Am Ha Sefer. Il popolo del libro: lettori e bibliofili nell'Italia ebraica tra il XVII e il XX secolo , 2023
link video della relazione, https://www.youtube.com/watch?v=V66TImowUtY&list=PL9l3qU5QG3pRx5JplO-... more link video della relazione, https://www.youtube.com/watch?v=V66TImowUtY&list=PL9l3qU5QG3pRx5JplO-s3_o44Fn5xo7VR&index=12&pp=iAQB ***
Attraverso la descrizione del modo di formarsi della raccolta dantesca da parte dello statista toscano, proveniente da una ricca famiglia di origine israelitica stabilitasi a Livorno, si conduce una riflessione sulla bibliofilia in genere; su quali motivazioni portano a formare una "biblioteca d'autore", sulle sorti di queste collezioni private tra indifferenza degli eredi e recuperi fortunosi. Una disamina sul collezionismo librario da parte di lettori attenti e profondamente motivati, spesso fin dalla giovane età; e sui lettori futuri di alcuni frammenti di quelle raccolte disperse che si sono salvati e sono stati resi accessibili con cambi di giacitura.
Come già illustrato in un articolo del 2014 sulla "Rivista di Studi Danteschi",
https://www.academia.edu/14657676/Sidney_Sonnino_un_caso_di_bibliofilia_e_dantofilia_in_Rivista_di_Studi_Danteschi_n_2_2014_p_374_418 la sezione dantesca della biblioteca privata di Sonnino andò a formare, per volontà del proprietario, il nucleo costitutivo della biblioteca specializzata della Casa di Dante in Roma, https://lnx.casadidanteinroma.it/, istituita come ente morale il 27 aprile 1914 grazie all'interessamento fondamentale dello statista toscano.
1. Introduzione
2. Dalla caccia ai codici danteschi alla loro conservazione
3. I due “Orlandi”:... more 1. Introduzione
2. Dalla caccia ai codici danteschi alla loro conservazione
3. I due “Orlandi”: questioni ecdotiche e linguistiche comuni in Boiardo e Dante
4. Dante in tipografia
5. Conclusioni tra filologia e bibliografia
Bibliografia
Sitografia.
Nel 2019 sono caduti i 140 anni dalla scomparsa di Antonio Panizzi (Brescello 1797 - Londra 1879). La parabola del 'carbonaro' emiliano si concentra sull'esilio vissuto a Londra per sfuggire alla condanna a morte "in effigie" comminata dal Ducato di Modena per le sue idee libertarie. Visse inizialmente a Liverpool ed entrò in contatto con gli altri rifugiati politici: tra i quali Foscolo, Rossetti e Mazzini. Tutti e tre ispirati dal culto di Dante, in modi differenti.
Il metodo che Panizzi sentì più confacente fu quello foscoliano del "Discorso sul testo e su le opinioni diverse prevalenti intorno alla storia e alla emendazione critica della Commedia di Dante" (Londra, Pickering, 1825). Tra i due ci fu inizialmente un carteggio per stabilire i modi della collaborazione di Panizzi al piano dell'edizione della Divina Commedia in 5 voll., non portato a termine per la morte di Foscolo.
A quel punto gli studi danteschi avevano "salato il sangue" a Panizzi, che scrisse un agguerrito saggio-recensione per il "comento analitico" alla Divina Commedia di Gabriele Rossetti, tacciato di «ciurmerie d'interprete mago» («Foreign Review», 1828).
Il prosieguo degli interessi danteschi di Panizzi è segnato dalla sua carriera nella biblioteca del British Museum, fino a diventarne il direttore. Una premonizione di quella professione sembra aversi nelle prime ricerche condotte in servizio delle collazioni foscoliane per lo spoglio di codici «assai belli» nelle tenute di campagna dei dantofili inglesi, tra cui un Egerton, il 2567 vergato a Ferrara, sottoscritto il "27 februarii" del 1379. Una Commedia in 'littera textualis' semplificata, con brevi rubriche latine e con fitte chiose latine marginali e interlineari.
Per la schedatura cfr. il sito del Centro Pio Rajna, con il "Censimento e edizione dei Commenti danteschi", https://www.centropiorajna.it/censimento/schemssest2.htm.
Sul sito della British Library oltre alla scheda dettagliata del codice, è possibile vedere alcune pagine digitalizzate, https://www.bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts/record.asp?MSID=8331&CollID=28&NStart=2567.
I materiali e le immagini del paper sono stati presentati ad ALMA Dante 2019, Ravenna.
Omaggio al Dantedì, 25 marzo 2022. La lettura sinottica è stata suggerita dall’intervento, in rem... more Omaggio al Dantedì, 25 marzo 2022. La lettura sinottica è stata suggerita dall’intervento, in remoto, al Convegno per l’anno del centenario dantesco 2021 organizzato dalla Universidad Complutense di Madrid, dal titolo: "L'ombra sua torna": Dante, il Novecento e oltre. Tra i materiali e gli spunti presentati vi era la comparazione di tre basilari raccolte di saggi danteschi, precisamente di Francesco De Sanctis, "Lezioni e saggi su Dante" (Einaudi 1955, a cura di Sergio Romagnoli), di Benedetto Croce, "La poesia di Dante" (Laterza 1921 [1. ed. 1920], ma utilizzata in una ristampa del 1966) e di Giovanni Gentile, "Studi su Dante" (Sansoni 1965, raccolti da Vito A. Bellezza). Il termine di paragone, all’interno della trattazione organica di ciascun critico della materia dantesca, è stato ridotto all’episodio di Sordello perché Gentile ne diede una ‘lettura’ alla Casa di Dante in Roma il 19 marzo 1939.
Atti del IX congresso AISU, Bologna, 11-14 settembre 2019; sessione 6.5, Città globali in scena: le esposizioni internazionali. - AISU International (collana Insights), 2021
[eng] The ARS artificialiter Scribendi, in the hands of the Manuzio and Estienne family dynasties... more [eng] The ARS artificialiter Scribendi, in the hands of the Manuzio and Estienne family dynasties of booksellers-editors, perfected the Republic of the (human) letters. The book fairs in Europe and Italy during the first centuries of the printing press were an "exposition universelle et permanente au XVIe siècle" (words of the publisher Isidore Liseux, 1875). The commercial networks, with the warehouses along the navigable rivers and in the sea ports, connected the capital cities of the printing industry such as Venice and Antwerp, with the fairs in Spring and Autumn of Frankfurt and Leipzig. ***
[ita] L’ars artificialiter scribendi, in mano alle dinastie familiari di librai-editori dei Manuzio e degli Estienne, perfezionò la Repubblica delle (umane) lettere. Le fiere librarie in Europa e in Italia durante i primi secoli della stampa sono state una “exposition universelle et permanente au XVIe siècle” (parole dell’editore Isidore Liseux, 1875). Le reti commerciali, con i fondaci lungo i fiumi navigabili e nei porti di mare, collegavano le città capitali dell’industria tipografica come Venezia e Anversa, con gli appuntamenti fieristici in primavera e autunno di Francoforte e Lipsia.
Theologica & Historica: Annali della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, 2019
da ALMA Dante (Ravenna 2017)
[eng] This essay recounts the history of the journal Archivum Romani... more da ALMA Dante (Ravenna 2017) [eng] This essay recounts the history of the journal Archivum Romanicum (1917-1941): it was founded by Giulio Bertoni and published by Olschki, which by that time had taken refuge in Geneva. The enterprise having been launched in the middle of the war, Bertoni was opposed by his colleagues – some of whom were quite well known, such as Ernesto G. Parodi and Pio Rajna – who looked askance upon a publication entrusted to a “German” editor, even one who had been in Italy for a number of years. The essay draws attention to the fact that Bertoni, a Romance philologist particu-larly well-versed in dialectology, made contributions to the field of Dante studies, even if not continuously or exclusi-vely. He prepared two biographical “profiles” of Dante for his friend and fellow editor Formiggini (in 1913 and 1921): taken together, these two works reveal a completed course of methodological development, from a follower of the historicist school to a disciple of “scientific idealism,” closer to the philosophy of Gentile than to that of Croce. In 1921, in commemoration of the six-hundredth anniversary of Dante’s death, he wrote the introduction to Olschki’s collotype reprint of the Landiano 190 (La) codex preserved at the Biblioteca Passerini-Landi in Piacenza, an ancient copy of the Divine Comedy made by Antonio da Fermo in 1336. In 1935-36, Bertoni became the first Italian to edit another classic of the Romance tradition, the Chanson de Roland. In the context of his critical remarks on these lite-rary texts, Bertoni’s reflections on the interpenetration of language and dialects contributed to the linguistic debate, in which his opinions figured among the most authoritative. da ALMA Dante (Ravenna 2017) *** [ita] Sono ripercorse le vicende della rivista fondata da Giulio Bertoni, «Archivum Romanicum» (1917-1941) per l’editore Olschki, all’epoca riparato a Ginevra. In quell’impresa Bertoni fu osteggiato in piena guerra da colleghi, anche illustri, come Ernesto G. Parodi e Pio Rajna, i quali mal vedevano la pubblicazione affidata a un editore ‘tedesco’, sebbene da molti anni trapiantato in Italia. Il contributo punta a evidenziare come Bertoni, da filologo romanzo particolarmente ferrato in dialettologia, abbia contribuito agli studi danteschi, sebbene non in modo continuato ed esclusivo. Preparò due “Profili” biografici di Dante per l’amico editore Formiggini (1913, 1921), dalla cui ‘collazione’ emerge l’evoluzione di metodo compiuta: dapprima allievo della scuola storica fino all’apostolato della “scienza idealistica”, più gentiliano che crociano. Nel 1921, per il centenario dantesco, curò ancora per Olschki l’introduzione alla ristampa in fototipia del codice Landiano 190 (La) della Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza, codex vetustior della Commedia esemplato nel 1336 da Antonio da Fermo. Nel biennio 1935-36 Bertoni si fa editore di un altro monumento della cultura romanza: la Chanson de Roland, prima volta per uno studioso italiano. Il dibattito sulla linguistica – nel quale il parere di Bertoni fu dei più autorevoli – viene esemplificato con alcune riflessioni imperniate sull’osmosi tra dialetti e lingua, in funzione dell’edizione critica di un testo letterario.
Atti del I Congresso "O Camiño do Medievalista", Santiago di Compostela, 4-6 aprile 2018 , Sep 1, 2019
[riassunto] Il contributo vuole ripercorrere attraverso due episodi significativi la parabola del... more [riassunto] Il contributo vuole ripercorrere attraverso due episodi significativi la parabola del Dante ‘retore’ impegnato in politica. Gli esiti opposti dell’ambasceria di San Gimignano (7 maggio 1300) e del voto sulla concessione di soldati per le campagne militari di papa Bonifacio VIII (19 giugno 1301) ci mettono di fronte alle alterne vicende della sua attività pubblica per il Comunis Florentie; alle quali seguì l’esilio a vita. L’esito antitetico si può declinare anche in relazione alle carte (o pergamene), i documenti e i testi, che ci parlano di Dante o hanno verbalizzato il suo pensiero e i suoi discorsi. La tradizione, intesa anche come ‘tradimento’ dei fatti e degli originali, potrà così sembrare una ‘sconfitta’; mentre la diffusa ricezione del mito di Dante e della Commedia nei secoli sarà la ‘vittoria’. Si considerano anche degli esempi di iconografia urbana, basati sul monumento della porta nella cinta muraria, l’accessus, modernamente giuntoci come riedizione del classico “arco di trionfo”, secondo il principio ecdotico formulato da Gianfranco Contini: il testo (o il monumento) «ricostruito è più vero del documento» (1977). ***
[resumen] El objetivo de este trabajo es recorrer, a través de dos episodios significativos, la parábola de Dante rétor comprometido políticamente. Los resultados opuestos de la misión diplomática a San Gimignano (7 de mayo de 1300) y del voto sobre la concesión de soldados para las campañas militares del papa Bonifacio VIII (19 de junio de 1301), nos ponen frente a los avatares alternos de su actividad pública para el Comunis Florentie cuya consecuencia fue el exilio de por vida. El resultado antitético puede ser analizado también en relación con los escritos (o pergaminos), documentos y textos que hablan de Dante o que registraron su pensamiento y sus discursos. De este modo la tradición, entendida también como “traición” de los hechos y de los originales, podrá parecer una “derrota”, mientras que la acogida difusa del mito de Dante y de la Comedia a lo largo de los siglos representaría la “victoria”. Se analizan también ejemplos de iconografía urbana, basados en el monumento de la puerta de las murallas, el accessus, que ha llegado hasta nosotros como reedición del clásico “arco de triunfo” según el principio ecdótico formulado por Gianfranco Contini: el texto (o el monumento) “reconstruido es más verdadero que el documento” (1977). ***
[abstract] This essay aims to trace Dante’s political career as “rhetorician” by looking at two significant episodes. The op-posing outcomes of the diplomatic mission of San Gimignano (May 7th, 1300) and the vote on the concession of soldiers for Pope Boniface VIII’s military campaigns (June 19th, 1301) present us with alternating events of his public activity for the Comunis Florentie, which would be followed by his lifelong exile. These contrasting outcomes can also be viewed in relation to the papers (or parchments), documents and texts which provide us with information about Dante or which record his thoughts and speeches. Tradition, which can also be understood as a “betrayal” of the facts and of the original documents, may therefore seem like “de-feat”, while the widespread reception of the myth of Dante and of the Comedy over the centuries will be the “victory”. The essay also consider the examples of urban iconography, based on the monument of the gate in the city walls, the accessus. This has come down to us today as a re-edition of the classical “arch of triumph,” according to the ecdotic principle formulated by Gianfranco Contini: the reconstructed text (or monument) “is truer than the document” (1977).
Atti del Convegno internazionale di studi indetto nel Centenario dell'opera di Norman Douglas, Reggio Calabria, 3-4 dicembre, 2015
La collana dell’editore abruzzese Rocco Carabba, diretta da Giovanni Rabizzani (1884-1918), svilu... more La collana dell’editore abruzzese Rocco Carabba, diretta da Giovanni Rabizzani (1884-1918), sviluppò un’idea già di Alessandro D’Ancona: raccogliere traduzioni di studi letterari storici e critici, memorie, lettere, adatti a «rievocare le più geniali, curiose e anche bizzarre impressioni che nell’animo e nell’arte degli scrittori stranieri furono suscitate dalla complessità dell’Italia». Carducci nel 1889 scriveva: «Non sarebbe male che gli italiani studiassero un po’ più ciò che gli stranieri han detto per tanti e tanti anni del loro paese e di loro». Si propone una ricognizione dei testi pubblicati e dei luoghi visitati, con attenzione al sud e alla Calabria, anche come viaggio linguistico (molti importanti dialettologi furono stranieri).
CIRICE: La Città Altra (Napoli, Palazzo Gravina, 25-27 ottobre), 2018
La città di Dite, situata tra quinto e sesto cerchio della buca infernale, vede condannati l’irac... more La città di Dite, situata tra quinto e sesto cerchio della buca infernale, vede condannati l’iracondo Filippo Argenti, insieme a Farinata e Cavalcante posti nelle arche degli eretici. Il contesto morale e teologico è suggerito da elementi architettonici: le “meschite” (Inf. VIII 70), con “torri a modo di campanili”, chiosa il Buti, intraviste da fuori le mura; accanto a parti di una generica città medievale: il fossato, la porta massiccia, la “buia contrada” (VIII 93), il “secreto calle” (X 1). La vicenda di Gramsci, acuto interprete del canto X dell'Inferno, viene ripercorsa in filigrana con il progetto di una “Città futura” elaborato sul campo della Torino industriale.
[eng] The city of Dis, positioned between the fifth and the sixth circles of hell, sees the damnation of the wrathful Filippo Argenti, together with Farinata and Cavalcante placed in the vaults of heretics. The moral and theological scene is suggested by architectural features: the “meschite” (Inf. VIII 70), with “torri a modo di campanili”, as Buti remarks; alongside parts of a generic medieval city: the moat, the massive gate, the “buia contrada” (VIII 93), the “secreto calle” (X 1). The vicissitude of Gramsci, a shrewd interpreter of canto X, is retraced through political militancy, with the project for a “City of the Future” elaborated on the lines of industrial Turin.
La città, il viaggio, il turismo: percezione, produzione e trasformazione, 13.II. Viaggiare, ricordare, narrare e rappresentare: modelli e soluzioni di trasmissione degli esiti del viaggio, a cura di Chiara Devoti e Monica Naretto, pp. 1015-1022, AISU, 2017, 2017
Delli aspetti de paesi. II, Rappresentazione, memoria, conservazione
The story of “Andreuccio da Perugia”, set in the city of Naples by Giovanni Boccaccio in his Deca... more The story of “Andreuccio da Perugia”, set in the city of Naples by Giovanni Boccaccio in his Decameron, was revisited on film in 1971 by the film-maker Pier Paolo Pasolini, and was the topic of an erudite lecture held in 1911 by the philosopher Benedetto Croce. Pasolini heeded to the artistic lessons of Roberto Longhi to narrate the circumstances of a disciple of Giotto who himself was a character in one of Boccaccio’s tales. Croce focused on the history of the kingdom of Naples during the Angevin rule, and paid particular consideration to the importance of preserving the past by safe-keeping individual and collective memories. The aim of this essay is to compare the reflections of these two scholars who each addressed the Andreuccio’s story in his own way. The paper shall rely on a philosophical concept embodied by the German word Vorverständnis or “preconception”. It shall be used to demonstrate how both scholars adopted Boccaccio’s literary model and artistic sensibility to commingle various media – such as architecture and its content, painting as a tool of art, monuments and their significance, and diverse regional dialects – into a common plot that would enable any writer to recover the experiences from the past.
Per i 150 anni dell'Unità d'Italia la Società Dantesca Italiana (SDI) di Firenze, sotto la presid... more Per i 150 anni dell'Unità d'Italia la Società Dantesca Italiana (SDI) di Firenze, sotto la presidenza di Enrico Ghidetti, ha organizzato un convegno di studi internazionale su "Culto e mito di Dante dal Risorgimento all'Unità", 23-24 novembre 2011. Questo è il mio contributo
A margine della mostra bibliografica e documentaria sulla biblioteca delle Officine Galileo di Fi... more A margine della mostra bibliografica e documentaria sulla biblioteca delle Officine Galileo di Firenze, l'autore ha premesso una scheda riassuntiva sugli "archivi d'impresa" dal punto di vista storico, legislativo e del metodo di studio.
