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19 000 metri di storia

2018, Archeo n. 402

Articolo sulla mostra fotografica di Andrea Jemolo dedicata alle Mura Aureliane di Roma (Museo dell'Ara Pacis)

MOSTRE • ROMA 19000 METRI DI STORIA 56 A R C H E O L’IMPONENTE CIRCUITO MURARIO VOLUTO DALL’IMPERATORE AURELIANO A DIFESA DI ROMA È PROTAGONISTA DI UNA MOSTRA FOTOGRAFICA ALLESTITA NEL MUSEO DELL’ARA PACIS. UN’OCCASIONE PER SCOPRIRE UN’OPERA UNICA NEL SUO GENERE ATTRAVERSO LE IMMAGINI INEDITE DI ANDREA JEMOLO, AL QUALE SI DEVE LA PRIMA DOCUMENTAZIONE SISTEMATICA DI QUESTO GRANDIOSO MONUMENTO di Stefano Mammini A pochi passi dalla redazione di «Archeo» si apre piazza Fiume, uno degli snodi nevralgici del caotico traffico romano. Al centro, ignorata dai piú e quotidianamente percorsa da autobus e taxi, la pavimentazione mostra un insolito intarsio, composto da due grandi lobi, al centro dei quale sta una lapide, con su scritto «Porta Salaria». In quel punto, infatti, si apriva uno degli ingressi alla città e per giunta uno dei piú importanti, considerando che la Salaria era uno dei percorsi che per primi vennero regolarizzati da Roma, ricalcando il tracciato sul quale, da sempre, transitavano i carichi di sale, da cui il nome della strada e della porta. Che ora non esiste piú, ma che lí troneggiava, poiché ci troviamo in corrispondenza di uno dei varchi delle Mura Aureliane, che ancora oggi fanno da quinta a piazza Fiume. È una presenza maestosa, eppure sostanzialmente ignorata. Se chiedete come si possa riconoscere la piazza, infatti, la risposta sarà quasi certamente che su di essa si affaccia il palazzo della Rinascente e difficilmente verranno ricordate le mura, perché il destino moderno di molte delle antichità romane è proprio questo: l’invisibilita. Forse perché fanno da sempre parte del paesaggio urbano e non sono ufficialmente compresi nelle aree archeologiche attrezzate per la visita, molti resti della città imperiale sono divenuti nel tempo uno sfondo, magari pit- Salvo diversa indicazione, tutte le foto che corredano l’articolo sono di Andrea Jemolo e sono attualmente esposte nella mostra «Walls. Le mura di Roma», allestita presso il Museo dell’Ara Pacis. Il tratto delle Mura Aureliane che si snoda fra le porte Latina e Metronia, lungo l’odierno viale Metronio, nel quadrante meridionale della città (vedi pianta a p. 59). A R C H E O 57 MOSTRE • ROMA toresco, ma di cui raramente si percepisce la nobile vetustà. E le Mura Aureliane non fanno eccezione. LA PRIMA CAMPAGNA SISTEMATICA Del resto, per quanto possa sembrare sorprendente, anche la mostra allestita nel Museo dell’Ara Pacis nasce da una sorta di rimozione: le magnifiche fotografie di Andrea Jemolo esposte nelle sale disegnate da Richard Meier sono infatti il frutto di una campagna di documentazione sistematica, realizzata fra il settembre e il dicembre 2017, la prima del genere mai realizzata. In almeno un secolo e mezzo di studi e ricerche, le Mura Aureliane Muro Torto Un tratto delle Mura Aureliane ai piedi del quale si snoda il viale del Muro Torto. La strada, che lambisce il parco di Villa Borghese, prende nome dai resti delle sostruzioni delle ville fatte costruire dagli Anici, dagli Acili e dai Pinci sulla collina sovrastante (che dagli ultimi trasse il nome di Pincio), successivamente inglobati nel circuito delle Mura Aureliane. 