Monasteri Francescani

La diffusa presenza sul territorio del Genovesato delle famiglie francescane maschili e femminili, fra XIII e XVIII secolo, ha inciso, soprattutto attraverso la predicazione e le singole devozioni, sulle tipologie iconografiche proprie degli Ordini Francescani. Ne sono esempi
significativi le opere esistenti nei conventi e nelle chiese dei Minori, dei Conventuali, dei Cappuccini, così come quelle nei monasteri delle Clarisse, e le molte altre presenti nelle zone dove la presenza e la predicazione francescana ha istituite fraternità laicali - il Terz’Ordine -
divenute ulteriori spazi di ispirazione per la devozione e per la committenza artistica. Per la prima volta si cercano di offrire, seppur in sintesi, linee e strumenti per una metodologia della ricerca interdisciplinare tra devozioni a santi e beati francescani, temi della predicazione, committenza artistica e temi iconografici attraverso la lettura sinottica di tipologie esemplari riferite alle tre famiglie francescane maschili, alle monache e al movimento laicale.

San Girolamo: una chiesa e un convento, due edifici sacri ormai dismessi. Furono fondati grazie alla generosità del Comune di Volterra, in tempi nei quali si cercavano e si celebravano gli uomini santi e i pubblici amministratori giudicavano la religione cattolica utile alla loro città.
Così si scrive nella delibera comunale. E dal 1445 San Girolamo ha ospitato un buon numero di Minori Osservanti provenienti dalla provincia Toscana e proseguito la sua secolare esistenza fino quasi ai nostri tempi, cioè fino al 1992, quando i frati lasciarono per sempre Volterra.
Fu un convento piccolo e umile, come il Poverello aveva desiderato che lo fossero le sue fondazioni. Nei secoli non venne ingrandito ma solo abbellito con cura dai padri guardiani, grazie alle elemosine dei benefattori. Gli artisti furono i migliori (Benvenuto di Giovanni, Ghirlandaio, Santi di Tito, la bottega Della Robbia). I fedeli poi mostrarono particolare venerazione per il Crocifisso ligneo, l'Immacolata Concezione, san Luigi IX re dei francesi († 1270) riferito al Terz'Ordine francescano e più tardi per la Madonna della Salute. A seguito della soppressione dello Stato Italiano (1866-1867), rimase la parrocchia gestita dai frati che sul finire dell'Ottocento accettarono l'incarico di far da cappellani ai ricoverati e il personale del vicino manicomio e, dopo la seconda guerra mondiale, ai minorenni e ai loro addetti nel riformatorio.
San Girolamo fu lasciato dai religiosi dopo che furono chiuse queste ultime due penose istituzioni, e a causa anche dello spopolamento della parrocchia, fatto comune alle campagne italiane dal secondo dopoguerra in poi. Resta oggi il monumento quasi a monito della bellezza, della spinta propulsiva del passato e della tristezza delle identità perdute.
Il libro di Paola Ircani Menichini, La chiesa e il convento di San Girolamo di Volterra (1445-1992), edito a cura dell'Accademia dei Sepolti e della Fondazione del Conservatorio di San Lino in San Pietro della città, è scritto sulla base dei documenti conservati negli archivi cittadini e toscani.
I primi tre capitoli sono dedicati agli avvenimenti compresi tra il 1445 al 1992, alla famiglia religiosa e al culto pubblico nelle sue molteplici forme. Seguono le schedature degli ambienti di chiesa e di convento, corredate dalle fotografie scattate dalla Soprintendenza di Pisa negli anni '70 del Novecento. Infine la corposa documentazione: le delibere del Comune medievale sulla fondazione, le Memorie del p. Antonio Bocchini sul finire del secolo XVIII, l'assegnazione dei locali alla parrocchia, i danni della seconda guerra mondiale … e altro ancora.

