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  • Daniel Filoni (1983). Nato a Roma, frequenta il Liceo Classico Gaio Lucilio. Ha scritto le seguenti opere, quattro pu... moreedit
Nei versi dedicati a Seneca in questo libro, Daniel Filoni scrive che «solo la filosofia / forma e foggia l’animo dell’uomo, insegna ciò che si deve e / non si deve compiere, come un capitano che in balia del mare / dirige la nave tra le... more
Nei versi dedicati a Seneca in questo libro, Daniel Filoni scrive che «solo la filosofia / forma e foggia l’animo dell’uomo, insegna ciò che si deve e / non si deve compiere, come un capitano che in balia del mare / dirige la nave tra le onde pericolose e i venti distruttori». Se la passione per la filosofia non è mai tramontata, e neanche oggi declina, in un mondo pareggiato nell’astrazione della tecnica e sempre più costretto nella dimensione angusta del presente; se la sua stella ha continuato a brillare nonostante tutto, anche di fronte alle grandi potenze della scienza, della politica, della religione, il motivo va appunto indicato in quella capacità, che il discorso filosofico ha dimostrato di possedere, di formare e orientare «l’animo dell’uomo», edificando intuizioni e visioni del mondo, non separate o elitarie (come spesso si crede), ma diffuse e comuni, in grado di penetrare negli strati più profondi della coscienza individuale e collettiva. In una memorabile definizione Hegel scrisse che la filosofia è «il proprio tempo appreso nel pensiero». Forse è molto di più, perché oltre a comprendere il tempo presente (alla maniera della mitica ‘nottola di Minerva’), schiarendolo nella forma del pensiero, essa ha sempre generato e continua a produrre prospettive e figure che raccolgono il senso del passato e lo proiettano nel futuro di una ‘storia possibile’.
Questo libro di Daniel Filoni è attraversato, dall’inizio alla fine, da questo sentimento di passione e di amore per il sapere filosofico. Chi lo leggerà in maniera continuativa vi troverà rappresentata, per grandi linee e in versi spesso eleganti e piacevoli, l’intera avventura della filosofia, dai princìpi greci al limite della nostra epoca. Il lettore potrà ripercorrere in un breve tempo le epoche, i concetti fondamentali e gli autori più significativi della vicenda di tale disciplina. E potrà, per dire così, osservarla dall’alto e di scorcio, come camminando a grandi passi sul crinale dei secoli.

                                                                                Marcello Mustè
Nei versi dedicati a Seneca in questo libro, Daniel Filoni scrive che «solo la filosofia / forma e foggia l’animo dell’uomo, insegna ciò che si deve e / non si deve compiere, come un capitano che in balia del mare / dirige la nave tra le... more
Nei versi dedicati a Seneca in questo libro, Daniel Filoni scrive che «solo la filosofia / forma e foggia l’animo dell’uomo, insegna ciò che si deve e / non si deve compiere, come un capitano che in balia del mare / dirige la nave tra le onde pericolose e i venti distruttori». Se la passione per la filosofia non è mai tramontata, e neanche oggi declina, in un mondo pareggiato nell’astra- zione della tecnica e sempre più costretto nella dimensione angusta del presente; se la sua stella ha continuato a brillare nonostante tutto, anche di fronte alle grandi potenze della scienza, della politica, della religione, il motivo va appunto indicato in quella capacità, che il discorso filosofico ha dimostrato di possedere, di formare e orientare «l’animo dell’uomo», edificando intuizioni e visioni del mondo, non separate o elitarie (come spesso si crede), ma diffuse e comuni, in grado di penetrare negli strati più profondi della coscienza individuale e collettiva. In una memorabile definizione Hegel scrisse che la filosofia è «il proprio tempo appreso nel pensiero». Forse è molto di più, perché oltre a comprendere il tempo presente (alla maniera della mitica ‘nottola di Minerva’), schiarendolo nella forma del pensiero, essa ha sempre generato e continua a produrre prospettive e figure che raccolgono il senso del passato e lo proiettano nel futuro di una ‘storia possibile’.
