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Le vicende che nel 1860 videro coinvolti gli ufficiali della Marina borbonica sono un tema ancora oggi fonte di un dibattito che ben si presta alla riflessione sull'intreccio tra guerra civile, crisi dello Stato e costruzione dei... more
Le vicende che nel 1860 videro coinvolti gli ufficiali della Marina borbonica sono un tema ancora oggi fonte di un dibattito che ben si presta alla riflessione sull'intreccio tra guerra civile, crisi dello Stato e costruzione dei nuovi edifici nazionali. Per questo conflitto interno al mondo meridionale gli storici utilizzano oggi il paradigma interpretativo di "guerra civile". Proprio qui sta la singolarità della vicenda della Marina borbonica. Quegli ufficiali, pur essendo detentori di porzioni del potere legittimo, scelsero deliberatamente e compattamente (fatta salva qualche eccezione) di passare dall'altra parte. Furono dunque patrioti o traditori? Perché questi ufficiali scelsero di stare nel campo, quello unitario, apparentemente [più] lontano dalle loro esperienze?
Con la fine del Decennio francese e del blocco continentale, i commerci via mare furono finalmente riaperti. Ma il blocco forzato delle esportazioni aveva provocato in Puglia la perdita dei tradizionali mercati di esportazione, sopratutto... more
Con la fine del Decennio francese e del blocco continentale, i commerci via mare furono finalmente riaperti. Ma il blocco forzato delle esportazioni aveva provocato in Puglia la perdita dei tradizionali mercati di esportazione, sopratutto per le produzioni di olio e grano. La nuova borghesia emersa negli anni murattiani rispose alla sfida fiduciosa delle sue capacità, riuscendo con successo ad affrontare i nuovi mercati e a conseguire un prestigio sociale tale che sarà decisivo per i successivi sviluppi della provincia di Terra di Bari. Tra gli anni '20 e '40 dell'800 il commercio oleario iniziava a concentrarsi sempre più a Bari, nella quale un'emergente ceto commerciale (quello dei commercianti d'olio via mare) iniziava a intessere relazioni con proprietari di navi, marinai, produttori d'olio, notai, bottegai ecc., tutte figure che finirono per ruotare nell'orbita del capoluogo in un rapporto asimmetrico. La nuova mentalità imprenditoriale che si andava...
The crisis of the Kingdom of the Two Sicilies is an historical research topic that lends to focus on the intertwining among civil war, State crisis and construction of new nations, issues that have monopolized in recent decades the... more
The crisis of the Kingdom of the Two Sicilies is an historical research topic that lends to focus on the intertwining among civil war, State crisis and construction of new nations, issues that have monopolized in recent decades the attention of many historians. It is within such historical and historiographical framework that should be read the history of the Neapolitan Navy, that we can consider in many ways a singular case. Its officers, as holders of portions of legitimate power, chose deliberately and compactly (with some exceptions) to move against, theBourbons and came along with Garibaldi and the Piedmont, earning for this reason the disdain from many pro-Bourbons partisans. Giacinto de’ Sivo described them as traitors to their homeland, a judgment that, thanks to the lack of historiographical production on the subject, is more or less survived until today. Were they patriots or traitors? These categories have been outdated by current historical research. The question is, rat...
Su quelli che si potrebbero definire "gli uomini del decennio di preparazione" e sul loro ruolo il dibattito storiografico si è da sempre concentrato. Da questo dibattito, però, una figura manca completamente: quella di... more
Su quelli che si potrebbero definire "gli uomini del decennio di preparazione" e sul loro ruolo il dibattito storiografico si è da sempre concentrato. Da questo dibattito, però, una figura manca completamente: quella di Luigi di Borbone, più noto come il conte d’Aquila. L’immagine che di lui è stata tramandata è quella di un incapace posto a capo della migliore Marina militare preunitaria e di un ignavo privo di una posizione politica quale che sia. Un’immagine giunta quasi intatta sino ad oggi. La presunta congiura reazionaria dell’estate del ’60 della quale lo si accusò, incrociando una serie di fonti e considerandola in un’ottica federalista-autonomista, potrebbe in tale ottica assumere un significato diverso, ovvero come una presa di posizione politica in antagonismo ad un altro tipo di soluzione della crisi napoletana che sempre più stava prendendo piede in quei mesi, ovvero quella unitaria-annessionista.
The nineteenth century is the century of steam, the main protagonist of the economic and social transformations that were rapidly changing rooted habits and lifestyles. One of the fields that saw the overcoming of a secular knowledge was... more
The nineteenth century is the century of steam, the main protagonist of the economic and social transformations that were rapidly changing rooted habits and lifestyles. One of the fields that saw the overcoming of a secular knowledge was the navy. As with all the navies of the time, even in the case of the Neapolitan Navy the effects of this change were huge. Of course, the adoption of this new technology wasn’t immediate. On the contrary, it was a long and complex process. How, then, did the Neapolitan Navy pass from the consolidated sailing tradition to the more modern steamer? Before embarking on this complex discussion, however, it is necessary to have an overall overview of the Bourbon industrial sector was and its technical potential between 1830 and 1840.
