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Importanti fonti iconografiche per la conoscenza di Ferrara negli ultimi anni del Quattrocento sono due note immagini: la mappa disegnata da Pellegrino Prisciani e una xilografia con una veduta della città. La prima di esse si basa su un... more
Importanti fonti iconografiche per la conoscenza di Ferrara negli ultimi anni del Quattrocento sono due note immagini: la mappa disegnata da Pellegrino Prisciani e una xilografia con una veduta della città. La prima di esse si basa su un sistema di coordinate che rivela lo studio della Geographia di Tolomeo e solo ipotesi possono essere avanzate sul perché Prisciani, per il suo rilevamento, non abbia fatto uso della bussola – dell’utilità della quale scrissero Giovanni Tortelli e Luca Pacioli – dal momento che già nel 1473 tale strumento era stato utilizzato nella definizione dei confini tra il territorio ferrarese ed il mantovano.
Della xilografia sono noti due soli esemplari: di Ferrara essa mostra gli edifici principali della parte antica ed alcuni edifici rappresentativi dell’Addizione Erculea. Attribuita talvolta a Prisciani, alla luce delle apparentemente limitate capacità disegnative dell’umanista, sembrerebbe però più lecito supporre che l’immagine possa tutt’al più basarsi su qualche sua indicazione.
[Italiano]: L’opera, a cura di Alfredo Buccaro e Maria Rascaglia, con la collaborazione di Daniela Bacca, Francesca Capano, Maria Gabriella Mansi, Maria Ines Pascariello, Massimo Visone, e pubblicata in coedizione con CB Edizioni Grandi... more
[Italiano]: L’opera, a cura di Alfredo Buccaro e Maria Rascaglia, con la collaborazione di Daniela Bacca, Francesca Capano, Maria Gabriella Mansi, Maria Ines Pascariello, Massimo Visone, e pubblicata in coedizione con CB Edizioni Grandi Opere (ediz. a stampa ISBN 978-88-97644-65-2). Catalogo dell’omonima mostra organizzata dal CIRICE dell’Universita di Napoli Federico II con la Biblioteca Nazionale di Napoli (Palazzo Reale di Napoli, Appartamento Borbonico, 12 dicembre 2019-13 marzo 2020) sotto l’egida del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del V Centenario della morte di Leonardo, il volume e dedicato alla memoria dell’illustre studioso vinciano Carlo Pedretti, che ha ampiamente ispirato questi studi. Autori: Daniela Bacca, Federico Bellini, Ciro Birra, Vincenzo Boni, Alfredo Buccaro, Francesca Capano, Salvatore Di Liello, Leonardo Di Mauro, Adriano Ghisetti Giavarina, Serenella Greco, Claudia Grieco, Orietta Lanzarini, Angelica Lugli, Emma Maglio, Luigi Maglio, Maria Gabriella Mansi, Pieter Martens, Paolo Mascilli Migliorini, Margherita Melani, Maria Ines Pascariello, Maria Rascaglia, Saverio Ricci, Renata Samperi, Anna Sconza, Daniela Stroffolino, Sara Taglialagamba, Carlo Vecce, Alessandro Vezzosi, Massimo Visone, Paola Zampa. La mostra ha voluto porre per la prima volta all’attenzione del grande pubblico le tracce della diffusione, diretta o indiretta, della lezione vinciana e rinascimentale post-vinciana nel contesto dell’architettura e dell’inge­gneria del Mezzogiorno moderno, analizzate attraverso testimonianze manoscritte e a stampa sinora mai presentate al pubblico e, in molti casi, del tutto inedite. Introdotti da saggi generali a firma di autorevoli studiosi di Leonardo e del Rinascimento, i contributi specifici della prima parte del volume riguardano, tra le altre testimonianze: gli incunaboli della Biblioteca Nazionale relativi ai trattati un tempo presenti nella biblioteca di Leonardo e che ispirarono i suoi studi; il Codice Corazza, apografo vinciano seicentesco pubblicato per la prima volta da Buccaro sotto la guida di Pedretti, unitamente ai documenti del fondo Corazza della stessa Biblioteca; il Codice Fridericiano, apografo del XVI secolo dal Trattato della Pittura di Leonardo, acquisito nel 2016 su proposta di Buccaro e Vecce