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Hipster

2013, Doppiozero

A cultural history of the hipster Chi è l'Hipster? Perché è tanto odiato? È una sottocultura o rappresenta il mainstream? Un'archeologia del termine “Hipster”, un viaggio a ritroso nel tempo per capire cosa significava alle origini, perché è così importante e perché non è solo un epiteto dispregiativo per definire giovani bianchi barbuti. (dalla presentazione di Doppiozero) "Chi è l'Hipster? Perché è tanto odiato? È una sottocultura o rappresenta il mainstream? Questo libro compie un'archeologia del termine “Hipster”, un viaggio a ritroso nel tempo per capire da dove viene questa parola, cosa significava alle origini, perché è così importante e perché non è solo un epiteto dispregiativo per definire giovani bianchi barbuti, dotati di baffi alla Cecco Beppe e montature di occhiali spesse che pedalano su bici a scatto fisso mentre ascoltano musica con cuffie giganti. Facile liquidare il fenomeno Hipster come una semplice manifestazione di elitismo, frivolezza e finto savoir faire; era facile anche trent’anni fa liquidare il punk e il reggae come nonsense o distrazioni irrilevanti. Eppure, come il punk e il reggae esplosi nell'Inghilterra proletaria degli anni '70 raccontavano qualcosa della crisi sociale della società tatcheriana, così il revival dell'Hipster degli anni duemila ci dice qualcosa sulla crisi della generazione di giovani cresciuti tra il WTO di Seattle del 1999 e la grande crisi economica iniziata nel 2008. Tiziano Bonini ricostruisce in modo brillantissimo, documentato, ironico e partecipe insieme la loro storia: da Charlie Parker, passando per Don Draper e i Vampire Weekend, ne delinea le nascite e resurrezioni; ne prefigura la fine e quasi impossibili ritorni (ma non si sa mai)."

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