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Fabio Gasti
  • Università degli studi di Pavia - Dipartimento di Studi Umanistici
    piazza del Lino, 2
    I - 27100 Pavia
  • +39 0382 984480
La tredicesima edizione delle Giornate filologiche al Collegio Ghislieri di Pavia torna sulla tradizione grammaticale, già oggetto della prima Giornata (Grammatica e grammatici latini: teoria ed esegesi, 5-6 aprile 2001) e adotta tuttavia... more
La tredicesima edizione delle Giornate filologiche al Collegio Ghislieri di Pavia torna sulla tradizione grammaticale, già oggetto della prima Giornata (Grammatica e grammatici latini: teoria ed esegesi, 5-6 aprile 2001) e adotta tuttavia un punto di vista particolare, illustrando il rapporto dei grammatici latini con la lingua greca, attraverso l’esame ad ampio raggio della riflessione dei latini stessi sulla propria lingua e la gestione teorica e quindi pratica della loro consapevolezza dei debiti linguistici col greco. I sei contributi raccolti in questo volume documentano la discussione fra editori di testi grammaticali, e le problematiche implicate sono apparse sensibilmente fondate sul confronto specialistico, sull’ispezione autoptica dei codici e sulla valutazione di prima mano delle caratteristiche della tradizione manoscritta, che sempre consentono visioni più circostanziate, proposte autorevoli e risoluzioni correttamente fondate. Ancora, troviamo inevitabilmente (e virtuosamente) collegate le due branche della cura grammaticale dei testi, e cioè il versante teorico e quello esegetico, cui si aggiunge anche l’attività dei grammatici stessi in veste di glossografi, restituendo un’immagine a tutto tondo dell’attività dei grammatici antichi.
Atti del Convegno internazionale di Pavia (11-13 maggio 2021) in occasione del XV centenario della morte di Ennodio.
Nel solco della consuetudine delle Giornate Ghisleriane, che hanno visto succedersi incontri a tema e altri dedicati a una singola figura di letterato, quella del 2020 intendeva celebrare il sedicesimo centenario della morte di Gerolamo,... more
Nel solco della consuetudine delle Giornate Ghisleriane, che hanno visto succedersi incontri a tema e altri dedicati a una singola figura di letterato, quella del 2020 intendeva celebrare il sedicesimo centenario della morte di Gerolamo, emblematica figura di Padre della Chiesa e insieme di filologo, attivo e polemico nel dibattito dottrinale non meno che in quello relativo alla problematica ricezione e divulgazione dei testi fondamentali del magistero cristiano in lingua greca. I cinque interventi pensati per l’occasione e qui pubblicati in forma definitiva intendono offrire del letterato alcune letture indirizzate proprio a sondare la complessità del suo operato, in cui la sua personalità emerge dagli scritti a diversi livelli di interesse, che sollecitano l’attenzione del filologo, dello storico della letteratura, dello studioso di patristica. In effetti proprio la produzione geronimiana, notoriamente varia e decisamente specchio delle oscillazioni del suo carattere, si rivela suscettibile di molteplici approcci, che illustrano aspetti diversi e complementari fino a comporre un’immagine letteraria che è specchio di un momento storico-culturale capace di mostrare la vivacità della tradizione classica in un mondo segnato profondamente dalla doctrina Christiana alle soglie dell’età romanobarbarica, che dell’antichità classica avrebbe dato un’interpretazione ancora diversa.
Il volume raccoglie gli atti di una giornata di studio su Magno Felice Ennodio, fine letterato e poi vescovo di Pavia all’inizio del VI secolo, tenutasi all’Almo Collegio Borromeo di Pavia. L’occasione era intesa a valutare non tanto la... more
Il volume raccoglie gli atti di una giornata di studio su Magno Felice Ennodio, fine letterato e poi vescovo di Pavia all’inizio del VI secolo, tenutasi all’Almo Collegio Borromeo di Pavia. L’occasione era intesa a valutare non tanto la figura di Ennodio scrittore quanto piuttosto il contesto storico, politico, religioso e cittadino, nonché la prevedibile emergenza di questo nella sua produzione: gli interventi che si sono succeduti hanno infatti abbracciato l’opera ennodiana vedendone la funzione ampiamente documentaria e insieme cercando di comprenderne la convinta rispondenza al dibattito storico-culturale a lui contemporaneo.
L’evento ha rappresentato una delle varie iniziative, di diverso segno e diversa destinazione, programmate a Pavia dal Comitato formatosi allo scopo di celebrare la ricorrenza del XV centenario della morte del vescovo e letterato pavese (521 - 2021).
Il De mortalitate è un trattato in forma di esortazione pastorale scritto nella congiuntura di una terribile pestilenza che ha decimato la popolazione dell’Africa settentrionale alla metà del III secolo. Il vescovo Cipriano adotta diversi... more
Il De mortalitate è un trattato in forma di esortazione pastorale scritto nella congiuntura di una terribile pestilenza che ha decimato la popolazione dell’Africa settentrionale alla metà del III secolo. Il vescovo Cipriano adotta diversi strumenti espressivi, come l’efficace descrizione dei sintomi della malattia e l’incessante citazione di diversi passi della Sacra Scrittura, per confortare i lettori, renderli saldi nella fede e convincerli che l’epidemia, come tutte le avversità che si incontrano nell’esistenza, non è altro che una prova di fede, forse la più dura per le conseguenze, e che la condizione mortale dell’uomo è soltanto un indizio del fatto che questa vita deve essere considerata la trepida attesa della vita vera promessa da Cristo.
In occasione del XV centenario della morte di Magno Felice Ennodio (521 - 2021), decimo vescovo di Pavia, santo e figura complessa di religioso e letterato in lingua latina, il successore di quest’ultimo sulla cattedra pavese, monsignor... more
In occasione del XV centenario della morte di Magno Felice Ennodio (521 - 2021), decimo vescovo di Pavia, santo e figura complessa di religioso e letterato in lingua latina, il successore di quest’ultimo sulla cattedra pavese, monsignor Corrado Sanguineti, ha assunto l’iniziativa di indire un “Anno Ennodiano”, invitando alcuni esponenti della società civile, culturale e religiosa a costituire un comitato allo scopo di proporre e coordinare iniziative di vario ambito e diversa destinazione.
Il presente volume nasce appunto da questo motivato contesto cittadino come intervento di buona e affidabile divulgazione, per rendere familiare la figura di Ennodio ai pavesi che non la conoscono nelle sue varie pieghe e, in generale, rivolgendosi ai cultori dell’antichità interessati ad approfondire un momento storico-culturale che fra l’altro sa mostrare sensazionali consonanze con taluni aspetti della nostra epoca.
Così si è cercato di proporre, più che una vera e propria biografia, una narrazione basata sui dati noti riguardanti la vita del personaggio. Tali notizie provengono in massima parte proprio dagli scritti ennodiani, e per questo la scelta è stata quella di far parlare lo stesso autore, a commento di alcuni momenti salienti della sua vita, attraverso la traduzione di alcuni passi a vario titolo significativi. Inoltre è stata prestata attenzione ad alcuni esponenti della storiografia locale pavese, che interpretano la tradizione al proposito aggiungendo una ulteriore dimensione critica in grado di documentare la rilevanza di Ennodio a livello di vero e proprio culto della personalità.
