L’articolo propone un’analisi di Bestie di Tozzi a partire dalla sovrapposizione, all’interno del... more L’articolo propone un’analisi di Bestie di Tozzi a partire dalla sovrapposizione, all’interno del testo, di elementi semantici che siamo abituati a concepire come distinti: animato e inanimato, attivo e passivo, inorganico e antropomorfo. La deliberata confusione di questi piani mostra come all’interno del testo sia a lavoro un tipo di logica che non riconosce il principio di identità e non contraddizione. Nella seconda parte dell’articolo si procede all’analisi stilistica di un particolare uso tozziano della congiunzione avversativa ma: si dimostra come in una consistente serie di casi la congiunzione non serva a contrapporre due frasi in contrasto, ma piuttosto a disarticolare i più comuni nessi logici per infiltrare la prosa di elementi che rimandano a un diverso tipo di logica, che Matte Blanco definirebbe “simmetrica” e che è tipica del funzionamento psichico inconscio.
Con i buoni sentimenti si fanno brutti libri? Etiche, estetiche e problemi della rappresentazione, 2022
Il paper si occupa della rappresentazione della pedofilia nella letteratura contemporanea, analiz... more Il paper si occupa della rappresentazione della pedofilia nella letteratura contemporanea, analizzando in chiave comparatistica il trattamento di questa materia narrativa nei romanzi di Carrère (La settimana bianca), Simona Vinci (Dei bambini non si sa niente), Walter Siti (Bruciare tutto), Giulio Mozzi (Le ripetizioni), nel racconto Amore di Mozzi e in un brano di Serotonina di Houellebecq.
The essay offers an investigation of the "object" in contemporary post-apocalypse scenarios. In t... more The essay offers an investigation of the "object" in contemporary post-apocalypse scenarios. In this kind of representation, which shows a world in collapse after an environmental or technological catastrophe, the "object" (food, technological devices, clothes, furnishings, cars) is almost invariably broken, destroyed, useless or deprived of its usual function. The paper will analyze this loss of functionality by the objects-and their consequent alienated representation-in the light of the categories identified by Francesco Orlando in The Obsolete Objects in Literary Imagination. The aim is to understand whether the considerations he draws about the different kinds of "obsolete objects" may also be applied to this specific literary sub-genre and the world representation upon which it stands.
Nel saggio si esplorano le relazioni di una celebre prosa di Bestie, che racconta l'uccisione dei... more Nel saggio si esplorano le relazioni di una celebre prosa di Bestie, che racconta l'uccisione dei rospi, col modello hugoliano costituito da Le Crapaud. A fronte di una evidente convergenza di temi e di forme, si evidenzia come Tozzi si distacchi completamente dal modello per quel che riguarda il trattamento logico-emotivo della materia.
Un questionario di quattro domande intorno a "Contro l'impegno. Riflessioni sul Bene in letteratu... more Un questionario di quattro domande intorno a "Contro l'impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura" di Walter Siti (Rizzoli 2021). Rispondono redattrici, redattori, collaboratrici e collaboratori della Balena Bianca.
Scopo dell’articolo è rileggere Illuminismo, Barocco e retorica freudiana di Francesco Orlando, m... more Scopo dell’articolo è rileggere Illuminismo, Barocco e retorica freudiana di Francesco Orlando, mostrando come in esso siano contenute due intuizioni molto utili per l’indagine del piano semantico del testo letterario. La prima rimanda all’idea che certe svolte storiche di carattere progressivo, come fu per esempio l’Illuminismo, possano provocare, contemporaneamente alla critica per istituzioni e forme di pensiero tradizionali, una residuale complicità con esse; che poi diventa nostalgia una volta che il superamento sia stato definitivamente consumato (si veda il rimpianto che i romantici espressero verso dimensioni premoderne percepite come ormai perdute per sempre). Proverò a mostrare come questa dinamica ambivalente funzioni bene anche per interpretare una serie TV come The Crown. La seconda intuizione di Orlando è costituita dall’idea che ragionare in termini di macrofigure - concetto individuato per la prima volta proprio in Ibrf e poi sviluppato nella successiva riflessione del critico - permetta di cogliere la rete di relazioni semantiche che legano le diverse parti di un'opera, e che instaurano un rapporto, tanto saliente quanto imprevisto, tra testo e mondo dei referenti.
L'articolo è consultabile in forma open-access a questo link:
https://www.aurarivista.it/houelle... more L'articolo è consultabile in forma open-access a questo link:
L'amorosa inchiesta. Studi di letteratura per Sergio Zatti, 2021
Sulla falsariga delle ricerche di Sergio Zatti sull’uniforme cristiano e il multiforme pagano, e ... more Sulla falsariga delle ricerche di Sergio Zatti sull’uniforme cristiano e il multiforme pagano, e sugli incerti destini dell’eroe della fede preda di diversioni, tentazioni e smarrimenti, si indagano alcune celebri rappresentazioni letterarie di una situazione che, quasi per suggestione, sembra costituire una tardissima declinazione novecentesca del tema dell’errore/erranza che minaccia il paladino: come un moderno Rinaldo, un intellettuale, in grado di esercitare una funzione normativo-pedagogica, si imbatte in un oggetto di desiderio che lo porta su una via di perdizione, se ne innamora e ciò innesca un processo di caduta irreversibile.
The Last four Years of Italian Popular Culture (Cambridge Scholars Publishing, 2020), 2020
Mai come negli ultimi due decenni il poliziesco sembra imporsi come genere egemone nella cultura ... more Mai come negli ultimi due decenni il poliziesco sembra imporsi come genere egemone nella cultura pop italiana. Le librerie e i canali televisivi sono invasi da commissari, poliziotti, carabinieri, marescialli, ispettori, finanzieri, brigadieri, ma anche professori-investigatori e sacerdoti-inquirenti. Si possono identificare alcune caratteristiche ricorrenti in questi personaggi: sono nella maggior parte dei casi personaggi compresi tra i trenta e i cinquant’anni, di sesso maschile, detentori di un potere che permette di caratterizzarli come autorità. E tuttavia con quel medesimo potere essi intrattengono relazioni complesse quando non (almeno apparentemente) conflittuali. Nel saggio ci concentreremo sulla figura di maggior successo di questa galassia: il Commissario Montalbano, creato da Andrea Camilleri nel 1994, e sino ad oggi protagonista di una fortunatissima e fittissima serie di romanzi e adattamenti televisivi. Attraverso l’analisi delle caratteristiche del personaggio, delle situazioni in cui è coinvolto e del sistema dei coprotagonisti, ipotizzeremo una dialettica tra costanti e varianti che può spiegare l’enorme successo di questo universo narrativo. L’ipotesi è che nei tratti del Commissario Montalbano, tanto quelli fisici che psicologici, relazionali e sociali, prenda forma una particolare modalità di formazione di compromesso tra critica al potere e desiderio che esso si ponga come riparativo rispetto all’ingiustizia, alla disuguaglianza e al caos: sarebbe proprio questo delicato equilibrio tra insofferenza e desiderio di conformità a intercettare aspirazioni e istanze profonde del pubblico italiano contemporaneo.
SigMa. Rivista di Letterature comparate, Teatro e Arti dello spettacolo, 2019
SigMa rivista di letterature comparate, teatro e arti dello spettacolo Associazione Sigismondo Ma... more SigMa rivista di letterature comparate, teatro e arti dello spettacolo Associazione Sigismondo Malatesta Valentina Sturli Siti attraverso Pasolini: il viaggio tra fiction e non fiction Siti Through Pasolini: Travels in Fiction and Non-Fiction Sommario | abStract In questo articolo si esaminano le relazioni tra le opere di due autori legati da un rapporto di corrispondenza tematica e formale esplicita: L'odore dell'India (1962) di Pier Paolo Pasolini e Il canto del diavolo (2009) di Walter Siti. Il viaggio di Pasolini è in un luogo percepito come arcaico e misterioso, miserabile e splendido; quello di Siti-che visita gli Emirati Arabi Uniti nel 2009-è all'opposto compiuto il tempo del kitsch e dell'ipercapitalismo contemporaneo. A differenza di quella di Pasolini, la scrittura di Siti ibrida consapevolmente i generi dell'au-tofiction e del reportage di viaggio: mostreremo come proprio il reportage dagli Emirati lavori a mettere in crisi il confine tra fiction e non fiction, al servizio di una particolare stra-tegia di rappresentazione della realtà. This article examines the relationship between works by two authors who are explicitly bound by similarities in the themes they tackle and the form they use: Pier Paolo Pasolini's L'odore dell'India [The Scent of India] (1962) and Walter Siti's Il canto del diavolo (2009). Pasolini's journey is to a place perceived as both ancient and mysterious, miserable yet splendid, while Siti-who visited the United Arab Emirates in 2009-finds himself in a country characterised by kitsch and contemporary hypercapitalism. Siti's approach differs from Pasolini's in that he deliberately merges the genres of autofiction and travel writing. The article will show how his writing about the Emirates aims to question the validity of the boundaries between fiction and non-fiction, as part of a specific strategy for the depiction of reality. Parole chiave |
Il saggio indaga la rappresentazione idiosincratica e ambivalente che Walter Siti dà dell’i- perc... more Il saggio indaga la rappresentazione idiosincratica e ambivalente che Walter Siti dà dell’i- percapitalismo contemporaneo, letto attraverso la lente estremizzante e deformante degli Emirati Ara- bi Uniti nel reportage Il canto del diavolo. Da un lato la voce narrante si mostra affascinata dal tempio mondiale del lusso e della finanza, dall’altro insiste su tutto ciò che esso programmaticamente elimina e nega: il proprio passato, gli spazi naturali come il deserto, i diritti dei lavoratori immigrati.
