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SOCIETÀ SIRACUSANA DI STORIA PATRIA Archivio Storico SirAcuSAno Serie IV, volume VIII LI ~ 2016-2017 SIRACUSA Questo numero dell’Archivio Storico Siracusano è stato stampato con contributi del giornale La Voce di Canicattini, dell’Associazione Amici della Voce di Canicattini e dell’Avis di Siracusa. N. 5/1955 del registro della stampa del Tribunale di Siracusa (Decreto 10-5-1955) ISSN0044-8737 Finito di stampare nel mese di dicembre 2020. Composizione, impaginazione e stampa GrAfiche SAntocono S.S. 115, 96019 Rosolini (SR) Tel. 0931 856901 - Fax 0931 850143 info@grafichesantocono.it 3 ARCHIVIO STORICO SIRACUSANO orGAno dellA Società SirAcuSAnA di StoriA PAtriA Comitato Direttivo Salvatore Adorno, Giuseppe Michele Agnello, Luigi Amato, Sebastiano Amato (Presidente), Angelo Annino (Vicepresidente), Vincenzo Di Falco (Segretario), Lavinia Gazzè (Bibliotecaria), Lorenzo Guzzardi (Vicepresidente), Sebastiano Moncada (Tesoriere), Salvatore Pappalardo, Salvatore Santuccio Direttore responsabile Giuseppe Michele Agnello Segretario di Redazione Carmelo Scandurra Comitato di Redazione Salvatore Adorno, Luigi Amato, Sebastiano Amato (Presidente), Beatrice Basile, Lavinia Gazzè, Lorenzo Guzzardi, Pasquale Magnano, Salvatore Santuccio, Paolo Daniele Scirpo Comitato Scientifico Gabriella Alfieri, Gioacchino Barbera, Henri Bresc, Santo Burgio, Fabio Caruso, Antoni Conejo da Pena, Carmelo Crimi, Dieter Mertens, Pietro Militello, Fausto Carmelo Nigrelli, Mario Pagano, Dario Palermo, Carmen Salvo, Mariarita Sgarlata, Lucia Trigilia, Giuseppe Voza 4 ASSR, LI (2016-2017) 5 6 Pubblico, autorità e relatori presenti nella prima giornata dei lavori (Canicattini Bagni, aula consiliare, 7 giugno 2017) (foto V. Di Falco) Il sindaco di Canicattini Bagni con i relatori nella prima giornata dei lavori (Canicattini Bagni, aula consiliare, 7 giugno 2017) (foto V. Di Falco) ASSR, LI (2016-2017) 7 SOMMARIO GIORNATE DI STUDIO IN MEMORIA DI GIUSEPPE AGNELLO GiuSePPe Michele AGnello, Presentazione........... pag. 9 lorenzo GuzzArdi, Premessa............................... ” 11 vincenzo ficArA, Giuseppe Agnello. Un’alta lezione di impegno politico e civile........................ ” 15 corrAdo Piccione, Giuseppe Agnello e l’etica del dissenso.......................................................... ” 33 StefAno AGnello, Giuseppe Agnello e la tutela del patrimonio urbanistico di Siracusa............. ” 37 corrAdo v. GiuliAno, Giuseppe Agnello e l’impegno per i beni comuni: una battaglia vinta. ” 57 euGenio ruSSo, Scultura architettonica e decorativa bizantina in Sicilia. Alcune proposte...... ” 97 PhiliPPe PerGolA, Giuseppe Agnello, pioniere e faro dell’archeologia cristiana e della storia delle origini e primi sviluppi del cristianesimo nel mondo insulare mediterraneo...................... ” 219 GiuSePPe Michele AGnello, Spigolando nell’epistolario: Giuseppe Agnello e Paolo Orsi....... ” 225 l’uoMo, lA PoliticA e lA difeSA dei beni culturAli l’ArcheoloGo 8 SAntino AleSSAndro cuGno, Le ricerche archeologiche di Giuseppe Agnello nelle campagne acrensi e netine.................................................... pag. 265 lo Storico dell’ArchitetturA PAolA bArberA, Giuseppe Agnello e la storiografia dell’architettura in Sicilia nella prima metà del Novecento....................................................... ” 283 eliSAbettA PAGello, L’architettura bizantina nell’opera di Giuseppe Agnello............................... ” 297 Vladimir Zorić, Giuseppe Agnello e gli studi sull’architettura sveva in Sicilia............................. ” 315 luciA triGiliA, La “scoperta” dell’architettura del Quattro-Cinquecento nell’opera di Giuseppe Agnello ” 331 federico fAzio, La rivalutazione dell’architettura barocca negli scritti di Giuseppe Agnello...... ” 351 SiMonA GAtto, L’impulso degli studi di Giuseppe Agnello alla rivalutazione dell’architettura barocca ” 383 iolAndA di nAtAle, Dalle pagine della stampa periodica. Il contributo di Giuseppe Agnello agli studi di storia dell’arte siciliana tra Medioevo e Barocco ” 399 SoMMAri/ABSTRACTS.............................................. ” 441 Autori e collAborAtori.................................. ” 455 ATTI E VITA DELLA SOCIETÀ a cura di Vincenzo di fAlco ........................................ ” 463 elenco dei Soci ........................................................ ” 473 L’elaborazione delle immagini è a cura di MichelAnGelo AGnello ASSR, LI (2016-2017) 224 PhiliPPe PerGolA Giuseppe Agnello nel 1906, quando frequentava il Seminario di Siracusa ASSR, LI (2016-2017) 225 SPIGOLANDO NELL’EPISTOLARIO: GIUSEPPE AGNELLO E PAOLO ORSI GiuSePPe Michele AGnello Paolo Orsi (Rovereto, 17 ottobre 1859 - 8 novembre 1935) giunse a Siracusa nel 1888 e negli anni Venti del Novecento era già celebre e al culmine della carriera1. Giuseppe Agnello (Canicattini Bagni, 5 febbraio 1888 Siracusa, 28 settembre 1976) si laureò in Lettere nel 1913, con una tesi su La leggenda di santa Oliva di Palermo: il relatore, Paolo Savj-Lopez, ordinario di letterature neolatine, esercitò una forte influenza su A., che si sentiva fortemente attratto dalla filologia, il cui metodo applicò poi all’archeologia e alla storia dell’architettura. Egli avrebbe dovuto continuare gli studi in Germania, ma impreviste difficoltà economiche della famiglia lo impedirono. A. pertanto cominciò a insegnare 1 La bibliografia su Paolo Orsi è sterminata. Limito le citazioni ad alcuni testi fondamentali: Paolo Orsi, a c. di U. Zanotti Bianco, Roma 1935; V. lA roSA, Paolo Orsi: una storia accademica, Catania 1978; IdeM, Per Paolo Orsi, μνήμης χάριν, in «Arch. stor. siracusano», XLV (2010), pp. 441-471; Atti del Convegno Paolo Orsi e l’archeologia del ’900. Rovereto, 1213 maggio 1990. Rovereto 1990; Bibliografia degli scritti di Paolo Orsi, a c. di A. M. Marchese, G. Marchese, 2000. Di grande importanza è il sito del Museo Civico di Rovereto (http://www.museocivico.rovereto.tn.it/) per la ricerca bibliografica di manoscritti e articoli, molti dei quali scaricabili previo abbonamento annuale. Dei taccuini di Paolo Orsi sono stati editi i primi quattro (P. orSi, I taccuini, I, a c. di G. Lamagna, G. Monterosso, Roma, Bretscheider, 2018). In attesa della pubblicazione dei successivi, i PDF di singole pagine degli altri taccuini possono essere richiesti alla Direzione del Museo archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa. 226 GiuSePPe Michele AGnello materie letterarie nelle scuole di Adrano, Caltanissetta e Catania. Richiamato alle armi nell’aprile del 1916, prese parte alle operazioni militari sul fronte francese nel 1918. Tornato dal fronte, egli sposò la collega fiorentina Pia Galardi, che aveva conosciuto a Caltanissetta, e negli anni 1919-20 riprese a insegnare nei licei, prima a Reggio Calabria2, e poi nel 1921 a Siracusa presso il liceo-ginnasio “T. Gargallo”3. Giunto a Siracusa, A. si dedicò all’attività politica, iscrivendosi al Partito Popolare italiano e pubblicando vari articoli su «Il Popolo» e «Il Mondo», nel 1923 e 1924, raccolti in seguito nel pamphlet intitolato Il carnevale politico nel Siracusano4. Egli si candidò alle elezioni politiche del 1924 per espressa volontà di Luigi Sturzo, senza essere eletto a causa delle malversazioni fasciste5. L’avvento del fascismo lo costrinse ad abbandonare la politica. L’incontro con Orsi, personaggio dotato di profondo carisma, lo indusse a dedicarsi allo studio dell’archeologia, cominciando proprio dalle ricerche dell’archeologo roveretano. Quando nel 1924 questi fu nominato senatore, per celebrare l’avvenimento A. scrisse su «Il Corriere di Sicilia» del 30 ottobre 1924 un appassionato articolo in cui esaltava il grande archeologo, illustrandone l’imponente attività scientifica, ma anche menzionando le numerose opere di beneficienza, tra cui l’istituzione di un tubercolosario e l’opera di assistenza agli orfani e alle vedove della prima guerra mondiale. Il laticlavio 2 S. L. AGnello, Giuseppe Agnello e la sua Canicattini, in Giuseppe Agnello. Atti delle giornate di studio nel decennale della scomparsa, Siracusa 1993, pp. 13-29, alle pp. 16-17. 