The crisis of the Kingdom of the Two Sicilies is an historical research topic that lends to focus on the intertwining among civil war, State crisis and construction of new nations, issues that have monopolized in recent decades the... more
The crisis of the Kingdom of the Two Sicilies is an historical research topic that lends to focus on the intertwining among civil war, State crisis and construction of new nations, issues that have monopolized in recent decades the attention of many historians. It is within such historical and historiographical framework that should be read the history of the Neapolitan Navy, that we can consider in many ways a singular case. Its officers, as holders of portions of legitimate power, chose deliberately and compactly (with some exceptions) to move against, the Bourbons and came along with Garibaldi and the Piedmont, earning for this reason the disdain from many pro-Bourbons partisans.
Giacinto de’ Sivo described them as traitors to their homeland, a judgment that, thanks to the lack of historiographical production on the subject, is more or less survived until today. Were they patriots or traitors? These categories have been outdated by current historical research. The question is, rather, why they, denying the logic of the struggle for power, made a choice that appeared to their contemporaries, regardless if they were Bourbons’ partisans or not, equally inexplicable
Su quelli che si potrebbero definire "gli uomini del decennio di preparazione" e sul loro ruolo il dibattito storiografico si è da sempre concentrato. Da questo dibattito, però, una figura manca completamente: quella di Luigi di Borbone,... more
Su quelli che si potrebbero definire "gli uomini del decennio di preparazione" e sul loro ruolo il dibattito storiografico si è da sempre concentrato. Da questo dibattito, però, una figura manca completamente: quella di Luigi di Borbone, più noto come il conte d’Aquila. L’immagine che di lui è stata tramandata è quella di un incapace posto a capo della migliore Marina militare preunitaria e di un ignavo privo di una posizione politica quale che sia. Un’immagine giunta quasi intatta sino ad oggi. La presunta congiura reazionaria dell’estate del ’60 della quale lo si accusò, incrociando una serie di fonti e considerandola in un’ottica federalista-autonomista, potrebbe in tale ottica assumere un significato diverso, ovvero come una presa di posizione politica in antagonismo ad un altro tipo di soluzione della crisi napoletana che sempre più stava prendendo piede in quei mesi, ovvero quella unitaria-annessionista.
La crisi del Regno delle Due Sicilie è un argomento di ricerca storica che ben si presta alla riflessione sull’intreccio tra guerra civile, crisi dello Stato e costruzione dei nuovi edifici nazionali, temi che hanno monopolizzato negli... more
La crisi del Regno delle Due Sicilie è un argomento di ricerca storica che ben si presta alla riflessione sull’intreccio tra guerra civile, crisi dello Stato e costruzione dei nuovi edifici nazionali, temi che hanno monopolizzato negli ultimi decenni l’attenzione degli storici. E’ all’interno del più recente quadro storiografico sul tema  che va letta la vicenda della Marina napoletana, che per alcuni aspetti rappresenta un caso singolare.  Partendo dalla definizione che Norberto Bobbio diede delle guerre civili, ossia «lotta tra parti, partiti, fazioni costituite da cittadini dello stesso Stato o della stessa città» , è indubbio che nel Mezzogiorno borbonico c'era questa condizione: oggetto del contendere era il potere, lo scontro tra chi lo deteneva e chi lo ricercava. Proprio qui sta la singolarità della vicenda della Marina napoletana, la cui crisi interna ben si presta a questo genere di studi: i suoi ufficiali, per quanto detentori di porzioni del potere legittimo, scelsero deliberatamente e compattamente (fatta salva qualche eccezione) di muoversi contro chi quel potere glielo aveva conferito, ovvero i Borbone, per andare incontro a Garibaldi ed al Piemonte. Furono dunque patrioti o traditori? Tali categorie sono superate dalle attuali ricerche storiche. Il problema della scelta di campo è del resto un quesito che negli ultimi decenni è stato oggetto di indagine anche per altri settori della società meridionale, ed è all’interno di questo quadro che si muove l’analisi della scelta dell’ufficialità napoletana nell’estate del 1860. La domanda da porsi è perché essi, negando quelle logiche di lotta per il potere ed esclusione dallo stesso, fecero una scelta che ai loro contemporanei, fossero borbonici od unitari, parve egualmente inspiegabile. Si era forse verificata anche nella Marina quella formazione di diverse fazioni con proprie tradizioni, rituali e valori riscontrata nel resto del Regno? Difficile fare affermazioni in un senso o nell’altro, poiché tra il 1848 e il 1860 non si ha conoscenza, allo stato attuale della ricerca, dell’adesione di ufficiali a circoli rivoluzionari o filo-unitari, in quanto la loro adesione alla causa unitaria si manifesterà solo con l’arrivo dell’ammiraglio Persano a Palermo. Le vicende familiari potrebbero altresì aver avuto un certo peso nella scelta di alcuni ufficiali, ma anche in questo caso le singole vicende degli ufficiali rendono impossibile fare di questa interpretazione la sola chiave di lettura possibile. Contrariamente a quanto avvenne nel resto del Regno, lo scontro armato è il grande assente di questa storia: pur non mancando momenti di tensione tra ufficiali e marinai, e inimicizie tra chi rimase col Borbone e chi scelse il Piemonte, ciò non sfociò mai nel ricorso alla violenza, né durante e né soprattutto dopo la conclusione dell’impresa dei Mille, probabilmente sia per il ruolo di mediatori e traghettatori verso il nuovo ordine di cose che proprio detti ufficiali espletarono, sia perché gli stessi agivano per conto proprio e non come agenti di una delle fazioni in lotta nel Regno, essendo pertanto più inclini alla mediazione pacifica, o comunque morbida, che alla lotta senza quartiere.
