1944: MICHAEL H. R. TOLKIEN E LA SOVIET ‘MANIA’
DI ORONZO CILLI
1
DAL CONTINUO E COSTANTE lavoro di ricerca in pubblicazioni, archivi e riviste arriva
un’inattesa scoperta che vede protagonista Michael Hilary Reuel Tolkien, secondogenito di J. R.
R. ed Edith: una sua lettera pubblicata il 14 ottobre 1944 sul quotidiano di Bimingham, Evening
Despatch, che il giornale titolò Soviet ‘mania.’ 2
Michael Hilary Reuel (1920-1984) è il secondogenito di J. R. R. Tolkien. Sorvolando sulla
storia della sua infanzia, e sui collegamenti con alcune scritti del padre (Roverandom e Tom
Bombadil), nel settembre del 1939 cercò di arruolarsi volontario nell’esercito inglese, ma gli fu
consigliato di posticipare l’arruolamento dopo gli studi al College. Accedette al Trinity College
di Oxford ma l’estate successiva lasciò gli studi per iniziare l’addestramento nella contraerea.
Con la sua batteria contraerea, sempre nel 1940, prese parte alla difesa degli aerodromi durante
la battaglia d’Inghilterra e subito dopo, nel dicembre dello stesso anno, per una ferita provocata
a seguito di un incidente con un mezzo dell’esercito, fu ricoverato in un ospedale di Worcester.
Nel 1941, come ufficiale cadetto della Royal Air Force, ricevette la George Medal “per il valore
dimostrato in difesa di una stazione della RAF sotto un pesante bombardamento” e a novembre
dello stesso anno sposò Joan Audrey Griffith (1916–1982), un’infermiera conosciuta diversi
mesi prima e dalla quale avrà, nel 1943, il primo figlio, Michael George Reuel. Nel 1944, a
causa d’inabilità al servizio militare, con la famiglia fece ritorno a Oxford riprendendo gli studi
al Trinity College3.
1
Autore di Tolkien’s Library: An Annotated Checklist (LunaPress 2019), con la prefazione di Tom Shippey, ‘Best
Book’ ai ‘Tolkien Society Awards 2020’; e Tolkien e l’Italia (Il Cerchio, 2016) con prefazione di Christina Scull e
Wayne G. Hammond e introduzione di Gianfranco de Turris. Ha curato la seconda edizione de Lo Hobbi annotato
(Bompiani, 2004). Tra le sue pubblicazioni: Tolkien l’esperantista, prima dell’arrivo di Bilbo Baggins (Cafagna,
2015) nella versione italiana e inglese, e Tolkien. La bibliografia italiana dal 1967 a oggi (Arco e la Corte, 2013).
2
Ringrazio l’amico e studioso Giovanni Carmine Costabile per il supporto, il quale mi ha chiesto d’inserire la
postilla: “trovo sempre sconcertante che da diverso tempo a questa parte bisogna correggere Clausewitz: lo studio
non è che la continuazione della politica con altri mezzi.”
3
Completerà gli studi nel 1945 ottenendo una Laurea in Storia moderna. Nel dicembre dello stesso anno, Joan darà
alla luce la loro seconda figlia, Joan Anne “Joanna.”
Durante il 1944, tra la fine di settembre e la prima quindicina del mese di ottobre, diversi furono
gli eventi, interni e internazionali, che si susseguirono e che hanno a che fare con la storia che si
sta raccontando.