Questo libro di Daniel Filoni è attraversato, dall’inizio alla fine, da questo sentimento di passione e di amore per il sapere filosofico. Chi lo leggerà in maniera continuativa vi troverà rappresentata, per grandi linee e in versi spesso eleganti e piacevoli, l’intera avventura della filosofia, dai princìpi greci al limite della nostra epoca. Il lettore potrà ripercorrere in un breve tempo le epoche, i concetti fondamentali e gli autori più significativi della vicenda di tale disciplina. E potrà, per dire così, osservarla dall’alto e di scorcio, come camminando a grandi passi sul crinale dei secoli.

                                                                                        Marcello Mustè
POR DANIEL FILONI * El haiku, una de las formas más refinadas y antiguas de la literatura japonesa, no pierde vigencia. Desde que se abrió paso en Inglaterra y Francia a comienzos del siglo pasado, para luego extenderse a Latinoamérica,... more
POR DANIEL FILONI *

El haiku, una de las formas más refinadas y antiguas de la literatura japonesa, no pierde vigencia. Desde que se abrió paso en Inglaterra y Francia a comienzos del siglo pasado, para luego extenderse a Latinoamérica, muchos son los autores occidentales, como Jorge Luis Borges y Leopoldo Lugones, que se vieron atraídos por este género, que hoy vive un cierto resurgimiento.

A Borges, gran admirador de la cultura japonesa, lo habían atraído sobre todo dos de las características del haiku: su brevedad y su eficaz realismo representativo.

Luego de realizar varios viajes al país oriental, publicó en 1981, su libro La Cifra con 17 poemas de este género.
La mia trasformazione Ho vissuto la mia infanzia schiacciato dal peso delle paure: abissi aperti davanti ai miei occhi. Le facce della persone, i loro corpi: montagne enormi da scalare. Davvero mai ho capito il senso di quel disagio che... more
La mia trasformazione Ho vissuto la mia infanzia schiacciato dal peso delle paure: abissi aperti davanti ai miei occhi. Le facce della persone, i loro corpi: montagne enormi da scalare. Davvero mai ho capito il senso di quel disagio che abitava nel mio animo. Io uomo in mezzo a uomini come me. Sin da piccolo questa sensazione mi faceva soffrire. Vivevo costretto dall'idea della prestazione, schiacciato dal tedio del confronto. Ero impossibilitato a parlare perché un nodo in gola mi impediva di proferire parola. Uscivo tra la gente e sentivo una distanza incolmabile, che separava il mio essere dal loro; eppure, pensavo malinconicamente, io ero fatto della loro stessa carne, lo stesso animo vivificava i nostri corpi, e la stessa sensibilità ci faceva rallegrare dei raggi del sole primaverile. Mi sporgevo per respirare i suoni della notte, chiedevo alla sera di cantarmi una ninna nanna. Cercavo nelle stelle i disegni del destino che potessero spiegarmi il senso di un'esistenza dura, costellata dal dolore. Ma ero solo tra tutta quella gente.
Comprendere significa inoltre dialogare, perché è nel dialogo che, socraticamente, la verità vera può emergere. E questo lo sa molto bene Daniel Filoni il quale non a caso ha scelto la forma dialogica per invitare alla riflessione sul... more
Comprendere significa inoltre dialogare, perché è nel dialogo che, socraticamente, la verità vera può emergere. E questo lo sa molto bene Daniel Filoni il quale non a caso ha scelto la forma dialogica per invitare alla riflessione sul nostro tempo. Sono così nati questi suoi Dialoghi italiani, scritti «in modo semplice ed essenziale». Libro in cui, a ben guardare, l’autore esprimere tutto il suo dissenso e il suo taciuto – ma evidente – malessere rispetto al mondo che viviamo, o che non viviamo. Libro autobiografico, per taluni aspetti, se non altro perchè l’acuto Filoni disserta su questioni del nostro quotidiano sulla base di come egli le vive o comunque le percepisce. Costanti poi sono i riferimenti alla difficile realtà socio-politica dell’Argentina, che è la sua seconda casa, dopo l’amata Roma, città d’origine; realtà che è messa a confronto con quella italiana.