Raccontare e conoscere. Paradigmi del sapere nelle forme narrative (Pisa, Pacini), 2019
La conoscenza veicolata dal romanzo possiede, per sua natura e sin dalle origini, specificità che... more La conoscenza veicolata dal romanzo possiede, per sua natura e sin dalle origini, specificità che la distinguono dalle modalità di indagine e dalle prassi ermeneutiche caratteristiche di altre discipline come le scienze naturali, storiche e filosofiche; e tuttavia non è possibile negare che anche nel caso del romanzo di paradigmi del sapere si tratta: sperimentabili, praticabili, testabili. È possibile inoltre notare come le forme e modalità di conoscenza proposte da questo genere letterario, per eccellenza multiforme e complesso, varino ed evolvano nel tempo. Nell’intervento si indagheranno in ottica comparatistica le peculiari forme e modalità di narrazione e conoscenza rintracciabili nelle opere di due autori contemporanei, Walter Siti e Michel Houellebecq, che ben si prestano a un ravvicinato confronto sia dal punto di vista tematico che formale. Mediante l’ibridazione di narrativa e saggismo, ma soprattutto attraverso un certo tipo di rappresentazione romanzesca – iperbolica e paradossale – delle traiettorie di formazione (o de-formazione) di personaggi e situazioni, entrambi gli autori ci propongono visioni potentemente idiosincratiche, ma anche per questo originali e illuminanti, della realtà storico-sociale in cui siamo immersi. In questo senso proprio l’esplorazione dei dichiarati meccanismi di deformazione e di esagerazione, peculiari e ammissibili in letteratura ma non in altri tipi di indagine sul reale, può contribuire a chiarire alcuni tratti specifici di questa forma di conoscenza del mondo.
Vecchi maestri e nuovi mostri: tendenze e prospettive della narrativa horror all'inizio del nuovo millennio, 2019
L’Inferno dantesco, col suo brutale realismo descrittivo, ha da sempre costituito uno dei reperto... more L’Inferno dantesco, col suo brutale realismo descrittivo, ha da sempre costituito uno dei repertori d’immagini e situazioni più saccheggiati dalla letteratura, non soltanto horror. Il saggio si propone di analizzare dettagliatamente le caratteristiche di alcuni dei mostri che lo popolano, per poi osservarne rielaborazioni e stravolgimenti presenti in alcuni prodotti della cultura pop contemporanea direttamente ispirati alla prima cantica della Commedia. In particolar modo sono oggetto di analisi: La Divina Commedia composta e disegnata nel 1994 dal maestro mangaka Kiyoshi Nagai, noto al pubblico sotto lo pseudonimo Gō Nagai e già autore dei più celebri Mazinga e Devilman; il videogioco a tema horror Dante’s Inferno, prodotto nel 2010 dalla software house statunitense Visceral Games, conosciuta per la saga horror - sci-fi Dead Space. Pur essendo prodotti di consumo destinati ad un pubblico vastissimo e probabilmente poco interessato alla materia dantesca, entrambe queste opere dimostrano alla loro base una conoscenza profonda (almeno più di quanto sarebbe lecito aspettarsi) del testo della Commedia, nei confronti del quale i “tradimenti” – se così è lecito definirli – appaiono spesso consapevoli. Si cerca dunque di dimostrare come la deriva gore e splatter di alcuni dei mostri dell’immaginario dantesco, comunque coerente con le atmosfere e gli scopi ricercati dagli autori, abbia alle proprie spalle modelli rappresentativi classici – come le illustrazioni del Doré – e, talvolta, raffinate riprese testuali.
Ho letto con interesse il saggio di Paolo Gervasi, Doctor strangelove. Il pezzo, uscito sul terzo... more Ho letto con interesse il saggio di Paolo Gervasi, Doctor strangelove. Il pezzo, uscito sul terzo numero di L'età del ferro, risponde a un articolo di Matteo Marchesini, I dottori di Molière al capezzale delle Humanities, pubblicato sul numero precedente della stessa rivista. Senza avere la pretesa di sintetizzare la complessità dei due interventi, alla cui lettura integrale rimando, Marchesini muove un attacco ai tentativi fatti in ambito internazionale di innestare sulla riflessione teorico-letteraria strumenti tratti dalle neuroscienze, dalla biologia e dalla teoria dell'informazione. La sua polemica prende le mosse da una sulfurea critica a due testi apparsi recentemente: quello di Michele Cometa, Perché le storie ci aiutano a vivere. La letteratura necessaria (Raffaello Cortina, 2017) e quello di Alberto Casadei, Biologia della letteratura (Il Saggiatore, 2018). Gervasi riparte proprio da quei due testi, e articolando nel suo saggio una risposta che è insieme anche una proposizione di intenti e un rilancio: quelli che per Marchesini sono i limiti più forti mostrati dagli approcci delle humanities allo studio del fenomeno letterario-scarsa aderenza alla specificità dei singoli testi, incapacità di un gergo seducente di farsi valido strumento di analisi, sovrapposizione tra modelli teorici, sudditanza alle scienze dure, incapacità di proporre una visione non ancillare della letteratura rispetto alle nuove forme di espressione e creatività umana-vengono rovesciati da Gervasi in altrettanti paradossali punti di forza. Trovo utile che si possa ragionare a partire da questo scambio, esplicitando questioni che restano spesso latenti in un dibattito dai confini incerti com'è quello delle forme che possono o devono assumere, nel contemporaneo e per il futuro, gli studi letterari. Me ne è nato il desiderio di riflettere a mia volta, perché leggendo il saggio di Gervasi ho scoperto affermazioni con cui mi trovo d'accordo, mentre su altre ho avvertito un certo disagio, e ho voluto provare a chiarire prima di tutto a me stessa il perché.
Vecchi Maestri e Nuovi Mostri. Tendenze e prospettive nella narrativa horror all'inizio del nuovo millennio, 2019
L'articolo si propone di indagare la funzione del soprannaturale, e più specificamente la sua dec... more L'articolo si propone di indagare la funzione del soprannaturale, e più specificamente la sua declinazione orrifica, nella narrativa di Michele Mari, con particolare riferimento a Leggenda privata (Einaudi 2017). Cominciamo constatando che la maggior parte della produzione in prosa di questo autore si fonda su quattro grandi, peraltro evidentissimi, vertici tematici: il soprannaturale-mostruoso, l’infanzia, la letteratura, gli oggetti feticcio. Questi quattro macro elementi, variamente connessi, fondano il suo univer- so narrativo e si prestano ad alcune considerazioni preliminari.
Brumal. Revista de investigación sobre lo Fantástico, 2018
Nous nous proposons d’examiner la récurrence d’un ensemble thématique dans un corpus de films d’h... more Nous nous proposons d’examiner la récurrence d’un ensemble thématique dans un corpus de films d’horreur, où la manifestation d’un surnaturel terrifiant demeure étroi- tement liée à la réapparition d’un trauma, refoulé et jamais découvert, qui cherche à s’imposer à l’attention des vivants. Ce trauma a toujours trait à une violence perpétrée à l’endroit des femmes et des enfants, et ce sont précisément à ces personnages en question que le surnaturel, en quête de communication ou de vengeance, se manifeste. Entre la manifestation du surnaturel et ceux qui parviendront à le «libérer» se fait jour un lien d’affinité inédit, une similarité entre deux histoires sous-tendues par des dyna- miques familiales.
L’articolo propone un’analisi di Bestie di Tozzi a partire dalla sovrapposizione, all’interno del... more L’articolo propone un’analisi di Bestie di Tozzi a partire dalla sovrapposizione, all’interno del testo, di elementi semantici che siamo abituati a concepire come distinti: animato e inanimato, attivo e passivo, inorganico e antropomorfo. La deliberata confusione di questi piani mostra come all’interno del testo sia a lavoro un tipo di logica che non riconosce il principio di identità e non contraddizione. Nella seconda parte dell’articolo si procede all’analisi stilistica di un particolare uso tozziano della congiunzione avversativa ma: si dimostra come in una consistente serie di casi la congiunzione non serva a contrapporre due frasi in contrasto, ma piuttosto a disarticolare i più comuni nessi logici per infiltrare la prosa di elementi che rimandano a un diverso tipo di logica, che Matte Blanco definirebbe “simmetrica” e che è tipica del funzionamento psichico inconscio.
Con i buoni sentimenti si fanno brutti libri? Etiche, estetiche e problemi della rappresentazione, 2022
Il paper si occupa della rappresentazione della pedofilia nella letteratura contemporanea, analiz... more Il paper si occupa della rappresentazione della pedofilia nella letteratura contemporanea, analizzando in chiave comparatistica il trattamento di questa materia narrativa nei romanzi di Carrère (La settimana bianca), Simona Vinci (Dei bambini non si sa niente), Walter Siti (Bruciare tutto), Giulio Mozzi (Le ripetizioni), nel racconto Amore di Mozzi e in un brano di Serotonina di Houellebecq.
The essay offers an investigation of the "object" in contemporary post-apocalypse scenarios. In t... more The essay offers an investigation of the "object" in contemporary post-apocalypse scenarios. In this kind of representation, which shows a world in collapse after an environmental or technological catastrophe, the "object" (food, technological devices, clothes, furnishings, cars) is almost invariably broken, destroyed, useless or deprived of its usual function. The paper will analyze this loss of functionality by the objects-and their consequent alienated representation-in the light of the categories identified by Francesco Orlando in The Obsolete Objects in Literary Imagination. The aim is to understand whether the considerations he draws about the different kinds of "obsolete objects" may also be applied to this specific literary sub-genre and the world representation upon which it stands.
Nel saggio si esplorano le relazioni di una celebre prosa di Bestie, che racconta l'uccisione dei... more Nel saggio si esplorano le relazioni di una celebre prosa di Bestie, che racconta l'uccisione dei rospi, col modello hugoliano costituito da Le Crapaud. A fronte di una evidente convergenza di temi e di forme, si evidenzia come Tozzi si distacchi completamente dal modello per quel che riguarda il trattamento logico-emotivo della materia.
Un questionario di quattro domande intorno a "Contro l'impegno. Riflessioni sul Bene in letteratu... more Un questionario di quattro domande intorno a "Contro l'impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura" di Walter Siti (Rizzoli 2021). Rispondono redattrici, redattori, collaboratrici e collaboratori della Balena Bianca.
Scopo dell’articolo è rileggere Illuminismo, Barocco e retorica freudiana di Francesco Orlando, m... more Scopo dell’articolo è rileggere Illuminismo, Barocco e retorica freudiana di Francesco Orlando, mostrando come in esso siano contenute due intuizioni molto utili per l’indagine del piano semantico del testo letterario. La prima rimanda all’idea che certe svolte storiche di carattere progressivo, come fu per esempio l’Illuminismo, possano provocare, contemporaneamente alla critica per istituzioni e forme di pensiero tradizionali, una residuale complicità con esse; che poi diventa nostalgia una volta che il superamento sia stato definitivamente consumato (si veda il rimpianto che i romantici espressero verso dimensioni premoderne percepite come ormai perdute per sempre). Proverò a mostrare come questa dinamica ambivalente funzioni bene anche per interpretare una serie TV come The Crown. La seconda intuizione di Orlando è costituita dall’idea che ragionare in termini di macrofigure - concetto individuato per la prima volta proprio in Ibrf e poi sviluppato nella successiva riflessione del critico - permetta di cogliere la rete di relazioni semantiche che legano le diverse parti di un'opera, e che instaurano un rapporto, tanto saliente quanto imprevisto, tra testo e mondo dei referenti.
