Studia Ligustica
Colla a di studi o li e per l’approfo di e to delle te atiche i terdiscipli ari
riguardanti la storia, le arti e la bibliografia della Liguria
3
ordini religiosi in Liguria
Claudio Paolocci
Predicazione, devozioni e presenza francescana
a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Biblioteca Franzoniana 2012
ISBN 978-88-98246-02-1
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
L i o og afia f a es a a sul te ito io ligu e t a “ei e “ette e to, assai i a, tipologi a e te
articolata e capillarmente diffusa, t ova la p op ia agio d esse e i uatt o ealtà t a esse
strettamente correlate:
1.
L a pia diffusio e delle fa iglie f a es a e1 (Minori2, Conventuali3, Cappuccini4 e
monache5) non solo nei maggiori agglomerati urbani, ma anche distribuita nei piccoli centri sì
1
Per uno sguardo generale sulla figura del fondatore e del movimento: G. Miccoli, F a es o d Assisi. Me o ia,
storia e storiografia, Milano, EBF, 2010, pp. 384; J. Dalarun, J. Le Goff, F a es o d Assisi (traduzione italiana
dall edizio e f a ese del
, Mila o, EBF,
, pp.
; “.J. Piat, Co C isto pove o e o ifisso. L iti e a io di
F a es o d Assisi, 2 voll., Milano EBF, 1978, pp. 663; E. Longprè, F a es o d Assisi e la sua espe ie za spi ituale.
“to ia spi ituale dell O di e di sa F a es o, Milano, EBF, 1979, pp. 262; L. Pellegrini, I luoghi di frate Francesco.
Memoria agiografica e realtà storica, Milano, EBF, 2010, pp. X-246; G. Grado Merlo, La storia di frate Francesco
d Assisi. U a p oposta di si tesi, in «Franciscana», III (2001), pp. 1-19; C. Dolcini, F a es o d Assisi e la storiografia
degli ulti i ve t a i: p o le i di etodo (pp. 5-35), A. Bartoli Langeli, Gli s itti da F a es o. L autog afia di u
illetteratus (pp. 101-159), E. Menestò, Gli s itti di F a es o d Assisi (pp. 161-181), in F ate F a es o d Assisi
(Assisi 14-16 ottobre 1993). Atti dei convegni della Società Internazionale di studi francescani di Assisi e del Centro
interuniversitario di studi francescani, n. s. 4, Spoleto, 1994, pp. X- 302. F. Olgiati, Spiritualità della vita
francescana, Milano, EBF, 1990, pp. 321; Vita di san Francesco. Legenda major di Bonaventura da Bagnoregio,
Padova, EMP, 2008, pp. 192; San Francesco, francescanesimo e francescani, Padova, EMP, 2009, pp. 184; G. Merlo
Grado, Intorno a francescanesimo e minoritismo, Milano, EBF, 2010, pp. 252; G. Iammarrone, Il Crocifisso e la
Croce in Francesco, Chiara e nel primo Francescanesimo, Padova, EMP, 2007, pp. 132; D. Flood, F a es o d Assisi e
il movimento francescano, Padova, EMP, 1991, pp. 224.
Influì sulla affermazione del francescanesimo la radicalità evangelica, che nei secoli, verrà ribadita anche con
l istituzio e di uove fa iglie ifo ate. “ul te a della pove tà: D.L. Mal o , Povertà francescana, Milano, EBF,
1995, pp. 280; M.T. Dolso, Et sint minores, Milano, EBF, 2001, pp. 464; Dalla se uela Ch isti di F a es o d Assisi
all apologia della pove tà (Assisi, 18-20 ottobre 1990), in Atti dei convegni della società internazionale di studi
francescani di Assisi e del Centro universitario di studi, n. s. 1, Spoleto, 1992, pp. XXIX-264, in particolare M. Bartoli,
La povertà e il movimento francescano femminile, pp. 223-248. Per uno sguardo generale sul tema: La concezione
della povertà nel Medioevo: antologia di scritti, a cura di O. Capitani, Bologna, Patron, 1983, pp. XI-355; La
o ve sio e alla pove tà ell Italia dei se olo XII-XIV. Atti dei convegni del Centro italiano di studi sul basso
Medioevo – Accademia Tudertina e del Centro di studi sulla spiritualità medievale (Todi 14-17 ottobre 1990), n. s.
4, Spoleto, 1991, pp. XII-472, specialmente: G. Merlo Grado, La o ve sio e alla pove tà ell Italia dei se oli XII-XIV,
pp. 23-32; F. Dal Pino, “ elte di pove tà all o igi e dei uovi o di i eligiosi, pp. 53-125; G. Barone, I santi poveri,
pp. 355-368; E. Pasztor, Esperienze di povertà al femminile, pp. 369-389. Si veda inoltre: Il movimento religioso
femminile in Umbria. Atti del o veg o i te azio ale di studio ell a ito delle ele azio i dell ottavo
centenario della nascita di san F a es o d Assisi Città di Castello -29 ottobre 1982), a cura di R. Rusconi,
Spoleto, Cisam, ristampa 1991, pp. 272, specialmente: E. Pasztor, I papi del Duecento e Trecento di fronte alla vita
religiosa femminile, pp. 29-65; R. Manselli, La donna nella vita della Chiesa tra Duecento e Trecento, pp. 243-255.
Alla pove tà so o o testuali al u i te i uali il lavo o e l uso del de a o: A.Ca iotti, M. Melli, La grazia del
lavoro. Atti del VII convegno storico di Greccio (8-9 maggio 2009), Milano, EBF, 2010, pp. 200; Idem, I Francescani e
l uso del denaro. Atti dell VIII o veg o sto i o di G e io -8 maggio 2010), Milano, EBF, 2011, pp. 192.
2
A. Casini, Cento conventi. Contributi alla storia della Provincia Francescana Ligure, Genova, Centro Studi
Francescani Liguri, 1950, pp. 735; Idem, La Provincia di Genova dei Frati Minori: dalle origini ai nostri giorni,
Chiavari, Sagno, 1985, pp. 660. In generale: G. Miccoli, F a es o d Assisi e l O di e dei Mi o i, Milano, EBF, 1999
(2.a ed.), p. 140; G. Merlo Grado, Nel o e di sa F a es o d Assisi. Storia dei frati Minori e del francescanesimo
sino agli inizi del XVI secolo, Padova, EMP, 2003, pp. X-524; La Regola e la vita dei Frati Minori, Padova, EMP, 2005,
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2
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
da ostitui e u a fitta ete di o ve ti e o u ità he op e e a o da l i te a Ligu ia dalla
zo a ostie a fi o ai luoghi più lo ta i dell e t ote a. Tale p ese za o po tò u a sig ifi ativa
adesione di membri provenienti da tutte le zone del territorio come si evince dagli elenchi
p ese ti ei dive si a hivi: alto u e o di f ati he favo i a o l ulte io e espa sio e
f a es a a o la fo dazio e di uovi o ve ti, sop attutto el
e spe ie dei Cappu i i 6
come vedremo fra poco.
pp. 32; C. Bove, La o ve tualità ell o di e dei F ati Mi o i o e luogo e lesiale se . XIII-XV), Roma, s.n., 2009,
pp. 56.
3
G. Grieco, G. Bove, Il cammino storico spirituale dei frati minori conventuali: dal 1209 al 1983, Città del Vaticano,
1983, pp. 16. Per la Liguria: E. Briozzo, Sintesi storica della provincia ligure pedemontana dei Frati Minori
Co ve tuali di sa F a es o d Assisi
-1967, Genova, 1968, pp. 43. Sulla situazione generale: G. Grado Merlo,
Nel nome di san Francesco. Storia dei Frati Minori e del Francescanesimo sino agli inizi del sec. XVI, Padova, Edizioni
Messaggero, 2006 (1.a ristampa), pp. 524; L. Pellegrini, I sedia e ti f a es a i ell Italia del Due e to, Roma, ed.
Lau e tia u ,
, pp.
, o a ta degli i sedia e ti f a es a i dell Italia dei se oli XIII-XIV (1220-1340).
4
Cassiano Carpaneto da Langasco, Da 450 anni i Cappuccini in Liguria, Genova, Sorriso Francescano, 1989, pp. 157,
ill., che sintetizza e schematizza la storia di questa presenza descritta da Zaverio Molfino in molti studi monografici
sui singoli conventi. In generale: A. Fregona, I frati cappuccini nel primo secolo (1525-1619). Approccio critico alle
fonti storiche, giuridiche e letterarie più importanti, Padova, EMP,
, pp.
; Ma ia o d Alat i, I Cappuccini:
storia di una famiglia francescana, Milano, San Paolo, 1997 (2.a ed.), pp. 226; Melchiorre da Pobladura, Historia
generalis Ordinis Fratrum Minorum Capuccinorum, Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 1948-1951, 3 voll.
5
Ben nove furono le comunità francescane femminili a Genova. Le Clarisse abitarono i monasteri di san Leonardo
in Carignano (1317-1798), san Paolo di Prè (1397-1798), santa Chia a d Al a o
-1999), san Nicolò di
Vallechiara (1514-1798), santo Spirito in Bisagno (1515-1581), santa Maria delle Neve (1625-1798), santa Chiara di
Carignano (1647-1798), sa t Antonio di Carignano (1656-1797); le Clarisse Cappuccine quelli di san Bernardino in
Carignano (1580-1797), ove nel biennio 1578-1580 avevano abitato le Clarisse. Su santa Chiara: G. Andenna,
U a o IV e l O di e delle Cla isse, in Chiara e la diffusione delle Clarisse nel XIII secolo, a cura di G. Andenna, B.
Vetere, Galatina, 1998, pp. 195-218; M.P. Alberzoni, Chiara e il Papato, Milano, EBF, 1995, pp. 128, che presenta la
storia del movimento religioso femminile nella prima metà del Duecento; A. Rotzetter, Chia a d Assisi. La p i a
francescana, Milano, EBF, 1994, pp. 424; Chia a d Assisi (Assisi, 15-17 ottobre 1992), in Atti dei convegni della
società internazionale di studi francescani di Assisi e del centro interuniversitario di studi francescani, n.s. 3,
Spoleto, 1993, pp. XII-446; C. Frugoni, U a solitudi e a itata: Chia a d Assisi, Roma, Laterza, 2006, pp. VI-278; G.
Boccali, Lege da i o i di “.Chia a d Assisi, Grottaferrata, Edizioni Archivum Franciscanum Historicum 7, 2008, pp.
366. Si vedano pure S.Chia a d Assisi s itti e do u e ti, a cura di M. Bartoli, G.G. Zoppetti, Edizioni Francescane,
1994 (1 ed.), pp. 520; Gli s itti di F a es o e Chia a d Assisi, a cura di F. Olgiati, Edizioni Francescane, 2008 (3a
ed.), pp. 224; La letteratura francescana. Vol. I. F a es o e Chia a d Assisi, Milano, Fondazione L.
Valla/Mondadori, 2009 (2.a ed.), pp. CXCVI-529. Si vedano inoltre: Fonti Francescane (ed. maior), a cura di E.
Caroli, Edizioni Francescane, nuova edizione 2004, prima ristampa 2009, specialmente Sezione IV: Scritti e fonti
iog afi he di Chia a d Assisi, pp. 1741-1986; Fonti biografiche, pp. 1819-1940; Documenti papali, pp. 1941-1986;
Bibliografia di Chiara di Assisi 1930-1993, a cura di Isidoro di Villapadierna, P. Maranesi, Roma, Istituto Storico dei
Cappuccini, 1994, pp. 118.
6
Ben tredici (non considerando Ovada, fondato nel 1640, ma fuori del territorio amministrativo ligure) i conventi
dei Cappuccini: Voltaggio (1603), Pieve di Teco (1606), Santa Margherita Ligure (1609), Sestri Levante (1609),
Taggia (1610), Varazze (1613), Porto Maurizio (1616), Monterosso (1618), Campi di Cornigliano (1619), S Francesco
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Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
2.
