Nadia Canu
Archeologa in servizio presso la Soprintendenza di Sassari e Nuoro, ha operato per la tutela del patrimonio archeologico in oltre centoventi comuni, curando la direzione scientifica di decine di scavi, restauri e progetti di valorizzazione in alcuni dei più importanti complessi archeologici della Sardegna, tra cui:
• Siligo, Santuario nuragico di Monte Sant’Antonio, intervento di pulizia, rilievo, conservazione e scavo
• Chiaramonti, Necropoli di Murrone, progetto didattico “Adotta un monumento”, scavo Tomba V; Scavo Tomba di Baldedu;
• Porto Torres, scavi nella Colonia Romana di Turris Libisonis (individuazione strutture adiacenti al Ponte Romano, completamento scavo mosaico di Orfeo, scavo domus mosaicata di via Ponte Romano 79, scavo strutture via Paglietti);
• Bonorva, Complesso di S. Andrea Piu, scavo dell’area delle Terme Romane, progetto di valorizzazione della necropoli a domus de janas; sistemazione del Deposito; Necropoli di Pala Larga, restauro e scavo (messa in luce della Tomba I, attualmente la domus de janas con più decorazioni scolpite, incise e dipinte), progettazione restauro della Tomba delle Spirali e della Scacchiera, realizzazione visita virtuale, direzione scientifica realizzazione replica in scala reale (in corso).
• Torralba, restauri e ripresa dello scavo al Nuraghe Santu Antine, organizzato come scavo aperto e con la partecipazione delle scuole di Torralba e Thiesi, attività per il riallestimento del Museo della Valle dei Nuraghi;
• Nughedu San Nicolò, scavo e restauro nel santuario di Cuccuru Mudeju, con il ritrovamento di numerosi bronzi tra cui il Guerriero di Nughedu, raro esempio di bronzo figurato integro proveniente da scavo regolare;
• Sassari, San Lorenzo, individuazione dell’insediamento romano (imperiale e repubblicano) e livelli di età arcaica di probabile emporio;
• Perfugas, riallestimento Museo Archeologico e Paleobotanico, coordinamento sistemazione Deposito, copia “Dea con Bambino”, intervento di restauro e scavo del Pozzo Sacro di Predio Canopoli, con il ritrovamento di una statua di animale a tutto tondo;
• Serri, Santuario Nuragico di Santa Vittoria, restauri e scavo nella Curia, raccolta ed edizione degli studi sugli interventi fino al 2015;
• Villanova Tulo, Nuraghe Adoni, scavo e restauro, restauro materiali capanne 9 e 10 (individuate come “cucina” e “dispensa”, con i vasi ricomponibili e contenenti semi, legumi, cereali);
• Seulo, scavo e restauro del complesso nuragico di Taccu ‘e Ticci, verifica censimento archeologico del territorio;
• Nurallao-Nuragus, rilievi alla Tomba di Aiodda e al Pozzo Sacro di Coni, censimento archeologico del territorio di Nurallao con raccolta e edizione studi;
• Isili, Nuraghe Is Paras, restauro.
Ha all’attivo oltre 70 pubblicazioni, tra cui la cura di tre monografie e diversi contributi di taglio divulgativo su riviste a diffusione nazionale come Archeologia Viva e Archeo, e la cura e direzione scientifica di diverse mostre tra cui “Ercole Contu e la scoperta dei Vasi Tetrapodi”, il cui documentario è stato premiato all’Archeofilm festival di Firenze e all’Arkaios film Festival (U.S.A.)
Tra il 2022 e il 2023, vincitrice della selezione internazionale, ha ricoperto l’incarico di Direttore Generale della Fondazione Mont’e Prama, occupandosi del progetto di inventario dei frammenti delle sculture conservati nei depositi, implementando l’allestimento del Museo di Cabras con i frammenti provenienti dal Museo di Cagliari e revisionando l’apparato didascalico delle sculture di Mont’e Prama; ha presieduto la commissione giudicatrice del concorso di idee per l’infrastrutturazione del sito di Mont’e Prama, curato il piano scientifico della mostra “Sardinia Giant at the MET” con il Metropolitan Museum di New York e avviato il progetto di realizzazione della copia della scultura Manneddu.