L'articolo è consultabile in forma open-access a questo link:
https://www.aurarivista.it/houelle... more L'articolo è consultabile in forma open-access a questo link:
L'amorosa inchiesta. Studi di letteratura per Sergio Zatti, 2021
Sulla falsariga delle ricerche di Sergio Zatti sull’uniforme cristiano e il multiforme pagano, e ... more Sulla falsariga delle ricerche di Sergio Zatti sull’uniforme cristiano e il multiforme pagano, e sugli incerti destini dell’eroe della fede preda di diversioni, tentazioni e smarrimenti, si indagano alcune celebri rappresentazioni letterarie di una situazione che, quasi per suggestione, sembra costituire una tardissima declinazione novecentesca del tema dell’errore/erranza che minaccia il paladino: come un moderno Rinaldo, un intellettuale, in grado di esercitare una funzione normativo-pedagogica, si imbatte in un oggetto di desiderio che lo porta su una via di perdizione, se ne innamora e ciò innesca un processo di caduta irreversibile.
The Last four Years of Italian Popular Culture (Cambridge Scholars Publishing, 2020), 2020
Mai come negli ultimi due decenni il poliziesco sembra imporsi come genere egemone nella cultura ... more Mai come negli ultimi due decenni il poliziesco sembra imporsi come genere egemone nella cultura pop italiana. Le librerie e i canali televisivi sono invasi da commissari, poliziotti, carabinieri, marescialli, ispettori, finanzieri, brigadieri, ma anche professori-investigatori e sacerdoti-inquirenti. Si possono identificare alcune caratteristiche ricorrenti in questi personaggi: sono nella maggior parte dei casi personaggi compresi tra i trenta e i cinquant’anni, di sesso maschile, detentori di un potere che permette di caratterizzarli come autorità. E tuttavia con quel medesimo potere essi intrattengono relazioni complesse quando non (almeno apparentemente) conflittuali. Nel saggio ci concentreremo sulla figura di maggior successo di questa galassia: il Commissario Montalbano, creato da Andrea Camilleri nel 1994, e sino ad oggi protagonista di una fortunatissima e fittissima serie di romanzi e adattamenti televisivi. Attraverso l’analisi delle caratteristiche del personaggio, delle situazioni in cui è coinvolto e del sistema dei coprotagonisti, ipotizzeremo una dialettica tra costanti e varianti che può spiegare l’enorme successo di questo universo narrativo. L’ipotesi è che nei tratti del Commissario Montalbano, tanto quelli fisici che psicologici, relazionali e sociali, prenda forma una particolare modalità di formazione di compromesso tra critica al potere e desiderio che esso si ponga come riparativo rispetto all’ingiustizia, alla disuguaglianza e al caos: sarebbe proprio questo delicato equilibrio tra insofferenza e desiderio di conformità a intercettare aspirazioni e istanze profonde del pubblico italiano contemporaneo.
SigMa. Rivista di Letterature comparate, Teatro e Arti dello spettacolo, 2019
SigMa rivista di letterature comparate, teatro e arti dello spettacolo Associazione Sigismondo Ma... more SigMa rivista di letterature comparate, teatro e arti dello spettacolo Associazione Sigismondo Malatesta Valentina Sturli Siti attraverso Pasolini: il viaggio tra fiction e non fiction Siti Through Pasolini: Travels in Fiction and Non-Fiction Sommario | abStract In questo articolo si esaminano le relazioni tra le opere di due autori legati da un rapporto di corrispondenza tematica e formale esplicita: L'odore dell'India (1962) di Pier Paolo Pasolini e Il canto del diavolo (2009) di Walter Siti. Il viaggio di Pasolini è in un luogo percepito come arcaico e misterioso, miserabile e splendido; quello di Siti-che visita gli Emirati Arabi Uniti nel 2009-è all'opposto compiuto il tempo del kitsch e dell'ipercapitalismo contemporaneo. A differenza di quella di Pasolini, la scrittura di Siti ibrida consapevolmente i generi dell'au-tofiction e del reportage di viaggio: mostreremo come proprio il reportage dagli Emirati lavori a mettere in crisi il confine tra fiction e non fiction, al servizio di una particolare stra-tegia di rappresentazione della realtà. This article examines the relationship between works by two authors who are explicitly bound by similarities in the themes they tackle and the form they use: Pier Paolo Pasolini's L'odore dell'India [The Scent of India] (1962) and Walter Siti's Il canto del diavolo (2009). Pasolini's journey is to a place perceived as both ancient and mysterious, miserable yet splendid, while Siti-who visited the United Arab Emirates in 2009-finds himself in a country characterised by kitsch and contemporary hypercapitalism. Siti's approach differs from Pasolini's in that he deliberately merges the genres of autofiction and travel writing. The article will show how his writing about the Emirates aims to question the validity of the boundaries between fiction and non-fiction, as part of a specific strategy for the depiction of reality. Parole chiave |
Il saggio indaga la rappresentazione idiosincratica e ambivalente che Walter Siti dà dell’i- perc... more Il saggio indaga la rappresentazione idiosincratica e ambivalente che Walter Siti dà dell’i- percapitalismo contemporaneo, letto attraverso la lente estremizzante e deformante degli Emirati Ara- bi Uniti nel reportage Il canto del diavolo. Da un lato la voce narrante si mostra affascinata dal tempio mondiale del lusso e della finanza, dall’altro insiste su tutto ciò che esso programmaticamente elimina e nega: il proprio passato, gli spazi naturali come il deserto, i diritti dei lavoratori immigrati.
Raccontare e conoscere. Paradigmi del sapere nelle forme narrative (Pisa, Pacini), 2019
La conoscenza veicolata dal romanzo possiede, per sua natura e sin dalle origini, specificità che... more La conoscenza veicolata dal romanzo possiede, per sua natura e sin dalle origini, specificità che la distinguono dalle modalità di indagine e dalle prassi ermeneutiche caratteristiche di altre discipline come le scienze naturali, storiche e filosofiche; e tuttavia non è possibile negare che anche nel caso del romanzo di paradigmi del sapere si tratta: sperimentabili, praticabili, testabili. È possibile inoltre notare come le forme e modalità di conoscenza proposte da questo genere letterario, per eccellenza multiforme e complesso, varino ed evolvano nel tempo. Nell’intervento si indagheranno in ottica comparatistica le peculiari forme e modalità di narrazione e conoscenza rintracciabili nelle opere di due autori contemporanei, Walter Siti e Michel Houellebecq, che ben si prestano a un ravvicinato confronto sia dal punto di vista tematico che formale. Mediante l’ibridazione di narrativa e saggismo, ma soprattutto attraverso un certo tipo di rappresentazione romanzesca – iperbolica e paradossale – delle traiettorie di formazione (o de-formazione) di personaggi e situazioni, entrambi gli autori ci propongono visioni potentemente idiosincratiche, ma anche per questo originali e illuminanti, della realtà storico-sociale in cui siamo immersi. In questo senso proprio l’esplorazione dei dichiarati meccanismi di deformazione e di esagerazione, peculiari e ammissibili in letteratura ma non in altri tipi di indagine sul reale, può contribuire a chiarire alcuni tratti specifici di questa forma di conoscenza del mondo.
Vecchi maestri e nuovi mostri: tendenze e prospettive della narrativa horror all'inizio del nuovo millennio, 2019
L’Inferno dantesco, col suo brutale realismo descrittivo, ha da sempre costituito uno dei reperto... more L’Inferno dantesco, col suo brutale realismo descrittivo, ha da sempre costituito uno dei repertori d’immagini e situazioni più saccheggiati dalla letteratura, non soltanto horror. Il saggio si propone di analizzare dettagliatamente le caratteristiche di alcuni dei mostri che lo popolano, per poi osservarne rielaborazioni e stravolgimenti presenti in alcuni prodotti della cultura pop contemporanea direttamente ispirati alla prima cantica della Commedia. In particolar modo sono oggetto di analisi: La Divina Commedia composta e disegnata nel 1994 dal maestro mangaka Kiyoshi Nagai, noto al pubblico sotto lo pseudonimo Gō Nagai e già autore dei più celebri Mazinga e Devilman; il videogioco a tema horror Dante’s Inferno, prodotto nel 2010 dalla software house statunitense Visceral Games, conosciuta per la saga horror - sci-fi Dead Space. Pur essendo prodotti di consumo destinati ad un pubblico vastissimo e probabilmente poco interessato alla materia dantesca, entrambe queste opere dimostrano alla loro base una conoscenza profonda (almeno più di quanto sarebbe lecito aspettarsi) del testo della Commedia, nei confronti del quale i “tradimenti” – se così è lecito definirli – appaiono spesso consapevoli. Si cerca dunque di dimostrare come la deriva gore e splatter di alcuni dei mostri dell’immaginario dantesco, comunque coerente con le atmosfere e gli scopi ricercati dagli autori, abbia alle proprie spalle modelli rappresentativi classici – come le illustrazioni del Doré – e, talvolta, raffinate riprese testuali.
