Glassware

L’articolo presenta la migrazione dei vetrai di Altare in Argentina nel secondo dopoguerra come l’ultima tappa di una storia millenaria di migrazioni, a iniziare da quelle in Italia e in Europa tra il XV e il XIX secolo, di cui vengono esaminate le caratteristiche principali, come per esempio: la presenza di fattori di spinta dall’interno e di attrazione dall’esterno e di motivazioni al miglioramento, il forte legame con la comunità di origine, le differenze rispetto alle migrazioni dei muranesi, le tensioni generate, il conflitto tra monsù e paisan, la vocazione al nomadismo. Viene poi illustrata una prima mappa generale delle migrazioni dei vetrai in America del Sud, tra il XIX e il XX secolo, in tre fasi: i pionieri nella prima metà dell’800, i fondatori delle grandi vetrerie tra fine ‘800 e inizi ‘900, il Gruppo TOVA dopo la seconda guerra mondiale. Per le prime due fasi, vengono presentati brevi cenni sulle vetrerie Brondi a Lima, “São Roque” a Rio de Janeiro, Bordoni a Buenos Aires, Lavagna a Rosario, Negri a Montevideo, e su quelle dei fratelli Scarrone a Rio e dei fratelli Gercar a Montevideo. Segue il racconto più dettagliato della storia del Gruppo TOVA, emigrato da Altare nel 1947 verso la provincia di Santa Fe in Argentina. Tra il 1947 e il 1954 gli altaresi realizzarono quattro vetrerie nelle cittadine di San Jorge e di San Carlos Centro, a un centinaio di chilometri di distanza tra di loro (SAICA, San Carlos, La Liguria, Altar) e una a Recife in Brasile (Zatto). L’attività vetraria si sviluppò e si espanse nella provincia di Santa Fe, dopo l’arrivo degli altaresi, le cui tecniche di lavorazione vennero a contatto con quelle boeme e con quelle muranesi. Viene fatto cenno alle caratteristiche di queste migrazioni, in confronto con quelle delle migrazioni precedenti, e viene sottolineato come il contatto tra le tecniche di lavorazione dei tre principali centri vetrari della storia europea abbia generato nuove tecniche e nuove espressioni artistiche.

El artículo presenta la migración de los vidrieros de Altare a la Argentina durante el segundo posguerra como la última etapa de una historia milenaria, que comenzó con las migraciones hacia Italia y Europa entre el siglo XV y el siglo XIX. De estas migraciones son examinadas las características principales, como por ejemplo: los factores que empujan a migrar desde el interior y los factores que atraen desde el exterior, las motivaciones a mejorar su propia condición, el fuerte lazo con la comunidad de origen, las diferencias con respecto a las migraciones de los muraneses, las tensiones surgidas, el conflicto entre monsù y paisan, la vocación al nomadismo. Luego el autor ilustra un primer mapa general de las migraciones hacia América del Sur, entre el siglo XIX y el siglo XX, divididas en tres fases: los pioneros en la primera mitad del siglo XIX, los fundadores de grandes vidrierías entre los finales del siglo XIX y los comienzos del siglo XX, el grupo TOVA después de la segunda guerra mundial. Con respecto a las primeras dos fases son presentadas en síntesis las vidrerías Brondi en Lima, “São Roque” en Rio de Janeiro, Bordoni en Buenos Aires, Lavagna en Rosario, Negri en Montevideo, y las de los hermanos Scarrone en Rio y de los hermanos Gercar en Montevideo. El ensayo sigue con la descripción más detallada de la historia del Grupo TOVA, emigrado de Altare en 1947 a la Provincia de Santa Fe en Argentina. Entre 1947 y 1954 los altareses fundaron y pusieron en marcha cuatro vidrerías en las ciudades de San Jorge y de San Carlos Centro, ubicadas aproximadamente a una distancia de 100 kilómetros entre ellas (SAICA, San Carlos, La Liguria, Altar) y úna en Recife en Brasil (Zatto). La producción de vidrio se desarrolló y se difundió en la Provincia de Santa Fe después de la llegada de los altareses, cuyas técnicas de trabajo entraron en contacto con las de los bohemios y de los muraneses. Se hace una breve referencia a las características de estas migraciones, comparadas con las anteriores, y se subraya que el contacto entre las técnicas de trabajo de los tres principales centros vidrieros de la historia europea generó nuevas técnicas y nuevas expresiones artísticas.