Per i 150 anni dell'Unità d'Italia il prestigioso appuntamento annuale delle Stelline a Milano, d... more Per i 150 anni dell'Unità d'Italia il prestigioso appuntamento annuale delle Stelline a Milano, dedicato al mondo delle biblioteche e dei bibliotecari, ha programmato le sessioni della primavera 2011 secondo una prospettiva storica. Guido Biagi è stato un illustre esponente della prima vera generazione di bibliotecari 'professionisti'; ne viene offerto un profilo essenziale come possibile esempio anche per le generazioni presenti e future.
Il testo è stato presentato come intervento al Convegno di studio: "Navigare nei mari dell'umano ... more Il testo è stato presentato come intervento al Convegno di studio: "Navigare nei mari dell'umano sapere": biblioteche e circolazione libraria nel Trentino e nell'Italia del XVIII secolo, Rovereto, 25-27 ottobre 2007; atti a cura di Giancarlo Petrella
In occasione del convegno in ricordo di Francesco Barberi (1905-1988) l'autore, insieme a M. Guer... more In occasione del convegno in ricordo di Francesco Barberi (1905-1988) l'autore, insieme a M. Guerrini e R. Ventura, ha preparato un contributo che ricorda le "Schede" 1933-1975 come un diario in presa diretta di una professione, con le sue gratificazioni ma anche le frustrazioni, scritto da uno degli operatori di biblioteca più intelligenti e sagaci della prima metà del Novecento in Italia.
L'intervento al Convegno internazionale, svoltosi tra Roma (15-17 novembre) e Bologna (18-19 nove... more L'intervento al Convegno internazionale, svoltosi tra Roma (15-17 novembre) e Bologna (18-19 novembre) del 2004, verte sul rapporto teorico tra FRBR, nuova frontiera della biblioteconomia, e gli elementi paratestuali del libro, sede da sempre di fonti per la catalogazione descrittiva e l'indicizzazione semantica.
Citato da Giovanni Solimine, in http://digitalia.sbn.it/article/viewFile/314/205, p. 61
Il contributo al convegno del 18 novembre 2006 in memoria di Mario Donadoni (1906-1974) da parte ... more Il contributo al convegno del 18 novembre 2006 in memoria di Mario Donadoni (1906-1974) da parte del Comune di origine, Bovolone (Verona), indaga il carteggio tra Donadoni e Giovanni Papini, noto intellettuale conosciuto direttamente a Firenze. Il sodalizio ricostruito attraverso le lettere scambiate offre alcuni spunti critici notevoli; a margine Donadoni fu apprezzato come 'lettore', in particolare delle terzine dantesche, quando Papini aveva quasi perso la vista
"Liminaria", collana di poesia diretta da Massimo Pamio, 2023
Il virgolettato del titolo è una nota sentenza montaliana in "Stile e tradizione", «Il Baretti», ... more Il virgolettato del titolo è una nota sentenza montaliana in "Stile e tradizione", «Il Baretti»,
vol. 2, 1925, n.1 (15 gennaio), rist. in Eugenio Montale, "Auto da fé: cronache in due
tempi", Milano, Il Saggiatore, 1966, 1972 (2. ed.), pp. 15–19: 17, a proposito della poesia
sua e novecentesca. A questa si riferisce anche l’aggettivo latino 'signata', spiegabile
come «un intimo spirito, un genio di razza, una consonanza con gli spiriti più costanti
espressi dalla nostra terra», ibid.
https://www.insulaeuropea.eu/2022/10/09/capobianco-artista-tra-natura-naturans-e-natura-naturata/... more https://www.insulaeuropea.eu/2022/10/09/capobianco-artista-tra-natura-naturans-e-natura-naturata/ L’arte abita la natura, rinchiuderla in un museo è come mettere un uccello creato per volare in una gabbia (Sebastiano A. De Laurentiis).
La sentenza pronunciata da Sebastiano Antonio, in arte Capobianco (1938-2018), potrebbe affiancarsi alle parole di Augusto Guzzo a proposito della filosofia di Giordano Bruno, la quale mirava "infiniti mondi correre per uno spazio infinito: ricoperti ciascuno da guise infinite d'esistenza: animati da una forza infinita unica, la Natura: espressione, a sua volta, del principio primo sovrannaturale, Dio. Quando lo Spaventa [Bertrando] scrisse che nessuno cantò la fecondità infinita della Natura come il Bruno, dètte il giudizio più vero. E non c'è dottrina della genialità inventiva della natura che dia di quella fecondità artefice un senso più vivo e più plastico di talune pagine di questo De la causa"
(A. Guzzo, Introduzione a Giordano Bruno, De la causa, principio e uno, Mursia, Milano 1985, pp. 5-6).
Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, 2021
https://www.ereticopedia.org/sigieri-di-brabante
voce per ERETICOPEDIA: Mediterranean Digital & ... more https://www.ereticopedia.org/sigieri-di-brabante voce per ERETICOPEDIA: Mediterranean Digital & Public Humanities
Am Ha Sefer. Il popolo del libro: lettori e bibliofili nell'Italia ebraica tra il XVII e il XX secolo , 2023
link video della relazione, https://www.youtube.com/watch?v=V66TImowUtY&list=PL9l3qU5QG3pRx5JplO-... more link video della relazione, https://www.youtube.com/watch?v=V66TImowUtY&list=PL9l3qU5QG3pRx5JplO-s3_o44Fn5xo7VR&index=12&pp=iAQB ***
Attraverso la descrizione del modo di formarsi della raccolta dantesca da parte dello statista toscano, proveniente da una ricca famiglia di origine israelitica stabilitasi a Livorno, si conduce una riflessione sulla bibliofilia in genere; su quali motivazioni portano a formare una "biblioteca d'autore", sulle sorti di queste collezioni private tra indifferenza degli eredi e recuperi fortunosi. Una disamina sul collezionismo librario da parte di lettori attenti e profondamente motivati, spesso fin dalla giovane età; e sui lettori futuri di alcuni frammenti di quelle raccolte disperse che si sono salvati e sono stati resi accessibili con cambi di giacitura.
Come già illustrato in un articolo del 2014 sulla "Rivista di Studi Danteschi",
https://www.academia.edu/14657676/Sidney_Sonnino_un_caso_di_bibliofilia_e_dantofilia_in_Rivista_di_Studi_Danteschi_n_2_2014_p_374_418 la sezione dantesca della biblioteca privata di Sonnino andò a formare, per volontà del proprietario, il nucleo costitutivo della biblioteca specializzata della Casa di Dante in Roma, https://lnx.casadidanteinroma.it/, istituita come ente morale il 27 aprile 1914 grazie all'interessamento fondamentale dello statista toscano.
1. Introduzione
2. Dalla caccia ai codici danteschi alla loro conservazione
3. I due “Orlandi”:... more 1. Introduzione
2. Dalla caccia ai codici danteschi alla loro conservazione
3. I due “Orlandi”: questioni ecdotiche e linguistiche comuni in Boiardo e Dante
4. Dante in tipografia
5. Conclusioni tra filologia e bibliografia
Bibliografia
Sitografia.
Nel 2019 sono caduti i 140 anni dalla scomparsa di Antonio Panizzi (Brescello 1797 - Londra 1879). La parabola del 'carbonaro' emiliano si concentra sull'esilio vissuto a Londra per sfuggire alla condanna a morte "in effigie" comminata dal Ducato di Modena per le sue idee libertarie. Visse inizialmente a Liverpool ed entrò in contatto con gli altri rifugiati politici: tra i quali Foscolo, Rossetti e Mazzini. Tutti e tre ispirati dal culto di Dante, in modi differenti.
Il metodo che Panizzi sentì più confacente fu quello foscoliano del "Discorso sul testo e su le opinioni diverse prevalenti intorno alla storia e alla emendazione critica della Commedia di Dante" (Londra, Pickering, 1825). Tra i due ci fu inizialmente un carteggio per stabilire i modi della collaborazione di Panizzi al piano dell'edizione della Divina Commedia in 5 voll., non portato a termine per la morte di Foscolo.
A quel punto gli studi danteschi avevano "salato il sangue" a Panizzi, che scrisse un agguerrito saggio-recensione per il "comento analitico" alla Divina Commedia di Gabriele Rossetti, tacciato di «ciurmerie d'interprete mago» («Foreign Review», 1828).
Il prosieguo degli interessi danteschi di Panizzi è segnato dalla sua carriera nella biblioteca del British Museum, fino a diventarne il direttore. Una premonizione di quella professione sembra aversi nelle prime ricerche condotte in servizio delle collazioni foscoliane per lo spoglio di codici «assai belli» nelle tenute di campagna dei dantofili inglesi, tra cui un Egerton, il 2567 vergato a Ferrara, sottoscritto il "27 februarii" del 1379. Una Commedia in 'littera textualis' semplificata, con brevi rubriche latine e con fitte chiose latine marginali e interlineari.
Per la schedatura cfr. il sito del Centro Pio Rajna, con il "Censimento e edizione dei Commenti danteschi", https://www.centropiorajna.it/censimento/schemssest2.htm.
Sul sito della British Library oltre alla scheda dettagliata del codice, è possibile vedere alcune pagine digitalizzate, https://www.bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts/record.asp?MSID=8331&CollID=28&NStart=2567.
I materiali e le immagini del paper sono stati presentati ad ALMA Dante 2019, Ravenna.
Omaggio al Dantedì, 25 marzo 2022. La lettura sinottica è stata suggerita dall’intervento, in rem... more Omaggio al Dantedì, 25 marzo 2022. La lettura sinottica è stata suggerita dall’intervento, in remoto, al Convegno per l’anno del centenario dantesco 2021 organizzato dalla Universidad Complutense di Madrid, dal titolo: "L'ombra sua torna": Dante, il Novecento e oltre. Tra i materiali e gli spunti presentati vi era la comparazione di tre basilari raccolte di saggi danteschi, precisamente di Francesco De Sanctis, "Lezioni e saggi su Dante" (Einaudi 1955, a cura di Sergio Romagnoli), di Benedetto Croce, "La poesia di Dante" (Laterza 1921 [1. ed. 1920], ma utilizzata in una ristampa del 1966) e di Giovanni Gentile, "Studi su Dante" (Sansoni 1965, raccolti da Vito A. Bellezza). Il termine di paragone, all’interno della trattazione organica di ciascun critico della materia dantesca, è stato ridotto all’episodio di Sordello perché Gentile ne diede una ‘lettura’ alla Casa di Dante in Roma il 19 marzo 1939.
Atti del IX congresso AISU, Bologna, 11-14 settembre 2019; sessione 6.5, Città globali in scena: le esposizioni internazionali. - AISU International (collana Insights), 2021
[eng] The ARS artificialiter Scribendi, in the hands of the Manuzio and Estienne family dynasties... more [eng] The ARS artificialiter Scribendi, in the hands of the Manuzio and Estienne family dynasties of booksellers-editors, perfected the Republic of the (human) letters. The book fairs in Europe and Italy during the first centuries of the printing press were an "exposition universelle et permanente au XVIe siècle" (words of the publisher Isidore Liseux, 1875). The commercial networks, with the warehouses along the navigable rivers and in the sea ports, connected the capital cities of the printing industry such as Venice and Antwerp, with the fairs in Spring and Autumn of Frankfurt and Leipzig. ***
[ita] L’ars artificialiter scribendi, in mano alle dinastie familiari di librai-editori dei Manuzio e degli Estienne, perfezionò la Repubblica delle (umane) lettere. Le fiere librarie in Europa e in Italia durante i primi secoli della stampa sono state una “exposition universelle et permanente au XVIe siècle” (parole dell’editore Isidore Liseux, 1875). Le reti commerciali, con i fondaci lungo i fiumi navigabili e nei porti di mare, collegavano le città capitali dell’industria tipografica come Venezia e Anversa, con gli appuntamenti fieristici in primavera e autunno di Francoforte e Lipsia.
Theologica & Historica: Annali della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, 2019
da ALMA Dante (Ravenna 2017)
[eng] This essay recounts the history of the journal Archivum Romani... more da ALMA Dante (Ravenna 2017) [eng] This essay recounts the history of the journal Archivum Romanicum (1917-1941): it was founded by Giulio Bertoni and published by Olschki, which by that time had taken refuge in Geneva. The enterprise having been launched in the middle of the war, Bertoni was opposed by his colleagues – some of whom were quite well known, such as Ernesto G. Parodi and Pio Rajna – who looked askance upon a publication entrusted to a “German” editor, even one who had been in Italy for a number of years. The essay draws attention to the fact that Bertoni, a Romance philologist particu-larly well-versed in dialectology, made contributions to the field of Dante studies, even if not continuously or exclusi-vely. He prepared two biographical “profiles” of Dante for his friend and fellow editor Formiggini (in 1913 and 1921): taken together, these two works reveal a completed course of methodological development, from a follower of the historicist school to a disciple of “scientific idealism,” closer to the philosophy of Gentile than to that of Croce. In 1921, in commemoration of the six-hundredth anniversary of Dante’s death, he wrote the introduction to Olschki’s collotype reprint of the Landiano 190 (La) codex preserved at the Biblioteca Passerini-Landi in Piacenza, an ancient copy of the Divine Comedy made by Antonio da Fermo in 1336. In 1935-36, Bertoni became the first Italian to edit another classic of the Romance tradition, the Chanson de Roland. In the context of his critical remarks on these lite-rary texts, Bertoni’s reflections on the interpenetration of language and dialects contributed to the linguistic debate, in which his opinions figured among the most authoritative. da ALMA Dante (Ravenna 2017) *** [ita] Sono ripercorse le vicende della rivista fondata da Giulio Bertoni, «Archivum Romanicum» (1917-1941) per l’editore Olschki, all’epoca riparato a Ginevra. In quell’impresa Bertoni fu osteggiato in piena guerra da colleghi, anche illustri, come Ernesto G. Parodi e Pio Rajna, i quali mal vedevano la pubblicazione affidata a un editore ‘tedesco’, sebbene da molti anni trapiantato in Italia. Il contributo punta a evidenziare come Bertoni, da filologo romanzo particolarmente ferrato in dialettologia, abbia contribuito agli studi danteschi, sebbene non in modo continuato ed esclusivo. Preparò due “Profili” biografici di Dante per l’amico editore Formiggini (1913, 1921), dalla cui ‘collazione’ emerge l’evoluzione di metodo compiuta: dapprima allievo della scuola storica fino all’apostolato della “scienza idealistica”, più gentiliano che crociano. Nel 1921, per il centenario dantesco, curò ancora per Olschki l’introduzione alla ristampa in fototipia del codice Landiano 190 (La) della Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza, codex vetustior della Commedia esemplato nel 1336 da Antonio da Fermo. Nel biennio 1935-36 Bertoni si fa editore di un altro monumento della cultura romanza: la Chanson de Roland, prima volta per uno studioso italiano. Il dibattito sulla linguistica – nel quale il parere di Bertoni fu dei più autorevoli – viene esemplificato con alcune riflessioni imperniate sull’osmosi tra dialetti e lingua, in funzione dell’edizione critica di un testo letterario.
Atti del I Congresso "O Camiño do Medievalista", Santiago di Compostela, 4-6 aprile 2018 , Sep 1, 2019
[riassunto] Il contributo vuole ripercorrere attraverso due episodi significativi la parabola del... more [riassunto] Il contributo vuole ripercorrere attraverso due episodi significativi la parabola del Dante ‘retore’ impegnato in politica. Gli esiti opposti dell’ambasceria di San Gimignano (7 maggio 1300) e del voto sulla concessione di soldati per le campagne militari di papa Bonifacio VIII (19 giugno 1301) ci mettono di fronte alle alterne vicende della sua attività pubblica per il Comunis Florentie; alle quali seguì l’esilio a vita. L’esito antitetico si può declinare anche in relazione alle carte (o pergamene), i documenti e i testi, che ci parlano di Dante o hanno verbalizzato il suo pensiero e i suoi discorsi. La tradizione, intesa anche come ‘tradimento’ dei fatti e degli originali, potrà così sembrare una ‘sconfitta’; mentre la diffusa ricezione del mito di Dante e della Commedia nei secoli sarà la ‘vittoria’. Si considerano anche degli esempi di iconografia urbana, basati sul monumento della porta nella cinta muraria, l’accessus, modernamente giuntoci come riedizione del classico “arco di trionfo”, secondo il principio ecdotico formulato da Gianfranco Contini: il testo (o il monumento) «ricostruito è più vero del documento» (1977). ***
[resumen] El objetivo de este trabajo es recorrer, a través de dos episodios significativos, la parábola de Dante rétor comprometido políticamente. Los resultados opuestos de la misión diplomática a San Gimignano (7 de mayo de 1300) y del voto sobre la concesión de soldados para las campañas militares del papa Bonifacio VIII (19 de junio de 1301), nos ponen frente a los avatares alternos de su actividad pública para el Comunis Florentie cuya consecuencia fue el exilio de por vida. El resultado antitético puede ser analizado también en relación con los escritos (o pergaminos), documentos y textos que hablan de Dante o que registraron su pensamiento y sus discursos. De este modo la tradición, entendida también como “traición” de los hechos y de los originales, podrá parecer una “derrota”, mientras que la acogida difusa del mito de Dante y de la Comedia a lo largo de los siglos representaría la “victoria”. Se analizan también ejemplos de iconografía urbana, basados en el monumento de la puerta de las murallas, el accessus, que ha llegado hasta nosotros como reedición del clásico “arco de triunfo” según el principio ecdótico formulado por Gianfranco Contini: el texto (o el monumento) “reconstruido es más verdadero que el documento” (1977). ***
[abstract] This essay aims to trace Dante’s political career as “rhetorician” by looking at two significant episodes. The op-posing outcomes of the diplomatic mission of San Gimignano (May 7th, 1300) and the vote on the concession of soldiers for Pope Boniface VIII’s military campaigns (June 19th, 1301) present us with alternating events of his public activity for the Comunis Florentie, which would be followed by his lifelong exile. These contrasting outcomes can also be viewed in relation to the papers (or parchments), documents and texts which provide us with information about Dante or which record his thoughts and speeches. Tradition, which can also be understood as a “betrayal” of the facts and of the original documents, may therefore seem like “de-feat”, while the widespread reception of the myth of Dante and of the Comedy over the centuries will be the “victory”. The essay also consider the examples of urban iconography, based on the monument of the gate in the city walls, the accessus. This has come down to us today as a re-edition of the classical “arch of triumph,” according to the ecdotic principle formulated by Gianfranco Contini: the reconstructed text (or monument) “is truer than the document” (1977).
