da noi effettuato della firma
posta sul documento si evince che
“Jo” corrisponde in realtà alla prima
persona singolare del pronome personale (“io”). Dunque non si tratta di
Giovanni Abondio Stazio, come fin
qui ritenuto, ma effettivamente di
Abondio Stazio (la firma tradisce la
stessa mano ed è in tutto equivalente a quella apposta dallo stesso nel
documento ticinese del 1684; si veda
qui alla data).
25 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 114, alla data.
26 Ivi, alla data.
27 ASPVe, Parrocchia di Santa Maria
del Giglio, Commissarie, Registri diversi,
b. 51-54, reg. segnato “B 2”, “Comessaria nobil homo eccellenza Giulio Contarini […]”, c. 28; M. Favilla, R. Rugolo,
Un tenebroso all’opera. Appunti su
Antonio Zanchi, “Venezia Arti”, 17-18,
2003-2004, p. 77, doc. 4. I decori sono
stati rimossi in epoca imprecisata.
28 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Battesimi
1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data.
29 G. Bellavitis, Il palazzo attraverso
il restauro, in G. Bellavitis, L. Olivato,
Il palazzo Leoni Montanari della Banca Cattolica del Veneto, Vicenza 1983
(prima ed. 1982), p. 181, ha per primo reso nota la firma riconoscendovi
però il nome di Andrea Paraca. Per
l’identificazione del nome di Andrea
Pelli: M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano
e Venezia: appunti su Andrea Pelli «colega» di Abondio Stazio «stucatore», con
qualche nota su Michele Fanoli «intagliatore» e su Domenico Michele Paternò «messinese», in Passaggi a nord-est.
Gli stuccatori dei laghi lombardi tra
arte, tecnica e restauro, atti del convegno (Trento, febbraio 2009), a cura di
L. Dal Prà, L. Giacomelli, A. Spiriti, Trento 2011, pp. 484-486. Per la cronologia
degli interventi decorativi a stucco
C. Rigoni, Stuccatori a Vicenza in età
barocca: Rinaldo Viseto e Girolamo Aliprandi. Le decorazioni dell’oratorio di S.
Nicola e di Palazzo Leoni Montanari, ivi,
p. 296.
30 ASPVe, Parrocchia di Santa Maria
del Giglio, Commissarie, Registri diversi, b. 51-54, reg. segnato “B 2”, “Comessaria nobil homo eccellenza Giulio
Contarini […]”, “Riceveri”, cc. n.n., alla
data.
31 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Battesimi
1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data.
32 La data è indicativa. In mancanza
di elementi certi si fa riferimento al
contratto di apprendistato con Roncaioli del 1702, visto che solitamente si
iniziava il garzonato intorno ai dodici
anni d’età: si veda qui alla data.
33 La data 1690, quale termine dei lavori, si può leggere sulla parete destra
in alto all’interno di un cartiglio; M.
Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 492, nota 22.
34 BACRo, Monasteri soppressi, San
Bartolomeo, ms. 186, p. 3; A. Romagnolo, La chiesa di San Bartolomeo
Apostolo in Rovigo. Guida storicoartistica, Rovigo 1997, p. n.n. Nel documento non è chiaro il rimando a
un precedente (perduto) registro del
1689 nel quale forse era appuntato il
compenso a Pietro Roncaioli. La decorazione era comunque già presente a fine novembre del 1691, quando
venivano annicchiati i due dipinti
laterali della tribuna. Nel documento,
riferendosi agli stucchi viene utilizzato
il termine “stabiliti”, ovvero rifiniti, mutuando il termine dall’edilizia; cfr. E.
Concina, Pietre parole storia. Glossario
della costruzione nelle fonti veneziane
(secoli XV-XVIII), Venezia 1988, p. 141:
“stabilir = arricciare, intonacare”.
35 ASDLu, Morcote, Parrocchia di
Santa Maria del Sasso, Battesimi 16651699, bob. 47, vol. 5, alla data.
36 ASVe, Sant’Uizio, b. 126; M. Favilla,
R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit.,
p. 492, nota 22.
37 ASPVe, Parrocchia di Santa Maria
del Giglio, Scuola del Santissimo Sacramento, Registri cassa, reg. 1, cc. n.n.,
alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Un tenebroso all’opera…, cit., p. 77, doc. 5.
38 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Battesimi
1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data.
39 Ivi, Carona, Parrocchia dei Santi
Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748,
bob. 58, vol. 2, alla data.
40 ASVe, Milizia da Mar, b. 553, cc. n.n.,
alla data: M. De Grassi, Filippo Parodi…, cit., p. 58; M. Favilla, R. Rugolo,
Tra Bolzano e Venezia…, cit., pp. 491492, nota 17.
41 L’anno di nascita è indicativo e lo
si ricava dall’età dichiarata nella libertà di matrimonio del 1732: si veda qui
alla data.
42 ASVe, Notarile, atti, De Boni Valerio,
b. 1413, c. 207, 1694 more veneto.
43 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801,
bob. 123, vol. 12, alla data.
44 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 117, alla data.
45 Ivi, alla data.
46 AASPd, reg 826, c. 172; A. Sartori,
Il santuario delle reliquie della basilica
del Santo a Padova, “Il Santo”, II, 1962,
p. 185.
47 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla
data. Segnalato per la prima volta in
M. Favilla, R. Rugolo, Sebastiano Ricci,
Venezia, casino Zane, in Gli afreschi nei
palazzi e nelle ville venete dal ’500 al
’700, a cura di F. Pedrocco, Schio (Vicenza) 2008, pp. 178-183; M. Favilla, R.
Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p.
486, nota 13.
48 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla
data. Il 17 dicembre dello stesso anno
viene acquistato anche il gesso necessario all’opera congiunta di Abondio
Stazio e Andrea Pelli.
49 AASPd, t. 26, c. 72; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 168.
50 Ivi, reg. 826, c. 178; A. Sartori, Il santuario…, cit., p.168.
51 Ivi, reg. 26, c. 79; A. Sartori, Il santuario…, cit., pp. 168-169.
52 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni
Elemosinaro, Anagrai, fasc. VI, p. 27.
53 Informazione fornita dallo stesso
nella libertà di matrimonio del 1715:
si veda qui alla data.
54 Informazione fornita dallo stesso
nella libertà di matrimonio di Abondio Stazio del 1726: si veda qui alla
data.
55 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla
data; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano
e Venezia…, cit., p. 486, nota 13.
56 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla
data.
57 Ivi, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R.
Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p.
486, nota 13.
58 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla
data; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano
e Venezia…, cit., p. 486, nota 14.
59 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla
data; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano
e Venezia…, cit., p. 486, nota 14.
60 AASPd, reg. 826, cc. 183-184, 186;
A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 187.
61 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Battesimi
1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data.
62 AASPd, t. 26, c. 122v; A. Sartori, Il
santuario…, cit., p. 169.
63 AASPd, reg. 826, c. 189; A. Sartori, Il
santuario…, cit., p. 187.
64 AASPd, reg. 826, c. 190; A. Sartori, Il
santuario…, cit., p. 187.
65 AASPd, reg. 826, cc. 190-193, 195;
A. Sartori, Il santuario…, cit., pp. 187188.
66 APAVe, b. 182; B. Aikema, Il “famoso
Abondio”. Abbondio Stazio e la decorazione a stucco nei palazzi veneziani,
circa 1685-1750, “Saggi e memorie di
storia dell’arte”, 21, 1997, p. 91. Non ci
è stato possibile verificare tale documento.
67 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi
Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748,
bob. 58, vol. 2, alla data.
68 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 119, alla data.
69 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni
Elemosinaro, Anagrai, fasc. III, p. 17, n.
393.