Per quanto riguarda gli studi, è stata la prima laureata del corso in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo dei beni archeologici dell'Università di Sassari, nel luglio 2002; ha conseguito un Master per esperti in Sistemi Informativi Territoriali nel 2004 e concluso il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Storia dell'Università di Sassari nel 2006.
Prima della presa di servizio al Ministero della Cultura, è stata collaboratrice dell’Università di Sassari, dove dal 2002 al 2010 ha coordinato attività di scavo, curato esercitazioni e seminari per le cattedre di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana e Metodologia e Tecniche della Ricerca Archeologica. Nell’anno accademico 2010-2011 è stata professoressa a contratto di Archeologia della Sardegna romana.
Address: Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, Piazza S. Agostino 2, Sassari
• Siligo, Santuario nuragico di Monte Sant’Antonio, intervento di pulizia, rilievo, conservazione e scavo
• Chiaramonti, Necropoli di Murrone, progetto didattico “Adotta un monumento”, scavo Tomba V; Scavo Tomba di Baldedu;
• Porto Torres, scavi nella Colonia Romana di Turris Libisonis (individuazione strutture adiacenti al Ponte Romano, completamento scavo mosaico di Orfeo, scavo domus mosaicata di via Ponte Romano 79, scavo strutture via Paglietti);
• Bonorva, Complesso di S. Andrea Piu, scavo dell’area delle Terme Romane, progetto di valorizzazione della necropoli a domus de janas; sistemazione del Deposito; Necropoli di Pala Larga, restauro e scavo (messa in luce della Tomba I, attualmente la domus de janas con più decorazioni scolpite, incise e dipinte), progettazione restauro della Tomba delle Spirali e della Scacchiera, realizzazione visita virtuale, direzione scientifica realizzazione replica in scala reale (in corso).
• Torralba, restauri e ripresa dello scavo al Nuraghe Santu Antine, organizzato come scavo aperto e con la partecipazione delle scuole di Torralba e Thiesi, attività per il riallestimento del Museo della Valle dei Nuraghi;
• Nughedu San Nicolò, scavo e restauro nel santuario di Cuccuru Mudeju, con il ritrovamento di numerosi bronzi tra cui il Guerriero di Nughedu, raro esempio di bronzo figurato integro proveniente da scavo regolare;
• Sassari, San Lorenzo, individuazione dell’insediamento romano (imperiale e repubblicano) e livelli di età arcaica di probabile emporio;
• Perfugas, riallestimento Museo Archeologico e Paleobotanico, coordinamento sistemazione Deposito, copia “Dea con Bambino”, intervento di restauro e scavo del Pozzo Sacro di Predio Canopoli, con il ritrovamento di una statua di animale a tutto tondo;
• Serri, Santuario Nuragico di Santa Vittoria, restauri e scavo nella Curia, raccolta ed edizione degli studi sugli interventi fino al 2015;
• Villanova Tulo, Nuraghe Adoni, scavo e restauro, restauro materiali capanne 9 e 10 (individuate come “cucina” e “dispensa”, con i vasi ricomponibili e contenenti semi, legumi, cereali);
• Seulo, scavo e restauro del complesso nuragico di Taccu ‘e Ticci, verifica censimento archeologico del territorio;
• Nurallao-Nuragus, rilievi alla Tomba di Aiodda e al Pozzo Sacro di Coni, censimento archeologico del territorio di Nurallao con raccolta e edizione studi;
• Isili, Nuraghe Is Paras, restauro.
Ha all’attivo oltre 70 pubblicazioni, tra cui la cura di tre monografie e diversi contributi di taglio divulgativo su riviste a diffusione nazionale come Archeologia Viva e Archeo, e la cura e direzione scientifica di diverse mostre tra cui “Ercole Contu e la scoperta dei Vasi Tetrapodi”, il cui documentario è stato premiato all’Archeofilm festival di Firenze e all’Arkaios film Festival (U.S.A.)
Tra il 2022 e il 2023, vincitrice della selezione internazionale, ha ricoperto l’incarico di Direttore Generale della Fondazione Mont’e Prama, occupandosi del progetto di inventario dei frammenti delle sculture conservati nei depositi, implementando l’allestimento del Museo di Cabras con i frammenti provenienti dal Museo di Cagliari e revisionando l’apparato didascalico delle sculture di Mont’e Prama; ha presieduto la commissione giudicatrice del concorso di idee per l’infrastrutturazione del sito di Mont’e Prama, curato il piano scientifico della mostra “Sardinia Giant at the MET” con il Metropolitan Museum di New York e avviato il progetto di realizzazione della copia della scultura Manneddu.
