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Francesca  Geminiani

Francesca Geminiani

  • Nata ad Avezzano (AQ) nel 1982, Francesca Geminiani nel 2008 consegue la laurea con lode in Ingegneria edile-architettura, presso l’Università degli Studi dell’Aquila, con una t... moreedit
Situata nel cuore di Trasacco (AQ), piccolo centro dell’aquilano gravemente danneggiato dal terremoto del 1915, la basilica si presenta con un impianto irregolare a quattro navate e abside quadrangolare, frutto di una lunga serie di... more
Situata nel cuore di Trasacco (AQ), piccolo centro dell’aquilano gravemente danneggiato dal terremoto del 1915, la basilica si presenta con un impianto irregolare a quattro navate e abside quadrangolare, frutto di una lunga serie di trasformazioni. Trae le sue origini dalle vicende dei martiri Cesidio e Rufino sul cui martyrium sorse un primo nucleo, ampliato poi da una chiesa tipicamente paleocristiana monoabsidata con cripta semianulare.
Il terremoto del 1915 provocò ingenti danni tra cui il crollo dell’ottocentesca volta a botte della navata centrale e gravi dissesti di tutte le strutture. Con l’intervento di ricostruzione e consolidamento degli anni Venti vennero apportate varie modifiche all’assetto del monumento, mentre il restauro degli anni Sessanta stravolse il presbiterio attraverso la realizzazione di una nuova gradinata che celò ogni traccia dell’originario accesso alla cripta semianulare, oltre alla negazione della facies decorativa ottocentesca.
Il borgo fortificato di Fossa (AQ), arroccato sulle pendici del monte Circolo a pochi chilometri dall’Aquila, sorse fra XII e XIII secolo come castello recinto di pendio, singolare tipologia di architettura fortificata tipica... more
Il borgo fortificato di Fossa (AQ), arroccato sulle pendici del monte Circolo a pochi chilometri dall’Aquila, sorse fra XII e XIII secolo come castello recinto di pendio, singolare tipologia di architettura fortificata tipica dell’entroterra abruzzese, priva di ambienti residenziali e articolata, come una sorta di recinto, da alte cortine alternate a salienti. Di proprietà dei vari signori locali che si succedettero nel dominio del territorio, mantenne la sua funzione militare almeno fino al XV secolo, per poi essere gradualmente inglobato nel tessuto urbano di Fossa con il quale si pone in continuità. Infatti, sono numerose le trasformazioni che, in particolare tra XVIII e XX secolo, lo hanno trasformato nascondendo, e in alcuni casi cancellando, le originarie strutture fortificate per adattarlo alle esigenze abitative di un piccolo quartiere residenziale, fino al suo grave danneggiamento e conseguente abbandono in seguito al disastroso sisma del 06 aprile 2009.
Nonostante le trasformazioni subite nel tempo, è possibile ricondurre il borgo fortificato di Fossa (AQ), arroccato sulle pendici del monte Circolo, al tipo del castello recinto di pendio. Si tratta di una singolare tipologia di... more
Nonostante le trasformazioni subite nel tempo, è possibile ricondurre il borgo fortificato di Fossa (AQ), arroccato sulle pendici del monte Circolo, al tipo del castello recinto di pendio. Si tratta di una singolare tipologia di architettura fortificata tipica dell’entroterra montano abruzzese, priva di ambienti residenziali e articolata, come una sorta di recinto, da alte cortine alternate a salienti.
Il recinto di Fossa venne concepito fra XII e XIII secolo per accogliere accantonamenti di soldatesche o le popolazioni del limitrofo centro abitato in caso di pericolo. La sua funzione militare perdurò per tutto il XIV secolo, quando con molta probabilità venne aggiunta anche una torre circolare di avvistamento, inserita strategicamente in un sistema di avvistamento a catena. Di proprietà dei vari signori locali che si succedettero nel dominio del territorio, fu connesso alle vicende politiche del contado aquilano e venne gradualmente inglobato nel tessuto urbano di Fossa.
The Aterno’s valley, located in the heart of Abruzzo, even though it has always been configured as a difficult settlement environment was crossed, since the Roman times, from the tratturi Aquila-Foggia and Centurelle-Montesecco (first... more
The Aterno’s valley, located in the heart of Abruzzo, even though it has always been configured as a difficult settlement environment was crossed, since the Roman times, from the tratturi Aquila-Foggia and Centurelle-Montesecco (first Abruzzo’s infrastructural systems). In the Roman era a dense network of roads put in communications the area with Rome, the Adriatic’s coast and Naples, but the crisis triggered by Lombard domination there was a decay of this efficient road system. Between XI and XII century, the creation of fortified settlements caused the construction of a beaten paths’ network. In addition, the valley was redeveloped by via degli Abruzzi, the central stretch of the route connecting Naples with Florence. Between 13th and 16th centuries the economic flourishing of the valley led to a recovery of roman’s road system, enhanced by counter rural routes connecting mezzacosta urban centers, as well as a reactivation of the pathway. Between the end of the 18th and the middle of the 19th century, however, the road situation seemed rather compromised, so that before the Italy’s national unity the streets of the Amiterno’s area were precarious and difficult to transit. If the arrangement of old streets and construction of new, during 19th century, had left the valley from its secular isolation, the construction of the railway lines made an almost definitive turning point.