Dialoghi italiani, ma non solo. In effetti, dando uno sguardo complessivo all’opera, ci si accorge che questi dialoghi si sottraggono a ogni tentativo di volerli in qualche modo circoscrivere entro un orizzonte geografico determinato, in virtù della loro complessità e della loro universalità. Italiani solo nella forma, dunque, perché scritti in italiano, ma universali se consideriamo il contenuto in essi racchiuso che travalica a ben vedere gli spazi e supera ogni possibile confine geopolitico.
Nell’esergo, una frase di Nietzsche, che è la chiave ermeneutica per poter cogliere il senso che lega tutti questi dialoghi, soltanto apparentemente irrelati fra loro e disgiunti. Sono in realtà “congiunti” – termine non più desueto, oramai, dopo l’uso che ne ha fatto Conte nei suoi sconnessi e contraddittori decreti durante la quarantena – e lo sono nella misura in cui a dar vita a queste piacevoli e stimolanti discussioni sono sempre, in un modo o nell’altro, due categorie di persone: il ragionevole e l’irragionevole, ma potremmo anche dire il filosofo e chi filosofo non è o non vuole esserlo.
Lo Haiku (di Serena Ammendola) Musicalità e immediatezza. Sono due tra le caratteristiche più evidenti degli haiku di Daniel Filoni. Il suo sguardo autentico e la sua attenta sensibilità fotografano con lucida efficacia alcuni... more
Lo Haiku
(di Serena Ammendola)


Musicalità e immediatezza. Sono due tra le caratteristiche più evidenti degli haiku di Daniel Filoni.
Il suo sguardo autentico e la sua attenta sensibilità fotografano con lucida efficacia alcuni momenti della natura o immortalano - come istantanee - particolari emozioni e riflessioni. E questo si realizza sempre in una ricercata melodia di parole e ritmi.
L’haiku è un componimento poetico che ha avuto la sua origine nel Giappone del Seicento e ha trovato la sua espressione più compiuta in poeti come Matsuo Bashō o Kobayashi Issa. È una poesia che gioca gran parte del suo effetto nella sua straordinaria brevità: tre versi, solo tre versi, particolarmente icastici che regalano un’immagine dolcissima o potente, sempre intensa, solitamente un dettaglio del mondo della natura -  magari ad altri occhi insignificante - che, illuminato dall’arte della parola poetica, diventa indimenticabile. Tre versi, un totale di 17 more nella originale poesia giapponese, 5-7-5 tempi (unità fonologiche) che nelle riprese occidentali hanno subito talvolta reinterpretazioni o modifiche.
L’haiku non nasce in Italia, non affonda le sue radici nel nostro passato letterario e per questo, probabilmente, i poeti italiani si sentono talvolta legittimati a violarne - sempre con garbo - i criteri metrici, hanno ragione di mettere da parte le pignolerie e i conteggi scolastici per privilegiare suono, ritmo, musicalità. Daniel Filoni rilegge il modello dell’haiku con una classe che dona ai suoi versi un’amabile eleganza.


Napoli 19-07-2019
En conclusión, podemos afirmar que, según Bergson, no hay determinación absoluta en el plano material, porque la vida está inscrita en el mecanismo de la materia. La vida siempre se supera a sí misma. La vida es un impulso creador, este... more
En conclusión, podemos afirmar que, según Bergson, no hay determinación absoluta en el plano material, porque la vida está inscrita en el mecanismo de la materia. La vida siempre se supera a sí misma. La vida es un impulso creador, este impulso encuentra la resistencia de la materia y busca, para afirmarse en la realidad, varias y distintas líneas de superación.