Atti del Convegno internazionale di studi indetto nel Centenario dell'opera di Norman Douglas, Reggio Calabria, 3-4 dicembre, 2015
La collana dell’editore abruzzese Rocco Carabba, diretta da Giovanni Rabizzani (1884-1918), svilu... more La collana dell’editore abruzzese Rocco Carabba, diretta da Giovanni Rabizzani (1884-1918), sviluppò un’idea già di Alessandro D’Ancona: raccogliere traduzioni di studi letterari storici e critici, memorie, lettere, adatti a «rievocare le più geniali, curiose e anche bizzarre impressioni che nell’animo e nell’arte degli scrittori stranieri furono suscitate dalla complessità dell’Italia». Carducci nel 1889 scriveva: «Non sarebbe male che gli italiani studiassero un po’ più ciò che gli stranieri han detto per tanti e tanti anni del loro paese e di loro». Si propone una ricognizione dei testi pubblicati e dei luoghi visitati, con attenzione al sud e alla Calabria, anche come viaggio linguistico (molti importanti dialettologi furono stranieri).
CIRICE: La Città Altra (Napoli, Palazzo Gravina, 25-27 ottobre), 2018
La città di Dite, situata tra quinto e sesto cerchio della buca infernale, vede condannati l’irac... more La città di Dite, situata tra quinto e sesto cerchio della buca infernale, vede condannati l’iracondo Filippo Argenti, insieme a Farinata e Cavalcante posti nelle arche degli eretici. Il contesto morale e teologico è suggerito da elementi architettonici: le “meschite” (Inf. VIII 70), con “torri a modo di campanili”, chiosa il Buti, intraviste da fuori le mura; accanto a parti di una generica città medievale: il fossato, la porta massiccia, la “buia contrada” (VIII 93), il “secreto calle” (X 1). La vicenda di Gramsci, acuto interprete del canto X dell'Inferno, viene ripercorsa in filigrana con il progetto di una “Città futura” elaborato sul campo della Torino industriale.
[eng] The city of Dis, positioned between the fifth and the sixth circles of hell, sees the damnation of the wrathful Filippo Argenti, together with Farinata and Cavalcante placed in the vaults of heretics. The moral and theological scene is suggested by architectural features: the “meschite” (Inf. VIII 70), with “torri a modo di campanili”, as Buti remarks; alongside parts of a generic medieval city: the moat, the massive gate, the “buia contrada” (VIII 93), the “secreto calle” (X 1). The vicissitude of Gramsci, a shrewd interpreter of canto X, is retraced through political militancy, with the project for a “City of the Future” elaborated on the lines of industrial Turin.
La città, il viaggio, il turismo: percezione, produzione e trasformazione, 13.II. Viaggiare, ricordare, narrare e rappresentare: modelli e soluzioni di trasmissione degli esiti del viaggio, a cura di Chiara Devoti e Monica Naretto, pp. 1015-1022, AISU, 2017, 2017
Delli aspetti de paesi. II, Rappresentazione, memoria, conservazione
The story of “Andreuccio da Perugia”, set in the city of Naples by Giovanni Boccaccio in his Deca... more The story of “Andreuccio da Perugia”, set in the city of Naples by Giovanni Boccaccio in his Decameron, was revisited on film in 1971 by the film-maker Pier Paolo Pasolini, and was the topic of an erudite lecture held in 1911 by the philosopher Benedetto Croce. Pasolini heeded to the artistic lessons of Roberto Longhi to narrate the circumstances of a disciple of Giotto who himself was a character in one of Boccaccio’s tales. Croce focused on the history of the kingdom of Naples during the Angevin rule, and paid particular consideration to the importance of preserving the past by safe-keeping individual and collective memories. The aim of this essay is to compare the reflections of these two scholars who each addressed the Andreuccio’s story in his own way. The paper shall rely on a philosophical concept embodied by the German word Vorverständnis or “preconception”. It shall be used to demonstrate how both scholars adopted Boccaccio’s literary model and artistic sensibility to commingle various media – such as architecture and its content, painting as a tool of art, monuments and their significance, and diverse regional dialects – into a common plot that would enable any writer to recover the experiences from the past.
Per i 150 anni dell'Unità d'Italia la Società Dantesca Italiana (SDI) di Firenze, sotto la presid... more Per i 150 anni dell'Unità d'Italia la Società Dantesca Italiana (SDI) di Firenze, sotto la presidenza di Enrico Ghidetti, ha organizzato un convegno di studi internazionale su "Culto e mito di Dante dal Risorgimento all'Unità", 23-24 novembre 2011. Questo è il mio contributo
A margine della mostra bibliografica e documentaria sulla biblioteca delle Officine Galileo di Fi... more A margine della mostra bibliografica e documentaria sulla biblioteca delle Officine Galileo di Firenze, l'autore ha premesso una scheda riassuntiva sugli "archivi d'impresa" dal punto di vista storico, legislativo e del metodo di studio.
Per i 150 anni dell'Unità d'Italia il prestigioso appuntamento annuale delle Stelline a Milano, d... more Per i 150 anni dell'Unità d'Italia il prestigioso appuntamento annuale delle Stelline a Milano, dedicato al mondo delle biblioteche e dei bibliotecari, ha programmato le sessioni della primavera 2011 secondo una prospettiva storica. Guido Biagi è stato un illustre esponente della prima vera generazione di bibliotecari 'professionisti'; ne viene offerto un profilo essenziale come possibile esempio anche per le generazioni presenti e future.
Il testo è stato presentato come intervento al Convegno di studio: "Navigare nei mari dell'umano ... more Il testo è stato presentato come intervento al Convegno di studio: "Navigare nei mari dell'umano sapere": biblioteche e circolazione libraria nel Trentino e nell'Italia del XVIII secolo, Rovereto, 25-27 ottobre 2007; atti a cura di Giancarlo Petrella
In occasione del convegno in ricordo di Francesco Barberi (1905-1988) l'autore, insieme a M. Guer... more In occasione del convegno in ricordo di Francesco Barberi (1905-1988) l'autore, insieme a M. Guerrini e R. Ventura, ha preparato un contributo che ricorda le "Schede" 1933-1975 come un diario in presa diretta di una professione, con le sue gratificazioni ma anche le frustrazioni, scritto da uno degli operatori di biblioteca più intelligenti e sagaci della prima metà del Novecento in Italia.
L'intervento al Convegno internazionale, svoltosi tra Roma (15-17 novembre) e Bologna (18-19 nove... more L'intervento al Convegno internazionale, svoltosi tra Roma (15-17 novembre) e Bologna (18-19 novembre) del 2004, verte sul rapporto teorico tra FRBR, nuova frontiera della biblioteconomia, e gli elementi paratestuali del libro, sede da sempre di fonti per la catalogazione descrittiva e l'indicizzazione semantica.
Citato da Giovanni Solimine, in http://digitalia.sbn.it/article/viewFile/314/205, p. 61
Il contributo al convegno del 18 novembre 2006 in memoria di Mario Donadoni (1906-1974) da parte ... more Il contributo al convegno del 18 novembre 2006 in memoria di Mario Donadoni (1906-1974) da parte del Comune di origine, Bovolone (Verona), indaga il carteggio tra Donadoni e Giovanni Papini, noto intellettuale conosciuto direttamente a Firenze. Il sodalizio ricostruito attraverso le lettere scambiate offre alcuni spunti critici notevoli; a margine Donadoni fu apprezzato come 'lettore', in particolare delle terzine dantesche, quando Papini aveva quasi perso la vista
"Liminaria", collana di poesia diretta da Massimo Pamio, 2023
Il virgolettato del titolo è una nota sentenza montaliana in "Stile e tradizione", «Il Baretti», ... more Il virgolettato del titolo è una nota sentenza montaliana in "Stile e tradizione", «Il Baretti»,
vol. 2, 1925, n.1 (15 gennaio), rist. in Eugenio Montale, "Auto da fé: cronache in due
tempi", Milano, Il Saggiatore, 1966, 1972 (2. ed.), pp. 15–19: 17, a proposito della poesia
sua e novecentesca. A questa si riferisce anche l’aggettivo latino 'signata', spiegabile
come «un intimo spirito, un genio di razza, una consonanza con gli spiriti più costanti
espressi dalla nostra terra», ibid.
https://www.insulaeuropea.eu/2022/10/09/capobianco-artista-tra-natura-naturans-e-natura-naturata/... more https://www.insulaeuropea.eu/2022/10/09/capobianco-artista-tra-natura-naturans-e-natura-naturata/ L’arte abita la natura, rinchiuderla in un museo è come mettere un uccello creato per volare in una gabbia (Sebastiano A. De Laurentiis).
La sentenza pronunciata da Sebastiano Antonio, in arte Capobianco (1938-2018), potrebbe affiancarsi alle parole di Augusto Guzzo a proposito della filosofia di Giordano Bruno, la quale mirava "infiniti mondi correre per uno spazio infinito: ricoperti ciascuno da guise infinite d'esistenza: animati da una forza infinita unica, la Natura: espressione, a sua volta, del principio primo sovrannaturale, Dio. Quando lo Spaventa [Bertrando] scrisse che nessuno cantò la fecondità infinita della Natura come il Bruno, dètte il giudizio più vero. E non c'è dottrina della genialità inventiva della natura che dia di quella fecondità artefice un senso più vivo e più plastico di talune pagine di questo De la causa"
(A. Guzzo, Introduzione a Giordano Bruno, De la causa, principio e uno, Mursia, Milano 1985, pp. 5-6).
Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, 2021
https://www.ereticopedia.org/sigieri-di-brabante
voce per ERETICOPEDIA: Mediterranean Digital & ... more https://www.ereticopedia.org/sigieri-di-brabante voce per ERETICOPEDIA: Mediterranean Digital & Public Humanities
Insula Europea, https://www.insulaeuropea.eu/2021/10/11/un-artista-e-il-suo-paese/ . - Avvenimenti, 2021
https://www.insulaeuropea.eu/2021/10/11/un-artista-e-il-suo-paese/
Le foto delle opere sono ripr... more https://www.insulaeuropea.eu/2021/10/11/un-artista-e-il-suo-paese/ Le foto delle opere sono riprodotte per gentile concessione dell'Associazione culturale Pietro De Laurentiis, www.pietrodelaurentiis.it Un artista e il suo paese
Paragrafi:
1) Pietro De Laurentiis da Roccascalegna a Roma
2) Il disegno
3) La scultura
4) La decorazione urbana e l'arredo sacro
5) L'Artista autoesegeta
6) Visione individuale e "risentimento" lirico della fisicità
[esergo 1] Qual di pennel fu maestro o di stile / che ritraesse l'ombre e ' tratti ch'ivi / mirar farieno uno ingegno sottile? (Purgatorio XII, 64-66)
[esergo 2] Evidentem[ente] a tutti questi elementi è sempre il risentimento lirico dell'artista che dà il valore estetico (Bernard Berenson, The essential in painting, nella prova di traduzione di Roberto Longhi, Per un saggio su Bernard Berenson [scartafaccio del 1912 ca.])
___Pietro De Laurentiis (1920-1991) è stato un enfant prodige, se così vogliamo chiamare il talento naturale e precoce, quando si dice di qualcuno che è nato per quel mestiere, con il lapis in mano. La sua biografia induce a pensare questo. Il primo talent-scout lo incontrò in modo casuale, e subito si accorse delle sue doti di ritrattista spontaneo, felice di disegnare soggetti tratti dalla cerchia familiare e da figure del paese, dai manufatti (un uomo di paglia usato come "spaventapasseri") e dagli animali della corte rurale (gallo, bue, maiale), che il lavoro dei campi in un paese come Roccascalegna gli offriva negli anni Trenta del secolo scorso.
Recensioni di:
-- Luca Monterone, su "Studi cattolici", n. 728, ottobre 2021, pp. 40-41.
-- ... more Recensioni di:
-- Luca Monterone, su "Studi cattolici", n. 728, ottobre 2021, pp. 40-41.
-- Gualberto Alvino, https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/recensioni/recensione_370.html -- Massimo Seriacopi, Rassegna bibliografica. - Dante, "La Rassegna della letteratura italiana", anno 127, serie IX, n. 1, gen.-giu. 2023, p. 60.
https://www.insulaeuropea.eu/2021/07/28/da-frate-ilario-al-bibliopola-partenopeo-per-un-dante-202... more https://www.insulaeuropea.eu/2021/07/28/da-frate-ilario-al-bibliopola-partenopeo-per-un-dante-2021/ La lettera del frater Ylarus resta una crux nella biografia di Dante. Questo saggio parte da un classico studio di Giuseppe Billanovich del 1947, di cui si riprende la tesi che considera la testimonianza un’abile “esercitazione retorica” impostata da Boccaccio alla scuola dell’Ars dictaminis.
La perizia profusa dal Boccaccio retore può ricordare, in qualche modo, la preparazione artigianale di un tipografo vintage del 2021. Mi riferisco a Carmine Cervone da Napoli, il quale per il settimo centenario dantesco ha progettato di ristampare la Divina Commedia in un’edizione da collezione, a tiratura limitata, con previo lancio di una sottoscrizione di offerte libere. Del resto anche le copie dei “Dante del Cento” furono esemplate per finanziare la dote necessaria per maritare più di una figlia dell’impresario.
Ai lettori lascio il giudizio su una possibile convergenza, un parallelismo con in mezzo la Commedia, tra il piacere prodotto all’occhio, con una stampa alla linotype, dalla tessitura in rime di terzine da una parte, e dall’altra quello per l’udito che è generato dalla poesia «que nichil aliud est quam fictio rethorica musicaque poita [che altro non è se non una finzione rettorica dipoi posta in musica]» (De vulgari eloquentia, II iv 2).
I concetti di “intermediario” di T. S. Eliot e di “aura” di Walter Benjamin forniscono un sostegno teorico, che ci viene dalla prima metà del Novecento, allo sviluppo e alla conclusione del discorso: «le modificazioni nel medium della percezione di cui noi siamo contemporanei possono intendersi come una decadenza dell’aura» (W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, III).
Il contributo ripercorre due iniziative editoriali curate da Guido Biagi, bibliotecarioprefetto d... more Il contributo ripercorre due iniziative editoriali curate da Guido Biagi, bibliotecarioprefetto della Biblioteca Medicea Laurenzianae poligrafo fiorentino vissuto a cavallo di Otto e Novecento. Allievo di Adolfo Bartoli, un esponente del metodo della Scuola storica presso l'Istituto di Studi superiori di Firenze, con una tesi di laurea a carattere filologico sul Novellino. Dopo essere entrato nell'orbita della casa editrice Sansoni, Biagi ne diresse la "Piccola Biblioteca Italiana", tascabile ed economica, che ebbe come prima uscita la Divina Commedia, senza note, nel 1883, poi riedita nel 1923; utilizzando così due "vulgate" a distanza di quarant'anni. Nel nuovo secolo, dopo aver ricevuto la nomina ad «accademico bibliotecario dal 1915 al 1923» presso l'Accademia della Crusca, Biagi curò due editiones minores del Dizionario della lingua italiana (1865-1879) di Tommaseo e Bellini: quella «compendiata e ammodernata ad uso delle famiglie» (Torino, Utet, 1917-1918), in 2 volumi; e Il Tommaseo scolastico, una «riduzione e integrazione» del 1926 per la stessa casa editrice. Nel cantiere di quel «vero nazionale monumento» (secondo le parole dell'editore Luigi Pomba) lo scrittore dalmata, già importante esegeta della Commedia con un commento in tre edizioni a partire dal 1837, offre infatti un utile confronto tra filologia e lessicografia storica, che le due curatele suddette di Biagi aiutano a sviluppare con un'attenzione alla riflessione metodologica e operativa, come anche alle specificità delle due discipline. In ultimo ne esce confermata la tesi di Gianfranco Contini che l'edizione critica di un testo è nel tempo, accanto all'«idea di lingua come realtà mobile, vivente, poliedrica» di Salvatore Battaglia, ereditata poi da Tullio De Mauro.
Si offre una escursione paleografica su come il sommo poeta si sia figurato l’espediente di una i... more Si offre una escursione paleografica su come il sommo poeta si sia figurato l’espediente di una iscrizione epigrafica graffita in oro nel cielo argenteo di Giove: DILIGITE IUSTITIAM QUI IUDICATIS TERRAM (Par. XVIII 91, 93), incipit del libro della Sapienza del Vecchio Testamento. Sul modo, dunque, in cui la M capitale, lettera finale della sequenza epigrafica «in cinque volte sette / vocali e consonanti» (88-89) si muti in giglio (simbolo comunale di Firenze) e poi in aquila (simbolo dell’Impero).
La foggia di partenza di questa lettera in stile onciale pone alcune questioni. Era una littera textualis, riservata alla scrittura libraria, ma con una variante di esecuzione municipale legata all’officina dei “Danti del Cento”, la prima impresa di copiatura seriale della Commedia a Firenze, esemplata in una “bastarda cancelleresca” (definizione di Emanuele Casamassima) o “bastarda fiorentina” (secondo Vincenzio Borghini). La digrafia della tradizione quasi certamente sarà stata anche di Dante, in ossequio al proprio bilinguismo latino / volgare, così come il suo più importante copista, Francesco di ser Nardo da Barberino, in Val di Pesa, utilizzava all’occorrenza una cancelleresca corsiva e una libraria ‘al tratto’. Dagli spunti che il “dipinto” di quella M filigranata e iconica (nei capilettera di canto) suggerisce, emerge una diacronia del segno grafico fino all’invenzione della stampa; una svolta di cui è rimasta traccia nel gergo tipografico inglese con la distinzione Upper Case / Lower Case, dall’uso di predisporre i caratteri maiuscoli nella parte alta della cassa del compositore, e i minuscoli in basso.
L’incunabolistica otto-novecentesca eleggerà ancora la M come una lettera guida per i rilevamenti quantitativi e del ductus dei “tipi” della grande famiglia detta “gotica”.
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Il volume raccoglie 20 saggi offerti in omaggio a Mauro Guerrini dagli allievi, come segno di gratitudine e riconoscenza per l’attività di docenza svolta presso diversi Atenei italiani nonché come testimonianza del suo instancabile impegno verso la professione bibliotecaria, anche come presidente dell’AIB e come membro di comitati dell’IFLA. I contributi sono raggruppati in sezioni che riprendono i molteplici ambiti di interesse del professor Mauro Guerrini, trasmessi con passione agli studenti, che vanno dalla bibliografia alle biblioteche, alla formazione e didattica, alla metadatazione. - Una Nota di lettura di Attilio Mauro Caproni si trova in "Biblioteche oggi", 39, 2021, maggio, pp. 52-54; http://www.bibliotecheoggi.it/rivista/issue/view/94.
