Salvatore Russo
Università degli Studi di Palermo, Dipartimento Culture e società, Graduate Student
- Docente a tempo indeterminato di materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Santi Savarino" di Partinico. Laureatosi in Lettere Classiche (2009) e in Scienze dell'Antichità... moreDocente a tempo indeterminato di materie letterarie presso il Liceo Scientifico "Santi Savarino" di Partinico. Laureatosi in Lettere Classiche (2009) e in Scienze dell'Antichità (2011, premio 'V. Merante') presso l'Università degli Studi di Palermo, nel 2015 ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia antica e moderna (curriculum "Filologia classica") presso l'Università degli Studi di Messina, con l'edizione critica commentata del "Iudicium coci et pistoris" di Vespa (AL 199). I suoi interessi riguardano la poesia d'età neroniana (Carmina Einsidlensia), tardoantica (Pervigilium Veneris), paleocristiana e umanistica. Ha conseguito il diploma di Paleografia latina presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica ed Archivistica. Borsista del Centro Universitario Cattolico per il triennio 2015-2017, dal 2015 è Cultore di Lingua e Letteratura Latina presso l'Università degli Studi di Palermo. Da marzo 2021 è docente a contratto del Laboratorio di Informatica Specialistica presso il Dipartimento 'Culture e Società' dell'Università di Palermo.edit
- Tommaso Guardì, Luciano Landolfi, Antonino Zumbo, Giovanni Gianfranco Nuzzo, Carlo Lucarini, Giorgio Di Maria, Alfredo Casamentoedit
Annotated bibliography on the Neoteric Poets.
Research Interests:
Stylistic and metric analysis of the poem with particular reference to the imitation of classical Virgilian and Ovidian texts.
Research Interests:
Sulla base di un possibile riferimento letterario a Properzio, II, 12, 6-7 e 12, si discute della difesa della congettura del Pithou "in armis", in luogo della lezione "inermis" tràdita unanimemente dai codici al v. 35 del Pervigilium... more
Sulla base di un possibile riferimento letterario a Properzio, II, 12, 6-7 e 12, si discute della difesa della congettura del Pithou "in armis", in luogo della lezione "inermis" tràdita unanimemente dai codici al v. 35 del Pervigilium Veneris (Anth. Lat. 200 Riese = 191 Shackleton Bailey).
Research Interests:
1. È possibile rintracciare nel Pervigilium Veneris (Anth.Lat. 200 riese = 191 Sh. Bailey) una sorta di struttura compositiva, attraverso la quale l’anonimo compositore del carme ha sottolineato in climax ascendente la potenza della dea... more
1. È possibile rintracciare nel Pervigilium Veneris (Anth.Lat. 200 riese = 191 Sh. Bailey) una sorta di struttura compositiva, attraverso la quale l’anonimo compositore del carme ha sottolineato in climax ascendente la potenza della dea Venere, presente ad ogni attacco delle singole strofe (dalla terza alla settima) nell’atto di compiere un’azione. L’apparente stacco da questa particolare squelette creato dalla settima strofa è dovuto alla caduta dei versi precedenti al 58, ove probabilmente l’anonimo tracciava l’ennesima immagine di una Venus agens. La reale presenza di questa organizzazione del testo e dei contenuti del carme consentirebbe di mantenere l’ordine dei versi tràdito, avvalorando l’ipotesi di una lacuna precedente il v. 58 ed evitando, altresì, di trasporre quest’ultimo in strofe differenti.
2. È possibile notare una somiglianza tra G.B. Marino, Adone, canto VI, ottava CIII, vv. 1 e 5 e l’adespoto Pervigilium Veneris, vv. 51-52. Quasi parafrasando i citati versi dell’adespoto poemetto, Marino farebbe ricorso ad una terminologia specifica assai affine al tópos dell’apostrofe a Hybla-Venere evocato dall’anonimo del Pervigilium Veneris.
2. È possibile notare una somiglianza tra G.B. Marino, Adone, canto VI, ottava CIII, vv. 1 e 5 e l’adespoto Pervigilium Veneris, vv. 51-52. Quasi parafrasando i citati versi dell’adespoto poemetto, Marino farebbe ricorso ad una terminologia specifica assai affine al tópos dell’apostrofe a Hybla-Venere evocato dall’anonimo del Pervigilium Veneris.
Research Interests:
All’interno dell’Anthologia Latina, la silloge tràdita principalmente dal 'codex Salmasianus' (Par. Lat. 10318), il 'Iudicium coci et pistoris' di Vespa (IV-V sec. a.C.) si configura come una parodica controversia in versi che oppone un... more
All’interno dell’Anthologia Latina, la silloge tràdita principalmente dal 'codex Salmasianus' (Par. Lat. 10318), il 'Iudicium coci et pistoris' di Vespa (IV-V sec. a.C.) si configura come una parodica controversia in versi che oppone un cuoco ed un fornaio di fronte al dio Vulcano, arbitro della contesa. A seguire la disamina introduttiva incentrata sull’autore, sullo stile e sullo statuto del componimento, si presenta qui una nuova edizione del testo critico, corredata della traduzione italiana e di un ampio commento linguistico, filologico ed esegetico, nel tentativo di ravvisare la 'doctrina' del versificatore e ricostruire le caratteristiche principali del milieu culturale dal quale scaturisce l’opera.