70 APAVe, b. 182, nn. 1-2; I. Chiappini
di Sorio, Ca’ Albrizzi di Sant’Aponal, Venezia 1997, p. 36, nota 42. Non ci è stato possibile verificare tale documento.
71 BMCVe, Mss. PDc, 2087/V, c. s., alla
data. La sala da ballo è stata demolita
negli anni quaranta del XIX secolo; M.
Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny e Venezia. Da Ca' Tron a Ca’ Zenobio e ritorno,
in Louis Dorigny (1654-1742). Un pittore
della corte francese a Verona, catalogo
della mostra (Verona, Museo di Castelvecchio), a cura di G. e P. Marini, Venezia 2003, p. 37.
72 BMCVe, Mss. PDc, 2087/V, c. s., alla
data.
73 Ivi, alla data.
74 BNMVe, Mss. It., VII, 1834. Nell’occasione la Pallade Veneta ricordava
che più di tutto fece impressione “il
sfoggio magnifico del di lui palazzo
con stucchi dorati, suppellettili d’oro e
quadri preciosi”; M. Favilla, R. Rugolo,
Venezia barocca. Splendori e illusioni di
un mondo in ‘decadenza’, Schio (Vicenza) 2009, p. 230.
75 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 120, alla data. Nel
corso di cinque anni, che dovevano
iniziare nel mese di aprile successivo,
“Il signor Pietro Roncaiolo quondam
Gio. Batta, di Brusino Arsitio, ordinariamente commorante nell’inclita città di Venetia et parti circostanti”, si impegnava a “insegnare et amaestrare
esso Gio. Batta nel dissegno, modello
et operationi di detta sua professione et virtù di scultore di stucco nella
detta città di Venetia, overo ovunque
esso signor Roncaioli haverà occasione d’intraprendere operationi della
sua professione, con farlo dissegnare
et modellare tre hore del giorno”. Segnalato da A. Lienhard-Riva, Armoriale
ticinese. Stemmario di famiglie ascritte
ai patriziati della Repubblica e Cantone
del Ticino […], Losanna 1945, p. 392.
76 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801,
bob. 123, vol. 12, alla data.
77 AdA, reg. 826, c. 194; A. Sartori, Il
santuario…, cit., p. 203.
78 ASUd, Archivio Manin, b. 223, “fasc.
B”, c. 4; M. Frank, Virtù e fortuna. Il mecenatismo e le committenze artistiche
della famiglia Manin tra Friuli e Venezia
nel XVII e XVIII secolo, Venezia 1996, p.
376.
79 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Battesimi
1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data.
80 APSSdVe, Parrocchia di San Bartolomeo, Battesimi 1620-1703, c. 394.
244 / Carte d’archivio
81 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi
Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748,
bob. 58, vol. 2, alla data.
82 L’anno di nascita è indicativo e lo si
ricava dall’età di Garovi nelle pratiche
di garzonato del 1718-1720; si veda
qui alle date.
83 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Matrimoni 1623-1859, bob.
123, vol. 4.1, alla data; I. Proserpi, I Tencalla di Bissone, Lugano 1999, p. 248.
84 AASPd, reg. 826, cc. 197-198; A.
Sartori, Il santuario…, cit., p. 188.
85 ASVe, Giudici di Petizion, Inventari,
b. 401, n. 6; M. Favilla, R. Rugolo, Tra
Bolzano e Venezia…, cit., p. 491 nota
13.
86 AASPd, reg. 826, c. 200; A. Sartori, Il
santuario…, cit., p. 188.
87 AASPd, reg. 826, c. 201; A. Sartori, Il
santuario…, cit., p. 188.
88 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 125, 4 aprile 1707.
Nel fascicolo si trova copia dell’atto
registrato dal notaio veneziano Valerio de Bonis. Fra i testimoni appare
Francesco Fossati di Antonio murer.
89 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 138, 28 febbraio
1724. La notizia si trova nella richiesta
avanzata da Caterina Roncaioli quondam Camillo al cugino Lindano quondam Pietro per la restituzione di un
prestito di 750 lire venete.
90 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni
Elemosinaro, Anagrai, vol. V, fasc. I, c.
42, n. 542. Paga 12 ducati all’anno di
affitto al nobiluomo Zuanne Zulian.
91 L. Ganassa, in D. Martinelli, Il ritratto. Overo le cose più notabili di Venezia
[…] ampliato con la relazione delle fabriche publiche e private et altre cose
più notabili successe dall’anno 1682
ino al presente 1704, Venezia 1705, p.
33.
92 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Morti 16601726, bob. 112, vol. 16.2, alla data.
93 ASPVe, Parrocchia di San Canciano, Fabbriceria, Atti generali secondo
l’inventario del 1851, b. 130, fasc. segnato “n. 16, 1705. Cassa apparte per
il legato delli ducati 200 lasciati nel
suo testamento dal quondam signor
Giovanni Battista Coletti”, p. 2 e cc.
n.n., alla data.
94 APSSdVe, Parrocchia di San Bartolomeo, Battesimi 1703-1722, c. 12.
95 ASPVe, Parrocchia di San Fantin,
Battesimi 1629-1772, p. 193.
96 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi
Giorgio e Andrea, Stati d’anime 17091769, bob. 60, vol. 1, alla data.
97 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Matrimoni 1623-1859, bob.
123, vol. 4.1, alla data; I. Proserpi, I Tencalla…, cit., p. 248.
98 APSSdVe, Parrocchia di San Bartolomeo, Battesimi 1703-1722, c. 21.
99 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi
Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748,
bob. 58, vol. 2, alla data.
100 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 14, fasc. I, cc. ss., alla
data. Pietro Branchini “stucador” riceve un compenso di 130 ducati suddiviso in cinque rate.
101 ASVe, Scuola Grande di San Rocco,
II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla data
1708 more veneto.
102 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Stati d’anime
1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data.
103 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 14, fasc. I, cc. ss., alla
data.
104 Ivi: Abondio Stazio “stucador” riceve 9 ducati e 6 soldi “per li modelli”. Notizia pubblicata da L. Moretti,
in Chiesa di Santa Maria dei Carmini,
arte e devozione, Venezia 1995, p. 18,
senza specificare il fondo archivistico
e trascrivendo “Bianchini” in luogo di
“Branchini”.
105 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p.
121; M. Favilla, R. Rugolo, Appendice
documentaria, in Louis Dorigny 16541742. Un pittore…, cit., p. 190, doc. 20;
P. Goi, Palazzo Montereale Mantica e
l’arte dello stucco in Friuli, in Palazzo
Montereale Mantica, a cura di G. Bellavitis, Pordenone 1987, Regesti, p.
159, I, indica esclusivamente le pagine
dove vengono menzionati Abondio e
Carpoforo.
106 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 121;
M. Frank, Virtù…, cit., p. 77.
107 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 121.
108 Ibidem.
109 Ivi, p. 195.
110 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla
data.
111 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 195.
112 Ibidem.
113 Ibidem.
114 Ibidem.
115 Ivi, pp. 196-198.
116 Ivi, p. 196.
117 Ibidem.
118 ASUd, Archivio Manin, b. 427, c.
s., alla data; segnalato in M. Frank, Virtù…, cit., p. 75, nota 97.
119 BCBg, Libro delle Ricordanze di
Astino dal 1496 al 1772, AB 408, cc.
113, 124; A. Pacia, Il restauro degli
apparati in stucco di Astino: novità e
scoperte per un atlante degli stuccatori a Bergamo, in A. Pacia, V. Parodi, L.
Formica, Il restauro degli stucchi della
chiesa del S. Sepolcro dell’ex monastero
di Astino (BG): lettura materica e storica
e problematiche di riproposizione, in Lo
Stato dell’Arte 12, atti del XII Congresso Nazionale dell’IGIIC (Milano, Accademia di Brera, 23-25 ottobre 2014),
Firenze 2014, pp. 793-796.
