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La guerra è una violenza organizzata che vede scontrarsi eserciti di stati diversi in eventi bellicosi plurimi. La guerra è dunque un fatto di violenza. Prima di riguardare gli stati però, la violenza riguarda l'individuo. Essa è infatti... more
La guerra è una violenza organizzata che vede scontrarsi eserciti di stati diversi in eventi bellicosi plurimi. La guerra è dunque un fatto di violenza. Prima di riguardare gli stati però, la violenza riguarda l'individuo. Essa è infatti una delle forme attraverso cui si istaurano relazioni fra individui appartenenti alla stessa specie. Nella relazione che gli umani hanno con specie diverse (per esempio gli animali), essa si impone come condizione necessaria alla sopravvivenza. L'uccisione dell'animale di cui cibarsi è inevitabile. Nelle fasi remote della storia profonda dell'umanità (Lord Smail 2017), gli esseri umani sono sopravvissuti grazie alle attività di caccia e raccolta (Barbujanni 2022). La prima delle due implica la violenza e si esplica con l'uccisione della vittima, la cui morte garantisce la sopravvivenza dell'aggressore. La seconda è invece attività che non attiva alcuna forma di violenza (Tattersal 2009). L'opposizione tra il violento (che caccia) e il mite (che raccoglie) potrebbe rispecchiarsi nell'altrettanto suggestiva divisione dei compiti tra i generi, già nota per le coeve tribù di cacciatori raccoglitori (Testart 2005) e supposta per il Paleolitico: gli uomini cacciavano, le donne raccoglievano (Lee/DeVore 1968). Se davvero così fosse, gli uomini, cacciatori e violenti, si opporrebbero alle donne, raccoglitrici e pacifiche.
La mutevolezza linguistica come problema. Le lingue naturali sono fra gli oggetti di indagine più impegnativi per lo studioso. Uno degli aspetti che da sempre ha destato maggiore attenzione è il loro carattere dinamico (language... more
La mutevolezza linguistica come problema.
Le lingue naturali sono fra gli oggetti di indagine più impegnativi per lo studioso. Uno degli aspetti che da sempre ha destato maggiore attenzione è il loro carattere dinamico (language dynamics), ovvero la mutevolezza. Questa si manifesta nel tempo e nello spazio, è una proprietà intrinseca e non eliminabile. D'altro canto, essa è un problema da più punti di vista. Lo è dalla prospettiva generale della cultura, se è vero che la saggezza universale ha elaborato miti per spiegare la diversità linguistica (Torre di Babele nella tradizione ebraico-cristiana). Lo è per i parlanti, divisi tra la spinta a usare la propria lingua liberamente e la rigidità della norma che li limita. Ma è un problema soprattutto per gli studiosi, divisi tra chi pone al centro dell'attenzione l'invarianza e chi la varianza.
The aim of this paper is to answer two questions: is there a section in the Qur'an that describes the human embryo development? Second, if such a case existed, could it be compared to the Greek theories of generation? The answer to both... more
The aim of this paper is to answer two questions: is there a section in the Qur'an that describes the human embryo development? Second, if such a case existed, could it be compared to the Greek theories of generation? The answer to both questions is affirmative. In the first part of this paper, we discuss some Quranic verses talking about the embryo development. We also outline how the terminology (nuṭfah, 'alaqah, muḍghah) used for expressing the embryo development in these verses involves complex translation challenges. In the second part, we compare the Quranic verses to two Greek theories of generation. Finally, we highlight a little-known aspect of the Quranic text worthy of study.
The ‘Homeric Greek Compounds Project’ is a linguistic research project partially funded by the University of Palermo FFR-2012-ATE-0164 (2013-2015). The project aims at creating a free open-access online database containing the Homeric... more
The ‘Homeric Greek Compounds Project’ is a linguistic research project partially funded by the University of Palermo FFR-2012-ATE-0164 (2013-2015). The project aims at creating a free open-access online database containing the Homeric compounds found in the Iliad and the Odyssey. The research group is currently composed of people ranging from graduate to Ph.D. students, from post-doctoral researchers to associate professors, from the Department of Scienze Umanistiche of the University of Palermo and from the Department of Studi Letterari, Filologici e Linguistici of the University of Milano Statale. At present, the group is composed of the following people: A. Bartolotta (project coordinator), L. Aliffi, V. Amico, L. Coccia, A. Cuva; N. De Pasquale, M. Giuffre, M. Longo, R. Melazzo, C. Nigrelli; F. Dede, M. Cardella. The main purpose of this working group is to collect and analyze all the compounded Nouns and Adjectives occurring in the Homeric poems, in order to share and make linguistic data re-usable and available to the scientific community. The ultimate goal of this project is to reconstruct, as far as possible, the unifying criteria that are at the basis of the process of composition in archaic Greek. In fact, both definitions and classifications of compounds are still a debated issue in the linguistic literature. Research into the explanation of this complex linguistic phenomenon must be integrated by not only making cross-linguistic comparisons, but also considering the diachronic perspective. Thus, an interdisciplinary perspective is needed, that gives value to the historical-comparative dimension as well. By virtue of the conservative nature that characterizes compound forms, the diachronic development and prehistory of compounds in the oldest Indo-European languages reveals valuable information about the syntactic structure of the IE proto-language. In particular, although Ancient Greek composition has been dealt with since the beginning of the XXth century, there is still no reference database that gathers and describes all the compounds attested in Homeric Greek, a language that, along with Sanskrit, is the basis and the starting point for the reconstruction of the Indo-European proto-language. Hence, the idea of a database containing a description of morphological, syntactic, semantic and lexical features, and etymological interpretation of each compounded word in the Iliad and Odyssey. The database contains more than 1500 entries, which are arranged alphabetically from Α to Ω. The database encodes information about the syntactic category of the compound and its morphosyntactic structure, including its part of speech and the lexical category of both first and second members (categorization). The linguistic description also contains the compound meaning and the features that have been considered relevant, i.e. its etymology, each word occurrence and the corresponding inflectional information, including case and number, the headedness (endocentric vs exocentric), the classification of each compound (subordinate, determinative attributive, coordinate). When necessary, some specific notes are added about linking elements (i.e. those functional structures that serve to link the two members of compound, and which can find expression in specific inflectional endings of the non-head member within the complex word), case forms of the first/second member, other morphological or semantic useful information. The database will be available free on the Department website.
Forthcoming (Palermo, Palermo University Press)
La scuola in tivù. Raiscuola
Competenza n. 1 - Asse dei linguaggi -
Istruzione degli Adulti- Primo Periodo didattico