Il 26 settembre 1944 fu scarcerato Archibald Maule Ramsay, ex capitano dell’esercito
britannico e, al momento dell’arresto nel 1940, membro del parlamento tra le file del partito
scozzese Unionist Party. Ramsay fu un personaggio molto controverso: dalla visione antisemita
al sostegno del dittatore Francisco Franco, dalle simpatie per la Germania nazista
all’anticomunismo. Quest’ultimo aspetto lo porta a fondare, nel 1937, il United Christian Front
per combattere gli attacchi al cristianesimo “che provengono da Mosca.” Nel 1939, Ramsay,
fondò il Right Club ma l’anno dopo fu arrestato in base al Defence Regulation 18B.4
Quando il 26 settembre 1944 Ramsay fu scarcerato, e ritornò a occupare il seggio in
Parlamento, non mancarono le proteste dei comunisti britannici. Lo stesso giorno, infatti, nella
rubrica “Public Opinion” del quotidiano di Birmingham, Evening Despatch,5 comparve un
articolo contro la scarcerazione di Ramsay (con riferimenti alle sue simpatie naziste) firmato da
Sam Blackwell, segretario del partito comunista britannico per le Midlands. 6
Pochi giorni dopo la pubblicazione della nota di Blackwell su Ramsay, il 4 ottobre, lo stesso
quotidiano pubblica una replica firmata da un anonimo “Not Forgotten” (“Mai dimenticare”):
”COMUNISTI BRITANNICI ESCLUSI”
Signore: — Perché S. Blackwell è così agitato per il rilascio del Capitano Ramsay? Se il signor
Blackwell ha memoria breve, non altrettanto si può dire di un inglese accorto, che ben ricorda le
attività dei comunisti britannici nei primi giorni della guerra. Quando la Russia fu attaccata, i
comunisti fecero una guerra santa di quello che in precedenza aveva chiamato un conflitto
imperialista.
Nel corso della prima guerra mondiale, i comunisti britannici erano noti sabotatori e sobillatori
di scioperi, che denigravano e perseguitavano il governo dietro ogni pretesto. Quando la Russia
è elogiata come nostro valente alleato, ciò non comprende il Partito Comunista Britannico.
4
Uno dei regolamenti utilizzati durante la seconda guerra mondiale dal governo britannico che consentiva, senza un
processo, di incarcerare soggetti attivamente contrari alla guerra contro la Germania e con simpatie filo-naziste.
5
Quotidiano pubblicato dalla Trinity Mirror a Birmingham, nel Warwickshire. Il primo numero uscì il 2 gennaio
1914, mentre l’ultima edizione fu pubblicata il 31 dicembre 1945.
6
Il 3 ottobre 1944, fu il candidato indicato dagli stessi comunisti all’elezione a sindaco di Kidderminster, una delle
più importanti città delle Midlands, contro il candidato laburista Louis Tolly e quello dei conservatori (in quella data
non ancora individuato).
Una lettera che sminuisce il ruolo dei comunisti britannici, accusandoli di “memoria corta,” che
presto avrebbe sollevato un polverone.
È utile ricordare come, alla fine del 1944, i rapporti tra l’Unione Sovietica e il Regno Unito
erano ormai di distensione. A guidare gli inglesi, il Primo Ministro Sir Winston Churchill
subentrato nel 1940 al dimissionario Neville Chamberlain che non mancava di esser tirato in
ballo nelle varie discussioni.
Il 9 ottobre 1944 Churchill volò a Mosca per incontrare il dittatore Iosif Stalin. Obiettivo:
ridefinire i confini degli Stati occupati dall’Armata Rossa. Al tavolo grande assente il presidente
americano Roosevelt, giustificato dal fatto che negli Stati Uniti sono in corso le elezioni
presidenziali.7 La visita di Churchill sarebbe durata dieci giorni e avrebbe sancito quello che poi
sarà chiamato il “patto delle percentuali” con la divisione di Ungheria (50% URSS – 50%
alleati), Grecia (90% alleati – 10% URSS), Romania (90% URSS – 10% alleati), Bulgaria (25%
alleati – 75% URSS), Jugoslavia (50% alleati – 50% URSS) con la sola Polonia non
contemplata poiché assegnata interamente all’URSS.8
Lo stesso giorno che vide partire Churchill per la capitale sovietica, le pagine dell’Evening
Despatch ospitarono le risposte piccate alle accuse mosse a Blackwell e ai comunisti britannici
da “Not Forgotten.” Tra le lettere anche una dello stesso Blackwell:
"MALIZIOSA CALUNNIA"
Vi è un che d’insano in un individuo che venda le labbra ai “valenti Alleati Russi” mentre
offende e svilisce i Comunisti Britannici che per vent’anni hanno sostenuto la necessità di
amicizia con l’Unione Sovietica, un’amicizia che avrebbe potuto prevenire la guerra.