120 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 198.
121 Ivi, pp. 198-199, 205-208, 210213.
122 Ivi, p. 198.
123 Ivi, pp. 198-199, 205-213.
124 APSSdVe, Battesimi 1684-1729, c.
146.
125 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, p. 205.
126 Ibidem.
127 Ibidem.
128 Ivi, p. 206.
129 Ibidem.
130 Ivi, p. 212.
131 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 128, alla data.
132 Ivi, alla data.
133 APSMGFVe, Parrocchia di San
Tomà, Battesimi 1689-1741, p. 160.
134 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Battesimi 1622-1732, bob.
122, vol. 11; L. Brentani, Antichi maestri…, cit., p. 100.
135 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, p. 213.
136 Ivi, pp. 213-214.
137 Ivi, pp. 213-223.
138 Ivi, pp. 214, 216-218, 220-221,
223. Le mesate del 31 maggio e del 30
dicembre sono riscosse in anticipo e
fanno rispettivamente riferimento al 5
giugno 1711 e al 5 gennaio 1712.
139 Ivi, p. 214.
140 Ibidem.
141 ASTi, Notarile, Franchini Cosma
Valentino, b. 2049, alla data.
142 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, p. 223.
143 Ibidem.
144 Ibidem.
145 ASTi, Archivio privato Oldelli, b. 12,
n. 111, “Pelli Andrea”.
146 Ivi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 130, alla data.
147 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 180;
M. Frank, Virtù…, cit., p. 357.
148 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla
data.
149 Ivi, Provveditori al Sal, b. 371, “Filza
cassa piccola”, nn. 33, 39, 45, 128, 129,
alle date; P. Rossi, Lavori settecenteschi
a Palazzo Ducale nella Sala delle Quattro Porte, “Arte Veneta”, 49, 1996/II, pp.
107-108, nota 2. I pagamenti sono anche registrati in ASVe, Provveditori al
Sal, b. 447, “Quaderno cassa piccola”,
c. 236, alle date: 3 luglio, 4, 22 agosto,
1, 26 settembre, 3 novembre, 9 dicembre.
150 ASTi, Notarile, Visetti Giuseppe, b.
2069, alla data.
151 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Battesimi
1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data.
152 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, vol. IV, fasc.
IV, cc. n.n.
153 ASVe, Provveditori al Sal, b. 447,
“Quaderno cassa piccola”, c. 236.
154 Ivi, Scuola Grande di San Rocco, II
consegna, b. 426, “Riceveri”, alla data.
155 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c.
35v.
156 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla
data.
157 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, vol. III, 1715,
fasc. IV, cc. n.n.
158 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1715, I, c. 619.
159 APSSdVe, Matrimoni 1699-1792,
c. 51.
160 ASVe, Inquisitori di Stato, b. 713,
“Pallade veneta”, 20 dicembre 1715 4 gennaio 1716; M. Favilla, R. Rugolo,
Venezia ’700. Arte e società nell’ultimo
secolo della Serenissima, Schio (Vicenza) 2011, p. 233.
161 ASUd, Archivio comunale antico
di Udine, b. 87, “Conti della nuova fabbrica del duomo (1713-1719)”, cc. 13v15v; P. Goi, Stuccatori lombardi in Friuli:
aggiornamenti e novità, in Passaggi a
nord-est…, cit., p. 540 nota 31.
162 BMCVe, Mss. PDc, 2216/X, cc. ss.,
alla data.
163 APSSdVe, Battesimi 1684-1729, c.
188.
164 BMCVe, Mss. PDc, 2378; N. Ivanoff,
Mattia Bortoloni e gli afreschi ignoti
della Villa Cornaro a Piombino Dese,
“Arte Veneta”, 4, 1950, pp. 129-130. Il
documento ivi trascritto non è più rintracciabile.
165 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 2, fasc. 340; segnalato in M. Frank,
Friuli e Venezia fra Seicento e Settecento: nuovi contributi intorno alla committenza artistica dei Manin, “Arte e
documento”, 3, 1989, p. 230 nota 27.
166 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, vol. III, fasc. V,
c. 41.
167 StAA, Reichsstift Ottobeuren, Literalien 373, "Grosskellerey Buech vom
1. Januarij 1717 bis dahin 1718", alla
data; G. Dischinger, Ottobeuren, Bauund Ausstellungsgeschichte der Klosterlage 1672-1802, III. Quellen, Sankt
Ottilien 2011, p. 851.
168 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c.
8v.
169 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Ce-
245 / Carte d’archivio
sare di Gabriele, b. 135, alla data.
170 ASVe, Archivio Tiepolo, II consegna, b. 108, cc. n.n., alla data; S. Mason,
La cappella di San Saba a Sant’Antonin:
committenza e devozione nella Venezia di ine Cinquecento, in Chiesa di
Sant’Antonin. Storia e restauro, a cura
di T. Favaro, Venezia 2010, p. 144 e appendice documentaria p. 150, IV.
171 StAA, Reichsstift Ottobeuren, Literalien 374, "Grosskellerey Buech d[e]
d[at]o 1° Jan. 1718 bis [17]19", alla
data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit.,
p. 854.
172 D. Ricciotti Bratti, Notizie d’arte
e d’artisti, “Miscellanea della Regia
Deputazione di Storia Patria per le
Venezie”, 4, 1930, p. 50, fu il primo a
segnalare la presenza delle firme dei
due stuccatori.
173 Secondo il contenuto delle pratiche relative al perfezionamento del
contratto di garzonato del 1720; si
veda qui alla data.
174 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Gabriele, b. 135, 26 giugno
1720; A. Lienhard-Riva, Armoriale…,
cit., p. 266.
175 StAA, Reichsstift Ottobeuren, Literalien 375, "Großkellerey Buech d[e]
d[at]o 1° Januarij 1719 bis 1720", alla
data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit.,
p. 855.
176 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Stati d’anime
1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data.
177 AO, L. Cam. 22a, "Groß-Kellerey
Buech d[e] d[at]o 1° Jan. 1720 bis
1721", alla data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit., p. 856.
178 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Gabriele, b. 136, alla data.
Segnalato da A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., pp. 188-189, che però lo
identifica come “Alessandro Stazio”.
179 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 132, alla data.
180 ASVe, Dieci savi alle decime, b.
2018, fasc. 64, segnato “Taggia piera”.
181 ASDLu, Mendrisio, Parrocchia dei
Santi Cosma e Damiano, Battesimi
1708-1744, bob. 132, vol. 12.1, alla
data.
182 Ivi, Carona, Parrocchia dei Santi
Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1745,
bob. 58, vol. 2, alla data.
183 ASVe, Scuola Grande di San Teodoro, b. 23 (ex 28). Segnalato da R.
Gallo, La Scuola grande di San Teodoro
di Venezia, “Atti dell’Istituto Veneto di
Scienze, Lettere ed Arti”, 120, 19611962, Classe di scienze morali lettere
ed arti, p. 481, senza indicare la collocazione archivistica.
184 AOCVe, Atti degli antichi ospedali,
Ospedale degli Incurabili, Atti patrimoniali, b. 49, “Punti de’ testamenti della
quondam nobil donna Elena Sanudo
et altre parti concernenti l’altar maggiore in chiesa dell’Ospedal dell’Incurabili”, cc. n.n., alla data.
185 ASTi, Notarile, Martinola Filippo,
b. 2607, alla data.
186 Ivi, Roncaioli Carlo Francesco di
Giulio Cesare, b. 150, alla data; ivi, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 137,
alla data. Le somme prestate sono così
suddivise: Balerna 2000 scudi, Maroggia 480 scudi d’oro, Mendrisio 2600
lire imperiali moneta di Milano.