Research Interests:
Uno dei fenomeni più studiati nella storia del Mezzogiorno moderno è quello dello del banditismo, che interessava sopratutto le aree più povere del Regno. Nel periodo che va dal 1794 al 1815, però, il fenomeno si ingigantì e si tinse (o... more
Uno dei fenomeni più studiati nella storia del Mezzogiorno moderno è quello dello del banditismo, che interessava sopratutto le aree più povere del Regno. Nel periodo che va dal 1794 al 1815, però, il fenomeno si ingigantì e si tinse (o fu tinto strumentalmente) di connotazioni politiche. Il primo, grosso caso di insorgenza politica è quello che vide la costituzione dell'Armata della Santa Fede del cardinale Fabrizio Ruffo, al quale tuttavia si affiancarono bande provenienti da tutto il Regno di Napoli. Questo fenomeno verrà chiamato "sanfedismo".
Con la seconda invasione francese del 1805, non ci sarà un fenomeno tanto vasto come quello sanfedista, eppure si verificarono episodi di ribellismo armato in varie provincie, dalla Calabria, dove la vicinanza alla Sicilia rendeva facile la connessione con la corte borbonica rifugiatasi a Palermo, alla Puglia, dove le rivolte erano piuttosto l'esplosione della rabbia popolare contro la leva obbligatoria imposta dai francesi e dalle nuove tasse imposte, e che solo in seguito verranno sfruttate politicamente dalle sette carbonare per spingere il Re Murat a concedere la Costituzione al Regno. 
I fenomeni di resistenza armata del 1799 e del Decennio francese pur essendo tra loro strettamente connessi, e pur avendo un substrato comune, hanno caratteri e fisionomie diverse. Tuttavia le bandiere che di volta in volta venivano sventolate erano sintomo e non causa delle rivolte: le insurrezioni popolari, motivate da conflitti che erano da lungo tempo radicati nella società meridionale, erano sopratutto il frutto, oltre che dell'attaccamento alle tradizioni religiose e culturali e di lealismo verso il monarca, dell'antica conflittualità tra ricchi e poveri, pronta ad esplodere alla prima occasione e non senza alleanze trasversali fra i vari ceti sociali.
La decadenza dell'ordine feudale, infatti, creò motivi di contrasto non solo fra ricchi e poveri, ma fra proprietari e proprietari e fra poveri e poveri . Un altro fattore da tener presente in questo scenario è il collasso della monarchia, che fece precipitare la società meridionale in una crisi di legittimità.
Come sono stati interpretati questi fenomeni nel corso del tempo? Esistono similitudini tra le varie insorgenze che scossero il Mezzogiorno? Quali sono state le cause indicate di volta in volta per spiegarle?
Sono queste le domande cui si proverà a rispondere in questo lavoro, cercando di dar conto di tutte le ipotesi avanzate nel corso degli anni dalla storiografia, che risulta essere tanto complessa quanto i fenomeni che cerca di comprendere.

Per chi fosse intenzionato ad acquistare il libro, è possibile trovarlo su Amazon. it
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Research Interests:
Con la Prammatica del 25 febbraio 1751, Carlo di Borbone istituisce a Napoli il Reale Albergo dei Poveri, un progetto che aveva smisurate ambizioni. Con tale editto, si rivendica la matrice totalmente pubblica di questa iniziativa sovrana... more
Con la Prammatica del 25 febbraio 1751, Carlo di Borbone istituisce a Napoli il Reale Albergo dei Poveri, un progetto che aveva smisurate ambizioni. Con tale editto, si rivendica la matrice totalmente pubblica di questa iniziativa sovrana e non a caso essa viene giustificata in ragione della “maggior felicità dello Stato”. Non fu certo questo il primo intervento in materia d'assistenza ai poveri operato dallo Stato (si pensi al San Gennaro extramoenia), ma se il primo era in ritardo rispetto al fenomeno della Grande Reclusione che da circa un secolo era ormai diffuso nel resto del continente, anche l'intervento di Carlo di Borbone giungeva in un momento in cui il fenomeno dei grandi ospizi si stava ormai esaurendo ed era attaccato ovunque dal nuovo pensiero illuminista. Come che sia, però, con tale intervento anche nel Regno di Napoli la beneficenza fa il suo primo, timido, passo per entrare tra i settori della pubblica amministrazione. Tale iniziativa si inserisce nella consapevolezza diffusa della fine di un ciclo nel campo dell'assistenza ,ossia quella basata su un'iniziativa privata sempre più in difficoltà nella seconda metà del Settecento, e nella necessità di riformare le forme di collegamento tra i vari ceti sociali, nel quadro del processo di costruzione di un più moderno apparato statale, di cui l'Albergo non è che una parte di tale progetto riformatore, secondo un modus operandi tipico delle monarchie illuminate settecentesche.