Il racconto biografico è arricchito da tavole originali del maestro Marco Giusfredi. Con la sua consueta attenzione alla ricostruzione storica delle immagini egli ha saputo illustrare i diversi momenti cogliendo sensazioni e aspetti peculiari, donando altresì un volto al personaggio nelle diverse stagioni della sua esistenza.
Il progetto dell’opera è stato inoltre concordato con Luisa Erba, che con la sua competenza storico-artistica e con la sua passione per la storia patria ha garantito un apporto critico e documentario davvero prezioso.
Ennodio compone un carme in esametri in cui ricorda la visita recata a una parente per consolarla dopo la tragica morte del figlio. Il poeta tuttavia si concentra su un momento particolare del viaggio, il problematico attraversamento del... more
Ennodio compone un carme in esametri in cui ricorda la visita recata a una parente per consolarla dopo la tragica morte del figlio. Il poeta tuttavia si concentra su un momento particolare del viaggio, il problematico attraversamento del Po nel momento di un’eccezionale piena autunnale, di cui descrive le diverse fasi, l’esondazione, l’allagamento dei terreni circostanti e delle abitazioni, fino al deflusso delle acque e il ritorno del grande fiume all’aspetto consueto e incoraggiante.
La tradizione manoscritta titola il testo Itinerarium, come se obbedisse soltanto alle convenzioni della letteratura di viaggio; in realtà si tratta di un pezzo di bravura descrittiva e rappresentativa, attento ai modelli poetici di tradizione classica che coniuga ai riferimenti alla morale cristiana della pietas e della misericordia. Questa edizione presenta un’introduzione che cerca di inserire il carme nella tradizione della poesia odeporica, rilevandone tuttavia i tratti originali, il testo latino, la traduzione – che è la prima in assoluto – e un commento che intende valorizzare gli aspetti stilistici e allusivi, che rendono il componimento un documento di grande interesse dal punto di vista storico-letterario, ma non meno da quello storico-culturale.
Superato l'orientamento pregiudiziale a considerare la tarda antichità un'età di decadenza, la critica ne sta rivelando caratteri originali, capaci di interessare non soltanto gli specialisti ma anche il pubblico più vasto. Il volume... more
Superato l'orientamento pregiudiziale a considerare la tarda antichità un'età di decadenza, la critica ne sta rivelando caratteri originali, capaci di interessare non soltanto gli specialisti ma anche il pubblico più vasto. Il volume illustra la produzione letteraria della tarda latinità, secondo un percorso storico-letterario che è anche approfondimento culturale, in un arco di secoli in cui l'affermazione del cristianesimo progressivamente investe tutti gli ambiti della produzione letteraria senza che tuttavia venga meno l'importanza riconosciuta alla letteratura precedente. La storia letteraria di questo periodo, dall'età severiana agli albori del Medioevo, trova infatti la propria cifra culturalmente significativa nell'articolata dialettica fra la persistenza della tradizione classica, assicurata dalla scuola e dall'autorevolezza dei modelli, e la nuova cultura cristiana, alla costante, faticosa e controversa ricerca di un adeguato spazio anche in campo letterario. L'indubbia varietà dei prodotti artistici rivela atteggiamenti diversi da parte degli scrittori, spettatori di un'evoluzione storico-politica spesso drammatica che li spinge all'introspezione o al gioco letterario fine a sé: si tratta di uno scenario molto complesso e composito in cui si trovano elementi di modernità nelle idee e nei sentimenti.
Testo latino delle Fabulae di Igino, traduzione italiana a fronte e note di commento.
La Passio Sanctae Martinae è un testo che ci è giunto in forma anonima e che racconta la passione e la morte di una giovane martire di Roma durante una persecuzione di cristiani ordinata dall’imperatore Alessandro Severo. L’opera... more
La Passio Sanctae Martinae è un testo che ci è giunto in forma anonima e che racconta la passione e la morte di una giovane martire di Roma durante una persecuzione di cristiani ordinata dall’imperatore Alessandro Severo. L’opera appartiene al genere delle passioni dei martiri, di cui mantiene molte caratteristiche narrative e strutturali, oltreché una generale impostazione basata sull’insistenza su alcuni elementi e alcune situazioni allo scopo di impressionare il lettore, confermarlo nella devozione ai martiri ed esortarlo a una vita sempre più santa.
Il volume presenta la traduzione italiana del testo, accompagnata da note storiche e di generale commento nell’intento di cogliere e valorizzare, quando possibile, i tratti di un compiacimento narrativo dell’anonimo autore, che risulta attento alla tradizione cristiana ma non estraneo ai dettami della retorica antica.
"L’età tardoantica costituisce ormai un oggetto di studio dotato di una propria autonomia nell’ambito delle scienze dell’Antichità. In particolare, nell’arco dello sviluppo della letteratura latina, gli autori e i prodotti del periodo... more
"L’età tardoantica costituisce ormai un oggetto di studio dotato di una propria autonomia nell’ambito delle scienze dell’Antichità. In particolare, nell’arco dello sviluppo della letteratura latina, gli autori e i prodotti del periodo compreso fra il III e il VII secolo appaiono connotati da una personalità culturale e letteraria che sicuramente ne autorizza una trattazione monografica.
Infatti, una volta definitivamente superato il pregiudizio che vedeva nella cultura tardolatina un momento di decadenza rispetto alla grande produzione d’età classica e augustea, il moderno lettore si può accostare a questo periodo scoprendo autori e opere che continuamente fanno riferimento ai maestri del passato interpretandone tuttavia la lezione in modo originale alla luce del mutato contesto storico, sociale e ideologico e rispondendo a un nuovo gusto letterario.
Questo volume intende offrire una rassegna il più possibile completa della letteratura tardolatina alla luce degli studi più recenti e secondo un’interpretazione organica dei testi, esaminandoli all’interno del vario e incessante evolversi del duplice rapportodialettico pagani-cristiani e romani-barbari e considerandoli come prodotti significativi di un’età complessa e vivace, che ha molto in comune con la nostra sensibilità."
"Il 22 maggio 1712 papa Clemente XI proclama santo il suo predecessore Pio V, il domenicano Michele Ghislieri, eletto papa nel 1566 e morto dopo sei anni di pontificato. L’evento della canonizzazione ha rappresentato fra l’altro... more
"Il 22 maggio 1712 papa Clemente XI proclama santo il suo predecessore Pio V, il domenicano Michele Ghislieri, eletto papa nel 1566 e morto dopo sei anni di pontificato. L’evento della canonizzazione ha rappresentato fra l’altro un’occasione non soltanto per riflettere sulla rilevanza del personaggio dal punto di vista dottrinale e morale, ma anche per valutarne la portata dal punto di vista più ampiamente storico, raccogliendo nello specifico una ricca tradizione biografica iniziata subito dopo la scomparsa del protagonista.