Paolo Tinti recensisce la pubblicazione su "Bibliothecae.it", 11, 2022, n. 1, pp. 509-514, https://bibliothecae.unibo.it/article/view/15211/14449
Boccaccio’s scholarly editions edited by Aldo Francesco Massèra (1883-1928), Decameron (1927) and... more Boccaccio’s scholarly editions edited by Aldo Francesco Massèra (1883-1928), Decameron (1927) and Opere latine minori (1928), were published by Laterza, within the series “Scrittori d’Italia” founded by Benedetto Croce in 1910. The massive work of the philologist, who graduated in Bologna, is retraced with a special attention to his modus operandi. He was always immersed in the collation of manuscripts borrowed from Italian and foreign libraries. Massèra was head librarian of the Biblioteca Gambalunga, an institute connected to the Historical Archive of the Rimini Municipality: in these position he became a «brilliant illustrator of urban memories» (how it is written on Massèra’s tombstone). He also served as a teacher in the technical school named “Roberto Valturio”, along a short but intensive cursus honorum. Regrettably, his career is neglected even by experts: on the contrary, his work deserves the same attention paid to leading scholars. Le edizioni critiche di Boccaccio curate da Aldo Francesco Massèra (1883-1928) sono descritte in relazione alla serie “Scrittori d’Italia” di Laterza, diretta da Benedetto Croce a partire dal 1910, che le ospitò. L’enorme lavoro del filologo laureatosi a Bologna è ripercorso con un occhio al suo modus operandi. Egli era sempre immerso per la collazione tra codici richiesti in prestito da biblioteche italiane e istituti stranieri. Massèra è stato capo bibliotecario presso la Biblioteca Gambalunga, collegata all’archivio storico del Comune di Rimini; in questa posizione egli si fece «geniale illustratore delle memorie cittadine» (dalla lapide nel cimitero monumentale di Rimini). Egli ricoprì anche il ruolo di insegnante nelle scuole superiori, durante una carriera breve ma intensa, la quale risulta stranamente rimossa tra gli specialisti, quando invece merita l’attenzione che si dedica ai veri maestri.
Guido Vernani (Rimini, 1290 ca. – 1345) è stato un frate domenicano, glossatore della filosofia m... more Guido Vernani (Rimini, 1290 ca. – 1345) è stato un frate domenicano, glossatore della filosofia morale di Aristotele e di Tommaso d’Aquino, lettore nello Studium generale dell’ordine dei frati predicatori in Bologna tra il 1310 e il 1324; nel 1312 risulta consulente per l’inquisitore diocesano presso il convento di San Domenico a Bologna. Il De Reprobatione Monarchiae, scritto nella seconda metà degli anni ’20 del Trecento, è il trattato che lo ha reso noto per le posizioni anti-dantesche ivi sostenute.
ERETICOPEDIA: Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, www.ereticopedia.org, 2020
ERETICOPEDIA, s. v. Du Pouget, Bertrand [Bertrando del Poggetto]
http://www.ereticopedia.org/ber... more ERETICOPEDIA, s. v. Du Pouget, Bertrand [Bertrando del Poggetto] http://www.ereticopedia.org/bertrand-du-pouget Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 [incartamento su un inquisitore di Dante] Bertrand du Pouget o du Poujet (Castelnau-Montratier 1280 ca.-Villeneuve-lès-Avignon 1352), italianizzato in Bertrando del Poggetto, è stato un cardinale, legato pontificio e dottore in diritto canonico. Sommario: Biografia; La campagna d'Italia; Signore di Bologna e Rettore di Romagna; L'inquisitore di Dante; Il ritiro ad Avignone; Bibliografia; Links.
[eng] The history of the Library of the Chamber of Deputies amidst legislative body, research ins... more [eng] The history of the Library of the Chamber of Deputies amidst legislative body, research institutions, and librarians devoted to reference services to Members of Parliament and information assistance to external users.
[rec. lunga in] "Note e discussioni" su Fernando Venturini, Libri, lettori e bibliotecari a Montecitorio. Storia della Biblioteca della Camera dei deputati. Milano: Wolters Kluwer; Padova: Cedam, 2019 (Quaderni di Nomos: le attualità nel diritto; n.s., 7).
Lunigiana Dantesca, www.lunigianadantesca.it, May 10, 2020
In modo irrituale si offre una 'lectura Dantis' incentrata su una Epistola; la XI ai cardinali it... more In modo irrituale si offre una 'lectura Dantis' incentrata su una Epistola; la XI ai cardinali italici diretti al conclave di Carpentras per l'elezione del nuovo pontefice successore di Clemente V, il "pastor sanza legge" (Inf. XIX 83), responsabile del trasferimento della sede pontificia ad Avignone nel 1309. Lo stato recente degli studi danteschi sta rivalutando l'importanza del corpus delle tredici epistole, con proposte di inserimento di nuove attribuzioni (Paolo Pellegrini per una XIV missiva) e nuovi studi (Antonio Montefusco e Giuliano Milani su " Ambienti culturali, contesti storici e circolazione dei saperi"). Qui si offre un approccio monografico ad una Epistola, come se fosse un canto della Commedia, per analizzarne la tradizione. Anche per alcune epistole Boccaccio risulta fondamentale. Si accenna alla ricezione nei secoli di questa singola epistola (in Petrarca, Cola di Rienzo); le prime edizioni critiche moderne: Ermenegildo Pistelli per il Dante del 1921 (2. ed. 1960); fino a quella di Manlio Pastore Stocchi (2005, 2012), ancora debitrice del testo del centenario. Le citazioni sono in latino o, a volte, in traduzione italiana per una maggiore fluidità del discorso. La stesura dell'Ep. XI risale al 1314, nel periodo tra la morte del pontefice e la convocazione del conclave (aprile-maggio). Il ruolo di Dante difensore della "militantis Ecclesie" (XI 24) incrocia quello di sostenitore della missione di Arrigo VII in Italia, spedizione destinata a infrangersi con la morte dell'imperatore a Buonconvento (agosto 1313). Un altro elemento della vita di Dante pure è chiamato in causa: il viaggio a Parigi, una crux al pari della paternità del Fiore e Detto d'Amore. Il Centro Lunigianese di Studi Danteschi (CLSD), che cura l'edizione del Bollettino online "Lunigiana Dantesca", in passato ha sostenuto all'altezza temporale dell'Ep. XI l'ipotesi di un viaggio di studio di Dante alla Sorbona in rue du Fouarre, appoggiandosi ad una trafila di testimonianze che dall'antichità (Villani, Boccaccio) è giunta a studiosi e critici moderni di particolare autorevolezza (Rajna, Contini), i quali si sono mostrati, se non certi, almeno possibilisti. La sintesi della lettura, in parallelo con la stringente attualità dell'emergenza da pandemia, è stata offerta da una fulminante definizione del sacro poema data da Viktor Sklovskij in un'intervista con Alberto Arbasino a Roma nel 1965: "la Divina Commedia riassume la storia passata nella struttura del giornale futuro - il Giornale dell'Inferno!".
ERRATA CORRIGE: p. 353, a metà pagina: "più giovane*" recte "più anziano"
L’articolo analizza la ... more ERRATA CORRIGE: p. 353, a metà pagina: "più giovane*" recte "più anziano" L’articolo analizza la figura di Aldo Francesco Massèra (1883-1928), se-dicesimo bibliotecario- direttore nella storia della Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, attraverso la pubblicazione degli Atti del Convegno svolto a Ginevra e a Rimini tra il 2015 e il 2016 ___ The article analyzes the figure of Aldo Francesco Massèra (1883-1928), sixteenth principal librarian of the Gambalunga Public Library of Rimini, through the publication of the Proceedings of the Conference held in Rimini and Geneva between 2015 and 2016. ---
[eng] A publisher’s historical catalogue is an important document for many reasons. Above all, it... more [eng] A publisher’s historical catalogue is an important document for many reasons. Above all, it represents a source for studies in the history of culture. Today a publisher’s catalogue, whether historical or contemporary, must inevitably make use of electronic format so that it can still be consulted by users or readers. All publishers have their own websites, and some of the most famous names manage the historical part of their companies directly. The digital environment, in brief, has made a publisher’s titles immediately available as a real-time ‘list’, as exemplified by the OPACs of libraries for the preservation and use of precious bibliographical collections. These developments have led to a reflection on how the historical catalogues of former times are still useful and how their compilation methods may be helpful for electronic databases.
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[ita] Il catalogo storico di un’azienda, quale è una casa editrice, rappresenta una testimonianza importante sotto vari aspetti. Può servire, ad esempio, a formulare la strategia editoriale in vista di un passaggio di proprietà oppure può costituire un collettore di fonti per gli studi sulla storia della cultura e delle idee. Ma oggi, per motivi di spesa, i cataloghi editoriali (sia storici che correnti), vengono sempre più spesso prodotti, invece che sul tradizionale supporto cartaceo, in formato elettronico, su database locali (CD-ROM) o in linea (per lo più il sito web dell’editore). Ciò rende i cataloghi accessibili in qualunque momento da parte degli utenti e offre anche una maggiore efficacia di ricerca. Alcuni grandi nomi dell’editoria nostrana (tra cui Laterza, Olschki, Mondadori) curano direttamente sul proprio sito o tramite fondazioni la parte storica del loro marchio, con relativo catalogo. L’ambiente digitale ha reso il pubblicato di un editore subito disponibile come ‘lista’ filtrabile con una ricerca avanzata, permettendo anche il salvataggio esportabile dei risultati. Riflettere sull’evoluzione e sulle peculiarità degli antichi cataloghi storici degli editori può risultare molto utile nell’allestimento degli strumenti di ricerca all’interno dei nuovi scenari dei repositories digitali.
PHILOLOGY : an international journal on the evolution of languages, cultures and texts, 2017
The verse in Purg. VI 111, 'e vedrai Santafior' has an interesting "varia lectio" in the second... more The verse in Purg. VI 111, 'e vedrai Santafior' has an interesting "varia lectio" in the second hemistich because it involves the story of a municipality known today as Santa Fiora, on Monte Amiata (between the Grosseto and Siena districts, in Tuscany). The three readings in question are: 1) com’è sicura; 2) come si cura; 3) com’è oscura. In short, they are variants “adiafore”, because in this canto VI, Dante’s invective against a potential emperor, Albert I of Habsburg, aims to describe the 'magagne' (v. 110) which afflicted Ghibelline towns like Santa Fiora, a paragon of the present decay. The meaning is ironic in readings 1 and 2, and literal in 3, which was included in the critical edition by Giuseppe Vandelli (1921) and by Giorgio Petrocchi (1966-67). An inscription plate was mounted in Santa Fiora in the 1930s; this memorial line from The Divine Comedy is quoted according to reading 1 (argued by Mario Casella, 1923) – the more apologetic (apart from the irony). Finally a review from the “Secolare commento” is provided with different interpretations of that minimal crux, and together with verses and terzine from The Divine Comedy reusable and taken out of context. ---
[esergo]
Questa traduzione ha lo scopo, modesto ed ambizioso insieme, di servire a chi l’ha fatta... more [esergo] Questa traduzione ha lo scopo, modesto ed ambizioso insieme, di servire a chi l’ha fatta di espressione assolutamente personale dell’antico e pur sempre nuovo brivido commosso, che le dava la lettura del divino ragionamento di Diotima nel Convito, della ispirata visione di Socrate nel Fedro. (Maria Timpanaro Cardini)
Ebbi Francesco Dell'Orso docente a un corso AIB a Roma, una delle prime occasioni di formazione e... more Ebbi Francesco Dell'Orso docente a un corso AIB a Roma, una delle prime occasioni di formazione e aggiornamento nella mia attività di bibliotecario (fu poco dopo l'anno 2000). Il corso era sui software per la gestione delle citazioni bibliografiche. L'incontro tra la risorsa digitale e l'esigenza di archiviazione - una funzione, questa, senza tempo - offre lo spunto per alcune riflessioni su situazioni simili. Le opportunità dei supporti e degli ambienti digitali toccano anche la testualità in senso lato (scrittura, lettura, ecdotica, bibliografia), il fare e fruire letteratura. Lo specifico del manufatto letterario - come per altre scoperte tecniche del passato (la forma del codex manoscritto, l'invenzione della stampa) - rivoluziona anche il momento ricostruttivo della filologia: l'edizione critica di un testo può beneficiare dell'ambiente informatico. L'etologia del lettore è commentata da una prospettiva di massa: il linguaggio quotidiano risente delle scoperte tecnologiche, e anche in questo àmbito non si scopre nulla di nuovo, se paragoniamo il nostro being digital con il secolo dei Lumi, quando termini, modi di dire e cultura ci vennero dalla Francia. Infine il confronto libro cartaceo / libro elettronico, forse sopravvalutato, trova un contemperamento nelle differenti situazioni in cui usare l'uno e l'altro.
"L'ora che volge il disìo": lettura perpetua della Divina Commedia. - Ravenna, 24 settembre 2021 ... more "L'ora che volge il disìo": lettura perpetua della Divina Commedia. - Ravenna, 24 settembre 2021 Ravenna, sul sagrato della tomba di Dante.
Lapo Saltarelli. Da Cagliari al Paradiso dantesco, 2021
Presentazione con slide filmata dell'intervento da remoto al Convegno organizzato dal Museo Arche... more Presentazione con slide filmata dell'intervento da remoto al Convegno organizzato dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari (MAN-Ca, https://museoarcheocagliari.beniculturali.it/) per il settimo centenario della morte del Sommo Poeta. Cfr. https://www.facebook.com/MuseoArcheoCA
Il paper è stato presentato nell'estate 2011 alla Summer School in studi danteschi, in vista del ... more Il paper è stato presentato nell'estate 2011 alla Summer School in studi danteschi, in vista del Convegno di studi su Culto e mito di Dante organizzato dalla SDI di Firenze per i 150 anni dell'Unità
Intervista rilasciata al prof. Andrea Oppo a margine della "lectura Dantis" del 13 marzo 2015 a C... more Intervista rilasciata al prof. Andrea Oppo a margine della "lectura Dantis" del 13 marzo 2015 a Cagliari. "Theologi-ca News: notiziario della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna", anno XXXII (2015), n. 59, giugno, pp. 4-5; http://www.pfts.it/images/documenti_pdf/Notiziario/2015_2_PFTS_Notiziario.pdf La conferenza si è tenuta il 13 marzo 2015 a Cagliari. Nel solco illustre della tradizione di Lectura Dantis, iniziata da Boccaccio, si passano in rassegna i luoghi della Commedia in cui è citata la Sardigna (Inf. XXII 89) o l’isola d’i Sardi (Inf. XXVI 104) secondo il viaggio di Ulisse; oltre a personaggi come Michele Zanche (Inf. XXII 87 ss.). Il periodo in cui Dante fu a contatto con Pisa dovette essere anche quello per una conoscenza, sebbene de relato, dell’isola allora sotto l’influenza della città toscana nei secoli XII e XIII. Tuttavia la resa favolosa di un’isola impervia e malarica permane in altri accenni del sacrato poema, fino a farne un luogo remoto per eccellenza, al modo di Boccaccio: «dee egli essere più là che Abruzzi» (Decameron, VIII 3). Il foglio con le citazioni e le diapositive utilizzate durante la conferenza sono a: http://www.pfts.it/index.php/notizie/129-la-divina-commedia-letta-in-sardegna.
In occasione del vernissage di una campagna di artisti residenti a Villatalla (Comune di Prelà) n... more In occasione del vernissage di una campagna di artisti residenti a Villatalla (Comune di Prelà) nell'entroterra di Imperia; accanto ad opere e installazioni di artisti di provenienza internazionale, è stato letto e commentato il canto Par. XXII, quello di San Benedetto, anche come omaggio alla comunità di preghiera dei monaci benedettini dell'Immacolata, residente in loco.
Dante: rivista internazionale di studi su Dante Alighieri , 2019
Refuso a p. 128.
Vn 25 6 [recte 25 4]: « ché dire per rima in volgare tanto è
quanto dire per ve... more Refuso a p. 128. Vn 25 6 [recte 25 4]: « ché dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi in latino, secondo alcuna proporzione ».
Kepos: semestrale di Letteratura italiana, http://www.keposrivista.it/numeri-di-kepos/, 2019
Il reportage di Sergio Luzzatto si presenta-secondo la definizione dell'autore-come un saggio di ... more Il reportage di Sergio Luzzatto si presenta-secondo la definizione dell'autore-come un saggio di "histoire du présent". Un genere quasi anti-statutario per uno storico poiché non è concesso il tempo di far decantare i fatti; non analizzabili sub specie documentaria, dato che gli archivi di persone e atti recenti non sono accessibili per legge prima di un certo numero di anni dopo gli avvenimenti. Un lasso di tempo che nell'informazione e nell'editoria scientifica viene chiamato "embargo", dal verbo spagnolo che significa 'sequestrare' e 'impedire'. Luzzatto infatti, pur dichiarando il lavoro come un non-libro-di-storia, tiene a trovare e ricordare le proprie stelle polari dal punto di vista del metodo: Marc Bloch («ditemi semplicemente chi è stato Robespierre», p. 8); o della narrazione: Javier Cercas, L'impostore (p. 33); Emmanuel Carrère, L'Avversario (p. 26). Ma aggiungerei anche alcuni titoli classici del genere "denuncia civile": L'affaire Moro di Leonardo Sciascia (1978); Il giudice e lo storico di Carlo Ginzburg (1991); L'ombra di Moro di Adriano Sofri (1991). Luzzatto fa al contempo il cronista e l'intervistatore attraverso delle sedute via skype di Marino Massimo De Caro, che usa il nickname Max Fox. Sceglie così di fidarsi di «quanto De Caro ha deciso di farmi credere», come le cosiddette "biografie autorizzate". Chi recita quale parte tra il gatto e il topo? È il rischio del "chantaje del testigo". L'ipotetico ricatto del testimone preso per scelta o per necessità quale fonte principale dell'accaduto, pur non essendo un procedimento da storico (p. 279). Il rischio paventato da alcuni osservatori-«Tieni presente che è un incredibile mentitore, un manipolatore, un mestatore pitonesco» (p. 28)-che Luzzatto finisse per offrire un monumento al suo interlocutore, sembra affacciarsi al cap. 20, quando prova ad accostare l'espiazione detentiva di De Caro con quella letteraria di Jean Valjean (Victor Hugo, Les Misérables): se «una volta commesso e confessato il fatto, il castigo non fosse stato feroce ed eccessivo» (p. 266). Ma fin dall'inizio Luzzatto, ammettendo «l'ombra dispettosa che qualunque impossibile storia del presente finisce per gettare sulla storia del passato, anche la più rispettabile» (p. 33), si premura di mettere le mani avanti, con se stesso e con il lettore: «lo storico, nella sua presunzione di verità, finisce per alimentare una finzione» (p. 295); ammette di avere «la responsabilità di creare lo spazio e il tempo. O di negarlo, o di contraffarlo» (p. 296).