La predicazione7, intesa come annuncio della Fede, secondo il mandato della Regola di
Francesco8, e o e ate hesi illust ata dalle espe ie ze vita, i a oli, fio etti 9) non solo del
di Voltri (1624), Pontedecimo (1640), Quarto (1642), Loano (1650): Cassiano Carpaneto da Langasco, Da 450 anni i
Cappuccini in Liguria, cit.
7
La p edi azio e dei f ati dalla età del
alla fi e del
(Assisi 13-15 ottobre 1994). Atti dei convegni della
Società Internazionale di studi francescani di Assisi e del Centro interuniversitario di studi francescani, n. s. 5,
Spoleto, 1995, pp. X-496. Si vedano specialmente: C. Delcorno, La lingua dei predicatori. Tra latino e volgare ( pp.
21-46); J. Hamesse, La prédication universitarie (pp. 47-79); S. Vecchio, Le p edi he e l ist uzio e eligiosa (pp. 301335); J. Dalarun, Francesco nei sermoni: agiografia e predicazione (pp. 339-403). S. Zamponi, Manoscritti in volgare
nei conventi dei frati Minori: testi, tipologie librarie, scritture (secoli XIII-XIV), in Francescanesimo in volgare, secoli
XIII-XIV. Atti del XXIV Convegno internazionale (Assisi, 17-19 ottobre 1996), Societá internazionale di studi
francescani, Centro interuniversitario di studi francescani, Spoleto, Centro italiano di studi sull'alto Medioevo,
1997, pp. 301-336; Y.–M. Congar, Insegnare e predicare. Aspetti ecclesiologici della disputa tra Ordini Mendicanti e
aest i se ola i ella se o da età del se . XIII e l i izio del XIV, Padova, EMP, 2007, pp. 240; C. Delcorno, La
predicazione in Italia dopo il Concilio di Trento, in Gi ola o Mauti i da Na i e l O di e dei f ati i o i cappuccini
ta
e
, Roma, Istituto Storico Cappuccino, 1998, pp. 120-148; Stanislao da Campagnola, L ese izio della
predicazione presso i Cappuccini nel loro primo secolo di esperienza, Roma, Conferenza italiana Superiori provinciali
Cappuccini, 1989, pp. 28; Idem, La predicazione cappuccina come programmazione religiosa e culturale nel
Cinquecento italiano, Roma, Conferenza italiana Superiori provinciali Cappuccini, 1989, pp. 31; Idem, Oratoria
sa a: teologie, ideologie, i liote he dell Italia dei secoli XVI-XIX, Roma, Istituto Storico Cappuccino, 2003, pp.
XXXVIII-537; G. Ingegneri, La predicazione cappuccina nel Seicento. Atti del convegno internazionale di studi dei
bibliotecari cappuccini italiani, Assisi 26-28 settembre 1996, Roma, Istituto Storico Cappuccino, 1997, pp. 261:
specialmente, C. Cargnoni, T attati, a uali e etodi di p edi azio e dei Cappu i i del
, pp. 113-174. Per una
lettura generale sulla predicazione e nel rapporto con la letteratura: La predicazione nel Seicento, a cura di M.L.
Doglio, C. Delcorno, Bologna, Il Mulino, 2009, pp. 249; G. Auzzas, G. Baffetti, C. Delcorno, Letteratura in forma di
sermone. I rapporti tra predicazione e letteratura nei secoli XIII-XVI. Atti del seminario di studi (Bologna 15-17
novembre 2001), Firenze, Olschki, 2003, pp. VI-348, ill.
8
Sulla Regola francescana: F. Uribe, La Regola di san Francesco: lettera e spirito, Bologna, EDB, 2011, pp. 361; A.
Quaglia, L o igi alità della ‘egola f a es a a, Sassoferrato, 1979, pp. XV-172; Idem, Storiografia e storia della
Regola francescana, Falconara Marittima, Edizioni Francescane, 1985, p. XV-255; Idem, La Regola francescana.
Lettura storico esegetica, Assisi, 1987, pp. 203; Idem, La vera genesi della Regola francescana, Assisi, Porziuncola,
2002, pp. 206; Idem, Due Regole a confronto. San Benedetto e San Francesco, Padova, EMP, pp. 120; La Regola dei
Frati Minori (Assisi, 8-10 ottobre 2009), in Atti dei convegni della società internazionale di studi francescani di
Assisi e del Centro interuniversitario di studi francescani, n. s. 20, Spoleto, 2010, pp. X-352. Si vedano anche: P.
Etzi, Iuridica francescana. Percorsi monografici di storia della legislazione dei tre ordini francescani, Padova, EMP,
2005, pp. 368; A. Tabarroni, La regola francescana fra autenticità e autenticazione, in Dalla se uela Ch isti di
F a es o d Assisi all apologia della pove tà (Assisi 18-20 ottobre 1990). Atti dei convegni della Società
Internazionale di studi francescani di Assisi e del Centro interuniversitario di studi francescani, n. s. 1, Spoleto
1992, pp. XXIX-264.
9
Gli s itti di F a es o e Chia a d Assisi, a cura di F. Olgiati, Edizioni Francescane, 2008 (3a ed.), pp. 224; La
lette atu a f a es a a. Vol. I. F a es o e Chia a d Assisi, Milano, Fondazione L. Valla/Mondadori, 2009 (2.a ed.),
pp. CXCVI-529. Si vedano inoltre: Fonti Francescane (ed. maior), a cura di E. Caroli, Edizioni Francescane, nuova
edizione 2004, prima ristampa 2009; La letteratura francescana. Vol. II. Le vite antiche di san Francesco, a cura di
C. Leonardi, commento di D. Solvi, Milano, Fondazione Valla/ Mondadori, 2009 (2.a ed.), pp. LX-615; Stanislao da
Campagnola, F a es o d Assisi ei suoi s itti e elle sue iog afie dei se oli XIII e XIV, Assisi, Porziuncola, 1981,
pp. 267; F. Uribe, I t oduzio e alle fo ti agiog afi he di sa F a es o e sa ta Chia a d Assisi se oli XIII-XIV), Assisi,
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Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Fondatore , ma anche dei santi e beati francescani10. L o ileti a così illustra le principali verità
della fede attraverso anche gli exempla fidei, i sa ti dell o di e, e si fa ele e to di p o ozio e
dei nuovi culti e delle devozioni ad essi collegate (dal nome di Gesù11 di san Bernardino da
Siena12 fino alla Via Crucis13 promossa da san Leonardo da Portomaurizio14). Anzi la
Ed. Porziuncola, 2002, pp. XXVII-637; F ate F a es o d Assisi (Assisi, 14-16 ottobre 1993), in Atti dei convegni della
società internazionale di studi francescani di Assisi e del Centro universitario di studi, n.s. 4, Spoleto, 1994, pp. X302 . Sui Fioretti: I Fioretti di san Francesco. Versione inedita di p. B. Bughetti. Note di F. Olgiati, prefazione di C.
Leonardi, Roma, Città Nuova, 2007 (3° ed.), pp. 227; G. De Roma, G. P. Zatti, I Fioretti di san Francesco versione in
lingua corrente, Padova, EMP, 2003 (4.a ristampa), pp. 176; C. Segre, I Fio etti di sa F a es o e la ovellisti a,
in Francescanesimo in volgare, cit., pp. 337. T a l alt o, interessante: B. Bughetti, Vita e miracoli di san
F a es o elle tavole isto iate dei se oli XIII e XIV, o l aggiu ta di due ote, estratto da «Archivum
Franciscanum Historicum», XIX (1926), pp. 110 e XXXI pagine di tavole.
10
Scritti di Mistici francescani dal 1200 ad oggi. Vol. 1: secolo XIII (1995, pp. 1040); Vol. 2: secolo XIV (1997, pp.
1040); Vol. 3: secolo XV (1999), pp. 918), Padova, EMP. Per i Cappuccini: “a ti e sa tità ell O di e Cappu i o, a
cura di Mariano d Alat i, Vol. I. Il Cinque e il Seicento, Roma, Istituto Storico Frati Cappuccini, 1980, pp. 421; Vol. II.
Il “ette e l Otto e to, 1981, pp. 486.
11
Tale devozio e e p ese te i F a es o d Assisi, fu p ati ata dai Gesuiti (R. Guarnieri, ad vocem, in DIP IV
(1977), coll. 1115-1130) - fraternità laicale dedita al servizio degli ammalati fondata nel 1360 dal beato Giovanni
Colombini (Siena 1304 – San “alvato e sull A iata
, ispi ata alla spi itualità di sa Gi ola o, he solo el
fu riconosciuta congregazione clericale da Paolo V e poi soppressa nel 1668 da Clemente IX – ma fu promossa
soprattutto da san Bernardino da Siena che promosse il trigramma IHS inscritto in un sole dorato con 12 raggi
serpeggianti sopra uno scudo azzurro, approvato da Martino V nel 1450, che riprende una precedente iconografia
ideata da Ubertino da Casale (Casale Monferrato 1259 –
a. e t ato a h egli t a i F ati Mi o i el
. La
litu gia sul No e di Gesù si diffuse alla fi e del XV se olo. Nel
Cle e te VII auto izzò l O di e F a es a o a
e ita e l Uffi io del ““. No e di Gesù, e t e I o e zo XIII, el
, estese alla Chiesa u ive sale tale e o ia
liturgica. Tale culto venne adottato dai Gesuiti che assunsero il simbolo bernardiniano a emblema della Compagnia
di Gesù. Ancor oggi nel Martirologio Romano tale memoria liturgica è segnata il 3 gennaio. V.: L. Monlougou – F.M.
Du Buit, Dizionario Biblico Storico, ad vocem, Borla, 1987, pp. 686-688.
Anche a Genova, Teresa Rossi (1837 -1918), appa te e te al Te z O di e F a es a o e di ui è in corso la causa di
beatificazione, ripropose tale devozione e pe sua i iziativa, i lo alità Geo di Ce a esi, all i izio della st ada he
conduce al santuario di N.S. della Guardia, nel 1923 si costruì una chiesa, poi divenuta parrocchiale, sotto questo
titolo. Matilde Dell A o e, Francesca Teresa Rossi, Genova, Sorriso Francescano, 1988, pp. 136. Ill.; P. Pace, Un
apostolo del SS. Nome di Gesù : breve vita della Serva di Dio Teresa Rossi, parrocchiana di S. Maria dei Servi in
Genova, Genova, Tip. Libreria Derelitti, 1933 (2a ed.), pp. 63, 9 c.
12
Al secolo Bernardino degli Albizzeschi (Massa Marittima 1380 – L A uila
. E t ato ei Mi o i el
fu
famoso predicatore e promotore di un forte rinnovamento spirituale della Chiesa: S. Bernardino da Siena,
Antologia delle prediche volgari, Siena, Cantagalli, 2010, pp. 160; Idem, Prediche della Settimana Santa (Firenze,
1425), Edizioni Paoline, 1995, pp. 264; Idem, Novellette, aneddoti, discorsi volgari, a cura di G. Tuccini, Genova,
Melangolo, 2009, pp. 220; V. Stanzial, Una voce da seguire. San Bernardino da Siena e la vita di tutti i giorni, Tau
ed., 2006, pp. 388; M. Gronchi, La cristologia di san Bernardino da Siena. L i ago Ch isti nella predicazione in
volgare, Marietti, 1992, pp. 228; Repertorio degli esempi volgari di Bernardino da Siena, a cura di C. Delcorno, S.