La "Vita di San Pio V", di cui questo volume fornisce la prima traduzione, è opera di Tommaso Maria Minorelli (Padova 1661 - Roma 1733), letterato e storico appartenente all’Ordine domenicano. In essa l’autore espone in relativa sintesi le vicende della vita di Ghislieri, attingendo alle ben più articolate opere precedenti e compendiando una serie di notizie ormai tradizionali sulla sua integrità di vita e di costumi, sull’impegno nella moralizzazione interna della Chiesa in linea con la linea tridentina, sulla determinazione nella difesa dell’ortodossia, dapprima come Inquisitore e quindi come papa, culminata nella costituzione della Lega Santa e nella vittoria di Lepanto. Il carattere di originalità dell’opera va però cercato nel fatto che costituisce la voce ufficiale dell’Ordine che a suo tempo aveva espresso il pontefice, e in tal senso, nella selezione degli avvenimenti e nell’interpretazione degli stessi, rappresenta un contributo interessante anche in senso storiografico e non solo documentario."
Il libro VIII delle Confessioni rievoca il momento cruciale della vicenda esistenziale di sant’Agostino, culminante nella definitiva conversione, descritta nella famosa “scena del giardino” della sua casa milanese. Il complesso... more
Il libro VIII delle Confessioni rievoca il momento cruciale della vicenda esistenziale di sant’Agostino, culminante nella definitiva conversione, descritta nella famosa “scena del giardino” della sua casa milanese. Il complesso intrecciarsi di sentimenti, pensieri, rivolgimenti interiori dell’intellettuale, che progressivamente ma con estrema fatica si distacca dalle attrattive del mondo per dedicarsi completamente a Dio, è preparato dall’efficace racconto dell’esperienza di conversione vissuta da altri personaggi in vario contatto con lui. Lo scrittore sceglie di alternare momenti narrativi ad altri di riflessione e scandaglio interiore, con il risultato di conferire all’intero libro un andamento personale e partecipato dall’indubbio valore letterario.
Pubblicazione e traduzione dell'orazione ufficiale pronunciata dal domenicano Tommaso Maria Minorelli il 7 agosto 1712 alla presenza di papa Clemente XI per celebrare la recente canonizzazione di Pio V, il domenicano Antonio Michele... more
Pubblicazione e traduzione dell'orazione ufficiale pronunciata dal domenicano Tommaso Maria Minorelli il 7 agosto 1712 alla presenza di papa Clemente XI per celebrare la recente canonizzazione di Pio V, il domenicano Antonio Michele Ghislieri. Il testo, finora indedito, è accompagnato da uno scritto che lo contestualizza dal punto di vista storico-documentario e lo esamina dal punto di vista stilistico.
Après un groupe de dix livres qui ont traité des réalités immuables de la science et de la foi, le livre XI des Étymologies ouvre véritablement un second ensemble de l'encyclopédie isidorienne, plus nettement consacré au monde de l'homme.... more
Après un groupe de dix livres qui ont traité des réalités immuables de la science et de la foi, le livre XI des Étymologies ouvre véritablement un second ensemble de l'encyclopédie isidorienne, plus nettement consacré au monde de l'homme. Au seuil de cet ensemble, c'est l’homme lui-même dont ce livre revendique l’étude. Corps humain, âges de la vie, mais aussi monstres et métamorphoses sont les thèmes de notices dont Isidore emprunte la substance aussi bien aux naturalistes et médecins anciens qu’aux philosophies païennes et aux Pères de l’Église.
Il libro XI delle Etymologiae isidoriane è dedicato alla terminologia relativa all'uomo: il cap. 1 tratta l'anatomia e la fisiologia umana, il cap. 2 le età dell'uomo, i capp. 3-4 i casi di deviazione dalla norma e le trasformazioni. Il... more
Il libro XI delle Etymologiae isidoriane è dedicato alla terminologia relativa all'uomo: il cap. 1 tratta l'anatomia e la fisiologia umana, il cap. 2 le età dell'uomo, i capp. 3-4 i casi di deviazione dalla norma e le trasformazioni. Il volume presenta anzitutto l'organizzazione del materiale e indaga, attraverso la ricerca e la valutazione delle fonti, i filoni tradizionali cui l'enciclopedista attinge, ravvisando in essi la cospicua presenza del mondo pagano accanto alle idee divulgate dagli autori cristiani. In tal modo l'operazione culturale di Isidoro, che a torto è stata consid
Linee per un approccio ragionato alla letteratura latina della tarda antichità
Hymn 5 of the Cathemerinon libri gives literary form to one of the vespers and is a form of poetic rewriting based on transcoding liturgical practice to an absolutely literary level of communication, which requires the adoption of a... more
Hymn 5 of the Cathemerinon libri gives literary form to one of the vespers and is a form of poetic rewriting based on transcoding liturgical practice to an absolutely literary level of communication, which requires the adoption of a careful style and identifies clear poetic models. This article examines some sections of the poem to document the using a higher and more sophisticated level of communication. In fact Prudentius is not satisfied with rewriting biblical content in using a different and more literary code, but wishes to intervene on matters of faith: he shows their roots in the OldTestament tradition and evocatively suggests the complete realization of the latter, with a theological and catechetical purpose, and not only literary.
Il carme 24 di Paolino a Citerio è un componimento in cui l’autore mostra particolare cura stilistica. Il presente articolo intende, da un lato, offrire ulteriori argomenti allo spessore retorico dello stile di Paolino e, d’altro lato,... more
Il carme 24 di Paolino a Citerio è un componimento in cui l’autore mostra particolare cura stilistica. Il presente articolo intende, da un lato, offrire ulteriori argomenti allo spessore retorico dello stile di Paolino e, d’altro lato, documentarne l’assoluta corrispondenza al gusto e all’imagerie del tempo così da garantirne una consapevole ricezione. In particolare è la descrizione del naufragio del monaco Martiniano, una vera e propria amplificatio di sapore ecfrastico, a concentrare un certo preziosismo stilistico degno di nota. Sono proposti alcuni esempi di riedizione poetica del motivo del naufragio (il carme anonimo De Iona e il carme 1,5 di Ennodio) per documentare la vitalità del topos e la possibile rilevanza della scrittura poetica di Paolino a livello di tradizione letteraria.
L'articolo esamina diversi testi, diversi per destinazione e della cronologia, intendendo focalizzare il concetto del “merito” nella cultura latina, per quanto ci pare che rilevino la lingua e la documentazione letteraria. In particolare... more
L'articolo esamina diversi testi, diversi per destinazione e della cronologia, intendendo focalizzare il concetto del “merito” nella cultura latina, per quanto ci pare che rilevino la lingua e la documentazione letteraria. In particolare viene sondata nello specifico la tradizione grammaticale latina, considerata nella sua composita applicazione, nei testi cioè di teoria e nella pratica esegetica.
