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L’archeologia funeraria in Italia del Sud (Fine VI – inizi III secolo a.C.) Parigi, (INHA) Venerdì 24 e sabato 25 marzo 2017 Angela Bellia Università di Bologna – New York University E-mail: angelaabellia1@virgilio.it; angela.bellia@unibo.it Sessione: Pratiche funerarie Titolo: Pratiche funerarie e «messaggi» musicali: considerazioni sulle tombe di ‘musicisti’ nell’Italia meridionale (VI-IV sec. a.C.). La ricerca «strumenti musicali contenuti nei corredi funerari», si colloca in un ambito di studi interdisciplinare che coniuga la documentazione storica a interesse musicologico con la ricerca archeologica. È stato condotto uno studio sulla presenza degli strumenti musicali nelle sepolture di Crotone, di Locri, di Metaponto, di Poseidonia, dell’area Iapigia e di Taranto in relazione al loro contesto di rinvenimento. La significativa diffusione degli strumenti musicali nei corredi funerari per quantità, cronologia e significato, nonché per lo stato di conservazione di alcuni esemplari, ha arricchito notevolmente le testimonianze finora note del mondo antico. Alla luce della ricognizione e delle indagini svolte, le tombe si sono rivelate di straordinario interesse non solo per la peculiarità degli oggetti ricorrenti deposti, ma anche per la presenza di frammenti di carapaci usati come casse di risonanza di strumenti musicali a corde trovati accanto ai resti ossei o sullo scheletro del defunto, talvolta, ancora conservati. Da un lato l’associazione dello strumento musicale a corde, con un considerevole numero di vasi da simposio nelle sepolture, sottolinea la relazione tra l’esperienza collettiva del canto e della musica con il piacere della convivialità, in molti casi associata alle attività atletiche praticate dalle classi privilegiate, dall’altro è legittimo chiedersi se la deposizione dello strumento musicale risponda ad una precisa ideologia funeraria connessa alla speranza di salvezza promessa dalle dottrine salvifiche. Non sfugge che nell’ambito dei movimenti religiosi diffusi in Magna Grecia alla musica era attribuita la capacità di elevare l’anima del fedele e di portarla fuori dagli Inferi, superando i vincoli della morte. Nella poleis italiote la presenza di circoli orfico-pitagorici, che potevano comprendere gruppi di iniziati, è documentata non solo da tracce riconoscibili nella cultura materiale funeraria ma anche dalle fonti scritte che ricordano come l’ondata religioso-filosofica avesse provocato rivolgimenti politici nel VI-V sec. a.C. e all’inizio del IV. Nell’ambito di tali credenze, che costituivano uno dei canali privilegiati per la diffusione dei modelli greci tra le aristocrazie dominanti, l’adozione di emblemi musicali e di simboli riferibili ad un destino oltremondano di sopravvivenza, tendevano ad una vera e propria eroicizzazione del defunto. D’altra parte, la presenza dello strumento musicale nelle tombe che richiama l’educazione musicale, potrebbe fornire un preciso riferimento alla presentazione retrospettiva del defunto e la sua appartenenza a un mondo colto e raffinato, con un preciso riferimento al suo ruolo socio-politico e allo status, celebrandone l’areté e la formazione culturale. Da un lato la musica, che nell’antichità costituiva uno dei piaceri terreni, sembra alludere anche all’idea di felicità e di gioia nell’aldilà, dall’altro la deposizione degli strumenti musicali può essere connessa con l’affermazione della credenza di un legame diretto fra rango sociale e speranza di salvezza, a tutto vantaggio del ruolo delle élites che nelle attività collegate al banchetto terreno vedevano prefigurato il simposio riservato ai Beati.