Amadori, Bologna, Clueb, 2002, pp. XLVI-226; Note sulla tradizione manoscritta delle prediche volgari di san
Bernardino da Siena, a cura di C. Delcorno, in «Archivum Franciscanum Historicum», LXXIII (1980), pp. 91-123;
Idem, L ars predicandi di Bernardino da Siena, in Atti del Simposio internazionale Cateriniano – Bernardiniano,
Siena 17-20 aprile 1980, a cura di D. Maffei e P. Nardi, Siena, Accademia senese degli Intronati, 1982, pp. 419-449;
Z. Zafarana, Bernardino nella storia della predicazione popolare (pp. 37-70), in Da Gregorio VII a Bernardino da
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Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
p edi azio e i e ti asi diffo de do l e oi ità della vita di al u i se vi di Dio e il o segue te
ricorso alla richiesta di grazie contribuisce efficacemente al riconoscimento ufficiale da parte
della Chiesa della loro santità (un caso per tutti san Lorenzo da Brindisi15).
Siena, a cura di O. Capitani, C. Leonardi, E. Menestò, R. Rusconi, Spoleto, 1991 (ristampa), pp. XV-502; L. Pellegrini,
Il processo di canonizzazione di san Bernardino da Siena. Studio ed edizione, A a e,
, pp.
. “ull i o og afia:
R. Aprile, ad vocem, in Bibliotheca Sanctorum, vol. II (1962), coll. 1316-1321. Per una biografia esauriente: R.
Manselli, ad vocem, in DBI, vol. IX (1967) pp. 215al uale si i via pe le ope e e la i liog afia. “ull i flusso
della sua predicazione a Genova: L. Levati, Relazioni di S. Bernardino da Siena con Genova e la Liguria, in «Atti
della Società Ligure di Storia Patria», LIII (1926), pp. 221-238.
13
Anticamente la Via Crucis necessitava il pellegrinaggio ai Luoghi Santi. Tra le testimonianze più antiche il
racconto del domenicano Rinaldo de Monte Crucis che annota la sua salita al Sepolcro del Cristo attraverso varie
tappe, stationes. Tale pratica popolare si diffuse attraverso i pellegrini provenienti dalla Terrasanta e soprattutto
dai Frati Minori che, dal 1342, ebbero la Custodia di quei luoghi. La Via Crucis come serie di 14 stazioni si diffuse
nelle chiese dei Minori in Spagna dalla prima metà del secolo XVII. Clemente XII nel 1731 permise di istituire la Via
Crucis a he elle alt e hiese, o f a es a e, a te e do il p ivilegio dell istituzio e al solo O di e
francescano. Recentemente è stata curata da P. Pellizzari la traduzione italiana del contributo di A. Teetaert da
Zedelgem, Apercu historique sur la devotion au chemin de la croix, pubblicato postumo in «Collectanea
Franciscana», XIX (1949), pp. 45-142 , nel volume Saggio storico sulla devozione alla Via Crucis. Evocazione e
rappresentazione degli episodi e dei luoghi della passione di Cristo, a cura di A. Barbero e P. Magro, Centro
Documentazione dei Sacri Monti, Calvari e complessi devozionali europei, Casale Monferrato, 2004, pp. 148. Vedi
anche: G. Montorsi, La Via Crucis. Devozione. Storia, Padova, EMP, 2009, pp. 72.
14
Al secolo Paolo Gerolamo Casanova (Porto Maurizio 1676 – Roma 1751). Si trasferisce a Roma, ove nel 1695
viene ammesso al Noviziato dei Minori. Ordinato sacerdote il 17 agosto 1702, a seguito di grave malattia ritorna al
paese natio ove risiederà dal 1704 al 1709. Guarito miracolosamente per intercessione della Madonna, si
trasferisce a Firenze dove, nel 1709, fonda il convento di san F a es o all I o t o dal uale pa ti à il suo
infaticabile pellegrinare pe le ittà dell alta Italia a p edi a e. Beatifi ato il
a zo
da Pio VI e canonizzato il
29 giugno 1867 da Pio IX. D. Busolini, ad vocem in DBI 64, 2005, pp. 437-439; K. Soltész Frattaioli, F. Leonardus a
Portu Mauritio il santo patrono di Imperia: dalla Liguria al cuore della Chiesa, Imperia, Dominici, 1995 (2a ed.), pp.
108, 8 c. di tav.; Leonardo da Porto Maurizio, Epistolario, edizione integrale promossa dal Centro studi leonardiani
di Imperia, a cura di K. Soltész Frattaioli, Assisi, Porziuncola, 2000, pp. LXI, 1128. Per il testo: C. Vaiani, Via Crucis di
san Leonardo da Porto Maurizio, Milano, Glossa, 2003, pp. VII-257.
15
Al secolo Giulio Cesare Russo (Brindisi 1559 – Bélem 1619), dopo aver frequentato i Conventuali, si trasferì a
Venezia p esso u o zio sa e dote e vestì l a ito dei appu i i el
. O di ato sa e dote el
, fu
Provinciale in Toscana nel 1589, a Ve ezia el
, se o do Defi ito e Ge e ale dell O di e el
, Provinciale
in Svizzera nel 1598. Nominato Definitore Generale nel 1599, fu capo missione del gruppo di frati che, su invito del
papa, fu o o i viati i Ge a ia. Nel
tai
appella i pe l assiste za spi ituale alle t uppe attoli he
o t o i Tu hi e l a o su essivo
o i ato Ge e ale dell O di e. Fu Provinciale in Liguria negli anni 1613 16161. Beatificato da Pio VI nel 1783 e canonizzato da Leone XIII nel 1881, nel 1959 è stato nominato da Giovanni
XXIII Dottore della Chiesa: Arturo M. da Carmignano di Brenta, San Lorenzo da Brindisi dottore della Chiesa
universale (1559 – 1619), Padova, 1960-1963, 4 voll.; Felix a Mareto, Bibliographia laurenziana: opera complectens
an. 1611-1961 edita de sancto Laurentio a a Brundisio doctore apostolico, Roma, Istituto Storico dei Cappuccini,
1962, pp. 286; Idem, De S. Laurentio a Brundisio biographiae editae, in «Collectanea francescana», XXIX (1959) pp.
463-507; Arturo M. da Carmignano di Brenta, ad vocem, in Bibliotheca Sanctorum, VIII (1967),coll. 162-180; D.
Busolini, ad vocem, in DBI 66 (2007), pp. 64-67. Circa la sua presenza in Liguria: San Lorenzo da Brindisi. Omaggio
della P ovi ia dei Cappu i i di Ge ova al suo P ovi iale
-1616) proclamato Dottore della Chiesa, Genova,
Curia Provinciale dei Minori Cappuccini, 1959, pp. 116 ill., che attraverso i contributi di illustri studiosi cappuccini
liguri (Cassiano da Langasco, Alipio da Celle, Callisto da Sestri Ponente, Amedeo da Varazze, Luigi M. da Genova)
Studia Ligustica 3
6
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
3.
E proprio queste devozioni16, attraverso la predicazione, diventano il momento di
passaggio di promozione degli stessi culti dai luoghi esclusivamente francescani alle altre realtà
ecclesiali, parrocchie e oratori, sui territori delle diocesi liguri. I francescani infatti chiamati a
predicare nei diversi contesti urbani e rurali, specialmente là dove non sono direttamente
p ese ti, p o uovo o l i sedia e to di ulti e devozio i he determinano
4.
il ostitui si delle o pag ie del Te z O di e17, il laicato francescano. Esso attraverso una
presenza devota e attiva fondata sulle opere di misericordia, incrementa ulteriormente la
presenza francescana sul territorio e, nei propri oratori o/e cappelle, come nelle chiese
f a es a e, a i his e di ope e d a te l i o og afia f a es a a.
Il tempo non consente una disanima articolata dei quattro elementi qui enunciati. Preme
comunque in questa sede offrire elementi utili ad una lettura generale della problematica. Il
primo, come detto, riguarda la presenza delle diverse famiglie francescane: Minori,
Conventuali, Cappuccini.
Il 22 marzo 1639 si riuniva a Genova presso il convento di santa Maria della Pace18 il Capitolo
che sanciva la nascita della nuova Provincia Francescana Riformata di Genova, che nominava
suo patrono sa t Antonio da Padova e riuniva 19 conventi19 dislocati tra Portovenere e
illust a la figu a, l ope a, la spi itualità ed il appo to o i Cappu i i ligu i fo e do un interessante saggio
i o og afi o a te i sulle ope e affigu a ti il sa to ei o ve ti e hiese ligu i dell O di e.
16
J.W. Curran, Devotion, in Dictionnaire de Spiritualitè, III (1957), coll.716-726; E. Bertaud,A. Rayez, Devotions, in
Ibidem, coll. 747-778; A. Solignac, Piété. Moyen age, in Ibidem, XII (1985), coll.1714-1725; I. Noye, Piété depuis le
16. siècle, in Ibidem, coll.1725-1743. Per lo stretto rapporto tra devozione e religiosità popolare: G. Panteghini, La
religiosità popolare. Provocazioni culturali ed ecclesiali, Padova, EMP, 1995, pp. 256, che ne ricostruisce le radici
storiche e i fondamenti teologici.
17
F a es o d Assisi p o u ò di edige e ist uzio i pe i lai i he i te deva o pa te ipa e la spi itualità del suo
Ordine. Le prime notizie su quella che sarà poi la terza famiglia si hanno già nel 1211. Si veda: F. Bordoni, Historia
Tertii Ordinis s.Francisci (ed. anastatica a cura di L. Temperini), Roma, Franciscanum, 1998, pp. X-607; L.
Temperini, Carisma e legislazione alle origini del Te z O di e di s. F a es o, Roma, Franciscanum, 1996, pp. 182;
Te z O di e F a es a o ella spi itualità, ella sto ia, el di itto, ella so iologia se afi a, Roma, 1955, pp. 547; C.
Mercuri, “a tità e p opaga da: il Te z O di e f a es a o ell agiog afia osservante, Roma, Istituto Storico dei
Cappuccini, 1999, pp. 192; F. Olgiati, Co
e to alla ‘egola dell O di e F a es a o “e ola e, Milano, EBF, 2001,
pp. VII –230. “ulla p ese za e diffusio e del Te z O di e a Ge ova e i Ligu ia: D. Ca iaso, S.Francesco e il
Te z O di e i Ge ova e Ligu ia, Genova, Tip. Arcivescovile, 1916 (2° ed.), pp. 50-64 e 85-124. Circa la Regola il
Ca iaso, ell ope a o a itata pu li a pp.
-191) il testo approvato e promulgato da Niccolò IV nel 1289 con
la Bolla Supra montem; pubblica (pp. 38-48) inoltre un testo precedente chiamata Regola Antica risalente al 1221.
“ull uso del Tau: D. Vo eux, Tau simbolo francescano, Padova, EMP, 2004 (1.a ristampa), pp. 108.
18
A. Casini, Cento conventi, cit., p. 41.
19
San Giacomo di Savona, Santa Maria degli Angeli a Voltri, Santa Maria degli Angeli ad Alassio, San Francesco a
Sarzana, San Francesco a Rapallo, San Francesco a La Spezia, Annunziata a Levanto, Santa Maria degli Angeli a San
Studia Ligustica 3
7
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Sanremo, di cui tre a Genova (il Monte20, il Chiappeto21 e la Pace22). Nello stesso periodo la
P ovi ia dell Osservanza di Genova dalla quale si erano staccati i Riformati contava 17
conventi23 a h essi dist i uiti sul te ito io da Ve ti iglia a Bola o e o due p ese ze a
Ge ova l A u ziata del Vastato24 e Oregina25). Per i secoli XVII e XVIII si contano quindi un
totale di 36 fondazioni alle quali si devono aggiungere quelle dei Cappuccini che, come risulta
da un manoscritto del 1649 intitolato Informazioni sulla stato dei conventi26, sono in numero di
trentadue27 dei quali tre a Genova (san Barnaba28, la Concezione29 e l A u ziata di Po to ia30)
e gli altri distribuiti sul territorio da Oneglia a Portovenere. Si noti che di questi ben 18 furono
fondati nella prima metà del Seicento. I Francescani in Liguria, in questi due secoli, contavano
oltre 80 conventi comprendendo anche i monasteri femminili31.