L'esame delle modalità con cui le teorie relative ai gradus aetatis di estrazione antica vengono recepite nella tradizione enciclopedica (rappresentata in particolare da Isidoro), in quella erudita e "scientifica" (Censorino) e in quella... more
L'esame delle modalità con cui le teorie relative ai gradus aetatis di estrazione antica vengono recepite nella tradizione enciclopedica (rappresentata in particolare da Isidoro), in quella erudita e "scientifica" (Censorino) e in quella esegetica (Agostino) mostra che gli aspetti numerologici sono sempre collegati alla valutazione dello sviluppo psicofisico non senza rappresentazioni basate su posizioni ideologiche.
The presence of mystery rites in literary products certainly transfigures a religious and socio-cultural reality, constitutes a source, but above all becomes a resource of rhetorical ornament, as the references within texts of different... more
The presence of mystery rites in literary products certainly transfigures a religious and socio-cultural reality, constitutes a source, but above all becomes a resource of rhetorical ornament, as the references within texts of different genres demonstrate. In the Christian age the mysteries are obviously a term of controversy, which continues and deepens the doubts of some classical pagan authors: in particular the position of Arnobius, exponent of the apologetic genre, and that of Augustine, who inserts the controversy against the mysteries in the most organic rethinking of the previous culture.
L'analisi di una sezione testuale del poemetto pseudolattanziano De ave phoenice rileva come l'anonimo poeta sia attento alla tradizione letteraria e alla riproposizione meditata dei modelli poetici, in particolare Virgilio, con un... more
L'analisi di una sezione testuale del poemetto pseudolattanziano De ave phoenice rileva come l'anonimo poeta sia attento alla tradizione letteraria e alla riproposizione meditata dei modelli poetici, in particolare Virgilio, con un atteggiamento allusivo che identifica il pubblico in una cerchia di lettori competenti formati alla scuola di retorica
Esame di alcuni testi da Cicerone a Isidoro di Siviglia, attraverso Seneca, Quintiliano e Agostino, dai quali la semantica di mereo/mereor assume valore di vox media e indica un concetto generico allusivo alla parte di ciascuno e al ruolo... more
Esame di alcuni testi da Cicerone a Isidoro di Siviglia, attraverso Seneca, Quintiliano e Agostino, dai quali la semantica di mereo/mereor assume valore di vox media e indica un concetto generico allusivo alla parte di ciascuno e al ruolo che ciascuno deve svolgere nel proprio campo, senza connotazioni di eccellenza.
De mortalitate was written by Cyprian on the occasion of a terrible plague that struck the communities of northern Africa in the middle of the third century. The bishop of Carthage uses various means of expression, such as when he... more
De mortalitate was written by Cyprian on the occasion of a terrible plague that struck the communities of northern Africa in the middle of the third century. The bishop of Carthage uses various means of expression, such as when he describes the symptoms and explains the phenomenology of the disease; he also takes up the clichés of the classic consolatio genre to help readers by making their faith firm. This article aims to examine the writer’s narrative and argumentative techniques by documenting the ways in which certain themes present in the ancient literary tradition emerge and by noting the literary intent that writing reveals in particular in the representation of the plague and its consequences.
Parmi les dix Carmina profana de Dracontius, il y en a deux qui sont beaucoup plus brefs que les autres (respectivement 21 tétramètres trochaïques et 20 hexamètres) : ils se placent en première et troisième position dans le manuscrit... more
Parmi les dix Carmina profana de Dracontius, il y en a deux qui sont beaucoup plus brefs que les autres (respectivement 21 tétramètres trochaïques et 20 hexamètres) : ils se placent en première et troisième position dans le manuscrit napolitain ; les paratextes les définissent comme praefationes. Il s'agit évidemment de textes écrits au sein de l'école, au style très soigné, dans lesquels le poète exalte l'enseignement de son maître Felicianus et reconnaît en lui l'auteur de sa propre formation rhétorique. L'article examine donc les deux textes en parallèle, afin de détecter leurs caractéristiques poétiques communes, tant en ce qui concerne les images que le lexique, reconnaissant une progression des contenus du premier au second. Il est possible d'identifier en eux une forme bien précise de texte scolaire (les éloges de l'enseignant et de la tradition scolaire), qui caractérise les deux poèmes comme des textes indépendants et non comme des préfaces à d'autres poèmes : la collection des Carmina s'avère être une anthologie soigneusement construite par le compilateur, qui a choisi des textes appartenant à différents genres littéraires, afin de montrer la variété de la poésie rhétorique pratiquée dans l'école.
The linguistic and structural analysis of the account of the famous episode of Menenius Agrippa by Livy (2,32) shows that the historian does not simply want to expose the facts, but aims to represent the ancient politician by assigning... more
The linguistic and structural analysis of the account of the famous episode of Menenius Agrippa by Livy (2,32) shows that the historian does not simply want to expose the facts, but aims to represent the ancient politician by assigning him the characteristics of a good orator with topics that the rhetorical tradition recognizes as typical of the ancient age.
The linguistic and structural analysis of the account of the famous episode of Menenius Agrippa by Livy (2,32) shows that the historian does not simply want to expose the facts, but he presents it according to his own political vision.... more
The linguistic and structural analysis of the account of the famous episode of Menenius Agrippa by Livy (2,32) shows that the historian does not simply want to expose the facts, but he presents it according to his own political vision. This article examines the formal and content characteristics of Livy’s text and extracts of subsequent breviatores, who present the episode from their own point of view, which reveals different political and cultural environments
L’opera di Isidoro di Siviglia comprende elementi mitografici in due sensi: da un lato infatti personaggi e storie del mito sono contemplati nelle Etimologie come contenuti “enciclopedici” della cultura pagana precedente e sono sottoposti... more
L’opera di Isidoro di Siviglia comprende elementi mitografici in due sensi: da un lato infatti personaggi e storie del mito sono contemplati nelle Etimologie come contenuti “enciclopedici” della cultura pagana precedente e sono sottoposti a valutazione razionalistica o simbolica; dall'altro lato essi ricorrono anche nelle altre opere come elemento argomentativo o come marca ideologica in negativo per segnare la distanza dalle credenze religiose pagane. L’intervento prevede la ricognizione di tale presenza individuando ove possibile le fonti e illustrandone la varia finalizzazione; in particolare intende altresì mettere in luce i casi in cui Isidoro aderisce a varianti del mito peregrine o per noi del tutto prive di documentazione alla ricerca di un atteggiamento originale dello scrittore in termini di valutazione e selezione dei contenuti da riproporre in varia forma e destinazione.
The article proposes an intertextual comparison between a passage from the poem De ave phoenice attributed to Lactance and a passage from Aeneid IV, in which a iunctura is used to deliberately recall Virgil, the scholastic poet par... more
The article proposes an intertextual comparison between a passage from the poem De ave phoenice attributed to Lactance and a passage from Aeneid IV, in which a iunctura is used to deliberately recall Virgil, the scholastic poet par excellence. In particular, the phoenix’s gesture of reclining in the nest would remind Dido dying when she climbs the pyre, with an evident exchange of perspectives that shows the literary taste of the poet and the scholastic environment from which he comes.