58 A R C H E O Porta San Paolo Porta San Paolo si apriva in corrispondenza del tracciato della via Ostiense, di cui infatti, in origine, portava il nome. È una fra le meglio conservate di quelle che si aprivano lungo il circuito delle Mura Aureliane. Sulla sinistra, spicca l’inconfondibile sagoma del monumento funerario che Caio Cestio volle in forma di piramide seguendo la moda egittizzante che si era diffusa a Roma all’indomani della conquista del Paese dei faraoni, nel 31 a.C. N ME Porta Salaria Porta Pinciana A NO Giardini degli Acili Acqua Porta Flaminia N TA VIA E L O A VI C c Ve N Q e ien O 15 16 LI G O D G I 21 17 18 19 OP PI A 20 22 O N 6 7 9 12 10 11 13 14 An 8 PA TR IZ IO IN 5 4 1 IR 3 U 2 A L E er e ei id in ATA rd V I A L e Vergin Gia Porta Tempio di Principale Porta Venere Ericina Nomentana Porta destra m Palazzo Pretoria Ninfeo Ca Naumachia P dei Postumi O Tempio della di Adriano D Mausoleo I om I Fortuna N C di Augusto izi Piscina Castro Portico Giardini Giardini Porta Pretorio Miliarese VII di Lucullo di Domizia Principale Mausoleo A sinistra Tempio Gnomone Arco di Adriano IT di Adriano di Flora EM Porta v di Augusto S o e i Decumana A T VIA CORNELIA r z LT a Terme di Ponte Elio A Tempio Tempio Campo M Diocleziano del Sol di Quirino Porta Aurelia Viminale o Ponte Nuova p Tempio Neroniano m di Adriano VI Giardini a Giardini Lolliani Stadio di Pantheon C di Agrippina IX Tempio Porta Domiziano Aradi CISPIO e Colonna Terme di Tiburtina Dite Odeon di Terme di I ch IV Traiana Tempio Arco di Domiziano Agrippa io Costantino M Tempio di di Iside Gallieno I e Serapide Giunone Lucina Giardini Basilica Ulpia V Portico A Pallantiani Arsenale URR Giardini di Pompeo SUB Ninfeo di Geta Q U I L I N E S Tempio Circo III PiscinaO Giardini Porta della Pace Flaminio Terme di F I oro Porta Settimiana Lamiani P Traiano Prenestina Ponte M V XIV ISOLA A Tempio di Aurelio C Palazzo VIA PRENESTINA TIBERINA Minerva Medica Anfiteatro Flavio di Tiberio Ponte Cestio (Colosseo) Castro Terme di Vecchio IA PALATINO Elena UREL A VIA A Ponte Tempio e Acqu Ac X Domus q Sublicio e Portico ni a C Anfiteatro Porta ua Augustana Ci en la a i c rc Al di Claudio Castro e N ud Aurelia Castrense ar sie o Naumachia Tempio aM M uo ia Nuovo tin di Augusto u as cq vo della Luna a A Ponte sim Lupanari II Porta Asinaria C Tempio di XI di Probo O o E I Giove Eliopolitano L Tempio di Tempio VI Macello Giunone Regina Tempio di Diana A TU di Minerva Emporio e S Portico Emilio Piscina Porta AVENTINO Porta Pubblica Metronia Portuense Bona Dea XIII I Subsaxana ano Va ti c po I C O L O LA CO A N 1. Terme Neroniane 2. Portico degli Argonauti 3. Tempio di Matidia 4. Tempio di Serapide 5. Tempio della Salute 6. Teatro di Balbo 7. Arce capitolina e Tempio di Giunone Moneta 8. Portico di Filippo 9. Portico di Ottavia 10. Tempio di Apollo 11. Teatro di Marcello TIENSE 12. Tempio di Giove Capitolino 13. Tempio di Esculapio 14. Tempio di Giano 15. Foro di Augusto 16. Foro Transitorio o di Nerva 17. Basilica di Massenzio 18. Basilica di Costantino 19. Tempio di Venere e Roma 20. Arco di Costantino 21. Terme di Tito 22. Tempio di Iside Terme di Caracalla Sepolcro degli Scipioni Acqua Porta Ardeatina Porta Latina IA APP ere Entro le Mura XII A VI Te v Tempio della Buona Fortuna Magazzini di Galba Piramide di Cestio e s ta c c i o T Porta . M Ostiense VIA OS Giardini di Cesare Porta Appia Pianta della città di Roma. La zona in verde piú scuro indica l’area compresa nel circuito delle Mura Serviane; quella di colore piú chiaro l’estensione raggiunta in epoca imperiale e chiusa dalle Mura Aureliane. VI A L ATI N A An to ni na erano state fotografate a piú riprese, accumulando un patrimonio di immagini ricchissimo, eppure lacunoso. Da oggi, invece, la conoscenza di quest’opera straordinaria può contare sulla ricognizione integrale del suo intero circuito, che si snoda per ben 19 chilometri intorno al cuore della capitale. La colossale impresa, lo ricordiamo, fu avviata nella seconda metà del III secolo d.C., quando Aureliano, all’indomani dell’invasione dell’Italia settentrionale da parte degli Alamanni, comprese che anche il cuore A R C H E O 59 MOSTRE • ROMA IL FONDO PARKER A integrare le foto di Andrea Jemolo, i curatori della mostra «Walls. Le mura di Roma» hanno inserito nel percorso espositivo una cinquantina di fotografie selezionate dal fondo Parker: si tratta di stampe all’albumina realizzate da Carlo Baldassarre Simelli (1811-post 1877), uno tra i piú abili fotografi scelti da Parker per la sua raccolta. L’archeologo