Professor in Contemporary History at University of Salerno. I hold a PhD in History, specialized in History of XIX Century, Civil War History, Political History. Phone: 0039 3384389211
Global Crisis and Civil Conflicts. New Researches and Historiographical Perspectives
The end of t... more Global Crisis and Civil Conflicts. New Researches and Historiographical Perspectives The end of the Kingdom of the Two Sicilies is an episode of the revolutions that change the face of the Atlantic and the Mediterranean, as well as the process of the formation of modern nations. In this way the crisis of the Kingdom of the Two Sicilies can be interpreted inwardly the history of the immense geopolitical area, that ranged from the Naples to Bogota, and from Madrid to Buenos Aires, the heir of the Great Empire of Charles III. The Bourbon monarchies experienced a deep crisis in the Nineties of the Nineteenth century, imploded during the Napoleonic Wars. The process has fragmented powers and institutions, and was not stopped with the Restoration. This is because it was continued first in the contest between liberalism and absolutism, and then in the old and new countries, with the conflict among different national projects, although marked by start, duration, development and different conclusions that give life to the new states on the ashes of the Great Empire. The perspective of the conflict, therefore allows to insert the new studies and current research on the South Italian Risorgimento inside of the large international debate on the Atlantic Revolutions and the connection between the Civil War and the formation of modern national states.
Il volume è un omaggio ad Aurelio Musi, protagonista indiscusso della storiografia nazionale e in... more Il volume è un omaggio ad Aurelio Musi, protagonista indiscusso della storiografia nazionale e internazionale. Studiosi di diverse generazioni -amici, colleghi e allievi - interagiscono con i lavori da lui prodotti, dando vita ad un'opera di raffinata riflessione storiografica, che offre una stimolante pluralità di temi e interpretazioni. La storia è indagata da Musi nelle sue "ragioni" - quali le specificità epistemologiche, metodologiche, linguistiche - e nell'evoluzione delle sue "stagioni". I contributi di questo libro restituiscono il valore cognitivo e metacognitivo della storia, attraverso le molteplici "vie" tracciate dai suoi processi, dalle sue dinamiche, dai suoi orientamenti.
Si è svolta in Caserta il 20 febbraio 2020, in via del Redentore, a cura dell’associazione La Ca... more Si è svolta in Caserta il 20 febbraio 2020, in via del Redentore, a cura dell’associazione La Canonica di Caserta, un’interessante conversazione su un tema ancora fortemente sentito a livello nazionale. Unificazione Italiana, reazione borbonica, brigantaggio e questione meridionale il titolo del colloquio, che ha visto la presenza e fattiva partecipazione di un folto pubblico. Lo spunto di tale evento è stato il volume di recente pubblicazione del professor Carmine Pinto La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti. 1860-1870 (Bari, Laterza, 2018) e i molti interrogativi che ancora aleggiano nell’immaginario collettivo sull’argomento. La «storia del conflitto meridionale» è stato il tema di fondo della conversazione. Emergono, infatti, dalle pagine del volume di Pinto le profonde radici di una remota sofferenza, che l’autore a più riprese descrive come «conflitto civile meridionale», «lungo conflitto civile», «conflitto antico e radicato». Remota sofferenza che la conversazione, tenutasi presso La Canonica, ha tentato di analizzare ed approfondire, nelle sue componenti principali e nella sua evoluzione storica, disegnandone l’ampia geografia politica, economica e sociale.