Chamberlain volò a Monaco e provocò il disastro; Churchill è volato a Mosca e pone le basi per
le vittorie alleate e la futura salvezza del mondo.
I Comunisti sostenevano la necessità di tali accordi già nel 1938. Chi si firma “Not Forgotten”
ha dimenticato molte cose (o forse non le ha mai sapute). Ad esempio, dimentica che abbiamo
organizzato il Battaglione Britannico della Brigata Internazionale, e che cinquecento giovani
comunisti britannici hanno dato la vita combattendo contro Hitler e Mussolini in Spagna. Mi
pare proprio uno strano genere di patriottismo quel che scorge la bontà dei Comunisti Russi ma
non dei propri connazionali.
7
8
Sarà rieletto per la quarta volta.
Tale accordo, alla fine della Guerra, non si renderà concreto.
Come si permette a nascondersi dietro un nome d’arte per scrivere una maliziosa calunnia sul
presunto ricorso al sabotaggio organizzato e all’uso tattico degli scioperi, senza avere le prove
per affermarlo!
Blackwell, ovviamente, esaltò il ruolo dei comunisti britannici e il loro ventennale sostegno alla
necessità di amicizia con i Russi “che avrebbe potuto prevenire la guerra.” Inoltre, citò la
differenza tra Chamberlain e Churchill. Il primo volato a Monaco nel 1938 per incontrare il
Primo Ministro francese Édouard Daladier e i dittatori di Germania, Adolf Hitler, e Italia,
Benito Mussolini (Grande assente Stalin), e firmare l’accordo che avrebbe dovuto evitare il
conflitto.9 Il secondo, come appena letto, recatosi da Stalin.
Per Blackwell, l’andata a Monaco provocò un “disastro” mentre il viaggio a Mosca, avrebbe
posto le basi “per le vittorie alleate e la futura salvezza del mondo.”
A Blackwell, nei giorni a seguire, si unirono altri iscritti e simpatizzanti comunisti nel ribattere
alle accuse di “Not Forgotten,” con interventi sul ruolo dei comunisti britannici, e di
Birmingham, e sulla figura di Chamberlain come il lettore H. T. Goodchild, che ricordò di
come: “poi c’è stato il Trattato navale anglo-tedesco, che ha permesso a Hitler di costruire più
sottomarini: e non dimentichiamo il ‘Gentlemen's agreement’ (Accordo tra gentiluomini) tra
Mussolini e Chamberlain.”
Dibattito concluso? Macché. Il 14 ottobre, sempre nella rubrica “Public Opinion” dell’Evening
Despatch, è ancora la polemica sulla nota di “Not Forgotten” e Sam Blackwell ma, a tenere
banco tra le diverse lettere, quella a firma “Michael H. R. Tolkien (ex Tenente del Reggimento
Anti-Aereo Leggero), Oxford.” Il giornale titola la sua lettera “Soviet Mania.”
Scrive il secondogenito di J. R. R. Tolkien:
"MANIA" SOVIETICA
Non sono membro di nessun partito politico in particolare, per cui non scrivo il qui presente
dietro animosità faziose. Gli ideali che mi sono propri non possono essere realizzati con nessun
“sistema,” qualunque sia la sua precisa declinazione partitica, che è di per sé disposta a
concedere solo un posto limitato e secondario a Dio e al vero Cristianesimo.
9
Lo stesso Chamberlain sigla con Hitler un altro accordo che prevede il ricorso a mezzi pacifici per dissipare future
dispute tra i due paesi.
Cionondimeno, sono rimasto sorpreso di vedere sull’edizione di lunedì sera dell’Evening
Despatch con quale straordinaria presunzione i comunisti di Birmingham si arrogassero un’aria
di giustizia, la leggenda della loro impareggiabile comprensione del futuro: in effetti, una specie
di “te lo avevo detto,” il che mi sembra a dir poco fantasioso. Ci si stanca presto del linciaggio
difficilmente tollerabile di cui si fa oggetto Neville Chamberlain, qualsiasi possano essere le sue
mancanze, perché Sam Blackwell e il suo seguito navigherebbero in pessime acque al momento,
insieme a tutti gli inglesi, se quel prode vecchio gentiluomo non si fosse recato a Monaco nel
1938, quando non esisteva la più remota possibilità che chiunque provenisse dalla Gran
Bretagna fosse minimamente accetto a Mosca.
