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ReUSO 2018 L’intreccio dei saperi per rispettare il passato interpretare il presente salvaguardare il futuro, 2018
The contemporary city is a heterogeneous reality created by a set of different and discontinuous environments in which time of time and human action are made explicit. As environments are configured as urban voids, interstitial spaces located in various ways within cities consisting of historical centers, disused industrial areas, suburban residential complexes, to which are added the many abandoned buildings and spaces. The presence of a considerable number of disused buildings in the city poses several questions that are difficult to give univocal answers, namely: the quality of these abandoned buildings, their meaning and the reasons why they should be maintained. Do you therefore intervene in the places of abandonment? Do you return a role, a sense, a form compatible with the reality present in these places? Alberto Ferlenga writes about the reuse project as an old story of transmissions, through time, of artifacts and success. «The possibility that what exists is the main terrain of application of the new is without a doubt an imperative of our age [...]. Recycling parts of the city should provide an opportunity to reflect [...] on howthe adaptation through additions or additions of architecturally obsolete but structurally intact buildings can change the appearance and livability of entire neighborhoods» (Ferlenga, 2015, 50-51). The goal of the contribution is indeed to highlight that the reuse project - on the architectural scale - has encouraged the transformation of places, as it was conceived as a precursor and the insertion of new building elements in a continuous osmotic dialogue.
In 'Città Europea in Evoluzione' l’architetto e urbanista Giuseppe Marinoni e il fotografo Giovanni Chiaramonte mostrano una significativa rassegna di quelle parti di città sorte in seguito alla riqualificazione di aree industriali e frange infrastrutturali dismesse. Tali parti urbane esprimono ora densità di usi e significati, pluralismo morfologico e sociale, compresenza di fatti edilizi paesaggistici e infrastrutturali, aderendo ai principi di sostenibilità ambientale nella condivisione dei valori espressi dalla ‘città compatta europea’. Marinoni sostiene con profonda convinzione gli approcci del ‘progetto urbano coordinato’come strumento efficace alla trasformazione e innovazione urbana e paesaggistica di qualità, capace di agire in una dimensione processuale e di separatezza di tempi, poteri, discipline e competenze.Chiaramonte, attraverso la sua analitica fotografia, offre ai lettori vedute di realizzazioni architettoniche e infrastrutturali di tali progetti urbani europei, realizzati negli ultimi due decenni in Spagna, Paesi Bassi, Germania, Francia, Portogallo, Italia e Regno Unito.
PhD Thesis - Dipartimento di Architettura e Progetto - Sapienza Università di Roma, 2017
Nel tentativo di dimostrare come il fenomeno dell’urban flooding possa essere occasione per intervenire nei contesti urbani che oggi rivendicano una nuova veste, questo lavoro sul tema dell’infrastruttura rappresenta un’indagine delle best urban practice per la mitigazione del rischio di inondazione che perseguono il contenimento del consumo di suolo e sono volano di rigenerazione urbana. La dissertazione, innanzitutto una riflessione sul tema dell’emergenza idrica della città contemporanea e sui rinnovati paradigmi che scaturiscono da tale fenomeno globale, mira all’individuazione di modelli operativi di intervento e azioni progettuali tali da affrontare il problema dell’acqua nei contesti urbani e trasformarla in una risorsa per la città contemporanea.
UN FUTURO AFFIDABILE PER LA CITTÀ. Apertura al cambiamento e rischio accettabile nel governo del territorio, 2017
Nella città contemporanea la dimensione reale della quotidianità spesso contrasta con l'assoluta astrattezza dei territori in cui le comunità urbane abitano. Questo disallineamento tra spazio fisico e vita reale genera una molteplicità di esigenze e domande non sempre facili da soddisfare. Il contributo che segue ripercorre una storica svolta nella cultura urbanistica nord-americana e, attraverso il caso studio della città di San Francisco, esplora un city making alternativo che riconosce forme e modi di agire nello spazio urbano più pragmatici, veloci e, talvolta, più efficaci. Riconoscere l'esistenza e la rilevanza di forme trasformative nuove non sembra portare alla scomparsa dell'azione pubblica, né tantomeno della città in termini più generali. Semplicemente, invita a ripensare il ruolo del soggetto pubblico e a immaginare una nuova frontiera per la programmazione, l'attivazione e la gestione degli spazi collettivi. In questo quadro, la città di San Francisco è emblematica, poiché è paradigma verso un modello di progetto (e trasformazione) più spontaneo, incrementale, multilivello, elastico e negoziale. A partire dal 2008, i paesaggi della città contemporanea sono tornati a rappresentare il teatro e i protagonisti della politica, della progettazione, del disegno e della ricerca sulla città, sconfiggendo l'immobilismo e le coalizioni d'interesse e coinvolgendo il più possibile tutti gli attori sociali nella definizione delle strategie di azione e intervento nella città. Dare ai cittadini la responsabilità diretta di plasmare alcuni spazi, esercitando una serie di competenze, non è una prospettiva scontata, tuttavia sembra facilitare un ritorno alla cura del territorio e alla costruzione di comunità.