All alto u e o di fo dazio i fa is o t o u alt etta to alto u e o di f ati. Il Necrologio32 dei
Cappuccini conta per il Seicento 1057 membri e per il Settecento 952, per un totale di 2009
ele e ti. L i po ta za di uesto libro iniziato nel 1593 e che continua fino ai nostri giorni
Remo, Ospizio a San Romolo, Santa Maria del Soccorso a Pietra Ligure, Santa Maria della Misericordia a Rivarolo,
SS. Concezione a Sassello, San Francesco a Portovenere, San Francesco a Vernazza, San Antonio a Finale Ligure,
Santa Maria della Pace ad Albissola.
20
U. Macciò, Madonna del Monte, Genova, s.n., 1973, pp. 207 ill. ; E. Parma Armani, Santuario di N. S. del Monte,
Genova, Sagep, 1979, pp. 32, ill. (Guide di Genova, 94).
21
F. Repetto, SS.Annunziata, in Dizionario delle Chiese di Genova, vol. I, Genova, Tolozzi, 1970, pp. 133-136.
22
A. Casini, Cento Conventi, cit. pp. 295 -307.
23
San Francesco a Moneglia, San Francesco a Chiavari, San Francesco a Recco, San Bernardino ad Albenga, SS.
Annunziata a Portomaurizio, SS. Annunziata a Ventimiglia, San Francesco a Novi Ligure, Sa t Antonio a Pegli, oltre
a Santa Maria delle Grazie a Gavi Ligure, San Francesco a Brugnato, San Francesco a Triora, Santa Maria degli
Angeli a Diano Castello, SS. Annunziata a Rossiglione, San Sebastiano a Perinaldo e San Rocco a Bolano.
24
V. Belloni, Chiesa della SS. Annunziata del Vastato, Genova, Sagep, 1979, pp. 32, ill. (Guide di Genova, 88); Idem,
L' Annunziata di Genova, Genova, Centro studi francescani per la Liguria, 1965, pp. 299, 38 c. di tav., ill. ; L'
Annunziata del Vastato a Genova: arte e restauro, a cura di G. Rossini, Venezia, Marsilio, 2005, pp. 331 ill. + 1 DVD.
25
L. Magnani, Santuario di N.S. di Loreto, Genova, Sagep, 1979,, pp. 16, ill. (Guide di Genova,94); A. Casini, Cento
conventi, cit., pp. 421-440; C. Da Prato, Chiesa di N. S. di Loreto in Oregina. Cenni storici e descrittivi, Genova, Tip.
“e afi o d Assisi,
, pp. .
26
Co se vato p esso l Archivio Provinciale dei Cappuccini liguri.
27
Oltre i 14 elencati in nota 6 fondati nel Seicento, esistevano: Genova – San Barnaba (1538), Savona (1539), N.S.
delle Grazie a Voltri (1568), Sarzana (1576), San Remo (1578), Final Marina (1585), Chiavari (1586), La Spezia,
(1588), Sestri Ponente (1588), Alassio (1593).
28
)efi i o d Au igo, Il cenobio di san Barnaba in Genova. Illustrazione storica, Genova, Tip. D. Bosco, 1965, pp. 230,
ill.; Cassiano da Langasco, Chiesa di san Barnaba,Genova, Sagep, 1980, pp. 32, ill. (Guide di Genova,100).
29
F. Zaverio Molfino da san Lorenzo della Costa, La SS. Concezione, Genova, 1941, pp. 296; Cassiano da Langasco,
Chiesa SS. Concezione e Padre Santo, Genova, Sagep, 1976, pp. 16, ill. (Guide di Genova,31).
30
Cassiano da Langasco, Chiesa SS. Annunziata di Portoria (S. Caterina), Genova, Sagep, 1975, pp 16, ill. (Guide
Genova, 5).
31
D. Cambiaso, Le Clarisse in Liguria, in Liguria francescana. Numero Unico per il settimo centenario del transito
glorioso di san Francesco, Genova, 1927, pp. 22-27.
32
F. Saverio Molfino da san Lorenzo della Costa, I Cappuccini Liguri. Vol. III: Il Necrologio 1530-1972, Genova, Tip.
Opera SS. Vergine di Pompei, 1973 (4° ed. agg. a cura di Cassiano da Langasco), pp. 478.
Studia Ligustica 3
8
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
o siste, olt e he ell uffi ialità dei dati e el fatto he di ias u
e
o vie e ife ito
l i a i o p evale te i ope to ell a o della vita. E sig ifi ativo he su
eligiosi 49 (239
nel Seicento e 210 nel Settecento) vengano definiti predicatori. Il termine esclude i missionari e
si trova invece affiliato ad altre due tipologie: quella di scrittore e quella di missionario
popola e. Quest ulti a atego ia p ese te sop attutto tra fine 600 e 700 quando a Genova
ove erano sorte le Congregazioni dei Missionari Urbani33 e di quelli Rurali34 che avevano il
o pito di p edi a e le issio i al popolo. A tuttoggi l u i a i dagi e siste ati a sugli s itto i
dei Cappuccini è quella di p. Zaverio Molfino35 che ci permette di riscontrare non solo
attraverso gli scritti editi dei predicatori famosi quali Claudio Clavesana da Pieve di Teco 36,
Dionisio da Genova (1636-1695)37, Aurelio Richeri da Genova38, Agostino Boccafò da Genova39,
33
P. Calliari-F. Repetto, ad vocem in DIP, vol. V, 1978, coll. 1500-1501.
P. Calliari-F. Repetto, ad vocem in DIP, vol. V, 1978, coll. 1466-1468.
35
F. Saverio Molfino da san Lorenzo della Costa, I Cappuccini Liguri. Note biografiche, Genova, Tip. Della Gioventù,
1912, pp. 530.
36
Nato el
da illust e fa iglia o itale vestì l a ito appu i o il
agosto
. Fa oso p edi ato e, fu
Co sulto e Ge e ale dell O di e e Visitatore presso le Provincie spagnole. Morì nel convento di Sestri Ponente nel
1805. Tra le sue opere: Sermoni quaresimali del p. Claudio dalla Pieve, Napoli, a spese di A. Marotta, 4 voll., 1835,
pp. XXIII, 192; 246, 250, 234; Esercizii spirituali per gli ecclesiastici, Bologna, Longhi, 1774 (1 ed.), pp. VIII, 407];
Genova, Felice Repetto, 1776, pp. VIII, 284; Esercizii spirituali per gli secolari, Bologna, Longhi, 1775 (1 ed.), pp. VIII,
429; Genova, Felice Repetto, 1776, pp. VIII, 304; Dissertationum theologico-moralium reverendi admodum patris
fr. Claudii e Civitate Plebis Cappuccinorum ex-provincialis .., Lucca, Giacomo Giusti, 1779, 5 voll.; La religiosa
claustrale ritirata per dieci giorni in se stessa ossia esercizi spirituali composti dal m.r. padre Claudio dalla Pieve ..,
Finale, Stamperia Rossi, 1792, pp. VII-200, 1 c. di tav., ill.; Il cristiano ritirato per dieci giorni in se stesso ossia
esercizj spirituali composti dal M.R.P. Claudio dalla Pieve d'Albenga .., Genova, Stamperia Gesiniana, 1791, pp. 280;
Corso intero di una mensile missione sacra, composto dal M.R.P. Claudio Dalla Pieve D'Albenga missionario
cappuccino, Bologna, Longhi, 1774 (1 ed.), 2 voll., pp. VII-552; VII-495; Genova, Felice Repetto, 1776 (2 ed.), pp.
XIV, 640; Venezia, Coleti, 1793 (3 ed.), pp. XIX-631; Venezia, Simone Occhi, 1804 (4 ed), pp. XIX-628. Si veda anche:
R. Mantovi, Il "corso intero di una mensile missione sacra" del cappuccino ligure Claudio Clavesana da Pieve di Teco
(1722-1806/7) : elementi di base per una prima comprensione dell'opera, tesi di licenza, Università Pontificia
Salesiana, Dipartimento Pastorale Giovanile e Catechetica, relatore Pietro Braido, Roma, 1995, cc. 425
dattiloscritto.
37
Vicarius provincialis expensus et iuxta strictioris, & regularis observantiae iura dilucidatus per f. Dionysium a
Ianua, Genova, Gio. Ambrogio de Vincentiis, 1664, pp. [22], 250, [16]; Bibliotheca scriptorum ordinis Minorum S.
Francisci Capuccinorum a fratre Dionysio Genuensi eiusdem ordinis professore contexta, illustriorumque virorum
elogijs adornata ... Cui accedit cathalogus omnium prouinciarum, conuentuum, missionum, ac religiosorum, qui
sunt in vnaquaque prouincia; prout numerabantur anno 1678 .., Genova, Antonio Giorgio Franchelli, 1680, pp. [32],
588, [4]; Bibliotheca scriptorum ordinis minorum S. Francisci Capucinorum a Fr. Dionysio Genvensi ... contexta
Edizione In hac secunda editione accuratius coordinata ... Accedit catalogus omnium Provinciarum, Conventuum,
missionum, ac religiosorum, qui sunt in unaquaeque Provincia prout numerabantur in Capitulo Generali 1685,
Genova, G.B. Scionico, 1691, pp. 18, 324, 64.
38
P ese l a ito il
ap ile
, fu P ovi iale e Co
issa io ge e ale i Co si a, o ì il otto e
. Tractatus
h o ologi us…,Genova, G.B. Franchelli, 1712 (1° ed.),pp. 488; Idem, 2° ed. 1720 in due vol.; Cathegoria
su sta tiae i sua ge e a su alte a…, Genova, Franchelli, 1716.
34
Studia Ligustica 3
9
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Francesco Giancardi da Alassio40, Francesco Rombo da Sestri Ponente41, ma anche attraverso
quelli rimasti manoscritti, una serie di categorie che aiutano a ricostruire le tipologie
devozionali42 proposte attraverso la predicazione sul territorio. Un rapido riscontro, qui solo
a e ato, ileva olt e alla p ese za dei iste i istologi i atività, passio e, … e a iologi i
a u ziata, visitazio e, addolo ata … 43, il culto degli Angeli, dei santi fondatori (Francesco44 e
Chiara45) e dei santi e beati della famiglia istituita da Matteo di Bascio46 (Fedele da
39
Nato a Ge ova il
a zo
, p ese l a ito il sette
e
. P edi ato e, i ue volte Defi ito e. Fu il
p i o o ista della p ovi ia ligu e appu i a. Mo ì alla ““. Co ezio e l sette
e
. Di lui esta o
almeno nove opere manoscritte.
40
Nato ad Alassio il
a zo
, vestì l a ito il otto e
. App ezzato p edi ato e e s itto e. Mo ì a
Savona il 1°dicembre 1670. Molte sue opere vennero pubblicate con il nome dello zio sacerdote Giuliano. Fra le
quasi trenta opere: Imprese d'Alassio citta sacra della gran Madre di Dio…, Mondovi, 1653, pp. 26, 75, 3; Sacro
Vessillo spiegato a Gloria di S. Maria della guardia in Polceuera, fuori delle mura di Genova, e per divotione della
Confraternita nuouamente eretta ... Parte prima, Mondovì, Giovanni Gislandi, e Gio. Francesco Rossi, 1652, pp.
108; Augustissima apparitione della gran madre di Dio ad Antonio Botta nell'inclita, e fedelissima città di Savona ;
discorsi predicabili ; descritta sopra le letanie, Echo della Madonna, da d. Giuliano Giancardi d'Alassio ... Parte
prima, 1650, pp. [20], 289, [11], 46; Parte seconda, Mondovì, Giovanni Gislandi, e Gio. Francesco Rossi, 1653, pp.
[32], 437, [15].
41
Nato el
, studiò g a
ati a e fisi a p esso il Collegio dei Gesuiti di Ge ova. Vestì l a ito il
ap ile
.
