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1944: MICHAEL H. R. TOLKIEN E LA SOVIET ‘MANIA’ DI ORONZO CILLI 1 DAL CONTINUO E COSTANTE lavoro di ricerca in pubblicazioni, archivi e riviste arriva un’inattesa scoperta che vede protagonista Michael Hilary Reuel Tolkien, secondogenito di J. R. R. ed Edith: una sua lettera pubblicata il 14 ottobre 1944 sul quotidiano di Bimingham, Evening Despatch, che il giornale titolò Soviet ‘mania.’ 2 Michael Hilary Reuel (1920-1984) è il secondogenito di J. R. R. Tolkien. Sorvolando sulla storia della sua infanzia, e sui collegamenti con alcune scritti del padre (Roverandom e Tom Bombadil), nel settembre del 1939 cercò di arruolarsi volontario nell’esercito inglese, ma gli fu consigliato di posticipare l’arruolamento dopo gli studi al College. Accedette al Trinity College di Oxford ma l’estate successiva lasciò gli studi per iniziare l’addestramento nella contraerea. Con la sua batteria contraerea, sempre nel 1940, prese parte alla difesa degli aerodromi durante la battaglia d’Inghilterra e subito dopo, nel dicembre dello stesso anno, per una ferita provocata a seguito di un incidente con un mezzo dell’esercito, fu ricoverato in un ospedale di Worcester. Nel 1941, come ufficiale cadetto della Royal Air Force, ricevette la George Medal “per il valore dimostrato in difesa di una stazione della RAF sotto un pesante bombardamento” e a novembre dello stesso anno sposò Joan Audrey Griffith (1916–1982), un’infermiera conosciuta diversi mesi prima e dalla quale avrà, nel 1943, il primo figlio, Michael George Reuel. Nel 1944, a causa d’inabilità al servizio militare, con la famiglia fece ritorno a Oxford riprendendo gli studi al Trinity College3. 1 Autore di Tolkien’s Library: An Annotated Checklist (LunaPress 2019), con la prefazione di Tom Shippey, ‘Best Book’ ai ‘Tolkien Society Awards 2020’; e Tolkien e l’Italia (Il Cerchio, 2016) con prefazione di Christina Scull e Wayne G. Hammond e introduzione di Gianfranco de Turris. Ha curato la seconda edizione de Lo Hobbi annotato (Bompiani, 2004). Tra le sue pubblicazioni: Tolkien l’esperantista, prima dell’arrivo di Bilbo Baggins (Cafagna, 2015) nella versione italiana e inglese, e Tolkien. La bibliografia italiana dal 1967 a oggi (Arco e la Corte, 2013). 2 Ringrazio l’amico e studioso Giovanni Carmine Costabile per il supporto, il quale mi ha chiesto d’inserire la postilla: “trovo sempre sconcertante che da diverso tempo a questa parte bisogna correggere Clausewitz: lo studio non è che la continuazione della politica con altri mezzi.” 3 Completerà gli studi nel 1945 ottenendo una Laurea in Storia moderna. Nel dicembre dello stesso anno, Joan darà alla luce la loro seconda figlia, Joan Anne “Joanna.” Durante il 1944, tra la fine di settembre e la prima quindicina del mese di ottobre, diversi furono gli eventi, interni e internazionali, che si susseguirono e che hanno a che fare con la storia che si sta raccontando. Il 26 settembre 1944 fu scarcerato Archibald Maule Ramsay, ex capitano dell’esercito britannico e, al momento dell’arresto nel 1940, membro del parlamento tra le file del partito scozzese Unionist Party. Ramsay fu un personaggio molto controverso: dalla visione antisemita al sostegno del dittatore Francisco Franco, dalle simpatie per la Germania nazista all’anticomunismo. Quest’ultimo aspetto lo porta a fondare, nel 1937, il United Christian Front per combattere gli attacchi al cristianesimo “che provengono da Mosca.” Nel 1939, Ramsay, fondò il Right Club ma l’anno dopo fu arrestato in base al Defence Regulation 18B.4 Quando il 26 settembre 1944 Ramsay fu scarcerato, e ritornò a occupare il seggio in Parlamento, non mancarono le proteste dei comunisti britannici. Lo stesso giorno, infatti, nella rubrica “Public Opinion” del quotidiano di Birmingham, Evening Despatch,5 comparve un articolo contro la scarcerazione di Ramsay (con riferimenti alle sue simpatie naziste) firmato da Sam Blackwell, segretario del partito comunista britannico per le Midlands. 