Platone nel pensiero moderno e contemporaneo, quindici volumi, 2014
ULTIMI CINQUE VOLUMI PUBBLICATI:
VOLUME X (APRILE 2017)
1. MICHELE CURNIS, Filologia platonic... more ULTIMI CINQUE VOLUMI PUBBLICATI:
VOLUME X (APRILE 2017)
1. MICHELE CURNIS, Filologia platonica del XX secolo. Tradizione indiretta. (85)
2. ALESSIO FAEDDA, Le citazioni omeriche in Platone. Effetti della tradizione orale o intenzionali adattamenti. (86)
3. GABRIELE PAPA, Un exemplum della ricezione della filosofia di Platone nel mondo islamico: il Kitāb al-ğāmiʽ di Abū Nasr al-Fārābī e il primato di Aristotele nella storia. (87)
4. GIAMPIERO CHIVILÒ, Alexandre Kojève interprete di Platone. (88)
5. RODOLFO SIDERI, Filosofia come pathos. Platone negli scritti giovanili di Nietzsche. (89)
6. ALFIO RIZZO NAZARENO, Oltre la filosofia. Platone e Nietzsche nel pensiero di Giorgio Colli. (90)
7. ALESSANDRO RAFFI, Da Aristotele a Platone. L’interpretazione heideggeriana del Sofista. (91)
8. PIETRO CONSOLE, «La più alta personalità filosofica di tutti i tempi». Platone secondo l’esistenzialismo neoilluministico di Nicola Abbagnano. (92)
9. SARA DE LEONARDIS, Il Grillo. Una battaglia per la paideia platonica. (93)
10. ROSSANO DE LAURENTIIS, Platone e la storia della scienza secondo Maria Timpanaro Cardini (per i tipi di Carabba). (94)
11. DARIO ZUCCHELLO, Arendt di fronte a Platone. Politica e filosofia. (95)
12. MARINA PAOLA BANCHETTI-ROBINO, Il neoplatonismo nell’ontologia chimica di Jan Baptista van Helmont. (96)
VOLUME XI (APRILE 2017)
1. ROBERTA GALLUZZO, Il Platonismo nel pensiero mistico di Meister Eckhart. (97)
2. LUCA SOCCI, Sperimentare l’eterno. Dalla metafora all’incarnazione tra Platone e Dante. (98)
3. ALESSANDRO RAFFI, Dante e il Timeo nel canto IV del Paradiso. (99)
4. TOMMASO GHEZZANI, Rassegna di studi sul platonismo di Vico. (100)
5. ALESSIO MARCHETTI, Platone e Marx. (101)
6. MARIO LUPOLI, Platone e il concetto di ragione in Horkheimer e Adorno. (102)
7. ANTONELLA FERRARIS, Padre di tutte le Utopie. La persistenza dell’archetipo platonico in Ernst Bloch. (103)
8. ILARIA NIDASIO, Oralità e scrittura. Gadamer e la reinterpretazione, in chiave ermeneutica, della nota tematica. (104)
9. ROBERTA RIO-FRANCESCO ALESSANDRINI, La Dottrina delle Idee e il processo di formazione del pensiero. (105)
10. AURORA CAPORALI, Corneille. Il teatro francese del Seicento dai frammenti de L’illusion cominque, un testo esemplare di platonizzazione. (106)
11. FEDERICA SCOGNAMIGLIO, Il Platone di Forster. Introduzione alla filologia ed agli studi platonici tra Settecento e Ottocento. (107)
12. FEDERICO ZANCANER, Platone e Nietzsche. Aspetti di etica. (108)
13. OLIMPIA ZINZI-MARGHERITA CAPONE, Platone e Nietzsche tra corpo e anima. (109)
14. MAURO MURZI, Aspetti dell’influenza del Timeo sulla scienza occidentale. (110)
15. MARCO DAMONTE, La presenza di Platone nel nachlass di Wittgenstein. (111)
16. GIUSEPPE IURATO, Un raffronto critico fra la teoria platonica delle idee ed il paradosso di Kripke-Wittgenstein. (112)
17. ELENA RUFFONI, Il Menesseno e la funzione critica della storia di Atene nel logos epitaphios platonico. (113)
18. ANTONELLA SENATORE, Un discorso οὐ παντάπασιν ἀπίθανος. Note sulla retorica di Platone. (114)
VOLUME XII (NOVEMBRE 2017)
1. DAVIDE PENNA, Noticiam dei non ratiocinando sed bene vivendo. Presenze platoniche nella Theologia Summi Boni di Pietro Abelardo. (115)
2. FRANCESCO FIORENTINO, Giovanni Duns Scoto di fronte a Platone sulle idee divine. (116)
3. ALBERTO FRANCESCATO, Antropologia dell’Esaltato. Platone fra Hume e Kant. (117)
4. ERICA GAZZOLDI, Laisse du vieux Platon se froncer l’œil austère… Platonismo e suo rifiuto nell’eros di Baudelaire. (118)
5. MARIO LUPOLI, Dmitry Pisarev lettore di Platone. (119)
6. GABRIELE ORNAGHI, Austin e il completamento del pensiero platonico. (120)
7. ALESSANDRO PRATO, Platone e la condanna della retorica. (121)
8. ALBERTO LABELLARTE, Erotica, giustizia e passioni in Platone. (122)
9. LUCA VALENTINI, Sulla tripartizione statuale in Platone, nel mondo indoeuropeo e nel microcosmo umano. (123)
10. MARCO GRUSOVIN, Socrate ebreo. Sul platonismo ebraico di Moses Mendelsshon. (124)
11. Laura Zavatta, Nietzsche nella caverna di Platone. La missione legislatrice dei filosofi. (125)
12. IVAN POZZONI, Il contratto sociale come fondamento del diritto criminale nel momento socratico di Platone. (126)
VOLUME XIII (DICEMBRE 2017)
1. ROSSELLA ATTOLINI, Ἒρως e χωρισμός. Giorgio Colli interprete di Platone. (127)
2. CLAUDIA MAGGI, Il «qualcosa» in Soph. 237c e in Enn. VI 6. (128)
3. ENRICO FALBO, Il rapporto psyche-organi corporei nel Teeteto. (129)
4. PAOLA SCOLLO, Platone e la poesia. La discussione sugli eroi di Omero nell’Ippia Minore. (130)
5. MARCO POTENZA, Gregor Samsa e K. Percezione della realtà platonica in Kafka. (131)
6. ANNA DI SOMMA, Il ruolo di Platone nell’onto-antropo-logia di Ernesto Grassi. (132)
7. ALBERTO LABELLARTE, L’idea di Giustizia in Platone. (133)
8. LOREDANA FILIPPI, Platone e le nuove frontiere della scienza. Dal superamento del dualismo alla fisica dei quanti: verso una nuova escatologia dell’esistenza. (134)
9. NICOLÒ SAMBO, Platone in The Great Chain of Being di Arthur O. Lovejoy. (135)
10. GIOVANNI COVINO, Platone e Tommaso d’Aquino. L’importanza metafisica della nozione di partecipazione. (136)
11. STEFANO ZEN, Riscoperta di Platone e teologie della Riforma: il caso di Thomas Müntzer tra millenarismo e cristianesimo rivoluzionario. (137)
12. ALESSANDRO BATTISTELLI, La questione della tecnica. Dalla techne platonica al dislivello prometeico di Günther Anders. (138)
13. EMANUELE STRACCHI, La Musica in Platone e Nietzsche. (139)
14. EUGENIO CAPITANI, L’universo non gioca a dadi. Principio antropico e cosmologia nel Timeo di Platone. (140)
15. ALDO MECCARIELLO, Un’idea di catastrofe. Platone negli abissi di Atlantide. (141)
VOLUME XIV (MARZO 2018)
1. MARIAPAOLA BERGOMI, Platone a Bisanzio (142)
2. VINCENZO NUZZO, Un’unitaria metafisica filosofico-religiosa entro la continuità tra neoplatonismo pagano e cristiano. Il caso di Gregorio di Nissa (143)
3. CHIARA GELMETTI, Geometria sacra e movimento corporeo. Ripresa dell’ellenismo nelle coreografie del primo Novecento: riemergere del pensiero platonico e legami con la danza italiana del Quattrocento (144)
4. GABRIELE BURATTI, Aspetti di Filosofia della matematica: platonismo e anti-platonismo in Mark Balaguer (145)
5. YURI CONTI, L’interrogazione socratica nei dialoghi platonici: riprese contemporanee ed origini storiche (146)
6. PAOLO GIOVE, Pedagogia della significazione. Strategie paideutiche del dialogos in Platone (147)
7. ELEONORA SELVATICO, Platone e la nascita della metafisica: l’interpretazione heideggeriana del mito della caverna e del Teeteto (148)
8. LUCA PANTALEONE, Il sentiero della verità. Svelatezza e correttezza nel pensiero di Platone (149)
9. PIERO DE COLOMBANI, Il platonismo bifronte di Carlo Michelstaedter (150)
10. VIŠNJA BANDALO, Concetti platonici nell’espressione letteraria di Cristina Campo (151)
11. CHARLOTTE ERRIGHI, La carne, l’ombra e l’armonia. Echi platonici nella riflessione di Denis de Rougemont (152)
12. FRANCESCO LUIGI GALLO, Il Platonismo e la Massoneria. Analisi introduttiva di alcune essenziali corrispondenze (153)
VOLUME XV
1. MARINA PAOLA BANCHETTI-ROBINO, Il minimo, l’unità, e l’universo infinito nella cosmologia vitalistica di Giordano Bruno (154)
2. MARIANNA CERNO, Frater, socius et amicus: l’amicizia nell’agiografia martiriale italiana dell’alto medioevo (155)
3. SERENA CANÈ, L’anima platonica e il “Messaggio di Laodicea”. “Giudaizzanti” di Novgorod: F. Kuritsyn ed altri (156)
4. PAOLA SCOLLO, I sofismi di Socrate. La poetica dello specchio da Aristofane a Platone (157)
5. LUIGI D’ANTO’, Il pastore ed il sarto: “iconologia” della sovranità in Platone (158)
6. MARCO DAMONTE, La presenza di Platone nella Virtue Ethics (159)
7. PAOLO MENEGHETTI, Il demiurgo di Platone ha l’idea di artisticità sui numeri idealmente contratti (160)
8. IGOR TAVILLA, La ricezione di Platone nell’opera di Julius Evola. Una nota interpretativa (161)
9. GIORGIO PANNUNZIO, Qualche riflessione semasiologica sullo pseudo-Platone epigrammista tradotto da Salvatore Quasimodo (162)
10. ANNALISA CHESSA, Immagini nella caverna: la cornice simbolica del mito in Platone e nei suoi “allievi” (163)
11. PAOLA SCOLLO, Il gioco di natura: nostra morte, sua vita. Platone e la dialettica tra uomo e ambiente nel mondo greco (164)
12. OMAR BRINO, Una “voce profetica” in “un’età altrettanto oscura”. Piero Martinetti lettore di Platone (165)
13. NICOLÒ TARQUINI, Platone, il nichilismo e l’Occidente. L’interpretazione della filosofia platonica nel pensiero di Emanuele Severino (166)
14. PIERO DE COLOMBANI, L’eco dell’agathon platonico nel più recente Cacciari (167)
Capitoli Platone voll. I-XIV (fino a Marzo 2018)
Francesco Fioretti. Ethos e leggiadria: lo Stilnovo dialogico di Dante, Guido e Cino da Pistoia. ... more Francesco Fioretti. Ethos e leggiadria: lo Stilnovo dialogico di Dante, Guido e Cino da Pistoia. Roma: Aracne, 2012 (Dulces Musae, 8); Id. La profezia perduta di Dante. Roma: Newton Compton, 2013.
Si offre qui il pdf del piccolo catalogo della mostra sul tipografo polacco operativo a Firenze n... more Si offre qui il pdf del piccolo catalogo della mostra sul tipografo polacco operativo a Firenze nel secondo quarto del Novecento (prima versione)
lunga recensione uscita su "Bibliotheca: rivista di studi bibliografici", IV (2005), n. 2, pp. 29... more lunga recensione uscita su "Bibliotheca: rivista di studi bibliografici", IV (2005), n. 2, pp. 293-299
vol. fuori commercio; suppl. al "Bollettino Biblioteca" IX (giugno 2002), n. 1; stampato da "Arti... more vol. fuori commercio; suppl. al "Bollettino Biblioteca" IX (giugno 2002), n. 1; stampato da "Arti grafiche La Regione". Rec. uscita su "Bibliotheca", 2004, n. 2, pp. 284-286
Presentazione di slides, Napoli 25 ottobre 2018 //
La città di Dite, situata tra quinto e sesto c... more Presentazione di slides, Napoli 25 ottobre 2018 // La città di Dite, situata tra quinto e sesto cerchio della buca infernale, vede condannati l’iracondo Filippo Argenti, insieme a Farinata e Cavalcante posti nelle arche degli eretici. Il contesto morale e teologico è suggerito da elementi architettonici: le “meschite” (Inf. VIII 70), con “torri a modo di campanili”, chiosa il Buti, intraviste da fuori le mura; accanto a parti di una generica città medievale: il fossato, la porta massiccia, la “buia contrada” (VIII 93), il “secreto calle” (X 1). La vicenda di Gramsci, acuto interprete del canto X dell'Inferno, viene ripercorsa in filigrana con il progetto di una “Città futura” elaborato sul campo della Torino industriale. [eng] The city of Dis, positioned between the fifth and the sixth circles of hell, sees the damnation of the wrathful Filippo Argenti, together with Farinata and Cavalcante placed in the vaults of heretics. The moral and theological scene is suggested by architectural features: the “meschite” (Inf. VIII 70), with “torri a modo di campanili”, as Buti remarks; alongside parts of a generic medieval city: the moat, the massive gate, the “buia contrada” (VIII 93), the “secreto calle” (X 1). The vicissitude of Gramsci, a shrewd interpreter of canto X, is retraced through political militancy, with the project for a “City of the Future” elaborated on the lines of industrial Turin.
contributo per la sessione B13 di AISU 2017 - Viaggiare, ricordare, narrare e rappresentare: mode... more contributo per la sessione B13 di AISU 2017 - Viaggiare, ricordare, narrare e rappresentare: modelli e soluzioni di trasmissione degli esiti del viaggio
Coordd.: Chiara Devoti, Monica Naretto
Atti disponibili online a partire dalle date del Convegno di Napoli, 7-8-9 settembre 2017; in fase di revisione.
Obiettivo della relazione è la mise en abyme di certi schemi della filologia romanza con la danti... more Obiettivo della relazione è la mise en abyme di certi schemi della filologia romanza con la dantistica. La prima è osservata dalla rivista fondata da Giulio Bertoni, «Archivum Romanicum» (1917-1941) per l’editore Olschki già benemerito in materia dantesca. In quell’impresa Bertoni fu osteggiato in piena guerra da colleghi, anche illustri, come Ernesto G. Parodi e Pio Rajna, i quali mal vedevano la pubblicazione affidata a un editore ‘tedesco’; così da posporre persino gli studi scientifici alla germanofobia del momento. In vista del centenario del ’21, quando ormai quelle polemiche si erano sopite, un conflitto meno cruento si riaprirà a proposito dell’approccio a Dante: evento simbolico la lectio di Benedetto Croce, in veste di ministro, svolta a Ravenna il 14 settembre 1920. Non convinceva molti l’ipoteca crociana di «strappare dallo scienziato dottissimo, dal filosofo consumato, dal vate allegorizzante il poeta», come ammonì il Bertoni, autore anche di due “Profili” di Dante per l’editore Formiggini (1913, 1921), dalla cui collazione potrà emergere l’evoluzione compiuta da allievo della scuola storica fino all’apostolato della “scienza idealistica”, più gentiliano che crociano. Il dibattito sulla linguistica parimenti si presta al parallelo delle discipline suddette nell’osmosi tra dialetti e lingua, in funzione di un testo critico raffermato.
Didascalie delle slide: 1. Bertoni ritratto da Scipione (Gino Bonichi). 2. Facsimile del Landiano 190 (anno 1336), Introduzione di Bertoni nel 1921. 3. G. Bertoni, "Profilo" di 'Dante', Genova, Formiggini, 1913 e 1921. 4. 'Dizionario di marina medievale e moderno' (1937), 'Vocabolario della lingua italiana' (1941): opere di lessicografia tra dialetti e lingua in relazione al "Vocabolario Dantesco" (lavori in corso).
Recensito da:
-- Tiziana Stagi, su "AIB Studi", 2019, vol. 59, nn. 1/2, pp. 276-278. - https://a... more Recensito da:
-- Tiziana Stagi, su "AIB Studi", 2019, vol. 59, nn. 1/2, pp. 276-278. - https://aibstudi.aib.it/article/view/11970/11466
Biographical profile of Guido Biagi, from Florence, one of the greatest Italian librarians betwee... more Biographical profile of Guido Biagi, from Florence, one of the greatest Italian librarians between the nineteenth and twentieth centuries. Director of the Biblioteca Medicea Laurenziana, he was one of the protagonists of the modern transformations of Librarianship in Italy, in the epochal transition from a society of scholars to a broader cultural society. A professional librarian, expert in management and techniques, tireless cultural organizer, with an international dimension at the time common to a few other librarians. Proflo biografico di Guido Biagi, fiorentino, uno dei maggiori bibliotecari italiani tra Otto e Novecento. Direttore della Biblioteca Medicea Laurenziana, fu uno dei protagonisti delle trasformazioni in senso moderno della Biblioteconomia in Italia, nel passaggio epocale da una società di eruditi a una società più vasta culturalmente. Un bibliotecario professionista, esperto di gestione e di tecniche, organizzatore culturale infaticabile, con una dimensione internazionale al tempo comune a pochi altri bibliotecari.