Entonces, ¿podría el fenómeno del comediante ayudar a la sociedad a transformarse, si el impulso vital lleva consigo las dos tendencias: el instinto y la creación? Tanto si la respuesta a esta pregunta es positiva como negativa, la simpatía o la antipatía que dominan la vida cotidiana de los individuos en las sociedades modernas resultan ser dos tendencias determinantes de nuestro ser en el mundo.
In primavera, Belgrano R 1 è un trionfo di colori. I bei giardini che inondano le strade con i loro odori di rose e di ibischi, appena fioriti, sembrano cantare melodie di cui non conoscono note e parole, sapendo tuttavia attirare i... more
In primavera, Belgrano R 1 è un trionfo di colori. I bei giardini che inondano le strade con i loro odori di rose e di ibischi, appena fioriti, sembrano cantare melodie di cui non conoscono note e parole, sapendo tuttavia attirare i passanti a partecipare... al profumo esaltante che rapisce e che invita-È una festa la vita, che, dopo una stagione di attesa, ritorna a fiorire, con i suoi doni. Ai piedi degli alti palazzi... bouganville, con rami protesi, sembrano sfiorare ragazzi in sosta, sui marciapiedi fioriti. La primavera è ovunque. I ciclamini occhieggiando dalle finestre sono presenze vigili che osservano, con discrezione, gli avvenimenti. Per le strade si respira bellezza nuova. In certe ore è facile perdersi per i vicoli del quartiere, attratti dell'architettura delle case in stile inglese, francese e tedesco. Davvero, Europa risulti così lontana? Nel momento in cui si oltrepassa la sogliadai quartieri adiacenti ingrigiti dal traffico, entrando in Belgrano R, si percepisce una realtà nuova... La natura, con i suoi fiori: un piccolo paradiso fatto di alberi, piante e gelsomini profumati. Ed io sono un frammento di spazio-tempo, gettato tra le strade del mio quartiere. Belgrano R è una graziosa frazione del quartiere Belgrano, che, grazie alla maestria degli architetti europei, ha acquisito una propria fisionomia originale, durante i primi decenni del * Doctorando en filosofía en la Universidad del Salvador. Nació en Italia, y estudió en el Liceo Gaio Lucilio y en la Universidad «La Sapienza» de Roma. Ha escrito las siguientes obras, dos publicadas y una de ellas en proceso de publicación:
I termini apparentemente antitetici innovazione originalità/subordinazione, conservazione, assumono un significato fondamentale per ciò che concerne la religione romana. Se proviamo a ripercorrere, infatti, tutto il cammino che gli studi... more
I termini apparentemente antitetici innovazione originalità/subordinazione, conservazione, assumono un significato fondamentale per ciò che concerne la religione romana. Se proviamo a ripercorrere, infatti, tutto il cammino che gli studi storico-religiosi hanno compiuto nel corso dei secoli, per ciò che concerne la religione romana, possiamo osservare che le teorie più accreditate tendono a confluire in prossimità di questi due termini: innovazione e subordinazione. Sicché, nonostante le numerose e divergenti prese di posizione da parte dei diversi studiosi, a ben vedere, nelle scienze dell'antichità, risulta ancor viva l'annosa questione riguardante la presunta, o meno, originalità della religione romana al cospetto di quella greca. Già dal secolo passato era opinione comune che la religione romana derivasse, tout court, da quella greca. Le comuni caratteristiche principali che le accomunano: stessi miti, stesse divinità, delineavano ambedue le religioni nella loro complessità. Ma la questione risulta ben altrimenti complessa e non si può liquidare con un semplicistico e sbrigativo giudizio. Questo tema, difatti,-posta la difficoltà esegetica che comporta-continua a suscitare ancora oggi numerose domande tra gli specialisti. La religione romana, dunque, presenta caratteri autonomi, o, al contrario, dipende dalla religione greca nella sua totalità? Inoltre, la religione romana si sviluppa solo in seguito all'influenza della religione greca, o, piuttosto, essa possiede caratteri propri, nati e sviluppatisi già prima delle contaminazioni/irradiazioni che dal mondo greco le giungevano? Tentare di dare risposte esaustive a tali spinosi quesiti è il compito che gli studiosi, a seconda dell'angolatura delle loro teorie, si sono preposti, animati da fervente passione.