Predicatore insigne, fu Provinciale, maestro dei novizi, uomo coltissimo e scrittore apprezzato. Innocenzo XI lo
inviò Visitatore Apostolico presso la Provincia Romana dei Cappuccini. Tra le sue opere: Aucupium ibis hoc est
confutationes obiectionum elenchistae cuiusdam anonymi in apologiam pro Annio F. Thomae Mazza. Authore
Didymo Leoclavico Sivilieno. Editum a reverendo P.F. Francisco a Sexto ordinis minorum capuccinorum. .., Ronchi,
Antonio Giorgio Franchelli, pp. 8, 324; Prima parte de' ragionamenti a' nouitii di fra Francesco da Sestri Minore
Cappuccino per accenderli all'amore della perfettione, si nel riceuerli all'habito, e nell'ammetterli alla professione; si
nel corso tutto della probatione .., Genova, Antonio Giorgio Franchelli, 1682, pp. [40], 544; Discorsi morali di fra
Francesco da Sestri frate minore dell'Ordine de' Cappuccini. Da farsi a' religiosi, e religiose claustrali, ...Parte prima
[-seconda], Genova, Antonio Giorgio Franchelli, 1681, 2 volumi; L'Elefante discorso panegirico in lode di S. Evasio
vescovo, e martire padrone, e protettore della citta di Casale …, Casale, Marta, 1656, pp. 22, [2].
42
A. Matanic, Devozioni francescane, Roma, Ed. Francescane, 1965, pp. 98.
43
L. Veuthey, Dottrina mariologica. Maria Immacolata Madre in prospettiva francescana, Roma, Miscellanea
Francescana, 2003, pp. XLIX-260, ill.
44
Sull i o og afia: V. Criscuolo, F a es o d Assisi att ave so l i
agi e (Iconographia Franciscana, 7). Roma,
Istituto Storico dei Cappuccini, 1992, pp., 107, 95, 10.
45
Chia a d Assisi: p ese za, devozio e e ulto, a cura di V. Criscuolo, Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 1994,
pp. 420; M. Bartoli, Chia a d Assisi. Co appe di e i o og afi a a cura di S Gieben, Roma, Istituto Storico dei
Cappuccini, 1989, pp. 275 e 35 cc. di tavv.; S. Gieben, L i o og afia di s.Chia a d Assisi, in «Italia francescana»,
LXVIII (1993), pp. 100; I o es “a tae Cla ae. La vita di sa ta Chia a att ave so l i
agi e (Iconographia
franciscana, 4), a cura di S. Gieben, Roma 1989, pp. 74, 32 tav.
46
Al secolo Matteo Serafini (Bascio di Pennabilli 1495 ca. – Venezia 1552) fondatore (1525) della terza e più
e e te fa iglia f a es a a, i o os iuta el
o e o u ità dei f ati i o i della vita e e iti a , aveva
professato tra i Minori del convento degli Osservanti di Montefiorentino presso Frontino, ove fu ordinato
sacerdote nel 1525. Desideroso di ritornare al primitivo rigore della regola francescana, a seguito di una visione,
senza il permesso dei superiori uscì dal convento e ottenne dal papa Clemente VII il privilegio personale di vestire
un lungo saio di tessuto ruvido come quello usato da san F a es o d Assisi o la sola diffe e za di u appu io
più appuntito. Fondò il nuovo Ordine religioso, approvato da papa Clemente VII il 3 luglio 1528 con la Bolla
Studia Ligustica 3
10
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Sigmaringen47, Giuseppe da Leonessa48, Lorenzo da Brindisi, Serafino da Montegranaro49, Felice
da Cantalice50, Crispino da Viterbo51, A gelo d A i52: presenze che si riscontreranno
ell i o og afia delle ope e d a te p ese ti nelle chiese e nei conventi liguri.
Religionis zelus, he pe etteva ai e
i dell o di e di p edi a e ovunque e di portare la loro testimonianza
attraverso la scelta di vita di una povertà rigorosa, grazie al sostegno della duchessa Caterina Cybo di Camerino (F.
Petrucci, ad vocem, in DBI 25, pp. 237-241); Melchiorre da Pobladura, La severa riprensione di fra Matteo da Bascio
(1495-1552), in «Archivio italiano per storia della pietà», III (1962), pp. 281-309, 2 c. di tav.; C. Urbanelli, Matteo da
Bascio e l'Ordine dei Frati Cappuccini, Ancona, Curia provinciale Frati Cappuccini, 1982, pp. 65, [8] p. di tav. (estr.
da: I Cappuccini nel Montefeltro. Atti del convegno di Pietrarubbia, 3 agosto 1980). Pe l a ito: S. Gieben,
Cappuccini (scheda 88), pp. 341-344, in La sosta za dell effi e o. Gli abiti degli ordini religiosi in Occidente, a cura
di G. Rocca, Roma, Ed. Paoline, 2000.
47
Al secolo Markus Roy (Sigmaringen 1577 – Seewis im Prattigau 1622), entrò fra i Cappuccini di Edimburgo nel
e fu issio a io ella zo a p otesta te della “vizze a, egio e dei G igio i, dove ve e u iso. E il p i o
martire di Propaganda Fide, sorta nel 1621. Beatificato da Benedetto XIII il 24 marzo 1729, fu canonizzato il 29
giugno 1746 da Benedetto XIV. O. Schmucki, Fidelis von Sigmaringen (1578-1622). Bibliographie. Kommentierter
Literaturbericht bis 2000. (Subsidia scientifica franciscalia, 10). Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 2004. pp. VI,
56*, 917.
48
Al se olo Euf a io Deside i, a ue a Leo essa ‘ieti el
e o ì ad A at i e el
. Vestì l a ito
cappuccino ad Assisi nel 1572 e sempre praticò rigorose mortificazioni. Ordinato sacerdote nel 1580 operò un
fe o do apostolato t a le popolazio i dell U
ia, dell A uzzo e del Lazio. Nel
otte e il pe esso di a da e
missionario in Turchia, dove nel 1589, fu martirizzato dal sultano Murad III, ma miracolosamente si salvò. Ritornato
i Italia o ti uò la sua testi o ia za att ave so le issio i popola i e la diffusio e della p ati a delle Qua a t o e.
Beatificato da Clemente XII nel 1737, fu canonizzato da Benedetto XIV nel 1746. Pio XII, nel 1950, lo proclamò
patrono delle missioni. O. E. D agosti o, Vita di s. Giuseppe da Leonessa secondo le testimonianze: 1556-2006,
Leonessa, 2006, pp. 283, ill.; G. Chiaretti, Archivio Leonessano: i documenti riguardanti la vita e il culto di san
Giuseppe da Leonessa, Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 1965, pp. XIII-620 (Subsidia scientifica franciscalia, 2);
Idem, Profilo cronistorico di s.Giuseppe da Leonessa: 1556-1612, Leonessa, 1981, pp. 42; O. E. D Agosti o, San
Giuseppe da Leonessa 1556-1612 : contesto storico e predicazione, Leonessa, Leonessa e il suo Santo, 1998, pp.
157.
49
Al secolo Felice Rapagnano (Montegranaro 1540 – Ascoli Piceno 1604), entrò come fratello laico nel convento
cappuccino di Tolentino. Peregrinò per tutti i conventi delle Marche e nel 1590 si stabilì definitivamente ad Ascoli
Piceno come frate questuante. Venne canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767. Costante da Pelissanne, Vita
di san Serafino da Montegranaro, laico professo dei Frati Minori Cappuccini, grande taumaturgo del secolo XVI,
Loreto, 1940, pp. XV–261; D. Svampa, Vita di san Serafino da Montegranaro laico cappuccino, Bologna, Livi ed.,
2004 (2° ed.), pp. 252 ill; D. Malvestiti, “a “e afi o da Mo teg a a o appu i o, lai o p ofesso dell O di e dei
Minori di san Francesco. Vita, opere e preghiere, Montegranaro, 2003, pp. 63 ; G. Santarelli, Vita di san Serafino da
Montegranaro, Ancona, Provincia Picena Frati Cappuccini, 2003, pp. 191 ill.; “pi itualità e ultu a ell età della
‘ifo a della Chiesa: l O di e dei Cappu i i e la figura di san Serafino da Montegranaro, a cura di G. Avarucci,
Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 2006, XXIV. “ull i o og afia del sa to: San Serafino da Montegranaro
ell a te italia a dal . Al . “e olo. Catalogo della ost a i o asio e del quarto centenario della morte, a cura
di G. Avarucci, Roma, Istituto Storico Frati Cappuccini, 2004, pp. 292 (Iconographia francescana, 15).
50
Al secolo Felice Porri, nacque a Cantalice (Rieti) intorno al 1515. Pastore e contadino nel 1543 entrò nel
o ve to di A ti oli di Ca pag a, l attuale Fiuggi. E ise la p ofessio e eligiosa il
aggio
e el
si
trasferì a Roma presso il convento di san Niccolò de Portiis (ora santa Croce dei Lucchesi) e pe ua a t a i fe e il
frate questuante, assistendo poveri e malati. Consigliere spirituale e amico di san Carlo Borromeo, san Filippo Neri
Studia Ligustica 3
11
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Quanto fin qui scritto per i Cappuccini vale anche per Minori e Conventuali.
Qui saranno oggetto delle rappresentazioni iconografiche e devote Antonio da Padova 53,
Bonaventura da Bagnoregio54, Raimondo Lullo55, Bernardino da Siena56, Giovanni da
e papa Sisto V, fu mistico, devoto della Madonna ed ebbe il dono di predire il futuro. Morì il 18 maggio 1587. Fu
beatificato da Urbano VIII il 1 ottobre 1625 e canonizzato da Clemente XI il 22 maggio 1712. Ma ia o d Alat i,
Processus sixtinus fratris Felicis a Cantalice: cum selectis de eiusdem vita vetustissimis testimoniis, Roma, Istituto
Storico dei Cappuccini, 1964, pp. XXXVII-449; Idem, Fra Felice da Cantalice, il santo del popolo romano, Roma,
Istituto Polig afi o dello “tato,
, pp.
ill.; M. d Alat i, “. Gie e , San Felice da Cantalice nella devozione
popolare, Roma, 1987, pp. 60 ill. (Iconographia francescana, 3).
51
Al secolo Pietro Fioretti nacque a Viterbo il 13 novembre 1668. Il 22 luglio 1693, indossa l'abito cappuccino nel
convento della Palanzana di Viterbo. Dimorò fino al 1709 in vari conventi del Lazio. Dal 1710 è trasferito nel
convento di Orvieto come questuante. Il suo peregrinare per le campagne orvietane durò quasi quarant'anni.
Fiaccato da penitenze e da malattie durante l'inverno 1747-1748 cadde gravemente infermo e dovette lasciare
definitivamente Orvieto diretto all'infermeria del convento della Santissima Concezione in Roma ove morì il 19
maggio 1750.
Fratello laico noto per le sue estasi contemplative Crispino da Viterbo venne beatificato il 7 settembre 1806 da
papa Pio VII e canonizzato il 20 giugno 1982 da papa Giovanni Paolo II. Si veda: Ma ia o d Alat i, Frate Crispino da
Viterbo: il santo della letizia francescana, Roma, Postulazione Generale dei Cappuccini, 1993, pp. 40 ill.; Idem, San
Crispino da Viterbo: un frate penitente gioviale e benefico, ‘o a, L Italia F a es a a,
, pp.
ill.; A.
Pietrangeli, San Crispino da Viterbo cappuccino. Note e contributi nell a o della a o izzazio e, Roma, Centena,
1982, pp. 218; G. Cesarini, G. Felini, San Crispino da Viterbo: apparato iconografico e immagini per devozione,
Viterbo, 2008, pp. 126 ill.