Ho letto con interesse il saggio di Paolo Gervasi, Doctor strangelove. Il pezzo, uscito sul terzo... more Ho letto con interesse il saggio di Paolo Gervasi, Doctor strangelove. Il pezzo, uscito sul terzo numero di L'età del ferro, risponde a un articolo di Matteo Marchesini, I dottori di Molière al capezzale delle Humanities, pubblicato sul numero precedente della stessa rivista. Senza avere la pretesa di sintetizzare la complessità dei due interventi, alla cui lettura integrale rimando, Marchesini muove un attacco ai tentativi fatti in ambito internazionale di innestare sulla riflessione teorico-letteraria strumenti tratti dalle neuroscienze, dalla biologia e dalla teoria dell'informazione. La sua polemica prende le mosse da una sulfurea critica a due testi apparsi recentemente: quello di Michele Cometa, Perché le storie ci aiutano a vivere. La letteratura necessaria (Raffaello Cortina, 2017) e quello di Alberto Casadei, Biologia della letteratura (Il Saggiatore, 2018). Gervasi riparte proprio da quei due testi, e articolando nel suo saggio una risposta che è insieme anche una proposizione di intenti e un rilancio: quelli che per Marchesini sono i limiti più forti mostrati dagli approcci delle humanities allo studio del fenomeno letterario-scarsa aderenza alla specificità dei singoli testi, incapacità di un gergo seducente di farsi valido strumento di analisi, sovrapposizione tra modelli teorici, sudditanza alle scienze dure, incapacità di proporre una visione non ancillare della letteratura rispetto alle nuove forme di espressione e creatività umana-vengono rovesciati da Gervasi in altrettanti paradossali punti di forza. Trovo utile che si possa ragionare a partire da questo scambio, esplicitando questioni che restano spesso latenti in un dibattito dai confini incerti com'è quello delle forme che possono o devono assumere, nel contemporaneo e per il futuro, gli studi letterari. Me ne è nato il desiderio di riflettere a mia volta, perché leggendo il saggio di Gervasi ho scoperto affermazioni con cui mi trovo d'accordo, mentre su altre ho avvertito un certo disagio, e ho voluto provare a chiarire prima di tutto a me stessa il perché.
Vecchi Maestri e Nuovi Mostri. Tendenze e prospettive nella narrativa horror all'inizio del nuovo millennio, 2019
L'articolo si propone di indagare la funzione del soprannaturale, e più specificamente la sua dec... more L'articolo si propone di indagare la funzione del soprannaturale, e più specificamente la sua declinazione orrifica, nella narrativa di Michele Mari, con particolare riferimento a Leggenda privata (Einaudi 2017). Cominciamo constatando che la maggior parte della produzione in prosa di questo autore si fonda su quattro grandi, peraltro evidentissimi, vertici tematici: il soprannaturale-mostruoso, l’infanzia, la letteratura, gli oggetti feticcio. Questi quattro macro elementi, variamente connessi, fondano il suo univer- so narrativo e si prestano ad alcune considerazioni preliminari.
Brumal. Revista de investigación sobre lo Fantástico, 2018
Nous nous proposons d’examiner la récurrence d’un ensemble thématique dans un corpus de films d’h... more Nous nous proposons d’examiner la récurrence d’un ensemble thématique dans un corpus de films d’horreur, où la manifestation d’un surnaturel terrifiant demeure étroi- tement liée à la réapparition d’un trauma, refoulé et jamais découvert, qui cherche à s’imposer à l’attention des vivants. Ce trauma a toujours trait à une violence perpétrée à l’endroit des femmes et des enfants, et ce sont précisément à ces personnages en question que le surnaturel, en quête de communication ou de vengeance, se manifeste. Entre la manifestation du surnaturel et ceux qui parviendront à le «libérer» se fait jour un lien d’affinité inédit, une similarité entre deux histoires sous-tendues par des dyna- miques familiales.
L’intervento si concentra sull’indagine di un singolo personaggio dei Promessi Sposi, Don Abbondi... more L’intervento si concentra sull’indagine di un singolo personaggio dei Promessi Sposi, Don Abbondio, in due adattamenti televisivi italiani: I Promessi Sposi di S. Nocita (RAI, 1989) e Renzo e Lucia di F. Archibugi (Mediaset, 2004). Figura cardine del romanzo, il pusillanime curato, sia da solo che nel suoi indimenticabili ‘duetti’ con altri, si candida a bersaglio ideale di re-interpretazioni e parodie: la sua incapacità di dotarsi del coraggio necessario alle sue funzioni è alle origini della vicenda romanzesca, e lungo tutta la narrazione egli è al centro di scene dal sapore comico-grottesco, che lo mostrano cronicamente non all’altezza della situazione, impaurito, vigliacco, sempre in cerca di scuse. E tuttavia lo spettro di possibilità di questa figura è più ampio di quanto sembra, ed essa a tratti si rivela veicolo di una (inaspettata) identificazione da parte del lettore/spettatore: basti pensare alla rivendicazione, davanti a Borromeo, del ‘diritto’ degli umili alla paura e all’istinto di conservazione in un mondo in cui i potenti – anche quelli benevoli – sono incapaci di proteggere chi sta più in basso.
In questa cornice, che nei due adattamenti Don Abbondio sia interpretato da Alberto Sordi e da Paolo Villaggio non pare casuale, ma risponde a una certa ‘oscillazione’ di tratti insita nel personaggio. In tutti e due i casi abbiamo a che fare con attori comici tra i più apprezzati del panorama italiano del secondo Novecento, ma anche molto legati a ‘maschere’ molto singolari: per Sordi, le tante incarnazioni del ‘borghese piccolo piccolo’, servile con i potenti e prepotente coi deboli, e pronto a tutto pur di non turbare il proprio gretto tornaconto. Per Villaggio l’impiegato Fantozzi, vittima sacrificale di un mondo più grande di lui, perseguitato da potenti folli e arbitrari, goffo, inerme e incapace di difendersi. Alla luce di queste diverse interpretazioni, e tramite la comparazione con alcune scene cardine del romanzo, si tenterà di mettere in luce la complessità delle possibili rese di un personaggio che – proprio attraverso le sue caratteristiche ambivalenti – non finisce mai di coinvolgere e far riflettere il lettore/spettatore.
Dans la littérature italienne de la seconde moitié du XXe siècle, certains auteurs de romans — do... more Dans la littérature italienne de la seconde moitié du XXe siècle, certains auteurs de romans — donc d’œuvres fictionnelles — parmi les plus célèbres se sont essayés au genre non fictionnel du récit de voyage. Dans notre intervention, nous examinons les relations entre deux œuvres qui s’inscrivent pleinement dans cet horizon, de deux auteurs que lie un rapport de correspondance thématique et formelle explicite : L’odore dell’India de Pier Paolo Pasolini (1962) et Il canto del diavolo de Walter Siti (2009). L’Inde de Pasolini est archaïque, rituelle, splendide et très pauvre. En suivant le réseau des thèmes, des figures et des images qu’il met en œuvre, l’on entend montrer comment l’auteur — au moment même du boom économique et de ce qu’il a lui-même défini comme la « mutation anthropologique » de l’Italie — compare la réalité lointaine de l’Inde avec les images, toujours empruntes de nostalgie et de protestation, d’un univers rural et prémoderne désormais disparu qui l’obsède dans toute sa production romanesque, de Ragazzi di vita (1955) au posthume Petrolio (1992), poétique et cinématographique. Le voyage en Inde est donc avant tout pour Pasolini un voyage dans le temps et dans la dimension d’un sacré que l’Occident a perdu depuis longtemps. Apparemment aux antipodes, le Dubaï et l’Abu Dhabi de Walter Siti se présentent comme le miracle d’une humanité qui l’a emporté, à travers l’omnipotence spectaculaire de l’argent, sur l’indigence et le sous-développement, en édifiant un paradis du luxe là où régnait le désert. Le voyage dans les Emirats, donc, comme un saut dans un futur irrémédiable que l’on explore avec stupeur, désir et angoisse. Mais puisque l’écriture de Walter Siti, à la croisée du roman et de l’autofiction, du roman et de l’essai, hybride constamment genres, perspectives et dispositifs narratifs, notre thèse, c’est que c’est justement le reportage aux Emirats qui révèle la nature poreuse de la frontière entre fiction et non fiction. Avant tout parce que le texte est présenté comme une œuvre non fictionnelle mais qui essaie de représenter un paysage fictionnel par excellence, fait d’énormes centres commerciaux, d’impossibles pistes de ski dans le désert et d’un futurisme à la Disneyland. Et parce qu’aussi bien dans le reportage de Siti que dans celui de Pasolini, filtrent et sont omniprésents certains thèmes et certaines images propres à leur univers romanesque et donc fictionnel : l’on pense à l’idée d’un paradis artificiel (commercial, sexuel, télévisuel) toujours divisé entre promesse enivrante d’infini et échec catastrophique, aux images récurrentes d’une nature dépouillée et désertique comme point de contact privilégié avec le divin, mais aussi avec l’angoissante vacuité du réel, qui opposent le caractère concret du vide ascétique à l’hallucination de la plénitude de la jouissance. Se distingue également le thème de la périphérie/borgata, où le désir d’être en phase avec la modernité revêt quelques caractéristiques tendres, vitales et quelque peu ignobles d’un kitsch ingénu de province. Chez Siti et chez Pasolini, la transmigration des thèmes, des images et des personnages de l’univers du fictionnel au non fictionnel, et inversement, ouvre des perspectives intéressantes sur la nature et sur les possibilités de ces deux genres en perpétuelle tension dynamique.
Nous nous proposons d'examiner la récurrence envahissante d'un ensemble thématique relatif au tra... more Nous nous proposons d'examiner la récurrence envahissante d'un ensemble thématique relatif au trauma dans un corpus de films d'horreur (The Others, Fragile, The Orphanage, The Awakening, Mama, The Woman in Black, Angel of Death etc). Dans ce corpus, la manifestation d'un surnaturel terrifiant demeure toujours étroitement liée à la réapparition d'un trauma, refoulé et jamais découvert, qui cherche instamment à s'imposer à l'attention des vivants. Ce trauma a toujours trait à une violence perpétrée à l'endroit des femmes et des enfants, traditionnellement et stéréotypiquement considérés comme les membres les plus vulnérables de la cellule familiale. Et ce sont précisément à ces personnages en question que le surnaturel, en quête de communication ou de vengeance, se manifeste, en proposant de nouveau les mêmes dynamiques brutales et persécutrices qui l'ont créé. Ce n'est que grâce à la recherche des causes d'un refoulé pas encore abréagi que l'on pourra, au terme de l'histoire, faire face non seulement au passé, mais aussi au présent qui, pour les vivants — hommes, femmes et enfants, confrontés à la crise du modèle familial traditionnel —, est toujours semé de dangers et d'angoisses. Entre la manifestation du surnaturel et ceux qui parviendront à le « libérer », se fait donc jour un lien d'affinité inédit, une similarité entre deux histoires vécues inextricablement sous-tendues par des dynamiques de gender ; ce n'est que par la remise en question de ces dernières que l'on pourra aboutir à une solution. En ce sens, la manifestation fantastique et horrifique, et la possibilité de lui faire face, constituent des dispositifs d'élaboration collective des poussées conflictuelles d'une modernité magmatique, dans le but de construire un espace psychique que le trauma ne coloniserait plus.