Catalogo della mostra presentata nel 2010 al Museo dell’Arte Vetraria di Altare, sulla presenza e il lavoro dei maestri vetrai della cittadina ligure in Argentina, in seguito alla migrazione della fine degli anni ’40 del secolo scorso. Il clima di incertezza del dopoguerra, il desiderio di trovare un futuro migliore, spinsero un gruppo di tecnici vetrai a trasferirsi nel paese sudamericano: in queste pagine si può leggere la loro storia, attraverso i documenti dell’epoca e le foto degli emigranti e dei vetri soffiati nelle vetrerie fondate in Sud America.
La mostra si inserisce nell’ambito delle celebrazioni del gemellaggio tra Altare e la città di San Carlos Centro nella provincia di Santa Fe, iniziate nel 2009 con la firma dell’atto formale.
2010, pp. 208 con illustrazioni colori e b/n.

Altare è un piccolo paese in provincia di Savona, noto in Italia, in Europa e in Sud America per essere sede di una delle più antiche tradizioni del vetro soffiato lavorato a mano. Per i maestri vetrai, la principale motivazione della migrazione non era la necessità di fuggire da una situazione di miseria, ma era al contrario la coscienza di essere detentori di competenze e abilità uniche e molto ricercate. La loro storia è costellata di successi, derivanti non solo dalla fedeltà alle proprie tradizioni culturali, ma anche dal contatto con altre tradizioni vetrarie che hanno permesso di raggiungere risultati sorprendenti, dalle raffinate opere prodotte nel XVII secolo a Nevers e Orléans, sino ai vasi di cristallo in stile boemo o pre-colombiano eseguiti a San Carlos negli anni Settanta e Ottanta. È un percorso di eccellenza che arriva ai giorni nostri e guarda al futuro.

Wearables are an increasingly big item in mobile forensics, in large part due to the ever increasing popularity of social media.
A device that falls into this category is Google Glass. A big part of the Google Glass interface is dedicated to social media
functions. A side-effect of these functions is that in many cases a lot of data is generated that is interesting for forensic
research. Therefore, it is imperative that more research is done into these types of devices.
This paper will focus on extracting data from Google Glass and the different possible ways of extraction. Following this,
the extracted data will be analyzed for any possible artifacts that were left behind from normal use.

BOZZA / DRAFT  «I vetrai di Altare nel mondo». In: Odissee. Diaspore, invasioni, migrazioni, viaggi e pellegrinaggi. Catalogo della mostra a cura di Guido Curto, Palazzo Madama, Torino. Novara, Libreria Geografica, 2017, ISBN 978-88-6985-213-8, p.102-107.

Wang, Mu-Hao Sung and Wang, Lawrence K. (2022). COD determination and cleaning  solution preparation  using  potassium  permanganate for hazardous waste minimization..  In: "Evolutionary Progress in Science, Technology, Engineering, Arts, and Mathematics (STEAM)", Wang, Lawrence K. and Tsao, Hung-ping (editors).  Volume 4, Number 6, June 2022; pp.41. Lenox Institute Press, MA, USA. STEAM-VOL4-NUM6-JUNE2022.  ISBN 978-0-9890870-3-2. https://doi.org/10.17613/ggyx-4033..........ABSTRACT:  An Asian analytical method for determining the chemical oxygen demand (COD) in water and wastewater is introduced. In this alternative COD testing, an excess amount of potassium permanganate is added to the test water under heat (100 degree C) for a fixed time to complete chemical oxidation. The amount of COD is determined from the consumption of potassium permanganate during chemical oxidation of organic substances in the test water.  In comparison with American Standard Method using potassium dichromate, the alternative potassium permanganate method requires shorter oxidation time, simpler apparatus, and produces no hazardous chromium waste. Also proposed is a new cleaning solution using potassium permanganate (instead of potassium dichromate) and the concentrated sulfuric acid for cleansing the laboratory glassware.  Both alternative COD test method and alternative cleaning solution significantly minimize hazardous waste pollution. American researchers are invited to further study and perfect the Asian COD method and the new potassium permanganate cleaning solution, for possible replacement of both potassium dichromate COD method and potassium dichromate cleaning solution...........KEYWORDS:  Invitation for further research, Alternative potassium permanganate COD analytical method, Alternative potassium permanganate cleaning solution, Hazardous chromium waste minimization, Green environmental technology