Ennodius’ Itinerarium Brigantionis castelli (carm. 1, 1) is an interesting poem that does not adhere so much to the topoi of the odeporic tradition, but responds to different requests not exhausted by simple attention to form. In fact,... more
Ennodius’ Itinerarium Brigantionis castelli (carm. 1, 1) is an interesting poem that does not adhere so much to the topoi of the odeporic tradition, but responds to different requests not exhausted by simple attention to form. In fact, the poet insists on the tiring aspects of overcoming the Alps, various undertakings described based on the figure of hyperbole: this has been seen as a characteristic of late latin travel literature, but Ennodius’ originality consists in giving a new and entirely Christian value the idea of the traveler’s trial, a spiritual path supported by divine providence, therefore a very different perspective from that of the classical tradition. The opening and closing terms of the way are oppositive symbols: the chronological location of the journey contains the astronomical image of the Titan (the sun) and the journey ends with the visit of the limina sanctorum and the moving prayer on the sepulcher of the Turin martyrs. This article examines several passages of the text and wants to show that Ennodius describes an iter of literate, as well as religious; for this reason the poet adheres to a way of writing literature firmly based on classical models but aware of the overcoming of these.
La vicenda del martirio di Perpetua, narrata nella relativa Passio, è molto presente nell’immaginario e nella pratica liturgica delle prime comunità cristiane, soprattutto in Africa, e viene trattata da Agostino in serm. 280-282 e serm. 1... more
La vicenda del martirio di Perpetua, narrata nella relativa Passio, è molto presente nell’immaginario e nella pratica liturgica delle prime comunità cristiane, soprattutto in Africa, e viene trattata da Agostino in serm. 280-282 e serm. 1 Erfurt. Il presente saggio intende illustrare come lo scrittore interpreti la vicenda con una particolare attenzione a presentare il personaggio principale e i compagni non soltanto badando a esigenze pastorali ma con cura stilistica ed efficacia compositiva, e indaga costanti e peculiarità rinvenibili nei diversi testi, cercando di evidenziare la personalità di Agostino scrittore.
Dans le carm. 1,1 H. (= 245 V.: Itinerarium Brigantionis castelli) Ennode décrit les moments marquants d’un voyage comme d’un chemin formatif. En particulier, la représentation du dépassement des Alpes à travers le col de Montgenèvre... more
Dans le carm. 1,1 H. (= 245 V.: Itinerarium Brigantionis castelli) Ennode décrit les moments marquants d’un voyage comme d’un chemin formatif. En particulier, la représentation du dépassement des Alpes à travers le col de Montgenèvre devient un moment littéraire plein d’allusivité et susceptible dans les intentions d’une lecture
supra-littérale basée sur l’étiologie et sur le  lusus  linguistique et littéraire sur l’oronyme Matronae, non dépourvu de résonances personnelles.
La figura di Serse e gli aspetti più sensazionali della sua impresa ritornano nella letteratura in testi diversi e con finalità diverse. Nel presente articolo vengono esaminati alcuni testi latini di diverse epoche storiche, da Cicerone a... more
La figura di Serse e gli aspetti più sensazionali della sua impresa ritornano nella letteratura in testi diversi e con finalità diverse. Nel presente articolo vengono esaminati alcuni testi latini di diverse epoche storiche, da Cicerone a Orosio, per documentare il vario atteggiamento dei letterati nella costruzione del mito di Serse. Infatti quest'ultimo è spesso oggetto di un giudizio negativo, soprattutto quando si trattano argomenti etici, sia in età classica che in età cristiana, perché è considerato esempio di superbia nei confronti degli uomini e nei
confronti della natura (e di Dio). Ma il personaggio ha una sua vita anche avulso dal contesto storico: infatti entra presto nel repertorio utilizzato da poeti e prosatori come elemento ornamentale che partecipa di
luoghi comuni narrativi continuamente riprodotti dai letterati e che per questo sfugge a qualsiasi giudizio, fino a svolgere, in certe epoche, il ruolo idealizzato del sovrano assoluto.
The article aims to reflect on a particular aspect of the reception of Isidorus’ Etymologiae in the following centuries, namely the importance attributed to the data contained in the encyclopedia which immediately appear to have a high... more
The article aims to reflect on a particular aspect of the reception of Isidorus’ Etymologiae in the following centuries, namely the importance attributed to the data contained in the encyclopedia which immediately appear to have a high degree of scientificity. So, two case studies of different fields and of different chronology are therefore examined: the precise reworking of technical terms of the navigation lexicon in Smaragdus (early 9th century) and the evaluation of Isidorian anthropological and geographical informations by William of Rubruck (late 13th century).
Osservazioni sul trattamento del concetto di patria in alcuni testi pagani e cristiani d'età tardolatina, alla ricerca di una definizione che mostra evidenti differenze ma si rivela altresì, in certi casi, complementare.
Analisi del libro II del trattato agostiniano e delle complesse tematiche ivi contenute, con attenzione alle nozioni di semiologia, esegesi, filologia, allo scopo di valorizzare lo spessore culturale dell'operazione "enciclopedica" di... more
Analisi del libro II del trattato agostiniano e delle complesse tematiche ivi contenute, con attenzione alle nozioni di semiologia, esegesi, filologia, allo scopo di valorizzare lo spessore culturale dell'operazione "enciclopedica" di Agostino, fra cultura antica e interpretazione scritturistica.
L'articolo intende presentare dei raffronti fra il testo del libro III del De civitate Dei e l'opera storiografica di Floro per offrire ulteriore dimostrazione dell'interesse mostrato da Agostino per il cosiddetto breviario floriano. I... more
L'articolo intende presentare dei raffronti fra il testo del libro III del De civitate Dei e l'opera storiografica di Floro per offrire ulteriore dimostrazione dell'interesse mostrato da Agostino per il cosiddetto breviario floriano. I raffronti riguardano tre momenti particolari della storia di Roma (i primi scontri in età arcaica, la prima guerra punica, la dittatura di Mario) che Floro tratta con particolare attenzione stilistica e rappresentativa, attirando per questo l'attenzione di Agostino, al punto da emergere nel trattato agostiniano in modo chiaro e spesso reinterpretato stilisticamente.
Le Etimologie di Isidoro di Siviglia rappresentano un'importante operazione di cerniera fra antichità e medioevo. Il contributo illustra la personalità di Isidoro enciclopedista, volendo coglierne le peculiarità nell'ambito della sua... more
Le Etimologie di Isidoro di Siviglia rappresentano un'importante operazione di cerniera fra antichità e medioevo. Il contributo illustra la personalità di Isidoro enciclopedista, volendo coglierne le peculiarità nell'ambito della sua complessa opera letteraria dal punto di vista della teoria del genere e della pratica di scrittura.
Analisi di alcuni testi contenenti inserti mitografici nelle Etimologie isidoriane allo scopo di individuare le tradizioni che confluiscono nella memoria letteraria dell'enciclopedista e di selezionare, ove possibile, i contributi... more
Analisi di alcuni testi contenenti inserti mitografici nelle Etimologie isidoriane allo scopo di individuare le tradizioni che confluiscono nella memoria letteraria dell'enciclopedista e di selezionare, ove possibile, i contributi originali di Isidoro.