La conoscenza veicolata dal romanzo possiede, per sua natura e sin dalle origini, specificità che... more La conoscenza veicolata dal romanzo possiede, per sua natura e sin dalle origini, specificità che la distinguono dalle modalità di indagine e dalle prassi ermeneutiche caratteristiche di altre discipline come le scienze naturali, storiche e filosofiche; e tuttavia non è possibile negare che anche nel caso del romanzo di paradigmi del sapere si tratta: sperimentabili, praticabili, testabili (Putnam, 1976). È possibile inoltre notare come le forme e modalità di conoscenza proposte da questo genere letterario, per eccellenza multiforme e complesso, varino ed evolvano nel tempo. Nell’intervento si indagheranno in ottica comparatistica le peculiari forme e modalità di narrazione e conoscenza rintracciabili nelle opere di due autori contemporanei, Walter Siti e Michel Houellebecq, che ben si prestano a un ravvicinato confronto sia dal punto di vista tematico che formale. Mediante l’ibridazione di narrativa e saggismo, ma soprattutto attraverso un certo tipo di rappresentazione romanzesca – iperbolica e paradossale – delle traiettorie di formazione (o de-formazione) di personaggi e situazioni, entrambi gli autori ci propongono visioni potentemente idiosincratiche, ma anche per questo originali e illuminanti, della realtà storico-sociale in cui siamo immersi. In questo senso proprio l’esplorazione dei dichiarati meccanismi di deformazione e di esagerazione, peculiari e ammissibili in letteratura ma non in altri tipi di indagine sul reale, può contribuire a chiarire alcuni tratti specifici di questa forma di conoscenza del mondo.
Scopo dell’intervento è proporre una lettura complessiva della serie TV Game of Thrones in chiave... more Scopo dell’intervento è proporre una lettura complessiva della serie TV Game of Thrones in chiave di grande narrazione contemporanea, vera e propria «opera mondo» in cui si intrecciano temi e dispositivi narrativi tipici sia della tradizione dei generi tragico e melodrammatico, sia di quella epica. In particolare, si mostrerà come la serie porti in scena, mediante l’impiego di precisi moduli formali e tematici, l’inedita versione di uno dei conflitti che per eccellenza caratterizzano il genere tragico e le sue derivazioni dall’antichità ai giorni nostri: quello edipico. Meccanismo di tensione per antonomasia tra le generazioni, e problematico crocevia tra aspirazioni individuali e norme collettive, il conflitto edipico permette di indagare il ruolo dell’individuo in relazione al nucleo familiare di appartenenza e alle più ampie dinamiche sociali, e assume un ruolo cardine all’interno di una narrazione seriale programmaticamente incentrata sui conflitti per la successione dinastica e la gestione del potere. Mediante una macro analisi del tema edipico attraverso le principali linee narrative di una serie TV che, nella strettissima contemporaneità globale, conquista un numero vertiginoso di spettatori, si indagherà come esso entri programmaticamente in risonanza con alcune delle più importanti dinamiche di un’età che è stata definita per eccellenza «senza padri».
Attraverso una lettura critica di passi chiave dell'opera di Michel Houellebecq si mostra come le... more Attraverso una lettura critica di passi chiave dell'opera di Michel Houellebecq si mostra come le prese di posizione dell'autore - spesso ideologicamente provocatorie e disturbanti - vadano lette alla luce di dinamiche testuali più ampie e complesse. Un certo tipo di scrittura polemica funziona nel testo rivolgendosi contro bersagli di primo livello, dietro ai quali è possibile cogliere una messa in questione di fenomenologie e esistenziali e sociali di più grande portata.
Nel presente intervento si intende indagare la peculiare dinamica, presente in un corpus di narra... more Nel presente intervento si intende indagare la peculiare dinamica, presente in un corpus di narrazioni filmiche di genere ghost-thriller (circa una quindicina di titoli, prodotti tra il 1999 e il 2015 in area euro-americana), riguardante una modalità di interazione ricorrente nella dialettica tra maschile e femminile, che proponiamo di mettere in relazione con le categorie del Credito e della Critica teorizzate dal critico F. Orlando per l’analisi del récit a tema soprannaturale. Nel gruppo di ghost-thriller che analizzeremo, si può notare che nella prima parte del film è quasi invariabilmente il protagonista femminile a incontrarsi e scontrarsi con la percezione di evidenza crescente, dell’esistenza del soprannaturale, attestandosi progressivamente, rispetto ad esso, dalla parte del Credito. Tocca invece al personaggio maschile porsi dalla parte della Critica, rifiutando il fenomeno soprannaturale, e tentando di produrre per esso spiegazioni razionalizzanti alternative. In questo senso, si potrà parlare di un primo momento in cui si esplica una contrapposizione di tipo polare tra maschile e femminile, che pone il maschile dalla parte della soggettività razionale e il femminile dalla parte dell’intuitività irrazionale, che della manifestazione soprannaturale è oggetto privilegiato e bersaglio. Vedremo tuttavia come nei film è possibile evidenziare, proprio a partire dallo sviluppo delle dinamiche Credito/Critica, un cruciale punto di svolta in cui questa polarità progressivamente si incrina, viene messa in discussione, si ridefinisce.
Nei suoi romanzi Michel Houellebecq, autore-scandalo per eccellenza nel panorama contemporaneo, s... more Nei suoi romanzi Michel Houellebecq, autore-scandalo per eccellenza nel panorama contemporaneo, sottopone sistematicamente la rappresentazione delle principali conquiste socio-politiche del ‘900 a un trattamento grottesco e parodico: le conseguenze della liberazione sessuale, dei movimenti per i diritti della donna e delle minoranze, il diffuso benessere economico della società tardo-capitalistica, diventano nel testo altrettanti punti di tensione per l’invenzione di un discorso critico che ha come centro propulsivo la vita e le imprese di piccolo-borghesi dalla sessualità frustrata, ex femministe votate alla New Age, intellettuali opportunisti e scrocconi, quadri aziendali predatori e violenti. Enciclopedica raffigurazione di rapporti umani, familiari e sociali dalla tenuta sempre meno possibile, chirurgico speculum dell’infelicità diffusa proprio a partire dai luoghi-simbolo della promessa di soddisfazione totale nel tardo XXI secolo (discoteca, club vacanze, supermercato), proponiamo che la narrativa di Houellebecq si muova lungo tre direttrici che si interscano: l’imprecazione, con l’esibizione trionfale e polemica delle miserie e dei fallimenti del messaggio diffuso dalla rivoluzione dei costumi; la provocazione, che insiste sul trattamento di corpi disfatti, coscienze ammorbate, vite consunte dalla noia e dall’odio nell’illusione di un paradiso impossibile; la predicazione del romanzo a tesi, sempre in bilico tra disvelamento del proprio statuto finzionale (si pensi alla straniante distopia di un’umanità perfezionata e distrutta dall’impiego di ingegneria genetica) e denuncia sociale. Mediante lo straniamento grottesco, che mima i toni di una certa retorica della liberazione per poi sgonfiarli dall’interno, la parodia si rivela strumento potente per l’indagine di una contemporaneità fatalmente irretita nell’insanabile contraddizione tra impossibile desiderio di appagamento e disintegrazione incombente.
Professori di desiderio. Seduzione e rovina nel romanzo del Novecento, 2024
Il volume indaga in chiave comparatistica il tema letterario novecentesco dell'intellettuale che ... more Il volume indaga in chiave comparatistica il tema letterario novecentesco dell'intellettuale che si degrada per amore e che si perde (o si ritrova) sulle tracce di un oggetto del desiderio misterioso, enigmatico, attraente e sfuggente. Da Senilità di Italo Svevo a L'immoralista di André Gide, dalla Morte a Venezia di Thomas Mann a Lolita di Vladimir Nabokov, passando per il fondamentale modello del Professor Unrat di Heinrich Mann fino a Dino Buzzati, Alberto Moravia e Goffredo Parise, e all'estremo contemporaneo con J. M. Coetzee, Philip Roth e Walter Siti, il libro ricostruisce la genealogia di un tema che, pur avendo precursori illustri, solo nel secolo scorso acquista ampiezza considerevole e da comico, come nel caso del personaggio del senex amans e del vieux barbon dei secoli precedenti, si fa serio. Il sapiente moderno, che dovrebbe essere in grado di governare una realtà complessa e cangiante-di cui l'amato o l'amata sono figura-si scopre invece preda dei propri impulsi, smarrito e instabile nel suo controllo sul mondo, e sulle tracce del desiderio intraprende un percorso tanto pericoloso quanto affascinante e inaspettato, alla scoperta di tutto ciò che fin lì aveva represso e negato.
In un Occidente in cui l’imperativo al godimento è andato stabilmente al potere – imponendo modi ... more In un Occidente in cui l’imperativo al godimento è andato stabilmente al potere – imponendo modi e forme di vita sotto il segno di un edonismo in precedenza impensabile –, per poi rivelare aspetti profondamente disforici, i romanzi di Siti e Houellebecq esplorano i lati in ombra di un cambiamento epocale che ha coinvolto individui e società. Siti cavalca il discor- so euforizzante del neoliberismo mediatico e consumistico alle sue estreme e paradossali conseguenze; Houellebecq racconta gli aspetti frustranti dell’esperienza di chi non è capace di mantenersi al passo con la competizione economica e sessuale. In entrambi è presente la volontà di indagare mediante lo strumento del romanzo una contemporaneità percepita come alienante, polarizzata in contraddizioni irrisolvibili, scissa tra desiderio di annullamento e nostalgia di un’alternativa impossibile.
Il saggio esplora la parte più innovativa e meno conosciuta della riflessione di Francesco Orland... more Il saggio esplora la parte più innovativa e meno conosciuta della riflessione di Francesco Orlando (1934-2010) - quella riguardante i meccanismi dell'invenzione e della creazione letteraria - in larga misura inedita. L'obiettivo è riflettere criticamente sull'attività di uno dei più importanti teorici della letteratura del secondo Novecento, valutando le sue ipotesi di lavoro e prospettive di analisi relative a questioni cruciali degli studi letterari. La proposta che Orlando ha delineato e che questo libro sviluppa mira a concepire una vera e propria retorica dell'invenzione, mostrando come ogni singolo testo possa modellizzare e trasfigurare originalmente la realtà che rappresenta mediante configurazioni emotive e cognitive salienti.