52
Luca Antonio Falcone nacque ad Acri (Cosenza) il 19 ottobre 1669. Il 12 novembre 1691 emise i voti solenni. Dal
1695 al 1700, nei conventi di Rossano, di Corigliano Calabro e di Cassano Jonio, completò gli studi teologici,
filosofici e umanistici, che aveva iniziato ad Acri. Il 10 aprile 1700, giorno di Pasqua, fu ordinato sacerdote nel
duomo di Cassano Jonio e destinato, dai superiori, al ministero della predicazione. Dal 1702 al 1739, anno della sua
morte, percorse instancabilmente tutta la Calabria e buona parte dell'Italia meridionale, predicando quaresimali,
missioni popolari ed esercizi spirituali. Leone XII il 18 dicembre 1825 lo proclamava beato. Si veda: G. Spagnolo, Un
fuo o i esti gui ile: A gelo d A i f ate appu i o
9-1739, San Giovanni Rotondo, Ed. Padre Pio, 2007, pp. 256
ill.; G. Fiamma, A gelo d A i, Acri, 1989, pp. 130; Giocondo da Morano, Vita del eato A gelo d A i a ata dai
suoi contemporanei, Cosenza, Fasano, 1988, pp. 373 ill.; Il eato A gelo d A i el suo te po
9-1739). Atti del
convegno storico (Acri 14-16 settembre 1989), a cura di G. Fiamma, Acri, 1991, pp. 270 ill.; Il eato A gelo d A i
nella storia della spiritualità del XVIII secolo. Atti del convegno di studi (Acri 25 ottobre 2005), a cura di L. Falcone,
Cosenza, 2007, pp. 80 ill.; U. Dovere, L ope a apostoli a del eato A gelo d A i el suo o testo sto i o-sociale
(1669-1739), in «Campania sacra», XXXIX (2008), n. 1-2, pp. 76-100; Gli s itti del eato A gelo d A i: le lette e,
due p edi he, u o so di issio i e l O ologio della Passio e… Appendice di studi inediti, a cura di V. Criscuolo,
Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 2004, pp. 423.
53
P. Cattaneo, Antonio di Padova. Un amico tra cielo e terra, Padova, EMP, 2011, pp. 152; G. C. Mattellini, Antonio
uomo santo, Padova, EMP, 2000, pp. 128; L. Bertazzo, Antonio di Padova uomo evangelico: contributi biografici e
dottrinali, Padova, EMP, 1995, pp. 217; V. Gamboso, Antonio di Padova. Vita e spiritualità, Padova, EMP, 2011 (4a
ed.), pp. 333; Idem, Testi o ia ze i o i su sa t A to io, Padova, EMP, 2001, pp. 192; Idem, Li e i a olo u
ed altri testi medievali, Padova, EMP, 1997, pp. 816; Idem, La vita del santo raccontata dai contemporanei (Assidua
– Rigaldina), Padova, EMP, 2007, pp. 168; L. Bertazzo Vite e vita di sa t Antonio di Padova. Atti del convegno
i te azio ale sull agiog afia a to ia a Padova
aggio – 1 giugno 1995), Padova, EMP, 1997, pp. 405; Antonio
uomo evangelico. Convegno di studi nell'VIII centenario della nascita e nel 50° di proclamazione a Dottore della
Chiesa (Bologna 22-23 febbraio 1996), a cura di G. Ravaglia, Padova, Centro studi antoniani, 1997, pp. 237; V.
Studia Ligustica 3
12
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Capestrano57, Giuseppe da Copertino58, Salvatore da Horta59, Piet o d Al a ta a60 e Pasquale
Baylon61.
Criscuolo, Antonio di Padova e i Cappuccini: storia e culto dai fondi archivistici vaticani, Roma, Istituto Storico dei
Cappuccini, 1996, pp. 263; A. Rigon, Antonio di Padova e il minoritismo padano, in I compagni di Francesco e la
prima generazione minoritica, Atti del XIX Convegno Internazionale (Assisi 17-19 ottobre 1991), Spoleto, 1991, pp.
169-199. Sulle opere: Antonio di Padova, Sermoni, Padova, EMP, 2005 (4° ed.), pp. 1328. Sulla diffusione del suo
culto: La devozione antoniana nei cinque continenti. Chiese e santuari dedicati al santo di Padova, a cura di L.
Segafreddo, Padova, EMP, 1995, pp. 240.
54
Al secolo Giovanni Fidanza (Bagnoregio 1218 - Lione 1274) , entrato fra i Minori intorno al 1243, filosofo e
teologo, i seg ò alla “o o a di Pa igi, fu Mi ist o Ge e ale dell O di e dal
al
. “ isse u e ose ope e
di carattere teologico e mistico ed importante fu la «Legenda maior», biografia ufficiale di San Francesco. Fu
nominato vescovo di Albano e cardinale nel concistoro del 3 giugno 1273 da Gregorio X. Partecipò al II Concilio di
Lione che, grazie anche al suo contributo, segnò un riavvicinamento fra Chiesa latina e Chiesa greca. Proprio
durante il Concilio, morì a Lione, il 15 luglio 1274.Venne canonizzato da Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore
della Chiesa da Sisto V nel 1588 con il titolo di Doctor Seraphicus. L. Di Fonzo, ad vocem, in Biblioteca Sanctorum,
vol. III (1961), coll. 239-279; R. Manselli e T. Gregory, ad vocem, in DBI vol. 11 (1969), pp. 612-619 e 619-628; E.
Bettoni, San Bonaventura da Bagnoregio, Milano, Vita e Pensiero, 1973, pp. 233; J. G. Bougerol, Introduzione a San
Bonaventura, Vicenza, LIEF, 1988, pp. 279; A. Pompei, Bonaventura da Bagnoregio: il pensare francescano, Roma,
Miscellanea francescana, 1994, pp. 373; F. Corvino, Bonaventura da Bagnoregio, francescano e pensatore, Roma,
Città Nuova, 2006, pp. 217.
55
Nasce a Maiorca nel 1235 da famiglia nobile. In gioventù intraprende la carriera politica al seguito del figlio del re
d A ago a. “i sposa ed ha due figli, a i to o ai t e t a i e t a el Te z Ordine francescano dedicandosi allo
studio e a viaggi di conoscenza, con lo scopo diffondere il cristianesimo soprattutto tra i musulmani. Fonda un
ollegio pe fa studia e l a a o ai f a es a i e s ive u e osi t attati di fo azio e issio a ia he gli va a o
il titolo di «dottore illuminato». Parte poi verso il Medio Oriente dove tenta la via della conciliazione tra cristiani
d O ie te e d O ide te e el No d Af i a a p edi a e t a i usul a i, o spi ito te a e a he olt e le diffi oltà e
gli i su essi. Muo e el
to a do dall Af i a, e vie e sepolto o g a di o o i a Maio a. La fa a popola e
di beato circonda la sua figura subito dopo la morte, ma solo nel 1850 Pio IX ne approverà il culto, che già gli
ve iva t i utato i Catalog a e ell O di e f a es a o. C. Lohr, ‘ai o do Lullo: l azio e e il pe sie o, in
Conciliarismo, stati nazionali, inizi dell U a esi o (Todi, 8-12 ottobre 1988), pp. 235-243, in Atti dei convegni del
Centro italiano di studi sul basso Medio Evo. Accademia Tudertina e del Centro di studi sulla spiritualità medievale
n. s. 2, Spoleto, 1990, pp. XII-330; L. Badia, Scienza e letteratura nella produzione volgare di Raimondo Lullo, in
Francescanesimo in volgare (secoli XIII-XIV) (Assisi 17-19 ottobre 1996). F ate F a es o d Assisi (Assisi 14-16
ottobre 1993). Atti dei convegni della Società Internazionale di studi francescani di Assisi e del Centro
interuniversitario di studi francescani, n.s. 7, Spoleto, 1997, pp. X- 418; M. Battlori, Lullismo in Italia: tentativo di
sintesi, Roma, Antonianum, 2004, pp. 208.
56
Enciclopedia bernardiniana: 1. Bibliografia, a cura di E. D A gelo, 1980, pp. XVI-419; Iconografia, a cura di M.A.
Pavone, V. Pacelli, 1981, pp. XV-583; 3. Vestigia, a cura di S. Aloisi, 1984, pp. X-511; 4. Idem, Biografia, 1985, pp.
XXIII,
, stata edita a L A uila dal Co itato p o oto e delle ele azio i del
e tenario della nascita di
san Bernardino da Siena; N. Fabbretti, Bernardino, Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, 1980, pp. 219; Z.
Zafarana, Bernardino nella storia della predicazione popolare (pp. 39-70), in Da Gregorio VII a Bernardino da Siena,
a cura di O. Capitani, C. Leonardi, E. Menestò, R. Rusconi, Spoleto, ristampa 1991, pp. XV-502.
57
Nato a Capestrano nel 1386 da un nobile tedesco, da cui il soprannome di Giantudesco, e da una giovane
abruzzese, studiò Utroque iure a Perugia e divenne stimato giurista. Convertitosi entrò tra i Frati Minori Osservanti
di Assisi. Fu p edi ato e elle egio i dell Eu opa sette t io ale ed o ie tale, spe ie i U ghe ia. Nel
fu
incaricato da papa Callisto III di p edi a e la C o iata o t o l I pe o Otto a o e pa te ipò all assedio di Belg ado.
Fu Legato del Papa i Bavie a, Aust ia e Polo ia o t o gli Ussiti. P o osse l u io e degli A e i o ‘o a. Mo ì
Studia Ligustica 3
13
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Un ulteriore e nuovo apporto alla committenza artistica e alle tematiche iconografiche verrà
offe to i fi e dal Te z O di e he i e trerà sui patroni Elisabetta di Ungheria62 e Ludovico di
presso Ujlak sulla riva del Danubio nel regno di Ungheria il 23 ottobre 1456. Fu canonizzato il 16 ottobre 1690 da
Alessandro VIII. Giovanni da Capestrano e la riforma della Chiesa, a cura di A. Cacciotti, M. Melli, Padova, EMP,
2008, pp. 186; Ideali di perfezione ed esperienze di riforma in san Giovanni da Capestrano. Atti del 4 convegno di
storico internazionale (Capestrano 1-2 dicembre 2001), a cura di E. Paszto , L A uila, G.T.E.,
, pp.
; Eade ,
San Giovanni da Capestrano: un bilancio storiografico. Atti del convegno storico internazionale (Capestrano 15-16
aggio
, L A uila, A
. e P ovi iale, 1999, pp. 173; Eadem, Cultura, società e vita religiosa ai tempi di san
Giovanni da Capestrano. Atti del 5 convegno storico internazionale (Capestrano 21.22 ottobre 2002), Capestrano,
2003, pp. 190; G. Andreozzi, “a Giova i da Capest a o e il Te z O di e di san Francesco, Roma, Franciscanum,
1987, pp. X-175; M. Bartoli, La biblioteca e lo scriptorium di Giovanni da Capestrano (pp. 239-259), F. Fiorentino,
Giovanni da Capestrano lettore di opere filosofiche e teologiche (pp. 261-292), F. Canaccini, Giovanni da
Capestrano legge di astronomia (pp. 293-331) in «Franciscana», VIII (2006).
58
Al secolo Giuseppe M. Desa (Copertino, Lecce 1603 – Osimo 1663), venne ordinato sacerdote nel 1628.
Devotissimo alla Vergine, rimase famoso per le sue estasi e la levitazione: è chiamato il santo dei voli e
iconograficamente viene così presentato. Beatificato il 24 febbraio 1753 da Benedetto XIV, fu canonizzato da
Clemente XIII il 16 luglio 1767. G.C. Mattellini, Giuseppe da Copertino. Uomo santo, Padova, EMP, 2003, pp. 160;
M. Pappalardo, San Giuseppe da Copertino:vitaepe sie i del sa to…, Cantalupa, Effatà ed., 2007, pp. 66; B. Danza,
San Giuseppe da Copertino, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2003, pp. 127; U f a es a o el
t a istituzio i e
profezia. San Giuseppe da Copertino nel IV centenario della nascita, Roma, Miscellanea francescana, 2003, pp. XVI232, ill.; “a Giuseppe da Cope ti o. Nost o o te po a eo. “pazi di sa tità e te po dell esiste za, a cura di C.