L'articolo espone due problemi evidenziati in modo appassionato da Agostino nello scambio epistolare con Gerolamo, uno più circoscritto sull'interpretazione di un passo dell'Epistola ai Galati (Aug. epist. 28 e 40) e uno più generale sul... more
L'articolo espone due problemi evidenziati in modo appassionato da Agostino nello scambio epistolare con Gerolamo, uno più circoscritto sull'interpretazione di un passo dell'Epistola ai Galati (Aug. epist. 28 e 40) e uno più generale sul modo opportuno di tradurre la bibbia (Aug. epist. 71). Inoltre, l'analisi di una densa risposta di Gerolamo contenuta nella lettera 72 consentirà di ricavare informazioni utili sullo scambio epistolare non soltanto in senso teologico e letterario, ma soprattutto in una prospettiva storico-culturale, mostrando che la comunicazione fra i due Padri si mantiene costantemente a un alto livello letterario evidente per esempio negli oculati riferimenti alla tradizione classica e agli autori curricolari.
Un noto aneddoto su Elio Donato narrato da Gerolamo (in eccl. 1.9), in cui il maestro cita un verso del prologo dell’Eunuchus terenziano alla stregua di un proverbio, e un contemporaneo passo dell’Ars di Diomede grammatico (I 400.1 Keil)... more
Un noto aneddoto su Elio Donato narrato da Gerolamo (in eccl. 1.9), in cui il maestro cita un verso del prologo dell’Eunuchus terenziano alla stregua di un proverbio, e un contemporaneo passo dell’Ars di Diomede grammatico (I 400.1 Keil) documentano l’uso frammentario del poeta comico e il passaggio di testi dalla tradizione grammaticale all’interno del repertorio gnomico. L’articolo contestualizza le due testimonianze e segue il vario utilizzo del verso come sententia in vari ambiti letterari a partire dal nostro Cinquecento, mostrando il completo assorbimento del testo in contesti argomentativi più vari (dagli atti del Concilio di Trento alle dispute rinascimentali sulla poesia epica, dai repertori di lessico alla critica letteraria settecentesca) e analizzandone di volta in volta  modalità di riuso e applicazione.
Si discute, anche sulla scorta di esempi, sulla rilevanza della didattica del lessico per il costante approfondimento della competenza linguistica della lingua latina, alla luce di alcune testimonianze antiche di riflessione etimologica... more
Si discute, anche sulla scorta di esempi, sulla rilevanza della didattica del lessico per il costante approfondimento della competenza linguistica della lingua latina, alla luce di alcune testimonianze antiche di riflessione etimologica (Isidoro, Beda) che mostrano come l'attenzione al lessico rappresentasse anche in antico una cura significativa nella lettura e nell'interpretazione degli autori.
The Augustine’s interpretation of an episode of the First Book of Samuel (2,1-10) in civ. XVII and the exegetical ways subsequently proposed by Isidorus, Beda and Rhaban Maurus allows to analyze the phenomenon of the circulation,... more
The Augustine’s interpretation of an episode of the First Book of Samuel (2,1-10) in civ. XVII and the exegetical ways subsequently proposed by Isidorus, Beda and
Rhaban Maurus allows to analyze the phenomenon of the circulation, compilation and variation of exegetical items between Late Antiquity and the Middle Age. The
comparison of the quoted passages both offers a clear documentation of the early Augustine’s magisterium and of the reception of his literary and theological production, and also testifies to the compilatory attitude, characteristic of the compositional aspects of the prose of the subsequent esegetes; the analysis also illustrates the tendency to derive selected material from Augustine depending on the writing context and on the destination of the work.
Il resoconto liviano della scomparsa di Romolo e dell'apparizione di Quirino costituisce una lettura orientata di un episodio problematico che aveva ricevuto interpretazioni tese a sottolineare l'evoluzione tirannica del potere del primo... more
Il resoconto liviano della scomparsa di Romolo e dell'apparizione di Quirino costituisce una lettura orientata di un episodio problematico che aveva ricevuto interpretazioni tese a sottolineare l'evoluzione tirannica del potere del primo re e la conseguente reazione senatoria. L'analisi dell'opinione di Cicerone e di Agostino consente di individuare le peculiarità della lettura di Livio, sorretta da uno stile retoricamente impostato.
The relationship of Christian writers with the themes and contents of mythology has always been problematic because they were completely incompatible with the Christian vision of God. However, Christian literates, who read the classics in... more
The relationship of Christian writers with the themes and contents of mythology has always been problematic because they were completely
incompatible with the Christian vision of God. However, Christian literates, who read the classics in the period of scholastic studies, bring the methods and the forms of pagan literature and continue to use mythological contents just as an ornamental form, as a characteristic ingredient of literary writing, both by rationalistic or allegoric interpretation. This article aims to illustrate the relationship of Christians with the myths through some personalities of writers between the 3rd and 5th centuries; then it proposed a twofold path concerning texts of Augustine, writer and Father of the Church with great authority in the
Christian tradition of thought and literature, to demonstrate the breadth of the consistency of the problem.
L'immagine del favoloso uccello che muore e rinasce in un tempo prefissato non ha mai abbandonato una fortissima carica simbolica che l'accompagna ancora oggi. Il presente lavoro intende analizzare la documentazione relativa alla fenice... more
L'immagine del favoloso uccello che muore e rinasce in un tempo prefissato non ha mai abbandonato una fortissima carica simbolica che l'accompagna ancora oggi. Il presente lavoro intende analizzare la documentazione relativa alla fenice in ambito latino anzitutto nell'ambito della naturalis historia (Plinio, Pomponio Mela) e della storiografia (Tacito) per poi confrontarla con i testi cristiani (Clemente Romano, Tertulliano, Agostino, il Physiologus), in cui il valore simbolico prevale. L'analisi permette di esaminare le condizioni di permanenza e di circolazione del mito della fenice e in particolare i caratteri che hanno garantito a questa storia favolosa una permanenza nell'immaginario collettivo anche attraverso l'uso continuo di essa da parte dei letterati di ogni tempo (a partire da Claudiano e Lattanzio) come efficace strumento di ornatus.
The legend of the disappearance and apotheosis of the first king of Rome is a problematic case for the ancient historians, some of which do not hesitate to present doubts about the contents of tradition and attempt a rationalistic... more
The legend of the disappearance and apotheosis of the first king of Rome is a problematic case for the ancient historians, some of which do not hesitate to present doubts about the contents of tradition and attempt a rationalistic interpretation of the fact. In civ. 3,15 Augustine treats the episode with a discussion similar to a scholastic quaestio: he refers the opinion of Cicero on re p. 2,17-20, the first to separate historical reality and celebratory superstructures, praises objectivity but with new arguments affirms his own point of view to define also in this way the distance between pagan orientation and the Christian vision of history. Moreover, the comparison between the Augustinian text and Livy 1,16, also known in ancient times in scholastic practice, shows that Augustine, in relation to Romulus, does not want to reconstruct events as a historiographer, but to evaluate them from a cultural point of view; the corresponding synthetic version of Florus (1,1), from which some isolated elements of style seem to pass to Augustinian prose, offers other elements for evaluating the readings of the Bishop of Hippo and his method of selecting sources.