Panel-Carrino-Fruci, 7thAIUCD 2018 Conference, Cultural Heritage in the Digital Age. Memory, Huma... more Panel-Carrino-Fruci, 7thAIUCD 2018 Conference, Cultural Heritage in the Digital Age. Memory, Humanities and Technologies, Bari, Italy, January 31 - February 2, 2018
La questione del Mezzogiorno si è accesa, diventando tema del confronto politico anche in questa ... more La questione del Mezzogiorno si è accesa, diventando tema del confronto politico anche in questa complicata legislatura. In realtà si tratta di un problema permanente della politica e del confronto pubblico, che ritorna ciclicamente nell’agenda del Paese sin dall’unificazione, quando la nazione appena fondata combatté la sua prima guerra proprio nell’ex Regno delle Due Sicilie. Dagli anni novanta del Novecento però, anche come reazione all’antimeridionalismo leghista, si è venuta affermando una vulgata che contesta in radice il processo di unificazione nazionale, mitizzando in chiave sudista il governo borbonico delle regioni meridionali. Le idee chiave di questa vulgata si basano su una triplice rivendicazione: il Sud, un tempo felice, sarebbe stato penalizzato dall’unificazione, resa possibile da una violenza brutale; occorre quindi conoscere la sua vera storia, occultata dalla casta politico-accademica, ispirata da vincitori; solo questa duplice lotta potrà far riemergere il Mezzogiorno, dopo un secolo e oltre di sfruttamento e di marginalità. Queste tendenze presero definitivamente forza proprio a cavallo del centocinquantesimo anniversario dell’unificazione, nel 2011. Il risultato è stato il dilagare dei portavoce del sudismo e del nuovo borbonismo. Opinionisti e giornalisti hanno negli ultimi anni pubblicato interventi a catena, spesso con esiti notevoli. Ne è derivata anche la scelta di alcuni gruppi politici, per la prima volta dall’Unità d’Italia, di assumere queste posizioni, giungendo addirittura a proporle nelle istituzioni. La mozione per far istituire nelle regioni meridionali una giornata a ricordo delle vittime dell’unificazione, di fatto una interpretazione stragista dell’unificazione nel Mezzogiorno fu lanciata in grande stile, e poi bloccata da una grande mobilitazione di studiosi e intellettuali di tutta Italia, diretta dalle società degli storici con un dibattito intenso ed efficace, quanto inedito. Rimane però la questione di fondo: quali sono le coordinate che consentono oggi una lettura equilibrata e scientificamente seria della formazione dell’Italia unita? Non è forse inutile ricordare che una corretta visione del presente, così come una delineazione di un futuro possibile e auspicabile, non può e non deve basarsi sulla manipolazione e mistificazione del passato ma sul rispetto, invece, della verità di ciò che è accaduto. I saggi qui raccolti analizzano alcuni punti-chiave del processo di unificazione, facendo pulizia di molte mitizzazioni e tentando di fissare dei punti fermi che possano costituire una sintesi problematica indirizzata a dialogare col mondo scientifico e col discorso pubblico. Allo stesso tempo, questo numero non ha nessuna pretesa di completezza, proprio perché gli autori sono consapevoli che la ricca tradizione storiografica sulla questione del Mezzogiorno nonché le significative ricerche in corso, testimonianza di un interesse mai venuto meno all’interno della comunità degli studiosi, non sono facilmente riducibili a sintesi. L’obiettivo di queste pagine, dunque, non è quello di sancire una sola legittima storia, ma di verificare le condizioni di legittimità a partire dalle quali tentare di elevare toni e contenuti del dibattito civile sulla storia del nostro Paese.
In Southern Italy, nostalgia for the ancient kingdom of the Two Sicilies is a major phenomenon. T... more In Southern Italy, nostalgia for the ancient kingdom of the Two Sicilies is a major phenomenon. This article intends to propose the elements of a history of the neo-Bourbon universe, demonstrating how its narratives, leveraging the imagery of a “lost cause”, are the development and the post-nineteenth-century panachage of three axes of argument: 1) the Two Sicilies discourse produced in the war for unification and subsequently conveyed by historical novels and television fiction; 2) the interpretation of the war of Bourbon brigandage as a possible ante-litteram class struggle; 3) the genocidal and victim paradigm applied to the history of nineteenth century Southern Italy.
Global Crisis and Civil Conflicts. New Researches and Historiographical Perspectives
The end of t... more Global Crisis and Civil Conflicts. New Researches and Historiographical Perspectives The end of the Kingdom of the Two Sicilies is an episode of the revolutions that change the face of the Atlantic and the Mediterranean, as well as the process of the formation of modern nations. In this way the crisis of the Kingdom of the Two Sicilies can be interpreted inwardly the history of the immense geopolitical area, that ranged from the Naples to Bogota, and from Madrid to Buenos Aires, the heir of the Great Empire of Charles III. The Bourbon monarchies experienced a deep crisis in the Nineties of the Nineteenth century, imploded during the Napoleonic Wars. The process has fragmented powers and institutions, and was not stopped with the Restoration. This is because it was continued first in the contest between liberalism and absolutism, and then in the old and new countries, with the conflict among different national projects, although marked by start, duration, development and different conclusions that give life to the new states on the ashes of the Great Empire. The perspective of the conflict, therefore allows to insert the new studies and current research on the South Italian Risorgimento inside of the large international debate on the Atlantic Revolutions and the connection between the Civil War and the formation of modern national states.