The village of Altare, Italy, is known as a major glassmaking center dating back to the Middle Ages. Groups of Altare glassmakers emigrated in Italy itself and within Europe from the fifteenth to the nineteenth century, to Africa and South America in the nineteenth and twentieth centuries. The study shows a map of the emigration of the Altare glassmakers to South America and illustrates the emigration of a group of glassmakers who, in 1947, settled in the Province of Santa Fe, Argentina, creating four glassblowing factories, amongst which the “Cristalería San Carlos” which is still functional today. The Altare glassmakers were responsible for the remarkable development of the glass industry in the Province of Santa Fe and the subsequent emigration of glassmakers from Murano and Bohemia to the same area promoted an encounter amongst the three most important glassblowing traditions of Europe.

Il paese di Altare, Italia, è noto per essere stato un importante centro vetrario dal Medioevo ai giorni nostri e i vetrai di Altare sono stati protagonisti di importanti fenomeni migratori: dal XV al XIX secolo in Italia e in Europa; nel XIX e XX secolo in Africa e in America Latina. Lo studio presenta una mappa organica delle migrazioni dei vetrai di Altare in Sudamerica e un approfondimento sulla migrazione di un gruppo di vetrai, che nel 1947 si stabilì nella Provincia di Santa Fe, Argentina, realizzando quattro vetrerie per la lavorazione a mano del cristallo, tra le quali la Cristalería San Carlos è tuttora attiva. I vetrai di Altare portarono nella Provincia di Santa Fe un notevole sviluppo dell’industria vetraria, e la successiva migrazione di vetrai muranesi e boemi nella stessa area favorì l’incontro tra le tre grandi culture e tradizioni vetrarie europee.

El pueblo de Altare, Italia, es conocido por ser un centro de fabricación del vidrio importante desde la Edad Media. Grupos de vidrieros de Altare emigraron en Italia y en Europa desde el siglo XV hasta el XIX, en África y América Latina en los siglos XIX y XX. El estudio presenta un mapa de la migración de los vidrieros de Altare en América del Sur y una discusión sobre la migración de un grupo de vidrieros que en 1947 se estableció en la Provincia de Santa Fe, Argentina, creando cuatro fábricas de vidrio soplado, entre las cuales la “Cristalería San Carlos” todavía está activa. Los vidrieros de Altare llevaron a la Provincia de Santa Fe un notable desarrollo de la industria del vidrio, y la migración posterior de vidrieros de Murano y de Bohemia en la misma área facilitó el encuentro entre las tres grandes tradiciones europeas de la fabricación del vidrio soplado.

The glassmakers of Altare spread the ancient art of glassblowing around the world, establishing glass factories in Italy and in Europe (15th-19th century), in Africa, in the Middle East and South America (19th-20th century). Among those in Brazil: the Fábrica de vidros São Roque (1839) and Fábrica Nacional de Vidros (1909) in Rio de Janeiro; the Crystalleria Colombo (1907) in São Paulo; the Casa Genta (1908) in Porto Alegre; and the Cristaleria Zatto (1952) in Recife.

Los vidrieros de Altare han traído al mundo el antiguo arte del vidrio soplado, realizando fábricas de vidrio en Italia y Europa (siglo XV-XIX), África, Oriente Medio y América del Sur (siglos XIX-XX). Entre estas últimas, en Brasil: la Fábrica de vidrios São Roque (1839) y la Fábrica nacional de vidrios (1909) en Rio de Janeiro; la Crystalleria Colombo (1907) en São Paulo; la Casa Genta (1908) en Porto Alegre; la Cristaleria Zatto (1952) en Recife.

Os vidreiros de Altare trouxeram no mundo a antiga arte do vidro soprado, criando fábricas de vidro na Itália e na Europa (século XV-XIX), África, Médio Oriente e América do Sul (séculos XIX-XX). Entre estas últimas, no Brasil: a Fábrica de Vidros São Roque (1839) e a Fábrica Nacional de Vidros (1909) no Rio de Janeiro; a Crystalleria Colombo (1907) em São Paulo; a Casa Genta (1908) em Porto Alegre; a Cristalería Zatto (1952) no Recife.