dal Centro per le Biblioteche dell’Ateneo di Napoli Federico II; il Foglietto del Belvedere dell’Archivio Pedretti, il cui studio e stato affrontato in dettaglio da Buccaro; i Vari disegni di Giovanni An­tonio Nigrone (BNN, Ms. XII.G.60-61, ca. 1598-1603), recanti un progetto di trattato di ingegneria meccanica e idraulica di ispirazione vinciana rimasto manoscritto. Nella seconda parte del volume vengono analizzati per la prima volta i grafici di architettura e urbanistica contenuti nei due album cinquecenteschi che compongono l’inedito Codice Tarsia (BNN, Mss. XII.D.1, XII.D.74), vero e proprio ‘Libro di disegni’ risalente al XVI secolo (ca. 1540-98) conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli e un tempo appartenente alla raccolta del principe Spinelli di Tarsia. Questo ricco repertorio documentario diede vita, sul volgere del XVI secolo, al progetto editoriale di Nicola Antonio Stigliola, filosofo e ingegnere nolano: la raccolta contiene splendidi rilievi di antichita e progetti di edifici in gran parte di ambito vignolesco redatti per la committenza farnesiana, oltre a disegni di citta fortificate italiane ed europee di estremo interesse e bellezza, in cui e evidente l’influenza degli studi di Leonardo in materia di inge­gneria militare. Il Codice, oggetto di un attento studio e della catalogazio­ne digitale per Manus Online da parte degli studiosi del Centro CIRICE dell’Ateneo Fridericiano e della Biblioteca Nazionale, rappresenta una preziosa testimonianza della diffusione del Rinascimento di matrice toscana e romana in ambito meridionale ./[English]: This book, edited by Alfredo Buccaro e Maria Rascaglia, with the collaboration of Daniela Bacca, Francesca Capano, Maria Gabriella Mansi, Maria Ines Pascariello, Massimo Visone, is a co-edition with CB Edizioni Grandi Opere (printed edition: ISBN 978-88-97644-65-2). The work is the catalogue of the recent exhibition organized by CIRICE - University of Naples Federico II, with the National Library of Naples (Royal Palace of Naples, Bourbon Apartment, December 12th 2019-March 13th 2020) with the patronage of the National Committee for the Celebrations of V Centenary of Leonardo's death. It is dedicated to the memory of the most illustrious scholar on Leonardo, Carlo Pedretti, who largely inspired these studies. Authors: Daniela Bacca, Federico Bellini, Ciro Birra, Vincenzo Boni, Alfredo Buccaro, Francesca Capano, Salvatore Di Liello, Leonardo Di Mauro, Adriano Ghisetti Giavarina, Serenella Greco, Claudia Grieco, Orietta Lanzarini, Angelica Lugli, Emma Maglio, Luigi Maglio, Maria Gabriella Mansi, Pieter Martens, Paolo Mascilli Migliorini, Margherita Melani, Maria Ines Pascariello, Maria Rascaglia, Saverio…
A remarkable example of Renaissance architecture in Naples, the palace built between 1451 and 1490 by the Como family, was demolished in 1881-82 and partly reconstructed at a different site. The façades on two main levels display the... more
A remarkable example of Renaissance architecture in Naples, the palace built between 1451 and 1490 by the Como family, was demolished in 1881-82 and partly reconstructed at a different site. The façades on two main levels display the accurate stonework fashionable in that period: a regular rustication decreasing in depth from the lower to the upper level, over a smooth basement. A similar kind of work is to be found in other Neapolitan examples such as the palace of Diomede Carafa, and can be connected to the Tuscan taste brought to the kingdom by Alfonso, Duke of Calabria. A further suggestion comes from the cross-shaped windows of the south and east façades, for which the work of Tuscan stonecutters is recorded. The research has produced, among other data, an interesting reference to the famous Dalmatian sculptor Francesco Laurana, whose name appears in a bill of sale to Angelo Como dated 1473.