6 Pochi giorni dopo la pubblicazione della nota di Blackwell su Ramsay, il 4 ottobre, lo stesso quotidiano pubblica una replica firmata da un anonimo “Not Forgotten” (“Mai dimenticare”): ”COMUNISTI BRITANNICI ESCLUSI” Signore: — Perché S. Blackwell è così agitato per il rilascio del Capitano Ramsay? Se il signor Blackwell ha memoria breve, non altrettanto si può dire di un inglese accorto, che ben ricorda le attività dei comunisti britannici nei primi giorni della guerra. Quando la Russia fu attaccata, i comunisti fecero una guerra santa di quello che in precedenza aveva chiamato un conflitto imperialista. Nel corso della prima guerra mondiale, i comunisti britannici erano noti sabotatori e sobillatori di scioperi, che denigravano e perseguitavano il governo dietro ogni pretesto. Quando la Russia è elogiata come nostro valente alleato, ciò non comprende il Partito Comunista Britannico. 4 Uno dei regolamenti utilizzati durante la seconda guerra mondiale dal governo britannico che consentiva, senza un processo, di incarcerare soggetti attivamente contrari alla guerra contro la Germania e con simpatie filo-naziste. 5 Quotidiano pubblicato dalla Trinity Mirror a Birmingham, nel Warwickshire. Il primo numero uscì il 2 gennaio 1914, mentre l’ultima edizione fu pubblicata il 31 dicembre 1945. 6 Il 3 ottobre 1944, fu il candidato indicato dagli stessi comunisti all’elezione a sindaco di Kidderminster, una delle più importanti città delle Midlands, contro il candidato laburista Louis Tolly e quello dei conservatori (in quella data non ancora individuato). Una lettera che sminuisce il ruolo dei comunisti britannici, accusandoli di “memoria corta,” che presto avrebbe sollevato un polverone. È utile ricordare come, alla fine del 1944, i rapporti tra l’Unione Sovietica e il Regno Unito erano ormai di distensione. A guidare gli inglesi, il Primo Ministro Sir Winston Churchill subentrato nel 1940 al dimissionario Neville Chamberlain che non mancava di esser tirato in ballo nelle varie discussioni. Il 9 ottobre 1944 Churchill volò a Mosca per incontrare il dittatore Iosif Stalin. Obiettivo: ridefinire i confini degli Stati occupati dall’Armata Rossa. Al tavolo grande assente il presidente americano Roosevelt, giustificato dal fatto che negli Stati Uniti sono in corso le elezioni presidenziali.7 La visita di Churchill sarebbe durata dieci giorni e avrebbe sancito quello che poi sarà chiamato il “patto delle percentuali” con la divisione di Ungheria (50% URSS – 50% alleati), Grecia (90% alleati – 10% URSS), Romania (90% URSS – 10% alleati), Bulgaria (25% alleati – 75% URSS), Jugoslavia (50% alleati – 50% URSS) con la sola Polonia non contemplata poiché assegnata interamente all’URSS.8 Lo stesso giorno che vide partire Churchill per la capitale sovietica, le pagine dell’Evening Despatch ospitarono le risposte piccate alle accuse mosse a Blackwell e ai comunisti britannici da “Not Forgotten.” Tra le lettere anche una dello stesso Blackwell: "MALIZIOSA CALUNNIA" Vi è un che d’insano in un individuo che venda le labbra ai “valenti Alleati Russi” mentre offende e svilisce i Comunisti Britannici che per vent’anni hanno sostenuto la necessità di amicizia con l’Unione Sovietica, un’amicizia che avrebbe potuto prevenire la guerra. Chamberlain volò a Monaco e provocò il disastro; Churchill è volato a Mosca e pone le basi per le vittorie alleate e la futura salvezza del mondo. I Comunisti sostenevano la necessità di tali accordi già nel 1938. Chi si firma “Not Forgotten” ha dimenticato molte cose (o forse non le ha mai sapute). Ad esempio, dimentica che abbiamo organizzato il Battaglione Britannico della Brigata Internazionale, e che cinquecento giovani comunisti britannici hanno dato la vita combattendo contro Hitler e Mussolini in Spagna. Mi pare proprio uno strano genere di patriottismo quel che scorge la bontà dei Comunisti Russi ma non dei propri connazionali. 