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Electa arte Veneta 72 /2015 Electa arte Veneta Rivista di storia dell’arte fondata nel 1947 Direttore Comitato scientifico Norme per gli autori Luca Massimo Barbero Irina Artemieva Andrea Bacchi Luca Massimo Barbero William Barcham Matteo Ceriana Hugo Chapman Keith Christiansen Andrea De Marchi Miguel Falomir Faus Tiziana Franco Simone Guerriero Stéphane Loire Giordana Mariani Canova Stefania Mason Nicholas Penny Vittoria Romani Pierre Rosenberg Paola Rossi Xavier F. Salomon Catherine Whistler Fulvio Zuliani I contributi critici – proposti dagli autori o frutto d’invito – sono sottoposti al vaglio della Redazione e dei revisori anonimi della rivista. Elementi necessari all’accettazione sono l’originalità dell’elaborato e l’esclusività per la stampa in “Arte Veneta”. I saggi, composti secondo le Norme redazionali della rivista, devono pervenire in formato Word (cartella di 2000 battute); le immagini di corredo in formato digitale (minimo 300 dpi per 15 x 15 cm), in un ile apposito con relative didascalie. Si chiede l’invio nella lingua madre per i testi in inglese, francese, tedesco e spagnolo. Gli autori sono responsabili dell’assolvimento di eventuali diritti di copyright per le immagini che illustrano il testo. Il nome e il recapito dell’autore (indirizzo postale, numero di telefono, indirizzo mail) devono comparire in un foglio separato. Redazione Andrea Bacchi William Barcham Matteo Ceriana Andrea De Marchi Simone Guerriero Giordana Mariani Canova Stefania Mason Paola Rossi Fulvio Zuliani Chiara Ceschi, segreteria www.electaweb.com © 2016 by Mondadori Electa S.p.A., Milano e Fondazione Giorgio Cini, Venezia Tutti i diritti riservati Istituto di Storia dell’Arte Fondazione Giorgio Cini Venezia tel. 041-21.10.230 fax 041-53.05.842 e-mail arte@cini.it Il materiale va indirizzato e spedito esclusivamente alla Redazione di “Arte Veneta”: Fondazione Giorgio Cini Istituto di storia dell’arte Isola di San Giorgio Maggiore 30124 Venezia redazione.arte@cini.it SOMMARIO 9 Il Cristo e gli Evangelisti del ciborio di San Marco Fulvio Zuliani 31 La ‘perduta’ tomba del doge Lorenzo Celsi Silvia D’Ambrosio 49 Shedding light on the Venetian sculptor Pantaleone di Paolo Anne Markham Schulz 61 Fonti antiche e moderne per la pittura religiosa di Tiziano nel sesto decennio Marsel Grosso 77 Per Francesco Segala “padovano scultore et architettore” Luca Siracusano 107 “…e procurò alcuna memoria delle sue mani”. Federico Zuccari e le copie da Paolo Veronese nei taccuini di viaggio Martina Lorenzoni 119 “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Massimo Favilla, Ruggero Rugolo 155 Le copie a colori delle Varie pitture a’ fresco dei principali maestri veneziani di Anton Maria Zanetti Chiara Piva Segnalazioni 166 Un “nuovo” pittore per Francesco il Vecchio da Carrara. Qualche nota sugli afreschi della stanza di Luigi il Grande d’Ungheria nel castello di Padova Francesca Flores d’Arcais 173 Un nuovo libro su Tullio Lombardo e alcuni ragionamenti sul tema Matteo Ceriana 184 A Portrait of a Lady by Bartolomeo Veneto David Ekserdjian 185 Aggiunte a Cristoforo Cortese e al Maestro della Commissione Donato Daniele Guernelli 189 La bacchetta del pittore: da poggiamano a reggiirma in alcuni dipinti di scuola veneta Marco Tagliapietra 194 L’Apollo della collezione Mantova Benavides e la fortuna di Rafaello in area veneta Stefano Pierguidi 196 Pittori “foresti” in Croazia: proposte per Paolo Fiammingo, Niccolò Renieri e Hans Rottenhammer Stefania Mason 202 Scultori veneziani del Sei e Settecento a Brescia e a Bergamo: Giovanni Comin, Pietro Baratta, Antonio Gai Giuseppe Sava 211 Giuseppe Garrovi, l’“unico discepolo dei celebri stuccatori Abbondio Stazzio e Carpoforo Mazzetti” Paolo Delorenzi Carte d’archivio 220 La chiesa delle Terese di Venezia, nuovi documenti Maria Stella Alfonsi 231 Regesto cronologico-documentario degli stuccatori attivi a Venezia da Andrea Pelli (1652-1725) a Carpoforo Mazzetti Tencalla (1710-1775) Massimo Favilla, Ruggero Rugolo 249 La pittura d’accademia nel Settecento e la decorazione della sala della Nuova Cancelleria nella Scuola Grande di Santa Maria della Carità a Venezia Debora Tosato ebook Bibliograia dell’arte veneta (2014) a cura di Paolo Delorenzi (monograie) e Meri Sclosa (periodici) “BASTA CHE LA SUPERFICIE APPAGHI LA VISTA”: INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLO STUCCO A VENEZIA DAL BAROCCO AL ROCOCÒ Massimo Favilla, Ruggero Rugolo La straordinaria fortuna incontrata dall’arte dello stucco nel Settecento spinse Giorgio Fossati, “architetto dell’antico borgo di Morcò1, diocesi di Como, Stato de’ signori Svizzeri”, a includere la storia “D’uno stuccatore” nella Raccolta di varie favole uscita a Venezia nel 17442. Il protagonista della favola, al quale “tutti ricorrevano”, riempiva “l’interno delle igure di stoppa e cenci”, rendendo così “prezioso ciò che infatti era vile”: si trattava di un “inganno” venduto a “peso d’oro”. Ma, spiegava Fossati: “Nel tempo in cui viviamo non si guarda l’interno […], basta che la supericie appaghi la vista” e, “se mai nel mondo è stato in credito l’inganno, possiamo dire, senza dar torto al corrente secolo, che in questo il supericiale ha preso il luogo del massiccio e il into del vero”. 1. Andrea Pelli e Abondio Stazio (per gli stucchi), Sebastiano Ricci (per gli afreschi), Soitto, particolare. Venezia, palazzetto Zane, salone. Prologo L’organizzazione del cantiere, l’utilizzo ricorrente di modelli comuni e le tecniche impiegate in un apparato a stucco rendono arduo indicarne con certezza l’autograia, per non dire la distinzione delle diverse mani all’opera in un medesimo contesto. Dunque, mai come in questo campo, in assenza di documenti, un approccio strettamente attribuzionistico può generare errori. Con tale premessa, abbiamo creduto urgente raccogliere la documentazione nota sugli stuccatori attivi a Venezia in un arco cronologico compreso fra la metà del Seicento e la metà dell’ottavo decennio del Settecento. La scelta della inestra temporale coincide da un lato con l’afermarsi di una generazione di stuccatori, quasi tutti ticinesi, formatasi nel gusto del barocco e dall’altra con il tramonto della stagione rococò e il progressivo passaggio al neoclassicismo: un arco che si tende tra la igura di Andrea Pelli (1652-1725) e quella di Carpoforo Mazzetti Tencalla (1710-1775). La documentazione, integrata con altra inedita e con le scarse fonti coeve, è stata inine riunita in un regesto3. Lacune e incertezze permangono, in uno studio che è per essenza in itinere, ma già in questa fase si possono porre alcuni capisaldi e, d’altro canto, incrinare certezze che si sono rivelate semplici luoghi comuni. La ricerca sull’argomento è condizionata dall’assenza, a Venezia, di un’arte degli stuccatori, ovvero di elenchi con nome, età e importo dovuto per la tansa4. Già Agostino Sagredo nel 18565 aveva sottolineato come tali arteici “non facessero corpo d’arte da sé, né fossero colonnelli di altre arti”, ipotizzando che “gli stuccatori d’ornamenti forse si scrivevano nella matricola dei muratori e degli scarpellini”. Adesso sappiamo che in quelle due “matricole” non si trovano stuccatori, a parte due casi nell’arte dei tagliapietra: Pietro Roncaioli registrato dal 1681 al 1694 circa e Bartolomeo (Bortolo) Penso, detto Cabianca, registrato solo nel 1720. Nel quasi totale silenzio delle più antiche guide di Venezia6, per individuare questi artisti rimangono i documenti d’archivio relativi a cicli decorativi di palazzi, chiese o scuole di devozione. A partire dal pioneristico saggio di Maria Ciartoso Lorenzetti del 19297, gli studi successivi hanno inteso attribuire quasi tutta la produzione stucchiva veneziana settecentesca (e non solo) ai due nomi verso i quali la storia aveva ino ad allora riservato un trattamento più benevolo: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti, che stanno allo stucco lagunare come, nello stesso immaginario, Andrea Brustolon sta all’intaglio ligneo8. Un mito consacrato in origine dal passo che l’erudito Gianalfonso Oldelli dedicava ai due nel dizionario degli uomini illustri del Canton Ticino del 1807: “non avvi direi 119 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò lescente Carpoforo, appena quindicenne all’attacco del secolo17. Un approccio ardito, poiché lo stesso Pavanello avverte di tenere “sempre presente che vario è il panorama degli stuccatori attivi nel primo Settecento in ambito veneto”18. Un genovese e un siciliano a Venezia La ioritura dello stucco tardobarocco a Venezia ha i suoi prodromi. L’archetipo è costituito dal monumento al patriarca Giovanni Francesco Morosini, opera dello scultore e architetto genovese Filippo Parodi, collocato sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa di San Nicolò da Tolentino. Sulla datazione di questo pittoricissimo, asimmetrico mausoleo di ispirazione berniniana, con il suo consistente apparato a stucco (circa due terzi della supericie totale del complesso), non v’è certezza, ma la critica oramai accetta di collocarne l’esecuzione entro la metà degli anni ottanta del Seicento19. Il disinvolto utilizzo della partitura a stucco di matrice romana aiora anche nella cappellina battesimale di Santa Maria del Giglio che l’architetto e ingegnere siciliano Domenico Michele Paternò portava a compimento nel 1690. Sebbene compromesso nel registro inferiore, questo apparato mostra ancora oggi tutta la sua originalità, in particolare per la presenza del baldacchino e delle colonne tortili. Le candide incrostazioni che rivestono il piccolo vano sono trattate con la maestria di un ceroplasta, abilissimo nel delineare le spiritose isionomie dei putti e dei cherubini (ig. 2). Nel monumento Morosini e nel battistero di Santa Maria del Giglio prende forma il bel composto di estrazione berniniana20: un paradigma di elementi tipologici che ritorneranno sviluppati nei principali cicli veneziani tardoseicenteschi e del secolo successivo. quasi, in Venezia, palazzo, o casa, di qualche considerazione, in cui non si veggano i lavori di questi due grandi amici e indivisi compagni”9. Con il tempo, però, dai documenti si sono via via afacciate nuove igure10: Antonio Adami, Giambattista Beretta, Alvise Bossi, Bortolo Cabianca, Giuseppe Castelli, Pietro Castelli, Vincenzo Colomba, Giuseppe Ferrari, Gaspare Lavizzari, Giovanni Maggi, Carpoforo Mazzetti Tencalla, Domenico Michele Paternò, Angelo Pelle (alias Michelangelo Pelli), Andrea Pelli, Francesco Re, Giovanni Pietro (detto Pietro) Roncaioli, Giovanni Andrea (detto anche Andrea) Rossi, Baldassare, Giambattista, Andrea e Giuseppe Solari. E a questo già nutrito elenco possiamo ora aggiungere: Pietro Andreoli, Pietro Branchini, Martino Brida, Sebastiano e Carlo Castelli, Prospero Franchini, Giovanni Battista Garovo Allio, Giuseppe Maria Garovi, Bortolo Lavizzari, Giambattista Muttoni, Lorenzo Pelli, Pietro Vincenti11. A Venezia, a partire dalla seconda metà del Seicento, intere famiglie ticinesi sono impiegate nei mestieri legati all’edilizia: muratori, falegnami, stuccatori e, in alcuni casi, architetti o proti. Fra i mureri rinveniamo nomi comuni agli stuccatori: Adami, Bossi, Ferrari, Roncaioli, Rossi, Pelli, Solari12. Quando non sono legami di parentela, sono le procure, i padrinaggi ai battesimi o le testimonianze per le libertà di matrimonio che rivelano rapporti fra gli stucadori, i mureri e i marangoni. In questa intricata trama, per le due ultime professioni, ricorrono spesso i nomi dei Caccia, dei Chechia, dei Croce, dei Fossati, degli Isella, dei Morelli, dei Ruggia, dei Roggia, dei Sardi, dei Visetti. I ticinesi intrecciano una rete di parentele e di amicizie sull’Italia tutta, ma anche sull’Europa, dalla Spagna ai paesi scandinavi, inanco alla Russia e all’Irlanda, con una circolazione di notizie che possiamo immaginare ittissima13. Di recente, rispetto a questo panorama vivace e ai tentativi di allargare la prospettiva di ricerca14, Giuseppe Pavanello15 ha voluto procedere a una restaurazione del mito della coppia Stazio-Mazzetti, riportando in auge una lista di palazzi nei quali i due stuccatori avrebbero operato in collaborazione; un elenco che Jacob Caspar Füssli aveva inserito nella biograia di Carpoforo Mazzetti uscita nella Geschichte der besten Künstler in der Schweitz del 177416. A tali episodi Pavanello ne ha aggiunti altri in virtù di una lettura stilistica, facendo principiare tutto dal 1700 per rimanere incatenato al dettato di Füssli e Oldelli e rendere plausibile la presenza paritetica, a ianco di Abondio, di un ado- 2. Domenico Michele Paternò, Putti reggicartiglio. Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio, cappellina battesimale. 120 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Andrea e Lorenzo Pelli Sulla igura dello stuccatore Andrea Pelli nella Geschichte di Füssli non v’è cenno. La critica si era soffermata soprattutto sul suo legame con l’intelvese Girolamo Aliprandi, del quale Andrea fu collaboratore nella chiesa del Calvario a Bolzano (1682)21. Alla coppia sono stati poi attribuiti l’urna di San Clemente in Santa Maria Maggiore a Trento (intorno al 1682) e i soitti di due sale della Giunta Albertiana nel castello del Buonconsiglio (1687-1688)22. In anni recenti sono stati aggiunti al suo catalogo il ricchissimo apparato a stucco di palazzo Leoni Montanari a Vicenza, nel quale, pur in collaborazione con Aliprandi, Pelli pose la propria irma sul soitto della galleria della Verità (in un momento fra il 1688 e il 1694); gli stucchi nel casino Zane a San Stin a Venezia insieme ad Abondio Stazio (16971698) (ig. 1); e, ultima fatica documentata della “mano virtuosa del signore Andrea Pelli”, la decorazione delle cappelle di San Martino e del Santo Sepolcro nella chiesa del monastero vallombrosano di Astino nei pressi di Bergamo (1709-1710). La nostra ricerca ha permesso ora di issare gli estremi biograici di questo artista, che nacque a Brusino Arsizio nel 1652 e vi morì nel 172523, mettendo inoltre a fuoco il legame con Girolamo Aliprandi, non solo professionale, ma anche famigliare. Sono signiicative in questo senso le disposizioni contenute nel primo testamento di Aliprandi, stilato a Brusino nel 1688, nel quale lasciava al “collega” Andrea Pelli “doi pezi di quadri a sua ellettione et un tapeto di Fiandra” e al iglio appena settenne di questi, Lorenzo, “tutti et qualunque dissegni, modeli et libri che si troveranno in casa al tempo della mia morte”24. Lorenzo, che era nato a Brusino nel 1681, sarà con il padre Andrea a Venezia nel 1701, entrambi impegnati nella decorazione della sala da ballo di Ca’ Tron a San Stae. Della sua attività di stuccatore per il momento altro non sappiamo. Lontano dalla Svizzera (“e patria absentis”) nel 1712, Lorenzo ancora nel 1740 risulta “commorante” a Venezia, mentre nel 1746 esegue il disegno per una cancellata nella parrocchiale di Brusino25. Nel corso del Settecento i suoi igli, nati dal matrimonio con Anna Lavinia Paleari di Ambrogio, giungeranno nella Serenissima: Michelangelo stuccatore, Andrea falegname e Ambrogio muratore26. Ma la prima collaborazione professionale fra Andrea Pelli e Abondio Stazio avvenne davvero a Venezia nel Casino degli Zane? A seguito di un’ulteriore ricognizione sul registro dei pagamenti destinati agli arteici impegnati in quel cantiere, sappiamo ora con certezza che Pelli e Stazio si trovavano entrambi coinvolti nella decorazione della sala degli Zane in dal settembre del 1697 e possiamo anche immaginare una società nella quale il ruolo direttivo, pur tra pari, doveva spettare ad Andrea, essendo questi più anziano di almeno tredici anni rispetto ad Abondio. Alla luce di tali evidenze risulta quindi peregrino immaginare una precedente società? e forse, qualche anno prima, nel vasto e impegnativo cantiere di palazzo Leoni Montanari a Vicenza? Certo si è che nell’impresa del nuovo salone da ballo di Ca’ Tron a San Stae, che vide coinvolti l’architetto Antonio Gaspari (1691-1696) e il pittore Louis Dorigny (1700-1702)27, non troviamo Abondio Stazio, bensì, come anticipato, Andrea Pelli con il iglio Lorenzo. Lo possiamo sapere ora grazie al contratto stipulato il 10 luglio 1701 fra Andrea Pelli e il nobiluomo Andrea Tron, per il quale l’artista si obbligava a realizzare le cornici a stucco per le sovrainestre, i sottobalconi e le sovraporte che avrebbero ospitato gli ovali su tela dipinti da Dorigny28, artista che Pelli aveva già incontrato a palaz- 121 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 3. Andrea e Lorenzo Pelli (attribuito a, per gli stucchi), Louis Dorigny e altri (per gli afreschi), Soitto. Venezia, Ca’ Tron a San Stae, gabinetto degli specchi. 4. Pietro Roncaioli (attribuito a), Putto reggifestone. Morcote, chiesa di Sant’Antonio da Padova, cappella maggiore. zo Leoni Montanari circa dieci anni prima. Il salone da ballo a doppia altezza di Ca’ Tron fu purtroppo demolito nell’Ottocento, ma, quando fu concepito, rappresentava per Venezia un episodio fra i più aggiornati sul gusto barocco romano (tanto per l’architettura, quanto per la decorazione a fresco) ed era coevo a quello di palazzo Zenobio, ove operarono Antonio Gaspari, Louis Dorigny29 e – secondo Pavanello sulla scorta di Füssli – Abondio Stazio con Carpoforo Mazzetti30. Di Ca’ Tron Füssli non fa cenno, ma recentemente si è inteso comunque attribuire alla coppia Stazio-Mazzetti gli stucchi del gabinetto degli specchi posto sopra lo scalone31. Nel 1701, come appena detto, sono attestati i Pelli quali autori degli ornati nel nuovo salone da ballo in fondo alla corte, che era collegato al palazzo da un passaggio variamente indicato come “passalizio”, andito o galleria, anch’esso atterrato nell’Ottocento. Proprio in questo vano – lo rivela il contratto con Dorigny per l’afresco del salone, sottoscritto il 20 settembre 1700 – erano previsti degli stucchi, poiché il pittore si impegnava a “dipinger cinque quadri a oglio che vanno nel soitto della galaria in mezo li stucchi”32. Lo stesso si obbligava poi “a rinfrescar il loghetto su la scala”: si tratta dei decori a fresco della volta e dei giochi di putti “del signor Dorignì”33, ancora oggi in situ, negli ovali “sopra e sotto gli specchi” che molti anni dopo nel 1766 Jacopo Guarana si incaricava di restaurare. E, vista la presenza nel 1701 a Ca’ Tron dei Pelli, gli ornati della perduta galleria e quelli ancora esistenti nel “loghetto” sopra le scale, cioè nel gabinetto degli specchi, si potrebbero ben ricondurre alla mano di questi ultimi (ig. 3). Giovanni Pietro Roncaioli A Giovanni Pietro Roncaioli (detto Pietro), Füssli riserva un laconico cammeo privo del ritratto, indicandolo semplicemente come “Roncaioli von Brusino Arsiccio”34. L’erudito svizzero aferma di non conoscerne né il nome, né il maestro che l’avviò all’arte dello stucco, ma ne sottolinea l’abilità ricordando la sua opera più signiicativa: l’apparato della cappella delle reliquie al Santo a Padova. Adesso sappiamo che Pietro Roncaioli era nato a Brusino Arsizio nel 1656 e che doveva conoscere bene il compaesano e quasi coetaneo Andrea Pelli. Entrambi erano igli di “magistri”35, termine usato per indicare l’attività nel campo dell’edilizia, e partecipavano alla vita pubblica della comunità nella quale di norma ritornavano durante i mesi più freddi dell’inverno. Nello speciico, Antonia Rusconi, futura moglie di Pietro, nel 1681 sarà madrina di Lorenzo, primogenito di Andrea, mentre Maria Lucia Bossi, seconda moglie di Andrea, nel 1689 sarà madrina al battesimo di Giovanni Battista, primogenito di Pietro. 122 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 123 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Una fonte indicherebbe come primo lavoro a stucco di Pietro Roncaioli la volta del presbiterio e le statue dell’altare maggiore della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Morcote (intorno al 1676)36 (ig. 4). È documentato a Venezia dal 1681, in origine come scultore, poi nel 1691 come stuccatore nella chiesa di San Bartolomeo a Rovigo e inine nella cappella delle reliquie al Santo, impresa alla quale attese dal 1697 ino alla morte, che avvenne a Brusino nel 1706. Si trova a Venezia nel 1695, quando rilascia una procura allo zio per la divisone ereditaria dei beni del padre Giambattista, morto in parrocchia di San Vidal l’anno prima e già attivo nelle lagune come capomastro dalla seconda metà degli anni cinquanta del Seicento37. Nella stessa contrada, in una casa situata dietro palazzo Morosini, abitava anche il fratello minore di Pietro Roncaioli, Camillo, murer38, e ancora a Venezia si troverà il iglio terzogenito, Giovanni Pietro, anch’egli muratore, che perirà nel 1723, all’età di ventiquattro anni, a seguito di un incidente di cantiere39. Nel 1702 Pietro sottoscrive il contratto di apprendistato con Giovanni Battista Garovo Allio da Bissone e nel 1706 viene ricordato da Vincenzo Coronelli come scultore in metallo: “E per modellare e sizillare in ogni metallo, non è chi sorpassa […] Pietro Roncagioli”40. La formazione di Abondio Stazio La fonte più antica dalla quale attingere notizie sulla igura e l’opera di Abondio Stazio rimane il proilo tracciato da Füssli nel 1774, da integrare con quello di Carpoforo Mazzetti41. Nelle pagine dedicate a quest’ultimo si trova infatti la lista dei lavori intrapresi in società42. È però necessario non dimenticare che tali biograie vedono la luce vent’anni dopo la scomparsa dei due artisti e raccolgono informazioni di seconda mano43, che non si possono acriticamente ritenere attendibili nella loro interezza, come fossero documenti, e ciò in dalle indicazioni errate sulle loro date di nascita44. Dall’atto di morte di Stazio, avvenuta a Venezia in parrocchia di San Geremia il 12 agosto 1745, ne conosciamo l’età, “82 [anni] incirca”, e il patronimico, “quondam Domenico”. Prestando fede a queste indicazioni, lo stuccatore sarebbe nato intorno al 1663. Ma un’altra notizia permette di circoscrivere il momento della sua nascita. Nel 1705 il censimento della parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Venezia vede Abondio residente in una casa posta in calle del Pozzetto; questi si dichiarava “d’anni 40, forestier, solo in casa, stucador”. Grazie a questa diretta testimonianza si può stabilire, con un minor margine di incertezza, il 1665 come anno di nascita dell’artista. Rimane però il problema del luogo natale. Füssli indica Massagno, villaggio situato sulla collina sopra Lugano. E d’altra parte, in 5. Bartolomeo Quadri con l’aiuto di Abondio Stazio, Putti reggicartiglio. Weißenfels, Schloßkirche, volta della navata. dal primo documento nel quale viene menzionato, risalente al 1684, Abondio è deinito “di Massagnio”. Ma, sebbene sia certa l’origine massagnese dalla famiglia Stazio – un ramo della quale risulta a Venezia già negli anni trenta del Seicento, ove nel 1653 fu ascritto al patriziato45 –, nei registri dei battesimi della pieve di San Lorenzo di Lugano46 non v’è traccia dell’atto di battesimo di Abondio47; e in un arco temporale compreso fra il 1650 e il 1710, nei registri canonici della stessa parrocchia, non risultano nemmeno battesimi di eventuali fratelli. L’unico lebile indizio è costituito dall’atto di morte di un Domenico Stazio (il padre di Abondio?) “da Massagno di anni cinquantacinque” registrato il 17 agosto 170348. A complicare ulteriormente le cose, sempre Füssli ci informa che Abondio era “iglio naturale” del nobile ramo veneziano degli Stazio49. Se vogliamo credere alla testimonianza che lo stuccatore rilasciò il 24 gennaio 172650, allegata alle pratiche necessarie alla celebrazione del matrimonio segreto con Michela Rosin vedova del notaio Alvise Centon, apprendiamo che “Abondio Stazio, igliolo del quondam Domenico del luogo di Massagno diocesi di Como d’età d’anni 61 in circa della parochia di San Zuanne di Rialto, partì dalla sua patria in età d’anni dodeci in circa” per recarsi a Parma e Piacenza, dove sarebbe rimasto ino ai vent’anni. Anche qui è indicato Massagno come luogo di origine; e il documento se da un lato conferma il 1665 quale anno di nascita, dall’altro issa il 1677 come principio del soggiorno nei territori dei Farnese che, secondo lo stesso Abondio, doveva concludersi intorno al 1685, quando ventenne sarebbe giunto nella Dominante senza più allontanarsene. Ma, come vedremo, così non fu. Il periodo emiliano non è ricordato da Füssli e, vista l’età (dodici anni circa), farebbe supporre che il giovanetto sia andato a imparare il mestiere presso qualche conterraneo colà attivo. In assenza di appigli documentari si può solo avanzare una cauta ipotesi, ovvero che abbia frequentato la bottega dei Retti di Laino, stuccatori impegnati in numerosi cantieri civili e religiosi della corte farnesiana in dagli anni dieci del Seicento51. Proprio negli anni settanta registriamo in quelle terre Domenico Retti, fratello di Leonardo; quest’ultimo, passato a Roma nel 1672, fu poi attivo nel cantiere della chiesa del Gesù insieme a Giovanni Raggi52. Nel medesimo torno di tempo risiedeva a Piacenza una igura probabilmente legata da vincoli di parentela con Abondio: il tagliapie- 124 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 6. Claude le Cofre con l’aiuto di Abondio Stazio, Volta a stucchi, particolare. Frederiksborg Slot (DK), sala dell’udienza. 125 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 7. Abondio Stazio (attribuito a), Soitto a tendaggi, particolare. Venezia, palazzo Albrizzi a Sant’Aponal, camera d’oro. 8. Abondio Stazio (attribuito a, per gli stucchi), Louis Dorigny (per gli afreschi), Soitto del porteghetto e del salone. Venezia, palazzo Zenobio ai Carmini. tra Giovanni Pietro Garovi, il cui nonno Giacomo Antonio aveva sposato nel 1617 Maria di Antonio Stazio da Massagno53. Molti anni dopo, nel 1720, a Venezia Abondio assumerà come apprendista stuccatore Giuseppe Maria Garovi discendente diretto di Giacomo Antonio Garovi e Maria Stazio54. Per Füssli, Abondio si sarebbe formato a Roma quale autodidatta che guarda all’esempio degli antichi, ma tale afermazione può anche essere interpretata come un’indiretta assimilazione dei modelli romani, compreso il sommo esempio di Bernini, attraverso l’intermediazione dei Retti. Del resto se Abondio, nella propria libertà di matrimonio del 1726, nulla dice in merito a un eventuale soggiorno romano, tace anche di un viaggio in Germania dove, secondo Füssli, fu richiesta la sua opera55. Ora sappiamo con precisione che, con contratto di ingaggio datato 20 marzo 1684, lo stuccatore Bartolomeo Quadri di Cassina d’Agno chiamò il circa diciannovenne Abondio a Weißenfels in Alta Sassonia, residenza dei duchi di Sassonia-Weißenfels56. Quadri si trovava in quella città in dal 1679 insieme a Giovanni Garovi (ancora un Garovi)57 per provvedere alla decorazione delle sale del castello di Neu Augustburg, mentre al 1683-1684 risale l’apparato a stucco della chiesa di corte che avrebbe visto, impegnato come aiuto, il giovane Stazio58 (ig. 5). 126 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 127 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 9. Girolamo Aliprandi e Andrea Pelli (attribuito a, per gli stucchi), Giuseppe Alberti (per gli afreschi), Soitto. Trento, Castello del Buon Consiglio Giunta Albertiana, salone di Minerva. Leggendo con attenzione i documenti veneti e ticinesi, si scopre invece che il cosiddetto Carpoforo Mazzetti Tencalla senior veniva indicato e si irmava sempre e solo “Mazzetti”. Per quale motivo si sarebbe omesso il secondo cognome, che doveva di sicuro rappresentare un motivo di orgoglio e prestigio sociale? L’arcano è svelato da un passaggio del testamento del pittore Carpoforo Tencalla redatto a Bissone il 12 febbraio 1685: “Ho instituito et instituisco a me herede universale […] il signor Giovanni Domenico mio abiatico et igliolo legittimo de’ signori Giacomo Maria Mazetti et Anna Maria miei genero et igliola respettivamente, loro primogenito, con obligo però che sia tenuto et obligato habitare in casa di me testatore qui in Bissone, et portare il nome di Tencalla, et morendo questo mio abiatico herede come sopra prima dell’età adulta o doppo l’età adulta senza iglioli maschi di legittimo matrimonio, in tal caso li substituisco per mio herede universale come sopra il secondo genito iglio de’ sudetti signori Giacomo Maria et Anna Maria”63. Dunque il cognome Tencalla si trasmetteva secondo la linea del primogenito di Giacomo Maria Mazzetti e Anna Maria Tencalla, ovvero a Giovanni Domenico, nato nel 168264, e poi al iglio di questi Carpoforo, nato nel 1710. Per seguire le orme del nonno nel 1696 Giovanni Domenico venne indirizzato come apprendista a Como presso il pittore Francesco Innocenzo Torriani per la durata di sei anni65. Così il fratello minore di Giovanni Domenico, Carpoforo Mazzetti, nato nel 1685 e avviato al mestiere del padre stuccatore66, non poteva fregiarsi allo stesso modo del cognome del nonno. Alla morte del genitore, avvenuta nel 1704, Carpoforo veniva in qualche modo indennizzato, poiché 10. Stuccatore della ine del XVII secolo e Antonio Zanchi (per i dipinti), Soitto. Venezia, palazzo Barbaro a San Vidal, salone. Rintracciamo Abondio nel Nord Europa appena due anni dopo, nel 1686, quando per alcuni mesi collaborò alla decorazione della gran sala del castello di Frederiksborg in Danimarca alle dipendenze del francese Claude Le Cofre (ig. 6). Il progetto decorativo spetta all’architetto olandese Lambert Van Haven, che si ispirò per il repertorio di putti e ghirlande agli esempi romani e in particolare a quello del ticinese Antonio Raggi approntato agli inizi degli anni sessanta nella cupola di San Tommaso di Villanova a Castelgandolfo, architettura di Gianlorenzo Bernini59. L’impegno di Abondio a Frederiksborg risulta documentato dal 13 luglio al 25 settembre 1686. E anche su questa esperienza Füssli tace. Dopo l’episodio danese più nulla, con un vuoto di testimonianze documentarie sino al 1697, anno in cui Stazio appare inalmente sulla scena veneziana in compagnia del “colega” Andrea Pelli. Carpoforo Mazzetti (e solo Mazzetti) Sgomberiamo il campo da un equivoco che persiste in dal 1774, anno di uscita a Zurigo del quarto volume della Geschichte di Füssli. Nel medaglione dedicato a “Carpoforo Mazzetti Tencalla”, il biografo aferma che l’artista aggiunse al proprio cognome Mazzetti quello del nonno materno, il pittore Carpoforo Tencalla, per volontà testamentaria di quest’ultimo che lo aveva reso erede universale, con il vincolo di abitare nella casa dell’avo a Bissone60. La notizia fu ripresa nel 1807 da Oldelli e trasmessa in eredità alla critica successiva61. In anni più vicini a noi la scoperta di un omonimo stuccatore62 (iglio di Giovanni Domenico, fratello maggiore di Carpoforo), attivo a Venezia a partire dagli anni quaranta del Settecento, ha reso quindi necessario distinguere un Carpoforo Mazzetti Tencalla senior da un Carpoforo Mazzetti Tencalla junior. 