Se la letteratura di genere ha sempre rappresentato lo spazio privilegiato per l'emersione del re... more Se la letteratura di genere ha sempre rappresentato lo spazio privilegiato per l'emersione del represso e del non detto, che posizione occupa la letteratura dell'or-rore nella nostra società, e quali angosce, tensioni, confl itti si incarica di incarnare e rappresentare, seppur in maniera fi ltrata e ambivalente? I contributi esplorano il rap-porto tra vecchie e nuove forme dell'horror nei territori della letteratura globale con-temporanea, del fumetto, del videogioco, del giornalismo. Le analisi spaziano da testi di King, VanderMeer, DeLillo, WuMing, Ligotti e Lovecraft a Dante's Inferno e Go ¯ Nagai; gli interventi teorici forniscono una fondamentale messa a punto per orientarsi nella galassia di un genere-l'horror-che non smette di espandersi e rinnovarsi. a Dante's Inferno per un'esplorazione a tutto tondo della galassia dell'horror letterario contemporaneo.
Traduzione, commento e note al De Oratione (pp. 109-149), al De Patientia (199-237) e all' Ad Uxo... more Traduzione, commento e note al De Oratione (pp. 109-149), al De Patientia (199-237) e all' Ad Uxorem (283-321).
Dialogue entre Valentina Sturli et Diego Pellizzari
IX Edizione Notte Bianca del Liviano — Palazz... more Dialogue entre Valentina Sturli et Diego Pellizzari IX Edizione Notte Bianca del Liviano — Palazzo Liviano (Padova)
Presentazione del volume di F. Orlando, Il Soprannaturale Letterario (Torino, Einaudi 2017) nell'... more Presentazione del volume di F. Orlando, Il Soprannaturale Letterario (Torino, Einaudi 2017) nell'ambito della trasmissione radiofonica Fahrenheit - I Libri e le Idee, RAI Radio 3, 25/08/2017.
Se con Kermode intendiamo per senso della fine la percezione di vivere nel kairos, il periodo di ... more Se con Kermode intendiamo per senso della fine la percezione di vivere nel kairos, il periodo di crisi costituito dagli ultimi tempi che precedono l’avvento di una svolta epocale nelle sorti e nei destini degli uomini, poche opere contemporanee sembrano esplorare a livello tematico questo tipo di dato con maggiore insistenza di quella di Michel Houellebecq. Ripercorrendo le trame dei suoi romanzi ci accorgiamo che tutti, in buona sostanza, hanno a che fare con la fine del mondo, o per lo meno con la fine di un mondo. Ci troviamo davanti a possibili rappresentazioni, profondamente intrecciate e interconnesse, del senso della fine: da un lato quello che riflette sul tramonto, negli ultimi anni del ‘900, di una serie di assetti sociali e produttivi tipici della modernità occidentale, dall’altro quello che potremmo definire di genere ‘futuribile-apocalittico’, che verte sull’estinzione vera e propria del genere umano sulla terra, e dei suoi vari tentativi di trascendimento attraverso la creazione di una nuova razza di esseri ‘superiori’. Tutti temi in forte risonanza con una serie di teorizzazioni che, dall’inizio degli anni ’80 a oggi, hanno definitivamente consacrato l’ascesa di quel termine chiave teorico-sociologico che definiamo ipermodernità. Nell’intervento si metteranno a confronto tra loro i finali dei principali romanzi di Houellebecq per provare a indagare se e come essi svolgano una funzione centrale nell’economia dell’intera opera di questo autore, rivelando consonanze inaspettate e fornendo per essa chiavi di lettura che implicano strettamente la riflessione sul senso della fine. Nella seconda parte dell’intervento se ne proporrà una lettura comparativa e contrastiva rispetto al duplice epilogo di Troppi Paradisi (2006) di Walter Siti, per mostrare come temi e riflessioni sulla modernità, sulle sue ambivalenti prospettive di durata e sul senso della fine di un’epoca, ricorrano e possano essere letti in prospettiva nelle opere di due dei maggiori autori europei contemporanei.
Il 7 gennaio 2022, a tre anni dall’ultimo romanzo di Michel Houellebecq, Sérotonine, è uscito nel... more Il 7 gennaio 2022, a tre anni dall’ultimo romanzo di Michel Houellebecq, Sérotonine, è uscito nelle librerie Anéantir (Annientare), pubblicato in Francia da Flammarion e in Italia dalla Nave di Teseo. Ora, prima di cominciare la recensione vera e propria, mi sia permesso un piccolo disclaimer: io ho sempre amato moltissimo Houellebecq. Ci sono persone che non lo sopportano, trovandolo più o meno l’incarnazione di tutto quello che un romanziere e un intellettuale non dovrebbe essere: negli anni l’autore francese è stato accusato di essere misogino, sessista, razzista, nichilista, immoralista, francamente di destra. Tutte cose, per certi versi, anche vere, ma vere in un modo figurale. Ho sempre pensato che nei romanzi di Houellebecq gli elementi disturbanti del discorso, le invettive, gli insulti, gli attacchi ai principali pilastri di quella che consideriamo oggi la doxa mediamente democratica, mediamente civile e impegnata dell’Occidente moderno, fossero e siano – ancora e sempre – voluti. Fanno parte, come per altri versi (si parva licet) in Céline e in Bernhard, di una precisa strategia: quella di un contro-discorso tutto costruito sull’iperbole, sull’esagerazione, sul paradosso che programmaticamente aggrediscano il discorso comune, di buon senso, mediamente colto, mediamente civile, che il loro lettore ha in mente.
Negli ultimi anni del ‘900 alcune delle più importanti scritture romanzesche hanno tentato di rap... more Negli ultimi anni del ‘900 alcune delle più importanti scritture romanzesche hanno tentato di rappresentare la mutazione che ha investito la società occidentale nel campo del desiderio e del consumo. Mentre sembravano realizzarsi i sogni che accompagnano l’essere umano da millenni, come la sconfitta della vecchiaia, la modificazione radicale dei costumi sessuali, un benessere economico un tempo inconcepibile, la letteratura – dispositivo capace di far emergere i lati in ombra del discorso corrente – propone immagini che costituiscono dei veri e propri negativi fotografici di quelle realtà. Alcuni critici interpretano questa letteratura in chiave apocalittica e pessimistica, focalizzandosi sull’idea di una frattura epocale e di dopo-storia. In realtà molti testi della stretta contemporaneità esplorano le drammatiche ricadute di questi fenomeni e le potenti contraddizioni che essi producono sia a livello psichico che di collettività, e questo mediante la rappresentazione degli elementi che resistono a quei processi di omologazione e alienazione, e che continuano a confliggere con l’attuale corso del mondo.
In Europa il romanziere francese Michel Houellebecq e lo scrittore italiano Walter Siti hanno esplorato, da metà degli anni Novanta in poi, queste dinamiche, ponendo al centro della loro scrittura l’alienazione del soggetto rispetto al proprio desiderio, esperienze di derealizzazione e feticizzazione del corpo-merce, la corrosione della ‘realtà’ da parte della fiction. Diversamente da una letteratura main stream che tende a raccontare le vicende individuali facendo astrazione dal contesto storico e politico contemporaneo, questi due autori, pur narrando storie di individui singoli, di volta in volta euforizzati o smarriti dai complessi cambiamenti sociologici in atto, hanno tuttavia coltivato una scrittura che si apre potentemente sul mondo, sempre tesa a rendicontare – spesso ibridando il romanzo con il saggio – le contraddizioni e le tensioni del contemporaneo: si pensi a testi come i più recenti Troppi paradisi (2006), Il contagio (2008) e Resistere non serve a niente (Premio Strega 2013), in cui Siti esplora temi come il rimodellamento dell’immaginario collettivo da parte dei media, l’universo della borgata romana come immagine di un nuovo tipo di esistenza, i nessi tra crisi, finanziarizzazione dell’economia e malavita a livello mondiale. Analogamente opera il francese Houellebecq, attraverso i grandi affreschi storico-sociali contemporanei e futuribili di Les particules élémentaires (1998) e La carte et le territoire (2010), fino al recentissimo Soumission (2015), in cui si immagina una Francia prossima ventura dove si scontrano per il potere l’estrema destra xenofoba e una travolgente forza politica musulmana. Cosa ci dicono le opere di questi due autori sulle prospettive, ma anche sulle tensioni e i conflitti che investono l’estremo occidente contemporaneo? Comparando i loro testi sia in chiave letteraria che culturale, e alla luce delle rispettive peculiarità storico-nazionali, ci proponiamo di indagare come la scrittura di entrambi proponga immagini potenti, perspicue e forse addirittura profetiche di come sta cambiando l’Occidente.
Au cours des dernières années du XXe siècle, l’écriture romanesque a tenté de représenter les mutations à l’œuvre au cœur de la société occidentale, notamment dans les champs du désir et de la consommation. Alors que les rêves qui accompagnaient l’être humain depuis des siècles, tels que la lutte contre le vieillissement, la modification radicale des coutumes sexuelles, le bien-être économique auparavant inconcevable, semblent se réaliser en partie, la littérature — capable de mettre à jour les aspects souterrains du discours public et collectif — devient une véritable image négative de cette réalité. Certains critiques ont interprété ces écritures en adoptant un point de vue apocalyptique et pessimiste, en se concentrant sur l’idée d’« après-histoire » et d’une coupure irréversible. Nombre de romans contemporains explorent les effets dramatiques de ces phénomènes ainsi que leurs contradictions au niveau psychique et collectif, à travers la représentation des éléments qui s’opposent aux procédés d’homologation et d’aliénation.