Only a few copies of the second volume of the of the heroic poem by Gian Giorgio Trissino, L’Italia liberata dai Goti (first edition, 1548) included a topographical view of Rome; this view has so far been almost completely neglected by... more
Only a few copies of the second volume of the of the heroic poem by Gian Giorgio Trissino, L’Italia liberata dai Goti (first edition, 1548) included a topographical view of  Rome; this view has so far been almost completely neglected by scholars. It illustrates the city and his closer surroundings using the same topographical viewpoint of the Roman Campagna map by Eufrosino della Volpaia (1547) with additions inspired by the view drawn by Giovanni Battista Palatino for the Bartolomeo Marliano’s book Urbis Romae Topographiae, 1544. Two more illustrations in the same edition of Trissino’s book were convincingly attributed to Palladio: the aedicule framing the title page and the plate showing Belisario’s encampment. A comparison including the Trissino’s view of Rome, the engravings of the Polybius’ book, Venice 1564, and of  the Julius Caesar’s Commentari, 1575 – in which Andrea himself drew the images  – shows that the third plate also can be perhaps attributed to the same author. Moreover an analysis of several Palladio’s architectural drawings after the roman antiquities, which he probably copied from the originals by Michele Sanmicheli, shows that the same working method was used in both cases. In fact, both the view of Rome in the Trissino’s book that these Palladio’s drawings, like others of its, reveal the same approach, according to which a new result rises from the melting of different sources.
Dopo la morte di Giuliano da Maiano, il duca di Calabria Alfonso d’Aragona chiese a Lorenzo il Magnifico di inviargli un architetto all’altezza del grande maestro. Fu così che Luca Fancelli, alla fine di marzo del 1491, entrò nel Regno di... more
Dopo la morte di Giuliano da Maiano, il duca di Calabria Alfonso d’Aragona chiese a Lorenzo il Magnifico di inviargli un architetto all’altezza del grande maestro. Fu così che Luca Fancelli, alla fine di marzo del 1491, entrò nel Regno di Napoli con la brillante prospettiva di succedere al Maiano nei prestigiosi incarichi che questi assolveva per conto degli Aragonesi. Contemporaneamente, però, il duca Alfonso aveva chiesto alla città di Siena di inviare a Napoli, per qualche tempo, il suo architetto Francesco di Giorgio. Nel successivo mese di maggio la situazione di incertezza si era risolta in favore del maestro senese, prescelto in virtù della sua esperienza nell’architettura militare, che seguì il duca di Calabria in un viaggio in Abruzzo. Qui erano da ammodernare soprattutto le difese costiere, soggette a possibili attacchi dei Turchi, e probabilmente Francesco di Giorgio fornì dei suggerimenti per rafforzare le rocche di Ortona e di Vasto.
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The Iacopo Caldora Palace in Vasto and the late Gothic architecture in the Kingdom of Naples The palace of Iacopo Caldora is located in Vasto, a city located on the coast of the Adriatic Sea, near the border between the Abruzzi and Molise... more
The Iacopo Caldora Palace in Vasto and the late Gothic architecture in the Kingdom of Naples The palace of Iacopo Caldora is located in Vasto, a city located on the coast of the Adriatic Sea, near the border between the Abruzzi and Molise regions. Better known as Palazzo d'Avalos-because in its present aspect it represents the result of the late sixteenth-century transformation promoted by the last feudal lords of the city-the fifteenth-century building of Caldora appears rather preserved, both for the important volumes and for the interesting series of doors, windows and construction details that betray its origin of the age of the Anjou-Durazzo dynasty. The examination of these elements allows the stylistic and constructive characteristics of the building to be placed in the context of the Neapolitan architecture of the first half of the fifteenth century. And both the size and the refinement of some decorative details lead us to imagine that it was a residence of great importance: a building with a rectangular plan, with a courtyard in the center and a garden, placed in a dominant position both with respect to the city and, above all, compared to the underlying sea coast.