Per quanto riguarda gli studi, è stata la prima laureata del corso in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo dei beni archeologici dell'Università di Sassari, nel luglio 2002; ha conseguito un Master per esperti in Sistemi Informativi Territoriali nel 2004 e concluso il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Storia dell'Università di Sassari nel 2006.
Prima della presa di servizio al Ministero della Cultura, è stata collaboratrice dell’Università di Sassari, dove dal 2002 al 2010 ha coordinato attività di scavo, curato esercitazioni e seminari per le cattedre di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana e Metodologia e Tecniche della Ricerca Archeologica. Nell’anno accademico 2010-2011 è stata professoressa a contratto di Archeologia della Sardegna romana.
Address: Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, Piazza S. Agostino 2, Sassari
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Papers by Nadia Canu
in (a cura di M. Perra) Studi sulla Sardegna e il Mediterraneo del II millennio a.C., in onore di Fulvia Lo Schiavo, Atti del I, II, e III Festival della Civiltà nuragica (Orroli, Cagliari), pp.239-257
Il convegno si svolgerà tra Sassari, Porto Torres e Torralba, a rappresentazione degli ambiti territoriali dove si sono svolti alcuni dei progetti più importanti da lei coordinati: la progettazione e la direzione del restauro delle statue di Mont’e Prama al Centro di Restauro e Conservazione di Sassari; le quarantennali ricerche archeologiche per la Colonia Romana di Turris Libisonis; le assidue attività in Meilogu, con particolare riferimento all’acquisizione sistematica di numerose aree archeologiche, gli importanti interventi al Nuraghe Santu Antine e la nascita del Museo della Valle dei Nuraghi del Logudoro-Meilogu a Torralba.
“Servire la Patria è espressione quasi desueta, se non negletta, ma pur sempre sacrosanta; in realtà è quanto mai attuale in un periodo di crisi estesa e diffusa in tutti gli strati della società e dell’economia. Servire il bene comune attraverso la cura e la conservazione dei beni culturali attiva una trama che sostiene sicure prospettive. Allora è il momento di riposizionare la bussola, individuare la direzione e non cambiare strada”.
La citazione sintetizza l’approccio di Antonietta Boninu alla cura e alla conservazione del patrimonio culturale ed è insieme un invito a seguire la rotta tracciata e a non disperderne il lascito.
I temi che il convegno si propone di sviluppare sono suddivisi in cinque grandi aree, a ciascuna delle quali è dedicata una sessione:
Sessione I, Patrimonio Culturale ed Etica
Sessione II, Progettualità e Restauro
Sessione III, La Sardegna Romana
Sessione IV, I Mosaici
Sessione V, Dalla Tutela alla Gestione
I temi del convegno
La prima sessione, intitolata “Patrimonio Culturale ed Etica” è legata alla pratica della tutela del patrimonio culturale, esercitata come dovere etico e morale nella convinzione che la conoscenza del passato, la sua divulgazione e la conservazione delle sue testimonianze sono fonte di progresso materiale e morale del mondo e della società. Questo assunto si coniuga con l’importanza della progettualità lungimirante, con la creazione di reti tra istituzioni, enti, associazioni, operatori e privati, ovvero quella che oggi viene definita “archeologia pubblica” ma che di fatto Antonietta Boninu ha da sempre applicato. La tutela praticata in prima linea, con assiduità sul territorio, al fianco delle amministrazioni locali, dei professionisti e degli operatori di settore deve essere vista in chiave di motore per lo sviluppo sociale e economico, delle comunità e strettamente collegata al tema della gestione del patrimonio culturale.
La seconda sessione, dedicata al tema “progettualità e restauro”, è ispirata al ruolo fondamentale di Antonietta Boninu in questo settore, specialmente per quanto riguarda l’avvio e l’organizzazione del Centro di restauro di Li Punti e il restauro delle statue di Mont’e Prama, che ha progettato e diretto in prima persona, ma, in generale, per la sua infaticabile attività nel settore. Sono trattati gli aspetti legati alla conservazione dei siti e dei manufatti archeologici, in se e in rapporto al paesaggio e alle trasformazioni del territorio. Si tratta di una sessione interdisciplinare, dove tutti i tecnici del settore, architetti, archeologi, restauratori, sono stati chiamati a portare il proprio contributo e la propria riflessione.