I vetrai di Altare hanno portato nel mondo l’arte millenaria del vetro soffiato, realizzando vetrerie in Italia e in Europa (XV-XIX secolo), in Africa, Medio Oriente e Sudamerica (XIX-XX secolo). Tra queste ultime, in Brasile: la Fábrica de vidros São Roque (1839) e la Fábrica nacional de vidros (1909) a Rio de Janeiro; la Crystalleria Colombo (1907) a São Paulo; la Casa Genta (1908) a Porto Alegre; la Cristaleria Zatto (1952) a Recife.

La produzione vetraria di Altare, piccolo borgo nell’entroterra savonese, si caratterizza per la specializzazione nel vetro d’uso, con articoli volti a soddisfare le esigenze del quotidiano, sia nell’ambito personale e famigliare, sia in quello professionale e industriale. Oltre quindi a bottiglie, bicchieri, vasi, contenitori per i dolci e per l’olio, anche di dimensioni davvero straordinarie e finemente decorati, nonché ai famosi acchiappamosche, acchiappapesci, ai beverini per gli uccelli, ecc. ecc., Altare ha prodotto oggetti per l’esercizio di arti e mestieri, tra cui spicca la produzione di vetri per la farmacia e strumenti da laboratorio. Un settore che vedeva coinvolti i maestri vetrai più esperti, in grado di realizzare oggetti affascinanti nella forma, ma soprattutto funzionali e declinati, in molti casi, in dimensioni e capacità differenti: vera espressione di un design ante litteram, che rende la vetraria altarese un caso straordinario nel panorama della cultura e della tradizione artigiana e protoindustriale italiana. Se Altare è sinonimo di vetro da oltre mille anni con un gran numero di fornaci attive sul suo territorio, è la S.A.V. (Società Cooperativa Artistico Vetraria) – prima cooperativa di lavoratori in Italia, attiva dal 1856 al 1978 – a sviluppare questo settore, i cui articoli erano particolarmente apprezzati per la maestria esecutiva.
Un’indagine articolata, condotta da un team di studiosi di differenti ambiti, ha permesso di comprendere la modalità d’uso degli apparecchi conservati dal M.A.V., il Museo del Vetro e dell’Arte Vetraria di Altare, e di approfondirne modalità esecutiva e caratteristiche tecniche, risalendo alle fonti documentarie.
Il volume presenta inoltre la descrizione dettagliata di questa produzione, con l’inventario degli articoli presenti nei cataloghi di vendita della S.A.V. e con il catalogo tipologico, fotografico e bibliografico degli oggetti della collezione del M.A.V.

The production of glassware at Altare, a small village in the hinterland of Savona, is characterized by a specialization in glass for general use with articles designed to meet the everyday needs of individuals and the household, and for professional and industrial usage. As a result, in addition to bottles, glasses, vases, containers for sweets and oil, also of quite extraordinary dimensions and at times finely decorated, and the famous fly-traps, fish-traps, bird drinking bottles, and so forth, Altare produced objects for the exercising of arts and professions, above all the production of glassware for pharmacies and laboratory instruments. A sector which involved the most expert glassmakers who were able to produce objects that were fascinating in their form, but above all functional and, in many cases, available in different dimensions and capacities: the true expression of a design capacity ahead of its time, which makes the glassmaking of Altare an extraordinary event in the panorama of Italian artisan and proto-industrial culture and tradition. If Altare has been synonymous with glass for over a thousand years with a large number of furnaces operating localty, it was the S.A.V. (Artistic Glassmaking Cooperative Society) - the very first workers' cooperative in Italy, active from 1856 to 1978 - which was to develop this sector, and whose articles were particularly appreciated for their superb workmanship.
An in-depth survey, carried out by a team of scholars from different sectors, has helped us understand the use of the appliances preserved at the M.A.V., the Museum of Glass and Glassmaking of Altare, and to investigate how they were made along with their technical characteristics by going back to the documentary sources.
The volume also presents a detailed description of thls production, with an inventory of all the items in the S.A.V. sales catalogues, and a typological, photographic and blbliographic catalogue of the objects in the M.A.V. collection.