3 Ph. PerGolA, Agnello Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 34 (1988), s.v. 4 G. AGnello, Il carnevale politico nel Siracusano, Siracusa 1924; rist. Siracusa 1985. 5 G. AGnello, La mia vita nel Ventennio, Siracusa 1962, pp. 18-82; PerGolA, Agnello cit. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 227 era, in definitiva, un doveroso riconoscimento dei suoi meriti, che nulla aggiungeva al suo valore. Il giorno dopo Orsi inviò un biglietto in cui scrisse: La ringrazio di vero cuore del bellissimo articolo da Lei scritto nel Corriere di Catania di ieri; articolo che però ha un difetto, quello di dire troppo bene dell’opera e della persona6. Agnello ripubblicò l’articolo, con modifiche minime, su vari giornali7. Il loro contenuto confluì nel saggio pubblicato nell’Annuario del R. Liceo-Ginnasio “Tommaso Gargallo” dell’anno 1923-24 con la data del 1924 ma in realtà nel 1925. Di questo saggio fu scritta una recensione, di cui Orsi diede subito notizia ad A., scrivendo: Se Ella passerà un momento da me, Le farò vedere una recensione del suo Paolo Orsi, favorevolissima, meno un appunto, e cioè che parlando di Orsi Ella non abbia parlato anche di Casagrandi, auto candidato al Senato. Ripari quindi alla mancanza [...]8. Vincenzo Casagrandi (1874-1938) fu docente di storia antica nell’Università di Catania e fondatore nel 1904 della Società di storia patria per la Sicilia orientale: vari suoi manoscritti, tra cui il carteggio con Orsi, sono conservati presso la Biblioteca Ursino Recupero9. 6 Doc. 1, lettera del 31 ottobre 1924. 7 Sul “Popolo” di Roma del 18 gennaio e poi del 26 febbraio 1925. Ampi stralci furono pubblicati anche ne “Il nuovo Trentino” di Trento del 27 febbraio del 1925 e ne “Il Mediterraneo” di Catania del 28 febbraio dello stesso anno. 8 9 Doc. 2, lettera del 1 gennaio 1925. C. nASelli, Vincenzo Casagrandi, in «Archivio Storico per la Sicilia Orientale», IV-V (1938-1939), pp. 567-573; V. La RoSA, Paolo Orsi: una storia accademica, in «Archivio Storico per la Sicilia orientale», LXXIV (1978), pp. 567-571 [con elenco]; F. zitelli, L’epistolario Casagrandi della Biblioteca 228 GiuSePPe Michele AGnello Non mi risulta che A. abbia scritto articoli su Casagrandi, il quale recensì invece la Guida del Duomo di Siracusa10. La bibliografia di Orsi edita nell’Annuario fu ripresa, ampliata e pubblicata nel 1925 a Firenze per i tipi di Vallecchi, grazie all’aiuto fornitogli dall’archeologo trentino, che così gli scrisse il 19 gennaio 1925: Caro prof. Agnello, Le affido come prezioso deposito la mia bibliografia completa, prezioso deposito perché ne tengo questa unica copia, che per nessuna ragione deve perdersi. Per risparmio di spazio, tempo e denaro le suggerisco alcune abbreviazioni, che sarà bene Ella adotti per le riviste. […] Ed ora che Ella ha in mano il materiale si metta coraggiosamente all’opera11. Il 4 marzo dello stesso anno Orsi comunicava altri importanti dettagli del suo lavoro, scrivendo: Caro prof. Agnello, EccoLe il chiesto supplemento di notizie. Ella può dire allo incirca così: L’Orsi ci tiene ed ha sempre tenuto a pubblicare al più presto il prodotto dei suoi scavi; ma i suoi 130 taccuini da campagna contengono ancora un prezioso archivio di giornali-scavi e di appunti raccolti nelle sue ricognizioni calabro-sicule. L’Orsi calcola che solo ove fosse per 5 anni in assoluta libertà, potrebbe smaltire l’ingente materia non ancora da lui divulgata12. Orsi aggiungeva quindi un lungo elenco di scavi ancora da pubblicare, concludendo: «Come Ella vede, nemmeno basteranno i 5 anni da me preventivati». civica e Ursino Recupero di Catania, ivi, LXXXV (1989), pp. 287-297 [con elenco]. 10 V. CASAGrAndi, in «Arch. stor. Sicilia orient.», V (1929), p. 431. 11 Doc. 3, lettera del 19 gennaio 1925. 12 Doc. 6, lettera del 4 marzo 1925. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 229 In effetti, ad esempio, Il tempio di Apollo Aleo presso Cirò Marina fu edito poi nel 1933, a distanza quindi di otto anni. L’impegno con cui Orsi collaborò alla stesura dell’opera fu costante. In una lettera del 10 marzo 1925 egli scrisse: ho riveduto la prima mandata di bozze speditami; converrà un secondo e definitivo controllo dopo la impaginatura; per rompere la monotonia ho voluto s’introducano in grassetto anche le date, che dal 1900 in poi daremo anno per anno13, dando poi istruzioni precise sul numero di estratti da tirare, a sue spese, una parte per lui e una parte per il Liceo. Quando finalmente nel 1925 il «libercolo ursiano» fu edito, Orsi scrisse: Ed ora che il suo Paolo Orsi cartaceo ha visto la luce del sole, consenta che il medesimo in carne ed ossa Le esprima intera la sua riconoscenza per quello di bene che Ella ha voluto scriverne. Veramente Le sono grato, non senza nasconderLe però che Ella mi ha messo in non piccolo imbarazzo, perché Ella ha un po’ montata la mia personalità scientifica; tale almeno sarà il giudizio di qualche mio giovane collega, perché è tra i giovani che si trova la maggior sincerità. Comunque Ella ha scritto col cuore la mia biografia scientifica, ed ha lumeggiato bene l’opera mia, che attende il giudizio dei posteri, al quale io vado incontro con tutta serenità. Non ho mai voluto fabbricare grandi storie nuove, ma ho ben la coscienza di aver portato alla costruzione della Sicilia antica, preellenica ed ellenica, preziosi e genuini materiali, non sofisticati. Di aver messo in rilievo tale mia opera io Le sono riconoscente dal fondo del cuore […]. Come piccolo testimonio dei miei sentimenti, voglia accogliere, caro professore, la fotografia che accludo14. 13 Doc. 7, lettera del 10 marzo 1925. 14 Doc. 8, lettera del 25 marzo 1925. 230 GiuSePPe Michele AGnello Fig. 1 - Paolo Orsi (foto pubblicata nel saggio Paolo Orsi del 1925) ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi Fig. 2 - Paolo Orsi (foto inviata a Giuseppe Agnello nel 1925) 231 232 GiuSePPe Michele AGnello Chi conosce Orsi sa che egli rifuggiva dal pavoneggiarsi in pubblico e dal farsi fotografare. La foto inviata allora ad A., diversa da quella ufficiale pubblicata nel saggio a lui dedicato (fig. 1), ritrae un Orsi più intimo e pensieroso (fig. 2). La pubblicazione della bibliografia nell’Annuario aveva comportato qualche compromesso a causa della destinazione d’uso, limitandone anche la diffusione. A. cominciò subito quindi a preparare un’editio maior, destinata a un uso esclusivamente scientifico. Questa seconda edizione della Bibliografia, edita dall’editore Vallecchi di Firenze, fu stampata a Siracusa presso la Società tipografica di Siracusa con la data del 1925, ma in realtà nel 1926, come chiarito dal carteggio. Infatti, il 10 febbraio 1926 Orsi scrisse: Le invio la mia bibliografia, faticosamente messa insieme. Sarà un guaio per i molti titoli stranieri che contiene. Se i titoli dei libri anziché in corsivo Ella crede di darli in minuscoletto, sia pure. Desidero, se è possibile, vedere io stesso le bozze. Desidero altresì 30 estratti da tirare per mio conto15. Un anno dopo la morte del senatore roveretano, con l’incoraggiamento e aiuto di Umberto Zanotti Bianco, nel 1936 A. pubblicò un’ultima Bibliografia di Orsi ripresa e ampliata16. Orsi cominciò subito a indirizzare A. verso l’architettura tardomedievale, il cui studio lo attraeva meno, anche se spesso se ne doveva occupare per ragioni di ufficio, e della cui importanza si rendeva perfettamente conto, lamentandone il grave ritardo degli studi. Da varie lettere si nota che egli segnalava ad A. libri e riviste che arrivavano al Museo, consigliandogli di leggerle. Nel marzo 1925 Orsi invitò A. a render nota su giornali la lodevole opera di restauro delle chiese danneggiate dalle 15 Doc. 10, lettera del 10 febbraio 1926. 