La casa editrice Salerno ha ristampato la storica "Bibliografia Dantesca" del visconte Batines, t... more La casa editrice Salerno ha ristampato la storica "Bibliografia Dantesca" del visconte Batines, transfuga dalla Francia della restaurazione , e impegnato nella fatica di Sisifo di compilare una bibliografica 'completa' di tutte le opere di e su Dante, manoscritte e a stampa, schedando le opere viste direttamente e citando da fonti secondarie le rimanenti. Il censimento venne stilato in francese, poi le schede furono tradotte in italiano per una tipografia pratese: ne uscì un monumento bibliografico, seppur imperfetto, che ha fatto lustro di sé ancora fino alla prima metà del secolo XX
La storia delle imprese editoriali di Rocco Carabba (1854-1924) e del figlio Giuseppe; e dell'alt... more La storia delle imprese editoriali di Rocco Carabba (1854-1924) e del figlio Giuseppe; e dell'altro figlio Gino (separato in casa) sono state oggetto della tesi di laurea dell'autore, con il catalogo storico e una Introduzione che si ripropone in questo saggio
Mostra virtuale della Biblioteca Umanistica , 2021
La mostra Il dantismo nell'Istituto di Studi Superiori dal 1865 al 1921 è la versione virtuale de... more La mostra Il dantismo nell'Istituto di Studi Superiori dal 1865 al 1921 è la versione virtuale dell'esposizione di libri, documenti e cimeli allestita nel 2015 nei locali della Biblioteca Umanistica e della Biblioteca "Luigi Crocetti" per festeggiare la doppia ricorrenza del centenario dantesco e di Firenze capitale. L’esposizione bibliografica e di documenti illustrava il periodo dal 1865 fino all’altro centenario dantesco del 1921, un arco di tempo corrispondente alla stagione della “Scuola storica", come solitamente viene etichettata dalla critica letteraria. L'esposizione è stata accompagnata da uno spettacolo teatrale dell’attore Riccardo Pratesi, che ha letto brani della Divina commedia.
Descrizione del rapporto che legò il tipografo artigianale polacco operativo a Firenze dalla metà... more Descrizione del rapporto che legò il tipografo artigianale polacco operativo a Firenze dalla metà degli anni '20 con l'Ateneo della città, per la stampa di diplomi, inviti ed altri 'ephemera'; alle pp. 12-13 della "nuova versione aggiornata" del piccolo catalogo della mostra alla Biblioteca Umanistica
pieghevole distribuito per la Mostra documentaria e bibliografica in corso, 28 ottobre - 10 dicem... more pieghevole distribuito per la Mostra documentaria e bibliografica in corso, 28 ottobre - 10 dicembre 2015
El objetivo de este trabajo es recorrer, a través de dos episodios significativos, la parábola de... more El objetivo de este trabajo es recorrer, a través de dos episodios significativos, la parábola de Dante rétor comprometido políticamente. Los resultados opuestos de la misión diplomática a San Gimignano (7 de mayo de 1300) y del voto sobre la concesión de soldados para las campañas militares del papa Bonifacio VIII (19 de junio de 1301), nos ponen frente a los avatares alternos de su actividad pública para el Comunis Florentie cuya consecuencia fue el exilio de por vida. El resultado antitético puede ser analizado también en relación con los escritos (o pergaminos), documentos y textos que hablan de Dante o que registraron su pensamiento y sus discursos. De este modo la tradición, entendida también como “traición” de los hechos y de los originales, podrá parecer una “derrota”, mientras que la acogida difusa del mito de Dante y de la Comedia a lo largo de los siglos representaría la “victoria”. Se analizan también ejemplos de iconografía urbana, basados en el monumento de la puerta de las murallas, el accessus, que ha llegado hasta nosotros como reedición del clásico “arco de triunfo” según el principio ecdótico formulado por Gianfranco Contini: el texto (o el monumento) “reconstruido es más verdadero que el documento” (1977).
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Attraverso la descrizione del modo di formarsi della raccolta dantesca da parte dello statista toscano, proveniente da una ricca famiglia di origine israelitica stabilitasi a Livorno, si conduce una riflessione sulla bibliofilia in genere; su quali motivazioni portano a formare una "biblioteca d'autore", sulle sorti di queste collezioni private tra indifferenza degli eredi e recuperi fortunosi. Una disamina sul collezionismo librario da parte di lettori attenti e profondamente motivati, spesso fin dalla giovane età; e sui lettori futuri di alcuni frammenti di quelle raccolte disperse che si sono salvati e sono stati resi accessibili con cambi di giacitura.
Come già illustrato in un articolo del 2014 sulla "Rivista di Studi Danteschi",
https://www.academia.edu/14657676/Sidney_Sonnino_un_caso_di_bibliofilia_e_dantofilia_in_Rivista_di_Studi_Danteschi_n_2_2014_p_374_418
la sezione dantesca della biblioteca privata di Sonnino andò a formare, per volontà del proprietario, il nucleo costitutivo della biblioteca specializzata della Casa di Dante in Roma, https://lnx.casadidanteinroma.it/, istituita come ente morale il 27 aprile 1914 grazie all'interessamento fondamentale dello statista toscano.
2. Dalla caccia ai codici danteschi alla loro conservazione
3. I due “Orlandi”: questioni ecdotiche e linguistiche comuni in Boiardo e Dante
4. Dante in tipografia
5. Conclusioni tra filologia e bibliografia
Bibliografia
Sitografia.
Nel 2019 sono caduti i 140 anni dalla scomparsa di Antonio Panizzi (Brescello 1797 - Londra 1879). La parabola del 'carbonaro' emiliano si concentra sull'esilio vissuto a Londra per sfuggire alla condanna a morte "in effigie" comminata dal Ducato di Modena per le sue idee libertarie. Visse inizialmente a Liverpool ed entrò in contatto con gli altri rifugiati politici: tra i quali Foscolo, Rossetti e Mazzini. Tutti e tre ispirati dal culto di Dante, in modi differenti.
Il metodo che Panizzi sentì più confacente fu quello foscoliano del "Discorso sul testo e su le opinioni diverse prevalenti intorno alla storia e alla emendazione critica della Commedia di Dante" (Londra, Pickering, 1825). Tra i due ci fu inizialmente un carteggio per stabilire i modi della collaborazione di Panizzi al piano dell'edizione della Divina Commedia in 5 voll., non portato a termine per la morte di Foscolo.
A quel punto gli studi danteschi avevano "salato il sangue" a Panizzi, che scrisse un agguerrito saggio-recensione per il "comento analitico" alla Divina Commedia di Gabriele Rossetti, tacciato di «ciurmerie d'interprete mago» («Foreign Review», 1828).
Il prosieguo degli interessi danteschi di Panizzi è segnato dalla sua carriera nella biblioteca del British Museum, fino a diventarne il direttore. Una premonizione di quella professione sembra aversi nelle prime ricerche condotte in servizio delle collazioni foscoliane per lo spoglio di codici «assai belli» nelle tenute di campagna dei dantofili inglesi, tra cui un Egerton, il 2567 vergato a Ferrara, sottoscritto il "27 februarii" del 1379. Una Commedia in 'littera textualis' semplificata, con brevi rubriche latine e con fitte chiose latine marginali e interlineari.
Per la schedatura cfr. il sito del Centro Pio Rajna, con il "Censimento e edizione dei Commenti danteschi", https://www.centropiorajna.it/censimento/schemssest2.htm.
Sul sito della British Library oltre alla scheda dettagliata del codice, è possibile vedere alcune pagine digitalizzate, https://www.bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts/record.asp?MSID=8331&CollID=28&NStart=2567.
I materiali e le immagini del paper sono stati presentati ad ALMA Dante 2019, Ravenna.
[ita] L’ars artificialiter scribendi, in mano alle dinastie familiari di librai-editori dei Manuzio e degli Estienne, perfezionò la Repubblica delle (umane) lettere. Le fiere librarie in Europa e in Italia durante i primi secoli della stampa sono state una “exposition universelle et permanente au XVIe siècle” (parole dell’editore Isidore Liseux, 1875). Le reti commerciali, con i fondaci lungo i fiumi navigabili e nei porti di mare, collegavano le città capitali dell’industria tipografica come Venezia e Anversa, con gli appuntamenti fieristici in primavera e autunno di Francoforte e Lipsia.
[eng] This essay recounts the history of the journal Archivum Romanicum (1917-1941): it was founded by Giulio Bertoni and published by Olschki, which by that time had taken refuge in Geneva. The enterprise having been launched in the middle of the war, Bertoni was opposed by his colleagues – some of whom were quite well known, such as Ernesto G. Parodi and Pio Rajna – who looked askance upon a publication entrusted to a “German” editor, even one who had been in Italy for a number of years. The essay draws attention to the fact that Bertoni, a Romance philologist particu-larly well-versed in dialectology, made contributions to the field of Dante studies, even if not continuously or exclusi-vely. He prepared two biographical “profiles” of Dante for his friend and fellow editor Formiggini (in 1913 and 1921): taken together, these two works reveal a completed course of methodological development, from a follower of the historicist school to a disciple of “scientific idealism,” closer to the philosophy of Gentile than to that of Croce. In 1921, in commemoration of the six-hundredth anniversary of Dante’s death, he wrote the introduction to Olschki’s collotype reprint of the Landiano 190 (La) codex preserved at the Biblioteca Passerini-Landi in Piacenza, an ancient copy of the Divine Comedy made by Antonio da Fermo in 1336. In 1935-36, Bertoni became the first Italian to edit another classic of the Romance tradition, the Chanson de Roland. In the context of his critical remarks on these lite-rary texts, Bertoni’s reflections on the interpenetration of language and dialects contributed to the linguistic debate, in which his opinions figured among the most authoritative.
da ALMA Dante (Ravenna 2017)
*** [ita] Sono ripercorse le vicende della rivista fondata da Giulio Bertoni, «Archivum Romanicum» (1917-1941) per l’editore Olschki, all’epoca riparato a Ginevra. In quell’impresa Bertoni fu osteggiato in piena guerra da colleghi, anche illustri, come Ernesto G. Parodi e Pio Rajna, i quali mal vedevano la pubblicazione affidata a un editore ‘tedesco’, sebbene da molti anni trapiantato in Italia. Il contributo punta a evidenziare come Bertoni, da filologo romanzo particolarmente ferrato in dialettologia, abbia contribuito agli studi danteschi, sebbene non in modo continuato ed esclusivo. Preparò due “Profili” biografici di Dante per l’amico editore Formiggini (1913, 1921), dalla cui ‘collazione’ emerge l’evoluzione di metodo compiuta: dapprima allievo della scuola storica fino all’apostolato della “scienza idealistica”, più gentiliano che crociano. Nel 1921, per il centenario dantesco, curò ancora per Olschki l’introduzione alla ristampa in fototipia del codice Landiano 190 (La) della Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza, codex vetustior della Commedia esemplato nel 1336 da Antonio da Fermo. Nel biennio 1935-36 Bertoni si fa editore di un altro monumento della cultura romanza: la Chanson de Roland, prima volta per uno studioso italiano. Il dibattito sulla linguistica – nel quale il parere di Bertoni fu dei più autorevoli – viene esemplificato con alcune riflessioni imperniate sull’osmosi tra dialetti e lingua, in funzione dell’edizione critica di un testo letterario.
L’esito antitetico si può declinare anche in relazione alle carte (o pergamene), i documenti e i testi, che ci parlano di Dante o hanno verbalizzato il suo pensiero e i suoi discorsi. La tradizione, intesa anche come ‘tradimento’ dei fatti e degli originali, potrà così sembrare una ‘sconfitta’; mentre la diffusa ricezione del mito di Dante e della Commedia nei secoli sarà la ‘vittoria’. Si considerano anche degli esempi di iconografia urbana, basati sul monumento della porta nella cinta muraria, l’accessus, modernamente giuntoci come riedizione del classico “arco di trionfo”, secondo il principio ecdotico formulato da Gianfranco Contini: il testo (o il monumento) «ricostruito è più vero del documento» (1977). ***
[resumen] El objetivo de este trabajo es recorrer, a través de dos episodios significativos, la parábola de Dante rétor comprometido políticamente. Los resultados opuestos de la misión diplomática a San Gimignano (7 de mayo de 1300) y del voto sobre la concesión de soldados para las campañas militares del papa Bonifacio VIII (19 de junio de 1301), nos ponen frente a los avatares alternos de su actividad pública para el Comunis Florentie cuya consecuencia fue el exilio de por vida.
El resultado antitético puede ser analizado también en relación con los escritos (o pergaminos), documentos y textos que hablan de Dante o que registraron su pensamiento y sus discursos. De este modo la tradición, entendida también como “traición” de los hechos y de los originales, podrá parecer una “derrota”, mientras que la acogida difusa del mito de Dante y de la Comedia a lo largo de los siglos representaría la “victoria”. Se analizan también ejemplos de iconografía urbana, basados en el monumento de la puerta de las murallas, el accessus, que ha llegado hasta nosotros como reedición del clásico “arco de triunfo” según el principio ecdótico formulado por Gianfranco Contini: el texto (o el monumento) “reconstruido es más verdadero que el documento” (1977). ***
[abstract] This essay aims to trace Dante’s political career as “rhetorician” by looking at two significant episodes. The op-posing outcomes of the diplomatic mission of San Gimignano (May 7th, 1300) and the vote on the concession of soldiers for Pope Boniface VIII’s military campaigns (June 19th, 1301) present us with alternating events of his public activity for the Comunis Florentie, which would be followed by his lifelong exile.
These contrasting outcomes can also be viewed in relation to the papers (or parchments), documents and texts which provide us with information about Dante or which record his thoughts and speeches. Tradition, which can also be understood as a “betrayal” of the facts and of the original documents, may therefore seem like “de-feat”, while the widespread reception of the myth of Dante and of the Comedy over the centuries will be the “victory”. The essay also consider the examples of urban iconography, based on the monument of the gate in the city walls, the accessus. This has come down to us today as a re-edition of the classical “arch of triumph,” according to the ecdotic principle formulated by Gianfranco Contini: the reconstructed text (or monument) “is truer than the document” (1977).
[eng] The city of Dis, positioned between the fifth and the sixth circles of hell, sees the damnation of the wrathful Filippo Argenti, together with Farinata and Cavalcante placed in the vaults of heretics. The moral and theological scene is suggested by architectural features: the “meschite” (Inf. VIII 70), with “torri a modo di campanili”, as Buti remarks; alongside parts of a generic medieval city: the moat, the massive gate, the “buia contrada” (VIII 93), the “secreto calle” (X 1). The vicissitude of Gramsci, a shrewd interpreter of canto X, is retraced through political militancy, with the project for a “City of the Future” elaborated on the lines of industrial Turin.
Citato da Giovanni Solimine, in http://digitalia.sbn.it/article/viewFile/314/205, p. 61
vol. 2, 1925, n.1 (15 gennaio), rist. in Eugenio Montale, "Auto da fé: cronache in due
tempi", Milano, Il Saggiatore, 1966, 1972 (2. ed.), pp. 15–19: 17, a proposito della poesia
sua e novecentesca. A questa si riferisce anche l’aggettivo latino 'signata', spiegabile
come «un intimo spirito, un genio di razza, una consonanza con gli spiriti più costanti
espressi dalla nostra terra», ibid.
https://www.corrierenazionale.net/2023/01/12/dal-13-gennaio-in-libreria-anonimie-poesie-2010-2020-di-massimo-pamio/
Recensione di Rosalba Le Favi, di-versi per-versi:
"la Voce di Mantova", 'Mantova poesia', 23 maggio 2023, p. 15.
L’arte abita la natura, rinchiuderla in un museo è come mettere un uccello creato per volare in una gabbia (Sebastiano A. De Laurentiis).
La sentenza pronunciata da Sebastiano Antonio, in arte Capobianco (1938-2018), potrebbe affiancarsi alle parole di Augusto Guzzo a proposito della filosofia di Giordano Bruno, la quale mirava "infiniti mondi correre per uno spazio infinito: ricoperti ciascuno da guise infinite d'esistenza: animati da una forza infinita unica, la Natura: espressione, a sua volta, del principio primo sovrannaturale, Dio. Quando lo Spaventa [Bertrando] scrisse che nessuno cantò la fecondità infinita della Natura come il Bruno, dètte il giudizio più vero. E non c'è dottrina della genialità inventiva della natura che dia di quella fecondità artefice un senso più vivo e più plastico di talune pagine di questo De la causa"
(A. Guzzo, Introduzione a Giordano Bruno, De la causa, principio e uno, Mursia, Milano 1985, pp. 5-6).
voce per ERETICOPEDIA: Mediterranean Digital & Public Humanities
Attraverso la descrizione del modo di formarsi della raccolta dantesca da parte dello statista toscano, proveniente da una ricca famiglia di origine israelitica stabilitasi a Livorno, si conduce una riflessione sulla bibliofilia in genere; su quali motivazioni portano a formare una "biblioteca d'autore", sulle sorti di queste collezioni private tra indifferenza degli eredi e recuperi fortunosi. Una disamina sul collezionismo librario da parte di lettori attenti e profondamente motivati, spesso fin dalla giovane età; e sui lettori futuri di alcuni frammenti di quelle raccolte disperse che si sono salvati e sono stati resi accessibili con cambi di giacitura.
Come già illustrato in un articolo del 2014 sulla "Rivista di Studi Danteschi",
https://www.academia.edu/14657676/Sidney_Sonnino_un_caso_di_bibliofilia_e_dantofilia_in_Rivista_di_Studi_Danteschi_n_2_2014_p_374_418
la sezione dantesca della biblioteca privata di Sonnino andò a formare, per volontà del proprietario, il nucleo costitutivo della biblioteca specializzata della Casa di Dante in Roma, https://lnx.casadidanteinroma.it/, istituita come ente morale il 27 aprile 1914 grazie all'interessamento fondamentale dello statista toscano.
2. Dalla caccia ai codici danteschi alla loro conservazione
3. I due “Orlandi”: questioni ecdotiche e linguistiche comuni in Boiardo e Dante
4. Dante in tipografia
5. Conclusioni tra filologia e bibliografia
Bibliografia
Sitografia.
Nel 2019 sono caduti i 140 anni dalla scomparsa di Antonio Panizzi (Brescello 1797 - Londra 1879). La parabola del 'carbonaro' emiliano si concentra sull'esilio vissuto a Londra per sfuggire alla condanna a morte "in effigie" comminata dal Ducato di Modena per le sue idee libertarie. Visse inizialmente a Liverpool ed entrò in contatto con gli altri rifugiati politici: tra i quali Foscolo, Rossetti e Mazzini. Tutti e tre ispirati dal culto di Dante, in modi differenti.