Ci si stanca altrettanto rapidamente di tutta questa idolatria sovietica, che si avvicina molto a
una mania. Potrei forse domandare quanti dei vostri corrispondenti comunisti hanno vissuto,
anche solo brevemente, nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche?
Io non l’ho fatto neppure, perché credo troppo fermamente nella libertà per avere troppe
frequentazioni con chi vi abbia vissuto, e non mi riferisco a chi ha condotto visite turistiche
sapientemente pianificate nel centro di Mosca, così da testimoniare di persona le meraviglie del
comunismo. Da resoconti di prima mano, temo che i comunisti britannici s’illudano che
l’Unione Sovietica sia un giardino dell’Eden, il che chiaramente non è altro che un fantasma
della loro immaginazione.
Non sottovaluto il contributo bellico della Russia sovietica al rovesciamento della Germania
nazista, ma comunque mi rifiuto, nel nome della libertà, di vendere le mie labbra a un ex alleato
della stessa Germania, le cui passate aggressioni non provocate, per quanto di gran lunga minori
rispetto a quelle tedesche, erano pure ispirate dalle identiche ragioni. Negare ciò è immaturo, e
si confà al massimo alla mentalità illusa di un comunista medio, “amante della libertà” a parole,
ma di fatto intollerante.
Questa lettera, di cui a oggi non si ha traccia in altre pubblicazioni, ci permette di conoscere il
pensiero del secondogenito di Tolkien su quanto stava accadendo nel Regno Unito.
Michael, aprendo la sua missiva, specificò che il suo intervento non era spinto da “animosità
faziosa” poiché non apparteneva a nessun particolare partito politico lasciando intendere che
molti degli interventi pubblicati nei giorni precedenti erano evidentemente mossi da un senso di
appartenenza a un’idea politica. Precisa poi che anche se i suoi ideali “non possono essere
realizzati con nessun sistema,” qualunque sia la sua declinazione partitica perché concede a
“Dio e al vero Cristianesimo” solo un posto limitato, sente comunque il bisogno d’intervenire
nella discussione in corso. Sente di farlo, perché era “rimasto sorpreso” della lettura
dell’edizione del 9 ottobre dell’Evening Despatch, dove, con “straordinaria presunzione, i
comunisti di Birmingham” si arrogavano “un’aria di giustizia,” narrando la “leggenda” della
loro “impareggiabile comprensione del futuro.”
S’intuisce dal tono della lettera, che non gli andò giù neppure “il linciaggio” di Neville
Chamberlain da parte di Sam Blackwell e “il suo seguito.” Per il secondogenito di Tolkien, si
“navigherebbe in pessime acque al momento, insieme a tutti gli inglesi, se quel prode vecchio
gentiluomo non si fosse recato a Monaco nel 1938,” quando non esisteva “la più remota
possibilità” che un britannico “fosse minimamente accetto a Mosca.” Quest’ultimo riferimento
era al viaggio di Churchill da Stalin che nel 1938 era inimmaginabile.
Michael non nascose di essersi stancato della “idolatria sovietica, che si avvicina molto a una
mania,” e pose una domanda retorica: chiese se qualcuno dei corrispondenti comunisti britannici
abbia mai vissuto in URSS. Lui non l’aveva mai fatto, poiché credeva “fermamente nella
libertà,” ma scrisse di avere frequentazioni con chi ci ha vissuto e non tra coloro i quali sono
portati “sapientemente” in un tour “pianificato nel centro di Mosca, così da testimoniare di
persona le meraviglie del comunismo.” I racconti che Michael dice di aver ascoltato da chi ha
vissuto davvero il regime comunista, lo spingevano a scrivere che “i comunisti britannici
s’illudono che l’Unione Sovietica sia un giardino dell’Eden,” e questo “non è altro che un
fantasma della loro immaginazione.”