7 8 Sarà rieletto per la quarta volta. Tale accordo, alla fine della Guerra, non si renderà concreto. Come si permette a nascondersi dietro un nome d’arte per scrivere una maliziosa calunnia sul presunto ricorso al sabotaggio organizzato e all’uso tattico degli scioperi, senza avere le prove per affermarlo! Blackwell, ovviamente, esaltò il ruolo dei comunisti britannici e il loro ventennale sostegno alla necessità di amicizia con i Russi “che avrebbe potuto prevenire la guerra.” Inoltre, citò la differenza tra Chamberlain e Churchill. Il primo volato a Monaco nel 1938 per incontrare il Primo Ministro francese Édouard Daladier e i dittatori di Germania, Adolf Hitler, e Italia, Benito Mussolini (Grande assente Stalin), e firmare l’accordo che avrebbe dovuto evitare il conflitto.9 Il secondo, come appena letto, recatosi da Stalin. Per Blackwell, l’andata a Monaco provocò un “disastro” mentre il viaggio a Mosca, avrebbe posto le basi “per le vittorie alleate e la futura salvezza del mondo.” A Blackwell, nei giorni a seguire, si unirono altri iscritti e simpatizzanti comunisti nel ribattere alle accuse di “Not Forgotten,” con interventi sul ruolo dei comunisti britannici, e di Birmingham, e sulla figura di Chamberlain come il lettore H. T. Goodchild, che ricordò di come: “poi c’è stato il Trattato navale anglo-tedesco, che ha permesso a Hitler di costruire più sottomarini: e non dimentichiamo il ‘Gentlemen's agreement’ (Accordo tra gentiluomini) tra Mussolini e Chamberlain.” Dibattito concluso? Macché. Il 14 ottobre, sempre nella rubrica “Public Opinion” dell’Evening Despatch, è ancora la polemica sulla nota di “Not Forgotten” e Sam Blackwell ma, a tenere banco tra le diverse lettere, quella a firma “Michael H. R. Tolkien (ex Tenente del Reggimento Anti-Aereo Leggero), Oxford.” Il giornale titola la sua lettera “Soviet Mania.” Scrive il secondogenito di J. R. R. Tolkien: "MANIA" SOVIETICA Non sono membro di nessun partito politico in particolare, per cui non scrivo il qui presente dietro animosità faziose. Gli ideali che mi sono propri non possono essere realizzati con nessun “sistema,” qualunque sia la sua precisa declinazione partitica, che è di per sé disposta a concedere solo un posto limitato e secondario a Dio e al vero Cristianesimo. 9 Lo stesso Chamberlain sigla con Hitler un altro accordo che prevede il ricorso a mezzi pacifici per dissipare future dispute tra i due paesi. Cionondimeno, sono rimasto sorpreso di vedere sull’edizione di lunedì sera dell’Evening Despatch con quale straordinaria presunzione i comunisti di Birmingham si arrogassero un’aria di giustizia, la leggenda della loro impareggiabile comprensione del futuro: in effetti, una specie di “te lo avevo detto,” il che mi sembra a dir poco fantasioso. Ci si stanca presto del linciaggio difficilmente tollerabile di cui si fa oggetto Neville Chamberlain, qualsiasi possano essere le sue mancanze, perché Sam Blackwell e il suo seguito navigherebbero in pessime acque al momento, insieme a tutti gli inglesi, se quel prode vecchio gentiluomo non si fosse recato a Monaco nel 1938, quando non esisteva la più remota possibilità che chiunque provenisse dalla Gran Bretagna fosse minimamente accetto a Mosca. Ci si stanca altrettanto rapidamente di tutta questa idolatria sovietica, che si avvicina molto a una mania. Potrei forse domandare quanti dei vostri corrispondenti comunisti hanno vissuto, anche solo brevemente, nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche? Io non l’ho fatto neppure, perché credo troppo fermamente nella libertà per avere troppe frequentazioni con chi vi abbia vissuto, e non mi riferisco a chi ha condotto visite turistiche sapientemente pianificate nel centro di Mosca, così da testimoniare di persona le meraviglie del comunismo. Da resoconti di prima mano, temo che i comunisti britannici s’illudano che l’Unione