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Inscriptions with didascalic-explicative function. Commissioner, recipient, content and description of the object in the instrumentum inscriptum.
Le iscrizioni con funzione didascalico-esplicativa. Committente, destinatario, contenuto e descrizione dell'oggetto nell'instrumentum inscriptum. Atti del VI incontro Instrumenta inscripta, Aquileia, 26-28 marzo 2015, a cura di M. Buora e S. Magnani, in «AAAd», LXXXIII, 2016, ISSN 1972-9758.
Epekeina International Journal of Ontology History and Critics, 2013
HACKSTEIN, OLAV - OPFERMANN, ANDREAS (a cura di), Priscis Libentius et Liberius Novis. Indogermanische und sprachwissenschaftliche Studien. Festschrift für Gerhard Meiser zum 65. Geburtstag (Studien zur historisch-vergleichenden Sprachwissenschaft 11), Baar-Verlag, Hamburg,, 2018
Epekeina International Journal of Ontology History and Critics, 2012
Imperii instrumenta Come l'Artico e l'Indo-Pacifico, il Mediterraneo orientale rappresenta una linea di faglia tutt'altro che stabilizzata, dove si scontrano gli interessi strategici di potenze regionali e mondiali: Russia, Turchia, Francia, ma anche Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita; la distensione tra Abu Dhabi e Tel Aviv offre ad Ankara un nuovo appiglio per ergersi a paladina dei diritti dei fratelli musulmani (e dei Fratelli musulmani), mentre Riyadh preferisce per ora la linea del silenzio; potrà la retorica espansionista mettere a tacere le tensioni sociali? Mentre i tre principali rivali per la supremazia globale, Cina, Stati Uniti e Russia, si contendono l'egemonia e il controllo del cyberspazio, nello spazio fisico diversi paesi aspirano al ruolo di potenze regionali, taluni con l'obiettivo finale di ritagliarsi il proprio spazio nell'ordine (o disordine) mondiale che si sta delineando da almeno un decennio. La potenza statunitense, eredità del secolo scorso e dell'implosione del sistema sovietico, sembra ne stia uscendo indebolita, mentre assiste agli scricchiolii che incrinano la solidità, peraltro mai del tutto affermata, della sua sfera di influenza, istituzionalmente rappresentata dall'Oganizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO). Lo stesso organismo che secondo il presidente francese Emmanuel Macron versa in condizioni di morte cerebrale. Anche perché la testa, con sede fisica a Bruxelles, ma idealmente situata a Washington, stenta a controllare le ambizioni di quelle che avrebbero dovuto essere le sue membra. Il deterioramento delle relazioni tra Grecia e Turchia, ma anche tra quest'ultima e la Francia, non sono che il sintomo della metamorfosi del rapporti di forza all'interno di un organismo, la NATO, istituito nell'intenzione di creare un fronte compatto contro un nemico comune, che allora era l'Unione sovietica. E la percezione indotta di tale minaccia era già di per sé un efficace strumento di coesione, o meglio di controllo e di dominio, come dimostra la complessa e ramificata rete di cellule stay behind presenti nei paesi alleati (ad esempio, Gladio in Italia). Di conseguenza, non vi era alcuna esigenza di mobilitare realmente l'arsenale bellico, anche perché una simile mossa sarebbe risultata suicida. Non è quindi affatto casuale che le prime operazioni militari NATO, presentate all'opinione pubblica come interventi umanitari, siano state lanciate dopo la fine della guerra fredda, quindi una volta venuta meno, per il blocco vincitore, la necessità di compattezza e coesione. In altri termini, dopo l'imposizione dell'assoluto dominio mondiale della superpotenza USA, se ancora nel 1990-91, quando Washington, seguita da qualche alleato, lanciò le operazioni Desert Shield e Desert Storm contro l'Iraq di Saddam Hussein, la NATO non fu chiamata in causa. Tutt'al più, allora si andava affermando la tendenza ad agire a colpi di risoluzioni dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), come appunto quella che legittimò l'operazione Desert Storm. Un discorso ben diverso riguarda il disordine mondiale attuale, che dura all'incirca da un quindicennio, caratterizzato dall'assenza di attori in grado di imporre la propria egemonia su tre dimensioni: il globo terraqueo, lo spazio e il cyberspazio. Questa fluidità degli equilibri di forze sullo scacchiere mondiale è terreno fertile per coltivare aspirazioni a restaurare vecchi imperi o a crearne di nuovi. In tale contesto, diversi paesi hanno colto l'occasione per perseguire i propri interessi strategici, sia pure senza esplicite dichiarazioni di rottura. In primo luogo la Turchia, che con l'attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan, ha saputo trarre vantaggio dal ruolo di gendarme regionale affidatole dagli Stati Uniti negli anni '90, per rinvigorire le proprie mire imperiali neo-ottomane; in secondo luogo la Germania, attualmente attore economico regionale di un certo rilievo (è la seconda finanziatrice della NATO dopo gli USA), alla quale dopo la caduta del muro, la
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in, Thonemann, Peter (ed.), Attalid Asia Minor: Money, International Relations, and the State, Oxford, 83-119, 2013
Un fanciullo licenzioso. L'educazione di Ranuccio Farnese, nipote di Paolo III, 2024
Ecología Aplicada, 2014
Journal of Endourology Case Reports, 2016
Quím. Nova, 2008
Materials science & engineering. C, Materials for biological applications, 2017
Ilha do Desterro A Journal of English Language, Literatures in English and Cultural Studies
Journal of Japan Institute of Light Metals, 2019
Canadian Journal of Ophthalmology / Journal Canadien d'Ophtalmologie, 2014
IEEE Transactions on Biomedical Engineering, 1980
arXiv: General Relativity and Quantum Cosmology, 2010