Con onestà intellettuale, Michael non trascurava o minimizzava il ruolo e il contributo della
Russia sovietica alla caduta del regime nazista, ma si “rifiutava,” “nel nome della libertà,” di
avere parole buone verso l’ex “alleato della stessa Germania,” che era stato “ispirato dalle
identiche ragioni,” per attuare in passato delle aggressioni, seppur “di gran lunga minori rispetto
a quelle tedesche,” senza che la stessa Russia fosse provocata.
La chiusura della lettera è davvero tranchant e senza ammissione di replica: negare quanto
scritto nell’ultimo passaggio, è “immaturo” e si adatta “alla mentalità illusa di un comunista
medio, ‘amante della libertà’ a parole, ma di fatto intollerante.”
Dopo questa lettera, la discussione proseguì solo sull’edizione dell’Evening Despatch del 16
ottobre, con altre lettere di lettori, cessando il 17 ottobre quando l’editore pubblicò l’annuncio:
Scrittori di lettere sugli atti dei comunisti e sull'immortalità dell'anima hanno avuto lunga vita,
ed è giunto il momento in cui questa corrispondenza deve essere chiusa per dare ai lettori la
possibilità di esprimere le loro opinioni su altri argomenti.
L’editore.
In conclusione, è bene precisare che Michael H. R. non era J. R. R. e che in nessun modo è
consentita la “proprietà transitiva” delle idee come spesso taluni, in malafede, applicano ai
propri avversari politico-ideologici: le idee espresse da Michael erano e restano le sue.
Confonderle con quelle di suo padre sarebbe immaturo e bene si adatterebbe alla mentalità illusa
di un “fazioso” medio, amante della libertà a parole, ma di fatto intollerante.
In questo scritto, si è cercato di contestualizzare la lettera ricostruendo il dibattito pubblico e il
contesto storico nel quale si sviluppò, in modo da renderlo fruibile a chi deciderà
d’intraprendere lo studio biografico su M. H. R. Tolkien.
APPENDICE I
SU J. R. R. TOLKIEN
È interessante notare la schiettezza di Michael nel manifestare pubblicamente il suo pensiero sul
comportamento dei comunisti britannici e di farlo in un dibattito nel quale non era direttamente
coinvolto. La sua lettura, e il relativo studio compiuto per ricostruire il contesto storico-politico,
ha inevitabilmente portato a riprendere alcune lettere del padre pubblicate da Humphrey
Carpenter. Purtroppo le Lettere, per scelta del suo curatore, contengono solo 16 lettere scritte da
Tolkien a suo figlio Michael sulle 354 complessive, e solo 6 di queste nel periodo 1940-1941.
Come scritto, Michael fece ritorno a Oxford solo nel 1944, e questo non consente, al momento,
di ricostruire il dialogo intercorso con il padre durante il secondo conflitto mondiale così com’,
è possibile fare, in parte, tra il professore e il terzogenito Christopher.
Tolkien, com’è noto, nutriva (a giusta ragione) una forte avversione per i regimi fossero quello
nazista, fascista o comunista e, inoltre, parrebbe non avere una grande considerazione di
Winston Churchill che lo definisce “piccolo cherubino” (Lettere, n. 53) e “se la gente avesse
l’abitudine di riferirsi al ‘Consiglio di re George, Winston e la sua banda’, si farebbero dei
grandi passi avanti e rallenterebbe questo pericoloso scivolare verso la Lorocrazia” (Lettere, n.
52).
Ovviamente questo studio non nasce per approfondire il pensiero di Tolkien durante il secondo
conflitto mondiale (tema che nessuno studioso ha ancora completamente sviluppato), né si
potrebbe trattare in poche pagine, ma è interessante far notare dei passaggi della nota di Michael
con alcune lettere del padre.
Ad esempio, rileggendo questo passo di Michael:
Potrei forse domandare quanti dei vostri corrispondenti comunisti hanno vissuto, anche solo
brevemente, nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche? Io non l’ho fatto neppure,
perché credo troppo fermamente nella libertà per avere troppe frequentazioni con chi vi abbia
vissuto, e non mi riferisco a chi ha condotto visite turistiche sapientemente pianificate nel centro
di Mosca, così da testimoniare di persona le meraviglie del comunismo. Da resoconti di prima
mano, temo che i comunisti britannici s’illudano che l’Unione Sovietica sia un giardino
dell’Eden, il che chiaramente non è altro che un fantasma della loro immaginazione.
