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Le iscrizioni con funzione didascalico-esplicativa. Committente, destinatario, contenuto e descrizione dell'oggetto nell'instrumentum inscriptum. Atti del VI incontro Instrumenta inscripta, Aquileia, 26-28 marzo 2015, a cura di M. Buora e S. Magnani, in «AAAd», LXXXIII, 2016, ISSN 1972-9758.
Inscriptions with didascalic-explicative function. Commissioner, recipient, content and description of the object in the instrumentum inscriptum.
Imperii instrumenta Come l'Artico e l'Indo-Pacifico, il Mediterraneo orientale rappresenta una linea di faglia tutt'altro che stabilizzata, dove si scontrano gli interessi strategici di potenze regionali e mondiali: Russia, Turchia, Francia, ma anche Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita; la distensione tra Abu Dhabi e Tel Aviv offre ad Ankara un nuovo appiglio per ergersi a paladina dei diritti dei fratelli musulmani (e dei Fratelli musulmani), mentre Riyadh preferisce per ora la linea del silenzio; potrà la retorica espansionista mettere a tacere le tensioni sociali? Mentre i tre principali rivali per la supremazia globale, Cina, Stati Uniti e Russia, si contendono l'egemonia e il controllo del cyberspazio, nello spazio fisico diversi paesi aspirano al ruolo di potenze regionali, taluni con l'obiettivo finale di ritagliarsi il proprio spazio nell'ordine (o disordine) mondiale che si sta delineando da almeno un decennio. La potenza statunitense, eredità del secolo scorso e dell'implosione del sistema sovietico, sembra ne stia uscendo indebolita, mentre assiste agli scricchiolii che incrinano la solidità, peraltro mai del tutto affermata, della sua sfera di influenza, istituzionalmente rappresentata dall'Oganizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO). Lo stesso organismo che secondo il presidente francese Emmanuel Macron versa in condizioni di morte cerebrale. Anche perché la testa, con sede fisica a Bruxelles, ma idealmente situata a Washington, stenta a controllare le ambizioni di quelle che avrebbero dovuto essere le sue membra. Il deterioramento delle relazioni tra Grecia e Turchia, ma anche tra quest'ultima e la Francia, non sono che il sintomo della metamorfosi del rapporti di forza all'interno di un organismo, la NATO, istituito nell'intenzione di creare un fronte compatto contro un nemico comune, che allora era l'Unione sovietica. E la percezione indotta di tale minaccia era già di per sé un efficace strumento di coesione, o meglio di controllo e di dominio, come dimostra la complessa e ramificata rete di cellule stay behind presenti nei paesi alleati (ad esempio, Gladio in Italia). Di conseguenza, non vi era alcuna esigenza di mobilitare realmente l'arsenale bellico, anche perché una simile mossa sarebbe risultata suicida. Non è quindi affatto casuale che le prime operazioni militari NATO, presentate all'opinione pubblica come interventi umanitari, siano state lanciate dopo la fine della guerra fredda, quindi una volta venuta meno, per il blocco vincitore, la necessità di compattezza e coesione. In altri termini, dopo l'imposizione dell'assoluto dominio mondiale della superpotenza USA, se ancora nel 1990-91, quando Washington, seguita da qualche alleato, lanciò le operazioni Desert Shield e Desert Storm contro l'Iraq di Saddam Hussein, la NATO non fu chiamata in causa. Tutt'al più, allora si andava affermando la tendenza ad agire a colpi di risoluzioni dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), come appunto quella che legittimò l'operazione Desert Storm. Un discorso ben diverso riguarda il disordine mondiale attuale, che dura all'incirca da un quindicennio, caratterizzato dall'assenza di attori in grado di imporre la propria egemonia su tre dimensioni: il globo terraqueo, lo spazio e il cyberspazio. Questa fluidità degli equilibri di forze sullo scacchiere mondiale è terreno fertile per coltivare aspirazioni a restaurare vecchi imperi o a crearne di nuovi. In tale contesto, diversi paesi hanno colto l'occasione per perseguire i propri interessi strategici, sia pure senza esplicite dichiarazioni di rottura. In primo luogo la Turchia, che con l'attuale presidente Recep Tayyip Erdoğan, ha saputo trarre vantaggio dal ruolo di gendarme regionale affidatole dagli Stati Uniti negli anni '90, per rinvigorire le proprie mire imperiali neo-ottomane; in secondo luogo la Germania, attualmente attore economico regionale di un certo rilievo (è la seconda finanziatrice della NATO dopo gli USA), alla quale dopo la caduta del muro, la