Il volume è un omaggio ad Aurelio Musi, protagonista indiscusso della storiografia nazionale e in... more Il volume è un omaggio ad Aurelio Musi, protagonista indiscusso della storiografia nazionale e internazionale. Studiosi di diverse generazioni -amici, colleghi e allievi - interagiscono con i lavori da lui prodotti, dando vita ad un'opera di raffinata riflessione storiografica, che offre una stimolante pluralità di temi e interpretazioni. La storia è indagata da Musi nelle sue "ragioni" - quali le specificità epistemologiche, metodologiche, linguistiche - e nell'evoluzione delle sue "stagioni". I contributi di questo libro restituiscono il valore cognitivo e metacognitivo della storia, attraverso le molteplici "vie" tracciate dai suoi processi, dalle sue dinamiche, dai suoi orientamenti.
Si è svolta in Caserta il 20 febbraio 2020, in via del Redentore, a cura dell’associazione La Ca... more Si è svolta in Caserta il 20 febbraio 2020, in via del Redentore, a cura dell’associazione La Canonica di Caserta, un’interessante conversazione su un tema ancora fortemente sentito a livello nazionale. Unificazione Italiana, reazione borbonica, brigantaggio e questione meridionale il titolo del colloquio, che ha visto la presenza e fattiva partecipazione di un folto pubblico. Lo spunto di tale evento è stato il volume di recente pubblicazione del professor Carmine Pinto La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti. 1860-1870 (Bari, Laterza, 2018) e i molti interrogativi che ancora aleggiano nell’immaginario collettivo sull’argomento. La «storia del conflitto meridionale» è stato il tema di fondo della conversazione. Emergono, infatti, dalle pagine del volume di Pinto le profonde radici di una remota sofferenza, che l’autore a più riprese descrive come «conflitto civile meridionale», «lungo conflitto civile», «conflitto antico e radicato». Remota sofferenza che la conversazione, tenutasi presso La Canonica, ha tentato di analizzare ed approfondire, nelle sue componenti principali e nella sua evoluzione storica, disegnandone l’ampia geografia politica, economica e sociale.
Panel-Carrino-Fruci, 7thAIUCD 2018 Conference, Cultural Heritage in the Digital Age. Memory, Huma... more Panel-Carrino-Fruci, 7thAIUCD 2018 Conference, Cultural Heritage in the Digital Age. Memory, Humanities and Technologies, Bari, Italy, January 31 - February 2, 2018
La questione del Mezzogiorno si è accesa, diventando tema del confronto politico anche in questa ... more La questione del Mezzogiorno si è accesa, diventando tema del confronto politico anche in questa complicata legislatura. In realtà si tratta di un problema permanente della politica e del confronto pubblico, che ritorna ciclicamente nell’agenda del Paese sin dall’unificazione, quando la nazione appena fondata combatté la sua prima guerra proprio nell’ex Regno delle Due Sicilie. Dagli anni novanta del Novecento però, anche come reazione all’antimeridionalismo leghista, si è venuta affermando una vulgata che contesta in radice il processo di unificazione nazionale, mitizzando in chiave sudista il governo borbonico delle regioni meridionali. Le idee chiave di questa vulgata si basano su una triplice rivendicazione: il Sud, un tempo felice, sarebbe stato penalizzato dall’unificazione, resa possibile da una violenza brutale; occorre quindi conoscere la sua vera storia, occultata dalla casta politico-accademica, ispirata da vincitori; solo questa duplice lotta potrà far riemergere il Mezzogiorno, dopo un secolo e oltre di sfruttamento e di marginalità. Queste tendenze presero definitivamente forza proprio a cavallo del centocinquantesimo anniversario dell’unificazione, nel 2011. Il risultato è stato il dilagare dei portavoce del sudismo e del nuovo borbonismo. Opinionisti e giornalisti hanno negli ultimi anni pubblicato interventi a catena, spesso con esiti notevoli. Ne è derivata anche la scelta di alcuni gruppi politici, per la prima volta dall’Unità d’Italia, di assumere queste posizioni, giungendo addirittura a proporle nelle istituzioni. La mozione per far istituire nelle regioni meridionali una giornata a ricordo delle vittime dell’unificazione, di fatto una interpretazione stragista dell’unificazione nel Mezzogiorno fu lanciata in grande stile, e poi bloccata da una grande mobilitazione di studiosi e intellettuali di tutta Italia, diretta dalle società degli storici con un dibattito intenso ed efficace, quanto inedito. Rimane però la questione di fondo: quali sono le coordinate che consentono oggi una lettura equilibrata e scientificamente seria della formazione dell’Italia unita? Non è forse inutile ricordare che una corretta visione del presente, così come una delineazione di un futuro possibile e auspicabile, non può e non deve basarsi sulla manipolazione e mistificazione del passato ma sul rispetto, invece, della verità di ciò che è accaduto. I saggi qui raccolti analizzano alcuni punti-chiave del processo di unificazione, facendo pulizia di molte mitizzazioni e tentando di fissare dei punti fermi che possano costituire una sintesi problematica indirizzata a dialogare col mondo scientifico e col discorso pubblico. Allo stesso tempo, questo numero non ha nessuna pretesa di completezza, proprio perché gli autori sono consapevoli che la ricca tradizione storiografica sulla questione del Mezzogiorno nonché le significative ricerche in corso, testimonianza di un interesse mai venuto meno all’interno della comunità degli studiosi, non sono facilmente riducibili a sintesi. L’obiettivo di queste pagine, dunque, non è quello di sancire una sola legittima storia, ma di verificare le condizioni di legittimità a partire dalle quali tentare di elevare toni e contenuti del dibattito civile sulla storia del nostro Paese.
