"Il contributo offre un saggio di edizione critica dell’Exegesis in canonem iambicum di Eustazio di Tessalonica (acrostico e irmo dell’ode prima). Al testo critico sono premessi cenni sulle vicende dell’opera in età moderna, ma...
more"Il contributo offre un saggio di edizione critica dell’Exegesis in canonem iambicum di Eustazio di Tessalonica (acrostico e irmo dell’ode prima). Al testo critico sono premessi cenni sulle vicende dell’opera in età moderna, ma soprattutto è anteposta una riflessione metodologica sulle nuove sfide imposte al filologo dalle peculiarità della letteratura dotta e in generale della hochsprachliche Literatur bizantine. Sia la constitutio textus sia l’apparatus fontium devono infatti, rispettivamente, tenere conto e dare conto della fitta trama di citazioni che si intrecciano nel testo, quasi mai esplicitate ma anzi per lo più sottaciute, se non occultate, in un incessante gioco di bravura che si direbbe quasi vòlto a mettere alla prova, così come le conoscenze del lettore o dell’ascoltatore bizantino, tanto più quelle dell’editore moderno. Nella trattazione che precede il saggio di edizione e nel suo apparato critico si evidenziano da un lato esempi delle molte reminiscenze – sia classiche (Omero, Aristofane, Pindaro, Euripide etc.), sia bibliche e patristiche (Gregorio Nisseno, Giovanni Damasceno), sia di autori contemporanei (Gregorio di Corinto) – che permeano il testo, intrecciando fra loro cultura sacra e profana e rivelando la multiformità e complessità della “biblioteca” di Eustazio. D’altra parte, si sottolinea la necessità, nell’ecdotica del testo e specie ai fini di una corretta impostazione dell’apparatus fontium, di individuare i tramiti attraverso cui le citazioni e le reminiscenze, classiche ma anche patristiche o scritturali, sono giunte all’autore. Nella maggior parte dei casi, occorre postulare la mediazione dell’innografia e della liturgia per le citazioni sacre, e per le citazioni classiche il filtro delle raccolte, dei repertori, degli etimologici e dei lessici, come ad esempio l’Etymologicum Magnum e il lessico di Suida, che componevano la “scrivania” di Eustazio.
A critical edition essai of Eustathius of Thessalonica’s Exegesis in canonem iambicum (acrostic and heirmos of ode 1): the critical text includes introductory remarks on the fortune of the work in the modern era and, in particular, a concluding methodological observation on the new challenges imposed on philologists by the peculiarities of the learned literature and, more generally, the Byzantine hochsprachliche Literatur. Both the constitutio textus and the apparatus fontium must, in fact, consider and account for the dense network of citations woven throughout the text. These are almost never explicitly explained, but rather are for the most part hinted at, if not in fact hidden, in a constant game of virtuosity which almost seems intended to test the Byzantine reader’s and/or listener’s knowledge, as much as that of the modern editor. In the introductory treatise to the critical essay, the author highlights, on the one hand, examples of many echoes – classical (Homer, Aristophanes, Pindar, Euripides etc.), biblical and patristic (Gregory of Nyssa, John of Damascus), and contemporary authors (Gregory of Corinth) – permeating the text, weaving sacred and profane culture, and exposing the complex, multiform nature of Eustathius’s “library.” On the other hand, for the purposes of the textual ecdotics and in order to establish a correct organisation of the apparatus fontium, she underscores the need to isolate the intermediaries by which the classical, biblical, and patristic citations and echoes reached the author. In most cases, we should posit the mediation of hymns and liturgy for the religious, and for the classical the filter of collections, catalogues, etymologies, and lexicons, such as the Etymologicum Magnum and the Suidae Lexicon, which made up Eustathius’s “desktop.”"