These three cities were founded between 1470 and 1535, and their names stand in the case of Giulianova and Acaya their respective founders, Giulio Antonio Acquaviva and Gian Giacomo dell’Acaya, while Frederick of Aragon dedicated the city... more
These three cities were founded between 1470 and 1535, and their names stand in the case of Giulianova and Acaya their respective founders, Giulio Antonio Acquaviva and Gian Giacomo dell’Acaya, while Frederick of Aragon dedicated the city of Ferrandina to the memory of his father Ferrante. In all these cases the towns can be connected with the kings of Naples: in fact Acquaviva was a condottiere close to Alfonso Duke of Calabria, Federico d'Aragona was also a king of Naples, dell’Acaya was a commander and a military engineer on Charles the Fifth’s service.
The plan of Giulianova, started in 1470, was continued at least until the death of Giulio Antonio Acquaviva (1481) and its defensive works were completed by Alfonso Duke of Calabria by 1484-1485. The pattern of urban design can be refered examples of Tuscany, like St. Giovanni Valdarno or Terranova Bracciolini, of the XIIIth or the XIVth hundred; but also to the regular plans of Angevin towns at the north-western borders of the Kingdom, as Cittaducale or Amatrice.
Ferrandina was established to relocate the inhabitants of the village of Uggiano, probably abandoned as a result of an earthquake. His regular system, with long blocks arranged on a slope in which they are drawn parallel streets, is a reminiscent of the fourteenth century the new town of Pietrasanta in Tuscany. Only hypotheses can be formulated on the sources of this urban track and to recall the studies that Fra' Giocondo could have made over the years to stay in Naples on the path of the greek Neapolis, of which the memory seems to emerge in his edition of Vitruvius of 1511, is certainly suggestive .
After the fortification of Firenzuola (1495-1499), the first documented subsequent intervention of this kind was in the new town of Acaya, whose village was established and was fortified with bastions between 1531 and 1535. The urban layout was designed by the architect Gian Giacomo dell’Acaya, the feudal lord, and it had originally aligned rectangular blocks along three decumani, separated by six cardines.
In conclusion, if Giulianova may be considered as an early application of the dictates of Vitruvius, Acaya and Ferrandina, although was established after many decades, they could be traced both into the cultural environment of the Aragonese court and in the years immediately following the end of the Neapolitan stay of Fra' Giocondo.
L’edilizia storica di Ferrara è caratterizzata da murature in mattoni con decorazioni di terracotta e rari elementi in pietra. Tra questi ultimi sono spesso presenti, all’incrocio delle strade, soluzioni d’angolo ottenute con l’impiego di... more
L’edilizia storica di Ferrara è caratterizzata da murature in mattoni con decorazioni di terracotta e rari elementi in pietra. Tra questi ultimi sono spesso presenti, all’incrocio delle strade, soluzioni d’angolo ottenute con l’impiego di colonnine e pilastri, conformemente ad una tradizione dell’architettura altomedioevale, non solo padana, che a Ferrara ebbe seguito anche nei secoli successivi assumendo il carattere di una significativa peculiarità ambientale. Pertanto, tra i valori urbanistici del tessuto storico della città, trovano oggi speciale evidenza proprio i cantonali del Rinascimento che nell’Addizione di Ercole i d’Este, a partire dal quadrivio dell’antica via degli Angeli con via dei Prioni, dove si attesta il Palazzo dei Diamanti, configurano angoli di notevole interesse.