La terza e la quarta sessione sono relative a due temi strettamente legati tra loro, la Sardegna Romana e lo studio e il restauro dei mosaici, ovvero i settori della ricerca archeologica nei quali Antonietta Boninu ha dato il suo massimo contributo, ad iniziare dalle indagini sistematiche a Turris Libisonis, i cui risultati sono stati raccolti nella monumentale monografia curata da Antonietta Boninu e Antonella Pandolfi e presentata nel 2012 a suggello della carriera ministeriale.
Le due sessioni sono organizzate geograficamente, partendo dai contributi archeologici relativi al sud Sardegna per arrivare alla parte della sessione espressamente dedicata a Turris Libisonis; sempre da Turris riparte la sessione dedicata ai mosaici, comprendendone anche gli aspetti legati alla conservazione, per riscendere progressivamente verso le testimonianze dal sud dell’Isola.
L’ultima giornata, dedicata al tema “Dalla tutela alla gestione”, vuole rispecchiare l’approccio di Antonietta Boninu al territorio, che non riguardava solo aspetti legati alla conservazione e alle ricerche archeologiche, ma in qualche modo precorrendo le attuali linee dell’archeologia pubblica, mirava al coinvolgimento della comunità e all’obiettivo di creare sviluppo a livello culturale, sociale ed economico partendo dal ricchissimo patrimonio archeologico dell’Isola.
Gli atti del convegno saranno pubblicati a cura della Soprintendenza.
A questo libro degli abstracts, su proposta di Fulvia Lo Schiavo, accolta dal Comitato Scientifico, da Elena Lattanzi e dall’editore Helga di Giuseppe, viene allegato il contributo di Antonietta Boninu “Per le sculture di Mont’e Prama oportet rationem operis instituere”, edito nel 2020 nel volume “Tra Ionio e Tirreno: Orizzonti d’archeologia. Omaggio a Elena Lattanzi”.
e protostorica, l’infaticabile attività sul campo di Antonio Taramelli e l’esplorazione sistematica
dei territori, affrontata con solido metodo topografico e a 360 gradi, apporta significativi contributi
anche alla conoscenza del mondo punico, romano e medievale. Il contributo che si propone
è volto da una parte all’analisi degli studi di Antonio Taramelli inerenti l’archeologia classica,
con cenno ad alcuni contesti di particolare importanza per la definizione delle modalità di occupazione
territoriale e con riguardo specie all’età romana e all’area interna; dall’altra, all’analisi della
figura dello studioso nei rapporti con un grande archeologo specializzato in archeologia classica,
Ranuccio Bianchi Bandinelli, che mosse i primi passi della carriera in ambito cagliaritano.
Il primo fornisce una panoramica generale sul patrimonio archeologico comunale, il secondo presenta alcuni materiali votivi di età punica e romana dal nuraghe Sa turricula, riutilizzato come luogo di culto di una dea delle messi, in genere identificata con la sarda Ceres
in (a cura di M. Perra) Studi sulla Sardegna e il Mediterraneo del II millennio a.C., in onore di Fulvia Lo Schiavo, Atti del I, II, e III Festival della Civiltà nuragica (Orroli, Cagliari), pp.239-257
Il convegno si svolgerà tra Sassari, Porto Torres e Torralba, a rappresentazione degli ambiti territoriali dove si sono svolti alcuni dei progetti più importanti da lei coordinati: la progettazione e la direzione del restauro delle statue di Mont’e Prama al Centro di Restauro e Conservazione di Sassari; le quarantennali ricerche archeologiche per la Colonia Romana di Turris Libisonis; le assidue attività in Meilogu, con particolare riferimento all’acquisizione sistematica di numerose aree archeologiche, gli importanti interventi al Nuraghe Santu Antine e la nascita del Museo della Valle dei Nuraghi del Logudoro-Meilogu a Torralba.
“Servire la Patria è espressione quasi desueta, se non negletta, ma pur sempre sacrosanta; in realtà è quanto mai attuale in un periodo di crisi estesa e diffusa in tutti gli strati della società e dell’economia. Servire il bene comune attraverso la cura e la conservazione dei beni culturali attiva una trama che sostiene sicure prospettive. Allora è il momento di riposizionare la bussola, individuare la direzione e non cambiare strada”.