128 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò , W 129 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò mo De Grassi73? Dal marzo al dicembre del 1700 l’artista era impegnato nella cappella delle reliquie al Santo. Tuttavia, nel settembre dell’anno precedente era stato richiesto “altrove”. Per questa ragione i presidenti dell’Arca del Santo furono costretti a deliberare che non lo si lasciasse in alcun modo partire; ma dal 31 dicembre 1700 al 18 marzo 1702, non abbiamo più notizie di Roncaioli. Stava forse lavorando a palazzo Albrizzi? Lasciando a margine la dimora del procuratore Foscarini, che apre la lista di Füssli74, sarebbe dunque l’impresa nel salone da ballo di Ca’ Zenobio la prima a vedere la collaborazione paritetica di Abondio con Carpoforo? e in quale momento? Negli ultimi anni la critica si era trovata concorde nel collocare la decorazione a stucco del salone di palazzo Zenobio poco dopo l’esecuzione degli afreschi di Louis Dorigny, agganciando cronologicamente il tutto alle nozze fra Carlo Zenobio e Maria Vendramin celebrate nel 1698, anno che si poneva dunque come ipotetico, ma plausibile, ante quem75. Con questa datazione sarebbe stato però impossibile per un dodicenne Carpoforo avere un ruolo diverso da quello di semplice garzone-apprendista, privo di qualsivoglia responsabilità, sia ideativa che esecutiva. Per far aderire il contesto al dettato di Füssli, Pavanello ha voluto spostare la fase decorativa a stucco poco più avanti, nel 170076, con un Carpoforo appena quindicenne (era infatti nato in agosto) e ancora, ribadiamo, troppo giovane per svolgere un ruolo di un qualche rilievo. 12. Studio per ornati a stucco. Venezia, Museo Correr, Gabinetto disegni e stampe. þ ereditava la casa di famiglia in Bissone, con “giardinetto”, corte, stalla e cascina, della quale rimaneva usufruttuaria la madre Anna Maria Tencalla67. Il particolare della trasmissione del cognome Tencalla alla discendenza primogenita dei Mazzetti fu correttamente riportato da Alfredo Lienhard-Riva nell’Armoriale ticinese del 1945; poi fu ripreso da Luigi Brentani nel 196368, ma venne trascurato dagli studiosi che negli anni si sono occupati dell’arte dello stucco a Venezia, compresi gli scriventi e, in ultimo, persino da Giuseppe Pavanello69. Alla luce di queste evidenze, esistono perciò due non confondibili stuccatori che si possono indicare senza pericolo di omonimia: Carpoforo Mazzetti e Carpoforo Mazzetti Tencalla, zio e nipote. ". 11. Stuccatori della ine del XVII e degli inizi del XVIII secolo, Salone. Venezia, palazzo Barbaro a San Vidal. Abondio e Carpoforo Secondo lo stesso Carpoforo Mazzetti dovremmo issare al 1697, all’età di dodici anni, il suo arrivo a Venezia, con tutta probabilità come apprendista. Ma quale fu il ruolo del giovanissimo Carpoforo nelle prime imprese sotto la direzione (secondo Füssli) del futuro collega Abondio Stazio? Per gli inizi del Settecento non abbiamo rintracciato documenti che attestino l’attività di una, per quanto anticipato in apertura, improbabile ‘ditta’ Stazio-Mazzetti, ma neppure di un alunnato70. Füssli, nel proilo dedicato ad Abondio, segnala solo due campagne decorative nelle quali non parrebbe coinvolto Carpoforo: palazzo Albrizzi a Sant’Aponal (il portego e tre sale)71 (ig. 7) e il salone della oggi scomparsa villa da Lezze a San Biagio di Callalta nel trevigiano. Su villa da Lezze veramente poco si sa, se non della compresenza ancora una volta di Gaspari e Dorigny sullo scorcio del Seicento72, mentre per palazzo Albrizzi possediamo qualche indizio in più. Sono appigli che non permettono di stabilire una data precisa sull’avvio dei lavori, ma che non si possono trascurare: nel mese di agosto del 1700 viene pagato “quel delli stucchi” a conto di un accordo per la decorazione di “due camere nove”; nel maggio del 1701 viene pagato il marangon che ha predisposto le cantinelle sul soitto del portego e di una camera, preparando così le superici per accogliere la decorazione a stucco; e il 30 gennaio 1702, nell’occasione dell’ingresso a procuratore di San Marco di Giovanni Battista Albrizzi, si aprirono le sale del palazzo appena rinnovate con “gran sfoggio” di “stucchi dorati”. Pare veramente arduo che in un anno e mezzo Abondio abbia potuto realizzare da solo un così vasto, complesso e fastoso ciclo. Forse dovremmo cercare qualche altro nome coinvolto nell’impresa? Si può escludere deinitivamente quello di Pietro Roncaioli, già a suo tempo proposto da Massi- 130 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 品 , 131 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 13. Studio per ornati a stucco, particolare. Venezia, Museo Correr, Gabinetto disegni e stampe. 14. Andrea e Lorenzo Pelli (attribuito a, per gli stucchi), Louis Dorigny e altri (per gli afreschi), Soitto, particolare. Venezia, Ca’ Tron a San Stae, gabinetto degli specchi. 15. Stuccatore della ine del XVII secolo, Apollo e Dafne. Venezia, palazzo Barbaro a San Vidal, soitto del salone. 16. Stuccatore della ine del XVII secolo, Apollo e Dafne. Venezia, palazzo Sagredo a Santa Ternita, fregio del salone. Non dimentichiamo allora che a Ca’ Zenobio vi sono decori anche in altri ambienti, al di fuori del salone, che furono eseguiti con ogni probabilità in fasi diverse77. Füssli potrebbe aver voluto indicare genericamente, diluita nel tempo, l’attività dei due artisti in questo ediicio, così come all’opposto era stato più circostanziato nell’enumerare, per il solo Abondio, i vani interessati al rinnovamento di palazzo Albrizzi o di villa da Lezze. Lo spostamento in avanti, al 1700, degli ornati del salone contrasta anche con un altro episodio sicuramente legato alle nozze Zenobio-Vendramin. Al 1697 risalirebbero infatti i due ovali, vicini alla maniera di Louis Dorigny, dipinti da Antonio Balestra per la stanza dell’alcova78, un ambiente ricco di stucchi che sono per certo, almeno per quanto riguarda il soitto, coevi alle tele. A favore di una precoce datazione basti osservare i racemi che sul soitto accompagnano le cornici. Essi risultano uguali a quelli della volta del porteghetto, ripresi da Dorigny anche negli afreschi del contiguo salone. E non riusciamo davvero a immaginare come, nel caso del porteghetto, gli stucchi che incorniciano gli afreschi possano essere stati realizzati dopo le pitture, ovvero dopo il 1697-1698, e non siano – come logica vuole – immediatamente precedenti (ig. 8). Un simile ragionamento vale per palazzo Barbaro a San Vidal, non menzionato da Füssli, ma identiicato da Pavanello nel “Pallast St. Stefano” citato nell’elenco della Geschichte79. Per poter assegnare a Stazio e Mazzetti l’ornamentazione a stucco del cameron, fatto costruire da Alvise Barbaro nella prima metà degli anni novanta del Seicento su progetto di Antonio Gaspari, si è voluta spostare la campagna decorativa in un torno di anni compreso fra il 1707 e il 170980. In tal modo verrebbe meno l’attribuzione a Pietro Roncaioli, già a suo tempo avanzata da Massimo De Grassi81, anche perché si 132 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 133 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 19. Abondio Stazio (per i modelli), Carpoforo Mazzetti e Pietro Patriarca (per l’esecuzione), Putti reggistemma. Udine, duomo di Santa Maria Assunta, volta della cappella maggiore. riteneva, a torto, che l’artista fosse morto a Padova o a Venezia nel 1705. Il salone, arricchito da cinque tele di Antonio Zanchi sul soitto e alle pareti dai teleri di Sebastiano Ricci, Antonio Balestra e Giambattista Piazzetta, alla morte di Alvise Barbaro nel 1698 era stato compreso in quella parte di palazzo assegnata per testamento alla vedova a causa di dissapori con i igli, e ciò aveva comportato un’interruzione nel progetto decorativo. Il conlitto sarà superato solo nel 1707 e infatti la tela di Balestra risale al 1709, mentre quella di Piazzetta verrà eseguita solo nel 1745-175082. I pochi indizi disponibili spingono verso un ragionamento più articolato, almeno per quanto riguarda la datazione degli stucchi della volta. La sala “fatta da novo” è citata nel testamento di Alvise Barbaro del 1695, e nell’inventario, stilato fra il febbraio e il giugno del 1699, gli ovali di Zanchi appaiono già collocati sul soitto; le pareti si presentavano con cuori d’oro, ma già erano pronte la grande tela di Sebastiano Ricci, con il Ratto delle Sabine, e due “telle imprimide”83. Bernard Aikema aveva a suo tempo ipotizzato che il ciclo pittorico di Zanchi, con le donne virtuose dell’antichità e il telero di Ricci, fossero legati al vaticinato matrimonio del iglio di Alvise Barbaro, Almorò, che si sposerà appunto nel 1699 dopo la morte del genitore84. L’apparato a stucco della volta obbedisce a un’ideologia della prudenza nemica degli eccessi – presente anche a Ca’ Zenobio – che traspare dai bassorilievi dorati con Piramo e Tisbe, Apollo e Marsia, e due episodi di Apollo e Dafne. Soprattutto dal punto di vista tipologico e morfologico, parrebbe azzardato far slittare la datazione verso la ine del primo decennio del Settecento. Basti confrontare il soitto della seconda sala della Giunta Albertiana del castello del Buon Consiglio a Trento (1687-1688), e quello del cameron di palazzo Barbaro, seppur ruotato di 90 gradi, per riconoscere anche in quest’ultimo la facies ancora seicentesca (igg. 9-10). Dunque, a maggior ragione, la volta deve essere stata realizzata fra il 1695 e il 1698, mentre le pareti, rimaste incompiute, potrebbero aver visto completato il loro apparato a stucco efettivamente fra il 1707 e il 1709. Assonanze con le pareti del salone di palazzo Barbaro si riscontrano in un foglio conservato al Museo Correr (igg. 11-12). Si tratta di uno studio per una grande cornice parietale, una sovraporta e un soitto con cartouches accompagnati da racemi loreali e in alternativa geometrici; una soluzione, quella del soitto, vicina, anche per la partitura, al plafond del gabinetto degli specchi di Ca’ Tron a San Stae85 (igg. 3, 13, 14). Comunque sia, lo stuccatore che ha realizzato il soitto di palazzo Barbaro parrebbe lo stesso che ha modellato i medaglioni del fregio di una sala di palazzo Sagredo a Santa Ternita, per il quale però non abbiamo appigli cronologici86 (igg. 15-16). Dopo questi casi di controversa attribuzione e di non comprovata collaborazione, ricordiamo che Abondio nel censimento del 1705 della parrocchia di San Giovanni Elemosinaro è detto “solo in casa”. Carpoforo invece è documentato a Bissone nel marzo del 1704, forse rientrato a seguito della morte del padre avvenuta nel febbraio dello stesso anno87, e poi è di nuovo presente in Ticino nel febbraio del 1708. Nel 1706 nella decorazione della cappella maggiore della chiesa di San Canciano a Venezia, con i quattro ovali a bassorilievo raiguranti gli Evangelisti posti nei pennacchi del tamburo (ig. 17), appare coinvolto soltanto Abondio, nonostante Füssli attribuisca il lavoro a entrambi88. Anche l’esecu- 17. Abondio Stazio, I quattro Evangelisti. Venezia, chiesa di San Canciano, volta della cappella maggiore. 18. Abondio Stazio (per i modelli), Pietro Branchini (per l’esecuzione), Vaso di stucco con mensola. Venezia, chiesa dei Carmini, volta della cappella della Scuola dei Carmini. 134 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò zione all’interno della chiesa dei Carmini degli ornati della cappella della Scuola dei Carmini – i cui pagamenti sono compresi fra il novembre del 1708 e il maggio dell’anno successivo89 – è aidata da Abondio Stazio (autore dei modelli), piuttosto che a Carpoforo Mazzetti, al non altrimenti noto Pietro Branchini “stuccador”. I leggiadri ornati della cupoletta afrescata da Sebastiano Ricci rivelano un gusto già barocchetto, riciclando con ironia motivi propri del repertorio seicentesco come i mascheroni irridenti modellati sui ianchi di vasi sorretti da giosole (ig. 18). Il nome di Carpoforo riappare nell’estate del 1709 nei registri relativi al cantiere per il rinnovamento della cappella maggiore e del presbiterio del duomo di Santa Maria Annunziata di Udine, un’impresa generosamente inanziata dalla famiglia Manin (ig. 19). È questo il primo documento inora rinvenuto che attesti, in assoluto, l’attività di Mazzetti come stuccatore. Abondio, riscosso il compenso per la cappella dei Carmini il 24 maggio 1709, dopo due giorni è attestato a Passariano insieme al pittore Louis Dorigny e il 31 dello stesso mese riceve il compenso per il sopralluogo nel duomo di Udine e per aver fatto dei “disegni”; l’11 agosto il “signor Carpoforo Mazeto stucador” e il “signor Pietro Patriarca stucador”, assistiti da due manovali, ricevono i primi pagamenti a giornata per il loro lavoro nel cantiere; il 18 agosto Abondio viene pagato per l’acquisto di materiali e per la seconda fornitura di creta per i “modelli” (il primo risaliva al 4 giugno); lo stesso artista il 13 settembre riceve la prima “mesata” di 384 lire e 6 soldi. La “mesata” di Abondio e la somma di 10 lire al giorno per Carpoforo e 6 lire per Pietro Patriarca (tutti indicati con la qualiica di “signore” per distinguerli dai muratori e dai manovali) consentono di individuare una gerarchia delle mansioni. La fornitura di creta necessaria ai modelli per gli stucchi da parte di Abondio Stazio conferma inoltre il suo ruolo di progettista e capocantiere, mentre, a ventiquattro anni, Carpoforo è ancora in una posizione subordinata di, seppur qualiicato, esecutore. La grande opera vede tutti gli arteici occupati in maniera continuativa ino al gennaio del 1712 con gli ultimi pagamenti a Mazzetti e a un non meglio indicato “signor Francesco”, che si era aggiunto un anno prima alla squadra, e al “signor Salvador” che, per l’ultimo mese di lavoro, era subentrato a Pietro Patriarca. La decorazione degli ambienti di palazzo Sagredo a Santa Soia deve aver avuto inizio non molto tempo dopo il rientro da Udine, se fra il 20 dicembre 1715 e il 4 gennaio 1716 un incendio si sprigionò in una stanza nuova “de’ stuchi fabricati a oglio” ove era stata accesa “una gran foghera” per far asciugare più velocemente gli ornati. Il gran numero di stanze e la ricercatezza dei decori resero il cantiere di palazzo Sagredo (ig. 20) impegnativo quanto quello del duomo di Udine. Nel 1718, due anni dopo l’incendio, “Abondio Statio” (a cinquantatrè anni circa) e “Carpoforo Mazetti” (a trentatrè anni) ponevano i loro nomi accompagnati dall’anno sulla cornice del camerino dei trofei, suggellando così per la prima volta e pubblicamente una società che soltanto da quel momento possiamo dire alla pari. In contemporanea ai lavori di Ca’ Sagredo, il 24 settembre 1716 Abondio veniva saldato per l’arcone di stucco dipinto a imitazione del marmo africano della cappella Manin agli Scalzi, e il 6 dicembre 1718 riscuoteva il compenso per il restauro dei decori cinquecenteschi della cappella di San Saba a 135 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 20. Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti, Soitto. Venezia, palazzo Sagredo a Santa Soia, camera dell’“oselliera”. 21. Bartolomeo (Bortolo) Penso detto Cabianca (per lo stucco), Mattia Bortoloni (per l’afresco), Sovraporta. Piombino Dese, villa Corner, salone del secondo piano. Sant’Antonin. Al 1722 risalirebbero invece le cornici ovali, oggi perdute, della sala superiore della Scuola di San Teodoro. A testimonianza di una consolidata e remunerativa attività professionale, a partire dal 1709 Stazio elargisce prestiti consistenti alla Scuola Grande di San Rocco e, attraverso la procura esercitata da Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla, fratello di Carpoforo, anche ad alcune comunità ticinesi. Un benessere economico che aveva spinto Abondio fra il 1713 e il 1716 a cambiar casa, pur rimanendo nella contrada realtina, passando da un aitto annuo di 12 ducati nel 1705 a uno di 50 ducati nel 1716. Nel settembre del 1726 Abondio e Carpoforo ricevono il primo compenso per la decorazione della cupola e della volta della cappella maggiore della chiesa veneziana dei Gesuiti che concludono l’anno successivo. Al 1731-1732 risalgono gli ornati per il soitto della Scuola Grande dei Carmini e nel 1732 riprendono i lavori ai Gesuiti che si concluderanno nel 1734. Sono questi gli ultimi grandi cantieri lagunari che vedono impegnati i due colleghi. A seguire: intorno al 1736 risalirebbe la scomparsa decorazione della saletta dei manoscritti della Biblioteca Marciana; nel 1738 Abondio riscuote il pagamento per la volta della sacrestia della Scuola Grande dei Carmini e, per inire, nel 1740 nel medesimo ediicio Carpoforo traccia le linee per la nuova doratura del soitto della sala del capitolo con la sistemazione dei dipinti di Giambattista Tiepolo. Mazzetti morirà nel 1743 e Stazio lo seguirà due anni dopo. Altri nomi Volendo disporre sullo scenario veneziano i personaggi attivi nell’arte dello stucco in dal primo decennio del Settecento, gli archivi ofrono alcuni dati che fanno immaginare una realtà non monopolizzata dalla coppia Stazio-Mazzetti. Di Domenico Paternò (ancora attivo nel 1707)90, di Pietro Roncaioli (morto appena cinquantenne nel 1706) e di Andrea Pelli (morto nel 1725), con il ‘iglio d’arte’ Lorenzo (ancora attivo nel 1749), abbiamo già detto. A questi si aggiungono altri arteici, in qualche caso fra loro coetanei o quasi: Baldassare Solari, Bartolomeo Penso, Giovanni Battista Muttoni; oppu- 136 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 137 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò re più giovani di una generazione, come Alvise Bossi; o due, come Giovanni Battista Solari e Giovanni Battista Garovo Allio. Originari di Carona, i Solari rappresentano una dinastia di stuccatori distribuita a Venezia lungo tutto il Settecento. Baldassare (nato nel 1665) e il iglio Giambattista (nato nel 1693) sono attestati nel 1713 con una commissione pubblica: il restauro della sala delle quattro porte in Palazzo Ducale. Già il padre di Baldassare, Pompeo, esercitava come stuccatore: nella chiesa del Gesù a Mirandola (1682-1683) e nella parrocchiale di Grosotto in provincia di Sondrio insieme al pittore Giovanni Battista Aprile (1685), del quale Pompeo aveva sposato la iglia Marta91. Non rientra nel quadro tutto ‘lombardo’ sopra abbozzato il veneziano Bortolo Penso, fratello dello scultore Francesco, entrambi detti Cabianca. Allo stato della ricerca quasi nulla sappiamo sul suo apprendistato e sui primi anni della sua professione92. Pur essendo nato nel 1671, gli unici lavori documentati di Bortolo risalgono al 1716 per il palazzo padovano dei Corner di San Cassiano o della Regina e per la villa della stessa famiglia a Piombino Dese, sempre in compagnia del pittore Mattia Bortoloni (ig. 21). Iscritto all’arte dei tagliapietra per il 1720, Tommaso Temanza nel 1738 lo ricordava ancora in attività: “Bortolo [Cabianca] che ancora vive e fa lo stucadore”. Di Giovanni Battista Muttoni quondam Marco non conosciamo il luogo di origine (forse Porlezza sul lago di Lugano)93, ma dall’età dichiarata nell’atto di morte avvenuta a Venezia il 28 dicembre 1737, possiamo issare i suoi natali intorno al 1674. È presente a Venezia almeno dal 1703, quando si celebra il battesimo di una iglia nella parrocchiale di San Bartolomeo. Moglie di Giambattista era Anna Maria Pozzi di Francesco, forse sorella dello stuccatore ticinese Carlo Maria Pozzi di Francesco94, tra i principali difusori in Germania del motivo ornamentale detto Bandelwerk95. Nel 1708 Pozzi pubblicava, presso l’editore di Fulda Jeronimus Wolf, una raccolta di modelli decorativi da plafond intitolata Artis sculptoriae, vulgo stuccatoriae paradigmata96; un repertorio che trova assonanze con i soitti di palazzo Savorgnan al ponte delle Guglie (igg. 22-23), episodio non contemplato nell’elenco di Füssli, ma recentemente attribuito alla coppia Stazio-Mazzetti intorno al 170997. Muttoni è attivo nel duomo di Udine (1716), nella scomparsa chiesa degli Incurabili alle Zattere (1722)98 e a palazzo Correggio a San Cassiano (1723). Il legame con Stazio e Mazzetti potrebbe trovare conforto nella presenza dei due artisti come padrini al battesimo di due suoi igli nati nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro nel 1717 e nel 1724. Alvise Bossi, di Alvise e Chiara della Croce, nato a Porto Ceresio sul lago di Lugano nel 1682, ebbe come madrina Maria Lucia Bossi, seconda moglie di Andrea Pelli, e, come fratello minore, Antonio Giuseppe, stuccatore attivo nel 1751-1752 nella Residenz di Würzburg in compagnia di Giambattista Tiepolo99. Nel 1697 Alvise arriva quindicenne a Venezia e nel 1706 si dichiara residente a San Salvador, facendo da padrino a una iglia del murer di origini ticinesi Giovanni Battista Visetti100. Nel 1710 è ancora a San Salvador quando compare al battesimo di una iglia di Lorenzo Caccia, falegname originario di Morcote, comune conoscenza con Abondio e Carpoforo e anche con il defunto Pietro Roncaioli101. Nel 1715 Alvise risiede a San Mattio di Rialto, ma ritorna a San Salvador per sposare Lu- 22. Johann August Corvinus da Carlo Maria Pozzi, Modello per decorazioni a stucco da soitto, incisione, in Artis sculptoriae, vulgo stuccatoriae paradigmata, Fulda 1708. cia Gaspara Menoni; testimone per il suo stato libero il pittore morcotese Giorgio Fossati. L’unica opera documentata di Alvise Bossi sono gli stucchi del pianerottolo della scala della Scuola Grande dei Carmini (1728-1729) (ig. 24) e forse lo si può riconoscere nel “signor Alvise stucador” autore di un intervento a palazzo Zen ai Gesuiti (1730). Giovanni Battista Garovo Allio, di Giovanni Battista e Francesca Albuzzi, nasceva con probabilità a Bissone intorno al 1690102. Fu allievo a Venezia nel 1702 di Pietro Roncaioli, e ciò potrebbe farlo identiicare nel Giovanni Garovo che esegue la perduta decorazione della cappella del Santissimo nella basilica del Santo a Padova (1747-1750) e quella ancora esistente di villa Fietta Serena ad Asolo (1750). 23. Stuccatore degli inizi del XVIII secolo e Nicolò Bambini (per i dipinti), Soitto. Venezia, palazzo Savorgnan al ponte delle Guglie, sala del primo piano nobile. Nuove generazioni La tentazione di ricondurre gli stuccatori, attivi a Venezia a partire dalla terza decade del Settecento, nell’alveo della scuola della celebre coppia Stazio-Mazzetti è sempre stata assai forte. Andrea Spiriti riconosce come “palesemente allievi dello Stazio”, e formanti una società, “Giovanni Antonio [sic] Rossi (da Morcote?), Giuseppe Ferrari da Mendrisio e Pietro Castelli da Lugano”103. Ma alla “ditta Sta- 138 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 139 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò zio” associa anche “Pietro Roncaioli da Lugano” che, ricordiamolo, era più anziano di Stazio e moriva nel gennaio del 1706. Se di Giuseppe Ferrari non conosciamo né il luogo, né l’anno di nascita, Pietro Castelli di Quirico nasce nel 1735 a Melide, quindi troppo tardi per poter essere stato allievo di Abondio. Un alunnato pare diicile anche per Giovanni Andrea, o Andrea104, Rossi di Giovanni Battista da Mendrisio, nato nel 1694 circa, se già nel 1711 e nel 1713 risulta “nelle parti di Germania”. Dal 1717 al 1720 partecipa alla decorazione del chiostro orientale e di altri ambienti dell’abbazia di Ottobeuren sotto la direzione di Andrea Maini. A Ratisbona nel 1722, nel 1724 è di nuovo a Ottobeuren impegnato insieme ad altri nella Ovat-Tafelstube. Rossi giunge a Venezia intorno al 1725 e nel 1733 è titolare di una bottega di stuccatore in calle del Doge a San Maurizio. Nel 1732 contrae matrimonio con Angela Elisabetta Borghi di Domenico: l’anno successivo viene alla luce Giulia Maria Agnese, prima di quattro igli, e nel 1734 Carpoforo Mazzetti fa da padrino al iglio Giovanni Battista Moisè. Nel 1739 Rossi rilascia da Venezia una procura al fratello Carlo a Mendrisio (testimone il collega Andrea Solari) e nel 1743 rientra in patria per regolare i debiti di famiglia con i proventi della sua attività di stuccatore. Nel 1747 compare al battesimo di un iglio del marangon Andrea Pelli, nipote e iglio degli stuccatori Andrea e Lorenzo, e ancora nel 1752 fa da padrino a una iglia del pittore quadraturista di origini lombarde Pietro Visconti. Per quanto riguarda la sua opera, Rossi sarà attivo a Ca’ Tron insieme al nipote Prospero Franchini e ad Andrea Solari (1746-1748) (ig. 25); a palazzo Pisani Moretta a più riprese (1742-1755); nella sala dell’archivio della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (1752-1753)105 (ig. 26). Giovanni Andrea Rossi risulta già morto nel 1763, poiché l’11 gennaio di quell’anno la vedova Angela Borghi e le iglie Lucia, Giulia e Antonia costituiscono procuratore Giuseppe Ferrari quondam Giuseppe di Mendrisio per curare tutte le incombenze legate all’eredità del defunto stuccatore. Giuseppe Maria Garovi da Bissone106, nato nel 1704 circa e segnalato da Füssli come unico allievo di Abondio Stazio, era a Venezia nel 1718; nel 1720 iniziava l’apprendistato presso la bottega di Abondio. A Garovi spetta la campagna decorativa, oggi perduta, per i mezzanini di palazzo Dolin Manin a Rialto (1742) e una cornice a stucco nella chiesa di San Francesco di Paola (1742). Nel 1743 pubblica a Venezia un repertorio di incisioni per ornati nel quale si dichiara “unico discepolo” di Stazio e Mazzetti. Anche Carpoforo Mazzetti Tencalla, nato nel 1710 a Bissone, deve aver frequentato la bottega dello zio e del suo più anziano socio. Figlio di Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla (fratello maggiore di Carpoforo Mazzetti), non sappiamo quando giunse a Venezia, ma vista la consuetudine di iniziare l’apprendistato intorno ai dodici-quattordici anni107 si può ipotizzare un suo arrivo nelle lagune intorno al 1722-1724. La prima opera documentata risale al 1743 ed è l’intervento di restauro della cosiddetta sala degli stucchi in Palazzo Ducale. Il suo catalogo è in qui limitato: tre camere a palazzo Barbarigo a Santa Maria del Giglio (1745) (ig. 27) e la sala della cancelleria della Scuola Grande di San Rocco (1753). Ritornato a Bissone nel 1748, l’anno dopo sposa Marta Staieri, iglia del notaio Pietro Francesco di Bioggio108. Secondo Füssli, Mazzetti Tencalla abbandonò la Serenissima per l’eccessiva concorrenza109 e si ritirò nel paese natio, forse già verso la ine degli anni cinquanta, ove moriva nel 1775. Ciò detto, per altre igure possiamo avere qualche certezza e diverse ipotesi. La terza generazione dei Pelli è rappresentata a Venezia da Michelangelo Arcangelo di Lorenzo, nato a Brusino nel 1713. L’artista si può identiicare con ogni probabilità nell’“Angelo Pelle” esecutore nel 1737 delle cornici che, sul soitto della chiesa dei Gesuati, racchiudono gli afreschi di Giambattista Tiepolo (ig. 28). Peraltro Gianantonio Moschini indica “Michelangelo Pelle” quale esecutore degli stucchi che incorniciano l’afresco di Jacopo Guarana sulla volta della cappella di Sant’Antonio a San Moisè110. Nel 1744 “Michele Angelo Pelli stucador di Lorenzo”, di San Giovanni Elemosinaro, compare al battesimo di una iglia del collega Salvatore Solari quondam Baldassare. Nel 1751 dimora nella parrocchia di Sant’Angelo e rilascia una dichiarazione giurata di stato libero per Ambrogio Croci quondam Carlo originario, come lui, di Brusino. Nel 1752 è ritornato a San Giovanni Elemosinaro, nel momento in cui nasce una iglia e muore di parto la moglie Francesca Fiorenza. È ancora a Venezia nel 1780, allorché appare come testimone, insieme ad Antonio Adami, in un atto notarile del collega Giuseppe Ferrari111. Nel 1732 persiste a Venezia un nucleo appartenente alla dinastia dei Solari di Carona, ma non è noto se svolgessero tutti l’attività stuccatoria: Pompeo quondam Baldassare, Osvaldo quondam Antonio, Pompeo quondam Giacinto, Domenico quondam Pompeo112. Del ramo di Baldassare sono anche i fratelli Andrea e Salvatore, entrambi stuccatori. Il primo, nato a Carona nel 1703, nel 1729 è registrato a Venezia insieme al fratello maggiore Giovanni Battista. Nel 1732-1734 è a Palazzo Ducale nella cappella privata del doge e nella sala delle quattro porte e, nel 1742-1746, è a palazzo Corner a San Polo quale protagonista di un’estesa campagna decorativa. Benché quest’ultimo ediicio non sia compreso nell’elenco di Füssli, Pavanello attribuisce, senza alcuna prova documentaria, alla coppia Stazio-Mazzetti le tre sovrapporte dei corridoi al pianterreno che conducono alla scala a chiocciola che sale al mezzanino113 (ig. 29). Ai medesimi arteici lo studioso riferisce anche gli ornati sul plafond della prima stanza attigua al pianerottolo della scala a chiocciola, che incorniciavano l’afresco di Giambattista Tiepolo con l’Apoteosi di Ercole (recte l’Amor della Patria)114, oggi al Musée JaquemartAndré a Parigi, realizzato probabilmente nei primi anni quaranta del Settecento. La comprovata presenza nel palazzo di Andrea Solari, già resa nota dagli scriventi115, avrebbe dovuto rendere più cauti nel formulare attribuzioni. Di Andrea conosciamo altri due interventi: nei mezzanini di Ca’ Tron (1747, insieme a Prospero Franchini) e nella sagrestia della chiesa di San Rocco (1749). Di Salvatore Solari, fratello minore di Andrea, nato a Carona nel 1708, si conoscono per il momento solo le cornici a stucco nel coro pensile della chiesa di San Francesco di Paola (1745). Dal 1744 al 1746 è residente nella parrocchia di Sant’Angelo dove si registrano i battesimi dei due igli. Di un altro Solari, Giuseppe di Osvaldo, sono documentati i lavori del 1769 nella villa dei Manin a Passariano e poi per i Tron nel casino in corte dello Spiron a San Marco (1781)116. Nel 1774 è residente nella parrocchia di San Tomà, quando fa da padrino a un iglio del pittore Costantino Cedini. Prospero Franchini, nato a Mendriso nel 1721 da Antonio e Anna Rossi, sorella dello stuccatore Giovanni Andrea, giunge a Venezia nei primi anni trenta del Settecento con il coetaneo Antonio Adami e va ad abitare presso lo zio materno a San Maurizio, dove impara il mestiere, forse insieme allo stesso Adami. Piuttosto scarno è inora il suo catalogo: i mezzanini di Ca’ Tron con Andrea Solari (1747) (ig. 30) e l’intervento esteso a più ambienti a palazzo Donà a Riva di Biasio (1773). Nel 1749 Franchini testimonia per la libertà di matrimonio di Antonio Adami e, dal 1764 al 1769, lavora in società con Gaspare Lavizzari. Si trova ancora a Venezia il 3 giugno 1777: residente in parrocchia di San Silvestro, fa da padrino al battesimo di un iglio di Martino Pelli di Giovanni Domenico117. Come accennato, Andrea Solari, Andrea Rossi e Prospero Franchini collaborano, insieme a un certo “Valentin stuccador”, a Ca’ Tron nel 1746-1748. In tale contesto, Pavanello attribuisce erroneamente ad Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti gli stucchi della camera detta della specchiera o del camino al primo piano nobile, le sovraporte del portego e gli ornati dei mezzanini, legandoli al matrimonio celebrato nel 1711 fra Nicolò Tron di Andrea e Chiara Grimani Calergi118. Volendo anche prescindere dal fatto che dal 1709 al 1712 Stazio e Mazzetti vengono completamente assorbiti nel cantiere del duomo di Udine, in realtà nel 1747 Franchini e Solari riscuotono i compensi per i lavori eseguiti nei mezzanini (ig. 30); mentre Andrea Rossi è attivo nella “camera del camin di sua eccellenza sposa” dal 1746 al 1748. La citazione nei pagamenti di una sposa non è casuale, poiché tutti i lavori sono legati 140 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 141 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 24. Alvise Bossi, Soitto. Venezia, Scuola Grande dei Carmini, pianerottolo dello scalone. alle nozze fra Vincenzo Tron di Nicolò e Lucrezia Maria Pisani quondam Girolamo celebrati nel 1747119. Sia nei mezzanini che nella camera della sposa gli interventi interessano anche i soitti: vengono pagati più volte i marangoni per “cantinelle da soitto e morali per li camerini di sua eccellenza Vicenzo”120 e per il “legname per far il soitto e la meza vetta nella camera del camin di sua eccellenza sposa”. La camera della sposa può dunque essere identiicata con quella del primo piano nobile dotata di caminetto alla francese; infatti nei documenti si registrano non solo l’acquisto di un “camin novo di brocadello”, ma anche le spese relative alla doratura della cornice e per la “foglia” dello specchio “ovado” che ancora oggi si trova sopra il camino (ig. 25). Antonio Adami nasce a Carona nel 1721 da Giambattista, scultore e stuccatore, e da Maddalena Aprile, forse della stessa famiglia dalla quale proveniva la madre di Baldassare Solari121. Antonio giunge a Venezia nei primi anni trenta insieme al coetaneo Prospero Franchini con il quale va a bottega da Andrea Rossi a San Maurizio. Il legame di amicizia con Franchini sarà duraturo, poiché ancora da adulti dividevano la stessa casa a San Marziale122. Adami si sposa a San Maurizio nel 1749 con Francesca Apollonia Roggia di Antonio “veneta”, ma di famiglia ticinese di mureri, dalla quale avrà quattro igli. Tra questi, nel 1752 il nobiluomo Marco Andrea Pisani farà da padrino a Giovanni Andrea e nel 1758123 l’architetto Bernardino Macaruzzi sarà presente al battesimo di Maddalena Maria. L’attività documentata di Adami non è molto estesa, sebbene lo stuccatore muoia ultraottantenne a Venezia in contrada di San Vidal nel 1803124. Insieme a Francesco Re, lo troviamo nelle due sagrestie della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (1758) e, da solo, nell’adiacente chiesa (1760)125 (ig. 31). 