Quanto e in che modo l'Albergo risponde a questa esigenza di rinnovamento? Dove finiscono gli aspetti innovativi e dove iniziano quelli richiamanti le vecchie strutture assistenziali della carità privata, che tanto peso avevano avuto nella storia di Napoli?
Per rispondere a questi interrogativi, sarà il caso di mettere a confronto il funzionamento del grande Albergo carolino con quello delle opere pie che avevano operato sino a quel momento.
Research Interests:
Il 1848, anno di rivoluzioni in tutta Europa, segna un punto di svolta nella storia contemporanea. Particolarmente significativo è il contesto napoletano, dove gli eventi hanno una coloritura particolare dovuta alla complessità... more
Il 1848, anno di rivoluzioni in tutta Europa, segna un punto di svolta nella storia contemporanea. Particolarmente significativo è il contesto napoletano, dove gli eventi hanno una coloritura particolare dovuta alla complessità sociopolitica del Regno delle Due Sicilie. Questo
intervento propone un approccio ludico per l'insegnamento di questo periodo storico nelle scuole, utilizzando un gioco di ruolo (GdR) con scelte multiple. L'obiettivo è di fornire agli studenti una comprensione più profonda e coinvolgente degli eventi storici attraverso l'immersione in scenari basati su fatti reali e decisioni morali complesse.

Il gioco, intitolato "1848: Le scelte di Napoli", permette agli studenti di assumere il ruolo di diversi cittadini comuni, ognuno con un proprio background e una propria prospettiva sugli eventi.
Attraverso una serie di scenari interattivi e scelte multiple, gli studenti si trovano ad affrontare dilemmi etici e strategici che riflettono le sfide reali di quel periodo. Il gioco si sviluppa in modo non lineare, con le scelte dei giocatori che influenzano il corso degli eventi e portano a diversi esiti
storici possibili. Questo tipo di approccio non solo migliora l'interesse e la partecipazione degli studenti, ma fornisce anche una comprensione più sfumata e multilivello degli eventi storici. Attraverso la simulazione e l'interazione, gli studenti sono in grado di vivere la storia in modo
attivo, sviluppando al contempo abilità di pensiero critico e consapevolezza storica.

L'uso di un GdR in ambito educativo offre diversi vantaggi. In primo luogo, aumenta l'engagement degli studenti, rendendo l'apprendimento più attivo e coinvolgente. Inoltre, permette di esplorare la complessità degli eventi storici in modo più efficace rispetto ai metodi didattici tradizionali. Gli
studenti sono stimolati a pensare in modo critico, a valutare le conseguenze delle loro scelte e a comprendere le diverse prospettive e motivazioni dei personaggi coinvolti. Per garantire l'accuratezza e la qualità del gioco, è stato necessario adottare un metodo di lavoro che tenesse conto delle dinamiche di gioco (in modo che fosse godibile a livello ludico), applicate però ad un'ampia ricerca storica, basata sulla più aggiornata bibliografia scientifica. Gli scenari sono stati
sviluppati partendo da una base storica assolutamente fedele alle conoscenze storiche, ma che permettesse una certa flessibilità narrativa in modo da coinvolgere gli studenti all’interno di dinamiche di gioco che assicurassero piena libertà d’azione, portandoli a rigiocarci più volte per
scoprire i diversi scenari e finali. Il gioco è stato poi acquistato da diverse classi, ricevendo feedback positivi sia dagli studenti che dagli insegnanti per il suo approccio innovativo e la sua efficacia educativa.
The web, with all the possibilities it contains and continues to develop, it is the youngest tool available to historians to reach a wider audience. In particular, social media with their immense communicative potential are tools that is... more
The web, with all the possibilities it contains and continues to develop, it is the youngest tool available to historians to reach a wider audience. In particular, social media with their immense communicative potential are tools that is no longer possible to avoid. In Italy, historians have started only in recent years to seriously discuss this topic. The lack in the Italian web of shared models of digital communication for historical purpose has meant that, between 2016-2019, several Public History projects have flourished on various social networks. Even if it is a field in continuous progress, a shared know-how is slowly emerging among those who have decided to bridge the gap between social media and historical research. Analyzing these experiences and comparing them with what happens in other countries, we will find out if it is possible to speak about the formation of an Italian model for Public History on social media and what are its characteristics and peculiarities.