Atti della XXI Conferenza Nazionale SIU. Confini, movimenti, luoghi. Politiche e progetti per città e territori in transizione, 2019
L’attivo fervore teorico e pratico sul tema ‘paesaggi urbani’ ha aperto prospettive progettuali complementari e fertili, in cui l’approccio paesaggistico alla trasformazione va ben oltre la pratica di intervento e propone una ridefinizione degli orientamenti per un processo alla sostenibilità. Negli ultimi vent’anni, si è rafforzato un intreccio sempre più stretto tra paesaggio e urbanistica, basti pensare al Landscape Urbanism, all’Ecological Urbanism o al più recente Urban Ecological Design. In questo saggio, in breve, si tratteggiano le attuali direzioni di innovazione nella progettazione dei paesaggi urbani contemporanei, soffermandosi non tanto sul confronto semantico e concettuale tra urbanistica e paesaggio, quanto piuttosto sull’importanza di quella progettualità integrata che, attraversando i confini disciplinari, assume potenzialità rigenerative. L’approccio qui illustrato ha trovato nel mondo di spazi pubblici depositato nella città quelle naturalità e socialità utili alla ricomposizione incrementale dei territori, attivando un fecondo e dinamico processo di trasformazione che ne ha migliorato qualità e funzionalità. Questa metodologia considera con prudenza e consapevolezza le possibilità dei luoghi, i loro cicli naturali e il divenire nel tempo e nello spazio, e promuove una strategia interessante che, a partire dall’interpretazione delle condizioni contestuali, delle domande sociali e delle risorse disponibili, propone, valuta e ricalibra la trasformabilità dei paesaggi della città contemporanea. Assumere l’atteggiamento paesaggistico come punto di partenza per una re-interpretazione dei luoghi pubblici in chiave sostenibile si fa banco di prova di un modo diverso di innescare processi urbani più naturali, capaci cioè di tessere dialoghi, scambi, qualità, relazioni e nuovi riferimenti che garantiscono margini di imprevedibilità, facendo propria la possibilità del cambiamento.
Presentando a Venezia il programma della nostra ricerca, oltre tre anni fa (1), affermavo: Il programma triennale di ricerca Recycle Italy: Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio ha l'ambizione di operare su una linea di integrazione fra le istanze di " cultura intrinseca " (2) provenienti dalla riflessione sui fondamenti e sul ruolo delle discipline " umanistiche " del progetto architettonico urbano e del paesaggio e l'urgente domanda proveniente dalla società contemporanea di trovare modi e metodi per arrestare i fenomeni di consumo di suolo e di spreco delle risorse e per affermare, anche nel campo delle trasformazioni edilizie urbane e del paesaggio, una " eco-logica " ispirata ai concetti della triade Reduce-Reuse-Recycle, ormai largamente affermata nel campo della cosiddetta Green Economy. Nelle strategie della rigenerazione urbana e del paesaggio, alle tre R del cosiddetto " riciclo eco-efficiente " appena richiamate sembrano così potersi utilmente accostare le tre E delle più illuminate posizioni etico-politiche: Economy, Equity, Environment, ovverossia, in altre parole, crescita economica congiunta a equità sociale e a rispetto e tutela dell'ambiente. In nome del grande mito dei nostri giorni: la sostenibilità dei processi trasformativi, ovvero – come suonava l'appello dell'americana Bruntland Commission già nel 1987: «riuscire a soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future». Ma la scommessa, che può dare una patina di effettiva innovatività a questa ricerca, riposa nel saper rintracciare nei modi di agire delle nostre discipline progettuali – dell'architettura, dell'urbanistica e del paesaggio – la capacità di far germinare nuovi cicli vitali dalla " natura morta " dei nostri territori sempre più cementificati. La nostra ricerca vuole soprattutto trovare strumenti per dare un