187 BMCVe, Mss. PDc, 2764, cc. ss., n.
577, “Laus Deo 1723. Nota delle spese
fatte nella casa Correggio al presente
abitata da sua eccellenza Ferigo Corner patrone”.
188 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c.
56.
189 AO, L. Cam. 24, "Groß-KellereyBuech von anno 1724 bis 1725", alla
data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit.,
p. 861.
190 ASPVe, Parrocchia di San Beneto,
Battesimi 1678-1751, p. 258, 5 gennaio
1724 more veneto. Si tratta con probabilità di un lapsus per “Abondio”.
191 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Morti 16601727, bob. 112, vol. 16.02, alla data.
192 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c.
35v.
193 Secondo quanto dichiarato nella
libertà di matrimonio del 1732; si veda
qui alla data.
194 ASPVe, Matrimoni segreti 17241726, 24 gennaio 1726.
195 Ibidem.
196 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin
35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”,
c. 128v; M. Frank, Giuseppe Torretti al
servizio dei Manin tra Friuli e Venezia,
“Memorie storiche forogiuliesi”, LXVI,
1987, pp. 189-190.
197 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin
35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”,
cc. 130v, 133v-134r; M. Frank, Giuseppe Torretti…, cit., pp. 190-191.
198 ASVe, Scuola grande di Santa Maria dei Carmini, b. 17, “Filze, minute
Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”,
n. 58.
199 ASPVe, Matrimoni segreti 17241726, 24 gennaio 1726.
200 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Gabriele, b. 139, alla data. Si
tratta di 480 scudi d’oro.
201 ASVe, Scuola Grande di Santa
Maria dei Carmini, b. 11, “Cassa della
Scola della Beata Vergine del Carmine […] principia l’anno 1726”, c. 25; P.
Rossi, Giambattista Tiepolo e la scultura del suo tempo, in Giambattista Tiepolo nel terzo centenario della nascita,
atti del convegno internazionale di
studi (Venezia-Vicenza-Udine-Parigi,
29 ottobre - 4 novembre 1996), a cura
di L. Puppi, Padova 1998, p. 175 nota
33.
202 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 11, “Cassa della Scola della Beata Vergine del Carmine […]
principia l’anno 1726”, c. 31.
203 ASTi, Notarile, Casella Bartolomeo, b. 1318, alla data.
204 ASVe, Parrocchia di San Vidal, Battesimi 1718-1780, p. 45.
205 BMCVe, Archivio Zen, b. segnata
“51-75”, fasc. 52, cc. ss., alla data; M.
Favilla, R. Rugolo, Francesco Polazzo a
palazzo Zen, “Bollettino dei Musei Civici Veneziani”, 5, 2010, p. 68.
206 APSGVe, Parrocchia di San Stae,
Battesimi 1654-1754, p. 370.
207 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 17, “Filze, minute
Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”,
fasc. 12, cc. ss., alla data; P. Rossi, Giambattista Tiepolo e la scultura…, cit., p.
173. Il disegno, oggi in collezione privata, è stato pubblicato da F. Magani,
Abbondio Stazio e Carpoforo Mazzetti:
una società di stuccatori tra Venezia e il
Friuli, in L’arte dello stucco in Friuli nei
secoli XVII-XVIII. Storia, tecnica, restauro, interconnessioni, atti del convegno
(Passariano-Udine, 24-26 febbraio
2000), a cura di G. Bergamini, P. Goi,
Udine 2001, p. 254, fig. 10.
208 APSSVe, Parrocchia di San Mattio,
Battesimi 1712-1751, p. 137.
209 Secondo quanto dichiarato nelle
libertà di matrimonio del 1748 e del
1749: si veda qui alle date.
210 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 17, “Filze, minute
Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”,
fasc. 24, cc. ss., alla data; P. Rossi, Giam-
battista Tiepolo e la scultura…, cit., p.
175 nota 35.
211 ASVe, Scuola Grande di Santa
Maria del Carmine, b. 11, “Cassa della
Scola della Beata Vergine del Carmine
[…] principia l’anno 1726”, cc. 63, 66,
68, “haver”; P. Rossi, Giambattista Tiepolo e la scultura…, cit., p. 175 nota 34.
212 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1732, II, c. 190.
213 ASPVe, Parrocchia di San Moisè,
Battesimi 1726-1742, c. 145.
214 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Matrimoni 1610-1767, p. 232.
215 ASVe, Provveditori al Sal, b. 372,
“Filza cassa piccola 1729-1740”, n. 140;
P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo
Ducale…, cit., p. 112, nota 45.
216 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin
35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”,
c. 179v; M. Frank, Giuseppe Torretti…,
cit., p. 197.
217 ASVe, Provveditori al Sal, b. 372,
“Filza cassa piccola 1729-1740”, n. 140;
P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo
Ducale…, cit., p. 112, nota 45.
218 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 546.
219 ASVe, Provveditori al Sal, b. 372,
“Filza cassa piccola 1729-1740”, n. 168;
P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo
Ducale…, cit., p. 112, nota 46.
220 ASVe, Provveditori al Sal, b. 107,
“Scritture segrete”, cc. ss., alla data; P.
Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo
Ducale…, p. 118, nota 47.
221 ASVe, Provveditori al Sal, b. 448,
“Quaderno cassa piccola”, cc. 59, 90,
alla data; ivi, b. 372, “Filza cassa piccola”, n. 21; P. Rossi, Lavori settecenteschi
a Palazzo Ducale…, cit., p. 118, nota 49.
222 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin
35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”,
c. 179v; M. Frank, Giuseppe Torretti…,
cit., p. 197.
223 ASTi, Notarile, Roncaioli Carlo
Francesco, b. 152.
224 ASVe, Provveditori al Sal, b. 448,
“Quaderno cassa piccola”, c. 59, alla
data.
225 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin
35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”,
c. 189; M. Frank, Giuseppe Torretti…,
cit., p. 198.
226 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin
35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”,
c. 193; M. Frank, Giuseppe Torretti…,
cit., p. 198.
227 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 554.
228 ASDLu, Melide, Parrocchia dei Santi Quirico e Giuditta, Battesimi 16021738, bob. 65, vol. 6, alla data.
229 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 563.
230 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Stati d’anime
1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data.
231 BNMVe, Cod. Ris. 113; M. Zorzi,
La Libreria di San Marco. Libri, lettori,
società nella Venezia dei dogi, Milano
1987, p. 263, nota 149. La decorazione
non è più esistente.
232 ASVe, Santa Maria del Rosario (Gesuati), b. 59, “Esito della nuova chiesa
dall’anno MDCCXXV - sino MDCCIIL
libro primo”, cc. n.n., alla data; G. Urbani de Gheltof, Tiepolo e la sua famiglia,
Venezia 1879, pp. 119-120. Lo stuccatore viene indicato nel documento
come “Angelo Pelle”, ma si tratta con
tutta probabilità della stessa persona,
poiché nei registri canonici della parrocchia di Brusinio Arsizio i Pelli sono
variamente indicati come “Pel”, “Pelli”,
“Pelle”, “Pellis”. Peraltro G. Moschini,
246 / Carte d’archivio
Guida per la città di Venezia […], I, Venezia 1815, p. 523, indica “Michelangelo Pelle” come esecutore degli stucchi della cappella di Sant’Antonio a
San Moisè che incorniciano l’affresco
di Jacopo Guarana.
233 ASTi, Notarile, Roncaioli Nicolao
Egidio di Gabriele, b. 142, 8 marzo
1738. La procura, menzionata nel fascicolo, venne registrata negli atti del
notaio veneziano Giovanni Garzoni
Paulini.
234 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Morti 1735-1780, c. 8.
235 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 573.