In Southern Italy, nostalgia for the ancient kingdom of the Two Sicilies is a major phenomenon. T... more In Southern Italy, nostalgia for the ancient kingdom of the Two Sicilies is a major phenomenon. This article intends to propose the elements of a history of the neo-Bourbon universe, demonstrating how its narratives, leveraging the imagery of a “lost cause”, are the development and the post-nineteenth-century panachage of three axes of argument: 1) the Two Sicilies discourse produced in the war for unification and subsequently conveyed by historical novels and television fiction; 2) the interpretation of the war of Bourbon brigandage as a possible ante-litteram class struggle; 3) the genocidal and victim paradigm applied to the history of nineteenth century Southern Italy.
Opavský kongres 1820 a politika Svaté aliance mezi časy [The Congress of Troppau (Opava) 1820 and the Politics of the Holy Alliance between Times], Marian Hochel (ed.), Opava, 2022
From October 23 to December 24, 1820, the Congress of the Holy Alliance took place in Opava (Trop... more From October 23 to December 24, 1820, the Congress of the Holy Alliance took place in Opava (Troppau). Three European monarchs and their diplomats met here on the periphery of the Habsburg monarchy. The city fulfilled its task with dignity and welcomed a number of wealthy guests. Representatives of Austria and Russia played a key role in the Congress. The subject of the negotiations was primarily the situation and the revolutionary movement in the south of Italy, which led to the establishment of the Kingdom of the Two Sicilies on a constitutional basis. The research realised on the occasion of the 200th anniversary of the Congress of Troppau revealed a number of valuable sources related to this historical event, kept in Czech and foreign memory institutions. This book summarizing a number of new findings is the result of an international dialogue between historians. The interpretations and reinterpretations of the Congress of Troppau pointed out its importance "between times" not only in the history of the city and the region, but also in the historical memory and the international context.
Re e Briganti Monarchia borbonica, controrivoluzione e brigantaggio politico nel Mezzogiorno d’Italia (1799-1895), 2021
Il brigantaggio fu un fenomeno permanente in tutta la storia prima del Regno di Napoli, e poi del... more Il brigantaggio fu un fenomeno permanente in tutta la storia prima del Regno di Napoli, e poi delle Due Sicilie. Il banditismo rurale costituì un elemento endemico nel mezzogiorno borbonico il cui carattere criminale fu solo l’aspetto più evidente di una più generale mobilitazione politica che fece della violenza selettiva un ulteriore strumento di risoluzione nella competizione tra progetti politici, opportunismi individuali e programmi istituzionali locali e generali. Tra il 1799 e il 1870, in tutte le congiunture di crisi o nelle fasi rivoluzionarie, il brigantaggio riemerse sistematicamente nelle aree interne diventando un’importante, e in alcuni passaggi decisiva, arma della controrivoluzione. Attraverso le ricerche contenute nei saggi, il volume si propone di spiegare la relazione tra brigantaggio, potere politico e istituzioni nel Mezzogiorno pre e post unitario. Si tratta di una prospettiva inedita che, mettendo al centro la monarchia, declina in tutta la storia del Regno i caratteri della mobilitazione controrivoluzionaria, della politicizzazione del brigantaggio e della sua funzione in molti casi assegnatagli proprio dalla monarchia borbonica
Ciclo 2021 "El historiador frente a la historia", 2021
En este año de conmemoraciones, el ciclo propone abrir un diálogo que renueve y diversifique las ... more En este año de conmemoraciones, el ciclo propone abrir un diálogo que renueve y diversifique las miradas sobre la independencia mexicana de 1821. El programa reúne especialistas cuya diversidad de perspectivas planteará problemas y enfoques tan enriquecedores como complementarios. Imperios, naciones y regiones serán discutidos a partir de problemas históricos como la guerra, la política, la diplomacia, la sociedad y la memoria para dibujar, en conjunto, las hondas transformaciones del mundo revolucionario y revolucionado en el que se produjo la ruptura independentista mexicana. De la conmemoración centenaria a la acción política de las comunidades indígenas, de la Colombia de Bolívar al Perú de San Martín, del Trienio Liberal español al Imperio de Brasil, de Centroamérica a Nápoles, de Trujillo a Córdoba y del republicanismo a la guerra, este ciclo propone contrastes, espejos y puentes cifrados en el análisis caleidoscópico del simbólico año de 1821.