nuovo senso e un nuovo uso a quanto già esiste nel nostro territorio, nel nostro paesaggio, nelle nostre città, dare nuova vita a ciò che è scartato o abbandonato, ri-naturalizzare piuttosto che ri-urbanizzare, annullando il più possibile i processi di waste. Poco più di un anno dopo, nel secondo convegno nazionale (3) – stilando un primo provvisorio bilancio della ricerca in corso – scrivevo: Da un lato, il concetto di nuovo ciclo di vita si propone come possibile costruttore di un nuovo scenario futuro dei modelli insediativi e del loro rapporto con i paesaggi italiani del XXI secolo: si tratta in questo caso di un'elaborazione che si propone di far leva su una visione sostanzialmente "autoriale", quando non addirittura ispirata ad una sana innovativa dose di " visione " o addirittura di " utopia " , da parte della cultura architettonico-urbana: una visione basata su nuovi paradigmi sia socio-economici sia urbanistico-territoriali, che si ritengano capaci di rovesciare i termini di lettura del quadro territoriale presente, caratterizzato dallo spreco delle risorse, dal forsennato consumo di suolo, da un attaccamento a modelli di sviluppo e di crescita ormai palesemente inadeguati alla realtà e sommamente pericolosi per l'ambiente. Non a caso si insiste da più parti nel nostro lavoro di ricerca sulla messa a punto di "nuovi paradigmi", di una mappatura e lettura " inversa" o comunque non-convenzionale delle città e dei territori, e quindi sulla necessità di saper esercitare un "nuovo sguardo" sui fenomeni di trasformazione urbana e territoriale e di proporre un radicale cambiamento dei modelli interpretativi e progettuali. Si cerca insomma di elaborare da parte della cultura architettonico-urbanistica […] visioni rinnovate e strategiche […] capaci di informare la filosofia e le tecniche di lettura e gli strumenti di governo di quei fenomeni medesimi, in cui possano trovare nuovo senso anche le molte parole d'ordine spesso abusate che ricorrono ormai in tutti i discorsi programmatici, quali paesaggio, sostenibilità, smart city o smart land. Da un altro lato, il concetto di ri-ciclo, in termini più tecnici e strumentali, derivato com'è dalle discipline ecologiche e opportunamente riadattato ai temi dell'architettura, delle infrastrutture, della città e del paesaggio, vuole anche proporsi come chiave di volta per azioni […] mirate, incisive, "tattiche", molto spesso compiute secondo interventi "dal basso", capillari, "omeopatici", infiltranti il corpo delle città e dei territori,
L'industria delle costruzioni - 461, 2018
tesi magistrale, 2016
Atti della XIII Conferenza Società Italiana degli Urbanisti, Città e crisi globale: clima, sviluppo e convivenza (a cura di Marco Cremaschi, Daniela De Leo, Sandra Annunziata), Planum, The European Journal of Planning on-line , 2010
La seconda vita degli edifici (a cura di P. Posocco e M. Raitano), 2016
La città creativa. Spazi pubblici e luoghi della quotidianità, 2017
La città altra. Storia e immagine della diversità urbana: luoghi e paesaggi dei privilegi e del benessere, dell’isolamento, del disagio, della multiculturalità, 2018
Valutare i programmi complessi
La città altra. Storia e immagine della diversità urbana: luoghi e paesaggi dei privilegi e del benessere, dell’isolamento, del disagio, della multiculturalità, 2018
AA. VV. (2019), Atti della XXI Conferenza Nazionale SIU. Confini, movimenti, luoghi. Politiche e progetti per città e territori in transizione, Firenze, 6-8 giugno 2018, Planum Publisher, Roma-Milano, 2019
Eco Web Town. Journal of Sustainable Design, 2019
in P. M. Martinelli (ed.), "Progetto Porto Marghera. Da prima zona industriale a quartiere urbano della città metropolitana",, 2012
F. CAPANO, M.I. PASCARIELLO, M. VISONE (a cura di), La Città Altra/The Other City, VIII Convegno Internazionale CIRICE (Napoli, 25-27 ottobre 2018), Federico II University Press, Napoli 2018, 2018