La citazione sintetizza l’approccio di Antonietta Boninu alla cura e alla conservazione del patrimonio culturale ed è insieme un invito a seguire la rotta tracciata e a non disperderne il lascito.
I temi che il convegno si propone di sviluppare sono suddivisi in cinque grandi aree, a ciascuna delle quali è dedicata una sessione:
Sessione I, Patrimonio Culturale ed Etica
Sessione II, Progettualità e Restauro
Sessione III, La Sardegna Romana
Sessione IV, I Mosaici
Sessione V, Dalla Tutela alla Gestione
I temi del convegno
La prima sessione, intitolata “Patrimonio Culturale ed Etica” è legata alla pratica della tutela del patrimonio culturale, esercitata come dovere etico e morale nella convinzione che la conoscenza del passato, la sua divulgazione e la conservazione delle sue testimonianze sono fonte di progresso materiale e morale del mondo e della società. Questo assunto si coniuga con l’importanza della progettualità lungimirante, con la creazione di reti tra istituzioni, enti, associazioni, operatori e privati, ovvero quella che oggi viene definita “archeologia pubblica” ma che di fatto Antonietta Boninu ha da sempre applicato. La tutela praticata in prima linea, con assiduità sul territorio, al fianco delle amministrazioni locali, dei professionisti e degli operatori di settore deve essere vista in chiave di motore per lo sviluppo sociale e economico, delle comunità e strettamente collegata al tema della gestione del patrimonio culturale.
La seconda sessione, dedicata al tema “progettualità e restauro”, è ispirata al ruolo fondamentale di Antonietta Boninu in questo settore, specialmente per quanto riguarda l’avvio e l’organizzazione del Centro di restauro di Li Punti e il restauro delle statue di Mont’e Prama, che ha progettato e diretto in prima persona, ma, in generale, per la sua infaticabile attività nel settore. Sono trattati gli aspetti legati alla conservazione dei siti e dei manufatti archeologici, in se e in rapporto al paesaggio e alle trasformazioni del territorio. Si tratta di una sessione interdisciplinare, dove tutti i tecnici del settore, architetti, archeologi, restauratori, sono stati chiamati a portare il proprio contributo e la propria riflessione.
La terza e la quarta sessione sono relative a due temi strettamente legati tra loro, la Sardegna Romana e lo studio e il restauro dei mosaici, ovvero i settori della ricerca archeologica nei quali Antonietta Boninu ha dato il suo massimo contributo, ad iniziare dalle indagini sistematiche a Turris Libisonis, i cui risultati sono stati raccolti nella monumentale monografia curata da Antonietta Boninu e Antonella Pandolfi e presentata nel 2012 a suggello della carriera ministeriale.
Le due sessioni sono organizzate geograficamente, partendo dai contributi archeologici relativi al sud Sardegna per arrivare alla parte della sessione espressamente dedicata a Turris Libisonis; sempre da Turris riparte la sessione dedicata ai mosaici, comprendendone anche gli aspetti legati alla conservazione, per riscendere progressivamente verso le testimonianze dal sud dell’Isola.
L’ultima giornata, dedicata al tema “Dalla tutela alla gestione”, vuole rispecchiare l’approccio di Antonietta Boninu al territorio, che non riguardava solo aspetti legati alla conservazione e alle ricerche archeologiche, ma in qualche modo precorrendo le attuali linee dell’archeologia pubblica, mirava al coinvolgimento della comunità e all’obiettivo di creare sviluppo a livello culturale, sociale ed economico partendo dal ricchissimo patrimonio archeologico dell’Isola.
Gli atti del convegno saranno pubblicati a cura della Soprintendenza.
A questo libro degli abstracts, su proposta di Fulvia Lo Schiavo, accolta dal Comitato Scientifico, da Elena Lattanzi e dall’editore Helga di Giuseppe, viene allegato il contributo di Antonietta Boninu “Per le sculture di Mont’e Prama oportet rationem operis instituere”, edito nel 2020 nel volume “Tra Ionio e Tirreno: Orizzonti d’archeologia. Omaggio a Elena Lattanzi”.
e protostorica, l’infaticabile attività sul campo di Antonio Taramelli e l’esplorazione sistematica
dei territori, affrontata con solido metodo topografico e a 360 gradi, apporta significativi contributi
anche alla conoscenza del mondo punico, romano e medievale. Il contributo che si propone
è volto da una parte all’analisi degli studi di Antonio Taramelli inerenti l’archeologia classica,
con cenno ad alcuni contesti di particolare importanza per la definizione delle modalità di occupazione
territoriale e con riguardo specie all’età romana e all’area interna; dall’altra, all’analisi della
figura dello studioso nei rapporti con un grande archeologo specializzato in archeologia classica,
Ranuccio Bianchi Bandinelli, che mosse i primi passi della carriera in ambito cagliaritano.