L'unità n. 2 descrive le varietà dell’italiano e si concentra su italiano standard e lingua d’uso.
La scuola in tivù- Raiscuola Competenza 1 - Asse dei linguaggi - Istruzione degli adulti - primo periodo didattico L'unità 3 descrive le relazioni tra interlocutori, situazioni comunicative e registri linguistici. Enfatizza la... more
La scuola in tivù- Raiscuola
Competenza 1 - Asse dei linguaggi -
Istruzione degli adulti - primo periodo didattico

L'unità 3 descrive le relazioni tra interlocutori, situazioni comunicative e registri linguistici. Enfatizza la necessità di scegliere la varietà linguistica in base al tipo di interlocutore e situazione.
"Ascoltare è purtroppo un'abilità trascurata e fondamentale, ascoltare significa comprendere il contenuto di un testo orale, cioè quello che viene detto, e lo scopo per cui qualcosa viene detta. Saper ascoltare significa comprendere i... more
"Ascoltare è purtroppo un'abilità trascurata e fondamentale, ascoltare significa comprendere il contenuto di un testo orale, cioè quello che viene detto, e lo scopo per cui qualcosa viene detta. Saper ascoltare significa comprendere i testi propri e tener la mente aperta per i testi degli altri. Insieme, scopriamo come è possibile migliorare l'ascolto grazie ad alcune tecniche di supporto alla comprensione di testi orali, come prendere appunti, schematizzare, e realizzare mappe mentali e mappe concettuali. Questa puntata fa parte di una serie di trasmissioni rivolte agli iscritti ai percorsi formativi dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti ed in particolare a quelli iscritti ai percorsi di primo livello. Il progetto si articola in una serie puntate, riferite ai quattro assi culturali: l'asse dei linguaggi; quello matematico, e poi storico-sociale e scientifico tecnologico - così da offrire un'offerta curricolare completa. Le lezioni sono tenute dai docenti dei Cpia, e in ognuna vengono sviluppate - attraverso specifiche unità di apprendimento - le principali conoscenze previste degli assi culturali, utilizzando la didattica per competenze. Le unità didattiche di questa lezione sono dedicate alla competenza nr 1 dell'asse culturale dei Linguaggi. Ci guida il Prof. Michele Longo del Cpia di Caltanissetta ed Enna."
"Il progetto SiRe mira a colmare le diverse lacune nella storia della linguistica indagando la dimensione della sintassi che – a differenza di quanto affermato nella storia degli studi attuale – compare già dal medioevo all’interno della... more
"Il progetto SiRe mira a colmare le diverse lacune nella storia della linguistica indagando la dimensione della sintassi che – a differenza di quanto affermato nella storia degli studi attuale – compare già dal medioevo all’interno della speculazione sulla lingua intrecciandosi tra grammatica, retorica e logica. La scuola di Port Royal non è dunque più punto di partenza della speculazione sulla sintassi ma ne rappresenta bensì una tappa fondamentale.