25. Giovanni Andrea Rossi, Specchiera sovracamino; Gaspare Lavizzari, Pilastrini laterali. Venezia, Ca’ Tron a San Stae, camera della specchiera. 26. Giovanni Andrea Rossi, La Giustizia. Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, soitto della sala dell’archivio. 142 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 143 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Dovrebbe appartenere alla generazione degli anni venti anche Giovanni Battista Beretta di Cristoforo, originario di Lugano126, che compare a Venezia nel 1753 al battesimo di un iglio del falegname ticinese Carlo Morelli. Nel 1770 e nel 1774 lo conosciamo in veste di procuratore dei fratelli Castelli e, nella professione di stuccatore, lo scopriamo prima con Francesco Re a San Tomà (1759-1760), poi con un ormai anziano Giovanni Battista Solari nel restauro della sala dei ilosoi di Palazzo Ducale (1762-1763). Da solo sarà l’autore della rainata decorazione interna del coro pensile di Sant’Andrea della Zirada (1772). Pietro Castelli nasce a Melide nel 1735. Discendente da una famiglia di artisti – il padre Quirico (1697-1766) stuccatore e il nonno Carlo Lodovico (1671-1738) pittore127 – Pietro giunge a Venezia nel 1748 e nel 1767 in San Mattio di Rialto sposerà Adriana Vico. Nel 1769 al battesimo del primogenito compare il nobiluomo Francesco Maria Crotta di Filippo di San Geremia. Dai documenti relativi alla divisone dell’eredità paterna del 1766 risultano a Venezia anche i fratelli Sebastiano e Carlo, impegnati in società con Pietro nell’attività di stuccatori. Non molti sono gli interventi documentati di Pietro Castelli: a Ca’ Rezzonico (1762), nel salone da ballo di palazzo Pisani Moretta (1772-1773) (ig. 32) e nella villa Pisani detta la Barbariga a Stra (1767-1773); a lui si deve anche un intervento nella chiesa di San Bartolomeo (1788)128. Carlo Castelli, nato a Melide nel 1741, arriva nelle lagune nel 1755 e si sposa nel 1781129; testimone alla libertà di matrimonio lo stuccatore Martino de Brida quondam Giuseppe di Cadola nel bellunese, cognato e sua antica conoscenza “avendo fatto insieme il garzonato” e “lavorando frequentemente insieme”. Lo stesso Brida aveva fatto da testimone nel 1771 al medico Carlo Lavizzari fratello dello stuccatore Gaspare. Di Francesco Re non conosciamo l’origine (forse Brusino)130 ma, come Castelli, dovrebbe essere nato negli anni trenta del secolo, poiché le sue prime opere note risalgono al 1758: insieme ad 27. Carpoforo Mazzetti Tencalla, Vaso con animaletti. Venezia, palazzo Barbarigo a Santa Maria del Giglio, salotto verso il Canal Grande, soitto. 28. Michelangelo Pelli (per gli stucchi), Giambattista Tiepolo (per gli afreschi), Soitto. Venezia, chiesa dei Gesuati. 144 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 145 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Antonio Adami nelle due sagrestie della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista e, per quel che ne sappiamo, da solo nel monumento al cardinale Gerolamo Aleandro a Motta di Livenza e nella sala di palazzo Montereale Mantica a Udine. Come visto, nel 1759-1760 è impegnato a San Tomà con Beretta. Nel 1767 restaura gli stucchi eseguiti dai Pelli nel 1701 nella sala da ballo di Ca’ Tron, quelli del corridoio che conduceva alla stessa sala e appronta un modello per le cornici dei teleri di Louis Dorigny nel portego, ma per quest’ultimo intervento dovrà lasciarne l’esecuzione a Gaspare Lavizzari. Interviene nella villa dei Barbarigo sulla riviera del Brenta (1775)131, a Palazzo Ducale: nell’antichiesetta (1774), nella sala dei banchetti (1779) e nella sala dei ilosoi (1792)132. Nel 1788 è di nuovo nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista per i decori della sala dell’albergo133. Un nome in qui del tutto sconosciuto nella città di Venezia è quello di Pietro Vincenti, che interviene nella chiesetta di palazzo Carminati a San Stae, anche con la mansione di “dipintore” per altri ambienti del palazzo (1759). L’anno successivo è impegnato a Spinea nel restauro della parrocchiale come sovrintendente ai lavori. In tale veste, si riserva l’esecuzione degli stucchi, mentre chiama i pittori Gaspare e Giuseppe Diziani per gli afreschi della volta della chiesa. Gli ultimi rococò L’ultima generazione che si forma nella stagione del rococò e sfuma nel neoclassicismo, superando il traguardo del secolo, è quella nata negli anni quaranta del Settecento e della quale fa parte il sunnominato Gaspare Lavizzari di Galeazzo, nato a Mendriso nel 1741. Formatosi fra il 1754 e il 1759241 presso lo stuccatore Domenico Borghi di Campione sul lago di Lugano134, giunge a Venezia nel 1765 e inizia a lavorare con Prospero Franchini. Nel 1767 a Ca’ Tron sostituisce Francesco Re nella decorazione del portego per “le soazze di stucco per incassare li quadri vecchi [di Louis Dorigny] con suoi pilastrini, cornice, bassamento, ed adornati, simili in tutto e per tutto alla mostra già fatta d’altro professore”135, ovvero da Re. Nel 1768 si registrano anche i pagamenti per interventi nella camera della specchiera, nell’andito che conduce alla sala da ballo, e per il restauro delle sovraporte del portego136 e nello stesso anno Lavizzari è impegnato nel mezzanino verso il Canal Grande in società con il fratello Bartolomeo137 e con Pietro Andreoli. Nel 1771 esegue le sovraporte e i pilastrini nella camera della specchiera, dove era da poco intervenuto anche sul plafond (ig. 30. Andrea Solari e Prospero Franchini, Allegoria matrimoniale. Venezia, Ca’ Tron a San Stae, mezzanino, soitto di una saletta. 29. Andrea Solari, Sovraporta. Venezia, palazzo Corner a San Polo, corridoio del piano terreno. 146 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 33). Quel che resta nella stanza dell’originaria campagna decorativa, eseguita più di vent’anni prima da Andrea Rossi, è sicuramente lo specchio sovracamino con il bassorilievo raigurante la Purezza (ig. 25). Nel 1772, in occasione dell’ingresso alla carica di procuratore di San Marco di Andrea Tron, Lavizzari provvede al restauro degli ornati di numerosi vani del palazzo. Sono a cavallo o successivi agli anni ottanta del secolo gli interventi che parlano il linguaggio del neoclassicismo per palazzo Erizzo alla Maddalena (1788-1791)138, per il palazzo dei Nani Mocenigo al ponte delle Guglie e per la loro residenza di Este (1789-1792)139, quelli per il palazzo dei Manin a Treviso (1799) e per la dimora della medesima famiglia a San Salvador sul Canal Grande (1800-1801)140. Nel 1769 Lavizzari sposa a Venezia Laura Margherita Bezzi; testimone alla libertà di matrimonio lo stuccatore Prospero Franchini. Dei padrini comparsi ai battesimi dei nove igli ricordiamo Pietro Carminati di San Stae nel 1770, l’amministratore dei Tron di San Stae Pellegrino Sala nel 1772, il pittore quadraturista Pietro Visconti nel 1774 e, per l’ultimogenita, Giovanni Labia quondam Paolo nel 1784141. Gaspare Lavizzari “della Svizzera” muore a Venezia il 24 gennaio 1822 in contrada di San Felice142. Di Pietro Andreoli “da Lugano”, nato intorno al 1745 e giunto a Venezia nel 1764, iglio dello stuccatore Giovanni Maria143, conosciamo per ora solo la collaborazione con Gaspare Lavizzari a Ca’ Tron (1769). Andreoli si sposa nel 1772; testimoni per sua libertà di matrimonio sono il proto Pietro Chechia e il pittore di origini udinesi Antonio Pavona. Vincenzo Colomba di Alessandro, nativo di Arogno144, appare a Venezia nel 1766 come testimone a un atto notarile dei fratelli Castelli. È attivo nei mezzanini di palazzo Corner della Regina (17721773) (ig. 34) e nel medesimo contesto viene sostituito da Giuseppe Castelli per terminare la decorazione del portego (1789)145. Di Colomba si conserva un disegno per gli ornati di una camera del palazzo dei Contarini a Padova (ig. 35), nel quale i motivi rocaille sono simili a quelli utilizzati nel mezzanino di palazzo Corner a Venezia146. Nel 1792 Vincenzo Colomba risulta ancora domiciliato in città147. Chiudiamo il sipario su questa non breve rassegna con un personaggio i cui connotati rimangono per il momento nebulosi: Giuseppe Ferrari di Giuseppe, originario probabilmente di Arzo o forse di Mendrisio come Rossi, Franchini e Lavizzari148. I pochi appigli documentari non risultano dirimenti nemmeno per delineare l’inizio di un catalogo, poiché gli interventi di Ferrari nell’appartamento del secondo piano nobile di palazzo Pisani Moretta non sono facilmente individuabili, data la genericità delle indicazioni fornite dai registri di spesa149. Giuseppe Ferrari è segnalato per la prima volta a Venezia nel 1763 in veste di procuratore dalla vedova del collega Giovanni Andrea Rossi. Dopo palazzo Pisani Moretta (1769-1774), opera nel casino di Vettor Pisani in Piscina a San Marco (1774)150 e viene coinvolto nella campagna decorativa di palazzo Pisani a Santo Stefano (1776)151. Il 19 ottobre 1780 Bartolomeo Spinedi, procuratore di Giuseppe Ferrari quondam Giuseppe di Mendrisio dimorante a Venezia, vende un mulino con annesso prato nel territorio di Arzo. Nella procura fatta da Ferrari sono testimoni Michelangelo Pelli quondam Lorenzo e Antonio Adami quondam Giovanni Battista “stuccadori”152. 147 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Avvertenza. Quando non diversamente indicato, per tutti i riferimenti cronologici citati nel presente saggio si rimanda – in questo stesso numero della rivista, nella sezione Carte d’archivio – a Massimo Favilla, Ruggero Rugolo, Regesto cronologico-documentario degli stuccatori attivi a Venezia da Andrea Pelli (1652-1725) a Carpoforo Mazzetti Tencalla (1710-1775), con eventuale bibliograia. 1 Morcote sul lago di Lugano. 2 G. Fossati, Raccolta di varie favole […], II, Venezia 1744, p. 41. 3 Si veda qui l’Avvertenza. 4 Ovvero ‘tassa’; cfr. G. Caniato, M. Dal Borgo, Le arti edili a Venezia, Roma 1990. Mattio Biondi “stucadore della val di Lugano”, autore dell’apparato a stucco della chiesa dell’Araceli a Vicenza, è registrato nel 1696 nella fraglia dei muratori e tagliapietra di quella città, mentre “Baldasare di Vechi stucador di Alla di Trento” risulta iscritto nel 1705; M. Benussi, M. Saccardo, M.N. Simeone, Appendice documentaria, in Scultura a Vicenza, a cura di C. Rigoni, Milano 1999, p. 336. 5 A. Sagredo, Sulle consorterie delle arti ediicative in Venezia, Venezia 1856, p. 141. 6 A eccezione del ticinese Giovanni Maggi e del siciliano Domenico Michele Paternò, citati rispettivamente in D. Martinelli, Il ritratto di Venezia […], Venezia 1684, e nella riedizione del 1704 aggiornata da Lorenzo Ganassa. L’edizione del Ritratto del 1704, pp. 202, 278, contiene due ulteriori notizie in merito a decorazioni a stucco coeve, ma anonime, oggi scomparse, per la chiesa di San Giovanni in Laterano: “fu a nostri giorni […] adornata con stucchi messi a oro”; e per la cappella Savorgnan in San Geremia: “che al presente si fabrica, col soitto ornato di stucchi, con varii comparti per ponervi pitture”. 7 M. Ciartoso Lorenzetti, Stucchi veneziani del Settecento, “Le Tre Venezie”, V/7, 1929, pp. 44-50. 8 Per uno studio aggiornato sugli intagliatori lignei sei-settecenteschi a Venezia si veda: Con il legno e con l’oro: la Venezia artigiana degli intagliatori, battiloro e doradori, a cura di G. Caniato, Sommacampagna (Verona) 2009. 9 G. Oldelli, Dizionario storico-ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino, Lugano 1807, p. 109. 10 G. Fossaluzza, La fortuna critica dei “famosi” stuccatori lombardi a Venezia, al modo di un’introduzione, in Passaggi a nord-est. Gli stuccatori dei laghi lombardi tra arte, tecnica e restauro, atti del convegno (Trento, febbraio 2009), a cura di L. Dal Prà, L. Giacomelli, A. Spiriti, Trento 2011, pp. 444-481. 11 In questa lista dovremmo include- re lo scultore Giuseppe Maria Mazza (Bologna, 1653-1741), il quale, durante i suoi soggiorni lagunari, operò anche come stuccatore in un arco temporale che andrebbe dal 1670 circa agli inizi del Settecento. Pur in assenza di documenti, è Giampietro Zanotti a ricordare gli interventi di Mazza nel coro della scomparsa chiesa delle Vergini a Castello, a palazzo Correggio, a palazzo Widmann e in un non meglio speciicato palazzo “del procurator Foscarini”; G. Zanotti, Storia dell’Accademia Clementina […], Bologna 1739, I, p. 376, II, pp. 5, 9; A. Bacchi, Giuseppe Maria Mazza, in La scultura a Venezia da Sansovino a Canova, a cura di A. Bacchi, Milano 2000, pp. 759-760. 12 Archivio di Stato di Venezia (d’ora innanzi ASVe), Arti, b. 410, “Mureri, Capitoli”; ivi, Giustizia Vecchia, b. 190, “Mureri Garzoni”, “Parti”. 13 Ampia è la letteratura sull’argomento, ci limitiamo a segnalare G. Beard, Stucco and Decorative Plasterwork in Europe, London 1983. 14 Per una disamina sull’argomento: G. Fossaluzza, La fortuna critica…, cit., pp. 468-472. 15 G. Pavanello, Gli stucchi veneziani del Settecento: le fonti e le opere (I), “Ricche Minere”, 2, 2014, pp. 50-97; G. Pavanello, Gli stucchi veneziani del Settecento: le fonti e le opere (II), “Ricche Minere”, 3, 2015, pp. 57-89. t 31. Antonio Adami, Angioletti reggicroce. Venezia, chiesa di San Giovani Evangelista, arco della cappella maggiore. ] 148 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 16 J.C. Füssli, Geschichte der besten Künstler in der Schweiß. Nebst ihren Bildnissen, IV, Zürich 1774, p. 110. Secondo Füssli i siti nei quali Abondio e Carpoforo avrebbero esercitato insieme la propria arte sono i seguenti disposti senza ordine cronologico: il soitto della chiesa dei Gesuiti, la cappella maggiore di San Canciano, il soitto della Scuola Grande dei Carmini, il duomo di Udine, la cappella maggiore del duomo di Bassano (ma probabilmente quella della chiesa San Giovanni Battista), palazzo Foscarini, palazzo Zenobio ai Carmini, palazzo Pisani, palazzo Mafetti a San Polo, palazzo Sagredo a Santa Soia, “Pallast St. Stefano”, palazzo Duodo, una sala della Biblioteca Marciana, villa Rezzonico a Bassano. 17 Agli ediici indicati da Füssli, Giuseppe Pavanello ha aggiunto i palazzi Vendramin e Foscarini ai Carmini, palazzo Sagredo a Santa Ternita, Ca’ Tron a San Stae, palazzo Savorgnan al ponte delle Guglie, palazzo Erizzo a San Martino, palazzo Giustinian dei Vescovi a San Pantalon, palazzo Bollani a San Trovaso, palazzo Morosini in Barbaria delle Tole, palazzo Corner a San Polo, palazzo Gussoni a Santa Fosca, palazzo Widmann a San Canciano, palazzo Pezzana a San Polo. L’autore attribuisce al solo Abondio Stazio l’intervento a Ca’ Foscari, da collocare quindi prima del 1700; G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., pp. 50-97; G. Pavanello, Gli stucchi (II)…, cit., pp. 57-89. 18 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., p. 80. 19 A. Bacchi, Filippo Parodi, in La scultura a Venezia…, cit., p. 772. 20 Di Parodi sappiamo che in veste di architetto progettò la cappella delle reliquie al Santo; A. Bacchi, Filippo Parodi…, cit., p. 772. La qualiica di “architetto”, ovvero di “ingegnere”, veniva riconosciuta a Paternò nei verbali d’interrogatorio di un’inchiesta avviata nel 1692 dal Sant’Uizio. 21 J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler Südtirols, II, Innsbruck 1951, p. 43. 22 A. Malferrari, Prime indagini sulla decorazione a stucco in Trentino, in L’arte dello stucco in Friuli nei seco- li XVII-XVIII. Storia, tecnica, restauro, interconnessioni, atti del convegno (Udine, 24-26 febbraio 2000), a cura di G. Bergamini, P. Goi, Udine 2001, pp. 171-173; A. Malferrari, Da Davide Reti a Stefano Salterio: la decorazione a stucco, in Scultura in Trentino. Il Seicento e il Settecento, I, a cura di A. Bacchi, L. Giacomelli, Trento 2003, pp. 572-574; S. Gavazzi Nizzola, M. Magni, Girolamo Aliprandi, ivi, II, pp. 25-28; B. Bolandrini, L’attività della famiglia Aliprandi in Lombardia e in Trentino, in Passaggi a nord-est…, cit., pp. 260-273. 23 L’esito della nostra ricerca contraddice G. Mollisi, I Visetti fra la Valsolda e il Trentino, in Passaggi a nord-est…, cit., p. 285, nota 26, il quale ha sostenuto che Andrea Pelli fosse nato ad Aranno, avendo ivi rinvenuto gli atti di battesimo di due Andrea Pelli, padre e iglio, l’uno nato intorno al 1616 e morto nel 1698 e l’altro nato nel 1676 e morto nel 1716. Visti gli estremi biograici, entrambi, secondo Mollisi, non potevano aver preso parte al cantiere di palazzo Leoni Montanari a Vicenza, il primo perché troppo vecchio e il secondo perché troppo giovane. Anche Andrea Spiriti ha voluto disconoscere il ruolo di Andrea Pelli nel cantiere vicentino, avanzando l’ipotesi di una compresenza degli Aliprandi, di Andrea Paraca di Castello e dei Visetti con una supervisione progettuale di Giambattista Barberini; A. Spiriti, Stuccatori dei laghi in Trentino: certezze e ipotesi, in Passaggi a nord-est…, cit., p. 57. 24 Le disposizioni testamentarie contenute in questo primo atto verranno integrate con un secondo testamento stilato a Laino l’11 febbraio 1690; Archivio di Stato di Como (d’ora innanzi ASCo), Notarile, Canevari Marco Antonio, b. 2684, segnalato da B. Bolandrini, L’attività della famiglia Aliprandi…, cit., pp. 264-265. Dalla lettura dei due documenti si evince che Francesca Pelli, sorella di Andrea, aveva sposato Davide Aliprandi nipote di Girolamo. 25 Lorenzo risulta ancora vivo nel marzo del 1751, ma già morto nel luglio del 1752. 26 L’8 novembre 1746 riceve il battesimo Anna Lucia iglia del marangon Andrea Pelli di Lorenzo; Archivio Storico del Patriarcato di Venezia (d’ora innanzi ASPVe), Parrocchia di San Beneto, Battesimi 1678-1754, c. 365; Archivio di Stato del Canton Ticino (d’ora innanzi ASTi), Notarile, Roncaioli Nicolao Egidio di Gabriele, b. 144, alla data 1753. 27 M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny e Venezia. Da Ca’ Tron a Ca’ Zenobio e ritorno, in Louis Dorigny (1654-1742). Un pittore della corte francese a Verona, catalogo della mostra (Verona, Museo di Castelvecchio), a cura di G. e P. Marini, Venezia 2003, pp. 50-53. 28 Per gli ovali dipinti da Dorigny: M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny e Venezia…, cit., pp. 52-53, igg. 27-30; M. Favilla, R. Rugolo, La scimmia di Louis Dorigny, “Verona illustrata”, 27, 2014, pp. 61-62. 29 M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny e Venezia…, cit., pp. 44-50. 30 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., pp. 56-57. 31 Ivi, p. 84. 32 M. Favilla, R. Rugolo, Appendice documentaria, in Louis Dorigny (16541742)…, cit., p. 188, doc. 15. 33 Ivi, pp. 198-199, doc. 45. 34 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 46. 35 Lorenzo Pelli, padre di Andrea, è così indicato nell’atto di morte della iglia Lucia il 17 ottobre 1660, mentre Giambattista Roncaioli è indicato con la stessa qualiica nell’atto di morte del iglio Francesco il 10 aprile 1661; Archivio Storico della Diocesi di Lugano (d’ora innanzi ASDLu), Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Morti 1660-1726, bob. 11, vol. 16.2, alle date. 36 T. Isella, Arte a Morcote, Bellinzona 1957, p. 35. Un’informazione così circostanziata fa pensare che l’autore abbia attinto a un documento o a una fonte che però non è speciicata. 37 ASPVe, Parrocchia di San Vidal, Morti 1665-1727, c. 52, 19 ottobre 1694. La presenza a Venezia del “capomastro” Giovanni Battista Roncaioli da Brusino già nella seconda metà degli anni 32. Pietro Castelli, Cimasa di specchiera. Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà, salone del primo piano nobile. 149 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò cinquanta del Seicento è registrata in una lista di arteici assenti dalla patria pubblicata in Architetti, ingegneri militari e mastri da muro luganesi all’estero nel Seicento, “Bollettino Storico della Svizzera Italiana”, 1-3, gennaio-marzo, 1899, p. 36, poi ripresa per puntualizzarne la data da L. Brentani, Antichi maestri d’arte e di scuola delle terre ticinesi. Notizie e documenti, VII, Lugano 1963, p. 90. 38 ASVe, Dieci savi alle decime, San Marco, reg. 427, Parrocchia di San Vidal, 1713, n. 129, in una casa di proprietà dei fratelli Francesco e Michele Morosini. Camillo Roncaioli riceve il battesimo il 3 settembre 1670; ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. Camillo si sposa a Venezia con Zanetta Savioni il 30 aprile 1702; ASPVe, Parrocchia di San Vidal, Matrimoni 1654-1728, c. 72. Nel 1718 risulta defunto, giusta la procura rilasciata a Venezia dalla vedova; ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 134, 11 marzo 1718. Nel 1724 la iglia Caterina, residente in città, nomina procuratore Francesco Adami di Vico Morcote per le pratiche inerenti i debiti e i crediti relativi all’eredità paterna; ivi, b. 138, 28 febbraio 1724. 39 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo, Morti 1698-1727, c. 151v, 15 luglio 1723: “Percosso da caduta di cornise di pietra viva sulla testa caduta come dicono accidentalmente”. 40 V. Coronelli, Guida de’ forestieri sacro-profana […], Venezia 1706, p. 12. A meno che non si tratti di un omonimo; cfr. G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., p. 96, nota 76. 41 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp. 9092, 107-110. 42 Ivi, pp. 108-110. 43 Forse da Carpoforo Mazzetti Tencalla secondo G. Fossaluzza, La fortuna critica…, cit., p. 436. Il medaglione di Abondio contiene anche informazioni di carattere spicciolo come il matrimonio con la vedova del notaio “Centroni”, l’importo dell’eredità lasciata dallo stuccatore alla stessa e il terzo matrimonio di questa con un mercante di Pordenone, notizia che trova conforto nei documenti d’archivio rinvenuti da P. Goi, Stucchi del Settecento nel Friuli Occidentale nuove acquisizioni, in L’arte dello stucco in Friuli…, cit., pp. 272-273, nota 30. 44 Secondo J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp. 91, 108, Abondio sarebbe nato nel 1675 e Carpoforo nel 1684. 45 C. Freschot, La nobiltà Veneta […], Venezia 1707, p. 414; A. Lienhard-Riva, Armoriale ticinese. Stemmario di famiglie ascritte ai patriziati della Repubblica e Cantone del Ticino […], Losanna 1945, pp. 463-464. 46 La chiesa di Santa Lucia di Massagno verrà eretta a parrocchia solo nel 1927. 47 Circostanza già rilevata da L. Simona, Pagine per la storia degli artisti Ticinesi, suppl. a “Centauro”, 1935, dicembre, nn. 4-6, pp. XXV-XXVI. 48 ASDLu, Lugano, Parrocchia di San Lorenzo, Morti 1692-1737, alla data. 49 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 91. Una ricognizione sui documenti dell’Archivio privato Priuli Stazio, conservato presso l’Archivio di Stato di Udine, bb. 20, 23, 29, e nei registri canonici della parrocchia di San Stae a Venezia, nella quale ricadeva il palazzo degli Stazio, non ha dato alcun esito in merito a un eventuale legame di parentela di Abondio con il ramo nobilitato della famiglia. 50 Il matrimonio segreto si era reso necessario per evitare che Michela Rosin perdesse l’usufrutto dei beni lasciatigli in eredità dal precedente marito secondo le disposizioni testamentarie di quest’ultimo. In particolare il codicillo del 6 marzo 1725 in ASVe, Notarile, testamenti, Morosini Paolo, b. 671, Reg. testamenti, cc. 9-10. Michela Rosin “da Porto Bufolè”, aveva sposato il notaio Alvise Centon “infermo” il 18 aprile 1723; ASPVe, Parrocchia di Santa Maria Nova, Matrimoni 1586-1808, p. 97. Il notaio moriva all’età di ottantaquattro anni il 5 aprile 1725 “da caduta d’apoplesia già giorni 30”, secondo quanto riporta la trascrizione dell’atto di morte in ASPVe, Matrimoni Segreti, 1726, 24 gennaio. 51 L. Facchin, La dinastia dei Retti di Laino tra Sei e Settecento, in Passaggi a nord-est…, cit., pp. 164-191. 52 Ivi, p. 165. 53 A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., p. 188. Nato a Bissone nel 1633, Giovanni Pietro Garovi si trovava a Pia- 34. Vincenzo Colomba, Ornamenti parietali. Venezia, palazzo Corner a San Cassiano, sala del mezzanino sul Canal Grande. 35. Vincenzo Colomba, Studio per gli ornati a stucco di una stanza di palazzo Contarini a San Massimo a Padova. Venezia, Museo di palazzo Mocenigo a San Stae, Archivio privato Contarini da Mula. 33. Gaspare Lavizzari, Soitto, particolare. Venezia, Ca’ Tron a San Stae, camera della specchiera. cenza almeno dal 1662 e vi resterà ino alla morte avvenuta nel 1688. 54 Il cui nonno Carlo era fratello di Giovanni Pietro e quindi nipote di Giacomo Antonio Garovi e Maria Stazio; cfr. A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., pp. 188-189. 55 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp. 91-92. 56 Nel contratto Abondio Stazio si impegnava “a servire il sudetto signor Bartolomeo Quadrio nell’arte di stucatore, e ciò per un anno continuo, nel modo e luogho di detto paese dove detto signor Quadrio gli imponerà”. Qualche notizia biograica su Bartolomeo Quadri, nato nel 1660, si trova in L. Simona, Lugano e dintorni. Un semenzaio d’artisti, “Bollettino Storico della Svizzera italiana”, 10, 1944, p. 177. 150 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò 57 S. Riemer-Ranscht, Die Schlosskirche St. Trinitatis zu Weißenfels, Leipzig 2014, p. 31. 58 Ibidem, ricorda Bartolomeo Quadri attivo nella decorazione della chiesa nel 1683-1684, ma non fa menzione di Abondio Stazio. 59 B.L. Grandjean, Stukarbejder i Danmark 1660-1800. Efterland manuskript udgivet af Christy Grandjean, København 1994, p. 49. 60 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 109. 61 G. Oldelli, Dizionario…, cit., p. 109; G. Fossaluzza, La fortuna critica…, cit., pp. 454-481. 62 P. Rossi, Attività di Domenico Tintoretto, Santo Piatti e Giuseppe Angeli per la Scuola di San Rocco, “Arte Veneta”, 33, 1977, pp. 270-271. 63 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 113, alla data. 64 L. Brentani, Antichi maestri…, VII, cit., p. 82, nota 1. 