Claudio Mancuso, è dottore di ricerca in “Storia dei partiti e dei movimenti politici” (Università degli studi di Urb... moreClaudio Mancuso, è dottore di ricerca in “Storia dei partiti e dei movimenti politici” (Università degli studi di Urbino, 2012), ed è stato borsista post-doc presso l’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose (2015). È anche membro della “Società italiana di Storia dello Sport” (SISS) e dell’ “Association for the Study of Modern Italy” (ASMI). La sua attività storiografica è concentrata sullo studio dei processi di rappresentazione simbolica del potere politico e religioso e dei meccanismi di costruzione del consenso in epoca moderna e contemporanea. In particolare, ha approfondito queste tematiche in relazione alla storia dello sport, della Chiesa e della propaganda tra la prima guerra mondiale e i decenni della guerra fredda.edit
Con questo numero abbiamo voluto analizzare alcune forme di rappresentazione, come le feste, le celebrazioni e altre manifestazioni della ritualità civile, che furono messe in atto in Italia da appartenenze politiche alternative a quelle... more
Con questo numero abbiamo voluto analizzare alcune forme di rappresentazione, come le feste, le celebrazioni e altre manifestazioni della ritualità civile, che furono messe in atto in Italia da appartenenze politiche alternative a quelle dominanti. Il ricorso a simboli e rituali propri, aveva lo scopo di cementare uno specifico senso di appartenenza; un palinsesto celebrativo alternativo che si è affiancato alle espressioni del canone storiografico ufficiale, negoziato prevalentemente dallo Stato e dalle élite locali, lungo i 150 anni di vita nazionale.
Questo processo di costruzione è iniziato subito dopo l’unificazione per mano delle forze politiche rappresentate da quanti non si riconoscevano nelle istituzioni regie e negli esiti del percorso risorgimentale, e si è sviluppato nel corso degli oltre 150 anni di vita unitaria, facendo emergere una realtà nazionale costellata da diversi tipi di “memorie”, espressioni di un passato disorganico, fatto di posizioni e contrasti che emergono oggi nei monumenti, nelle lapidi, nelle tracce dei cerimoniali e anche soprattutto nei silenzi.