Le tre unità di ricerca (Verona, Macerata e Palermo) stanno concentrando in maniera sinergica la loro indagine su: grammaticografia, trattatistica medievale dedicata al linguaggio, attività glossatoria e infine il lavoro dei modisti nella valutazione dei ruoli intrafrasali delle parti del discorso.

Scopo ultimo del progetto dunque è fondare una posizione alternativa nella storiografia della linguistica e della retorica che nulla toglie alla centralità che lo studio della sintassi assumerà in età più tarda e in particolare in età moderna."
"ll progetto esplora il ruolo del contatto come catalizzatore del mutamento sintattico; l'unità di Trieste si concentra sul contatto tra inglese e scandinavo nell'Inghilterra medievale. Combinando l'analisi formale delle varietà coinvolte... more
"ll progetto esplora il ruolo del contatto come catalizzatore del mutamento sintattico; l'unità di Trieste si concentra sul contatto tra inglese e scandinavo nell'Inghilterra medievale. Combinando l'analisi formale delle varietà coinvolte con strumenti di cladistica computazionale, si propone di misurare la distanza sintattica tra inglese antico, inglese medio e lingue scandinave medievali, contribuendo così al dibattito sulla presunta eccentricità dell’inglese rispetto al germanico occidentale.

Il mio ruolo all'interno dell'Unità di Trieste è consistito nell'analisi della sintassi del sintagma nominale in due testi antico islandesi (Il Primo Trattato Grammaticale Islandese e la Saga di San Thorlakur) attraverso il Parametric Comparison Method (PCM- Longobardi/Guardiano/Crisma).
This study proposes a comparative examination of samsetning and málsgrein, both of which are Old Icelandic terms referring to the concept of 'sentence'. These terms are found within the Icelandic Grammatical Treatises, a collection of... more
This study proposes a comparative examination of samsetning and málsgrein, both of which are Old Icelandic terms referring to the concept of 'sentence'. These terms are found within the Icelandic Grammatical Treatises, a collection of four texts dating from the mid-twelfth century to the mid-fourteenth century (Raschellà 1983, 2007). The investigation of Old Icelandic grammatical terminology is approached through its derivation from Latin sources (Donatus, Priscianus, Alessander Villadei, and Eberardus of Béthune). These sources have been extensively studied by various scholars (Raschellà 2018).
A topic under ongoing debate is the existence of an indigenous Nordic grammatical tradition (Lassen 2017). If such a tradition existed, it would likely comprise a set of theories interconnected with the practice of runic writing, laying the groundwork for written language and subsequent metalinguistic contemplation. This metalinguistic reflection would have resulted in the creation of the First Grammatical Treatise, analyzing Icelandic phonetics and proposing an alphabet (Benediktsson 1972), as well as the Second Grammatical Treatise, demonstrating notable originality (Raschellà 1982).
This research pursues two primary objectives. Firstly, it investigates whether Icelandic syntactic terminology contains elements not derived from Latin sources. Secondly, if such elements exist, it explores whether they support the notion of a distinct Nordic grammatical tradition separate from the Latin tradition. To achieve these goals, the study scrutinizes all lexemes denoting 'sentence' across the four Icelandic Grammatical Treatises. Additionally, it distinguishes between lexemes likely borrowed from Latin and those with no apparent Latin origins. The study particularly focuses on málsgrein, examining its occurrences and meanings in detail.