65 Il 26 aprile 1696 Giacomo Maria Mazzetti sottoscrive il contratto di apprendistato per il iglio; ASCo, Notarile, Perti Giovanni Bernardino, b. 3027, alla data. 66 Della cui attività si conoscono solo due statue sull’altare dell’Angelo custode nella parrocchiale di San Carpoforo a Bissone del 1697; L. Brentani, Antichi maestri d’arte…, VII, cit., p. 82, nota 1. 67 Il testamento venne stilato il 19 febbraio 1704; ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 122, alla data; cfr. I. Proserpi, I Tencalla di Bissone, Lugano 1999, p. 248. 68 A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., pp. 266, 474; L. Brentani, Antichi maestri…, VII, cit., p. 100. I. Proserpi, I Ten- 151 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò calla…, cit., p. 244, pur segnalando le disposizioni contenute nel testamento di Carpoforo Tencalla le interpreta in maniera errata. 69 M. Favilla, R. Rugolo, Venezia ’700. Arte e società nell’ultimo secolo della Serenissima, Schio (Vicenza) 2011, pp. 130-132; G. Pavanello, Gli stucchi (II)…, cit., pp. 66-67, igg. 14-15. 70 Cfr. J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 109; G. Fossaluzza, La fortuna critica…, cit., p. 455. 71 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., p. 92. 72 M. Frank, Appunti su villa da Lezze, in Da Longhena a Selva. Un’idea di Venezia a dieci anni dalla scomparsa di Elena Bassi, atti del convegno (Venezia, 9-11 dicembre 2009), a cura di M. Frank, Bologna 2011, pp. 111-122. 73 M. De Grassi, Filippo Parodi, Pietro Roncaioli e lo stucco tardobarocco a Venezia, “Arte Veneta”, 54, 1999, pp. 67-68. 74 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., pp. 54-55, ha inteso identiicare l’ediicio come il palazzo dei Foscarini di San Stae sul Canal Grande. 75 M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny e Venezia…, cit., pp. 44-50. 76 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., pp. 56-57. 77 Cfr. ivi, pp. 56-64. 78 L. Pascoli, Vita di Antonio Balestra, a cura di F. Flores d’Arcais, estratto da Vite dei Pittori, Scultori e Architetti viventi, Treviso 1979, pp. 8, 20. Cfr. con bibliograia L. Ghio, E. Baccheschi, Antonio Balestra, Bergamo 1989, p. 224, cat. 145. Le due tele scomparse da Ca’ Zenobio poco prima del 1990, sono passate all’asta Sotheby’s, Londra, 6 luglio 2010, n. 109. 79 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., pp. 78-79. 80 Ivi, p. 79. 81 M. De Grassi, Filippo Parodi…, cit., pp. 68-69. 82 B. Aikema, Le decorazioni di palazzo Barbaro-Curtis a Venezia ino alla metà del Settecento, “Arte Veneta”, 41, 1987, p. 150. 83 ASVe, Giudici di Petizion, Inventari, b. 336/61, n. 35, 20 febbraio 1699, con aggiunte ino al 29 giugno. In fondo all’elenco: “In cameron nel cielo quadri numero 5 cioè uno in mezzo grande et 4 più piccoli ovi del Zanchi, un quadro grande del Rizzi, due telle imprimide”; B. Aikema, Le decorazioni…, cit., p. 148. 84 B. Aikema, Le decorazioni…, cit., p. 148, collocava però l’intera decorazione a stucco negli anni cinquanta del Settecento. 85 Museo Correr di Venezia, Gabinetto disegni e stampe, cl. III, Disegni di architettura, mm 390 x 285, in corso di catalogazione. 86 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., pp. 83-84, anche in questo caso, attribuisce gli stucchi alla coppia StazioMazzetti. 87 I. Proserpi, I Tencalla…, cit., p. 248. 88 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp. 107-110. Gli stucchi furono realizzati nell’ambito del rinnovamento della cappella maggiore che vide impegnati il pittore Giovanni Segala per il soitto e lo scultore Giuseppe Torretti per gli angeli lignei posti sull’altare e oggi non più esistenti. Il tutto venne inanziato con il lascito del parrocchiano Giovanni Battista Coletti. Anche G. Moschini, Guida per la città di Venezia […], I, Venezia 1815, p. 637, segnala l’intervento come opera di Abondio e Carpoforo. A. Spiriti, Abondio Stazio (Massagno 1663 - Venezia 1745), in Svizzeri a Venezia nella storia, nell’arte, nella cultura, nell’economia, dalla metà del Quattrocento ad oggi, a cura di G. Mollisi, Lugano 2008, p. 366, colloca l’esecuzione degli stucchi al “1700” attribuendone la committenza alla famiglia Widmann. 89 L’impresa dei Carmini non è ricordata da Füssli. 90 Come ricorda E.A. Cicogna, Delle Inscrizioni veneziane raccolte e illustrate […], I, Venezia 1824, p. 110: “Nel 1707 fu compiuta la erezione dell’altar maggiore [di San Domenico di Castello] sul modello di Domenico Paternò messinese architetto”. 91 L. Lorenzini, T. Contri, Sculture a Cento e a Pieve tra XV e XIX secolo, Cento (Ferrara) 2005, pp. 61-64; S. Langè, G. Pacciarotti, Barocco Alpino. Arte e Architettura religiosa del Seicento: spazio e iguratività, Milano 1994, p. 230. 92 T. Temanza, Zibaldon, a cura di N. Ivanof, Venezia-Roma 1963, p. 42, ricorda che da giovane Bartolomeo “lavorò anche in pietra”. 93 Luogo dal quale proveniva l’architetto Francesco Muttoni (1699-1747); M. Barausse, Muttoni Francesco, in Dizionario Biograico degli Italiani, LXXVII, Roma 2012, pp. 593-597. 94 Nato a Lugano nel 1676 da famiglia originaria di Castel San Pietro, da Francesco e Maria Caterina Splendore. Fu attivo tra il 1700 e il 1735 in Germania e in Danimarca; A. Girardi, Pozzi Carlo Maria, in Dizionario storico della Svizzera, http://www.hls-dhs-dss.ch/. 95 Motivi itomori che si intrecciano con un nastro appiattito e annodato a iocco nella parte superiore. 96 Con tavole incise da Johann August Corvinus. 97 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., pp. 84-85. 98 Abondio Stazio quale esecutore degli stucchi della cappella maggiore degli Incurabili rinnovata nel 17191721, viene segnalato da B. Aikema, D. Meyers, Nel regno dei poveri. Arte e storia dei grandi Ospedali veneziani in età moderna, Venezia 1986, p. 142, con rimando a E. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane […], V, Venezia 1842, pp. 389-392, e a G. Vio, Giuseppe Torretti intagliatore in legno e scultore in marmo, “Arte Veneta”, 38, 1984, pp. 206207, i quali però non menzionano un intervento di Abondio Stazio. 99 Cfr. L. Döry, Antonio Giuseppe Bossi, in Dizionario Biograico degli Italiani, XIII, Roma 1971, pp. 286-289. 100 Originario di Morcote, a Venezia almeno dal 1700; ASTi, Notarile, Fossati Luca Alberto, b. 22. 101 Roncaioli vende un terreno a Lorenzo Caccia nel 1705, mentre Abondio e Carpoforo sono presenti come padrini a un battesimo nel 1716. Sulla famiglia Caccia: A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., p. 68. 102 In mancanza di elementi certi si fa riferimento al contratto di apprendistato con Roncaioli del 1702, visto che generalmente si iniziava il garzonato fra i dodici e i quattordici anni d’età. Sulla disciplina dei contratti di apprendistato si veda: S. Bianchi, Parte chi impara l’arte. I Cantoni e la formazione di cantiere: appunti di percorso per una sintesi d’insieme, “Percorsi di ricerca”, 2, 2010, pp. 21-30. 103 A. Spiriti, Abondio Stazio da Massagno: il Rococò dal Ceresio a Venezia, in Svizzeri a Venezia…, cit., pp. 358365; A. Spiriti, Abondio Stazio (Massagno 1663 - Venezia 1745)…, cit., pp. 366-371. 104 Come viene indiferentemente indicato nei documenti, sebbene G. Pavanello, Tiepolo e gli altri: le decorazioni di palazzo Pisani Moretta, in I Pisani Moretta. Storia e Collezionismo, catalogo della mostra (Venezia, Ca’ Rezzonico), a cura di A. Craievich, pp. 76-79, igg. 31-33, abbia deciso di ribattezzarlo “Giovanni” Rossi. 105 I decori della sala dell’archivio della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista sono stati attribuiti a Francesco Re da M. De Grassi, Francesco Re e lo stucco rococò a Venezia, in Passaggi a nord-est…, cit., p. 496, ig. 485 a p. 504. 106 Si veda in questo stesso numero di “Arte Veneta” il contributo di Paolo Delorenzi, Giuseppe Garrovi, l’“unico discepolo dei celebri stuccatori Abbondio Stazzio, e Carpoforo Mazzetti”. 107 Cfr. S. Bianchi, Parte chi impara l’arte…, cit., pp. 21-30. 108 Su questo ramo della famiglia Staieri, diverso da quello degli omonimi stuccatori: G.M. Staieri, La igura militare e politica del capitano Giuseppe Staieri di Bioggio (1723-1802), “Bollettino Storico della Svizzera Italiana”, 86, 1-3, giugno-settembre 1974, pp. 58-88. 109 J.C. Füssli, Geschichte…, cit., pp. 109-110. 110 G. Moschini, Guida per la città di Venezia…, cit., p. 523. 111 Si veda qui nota 152. 112 ASTi, Notarile, Castelli Antonio, b. 1551, 16 febbraio 1732. 113 G. Pavanello, Gli stucchi (II)…, cit., p. 77. Questi vani sono il risultato del rinnovamento del palazzo avviato nel 1736 e concluso nel 1748: M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida: Giambattista Tiepolo per i Corner di San Polo, “Arte Veneta”, 69, 2012, pp. 71-83. 114 Per l’identiicazione del soggetto si veda M. Favilla, R. Rugolo, Ideologie da soitto. Giambattista Tiepolo per i Corner e per i Manin, in Soitti veneziani. La decorazione di volte e soitti a Venezia dal XV al XVIII secolo, atti del seminario di studio (Venezia, 4-5 dicembre 2014), a cura di H. Aurenhammer, M. Frank, in corso di stampa. 115 M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p. 103, nota 41. G. Pavanello, Gli stucchi (II)…, cit., p. 73, igg. 27-28 e p. 77, attribuisce alla coppia Stazio-Mazzetti anche gli stucchi del soitto di un piccolo ambiente del mezzanino di palazzo Corner. Si tratta in realtà di una composizione di matrice ancora barocca che si potrebbe collocare a ine Seicento in occasione del matrimonio di Alvise Corner con Caterina Contarini celebrato nel 1699; ASVe, Avogaria di Comun, reg. VI, c. 138, 3 ottobre 1699. 116 Biblioteca del Museo Correr di Venezia (d’ora innanzi BMCVe), Mss. PDc, 2343, II, cc. ss., 21 dicembre 1781 Venezia. 117 ASPVe, Parrocchia di San Beneto, Battesimi 1755-1808, p. 78, 3 giugno 1777. Si tratta del ramo dei Pelli di Vico Morcote. 118 G. Pavanello, Gli stucchi (I)…, cit., p. 84. Per quanto riguarda le sovraporte del portego i documenti tacciono in merito alla loro paternità, ma si potrebbero agganciare alla campagna decorativa del 1746-1748 che vede protagonisti Rossi, Franchini e Solari. 119 ASVe, Avogaria di Comun, reg. VIII, c. 265, 1° aprile 1747. 120 BMCVe, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa 1746. Libro di spese fatte in occasione del noviciado di sua eccellenza Vicenzo Tron”, cc. 2, 24, 40, 45. 121 L. Brentani, Antichi maestri d’arte e di scuola delle terre ticinesi. Notizie e documenti, I, Lugano 1936, pp. 83-84, 87. Giovanni Battista Adami nel 1703 a Carona è padrino di Andrea Solari di 152 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Baldassare. Sono a Venezia, nel 1707, Alessandro Adami di Giovanni Baldassare e, nel 1729, Andrea Adami quondam Giovanni Battista; A. LienhardRiva, Armoriale…, cit., p. 4. 122 Secondo quanto dichiarato da Franchini nella libertà di matrimonio di Antonio Adami del 1749. 123 Si tratta di Vincenzo III Pisani detto Marco Andrea di Vincenzo IV detto Zuanne del ramo di Santa Maria del Giglio; BMCVe, Mss. Cicogna, 2498-2505, M. Barbaro, “Discendenze patrizie”, VI, c. 84v. Macaruzzi è il progettista nel 1760 del restauro della chiesa di San Giovanni Evangelista; C. Demattè, San Giovanni Evangelista: gli esiti della ricerca storica, in Tra didattica e professione, il progetto di conservazione della chiesa di San Giovanni Evangelista a Venezia, a cura di S. Pratali Mafei, Venezia 1998, pp. 77-82. 124 ASPVe, Parrocchia di San Vidal, Morti 1771-1810, p. 183, 24 febbraio 1803. 125 I decori a stucco della chiesa di San Giovanni Evangelista sono stati attribuiti a Francesco Re da M. De Grassi, Francesco Re e lo stucco rococò a Venezia, in Passaggi a nord-est…, cit., pp. 496-497, ig. 474 a p. 498. 126 Sulla famiglia Beretta di Lugano: A. Lienhard-Riva, Armoriale..., cit., p. 33. 127 Sulla genealogia dei Castelli di Melide: A. Lienhard-Riva, Armoriale..., cit., pp. 96-97; G. Ortelli Taroni, Le famiglie Castelli di Melide, Mendrisio 2004. 128 Archivio parrocchiale di San Salvador, Venezia, Parrocchia di San Bartolomeo, Filza di atti diversi, “U”, c. s., 5 agosto 1788, per “due faciate fate di stuco”. 129 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1781, I, p. 292. 130 A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., pp. 375-376. 131 I pagamenti sono registrati nel resoconto delle spese per la villa in data 10 giugno 1775 siglato dal proto Filippo Rossi; BMCVe, Mss. PDc, 2423/4, n. 67. 132 P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale (II), “Arte Veneta”, 50, 1997, pp. 108-122. 133 R. Gallo, Una famiglia patrizia: i Pisani ed i palazzi di S. Stefano e di Stra, Venezia 1945, pp. 46-47. Francesco Re nel 1782 partecipa anche al funerale di Giustiniana Pisani di Santo Stefano. 134 Sulla igura dello stuccatore Domenico Borghi da Campione, N. Artini, Giuseppe Canonica: uno stuccatore ticinese nella seconda metà del Settecento, in Passaggi a nord-est…, cit., pp. 399, 401-402, 405. 135 BMCVe, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae T. II scritture”, 50.2, 10 giugno 1767. 136 Si veda supra e nota 118. 137 A tutt’oggi si conosce solo un altro intervento di Bartolomeo Lavizzari in terra veneta: la decorazione della chiesa parrocchiale di Valstagna del 1782; F. Signori, La chiesa arcipretale di Valstagna e i suoi oratori, Cittadella 1977; F. Signori, Valstagna. Storia della parrocchia, Cittadella 1979. 138 E. Bordignon Favero, Palazzo Erizzo alla Maddalena in Venezia, Padova 1988, pp. 49-70. Per palazzo Torriani Policreti a Pordenone (1776-1780) con Giuseppe del Ben: P. Goi, Stucchi del Settecento…, cit., p. 267. 139 ASVe, Archivio privato Nani Mocenigo, b. 191, fasc. 12, “Conti e carte Lavezzari stuccador”. Nelle carte appare anche lo stuccatore Giuseppe Gaggini. 140 Sull’attività di Gaspare Lavizzari per la famiglia Manin, nei palazzi di Venezia e Treviso, si veda M. Frank, Virtù e fortuna. Il mecenatismo e le committenze artistiche della famiglia Manin tra Friuli e Venezia nel XVII e XVIII secolo, Venezia 1996, pp. 209, 238, 241. 141 ASPVe, Parrocchia di Santa Soia, Battesimi 1752-1810, p. 188. 142 Ivi, Parrocchia di San Felice, Morti 1810, alla data. 143 Su Giovanni Maria Andreoli: P. Goi, Stuccatori lombardi in Friuli: aggiornamenti e novità, in Passaggi a nordest…, cit., p. 527 e nota 15. 144 Sulla famiglia Colomba di Arogno, nelle cui genealogie non compare però Vincenzo: L. Pedrini Stanga, I Colomba di Arogno, Lugano 1994. 145 Sulle vicende legate alla decorazione del portego di palazzo Corner a San Cassiano e su Giuseppe Castelli, nato intorno al 1755 a Melide e deceduto nel 1822 a Venezia in parrocchia di San Cassiano all’età di sessantasette anni: cfr. F. Amendolagine, Gli stuccatori ticinesi a Venezia. Tra rococò e neoclassicismo, in Svizzeri a Venezia…, cit., pp. 393-397. 146 Palazzo Mocenigo, Archivio privato Contarini da Mula, in Archivio privato Corner Mocenigo (in via di riordino), Cartella segnata “Proprietà Contarini da Mula, piante e progetti”: “Stuccador Colomba, Camara ordinata Padova sopra la strada in facia a quella delli pillastrini”. 147 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1147. 148 Probabilmente la famiglia era originaria di Arzo come si evince dall’inventario dell’eredità del padre Giuseppe quondam Simone di Arzo ma residente a Mendrisio; ASTi, Notarile, Rusca Giovanni Battista, b. 575, 10 dicembre 1751. Sulle origini della famiglia si veda A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., p. 150. 149 Cfr. G. Pavanello, Tiepolo e gli altri…, cit., p. 70. Alla luce di ciò le attribuzioni avanzate da M. De Grassi, La decorazione a stucco di palazzo Loredan a Santo Stefano: Carpoforo Mazzetti junior, Giuseppe Ferrari e il difondersi della cultura rococò, “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, 161, 2002-2003, Classe di scienze morali, lettere ed arti, pp. 747-753, rimangono in attesa di veriica, sebbene siano state accolte da A. Craievich, Le decorazioni di palazzo Loredan dal Cinquecento all’Ottocento, in Idee progetti restauri, 1999-2009: palazzo Loredan e palazzo Cavalli Franchetti. L’istituto Veneto e le sue sedi, Venezia 2009, p. 55. 150 Ferrari è di nuovo a palazzo Pisani Moretta nel 1781 per la decorazione di un mezzanino; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori delle decorazioni a palazzo Pisani Moretta a S. Polo, “Notizie da Palazzo Albani”, XI, 1-2, 1982, p. 103. 151 R. Gallo, Una famiglia patrizia…, cit., p. 45. In quegli anni Ferrari abita a San Vidal in una casa di proprietà della famiglia Pisani. 152 ASTi, Notarile, Della Torre Giovanni Battista di Giovanni, b. 2476, alla data. Reale di Copenaghen, dell’Archivio di Stato di Como, dell’Archivio di Stato e della Biblioteca Civica Joppi di Udine, della Biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, della Biblioteca e dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, della Biblioteca del Museo Correr, dell’Archivio Storico del Patriarcato e dell’Archivio di Stato di Venezia, della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia, di Palazzetto Bru Zane - Centre de musique romantique française di Venezia. Un ringraziamento distinto va a Florence Alibert, Manuela Barausse, Andrea Bellieni, Giovanni Caniato, Chiara Ceschi, Maichol Clemente, Alberto Craievich, Massimo De Grassi, Paolo Delorenzi, Monica De Vincenti, Laura Facchin, Rosa Giglio, Laura Gnaccolini, Rossella Granziero, Sara Grinzato, Jelena Ivaniesevic, Nina Kudiš, Luciana Giacomelli, Simone Guerriero, Laura Levantino, Gernot Mayer, Diego Mazzetto, Amalia Pacia, Michèle Roche, Ida Santisi, Luca Sassi, Giuseppe Sava, Meri Sclosa, Giorgio Tagliaferro, Serena Tagliapietra, Andrea Tomezzoli, Damir Tulić, Irena Trevisan, Davide Trivellato, Giordano Zeli. Ringraziamenti. Questa ricerca non avrebbe avuto esito senza l’aiuto e i preziosi suggerimenti di Antonio Trapletti e senza il supporto e la cortese disponibilità di Carlo Agliati, Giovanni Naghiero e Wolfgang Wolters. La nostra gratitudine va inoltre ai direttori e al personale dell’Archivio di Stato del Canton Ticino, dell’Archivio Storico della Diocesi di Lugano, dell’Archivio 153 / “Basta che la supericie appaghi la vista”: introduzione allo studio dello stucco a Venezia dal barocco al rococò Regesto cronologico-documentario degli stuccatori attivi a Venezia da Andrea Pelli (1652-1725) a Carpoforo Mazzetti Tencalla (1710-1775) Massimo Favilla, Ruggero Rugolo 1652 24 novembre, Brusino Arsizio (C.T.): riceve il battesimo Andrea Pelli di Lorenzo e Dorotea Poma; padrino Giulio Salvia quondam Antonio di Morcote, madrina Elisabetta Cattanea moglie di Carlo Poma1. 1656 5 novembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Giovanni Pietro Roncaioli di Giovanni Battista e Caterina Salvia; padrino Giovanni Battista Salvia di Maroggia, madrina Maria de Giussani quondam Bartolomeo di Morcote2. 1665 29 febbraio, Carona (C.T.): riceve il battesimo Baldassare Solari di Pompeo e Marta Aprile; padrino Pompeo Solari di Giacomo, madrina Margherita Aprile3. 1665 circa Massagno? (C.T.): nasce Abondio Stazio di Domenico4. 1671 30 luglio, Venezia: riceve il battesimo a San Felice Bartolomeo Giacomo Penso detto Cabianca di Pietro e Antonia Carapello; padrino Giovanni Battista dal Vago5. 1674 circa Porlezza? (Como): nasce Giovanni Battista Muttoni di Marco6. 1675 6 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli di Lorenzo sposa Caterina Boschi di Carlo; testimoni Gabriele Roncaioli quondam Giovanni Maria e i fratelli Francesco e Carlo Poma quondam Giorgio7. 24 febbraio: compare al battesimo di Caterina d’Elia di Andrea e Antonia8. 1677 4 settembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Giovanna Maria di Andrea Pelli e Caterina Boschi; padrino Giulio Roncaioli quondam Gabriele, madrina Paola moglie di Carlo Salvia9. 1677 circa Parma e Piacenza: Abondio Stazio giunge nel ducato dei Farnese10. 1679 8 febbraio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli è presente come testimone alle nozze di Giovanni Battista Roncaioli di Giovanni Antonio con Maria Amadio di Domenico11. 1681 18 ottobre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Lorenzo Pelli di Andrea e Caterina Boschi; madrina, Antonia Rusconi di Lindano futura moglie di Pietro Roncaioli12. 20 ottobre, Brusino Arsizio: muore Caterina Boschi moglie di Andrea Pelli13. 21 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli e Pietro Roncaioli partecipano all’assemblea della Vicinanza del comune14. 231 / Carte d’archivio 26 gennaio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Giovanni Maggi sottoscrive un contratto con Giovanni Tron per la fattura di cornici parietali in stucco su disegno di Baldassare Longhena15. 18 giugno, Venezia: Pietro Roncaioli, in qualità di “scultor”, assume come apprendista Giacomo di Silvestro Brunetti16. 1682 30 settembre, Besano (Varese): riceve il battesimo Alvise Michele Antonio Bossi di Alvise di Porto Ceresio e Chiara Luigia della Croce; padrino Alessandro della Croce di Riva San Vitale, madrina Maria Lucia Bossi di Porto Ceresio, futura seconda moglie di Andrea Pelli17. Bolzano, chiesa del Calvario: Andrea Pelli e Girolamo Aliprandi realizzano le statue con i profeti e i re d’Israele18. 1684 20 marzo, Agno (C.T.): Abondio Stazio viene ingaggiato per un anno da Bartolomeo Quadri di Cassina d’Agno, ma residente a Weißenfels (Sassonia-Anhalt), per lavorare in quella città. Il compenso è di ottanta scudi, più vitto e alloggio. Il contratto è sottoscritto da Giacomina e Francesco Quadri procuratori di Bartolomeo19. Venezia, chiesa di San Daniele: Giovanni Maggi ha completato il fregio con cornici nella navata centrale20. 1685 22 marzo, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli è presente alla stesura del contratto di matrimonio con Antonia Maria Rusconi di Lindano nata a Tremona ma residente a Meride21. 14 agosto, Bissone (C.T.): riceve il battesimo Carpoforo Antonio Salvatore Mazzetti di Giacomo Maria e Anna Maria Tencalla quondam Carpoforo; padrino Giovanni Battista Carati di Giovanni, madrina Costanza Tencalla di Pietro22. 29 settembre, Venezia: Pietro Roncaioli risulta iscritto all’arte dei tagliapietra23. 1686 13 luglio - 25 settembre, Frederiksborg Slot (DK): Abondio Stazio lavora insieme a Claude Le Coffre, su progetto di Lambert van Haven, alla decorazione del soffitto della sala di udienza24. 1688 22 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli stipula un atto notarile per l’acquisto di un terreno25. 11 marzo: Girolamo Aliprandi, quondam Giacomo, stuccatore di Laino in Val d’Intelvi stila il proprio testamento nel quale istituisce dei legati per Andrea e Lorenzo Pelli26. 23 maggio, Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò riceve un compenso per i decori nel soffitto della cappella maggiore27. 10 dicembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Arcangela di Andrea Pelli e Maria Lucia Bossi quondam Francesco di Porto Ceresio; padrino Gerolamo da Ponte quondam Benedetto, madrina Francesca Pelli quondam Andrea di Vico Morcote28. 1688-1694 circa Vicenza, Palazzo Leoni Montanari: Andrea Pelli pone la propria firma sul soffitto della Galleria della Verità29. 1689 1 marzo, Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò riceve il compenso a saldo dei decori nel soffitto della cappella maggiore30. 18 ottobre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Giovanni Battista di Pietro Roncaioli e Antonia Maria Rusconi, madrina Maria Lucia Bossi moglie di Andrea Pelli31. 1690 circa Bissone?: nasce Giovanni Battista Garovo Allio di Giovanni Battista e Francesca Albuzzi quondam Fioramonte di Clivio32. 1690 Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò conclude i lavori per la decorazione della cappellina battesimale33. 1691 Dicembre, Rovigo, chiesa di San Bartolomeo: vengono “stabiliti li stucchi” già eseguiti da Pietro Roncaioli nella cappella del Santissimo34. 1692 19 gennaio, Morcote (C.T.): Andrea Pelli compare al battesimo di Pietro Francesco Pelli di Antonio e Camilla35. 22 maggio, Venezia: Domenico Paternò quondam Giuseppe compare come testimone in un processo del Sant’Uffizio36. 1693 21 giugno, Venezia, chiesa Santa Maria del Giglio: Domenico Michele Paternò riceve il compenso per il modello in stucco del tabernacolo dell’altar maggiore disegnato dal pittore Antonio Zanchi37. 24 settembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Lindano di Pietro Roncaioli e Antonia Rusconi; padrino il reverendo Giuseppe Maria Roncaioli quondam Gabriele, madrina Domenica Gagini di Francesco38. 6 novembre, Carona: riceve il battesimo Giovanni Battista Solari di Baldassare di Pompeo e Marta Caselli di Giovanni Battista; padrino Giacomo Filippo Adami, madrina Caterina Solari di Pompeo39. 1694 circa Venezia: Pietro Roncaioli dichiara alla fraglia dei tagliapietra di non fare più il mestiere da otto anni40. Mendrisio (C.T.): nasce Giovanni Andrea Cosma Damiano Rossi di Giovanni Battista41. 1695 18 febbraio, Venezia: Pietro Roncaioli rilascia una procura allo zio don Giuseppe a Brusino per la divisione ereditaria dei beni del padre Giambattista morto a Venezia l’anno prima42. 1696 13 luglio, Bissone: Carpoforo Mazzetti viene registrato negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo con l’età di undici anni43. 1697 2 marzo, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli è presente alla stesura di un atto notarile44. 5 marzo, Brusino Arsizio: Andrea Pelli quondam Lorenzo stila il proprio testamento45. 19 giugno, Padova, cappella delle reliquie al Santo: viene pagato il falegname che ha innalzato le impalcature per lo stuccatore Pietro Roncaioli46. 7, 19 settembre, Venezia, casino Zane a San Stin: Abondio Stazio riscuote il saldo per i decori di due camere e un acconto per quelli della sala47. 232 / Carte d’archivio 28 settembre, Venezia, casino Zane a San Stin: Andrea Pelli riscuote il primo saldo per i decori della sala48. 2 dicembre, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli ha concluso una prima fase di lavori. L’Arca del Santo delibera che gli sia assegnato un compenso aggiuntivo rispetto a quanto già riscosso49. 3, 13 dicembre: riscuote un acconto e il saldo per i suoi lavori e per l’assistenza alla costruzione dell’ingresso50. 23 dicembre: stipula un nuovo accordo con l’Arca del Santo per decorare i vani delle finestre otturate e da otturarsi51. Venezia: Abondio Stazio risiede in calle del Pozzetto nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto. Paga 20 ducati all’anno di affitto al nobiluomo Giovanni Zulian52. 9 maggio, Venezia: Abondio Stazio risiede in calle del Pozzetto nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto. Paga 20 ducati all’anno di affitto al nobiluomo Giovanni Zulian69. Maggio, Venezia, palazzo Albrizzi a Sant’Aponal: viene pagato il "marangon" per aver preparato i soffitti del portego e di una camera per la decorazione a stucco70. 10 luglio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Pelli si impegna con il nobiluomo Andrea Tron per fare dodici soprafinestre, tre sottobalconi e due sovraporte per la sala da ballo71. 23 luglio; 6, 23 agosto: riscuote le prime rate in pagamento dei lavori72. 10, 25 settembre: Lorenzo Pelli di Andrea riscuote altri due pagamenti per i lavori73. 1697 circa Venezia: Alvise Bossi giunge in città53. Venezia: Carpoforo Mazzetti giunge in città54. 1702 30 gennaio, Venezia, palazzo Albrizzi a Sant’Aponal: in occasione del solenne ingresso di Giambattista Albrizzi alla carica di procuratore di San Marco si aprono le stanze del palazzo appena rinnovato74. 18 marzo, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli “scultore di stucco” sottoscrive il contratto di apprendistato per cinque anni di Giovanni Battista Garovo Allio quondam Giovanni Battista di Bissone. Sono presenti come testimoni Giuseppe Gaggini di Francesco, scultore in marmo (e tutore di Giovanni Battista), e Giacomo Maria Mazzetti padre di Carpoforo Mazzetti75. Aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti viene registrato come assente negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo con l’età di sedici anni76. 12 luglio, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli riscuote dall’Arca del Santo un pagamento per la fornitura di un “pezzo di marmo”77. 31 luglio: scrive ad Antonio Manin proponendosi come scultore in sostituzione del defunto Angelo Marinali, ma si dice obbligato a rimanere per il momento a Padova per eseguire il piedistallo del cerforale nella cappella delle reliquie, compagno di quello già realizzato da Filippo Parodi78. 21 settembre, Brusino Arsizio: Andrea Pelli quondam Lorenzo compare al battesimo di Carlo Giorgio Croce di Ambrogio e Maria de Bolis79. 1698 22 febbraio, Venezia, casino Zane a San Stin: Abondio Stazio riscuote il saldo per gli ornati della sala e di altri ambienti55. 11 marzo: stila la ricevuta per conto dell’indoratore Giovanni Battista Toppi non sapendo questi scrivere56. 15, 23, 27 marzo; 5, 11, 12, 19 aprile: riscuote i pagamenti e il saldo per il soffitto della sala57. 26 aprile; 3, 10, 16 maggio, Venezia, casino Zane a San Stin: Andrea Pelli riscuote i pagamenti per i lavori58. 20 maggio: riscuote il saldo a nome del “colega” Abondio Stazio59. 15 giugno; 28 luglio; 18 dicembre, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli riceve due pagamenti per il bassorilievo con il Transito del santo e un pagamento per i decori della cantoria60. 9 ottobre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Pietro Antonio di Pietro Roncaioli e Antonia Rusconi; padrino Gabriele Roncaioli di Giulio Cesare, madrina Marta Salvia di Carlo61. 1699 3 settembre, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli ha terminato due nicchie. Richiamato altrove per un nuovo lavoro, i presidenti dell’Arca del Santo deliberano che non lo si lasci partire, si predisponga l’accordo e si scelgano i disegni per la decorazione di altre due nicchie62. 19 ottobre, 31 dicembre: riscuote i pagamenti in acconto per i decori delle nicchie63. 1700 12 marzo, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli riceve il compenso per tutto il lavoro eseguito fino a quella data64. 