Sovietica sia un giardino dell’Eden, il che chiaramente non è altro che un fantasma della loro immaginazione. Non sottovaluto il contributo bellico della Russia sovietica al rovesciamento della Germania nazista, ma comunque mi rifiuto, nel nome della libertà, di vendere le mie labbra a un ex alleato della stessa Germania, le cui passate aggressioni non provocate, per quanto di gran lunga minori rispetto a quelle tedesche, erano pure ispirate dalle identiche ragioni. Negare ciò è immaturo, e si confà al massimo alla mentalità illusa di un comunista medio, “amante della libertà” a parole, ma di fatto intollerante. Questa lettera, di cui a oggi non si ha traccia in altre pubblicazioni, ci permette di conoscere il pensiero del secondogenito di Tolkien su quanto stava accadendo nel Regno Unito. Michael, aprendo la sua missiva, specificò che il suo intervento non era spinto da “animosità faziosa” poiché non apparteneva a nessun particolare partito politico lasciando intendere che molti degli interventi pubblicati nei giorni precedenti erano evidentemente mossi da un senso di appartenenza a un’idea politica. Precisa poi che anche se i suoi ideali “non possono essere realizzati con nessun sistema,” qualunque sia la sua declinazione partitica perché concede a “Dio e al vero Cristianesimo” solo un posto limitato, sente comunque il bisogno d’intervenire nella discussione in corso. Sente di farlo, perché era “rimasto sorpreso” della lettura dell’edizione del 9 ottobre dell’Evening Despatch, dove, con “straordinaria presunzione, i comunisti di Birmingham” si arrogavano “un’aria di giustizia,” narrando la “leggenda” della loro “impareggiabile comprensione del futuro.” S’intuisce dal tono della lettera, che non gli andò giù neppure “il linciaggio” di Neville Chamberlain da parte di Sam Blackwell e “il suo seguito.” Per il secondogenito di Tolkien, si “navigherebbe in pessime acque al momento, insieme a tutti gli inglesi, se quel prode vecchio gentiluomo non si fosse recato a Monaco nel 1938,” quando non esisteva “la più remota possibilità” che un britannico “fosse minimamente accetto a Mosca.” Quest’ultimo riferimento era al viaggio di Churchill da Stalin che nel 1938 era inimmaginabile. Michael non nascose di essersi stancato della “idolatria sovietica, che si avvicina molto a una mania,” e pose una domanda retorica: chiese se qualcuno dei corrispondenti comunisti britannici abbia mai vissuto in URSS. Lui non l’aveva mai fatto, poiché credeva “fermamente nella libertà,” ma scrisse di avere frequentazioni con chi ci ha vissuto e non tra coloro i quali sono portati “sapientemente” in un tour “pianificato nel centro di Mosca, così da testimoniare di persona le meraviglie del comunismo.” I racconti che Michael dice di aver ascoltato da chi ha vissuto davvero il regime comunista, lo spingevano a scrivere che “i comunisti britannici s’illudono che l’Unione Sovietica sia un giardino dell’Eden,” e questo “non è altro che un fantasma della loro immaginazione.” Con onestà intellettuale, Michael non trascurava o minimizzava il ruolo e il contributo della Russia sovietica alla caduta del regime nazista, ma si “rifiutava,” “nel nome della libertà,” di avere parole buone verso l’ex “alleato della stessa Germania,” che era stato “ispirato dalle identiche ragioni,” per attuare in passato delle aggressioni, seppur “di gran lunga minori rispetto a quelle tedesche,” senza che la stessa Russia fosse provocata. La chiusura della lettera è davvero tranchant e senza ammissione di replica: negare quanto scritto nell’ultimo passaggio, è “immaturo” e si adatta “alla mentalità illusa di un comunista medio, ‘amante della libertà’ a parole, ma di fatto intollerante.” Dopo questa lettera, la discussione proseguì solo sull’edizione dell’Evening Despatch del 16 ottobre, con altre lettere di lettori, cessando il 17 ottobre quando l’editore pubblicò l’annuncio: Scrittori di lettere sugli atti dei comunisti