16 G. AGnello, Bibliografia di Paolo Orsi, in Paolo Orsi, a c. di U. Zanotti Bianco, Roma 1935, pp. 353488. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 233 occupazioni militari durante la prima guerra mondiale compiuta negli anni 1923-1924 era merito esclusivo dell’arch. Sebastiano Agati, una figura che meriterebbe di essere studiata più approfonditamente, perché è restata in ombra, avendo lavorato sempre a fianco del grande Soprintendente. Egli invitò A. a tributargli i giusti elogi, continuando: Ove Ella lo desideri (e lo ritengo indispensabile), il detto prof. Agati La guiderà nella visita delle chiese, per esaminare e mettere in rilievo i lavori (ed anche le scoperte) compiuti. Per tale sacra peregrinazione, che Ella potrà anche fare in 2-3 volte, si rivolga al prof. Agati, al quale ho dato le opportune istruzioni17. L’invito ursiano costituì, com’è stato notato, «l’atto di nascita di Agnello storico dell’arte»18. Le susseguenti «sacre peregrinazioni» gli consentirono, infatti, di pubblicare su vari giornali otto articoli, che costituirono l’intelaiatura del libro Siracusa medievale, stampato nel 1925 nell’Annuario del Liceo Gargallo e poi come libro a Catania nel 1926. Nel maggio Orsi ringraziò A. per l’omaggio del «bel volumetto», che finalmente squarciava il velo di oscurità che adombrava il medioevo architettonico siracusano, con l’eccezione di pochi edifici. Il testo era corredato da numerose fotografie e da alcuni disegni di Gaetano Di Grazia. Mancavano le planimetrie, sempre presenti negli studi successivi. Naturalmente si trattava di un lavoro pioneristico, condotto senza grandi mezzi, e, come A. scrisse opportunamente: Questo studio […] ha un carattere prevalentemente descrittivo e vuole essere considerato più che altro come un’indagine preparatoria a quel lavoro di sintesi che spero di ultimare in un tempo più lontano19. 17 Doc. 5, lettera del 2 marzo 1925. 18 S. L. AGnello, Monumenti per servire alla storia di Sicilia, in Giuseppe Agnello cit., pp. 103-117, alle pp. 103-104. 19 G. AGnello, Siracusa medievale, Siracusa 1926, p. 7. 234 GiuSePPe Michele AGnello Intanto, nei primi del 1926 arrivò il telegramma che annunciava il trasferimento di A. per punizione a Cento. Come racconta A., Orsi, aveva saputo del provvedimento che mi aveva colpito e ne era rimasto addolorato. Nell’affettuoso incontro, avvenuto in una sala del museo, dopo avermi esternato il suo rammarico, mi disse con risolutezza: «Professore, parto per Roma per ottenere una sollecita riparazione». Ne fui commosso, ma con non minore risolutezza: «Senatore – aggiunsi – le sono grato di tanta generosità. Se tiene però alla mia amicizia […] la prego di disinteressarsi del caso mio, perché provvedimenti immorali di un governo immorale non vanno presi in considerazione». Il mio atteggiamento non proveniva da superba iattanza, ma da una semplice considerazione di fatto: ogni tentativo di sanatoria sarebbe stato reso vano, in futuro, dal mio mancato conformismo alle direttive del regime. Avrei finito, in conclusione, coll’esporre l’insigne studioso ad un affronto, non dico pericoloso, ma almeno inutile20. A. rifiutò anche l’aiuto propostogli dall’arcivescovo Giacomo Carabelli e, accogliendo il consiglio del marchese Mario Tommaso Gargallo, partì infine per Cento, dove concluse l’anno scolastico, cogliendo l’occasione per studiare i monumenti d’arte della Romagna21. Ma il suo atteggiamento non era compatibile col regime. Il ministro Fedele inviò una richiesta di giustificazione di una serie di capi d’accusa, cui A. rispose con una memorabile lettera, in seguito alla quale arrivò la lettera di licenziamento con decorrenza dal 6 ottobre 192622. A. tornò quindi a Siracusa. Se il futuro era incerto, almeno egli aveva ora più tempo da dedicare allo studio, e la situazione economica non era preoccupante, perché la moglie 20 G. AGnello, La mia vita cit., pp. 87-92. 21 Ivi, pp. 88-89. 22 G. AGnello, La mia vita cit., pp. 95-106. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 235 mantenne il suo posto di insegnante, pur non prendendo la tessera fascista, ed egli guadagnava persino di più con le lezioni private, pur consapevolmente limitate per non pregiudicare il tempo da dedicare allo studio. Nel 1927 si conclusero i grandi lavori di restauro della cattedrale di Siracusa, promossi dall’arcivescovo Carabelli e diretti dalla Soprintendenza di Siracusa. L’arcivescovo volle celebrare l’avvenimento in modo solenne. Essendo stati criticati i lavori di restauro, l’arcivescovo chiese a Orsi di tenere una conferenza al Teatro comunale. Egli però declinò l’invito, scrivendo in una lettera riservata, di scegliere A. al suo posto. Carabelli, che era legato da profonda amicizia con A., lo invitò pertanto volentieri a tenere lui la conferenza. Gli chiese anche di pubblicare il testo della conferenza su un «Numero unico», la cui stampa fu però vietata dalla Prefettura. Solo dopo le insistenze dell’arcivescovo si ottenne che l’articolo fosse pubblicato con le sole iniziali. Il prefetto Poidomani, pur non essendo di nomina politica, decise però di vietare l’uso del teatro comunale e l’arcivescovo decise pertanto di far tenere la conferenza nel salone Torres dell’arcivescovado il 14 gennaio 1927. Sventolava la bandiera pontificia per la presenza del legato apostolico cardinale Ascalesi e intervennero tutti i vescovi della Sicilia. Erano assenti tutte le autorità pubbliche, che obbedirono all’espresso divieto ricevuto di partecipare. Fu presente però Orsi, che non si curò del divieto23. L’articolo fu poi pubblicato nella rivista «Per l’Arte sacra», di cui A. mandò subito una copia a Orsi, il quale il 27 aprile 1927 scrisse: Caro prof. Agnello, Ho ricevuto la bella primizia che Ella ha voluto favorirmi col suo elegante opuscolo Il Duomo di Siracusa ed i suoi 23 Ivi, pp. 115-123. 236 GiuSePPe Michele AGnello restauri. Nella baraonda di questi giorni non ho potuto ancora leggerlo, ma lo farò quanto prima. Non ho poi fretta, avendo in gennaio sentito la sua bella conferenza; ma certamente lo leggerò per dirle le mie impressioni. Anche la veste tipografica non poteva essere più signorile; buone quasi tutte le fotografie, ottime anzi parecchie. Voglia accettare i miei rallegramenti per il culto che Ella così degnamente professa per l’arte medievale e moderna, troppo negletta in Sicilia24. L’anno successivo A. cominciò lo studio dei monumenti svevi. In una lettera diretta al noto antifascista e filantropo Umberto Zanotti Bianco, che nei primi del 1930 A. era andato a trovare nella sua sede di palazzo Taverna a Roma per studiare le possibilità di pubblicare la sua opera, egli scrisse: Quando nell’Agosto scorso Le scrissi intorno al progetto di pubblicazione del mio studio sull’arte sveva, avevo ristretto l’indagine ai soli monumenti di Siracusa di cui erano già pronti materiale fotografico, disegni e monografia. Il Senatore Orsi mi fece però molto opportunamente osservare come sarebbe stata imperdonabile lacuna lasciar fuori del lavoro, che vuole essere un’indagine completa sulle manifestazioni sveve del Siracusano, lo studio del Castello di Augusta e dei ruderi di quello di Lentini. Subito mi son quindi rimesso al lavoro, nei limiti consentiti dalle mie occupazioni private e con involontario ritardo, quanto allo studio del Castello di Augusta, avendo dovuto chiedere per l’accesso a questo, oggi trasformato in penitenziario, l’autorizzazione del Ministero di Grazia e Giustizia […]. Il Senatore Orsi Le avrà probabilmente detto come sia ormai mia intenzione di estendere l’indagine dei monumenti svevi a tutta la Sicilia; in un secondo volume comprenderò quindi il Castello Ursino di Catania, la Torre di Enna, il Castello di Milazzo ed altri monumenti minori dell’epoca25. 