2022 •
En 1896 à Sala Consilina dans le Vallo di Diano (actuelle province de Salerne), l’archéologue Antonio Sogliano découvrit dans la propriété de l’avocat Giuseppe Boezio une riche sépulture de la fin de la période archaïque dont la majeure partie du matériel est désormais conservée au Petit Palais, musée des Beaux‑arts de la Ville de Paris. Le contexte funéraire, qualifié de « princier », est connu pour ses nombreuses perles d’ambre figurées formant parure et attribuées à un atelier probablement local (Lucanie septentrionale), oeuvres d’un artisan identifié sous le nom du « Maître de la Sphinx ailée », aux accents stylistiques à la fois ioniens et étrusques. Parmi ces ambres, cinq représentent des figures féminines pourvues d’ailes mais une pièce à l’iconographie singulière et débattue se distingue, représentant une femme ailée enserrant dans ses bras un jeune homme ou un enfant. Une méthode d’analyse privilégiant une approche pluridisciplinaire dans la lecture iconographique, mobilisant l’histoire de l’art, l’archéologie, l’histoire des religions et l’anthropologie culturelle, permet de saisir la complexité et la multiplicité des significations et des usages de cet objet. Il semble ainsi constituer une synthèse unique entre les valences magico‑protectrices de l’ambre en contexte funéraire, le rôle intercesseur des figures féminines ailées voire, peut‑être, l’iconographie de l’enlèvement de Tithonos par la déesse Éos.
I progressi nelle conoscenza delle fortificazioni dell'Italia preromana offrono oggi maggiore possibilità di caratterizzare e di confrontare tra loro le opere difensive dei popoli o aree etnico-culturali che all'epoca compongono l'immagine complessa e variegata della penisola. A questo scopo vengono esaminate le cinte murarie dell'Etruria, dell'Umbria tra Tevere e Appennino e dell'area sabellica. La topografia, la tecnica di costruzione e i dispositivi tattici delle cinte consentono di evidenziare aspetti ora di tradizione regionale, ora inseriti in pratiche più largamente attestate e, all'occorrenza, derivati da modelli elaborati dai Greci o dai Romani. A quest'ultimo proposito viene discussa l'interpretazione di opere riportate alla luce da recenti scavi in Etruria meridionale (Vulci).
Revue Numismatique
Cantatore M.F.A. 2023, Le monete e una insegna di pellegrinaggio dal Castello di Canossa (Reggio Emilia), in "Revue Numismatique", 180 (2023), pp. 195-221.The castle of Canossa was the subject of archaeological investigations from 1877 until today, but there are no updated editions of the site finds; this study aims to critically discuss numismatic materials found in the 19th century and those from archaeological excavations in the fortress in 2009 and in the village in 2017-2018. Unfortunately, the coins found were stolen in 1921, but a partial description remains. Finally, we examine a pilgrim badge depicting Saint Peter and Saint Paul, made in Rome in the 13th/14th century, found in the village in 2018.
2020 •
L’enfant et la mort dans l’Antiquité III. Le matériel associé aux tombes d’enfants
Sepolture di pre-adulti nelle necropoli greche dell’Italiameridionale: osservazioni sulle strategie di rappresentazionetra periodo tardo-arcaico ed età classicaDebating evolution in context – religion in the biology classroom – Brazil, England and the United States.
Debating Evolution in Context -Religion in the Biology Classroom2023 •
Swedish Journal of Romanian Studies
Considerații privind valoarea de optativ a conjunctivului românesc și bulgăresc în propoziții independente / Insights on the optative value of subjunctive in independent clauses in Romanian and Bulgarian2024 •
L. de Chavagnac, B. Mille (dir.), Nouveaux regards sur le Trésor des bronzes de Bavay, Forum antique de Bavay, Milan, Silvana
Nouveaux regards sur le Trésor des bronzes de BavayKünstliche Intelligenz in der Hochschulbildung
Learning Analytics in Hochschulen und Künstliche Intelligenz.2023 •
2016 •
Revue Francaise De Psychanalyse
Anna Freud et son école de Florian Houssier2011 •
North American Journal of Fisheries Management
Feeding Ecology and Distribution of an Invasive Apex Predator: Flathead Catfish in Subestuaries of the Chesapeake Bay, Virginia2019 •
2013 •