This article investigates the presence of Cicero in the texts of the compendium tradition according to three main lines. It intends to consider, on the one hand, the persistence of Ciceronian rhetorical teaching (and so Cicero as the... more
This article investigates the presence of Cicero in the texts of the compendium tradition according to three main lines. It intends to consider, on the one hand, the persistence of Ciceronian rhetorical teaching (and so Cicero as the theoretical ideal of the author, and, obviously, of writing in a certain manner); it tries to identify potential specific references to Cicero’s writings in search of the reception of the author as a canonical representative of Latin literary writing; and, finally, it confirms the presence of the politician and orator in the reconstruction of events from that dense historical moment (and so the presence or absence of judgements about the political activity of a protagonist). The theoretical, stylistic, and, finally, prosopographic spheres are in fact the three canonical threads – not exclusive of each other – in which the image of Cicero is manifested in the following centuries. An observation of their existence and variability in this proposed field of investigation – historiographical texts characterised by their brevity – also undoubtedly represents an interesting inquiry from the perspective of cultural history, which touches upon the process of reception of a universal model of author and politician.
The prose and poetry of Ennodius show that he is a careful reader of classical authors and in the last years critics have clearly demonstrated this aspect of the culture of the bishop of Pavia. The present study aims to illustrate the... more
The prose and poetry of Ennodius show that he is a careful reader of classical authors and in the last years critics have clearly demonstrated this aspect of the culture of the bishop of Pavia. The present study aims to illustrate the importance of Ovid’s poetry in the literary memory of Ennodius, demonstrating that in his works there are direct references according to the usual criteria of intertextuality, but, especially in his poetic works, Ennodius assimilates the Ovidian stylistic lesson using of various linguistic and phraseological elements from his model and so adopting a recognizable “ovidian color”.
This article proposes some remarks on two passages of the historiographical work of Florus, in particular with regard to the topic image of the 'brevis tabella' (praef. 3) and of the report of the apotheosis of Romulus (1,1,16-18); the... more
This article proposes some remarks on two passages of the historiographical work of Florus, in particular with regard to the topic image of the 'brevis tabella' (praef. 3) and of the report of the apotheosis of Romulus (1,1,16-18); the purpose is to get new re!ections on some literary characters of the work and to illustrate by new stylistic arguments the rhetorical appeal of Florus’ literary setting. The writer does not repeat the classical and Livian way of writing history as opus oratorium, but he does not even choose a poor and essential style, characteristic of the tradition of the breviarii: the stylistic analysis and the survey on any literary models show that Florus aims to give his own prose a 'color' that we can call generally poetic. So, for the historian this is a way to increase the effectiveness of his writing and to communicate adequately with a selective audience, contemporaries and future readers, more careful to enhancing this original feature.
Le Fabulae di Igino costituiscono un testo composito e di tradizione in gran parte incerta. Tuttavia, tenuto conto della forma testuale e dello stile, che in massima parte si lasciano ricondurre a paradigmi di semplicità e compilazione... more
Le Fabulae di Igino costituiscono un testo composito e di tradizione in gran parte incerta. Tuttavia, tenuto conto della forma testuale e dello stile, che in massima parte si lasciano ricondurre a paradigmi di semplicità e compilazione propri di prodotti antiquari e informativi di varie età che intendono conservare e trasmettere, si ravvisa una fondamentale coesione e coerenza nell'insieme. Quest'ultima è data in particolare dall'adesione a un teorico modello mitografico, rappresentato nel mondo greco da Apollodoro, di cui si mette in luce l'analogia a certe istanze proprie della tradizione enciclopedica.
Nella sua enciclopedia Isidoro accosta con naturalezza estratti da autori diversi: il saggio riflette sull'atteggiamento dell'enciclopedista nei confronti dei propri autori e sull'esito dell'articolata dialettica a più voci che emerge dal... more
Nella sua enciclopedia Isidoro accosta con naturalezza estratti da autori diversi: il saggio riflette sull'atteggiamento dell'enciclopedista nei confronti dei propri autori e sull'esito dell'articolata dialettica a più voci che emerge dal materiale documentario confluito nelle Etimologie.
Il contributo illustra la costituzione e le attività dell'Istituto che ha caratterizzato gli studi e la didattica della filologia classica nell'Università di Pavia subito dopo la metà dell'Ottocento, rivelandosi come anticipatore di... more
Il contributo illustra la costituzione e le attività dell'Istituto che ha caratterizzato gli studi e la didattica della filologia classica nell'Università di Pavia subito dopo la metà dell'Ottocento, rivelandosi come anticipatore di tendenze presto comuni a livello europeo.
The paper considers the problem of the importance of the lost Disciplinae of Varro for Augustine’s intellectual formation and above all for his own project of composing an encyclopaedia with the same title, by first setting it within the... more
The paper considers the problem of the importance of the lost Disciplinae of Varro for Augustine’s intellectual formation and above all for his own project of composing an encyclopaedia with the same title, by first setting it within the broader debate about the adoption and controlled reuse of materials from pagan learning in a Christian sphere and so observing the peculiarities of Augustine’s approach in that respect. The analysis and discussion of the testimony of Claudianus Mamertus (anim. 2.8), re-read in light of some passages of Augustine (retr. 1.6; ord. 1.1.2–3; epist. 26), helps illustrate Augustine’s encyclopaedic project in its specific historical and cultural force; that is, he adopts an approach to research and the systematization of knowledge, without detaching it from the originating, fundamentally ethical motivation, that evaluates it from – and hence integrates it into – the Christian pointof view.
L'enciclopedia isidoriana rappresenta un modello conosciuto e interessante per i letterati a venire che intendano impegnarsi nel genere enciclopedico e che variamente considerano l'opera del vescovo di Siviglia come un precedente di cui... more
L'enciclopedia isidoriana rappresenta un modello conosciuto e interessante per i letterati a venire che intendano impegnarsi nel genere enciclopedico e che variamente considerano l'opera del vescovo di Siviglia come un precedente di cui tenere senz'altro conto a seconda dei tempi e delle circostanze in cui si trovano a operare. Si argomenta l'assunto citando i casi di Rabano Mauro, Ugo e Riccardo di San Vittore, Giorgio Valla.
Esame analitico degli studi di Carlo Santini su Eutropio (edizione, saggi e recensioni) contestualizzati nel momento storico in cui sono stati pubblicati e alla luce del dibattito eutropiano.
Agitur hac commentatione de scribendi ratione in Isidori Hispalensis Etymologiarum libris et praecipue de compilandi more eius ex auctorum libris variorum generum. Exempla proponuntur ex Etymologiarum libro XI (1, 37-38; 1, 105-106; 1,... more
Agitur hac commentatione de scribendi ratione in Isidori Hispalensis Etymologiarum libris et praecipue de compilandi more eius ex auctorum libris variorum generum. Exempla proponuntur ex Etymologiarum libro XI (1, 37-38; 1, 105-106; 1, 136) in quibus singula excerpta, studiose ab Isidoro elaborata, inventa explicantur.