Nel contributo si delineano le vicende dell’antico presepe di matrice settecentesca della chiesa di Sant'Angelo a Ruvo di Puglia, affidando la narrazione ai documenti d’archivio, alle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno e ai ricordi dei più anziani. Le immagini presentate hanno una doppia funzione: forniscono un utile strumento di confronto tra gli antichi presepi monumentali e quelli moderni ma al tempo stesso custodiscono la memoria di questa importante testimonianza di fede e devozione.

Pubblicato in: "Scritti di ieri e di oggi per la storia della chiesa di S. Angelo di Ruvo di Puglia”, a cura di C. Bucci, CSL Pegasus Edizioni, 2018

San Girolamo: una chiesa e un convento, due edifici sacri ormai dismessi. Furono fondati grazie alla generosità del Comune di Volterra, in tempi nei quali si cercavano e si celebravano gli uomini santi e i pubblici amministratori giudicavano la religione cattolica utile alla loro città.
Così si scrive nella delibera comunale. E dal 1445 San Girolamo ha ospitato un buon numero di Minori Osservanti provenienti dalla provincia Toscana e proseguito la sua secolare esistenza fino quasi ai nostri tempi, cioè fino al 1992, quando i frati lasciarono per sempre Volterra.
Fu un convento piccolo e umile, come il Poverello aveva desiderato che lo fossero le sue fondazioni. Nei secoli non venne ingrandito ma solo abbellito con cura dai padri guardiani, grazie alle elemosine dei benefattori. Gli artisti furono i migliori (Benvenuto di Giovanni, Ghirlandaio, Santi di Tito, la bottega Della Robbia). I fedeli poi mostrarono particolare venerazione per il Crocifisso ligneo, l'Immacolata Concezione, san Luigi IX re dei francesi († 1270) riferito al Terz'Ordine francescano e più tardi per la Madonna della Salute. A seguito della soppressione dello Stato Italiano (1866-1867), rimase la parrocchia gestita dai frati che sul finire dell'Ottocento accettarono l'incarico di far da cappellani ai ricoverati e il personale del vicino manicomio e, dopo la seconda guerra mondiale, ai minorenni e ai loro addetti nel riformatorio.
San Girolamo fu lasciato dai religiosi dopo che furono chiuse queste ultime due penose istituzioni, e a causa anche dello spopolamento della parrocchia, fatto comune alle campagne italiane dal secondo dopoguerra in poi. Resta oggi il monumento quasi a monito della bellezza, della spinta propulsiva del passato e della tristezza delle identità perdute.
Il libro di Paola Ircani Menichini, La chiesa e il convento di San Girolamo di Volterra (1445-1992), edito a cura dell'Accademia dei Sepolti e della Fondazione del Conservatorio di San Lino in San Pietro della città, è scritto sulla base dei documenti conservati negli archivi cittadini e toscani.
I primi tre capitoli sono dedicati agli avvenimenti compresi tra il 1445 al 1992, alla famiglia religiosa e al culto pubblico nelle sue molteplici forme. Seguono le schedature degli ambienti di chiesa e di convento, corredate dalle fotografie scattate dalla Soprintendenza di Pisa negli anni '70 del Novecento. Infine la corposa documentazione: le delibere del Comune medievale sulla fondazione, le Memorie del p. Antonio Bocchini sul finire del secolo XVIII, l'assegnazione dei locali alla parrocchia, i danni della seconda guerra mondiale … e altro ancora.

Lo studio ripercorre la storia artistico-culturale del centro di Carbone in Basilicata tra le importanti comunità religiose del monastero basiliano dei santi Elia e Anastasio e il convento dei frati minori osservanti intitolato alla Beata Vergine Annunziata. Ampio spazio è fornito al vivace contesto sociale del devoto popolo carbonese a cavallo tra Seicento e Settecento, focalizzando, in particolar modo, l'attenzione sulle diverse maestranze locali e le facoltose committenze.

Giovanni Mascia,
"Affreschi per il Papa.
Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento di Toro",
Palladino editore, Campobasso 2008.