236 ASTi, Notarile, Roncaioli Nicolao
Egidio di Gabriele, b. 142, 8 marzo
1738. La lettera autografa si trova
all’interno del fascicolo. Abondio si
compiace per la riscossione di alcuni
crediti e invita Croce a far valere in
ogni occasione l’esercizio della procura rilasciatagli.
237 Ibidem.
238 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 11, “Cassa della Scola della Beata Vergine del Carmine […]
principia l’anno 1726”, p. 126.
239 T. Temanza, Zibaldon, a cura di N.
Ivanoff, Venezia-Roma 1963, p. 42.
240 ASVe, Notarile, testamenti, Gabrieli Gabriele di Carlo, b. 450, n. 18;
M. Muraro, Palazzo Contarini a San
Beneto, Venezia 1970, p. 237. Si tratta
del “credito in Bissone” che spetta al
“signor Carpoforo Macetti mio fiozo
e compagnio per molti anni nella mia
profesione”.
241 ASTv, Notarile, I serie, Marta Pelegrin, b. 2918, c. 76; ivi, Federico e Alvise Arnoldi, b. 2908, cc. 34-35; P. Goi,
Stuccatori lombardi…, cit., pp. 272273, nota 30.
242 ASTi, Notarile, Martinola Filippo,
b. 2622, alla data.
243 ASVe, Scuola grande di Santa Maria del Carmine, b. 17, “Filze, minute
Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”,
n. 53; A. Niero, Giambattista Tiepolo
alla Scuola dei Carmini. Precisazioni
d’archivio, “Atti dell’Istituto Veneto di
Scienze, Lettere ed Arti”, 135, 19761977, Classe di scienze morali lettere
ed arti, pp. 375-376.
244 Secondo quanto indicato nel testamento della moglie Anna Lavinia
Paleari stilato in Brusino; ASTi, Notarile, Roncaioli Carlo Francesco di Giulio
Cesare, b. 155, alla data; A. LienhardRiva, Armoriale…, cit., p. 326.
245 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 596.
246 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Stati d'anime
1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data.
247 Ivi, Mendrisio, Parrocchia dei Santi
Cosma e Damiano, Battesimi 17081744, bob. 132, vol. 132.1, alla data.
248 Ivi, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801, bob.
123, vol. 12, alla data.
249 Ivi, Melide, Parrocchia dei Santi
Quirico e Giulitta, Battesimi 1738-1871,
bob. 65, vol. 7, alla data. Copia dell’atto di battesimo si trova in ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1781, I, p. 292.
250 ASTv, Notarile, I serie, Marta Pelegrin, b. 2918, cc. 87-88; P. Goi, Stuccatori lombardi…, cit., pp. 272-273, nota
30.
251 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo,
Battesimi 1727-1749, c. 110.
252 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 314, p. 20; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori delle decorazioni
a palazzo Pisani Moretta a S. Polo, “Notizie da Palazzo Albani”, XI, 1-2, 1982,
pp. 99-100, nota 4.
253 ASVe, San Francesco di Paola, b.
20, reg. 1, “Libro esito e introito del
restauro della chiesa 1747”, alla data.
254 ASUd, Archivio Manin, b. 227; M.
Frank, Virtù…, cit., pp. 417-418, doc.
30, che trascrive “Giuseppe Garoni”.
255 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 609.
256 APMCVe, Archivio Corner (in via di
riordino), fasc. segnato “n. 304 Mobili”,
cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida: Giambattista
Tiepolo per i Corner di San Polo, “Arte
Veneta", 69, 2012, p. 103, nota 41.
257 APMCVe, Archivio Corner (in via di
riordino), fasc. segnato “n. 304 Mobili”,
cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo,
Lo specchio di Armida…, cit., p. 103,
nota 41.
258 APMCVe, Archivio Corner (in via
di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R.
Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p.
103, nota 41, ove per errore abbiamo
trascritto “1742”.
259 APMCVe, Archivio Corner (in via di
riordino), fasc. segnato “n. 304 Mobili”,
cc. n.n., alla data.
260 Ivi, fasc. segnato “n. 305 Fabriche”,
cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo,
Lo specchio di Armida…, cit., p. 103,
nota 41.
261 ASVe, Senato Terra, Deliberazioni,
filza 1983; P. Rossi, Restauri e rifacimenti settecenteschi a Palazzo Ducale
di Venezia, in “Per sovrana risoluzione”.
Studi in ricordo di Amelio Tagliaferri,
“Arte Documento”, Quaderni, 4, 1989,
pp. 531-533, note 12-13.
262 ASPVe, Parrocchia di San Cassiano, Morti 1735-1745, p. 100; B. Aikema,
“Il famoso Abondio”…, cit., p. 119, nota
67.
263 Si veda in questo stesso numero
di “Arte Veneta” il contributo di P. Delorenzi, Giuseppe Garrovi, l’“unico discepolo dei celebri stuccatori Abbondio
Stazzio, e Carpoforo Mazzetti”.
264 Si veda il documento citato a
nota 270.
265 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo,
Battesimi 1727-1749, c. 122. Nel documento, l’ultima lettera del cognome
“Pelli” viene corretta sopra “Pelle”.
266 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 314, p. 203; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100,
nota 4, non riporta i pagamenti alle
date: 11, 24 luglio; 8 agosto; 12 settembre.
267 ASVe, Notarile, testamenti, Gabrieli Gabriele di Carlo, b. 450, n. 18;
M. Muraro, Palazzo Contarini…, cit.,
p. 237. Allegata al testamento è la trascrizione dell’atto di morte di Stazio
conservato nei registri della parrocchia di San Geremia.
268 ASVe, Provveditori al Sal, b. 114,
“Scritture segrete 1745-1746”, cc. ss.,
foglio allegato alla relazione del proto Giovanni Pastori in data 12 luglio
1745; P. Rossi, Restauri…, cit., p. 531,
nota 13.
269 APMCVe, Archivio Corner (in via
di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R.
Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p.
103, nota 41.
270 ASTi, Notarile, Martinola Francesco di Giuseppe, b. 2639, alla data; cfr.
G. Martinola, Maestri ticinesi all’estero
dal ’500 al ’700, “Bollettino Storico della Svizzera Italiana”, s. IV, anno XIX, n. 1,
gennaio-marzo 1944, p. 34, che però
non fornisce la collocazione archivistica.
271 ASVe, Provveditori alle pompe, b.
14, “Cannaregio, San Geremia”.
272 BMCVe, Mss. PDc, 2423/4; M. Muraro, Palazzo Contarini…, cit., pp. 236237.
273 ASVe, San Francesco di Paola, b.
20, reg. 1, "Libro esito e introito del
restauro della chiesa, 1747", alla data;
R. Privato, Il ciclo pittorico settecentesco della chiesa di S. Francesco di Paola,
“Venezia arti”, 5, 1991, p. 153, nota 5.
274 ASVe, San Francesco di Paola, b.
20, reg. 1, "Libro esito e introito del restauro della chiesa, 1747", alla data; R.
Privato, Il ciclo pittorico…, cit., p. 153,
nota 5.
275 APMCVe, Archivio Corner (in via
di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R.
Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p.
103, nota 41.
276 ASPVe, Parrocchia di San Geremia,
Morti 1744-1748, c. 41; R. Gallo, Una famiglia patrizia: i Pisani ed i palazzi di S.
Stefano e di Stra, Venezia 1945 (estr. da
“Archivio Veneto”, s. V, 34-35, 1944), p.
45, nota 3, che trascrive l’atto di morte
registrato in ASVe, Provveditori alla Sanità, Necrologi, alla data.
277 ASPVe, Parrocchia di San Geremia,
Scuola del Santissimo Sacramento, Registri cassa, “1738 cassa de’ contanti
della Scola”, p. 58.
278 ASVe, San Francesco di Paola, b.
20, reg. 1, “Libro esito e introito del
restauro della chiesa 1747”, alla data;
R. Privato, Il ciclo pittorico…, cit., p.
153, nota 26.