e sull'immortalità dell'anima hanno avuto lunga vita, ed è giunto il momento in cui questa corrispondenza deve essere chiusa per dare ai lettori la possibilità di esprimere le loro opinioni su altri argomenti. L’editore. In conclusione, è bene precisare che Michael H. R. non era J. R. R. e che in nessun modo è consentita la “proprietà transitiva” delle idee come spesso taluni, in malafede, applicano ai propri avversari politico-ideologici: le idee espresse da Michael erano e restano le sue. Confonderle con quelle di suo padre sarebbe immaturo e bene si adatterebbe alla mentalità illusa di un “fazioso” medio, amante della libertà a parole, ma di fatto intollerante. In questo scritto, si è cercato di contestualizzare la lettera ricostruendo il dibattito pubblico e il contesto storico nel quale si sviluppò, in modo da renderlo fruibile a chi deciderà d’intraprendere lo studio biografico su M. H. R. Tolkien. APPENDICE I SU J. R. R. TOLKIEN È interessante notare la schiettezza di Michael nel manifestare pubblicamente il suo pensiero sul comportamento dei comunisti britannici e di farlo in un dibattito nel quale non era direttamente coinvolto. La sua lettura, e il relativo studio compiuto per ricostruire il contesto storico-politico, ha inevitabilmente portato a riprendere alcune lettere del padre pubblicate da Humphrey Carpenter. Purtroppo le Lettere, per scelta del suo curatore, contengono solo 16 lettere scritte da Tolkien a suo figlio Michael sulle 354 complessive, e solo 6 di queste nel periodo 1940-1941. Come scritto, Michael fece ritorno a Oxford solo nel 1944, e questo non consente, al momento, di ricostruire il dialogo intercorso con il padre durante il secondo conflitto mondiale così com’, è possibile fare, in parte, tra il professore e il terzogenito Christopher. Tolkien, com’è noto, nutriva (a giusta ragione) una forte avversione per i regimi fossero quello nazista, fascista o comunista e, inoltre, parrebbe non avere una grande considerazione di Winston Churchill che lo definisce “piccolo cherubino” (Lettere, n. 53) e “se la gente avesse l’abitudine di riferirsi al ‘Consiglio di re George, Winston e la sua banda’, si farebbero dei grandi passi avanti e rallenterebbe questo pericoloso scivolare verso la Lorocrazia” (Lettere, n. 52). Ovviamente questo studio non nasce per approfondire il pensiero di Tolkien durante il secondo conflitto mondiale (tema che nessuno studioso ha ancora completamente sviluppato), né si potrebbe trattare in poche pagine, ma è interessante far notare dei passaggi della nota di Michael con alcune lettere del padre. Ad esempio, rileggendo questo passo di Michael: Potrei forse domandare quanti dei vostri corrispondenti comunisti hanno vissuto, anche solo brevemente, nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche? Io non l’ho fatto neppure, perché credo troppo fermamente nella libertà per avere troppe frequentazioni con chi vi abbia vissuto, e non mi riferisco a chi ha condotto visite turistiche sapientemente pianificate nel centro di Mosca, così da testimoniare di persona le meraviglie del comunismo. Da resoconti di prima mano, temo che i comunisti britannici s’illudano che l’Unione Sovietica sia un giardino dell’Eden, il che chiaramente non è altro che un fantasma della loro immaginazione. Esattamente un anno prima, il 27 ottobre 1943, in una lettera al figlio Christopher, Tolkien racconta dell’incontro con Cyril Edwin Mitchinson Joad, filosofo e volto televisivo noto, durante una cena al Magdalen College ospiti di C. S. Lewis. Alle nove sono arrivato al Magdalen e ho visto Joad. […] è intelligente, gentile, e ci siamo trovati d’accordo su molti punti fondamentali. Lui ha il vantaggio di essere stato in Russia – e di detestarla. Dice che le «nuove città» non superano il livello di Willesden, e che la campagna è completamente piatta. Ha detto che se vai in treno e guardi fuori dalla finestra e poi leggi un libro per qualche