Panel IV Conferenza Nazionale AIPH - 27-31 maggio 2022
Presentazione del progetto Pinte di Storia. Risultati, sperimentazioni, intoppi e successi di un progetto che guarda fuori dell'università, ricercando la miglior formula per coniugare insieme le necessità della corretta ricerca storica... more
Presentazione del progetto Pinte di Storia. Risultati, sperimentazioni, intoppi e successi di un progetto che guarda fuori dell'università, ricercando la miglior formula per coniugare insieme le necessità della corretta ricerca storica con le necessità del marketing e del linguaggio dei nuovi media.
Research Interests:
With Ferdinand II, the Kingdom of the Two Sicilies produces a dual effort: modernization and geopolitical relocation. The horizons he looked at were wide: the Americas, the new frontier to which Ferdinand was aiming to get out the Kingdom... more
With Ferdinand II, the Kingdom of the Two Sicilies produces a dual effort: modernization and geopolitical relocation. The horizons he looked at were wide: the Americas, the new frontier to which Ferdinand was aiming to get out the Kingdom from the diplomatic isolation followed to the 1842 sulfur crisis. Another focal point of interest is the evolution of competition with the rival Piedmontese monarchy, rivalry now extended to the naval field and which has seen the Neapolitan navy lose ground in the geopolitical competition since the 1830s. But on the other hand, there is a great effort of modernization carried out by Naples in the naval sector, which sees the Neapolitan Navy reach the threshold of 1848 as the most modern and best organized Italian naval force, both in terms of firepower an for the employment of a conspicuous number of steam frigates and the development of a modern productive apparatus able to support this effort.
Research Interests:
YouTube è una piattaforma di broadcasting conosciuta in tutto il globo, e probabilmente la più utilizzata e famosa. Il motto di questo piattaforma “broadcast yourself” è di per sé un invito a raccontare una storia, e difatti vi si trovano... more
YouTube è una piattaforma di broadcasting conosciuta in tutto il globo, e probabilmente la più utilizzata e famosa. Il motto di questo piattaforma “broadcast yourself” è di per sé un invito a raccontare una storia, e difatti vi si trovano una grande quantità di canali che, in qualche modo, trattano di storia: storia personale, familiare, calcistica, fino ad arrivare alla Storia intesa come materia.
Proprio prendendo in considerazione quest’ultimo aspetto, il campo si inizia a restringe. Tuttavia, una generica ricerca ci mette dinanzi una quantità impressionante di materiale video; pertanto è necessario affinare ulteriormente la ricerca: quali e quanti sono i canali nati espressamente per parlare di Storia al vasto pubblico della rete, e più precisamente quelli italiani? Non si può inoltre fare a meno di notare, scorrendo la lista di risultati e visionando ogni canale, l’esistenza di una spaccatura notevole ed evidente tra canali nati prima e dopo l’anno 2016, quando si inizia a parlare diffusamente di Public History in Italia grazie all’AIPH, costituita significativamente lo stesso anno.
Prendendo in considerazione il biennio 2016-2018, cosa si può dire dello stato dell’arte (se così si vuol chiamare) della Public History su YouTube in Italia? Si può parlare della nascita di uno standard o, quanto meno, di elementi in comune nelle diverse esperienze? Quali i punti di forza e di debolezza? Quali sono i parametri da tenere in considerazione nella valutazione dell’impatto sul pubblico avuto da queste esperienze? E che considerazioni trarre dal confronto con le parallele realtà europee?

PUBLIC HISTORY AND YOUTUBE: A STATE OF ART?
YouTube is a well known broadcasting platform all around the globe, probably the most used and famous. The platform’s motto "broadcast yourself" itself is an invitation to tell a story, and in fact there are a large number of channels that deal, in some way, with history: personal history, family history, football history, up to History as we know it.
Just by considering this last aspect, the field starts to shrink. However, a generic search puts before us an impressive amount of video material; therefore it is necessary to refine the research: which and how many channels are born expressly to talk about history to the vast public of the Internet, and more precisely the Italian ones? You cannot help but notice, scrolling through the list of results and viewing each channel, the existence of a noticeable split between channels born before and after the year 2016, when in Italy appeared this term “Public History “ for the first time thanks to AIPH, constituted significantly the same year.
Considering the two-year period 2016-2018, what can be said about the state of the art (if you want to call it this way) of Public History on YouTube in Italy? Can we talk about the birth of a standard or, at least, the presence of common elements in the different experiences? What are the strengths and weaknesses? What are the parameters to be taken into consideration in the assessment of the impact on the public of these experiences? And what considerations can be drawn from the comparison with the parallel European realities?
