Dublagem

"RESUMO Este artigo pretende analisar historicamente as experiências de dublagem de filmes estrangeiros para exibição cinematográfica no Brasil nas duas primeiras décadas após o advento do cinema sonoro, evidenciando o debate que a dublagem suscitava do ponto de vista artístico, tecnológico e econômico, sobretudo em relação ao circuito exibidor brasileiro e ao cinema brasileiro da época.

ABSTRACT This article aims to analyze historically the experiences of foreign films dubbing for theatrical exhibition in Brazil in the first two decades after the coming of sound. The purpose is to clarify the debate around the dubbing from the artistic, technological and economical points of view, especially in relation to the Brazilian theatrical exhibition circuit and to the national cinema of that same time. "

Com o objetivo de entender quais foram os métodos utilizados no Brasil para a recepção de filmes estrangeiros falados, o presente artigo busca na bibliografia disponível sobre o início do cinema sonoro no país as formas utilizadas pelo circuito exibidor para adaptar-se ao cinema sonoro e quais os modos possíveis, e os adotados pelo mercado, para compreender o que era falado nos filmes estrangeiros.

O artigo compara a consolidação da dublagem de filmes
estrangeiros na televisão brasileira com a resistência ao seu
estabelecimento compulsório no mercado de salas de cinema,
analisando, no período entre os anos 1960 e 1980, os projetos
de lei de obrigatoriedade de dublagem de filmes estrangeiros
tanto na televisão quanto no cinema. Analisa-se o contexto
da época, discutindo as diferentes posições dos agentes
envolvidos e afetados nesse processo.
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The paper compares the consolidation of dubbing of
foreign films on Brazilian television with the resistance to
its compulsory establishment in the cinema room market,
analyzing the period between 1960 and 1980, the projects of
law of compulsory dubbing of foreign films both on television
and in cinema. The paper analyzes the context of the time
discussing the different positions of the agents involved and
affected in this process

Una delle migliori fra le commedie minori di Laurel e Hardy, per la regia di James Parrott e la fotografia di George Stevens. Sotto Zero inizia quasi come
un film di Jean Vigo: L&H musicisti di strada, più che mai immersi nel loro piccolo mondo privato, tentano di riscaldare il gelido inverno del ‘29 dimostrando la loro abilità con il contrabbasso e l’harmonium. Se la passano male, soprattutto perché sbagliano tanto la loro collocazione- si esibiscono dinanzi a un istituto per sordomuti – quanto il loro repertorio: strimpellano e cantano coraggiosamente “In the Good Old Summer Time” (Nella cara vecchia estate) – motivo popolare negli Stati Uniti -, durante una furiosa bufera di neve. Il loro unico guadagno consiste in un dollaro, con la richiesta di trasferirsi più in là di un paio di strade. Un padrone di casa furioso (Charlie Hall) fa il suo commento con alcune palle di neve ben mirate. Lasciano cadere il dollaro
che hanno guadagnato, non realizzando la loro perdita fino a quando un uomo finto “cieco” non si china a raccoglierlo. Quando un’altra moneta sembra cadere sulla loro ciotola di latta, si scopre che si tratta in realtà di un uovo deposto da un piccione. Stan punta una palla di neve contro il volatile, colpendo un uomo che ha appena aperto una finestra al piano di sopra. Quando questi si vendica, la palla di neve finisce in una piccola lattina appartenente a  una donna di proporzioni gigantesche (Blanche
Payson). Incolpando Stan e Ollie, li coinvolge in uno scambio di violenza che si conclude con la distruzione degli strumenti musicali dei ragazzi. La fortuna muta e l’azione raggiunge il culmine quando i due scoprono nella neve un portafoglio zeppo di denaro, ma un delinquente (Leo Willis) scorge il ritrovamento e li insegue. Il provvidenziale intervento di un poliziotto (Frank Holliday) salva la situazione
e Stan e Ollie, grati per l’aiuto ricevuto, lo invitano a cena. Al momento di pagare,
però, si accorgono che il portafogli appartiene proprio a quel poliziotto il quale, credendoli borseggiatori, li affida al manesco trattamento che il proprietario del locale riserva a chi non è in grado di pagare. Le luci si spengono, ma i rumori
del tafferuglio che segue immediatamente sono decisamente eloquenti. Ollie viene scaricato in strada e quasi investito da un camion. Di Stan non c’è traccia e quando Ollie ritorna al locale per cercare l’ amico, i suoi colpi alla porta sono interrotti dal gorgoglio proveniente da un barile colmo di acqua piovana, posto lì vicino.
Stan è dentro la botte, ma ha dovuto bere tutta l’acqua. Quando viene tirato fuori, in una gag tipicamente disturbante, vediamo che il suo corpo ha assunto dimensioni gigantesche.