Chenis, M. Apa, Cultures ed., 2003, pp. 319 ill.
59
Al secolo Salvatore Grionesos, nacque in Spagna, a Santa Coloma de Farnés nel 1520, ed entrò come laico
professo nel convento di Barcellona nel 1541. Dopo la professione (1542) fu trasferito prima a Tortosa, poi in altri
conventi ove veniva destinato ai lavori più umili e faticosi. Amato dal popolo che lo visitava numeroso per la fama
della sua santità e per il suo potere taumaturgico, fu inviso ai confratelli e ai superiori. Sua ultima destinazione fu il
convento di santa Maria di Gesù a Cagliari ove giunse nel 1565 e vi morì il 18 marzo 1567. Venne beatificato da
Paolo V il 15 febbraio 1606 e canonizzato da Pio XI il 17 aprile 1938. A. Cogoni, S.Salvatore da Horta. La grandezza
dei piccoli, Cagliari, Ed. della Torre, 2002, pp. 150; F. Colonna, Vita di S.Salvatore da Horta, Napoli, Giannini, 1998,
pp. 139; M. Addeo, S.Salvatore da Horta: laico e taumaturgo francescano, Torre del Greco, Palomba, 1967, pp. 117
ill.; Un messaggio di fede e cultura nel cuore di Cagliari. Convegno di studi nel 60° anniversario della canonizzazione
di san Salvatore da Horta (10-11 giugno 1998), Cagliari, 1998, pp. 82.
60
Al secolo Giovanni de Sinabria(Alcantara 1499 – A e as
. Dopo gli studi p esso l U ive sità di “ala a a el
1515 entrò nel convento dei francescani di stretta osservanza di Mauxaretes e fu ordinato sacerdote nel 1524.
Affermato predicatore popolare, fu eletto Provinciale del ramo dei Francescani Scalzi nel 1538. Nel 1540 nel
Capitolo di Plasencia redasse le Costituzioni dei Membri di più stretta osservanza con le quali desiderava riportare i
confratelli alla prassi primitiva della Regola francescana.La riforma iniziò con il rescritto di papa Giulio III e ottenne
la ratifica del Generale dei Conventuali nel 1559. Direttore spirituale di santa Te esa d Avila e san Francesco Borgia,
fu predicatore popolare instancabile, mistico e scrittore ascetico. Morto nel1562, fu beatificato da Gregorio XVI il
18 aprile 1622 e canonizzato da Clemente IX il 28 aprile 1669. Vita e pe sie o di s. Piet o d Al a ta a sa e dote
dell O di e dei F a es a i Mi o i, a cura di N. Delli, Firenze, 1995, pp. 107 ill.; S.J. Piat, Il maestro della mistica:
s.Piet o d Alcantara, Bari, Ed. Paoline, 1963, pp. 197 ill.
61
Al secolo Pascual Baylon Yubero (Torrehermosa 1540 – Villareal 1592), fu religioso dei Frati Minori alcantarini e
fe e la p ofessio e uale lai o o ve so il fe aio
. L Eu a estia fu il e t o della sua vita spi ituale. Ve e
beatificato il 29 ottobre 1618 da Paolo V e canonizzato il 16 ottobre 1690 da Alessandro VIII. Nel 1897 Leone XIII lo
proclamò patrono dei congressi eucaristici. I. A. Russo, S.Pasquale Baylon francescano, Napoli, La nuova cultura,
1985 (4.a ed.), pp. VII-341 ill.; G. Iacoviello, S. Pasquale Baylon, s.i.t., 1997, pp. 102 ill.; A. Navarro, S. Pasquale
Baylon, Roma, 1997, pp. 47 ill.
62
Nata a Sarospatak nel 1207, nel 1221 sposa Lodovico IV langravio di Turingia. Rimasta vedova nel 1227 fonda un
ospedale (1228) nel quale serve poveri ed ammalati. Muore a Marburgo nel 1231 e viene canonizzata da Gregorio
Studia Ligustica 3
14
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Francia63, e sui protettori (san Rocco64, san Giuseppe65 … la p op ia atte zio e. No pote do
eppu so
a ia e te i hia a e le p ese ze del Te z O di e ligu e attive sul te ito io i
soffermiamo ad analizzare la Compagnia di san Nicolosio in Genova che, come scrisse lo storico
mons. Domenico Cambiaso nel suo volume “a F a es o e il Te z O di e i Ge ova :
l i po ta za he e e ei se oli la Co g egazio e del Te z O di e di Castelletto fu ta ta he si
può di e he uesta app ese tasse, al e o i e te epo he, tutta la vita te zia ia ge ovese 66.
Un manoscritto settecentesco intitolato “to ia dell o ato io posto sotto la hiesa dei ‘‘. Pad i
di san Francesco delle scarpe a Castelletto sotto il titolo e l i vo azio e di san Lodovico re di
IX il 27 maggio 1235. G. Zatti, La p i ipessa dei pove i. “a ta Elisa etta d U ghe ia, Padova, EMP, 2006, pp. 160;
C.A. Cadderi, “.Elisa etta d U ghe ia, Assisi, Ed. Porziuncola, 2006, pp. 184; “a t Elisa etta pe ite te f a es a a.
Atti del convegno di studi ell ottavo e te a io della as ita di sa t Elisa etta d U ghe ia, p i ipessa di Tu i gia
(Roma, Pontificia Università Antonianum 23-24 febbraio 2007), a cura di F. Scocca, L. Temperini, in «Analecta
TOR», XXXVIII (2007), n. 178, pp. 241; Santa Elisa etta d U ghe ia elle fo ti sto i he del Due e to, a cura di L.
Temperini, Padova, EMP, 2008, pp. 692; G. Andreozzi, Elisa etta e Lodovi o i sa ti pat o i del Te z O di e di sa
Francesco, in «Analecta TOR», XXVI (1995), n. 157, pp. 308-379.
63
Lodovico, nato a Poissy nel 1214, fu re di Francia col nome di Luigi IX dal 1226 alla morte avvenuta a Tunisi nel
1270 ed è conosciuto col soprannome de il Santo. Profondamente religioso, fu instancabile nel ricercare importanti
reliquie (famosa la vicenda della corona di spine di Gesù per la quale fece costruire il gioiello architettonico della
Sainte-Chapelle a Pa igi sull Ile de la Cit . Guidò due C o iate he visse o spi ito ge ui a e te eligioso: la
Settima (1248o t o l Egitto ella uale fu fatto p igio ie o e l Ottava
o t o l e i ato di Tu isi,
nella quale trovò la morte. Fu canonizzato da Bonifacio VIII nel 1297. C. Miglioranza, San Luigi re di Francia,
pat o o dell O di e F a es a o “e ola e, Padova, EMP, 2009, p. 144; J. Le Goff, San Luigi (trad. italiana a cura di
A. Serafini), Torino, Einaudi, 2007,pp XXVII,812.
64
A. Rigon, A. Vauchez, San Rocco: genesi e prima espansione di un culto. Incontro di studio (Padova 12-13
febbraio 2004), Bruxelles, Sociètè de Bollandistes, 2006, pp. X-324 (Subsidia hagiographica, 87); P. Ascagni, San
Rocco pellegrino, Venezia, Marcianum press, 2007, pp. 291 ill.; L. Ferraiuolo, San Rocco pellegrino e guaritore,
Milano, Ed. Paoline, 2003, pp. 143 ill.; P. Bolle, P. Ascagni, Rocco di Montpellier. Voghera e il suo santo. Documenti
e testimonianze sulla nascita del culto di un santo tra i più amati della cristianità, Voghera, Comune, 2001, pp. 62
ill.; “a ‘o o ell a te: u pelleg i o sulla via F a ige a, catalogo della mostra (Piacenza, palazzo Gotico, 8 aprile25 giugno 2000), Milano, Electa, 2000, pp. 206 ill.
Per Genova e il suo territorio: S.Rocco e i Genovesi, Genova, Scuola Tip. s. Giuseppe, 1927, pp. 90 p., [8] c. di tav.;
6° centenario della morte del patrono san Rocco: 1327 – 1927. S. Rocco di Vernazza, Genova, Derelitti, 1927, pp.
23; Ne vi, Capolu go, “a ‘o o, “a t Ila io, Genova, Sagep, 2009, pp. 31 ill.; L. Rodino, Vita breve di s. Rocco da
Mompellieri, Genova, Tip. Letture Cattoliche, 1877, pp. VIII-58; U. Calcaprina, S.Rocco nel sesto centenario della
sua morte, Genova, Derelitti, 1927 (2.a ed.), pp. 62; D. Cambiaso, Il culto di s. Rocco in Liguria, in «Settimana
Religiosa», LXXII (1943), pp. 189-190.
65
Sul culto: D. Cambiaso, Il culto di san Giuseppe in Liguria, in «Rivista Diocesana Genovese», I (1913), pp. 44-46;
59-60; Idem, Il culto di san Giuseppe a Genova, in Numero Unico ricordo benedizione nuova chiesa di s. Giuseppe al
Lagaccio, Genova, Tip. Lombardo, 1925, pp. 22-31. “ull i o og afia di san Giuseppe: L. Pessa Montagni,
L i o og afia del t a sito di “. Giuseppe ella pittu a ge ovese del
, in «Arte cristiana», LXXIV (1986), pp. 253268.
66
La p i a edizio e dell ope a ve e sta pata dalla Tip. della Giove tù el
e o sta di pp. VIII-247, ill. La
seconda (Genova, Tip. Arcivescovile, pp. XIIdel
. “ull a go e to pu li ò a he: Statuti della
Compagnia di san Francesco di Borgonovo (Genova), in «Archivum Franciscanum Historicum», XVII (1924), pp. 365377.
Studia Ligustica 3
15
Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Francia e di Elisabetta regina del Portogallo nei secoli XVII e XVIII67, traccia le vicende storiche e
a tisti he dell o ato io he e e la p op ia sede sottosta te la dist utta hiesa di san Francesco
di Castelletto68 a partire dal 1625 e fino al decreto di soppressione della stessa in data 17 marzo
1799, e che poi si trasferì, nel 1804, presso la chiesa di san Nicolosio, il cui complesso che aveva
ospitato dal 1550 fino al 1798 le monache Clarisse, subentrate ad una più antica comunità di
regola agostiniana69.
Tale fraternità già nel Seicento contava un alto numero di aderenti che, nel 1722, erano ben
360: tra essi molti nomi di appartenti a illustri famiglie genovesi veicolate dal notaio Gio.
Antonio Sabino70 uomo di fiducia di Sauli, Doria, Fieschi, Durazzo, Lomellini, Da Passano, Lercari,
Raggi e Frugoni, che collaboreranno attivamente sia alla costruzione e ai successivi ampliamenti
della Chiesa (1640, 1683, 1718), che al corredo liturgico e iconografico della stessa attraverso
l ope a di i po ta ti pitto i e s ulto i ge ovesi.
Attualmente la chiesa di san Nicolosio, ospitando sia parte delle opere del monastero clariano
sia uelle del Te z O di e, off e u a oppo tu ità u i a di p ese za i o og afi a f a es a a
att ave so u a galle ia he a oglie i iglio i o i dell a te ge ovese e o solo t a “ei e
Settecento, auspici i membri di nobili casati, accanto ad anonimi artisti coevi che rivelano la
continua ricerca didattico-catechetica delle singole opere. Una lettura interessante che fissa le
differenze devozionali / iconografiche tra la committenza delle monache e quella dei terziari.
Ad una forte caratterizzazione iconografica sui fondatori ad opera di G.B. Carlone che nel ciclo
di affreschi fissa momenti della vita di Francesco (l estasi71, la luce prodigiosa72, le stimmate, il
taglio dei capelli a Chiara73) per la contemplazione delle monache, cui si aggiungono i principali
misteri cristologici quali il Presepio che sintetizza il mistero della Natività e la devozione
popolare al bambino Gesù, il richiamo è a Greggio74, e della Ve gi e l A u ziata,
67
Il manoscritto, citato da A. Bartarelli, La cittadella francescana di Castelletto. Storia di una congregazione
terziaria nel più ampio contesto della città genovese e francescana, Genova, Don Bosco, 1979, p.