inglese John Henry Parker (1806-1884) fece eseguire a piú riprese, tra il 1864 e il 1877, da fotografi professionisti, durante i suoi soggiorni a Roma, una raccolta fotografica di oltre 3300 immagini sulla città e sui suoi dintorni che porta il suo nome. Molti degli antichi negativi sono andati distrutti in un incendio, tranne alcuni, oggi presso l’Accademia Americana e al Gabinetto Fotografico NazionaleICCD, mentre i positivi originali si conservano, oltre che nell’Archivio Fotografico del Museo di Roma, alla Scuola Britannica di Roma e all’Istituto Archeologico Germanico. Le immagini raffigurano importanti costruzioni del mondo romano: dalla Porta Ostiense all’Arco di Dolabella, da Porta Metronia alle Mura del Castro Pretorio, da Porta Maggiore alla Porta Asinara, dall’Anfiteatro Castrense all’Acquedotto Claudio. (red.) In alto: Porta Maggiore in una stampa all’albumina di Carlo Baldassarre Simelli. Roma, Archivio Fotografico Comunale, Museo di Roma. A sinistra: la Porta Asinaria in una foto di Gustavo Eugenio Chaffourier. Roma, Archivio Fotografico Comunale, Museo di Roma. 60 A R C H E O A destra: le Mura Aureliane lungo la via Casilina Vecchia, dove l’opera sfrutta le arcate dell’Acquedotto Claudio. In basso: lo studio di Francesco Randone, con la Scuola di ceramica, che occupano ambienti ricavati all’interno delle Mura Aureliane nel tratto fra le porte Pinciana e Salaria, oggi in corrispondenza di via Campania, nel rione Ludovisi. dell’impero poteva essere direttamente attaccato dalle popolazioni che già avevano cominciato a minacciarne i confini. I lavori ebbero inizio nel 271 d.C. e si conclusero appena quattro anni piú tardi. Un dato che suona quasi beffardo, a ricordarlo adesso, in una Roma in cui la certezza sui tempi di realizzazione delle opere pubbliche sembra un frutto proibito. UN EVENTO TRAUMATICO A voler essere precisi, le ultime rifiniture furono eseguite sotto l’imperatore Probo e ultimate nel 279, ma il nerbo dell’intero sistema aveva già assunto forma compiuta nel 275. In seguito si ebbero interventi di restauro e ristrutturazione, il piú importante dei quali fu promosso dagli imperatori Arcadio e Onorio, che, tra il 401 e il 403, disposero il raddoppio dell’altezza delle mura e delle torri che ne scandivano il perA R C H E O 61 MOSTRE • ROMA corso. Accorgimenti destinati a rivelarsi di lí a poco insufficienti: nel 410, infatti, Alarico, alla testa dei Visigoti, riuscí a violare le mura e mise a sacco Roma, scrivendo una delle pagine piú drammatiche nella storia dell’Urbe. Né la sua impresa rimase isolata: fra il 455 e il 549, Roma dovette assistere alle sortite di Genserico, Recimero, Vitige e Totila. In tempi ben piú recenti, la resistenza delle Mura Aureliane fu vinta, il 20 settembre 1870, dalle truppe piemontesi, che aprirono la celebre breccia, fra Porta Pia e Porta Salaria. Ma in quel caso almeno una parte della popolazione guardò all’invasore con occhi diversi da quelli di chi aveva visto le vie della città farsi teatro delle scorrerie di Vandali e Goti. Quella di cui questi 19 000 metri di mattoni e pietre sono stati testimoni è dunque una storia plurisecolare, In alto: la faccia interna delle Mura Aureliane nel tratto che corre lungo l’odierno viale di Porta Ardeatina. A destra: un’immagine emblematica del rapporto che nel tempo si è venuto a creare fra le Mura Aureliane e la città moderna: qui siamo in viale Pretoriano, nell’area fra la Stazione Termini e l’Università «Sapienza» di Roma. Alle spalle dei resti dell’opera difensiva, è il palazzo che ospita l’Istituto di Medicina Aerospaziale. 