oretta e guardi fuori di nuovo – fuori non c’è niente che ti faccia pensare che il treno si sia mosso! (Lettere, n. 51) Altro spunto è quello che si riferisce al ruolo della Russia nel conflitto e quello dei comunisti inglesi. Il 12 gennaio 1941, Tolkien raccontò in una lettera a Michael, ricoverato in un ospedale di Worcester, di una serata trascorsa in un pub ad Appleton assieme ai fratelli Lewis, C. S. e Warren, e il dottor Havard, aggiungendo che gli “allarmi per le incursioni aeree sono frequenti (per ora), ma restano appunto solo allarmi” e che aveva timore di un nuovo attacco nazista che sarebbe “scoppiato,” a suo dire, “prima rispetto all’anno precedente.” Il timore di un imminente attacco e la frase “prima rispetto all’anno precedente” lasciano intendere che Tolkien pensava che i nazisti sarebbero tornati a bombardare il suo paese prima del mese di luglio riferendosi alla “battaglia d’Inghilterra” che vide i nazisti cominciare i bombardamenti nel luglio 1940.10 Nella stessa lettera, Tolkien scrisse sulla possibilità che l’URSS stesse preparando “qualche guaio.”11 Il passaggio è un riferimento a quanto accaduto esattamente due mesi prima, il 12 novembre 1940, a Berlino, dove, per due giorni, si tenne un incontro tra Adolf Hitler, il suo Ministro degli Esteri Joachim von Ribbentrop e il Ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav Molotov sulle possibilità di definire un accordo generale tra i due paesi dopo il patto Molotov- 10 La battaglia d’Inghilterra prese avvio con i nazisti sulla Manica (10 luglio – 11 agosto), cui seguirono i primi attacchi agli aeroporti lungo la costa (12-23 agosto), poi la fase più critica (24 agosto – 6 settembre) e dal 7 settembre alla fine di ottobre, con gli attacchi diurni su Londra. 11 La traduzione delle Lettere è quella a cura di Cristina De Grandis, giacché la si considera, seppur con qualche errore e refuso, più attendibile dell’attuale in commercio. Per fare un esempio, Tolkien scrisse: “It is also plain that our dear old friends the U.S.S.R. are up to some mischief”che la De Grandis tradusse: ““E anche chiaro che i nostri cari vecchi amici dell’URSS stanno preparando qualche guaio.” Mentre nella nuova rivisitazione curata da Lorenzo Gammarelli dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, si legge: “È anche evidente che i nostri cari vecchi amici dell’URSS hanno in mente qualche birichinata.” I sostenitori della nuova versione potrebbero obiettare che tradurre mischief con “birichinata” non sia un errore. Il termine può avere questi significati: 1. marachella, birichinata, combinarne qualcuna; 2. malizia, furberia, 3. (fam. antiq.) monello, birba, bricconcello; 4. danno, torto, male, l’ha fatto per pura cattiveria, creare discordia, seminare zizzania; 5. reato, atto, illecito |public —, reato contro la collettività, contro l’ordine pubblico. (Garzanti linguistica). Si lascia ai lettori la libertà di valutare se Tolkien, scrivendo al figlio al fronte, mentre egli stesso vive la guerra, intendesse affermare che i comunisti erano pronti a fare i “birichini.” Ribbentrop del 1939. 12 Tolkien temeva che la Russia sovietica stesse progettando qualcosa contro l’Inghilterra. In chiusura della lettera, Tolkien scrisse: Intanto il «Daily Worker» viene venduto come sempre per strada dagli strilloni. Passeremo dei momenti agitati dopo la guerra, anche se la vinceremo nei confronti della Germania. Nelle diverse letture delle Lettere, prive di qualsiasi approfondimento, questo passaggio di Tolkien non suscitava grande interesse così come lo assume se riportato a quanto sin qui descritto. Perché Tolkien cita il «Daily Worker», organo ufficiale del Partito Comunista della Gran Bretagna pubblicato per la prima volta il primo gennaio 1930? E perché aggiunge che veniva “venduto come sempre per strada dagli strilloni” come se non fosse contento di questo? Perché, dal maggio 1940, la distribuzione del quotidiano