24 Doc. 12, lettera del 27 aprile 1927. 25 Archivio AGnello, Epistolario Agnello-Zanotti, lettera del 2 novembre 1930. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 237 Agnello concludeva la lettera, esternando la sua ammirazione per Zanotti Bianco, di cui seguiva «la complessa attività e l’audace spirito di iniziativa, anche attraverso le affettuose relazioni dell’illustre Maestro Senatore Orsi». E del resto Zanotti, in una lettera diretta ad A., scritta poco dopo la morte di Orsi, parla di lui come del «nostro amico e maestro»26. Zanotti venne poi a Siracusa per discutere di alcuni scavi con Orsi. Egli era costantemente e pesantemente pedinato dalla polizia e un incontro con A. al Museo archeologico sarebbe stato pericolosissimo. L’incontro avvenne nell’arcivescovado, per la coraggiosa iniziativa dell’arcivescovo Carabelli, che fece entrare A. dall’ingresso secondario di via Torres, mentre Orsi e Zanotti entravano da quello principale27. A. incontrò poi casualmente Zanotti a Enna, mentre si dirigeva con due bizantiniste inglesi a Palermo. La polizia fermò immediatamente gli archeologi, e solo l’intervento del solito «buon nume tutelare» Orsi assicurò il lieto fine della vicenda28. L’amicizia con Orsi si fece sempre più intima. Basti citare un episodio, che non ha alcuna valenza scientifica, ma che denota il carattere dell’uomo. Invitato a pranzo, Orsi scrisse questo breve biglietto: Grazie del suo cortese invito per domani alle 12½; ma alla sua gentilezza rispondo con una sgarberia … mettendo il naso nelle intimità della sua cucina. La prego insistentemente perché la colazione di domani consti di un solo piatto, dopo la minestra. Oro, rogo, obsecro, e sempre 1000 grazie29. 26 Ivi, lettera del 16 novembre 1935. 27 G. AGnello, La mia vita cit., pp. 157-159. 28 Ivi, pp. 159-160. 29 Doc. 18, lettera del 28 giugno 1931. 238 GiuSePPe Michele AGnello Orsi incaricava sistematicamente A. di studiare i monumenti medievali da lui scoperti come, ad esempio, lo sbarramento sul lago di Lentini, che egli appena aveva segnalato in brevi note30. Studiare adeguatamente i monumenti di tutta la Sicilia era però un’impresa ardua e costosa. Per aiutare A., Orsi lo incaricò di visitare, fotografare ed effettuare i rilievi dei vari monumenti per conto della Soprintendenza. Ad esempio, da una lettera del 9 agosto 1928 si ricava, infatti, che Orsi lo incaricò di studiare Santa Lucia di Mendola. In essa si legge: Caro prof. Agnello, Il Ministero Le rimborserà le spese delle foto per il suo articolo su Santa Lucia di Mendola. Faccia intestare la nota alla Direzione Generale Antichità e Belle Arti – Roma. Ed a Roma devono essere inviate le negative, ciò che potrà farsi a mezzo del Museo. Aggiunga due righe dicendo che vetri e fotografie hanno servito per la sua pubblicazione in BAMPI [Bullettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione]31. Da un’altra lettera dell’11 agosto 1931 si evince che Orsi pagò non solo i rilievi ma anche le diarie del soggiorno a Enna per studiare la torre32. Oltre a pagare le spese, Orsi stilò diversi biglietti di presentazione, per sollecitare le autorità locali a favorire le ricerche di A. Uno di questi fogli, datato 7 luglio 1931, è interessante, perché è l’unico in mio possesso in cui egli usò l’anno dell’era fascista, entrato in vigore dal 29 ottobre 1927. Il motivo si spiega col fatto che esso era indirizzato anche al Pretore di Milazzo. Eccone il contenuto: 30 P. orSi, Scavi di Leontini-Lentini, in «Atti e Memorie della Società Magna Grecia», III (1930), pp. 7-39. 31 Doc. 14, lettera del 9 agosto 1928. 32 Doc. 20, lettera dell’11 agosto 1931. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 239 Il Senatore e Soprintendente Paolo Orsi Presenta e raccomanda il prof. Giuseppe Agnello, valoroso cultore dell’arte medievale, ai signori […]. Confido che l’opera scientifica del prof. Agnello sarà dalle SS. LL. confortata ed agevolata33. Queste raccomandazioni erano importanti perché aprivano spesso porte altrimenti inaccessibili a un antifascista dichiarato. Non tutto naturalmente filava sempre liscio. Ne La mia vita nel Ventennio, A. così racconta: Per motivi di studio mi ero dovuto recare, nell’estate del 1930, a Lipari. Attendevo allora al mio lavoro sui castelli svevi. Data la trasformazione di questi in caserme e penitenziari, avevo potuto ottenere, tramite l’Orsi, una speciale autorizzazione dal Ministero di Grazia e Giustizia per poterli visitare e studiare. Questo speciale permesso era stato provvidenziale, non solo per le agevolazioni che mi procurava, ma specialmente perché, in determinate circostanze, si sostituiva, con più valore, alla carta d’identità34. Il castello di Lipari doveva costituire l’ultima tappa della sua indagine, ma era la più difficile perché esso era adoperato come prigione dei confinati politici. Per di più, pochi mesi prima era fuggito da lì Carlo Rosselli e il commissario di polizia, esagitato dalla paura, gli impedì di visitare il castello. E in fondo gli andò bene perché se il commissario avesse sospettato che A. era un antifascista lo avrebbe certamente arrestato. A. cominciò a occuparsi della pubblicazione del suo studio, che pensava in più volumi, sin dal 1930. Egli si rivolse a Zanotti, che il 27 luglio gli rispose che lo avrebbe stampato volentieri; ma in quel momento aveva rotto coll’editore Vallecchi per motivi di natura politica, esclamando: «Oramai non basta più la censura governativa, è in atto anche quella 33 Doc. 19, lettera del 7 luglio 1931. 34 G. AGnello, La mia vita cit., pp. 111-112. 240 GiuSePPe Michele AGnello del tipografo!». Egli era in cerca di un nuovo editore: stava pensando a Bestetti e Tumminelli, cui avrebbe proposto le stesse condizioni di Vallecchi, assicurando lo studioso siracusano che lo avrebbe informato ad accordo avvenuto35. A causa delle difficoltà di Zanotti, A. accolse l’invito di Orsi a presentare il lavoro all’Istituto di Archeologia e Storia dell’arte di Roma, che lo avrebbe valutato per farlo pubblicare presso l’Istituto Poligrafico dello Stato. Zanotti non tardò comunque a sollecitare, per il tramite di Orsi, l’invio di un preventivo da sottoporre a Tumminelli, col quale si era accordato36. Tuttavia il lavoro era stato già inviato alla Commissione giudicatrice. A. così racconta: Il lavoro, sottoposto al giudizio della Commissione, fu ritenuto degno di stampa. Adolfo Venturi rilevò solo, con molta benevolenza, che era un peccato che mi fossi fermato allo studio dei monumenti svevi della Sicilia e non lo avessi esteso, collo stesso metodo e collo stesso interesse, a quelli della Calabria. Con ingenuo candore osservò l’Orsi: «Il professore Agnello, come forse saprete, è uno scomunicato politico, che lavora con propri mezzi, senza l’aiuto dello Stato o di Istituti. Dategli tempo ed egli ci appresterà l’opera sui monumenti svevi della Calabria». Il giorno di Pasqua del 1932, tornando da Roma, l’Orsi venne a trovarmi a casa per portarmi personalmente la notizia. Aggiunse che il momento era assai opportuno, perché il Poligrafico dello Stato era, in quei giorni, a corto di lavoro37. Le spontanee parole elogiative di Orsi si ritorsero però contro A., il quale annotò: Il veto [alla pubblicazione] fu provocato dal timore di quello che sarebbe potuto succedere il giorno in cui, sulla grave 35 Archivio AGnello, Epistolario Agnello-Zanotti, lettera del 27 luglio 1930. 36 Doc. 21, lettera del 10 novembre 1931. 37 G. AGnello, La mia vita cit., p. 135. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 241 infrazione, fosse stata richiamata l’attenzione di un qualsiasi zelante gerarca38. Da allora tutto si bloccò. Agnello contattò il senatore Federico Ricci, un politico di vecchio stampo, che però gli inviò una lettera, che troncava ogni speranza, nella quale scriveva che «dopo aver considerata la mole, sia del testo che delle piante e fotografie», egli riteneva «non esser possibile all’Istituto sostenere la grave spesa dell’edizione di uno studio così vasto e tanto impegnativo»39. L’euforia iniziale si tramutò in angoscia, come si può notare in una lettera del 24 agosto 1933: Dal Senatore Ricci, qualche giorno dopo la Sua partenza, ebbi l’acclusa lettera. Come vede, l’Istituto Poligrafico non dà luogo a sperare; prima ancora di richiedere la rispedizione del manoscritto e del voluminoso materiale grafico, ho scritto, in data odierna, al Sen. Ricci, facendogli considerare se non sia il caso che l’Istituto di Archeologia assuma direttamente la stampa del lavoro. Ove questa probabilità venga meno, non mi resta che mandare al macero il frutto della mia lunga fatica40. Orsi rispose a stretto giro di posta, scrivendo: Caro professore Agnello, Appena ricevuta la sua lettera con allegato sulle non belle prospettive della sua opera sull’architettura sveva in Sicilia che Ella vuole mandare al macero ho subito gridato: quest’opera si deve salvare, ed ho pesato le varie possibilità: 1) escluso, pur troppo, l’Istituto, malgrado le precedenti promesse di Ricci (tenterò ancora una prova, con quanto successo, non so dirLe). 38 Ivi, p. 136. 39 Archivio AGnello, Epistolario Agnello-Zanotti, lettera di Agnello a Zanotti del 18 marzo 1934. 40 Doc. 25, lettera del 24 agosto 1933. 242 GiuSePPe Michele AGnello 2) Avevo pensato ai Monumenti Antichi dei Lincei, anch’essi sovracarichi; ma Ella non essendo Accademico, forse anche questa sia chiusa. 3) Ho pensato a Zanotti Bianco, pronto sempre ad accogliere, ma poi squattrinato come è, non saprebbe come dare corso al lavoro. 4) Più probabilità una intesa con Libertini; riducendo un po’ il testo, sono certo che egli lo accetterà per la serie tra i suoi volumi speciali, assumendo a tutto suo carico la stampa […]. Quindi non si scoraggi e niente macero […]. Di me, della mia salute Le parlerà D’Amico. E coraggio, come io lo faccio a me stesso41. E in un’ultima lettera del 1 ottobre 1933 il Senatore proseguiva: non ho ancora ricevuto l’invito per la seduta di Roma, nella quale, Ella non ne dubiti, voterò per Lei. Ma quando anche la votazione, come ritengo, Le fosse interamente favorevole, temo che la pubblicazione verrebbe trascinata in lungo, per 2/3 anni; tanto è il materiale che l’Istituto ha sottomano. Le proposte Libertini presenterebbero una soluzione molto più rapida. A Lei il decidere […]42. La soluzione Libertini avrebbe comportato con tutta probabilità una riduzione del testo. A. preferì pertanto riprendere i contatti con Zanotti Bianco, chiedendogli nel marzo del 1934 se fosse disposto ad impegnarsi nella pubblicazione del libro. Egli avrebbe versato cinquemila lire, e il resto sarebbe potuto essere finanziato col sistema delle sottoscrizioni43. Zanotti Bianco rispose a stretto giro di posta, 41 Doc. 26, lettera del 27 agosto 1933. 42 Ibidem. 43 Archivio AGnello, Epistolario Agnello-Zanotti, lettera di Agnello a Zanotti del 18 marzo 1934. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 243 accettando la proposta44. Il dattiloscritto pertanto fu ritirato e consegnato a Zanotti Bianco, che lo pubblicò l’anno successivo, nel 1935, tra i volumi della sua “Collezione Meridionale”45. Avvisato dell’imminente stampa del volume, Orsi, ormai gravemente malato, inviò una cartolina con una sola parola: «Vittoria». Purtroppo egli non poté assistere all’incredibile epilogo della storia: nel marzo del 1936 il libro fu premiato dall’Accademia d’Italia, la cui giuria evidentemente non aveva capito chi era l’autore. L’esito positivo della vicenda e della carriera di A. fu dovuto all’alto magistero che Paolo Orsi esercitò nei suoi riguardi, indicandogli prima la strada da percorrere, e spianandogliela poi con l’incoraggiamento, il supporto scientifico e l’autorità da lui esercitata in qualità di Senatore del Regno e di Soprintendente alle Antichità della Sicilia. Tutto sarebbe stato vano però senza l’intervento risolutore di Umberto Zanotti Bianco. 44 45 Ivi, lettera di Zanotti ad Agnello del 26 marzo 1934. G. AGnello, L’architettura sveva in Sicilia, con disegni di R. Carta e G. Di Grazia, Roma, Collezione Meridionale Editrice, 1935. 244 GiuSePPe Michele AGnello APPendice L’epistolario Giuseppe Agnello - Paolo Orsi L’epistolario Orsi-Agnello in mio possesso consta di ventotto lettere, di cui venticinque scritte da Orsi ad Agnello, e tre scritte da Agnello a Orsi. Quelle di Orsi sono autografe, scritte con una calligrafia vivace ottocentesca, con qualche abbreviazione cancelleresca, a volte di non facile comprensione. Si tratta in maggior parte di biglietti o missive fatte recapitare a mano da un usciere, perché Agnello abitava allora in via Ruggero Settimo, oggi via delle Carceri Vecchie, distante poche decine di metri dal Museo archeologico. Esse datano dal 1924 al 1934. Le tre lettere di Agnello sono invece minute dattilografate: la prima è del 1929, le altre due sono del 1933. La maggior parte dell’epistolario Orsi è conservata al museo civico “Paolo Orsi” di Rovereto. Si tratta di circa quattromila lettere indirizzate all’archeologo roveretano, in corso di catalogazione. Il dott. Maurizio Battisti, il quale lavora in questo museo, mi ha comunicato gentilmente che la schedatura è arrivata attualmente al 1927 (le ultime lettere sembrano arrivare sino 1932), e per il momento non risultano lettere di Agnello a Orsi. Né alcuna traccia di corrispondenza è stata rinvenuta sinora alla Soprintendenza di Siracusa e al Museo “Paolo Orsi”, ove sono conservati i taccuini. 1 [Siracusa], Museo, 31 ottobre 1924 [carta intestata del Senato del Regno] Caro sig. professore, La ringrazio di vero cuore del bellissimo articolo da Lei scritto nel Corriere di Catania di ieri; articolo che però ha un ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 245 difetto, quello di dire troppo bene dell’opera e della persona del suo affezionatissimo Paolo Orsi. 2 [Siracusa], Museo, 1° gennaio 1925 [carta intestata della Commissione reale per la Provincia di Siracusa] Caro prof. Agnello, Porgo a Lei e famiglia i migliori auguri per l’anno che oggi s’inizia, e che speriamo apportatore di pace all’umanità tutta ed in particolare all’Italia nostra. A Taormina ho appreso che le tre monete di Canicattini furono vendute non per lire 2000 ma per 800 e qualche cosa. Se quell’animale di proprietario fosse venuto a trattare, forse (?!) egual prezzo, per quanto elevatissimo, avrebbe avuto anche da me. Io potrei ancora fargli del male! Se Ella passerà un momento da me, Le farò vedere una recensione del suo Paolo Orsi, favorevolissima, meno un appunto, e cioè che parlando di Orsi Ella non abbia parlato anche di Casagrandi, auto candidato al Senato. Ripari quindi alla mancanza, pubblicando analoga monografia su zì Vincenzo. Affezionatissimo suo Paolo Orsi. 3 [Siracusa, museo], 19 gennaio 1925 [carta intestata della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa] Caro prof. Agnello, Le affido come prezioso deposito la mia bibliografia 246 GiuSePPe Michele AGnello completa, prezioso deposito perché ne tengo questa unica copia, che per nessuna ragione deve perdersi. Per risparmio di spazio, tempo e denaro Le suggerisco alcune abbreviazioni, che sarà bene Ella adotti per le riviste. AEMD. – Archaeol. Epigr. Mittheilungen Aus Oesterreich. ASTIT. – Archivio Storico per Trieste, l’Istria e il Trentino. BPI. – Bullettino di Paletnologia Italiana. AT. – Archivio