62 A R C H E O che ora possiamo ripercorrere grazie all’itinerario per immagini proposto da Jemolo. Al di là del valore documentario in materia di tecnica edilizia e architettura militare, le fotografie sono, infatti e soprattutto, la prova tangibile di quanto le Mura Aureliane siano state – e spesso continuino a essere – un organismo vivo e che, fin dalla sua costruzione, non ha costituito un corpo estraneo. USO E RIUSO Basti pensare, per esempio, alle numerose occasioni in cui, anche per rispondere all’esigenza di portare a termine l’opera nel piú breve tempo possibile, gli architetti coinvolti nell’impresa sfruttarono sapientemente stutture già esistenti, cosí da ridurre i volumi da realizzare ex novo. Il caso piú noto è senz’altro quello dei Castra Praetoria e dell’Anfiteatro Castrense, ma non sono meno significativi quelli di Porta Tiburtina – che inglobò un arco monumentale eretto alla confluenza di tre acquedotti, l’Aqua Marcia, l’Aqua Iulia e l’Aqua Tepula – del tratto di mura che, dove oggi corre il viale del Muro Torto, incorporò i muraglioni di contenimento della collina del Pincio, o, ancora, del segmento del circuito che sfruttò parte dell’Acquedotto Claudio. I camminamenti Un tratto dei camminamenti interni lungo viale Carlo Felice. Come si può vedere dalla foto, le mura furono costruite in opera laterizia: un solido impasto di malta e pezzi di tufo, pietre e mattoni. La parte superiore del circuito era percorribile attraverso un corridoio scoperto e protetto da un parapetto merlato, movimentato ogni 30 m da torri quadrate con quattro finestre, dotate di una camera di manovra per le artiglierie e sopraelevata rispetto al camminamento. A R C H E O 63 MOSTRE • ROMA 64 A R C H E O In alto: via Tiburtina Vecchia. L’esterno delle Mura Aureliane, una cui torre è inglobata nella Villa Dominici, residenza signorile realizzata fra il 1741 e il 1748, su progetto dell’architetto Filippo Raguzzini. Nella pagina accanto: l’interno della Porta Tiburtina (o San Lorenzo), per la cui costruzione venne sfruttato l’arco monumentale realizzato in età augustea all’incrocio di tre acquedotti: l’Aqua Marcia, l’Aqua Iulia e l’Aqua Tepula. All’indomani dell’età imperiale, la pratica del riuso fu costante e conobbe episodi anche particolarmente significativi, come a Porta Appia, poi ribattezzata Porta San Sebastiano, una delle piú grandi e meglio conservate dell’intero circuito. Per esempio, nel 1536 e nel 1571, il monumento venne scelto per l’entrata trionfale in città di Carlo V di Spagna e di Marcantonio Colonna, e poi, nel Settecento, fu oggetto di restauri disposti da papa Benedetto XIV. Descritta in buono stato da Giuseppe Valadier nell’Ottocento, tra il 1940 e il 1943, la porta fu concessa a uso di studio e abitazione al segretario del Partito Nazionale Fascista Ettore Muti e, in quell’occasione, furono eseguite varie ristrutturazioni. All’indomani del secondo conflitto mondiale, l’edificio venne riaperto al pubblico e, dopo essere stato a var io titolo utilizzato dall’amministrazione comunale, di- venne sede, nel 1989, del Museo delle Mura di Roma, la cui visita può costituire il corollario naturale della mostra in corso all’Ara Pacis. Altri spazi della cinta muraria furono peraltro concessi a uso di studio e abitazione, come nel caso dei tratti a ridosso di Porta Salaria – assegnato allo scultore Ettore Ferrari (1845-1929) – o di via Campania, dove il pittore e ceramista Francesco Randone (1864-1935) diede vita alla Scuola d’arte educatrice, dopo che, nel 1894, il ministro dell’Istruzione Baccelli gli aveva messo a disposizione la torre XXXIX delle mura. tiche nella loro possente resa», sperando che i Romani, ma non solo, smettano di non farci «piú caso, come se quel serpentone fosse parte di un paesaggio eterno e indifferente, una ruga del tempo, una malinconia abituale». UNA RUGA DEL TEMPO Storie di personaggi illustri e di gente comune hanno dunque animato la vita delle Mura Aureliane, che come ha scritto Marco Lodoli in uno dei testi del catalogo che accompagna la mostra «stanno ancora lí, meravigliose, sconfitte, poe- «Walls. Le mura di Roma Fotografie di Andrea Jemolo» Roma, Museo dell’Ara Pacis fino al 9 settembre Orario tutti i giorni, 9,30-19,30 Info tel. 060608 (tutti i giorni, 9,00-19,00); www.arapacis.it Catalogo Treccani DOVE E QUANDO A R C H E O 65