Adriano Ghisetti Giavarina, già professore di Storia dell’architettura presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, è stato docente in corsi e seminari del C.I.S.A. Andrea Palladio di Vicenza. Le sue ricerche riguardanti l’architettura del Rinascimento comprendono contributi sull’attività di Francesco di Giorgio, Biagio Rossetti, Peruzzi, Cola dell’Amatrice, Antonio il Giovane e Aristotele da Sangallo, Sanmicheli, Palladio.
L'opera architettonica di questo artista è stata qui per la prima volta indagata in maniera approfondita, cosa che ha permesso anche di chiarire alcuni problemi riguardanti la biografia del personaggio. Ipotesi concernenti un soggiorno... more
L'opera architettonica di questo artista è stata qui per la prima volta indagata in maniera approfondita, cosa che ha permesso anche di chiarire alcuni problemi riguardanti la biografia del personaggio. Ipotesi concernenti un soggiorno romano e gli interventi dell'architetto nel Palazzo Vitelli alla Cannoniera di Città di Castello hanno trovato conferma sia attraverso successive ricerche d'archivio che tramite saggi effettuati in vista dei restauri dell'edificio citato.
Accanto agli esiti di una ricerca d'archivio sull'attività di architetto, scenografo e pittore dell'artista è una nuova proposta di attribuzione della quasi totalità dei disegni già assegnati ad Aristotile, ed una schedatura dei soggetti... more
Accanto agli esiti di una ricerca d'archivio sull'attività di architetto, scenografo e pittore dell'artista è una nuova proposta di attribuzione della quasi totalità dei disegni già assegnati ad Aristotile, ed una schedatura dei soggetti in essi rappresentati con i possibili confronti e i riferimenti più significativi alla cultura architettonica del Cinquecento.
In questa monografia, curata con Roberto Cannatà e comprendente anche l'attività di Cola pittore, è pubblicato un saggio critico ed una schedatura delle opere architettoniche dell'artista. Nuove osservazioni e confronti e talune... more
In questa monografia, curata con Roberto Cannatà e comprendente anche l'attività di Cola pittore, è pubblicato un saggio critico ed una schedatura delle opere architettoniche dell'artista. Nuove osservazioni e confronti e talune precisazioni archivistiche hanno consentito di rinnovare il mio precedente volume dal titolo Cola dell'Amatrice architetto e la sperimentazione classicistica del Cinquecento (Napoli, 1982).
Sono esaminate le opere vicentine del grande architetto abbinando la rilettura dei documenti a nuove osservazioni concernenti i siti e le preesistenze che hanno condizionato tali interventi.
L'Abruzzo e la Puglia sono regioni che sembrano caratterizzarsi prevalentemente per opere architettoniche del Medioevo e dell'età barocca ma che, tuttavia, presentano anche un ricco patrimonio rinascimentale in gran parte pressoché... more
L'Abruzzo e la Puglia sono regioni che sembrano caratterizzarsi prevalentemente per opere architettoniche del Medioevo e dell'età barocca ma che, tuttavia, presentano anche un ricco patrimonio rinascimentale in gran parte pressoché sconosciuto. Senza trascurare le chiese, l'analisi è stata svolta soprattutto sui palazzi privati e, in particolare sugli esempi più significativi di Bari, Bitonto e L'Aquila; ma anche a Foggia, Brindisi, Lecce, Gallipoli e nei centri minori del Salento in cui sono state riscontrate presenze rilevanti e, in qualche misura, sorprendenti. I risultati della ricerca qui pubblicati - circoscritti al periodo compreso all'incirca tra l'ultimo ventennio del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento e con speciale attenzione alle sperimentazioni del linguaggio classicista del Rinascimento - esemplificano gli esiti di una cultura architettonica formatasi grazie all'apporto di maestranze toscane e lombarde, e che in Puglia, innestandosi sulla tradizione costruttiva del Medioevo, si è arricchita di influssi Veneti, dalmati e napoletani.
