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Research Interests:
Libro degli abstract del convegno di studi "L'acqua e la città in età romana - Water and the Roman cities and settlements" - Feltre (BL - Italia), 3/4 Novembre 2017.
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Nel corso della seconda metà del XVI secolo, verosimilmente non oltre l’ultimo ventennio, quest’area a ridosso della via Cassia, nelle adiacenze del punto di confluenza del Fosso dei Frati con quello dell’Acquatraversa28 (fig. 7, C),... more
Nel corso della seconda metà del XVI secolo, verosimilmente
non oltre l’ultimo ventennio, quest’area a ridosso
della via Cassia, nelle adiacenze del punto di confluenza del
Fosso dei Frati con quello dell’Acquatraversa28 (fig. 7, C),
viene interessata da una frequentazione a carattere artigianale/
produttivo
L’attività di archeologia preventiva coordinata dalla SABAP Roma durante i lavori di realizzazione di un parcheggio interrato in piazza Cavour (Municipio I, ex Municipio XVII), ha permesso di documentare stratigraficamente, per la prima... more
L’attività di archeologia preventiva coordinata dalla SABAP Roma durante i lavori di realizzazione di un parcheggio interrato in piazza Cavour (Municipio I, ex Municipio XVII), ha permesso di documentare stratigraficamente, per la prima volta, un ampio settore degli Horti Domitiae, la vasta proprietà imperiale che le fonti situano in questo settore della Regio XIV Transtiberim, l’Ager Vaticanus. L’articolo presenta i risultati preliminari dello studio delle complesse sistemazioni idrauliche documentate dallo scavo archeologico:si tratta di un articolato sistema di canalette, vasche di decantazione, pozzetti e livelli di drenaggio funzionali alla manutenzione di un vasto giardino monumentale sulle riva destra del Tevere che il materiale recuperato permette di datare fra la fine del I secolo d.C. e l’età severiana. Inoltre l’articolo contiene una prima proposta e un tentativo di quantificazione della quantità di acqua necessaria per il mantenimento dell’ Hortus.
Ma la vita del sito non si esaurisce con quella degli Horti: la stratigrafia ha permesso di distinguere cinque periodi, fino alla seconda metà/ fine del XVI secolo. La soluzione di continuità fra i periodi è sempre data da un episodio alluvionale, in una continua lotta fra il governo delle acque e la sfida ad esse.

Rome, The Horti Domitiae in the Ager Vaticanus. Managing water supply in an Imperial Hortus
The preventive activity of the Archaeological Superintendence of Rome during the construction of an underground parking area at piazza Cavour (Municipio I, former Municipio XVII) allowed to record stratigraphically,
for the first time, a large sector of Horti Domitiae, the wide imperial property that the literary sources mention in this area of the Regio XIV Transtiberim, the Ager Vaticanus. The article presents the preliminary results of the study of the complex hydraulic systems documented by the archaeological excavations: an articulated system of canals, decanting tanks, wells and drainage levels, useful for the maintenance of a wide Monumental Garden on Right Bank of the Tiber that the recovered material dates between the end of the 1st c. AD and the Severian Age. Furthermore this work contains a first proposal and a quantification attempt of the amount of water supplies needed to maintain the Hortus. The life of the site does not end with that of the Horti: the stratigraphy allowed us to distinguish five main periods until the second half/end of the 16th c. The discontinuity among the different periods is always given by an alluvial episode, in a constant struggle between ruling the waters and challenging them.
Nel 2013 a Roma un intervento di emergenza nell’area del cosiddetto Celiolo o Monte D'oro ha portato al recupero di una notevole quantità di materiale ceramico in giacitura secondaria. Il materiale presenta una sorprendente uniformità... more
Nel 2013 a Roma un intervento di emergenza nell’area del cosiddetto Celiolo o Monte D'oro ha portato al recupero di una notevole quantità di materiale ceramico in giacitura secondaria. Il materiale presenta una sorprendente uniformità cronologica nell’ambito del II sec. d.C., con elementi dalla cronologia più bassa e residui praticamente inesistenti, che trova puntuali confronti in contesti urbani coevi da scavi stratigrafici.
Si tratta di fatto del contesto ceramico più corposo e coerente proveniente dal primo miglio dell’Appia Antica e che pone ancora una volta il problema del carattere e del valore dei materiali residui nello scavo archeologico, in questo caso talmente massivi da prospettare un vero e proprio “contesto residuale”.