Research Interests:
Research Interests:
Come spesso si dice, in Internet c'è di tutto. Quello che non si analizza, però, è a che livello di compenetrazione una determinata materia sia. Nel caso della Storia, ad esempio, sono chiaramente fioriti ambiti di nicchia in cui... more
Come spesso si dice, in Internet c'è di tutto. Quello che non si analizza, però, è a che livello di compenetrazione una determinata materia sia. Nel caso della Storia, ad esempio, sono chiaramente fioriti ambiti di nicchia in cui community di appassionati discutono, si informano e condividono le proprie fonti. Ma qual è lo stato della Storia (e della sua comunicazione) sui siti di massa, su quelli, insomma, comunemente chiamati social media? I paper di questo panel si propongono si di analizzare la situazione attuale prendendo diversi siti di larghissima diffusione mondiale ma anche, ed anzi, soprattutto, di esaminare le possibilità che questi siti offrono ai public historian per tentare di comunicare ad un pubblico sempre più interattivo ed ampio. Si analizzeranno sia siti specializzati nella comunicazione audio video come You Tube e Twitch, che piattaforme più generaliste come Facebook. È possibile, per dei progetti di public history, approcciare un pubblico sempre alla ricerca di intrattenimento seriale ma non serioso, e con necessità ed abitudini tra le più varie, senza per questo abbandonare la propria mission e senza banalizzare le tematiche trattate?



As is often said, there is everything on the Internet. What is not analyzed, however, is at what level of interpenetration a given matter is. In the case of History, for example, niche areas are clearly flourishing in which communities of enthusiasts discuss, inform and share their sources. But what is the state of history (and its communication) on mass sites, on those, in short, commonly called social media? The papers of this panel propose to analyze the current situation by taking several widely spread sites worldwide but also, and above all, to examine the possibilities that these sites offer to the public historians to try to communicate to an increasingly interactive and wide audience. We will analyze both sites specialized in audio video communication such as Youtube and Twitch, and more generalist platforms such as Facebook. Is it possible, for public history projects, to approach an audience that is always looking for serial but not serious entertainment, and with the most varied needs and habits, withou t abandoning its mission and without trivializing the topics they dealt with?
Research Interests:
During the reign of king Ferdinand IV, thanks mainly to his wife the queen Mary Caroline, Naples pursued a foreign policy that aimed to break the secular borders of the Neapolitan Kingdom and expand its influence. The new, modern Navy... more
During the reign of king Ferdinand IV, thanks mainly to his wife the queen Mary Caroline, Naples pursued a foreign policy that aimed to break the secular borders of the Neapolitan Kingdom and expand its influence. The new, modern Navy Acton was building was of course the pivot of this new Neapolitan power policy. To have a fleet that was a valid tool for the expansion of the Kingdom of Naples in the Mediterranean, the Kingdom sought out to impose itself as a maritime power on a double plan, both military and commercial. Part of this long-term strategy was also the Black Sea, which had been recently opened to trade with some European powers after the repeated defeats suffered by the Ottoman Empire by the hands of Russia. At that moment there was a convergence of interests between Naples and St. Petersburg: Naples wanted access to the Black Sea for its trades, thus allowing to gain a market not reached by the great powers, and Russia was looking for a good ally and a sure naval base for the Russian fleet in Mediterranean waters. At the end of the eighteenth century, therefore, there were three capitals playing their game in the waters of that sea: Istanbul, St. Petersburg and, to a lesser extent, Naples. Understanding what its role was is the goal of my proposal.
Research Interests:
Poster presented at the 4th IFPH Annual Conference
Research Interests:
In 1734, after having been for more than two centuries a province of Spain and Austria, Naples became the capital of an independent kingdom under Charles of Bourbon. Charles wasn’t a thaumaturgist and could not solve all the problems of... more
In 1734, after having been for more than two centuries a province of Spain and Austria, Naples became the capital of an independent kingdom under Charles of Bourbon. Charles wasn’t a thaumaturgist and could not solve all the problems of the Kingdom magically in a few years, but certainly his commitments to this purpose produced important changes that would then trigger significant changes, even if his actions were often hampered by the elites inside the Kingdom. Always Charles was the one who transformed the capital of his kingdom, putting it at the same level of the other European capitals: San Carlo’s theatre, the National Library, the Farnese collections brought from Parma, the first treasures of Herculaneum and Pompeii, the palaces of Capodimonte, Portici and Caserta, the Foro Carolino, all these were works wanted by the Bourbon king. Soon the advantages brought by independence became evident and significant progresses were achieved: a certain order was brought in public finance and a long period of peace favored prosperity. The ecclesiastical jurisdiction and immunities that results from them were decreased and finally Church’s possession were taxed, the University was modernized and was given a worthy seat, archeology was encouraged with remarkable results, great architects such as Vanvitelli and Fuga were commissioned to design the buildings we admire today and Naples, as de Brosses wrote, became the capital of music too.