Erasmo da Rotterdam e la prima edizione del Nuovo Testamento greco (1516) «Il mio signor Lucifero, a tavola, per cominciare, vuol sempre una portata di farfarelli come eupeptico: Ma, aimè, questi farfarelli, da qualche anno in qua, hanno aggiunto ai loro studi la Santa Bibbia. Per questa ragione non c'è più verso di menarli al Diavolo. E ho paura che, se non ci aiutano i collitorti a strappar loro dalle mani di prepotenza-con minacce, ingiuri, forza, violenza e roghi-il loro San Paolo, ho proprio paura che laggiù non riusciremo più a sgranocchiarcene nemmeno uno.» François Rabelais, Gargantua e Pantagruel * * * Si quis me negat esse Theologum, Grammatici partes egi. «Se qualcuno dice che io non sono un teologo, io rispondo: Ho assunto il ruolo del grammatico.» Erasmo da Rotterdam, Capita argumentorum contra morosos quosdam ac indoctos * * * Il cammino esegetico e filologico di Erasmo da Rotterdam trova la sua più alta espressione nell'intenso lavoro di studio e di ecdotica che dal 1516 al 1535 lo ha portato a stampare, per i tipi dell'editore Froben (Frobenius) di Basilea, cinque edizioni del Novum Instrumentum (Novum Testamentum a partire dalla seconda edizione del 1519) in greco con una nuova traduzione in latino, accompagnate dalle sempre più precise e dettagliate Adnotationes. La novità ebbe effetti travolgenti. Si pensi, infatti, che la traduzione in lingua tedesca del Nuovo testamento fatta da Lutero (1522), si basò, per la prima volta, sul testo greco e il testo era quello edito da Erasmo. Quel testo che nella prima edizione porta il titolo significativo di Novum Instrumentum, vale a dire il campo di lavoro di chi ama la "vera" teologia, perché, come afferma Erasmo, i veri teologi sono "uomini integri, seri, eruditi e imbevuti profondamente della dottrina di Cristo desunta dalle fonti originarie stesse" (Lettera 337). Momento centrale nella definizione del metodo filologico usato è la "scoperta" che Erasmo fece nel 1504, nella biblioteca dell'Abbazia di Parc, nei pressi di Lovanio, del manoscritto contenente la rivoluzionaria e innovativa opera di Lorenzo Valla In Novum Testamentum adnotationes, opera che Erasmo fece pubblicare a stampa l'anno successivo a Parigi. Valla (e Erasmo assieme a lui) riteneva che il testo latino della Vulgata dovesse essere messo alla prova col confronto con i manoscritti greci per verificarne la correttezza filologica e l'attendibilità. Per fare questo occorreva ritornare alla graeca veritas, al testo originario del Nuovo Testamento, per ritrovare l'essenza prima delle parole del Cristo nei Vangeli e della Chiesa nascente negli altri libri neotestamentari. La filologia moderna, che nasce a partire dal testo biblico, da subito si pone come una scienza nuova dagli effetti incontrollabili e dirompenti in quanto, non come suo statuto epistemologico ma per le conseguenze che derivano dalle scelte operate, mette in discussione la stessa base del credo della Chiesa cattolica romana fondato sul testo latino della Vulgata. Le polemiche che seguiranno e l'uso che la Riforma farà delle cosiddette fonti originarie della Scrittura (in lingua greca e in lingua ebraica), porteranno la Chiesa cattolica ad insistere sul valore, unico e non negoziabile, della Vulgata, posizione che troverà la sua definizione in due specifici
HACKSTEIN, OLAV - OPFERMANN, ANDREAS (a cura di), Priscis Libentius et Liberius Novis. Indogermanische und sprachwissenschaftliche Studien. Festschrift für Gerhard Meiser zum 65. Geburtstag (Studien zur historisch-vergleichenden Sprachwissenschaft 11), Baar-Verlag, Hamburg,, 2018
LATIN TEXT CORPUS INSCRIPTIONUM ETRUSCARUM The Corpus Inscriptionum Etruscarum (Body of Etruscan inscriptions) is a corpus of Etruscan texts, collected by Karl Pauli and his followers since 1885. After the death of Olof August Danielsson in 1933, this collection was passed on to the Uppsala University Library. The CIE serves as a valuable reference index for many Etruscan texts, using a simple number system.
A Companion to Islamic Granada, 2022
3C Empresa : Investigación y pensamiento crítico, 2017
A Companion to Ancient Epic, ed. J.M. Foley, 2005
Scultori locali e itineranti: profilo artigianale di un'officina siracusana dell'età classica, 2024
The Indian Journal of Agricultural Sciences
Go-Integratif, 2023
Natural Product Communications, 2009
Molecular Phylogenetics and Evolution, 2020
Psychology and Sexuality, 2018
Revista em Agronegócio e Meio Ambiente, 2021