Il metodo che Panizzi sentì più confacente fu quello foscoliano del "Discorso sul testo e su le opinioni diverse prevalenti intorno alla storia e alla emendazione critica della Commedia di Dante" (Londra, Pickering, 1825). Tra i due ci fu inizialmente un carteggio per stabilire i modi della collaborazione di Panizzi al piano dell'edizione della Divina Commedia in 5 voll., non portato a termine per la morte di Foscolo.
A quel punto gli studi danteschi avevano "salato il sangue" a Panizzi, che scrisse un agguerrito saggio-recensione per il "comento analitico" alla Divina Commedia di Gabriele Rossetti, tacciato di «ciurmerie d'interprete mago» («Foreign Review», 1828).
Il prosieguo degli interessi danteschi di Panizzi è segnato dalla sua carriera nella biblioteca del British Museum, fino a diventarne il direttore. Una premonizione di quella professione sembra aversi nelle prime ricerche condotte in servizio delle collazioni foscoliane per lo spoglio di codici «assai belli» nelle tenute di campagna dei dantofili inglesi, tra cui un Egerton, il 2567 vergato a Ferrara, sottoscritto il "27 februarii" del 1379. Una Commedia in 'littera textualis' semplificata, con brevi rubriche latine e con fitte chiose latine marginali e interlineari.
Per la schedatura cfr. il sito del Centro Pio Rajna, con il "Censimento e edizione dei Commenti danteschi", https://www.centropiorajna.it/censimento/schemssest2.htm.
Sul sito della British Library oltre alla scheda dettagliata del codice, è possibile vedere alcune pagine digitalizzate, https://www.bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts/record.asp?MSID=8331&CollID=28&NStart=2567.
I materiali e le immagini del paper sono stati presentati ad ALMA Dante 2019, Ravenna.
[ita] L’ars artificialiter scribendi, in mano alle dinastie familiari di librai-editori dei Manuzio e degli Estienne, perfezionò la Repubblica delle (umane) lettere. Le fiere librarie in Europa e in Italia durante i primi secoli della stampa sono state una “exposition universelle et permanente au XVIe siècle” (parole dell’editore Isidore Liseux, 1875). Le reti commerciali, con i fondaci lungo i fiumi navigabili e nei porti di mare, collegavano le città capitali dell’industria tipografica come Venezia e Anversa, con gli appuntamenti fieristici in primavera e autunno di Francoforte e Lipsia.
[eng] This essay recounts the history of the journal Archivum Romanicum (1917-1941): it was founded by Giulio Bertoni and published by Olschki, which by that time had taken refuge in Geneva. The enterprise having been launched in the middle of the war, Bertoni was opposed by his colleagues – some of whom were quite well known, such as Ernesto G. Parodi and Pio Rajna – who looked askance upon a publication entrusted to a “German” editor, even one who had been in Italy for a number of years. The essay draws attention to the fact that Bertoni, a Romance philologist particu-larly well-versed in dialectology, made contributions to the field of Dante studies, even if not continuously or exclusi-vely. He prepared two biographical “profiles” of Dante for his friend and fellow editor Formiggini (in 1913 and 1921): taken together, these two works reveal a completed course of methodological development, from a follower of the historicist school to a disciple of “scientific idealism,” closer to the philosophy of Gentile than to that of Croce. In 1921, in commemoration of the six-hundredth anniversary of Dante’s death, he wrote the introduction to Olschki’s collotype reprint of the Landiano 190 (La) codex preserved at the Biblioteca Passerini-Landi in Piacenza, an ancient copy of the Divine Comedy made by Antonio da Fermo in 1336. In 1935-36, Bertoni became the first Italian to edit another classic of the Romance tradition, the Chanson de Roland. In the context of his critical remarks on these lite-rary texts, Bertoni’s reflections on the interpenetration of language and dialects contributed to the linguistic debate, in which his opinions figured among the most authoritative.
da ALMA Dante (Ravenna 2017)
*** [ita] Sono ripercorse le vicende della rivista fondata da Giulio Bertoni, «Archivum Romanicum» (1917-1941) per l’editore Olschki, all’epoca riparato a Ginevra. In quell’impresa Bertoni fu osteggiato in piena guerra da colleghi, anche illustri, come Ernesto G. Parodi e Pio Rajna, i quali mal vedevano la pubblicazione affidata a un editore ‘tedesco’, sebbene da molti anni trapiantato in Italia. Il contributo punta a evidenziare come Bertoni, da filologo romanzo particolarmente ferrato in dialettologia, abbia contribuito agli studi danteschi, sebbene non in modo continuato ed esclusivo. Preparò due “Profili” biografici di Dante per l’amico editore Formiggini (1913, 1921), dalla cui ‘collazione’ emerge l’evoluzione di metodo compiuta: dapprima allievo della scuola storica fino all’apostolato della “scienza idealistica”, più gentiliano che crociano. Nel 1921, per il centenario dantesco, curò ancora per Olschki l’introduzione alla ristampa in fototipia del codice Landiano 190 (La) della Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza, codex vetustior della Commedia esemplato nel 1336 da Antonio da Fermo. Nel biennio 1935-36 Bertoni si fa editore di un altro monumento della cultura romanza: la Chanson de Roland, prima volta per uno studioso italiano. Il dibattito sulla linguistica – nel quale il parere di Bertoni fu dei più autorevoli – viene esemplificato con alcune riflessioni imperniate sull’osmosi tra dialetti e lingua, in funzione dell’edizione critica di un testo letterario.
L’esito antitetico si può declinare anche in relazione alle carte (o pergamene), i documenti e i testi, che ci parlano di Dante o hanno verbalizzato il suo pensiero e i suoi discorsi. La tradizione, intesa anche come ‘tradimento’ dei fatti e degli originali, potrà così sembrare una ‘sconfitta’; mentre la diffusa ricezione del mito di Dante e della Commedia nei secoli sarà la ‘vittoria’. Si considerano anche degli esempi di iconografia urbana, basati sul monumento della porta nella cinta muraria, l’accessus, modernamente giuntoci come riedizione del classico “arco di trionfo”, secondo il principio ecdotico formulato da Gianfranco Contini: il testo (o il monumento) «ricostruito è più vero del documento» (1977). ***
[resumen] El objetivo de este trabajo es recorrer, a través de dos episodios significativos, la parábola de Dante rétor comprometido políticamente. Los resultados opuestos de la misión diplomática a San Gimignano (7 de mayo de 1300) y del voto sobre la concesión de soldados para las campañas militares del papa Bonifacio VIII (19 de junio de 1301), nos ponen frente a los avatares alternos de su actividad pública para el Comunis Florentie cuya consecuencia fue el exilio de por vida.
El resultado antitético puede ser analizado también en relación con los escritos (o pergaminos), documentos y textos que hablan de Dante o que registraron su pensamiento y sus discursos. De este modo la tradición, entendida también como “traición” de los hechos y de los originales, podrá parecer una “derrota”, mientras que la acogida difusa del mito de Dante y de la Comedia a lo largo de los siglos representaría la “victoria”. Se analizan también ejemplos de iconografía urbana, basados en el monumento de la puerta de las murallas, el accessus, que ha llegado hasta nosotros como reedición del clásico “arco de triunfo” según el principio ecdótico formulado por Gianfranco Contini: el texto (o el monumento) “reconstruido es más verdadero que el documento” (1977). ***
[abstract] This essay aims to trace Dante’s political career as “rhetorician” by looking at two significant episodes. The op-posing outcomes of the diplomatic mission of San Gimignano (May 7th, 1300) and the vote on the concession of soldiers for Pope Boniface VIII’s military campaigns (June 19th, 1301) present us with alternating events of his public activity for the Comunis Florentie, which would be followed by his lifelong exile.
These contrasting outcomes can also be viewed in relation to the papers (or parchments), documents and texts which provide us with information about Dante or which record his thoughts and speeches. Tradition, which can also be understood as a “betrayal” of the facts and of the original documents, may therefore seem like “de-feat”, while the widespread reception of the myth of Dante and of the Comedy over the centuries will be the “victory”. The essay also consider the examples of urban iconography, based on the monument of the gate in the city walls, the accessus. This has come down to us today as a re-edition of the classical “arch of triumph,” according to the ecdotic principle formulated by Gianfranco Contini: the reconstructed text (or monument) “is truer than the document” (1977).
[eng] The city of Dis, positioned between the fifth and the sixth circles of hell, sees the damnation of the wrathful Filippo Argenti, together with Farinata and Cavalcante placed in the vaults of heretics. The moral and theological scene is suggested by architectural features: the “meschite” (Inf. VIII 70), with “torri a modo di campanili”, as Buti remarks; alongside parts of a generic medieval city: the moat, the massive gate, the “buia contrada” (VIII 93), the “secreto calle” (X 1). The vicissitude of Gramsci, a shrewd interpreter of canto X, is retraced through political militancy, with the project for a “City of the Future” elaborated on the lines of industrial Turin.
Citato da Giovanni Solimine, in http://digitalia.sbn.it/article/viewFile/314/205, p. 61
vol. 2, 1925, n.1 (15 gennaio), rist. in Eugenio Montale, "Auto da fé: cronache in due
tempi", Milano, Il Saggiatore, 1966, 1972 (2. ed.), pp. 15–19: 17, a proposito della poesia
sua e novecentesca. A questa si riferisce anche l’aggettivo latino 'signata', spiegabile
come «un intimo spirito, un genio di razza, una consonanza con gli spiriti più costanti
espressi dalla nostra terra», ibid.
https://www.corrierenazionale.net/2023/01/12/dal-13-gennaio-in-libreria-anonimie-poesie-2010-2020-di-massimo-pamio/
Recensione di Rosalba Le Favi, di-versi per-versi:
"la Voce di Mantova", 'Mantova poesia', 23 maggio 2023, p. 15.
L’arte abita la natura, rinchiuderla in un museo è come mettere un uccello creato per volare in una gabbia (Sebastiano A. De Laurentiis).
La sentenza pronunciata da Sebastiano Antonio, in arte Capobianco (1938-2018), potrebbe affiancarsi alle parole di Augusto Guzzo a proposito della filosofia di Giordano Bruno, la quale mirava "infiniti mondi correre per uno spazio infinito: ricoperti ciascuno da guise infinite d'esistenza: animati da una forza infinita unica, la Natura: espressione, a sua volta, del principio primo sovrannaturale, Dio. Quando lo Spaventa [Bertrando] scrisse che nessuno cantò la fecondità infinita della Natura come il Bruno, dètte il giudizio più vero. E non c'è dottrina della genialità inventiva della natura che dia di quella fecondità artefice un senso più vivo e più plastico di talune pagine di questo De la causa"
(A. Guzzo, Introduzione a Giordano Bruno, De la causa, principio e uno, Mursia, Milano 1985, pp. 5-6).
voce per ERETICOPEDIA: Mediterranean Digital & Public Humanities
Le foto delle opere sono riprodotte per gentile concessione dell'Associazione culturale Pietro De Laurentiis, www.pietrodelaurentiis.it
Un artista e il suo paese
Paragrafi:
1) Pietro De Laurentiis da Roccascalegna a Roma
2) Il disegno
3) La scultura
4) La decorazione urbana e l'arredo sacro
5) L'Artista autoesegeta
6) Visione individuale e "risentimento" lirico della fisicità
[esergo 1] Qual di pennel fu maestro o di stile / che ritraesse l'ombre e ' tratti ch'ivi / mirar farieno uno ingegno sottile? (Purgatorio XII, 64-66)
[esergo 2] Evidentem[ente] a tutti questi elementi è sempre il risentimento lirico dell'artista che dà il valore estetico (Bernard Berenson, The essential in painting, nella prova di traduzione di Roberto Longhi, Per un saggio su Bernard Berenson [scartafaccio del 1912 ca.])
___Pietro De Laurentiis (1920-1991) è stato un enfant prodige, se così vogliamo chiamare il talento naturale e precoce, quando si dice di qualcuno che è nato per quel mestiere, con il lapis in mano. La sua biografia induce a pensare questo. Il primo talent-scout lo incontrò in modo casuale, e subito si accorse delle sue doti di ritrattista spontaneo, felice di disegnare soggetti tratti dalla cerchia familiare e da figure del paese, dai manufatti (un uomo di paglia usato come "spaventapasseri") e dagli animali della corte rurale (gallo, bue, maiale), che il lavoro dei campi in un paese come Roccascalegna gli offriva negli anni Trenta del secolo scorso.
-- Luca Monterone, su "Studi cattolici", n. 728, ottobre 2021, pp. 40-41.
-- Gualberto Alvino, https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/recensioni/recensione_370.html
-- Massimo Seriacopi, Rassegna bibliografica. - Dante, "La Rassegna della letteratura italiana", anno 127, serie IX, n. 1, gen.-giu. 2023, p. 60.
La lettera del frater Ylarus resta una crux nella biografia di Dante. Questo saggio parte da un classico studio di Giuseppe Billanovich del 1947, di cui si riprende la tesi che considera la testimonianza un’abile “esercitazione retorica” impostata da Boccaccio alla scuola dell’Ars dictaminis.
La perizia profusa dal Boccaccio retore può ricordare, in qualche modo, la preparazione artigianale di un tipografo vintage del 2021. Mi riferisco a Carmine Cervone da Napoli, il quale per il settimo centenario dantesco ha progettato di ristampare la Divina Commedia in un’edizione da collezione, a tiratura limitata, con previo lancio di una sottoscrizione di offerte libere. Del resto anche le copie dei “Dante del Cento” furono esemplate per finanziare la dote necessaria per maritare più di una figlia dell’impresario.
Ai lettori lascio il giudizio su una possibile convergenza, un parallelismo con in mezzo la Commedia, tra il piacere prodotto all’occhio, con una stampa alla linotype, dalla tessitura in rime di terzine da una parte, e dall’altra quello per l’udito che è generato dalla poesia «que nichil aliud est quam fictio rethorica musicaque poita [che altro non è se non una finzione rettorica dipoi posta in musica]» (De vulgari eloquentia, II iv 2).
I concetti di “intermediario” di T. S. Eliot e di “aura” di Walter Benjamin forniscono un sostegno teorico, che ci viene dalla prima metà del Novecento, allo sviluppo e alla conclusione del discorso: «le modificazioni nel medium della percezione di cui noi siamo contemporanei possono intendersi come una decadenza dell’aura» (W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, III).
La foggia di partenza di questa lettera in stile onciale pone alcune questioni. Era una littera textualis, riservata alla scrittura libraria, ma con una variante di esecuzione municipale legata all’officina dei “Danti del Cento”, la prima impresa di copiatura seriale della Commedia a Firenze, esemplata in una “bastarda cancelleresca” (definizione di Emanuele Casamassima) o “bastarda fiorentina” (secondo Vincenzio Borghini). La digrafia della tradizione quasi certamente sarà stata anche di Dante, in ossequio al proprio bilinguismo latino / volgare, così come il suo più importante copista, Francesco di ser Nardo da Barberino, in Val di Pesa, utilizzava all’occorrenza una cancelleresca corsiva e una libraria ‘al tratto’. Dagli spunti che il “dipinto” di quella M filigranata e iconica (nei capilettera di canto) suggerisce, emerge una diacronia del segno grafico fino all’invenzione della stampa; una svolta di cui è rimasta traccia nel gergo tipografico inglese con la distinzione Upper Case / Lower Case, dall’uso di predisporre i caratteri maiuscoli nella parte alta della cassa del compositore, e i minuscoli in basso.
L’incunabolistica otto-novecentesca eleggerà ancora la M come una lettera guida per i rilevamenti quantitativi e del ductus dei “tipi” della grande famiglia detta “gotica”.
***
Il volume raccoglie 20 saggi offerti in omaggio a Mauro Guerrini dagli allievi, come segno di gratitudine e riconoscenza per l’attività di docenza svolta presso diversi Atenei italiani nonché come testimonianza del suo instancabile impegno verso la professione bibliotecaria, anche come presidente dell’AIB e come membro di comitati dell’IFLA. I contributi sono raggruppati in sezioni che riprendono i molteplici ambiti di interesse del professor Mauro Guerrini, trasmessi con passione agli studenti, che vanno dalla bibliografia alle biblioteche, alla formazione e didattica, alla metadatazione. - Una Nota di lettura di Attilio Mauro Caproni si trova in "Biblioteche oggi", 39, 2021, maggio, pp. 52-54; http://www.bibliotecheoggi.it/rivista/issue/view/94.
Paolo Tinti recensisce la pubblicazione su "Bibliothecae.it", 11, 2022, n. 1, pp. 509-514, https://bibliothecae.unibo.it/article/view/15211/14449
Le edizioni critiche di Boccaccio curate da Aldo Francesco Massèra (1883-1928) sono descritte in relazione alla serie “Scrittori d’Italia” di Laterza, diretta da Benedetto Croce a partire dal 1910, che le ospitò. L’enorme lavoro del filologo laureatosi a Bologna è ripercorso con un occhio al suo modus operandi. Egli era sempre immerso per la collazione tra codici richiesti in prestito da biblioteche italiane e istituti stranieri. Massèra è stato capo bibliotecario presso la Biblioteca Gambalunga, collegata all’archivio storico del Comune di Rimini; in questa posizione egli si fece «geniale illustratore delle memorie cittadine» (dalla lapide nel cimitero monumentale di Rimini). Egli ricoprì anche il ruolo di insegnante nelle scuole superiori, durante una carriera breve ma intensa, la quale risulta stranamente rimossa tra gli specialisti, quando invece merita l’attenzione che si dedica ai veri maestri.
http://www.ereticopedia.org/bertrand-du-pouget
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600
[incartamento su un inquisitore di Dante]
Bertrand du Pouget o du Poujet (Castelnau-Montratier 1280 ca.-Villeneuve-lès-Avignon 1352), italianizzato in Bertrando del Poggetto, è stato un cardinale, legato pontificio e dottore in diritto canonico.
Sommario:
Biografia;
La campagna d'Italia;
Signore di Bologna e Rettore di Romagna;
L'inquisitore di Dante;
Il ritiro ad Avignone;
Bibliografia;
Links.
[rec. lunga in] "Note e discussioni" su Fernando Venturini, Libri, lettori e bibliotecari a Montecitorio. Storia della Biblioteca della Camera dei deputati. Milano: Wolters Kluwer; Padova: Cedam, 2019 (Quaderni di Nomos: le attualità nel diritto; n.s., 7).