Il Seminario conferisce 0,5 CFU (per la voce "Altre conoscenze utili per l'inserimento nel mondo ... more Il Seminario conferisce 0,5 CFU (per la voce "Altre conoscenze utili per l'inserimento nel mondo del lavoro") per gli studenti del C.d.S. in Scienze dell'Educazione (L. Mag.)
7 novembre 2019, ore 15.00 Aula «G. Imbucci» (Edificio C, 1° piano) Università degli Studi di Sal... more 7 novembre 2019, ore 15.00 Aula «G. Imbucci» (Edificio C, 1° piano) Università degli Studi di Salerno-Campus di Fisciano SEMINARIO DI STUDI Religiosi nelle milizie del re. Politica, religione e guerra nell'Europa moderna SALUTI Maurizio Sibilio Direttore Dip. Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione Il Seminario conferisce 0,5 CFU (per la voce "Altre conoscenze utili per l'inserimento nel mondo del lavoro") per gli studenti del C. d. S. in Scienze dell'Educazione (L. Mag.)
La lotta per la sovranità è stata al centro della transizione dall’ancien régime all’età contempo... more La lotta per la sovranità è stata al centro della transizione dall’ancien régime all’età contemporanea. Dalle rivoluzioni atlantiche alla Prima guerra mondiale, i fenomeni di insorgenza e contro-insorgenza hanno definito la nascita dei nuovi stati-nazione e la formazione dei nuovi imperi. In un’epoca di frontiere porose e istituzioni fragili, sfidare o difendere l’ordine ha impegnato non solo forze ed eserciti regolari, ma anche una variegata gamma di “uomini in armi”. Figure carismatiche, organizzate in compagnie private o unità irregolari molto mobili, hanno guidato azioni di banditismo, guerriglia politica e rivolta etnico-religiosa, intrecciando ambizioni individuali a più generali rivendicazioni di tipo. Il seminario riunisce casi di studio dall’America Latina all’Europa centrale, fino all’Africa del nord, al fine di esplorare pratiche operative e strategie militari della guerra irregolare nel mondo moderno
The struggle for sovereignity was at the core of the international transition from the Ancien ... more The struggle for sovereignity was at the core of the international transition from the Ancien Régime to the Modern World. Since the Atlantic Revolutions and up to the First World War, the rise of new empires and nation-states sharpened phenomena of violence, producing a long series of civil wars, colonial conflicts, and revolutions. In an age of porous frontiers and fragile institutions, challenging or defending the order engaged not only official forces or regular armies, but also a varied range of irregular “men with guns” – such as bandoleros, brigands, Cossacks, counter-insurgents, haiduks, and partisans.
Charismatic figures, organized in private companies and mobile corps, spear-headed political rebellions, ethnoreligious riots and anti-state activities, often adopting banditry, guerrilla and paramilitary methods and techniques. Experts in ambushes, incursions, sabotage, expropriations and killing of civilians and officials, they acted both in situations of declared war and in conditions of peace, especially in peripheral and rural areas with little state control, not excluding raids in urban centers as well. While their rule was often violent, they did not rely solely on coercion. Irregular groups and pro-state militia alike tried to legitimize their rule by employing symbolic, moral, religious, and political narratives.