279 L’anno di nascita è indicativo e lo
si ricava dall’età dichiarata nella libertà di matrimonio del 1772; si veda qui
alla data.
280 ASTi, Notarile, Roncaioli Nicolao
Egidio di Gabriele, b. 142, alla data.
281 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo,
Battesimi 1727-1749, c. 133.
282 ASVe, Provveditori alle pompe, b.
17, fasc. 91, alla data.
283 APMCVe, Archivio Corner (in via
di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R.
Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p.
103, nota 41, ove per errore abbiamo
trascritto “4 settembre”.
284 BMCVe, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa
1746. Libro di spese fatte in occasione
del noviciado di sua eccellenza Vicenzo Tron”, cc. 6, 15.
285 Ivi, Archivio Pisani de Lazara Zusto,
reg. 314, p. 216.
286 Ivi, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa 1746.
Libro di spese fatte in occasione del
noviciado di sua eccellenza Vicenzo
Tron”, cc. 22-23.
287 Ivi, c. 26.
288 Ivi, cc. 35, 37.
289 AASPd, b. 1089, f. 244, nn. 37, 42,
53, 75, e f. 245, n. 143; A. Sartori, Documenti per la storia dell’arte a Padova,
a cura di C. Fillarini, Vicenza 1979, p.
607, che trascrive “Garono”. La decorazione è andata perduta.
290 ASPVe, Parrocchia di San Beneto,
Battesimi 1678-1751, p. 300.
291 BMCVe, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa
1746. Libro di spese fatte in occasione
del noviciado di sua eccellenza Vicenzo Tron”, c. 43.
292 Ivi, cc. 43-44.
293 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1748, I, c. 124.
294 Secondo quanto dichiarato nella
libertà di matrimonio del 1767; si veda
qui alla data.
295 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801,
bob. 123, vol. 12, alla data.
296 ASVe, Provveditori alle pompe,
b. 17. In altro elenco alla stessa data
Adami è indicato come residente in
calle del Perdon; F. Montecuccoli degli
Erri, Venezia 1745-1750. Case (e botteghe) di pittori, mercanti di quadri, incisori, scultori, architetti, musicisti, librai,
stampatori ed altri personaggi vene-
247 / Carte d’archivio
ziani, “Ateneo Veneto”, n.s., XXXVI, 36,
1998, p. 76.
297 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo,
Battesimi 1727-1749, c. 148.
298 Ivi, Examinum Matrimoniorum,
1749, I, c. 72. Franchini, diversamente
da quanto affermato l’anno prima per
la libertà di matrimonio di Sgualdo
Belli, dichiara di essere nato a Carona
(e non a Mendrisio), di essere giunto a
Venezia da quattordici anni (e non da
sedici).
299 Ivi, Parrocchia di San Maurizio, Matrimoni, 1710-1760, alla data.
300 ASDLu, Bioggio, Parrocchia di San
Maurizio, Matrimoni 1709-1845, bob.
92, vol. 10, alla data.
301 ASVe, Scuola Grande di San Rocco,
II consegna, b. 277, “cauzioni”, n. 105; P.
Rossi, Lavori settecenteschi per la chiesa di San Rocco: la decorazione della sagrestia e le sculture della facciata, “Arte
Veneta”, 35, 1981, pp. 232-233.
302 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 654.
303 AASPd, b. 968, alla data, A. Sartori, Documenti…, cit., pp. 607-608, che
trascrive “Garono”.
304 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 654.
305 A. Massari, Giorgio Massari architetto veneto del Settecento, Vicenza
1971, p. 41, fig. 67, che trascrive “Giovanni Savono”.
306 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1751, I, c. 99. Indicato nell’atto
come “Michel Angelo Pelle” si firma
però “Michel Angello Pelli”.
307 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 314, p. 267; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100,
nota 4.
308 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 672.
309 APSGVe, Parrocchia di San Stae,
Battesimi 1564-1764, p. 432.
310 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 314, pp. 267, 370; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99100, nota 4, non riporta i pagamenti
alle date: 10 giugno, 25 settembre.
311 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766.
Il 15 luglio muore di parto Francesca
Fiorenza moglie di Michelangelo Pelli;
ivi, Morti 1735-1780, c. 49.
312 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, reg. 460, “Quaderno
scola e commissarie di San Giovanni
Evangelista. 1748 a 1757”, p. 236.
313 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Battesimi 1733-1860, bob.
22, vol. 12, alla data.
314 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo,
Battesimi 1749-1778, c. 20v.
315 ASVe, Scuola Grande di San Rocco,
II consegna, b. 285, “cauzioni”, n. 472;
P. Rossi, Attività di Domenico Tintoretto, Santo Piatti e Giuseppe Angeli per la
Scuola di San Rocco, “Arte Veneta”, 31,
1977, pp. 270-271.
316 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, b. 460, “Quaderno
scola e commissarie di San Giovanni
Evangelista. 1748 a 1757”, p. 236.
317 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 314, p. 370; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100,
nota 4, non riporta il pagamento del
30 marzo.
318 Si veda qui alla data 1758 e nota
326.
319 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 314, p. 436; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100,
nota 4.
320 Secondo quanto dichiarato nella
propria libertà di matrimonio, ASPVe,
Examinum Matrimoniorum, 1781, I, p.
292.
321 Ivi, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 698.
322 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia
di San Michele Arcangelo, Stati d'anime
1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data.
323 APS, cartella 79, fasc. segnato “Stampa Comun di Spinea anno
1407-1767”, cc. 72-73; A. Rorato, P.
Franceschin, La chiesa dei Santi Vito
e Modesto di Spinea, Treviso 1987, pp.
28-29.
324 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, b. 461, 1757-1771,
p. 362; G. Lorenzetti, La Scuola grande di S. Giovanni Evangelista, Venezia
1929, p. 52, non fornisce la collocazione archivistica, indicata invece da R.
Gallo, Una famiglia patrizia…, cit., p.
46, nota 4.
325 APM, “Libro de dinari essistenti
et posti nella cassa novamente instituita della Luminaria di Santa Maria
e San Nicolò della Motta l’anno 1635
e successivi […]”, 1635-1772, c. 102v;
S. Momesso, Un episodio tra Veneto e
Friuli: il monumento funebre del cardinale Girolamo Aleandro nel duomo di
Motta di Livenza, in Passaggi a nordest…, cit., pp. 511-514, nota 5. Non ci è
stato possibile verificare il documento
citato.
326 ASTi, Notarile, Martinola Francesco di Giuseppe, b. 1758, alla data.
327 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio,
Battesimi 1630-1760, p. 716.
328 BCUd, Mss. Joppi, Notatorium
IX, c. 210v; P. Goi, Palazzo Montereale
Mantica…, cit., Regesti, p. 160, XII.
329 BMCVe, Manoscritti Ravà, b. segnata “II 4329”, fasc. segnato “6. Decoratori. Stuccatori. Pittori. Tapezziere”,
cc. n.n., alla data.
330 Ibidem. Il contratto è stipulato
con la nobildonna Elisabetta Marcello
Carminati.
331 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Battesimi 1733-1860, bob.
22, vol. 12, alla data.
332 ASVe, Parrocchia di San Tomà,
Fabrica, b. 4, fasc. 12, “Documenti-ricevute 1735”, cc. ss., alla data; S. Guerriero, Jacopo e Vincenzo Guarana nella
chiesa di San Tomà, “Arte Veneta”, 53,
1998/II, p. 157, nota 39. I decori sono
stati rimossi in epoca imprecisata.
333 Si veda qui alla data 1758.
334 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, b. 461, 1757-1771,
p. 410.
335 APS, Cartella 51, Processo 6, b.
2, 1758-1762, cc. 16-17; A. Rorato, P.