All Charles’ actions can be framed in a precise pattern, as  they were all aimed to one goal: to build the legitimacy, international or domestic, of the Neapolitan monarchy risen to new independence. This legitimacy was important especially if we consider that, until then, Naples and Sicily had been conquest and negotiation territories for powers whose power centers were far from having their real interest in the South Italy. Charles himself had become king of Naples thanks to the interest of Spain, which had torn the South from the Austrians. In this essay, therefore, I propose a unified vision of the work of Charles as king of Naples and Sicily, from 1734 to 1759, as a twenty year period of "transition" from the “viceregno” to actual independence, a process that he initiated and which led the Bourbon dynasty to become Italian, transforming its kingdom in a true national monarchy from every point of view. The work brought forward by Charles was very broad and it included all sectors of the affairs of State, from foreign policy to domestic reforms, from construction industry to economy promotion and for this reason we are going to use five events as chronological reference points. This events will be helpful to define the construction process of the Bourbon monarchy and the transition from the Spanish influence to the creation of a national independent monarchy with the accession to the throne of Ferdinand IV: the conquest of the Kingdom, the War of Austrian Succession, the death of Philip V, the Seven Years War and the accession of Charles to the throne of Spain.
Research Interests:
John Acton was certainly one of the most important and influential figures in Naples during the 18th century. Born in Besançcon on June 3 1736, he was sent by his uncle to serve in the Navy of the Grand Duchy of Tuscany. He embarked a... more
John Acton was certainly one of the most important and influential figures in Naples during the 18th century.  Born in Besançcon on June 3 1736, he was sent by his uncle to serve in the Navy of the Grand Duchy of Tuscany.  He embarked a successful career there, by committing himself to several military actions against the Barbary pirates.  In 1750 he went to Britain in order to improve his  nautical skills, but after 6 years he returned to serve in the grand-ducal military navy because of his catholic faith.  As his successful mission in Vienna showed in 1770,  he was also a clever diplomat.  As a consequence of his mission in Wien, he obtained two frigates from Joseph II, in accordance with the Grand Duke of intensively using them in the fight against piracy.  Between 1773 and 1775 he proved his worth performing heroic actions against the Barbary regencies.  In fact, he was called to serve in the French military navy as Counter admiral, which he refused:  he destroyed several ships in the port of Tunis, he wrecked a Barbary fleet by means of one frigate and proved an extraordinary worth during the siege of Alger led by the Spanish troops .  He eventually arrived in Naples in 1778, where he first became Secretary of the Navy, then Prime Minister by the will of Queen Carolina.  He died on August 12 1811 in Palermo. 
With such a curriculum, it’s evident why Queen Maria Carolina of Naples insisted to include Acton in the reorganization of the Neapolitan military navy.  Yet opinions on him have been very harsh over the course of time, both from his contemporaries and from historians. The autograph text by Nicola Battista, concurrent to the events, is a summa of all the charges brought against Acton: “He started extensive and grand projects to organize the Navy. A large sum was lavished on the building of tall vessels, frigates, gunboats, and all that tools and arms kit, which was necessary for a  great and warlike navy.”; “what’s the use of such an expensive navy, since we do not own  far colonies to defend, neither a war to face, nor the ambition of undertaking some conquests?  Our enemies were the Barbarians, who damaged our trade, while constantly overrunning our seas.  A good and simple pirate  flotilla would have been enough to curb those enemies.”
But the most infamous charge against Acton was that he “favoured the British government during the war against France, sacrificing the Reign and the very sovereigns”.  This is a serious charges, but the writer added: “The expensive fleet  which cost a fortune” was needed to “strengthen the British army in the Mediterranean ”. In particular, this last judgment appears undamaged in the course of historiography, even the recent one. However, it is the one I find the least plausible, because Acton was an extraordinary reformist and the real father of the Neapolitan Military Navy.
Throughout this essay I expect to dispel the charges that were brought against Acton, especially the charge of having create a navy “which had also the secret purpose of supporting the British policy, deploying the great ships, wanted by Acton, in pro-British actions and against the timeless enemy of Great Britain, France. ”
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12/04/2024 - Università degli studi di Bari
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Archivio di Stato di Arezzo, 13/12/2023
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Università di Genova - 21/05/2022
IANUA ISUPAC - Indirizzo in Studi Umanistici e Patrimonio Culturale Primo Livello 2022
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La sezione Lazio dell’AIB organizza questo seminario con l’obiettivo di fornire un aiuto concreto ai colleghi che oramai quotidianamente si trovano a utilizzare i social media per comunicare le tante attività delle proprie biblioteche. Il... more
La sezione Lazio dell’AIB organizza questo seminario con l’obiettivo di fornire un aiuto concreto ai colleghi che oramai quotidianamente si trovano a utilizzare i social media per comunicare le tante attività delle proprie biblioteche. Il seminario sarà tenuto dal dott. Michele Lacriola, dottorando presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Salerno (corso di dottorato in Studi letterari, linguistici e storici), esperto in comunicazione culturale sui nuovi media
Il seminario, di circa un’ora, toccherà questi argomenti:
1. I tre step della comunicazione: tipologie di utenti e di canali web/social;
2. Tradursi in Internet: definire l’identità sui social;
3. La “scaletta”: come si veicola l’informazione, dall’immagine al concetto;
4. Social tagging: cos’è ed a cosa serve;
5. Esempi pratici di pagine Facebook e profili Instagram nel mondo delle biblioteche: buone pratiche e punti critici.
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Presentazione del libro "Guida alla Rivoluzione Francese" di R. Paura. L’incontro, moderato da Ferruccio Diozzi, ha visto come relatori Daniele Di Bartolomeo, che ha studiato storia della Rivoluzione francese all’Università di Teramo, a... more
Presentazione del libro "Guida alla Rivoluzione Francese" di R. Paura. L’incontro, moderato da Ferruccio Diozzi, ha visto come relatori Daniele Di Bartolomeo, che ha studiato storia della Rivoluzione francese all’Università di Teramo, a Marsiglia e alla Sarbona di Parigi, e Michele Lacriola, dottorando di ricerca in storia contemporanea all’Università di Salerno. Il dibattito è stato introdotto dal Console generale di Francia a Napoli, Jean-Paul Seytre.
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Le vicende che nel 1860 videro coinvolti gli ufficiali della Marina borbonica sono un tema ancora oggi fonte di un dibattito che ben si presta alla riflessione sull’intreccio tra guerra civile, crisi dello Stato e costruzione dei nuovi... more
Le vicende che nel 1860 videro coinvolti gli ufficiali della Marina borbonica sono un tema ancora oggi fonte di un dibattito che ben si presta alla riflessione sull’intreccio tra guerra civile, crisi dello Stato e costruzione dei nuovi edifici nazionali. Per questo conflitto interno al mondo meridionale gli storici utilizzano oggi il paradigma interpretativo di “guerra civile”. Proprio qui sta la singolarità della vicenda della Marina borbonica. Quegli ufficiali, pur essendo detentori di porzioni del potere legittimo, scelsero deliberatamente e compattamente (fatta salva qualche eccezione) di passare dall’altra parte. Furono dunque patrioti o traditori? Perché questi ufficiali scelsero di stare nel campo, quello unitario, apparentemente più lontano dalle loro esperienze?
Il Saggio di Michele Lacriola si inscrive a giusto titolo in una feconda e ormai risalente stagione di studi sulla storia della Puglia in età moderna e contemporanea che ha innovato profondamente la storiografia di impianto... more
Il Saggio di Michele Lacriola si inscrive a giusto titolo in una feconda e ormai risalente stagione di studi sulla storia della Puglia in età moderna e contemporanea che ha innovato profondamente la storiografia di impianto prevalentemente etico-politico e si è dedicata alla storia economico-sociale della Regione. Già noto per alcuni precedenti lavori, tra cui si ricordano almeno quelli sulle insorgenze e il brigantaggio nel Regno di Napoli nel triennio giacobino e sulla marina militare nel Regno delle due Sicilie, il Lacriola affronta, in queste pagine, una ricostruzione a tutto tondo dell’economia pugliese ottocentesca, con particolare attenzione alla città di Bari e alla sua provincia, sforzandosi di offrire un’interpretazione complessiva sia del dinamismo dell’economia regionale sia delle trasformazioni del paesaggio agrario e dei rapporti economico-giuridici in esso operanti.
YouTube è una piattaforma di broadcasting conosciuta in tutto il globo e probabilmente la più utilizzata e famosa. Il suo motto, “broadcast yourself”, è di per sé un invito a raccontare una storia; e difatti vi si trovano una grande... more
YouTube è una piattaforma di broadcasting conosciuta in tutto il
globo e probabilmente la più utilizzata e famosa. Il suo motto, “broadcast yourself”, è di per sé un invito a raccontare una storia; e difatti vi si trovano una grande quantità di canali che, in qualche modo, trattano di Storia: storia personale, familiare, calcistica, fino ad arrivare alla Storia intesa come materia.

Ma quali e quanti sono i canali nati espressamente per parlare di Storia al vasto pubblico della rete nel nostro Paese? Prendendo in considerazione il biennio 2016-2018, cosa si può dire dello stato dell’arte (se così si vuol chiamare) della Public History su YouTube in Italia? Si può parlare della nascita di uno standard o, quanto meno, di elementi in comune nelle diverse esperienze? Quali i punti di forza e di debolezza? Quali sono i parametri da tenere in considerazione nella valutazione dell’impatto sul pubblico avuto da queste esperienze? E che considerazioni trarre dal confronto con le parallele realtà europee?
Una breve digressione sulla storia dei rapporti tra Russia ed Ucraina e le radici della crisi di Crimea
21/03/2024 - Università di Siena, Campus di Arezzo
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