comunista era diventata illegale poiché considerato fomentatore. Inoltre, è curioso sapere che questa lettera del 12 gennaio anticipò di soli nove giorni, il 21 gennaio, la decisione del Segretario di Stato per gli Affari Interni (Home Secretary) di ordinare il sequestro e la messa al bando del giornale guidato da Douglas Hyde13 (assieme a «The Wock») ai sensi del Defence Regulation 2D che gli assegnava i poteri di vietare qualsiasi pubblicazione considerata fomentante e oppositrice al perseguimento dello sforzo bellico. Ordine che fu immediatamente eseguito dalla polizia nella notte dello stesso giorno con il sequestro delle copie del giornale, delle macchine per la stampa, dei locali e perseguendo penalmente chi lo diffondeva. Altro spunto che la lettera di Michael propone sul ruolo salvifico di Stalin e dei comunisti e che rimanda alla lettera di Tolkien al figlio Christopher del 9 dicembre 1943: Niente da leggere – e anche sui giornali niente se non quella storia di Teheran. 14 Anche se devo ammettere che ho sorriso a denti stretti e «mi sono quasi rotolato sul pavimento, senza interessarmi di quello che sarebbe successo», quando ho sentito che quel vecchio assassino assetato di sangue di Giuseppe Stalin ha invitato tutte le nazioni a unirsi in una grande famiglia e a lottare per abolire la tirannia e l’intolleranza! Ma devo anche ammettere che nella foto il nostro piccolo cherubino W.S.C. [Churchill] in realtà sembrava il più ruffiano di tutti. Uhm, bé! 12 Un accordo che non si sarebbe reso concreto in quanto Hitler lasciò in “sospeso i negoziati per rompere definitivamente il Patto Molotov-Ribbentrop nel giugno successivo, con l'invasione dell'Unione Sovietica.” Ma questo, come ovvio, Tolkien non poteva saperlo. 13 Il 19 marzo 1948 Tolkien incontrò al King’s Arms, il fratello di C. S. Lewis, Warnie. Come ricordò quest’ultimo, discussero anche di Douglas Hyde che aveva rinunciato al suo incarico e alla militanza comunista e stava per essere accolto nella Chiesa cattolica romana. Warnie annotò che Tolkien disse che "l'ovvia battuta su Jekyll e Hyde stava già facendo il giro per Oxford e che “non era per niente compiaciuto, e mi pare giustamente, del trionfo che i giornali cattolici celebrano all'apprendere la notizia.” (Scull-Hammond, 2017) 14 La Conferenza di Teheran che si svolse nel novembre del 1942 e cui presero parte i leader inglesi, americani e russi. Mi chiedo (se sopravviveremo a questa guerra) se resterà una piccola nicchia, anche scomoda, per gli antiquati reazionari come me (e te). (Lettere, n. 53) Come già accennato, sarebbe davvero interessante ricostruire, attraverso l’analisi delle lettere e degli ultimi approfondimenti bio-bibliografici, non solo il pensiero di Tolkien durante il secondo conflitto mondiale, ma l’impegno in prima persona, non nel ruolo di soldato ma di accademico, al servizio del suo paese. APPENDICE II VERSIONI ORIGINALI “BRITISH COMMUNISTS EXCLUDED” Sir:—Why does S. Blackwell get so excited about the release of Captain Ramsay? If Mr. Blackwell has a short memory, the intelligent Englishman has not, and can well remember the activities of the British Communists in the early days of the war. When Russia was attacked, the war became a holy one to the Communists; previous to that, they called it an imperial war. In the first period of the war, the British Communists were notorious saboteurs and strike fomenters, and vilified and abused the Government on the slightest pretext.When praise is given to our gallant ally-Russia-that does not include the B.C.P. NOT FORGOTTEN. Mere Green. COMMUNIST POLICY [...] Then there was the Anglo- German Naval Treaty, which permitted Hitler to build more submarines: and do not forget the “gentleman’s agreement” between Mussolini and Chamberlain. [...] H. T. Goodchild. Shirley. "MALICIOUS SLANDER" There is something unwholesome about and individual who pays lip-service to “our galiant Russian