Glass vessels such as flasks and test tubes play an ambiguous role in the historiography of modern laboratory research. In spite of the strong focus on the role of materiality in the last decades, the scientific glass vessel – while being symbolically omnipresent – has remained curiously neglected in regard to its materiality. The popular image or topos of the transparent, neutral, and quasi-immaterial glass container obstructs the view of the physico-chemical functionality of this constitutive inner boundary in modern laboratory environments and its material historicity. In order to understand how glass vessels were able to provide a stable epistemic containment of spatially enclosed experimental phenomena in the new laboratory ecologies emerging in the nineteenth and early twentieth century, I will focus on the history of the material standardization of laboratory glassware. I will follow the rise of a new awareness for measurement errors due to the chemical agency of experimental glass vessels, then I will sketch the emergence of a whole techno-scientific infrastructure for the improvement of glass container quality in late nineteenth-century Germany. In the last part of my argument, I will return to the laboratory by looking at the implementation of this glass reform that created a new oikos for the inner experimental milieus of modern laboratory research.

Аутори: Борислав Јовановић, Мира Бојкић, Милутин Којић, Гордана Добрић, Биљана Вукотић, Владимир Јовановић, Мирјана Ђорђевић, Предраг Ђорђевић ;
Зборник радова са симпозијума "150 година стакларства у Србији"
Proceedings of the Symposium "150 Years of the Glassware Industry in Serbia"

La storia del vetro di Altare copre un arco di mille anni, dall’XI al XXI secolo. Attraverso di essa è possibile seguire l’evoluzione delle tecniche di produzione. Da un lato la tecnica della lavorazione manuale del vetro soffiato con gli strumenti più antichi, in legno e in ferro, è rimasta praticamente immutata dal Medioevo e dall’Età moderna, quando veniva praticata dai maestri vetrai della corporazione dell’Università dell’Arte Vitrea, all’Ottocento e al Novecento, quando veniva eseguita serialmente nella vetreria della cooperativa Società Artistico Vetraria (S.A.V.), fino ai tempi nostri, in cui prosegue ad opera di artisti e artigiani che lavorano individualmente, utilizzando quelle stesse tecniche per sperimentare e dar vita a nuove forme espressive. D’altro lato, le rivoluzioni industriali hanno progressivamente consentito anche nella S.A.V. di accelerare i tempi di produzione per le grandi produzioni seriali, riducendo il numero dei vetrai ai forni, con l’introduzione di stampi sempre più sofisticati, di strumentazioni meccaniche di supporto, di presse e di macchine semiautomatiche, fino ad eliminarli quasi del tutto, con l’introduzione delle macchine automatiche. Per quanto riguarda le produzioni per laboratori e per farmacie, occorre osservare che, lungo la storia della S.A.V., quelle relative agli articoli per laboratori chimici e fisici continuarono ad essere eseguite per la quasi totalità con la tradizionale lavorazione manuale, soffiate a bocca con o senza stampo, mentre quelle relative agli articoli per farmacia e per profumeria, in particolare ai flaconi, vennero progressivamente convertite alla lavorazione automatica.

The history of glassmaking in Altare covers a timespan of a thousand years, from the 11th to the 21st century. Throughout this it is possible to follow the evolution of the production techniques. On the one hand, the manual technique of glass blowing using the most ancient tools which remained virtually unchanged from the Middle Ages to the modern age, when it was practised by glassmakers of the guild known as the University of the Glass Art, to the 19th and 20th centuries, when it was executed in series in the glassworks of the S.A.V. (Società Artistico Vetraria), up to our own times, in which artists and craftsmen go on working individually, using the very same techniques to experiment with and give life to new expressive forms. On the other hand, the various industrial revolutions gradually allowed, even at S.A.V., to speed up production in the large-scale serial production, by reducing the number of glassmakers at each furnace, with the introduction of increasingly sophisticated moulds, supporting mechanical equipment, presses and semi-automatic machines, until these were then almost entirely eliminated by the introduction of automatic machines. As regards the production for laboratories and pharmacies, it should be noted that throughout the history of S.A.V., articles for chemical and physics laboratories continued to be made almost exclusively using traditional manual procedures, blown by mouth with or without a mould, while the procedures to make items for the pharmacy and the perfumery, bottles in particular, gradually went over to automatic processing.