19, 28 agosto; 18, 31 dicembre: riceve i compensi e il saldo per i decori delle nicchie e per il gruppo di angeli sopra l’ingresso65. Agosto, Venezia, palazzo Albrizzi a Sant’Aponal: “Quel delli stucchi” riceve un acconto per l’accordo relativo alla decorazione delle “due camere nove”66. 3 dicembre, Carona: riceve il battesimo Pompeo di Baldassare Solari di Pompeo e Marta Caselli; padrino Giuseppe Antonio Casella quondam Andrea, madrina Marta moglie di Francesco Aprile67. 1701 16 febbraio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli è presente alla stesura di un atto notarile68. 1703 13 dicembre, Venezia: riceve il battesimo a San Bartolomeo Lavinia Maria di Giovanni Battista Muttoni quondam Marco “stucador” e Anna Maria Pozzi di Francesco80. 16 dicembre, Carona: riceve il battesimo Andrea Solari di Baldassare di Pompeo e Marta Caselli quondam Giovanni Battista; padrino Giovanni Battista Adami di Giacomo81. 1704 circa Bissone?: nasce Giuseppe Maria Garovi di Domenico e Giulia Maria Gaggini82. 1704 30 marzo, Bissone: Carpoforo Mazzetti è testimone al matrimonio di Giuseppe Poletta di Melano e Giovanna Margherita Tencalla quondam Carpoforo83. 26 aprile; 12 maggio; 20 giugno; 28 luglio, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro Roncaioli riscuote i pagamenti per i decori che va facendo84. Venezia: Abondio Stazio risulta affittuario di una casa e di un magazzino in parrocchia di San Giovanni Elemosinaro di proprietà del nobiluomo Giovanni Zulian85. 1705 Febbraio, Padova, cappella delle reliquie al Santo: Pietro 233 / Carte d’archivio Roncaioli riscuote un acconto per la decorazione dell’ingresso e “per segadura de’ marmi”86. 29 maggio: riscuote un acconto per la decorazione di due nicchie87. 18 luglio, Venezia: vende un pezzo di terra prativa in Morcote a Lorenzo Caccia quondam Francesco "marangon" residente a Venezia nella parrocchia di San Salvador88. 21 settembre, Padova: gravemente ammalato, chiede un prestito al fratello Camillo "murer" residente a Venezia per pagare le spese necessarie alle cure89. Venezia: Abondio Stazio “d’anni 40, forestier, solo in casa, stucador” è residente in calle del Pozzetto nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto90. Venezia: Lorenzo Ganassa, nella seconda edizione de Il ritratto. Overo le cose più notabili di Venezia, ricorda che “Il battisterio [di Santa Maria del Giglio] è opera eccellentissima di Domenico Paterno”91. 1706 27 gennaio, Brusino Arsizio: Pietro Roncaioli muore in casa propria e viene sepolto nell’arca della confraternita del Santissimo Sacramento nella parrocchiale di San Michele Arcangelo92. 25 luglio; 28 ottobre, Venezia, chiesa di San Canciano: Abondio Stazio riscuote i compensi per i decori della cappella maggiore93. 10 agosto, Venezia: riceve il battesimo a San Bartolomeo Maria Caterina di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi94. 31 agosto, Venezia: Alvise Bossi “stucador” di San Salvador compare a San Fantin al battesimo di Teresa Domenica Visetti di Giovanni Battista “murer” e Paolina95. 1707 31 dicembre, Carona: Baldassare Solari e i figli Giovanni Battista e Andrea sono registrati negli Stati d’anime della parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea96. 1708 5 febbraio, Bissone: Carpoforo Mazzetti compare al battesimo di Giovanni Battista Gaggini di Giuseppe e Ippolita Rigoni97. 11 marzo, Venezia: riceve il battesimo a San Bartolomeo Maria Caterina di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi98. 11 ottobre, Carona: riceve il battesimo Salvatore Solari di Baldassare e Marta Caselli quondam Giovanni Battista; padrino Giovanni Andrea Casella di Carlo, madrina Petronilla Casella di Domenico99. 19 novembre; 13 dicembre, chiesa di Santa Maria dei Carmini: Pietro Branchini “stucador” riceve i compensi per i decori nella cupola della cappella della Scuola dei Carmini100. 1709 5 gennaio, Venezia: Abondio Stazio riscuote dalla Scuola Grande di San Rocco la rata di interesse su un prestito101. Gennaio, Brusino Arsizio: Andrea e Lorenzo Pelli sono registrati negli Stati d’anime della parrocchia di San Michele Arcangelo102. 14 gennaio; 19, 24 maggio, Venezia, chiesa di Santa Maria dei Carmini: Pietro Branchini riceve i compensi e il saldo per i decori nella volta della cappella della Scuola dei Carmini103. 24 maggio, Venezia: Abondio Stazio riscuote il compenso per i modelli degli stucchi realizzati da Pietro Branchini nella cupola della cappella della Scuola dei Carmini104. 26 maggio, Passariano: Abondio Stazio si reca nella villa dei Manin insieme al pittore Louis Dorigny105. 31 maggio, Udine: riceve un compenso per il sopralluogo nel duomo di Santa Maria Annunziata e per disegni106. 3 giugno: viene pagato il corriere per averlo ricondotto a Venezia107. 4 giugno: viene acquistata “arzila” per i modelli108. 5 agosto: viene pagato il “carro” che ha condotto a Udine il bagaglio degli stuccatori per i quali si acquistano due letti nuovi109. 23 giugno, Venezia: Abondio Stazio riscuote dalla Scuola Grande di San Rocco la seconda rata di interessi su un prestito110. 11 agosto, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti e Pietro Patriarca, assistiti da due manovali, ricevono il primo compenso111. 13 agosto, Udine: viene pagato un altro “carro” che ha condotto il bagaglio dei pittori e degli stuccatori112. 18 agosto, Udine, duomo: Abondio Stazio viene pagato per la fornitura di materiali e per l’acquisto di creta per fare i modelli113. 29 agosto, Udine, duomo: si acquista altra creta per i modelli114. 18, 29 agosto; 13, 15, 20, 28, 30 settembre; 12, 20, 29 ottobre; 2, 9, 16, 24, 30 novembre; 7, 13, 21 dicembre, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti e Pietro Patriarca ricevono i compensi calcolati in giornate di lavoro115. 13 settembre, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve la prima “mesata”116. 5 ottobre; 5 novembre; 5 dicembre: riscuote le mesate successive117. 6 dicembre: fornisce le indicazioni al capomastro Luca Andreoli per i lavori di muratura da eseguirsi sui due archi del presbiterio prima di iniziare la decorazione118. 1709-1710 Astino (Bergamo), chiesa del monastero del Santo Sepolcro: la “mano virtuosa” di Andrea Pelli esegue la decorazione delle cappelle di San Martino e del Santo Sepolcro119. 1710 5 gennaio, Udine, duomo: Abondio Stazio fa acquistare materiali necessari al cantiere120. 5 gennaio; 5 febbraio; 8 marzo; 10 aprile; 7 maggio; 8 giugno; 5 luglio; 5 agosto; 5 settembre; 5 ottobre; 7 novembre; 7 dicembre: riceve le mesate121. 15 gennaio: fa acquistare del ferro “per far canicchie”122. 5, 11, 18, 25, 28 gennaio; 8, 15, 23, 28 febbraio; 7, 17, 22, 29 marzo; 5, 12, 19, 26 aprile; 2, 9, 17, 24, 30 maggio; 8, 14, 21, 28 giugno; 1, 11, 18, 24 luglio; 2, 9, 14, 23, 28 agosto; 5, 13, 21, 27 settembre; 4, 11, 18, 25, 31 ottobre; 8, 15, 22 novembre; 7, 12 dicembre, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti e Pietro Patriarca ricevono i compensi calcolati in giornate di lavoro123. 30 gennaio, Venezia: Alvise Bossi di Alvise compare a San Salvador al battesimo di Felicita Caccia di Francesco quondam Lorenzo “marangon” e Teresa Paleari di Abondio124. 21 febbraio, Udine, duomo: acquisto di creta per fare i modelli125. 25 febbraio, Udine, duomo: Abondio Stazio fa acquistare della terra gialla126. 8 marzo: fa acquistare della terra rossa127. 19 aprile: riscuote il compenso per pagare 18 giornate di lavori ad altri stuccatori128. 8 ottobre: riscuote un pagamento per materiali da lavoro129. 234 / Carte d’archivio 18 novembre: riscuote il compenso per un nuovo stuccatore130. 22 marzo, Brusino Arsizio: Andrea Pelli rilascia una procura alla moglie Maria Lucia Bossi131. 23 aprile: in virtù della procura rilasciatale dal marito Andrea Pelli, assente, Maria Lucia Bossi sottoscrive un atto di compravendita132. 30 agosto, Venezia: riceve il battesimo a San Tomà Maria Agostina di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi133. 22 novembre, Bissone: riceve il battesimo Carpoforo Giacomo Maria Mazzetti Tencalla di Giovanni Domenico e Lucia Carati; padrino Giovanni Battista Carati di Giovanni, madrina Costanza Tencalla di Giovanni Pietro134. 22 dicembre, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti, Pietro Patriarca e il “Signor Francesco” ricevono i compensi calcolati in giornate di lavoro135. 1711 3 gennaio, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve la prima mesata dell’anno nuovo136. 3, 12, 19, 25, 31 gennaio; 7, 12, 27 febbraio; 7, 15, 21, 28 marzo; 1, 9, 25 aprile; 3, 5, 10, 17, 31 maggio; 1, 12, 27 giugno; 1, 12, 18, 24 luglio; 1, 8, 14, 26, 30 agosto; 5, 12, 19, 30 settembre; 3, 13 ottobre; 2, 19 novembre; 13, 30 dicembre, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti, Pietro Patriarca e il “Signor Francesco” ricevono i compensi calcolati in giornate di lavoro137. 7 febbraio; 7 marzo; 18 aprile; 22 maggio; 31 maggio; 24 luglio; 14 agosto; 19 settembre; 16 novembre; 27 novembre; 30 dicembre, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve le mesate138. 18 febbraio: fa acquistare la creta per fare i modelli139. 23 febbraio: fa acquistare un “mastelo”140. 18 dicembre, Mendrisio: Prospero Rossi è nominato procuratore dal nipote Giovanni Andrea Rossi, quondam Giovanni Battista, che si trova “nelle parti della Germania”141. 1712 13 gennaio, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve in anticipo l’ultima mesata che terminerà il 5 febbraio142. 13 gennaio, Udine, duomo: Carpoforo Mazzetti, il “Signor Francesco” e il “Signor Salvador” ricevono il compenso per ventisette giornate di lavoro143. 11 marzo, Udine, duomo: Abondio Stazio riceve un pagamento di 11 lire144. 28 giugno, Brusino Arsizio: Andrea Pelli scrive una lettera a Giovanni Oldelli di Meride ove chiede di registrare la propria nomina nel consiglio della Pieve di Riva San Vitale145. 3 ottobre: sottoscrive, a nome del figlio Lorenzo Pelli (“e patria absentis”), il contratto dotale della moglie di questi Anna Lavinia Paleari quondam Ambrogio di Morcote146. 8 ottobre, Venezia: Abondio Stazio riceve dai Manin un compenso per aver eseguito non meglio specificati disegni147. 1713 5 marzo, Venezia, Abondio Stazio riscuote dal guardian grande della Scuola di San Rocco la prima rata di interesse su un prestito di 1100 ducati148. 29 luglio; 18 agosto; 22 agosto; 1, 23 settembre; 17 ottobre; 3 novembre; 9 dicembre, Venezia, Palazzo Ducale: Baldassare Solari e il figlio Giovanni Battista riscuotono i compensi per i restauri del soffitto della sala delle quattro porte149. Luglio, Mendrisio: Giovanni Andrea Rossi quondam Giovanni Battista risulta dimorante “dalle parti della Germania”150. 9 novembre, Brusino Arsizio: riceve il battesimo Michelangelo Arcangelo Pelli di Lorenzo di Andrea e Anna Lavinia Paleari quondam Ambrogio; padrino Giulio Cesare Roncaioli di Gabriele, madrina Francesca Bossi di Giovanni Battista moglie di Carlo Ambrogio Croci151. Venezia: Abondio Stazio risiede in calle del Pozzetto nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto, ma, invece di una casa, “tiene una camera” affittata dal 1° dicembre 1708. Paga 9 ducati all’anno di affitto alla nobildonna Marietta Marcello vedova di Zuanne Zulian152. 1714 11 luglio, Venezia, Palazzo Ducale: Baldassare e Giovanni Battista Solari riscuotono il saldo per i restauri del soffitto della sala delle quattro porte153. 29 luglio, Venezia: Abondio Stazio riscuote dalla Scuola Grande di San Rocco un’altra rata sul prestito di 1100 ducati154. 1715 11 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni Elemosinaro Chiara Marta di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi; padrino Paris Visetti quondam Federico155. 4 agosto, Venezia: Abondio Stazio ritira dalla Scuola Grande di San Rocco il capitale di 1100 ducati precedentemente prestato dichiarandosi “interamente soddisfatto”156. Venezia: Giovanni Battista Muttoni “stucador” risiede con moglie e sei figli in calle del Cinque nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto. Paga 14 ducati all’anno di affitto al nobiluomo Agostin Riva157. Venezia, 25 ottobre, Alvise Michele Bossi di Alvise di “Porto della pieve di Arcisate diocesi di Milano di anni 32 in circa”, residente a San Mattio di Rialto, rilascia una dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio. Afferma di essere giunto a Venezia all’età di quindici anni e di non essersi più mosso. Confermano la sua dichiarazione Pietro Giacomazzi e il pittore Giorgio Fossati quondam Antonio di Morcote158. Venezia, 3 novembre: Alvise Michele Bossi di Alvise sposa a San Salvador Lucia Gaspara Menoni quondam Giacomo159. 1715-1716 20 dicembre - 4 gennaio, Venezia: la “Pallade veneta” dà notizia dell’incendio che si sprigionò in una stanza appena decorata a stucco in palazzo Sagredo a Santa Sofia, danneggiando gravemente l’intero edificio160. 1716 1, 23 maggio; 13 giugno; 4, 18 luglio; 1, 22 agosto; 5, 19, 30 settembre; 7 novembre, Udine, duomo: Giovanni Battista Muttoni riscuote i pagamenti per non meglio specificati lavori161. 16 maggio, Padova, palazzo Cornaro della Regina a San Massimo: Bortolo Cabianca riceve un compenso in acconto di fatture di stucco162. 15 agosto, Venezia: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti compaiono a San Salvador come padrini al battesimo di Abondio Caccia di Francesco quondam Lorenzo da Morcote e Teresa Paleari di Abondio “publico notaro milanese”. Entrambi risiedono nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro163. 26 giugno, Padova: Bortolo Cabianca sottoscrive il con- 235 /Carte d’archivio tratto con il nobiluomo Andrea Cornaro della Regina per l’esecuzione degli stucchi nella villa di Piombino Dese164. 24 settembre, Venezia, chiesa degli Scalzi, cappella Manin: Abondio Stazio riceve un compenso per l’ornato dell’arcone d’ingresso165. Venezia: Abondio Stazio risiede in calle della Madonna nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto. Paga 50 ducati all’anno di affitto al nobiluomo Marco Molin alla Maddalena166. 1717 27 giugno - 19 ottobre, Ottobeuren (Baviera), abbazia dei Santi Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve, sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione del chiostro orientale167. 20 luglio, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni Elemosinaro Antonio Maria Salvador di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi; padrino “il signor Abondio Statio quondam Domenico” 168. 1718 16 agosto, Brusino Arsizio: Abondio Stazio, residente a Venezia, concede un prestito al consiglio della Pieve di Riva San Vitale169. 6 dicembre, Venezia, chiesa di Sant’Antonin: riscuote il compenso per aver restaurato gli stucchi della volta della cappella di San Saba170. 18 dicembre, Ottobeuren, abbazia dei Santi Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve, sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione del chiostro orientale171. Venezia, palazzo Sagredo a Santa Sofia: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti pongono la loro firma sugli stucchi del camerino dei trofei172. Venezia: Giuseppe Maria Garovi quondam Domenico da Bissone giunge quattordicenne in città con Carlo Ambrogio Croce di Brusino Arsizio173. 1719 9 marzo, Bissone: Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla anche a nome del fratello Carpoforo Mazzetti, che si trova a Venezia, sottoscrive un atto di compravendita174. 24 marzo - 16 novembre, Ottobeuren, abbazia dei Santi Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve, sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione di alcuni ambienti175. 1 aprile, Brusino Arsizio: Andrea e Lorenzo Pelli sono registrati negli Stati d’anime della parrocchia di San Michele Arcangelo176. 1720 10 febbraio - 3 novembre, Ottobeuren, abbazia dei Santi Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve, sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione di alcuni ambienti177. 26, 27 giugno, Bissone: Giulia Maria Gagini vedova Garovi regolarizza il garzonato del figlio Giuseppe Maria Garovi presso “Abondio Statio di Massagno stuccatore habitante in detta città [di Venezia] per imparare ed esser da esso signor Statio amaestrato nell’arte di stuccatore”178. 21 luglio, Venezia: Giuseppe Maria Garovi risiede in città presso Carlo Ambrogio Croce di Brusino Arsizio179. Venezia: Bortolo Cabianca risulta iscritto all’Arte dei tagliapietra e versa una tassa di £ 4:17180. 1721 19 marzo, Mendrisio: riceve il battesimo Prospero Felice Franchini di Antonio quondam Antonio e Anna Rossi quondam Giovanni Battista; padrino Filippo Quartironi quondam Pietro, madrina Antonia Torriani181. 23 giugno, Carona: riceve il battesimo Antonio Adami di Giovanni Battista e Maddalena; padrino Giovanni Battista Casella quondam Giovanni Battista, madrina Maria vedova di Giovanni Battista Casella182. di Abondio Stazio. Carpoforo dichiara di avere quarant'anni, di essere a Venezia da ventinove anni e di risiedere nella parrocchia di San Mattio a Rialto195. 8 settembre, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti ricevono i compensi per la decorazione del soffitto della cappella maggiore196. 1722 24 gennaio, Venezia, Scuola Grande di San Teodoro: Abondio Stazio ha realizzato dodici cornici ovali di stucco sulle pareti della sala superiore per ospitare i dipinti con le Storie di san Teodoro183. 26 luglio, chiesa dell’ospedale degli Incurabili alle Zattere: Giovanni Battista Muttoni riceve il compenso per aver restaurato gli stucchi184. 6 dicembre, Ratisbona: Giovanni Andrea Rossi scrive una lettera allo zio materno Filippo Quartironi a Mendrisio185. 1727 8 febbraio; agosto, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti ricevono i compensi per la decorazione della cupola della cappella maggiore197. 25 maggio, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Alvise Bossi riceve il pagamento per aver restaurato gli stucchi della volta delle scale198. 1723 12, 14, 18 gennaio, Brusino Arsizio: Abondio Stazio dimorante a Venezia concede prestiti alla magnifica pieve di Balerna e alle comunità di Maroggia e di Mendrisio, tutte nel Canton Ticino. Procuratore e agente per tali operazioni è Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla (fratello di Carpoforo Mazzetti)186. 16 agosto, Venezia, palazzo Coreggio a San Cassiano: Giovanni Battista Muttoni stila una nota di fatture (con la supervisione del pittore Ferdinando Fochi) per restaurare gli stucchi in vari ambienti del palazzo preso in affitto dal nobiluomo Federico Corner della Regina187. 1724 21 febbraio, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni Elemosinaro Francesco Giovanni di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi; padrino Carpoforo Mazzetti quondam Giacomo188. 13 maggio - 27 ottobre, Ottobeuren, abbazia dei Santi Alessandro e Teodoro: Giovanni Andrea Rossi riceve, sotto la direzione di Andrea Maini, i compensi per la decorazione della Ovat-Tafelstube189. 1725 5 gennaio, Venezia: "Oratio Statio stuchador” quondam Domenico di San Giovanni Elemosinaro compare a San Beneto al battesimo di Diamante Gasparo Martinelli di Zorzi “murer” e di Vittoria190. 19 gennaio, Brusino Arsizio: Andrea Pelli muore in casa propria e viene sepolto nell’arca della confraternita del Santissimo Sacramento nella parrocchiale di San Michele Arcangelo191. 12 maggio, Venezia: riceve il battesimo a San Giovanni Elemosinaro Francesco Giovanni di Giovanni Battista Muttoni e Anna Maria Pozzi; padrino Carlo Betti quondam Lorenzo192. 1725 circa Venezia: Giovanni Andrea Rossi giunge in città193. 1726 24 gennaio, Venezia: Abondio Stazio appronta i documenti necessari per il matrimonio segreto con Michela Rosina Rosin quondam Giovanni di Portobuffolè, vedova del notaio Alvise Centon. Abondio dichiara di avere sessantuno anni, di essere a Venezia da quarant'anni e di risiedere nella parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Rialto194. 24 gennaio, Venezia: Carpoforo Mazzetti fornisce la propria testimonianza giurata per la libertà di matrimonio 236 / Carte d’archivio 1728 25 gennaio, Venezia: Abondio Stazio per prepararsi alla celebrazione del matrimonio con Michela Rosina Rosin si confessa e riceve la comunione nella chiesa dei Tolentini199. 13 aprile, Brusino Arsizio: Abondio Stazio, attraverso il suo procuratore, Giovanni Domenico Mazzetti Tencalla, dispone un prestito alla comunità di Bissone200. 15 ottobre, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Alvise Bossi riceve un pagamento per i decori sulla volta del pianerottolo delle scale201. 1729 5 maggio, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Alvise Bossi riceve un pagamento per i decori sulla volta del pianerottolo delle scale202. 27 giugno, Venezia: i fratelli Giovanni Battista e Andrea Solari inviano una lettera in Svizzera al notaio Bartolomeo Casella203. 9 luglio, Venezia: Carpoforo Mazzetti compare a San Vidal al battesimo di Caterina Zanetta Sardi figlia di Baldissera quondam Domenico204. 1730 9 marzo, Venezia, palazzo Zen ai Gesuiti: “Alvise [Bossi?] stucador” riceve il saldo per non meglio precisati lavori di stucco205. 30 settembre, Venezia: Carpoforo Mazzetti compare a San Stae al battesimo di Antonia Fortunata Bambini di Giuseppe di Nicolò “pittor” e di Vittoria206. 1731 22 luglio, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti sottoscrivono il contratto per i decori del soffitto della sala, per quelli del soffitto e delle pareti della cappella e per dorare la cornice del soffitto (per il quale viene presentato un progetto con due varianti)207. 21 dicembre, Venezia: Carpoforo Mazzetti compare a San Mattio di Rialto al battesimo di Giovanni Martino Antonio Pelli di Angelo quondam Martino e Livia Margherita208. 1732-1733 circa Venezia: Antonio Adami di Giovanni Battista da Carona e Prospero Felice Franchini di Antonio da Mendrisio giungono in città e vanno ad abitare in parrocchia di San Maurizio209. 1732 23 marzo, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Carpoforo Mazzetti impartisce gli ordini per collocare la doratura nel soffitto all’ “indorador” Alessandro Oprandi210. 11 maggio; 18 giugno; 9 settembre, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Abondio Stazio riscuote i compensi per tutto l’apparato decorativo211. 8 giugno, Venezia: Giovanni Andrea Cosma Damiano Rossi quondam Giovanni Battista di Mendrisio, di trentotto anni circa, rilascia dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma risiedere a Venezia da sette anni in parrocchia di San Samuele. Confermano la sua dichiarazione Vincenzo Camerani e Antonio Fossali212. 12 giugno, Venezia: Andrea Solari quondam Baldissera compare a San Moisè al battesimo di Girolamo Alvise Ruggia di Antonio di Girolamo “murer” e Margherita. È residente nella parrocchia di Santa Maria Formosa213. 22 giugno, Venezia: Giovanni Andrea Rossi sposa a San Maurizio Angela Elisabetta Borghi di Domenico; testimone Giovanni Maria Fossati di Giorgio della parrocchia di San Geminiano214. 28 giugno, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari stila la polizza di spesa per l’altare di stucco nella cappella privata del doge215. Luglio, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti lavorano alla decorazione della crociera e della navata216. 1733 20 aprile, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari riscuote il compenso per l’altare di stucco nella cappella privata del doge217. 25 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giulia Maria Agnese di Andrea Rossi quondam Giovanni Battista e Angela Maria Borghi di Domenico; padrino Giovanni Maria Fossati di Giorgio della parrocchia di San Beneto218. 9 maggio, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari inoltra ai Provveditori al Sal la polizza dei lavori da eseguirsi nella sala delle quattro porte219. 12 maggio, Venezia, Palazzo Ducale: Andrea Rossi, stuccatore in calle del doge a San Maurizio, presenta un’offerta ai Provveditori al Sal per i lavori di restauro nella sala delle quattro porte220. 23 maggio; 21 luglio; 1 settembre, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari riscuote le due rate e il saldo per i lavori eseguiti221. Agosto, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti ricevono i pagamenti per la decorazione della crociera e della navata222. Venezia: Lorenzo Pelli quondam Andrea di Brusino Arsizio risulta ancora residente in città223. 1734 21 luglio, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari riscuote un compenso per i lavori nella sala delle quattro porte224. Luglio, Venezia, chiesa dei Gesuiti: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti ricevono i pagamenti per la decorazione della crociera e della navata225. Ottobre: riscuotono il saldo per la decorazione della crociera e della navata226. 7 settembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giovanni Battista Moisè di Andrea Rossi e Angela Borghi; padrino Carpoforo Mazzetti della parrocchia di San Mattio di Rialto227. 1735 31 luglio, Melide (C.T.): riceve il battesimo Pietro Francesco Ignazio Castelli di Quirico di Carlo Ludovico e di Marta Cecilia Bossi di Pietro Francesco di Lugano; padrino il nonno paterno Carlo Ludovico Castelli di Elia, madrina la nonna materna Marianna Bossi228. 237 / Carte d’archivio 1736 4 marzo, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Lucia Anna Domenica di Andrea Rossi e Angela Borghi; padrino Antonio Sardi quondam Pietro della parrocchia di Santa Maria del Giglio229. 23 marzo, Brusino Arsizio: Lorenzo e Michelangelo Pelli sono registrati negli Stati d’anime della parrocchia di San Michele Arcangelo230. 1736 circa Venezia, Biblioteca Marciana: Abondio Stazio e Carpoforo Mazzetti eseguono la decorazione del soffitto della saletta dei manoscritti231. 1737 Agosto, settembre e dicembre, Venezia, chiesa di Santa Maria del Rosario dei Gesuati: Angelo Pelle (alias Michelangelo Pelli) riscuote i pagamenti per i decori del soffitto232. 29 novembre, Venezia: Abondio Stazio con atto notarile istituisce suo procuratore il muratore Carlo Croce di Ambrogio di Brusino Arsizio233. 28 dicembre, Venezia: muore Giovanni Battista Muttoni “d’anni 63 circa”. Si seppellisce con capitolo nella chiesa di San Giovanni Elemosinaro234. 30 dicembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giulia Maria Agnese di Andrea Rossi e Angela Borghi; padrino Giorgio Fossati quondam Angelo della parrocchia di San Beneto235. 1738 22 febbraio, Venezia: Abondio Stazio scrive al suo procuratore Carlo Croce in Brusino Arsizio236. 8 marzo, Brusino Arsizio: attraverso Carlo Croce, con atto notarile, Abondio Stazio intende far valere i propri diritti per la riscossione di crediti che vanta verso la comunità di Bissone237. 30 marzo, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Abondio Stazio riscuote il pagamento per la decorazione a stucco del soffitto della nuova sacrestia238. Venezia: Tommaso Temanza nel suo Zibaldon ricorda ancora vivente e attivo lo stuccatore Bartolomeo (Bortolo) Penso detto Cabianca239. 1739 13 giugno, Venezia: Abondio Stazio redige il proprio testamento. Istituisce erede universale la moglie Michela Rosina Rosin e dispone un lascito per Carpoforo Mazzetti240. 16 giugno; 26 luglio; 23, 30 novembre, Portobuffolè (Treviso): Abondio Stazio e la moglie Michela Rosina Rosin acquistano delle proprietà241. 21 ottobre, Mendriso: Giovanni Andrea Rossi rilascia da Venezia una procura al fratello Carlo a Mendrisio; testimone Andrea Solari242. 1740 18 aprile, Venezia, Scuola Grande dei Carmini: Carpoforo Mazzetti traccia a mordente le linee per la nuova doratura del soffitto con la sistemazione dei dipinti di Giambattista Tiepolo243. 16 novembre, Venezia: Lorenzo Pelli risulta “commorante” in città244. 1741 4 marzo, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giovanni Battista Domenico di Andrea Rossi e Angela Borghi; padrino Simon Chechia della parrocchia di Sant’Angelo245. 16 marzo, Brusino Arsizio: Lorenzo e Michelangelo Pelli sono registrati negli Stati d'anime della parrocchia di San Michele Arcangelo246. 23 marzo, Mendrisio: riceve il battesimo Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari di Galeazzo e Giuseppa Magistretti quondam Giuseppe; padrino Francesco Martinola quondam Giuseppe, madrina Anna Maria moglie di Giovanni Battista Rusca247. Aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti e il nipote Carpoforo Mazzetti Tencalla sono entrambi registrati negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo come componenti dello stesso nucleo famigliare248. 5 maggio, Melide: riceve il battesimo Carlo Ludovico Castelli di Quirico e Marta Cecilia Bossi249. 23, 27 ottobre, Portobuffolè (Treviso): Abondio Stazio e la moglie Michela Rosina Rosin acquistano delle proprietà250. 23 dicembre, Venezia: Andrea Rossi compare a Sant’Angelo al battesimo di Regina Maria Chechia di Francesco quondam Giacomo251. 1742 18 agosto, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve un pagamento per la decorazione a stucco degli interni252. 29 aprile, Venezia, chiesa di San Francesco di Paola: Giuseppe Garovi riceve il pagamento per una cornice a stucco253. 12 novembre, 17 luglio, Venezia, palazzo Dolfin Manin a Rialto: sottoscrive il contratto e riscuote il saldo per la decorazione delle stanze nei mezzanini254. 23 dicembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Anna Antonia di Andrea Rossi e Angela Borghi; padrino Iseppo Cignin della parrocchia di San Giovanni Crisostomo255. 1743 30 gennaio, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari riceve un pagamento per aver decorato un mezzanino del secondo piano nobile 256. 4 aprile: riceve un pagamento per aver decorato una camera del secondo piano nobile257. 12 maggio: riceve un pagamento per aver decorato la scala che va nei mezzanini e i mezzanini medesimi del secondo piano nobile258. 11, 14 maggio; 22 giugno; 6 luglio; 20, 27 settembre: riscuote acconti per non meglio precisati lavori259. 2 dicembre: riceve un pagamento per avere decorato il portego e realizzato le sovraporte del secondo piano nobile260. 20 luglio; 16 novembre, Venezia, Palazzo Ducale: Carpoforo Mazzetti Tencalla riceve l’incarico dal Senato per il restauro della decorazione della sala degli stucchi261. 