Posto che il microcosmo dell'industria alimentare rientri a pieno titolo nel macrocosmo dell'industria capitalistica, una riflessione a proposito risulta necessaria per tentare di capire le modalità attraverso le quali il fenomeno... more
Posto che il microcosmo dell'industria alimentare rientri a pieno titolo nel macrocosmo dell'industria capitalistica, una riflessione a proposito risulta necessaria per tentare di capire le modalità attraverso le quali il fenomeno alimentare si sia sviluppato in questi ultimi anni, prendendo sempre maggior spazio nelle società occidentali. Poiché non sembra difficile, anche per il più distratto tra i cittadini, percepire la reale portata di questo incremento, cercheremo di fare alcune osservazioni al riguardo per meglio comprendere le dinamiche che hanno condotto a questo vertiginoso sviluppo. Basta volgere lo sguardo attorno a noi che subito l'ampiezza del fenomeno attira l'attenzione. Le innumerevoli vetrine dei supermercati testimoniano, grazie ai beni di consumo esposti sugli scaffali, l'esponenziale accrescimento di questo settore. Ovunque è possibile trovare prodotti che attirano la curiosità e il desiderio dei consumatori.
Nella galleria grande il disegno “El estudio por la ventana” fa da sfondo alla installazione “Drifting Star”, in cui i settecentocinquantuno frammenti sono sospesi nello spazio. L’impressione, all’interno dello spazio performativo, è... more
Nella galleria grande il disegno “El estudio por la ventana” fa da sfondo alla installazione “Drifting Star”, in cui i settecentocinquantuno frammenti sono sospesi nello spazio. L’impressione, all’interno dello spazio performativo, è quella di assistere alla magica sospensione del tempo. La materia frammentaria è rappresentata, magnificamente, nell’attimo successivo in cui la sua energia interna viene fatta detonare, dando in tal modo la sensazione allo spettatore di poter catturare con un solo sguardo tale materia disintegrata, e ciò desta meraviglia. Si vive, si fruisce uno spazio cosmico, infinitamente grande e sconvolgente. L’uomo si muove all’interno di questo universo infinito, anche se molto spesso se ne dimentica; questa installazione ha il merito di ricordarcelo, ci proietta all’interno del cosmo, ci rende leggeri e infinitamente piccoli, come questi frammenti. E questi piccoli frammenti non stanno fermi, danzano, riflettono lo spazio d’intorno, si fanno spazio.
ABSTRACT La lectura comparada de la mayoría de los pensadores que han estudiado la filosofía de Albert Camus es aquella según la cual el autor franco-argelino habría rozado el ámbito específico del pensamiento filosófico sin haber... more
ABSTRACT


La lectura comparada de la mayoría de los pensadores que han estudiado la filosofía de Albert Camus es aquella según la cual el autor franco-argelino habría rozado el ámbito específico del pensamiento filosófico sin haber logrado organizar sus propios pensamientos en un sistema completo, razón por la cual él no puede ser considerado un filósofo stricto sensu. Quien, en cambio, se ha ocupado más profundamente de la cuestión, ha sostenido que esta cuestión no puede resolverse en términos tan expeditivos. Ciertamente, queda el hecho de que Camus ha considerado como filosofía un pensamiento vinculado con la dimensión de lo sensible y de la imagen, y, particularmente, su visión de la corporeidad y de la inmanencia; pero también es verdad que, justamente, abrazando este método filosófico peculiar, es necesario admitir la necesidad de sondear ámbitos que han resultado determinantes en la historia de la cultura occidental del siglo XX. Ahora bien, si desde hace tiempo ese esquema de la adhesión del pensamiento relacionado con la sensibilidad, ha cosechado entusiastas admiradores, siempre queda por constatar la extrema atención que Camus ha sabido y querido dirigir a la dimensión de la reacción y de la rebelión contra el nihilismo de su época.