Franceschin, La chiesa dei Santi Vito…,
cit., pp. 28-29.
336 APS, Cartella 51, Processo 6, b.
2, 1758-1762, cc. 16-17; A. Rorato, P.
Franceschin, La chiesa dei Santi Vito…,
cit., pp. 28-29.
337 ASVe, Parrocchia di San Tomà,
Fabrica, b. 4, fasc. 12, “Documenti-ricevute 1735”, cc. ss., alla data; S. Guerriero, Jacopo e Vincenzo Guarana…, cit.,
p. 157, nota 39.
338 APS, Cartella 51, Processo 6, b.
2, 1758-1762, cc. 12-13; A. Rorato, P.
Franceschin, La chiesa dei Santi Vito…,
cit., pp. 28-29.
339 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801,
bob. 123, vol. 12, alla data. Il nucleo
è così composto: Carpoforo con la
moglie Marta Staffieri e le figlie Lucia
Francesca (otto anni) e Antonia (due
anni).
340 ASVr, Archivio privato Pindemonte
Rezzonico, b. 214, “Spese per l’ingresso di Ludovico Rezzonico”, cc. nn., alla
data.
341 ASTi, Notarile, Rusca Giovanni
Battista di Giuseppe, b. 476, alla data.
342 ASVe, Provveditori al Sal, b. 375,
Filze cassa piccola 1759-1766, n. 70; P.
Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo
Ducale…, cit., p. 117, nota 45. Le cornici saranno poi restaurate nel 1792
da Gaspare Lavizzari; ivi, b. 377, Filze cassa piccola 1782-1785, n. 125; P.
Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo
Ducale (II), “Arte Veneta”, 50, 1997, pp.
114, 120, nota 83.
343 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Carlo Francesco, b. 1122, alla
data.
344 ASVe, Provveditori al Sal, b. 375,
Filze cassa piccola 1759-1766, n. 70.
345 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Battesimi 1733-1860, bob.
22, vol. 12, alla data.
346 APSSVe, Parrocchia di San Mattio,
Battesimi 1751-1808, p. 90.
347 Secondo quanto dichiarato dallo
stesso nella libertà di matrimonio del
1772; si veda qui alla data.
348 Secondo quanto dichiarato nella
libertà di matrimonio del 1769; si veda
qui alla data.
349 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Carlo Francesco, b. 1130, 10
marzo 1774. L’atto è trascritto in copia
in fondo al fascicolo.
350 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, p. 105.
351 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae
T. II scritture”, 50.3.
352 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 14, 20,
30.
353 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae
T. II scritture”, 50.2; E. Zucchetta, Afreschi e stucchi settecenteschi a Venezia:
Palazzo Tron a San Stae, in Studi per
Pietro Zampetti, a cura di R. Varese, Ancona 1993, pp. 545-546, nota 22.
354 BMCVe, Mss. PDc, 2017, “Stabili S.
Stae T. II scritture”, 50.8.
355 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, p. 28.
356 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1767, II, cc. 618v-619.
357 BMCVe, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa
tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 45,
48, 50-51, 53.
358 APSSVe, Parrocchia di San Mattio,
Matrimoni 1725-1801, p. 107.
359 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, p. 105; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota
14, non riporta i pagamenti alle date:
20 aprile, 26 giugno.
360 BMCVe, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa
tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 53,
58, 60-61.
361 Ivi, pp. 67, 69.
362 Ivi, pp. 72-73, 81.
363 Ivi, Mss. PDc, 2343/I, cc. n.n., alla
data.
364 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 91-93.
365 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae
T. II scritture”, 50.17.
366 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, p. 94.
367 Ivi, pp. 97, 99.
368 Ivi, Archivio Pisani de Lazara Zusto,
reg. 308, p. 161.
369 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Carlo Francesco, b. 1125, alla
data.
370 APSSVe, Parrocchia di San Mattio,
Battesimi 1751-1808, p. 109.
371 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1769, I, pp. 256-257. Anche l’altro teste, Gasparo Solari quondam
Pompeo di Carona, murer, residente a
Santa Soia, conferma la dichiarazione
di Lavizzari.
372 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, p. 175; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota
14, non riporta i pagamenti alla data
13 dicembre.
248 / Carte d’archivio
373 APSSdVe, Matrimoni 1699-1792,
c. 239.
374 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, pp. 161, 164.
375 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin,
Sp. 7, cc. ss., alla data; P. Goi, Palazzo
Montereale..., cit., p. 59, Regesti, V/A,
V/B.
376 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, pp. 180, 188.
377 Nel fascicolo vi è la trascrizione
della procura registrata a Venezia negli atti del notaio Florio Bellan; ASTi,
Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di
Carlo Francesco, b. 1126, 16 febbraio
1770.
378 Ivi, alla data.
379 APSSdVe, Battesimi 1762-1802, p.
65.
380 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Carlo Francesco, b. 1126, alla
data.
381 Ivi, b. 1127, alla data.
382 Ivi, Roncaioli Nicolao Egidio, b.
147, alla data.
383 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, p. 196.
384 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae
T. II scritture”, 50.21; E. Zucchetta, Affreschi e stucchi…, cit., p. 546, nota 24.
385 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, pp. 196, 206; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p.
103, nota 12.
386 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1771, II, p. 602.
387 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, p. 206; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota
12.
388 APSSdVe, Battesimi 1762-1802, p.
79.
389 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1772, II, p. 77.
390 BMCVe, Mss. PDc, 909, cc. n.n., alla
data.
391 BMCVe, Mss. PDc, 2321, c. s., alla
data; M. Favilla, R. Rugolo, Un’aggiunta
a Giambattista Tiepolo per i Corner di
San Cassiano, “Arte Veneta”, 69, 2012,
p. 190, nota 11. Non avendo elementi
certi per ritenere la data more veneto,
ino a prova contraria si può considerare secondo il calendario corrente.
392 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, pp. 206, 215; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p.
103, nota 14, segnala solo la p. 215.
393 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 215; I. Chiappini
di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103,
nota 12, segnala un pagamento non
riscontrato al 12 maggio.
394 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, p. 215; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 105, nota
14, segnala pagamenti, non riscontrati, al 23 ottobre e al 20 novembre.
395 ASVe, Sant’Andrea della Zirada, b.
50, fasc. 260, n. 8; S. Guerriero, Episodi di scultura veneziana del Settecento
a Sant’Andrea della Zirada, “Venezia
Arti”, 10, 1996, pp. 61, 66, doc. 3.
396 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, pp. 227, 233; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p.
105, nota 14, segnala un pagamento
non riscontrato al 26 aprile.
397 BMCVe, Mss. PDc, 2222/CXLII; L.
Olivato, Storia di un’avventura edilizia
a Venezia tra il Seicento e il Settecento:
palazzo Cornaro della Regina, “Antichità viva”, 12, 1973, p. 37, nota 74.
398 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, pp. 227, 378; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p.
103, nota 14, non segnala il pagamento del 10 aprile.
399 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 308, p. 378; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 105, nota
14, non riporta il pagamento del 24
settembre.
400 ASVe, Archivio Donà, in Archivio
Marcello Grimani Giustinian, b. 284, cc.
ss., alla data.
401 Ivi, Senato Terra, ilza 2585, allegato al decreto del 17 febbraio; P. Rossi,
Lavori settecenteschi (II)…, cit., pp.
109-111.
402 APSSdVe, Battesimi 1762-1802, p.
96.
403 ASPVe, Parrocchia di San Pantalon, Battesimi 1766-1820, p. 101.
404 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Carlo Francesco, b. 1130, alla
data.
405 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 359, p. 88; I. Chiappini di
Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota
12.