Esattamente un anno prima, il 27 ottobre 1943, in una lettera al figlio Christopher, Tolkien
racconta dell’incontro con Cyril Edwin Mitchinson Joad, filosofo e volto televisivo noto,
durante una cena al Magdalen College ospiti di C. S. Lewis.
Alle nove sono arrivato al Magdalen e ho visto Joad. […] è intelligente, gentile, e ci siamo
trovati d’accordo su molti punti fondamentali. Lui ha il vantaggio di essere stato in Russia – e di
detestarla. Dice che le «nuove città» non superano il livello di Willesden, e che la campagna è
completamente piatta. Ha detto che se vai in treno e guardi fuori dalla finestra e poi leggi un
libro per qualche oretta e guardi fuori di nuovo – fuori non c’è niente che ti faccia pensare che il
treno si sia mosso! (Lettere, n. 51)
Altro spunto è quello che si riferisce al ruolo della Russia nel conflitto e quello dei comunisti
inglesi. Il 12 gennaio 1941, Tolkien raccontò in una lettera a Michael, ricoverato in un ospedale
di Worcester, di una serata trascorsa in un pub ad Appleton assieme ai fratelli Lewis, C. S. e
Warren, e il dottor Havard, aggiungendo che gli “allarmi per le incursioni aeree sono frequenti
(per ora), ma restano appunto solo allarmi” e che aveva timore di un nuovo attacco nazista che
sarebbe “scoppiato,” a suo dire, “prima rispetto all’anno precedente.” Il timore di un imminente
attacco e la frase “prima rispetto all’anno precedente” lasciano intendere che Tolkien pensava
che i nazisti sarebbero tornati a bombardare il suo paese prima del mese di luglio riferendosi alla
“battaglia d’Inghilterra” che vide i nazisti cominciare i bombardamenti nel luglio 1940.10
Nella stessa lettera, Tolkien scrisse sulla possibilità che l’URSS stesse preparando “qualche
guaio.”11 Il passaggio è un riferimento a quanto accaduto esattamente due mesi prima, il 12
novembre 1940, a Berlino, dove, per due giorni, si tenne un incontro tra Adolf Hitler, il suo
Ministro degli Esteri Joachim von Ribbentrop e il Ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav
Molotov sulle possibilità di definire un accordo generale tra i due paesi dopo il patto Molotov-
10
La battaglia d’Inghilterra prese avvio con i nazisti sulla Manica (10 luglio – 11 agosto), cui seguirono i primi
attacchi agli aeroporti lungo la costa (12-23 agosto), poi la fase più critica (24 agosto – 6 settembre) e dal 7 settembre
alla fine di ottobre, con gli attacchi diurni su Londra.
11
La traduzione delle Lettere è quella a cura di Cristina De Grandis, giacché la si considera, seppur con qualche
errore e refuso, più attendibile dell’attuale in commercio. Per fare un esempio, Tolkien scrisse: “It is also plain that
our dear old friends the U.S.S.R. are up to some mischief”che la De Grandis tradusse: ““E anche chiaro che i nostri
cari vecchi amici dell’URSS stanno preparando qualche guaio.” Mentre nella nuova rivisitazione curata da Lorenzo
Gammarelli dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, si legge: “È anche evidente che i nostri cari vecchi amici
dell’URSS hanno in mente qualche birichinata.” I sostenitori della nuova versione potrebbero obiettare che tradurre
mischief con “birichinata” non sia un errore. Il termine può avere questi significati: 1. marachella, birichinata,
combinarne qualcuna; 2. malizia, furberia, 3. (fam. antiq.) monello, birba, bricconcello; 4. danno, torto, male, l’ha
fatto per pura cattiveria, creare discordia, seminare zizzania; 5. reato, atto, illecito |public —, reato contro la
collettività, contro l’ordine pubblico. (Garzanti linguistica). Si lascia ai lettori la libertà di valutare se Tolkien,
scrivendo al figlio al fronte, mentre egli stesso vive la guerra, intendesse affermare che i comunisti erano pronti a fare
i “birichini.”