L’articolo analizza la figura di Aldo Francesco Massèra (1883-1928), se-dicesimo bibliotecario- direttore nella storia della Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini, attraverso la pubblicazione degli Atti del Convegno svolto a Ginevra e a Rimini tra il 2015 e il 2016 ___ The article analyzes the figure of Aldo Francesco Massèra (1883-1928), sixteenth principal librarian of the Gambalunga Public Library of Rimini, through the publication of the Proceedings of the Conference held in Rimini and Geneva between 2015 and 2016. ---
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[ita] Il catalogo storico di un’azienda, quale è una casa editrice, rappresenta una testimonianza importante sotto vari aspetti. Può servire, ad esempio, a formulare la strategia editoriale in vista di un passaggio di proprietà oppure può costituire un collettore di fonti per gli studi sulla storia della cultura e delle idee. Ma oggi, per motivi di spesa, i cataloghi editoriali (sia storici che correnti), vengono sempre più spesso prodotti, invece che sul tradizionale supporto cartaceo, in formato elettronico, su database locali (CD-ROM) o in linea (per lo più il sito web dell’editore). Ciò rende i cataloghi accessibili in qualunque momento da parte degli utenti e offre anche una maggiore efficacia di ricerca. Alcuni grandi nomi dell’editoria nostrana (tra cui Laterza, Olschki, Mondadori) curano direttamente sul proprio sito o tramite fondazioni la parte storica del loro marchio, con relativo catalogo. L’ambiente digitale ha reso il pubblicato di un editore subito disponibile come ‘lista’ filtrabile con una ricerca avanzata, permettendo anche il salvataggio esportabile dei risultati. Riflettere sull’evoluzione e sulle peculiarità degli antichi cataloghi storici degli editori può risultare molto utile nell’allestimento degli strumenti di ricerca all’interno dei nuovi scenari dei repositories digitali.
Philology, 3 (2017), ISSN 2297-2625 (Print)
Questa traduzione ha lo scopo, modesto ed ambizioso insieme, di servire a chi l’ha fatta di espressione assolutamente personale dell’antico e pur sempre nuovo brivido commosso, che le dava la lettura del divino ragionamento di Diotima nel Convito, della ispirata visione di Socrate nel Fedro.
(Maria Timpanaro Cardini)
Cfr. https://www.facebook.com/MuseoArcheoCA
"Theologi-ca News: notiziario della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna", anno XXXII (2015), n. 59, giugno, pp. 4-5;
http://www.pfts.it/images/documenti_pdf/Notiziario/2015_2_PFTS_Notiziario.pdf
La conferenza si è tenuta il 13 marzo 2015 a Cagliari. Nel solco illustre della tradizione di Lectura Dantis, iniziata da Boccaccio, si passano in rassegna i luoghi della Commedia in cui è citata la Sardigna (Inf. XXII 89) o l’isola d’i Sardi (Inf. XXVI 104) secondo il viaggio di Ulisse; oltre a personaggi come Michele Zanche (Inf. XXII 87 ss.). Il periodo in cui Dante fu a contatto con Pisa dovette essere anche quello per una conoscenza, sebbene de relato, dell’isola allora sotto l’influenza della città toscana nei secoli XII e XIII. Tuttavia la resa favolosa di un’isola impervia e malarica permane in altri accenni del sacrato poema, fino a farne un luogo remoto per eccellenza, al modo di Boccaccio: «dee egli essere più là che Abruzzi» (Decameron, VIII 3).
Il foglio con le citazioni e le diapositive utilizzate durante la conferenza sono a: http://www.pfts.it/index.php/notizie/129-la-divina-commedia-letta-in-sardegna.
Vn 25 6 [recte 25 4]: « ché dire per rima in volgare tanto è
quanto dire per versi in latino, secondo alcuna proporzione ».
VOLUME X (APRILE 2017)
1. MICHELE CURNIS, Filologia platonica del XX secolo. Tradizione indiretta. (85)
2. ALESSIO FAEDDA, Le citazioni omeriche in Platone. Effetti della tradizione orale o intenzionali adattamenti. (86)
3. GABRIELE PAPA, Un exemplum della ricezione della filosofia di Platone nel mondo islamico: il Kitāb al-ğāmiʽ di Abū Nasr al-Fārābī e il primato di Aristotele nella storia. (87)
4. GIAMPIERO CHIVILÒ, Alexandre Kojève interprete di Platone. (88)
5. RODOLFO SIDERI, Filosofia come pathos. Platone negli scritti giovanili di Nietzsche. (89)
6. ALFIO RIZZO NAZARENO, Oltre la filosofia. Platone e Nietzsche nel pensiero di Giorgio Colli. (90)
7. ALESSANDRO RAFFI, Da Aristotele a Platone. L’interpretazione heideggeriana del Sofista. (91)
8. PIETRO CONSOLE, «La più alta personalità filosofica di tutti i tempi». Platone secondo l’esistenzialismo neoilluministico di Nicola Abbagnano. (92)
9. SARA DE LEONARDIS, Il Grillo. Una battaglia per la paideia platonica. (93)
10. ROSSANO DE LAURENTIIS, Platone e la storia della scienza secondo Maria Timpanaro Cardini (per i tipi di Carabba). (94)
11. DARIO ZUCCHELLO, Arendt di fronte a Platone. Politica e filosofia. (95)
12. MARINA PAOLA BANCHETTI-ROBINO, Il neoplatonismo nell’ontologia chimica di Jan Baptista van Helmont. (96)
VOLUME XI (APRILE 2017)
1. ROBERTA GALLUZZO, Il Platonismo nel pensiero mistico di Meister Eckhart. (97)
2. LUCA SOCCI, Sperimentare l’eterno. Dalla metafora all’incarnazione tra Platone e Dante. (98)
3. ALESSANDRO RAFFI, Dante e il Timeo nel canto IV del Paradiso. (99)
4. TOMMASO GHEZZANI, Rassegna di studi sul platonismo di Vico. (100)
5. ALESSIO MARCHETTI, Platone e Marx. (101)
6. MARIO LUPOLI, Platone e il concetto di ragione in Horkheimer e Adorno. (102)
7. ANTONELLA FERRARIS, Padre di tutte le Utopie. La persistenza dell’archetipo platonico in Ernst Bloch. (103)
8. ILARIA NIDASIO, Oralità e scrittura. Gadamer e la reinterpretazione, in chiave ermeneutica, della nota tematica. (104)
9. ROBERTA RIO-FRANCESCO ALESSANDRINI, La Dottrina delle Idee e il processo di formazione del pensiero. (105)
10. AURORA CAPORALI, Corneille. Il teatro francese del Seicento dai frammenti de L’illusion cominque, un testo esemplare di platonizzazione. (106)
11. FEDERICA SCOGNAMIGLIO, Il Platone di Forster. Introduzione alla filologia ed agli studi platonici tra Settecento e Ottocento. (107)
12. FEDERICO ZANCANER, Platone e Nietzsche. Aspetti di etica. (108)
13. OLIMPIA ZINZI-MARGHERITA CAPONE, Platone e Nietzsche tra corpo e anima. (109)
14. MAURO MURZI, Aspetti dell’influenza del Timeo sulla scienza occidentale. (110)
15. MARCO DAMONTE, La presenza di Platone nel nachlass di Wittgenstein. (111)
16. GIUSEPPE IURATO, Un raffronto critico fra la teoria platonica delle idee ed il paradosso di Kripke-Wittgenstein. (112)
17. ELENA RUFFONI, Il Menesseno e la funzione critica della storia di Atene nel logos epitaphios platonico. (113)
18. ANTONELLA SENATORE, Un discorso οὐ παντάπασιν ἀπίθανος. Note sulla retorica di Platone. (114)
VOLUME XII (NOVEMBRE 2017)
1. DAVIDE PENNA, Noticiam dei non ratiocinando sed bene vivendo. Presenze platoniche nella Theologia Summi Boni di Pietro Abelardo. (115)
2. FRANCESCO FIORENTINO, Giovanni Duns Scoto di fronte a Platone sulle idee divine. (116)
3. ALBERTO FRANCESCATO, Antropologia dell’Esaltato. Platone fra Hume e Kant. (117)
4. ERICA GAZZOLDI, Laisse du vieux Platon se froncer l’œil austère… Platonismo e suo rifiuto nell’eros di Baudelaire. (118)
5. MARIO LUPOLI, Dmitry Pisarev lettore di Platone. (119)
6. GABRIELE ORNAGHI, Austin e il completamento del pensiero platonico. (120)
7. ALESSANDRO PRATO, Platone e la condanna della retorica. (121)
8. ALBERTO LABELLARTE, Erotica, giustizia e passioni in Platone. (122)
9. LUCA VALENTINI, Sulla tripartizione statuale in Platone, nel mondo indoeuropeo e nel microcosmo umano. (123)
10. MARCO GRUSOVIN, Socrate ebreo. Sul platonismo ebraico di Moses Mendelsshon. (124)
11. Laura Zavatta, Nietzsche nella caverna di Platone. La missione legislatrice dei filosofi. (125)
12. IVAN POZZONI, Il contratto sociale come fondamento del diritto criminale nel momento socratico di Platone. (126)
VOLUME XIII (DICEMBRE 2017)
1. ROSSELLA ATTOLINI, Ἒρως e χωρισμός. Giorgio Colli interprete di Platone. (127)
2. CLAUDIA MAGGI, Il «qualcosa» in Soph. 237c e in Enn. VI 6. (128)
3. ENRICO FALBO, Il rapporto psyche-organi corporei nel Teeteto. (129)
4. PAOLA SCOLLO, Platone e la poesia. La discussione sugli eroi di Omero nell’Ippia Minore. (130)
5. MARCO POTENZA, Gregor Samsa e K. Percezione della realtà platonica in Kafka. (131)
6. ANNA DI SOMMA, Il ruolo di Platone nell’onto-antropo-logia di Ernesto Grassi. (132)
7. ALBERTO LABELLARTE, L’idea di Giustizia in Platone. (133)
8. LOREDANA FILIPPI, Platone e le nuove frontiere della scienza. Dal superamento del dualismo alla fisica dei quanti: verso una nuova escatologia dell’esistenza. (134)
9. NICOLÒ SAMBO, Platone in The Great Chain of Being di Arthur O. Lovejoy. (135)
10. GIOVANNI COVINO, Platone e Tommaso d’Aquino. L’importanza metafisica della nozione di partecipazione. (136)
11. STEFANO ZEN, Riscoperta di Platone e teologie della Riforma: il caso di Thomas Müntzer tra millenarismo e cristianesimo rivoluzionario. (137)
12. ALESSANDRO BATTISTELLI, La questione della tecnica. Dalla techne platonica al dislivello prometeico di Günther Anders. (138)
13. EMANUELE STRACCHI, La Musica in Platone e Nietzsche. (139)
14. EUGENIO CAPITANI, L’universo non gioca a dadi. Principio antropico e cosmologia nel Timeo di Platone. (140)
15. ALDO MECCARIELLO, Un’idea di catastrofe. Platone negli abissi di Atlantide. (141)
VOLUME XIV (MARZO 2018)
1. MARIAPAOLA BERGOMI, Platone a Bisanzio (142)
2. VINCENZO NUZZO, Un’unitaria metafisica filosofico-religiosa entro la continuità tra neoplatonismo pagano e cristiano. Il caso di Gregorio di Nissa (143)
3. CHIARA GELMETTI, Geometria sacra e movimento corporeo. Ripresa dell’ellenismo nelle coreografie del primo Novecento: riemergere del pensiero platonico e legami con la danza italiana del Quattrocento (144)
4. GABRIELE BURATTI, Aspetti di Filosofia della matematica: platonismo e anti-platonismo in Mark Balaguer (145)
5. YURI CONTI, L’interrogazione socratica nei dialoghi platonici: riprese contemporanee ed origini storiche (146)
6. PAOLO GIOVE, Pedagogia della significazione. Strategie paideutiche del dialogos in Platone (147)
7. ELEONORA SELVATICO, Platone e la nascita della metafisica: l’interpretazione heideggeriana del mito della caverna e del Teeteto (148)
8. LUCA PANTALEONE, Il sentiero della verità. Svelatezza e correttezza nel pensiero di Platone (149)
9. PIERO DE COLOMBANI, Il platonismo bifronte di Carlo Michelstaedter (150)
10. VIŠNJA BANDALO, Concetti platonici nell’espressione letteraria di Cristina Campo (151)
11. CHARLOTTE ERRIGHI, La carne, l’ombra e l’armonia. Echi platonici nella riflessione di Denis de Rougemont (152)
12. FRANCESCO LUIGI GALLO, Il Platonismo e la Massoneria. Analisi introduttiva di alcune essenziali corrispondenze (153)
VOLUME XV
1. MARINA PAOLA BANCHETTI-ROBINO, Il minimo, l’unità, e l’universo infinito nella cosmologia vitalistica di Giordano Bruno (154)
2. MARIANNA CERNO, Frater, socius et amicus: l’amicizia nell’agiografia martiriale italiana dell’alto medioevo (155)
3. SERENA CANÈ, L’anima platonica e il “Messaggio di Laodicea”. “Giudaizzanti” di Novgorod: F. Kuritsyn ed altri (156)
4. PAOLA SCOLLO, I sofismi di Socrate. La poetica dello specchio da Aristofane a Platone (157)
5. LUIGI D’ANTO’, Il pastore ed il sarto: “iconologia” della sovranità in Platone (158)
6. MARCO DAMONTE, La presenza di Platone nella Virtue Ethics (159)
7. PAOLO MENEGHETTI, Il demiurgo di Platone ha l’idea di artisticità sui numeri idealmente contratti (160)
8. IGOR TAVILLA, La ricezione di Platone nell’opera di Julius Evola. Una nota interpretativa (161)
9. GIORGIO PANNUNZIO, Qualche riflessione semasiologica sullo pseudo-Platone epigrammista tradotto da Salvatore Quasimodo (162)
10. ANNALISA CHESSA, Immagini nella caverna: la cornice simbolica del mito in Platone e nei suoi “allievi” (163)
11. PAOLA SCOLLO, Il gioco di natura: nostra morte, sua vita. Platone e la dialettica tra uomo e ambiente nel mondo greco (164)
12. OMAR BRINO, Una “voce profetica” in “un’età altrettanto oscura”. Piero Martinetti lettore di Platone (165)
13. NICOLÒ TARQUINI, Platone, il nichilismo e l’Occidente. L’interpretazione della filosofia platonica nel pensiero di Emanuele Severino (166)
14. PIERO DE COLOMBANI, L’eco dell’agathon platonico nel più recente Cacciari (167)
Capitoli Platone voll. I-XIV (fino a Marzo 2018)
La città di Dite, situata tra quinto e sesto cerchio della buca infernale, vede condannati l’iracondo Filippo Argenti, insieme a Farinata e Cavalcante posti nelle arche degli eretici. Il contesto morale e teologico è suggerito da elementi architettonici: le “meschite” (Inf. VIII 70), con “torri a modo di campanili”, chiosa il Buti, intraviste da fuori le mura; accanto a parti di una generica città medievale: il fossato, la porta massiccia, la “buia contrada” (VIII 93), il “secreto calle” (X 1). La vicenda di Gramsci, acuto interprete del canto X dell'Inferno, viene ripercorsa in filigrana con il progetto di una “Città futura” elaborato sul campo della Torino industriale. [eng] The city of Dis, positioned between the fifth and the sixth circles of hell, sees the damnation of the wrathful Filippo Argenti, together with Farinata and Cavalcante placed in the vaults of heretics. The moral and theological scene is suggested by architectural features: the “meschite” (Inf. VIII 70), with “torri a modo di campanili”, as Buti remarks; alongside parts of a generic medieval city: the moat, the massive gate, the “buia contrada” (VIII 93), the “secreto calle” (X 1). The vicissitude of Gramsci, a shrewd interpreter of canto X, is retraced through political militancy, with the project for a “City of the Future” elaborated on the lines of industrial Turin.
Coordd.: Chiara Devoti, Monica Naretto
Atti disponibili online a partire dalle date del Convegno di Napoli, 7-8-9 settembre 2017; in fase di revisione.
Didascalie delle slide:
1. Bertoni ritratto da Scipione (Gino Bonichi).
2. Facsimile del Landiano 190 (anno 1336), Introduzione di Bertoni nel 1921.
3. G. Bertoni, "Profilo" di 'Dante', Genova, Formiggini, 1913 e 1921.
4. 'Dizionario di marina medievale e moderno' (1937), 'Vocabolario della lingua italiana' (1941): opere di lessicografia tra dialetti e lingua in relazione al "Vocabolario Dantesco" (lavori in corso).
-- Tiziana Stagi, su "AIB Studi", 2019, vol. 59, nn. 1/2, pp. 276-278. - https://aibstudi.aib.it/article/view/11970/11466
-- Elisabetta Zonca, su "Bibliothecae.it", 2020, vol. 9, n. 1, pp. 551-553. - https://bibliothecae.unibo.it/article/view/11151 (PDF italiano).
-- [spoglio della dissertazione di dottorato] L'Almanacco Bibliografico, n. o, novembre 2006, , https://centridiricerca.unicatt.it/creleb-centro-di-ricerca-europeo-libro-editoria-biblioteca-creleb-almanacco-bibliografico , a p. 19.
Proflo biografico di Guido Biagi, fiorentino, uno dei maggiori bibliotecari italiani tra Otto e Novecento. Direttore della Biblioteca Medicea Laurenziana, fu uno dei protagonisti delle trasformazioni in senso moderno della Biblioteconomia in Italia, nel passaggio epocale da una società di eruditi a una società più vasta culturalmente. Un bibliotecario professionista, esperto di gestione e di tecniche, organizzatore culturale infaticabile, con una dimensione internazionale al tempo comune a pochi altri bibliotecari.
Vedi anche: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_670112701.html
https://buponline.com/prodotto/dizionario-biografico-dei-soprintendenti-bibliografici-1919-1972/
la concesión de soldados para las campañas militares del papa Bonifacio VIII (19 de junio de 1301), nos ponen frente a los avatares alternos de su actividad pública para el Comunis Florentie cuya consecuencia fue el exilio de por vida.
El resultado antitético puede ser analizado también en relación con los escritos (o pergaminos), documentos y textos que hablan de Dante o que registraron su pensamiento y sus discursos. De este modo la tradición, entendida también como “traición” de los hechos y de los originales, podrá parecer una “derrota”, mientras que la acogida difusa del mito de Dante y de la Comedia a lo largo de los siglos representaría la “victoria”. Se analizan también ejemplos de iconografía urbana, basados en el monumento de la puerta de las murallas, el accessus, que ha llegado hasta nosotros como reedición del clásico “arco de triunfo” según el
principio ecdótico formulado por Gianfranco Contini: el texto (o el monumento) “reconstruido es más verdadero que el documento” (1977).