La fama di Michele Sanmicheli, come abile disegnatore e grande conoscitore dell’architettura antica, è attestata in primo luogo da Giorgio Vasari. Ed è muovendo dall’esperienza giovanile maturata nell’Italia centrale che il maestro... more
La fama di Michele Sanmicheli, come abile disegnatore e grande conoscitore dell’architettura antica, è attestata in primo luogo da Giorgio Vasari. Ed è muovendo dall’esperienza giovanile maturata nell’Italia centrale che il maestro veronese raggiunse grande fama nella sua città e nei territori della Serenissima.
Ma, nonostante la sua cospicua raccolta di rilievi e studi sia da ritenersi quasi del tutto dispersa, “qualche scheggia o brandello” di essa, grazie allo studio della grafia sanmicheliana ed al confronto dei dati archivistici con le informazioni storiografiche, sembra poter essere ancora riconoscibile.
Ed è di grande interesse, nell’esaminare i disegni riprodotti in questo libro, ripercorrere le vicende della vita professionale dello stesso Sanmicheli, considerando alcuni momenti della lunga attività esercitata nell’architettura civile, religiosa e militare, e i suoi possibili incontri con i maestri della bottega vicentina di Contra’ Pedemuro San Biagio e con Andrea Palladio.
Emisiones en directo y más información en nuestra web: http://gestioneventos.us.es/go/congresodr-ds2020 La gran transformación experimentada por la arquitectura española durante el reinado del emperador Carlos halla en la actividad... more
Emisiones en directo y más información en nuestra web: http://gestioneventos.us.es/go/congresodr-ds2020

La gran transformación experimentada por la arquitectura española durante el reinado del emperador Carlos halla en la actividad de Diego de Riaño y Diego Siloé una expresión tan brillante como diversa. Operando uno en la metrópolis sevillana y otro en la que fuera capital nazarí, último bastión del Islam en la Península, conformaron dos modelos muy distintos de operar, llegando ambos a realizar en las primeras décadas del XVI algunas de las obras pioneras en territorio español con un lenguaje plenamente renacentista. El presente congreso plantea un acercamiento a la figura de estos dos grandes arquitectos en el contexto de la transición al Renacimiento en España. Su referencia quiere servir también de pretexto para abordar fenómenos similares desde una perspectiva más amplia, incorporando los problemas metodológicos e historiográficos en un marco europeo.

SESIÓN 1 - Historiografía, mecenas, contexto.

SESIÓN 2 - Diego de Riaño y la Baja Andalucía

SESIÓN 3 - Diego Siloé y el Reino de Granada

SESIÓN 4 - La transición en otros ámbitos



Entidades organizadoras

Este congreso forma parte de las actividades del Proyecto de Excelencia I+D+i: “Diego de Riaño, Diego Siloe y la Transición del Gótico al Renacimiento en España. Arquitectura y Ciudad: Técnica, Lenguaje y Concepción Espacial” (HAR2016-76371-P), financiado por el Ministerio de Ciencia, Innovación y Universidades (MICINN) del Gobierno de España y adscrito al Instituto Universitario de Arquitectura y Ciencias de la Construcción (IUACC) de la Universidad de Sevilla.

El encuentro cuenta con el apoyo de la RED TARDOGÓTICO, Red Temática de Investigación Cooperativa sobre el Arte Tardogótico (Siglos XV-XVI), constituida por diversos proyectos y grupos de investigación en los que participan profesores de las universidades de Cantabria, Sevilla, Lisboa, Palermo y Zaragoza.

Contamos asimismo con la colaboración del Comité Español de Historia del Arte (CEHA) en la organización del congreso.

El Comité Organizador está formado íntegramente por miembros de las universidades de Sevilla y Granada.