References
Benediktsson, Hrein (1972) The First Grammatical Treatise, Reykjavík, Institute of Nordic Linguistics.
Lassen, Annette (2017), "Indigenous and Latin Literature" in Á. Jakobsson, S. Jakobsson (eds.) (2017), The Routledge Research Companion to The Medieval Icelandic Sagas, London & New York, Routledge, pp. 74-87.
Raschellà, Federico (1982), The So-Called Second Grammatical Treatise. Firenze, Le Monnier.
Raschellà, Federico (1983), "Die altisländische grammatische Literatur. Forschungstand und Perspectiven zukünftiger Untersuchungen", Göttingische gelehrte Anzeigen 235, pp. 217-316.
Raschellà, Federico (2007) "Old Icelandic Grammatical Literature: The Last Decades of Research (1983-2005)", in J. Quinn, K. Heslop, T. Wills (eds.), Learning and Understanding in the Old Norse World. Essay in Honour of Margareth Clunies Ross, Turnhout, Brepols, pp. 341-372.
Raschellà, Federico (2018) "Eredità classica nel vocabolario tecnico dei trattati grammaticali islandesi medievali", in C. Di Sciacca, C. Giliberto, C. Rizzo, L. Teresi (eds.) (2018) Studies on Late Antique and Medieval Germanic Glossography and Lexocgraphy in Honour of Patrizia Lendinara, Pisa, Edizioni ETS, pp. 605-621.
Architecture of Language är titeln på en essä av Noam Chomsky (2006), där språkens syntaktiska struktur representeras som den dolda arkitekturen som håller ihop naturliga språk. 'Arkitektur' används här i metaforisk mening för att ge en... more
Architecture of Language är titeln på en essä av Noam Chomsky (2006), där språkens syntaktiska struktur representeras som den dolda arkitekturen som håller ihop naturliga språk. 'Arkitektur' används här i metaforisk mening för att ge en bild av språkliga strukturer. Architecture of complexity är istället titeln på ett viktigt verk av Herbert Simon (1962), ofta nämnt som ett av de verk som startade vetenskapen om komplexitet. Även här används 'arkitektur' metaforiskt för att förmedla en bild av komplexitet. I båda fallen är arkitektur den domän på vilken strukturen är metaforiskt kartlagd, av språk i det första fallet, av verklighet i det andra. Metaforen har mött särskild framgång, vilket framgår av titeln på O'Gradys essä (2005): The syntactic Carpentry.
Under de senaste trettio åren har lingvistik och komplexitet mötts och ur detta möte föddes komplexitetens lingvistik (Longo, 2023), vars syfte bland annat är att beskriva vad man kan kalla språkens komplexa arkitektur. Syftet med detta arbete är att presentera en tillämpning av denna innovativa metod för språkstudier (Kretzschmar 2009, 2015). För att göra detta kommer jag att behandla en aspekt av fornisländsk syntax. Jag kommer att beskriva utvecklingen av den syntaktiska arkitekturen för substantivfraser från 1000 till 1300. Jag kommer att visa i vilken mening vi kan tala om en komplex arkitektur av språk och jag kommer att verifiera, som ett resultat av forskningen, om detta utgör en framsteg i kunskap med avseende på vad som redan är känt från språklitteraturen (Faarlund 2007)


Chomsky, N. et al. (2006) The Architecture of Language, Oxford University Press.
Chomsky, N. (2017) Language architecture and its import for evolution. Neuroscience & Biobehavioral Reviews 81 B, 295-300.
Faarlund, J. T. (2007) The Syntax of Old Norse: With a survey of the inflectional morphology and a complete bibliography, Oxford University Press.
Longo, M. (2023) Language dynamics tra linguistica e teoria della complessità, in Atti del convegno dottorale Evoluzione e tecnica, Palermo 21-24 giugno 2022, Unipa Press (in corso di pubblicazione).
Kretzschmar, W. (2009) The linguistics of Speech, Cambridge University Press.
Kretzschmar, W. (2015) Language and complex systems, Cambridge University Press.
O'Grady, W. (2005) The Syntactic Carpentry. An emergentist approach to Syntax, Routledge.
Simon, H. (1962) The Architecture of complexity, Proceedings of the American Philosophical Society 106: 467-482.
L'approccio comunicativo è salito alla ribalta della didattica delle lingue straniere negli anni Settanta. Esso rappresenta un punto di non ritorno tanto che a distanza di trenta anni dall'evento si continua a parlare di rivoluzione... more
L'approccio comunicativo è salito alla ribalta della didattica delle lingue straniere negli anni Settanta. Esso rappresenta un punto di non ritorno tanto che a distanza di trenta anni dall'evento si continua a parlare di rivoluzione copernicana nell'insegnamento delle lingue straniere (Balboni 2015). A noi pare che se di rivoluzione si vuole parlare, di rivoluzione mancata si deve parlare. La comunicazione che, pure si è imposta nella letteratura scientifica come l'obbiettivo di ogni insegnamento è ad oggi la grande chimera nella pratica didattica, come in gran parte della manualistica di settore.
La didattica dell'arabo non fa eccezione. Anzi la situazione è resa anche più difficile dalle specificità della lingua. La diglossia (varietà standard vs varietà regionale) pone il docente di fronte a scelte difficili e dagli esiti sempre parziali, spesso insoddisfacenti. Non molto è stato fatto nella ricerca per affrontare e risolvere questo problema. Il gap è evidente sia da un punto di vista teorico (come affrontare la diglossia) sia da quello pratico dell'insegnamento/apprendimento (come gestire al meglio la pratica didattica in direzione comunicativa).
In questo senso va il nostro contributo che sonda per la prima volta la possibilità di applicare all'arabo la teoria della complessità. Presenteremo un modello complesso di insegnamento/apprendimento che valorizza le dinamiche comunicative in contesti di apprendimento guidato della lingua araba. Il caso di studio sarà poi dedicato in particolare alla didattica delle lingue speciali in arabo, ancora una volta nella direzione della comunicazione reale in modo che gli apprendenti siano davvero in grado di essere di comunicare. L'asse tematico di riferimento è dunque quello delle nuove prospettive didattiche. La dimensione della oralità sarà curata con tutte le sue problematiche e le sue opportunità.
Seminario tenuto nell'università di Palermo, 18 aprile 2024