Rituali sacri

Nell’antico mondo femminile, le donne coltivavano e custodivano in loro stesse la consapevolezza dell’amorosa presenza del divino muliebre, che ardeva dentro di loro come un piccolo e luminoso fuoco perpetuo, colmandole di dolce voluttà. Il loro corpo dalle rosee e morbide curve, era concepito come una sua sacra manifestazione, che ne ritraeva l’armoniosa e languida bellezza, ma soprattutto la loro segreta intimità, avvolta in calde penombre e velata per proteggerne il mistero, era il ricettacolo nel quale la sua energia numinosa si concentrava e si propagava.
Ricolma della tenera eco d’amore della Dea androgina, essa era venerata e sentita proprio come un centro divino trascendente, come un tiepido covo in cui veniva percepito “un tenue e costante languore erotico” (1) e in cui la coscienza silenziosa della comunione fra la Dea e la donna pulsava amabilmente, generando e rigenerando la splendida magia femminile.
Spesso paragonata alle espressioni più belle e gentili della vergine natura, l’intimità era vista come uno specchio d’acqua purissima, come una sorgente fluente dalle le scure rocce ricoperte di soffice muschio e piccoli fiorellini bianchi, che ammaliava col suo sottile canto cristallino, profondendo la sua infinita armonia che addormenta i pensieri.

Un individuo che si dedichi allo sciamanesimo in via non tradizionale (cioè che non appartiene ad una linea di trasmissione diretta e con una struttura in linea con lo stile di vita, le usanze ed i costumi della tradizione, ma che vive lo sciamanesimo nella propria quotidianità sovvertendone i principi fondamentali, ma che non per questo risulta meno competente), è in parte assimilabile alla figura dell'Heyoka: Il Sacro Contrario. Egli persegue la via dello sciamanesimo senza essere uno sciamano, ma ne veste le pelli.
Ricordiamo il racconto sulla battaglia di Rosebud, in cui la ragazza salvò suo fratello, il nobile Heyoka Cavallo Pazzo lanciò il suo celebre grido di guerra: Hoka Hey, comunemente riportato come “un buon giorno per morire”. E' interessante, oltre che necessario, notare come invertendo le parole Hoka Hey si ottenga il termine HeyHoka.
L'Heyoka è un individuo che comprende in sé il potere della morte e della vita e ne sovverte le leggi interscambiandole e mescolandole in maniera caotica ma fluida. In particolare questo individuo sovverte e ribalta completamente le regole che solitamente sono considerate imprescindibili, riuscendo comunque ad ottenere dei risultati davvero straordinari. Quando tutti lavorano in una direzione, egli mostra l'estremo opposto per ricordare al popolo la potenza del Grande Mistero. Li dove tutti riconoscono la dualità egli, per mezzo degli assoluti, distrugge anche questa convinzione dove e quando necessario. Un heyoka è un grande distruttore, ma anche un creatore all'occorrenza, nessuna di queste due cose separatamente, ma neanche l'unità di queste. Egli è la personificazione del Neither-Neither: il Né-Né.
Un Heyoka ha un grande potere e chi lo sfida, o viene sfidato, deve prestare grande attenzione perché egli sicuramente stravolgerà tutto ciò con cui ci si è identificati fino a quel momento: qualsiasi certezza o convinzione rischiano di essere brutalmente stravolte e questo può causare enorme sconvolgimento e dolore, ma anche il risveglio dall'illusione. È un'Amara Medicina in cui “Tutto è il Contrario di Tutto” e “La Verità è ciò che funziona”.