Nel cuore dell’Abruzzo nasce il fiume Aterno dal quale ha origine l’omonima valle, dominata dalla città di L’Aquila e lungo la quale si attestarono i principali percorsi viari ed insediamenti già a partire dalla prima urbanizzazione... more
Nel cuore dell’Abruzzo nasce il fiume Aterno dal quale ha origine l’omonima valle, dominata dalla città di L’Aquila e lungo la quale si attestarono i principali percorsi viari ed insediamenti già a partire dalla prima urbanizzazione romana.
Per comprendere come le modalità insediative abbiano avuto ripercussioni sull’assetto paesaggistico della valle dall’epoca pre-romana fino ai recenti interventi di emergenza abitativa post sisma è stato necessario intendere il paesaggio quale forma del territorio per poi procedere con una lettura storico-critica del contesto.
Le prime informazioni esplicite sull’assetto paesaggistico si hanno nel XIX secolo con le descrizioni dei pochi viaggiatori che si avventurarono nella valle disegnata dalla trama dei campi aperti e dalle verdi distese pascolive mentre i centri abitati rappresentavano sporadiche interruzioni di tale armoniosa organizzazione territoriale. Questa pittoresca immagine sarà costantemente minata, a partire dalla seconda metà del XX secolo, da un drastico processo di trasformazione che sta frammentando il paesaggio aquilano in una serie di patches disposte in maniera caotica sul territorio.
Nel cuore della regione abruzzese, che ha mantenuto fino ai primi del Novecento le caratteristiche di un ambiente insediativo difficile e scarsamente collegato con l’esterno, nasce il fiume Aterno dal quale ha origine l’omonima valle... more
Nel cuore della regione abruzzese, che ha mantenuto fino ai primi del Novecento le caratteristiche di un ambiente insediativo difficile e scarsamente collegato con l’esterno, nasce il fiume Aterno dal quale ha origine l’omonima valle lungo la quale si attestarono i percorsi viari ed i principali insediamenti centro-meridionali a partire dalla prima urbanizzazione romana. Le prime informazioni esplicite sull’assetto paesaggistico si hanno nel XIX sec. con le descrizioni dei pochi viaggiatori che si avventurarono nella valle disegnata dalla trama dei campi aperti e dalle distese pascolive incorniciate dai promontori mentre i centri abitati rappresentavano sporadiche interruzioni di tale armoniosa organizzazione territoriale. Questa pittoresca immagine sarà costantemente minata, a partire dalla seconda metà del XX secolo, da un drastico processo di trasformazione che sta celermente frammentando il paesaggio aquilano in una serie di patches disposte in maniera isolata e caotica sul territorio.
Situata nel cuore di Trasacco la basilica dei SS. Cesidio e Rufino si presenta con un impianto piuttosto irregolare frutto di una lunga serie di trasformazioni e rimaneggiamenti nonostante i quali è stato possibile individuare una... more
Situata nel cuore di Trasacco la basilica dei SS. Cesidio e Rufino si presenta con un impianto piuttosto irregolare frutto di una lunga serie di trasformazioni e rimaneggiamenti nonostante i quali è stato possibile individuare una cospicua eredità di tracce ed indizi che attraverso un puntuale lavoro di analisi critica, unitamente a ricerche bibliografiche, iconografiche ed archivistiche, ha permesso la formulazione di un’ipotesi sulla complessa vicenda costruttiva della fabbrica.
Salvo alcune visite pastorali seicentesche la prima, vera, dissertazione sulla basilica si ha nel 1769 con l’opera di Frà Berardino Mezzadri che delinea minuziosamente l’assetto dell’edificio, scarseggiano, invece, notizie certe dall’XI al XVIII secolo.
Nonostante i primi dati certi attestanti l’esistenza di un santuario dedicato a San Cesidio risalgano all’XI secolo è possibile avallare l’ipotesi di una più vetusta occupazione del sito da un tempio romano prima e da un martyrium poi. Tra IX e X secolo sarebbe stata edificata la basilica a tre navate con cripta semianulare trasformata nel XIII con l’introduzione dell’abside rettangolare mentre la costruzione della quarta navata sarebbe avvenuta nel XVII secolo. Dei due atri oggi scomparsi non si hanno notizie certe fino al 1678 e fonti iconografiche antecedenti il sisma del 1915 mostrano una diversa configurazione del fronte principale oltre alla presenza di un matroneo sulla navatella di destra.
Il sisma del 1915 provocò il crollo delle murature d’ambito degli atri nonché il crollo della cuspide del campanile e delle volte soprastanti la navata centrale, oltre a danni di grave entità estesi a tutto il manufatto. Con il conseguente intervento di restauro vennero apportate numerose modifiche allo stratificato assetto del monumento tra cui l’eliminazione del matroneo e la realizzazione della copertura lignea con perdita della spazialità ottocentesca. Il restauro degli anni Sessanta stravolse, invece, l’assetto del presbiterio con la realizzazione di una nuova gradinata che, occultando totalmente la preziosa fenestella confessionis, celò ogni traccia dell’originario accesso alla sottostante cripta semianulare.