Il contributo presenta alcune riflessioni sul valore esemplare rivestito da Cicerone per gli scrittori tardolatini, sia pagani che cristiani e si sofferma su alcuni esempi creduti particolarmente significativi da questo punto di vista.
This study aims to examine some more significant texts of the Latin historiographical tradition of the imperial age to identify the features and possibilities of the short form of writing in prose. In fact, the short form is not imposed... more
This study aims to examine some more significant texts of the Latin historiographical tradition of the imperial age to identify the features and possibilities of the short form of writing in prose. In fact, the short form is not imposed by the limits and difficulties of the writer or by the incompetence and haste of the public, but corresponds to a precise determination of the author in accordance with a rhetorical approach and in response to the literary taste of the time, which can be documented in several areas and particularly in the encyclopaedic genre. Considered in these respects, the work of Eutropius and the whole tradition of breviarii appears, both from a literary and rhetoric point of view, a very interesting laboratory of writing and style, and not just a repertoire of texts for school use only.
In the poem De Iona, one of many exametric poems of biblical paraphrase, the anonymouspoet seems to combine scholastic and literary style and a firm pedagogical intent. He narres only a few events of the Jonah’s story from the Genesis,... more
In the poem De Iona, one of many exametric poems of biblical paraphrase, the anonymouspoet seems to combine scholastic and literary style and a firm pedagogical intent. He narres only a few events of the Jonah’s story from the Genesis, because he interprets it as an example of repentace and conversion. The textual and critical analysis of two passages (v. 15-17 and 58-60) aims to confirm the ideological approach of the poet and illustrates his literary style.
Il presente articolo vuole illustrare un aspetto del problematico rapporto dei letterati cristiani nei confronti della classicità pagana e cioè la valutazione dei contenuti mitologici: inizialmente rifiutati perché ideologicamente... more
Il presente articolo vuole illustrare un aspetto del problematico rapporto dei letterati cristiani nei confronti della classicità pagana e cioè la valutazione dei contenuti mitologici: inizialmente rifiutati perché ideologicamente incompatibili con la nuova cultura, vengono presto variamente utilizzati come elemento di repertorio letterario e simbolico, come mostra chiaramente il caso esemplare di Agostino. Nella tradizione enciclopedica cristiana, poi, il mito trova un'ulteriore collocazione come dato antiquario: l'analisi degli inserti mitologici presenti nelle Etimologie di Isidoro (in particolare la sezione De dis gentium in VIII 11), interpretati alla luce delle fonti e della tradizione patristica e classica al proposito, viene collocata all'interno della più generale riflessione dello scrittore sulla mitologia: da semplice compilatore impersonale la figura dello scrittore anche da questo punto di vista può essere valutata in modo più organico e culturalmente più significativo.
Eutropio è sicuramente un autore ben noto a tutti i livelli del curriculum di latino, e anzi lo è molto di più nelle fasi iniziali di esso, proprio perché il suo latino pare obbedire alle regole di chiarezza e grammaticalità opportune per... more
Eutropio è sicuramente un autore ben noto a tutti i livelli del curriculum di latino, e anzi lo è molto di più nelle fasi iniziali di esso, proprio perché il suo latino pare obbedire alle regole di chiarezza e grammaticalità opportune per chi si deve esercitare nella comprensione e nella traduzione.
Un’esame di alcune edizioni scolastiche da cent’anni a questa parte dimostra che il Breviarium di Eutropio nella pratica scolastica è stato utilizzato appunto come eserciziario, ben lontano cioè da una problematizzazione dell’autore e dell’opera che invece, alla luce dei pur scarsi studi in merito, appare opportuna. A un esame critico, infatti, l’opera appare linguisticamente interessante, perché, sotto l’apparente regolarità di forma, presenta fenomeni lessicali e sintattici da valutare in termini di evoluzione linguistica; e anche dal punto di vista contenutistico è interessante distinguere, fin dove possibile, quali fonti Eutropio selezioni (non soltanto Livio, pertanto) e a quale proposito. Dal punto di vista storico-letterario, infine, l’autore va contestualizzato in un preciso ambito culturale che produce una modalità letteraria – quella del compendio – diffusa non soltanto in ambito storiografico ma in molti campi del sapere (p. es. l’enciclopedia).
Il caso di Eutropio, scrittore sostanzialmente banalizzato dalla pratica della scuola, appare esemplare di un certo modo di leggere i classici, allorché la lettura episodica, antologica o sporadica non ne consenta una valutazione organica. L’esame cursorio di alcuni altri casi consente pertanto una riflessione sulla modalità di approccio agli autori che ha ricadute importanti sulla didattica della lingua e della letteratura
Il prestigio di Ticinum in età tardoantica, determinato dalla posizione strategica e da figure istituzionali di grade rilievo (come il vescovo Epifanio), depone anche a favore della cultura e dell'istituzione scolastica. L'esame degli... more
Il prestigio di Ticinum in età tardoantica, determinato dalla posizione strategica e da figure istituzionali di grade rilievo (come il vescovo Epifanio), depone anche a favore della cultura e dell'istituzione scolastica. L'esame degli indizi a ruguardo rinvenibili nelle opere di Ennodio, fine letterato e vescovo della città all'inizio del VI secolo, documentano la vivacità dei rapporti culturali e lasciano intendere la presenza di un embrione di scuola episcopale, poi diffusa ovunque. Anche la presenza in città di un intellettuale come Severino Boezio documenta la presenza di una cultura libraria di tradizione.
La canonizzazione di papa Pio V, il domenicano Antonio Michele Ghislieri, ha visto la pubblicazione di due biografie, di diversa estensione e motivazione: quella di Paolo Alessandro Maffei e quella di Tommaso Maria Minorelli. Le due opere... more
La canonizzazione di papa Pio V, il domenicano Antonio Michele Ghislieri, ha visto la pubblicazione di due biografie, di diversa estensione e motivazione: quella di Paolo Alessandro Maffei e quella di Tommaso Maria Minorelli. Le due opere vengono esaminate e contestualizzate nel periodo storico-culturale in cui sono state prodotte e vengono inserite nella tradizione degli scritti biografici del santo, che datano a partire da pochi anno dopo la morte di questi.

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IL 22 maggio 1712 papa Clemente XI canonizza il su predecessore Pio V (1566-1572). L'evento viene letto nel contesto della storia contemporanea, che rivela come della personalità di Pio V si valorizzano gli aspetti più utili alla tutela... more
IL 22 maggio 1712 papa Clemente XI canonizza il su predecessore Pio V (1566-1572). L'evento viene letto nel contesto della storia contemporanea, che rivela come della personalità di Pio V si valorizzano gli aspetti più utili alla tutela del papato in una situazione internazionale politica e dottrinale che vede di molto diminuito il prestigio dell'istituzione.