Le romancier français Michel Houellebecq et l’écrivain italien Walter Siti ont tous deux exploré ces dynamiques à partir de la seconde moitié des années 1990, en plaçant au centre de leur écriture l’aliénation du sujet face à son désir, la déréalisation et la fétichisation du corps-marchandise, et la fictionnalisation de la réalité. Contrairement à la littérature mainstream, qui réserve à l’individu contemporain une place de choix sans examiner pour autant le contexte historique et politique dans lequel il évolue, ces deux auteurs, eux, racontent l’histoire d’hommes à la fois euphoriques et perdus face aux changements sociologiques en cours et élaborent une écriture qui s’ouvre au monde on ne peut plus significativement et tente de mettre en scène — à travers un processus d’hybridation du roman avec l’essai souvent — les contradictions du contemporain. Que l’on pense à Troppi Paradisi (2006), à Il Contagio (2008) et à Resistere non serve a niente (Prix Strega 2013), où Siti explore l’action des médias sur l’imaginaire collectif, l’univers de la borgata romaine comme métaphore d’un nouveau style de vie, les liens entre crise économique, finance et délinquance au niveau mondial. Des grandes fresques historico-sociales de Les particules élémentaires (1998) et La carte et le territoire (2010) jusqu’au plus récent Soumission (2015), dans lequel l’Etat français se retrouve à la merci de l’extrême droite xénophobe et d’une force politique musulmane, Houellebecq ausculte également certains grands conflits auxquels l’individu et la société sont exposés dans cette époque de mutation. En confrontant leur écritures d’un point de vue littéraire et culturel, sans faire fi toutefois de leurs particularités historiques et nationales, nous nous demanderons dans quelle mesure l’écriture de Siti et de Houellebecq sous-tend une vision puissante, parfois prophétique et souvent extrême, des changements au cœur de l’Occident.
At the beginning of the twenty-first century, horror as a genre seems to have gained a renewed ce... more At the beginning of the twenty-first century, horror as a genre seems to have gained a renewed centrality in the cultural landscape, as well as enjoying a surprising vitality both in terms of production and of critical reception. In a wider perspective, it is possible to talk of a ‘larger imaginative turn within popular culture in general’ (Rosenfeld), testified also by the massive diffusion of science fiction, a genre often related to horror. Moreover, academic criticism employs the metaphors of gothic and horror, as underlined by the centrality of the Derrida’s concept of Hauntology (Spectres de Marx, 1993, stated the so called Spectral Turn in cultural studies) in contemporary reflections on memory and postmemory. Not only does horror literature appear more and more read, and its sales constantly grow, but its recognized masters (Shirley Jackson, Howard Philips Lovecraft, Stephen King, Ramsey Campbell, Clive Barker, Anne Rice) are increasingly the subjects of deep and specialized studies that place them, after years of ghettoization, side by side with highbrow literature. At the same time, cultured and hyper-literary authors such as Bret Easton Ellis, William T. Vollmann, Mark Z. Danielewski and Jennifer Egan use the forms of the horror novel with serious purposes, without the irony that characterizes the postmodern reprise of genre literature. In this respect, horror appears to be a space in which an overcoming of the traditional dynamics regulating high and low literature is taking place.
This conference aims to reflect on the tendencies and the contents of horror narrative from the Nineties to the present day. If it is true that genre literature has always represented a privileged space for the return of the repressed and of the withheld, what position has now horror literature in our society, and which anxieties, tensions, social-economic and political conflicts does it incarnate and represent, even in a filtered, idiosyncratic, and ambiguous way? To what extent does horror literature influence highbrow literature? Is it possible in this sense a comparison with the role of the crime fiction novel in postmodernism, or are we facing something different?
Per Orlando il soprannaturale letterario esprime la storia segreta e contrastata dei rapporti che... more Per Orlando il soprannaturale letterario esprime la storia segreta e contrastata dei rapporti che gli uomini hanno intrattenuto con l'irrazionale e con il cosiddetto principio di realtà, racconta la resistenza opposta dagli individui alle esigenze di realtà e verità che tutte le civiltà impongono, il loro bisogno liberatorio di credere all'impossibile. L' autore propone una casistica in grado di riordinare, grazie a poche grandi categorie di riferimento, una fenomenologia letteraria che altrimenti risulterebbe magmatica e informe, e che gli consente di avvicinare, tra analogie e differenze, Omero e i racconti di fantasmi, Ariosto e le fiabe di Perrault. Il saggio bilancia con finezza esempi testuali e teoria, in una serie di appassionanti letture di alcuni grandi classici (Gerusalemme liberata, Amleto, Don Chisciotte, Faust, Hänsel e Gretel, Il giro di vite, La metamorfosi, Il Maestro e Margherita...) sui quali, grazie a questo esercizio di critica tematica e comparata, l'autore getta nuova luce.
Radio3 Fahrenheit - presentazione di "Professori di desiderio. Seduzione e rovina nel romanzo del... more Radio3 Fahrenheit - presentazione di "Professori di desiderio. Seduzione e rovina nel romanzo del Novecento" (Carocci 2024), 13 maggio 2024, con Tommaso Giartosio e Valentina Sturli - da 01'02'00
Link all'intervista di Valentina Sturli e Francesco Rizzo a Nicola Lagioia, nella cornice dei sem... more Link all'intervista di Valentina Sturli e Francesco Rizzo a Nicola Lagioia, nella cornice dei seminari dell'équipe ERJIS di Sorbonne Université, 12 febbraio 2021 :
Intervista di Ivana Margarese a Valentina Sturli, a proposito di "Estremi Occidenti. Frontiere de... more Intervista di Ivana Margarese a Valentina Sturli, a proposito di "Estremi Occidenti. Frontiere del contemporaneo in Walter Siti e Michel Houellebecq" (Mimesis 2020), comparsa sul blog Morel. Voci dall'Isola il 29/06/2020.
SigMa. Rivista di letterature comparate, teatro e arti dello spettacolo, Dec 2018
Interview with William Marx about how and why his book ‘Un savoir gai’ (Paris: Minuit, 2018) was ... more Interview with William Marx about how and why his book ‘Un savoir gai’ (Paris: Minuit, 2018) was written, and what it says about the specific kind of knowledge produced by the experience of being gay in a heterocentered environment.
Valentina Sturli dialoga con Laura Pugno presso il teatro Marrucino di Chieti, 20/12/2023. Lettur... more Valentina Sturli dialoga con Laura Pugno presso il teatro Marrucino di Chieti, 20/12/2023. Letture a cura di Arcangela Palombaro.
Che cosa sono in grado di offrire, oggi, le Digital Humanities
alla filologia, alla critica, alla... more Che cosa sono in grado di offrire, oggi, le Digital Humanities alla filologia, alla critica, alla storia della letteratura? Quali paradigmi euristici, quali strumenti applicativi, quali strategie di rappresentazione grafica possono costituire un valore aggiunto ai fini sia dell’intelligenza dei testi che della loro trasmissione didattica? Come può un procedimento condotto in camera asettica contribuire a far vedere in modo nuovo un’opera o una serie di opere della tradizione, illuminandone le latenze e dando vita a sorprendenti possibilità di analisi? A due dal ciclo di F2-Cultura DH Images. Visualizzare la letteratura nell’universo di Turing , esce, per i tipi di Federico II University Press (e, in libero accesso, sul portale FedOA), la traduzione italiana dei saggi del LitLab di Stanford a lungo diretto da Franco Moretti, La letteratura in laboratorio : a inaugurare una nuova collana di DH, Digitalis Purpurea . Del volume, che è stato curato da Giuseppe Episcopo con la collaborazione di Francesco de Cristofaro, Paola Di Gennaro e di un’équipe di componenti dell’Opificio di Letteratura Reale, discutono con Moretti e con i curatori un sociologo della letteratura, una storica della lingua e un ingegnere informatico.
All'interno del ciclo di seminari ERjIS di Sorbonne Université, il 12 febbraio 2021, alle 21, Fra... more All'interno del ciclo di seminari ERjIS di Sorbonne Université, il 12 febbraio 2021, alle 21, Francesco Rizzo e Valentina Sturli dialogheranno con Nicola Lagioia sul suo ultimo libro, La città dei vivi (Einaudi 2020).
Restando fuori Un focus su La natura è innocente di Walter Siti Nel campo letterario italiano, og... more Restando fuori Un focus su La natura è innocente di Walter Siti Nel campo letterario italiano, ogni nuovo romanzo di Walter Siti rappresenta un avvenimento significativo, data l'importanza che questo autore ricopre nella pro-duzione letteraria dei nostri tempi. Alcuni giorni fa è uscito per Rizzoli La natura è innocente, che aggiunge un nuovo tassello al coerente mosaico rappresentato dall'ormai ventennale produzione romanzesca dell'autore modenese. Dopo aver spe-rimentato diverse forme narrative-prima tra tutte l'autofiction, che lo ha consacrato e da cui ha tentato di allontanarsi con i suoi ultimi romanzi-Siti si confronta per la prima volta con uno dei generi più praticati in questi ultimi anni: la biofiction, ossia la narrazione della vita di un personaggio reale diverso dall'autore ibridata, sia sul piano del contenuto che della forma, a elementi finzionali. Nel romanzo di Siti le vite raccontate sono due e procedono a capitoli alternati: quella del catanese Filippo Addamo, condannato dopo l'omicidio della madre, col-pevole di tradimento e di abbandono del tetto coniugale, e quella di Ruggero Freddi, ex pornoattore romano con laurea e dottorato di ricerca, professore universitario a contratto e sposo prima dell'anziano principe Giovanni del Drago, poi del collega pornoattore Gustavo Leguizamon. Probabilmente a causa della cattiva congiuntura-non solo editoriale-in cui il libro è uscito, molto scarsa è stata la risonanza che la critica e la stampa gli hanno dato. Per questo abbiamo pensato di dedicare al romanzo una sorta di tavola rotonda virtuale. Una riflessione in più puntate in cui di volta in volta ciascun critico darà un proprio punto di vista; uno sguardo plurale e critico su un libro che, apparente-mente, parla di cose che ora non ci riguardano, ma forse va più a fondo dei discorsi confusi, retorici e terrorizzanti che in questo momento occupano gran parte del nostro orizzonte.
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Papers by Valentina Sturli
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/status_quaestionis
Rispondono redattrici, redattori, collaboratrici e collaboratori della Balena Bianca.
https://www.aurarivista.it/houellebecq-una-misantropia-sentimentale-e-patetica/
ISSN 2723-9527
https://rosa.uniroma1.it/rosa03/status_quaestionis
Rispondono redattrici, redattori, collaboratrici e collaboratori della Balena Bianca.
https://www.aurarivista.it/houellebecq-una-misantropia-sentimentale-e-patetica/
ISSN 2723-9527
In questa cornice, che nei due adattamenti Don Abbondio sia interpretato da Alberto Sordi e da Paolo Villaggio non pare casuale, ma risponde a una certa ‘oscillazione’ di tratti insita nel personaggio. In tutti e due i casi abbiamo a che fare con attori comici tra i più apprezzati del panorama italiano del secondo Novecento, ma anche molto legati a ‘maschere’ molto singolari: per Sordi, le tante incarnazioni del ‘borghese piccolo piccolo’, servile con i potenti e prepotente coi deboli, e pronto a tutto pur di non turbare il proprio gretto tornaconto. Per Villaggio l’impiegato Fantozzi, vittima sacrificale di un mondo più grande di lui, perseguitato da potenti folli e arbitrari, goffo, inerme e incapace di difendersi. Alla luce di queste diverse interpretazioni, e tramite la comparazione con alcune scene cardine del romanzo, si tenterà di mettere in luce la complessità delle possibili rese di un personaggio che – proprio attraverso le sue caratteristiche ambivalenti – non finisce mai di coinvolgere e far riflettere il lettore/spettatore.