406 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 359, p. 97; I. Chiappini di
Sorio, Palazzo Pisani Moretta, economia, arte, vita sociale di una famiglia
veneziana nel diciottesimo secolo, Milano 1983, p. 29, nota 20, indica però
c. 88.
407 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara
Zusto, reg. 359, p. 89; I. Chiappini di
Sorio, Palazzo Pisani Moretta…, cit., p.
29, nota 20.
408 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio
Cesare di Carlo Francesco, b. 1135,
alla data. A margine della prima pagina è riportata la notizia della morte del figlio di Carpoforo, avvenuta
il 7 settembre 1777 all’età di dodici
anni.
409 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San
Carpoforo, Morti, 1733-1866, bob. 123,
vol. 8, alla data.
AAAAAAAAAAA
1. Jacopo Marieschi, La Divina
Professor Giacomo Marieschi”6, sui quali il capitolo vota
La pittura
d’accademia nel Settecento
Errata
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACorrige
Sapienza e le Virtù teologali.
senza
unanimità
di
consenso.
La
delibera
sarà
approvata
e
la
decorazione
della
sala
AAAA
Venezia, Gallerie dell’Accademia.
un mese più tardi con il benestare di Ottaviano Lodovico
Nuova
p.della
121, righe
22-23 Cancelleria nella Scuola
Grande di Santa Maria della Carità
Marconi – Guardian Grande della Scuola – alla nomina
del quale Andrea fu collaboratore nella chiesa del Calvario a Bolzano (1682) AAAAAAAAAAAdel quale Andrea fu collaboratore nella chiesa del Calvario a Bolzano (1687)
a Venezia
ufficiale di Jacopo Marieschi, che sostituisce nell’incarico
AAAA
Giuseppe Angeli, il cui nome compare in precedenza per
p. 121, righe 24-25
Debora Tosato
essere poi cancellato senza esplicita motivazione.
e i soffitti di due sale della Giunta Albertiana nel Castello del Buonconsiglio (1687-1688) AAAAAe i soffitti di due sale della Giunta Albertiana nel Castello del Buonconsiglio (1687)
Egli s’impegna a dipingere “un soffitto, e angoli quattro
con sue mezarie nei contorni degli adornati dipinti a frep.ed149,
nota 24,
9-13dei secoli, il prestigio e il potere delesibito,
nelrighe
corso
sco rappresentanti Putini, Gerogliici, allusivi all’intenzio7
Dalla
lettura dei due
documenti
evince che Francesca
Pelli,
sorella ne
di Andrea,
AAAAAAAAA
lettura dei due
la Serenissima
attraverso
le sicampagne
decorative
delle
, descrivendo
poidocumenti
accurata-si evince che Francesca, sorella del testatore,
del suddetto
Albergo”Dalla
loro sedi
ufficiali,
inAliprandi
un crescendo
miraaveva sposato
Davide Aliprandi.
aveva
sposato
Davide
nipotedidicompetizione
Girolamo. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
mente l’iconograia della grande
tela centrale
con la Dita al prevalere dell’una sull’altra.
vina Sapienza e le Virtù teologali.
AAAA
Scuola
di Santa Maria della Carità rappresenta forse il
p.La132,
righe 6-7
caso
più
emblematico,
allevicini
altre,alla
permaniera
l’eccellenza
Al
1697
risalirebbero
infattirispetto
i due ovali,
di Louis Dorigny AAAAAAAAAAA Al 1697-98 risalirebbero infatti i due ovali, vicini alla maniera di Louis Dorigny
delle maestranze chiamate a eseguire opere di pittura e
AAAA
d’intaglio a partire dal Quattrocento ino al tardo Settep. 231, col. 2, righe 13-14 (dall’alto)
cento, essendo impegnate nel rinnovamento del comBolzano, chiesa del Calvario: Andrea Pelli e Girolamo Aliprandi AAAAAAAAAAAAAAAA 1687
plesso monumentale mediante la costruzione di nuove
realizzano le statue con i profeti e i re d’Israele. 1687AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA19 ottobre, Bolzano, chiesa del Calvario: Andrea Pelli e Girolamo Aliprandi
sale e il restyling di quelle più antiche, a dimostrazione di
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
ricevono il compenso per aver realizzato sei statue in stucco.
una
costante prosperità inanziaria e di un modello illuAAAAAA
minato di mecenatismo pubblico.
p.Ultimate
231, col. 2,larighe
basso)
sala17-18
della(dal
Cancelleria
a ine Seicento con gli
11
marzo:
Girolamo
Aliprandi,
quondam1Giacomo,
stuccatore
di Laino AAAAAAAAAAAAAA1 marzo: Girolamo Aliprandi, quondam Giacomo, stuccatore di Laino
e la sala del
Capitolo
arredi
lignei
di Giacomo
Piazzetta
agli inizi del Settecento con l’impegnativa serie di dipinAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
ti e dossali realizzati dagli artisti più alla moda dell’epoAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
ca2, la Scuola inanzia l’ultima impresa della sua storia: la
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decorazione di una sala “moderna”, detta della Nuova
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Cancelleria per distinguerla da quella già esistente. GraAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
zie alle delibere del capitolo, integralmente riportate nei
registri manoscritti ora conservati presso l’Archivio di
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Stato di Venezia, è possibile seguire la cronistoria dei laAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
vori, con il resoconto dettagliato ad annum.
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Si tratta di una documentazione esaustiva e preziosa per
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
ricostruire la storia e l’insieme del ciclo pittorico in esaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
me, asportato, smembrato e parzialmente distrutto in
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
seguito alle soppressioni napoleoniche.
Fin dal 1760 l’architetto Bernardino Maccaruzzi riceve la
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
proposta di Antonio Costantini, Guardian Grande della
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Scuola, per esaminare l’Ospitale dei Poveri, adiacente
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
all’ediicio, al ine di ottenere una nuova stanza “conveAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
niente per l’archivio delle sue carte, e scritture, e per fare
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
le sue riduzioni, per le quali sinora non ha altro luoco,
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
che quello alla Cancelleria destinato […] e poter nello
stesso tempo alzar li muri circolari sopra detto Ospitale e
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fare una stanza contigua”. Maccaruzzi invia pertanto un
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“dissegno” per “ridurre le muraglie all’intorno all’altezza
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di quelle della Cancelleria, con quattro inestroni, e due
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ferriate simili a quelle della sala, con travature e coperAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
to”3. Maestranze di muratori, scalpellini e fabbri presenAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
tano nel 1763 le polizze dei lavori, e l’anno successivo
viene formalizzato dal capitolo della Scuola l’incarico a
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Maccaruzzi, con l’approvazione degli Inquisitori e ReviAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
sori sopra le Scuole Grandi4.
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I lavori proseguono nel 1766, e ultimata la sala il capitolo
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
si decide “di nobilitarla con pitture de’ più eccellenti ProAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
fessori […] sino a ricercare al Professore Signor Visconti,
che producesse alcun disegno di ornati da eseguirsi a
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
fresco per decorazione del soffitto, con intenzione che il
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Signor Angeli proponesse alcuni pezzi di pittura in tela
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secondo che richiedesse il buon gusto, e l’armonia […]
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che travagliarsi da più mano di altrettanti migliori penAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
nelli coprissero decorosamente le pareti laterali della
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
stanza medesima”5.
Crediti
fotografici
La campagna
decorativa è documentata a partire dal 29
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
agosto 1768, quando sono presentati “i due Campioni,
et Abbozzi
ornati
a fresco esibito dal Professor
Schio,
Luca uno
Sassidegli
Editore
AAAAAAAAAAAAAA
pp. 118, 136, 144-145
Pietro Visconti, l’altro del quadro del soffitto esibito dal
AAAA
Le Scuole Grandi a Venezia hanno sempre personiicato
249 / Carte d’archivio