Allies,” while slandering and vilifying the British Communists who have for 20 years campaigned for friendship with the Soviet Union, a friendship which could have prevented this war. Chamberlain flew to Munich and brought disaster: Churchill flew to Moscow and planned Allied victories and future world security. The Communists were urging such steps as early as 1938. “Not Forgotten” has forgotten many thing (or perhaps he never knew). He forgets for instance, that we organised the British Battalion of the International Brigade, and that 500 British Communist lads gave their lives fighting Hitler and Mussolini in Spain. It is a strange sort of patriotism which sees good in Russian Communists but none in our own. How dare he cover himself behind a nom-de-plume to write a malicious slander about organising sabotage and formenting strikes which has no basis in fact! B’nam 4. Sam Blackwell SOVIET "MANIA" I am not a member of any particular political party, so I do not write in any spirit of party animosity; my own ideals are incapable of realisation under a system, whatever its precise political complexion, which allows so small and secondary a place for God and true Christianity. I was, however, surprised to see in Monday night’s issue the in Evening Despatch with what extraordinary presumption the Communists of Birmingham arrogate to themselves a halo of righteousness, a myth of their unparalleled insight into the future: in fact, a sort of “I told you so” story, which seems to me little short of fantastic. One grows tired of the threadbate abuse hurted at Neville Chamberlain, whatever his faults for Mr. Sam Blackwell and his following would have been in a sorry plight as indeed we all should, if that courageous old gentleman had not gone to Munich in 1938, when there was no question of anyone from Britain being in the least welcome in Moscow.One grows equally weary of this Soviet-worship, which amounts to little short of a mania. May I ask how many of your Communist correspondents have lived for any length of time in the U.S.S.R.? I have not done so myself for I believe too firmly in freedom to have had several personal acquaintances who have lived there, and I do not refer to those who have gone on carefully conducted tours round Moscow and systematically been shown the wonders of Communism. From first-hand accounts I have heard I fear the British Communists dream that the Soviet Union is a garden of Eden is no more than a phantom of their imagination. I do not underestimate Soviet Russia’s contribution in this war towards the overthrow of Nazi Germany, but I refuse, in the name of freedom, to pay lip-service to an ex-ally of Germany, whose unprovoked aggressions in the past, though far less in number than Germany’s, were nevertheless inspired by precisely the same motivies. To deny this is childish, and worhy only of the deluded outlook of the average “freedom-loving,” though intolerant, Communist. Michael H. R. Tolkien (ex-Lieutenant Light A.A. Regt). Oxford BIBLIOGRAFIA BLACKWELL, SAMUEL 1944 ‘Public opinion,’ Evening Despatch, September 26, p. 3. “Malicious slander.” Evening Despatch, ‘Public opinion,’ October 9, p. 3. CARPENTER, HUMPHREY (A cura di) 1981 The Letters of J.R.R. Tolkien, George Allen & Unwin (Publishers) Ltd. 2001 La realtà in trasparenza. Lettere, Bompiani. Trad. Cristina De Grandis. 2018 J. R. R. Tolkien. Lettere 1914/1973, Bompiani. Trad. Lorenzo Gammarelli EVENING DESPATCH (British Newspaper) 1944 ‘Public opinion,’ October 3, p. 3. ‘Public opinion,’ October 16, p. 3. ‘Public opinion,’ October 17, p. 3. GARZANTI LINGUISTICA http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=mischief GOODCHILD, H. Y. 1944 ‘Communist policy,’ Evening Despatch, ‘Public opinion,’ October 12, p. 3. LIVERPOOL DAILY POST (British Newspaper) 1941 ‘Daily Worker Suppressed. Offices raided by Scotland Yard. 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