Foto: Vincenzo Mascia, Sandro Nazzario, Archivio di Dante Gentile Lorusso.
Consulenza artistica: Dante Gentile Lorusso
Consulenza storico -letteraria: Michele Tuono
Progetto grafico e impaginazione: Tonino Iannarella

"La sensibilità di Giovanni Mascia verso i segni della memoria e la loro tutela ci consegna un approfondito e appassionato lavoro di ricerca storica.
Attraverso una attenta ricostruzione del tessuto sociale settecentesco, il volume ricorda il rapporto che legava il cardinale Orsini, poi papa Benedetto XIII, a Toro e al convento francescano, per poi soffermarsi sul valore artistico e documentario degli affreschi del chiostro, commissionati per la visita di papa Orsini a Toro, nel 1727.

Le numerose illustrazioni testimoniano lo stato di avanzato degrado in cui versano le opere di un ciclo pittorico unico nel suo genere; e l'attenzione, la scrupolosità, l'estrema cura adoperata dall'Autore, nel trattare una materia così fina, vengono a rappresentare una forte sollecitazione per enti, studiosi, associazioni, affinché un interesse rinnovato, e più consapevole, porti al restauro e alla salvaguardia di uno dei più singolari documenti di pittura religiosa, nel patrimonio artistico della regione".
(Nota in quarta di copertina)

INDICE

• Presentazione di Mariantonietta Bove                               p. 7
• Il cardinale Orsini e Toro p. 9
• La “prediletta stanza”: il convento p. 19
• Affreschi e versi per Benedetto XIII p. 41
• Schede delle lunette:         p. 55
I cinque protomartiri               p. 56
I sette campioni siciliani               p. 62
Un francescano lapidato               p. 66
Un francescano straziato da donne malvagie      p. 72
Un francescano con il cranio squarciato       p. 76
San Francesco                       p. 80
Un francescano mutilato e sbudellato       p. 84
Santa Rosa                       p. 90
Sant’Antonio, il miracolo della mula       p. 94
Santa Chiara                       p. 98
San Pasquale               p. 104
San Giacomo della Marca               p. 108
San Francesco, pellegrino sul Gargano       p. 114
Duns Scoto                       p. 118
San Francesco e San Domenico       p. 122
San Francesco Solano               p. 126
Sant’Antonio da Padova, due miracoli       p.132
San Bonaventura                       p. 138
Un francescano scuoiato vivo               p. 142
• Un’identità per il pittore (Bartolomeo Mastropietro)            p. 149
• Note         p. 157
• Fonti d’archivio e bibliografiche p. 175

San Girolamo: una chiesa e un convento, due edifici sacri ormai dismessi. Furono fondati grazie alla generosità del Comune di Volterra, in tempi nei quali si cercavano e si celebravano gli uomini santi e i pubblici amministratori giudicavano la religione cattolica utile alla loro città.
Così si scrive nella delibera comunale. E dal 1445 San Girolamo ha ospitato un buon numero di Minori Osservanti provenienti dalla provincia Toscana e proseguito la sua secolare esistenza fino quasi ai nostri tempi, cioè fino al 1992, quando i frati lasciarono per sempre Volterra.
Fu un convento piccolo e umile, come il Poverello aveva desiderato che lo fossero le sue fondazioni. Nei secoli non venne ingrandito ma solo abbellito con cura dai padri guardiani, grazie alle elemosine dei benefattori. Gli artisti furono i migliori (Benvenuto di Giovanni, Ghirlandaio, Santi di Tito, la bottega Della Robbia). I fedeli poi mostrarono particolare venerazione per il Crocifisso ligneo, l'Immacolata Concezione, san Luigi IX re dei francesi († 1270) riferito al Terz'Ordine francescano e più tardi per la Madonna della Salute. A seguito della soppressione dello Stato Italiano (1866-1867), rimase la parrocchia gestita dai frati che sul finire dell'Ottocento accettarono l'incarico di far da cappellani ai ricoverati e il personale del vicino manicomio e, dopo la seconda guerra mondiale, ai minorenni e ai loro addetti nel riformatorio.
San Girolamo fu lasciato dai religiosi dopo che furono chiuse queste ultime due penose istituzioni, e a causa anche dello spopolamento della parrocchia, fatto comune alle campagne italiane dal secondo dopoguerra in poi. Resta oggi il monumento quasi a monito della bellezza, della spinta propulsiva del passato e della tristezza delle identità perdute.
Il libro di Paola Ircani Menichini, La chiesa e il convento di San Girolamo di Volterra (1445-1992), edito a cura dell'Accademia dei Sepolti e della Fondazione del Conservatorio di San Lino in San Pietro della città, è scritto sulla base dei documenti conservati negli archivi cittadini e toscani.
I primi tre capitoli sono dedicati agli avvenimenti compresi tra il 1445 al 1992, alla famiglia religiosa e al culto pubblico nelle sue molteplici forme. Seguono le schedature degli ambienti di chiesa e di convento, corredate dalle fotografie scattate dalla Soprintendenza di Pisa negli anni '70 del Novecento. Infine la corposa documentazione: le delibere del Comune medievale sulla fondazione, le Memorie del p. Antonio Bocchini sul finire del secolo XVIII, l'assegnazione dei locali alla parrocchia, i danni della seconda guerra mondiale … e altro ancora.