Scholars have usually analyzed imperial and nationmaking as a top-down process. Therefore, the complexity of the arrangements between state and non-state actors and their crucial role has long been overlooked. By bringing together a variety of irregular warfare cases in Latin America, Mediterranean, Central Europe, North-Africa and Asia, this conference seeks to understand the ways in which non-state armed actors collaborated, resisted and shaped the advent of the modern empires and nation-states from the 1750s to 1915
S i l v i a S o n e t t i Un i v e r s i t à d i S a l e r n o I n t r o d u c e P a o l o Ma c r... more S i l v i a S o n e t t i Un i v e r s i t à d i S a l e r n o I n t r o d u c e P a o l o Ma c r y Un i v e r s i t à F e d e r i c o I I Un i v e r s i t à d i S a l e r n o I n t e r v e n g o n o Di s c u t e
L e g i t t i mi s mo , c o n t r o r i v o l u z i o n e , g u e r r a n e l l ' I t a l i a u n... more L e g i t t i mi s mo , c o n t r o r i v o l u z i o n e , g u e r r a n e l l ' I t a l i a u n i t a S e mi n a r i o d i s t u d i a p a r t i r e d a l v o l u me d i C a r mi n e P i n t o L a g u e r r a p e r i l Me z z o g i o r n o. I t a l i a n i , b o r b o n i c i e b r i g a n t i 1 8 6 0-1 8 7 0 L a t e r z a , 2 0 1 9 Ma r t e d ì 7 g e n n a i o 2 0 2 0 , o r e 1 5. 0 0
Las monarquías borbónicas mediterráneas fueron el principal adversario de la revolución franco-eu... more Las monarquías borbónicas mediterráneas fueron el principal adversario de la revolución franco-europea iniciada a finales del siglo XVIII. En París, Madrid, Nápoles y América Latina, a lo largo de una década, se produjeron cambios radicales por la confluencia de guerra y revolución. La Restauración de 1815 exigió, por parte de las monarquías borbónicas, una interpretación de la experiencia revolucionaria. ¿Qué habían aprendido los borbones de los años que habían permanecido alejados del poder? ¿Qué significaba reconquistar el trono tras la revolución? ¿Cuáles era nlas características del borbonismo político y de la movilización contrarrevolucionaria en el Atlántico y en el Mediterráneo? El número monográfico de Memoria y Ricerca aborda esta contraposición entre la dinastía y la Revolución en el seno de un espacio euro-atlántico borbónico conectado.
Il seminario vuole analizzare e discutere i temi chiave del "borbonismo", verificando le question... more Il seminario vuole analizzare e discutere i temi chiave del "borbonismo", verificando le questioni più scottanti che legano questa battaglia politico-culturale al discorso pubblico, offrendo una prospettiva storiografica dei problemi e dei temi che si riferiscono alla partecipazione del Mezzogiorno all'unificazione italiana.
In varie congiunture della storia nazionale, il difficile rapporto intercorso nei primi anni del... more In varie congiunture della storia nazionale, il difficile rapporto intercorso nei primi anni dell'Italia unita fra le istituzioni e le società meridionali è stato ricondotto al brigantaggio. Di recente, addirittura, lo si è rivendicato contro lo Stato unitario, quasi che la complessità dell'unificazione si potesse stilizzare nello stereotipo del brigante-eroe. Il convegno intende riesaminare un'enorme bibliografia accumulatasi fin dagli anni postunitari ma spesso trascurata: i resoconti in presa diretta, le testimonianze e ricostruzioni pubblicate nel corso dell'Italia liberale, le sintesi-e le strumentalizzazioni-del periodo fascista, le prime storie edite all'inizio dell'Italia repubblicana e democratica, fino all'esplosione degli studi locali degli ultimi decenni. In gran parte queste pubblicazioni sono state ignorate da chi di recente ha più attizzato polemiche che prodotto ricerche sulle fonti. Il convegno mira quindi a riflettere sugli indirizzi, sui risultati e sui vuoti di più di un secolo e mezzo di studi nel quadro dell'evoluzione della storia nazionale (prima sessione), dando spazio tanto ai lavori sulla guerra portata contro i briganti (seconda sessione) quanto a quelli sulla guerra condotta dai briganti stessi, interrogandone la soggettività e le ragioni (terza sessione). Peraltro, al di là di questo enorme accumulo di indagini, molta parte della recente discussione pubblica verte su narrazioni ed elaborazioni memoriali, in un intreccio inestricabile fra passato e presente (quarta sessione). Anche per questo il convegno si conclude con una tavola rotonda a cui partecipano sia storici sia specialisti di altre discipline e operatori dell'informazione.
Nel 1946 Napoli è una città spaesata. La guerra aveva lasciato in eredità incertezze e preoccupaz... more Nel 1946 Napoli è una città spaesata. La guerra aveva lasciato in eredità incertezze e preoccupazioni che erano state aggravate dall’esperienza di un dopoguerra altrettanto drammatico e dalla perdita del rassicurante punto di riferimento rappresentato dall’istituto monarchico. In questo contesto di profonda destabilizzazione, l’appuntamento col voto referendario del 2 giugno giunse a riportare in superficie e dare forma ai risentimenti, ai disagi e alle recriminazioni della popolazione napoletana. La sconfitta della causa monarchica, che pure in città aveva trionfato con l’80% dei consensi, diede la stura alle passioni sopite di una città prostrata dalle tribolazioni degli ultimi anni, traducendosi in una settimana di tumulti che avevano destato grande preoccupazione in tutta Italia per le sorti dell’avvicendamento istituzionale sancito dal referendum. Napoli si trovò ad essere una città sospesa tra due transizioni concorrenti e sovrapposte: la prima, più prossima, tra Monarchia e Repubblica; la seconda, che si trascinava da anni, tra guerra e dopoguerra. Entrambe irrisolte, si accavallarono e si incrociarono pericolosamente nel giugno ‘46, sfociando nella mobilitazione para-insurrezionale delle giornate post-referendarie. Questo volume prova ad analizzare quanto accadde a Napoli in questo doppio passaggio, complesso e delicato al contempo. Lo fa non soltanto descrivendo la preoccupante evoluzione delle pratiche di gestione dell’ordine pubblico in città nella settimana tra il 5 e l’11 giugno 1946, ma tracciandone le radici nei due fenomeni che ne determinarono e ne motivarono l’occorrenza: le difficoltà portate dall’esperienza bellica e il travagliato processo di nazionalizzazione sabauda del Mezzogiorno.