Nel gruppo di ghost-thriller che analizzeremo, si può notare che nella prima parte del film è quasi invariabilmente il protagonista femminile a incontrarsi e scontrarsi con la percezione di evidenza crescente, dell’esistenza del soprannaturale, attestandosi progressivamente, rispetto ad esso, dalla parte del Credito. Tocca invece al personaggio maschile porsi dalla parte della Critica, rifiutando il fenomeno soprannaturale, e tentando di produrre per esso spiegazioni razionalizzanti alternative.
In questo senso, si potrà parlare di un primo momento in cui si esplica una contrapposizione di tipo polare tra maschile e femminile, che pone il maschile dalla parte della soggettività razionale e il femminile dalla parte dell’intuitività irrazionale, che della manifestazione soprannaturale è oggetto privilegiato e bersaglio.
Vedremo tuttavia come nei film è possibile evidenziare, proprio a partire dallo sviluppo delle dinamiche Credito/Critica, un cruciale punto di svolta in cui questa polarità progressivamente si incrina, viene messa in discussione, si ridefinisce.
Enciclopedica raffigurazione di rapporti umani, familiari e sociali dalla tenuta sempre meno possibile, chirurgico speculum dell’infelicità diffusa proprio a partire dai luoghi-simbolo della promessa di soddisfazione totale nel tardo XXI secolo (discoteca, club vacanze, supermercato), proponiamo che la narrativa di Houellebecq si muova lungo tre direttrici che si interscano: l’imprecazione, con l’esibizione trionfale e polemica delle miserie e dei fallimenti del messaggio diffuso dalla rivoluzione dei costumi; la provocazione, che insiste sul trattamento di corpi disfatti, coscienze ammorbate, vite consunte dalla noia e dall’odio nell’illusione di un paradiso impossibile; la predicazione del romanzo a tesi, sempre in bilico tra disvelamento del proprio statuto finzionale (si pensi alla straniante distopia di un’umanità perfezionata e distrutta dall’impiego di ingegneria genetica) e denuncia sociale.
Mediante lo straniamento grottesco, che mima i toni di una certa retorica della liberazione per poi sgonfiarli dall’interno, la parodia si rivela strumento potente per l’indagine di una contemporaneità fatalmente irretita nell’insanabile contraddizione tra impossibile desiderio di appagamento e disintegrazione incombente.
IX Edizione Notte Bianca del Liviano — Palazzo Liviano (Padova)
Nell’intervento si metteranno a confronto tra loro i finali dei principali romanzi di Houellebecq per provare a indagare se e come essi svolgano una funzione centrale nell’economia dell’intera opera di questo autore, rivelando consonanze inaspettate e fornendo per essa chiavi di lettura che implicano strettamente la riflessione sul senso della fine. Nella seconda parte dell’intervento se ne proporrà una lettura comparativa e contrastiva rispetto al duplice epilogo di Troppi Paradisi (2006) di Walter Siti, per mostrare come temi e riflessioni sulla modernità, sulle sue ambivalenti prospettive di durata e sul senso della fine di un’epoca, ricorrano e possano essere letti in prospettiva nelle opere di due dei maggiori autori europei contemporanei.
In Europa il romanziere francese Michel Houellebecq e lo scrittore italiano Walter Siti hanno esplorato, da metà degli anni Novanta in poi, queste dinamiche, ponendo al centro della loro scrittura l’alienazione del soggetto rispetto al proprio desiderio, esperienze di derealizzazione e feticizzazione del corpo-merce, la corrosione della ‘realtà’ da parte della fiction. Diversamente da una letteratura main stream che tende a raccontare le vicende individuali facendo astrazione dal contesto storico e politico contemporaneo, questi due autori, pur narrando storie di individui singoli, di volta in volta euforizzati o smarriti dai complessi cambiamenti sociologici in atto, hanno tuttavia coltivato una scrittura che si apre potentemente sul mondo, sempre tesa a rendicontare – spesso ibridando il romanzo con il saggio – le contraddizioni e le tensioni del contemporaneo: si pensi a testi come i più recenti Troppi paradisi (2006), Il contagio (2008) e Resistere non serve a niente (Premio Strega 2013), in cui Siti esplora temi come il rimodellamento dell’immaginario collettivo da parte dei media, l’universo della borgata romana come immagine di un nuovo tipo di esistenza, i nessi tra crisi, finanziarizzazione dell’economia e malavita a livello mondiale. Analogamente opera il francese Houellebecq, attraverso i grandi affreschi storico-sociali contemporanei e futuribili di Les particules élémentaires (1998) e La carte et le territoire (2010), fino al recentissimo Soumission (2015), in cui si immagina una Francia prossima ventura dove si scontrano per il potere l’estrema destra xenofoba e una travolgente forza politica musulmana. Cosa ci dicono le opere di questi due autori sulle prospettive, ma anche sulle tensioni e i conflitti che investono l’estremo occidente contemporaneo? Comparando i loro testi sia in chiave letteraria che culturale, e alla luce delle rispettive peculiarità storico-nazionali, ci proponiamo di indagare come la scrittura di entrambi proponga immagini potenti, perspicue e forse addirittura profetiche di come sta cambiando l’Occidente.
Au cours des dernières années du XXe siècle, l’écriture romanesque a tenté de représenter les mutations à l’œuvre au cœur de la société occidentale, notamment dans les champs du désir et de la consommation. Alors que les rêves qui accompagnaient l’être humain depuis des siècles, tels que la lutte contre le vieillissement, la modification radicale des coutumes sexuelles, le bien-être économique auparavant inconcevable, semblent se réaliser en partie, la littérature — capable de mettre à jour les aspects souterrains du discours public et collectif — devient une véritable image négative de cette réalité. Certains critiques ont interprété ces écritures en adoptant un point de vue apocalyptique et pessimiste, en se concentrant sur l’idée d’« après-histoire » et d’une coupure irréversible. Nombre de romans contemporains explorent les effets dramatiques de ces phénomènes ainsi que leurs contradictions au niveau psychique et collectif, à travers la représentation des éléments qui s’opposent aux procédés d’homologation et d’aliénation.
Le romancier français Michel Houellebecq et l’écrivain italien Walter Siti ont tous deux exploré ces dynamiques à partir de la seconde moitié des années 1990, en plaçant au centre de leur écriture l’aliénation du sujet face à son désir, la déréalisation et la fétichisation du corps-marchandise, et la fictionnalisation de la réalité. Contrairement à la littérature mainstream, qui réserve à l’individu contemporain une place de choix sans examiner pour autant le contexte historique et politique dans lequel il évolue, ces deux auteurs, eux, racontent l’histoire d’hommes à la fois euphoriques et perdus face aux changements sociologiques en cours et élaborent une écriture qui s’ouvre au monde on ne peut plus significativement et tente de mettre en scène — à travers un processus d’hybridation du roman avec l’essai souvent — les contradictions du contemporain. Que l’on pense à Troppi Paradisi (2006), à Il Contagio (2008) et à Resistere non serve a niente (Prix Strega 2013), où Siti explore l’action des médias sur l’imaginaire collectif, l’univers de la borgata romaine comme métaphore d’un nouveau style de vie, les liens entre crise économique, finance et délinquance au niveau mondial. Des grandes fresques historico-sociales de Les particules élémentaires (1998) et La carte et le territoire (2010) jusqu’au plus récent Soumission (2015), dans lequel l’Etat français se retrouve à la merci de l’extrême droite xénophobe et d’une force politique musulmane, Houellebecq ausculte également certains grands conflits auxquels l’individu et la société sont exposés dans cette époque de mutation. En confrontant leur écritures d’un point de vue littéraire et culturel, sans faire fi toutefois de leurs particularités historiques et nationales, nous nous demanderons dans quelle mesure l’écriture de Siti et de Houellebecq sous-tend une vision puissante, parfois prophétique et souvent extrême, des changements au cœur de l’Occident.
This conference aims to reflect on the tendencies and the contents of horror narrative from the Nineties to the present day. If it is true that genre literature has always represented a privileged space for the return of the repressed and of the withheld, what position has now horror literature in our society, and which anxieties, tensions, social-economic and political conflicts does it incarnate and represent, even in a filtered, idiosyncratic, and ambiguous way? To what extent does horror literature influence highbrow literature? Is it possible in this sense a comparison with the role of the crime fiction novel in postmodernism, or are we facing something different?
https://erjis.hypotheses.org/55
https://www.vocidallisola.it/2020/06/26/estremi-occidenti-walter-siti-e-michel-houellebecq-dialogo-con-valentina-sturli/
alla filologia, alla critica, alla storia della letteratura? Quali
paradigmi euristici, quali strumenti applicativi, quali strategie
di rappresentazione grafica possono costituire un valore
aggiunto ai fini sia dell’intelligenza dei testi che della loro
trasmissione didattica? Come può un procedimento condotto in
camera asettica contribuire a far vedere in modo nuovo
un’opera o una serie di opere della tradizione, illuminandone le
latenze e dando vita a sorprendenti possibilità di analisi?
A due dal ciclo di F2-Cultura DH Images. Visualizzare la
letteratura nell’universo di Turing , esce, per i tipi di Federico II
University Press (e, in libero accesso, sul portale FedOA), la
traduzione italiana dei saggi del LitLab di Stanford a lungo
diretto da Franco Moretti, La letteratura in laboratorio : a
inaugurare una nuova collana di DH, Digitalis Purpurea .
Del volume, che è stato curato da Giuseppe Episcopo con la
collaborazione di Francesco de Cristofaro, Paola Di Gennaro e
di un’équipe di componenti dell’Opificio di Letteratura Reale,
discutono con Moretti e con i curatori un sociologo della
letteratura, una storica della lingua e un ingegnere informatico.