Trentino. MAL. – Monumenti Antichi dei Lincei. NS. – Notizie degli Scavi d’Antichità, dei Lincei. RQCA. – Roemische Quartalschrift für Christliche Altertumskunde. BZ. – Byzantiniche Zeitschrift. BAMPI. – Bullettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione. AESC. – Archivio Storico di Calabria. AMIIN. – Atti e Memorie Istituto Italiano di Numismatica. ASS. – Archivio Storico Siciliano. ASSO. – Archivio Storico Sicilia Orientale. BIN. – Bullettino Italiano di Numismatica. Ed ora che Ella ha in mano il materiale si metta coraggiosamente all’opera. Cordialmente salutandoLa Le sono Affezionatissimo Paolo Orsi. 4 [Siracusa, museo], 27 febbraio 1925 [carta intestata della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa] Caro prof. Agnello, ho dato un’occhiata ai miei fondi ed ho trovato un po’ di materiale di opere di lusso estratte dai MAL con i quali si fa presto a ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 247 mettere insieme un 500 lire. Vi è fra l’altro l’Athenaion, che oggi da solo si vende comodamente lire 500 e che io darò per 350. Quindi sono pronto alla operazione libraria; ma siccome io non posso vendere allo Stato, firmerà la fattura la ditta Santoro, a cui dovrò rilasciare una provvigione. Sono pertanto ai suoi ordini ed attendo un suo cenno. Devotissimo suo Paolo Orsi. 5 [Siracusa, museo], 2 marzo 1925 [carta intestata della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa] Caro professore, Rispondendo ad un suo antico desiderio, troverei opportuno che con suo commento Ella renda conto in un giornale dell’opera veramente immane compiuta a Siracusa nel 1923-24 per la riparazione delle chiese danneggiate dalle occupazioni di soldati e grani durante la guerra. Lo Stato, deve dirsi altamente a suo onore, ha dato circa 400.000 lire o qualche cosa più. Quest’opera paziente ed artistica è stata compiuta dalla cessata Soprintendenza dei monumenti, ma il merito è tutto ed esclusivo del prof. Sebastiano Agati, al quale io La prego di tributare una lode meritatissima. Ove Ella lo desideri (e lo ritengo indispensabile), il detto prof. Agati La guiderà nella visita delle chiese, per esaminare e mettere in rilievo i lavori (ed anche le scoperte) compiuti. Per tale sacra peregrinazione, che Ella potrà anche fare in 2-3 volte, si rivolga al prof. Agati, al quale ho dato le opportune istruzioni. Con molta cordialità Suo Paolo Orsi. 248 GiuSePPe Michele AGnello 6 [Siracusa, museo], 4 marzo 1925 [carta intestata della Commissione reale per la Provincia di Siracusa] Caro prof. Agnello, EccoLe il chiesto supplemento di notizie. Ella può dire allo incirca così: L’Orsi ci tiene ed ha sempre tenuto a pubblicare al più presto il prodotto dei suoi scavi; ma i suoi 130 taccuini da campagna contengono ancora un prezioso archivio di giornali-scavi e di appunti raccolti nelle sue ricognizioni calabro-sicule. L’Orsi calcola che solo ove fosse per 5 anni in assoluta libertà, potrebbe smaltire l’ingente materia non ancora da lui divulgata. Ecco uno schema di quanto egli dovrebbe ancora pubblicare. Sicilia. I villaggi neolitici di Stentinello e di Matrensa (pre o protosiculi?). La grande tomba sicula di Vallelunga (Caltanissetta) con superbi vasi dipinti. Il grande ripostiglio di bronzi siculi di Adernò, e quello di San Cataldo, gli altri minori di Niscemi e Malvagna. Il villaggio e la necropoli sicula di Monte Bubbonia (Caltanissetta). Per il periodo greco: 200 sepolcri arcaici di Megara, circa altrettanti di Camarina, un centinaio di Siracusa-Fusco. Ibidem, necropoli arcaica del predio Spagna. Necropoli di Monte San Mauro (Caltagirone). Calabria. I campi trincerati di Locri. Hipponium. Il tempio di Apollo Aleo presso Cirò. Per non dire di altre cose minori. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 249 Come Ella vede, nemmeno basteranno i 5 anni da me preventivati. Con una stretta di mano dal suo affezionatissimo Paolo Orsi. 7 [Siracusa, museo], 10 marzo 1925 [carta intestata della Commissione reale per la Provincia di Siracusa] Caro professore, ho riveduto la prima mandata di bozze speditami; converrà un secondo e definitivo controllo dopo la impaginatura; per rompere la monotonia ho voluto s’introducano in grassetto anche le date, che dal 1900 in poi daremo anno per anno. Ella mi ha detto che si volevano tirare estratti da mettere in vendita; non credo al successo. Piuttosto facciamo così. Tireremo 100 estratti che pagherò io; 60 resteranno a mia disposizione; 40 del Liceo, che ne farà l’uso che crede. Desidero però conoscere il prezzo di tali estratti. Cordialmente suo Paolo Orsi. 8 [Siracusa, museo], 25 marzo 1925 [carta intestata della Soprintendenza Scavi e Musei per la Sicilia antica - Siracusa]. Caro signor professore, Ed ora che il suo Paolo Orsi cartaceo ha visto la luce del sole, consenta che il medesimo in carne ed ossa Le esprima intera la sua riconoscenza per quello di bene che Ella ha voluto scriverne. Veramente Le sono grato, non senza nasconderLe 250 GiuSePPe Michele AGnello però che Ella mi ha messo in non piccolo imbarazzo, perché Ella ha un po’ montata la mia personalità scientifica; tale almeno sarà il giudizio di qualche mio giovane collega, perché è tra i giovani che si trova la maggior sincerità. Comunque Ella ha scritto col cuore la mia biografia scientifica, ed ha lumeggiato bene l’opera mia, che attende il giudizio dei posteri, al quale io vado incontro con tutta serenità. Non ho mai voluto fabbricare grandi storie nuove, ma ho ben la coscienza di aver portato alla costruzione della Sicilia antica, preellenica ed ellenica, preziosi e genuini materiali, non sofisticati. Di aver messo in rilievo tale mia opera io Le sono riconoscente dal fondo del cuore. Come ricambiarLa ora dell’opera paziente e del molto tempo perduto? Non saprei veramente, e se Ella mi darà occasione e modo di farlo, sarà una ragione di più perché io Le sia grato. Come piccolo testimonio dei miei sentimenti, voglia accogliere, caro professore, la fotografia che accludo. Il suo affezionatissimo Paolo Orsi. 9 [Siracusa, museo], 30 marzo 1925 [carta intestata della Commissione reale per la Provincia di Siracusa] Caro prof. Agnello, Stamane alle 11 parto per Roma, e prima di lasciare Siracusa Le mando ancora una volta il mio deferente saluto e La ringrazio per il dono delle 5 copie del libercolo ursiano, che è riuscito molto decoroso nella edizione. Se esso è in vendita anche a Siracusa, me ne prenderei dieci copie – £ 55.00, che pagherò al mio ritorno. Ella le consegnerà allora a me, non ad altri. Buona Pasqua (che forse farò a Rovereto) e saluti cordiali. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 251 Suo devotissimo Paolo Orsi. 10 [Siracusa, museo], 10 febbraio 1926 [carta intestata della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa] Caro prof. Agnello, Non parto, perché il Senato tiene oggi una seduta e poi si proroga a marzo. Le invio la mia bibliografia, faticosamente messa insieme. Sarà un guaio per i molti titoli stranieri che contiene. Se i titoli dei libri anziché in corsivo Ella crede di darli in minuscoletto, sia pure. Desidero, se è possibile, vedere io stesso le bozze. Desidero altresì 30 estratti da tirare per mio conto. Saluti cordiali Dal suo affezionatissimo Paolo Orsi. 11 [Siracusa, museo], 26 maggio 1926 [carta intestata della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa] Accolga, caro professore, i miei ringraziamenti migliori per il suo bel volumetto Siracusa medievale, che Ella si compiacque inviarmi in dono. Lo leggerò con diletto e profitto nelle prossime settimane, perché ora, dopo dieci giorni di assenza, sono carico di lettere e di libri pervenutimi in questo mezzo. Con molta cordialità Suo Paolo Orsi. 252 GiuSePPe Michele AGnello 12 [Siracusa] Museo, 27 aprile 1927 [carta non intestata] Caro prof. Agnello, Ho ricevuto la bella primizia che Ella ha voluto favorirmi col suo elegante opuscolo Il Duomo di Siracusa ed i suoi restauri. Nella baraonda di questi giorni non ho potuto ancora leggerlo, ma lo farò quanto prima. Non ho poi fretta, avendo in gennaio sentito la sua bella conferenza; ma certamente lo leggerò per dirle le mie impressioni. Anche la veste tipografica non poteva essere più signorile; buone quasi tutte le fotografie, ottime anzi parecchie. Voglia accettare i miei rallegramenti per il culto che Ella così degnamente professa per l’arte medievale e moderna, troppo negletta in Sicilia. Con una stretta di mano Le sono devotissimo e affezionatissimo suo Paolo Orsi. 13 [Siracusa] Museo, 5 *** 1928 [carta non intestata] Caro prof. Agnello, È venuta la risposta di N. Vietti, pur troppo negativa. Abbia la bontà di passare un momento da me, nelle ore mattutine, per vedere cosa si possa fare. Con saluti cordiali del suo affezionatissimo Paolo Orsi. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 253 14 [Siracusa] Museo, 9 agosto 1928 [carta non intestata] Caro prof. Agnello, Il Ministero Le rimborserà le spese delle foto per il suo articolo su Santa Lucia di Mendola. Faccia intestare la nota alla Direzione Generale Antichità e Belle Arti – Roma. Ed a Roma devono essere inviate le negative, ciò che potrà farsi a mezzo del Museo. Aggiunga due righe dicendo che vetri e fotografie hanno servito per la sua pubblicazione in BAMPI [Bullettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione]. Con saluti cordiali Dal suo affezionatissimo Paolo Orsi. 15 [Siracusa] 26 luglio [192]9 [carta non intestata] Onorevole Sig. Senatore Paolo Orsi SirAcuSA Mi onoro informarLa che, trovandomi recentemente in villeggiatura in una mia proprietà, denominata Cugni di Cassaro, sull’altipiano di Cassibile, ho avuto occasione, esplorando la regione circostante, di fare delle modeste scoperte di carattere archeologico che riassumo brevemente, a semplice titolo di segnalazione: I) A circa cinquecento metri dal caseggiato centrale del feudo, in prossimità della cosiddetta cisterna di mezzo, sul leggero declivio di una collina una piccola necropoli, a mio giudizio sicula, comprendente una ventina di tombe, in 254 GiuSePPe Michele AGnello gran parte interrate, la cui struttura differisce da quelli più comunemente noti delle necropoli di Pantalica e di Cassibile. II) Secondo gruppo, a ridosso della stessa collina e colla stessa orientazione ad una cinquantina di metri di distanza. Le tombe sono però molto danneggiate e di alcune si osservano solo povere tracce. Due di esse più ampie, oggi trasformate in ricovero di greggi, forse recano tracce di successivi rimaneggiamenti. III) A circa quattrocento metri, parte su opposta collinetta e parte su di uno sprone roccioso che si affaccia sull’ultima diramazione di Cava Sturi due gruppetti di tombe, alcune sicule, altre bizantine e qualche pozzo a struttura campaniforme. IV) Tre analoghe tombe bizantine, scavate su parete verticale, nella stessa regione, sul declivio di un valloncello che porta alla Cava di Figlio-Figlio. V) Ruderi informi di un villaggetto medievale con superstiti basamenti di case in prossimità della cisterna di mezzo. VI) A circa cinque chilometri, in contrada Stellaini, nelle immediate adiacenze del caseggiato centrale, necropoli sicula comprendente una quarantina di tombe, distribuite in due gruppi. Esse sono in gran parte interrate; la loro struttura, nella parte sgombra, ha stretta analogia con quella delle tombe sicule dei Cugni. VII) Nella stessa contrada Stellaini, sulla destra della rotabile, nascoste sotto una folta cortina di rovi, si aprono tre amplissime grotte, sotto forma di cameroni; non vi ho riscontrato alcuna traccia di affreschi. Ritengo che una più attenta e metodica esplorazione in tutta la regione potrebbe dare risultati archeologici di qualche rilievo. Mi duole di [non] poter far seguire, per la mia assoluta ignoranza del disegno, dei grafici illustrativi. Con affettuosa stima mi creda devotissimo Giuseppe Agnello. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 255 16 [Siracusa] Museo, 19 febbraio 1931 [carta non intestata; nella busta: Chiarissimo prof. Giuseppe Agnello, Siracusa, S.R.M.] Caro professore, Ho trovato il fascicolo di BAMEN coll’ariete di Siracusa; esso è a sua disposizione, e se vuole, anche cogli ultimi 6 fascicoli della detta rivista, che è bene Ella scorra. Cordialità Affezionatissimo suo Paolo Orsi. 17 [Siracusa] Museo, 16 marzo 1931 [carta intestata del Senato del Regno] Caro prof. Agnello, Poiché Ella conosce a menadito le fonti ed i documenti federiciani relativi a Lentini ed al suo lago, il “Biverium”, e per risparmiarmi una perdita di tempo a Roma, abbia la bontà di dirmi se le risulta una notizia qualsiasi, anche un accenno brevissimo, di uno sbarramento al lago ai tempi di Federico II. Il lago è stato sovente confuso col gran Pantano concesso ai Templari da Rinaldo conte di Modica nel secolo XII; ma per la fondazione della grande abbazia di Agnone possiede Ella la data anche approssimativa? Certo è dei tempi di Federico Svevo. Non si disturbi a venire in Museo, ma mi favorisca due brevi righe ai quesiti che le propongo. Con molti ringraziamenti e cordiali saluti dal suo affezionatissimo Paolo Orsi. 256 GiuSePPe Michele AGnello 18 [Siracusa] Museo, [domenica] 28 giugno 1931, ore 10 [carta non intestata; nella busta intestata del Senato del Regno: Chiarissimo prof. Giuseppe Agnello, Siracusa, S.R.M.] Caro prof. Agnello, Grazie del suo cortese invito per domani alle 12½; ma alla sua gentilezza rispondo con una sgarberia … mettendo il naso nelle intimità della sua cucina. La prego insistentemente perché la colazione di domani consti di un solo piatto, dopo la minestra. Oro, rogo, obsecro, e sempre 1000 grazie. Affezionatissimo suo Paolo Orsi. 19 [Siracusa, museo], 7 luglio 1931, anno IX46 [carta intestata del Senato del Regno e della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa] Il Senatore e Soprintendente Paolo Orsi Presenta e raccomanda il prof. Giuseppe Agnello, valoroso cultore dell’arte medievale, ai signori 1) Cavalier Saverio Magistri, Regio Ispettore Onorario Scavi e Monumenti – Milazzo 2) Signor Pretore di Milazzo 3) Prof. Eduardo Rindone – Enna. Confido che l’opera scientifica del prof. Agnello sarà dalle SS. LL. confortata ed agevolata. 46 L’obbligo di aggiungere, in numero romano, l’anno dell’era fascista accanto a quello dell’era cristiana entrò in vigore dal 29 ottobre 1927. ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 257 20 [Siracusa] Museo, 11 agosto 1931, ore 9 [carta non intestata] Caro professore, Finalmente parto oggi alle 15½, e desidero, se è possibile, vederLa pochi minuti alle 12.10. Se non La vedo, sappia che Carla ha avuto pagate da me tutte le sue diarie per il suo soggiorno ad Enna e per la Torre, i cui disegni, a suo tempo, passerò a Lei. Se a Carla, per ordine muliebre, avesse la mala idea di chiederLe compensi, opponga un rifiuto netto. La prego di favorirmi una copia della sua Siracusa bizantina, se ha ricevuto gli estratti. Me ne mandi uno, La prego, a Rovereto, se essi Le verranno più tardi. Con ogni cordialità Affezionatissimo suo Paolo Orsi. 21 [Siracusa, museo], 10 novembre 1931 [carta intestata della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa; nella busta non intestata: Chiarissimo prof. Giuseppe Agnello, in città.] Caro professore, L’amico Zanotti Bianco mi chiede da Roma di procurargli di urgenza il preventivo dei di Lei castelli svevi: Siracusa, Augusta, Lentini (col relativo contorno di Agnone, Lentini etc.), numero approssimativo delle pagine, figure nel testo e numero delle tavole, a proposito delle quali è opportuno notare che le grandiose tavole del Di Grazia sono