Seguramente, Camus no era el único pensador fascinado por la sensibilidad y la belleza de la naturaleza. De hecho, la cultura occidental, particularmente la romántica tardía, resultaba, en esos años en los que el autor estaba inmerso en el esplendor del paisaje mediterráneo de Argelia, el pasaje obligado para todo literato. Por lo tanto, también escritores importantes, contemporáneos de Camus, se han dejado fascinar por la vida terrena.
“Sii benedetta per il minuto di luce e felicità che desti a un altro cuore solitario, riconoscente! Dio mio! Un intero minuto di felicità! È forse poco sia pure in tutta la vita di un uomo (1)?”. Sono queste le parole con le quali si... more
“Sii benedetta per il minuto di luce e felicità che desti a un altro cuore solitario, riconoscente! Dio mio! Un intero minuto di felicità! È forse poco sia pure in tutta la vita di un uomo (1)?”.

Sono queste le parole con le quali si conclude l’avvincente romanzo/racconto: Le notti bianche, di Fëdor Dostoevskij. Sicché tutta la storia potrebbe riassumersi, nel suo andamento discendente, in queste quattro battute finali. Il romanzo, come si vede, risulta costruito intorno a un accordo tematico fondamentale: il ritmo della narrazione alterna la solitudine del protagonista, nella quale si compie l’ascesa nella natura (mondo della fantasia), e la successiva fase del ritorno in città, dell’incontro con la fanciulla (mondo della ragione), dove il sognatore riversa sugli uomini il suo messaggio, nel tentativo di accompagnarli oltre il loro limite.
La chiave di ogni contenuto artistico (...) sta nella sua tecnica. T. W. Adorno Per comprendere veramente un’opera d’arte è necessario avvicinarla con l’occhio del filosofo e il... more
La chiave di ogni contenuto artistico (...) sta nella sua tecnica.
                                                    T. W. Adorno

      Per comprendere veramente un’opera d’arte è necessario avvicinarla con l’occhio del filosofo e il cuore del poeta, affinché il “di più”, ossia lo spirituale, prodotto dalla configurazione dei suoi elementi materiali/sensibili, si esteriorizzi ed inizi a brillare.
Por: Samuel Bossini. 2020. 1. Como usted menciona: El haiku es una composición poética que consta de diecisiete moras (unidad fonética más breve que la silaba). Esas moras, llevadas a nuestra gramática ¿afecta en su composición y sentido?... more
Por: Samuel Bossini. 2020. 1. Como usted menciona: El haiku es una composición poética que consta de diecisiete moras (unidad fonética más breve que la silaba). Esas moras, llevadas a nuestra gramática ¿afecta en su composición y sentido? No influye negativamente si la estructura métrica no se transforma en un corsé para la creatividad del poeta, porque, de lo contrario, el proceso creativo se reduce a un simple conteo silábico. Entiendo lo del respeto a la tradición, con el que concuerdo, pero no hay que olvidar que todo en el haiku es una adaptación, una transposición, en muchos aspectos forzada, de la silabación japonesa; por eso, no estoy de acuerdo con los que convierten el obsesivo conteo de las sílabas en el fin de sus poesías. En realidad, todo eso, cuando sucede, obstaculiza la intuición poética, relegándola a una dimensión subsidiaria dentro del proceso creativo. En resumen: sí al respeto de la tradición métrica japonesa, pero con clase, sin ninguna obsesión maniática. Porque, según mi opinión, primero se da la intuición poética, o sea, lo que el gran poeta alemán F. Schiller llamaba "disposición musical del alma", y luego viene el trabajo sobre los elementos formales; si no fuera así el poeta se transformaría en una especie de "contable", dedicado, sobre todo, al conteo silábico; lo cual, para mí, aleja del verdadero proceso creativo, que, por varios motivos, necesita más de la liberación del yo del poeta (subjetividad-autoconsciencia) que del control total del proceso compositivo que implica la hipertrófica atención por la forma.