In: José C. Moya (ed.), Atlantic Crossroads: Webs of migration, culture and politics between Europe, Africa and the Americas, 1800–2020 (Routledge, 2021), pp. 57–84., 2021
Carmine Pinto and José Brownrigg-Gleeson Martínez, "Fighting someone else’s wars? Italian and Irish soldiers, adventurers and mercenaries in the New World, 1776–1876," in José C. Moya (ed.), Atlantic Crossroads: Webs of migration, culture and politics between Europe, Africa and the Americas, 1800–2020 (Routledge, 2021), pp. 57–84.
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The end of the Kingdom of the Two Sicilies is an episode of the revolutions that change the face of the Atlantic and the Mediterranean, as well as the process of the formation of modern nations. In this way the crisis of the Kingdom of the Two Sicilies can be interpreted inwardly the history of the immense geopolitical area, that ranged from the Naples to Bogota, and from Madrid to Buenos Aires, the heir of the Great Empire of Charles III. The Bourbon monarchies experienced a deep crisis in the Nineties of the Nineteenth century, imploded during the Napoleonic Wars. The process has fragmented powers and institutions, and was not stopped with the Restoration. This is because it was continued first in the contest between liberalism and absolutism, and then in the old and new countries, with the conflict among different national projects, although marked by start, duration, development and different conclusions that give life to the new states on the ashes of the Great Empire. The perspective of the conflict, therefore allows to insert the new studies and current research on the South Italian Risorgimento inside of the large international debate on the Atlantic Revolutions and the connection between the Civil War and the formation of modern national states.
La «storia del conflitto meridionale» è stato il tema di fondo della conversazione. Emergono, infatti, dalle pagine del volume di Pinto le profonde radici di una remota sofferenza, che l’autore a più riprese descrive come «conflitto civile meridionale», «lungo conflitto civile», «conflitto antico e radicato». Remota sofferenza che la conversazione, tenutasi presso La Canonica, ha tentato di analizzare ed approfondire, nelle sue componenti principali e nella sua evoluzione storica, disegnandone l’ampia geografia politica, economica e sociale.
The end of the Kingdom of the Two Sicilies is an episode of the revolutions that change the face of the Atlantic and the Mediterranean, as well as the process of the formation of modern nations. In this way the crisis of the Kingdom of the Two Sicilies can be interpreted inwardly the history of the immense geopolitical area, that ranged from the Naples to Bogota, and from Madrid to Buenos Aires, the heir of the Great Empire of Charles III. The Bourbon monarchies experienced a deep crisis in the Nineties of the Nineteenth century, imploded during the Napoleonic Wars. The process has fragmented powers and institutions, and was not stopped with the Restoration. This is because it was continued first in the contest between liberalism and absolutism, and then in the old and new countries, with the conflict among different national projects, although marked by start, duration, development and different conclusions that give life to the new states on the ashes of the Great Empire. The perspective of the conflict, therefore allows to insert the new studies and current research on the South Italian Risorgimento inside of the large international debate on the Atlantic Revolutions and the connection between the Civil War and the formation of modern national states.
La «storia del conflitto meridionale» è stato il tema di fondo della conversazione. Emergono, infatti, dalle pagine del volume di Pinto le profonde radici di una remota sofferenza, che l’autore a più riprese descrive come «conflitto civile meridionale», «lungo conflitto civile», «conflitto antico e radicato». Remota sofferenza che la conversazione, tenutasi presso La Canonica, ha tentato di analizzare ed approfondire, nelle sue componenti principali e nella sua evoluzione storica, disegnandone l’ampia geografia politica, economica e sociale.