25 ottobre, Venezia: Carpoforo Mazzetti muore nella parrocchia di San Cassiano e viene sepolto nella chiesa di Santa Maria della Consolazione detta della Fava262. Venezia: Giuseppe Garovi, “Stuccatore unico discepolo dei celebri stuccatori Abbondio Stazzio e Carporforo Mazzetti” dà alle stampe un repertorio di incisioni per ornati a stucco263. Mendrisio: Andrea Rossi ritorna in patria, dopo quattordici anni di assenza, trovando l’eredità paterna gravata da debiti e ipoteche264. 1744 6 maggio, Venezia: riceve il battesimo a Sant’Angelo Marta Maria di Salvatore Solari “stuccador” quondam Baldassare e Adriana; padrino “Michele Angelo Pelli stucador di Lorenzo” della parrocchia di San Giovanni Elemosinaro265. 238 / Carte d’archivio 16, 30 maggio; 11, 24 luglio; 4, 8, 14, 22, 27 agosto; 4, 12 19 settembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve i pagamenti per la decorazione degli interni266. 19 maggio, Venezia: Abondio Stazio, con un codicillo al testamento, annulla la disposizione relativa al lascito destinato a Carpoforo Mazzetti, essendo questi nel frattempo deceduto, e designa come beneficiaria la propria moglie Michela Rosina Rosin267. 19 agosto, Venezia, Palazzo Ducale: Carpoforo Mazzetti Tencalla ha completato l’esecuzione delle nove cornici parietali nella sala degli stucchi268. 28 ottobre, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari riceve un pagamento per diverse fatture nel portego del secondo piano nobile269. 7 novembre, Mendriso: Giovanni Andrea Rossi, “absente”, si impegna, con procura rilasciata a Carlo Rusca in data 29 ottobre, a onorare i debiti di famiglia “con il suo lavorerio et industra di stuccatore”270. 1745 Venezia: Abondio Stazio “stucador” è registrato come residente in “casa propria” in calle del Centon nella parrocchia di San Geremia271. 25 gennaio; 20 febbraio; 20 aprile; 6 maggio; 19 dicembre, Venezia, palazzo Barbarigo a Santa Maria del Giglio: Carpoforo Mazzetti Tencalla riscuote i pagamenti in acconto, redige la nota di spese e riscuote il saldo per i decori realizzati in tre camere272. 20 febbraio, Venezia, chiesa di San Francesco di Paola: Salvatore Solari riceve un pagamento in acconto per gli ornati di sei cornici del coro pensile273. 27 febbraio: riscuote il saldo274. 24 giugno, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari riceve un pagamento per aver ritoccato gli stucchi nel portego del secondo piano nobile275. 12 agosto, Venezia: Abondio Stazio muore nella parrocchia di San Geremia e viene sepolto nell’arca della famiglia Cendon a San Giobbe276. La Scuola del Santissimo Sacramento a San Geremia contribuisce alle spese per la sepoltura del confratello277. 17 settembre, Venezia, chiesa di San Francesco di Paola: Salvatore Solari riceve il compenso per otto ornamenti a stucco di due sovraporte nel coro pensile278. 1745 circa Lugano?: nasce Pietro Andreoli di Giovanni Maria279. 1746 9 aprile, Brusino Arsizio: Lorenzo Pelli deve realizzare il disegno per l’inferriata del nuovo ossario della chiesa di San Michele secondo quanto disposto nel testamento della sorella Maria Giovanna Pelli quondam Andrea280. 19 giugno, Venezia: riceve il battesimo a Sant’Angelo Baldissera Gasparo Marchiò di Salvatore Solari e Adriana; padrino Carlo Francesco Morelli di Giuseppe della stessa parrocchia281. 30 luglio, Venezia: Carpoforo Mazzetti "stimador [sic] morto" è registrato come già residente in calle dei Morti a San Cassiano282. 2 settembre, Venezia, Ca’ Corner a San Polo: Andrea Solari riceve il compenso per aver ritoccato le sovraporte nel portego del secondo piano nobile283. 22 novembre; 15 dicembre, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Rossi riceve i pagamenti per fatture realizzate nella camera del camino o della specchiera e nella camera detta Stom284. 29 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve un pagamento per non meglio precisati lavori285. 1747 1, 9 aprile, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Prospero Franchini riceve i pagamenti per fatture realizzate nel mezzanino286. 22 aprile, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: “Valentin stucador” riceve il compenso per i lavori “nel gabinetto galante, salon e camera sopra canal”287. 28 maggio; 30 giugno, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Solari riceve i pagamenti per fatture realizzate nel mezzanino288. 5, 22 agosto; 15 settembre; 9 dicembre, Padova, basilica del Santo: Giovanni Garovo riscuote i pagamenti per la decorazione a stucco della cappella del Santissimo289. 7 novembre, Venezia: Andrea Rossi compare a San Beneto al battesimo di Lorenzo Damiano Domenico Pelli di Andrea di Lorenzo “marangon” e Margherita290. 24 dicembre, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Rossi riscuote il pagamento per la fornitura dei materiali necessari ai lavori di decorazione della camera del camino o della specchiera291. 1748 3 gennaio; 1 febbraio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Andrea Rossi riceve il saldo per fatture realizzate nella camera del camino o della specchiera292. 23 febbraio, Venezia: Prospero Franchini quondam Antonio “stucador” rilascia una dichiarazione giurata per la libertà di matrimonio di Sgualdo Belli e Giacoma Roggia della parrocchia di San Maurizio. Dichiara di essere a Venezia da sedici anni, di risiedere nella parrocchia di San Moisè293. Marzo, Venezia: Pietro Francesco Ignazio Castelli di Quirico giunge in città294. 28 aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è registrato negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo quale unico componente famigliare insieme alla domestica Maria Caterina Gaggini295. 12 luglio, Venezia: Antonio Adami “scultor” risulta residente in calle del Luganegher in parrocchia di San Silvestro296. 1749 11 febbraio, Venezia: riceve il battesimo a Sant’Angelo Giovanni Francesco di Salvatore Solari e di Adriana; padrino Francesco di Claudio Rossi della parrocchia di San Barnaba297. 7 febbraio, Venezia: Prospero Franchini quondam Antonio “stucador” rilascia una dichiarazione giurata per la libertà di matrimonio di Antonio Adami di Giambattista e Francesca Apollonia Roggia di Antonio. Dichiara di esser venuto a Venezia insieme ad Adami, di esercitare entrambi la medesima professione e di aver abitato per sei anni nella stessa casa a San Marziale. Franchini dichiara inoltre di conoscere la sposa per aver abitato dal suo arrivo a Venezia per otto anni presso lo zio, Andrea Rossi, vicino di casa dei Roggia a San Maurizio298. 9 febbraio, Venezia: Antonio Adami di Giambattista “da Carona” residente a San Marziale sposa a San Maurizio Francesca Apollonia Roggia di Antonio “veneta”; testimone Pietro Chechia della parrocchia di San Marziale299. 7 aprile, Bioggio (C.T.): Carpoforo Mazzetti Tencalla sposa Marta Staffieri di Pietro Francesco300. 6 giugno; 6 luglio, Venezia, chiesa di San Rocco: Andrea 239 / Carte d’archivio Solari stila la nota dei lavori e riscuote il saldo per i decori della sacrestia301. 22 novembre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Maria Maddalena di Antonio Adami quondam Giovanni Battista e Maria Francesca Roggia; padrino Domenico Chechia di Pietro della parrocchia di San Marziale302. 1750 10 gennaio, Treviso: Giovanni Garovo scrive ai presidenti dell’Arca del Santo di Padova richiedendo il saldo per le opere eseguite nella cappella del Santissimo al Santo303. 15 ottobre, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Anna Maria di Antonio Adami e Maria Francesca Roggia; padrino Domenico Codognati di Giuseppe della parrocchia dei Santi Apostoli304. Asolo, villa Fietta Serena: Giovanni Garovo esegue la decorazione del soffitto dell’atrio su disegno di Giorgio Massari305. 1751 2 marzo, Venezia: Michelangelo Pelli di Lorenzo “stucador”, residente a Sant’Angelo, rilascia testimonianza giurata per la libertà di matrimonio di Carlo Ambrogio Croce quondam Carlo Battista di Brusino Arsizio306. 27 agosto; 18 settembre; 30 ottobre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve i pagamenti per la decorazione degli interni307. 1752 9 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Giovanni Andrea di Antonio Adami e Maria Francesca Roggia; padrino Angelo Gallina a nome del nobiluomo Marco Andrea Pisani308. 4 aprile, Venezia: Andrea Rossi quondam Giovanni Battista “milanese” compare a San Stae al battesimo di Fortunata Maria del pittore Pietro Visconti quondam Alessandro e Paolina309. 29 aprile; 6, 13, 20, 27 maggio; 4, 10, 17, 24 giugno; 1, 8, 14, 22, 29 luglio; 5, 12, 18, 25 agosto; 25 settembre, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve i pagamenti per non meglio precisati lavori310. 10 luglio, Venezia: per imminente pericolo di morte viene battezzata in casa Maria Francesca di Michelangelo Pelli quondam Lorenzo e di Francesca Fiorenza311. 3 settembre, Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: Andrea Rossi riscuote un pagamento per la decorazione del nuovo archivio312. 8 ottobre, Bissone: riceve il battesimo Marianna Lucia Giuseppa di Carpoforo Mazzetti Tencalla e Marta Staffieri; padrino Giuseppe Staffieri, madrina Marianna Carati313. 1753 9 gennaio, Venezia: Giovanni Battista Beretta di Cristoforo compare a Sant’Angelo al battesimo di Lorenzo Antonio Morelli di Carlo “marangon” e Giovanna314. 14, 20, 23 novembre, Venezia, Scuola Grande di San Rocco: Carpoforo Mazzetti Tencalla stila la polizza di spese occorse per la decorazione del soffitto della cancelleria e riscuote un acconto e il saldo315. 25 aprile, Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: Andrea Rossi riscuote un pagamento per la decorazione del nuovo archivio316. 1754 30 marzo; 15 aprile; 12 maggio, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve i pagamenti e il saldo per la decorazione dei mezzanini317. 1754 circa Campione (Como), Gaspare Lavizzari inizia il suo apprendistato presso lo stuccatore Domenico Borghi318. 1755 17 agosto, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Andrea Rossi riceve il saldo per i suoi lavori319. 1755 circa Venezia: Carlo Ludovico Castelli di Quirico giunge in città320. 1756 5 gennaio, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Anna Maria di Antonio Adami e Maria Francesca Roggia; padrino Antonio Ferrari di Zorzi della parrocchia di Sant’Angelo321. 1757 15 marzo, Brusino Arsizio: Michelangelo Pelli è registrato negli Stati d'anime della parrocchia di San Michele Arcangelo322. 23 ottobre, Venezia: Pietro Vincenti sottoscrive il contratto per la decorazione del soffitto della chiesa parrocchiale dei Santi Vito e Modesto a Spinea323. 1758 12 gennaio, Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: Antonio Adami e Francesco Re ricevono i pagamenti per la decorazione delle due sagrestie324. 29 ottobre, Motta di Livenza, chiesa di San Nicolò: Francesco Re riscuote il saldo per il monumento funebre in stucco dedicato al cardinale Girolamo Aleandro325. 15 aprile, Mendrisio: Galeazzo Lavizzari di Bartolomeo anticipa la somma di 535 imperiali, valuta di Milano, ad Antonio Borghi di Campione per aver insegnato per quattro anni “l’arte di stuccatore” al figlio Gaspare Lavizzari. L’apprendistato terminerà l’anno successivo326. 18 giugno, Venezia: riceve il battesimo a San Maurizio Maddalena Maria di Antonio Adami e Maria Francesca Roggia; padrino l'architetto Bernardino Macaruzzi di Leonardo della parrocchia di San Giuliano327. Udine, palazzo Montereale Mantica: Francesco Re ha completato la decorazione della sala328. 1759 12 maggio, Venezia, palazzo Carminati a San Stae: Pietro Vincenti riscuote il saldo per la decorazione della capellina329. 15 maggio: sottoscrive il contratto per dipingere nel portego del secondo piano nobile le travi del soffitto e gli infissi a olio “color perla” e le imposte “color verdolin”330. 6 novembre, Bissone: riceve il battesimo Anna Maria Antonia Alvisia di Carpoforo Mazzetti Tencalla e Marta Staffieri; padrino Giuseppe Carati, madrina Giovanna Margherita Gaggini331. 20 dicembre, Venezia, chiesa di San Tomà: Giovanni Battista Beretta e Francesco Re presentano la polizza di spesa per la cornice della pala dell’altare maggiore332. 1759 circa Campione: Gaspare Lavizzari ha terminato il suo apprendistato presso Domenico Borghi333. 1760 15 giugno; 3, 31 agosto, Venezia, chiesa di San Giovanni Evangelista: Antonio Adami riscuote i pagamenti per la decorazione della cappella maggiore e della navata334. 240 / Carte d’archivio 16 agosto, Spinea, chiesa dei Santi Vito e Modesto: Pietro Vincenti e il fratello Bartolomeo riscuotono il compenso per la decorazione del soffitto335. 31 agosto; 28 settembre; 5, 12 ottobre: Pietro Vincenti elargisce i compensi a Gaspare Diziani per l’affresco del soffitto336. 23 settembre, Venezia, chiesa di San Tomà: Giovanni Battista Beretta riscuote il saldo per la cornice della pala dell’altare maggiore337. 20 dicembre, Spinea, chiesa dei Santi Vito e Modesto: Pietro Vincenti si dichiara soddisfatto dei compensi ricevuti per i decori della chiesa338. 1761 12 aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è registrato negli Stati d’anime della parrocchia di San Carpoforo339. 1762 2 settembre, Venezia, Ca’ Rezzonico: Pietro Castelli riscuote un compenso per non meglio precisati lavori340. 1763 11 gennaio, Venezia: Giuseppe Ferrari quondam Giuseppe di Mendriso è nominato procuratore da Angela Borghi vedova di Giovanni Andrea Rossi per curare tutte le incombenze legate all’eredità del defunto stuccatore341. 29 dicembre, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari e Giovanni Battista Beretta presentano ai Provveditori al Sal una polizza di spesa per le cornici e le sovraporte della sala dei filosofi342. 1764 12 gennaio, Carona: Antonio Adami è presente alla stesura di un atto notarile343. 1 febbraio, Venezia, Palazzo Ducale: Giovanni Battista Solari e Giovanni Battista Beretta riscuotono il saldo per le cornici della sala dei filosofi344. 1765 4 luglio, Bissone: riceve il battesimo Giovanni Domenico David di Carpoforo Mazzetti Tencalla e Marta Staffieri; padrino Davide Antonio Fossati quondam Giorgio di Morcote, madrina Giulia Staffieri moglie di Giovanni Pelli di Vico Morcote345. 19 settembre, Venezia: Pietro Castelli di Quirico compare a San Mattio di Rialto al battesimo di Giuseppe Antonio Isella di Giacomo e Maddalena346. 1765 circa Aprile, Venezia: Pietro Andreoli di Giovanni Maria da Lugano giunge in città347. Venezia: Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari di Galeazzo da Mendrisio giunge in città e inizia a lavorare con Prospero Franchini348. 1766 15 agosto, Venezia: Pietro Castelli e i fratelli Carlo e Sebastiano sottoscrivono una scrittura privata relativa alla suddivisione di beni, redditi e spese inerenti la loro “professione”; testimone Vincenzo Colomba349. 1767 20 aprile; 29 dicembre, Stra (Venezia), villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti per la decorazione degli interni350. Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Francesco Re sottoscrive un accordo per restaurare la decorazione a stucco e realizzarne di nuova nella sala da ballo, restaurare gli stucchi del passalizio o andito che conduceva alla sala da ballo e realizzare le cornici a stucco per le tele di Louis Dorigny nel portego351. 25 aprile; 16 maggio; 30 luglio: riscuote i pagamenti per la decorazione ex novo delle pareti e per il restauro degli stucchi “vecchi” della sala da ballo e per un riquadro a modello con ornati nel portego352. 10 giugno: Gaspare Lavizzari sottoscrive il contratto per l’esecuzione delle cornici a stucco su modello di Francesco Re per i dipinti di Louis Dorigny nel portego e il restauro degli stucchi del passalizio o andito353. 14 giugno, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Francesco Re definisce, con una scrittura, i termini di pagamento per il lavoro svolto in relazione al passaggio di consegne a Gaspare Lavizzari354. 11 luglio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari riceve il saldo dell’accordo fatto per ripulire gli stucchi dell’andito355. 15 settembre, Venezia: Pietro Francesco Ignazio Castelli quondam Quirico di Melide rilascia dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma di aver dimorato a Venezia dal marzo 1748 al dicembre 1759 e poi di nuovo dal marzo 1759 sino al presente 1767. Confermano la sua dichiarazione Angelo quondam Martino Pelli da Lugano e Giuseppe Antonio Isella356. 29 ottobre; 17 novembre; 3, 5, 7, 12, 23 dicembre, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari riscuote i pagamenti per la fornitura di materiali e per l’esecuzione delle cornici e dei pilastrini nel portego357. 19 novembre, Venezia: Pietro Francesco Ignazio Castelli quondam Quirico sposa a San Mattio di Rialto Adriana Francesca Vico di Zuanne “veneta”; testimone Giuseppe Isella quondam Giovanni Battista della stessa parrocchia358. 1768 23 gennaio; 18 marzo; 20 aprile; 26 giugno, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti per la decorazione degli interni359. 22 gennaio; 6 febbraio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari riscuote i pagamenti per la fornitura di materiali e per l’esecuzione della decorazione nel portego360. 15, 28 marzo: riscuote i pagamenti per la fornitura di materiali e per fatture nella camera della specchiera e nell’adiacente gabinetto361. 18 aprile; 26 maggio; 1 giugno: riscuote i pagamenti per la fornitura di materiali e per l’esecuzione della decorazione nel portego362. 6 giugno, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare e Bortolo Lavizzari e Pietro Andreoli redigono la polizza di spesa per i materiali e per la decorazione del mezzanino e del passalizio di Francesco Tron363. 9 giugno; 19 agosto, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari riscuote un acconto e il saldo per aver rifatto alcuni stucchi dell’andito364. 8 agosto: sottoscrive l’accordo con Nicolò Tron per rifiniture delle pareti e restauro delle nove sovraporte del portego e per gli stucchi sul soffitto del pianerottolo delle scale grandi e per due sovraporte sullo stesso pianerottolo365. 27 agosto: riscuote il pagamento per i materiali necessari agli ultimi due riquadri del portego366. 7, 17 settembre: riscuote i pagamenti per aver restaurato le sovraporte del portego, per aver fatto i pilastrini sulle pareti dello stesso ambiente, per il soffitto delle scale grandi e per aver lavato gli stucchi del gabinetto degli specchi367. 241 / Carte d’archivio 1769 30 gennaio, Venezia: Pietro Castelli riscuote un pagamento per la decorazione degli interni di villa Pisani detta la Barbariga a Stra368. 7 febbraio, Venezia: Vincenzo Colomba quondam Alessandro di Arogno risiede in città369. 1 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Mattio di Rialto Francesco Maria Luigi di Pietro Castelli e di Adriana; padrino il nobiluomo Francesco Maria Crotta di Filippo della parrocchia di San Geremia370. 6 aprile, Venezia: Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari di Galeazzo rilascia una dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma di essere giunto a Venezia nel 1765 e di risiedere in parrocchia di Santa Marina. Conferma la dichiarazione Prospero Franchini quondam Antonio “stucador” residente nella parrocchia di San Silvestro. Franchini afferma di conoscerlo fin da bambino – essendo entrambi originari di Mendrisio – e di averlo preso a lavorare con sé da quattro anni371. 8 aprile; 17 maggio; 26 giugno; 13 dicembre, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti e il saldo per la decorazione degli interni372. 20 aprile, Venezia: Gaspare Antonio Bartolomeo Lavizzari di Galeazzo sposa a San Salvador Laura Margherita Bezzi quondam Giacomo; testimone il nobiluomo Pietro Carminati di Giovanni Antonio della parrocchia di San Stae373. 18 luglio; 9, 15 settembre; 20 ottobre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Giuseppe Ferrari riscuote i pagamenti per la decorazione dei mezzanini374. 31 luglio; 7 ottobre, Venezia: Giuseppe Antonio Solari rilascia quietanza per il ricevuto pagamento di lavori a stucco eseguiti nella villa Manin a Passariano375. 1770 28 luglio; 23 dicembre, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote il saldo e un acconto per la decorazione degli interni376. 19 gennaio, Venezia: Pietro Castelli e i fratelli Carlo e Sebastiano rilasciano una procura generale a Giovanni Battista Beretta di Cristoforo di Lugano377. 16 febbraio, Melide: Giovanni Battista Beretta, a nome di Pietro Castelli e dei fratelli di questi Carlo e Sebastiano, sottoscrive l’atto di vendita di un terreno378. 6 aprile, Venezia: riceve il battesimo a San Salvador Caterina Antonia Maria di Gaspare Lavizzari e Laura Margherita Bezzi; padrino il nobiluomo Pietro Carminati della parrocchia di San Stae379. 25 aprile, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è presente alla stesura di un atto notarile380. 1771 4 febbraio, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla è presente alla stesura di un atto notarile381. 23 maggio, Venezia: Michelangelo Pelli quondam Lorenzo stuccatore risulta dimorante in città382. 25 maggio, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote il saldo per la decorazione degli interni383. 23 luglio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gaspare Lavizzari sottoscrive l’accordo con Nicolò Tron per la decorazione delle pareti della camera della specchiera che si aggiunge al lavoro appena eseguito del soffitto384. 7, 19 ottobre; 29 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Giuseppe Ferrari riscuote i pagamenti per la decorazione del “tinello nuovo”385. 10 novembre, Venezia: Martino de Brida di Giuseppe da Cadola (Belluno) “stucador”, residente a San Polo, rilascia dichiarazione giurata per la libertà di matrimonio di Carlo Lavizzari di Galeazzo fratello di Gaspare Lavizzari386. 1772 9 gennaio, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Giuseppe Ferrari riscuote il saldo per la decorazione del “tinello nuovo”387. 14 gennaio, Venezia: riceve il battesimo a San Salvador Giovanna Antonia Maria di Gaspare Lavizzari e Laura Margherita Bezzi; padrino Pellegrino Sala quondam Pietro della parrocchia di San Giacomo dall’Orio388. 30 gennaio, Venezia: Pietro Andreoli di Giovanni Maria da Lugano di anni ventisette rilascia dichiarazione giurata per la propria libertà di matrimonio nella quale afferma di essere a Venezia dal mese di aprile 1765. Confermano la sua dichiarazione Pietro Chechia di Francesco “proto”, residente nella parrocchia di San Salvador, e Antonio Pavona quondam Germano, udinese, pittore residente nella parrocchia di San Moisè389. Febbraio, Venezia, Ca’ Tron a San Stae: Gasparo Lavizzari redige una polizza di spesa per aver restaurato la decorazione di alcuni ambienti390. 16 febbraio, Venezia, Ca’ Corner della Regina a San Cassiano: Vincenzo Colomba presenta la nota di pagamento per la decorazione del mezzanino sul Canal Grande e di altri ambienti391. 18 aprile; 11 giugno, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote il pagamento e il saldo per la decorazione degli interni392. 14 maggio, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Giuseppe Ferrari riscuote il saldo per la decorazione degli interni393. 30 maggio; 23 settembre; 28 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Pietro Castelli riscuote i pagamenti per la decorazione del portego dell’appartamento nobile394. 31 luglio; 13 settembre, Venezia, chiesa di Sant’Andrea della Zirada: Giovanni Battista Beretta riscuote i compensi per la decorazione delle pareti e del soffitto del coro pensile395. 1773 21 gennaio; 29 aprile; 14 luglio, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Pietro Castelli riscuote i pagamenti e il saldo per la decorazione del portego dell’appartamento nobile396. 3 aprile, Venezia, Ca’ Corner della Regina a San Cassiano: Elenco delle principali abbreviazioni AASPd: Archivio dell’Arca del Santo di Padova AO: Archiv der Abtei Ottobeuren (Germania) AOCVe: Archivio dell’Ospedale Civile di Venezia APAVe: Archivio privato Albrizzi, Venezia APM: Archivio parrocchiale di Motta di Livenza APMCVe: Archivio privato Mocenigo Corner, Venezia APS: Archivio parrocchiale di Spinea (Venezia) APSGVe: Archivio parrocchiale di San Giacomo dall’Orio, Venezia APSMGFVe: Archivio parrocchiale di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia APSSdVe: Archivio parrocchiale di San Salvador, Venezia APSSVe: Archivio parrocchiale di San Silvestro, Venezia ASDLu: Archivio Storico della Diocesi di Lugano (Svizzera) 242 / Carte d’archivio Vincenzo Colomba e il pittore Costantino Cedini notificano a Cattarino Corner la privata scrittura del 7 settembre 1772 per la somma di 117 zecchini397. 10 aprile; 24 settembre, Stra, villa Pisani detta la Barbariga: Pietro Castelli riscuote i pagamenti per la decorazione degli interni398. 15, 24 settembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Pietro Castelli riscuote il pagamento e il saldo per la decorazione dell’“ultimo appartamento”399. 18 ottobre, Venezia, palazzo Donà a Riva di Biasio: Prospero Franchini riscuote i pagamenti per la decorazione e il restauro del portego e di altri ambienti400. 1774 26 gennaio, Venezia, Palazzo Ducale: l’architetto Bernardino Macaruzzi presenta il preventivo di spesa per gli ornati a stucco di Francesco Re per l’antichiesetta401. 2 febbraio, Venezia: riceve il battesimo a San Salvador Giuseppe Maria di Gaspare Lavizzari e Laura Margherita Bezzi; padrino il pittore Pietro Visconti quondam Alessandro della parrocchia di San Barnaba402. 15 maggio, Venezia: Giuseppe Solari di Osvaldo “stucador” di San Tomà compare a San Pantalon al battesimo di Giuseppe Giovanni del pittore Costantino Cedini e Anna Violini403. 4 luglio, Lugano: Giovanni Battista Beretta, in qualità di procuratore generale di Pietro Castelli e dei fratelli Carlo e Sebastiano quondam Quirico, fa registrare l’atto divisionale dell’eredità paterna dei fratelli Castelli404. 16 novembre, Venezia, palazzo Pisani Moretta a San Tomà: Giuseppe Ferrari riscuote un pagamento per le decorazioni dell’appartamento del secondo piano nobile405. 21 luglio; 27 agosto; 30 settembre, Venezia, ridotto Pisani in Piscina a San Marco: Giuseppe Ferrari riscuote i pagamenti per gli ornati delle stanze406. 1775 4 gennaio, Venezia: Vettor Pisani registra le spese incontrate per il “batizzo del figlio del stucador Ferrari”407. 25 gennaio, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla redige il proprio testamento nominando il figlio Giovanni Domenico David erede universale408. 25 febbraio, Bissone: Carpoforo Mazzetti Tencalla muore409. ASPVe: Archivio Storico del Patriarcato di Venezia ASTi: Archivio di Stato del Canton Ticino di Bellinzona (Svizzera) ASTv: Archivio di Stato di Treviso ASUd: Archivio di Stato di Udine ASVe: Archivio di Stato di Venezia ASVr: Archivio di Stato di Verona BACRo: Biblioteca dell’Accademia dei Concordi, Rovigo BCBg: Biblioteca Civica “Angelo Mai”, Bergamo BCUd: Biblioteca Comunale “Vincenzo Joppi”, Udine BMCVe: Biblioteca del Museo Correr, Venezia BNMVe: Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia RA, Rev., KSH, MBR: Rigsarkivet, Reviderede regnskaber, Kongelige slotte og haver, Frederiksborg Slot Materiale og braendselsregnskab (Copenaghen) StAA: Staatsarchiv Augsburg (Germania) bob.: bobina c. n.n.: carta non numerata c. s.: carta sciolta C.T.: Canton Ticino p. n.n.: pagina non numerata vol.: volume Salvo eccezioni, nella citazione dei documenti editi abbiamo riportato soltanto il primo o il più esauriente titolo bibliografico. In grassetto sono indicati gli stuccatori documentati a Venezia. 1 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 15971656, bob. 112, vol. 15, alla data. I registri canonici delle parrocchie del Canton Ticino sono stati consultati nelle riproduzioni in microfilm conservate presso l'ASDLu. 2 Ivi, alla data. 3 Ivi, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1745, bob. 58, vol. 2, alla data. 4 Questa informazione si desume dall’età fornita da Abondio Stazio nella dichiarazione di stato libero del 24 gennaio 1726 e in quella fornita dallo stesso nel censimento del 1705 della parrocchia di San Giovanni Elemosinaro a Venezia; si veda qui alle date. Anche il luogo di nascita è indicato dallo stesso Abondio, ma nei registri dei battesimi della pieve di San Lorenzo di Lugano (la cui parrocchia comprendeva anche Massagno) non v’è traccia dell’atto. 5 ASPVe, Parrocchia di San Felice, Battesimi 1669-1684, alla data; A. Niero, Episodi della scultura barocca del Seicento veneziano: lo scalone del seminario patriarcale, “Ateneo Veneto”, n.s., XV, 15/1-2, gennaio-dicembre 1977, p. 21 nota 27. 6 L’anno di nascita è indicativo e lo si ricava dall’età dichiarata nell’atto di morte del 1737: si veda qui alla data. 7 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Matrimoni 1660-1730, bob. 112, vol. 16.1, alla data. 8 Ivi, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 9 Ivi, alla data. 10 Informazione fornita dallo stesso in ASPVe, Matrimoni segreti 1724-1726, 24 gennaio 1726. 11 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Matrimoni 1660-1730, bob. 112, vol. 16.1, alla data. 12 Ivi, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 13 Ivi, Morti 1660-1726, bob. 112, vol. 16.2, alla data. 14 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 113, alla data. 15 BMCVe, Mss. PDc, 1999, cc. n.n., alla data; M. Frank, Baldassare Longhena, Venezia 2004, p. 420. 16 ASVe, Giustizia vecchia, b. 124, c. 43; M. De Grassi, Filippo Parodi, Pietro Roncaioli e lo stucco tardobarocco a Venezia, “Arte Veneta”, 54, 1999, p. 58. 17 L’atto di battesimo si trova in copia in ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1715, I, c. 619. 18 J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler Südtirols, II, Innsbruck 1951, p. 43. L’autore si basava su documenti originali che non ci è stato possibile verificare. 19 ASTi, Notarile, Quadri Sebastiano di Giovanni Giacomo, b. 1363, alla data. Citato da L. Simona, Pagine per la storia degli artisti Ticinesi, suppl. a “Centauro”, 1935 dicembre, 4-6, pp. XXVXXVI, senza collocazione archivistica. 