Il primo fornisce una panoramica generale sul patrimonio archeologico comunale, il secondo presenta alcuni materiali votivi di età punica e romana dal nuraghe Sa turricula, riutilizzato come luogo di culto di una dea delle messi, in genere identificata con la sarda Ceres
Lilliu e l’archeologia classica
di Nadia Canu
Il contributo è volto da una parte all'analisi degli studi di Giovanni Lilliu inerenti l'archeologia
classica, con cenno ad alcuni contesti di età punica e romana di particolare importanza per la
definizione delle modalità di occupazione territoriale; dall'altra all'analisi della figura dello studioso
nei rapporti con i grandi archeologi specializzati in archeologia classica operanti ambito
cagliaritano, in particolare Ranuccio Bianchi Bandinelli.
Néolithique final en Sardaigne, dont environ 250 sont décorés de motifs peints et/ou sculptés. À travers la présentation de trois monuments inédits aux décors architecturaux particulièrement riches, l’article aborde la question des nouvelles méthodes de relevé par photogrammétrie et leur représentation graphique, ainsi que les perspectives d’interprétation offertes par les parallèles ethnographiques.
Gli studi sono stati presentati in via preliminare nel 2016 sia con una breve guida di carattere divulgativo sulla Tomba di Aiodda, un più approfondito contributo sulle attività condotte sul territorio, una giornata di studi dedicata, svoltasi nell’aula consiliare di Nurallao il 12 novembre 2016, che ha visto la partecipazione di insigni studiosi ma anche momenti di coinvolgimento delle scuole.
Finalmente oggi, dopo alcuni anni che buona parte del materiale raccolto e prodotto era rimasto nel cassetto, questo lavoro vede la luce.
Nella prima parte sono illustrate le attività sul territorio, che si sono concentrate sulla Tomba di Aiodda, oggetto di ricerche d’archivio, accurati rilievi e di un intervento di valorizzazione con il posizionamento di segnaletica e pannelli illustrativi, mentre gli altri siti del territorio sono stati individuati sul campo e posizionati. Sono state avviate e portate a conclusione otto dichiarazioni di particolare interesse (più note come “vincoli archeologici”), in altrettanti siti comunali.
In questa sezione, dedicata in massima parte all’analisi della documentazione di Aiodda, sono inseriti gli studi di Giorgio Murru sulla simbologia delle statue menhir e di Fulvia Lo Schiavo sui materiali ceramici e metallici rinvenuti nel corso dello scavo del 1979.
Nella seconda parte sono analizzati a cura di un’équipe di archeologi specialisti, coordinata da Alessandra La Fragola, i materiali archeologici provenienti dal territorio comunale e conservati nel deposito del Museo Archeologico Nazionale G.A. Sanna di Sassari. Il quadro emerso testimonia una continuità abitativa nel territorio a partire dal Neolitico, con importanti testimonianze della ritualità delle genti che popolavano il Sarcidano nell’età del Rame, una eccezionale densità abitativa in età nuragica, importanti scambi commerciali attestati in età punica e una fitta occupazione del territorio in età romana.
Nella terza parte sono stati raccolti una serie di approfondimenti e studi effettuati sul territorio: l’intervento a cura dell’équipe portoghese del Politecnico di Tomar; lo studio dei materiali ossei a cura di Barbara Baldino e la relativa analisi degli isotopi da parte di Luca Lai, ricercatore della University of North Carolina; l’analisi dei mattoni bollati di età romana a cura di Antonio Ibba, professore dell’Università di Sassari. Un importante contributo è stato fornito da Fulvia Lo Schiavo, già Soprintendente Archeologo e studiosa di fama internazionale, che ha fatto del Sarcidano uno dei fulcri delle sue ricerche, tuttora in corso sul territorio.