The aim of this article is to give an overview over the religious Catholic orders in the region of Shkoder concentrating especially in the area of the medieval city. In the Medieval Shkodra were present clergymen and monks that belonged to the orders of Benedictines, Dominicans, Franciscans, and then in the capacity of the bishop of Drishti were mentioned priests, who belonged to the orders of Norbertines (premonstratens), Augustinians and Mercedarians. I will focus mainly on the presence of the first three great orders that are mostly documented in the Middle Ages in Shkodra and the suburbs. These are the Benedictines, Dominicans, and Franciscans, and besides these, we also have the diocese clergy, whom I will say two words at the end.

La reforma observante franciscana generó en Castilla un modelo religioso de educación femenina: los colegios de doncellas regentados por terciarias regulares. El Cardenal Cisneros fundó dos establecimientos en Alcalá y en Toledo en los albores del siglo XVI. Posteriormente, algunas damas de la nobleza fundarían otros. En este trabajo analizo las fisonomías religiosas e institucionales de estos espacios, los intereses políticos de sus impulsores y sus contenidos educativos. Todo ello en el marco de la reforma observante, la Prerreforma y el desarrollo del Humanismo y con una perspectiva comparativa de los comportamientos de hombres y mujeres que ofrece interesantes conclusiones sobre las políticas de género.

The Franciscan observant reform generated in Castile a religious model of female education: the schools of maidens ruled by regular tertiaries. Cardinal Cisneros founded two of them in Alcalá and in Toledo at the beginning of the 16th century. Later, some ladies of the nobility founded others. In this work I analyze the religious and institutional features of these spaces, the political interests of their promoters and their educational contents. All this within the framework of the observant reform, the Pre-reform and the development of Humanism and with a comparative perspective of the behaviours of men and women that offers very interesting conclusions about gender policies.

O. SERGI, L’antica cappella della Madonna della Ginestra. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie o di Santa Teresa all’Osservanza già dell’Ordine dei Francescani Minori Osservanti, in «Obiettivo Calabria», XLVIII, 4, 2010, pp. 48 - 51.
Rivista bimestrale della Camera di Commercio di Catanzaro.

This paper studies the life and work of the foundress of the female Third Regular Order of Saint Francis, Angelina de Montegiove. This woman  raises a very interesting gender problem that manifests the difficulties generated by a female model of apostolic and active religious life and by new institutions governed autonomously by women. The reaction of the Order of Friars Minor of the Observance started a fight between tertiaries and friars that developed over two hundred years. These women represented their identity and self-consciousness in the paintings with which decorated the walls of their convent of Saint Anne in Foligno. They vindicated their value and capacities in order to develop and active life and to use public word. The later institutional construction of Angelina's sanctity reveals political gender maneuvers manifested in  topical religious models for women based in the ideal of female enclosure.