20 D. Martinelli, Il ritratto di Venezia […], Venezia 1684, p. 83. 21 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 113, alla data. 22 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Battesimi 1622-1732, bob. 122, vol. 11, alla data; L. Brentani, Antichi maestri d’arte e di scuola delle terre ticinesi. Notizie e documenti, VII, Lugano 1963, p. 82. 23 ASVe, Giustizia vecchia, b. 124, c. 43; M. De Grassi, Filippo Parodi…, cit., p. 58. 24 RA, Rev., KSH, MBR, 1681-1686, c. 41v. La prima segnalazione del documento risale a H.C. Bering, Liisberg, Audinshuset og Konges Gemak paa Frederiksborg fø og efter Branden i 1665, Tidsskrift for Kunstindustri, 1894, p. 88; Poi ripresa da B.L. Grandjean, L’activité de stucateurs italiens et tessinois en Danemark, 1660-1770, in Arte e artisti dei laghi lombardi, II. Gli stuccatori dal Barocco al Rococò, a cura di E. Arslan, Como 1964, pp. 155156; B.L. Grandjean, Stukarbejder i Danmark 16601800. Efterland manuskript udgivet af Christy Grandjean, København 1994, p. 48: “Jo (Giovanni) Abondiostatio”; K. Alstrup, “Et in Arcadia ego”. 243 / Carte d’archivio Barokinteriørerne I Audienshuset på Frederiksborg Slot, København 2013, pp. 21-22, 36, nota 43: “Giovanni Abondistatio” e “Abondiostatio”, (con le indicazioni archivistiche). Dal riscontro da noi effettuato della firma posta sul documento si evince che “Jo” corrisponde in realtà alla prima persona singolare del pronome personale (“io”). Dunque non si tratta di Giovanni Abondio Stazio, come fin qui ritenuto, ma effettivamente di Abondio Stazio (la firma tradisce la stessa mano ed è in tutto equivalente a quella apposta dallo stesso nel documento ticinese del 1684; si veda qui alla data). 25 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 114, alla data. 26 Ivi, alla data. 27 ASPVe, Parrocchia di Santa Maria del Giglio, Commissarie, Registri diversi, b. 51-54, reg. segnato “B 2”, “Comessaria nobil homo eccellenza Giulio Contarini […]”, c. 28; M. Favilla, R. Rugolo, Un tenebroso all’opera. Appunti su Antonio Zanchi, “Venezia Arti”, 17-18, 2003-2004, p. 77, doc. 4. I decori sono stati rimossi in epoca imprecisata. 28 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 29 G. Bellavitis, Il palazzo attraverso il restauro, in G. Bellavitis, L. Olivato, Il palazzo Leoni Montanari della Banca Cattolica del Veneto, Vicenza 1983 (prima ed. 1982), p. 181, ha per primo reso nota la firma riconoscendovi però il nome di Andrea Paraca. Per l’identificazione del nome di Andrea Pelli: M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia: appunti su Andrea Pelli «colega» di Abondio Stazio «stucatore», con qualche nota su Michele Fanoli «intagliatore» e su Domenico Michele Paternò «messinese», in Passaggi a nord-est. Gli stuccatori dei laghi lombardi tra arte, tecnica e restauro, atti del convegno (Trento, febbraio 2009), a cura di L. Dal Prà, L. Giacomelli, A. Spiriti, Trento 2011, pp. 484-486. Per la cronologia degli interventi decorativi a stucco C. Rigoni, Stuccatori a Vicenza in età barocca: Rinaldo Viseto e Girolamo Aliprandi. Le decorazioni dell’oratorio di S. Nicola e di Palazzo Leoni Montanari, ivi, p. 296. 30 ASPVe, Parrocchia di Santa Maria del Giglio, Commissarie, Registri diversi, b. 51-54, reg. segnato “B 2”, “Comessaria nobil homo eccellenza Giulio Contarini […]”, “Riceveri”, cc. n.n., alla data. 31 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 32 La data è indicativa. In mancanza di elementi certi si fa riferimento al contratto di apprendistato con Roncaioli del 1702, visto che solitamente si iniziava il garzonato intorno ai dodici anni d’età: si veda qui alla data. 33 La data 1690, quale termine dei lavori, si può leggere sulla parete destra in alto all’interno di un cartiglio; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 492, nota 22. 34 BACRo, Monasteri soppressi, San Bartolomeo, ms. 186, p. 3; A. Romagnolo, La chiesa di San Bartolomeo Apostolo in Rovigo. Guida storicoartistica, Rovigo 1997, p. n.n. Nel documento non è chiaro il rimando a un precedente (perduto) registro del 1689 nel quale forse era appuntato il compenso a Pietro Roncaioli. La decorazione era comunque già presente a fine novembre del 1691, quando venivano annicchiati i due dipinti laterali della tribuna. Nel documento, riferendosi agli stucchi viene utilizzato il termine “stabiliti”, ovvero rifiniti, mutuando il termine dall’edilizia; cfr. E. Concina, Pietre parole storia. Glossario della costruzione nelle fonti veneziane (secoli XV-XVIII), Venezia 1988, p. 141: “stabilir = arricciare, intonacare”. 35 ASDLu, Morcote, Parrocchia di Santa Maria del Sasso, Battesimi 16651699, bob. 47, vol. 5, alla data. 36 ASVe, Sant’Uizio, b. 126; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 492, nota 22. 37 ASPVe, Parrocchia di Santa Maria del Giglio, Scuola del Santissimo Sacramento, Registri cassa, reg. 1, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Un tenebroso all’opera…, cit., p. 77, doc. 5. 38 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 39 Ivi, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748, bob. 58, vol. 2, alla data. 40 ASVe, Milizia da Mar, b. 553, cc. n.n., alla data: M. De Grassi, Filippo Parodi…, cit., p. 58; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., pp. 491492, nota 17. 41 L’anno di nascita è indicativo e lo si ricava dall’età dichiarata nella libertà di matrimonio del 1732: si veda qui alla data. 42 ASVe, Notarile, atti, De Boni Valerio, b. 1413, c. 207, 1694 more veneto. 43 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801, bob. 123, vol. 12, alla data. 44 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 117, alla data. 45 Ivi, alla data. 46 AASPd, reg 826, c. 172; A. Sartori, Il santuario delle reliquie della basilica del Santo a Padova, “Il Santo”, II, 1962, p. 185. 47 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla data. Segnalato per la prima volta in M. Favilla, R. Rugolo, Sebastiano Ricci, Venezia, casino Zane, in Gli afreschi nei palazzi e nelle ville venete dal ’500 al ’700, a cura di F. Pedrocco, Schio (Vicenza) 2008, pp. 178-183; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 486, nota 13. 48 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla data. Il 17 dicembre dello stesso anno viene acquistato anche il gesso necessario all’opera congiunta di Abondio Stazio e Andrea Pelli. 49 AASPd, t. 26, c. 72; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 168. 50 Ivi, reg. 826, c. 178; A. Sartori, Il santuario…, cit., p.168. 51 Ivi, reg. 26, c. 79; A. Sartori, Il santuario…, cit., pp. 168-169. 52 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, fasc. VI, p. 27. 53 Informazione fornita dallo stesso nella libertà di matrimonio del 1715: si veda qui alla data. 54 Informazione fornita dallo stesso nella libertà di matrimonio di Abondio Stazio del 1726: si veda qui alla data. 55 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 486, nota 13. 56 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla data. 57 Ivi, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 486, nota 13. 58 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 486, nota 14. 59 BMCVe, Mss. PDc, 1829, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 486, nota 14. 60 AASPd, reg. 826, cc. 183-184, 186; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 187. 61 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 62 AASPd, t. 26, c. 122v; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 169. 63 AASPd, reg. 826, c. 189; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 187. 64 AASPd, reg. 826, c. 190; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 187. 65 AASPd, reg. 826, cc. 190-193, 195; A. Sartori, Il santuario…, cit., pp. 187188. 66 APAVe, b. 182; B. Aikema, Il “famoso Abondio”. Abbondio Stazio e la decorazione a stucco nei palazzi veneziani, circa 1685-1750, “Saggi e memorie di storia dell’arte”, 21, 1997, p. 91. Non ci è stato possibile verificare tale documento. 67 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748, bob. 58, vol. 2, alla data. 68 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 119, alla data. 69 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, fasc. III, p. 17, n. 393. 70 APAVe, b. 182, nn. 1-2; I. Chiappini di Sorio, Ca’ Albrizzi di Sant’Aponal, Venezia 1997, p. 36, nota 42. Non ci è stato possibile verificare tale documento. 71 BMCVe, Mss. PDc, 2087/V, c. s., alla data. La sala da ballo è stata demolita negli anni quaranta del XIX secolo; M. Favilla, R. Rugolo, Louis Dorigny e Venezia. Da Ca' Tron a Ca’ Zenobio e ritorno, in Louis Dorigny (1654-1742). Un pittore della corte francese a Verona, catalogo della mostra (Verona, Museo di Castelvecchio), a cura di G. e P. Marini, Venezia 2003, p. 37. 72 BMCVe, Mss. PDc, 2087/V, c. s., alla data. 73 Ivi, alla data. 74 BNMVe, Mss. It., VII, 1834. Nell’occasione la Pallade Veneta ricordava che più di tutto fece impressione “il sfoggio magnifico del di lui palazzo con stucchi dorati, suppellettili d’oro e quadri preciosi”; M. Favilla, R. Rugolo, Venezia barocca. Splendori e illusioni di un mondo in ‘decadenza’, Schio (Vicenza) 2009, p. 230. 75 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 120, alla data. Nel corso di cinque anni, che dovevano iniziare nel mese di aprile successivo, “Il signor Pietro Roncaiolo quondam Gio. Batta, di Brusino Arsitio, ordinariamente commorante nell’inclita città di Venetia et parti circostanti”, si impegnava a “insegnare et amaestrare esso Gio. Batta nel dissegno, modello et operationi di detta sua professione et virtù di scultore di stucco nella detta città di Venetia, overo ovunque esso signor Roncaioli haverà occasione d’intraprendere operationi della sua professione, con farlo dissegnare et modellare tre hore del giorno”. Segnalato da A. Lienhard-Riva, Armoriale ticinese. Stemmario di famiglie ascritte ai patriziati della Repubblica e Cantone del Ticino […], Losanna 1945, p. 392. 76 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801, bob. 123, vol. 12, alla data. 77 AdA, reg. 826, c. 194; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 203. 78 ASUd, Archivio Manin, b. 223, “fasc. B”, c. 4; M. Frank, Virtù e fortuna. Il mecenatismo e le committenze artistiche della famiglia Manin tra Friuli e Venezia nel XVII e XVIII secolo, Venezia 1996, p. 376. 79 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 80 APSSdVe, Parrocchia di San Bartolomeo, Battesimi 1620-1703, c. 394. 244 / Carte d’archivio 81 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748, bob. 58, vol. 2, alla data. 82 L’anno di nascita è indicativo e lo si ricava dall’età di Garovi nelle pratiche di garzonato del 1718-1720; si veda qui alle date. 83 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Matrimoni 1623-1859, bob. 123, vol. 4.1, alla data; I. Proserpi, I Tencalla di Bissone, Lugano 1999, p. 248. 84 AASPd, reg. 826, cc. 197-198; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 188. 85 ASVe, Giudici di Petizion, Inventari, b. 401, n. 6; M. Favilla, R. Rugolo, Tra Bolzano e Venezia…, cit., p. 491 nota 13. 86 AASPd, reg. 826, c. 200; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 188. 87 AASPd, reg. 826, c. 201; A. Sartori, Il santuario…, cit., p. 188. 88 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 125, 4 aprile 1707. Nel fascicolo si trova copia dell’atto registrato dal notaio veneziano Valerio de Bonis. Fra i testimoni appare Francesco Fossati di Antonio murer. 89 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 138, 28 febbraio 1724. La notizia si trova nella richiesta avanzata da Caterina Roncaioli quondam Camillo al cugino Lindano quondam Pietro per la restituzione di un prestito di 750 lire venete. 90 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, vol. V, fasc. I, c. 42, n. 542. Paga 12 ducati all’anno di affitto al nobiluomo Zuanne Zulian. 91 L. Ganassa, in D. Martinelli, Il ritratto. Overo le cose più notabili di Venezia […] ampliato con la relazione delle fabriche publiche e private et altre cose più notabili successe dall’anno 1682 ino al presente 1704, Venezia 1705, p. 33. 92 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Morti 16601726, bob. 112, vol. 16.2, alla data. 93 ASPVe, Parrocchia di San Canciano, Fabbriceria, Atti generali secondo l’inventario del 1851, b. 130, fasc. segnato “n. 16, 1705. Cassa apparte per il legato delli ducati 200 lasciati nel suo testamento dal quondam signor Giovanni Battista Coletti”, p. 2 e cc. n.n., alla data. 94 APSSdVe, Parrocchia di San Bartolomeo, Battesimi 1703-1722, c. 12. 95 ASPVe, Parrocchia di San Fantin, Battesimi 1629-1772, p. 193. 96 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Stati d’anime 17091769, bob. 60, vol. 1, alla data. 97 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Matrimoni 1623-1859, bob. 123, vol. 4.1, alla data; I. Proserpi, I Tencalla…, cit., p. 248. 98 APSSdVe, Parrocchia di San Bartolomeo, Battesimi 1703-1722, c. 21. 99 ASDLu, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1748, bob. 58, vol. 2, alla data. 100 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 14, fasc. I, cc. ss., alla data. Pietro Branchini “stucador” riceve un compenso di 130 ducati suddiviso in cinque rate. 101 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla data 1708 more veneto. 102 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Stati d’anime 1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data. 103 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 14, fasc. I, cc. ss., alla data. 104 Ivi: Abondio Stazio “stucador” riceve 9 ducati e 6 soldi “per li modelli”. Notizia pubblicata da L. Moretti, in Chiesa di Santa Maria dei Carmini, arte e devozione, Venezia 1995, p. 18, senza specificare il fondo archivistico e trascrivendo “Bianchini” in luogo di “Branchini”. 105 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 121; M. Favilla, R. Rugolo, Appendice documentaria, in Louis Dorigny 16541742. Un pittore…, cit., p. 190, doc. 20; P. Goi, Palazzo Montereale Mantica e l’arte dello stucco in Friuli, in Palazzo Montereale Mantica, a cura di G. Bellavitis, Pordenone 1987, Regesti, p. 159, I, indica esclusivamente le pagine dove vengono menzionati Abondio e Carpoforo. 106 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 121; M. Frank, Virtù…, cit., p. 77. 107 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 121. 108 Ibidem. 109 Ivi, p. 195. 110 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla data. 111 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 195. 112 Ibidem. 113 Ibidem. 114 Ibidem. 115 Ivi, pp. 196-198. 116 Ivi, p. 196. 117 Ibidem. 118 ASUd, Archivio Manin, b. 427, c. s., alla data; segnalato in M. Frank, Virtù…, cit., p. 75, nota 97. 119 BCBg, Libro delle Ricordanze di Astino dal 1496 al 1772, AB 408, cc. 113, 124; A. Pacia, Il restauro degli apparati in stucco di Astino: novità e scoperte per un atlante degli stuccatori a Bergamo, in A. Pacia, V. Parodi, L. Formica, Il restauro degli stucchi della chiesa del S. Sepolcro dell’ex monastero di Astino (BG): lettura materica e storica e problematiche di riproposizione, in Lo Stato dell’Arte 12, atti del XII Congresso Nazionale dell’IGIIC (Milano, Accademia di Brera, 23-25 ottobre 2014), Firenze 2014, pp. 793-796. 120 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 198. 121 Ivi, pp. 198-199, 205-208, 210213. 122 Ivi, p. 198. 123 Ivi, pp. 198-199, 205-213. 124 APSSdVe, Battesimi 1684-1729, c. 146. 125 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, p. 205. 126 Ibidem. 127 Ibidem. 128 Ivi, p. 206. 129 Ibidem. 130 Ivi, p. 212. 131 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 128, alla data. 132 Ivi, alla data. 133 APSMGFVe, Parrocchia di San Tomà, Battesimi 1689-1741, p. 160. 134 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Battesimi 1622-1732, bob. 122, vol. 11; L. Brentani, Antichi maestri…, cit., p. 100. 135 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, p. 213. 136 Ivi, pp. 213-214. 137 Ivi, pp. 213-223. 138 Ivi, pp. 214, 216-218, 220-221, 223. Le mesate del 31 maggio e del 30 dicembre sono riscosse in anticipo e fanno rispettivamente riferimento al 5 giugno 1711 e al 5 gennaio 1712. 139 Ivi, p. 214. 140 Ibidem. 141 ASTi, Notarile, Franchini Cosma Valentino, b. 2049, alla data. 142 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, p. 223. 143 Ibidem. 144 Ibidem. 145 ASTi, Archivio privato Oldelli, b. 12, n. 111, “Pelli Andrea”. 146 Ivi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 130, alla data. 147 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 4, “Conto particolare n. 2”, p. 180; M. Frank, Virtù…, cit., p. 357. 148 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla data. 149 Ivi, Provveditori al Sal, b. 371, “Filza cassa piccola”, nn. 33, 39, 45, 128, 129, alle date; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale nella Sala delle Quattro Porte, “Arte Veneta”, 49, 1996/II, pp. 107-108, nota 2. I pagamenti sono anche registrati in ASVe, Provveditori al Sal, b. 447, “Quaderno cassa piccola”, c. 236, alle date: 3 luglio, 4, 22 agosto, 1, 26 settembre, 3 novembre, 9 dicembre. 150 ASTi, Notarile, Visetti Giuseppe, b. 2069, alla data. 151 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Battesimi 1660-1734, bob. 112, vol. 16, alla data. 152 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, vol. IV, fasc. IV, cc. n.n. 153 ASVe, Provveditori al Sal, b. 447, “Quaderno cassa piccola”, c. 236. 154 Ivi, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla data. 155 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c. 35v. 156 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 426, “Riceveri”, alla data. 157 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, vol. III, 1715, fasc. IV, cc. n.n. 158 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1715, I, c. 619. 159 APSSdVe, Matrimoni 1699-1792, c. 51. 160 ASVe, Inquisitori di Stato, b. 713, “Pallade veneta”, 20 dicembre 1715 4 gennaio 1716; M. Favilla, R. Rugolo, Venezia ’700. Arte e società nell’ultimo secolo della Serenissima, Schio (Vicenza) 2011, p. 233. 161 ASUd, Archivio comunale antico di Udine, b. 87, “Conti della nuova fabbrica del duomo (1713-1719)”, cc. 13v15v; P. Goi, Stuccatori lombardi in Friuli: aggiornamenti e novità, in Passaggi a nord-est…, cit., p. 540 nota 31. 162 BMCVe, Mss. PDc, 2216/X, cc. ss., alla data. 163 APSSdVe, Battesimi 1684-1729, c. 188. 164 BMCVe, Mss. PDc, 2378; N. Ivanoff, Mattia Bortoloni e gli afreschi ignoti della Villa Cornaro a Piombino Dese, “Arte Veneta”, 4, 1950, pp. 129-130. Il documento ivi trascritto non è più rintracciabile. 165 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 2, fasc. 340; segnalato in M. Frank, Friuli e Venezia fra Seicento e Settecento: nuovi contributi intorno alla committenza artistica dei Manin, “Arte e documento”, 3, 1989, p. 230 nota 27. 166 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Anagrai, vol. III, fasc. V, c. 41. 167 StAA, Reichsstift Ottobeuren, Literalien 373, "Grosskellerey Buech vom 1. Januarij 1717 bis dahin 1718", alla data; G. Dischinger, Ottobeuren, Bauund Ausstellungsgeschichte der Klosterlage 1672-1802, III. Quellen, Sankt Ottilien 2011, p. 851. 168 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c. 8v. 169 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Ce- 245 / Carte d’archivio sare di Gabriele, b. 135, alla data. 170 ASVe, Archivio Tiepolo, II consegna, b. 108, cc. n.n., alla data; S. Mason, La cappella di San Saba a Sant’Antonin: committenza e devozione nella Venezia di ine Cinquecento, in Chiesa di Sant’Antonin. Storia e restauro, a cura di T. Favaro, Venezia 2010, p. 144 e appendice documentaria p. 150, IV. 171 StAA, Reichsstift Ottobeuren, Literalien 374, "Grosskellerey Buech d[e] d[at]o 1° Jan. 1718 bis [17]19", alla data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit., p. 854. 172 D. Ricciotti Bratti, Notizie d’arte e d’artisti, “Miscellanea della Regia Deputazione di Storia Patria per le Venezie”, 4, 1930, p. 50, fu il primo a segnalare la presenza delle firme dei due stuccatori. 173 Secondo il contenuto delle pratiche relative al perfezionamento del contratto di garzonato del 1720; si veda qui alla data. 174 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 135, 26 giugno 1720; A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., p. 266. 175 StAA, Reichsstift Ottobeuren, Literalien 375, "Großkellerey Buech d[e] d[at]o 1° Januarij 1719 bis 1720", alla data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit., p. 855. 176 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Stati d’anime 1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data. 177 AO, L. Cam. 22a, "Groß-Kellerey Buech d[e] d[at]o 1° Jan. 1720 bis 1721", alla data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit., p. 856. 178 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 136, alla data. Segnalato da A. Lienhard-Riva, Armoriale…, cit., pp. 188-189, che però lo identifica come “Alessandro Stazio”. 179 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 132, alla data. 180 ASVe, Dieci savi alle decime, b. 2018, fasc. 64, segnato “Taggia piera”. 181 ASDLu, Mendrisio, Parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, Battesimi 1708-1744, bob. 132, vol. 12.1, alla data. 182 Ivi, Carona, Parrocchia dei Santi Giorgio e Andrea, Battesimi 1680-1745, bob. 58, vol. 2, alla data. 183 ASVe, Scuola Grande di San Teodoro, b. 23 (ex 28). Segnalato da R. Gallo, La Scuola grande di San Teodoro di Venezia, “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, 120, 19611962, Classe di scienze morali lettere ed arti, p. 481, senza indicare la collocazione archivistica. 184 AOCVe, Atti degli antichi ospedali, Ospedale degli Incurabili, Atti patrimoniali, b. 49, “Punti de’ testamenti della quondam nobil donna Elena Sanudo et altre parti concernenti l’altar maggiore in chiesa dell’Ospedal dell’Incurabili”, cc. n.n., alla data. 185 ASTi, Notarile, Martinola Filippo, b. 2607, alla data. 186 Ivi, Roncaioli Carlo Francesco di Giulio Cesare, b. 150, alla data; ivi, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 137, alla data. Le somme prestate sono così suddivise: Balerna 2000 scudi, Maroggia 480 scudi d’oro, Mendrisio 2600 lire imperiali moneta di Milano. 187 BMCVe, Mss. PDc, 2764, cc. ss., n. 577, “Laus Deo 1723. Nota delle spese fatte nella casa Correggio al presente abitata da sua eccellenza Ferigo Corner patrone”. 188 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c. 56. 189 AO, L. Cam. 24, "Groß-KellereyBuech von anno 1724 bis 1725", alla data; G. Dischinger, Ottobeuren…, cit., p. 861. 190 ASPVe, Parrocchia di San Beneto, Battesimi 1678-1751, p. 258, 5 gennaio 1724 more veneto. Si tratta con probabilità di un lapsus per “Abondio”. 191 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Morti 16601727, bob. 112, vol. 16.02, alla data. 192 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766, c. 35v. 193 Secondo quanto dichiarato nella libertà di matrimonio del 1732; si veda qui alla data. 194 ASPVe, Matrimoni segreti 17241726, 24 gennaio 1726. 195 Ibidem. 196 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin 35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”, c. 128v; M. Frank, Giuseppe Torretti al servizio dei Manin tra Friuli e Venezia, “Memorie storiche forogiuliesi”, LXVI, 1987, pp. 189-190. 197 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin 35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”, cc. 130v, 133v-134r; M. Frank, Giuseppe Torretti…, cit., pp. 190-191. 198 ASVe, Scuola grande di Santa Maria dei Carmini, b. 17, “Filze, minute Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”, n. 58. 199 ASPVe, Matrimoni segreti 17241726, 24 gennaio 1726. 200 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Gabriele, b. 139, alla data. Si tratta di 480 scudi d’oro. 201 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria dei Carmini, b. 11, “Cassa della Scola della Beata Vergine del Carmine […] principia l’anno 1726”, c. 25; P. Rossi, Giambattista Tiepolo e la scultura del suo tempo, in Giambattista Tiepolo nel terzo centenario della nascita, atti del convegno internazionale di studi (Venezia-Vicenza-Udine-Parigi, 29 ottobre - 4 novembre 1996), a cura di L. Puppi, Padova 1998, p. 175 nota 33. 202 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 11, “Cassa della Scola della Beata Vergine del Carmine […] principia l’anno 1726”, c. 31. 203 ASTi, Notarile, Casella Bartolomeo, b. 1318, alla data. 204 ASVe, Parrocchia di San Vidal, Battesimi 1718-1780, p. 45. 205 BMCVe, Archivio Zen, b. segnata “51-75”, fasc. 52, cc. ss., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Francesco Polazzo a palazzo Zen, “Bollettino dei Musei Civici Veneziani”, 5, 2010, p. 68. 206 APSGVe, Parrocchia di San Stae, Battesimi 1654-1754, p. 370. 207 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 17, “Filze, minute Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”, fasc. 12, cc. ss., alla data; P. Rossi, Giambattista Tiepolo e la scultura…, cit., p. 173. Il disegno, oggi in collezione privata, è stato pubblicato da F. Magani, Abbondio Stazio e Carpoforo Mazzetti: una società di stuccatori tra Venezia e il Friuli, in L’arte dello stucco in Friuli nei secoli XVII-XVIII. Storia, tecnica, restauro, interconnessioni, atti del convegno (Passariano-Udine, 24-26 febbraio 2000), a cura di G. Bergamini, P. Goi, Udine 2001, p. 254, fig. 10. 208 APSSVe, Parrocchia di San Mattio, Battesimi 1712-1751, p. 137. 209 Secondo quanto dichiarato nelle libertà di matrimonio del 1748 e del 1749: si veda qui alle date. 210 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 17, “Filze, minute Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”, fasc. 24, cc. ss., alla data; P. Rossi, Giam- battista Tiepolo e la scultura…, cit., p. 175 nota 35. 211 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 11, “Cassa della Scola della Beata Vergine del Carmine […] principia l’anno 1726”, cc. 63, 66, 68, “haver”; P. Rossi, Giambattista Tiepolo e la scultura…, cit., p. 175 nota 34. 212 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1732, II, c. 190. 213 ASPVe, Parrocchia di San Moisè, Battesimi 1726-1742, c. 145. 214 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Matrimoni 1610-1767, p. 232. 215 ASVe, Provveditori al Sal, b. 372, “Filza cassa piccola 1729-1740”, n. 140; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale…, cit., p. 112, nota 45. 216 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin 35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”, c. 179v; M. Frank, Giuseppe Torretti…, cit., p. 197. 217 ASVe, Provveditori al Sal, b. 372, “Filza cassa piccola 1729-1740”, n. 140; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale…, cit., p. 112, nota 45. 218 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 546. 219 ASVe, Provveditori al Sal, b. 372, “Filza cassa piccola 1729-1740”, n. 168; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale…, cit., p. 112, nota 46. 220 ASVe, Provveditori al Sal, b. 107, “Scritture segrete”, cc. ss., alla data; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale…, p. 118, nota 47. 221 ASVe, Provveditori al Sal, b. 448, “Quaderno cassa piccola”, cc. 59, 90, alla data; ivi, b. 372, “Filza cassa piccola”, n. 21; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale…, cit., p. 118, nota 49. 222 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin 35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”, c. 179v; M. Frank, Giuseppe Torretti…, cit., p. 197. 223 ASTi, Notarile, Roncaioli Carlo Francesco, b. 152. 224 ASVe, Provveditori al Sal, b. 448, “Quaderno cassa piccola”, c. 59, alla data. 225 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin 35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”, c. 189; M. Frank, Giuseppe Torretti…, cit., p. 198. 226 BCUd, Archivio Manin 1547, Manin 35, “Giornale di Spese fatte dalla famiglia Manin per diverse chiese a Udine”, c. 193; M. Frank, Giuseppe Torretti…, cit., p. 198. 227 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 554. 228 ASDLu, Melide, Parrocchia dei Santi Quirico e Giuditta, Battesimi 16021738, bob. 65, vol. 6, alla data. 229 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 563. 230 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Stati d’anime 1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data. 231 BNMVe, Cod. Ris. 113; M. Zorzi, La Libreria di San Marco. Libri, lettori, società nella Venezia dei dogi, Milano 1987, p. 263, nota 149. La decorazione non è più esistente. 232 ASVe, Santa Maria del Rosario (Gesuati), b. 59, “Esito della nuova chiesa dall’anno MDCCXXV - sino MDCCIIL libro primo”, cc. n.n., alla data; G. Urbani de Gheltof, Tiepolo e la sua famiglia, Venezia 1879, pp. 119-120. Lo stuccatore viene indicato nel documento come “Angelo Pelle”, ma si tratta con tutta probabilità della stessa persona, poiché nei registri canonici della parrocchia di Brusinio Arsizio i Pelli sono variamente indicati come “Pel”, “Pelli”, “Pelle”, “Pellis”. Peraltro G. Moschini, 246 / Carte d’archivio Guida per la città di Venezia […], I, Venezia 1815, p. 523, indica “Michelangelo Pelle” come esecutore degli stucchi della cappella di Sant’Antonio a San Moisè che incorniciano l’affresco di Jacopo Guarana. 233 ASTi, Notarile, Roncaioli Nicolao Egidio di Gabriele, b. 142, 8 marzo 1738. La procura, menzionata nel fascicolo, venne registrata negli atti del notaio veneziano Giovanni Garzoni Paulini. 234 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Morti 1735-1780, c. 8. 235 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 573. 236 ASTi, Notarile, Roncaioli Nicolao Egidio di Gabriele, b. 142, 8 marzo 1738. La lettera autografa si trova all’interno del fascicolo. Abondio si compiace per la riscossione di alcuni crediti e invita Croce a far valere in ogni occasione l’esercizio della procura rilasciatagli. 237 Ibidem. 238 ASVe, Scuola Grande di Santa Maria del Carmine, b. 11, “Cassa della Scola della Beata Vergine del Carmine […] principia l’anno 1726”, p. 126. 