Ribbentrop del 1939.
12
Tolkien temeva che la Russia sovietica stesse progettando qualcosa
contro l’Inghilterra. In chiusura della lettera, Tolkien scrisse:
Intanto il «Daily Worker» viene venduto come sempre per strada dagli strilloni. Passeremo dei
momenti agitati dopo la guerra, anche se la vinceremo nei confronti della Germania.
Nelle diverse letture delle Lettere, prive di qualsiasi approfondimento, questo passaggio di
Tolkien non suscitava grande interesse così come lo assume se riportato a quanto sin qui
descritto. Perché Tolkien cita il «Daily Worker», organo ufficiale del Partito Comunista della
Gran Bretagna pubblicato per la prima volta il primo gennaio 1930? E perché aggiunge che
veniva “venduto come sempre per strada dagli strilloni” come se non fosse contento di questo?
Perché, dal maggio 1940, la distribuzione del quotidiano comunista era diventata illegale poiché
considerato fomentatore. Inoltre, è curioso sapere che questa lettera del 12 gennaio anticipò di
soli nove giorni, il 21 gennaio, la decisione del Segretario di Stato per gli Affari Interni (Home
Secretary) di ordinare il sequestro e la messa al bando del giornale guidato da Douglas Hyde13
(assieme a «The Wock») ai sensi del Defence Regulation 2D che gli assegnava i poteri di vietare
qualsiasi pubblicazione considerata fomentante e oppositrice al perseguimento dello sforzo
bellico. Ordine che fu immediatamente eseguito dalla polizia nella notte dello stesso giorno con
il sequestro delle copie del giornale, delle macchine per la stampa, dei locali e perseguendo
penalmente chi lo diffondeva.
Altro spunto che la lettera di Michael propone sul ruolo salvifico di Stalin e dei comunisti e che
rimanda alla lettera di Tolkien al figlio Christopher del 9 dicembre 1943:
Niente da leggere – e anche sui giornali niente se non quella storia di Teheran. 14 Anche se devo
ammettere che ho sorriso a denti stretti e «mi sono quasi rotolato sul pavimento, senza
interessarmi di quello che sarebbe successo», quando ho sentito che quel vecchio assassino
assetato di sangue di Giuseppe Stalin ha invitato tutte le nazioni a unirsi in una grande famiglia
e a lottare per abolire la tirannia e l’intolleranza! Ma devo anche ammettere che nella foto il
nostro piccolo cherubino W.S.C. [Churchill] in realtà sembrava il più ruffiano di tutti. Uhm, bé!
12
Un accordo che non si sarebbe reso concreto in quanto Hitler lasciò in “sospeso i negoziati per rompere
definitivamente il Patto Molotov-Ribbentrop nel giugno successivo, con l'invasione dell'Unione Sovietica.” Ma
questo, come ovvio, Tolkien non poteva saperlo.
13
Il 19 marzo 1948 Tolkien incontrò al King’s Arms, il fratello di C. S. Lewis, Warnie. Come ricordò quest’ultimo,
discussero anche di Douglas Hyde che aveva rinunciato al suo incarico e alla militanza comunista e stava per essere
accolto nella Chiesa cattolica romana. Warnie annotò che Tolkien disse che "l'ovvia battuta su Jekyll e Hyde stava già
facendo il giro per Oxford e che “non era per niente compiaciuto, e mi pare giustamente, del trionfo che i giornali
cattolici celebrano all'apprendere la notizia.” (Scull-Hammond, 2017)
14
La Conferenza di Teheran che si svolse nel novembre del 1942 e cui presero parte i leader inglesi, americani e
russi.
Mi chiedo (se sopravviveremo a questa guerra) se resterà una piccola nicchia, anche scomoda,
per gli antiquati reazionari come me (e te). (Lettere, n. 53)
Come già accennato, sarebbe davvero interessante ricostruire, attraverso l’analisi delle lettere e
degli ultimi approfondimenti bio-bibliografici, non solo il pensiero di Tolkien durante il
secondo conflitto mondiale, ma l’impegno in prima persona, non nel ruolo di soldato ma di
accademico, al servizio del suo paese.