, non è
rintracciabile.
68
G. Rossini, San Francesco di Castelletto: dagli inizi alle demolizioni ottocentesche, in Giovanni Pisano a Genova, a
cura di M. Seidel, Genova, Sagep, 1987, pp. 229-264.
69
P. Martini, S. Nicolò, in E. Gavazza, L. Magnani, Monasteri femminili a Genova tra XVI e XVIII secolo, Genova,
Università degli studi di Genova, 2011, pp. 283-292.
70
D. Cambiaso, “. F a es o e il Te z O di e i Ge ova e i Ligu ia, Genova, Tip. Arcivescovile, 1916 (2° ed.), pp.
XII-262.
71
Ivi, tav. XIV p. 192.
72
Ivi, tav. X p. 172.
73
P. Martini, S. Niccolò, cit., fig. 7 p. 286.
74
Sulla tradizione del presepio di Greccio: R. Beretta, San Francesco e la leggenda del presepio, Milano, Medusa,
2003, pp. 121, ill.; C. Bove, Il presepe: dalla storia un inno alla vita, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2007, pp. 65.
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Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
lI
a olata75 e l Assu ta, fi o alla devozio e alla Ve gi e degli A geli , e he si o lude o
una sintesi delle devozioni francescane: la Vergine col Bambino, Antonio di Padova e altri santi,
corrisponde quella riguardante la famiglia laicale francescana incentrata sui patroni (Elisabetta
di Ungheria e Ludovico di Francia nelle opere di G.A. De Ferrari76 e nelle sculture del Maragliano
che illustra pure i protettori dei Terziari (Antonio da Padova) e i fondatori (Francesco77 e Chiara)
olt e all Immacolata78, cui si aggiungono le tele degli altri protettori san Rocco79 e san
Giuseppe, dei misteri cristologici (l ado azio e dei agi di V. Castello, Cristo coronato e
Francesco porta croce, La Sacra Famiglia80: opere tutte presenti nei due Inventari del 1680 e di
metà/fine Settecento81. U ulti a osse vazio e: le ope e o
issio ate dal Te z O di e, o
t alas ia do l aspetto della iflessio e isti a so o o otati da uegli attributi di vita (Chiara
che converte le peccatrici, Chiara che vince le tentazioni, Chiara e gli Angeli, Elisabetta che
dispensa il pane ai poveri, il memento mori e Francesco82 dello Strozzi, fino alla Adorazione dei
magi, la sacra Famiglia e il transito di san Giuseppe83) che devono promuovere nei singoli
l i peg o ell ese izio delle ope e di ise i o dia spi ituali e o po ali: o pito p op io della
testimonianza di vita del terziario.
Passando alle famiglie francescane dei Minori, dei Conventuali e dei Cappuccini, in conclusione,
proponiamo una lettura sinottica delle iconografie presenti in tre fondazioni simbolo: Nostra
Signora del Monte84, san Francesco di Albaro85, la SS. Concezione (oggi Padre Santo)86.
Per quanto riguarda i misteri cristologici, essi vengono rappresentati al Monte dalla Natività di
G. B. Carlone87 e dall Ultima Cena di O. De Ferrari88; in Albaro dal Riposo dalla fuga in Egitto di
75
U a do a vestita di sole. L I
a olata Co ezione nelle opere dei grandi maestri. Catalogo della mostra
(Vaticano 2005), a cura di G. Morello, V. Francia, R. Fusco, Milano, Federico Motta, 2005, pp. 311 ill.; L I
a olata
ei appo ti t a l Italia e la “pag a, a cura di A. Anselmi, Roma, De Luca editori d a te,
, pp.
ill.
76
D. Cambiaso, S. Francesco, cit. 1916, tav. III p. 70.
77
Ivi, tav. VII p. 144.
78
A. Bartarelli, La cittadella francescana, cit., fig. 7.
79
D. Cambiaso, S. Francesco, cit. 1916, tav. V p. 112.
80
Ivi, tav. IV p. 96.
81
Ivi, pp. 207-213.
82
Ivi, tav. I pagina precedente il frontespizio.
83
Ivi, tav. VI p. 128.
84
U. Macciò, Madonna del Monte. Dal X al XVI secolo , Genova, 1973, pp. 268 ill.
85
L. Magnani, Chiesa di s.F a es o d Al a o, Genova, Sagep, 1978, pp. 16 ill. (Guide di Genova,73).
86
F. Zaverio Molfino, SS. Concezione, Genova, tip. Derelitti, 1941, pp. 296 ill.; Cassiano da Langasco, Chiesa della SS.
Concezione e Padre Santo, Genova, Sagep, 1976, pp. 16 (Guide di Genova, 31).
87
E. Parma Armani, Santuario di N. S. del Monte, cit., p. 17 fig. 15.
88
P. Donati, Orazio De Ferrari, Genova, Sagep, 1997, pp. 191 ill. E. Parma Armani, Santuario di N. S. del Monte, cit.,
p. 16 fig.14.
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Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
F. Campora89, dal gruppo scultoreo del Battesimo di Cristo di A. M. Maragliano90, dal bozzetto
dell Ultima Cena di L. Ca iaso, dagli aff es hi att i uiti all A saldo affigu a ti la Passione di
Cristo e l Esaltazio e dell Eu a estia; alla Concezione: dalla Sacra Famiglia del Badaracco, dal
Cristo portacroce di G. Ansaldo e dalla Deposizione di Cristo dello stesso.
Le devozioni mariane vengono rappresentate al Monte, da: le Storie della Vergine e
l Annunciazione di G. A. Ansaldo91, l A u iazio e e “a ti già attribuito a Giacomo Serfolio ed
o a hia ato Maest o del Mo te 92, l Immacolata di B. Guido o o, l Assunzione del Fiasella93;
i Al a o da: la s ultu a dell Immacolata di A.M. Maragliano94 e l Esaltazio e della Ve gi e negli
aff es hi att i uiti all A saldo; alla Co ezio e da: l Immacolata di G. B. Paggi95 e Madonna con
Bambino di Domenico Piola96 e del Badaracco.
“e pe ueste te ati he l asso a za i o og afi a f a le t e fo dazio i st i ge te, la diffe e za
viene ad evidenziarsi proprio sulle devozioni ai santi delle diverse famiglie francescane: così al
Monte il Maragliano97 propone due sculture di Francesco d Assisi e Antonio da Padova,
altrimenti effigiati in due tele di B. Strozzi98, mentre il Fiasella99 raffigura Francesco in estasi.
Giovan Battista Casone100 invece richiama i santi della famiglia minoritica nella tela con
Bernardino da Siena, Antonio a Padova e Salvatore da Horta, e in quella dove Santa Teresa
riceve la comunione da sa Piet o d Al a ta a; in Albaro Francesco è richiamato in Gloria nella
tela di G.B. Carlone101 e mentre riceve l i dulge za della Po ziu ola nella tela di Fiasella102;
89
L. Magnani, Chiesa di s. F a es o d Al a o, cit., p. 16 fig. 17.
D. Sanguineti, Anton Maria Maragliano, Genova, Sagep, 1998, scheda 95 p. 189, fig. 75 p. 85.
91
M. Priarone, Andrea Ansaldo 1584-1638, Genova, Sagep, 2011, pp. 318-321.
92
G. Algeri, A. De Floriani, La pittura in Liguria. Il Quattrocento, Genova, Carige, 1991, pp. 141 e 144, fig.224.
93
P. Donati, Do e i o Fiasella il “a za a , Genova, Stringa, 1974, pp. 46 e 48, tav. XI p. 77; Idem, Domenico
Fiasella, Genova, Sagep, 1990, pp. 23, fig. 13 p. 24; Idem, Domenico Fiasella 1589-1669, La Spezia, Cassa di
Risparmio di La Spezia, 2008, fig. 59 p. 91.
94
L. Magnani, Chiesa di s. F a es o d Al a o, cit., p. 9 fig. 8.
95
F. R. Pesenti, La pittura in Liguria. Artisti del primo Seicento, Genova Carige, 1986, p. 30.
96
E. Gavazza, F. Lamera, L. Magnani, La pittura in Liguria. Il secondo Seicento, Genova, Carige, 1990, fig. 467 p.
383.
97
A. Boni, Il eato Giova i Du s “ oto ell a te di A. M. Ma aglia o, Genova, Ass. Amici Biblioteca Franzoniana,
2003 (collana Fonti e Studi per la storia civile e religiosa della Liguria, 3): presenta la statua raffigurante san
Francesco, p. 87 figg. 3 e 4.
98
Bernardo Strozzi: Genova 1581-82 – Venezia 1644, catalogo della mostra (Genova 1995), a cura di E. Gavazza, G.
Nepi Scirè, G. Rotondi Terminiello, Milano, Electa, 1995, fig. 20 p. 44; L. Mortari, Bernardo Strozzi, Roma, De Luca,
1995, scheda 8, p. 84.
99
E. Parma Armani, Santuario di N. S. del Monte, cit., p. 26 fig. 26.
100
A. Devitini, All o
a del Fiasella: l attività a tisti a di Gia attista Caso i, in P. Donati (a cura di), Domenico
Fiasella 1589-1669, cit., pp. 141-165 e figg. 10 e 18.
101
L. Magnani, Chiesa di s. F a es o d Al a o, cit., p. 5 fig. 4.
102
Domenico Fiasella, a cura di P. Donati, Genova, Sagep, 1990, scheda 30 pp. 185 e 187 a cura di M. Bartoletti, fig.
116 p. 186; L. Magnani, Chiesa di s. F a es o d Al a o, cit., p. 12 fig.12.
90
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Claudio Paolocci, Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
“a t A to io da Padova e San Giuseppe da Copertino sono effigiati da G. Galeotti103; presso la
Concezione al Francesco stigmatizzato nella scultura di A.M. Maragliano104, e a due miracoli
dello stesso, Visione105 ed Estasi e suo Transito, quattro opere di G. Palmieri, segue invece
u a pia asseg a dei sa ti f a es a i: la Visione di san Felice da Cantalice di B. Strozzi106,
Serafino da Montegranaro di G. Palmieri, Martirio di san Fedele di Sigmaringen e Miracolo di
sa t A to io, tutte opere del Palmieri, San Lorenzo da Brindisi107 e il Beato A gelo d A i di A.
Banchero, il Beato Crispino da Viterbo di S. Tagliafichi, fino alla Crocifissione del Cristo con
Francesco, Chiara e Antonio da Padova di Bernardo Castello108.
Tali opere lette parallelamente alle precedenti danno, passando per tutte le famiglie
f a es a e, u p i o s he a pe la i e a siste ati a dell i o og afia f a es a a i Ligu ia.
103
E. Gavazza, L. Magnani, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Settecento, Genova, Carige, 2000, fig.
464 p. 313: S. Antonio e il miracolo del piede.
104
Cassiano da Langasco, Chiesa SS. Concezione e Padre Santo, cit., p. 10 fig. 11.
105
R. Dugoni, Di Giuseppe Palmieri (1677: pitto de Cappu i i, in Studi in onore di P. Cassiano da Langasco,
«Quaderni Franzoniani», II (1989), p. 119 fig. 6.
106
Cassiano da Langasco, Chiesa SS. Concezione e Padre Santo, cit., p. 6 fig. 6.
107
Ivi, p. 8 fig. 8.
108
Ivi, p. 5 fig. 5.
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Claudio Paolocci
Predicazione, devozioni e presenza francescana a Genova e in Liguria tra XVII e XVIII secolo
Ordini religiosi, francescani, predicazione, devozione, Genova, Liguria, XVII-XVIII secolo
Copyright© Claudio Paolocci, 2012
ISBN 978-88-98246-02-1
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luglio 2012
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