239 T. Temanza, Zibaldon, a cura di N. Ivanoff, Venezia-Roma 1963, p. 42. 240 ASVe, Notarile, testamenti, Gabrieli Gabriele di Carlo, b. 450, n. 18; M. Muraro, Palazzo Contarini a San Beneto, Venezia 1970, p. 237. Si tratta del “credito in Bissone” che spetta al “signor Carpoforo Macetti mio fiozo e compagnio per molti anni nella mia profesione”. 241 ASTv, Notarile, I serie, Marta Pelegrin, b. 2918, c. 76; ivi, Federico e Alvise Arnoldi, b. 2908, cc. 34-35; P. Goi, Stuccatori lombardi…, cit., pp. 272273, nota 30. 242 ASTi, Notarile, Martinola Filippo, b. 2622, alla data. 243 ASVe, Scuola grande di Santa Maria del Carmine, b. 17, “Filze, minute Capitoli et altro da 1730 sino a 1740”, n. 53; A. Niero, Giambattista Tiepolo alla Scuola dei Carmini. Precisazioni d’archivio, “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, 135, 19761977, Classe di scienze morali lettere ed arti, pp. 375-376. 244 Secondo quanto indicato nel testamento della moglie Anna Lavinia Paleari stilato in Brusino; ASTi, Notarile, Roncaioli Carlo Francesco di Giulio Cesare, b. 155, alla data; A. LienhardRiva, Armoriale…, cit., p. 326. 245 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 596. 246 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Stati d'anime 1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data. 247 Ivi, Mendrisio, Parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, Battesimi 17081744, bob. 132, vol. 132.1, alla data. 248 Ivi, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801, bob. 123, vol. 12, alla data. 249 Ivi, Melide, Parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta, Battesimi 1738-1871, bob. 65, vol. 7, alla data. Copia dell’atto di battesimo si trova in ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1781, I, p. 292. 250 ASTv, Notarile, I serie, Marta Pelegrin, b. 2918, cc. 87-88; P. Goi, Stuccatori lombardi…, cit., pp. 272-273, nota 30. 251 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo, Battesimi 1727-1749, c. 110. 252 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 314, p. 20; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori delle decorazioni a palazzo Pisani Moretta a S. Polo, “Notizie da Palazzo Albani”, XI, 1-2, 1982, pp. 99-100, nota 4. 253 ASVe, San Francesco di Paola, b. 20, reg. 1, “Libro esito e introito del restauro della chiesa 1747”, alla data. 254 ASUd, Archivio Manin, b. 227; M. Frank, Virtù…, cit., pp. 417-418, doc. 30, che trascrive “Giuseppe Garoni”. 255 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 609. 256 APMCVe, Archivio Corner (in via di riordino), fasc. segnato “n. 304 Mobili”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida: Giambattista Tiepolo per i Corner di San Polo, “Arte Veneta", 69, 2012, p. 103, nota 41. 257 APMCVe, Archivio Corner (in via di riordino), fasc. segnato “n. 304 Mobili”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p. 103, nota 41. 258 APMCVe, Archivio Corner (in via di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p. 103, nota 41, ove per errore abbiamo trascritto “1742”. 259 APMCVe, Archivio Corner (in via di riordino), fasc. segnato “n. 304 Mobili”, cc. n.n., alla data. 260 Ivi, fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p. 103, nota 41. 261 ASVe, Senato Terra, Deliberazioni, filza 1983; P. Rossi, Restauri e rifacimenti settecenteschi a Palazzo Ducale di Venezia, in “Per sovrana risoluzione”. Studi in ricordo di Amelio Tagliaferri, “Arte Documento”, Quaderni, 4, 1989, pp. 531-533, note 12-13. 262 ASPVe, Parrocchia di San Cassiano, Morti 1735-1745, p. 100; B. Aikema, “Il famoso Abondio”…, cit., p. 119, nota 67. 263 Si veda in questo stesso numero di “Arte Veneta” il contributo di P. Delorenzi, Giuseppe Garrovi, l’“unico discepolo dei celebri stuccatori Abbondio Stazzio, e Carpoforo Mazzetti”. 264 Si veda il documento citato a nota 270. 265 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo, Battesimi 1727-1749, c. 122. Nel documento, l’ultima lettera del cognome “Pelli” viene corretta sopra “Pelle”. 266 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 314, p. 203; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100, nota 4, non riporta i pagamenti alle date: 11, 24 luglio; 8 agosto; 12 settembre. 267 ASVe, Notarile, testamenti, Gabrieli Gabriele di Carlo, b. 450, n. 18; M. Muraro, Palazzo Contarini…, cit., p. 237. Allegata al testamento è la trascrizione dell’atto di morte di Stazio conservato nei registri della parrocchia di San Geremia. 268 ASVe, Provveditori al Sal, b. 114, “Scritture segrete 1745-1746”, cc. ss., foglio allegato alla relazione del proto Giovanni Pastori in data 12 luglio 1745; P. Rossi, Restauri…, cit., p. 531, nota 13. 269 APMCVe, Archivio Corner (in via di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p. 103, nota 41. 270 ASTi, Notarile, Martinola Francesco di Giuseppe, b. 2639, alla data; cfr. G. Martinola, Maestri ticinesi all’estero dal ’500 al ’700, “Bollettino Storico della Svizzera Italiana”, s. IV, anno XIX, n. 1, gennaio-marzo 1944, p. 34, che però non fornisce la collocazione archivistica. 271 ASVe, Provveditori alle pompe, b. 14, “Cannaregio, San Geremia”. 272 BMCVe, Mss. PDc, 2423/4; M. Muraro, Palazzo Contarini…, cit., pp. 236237. 273 ASVe, San Francesco di Paola, b. 20, reg. 1, "Libro esito e introito del restauro della chiesa, 1747", alla data; R. Privato, Il ciclo pittorico settecentesco della chiesa di S. Francesco di Paola, “Venezia arti”, 5, 1991, p. 153, nota 5. 274 ASVe, San Francesco di Paola, b. 20, reg. 1, "Libro esito e introito del restauro della chiesa, 1747", alla data; R. Privato, Il ciclo pittorico…, cit., p. 153, nota 5. 275 APMCVe, Archivio Corner (in via di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p. 103, nota 41. 276 ASPVe, Parrocchia di San Geremia, Morti 1744-1748, c. 41; R. Gallo, Una famiglia patrizia: i Pisani ed i palazzi di S. Stefano e di Stra, Venezia 1945 (estr. da “Archivio Veneto”, s. V, 34-35, 1944), p. 45, nota 3, che trascrive l’atto di morte registrato in ASVe, Provveditori alla Sanità, Necrologi, alla data. 277 ASPVe, Parrocchia di San Geremia, Scuola del Santissimo Sacramento, Registri cassa, “1738 cassa de’ contanti della Scola”, p. 58. 278 ASVe, San Francesco di Paola, b. 20, reg. 1, “Libro esito e introito del restauro della chiesa 1747”, alla data; R. Privato, Il ciclo pittorico…, cit., p. 153, nota 26. 279 L’anno di nascita è indicativo e lo si ricava dall’età dichiarata nella libertà di matrimonio del 1772; si veda qui alla data. 280 ASTi, Notarile, Roncaioli Nicolao Egidio di Gabriele, b. 142, alla data. 281 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo, Battesimi 1727-1749, c. 133. 282 ASVe, Provveditori alle pompe, b. 17, fasc. 91, alla data. 283 APMCVe, Archivio Corner (in via di riordino), fasc. segnato “n. 305 Fabriche”, cc. n.n., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Lo specchio di Armida…, cit., p. 103, nota 41, ove per errore abbiamo trascritto “4 settembre”. 284 BMCVe, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa 1746. Libro di spese fatte in occasione del noviciado di sua eccellenza Vicenzo Tron”, cc. 6, 15. 285 Ivi, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 314, p. 216. 286 Ivi, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa 1746. Libro di spese fatte in occasione del noviciado di sua eccellenza Vicenzo Tron”, cc. 22-23. 287 Ivi, c. 26. 288 Ivi, cc. 35, 37. 289 AASPd, b. 1089, f. 244, nn. 37, 42, 53, 75, e f. 245, n. 143; A. Sartori, Documenti per la storia dell’arte a Padova, a cura di C. Fillarini, Vicenza 1979, p. 607, che trascrive “Garono”. La decorazione è andata perduta. 290 ASPVe, Parrocchia di San Beneto, Battesimi 1678-1751, p. 300. 291 BMCVe, Mss. PDc, 2182/XI, “Cassa 1746. Libro di spese fatte in occasione del noviciado di sua eccellenza Vicenzo Tron”, c. 43. 292 Ivi, cc. 43-44. 293 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1748, I, c. 124. 294 Secondo quanto dichiarato nella libertà di matrimonio del 1767; si veda qui alla data. 295 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801, bob. 123, vol. 12, alla data. 296 ASVe, Provveditori alle pompe, b. 17. In altro elenco alla stessa data Adami è indicato come residente in calle del Perdon; F. Montecuccoli degli Erri, Venezia 1745-1750. Case (e botteghe) di pittori, mercanti di quadri, incisori, scultori, architetti, musicisti, librai, stampatori ed altri personaggi vene- 247 / Carte d’archivio ziani, “Ateneo Veneto”, n.s., XXXVI, 36, 1998, p. 76. 297 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo, Battesimi 1727-1749, c. 148. 298 Ivi, Examinum Matrimoniorum, 1749, I, c. 72. Franchini, diversamente da quanto affermato l’anno prima per la libertà di matrimonio di Sgualdo Belli, dichiara di essere nato a Carona (e non a Mendrisio), di essere giunto a Venezia da quattordici anni (e non da sedici). 299 Ivi, Parrocchia di San Maurizio, Matrimoni, 1710-1760, alla data. 300 ASDLu, Bioggio, Parrocchia di San Maurizio, Matrimoni 1709-1845, bob. 92, vol. 10, alla data. 301 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 277, “cauzioni”, n. 105; P. Rossi, Lavori settecenteschi per la chiesa di San Rocco: la decorazione della sagrestia e le sculture della facciata, “Arte Veneta”, 35, 1981, pp. 232-233. 302 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 654. 303 AASPd, b. 968, alla data, A. Sartori, Documenti…, cit., pp. 607-608, che trascrive “Garono”. 304 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 654. 305 A. Massari, Giorgio Massari architetto veneto del Settecento, Vicenza 1971, p. 41, fig. 67, che trascrive “Giovanni Savono”. 306 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1751, I, c. 99. Indicato nell’atto come “Michel Angelo Pelle” si firma però “Michel Angello Pelli”. 307 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 314, p. 267; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100, nota 4. 308 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 672. 309 APSGVe, Parrocchia di San Stae, Battesimi 1564-1764, p. 432. 310 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 314, pp. 267, 370; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99100, nota 4, non riporta i pagamenti alle date: 10 giugno, 25 settembre. 311 APSSVe, Parrocchia di San Giovanni Elemosinaro, Battesimi 1701-1766. Il 15 luglio muore di parto Francesca Fiorenza moglie di Michelangelo Pelli; ivi, Morti 1735-1780, c. 49. 312 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, reg. 460, “Quaderno scola e commissarie di San Giovanni Evangelista. 1748 a 1757”, p. 236. 313 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Battesimi 1733-1860, bob. 22, vol. 12, alla data. 314 ASPVe, Parrocchia di Sant’Angelo, Battesimi 1749-1778, c. 20v. 315 ASVe, Scuola Grande di San Rocco, II consegna, b. 285, “cauzioni”, n. 472; P. Rossi, Attività di Domenico Tintoretto, Santo Piatti e Giuseppe Angeli per la Scuola di San Rocco, “Arte Veneta”, 31, 1977, pp. 270-271. 316 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, b. 460, “Quaderno scola e commissarie di San Giovanni Evangelista. 1748 a 1757”, p. 236. 317 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 314, p. 370; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100, nota 4, non riporta il pagamento del 30 marzo. 318 Si veda qui alla data 1758 e nota 326. 319 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 314, p. 436; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., pp. 99-100, nota 4. 320 Secondo quanto dichiarato nella propria libertà di matrimonio, ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1781, I, p. 292. 321 Ivi, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 698. 322 ASDLu, Brusino Arsizio, Parrocchia di San Michele Arcangelo, Stati d'anime 1709-1760, bob. 113, vol. 7, alla data. 323 APS, cartella 79, fasc. segnato “Stampa Comun di Spinea anno 1407-1767”, cc. 72-73; A. Rorato, P. Franceschin, La chiesa dei Santi Vito e Modesto di Spinea, Treviso 1987, pp. 28-29. 324 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, b. 461, 1757-1771, p. 362; G. Lorenzetti, La Scuola grande di S. Giovanni Evangelista, Venezia 1929, p. 52, non fornisce la collocazione archivistica, indicata invece da R. Gallo, Una famiglia patrizia…, cit., p. 46, nota 4. 325 APM, “Libro de dinari essistenti et posti nella cassa novamente instituita della Luminaria di Santa Maria e San Nicolò della Motta l’anno 1635 e successivi […]”, 1635-1772, c. 102v; S. Momesso, Un episodio tra Veneto e Friuli: il monumento funebre del cardinale Girolamo Aleandro nel duomo di Motta di Livenza, in Passaggi a nordest…, cit., pp. 511-514, nota 5. Non ci è stato possibile verificare il documento citato. 326 ASTi, Notarile, Martinola Francesco di Giuseppe, b. 1758, alla data. 327 ASPVe, Parrocchia di San Maurizio, Battesimi 1630-1760, p. 716. 328 BCUd, Mss. Joppi, Notatorium IX, c. 210v; P. Goi, Palazzo Montereale Mantica…, cit., Regesti, p. 160, XII. 329 BMCVe, Manoscritti Ravà, b. segnata “II 4329”, fasc. segnato “6. Decoratori. Stuccatori. Pittori. Tapezziere”, cc. n.n., alla data. 330 Ibidem. Il contratto è stipulato con la nobildonna Elisabetta Marcello Carminati. 331 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Battesimi 1733-1860, bob. 22, vol. 12, alla data. 332 ASVe, Parrocchia di San Tomà, Fabrica, b. 4, fasc. 12, “Documenti-ricevute 1735”, cc. ss., alla data; S. Guerriero, Jacopo e Vincenzo Guarana nella chiesa di San Tomà, “Arte Veneta”, 53, 1998/II, p. 157, nota 39. I decori sono stati rimossi in epoca imprecisata. 333 Si veda qui alla data 1758. 334 ASVe, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, b. 461, 1757-1771, p. 410. 335 APS, Cartella 51, Processo 6, b. 2, 1758-1762, cc. 16-17; A. Rorato, P. Franceschin, La chiesa dei Santi Vito…, cit., pp. 28-29. 336 APS, Cartella 51, Processo 6, b. 2, 1758-1762, cc. 16-17; A. Rorato, P. Franceschin, La chiesa dei Santi Vito…, cit., pp. 28-29. 337 ASVe, Parrocchia di San Tomà, Fabrica, b. 4, fasc. 12, “Documenti-ricevute 1735”, cc. ss., alla data; S. Guerriero, Jacopo e Vincenzo Guarana…, cit., p. 157, nota 39. 338 APS, Cartella 51, Processo 6, b. 2, 1758-1762, cc. 12-13; A. Rorato, P. Franceschin, La chiesa dei Santi Vito…, cit., pp. 28-29. 339 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Stati d’anime 1588-1801, bob. 123, vol. 12, alla data. Il nucleo è così composto: Carpoforo con la moglie Marta Staffieri e le figlie Lucia Francesca (otto anni) e Antonia (due anni). 340 ASVr, Archivio privato Pindemonte Rezzonico, b. 214, “Spese per l’ingresso di Ludovico Rezzonico”, cc. nn., alla data. 341 ASTi, Notarile, Rusca Giovanni Battista di Giuseppe, b. 476, alla data. 342 ASVe, Provveditori al Sal, b. 375, Filze cassa piccola 1759-1766, n. 70; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale…, cit., p. 117, nota 45. Le cornici saranno poi restaurate nel 1792 da Gaspare Lavizzari; ivi, b. 377, Filze cassa piccola 1782-1785, n. 125; P. Rossi, Lavori settecenteschi a Palazzo Ducale (II), “Arte Veneta”, 50, 1997, pp. 114, 120, nota 83. 343 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1122, alla data. 344 ASVe, Provveditori al Sal, b. 375, Filze cassa piccola 1759-1766, n. 70. 345 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Battesimi 1733-1860, bob. 22, vol. 12, alla data. 346 APSSVe, Parrocchia di San Mattio, Battesimi 1751-1808, p. 90. 347 Secondo quanto dichiarato dallo stesso nella libertà di matrimonio del 1772; si veda qui alla data. 348 Secondo quanto dichiarato nella libertà di matrimonio del 1769; si veda qui alla data. 349 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1130, 10 marzo 1774. L’atto è trascritto in copia in fondo al fascicolo. 350 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 105. 351 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae T. II scritture”, 50.3. 352 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 14, 20, 30. 353 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae T. II scritture”, 50.2; E. Zucchetta, Afreschi e stucchi settecenteschi a Venezia: Palazzo Tron a San Stae, in Studi per Pietro Zampetti, a cura di R. Varese, Ancona 1993, pp. 545-546, nota 22. 354 BMCVe, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae T. II scritture”, 50.8. 355 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, p. 28. 356 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1767, II, cc. 618v-619. 357 BMCVe, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 45, 48, 50-51, 53. 358 APSSVe, Parrocchia di San Mattio, Matrimoni 1725-1801, p. 107. 359 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 105; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 14, non riporta i pagamenti alle date: 20 aprile, 26 giugno. 360 BMCVe, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 53, 58, 60-61. 361 Ivi, pp. 67, 69. 362 Ivi, pp. 72-73, 81. 363 Ivi, Mss. PDc, 2343/I, cc. n.n., alla data. 364 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, pp. 91-93. 365 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae T. II scritture”, 50.17. 366 Ivi, Mss. PDc, 2258/5, “Cassa tenuta da me Giuseppe Gana”, p. 94. 367 Ivi, pp. 97, 99. 368 Ivi, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 161. 369 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1125, alla data. 370 APSSVe, Parrocchia di San Mattio, Battesimi 1751-1808, p. 109. 371 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1769, I, pp. 256-257. Anche l’altro teste, Gasparo Solari quondam Pompeo di Carona, murer, residente a Santa Soia, conferma la dichiarazione di Lavizzari. 372 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 175; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 14, non riporta i pagamenti alla data 13 dicembre. 248 / Carte d’archivio 373 APSSdVe, Matrimoni 1699-1792, c. 239. 374 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, pp. 161, 164. 375 ASUd, Archivio Manin, Villa Manin, Sp. 7, cc. ss., alla data; P. Goi, Palazzo Montereale..., cit., p. 59, Regesti, V/A, V/B. 376 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, pp. 180, 188. 377 Nel fascicolo vi è la trascrizione della procura registrata a Venezia negli atti del notaio Florio Bellan; ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1126, 16 febbraio 1770. 378 Ivi, alla data. 379 APSSdVe, Battesimi 1762-1802, p. 65. 380 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1126, alla data. 381 Ivi, b. 1127, alla data. 382 Ivi, Roncaioli Nicolao Egidio, b. 147, alla data. 383 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 196. 384 Ivi, Mss. PDc, 2017, “Stabili S. Stae T. II scritture”, 50.21; E. Zucchetta, Affreschi e stucchi…, cit., p. 546, nota 24. 385 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, pp. 196, 206; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 12. 386 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1771, II, p. 602. 387 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 206; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 12. 388 APSSdVe, Battesimi 1762-1802, p. 79. 389 ASPVe, Examinum Matrimoniorum, 1772, II, p. 77. 390 BMCVe, Mss. PDc, 909, cc. n.n., alla data. 391 BMCVe, Mss. PDc, 2321, c. s., alla data; M. Favilla, R. Rugolo, Un’aggiunta a Giambattista Tiepolo per i Corner di San Cassiano, “Arte Veneta”, 69, 2012, p. 190, nota 11. Non avendo elementi certi per ritenere la data more veneto, ino a prova contraria si può considerare secondo il calendario corrente. 392 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, pp. 206, 215; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 14, segnala solo la p. 215. 393 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 215; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 12, segnala un pagamento non riscontrato al 12 maggio. 394 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 215; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 105, nota 14, segnala pagamenti, non riscontrati, al 23 ottobre e al 20 novembre. 395 ASVe, Sant’Andrea della Zirada, b. 50, fasc. 260, n. 8; S. Guerriero, Episodi di scultura veneziana del Settecento a Sant’Andrea della Zirada, “Venezia Arti”, 10, 1996, pp. 61, 66, doc. 3. 396 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, pp. 227, 233; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 105, nota 14, segnala un pagamento non riscontrato al 26 aprile. 397 BMCVe, Mss. PDc, 2222/CXLII; L. Olivato, Storia di un’avventura edilizia a Venezia tra il Seicento e il Settecento: palazzo Cornaro della Regina, “Antichità viva”, 12, 1973, p. 37, nota 74. 398 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, pp. 227, 378; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 14, non segnala il pagamento del 10 aprile. 399 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 308, p. 378; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 105, nota 14, non riporta il pagamento del 24 settembre. 400 ASVe, Archivio Donà, in Archivio Marcello Grimani Giustinian, b. 284, cc. ss., alla data. 401 Ivi, Senato Terra, ilza 2585, allegato al decreto del 17 febbraio; P. Rossi, Lavori settecenteschi (II)…, cit., pp. 109-111. 402 APSSdVe, Battesimi 1762-1802, p. 96. 403 ASPVe, Parrocchia di San Pantalon, Battesimi 1766-1820, p. 101. 404 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1130, alla data. 405 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 359, p. 88; I. Chiappini di Sorio, Gli stuccatori…, cit., p. 103, nota 12. 406 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 359, p. 97; I. Chiappini di Sorio, Palazzo Pisani Moretta, economia, arte, vita sociale di una famiglia veneziana nel diciottesimo secolo, Milano 1983, p. 29, nota 20, indica però c. 88. 407 BMCVe, Archivio Pisani de Lazara Zusto, reg. 359, p. 89; I. Chiappini di Sorio, Palazzo Pisani Moretta…, cit., p. 29, nota 20. 408 ASTi, Notarile, Roncaioli Giulio Cesare di Carlo Francesco, b. 1135, alla data. A margine della prima pagina è riportata la notizia della morte del figlio di Carpoforo, avvenuta il 7 settembre 1777 all’età di dodici anni. 409 ASDLu, Bissone, Parrocchia di San Carpoforo, Morti, 1733-1866, bob. 123, vol. 8, alla data. AAAAAAAAAAA 1. Jacopo Marieschi, La Divina Professor Giacomo Marieschi”6, sui quali il capitolo vota La pittura d’accademia nel Settecento Errata AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACorrige Sapienza e le Virtù teologali. senza unanimità di consenso. La delibera sarà approvata e la decorazione della sala AAAA Venezia, Gallerie dell’Accademia. un mese più tardi con il benestare di Ottaviano Lodovico Nuova p.della 121, righe 22-23 Cancelleria nella Scuola Grande di Santa Maria della Carità Marconi – Guardian Grande della Scuola – alla nomina del quale Andrea fu collaboratore nella chiesa del Calvario a Bolzano (1682) AAAAAAAAAAAdel quale Andrea fu collaboratore nella chiesa del Calvario a Bolzano (1687) a Venezia ufficiale di Jacopo Marieschi, che sostituisce nell’incarico AAAA Giuseppe Angeli, il cui nome compare in precedenza per p. 121, righe 24-25 Debora Tosato essere poi cancellato senza esplicita motivazione. e i soffitti di due sale della Giunta Albertiana nel Castello del Buonconsiglio (1687-1688) AAAAAe i soffitti di due sale della Giunta Albertiana nel Castello del Buonconsiglio (1687) Egli s’impegna a dipingere “un soffitto, e angoli quattro con sue mezarie nei contorni degli adornati dipinti a frep.ed149, nota 24, 9-13dei secoli, il prestigio e il potere delesibito, nelrighe corso sco rappresentanti Putini, Gerogliici, allusivi all’intenzio7 Dalla lettura dei due documenti evince che Francesca Pelli, sorella ne di Andrea, AAAAAAAAA lettura dei due la Serenissima attraverso le sicampagne decorative delle , descrivendo poidocumenti accurata-si evince che Francesca, sorella del testatore, del suddetto Albergo”Dalla loro sedi ufficiali, inAliprandi un crescendo miraaveva sposato Davide Aliprandi. aveva sposato Davide nipotedidicompetizione Girolamo. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA mente l’iconograia della grande tela centrale con la Dita al prevalere dell’una sull’altra. vina Sapienza e le Virtù teologali. AAAA Scuola di Santa Maria della Carità rappresenta forse il p.La132, righe 6-7 caso più emblematico, allevicini altre,alla permaniera l’eccellenza Al 1697 risalirebbero infattirispetto i due ovali, di Louis Dorigny AAAAAAAAAAA Al 1697-98 risalirebbero infatti i due ovali, vicini alla maniera di Louis Dorigny delle maestranze chiamate a eseguire opere di pittura e AAAA d’intaglio a partire dal Quattrocento ino al tardo Settep. 231, col. 2, righe 13-14 (dall’alto) cento, essendo impegnate nel rinnovamento del comBolzano, chiesa del Calvario: Andrea Pelli e Girolamo Aliprandi AAAAAAAAAAAAAAAA 1687 plesso monumentale mediante la costruzione di nuove realizzano le statue con i profeti e i re d’Israele. 1687AAAAAAAAAAAAAAAAAAAA19 ottobre, Bolzano, chiesa del Calvario: Andrea Pelli e Girolamo Aliprandi sale e il restyling di quelle più antiche, a dimostrazione di AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ricevono il compenso per aver realizzato sei statue in stucco. una costante prosperità inanziaria e di un modello illuAAAAAA minato di mecenatismo pubblico. p.Ultimate 231, col. 2,larighe basso) sala17-18 della(dal Cancelleria a ine Seicento con gli 11 marzo: Girolamo Aliprandi, quondam1Giacomo, stuccatore di Laino AAAAAAAAAAAAAA1 marzo: Girolamo Aliprandi, quondam Giacomo, stuccatore di Laino e la sala del Capitolo arredi lignei di Giacomo Piazzetta agli inizi del Settecento con l’impegnativa serie di dipinAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ti e dossali realizzati dagli artisti più alla moda dell’epoAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ca2, la Scuola inanzia l’ultima impresa della sua storia: la AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA decorazione di una sala “moderna”, detta della Nuova AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Cancelleria per distinguerla da quella già esistente. GraAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA zie alle delibere del capitolo, integralmente riportate nei registri manoscritti ora conservati presso l’Archivio di AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Stato di Venezia, è possibile seguire la cronistoria dei laAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA vori, con il resoconto dettagliato ad annum. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Si tratta di una documentazione esaustiva e preziosa per AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ricostruire la storia e l’insieme del ciclo pittorico in esaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA me, asportato, smembrato e parzialmente distrutto in AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA seguito alle soppressioni napoleoniche. Fin dal 1760 l’architetto Bernardino Maccaruzzi riceve la AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA proposta di Antonio Costantini, Guardian Grande della AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Scuola, per esaminare l’Ospitale dei Poveri, adiacente AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA all’ediicio, al ine di ottenere una nuova stanza “conveAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA niente per l’archivio delle sue carte, e scritture, e per fare AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA le sue riduzioni, per le quali sinora non ha altro luoco, AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA che quello alla Cancelleria destinato […] e poter nello stesso tempo alzar li muri circolari sopra detto Ospitale e AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA fare una stanza contigua”. Maccaruzzi invia pertanto un AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA “dissegno” per “ridurre le muraglie all’intorno all’altezza AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di quelle della Cancelleria, con quattro inestroni, e due AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ferriate simili a quelle della sala, con travature e coperAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA to”3. Maestranze di muratori, scalpellini e fabbri presenAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA tano nel 1763 le polizze dei lavori, e l’anno successivo viene formalizzato dal capitolo della Scuola l’incarico a AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Maccaruzzi, con l’approvazione degli Inquisitori e ReviAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA sori sopra le Scuole Grandi4. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA I lavori proseguono nel 1766, e ultimata la sala il capitolo AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA si decide “di nobilitarla con pitture de’ più eccellenti ProAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA fessori […] sino a ricercare al Professore Signor Visconti, che producesse alcun disegno di ornati da eseguirsi a AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA fresco per decorazione del soffitto, con intenzione che il AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Signor Angeli proponesse alcuni pezzi di pittura in tela AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA secondo che richiedesse il buon gusto, e l’armonia […] AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA che travagliarsi da più mano di altrettanti migliori penAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA nelli coprissero decorosamente le pareti laterali della AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA stanza medesima”5. Crediti fotografici La campagna decorativa è documentata a partire dal 29 AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA agosto 1768, quando sono presentati “i due Campioni, et Abbozzi ornati a fresco esibito dal Professor Schio, Luca uno Sassidegli Editore AAAAAAAAAAAAAA pp. 118, 136, 144-145 Pietro Visconti, l’altro del quadro del soffitto esibito dal AAAA Le Scuole Grandi a Venezia hanno sempre personiicato 249 / Carte d’archivio