Sicilie. Il banditismo rurale costituì un elemento endemico nel mezzogiorno borbonico il cui carattere criminale fu solo l’aspetto più evidente di una più generale mobilitazione politica che fece della violenza selettiva un ulteriore strumento di risoluzione nella competizione tra progetti politici, opportunismi individuali e programmi
istituzionali locali e generali.
Tra il 1799 e il 1870, in tutte le congiunture di crisi o nelle fasi rivoluzionarie, il brigantaggio riemerse sistematicamente nelle aree interne diventando un’importante, e in alcuni passaggi decisiva, arma della
controrivoluzione.
Attraverso le ricerche contenute nei saggi, il volume si propone di spiegare la relazione tra brigantaggio, potere
politico e istituzioni nel Mezzogiorno pre e post unitario. Si tratta di una prospettiva inedita che, mettendo al
centro la monarchia, declina in tutta la storia del Regno i caratteri della mobilitazione controrivoluzionaria,
della politicizzazione del brigantaggio e della sua funzione in molti casi assegnatagli proprio dalla monarchia borbonica
Charismatic figures, organized in private companies and mobile corps, spear-headed political rebellions, ethnoreligious riots and anti-state activities, often adopting banditry, guerrilla and paramilitary methods and techniques. Experts in ambushes, incursions, sabotage, expropriations and killing of civilians and officials, they acted both in situations of declared war and in conditions of peace, especially in peripheral and rural areas with little state control, not excluding raids in urban centers as well. While their rule was often violent, they did not rely solely on coercion. Irregular groups and pro-state militia alike tried to legitimize their rule by employing symbolic, moral, religious, and political narratives.
Scholars have usually analyzed imperial and nationmaking as a top-down process. Therefore, the complexity of the arrangements between state and non-state actors and their crucial role has long been overlooked. By bringing together a variety of irregular warfare cases in Latin America, Mediterranean, Central Europe, North-Africa and Asia, this conference seeks to understand the ways in which non-state armed actors collaborated, resisted and shaped the advent of the modern empires and nation-states from the 1750s to 1915
Ma r t e d ì 7 g e n n a i o 2 0 2 0 , o r e 1 5. 0 0
En París, Madrid, Nápoles y América Latina, a lo largo de una década, se produjeron cambios radicales por la confluencia de guerra y revolución.
La Restauración de 1815 exigió, por parte de las monarquías borbónicas, una interpretación de la experiencia revolucionaria.
¿Qué habían aprendido los borbones de los años que habían permanecido alejados del poder? ¿Qué significaba reconquistar el trono tras la revolución? ¿Cuáles era nlas características del borbonismo político y de la movilización contrarrevolucionaria en el Atlántico y en el Mediterráneo?
El número monográfico de Memoria y Ricerca aborda esta contraposición entre la dinastía y la Revolución en el seno de un espacio euro-atlántico borbónico conectado.
In questo contesto di profonda destabilizzazione, l’appuntamento col voto referendario del 2 giugno giunse a riportare in superficie e dare forma ai risentimenti, ai disagi e alle recriminazioni della popolazione napoletana. La sconfitta della causa monarchica, che pure in città aveva trionfato con l’80% dei consensi, diede la stura alle passioni sopite di una città prostrata dalle tribolazioni degli ultimi anni, traducendosi in una settimana di tumulti che avevano destato grande preoccupazione in tutta Italia per le sorti dell’avvicendamento istituzionale sancito dal referendum.
Napoli si trovò ad essere una città sospesa tra due transizioni concorrenti e sovrapposte: la prima, più prossima, tra Monarchia e Repubblica; la seconda, che si trascinava da anni, tra guerra e dopoguerra. Entrambe irrisolte, si accavallarono e si incrociarono pericolosamente nel giugno ‘46, sfociando nella mobilitazione para-insurrezionale delle giornate post-referendarie.
Questo volume prova ad analizzare quanto accadde a Napoli in questo doppio passaggio, complesso e delicato al contempo. Lo fa non soltanto descrivendo la preoccupante evoluzione delle pratiche di gestione dell’ordine pubblico in città nella settimana tra il 5 e l’11 giugno 1946, ma tracciandone le radici nei due fenomeni che ne determinarono e ne motivarono l’occorrenza: le difficoltà portate dall’esperienza bellica e il travagliato processo di nazionalizzazione sabauda del Mezzogiorno.
Carmine Pinto and José Brownrigg-Gleeson Martínez, "Fighting someone else’s wars? Italian and Irish soldiers, adventurers and mercenaries in the New World, 1776–1876," in José C. Moya (ed.), Atlantic Crossroads: Webs of migration, culture and politics between Europe, Africa and the Americas, 1800–2020 (Routledge, 2021), pp. 57–84.