suscettibili di una notevole riduzione, e riusciranno sempre nitidissime, dati i mezzi fotomeccanici perfetti di cui dispone a Milano il Tumminelli. Zanotti, un secondo don Giacomo, vuole di 258 GiuSePPe Michele AGnello urgenza il preventivo. Ella conosce il di lui indirizzo, e però voglia accontentarlo senza soverchia fretta. Tante cordialità dal suo affezionatissimo Paolo Orsi. 22 [Siracusa] Museo, 30 dicembre 1931, [carta non intestata; nel lato esterno: Chiarissimo prof. Giuseppe Agnello, S.R.M.] Caro prof. Agnello, Non ricordo bene se io Le abbia dato copia del mio recente lavoro sugli scavi di Lentini del 1930, che in qualche quia interessa anche il medioevo. Se così non fosse, me lo dica, che la servo subito. Affezionatissimo suo Paolo Orsi. 23 [Siracusa] Museo, 17 agosto 1932 [Riservata. Carta non intestata; nella busta intestata dell’Istituto Italiano di Numismatica – Roma: (Urgente) Chiarissimo prof. Giuseppe Agnello, in città, S.R.M.] Caro professore, Sto facendo sforzi erculei per salvare dalle grinfie di don Carluccio il pregevole manoscritto del Littara; ma egli mi ha diffidato in forma quasi legale di valermene anche per uno spoglio sommario. Intanto il libro è sequestrato e don Carlo oggi mi ha fatto un assedio in Museo di quasi due ore, avendogli i miei impiegati dato ad intendere che io ero in campagna. O la mia memoria mi inganna, o è che fu Lei che apprese ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 259 dalla voce di don Carlo che parecchi sacchi di vecchi e pregevoli libri erano stati ritirati da un convento di Buscemi e deposti nella Biblioteca (ma l’Intendenza di Finanza avrebbe detto: «O me li togliete di fra i piedi od io li mando al macero». Ed Ella li avrebbe visti nella Biblioteca. Ma l’Intendenza interpellata ufficialmente dichiara nulla sapere di tutto ciò, mai avere ordinato il trasporto di vecchi libri etc., e mi chiede anzi chiarimenti di questa che ormai diventa una commedia. Don Carlo invece assume che il libro è del solito suo misterioso amico (?), il quale lo cederà al maggior offerente: Museo di Siracusa, Biblioteca di Comiso, Idem di Noto. Io confido che Ella, con tutta la riservatezza del caso, possa aiutarmi a dipanare questa astrusa matassa, ma faccia presto e grazie dal suo affezionatissimo Paolo Orsi. 24 [Siracusa, museo] giugno 1933 [carta intestata della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia - Siracusa] Il prof. Giuseppe Agnello è un valoroso cultore dell’arte moderna, e però lo raccomando ai colleghi, ed alle autorità perché agevolino quanto possano l’opera sua. Il Soprintendente Paolo Orsi. 25 [Siracusa] 24 agosto 1933 [carta non intestata] Onorevole Senatore, Ho atteso di giorno in giorno l’arrivo del Sig. D’Amico 260 GiuSePPe Michele AGnello per chiedergli notizie sull’esito del lungo viaggio che Ella ha dovuto quest’anno affrontare in condizioni eccezionali; ma fino ad ieri al Museo non si sapeva nulla. È nei voti di tutti che il riposante soggiorno roveretano e le affettuose cure dei familiari Le ridiano la piena integrità delle forze fisiche. Dal Senatore Ricci, qualche giorno dopo la Sua partenza, ebbi l’acclusa lettera. Come vede, l’Istituto Poligrafico non dà luogo a sperare; prima ancora di richiedere la rispedizione del manoscritto e del voluminoso materiale grafico, ho scritto, in data odierna, al Sen. Ricci, facendogli considerare se non sia il caso che l’Istituto di Archeologia assuma direttamente la stampa del lavoro. Ove questa probabilità venga meno, non mi resta che mandare al macero il frutto della mia lunga fatica. Coi più cordiali auguri per la Sua salute, accolga, illustre Senatore, unitamente ai Suoi, l’espressione del mio vivo ossequio. Devotissimo Giuseppe Agnello. 26 Rovereto, 27 agosto 1933 [nella busta non intestata: chiarissimo signore prof. Giuseppe Agnello, in Siracusa] Caro professore Agnello, Appena ricevuta la sua lettera con allegato sulle non belle prospettive della sua opera sull’architettura sveva in Sicilia che Ella vuole mandare al macero ho subito gridato: quest’opera si deve salvare, ed ho pesato le varie possibilità: 1) escluso, pur troppo, l’Istituto, malgrado le precedenti promesse di Ricci (tenterò ancora una prova, con quanto successo, non so dirLe). 2) Avevo pensato ai Monumenti Antichi dei Lincei, ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 261 anch’essi sovracarichi; ma Ella non essendo Accademico, forse anche questa sia chiusa. 3) Ho pensato a Zanotti Bianco, pronto sempre ad accogliere, ma poi squattrinato come è, non saprebbe come dare corso al lavoro. 4) Più probabilità una intesa con Libertini; riducendo un po’ il testo, sono certo che egli lo accetterà per la serie tra i suoi volumi speciali, assumendo a tutto suo carico la stampa; ma le tavole?! A Catania si fanno bene ed a buon mercato. Tra tavole di disegno e di fotografie, di quante crede Ella averne bisogno? Badi che il formato sarebbe in gr.; io penso possano47 costare un 6-7mila lire, che troveremo modo di ammannire. Quindi non si scoraggi e niente macero. Mi scriva qui dove io rimango ancora un 6 settimane. Di me, della mia salute Le parlerà D’Amico. E coraggio, come io lo faccio a me stesso. Con molta cordialità Le sono sempre Affezionatissimo suo Paolo Orsi 27 Rovereto, 1 ottobre 1933 [carta intestata del Senato del Regno; nella busta intestata del Senato del Regno: prof. Giuseppe Agnello, a Siracusa, via Ruggero VII] Caro professore, non ho ancora ricevuto l’invito per la seduta di Roma, nella quale, Ella non ne dubiti, voterò per Lei. Ma quando anche la votazione, come ritengo, Le fosse interamente favorevole, temo che la pubblicazione verrebbe trascinata in lungo, per 47 Nel ms. possato. 262 GiuSePPe Michele AGnello 2/3 anni; tanto è il materiale che l’Istituto ha sottomano. Le proposte Libertini presenterebbero una soluzione molto più rapida. A Lei il decidere. Se c’incontreremo a Roma a fine mese, Ella al ritorno avrà da me un biglietto gratuito, e con me viaggerà come mio “gentiluomo di camera”. Con ogni cordialità affezionatissimo suo Paolo Orsi. 28 [Siracusa] 21 settembre 1933 [carta non intestata] Onorevole Senatore, Le sono grato dell’incoraggiante lettera del mese scorso, relativa alla stampa del mio lavoro. Debbo in proposito comunicarLe la risposta del Sen. Ricci ad una mia precedente nella quale mi permettevo di fargli considerare se non fosse il caso che l’Istituto di Archeologia assumesse direttamente la stampa del lavoro, lasciando completamente da parte la sfibrante iniziativa del Poligrafico. La risposta, che Le trascrivo a parte, apre l’adito a qualche speranza: ma si potrà contare sul parere concorde della Giunta direttiva? E chi sono i suoi componenti? Son sicuro che anche Lei ne faccia parte, ma non so se potrà partecipare alla riunione che è indetta per i primi di Ottobre. In caso affermativo riterrei di poter contare sull’esito favorevole. Se fossi sicuro d’incontrarmi con Lei, sarei ben lieto di fare una breve scappatina a Roma, per avvicinare il Sen. Ricci che non conosco personalmente. Sarebbe anche una buona occasione per me se potessi mettermi a Sua disposizione nel viaggio di ritorno a Siracusa. Dopo le calorose feste per l’arrivo di Mons. Baranzini, ASSR, LI (2016-2017) SPiGolAndo nell’ePiStolArio: GiuSePPe AGnello e PAolo orSi 263 Siracusa è rientrata nella sua tranquilla quiete provinciale e sciroccale. Qui non ho avuto occasione di avvicinare il nuovo Vescovo che è ancora preso dalla valanga dei ricevimenti ufficiali; ma lo conobbi nel Luglio scorso a Roma e ne riportai una buonissima impressione. Notizie sulla di Lei salute, in gran parte confortanti, ho avuto recentemente dal Prof. Libertini. Nell’augurio di rivederLa presto e bene, La prego di gradire l’espressione del mio vivissimo affetto. Devotissimo Giuseppe Agnello.