APPENDICE II
VERSIONI ORIGINALI
“BRITISH COMMUNISTS EXCLUDED”
Sir:—Why does S. Blackwell get so excited about the release of Captain Ramsay? If Mr.
Blackwell has a short memory, the intelligent Englishman has not, and can well remember the
activities of the British Communists in the early days of the war. When Russia was attacked, the
war became a holy one to the Communists; previous to that, they called it an imperial war. In
the first period of the war, the British Communists were notorious saboteurs and strike
fomenters, and vilified and abused the Government on the slightest pretext.When praise is given
to our gallant ally-Russia-that does not include the B.C.P.
NOT FORGOTTEN.
Mere Green.
COMMUNIST POLICY
[...] Then there was the Anglo- German Naval Treaty, which permitted Hitler to build more
submarines: and do not forget the “gentleman’s agreement” between Mussolini and
Chamberlain. [...]
H. T. Goodchild.
Shirley.
"MALICIOUS SLANDER"
There is something unwholesome about and individual who pays lip-service to “our galiant
Russian Allies,” while slandering and vilifying the British Communists who have for 20 years
campaigned for friendship with the Soviet Union, a friendship which could have prevented this
war.
Chamberlain flew to Munich and brought disaster: Churchill flew to Moscow and planned
Allied victories and future world security. The Communists were urging such steps as early as
1938.
“Not Forgotten” has forgotten many thing (or perhaps he never knew). He forgets for instance,
that we organised the British Battalion of the International Brigade, and that 500 British
Communist lads gave their lives fighting Hitler and Mussolini in Spain. It is a strange sort of
patriotism which sees good in Russian Communists but none in our own.
How dare he cover himself behind a nom-de-plume to write a malicious slander about
organising sabotage and formenting strikes which has no basis in fact!
B’nam 4. Sam Blackwell
SOVIET "MANIA"
I am not a member of any particular political party, so I do not write in any spirit of party
animosity; my own ideals are incapable of realisation under a system, whatever its precise
political complexion, which allows so small and secondary a place for God and true
Christianity.
I was, however, surprised to see in Monday night’s issue the in Evening Despatch with what
extraordinary presumption the Communists of Birmingham arrogate to themselves a halo of
righteousness, a myth of their unparalleled insight into the future: in fact, a sort of “I told you
so” story, which seems to me little short of fantastic.
One grows tired of the threadbate abuse hurted at Neville Chamberlain, whatever his faults for
Mr. Sam Blackwell and his following would have been in a sorry plight as indeed we all should,
if that courageous old gentleman had not gone to Munich in 1938, when there was no question
of anyone from Britain being in the least welcome in Moscow.One grows equally weary of this
Soviet-worship, which amounts to little short of a mania. May I ask how many of your
Communist correspondents have lived for any length of time in the U.S.S.R.? I have not done so
myself for I believe too firmly in freedom to have had several personal acquaintances who have
lived there, and I do not refer to those who have gone on carefully conducted tours round
Moscow and systematically been shown the wonders of Communism. From first-hand accounts
I have heard I fear the British Communists dream that the Soviet Union is a garden of Eden is
no more than a phantom of their imagination.
I do not underestimate Soviet Russia’s contribution in this war towards the overthrow of Nazi
Germany, but I refuse, in the name of freedom, to pay lip-service to an ex-ally of Germany,
whose unprovoked aggressions in the past, though far less in number than Germany’s, were
nevertheless inspired by precisely the same motivies. To deny this is childish, and worhy only
of the deluded outlook of the average “freedom-loving,” though intolerant, Communist.
Michael H. R. Tolkien (ex-Lieutenant Light A.A. Regt). Oxford
BIBLIOGRAFIA
BLACKWELL, SAMUEL
1944
‘Public opinion,’ Evening Despatch, September 26, p. 3.
“Malicious slander.” Evening Despatch, ‘Public opinion,’ October 9, p. 3.
CARPENTER, HUMPHREY (A cura di)
1981
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