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Editoriale
VII Premio Forma Urbis
Nel breve editoriale di questo mese non ci soffermeremo, come di consueto, sui contenuti della monograüy"$"¦}¦ʻ{y«yD"ʻ£" ‹}“«⁄"£‹¢}¤⁄D"y¦"Y¤{\}⁄¡⁄ʼʻy"}"
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Di seguito il testo del bando:
Il VII Premio annuale Forma Urbis" Ì" ‹£'ʻ£ʻ ʻy«ʻ›y"¤ʻ›⁄¡«y"y"¡y‹¤}y«ʻ"ʻ£"¦ʻ“{ʻƒ¡ʻ£}"y¤{\}⁄¡⁄ʼʻ{\}D"{\}"
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monumenti antichi e studi su Roma e sul mondo antico che abbiano attinenza con la storia,
l’archeologia, la museologia, l’antropologiaF""
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dalla casa editrice e insieme a un breve curriculum
vitae"¦}¡¡'y‹«⁄¤}D"¦⁄›¤y££⁄"ƒ}¤›}£ʻ¤}"“‹"{¦"ʻ£"¤}¦yʻ⁄£}" y¡¡'ʻ£¦ʻ¤ʻ ⁄" ʻ£" {y¡{}D" ⁄" y" ¢} ⁄" ʻ£˜⁄¤¢y«ʻ{⁄"
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il 31 Agosto 2013 - non dovranno superare orientativamente le 20.000 battute" @“ƒy ʻ" ʻ£{¡‹“ʻAD" ¤ʻƒ⁄¤«y¤}" ‹£y" zʻz¡ʻ⁄ʼ¤yüy" }““}£ ʻy¡}" “}£ y" £⁄«}" ʻ£«}ʼ¤ytive ed essere corredati da un minimo di 20 foto a
colori" y¦" y¡«y" ¤ʻ“⁄¡‹ ʻ⁄£}" @KHH" ¦ƒʻA" {⁄£" ¦ʻ¦y“{y¡ʻ}"
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La commissione esaminatriceD"{\}"“ʻ"⁄{{‹ƒ}¤Ä"¦ʻ"
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Y¡"Primo classificato verranno, inoltre, conferiti un
assegno di ricerca di € 1.000,00 (euro mille), una
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Y¡"Secondo classificato verranno conferiti un assegno di ricerca di € 500,00 (euro cinquecento), una
«y¤ʼy"y"¤ʻ{⁄¤¦⁄"¦}¡¡'}›}£«⁄"}"‹£"yzz⁄£y¢}£«⁄"y££‹y¡}"y¡¡y"¤ʻ›ʻ“«yF
Y¡ Terzo classificato verranno conferiti un assegno
di ricerca di € 300,00 (euro trecento), una targa a
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Y¡ Quarto e al Quinto classificato verranno asseʼ£y«ʻ" ‹£y" «y¤ʼy" y" ¤ʻ{⁄¤¦⁄" ¦}¡¡'}›}£«⁄" }" ‹£" yzz⁄£y¢}£«⁄"y££‹y¡}"y¡¡y"¤ʻ›ʻ“«yF
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il 16 novembre alle 16.30"ƒ¤}““⁄"¡'y¤}y"y¤{\}⁄¡⁄ʼʻ{y"¦ʻ"hy}“«‹¢"@kYAD"£}¡¡'y¢zʻ«⁄"¦}¡¡y"Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico"@fififiFz¢«yFʻ«AF
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e nominativo:
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1
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Editoriale: VII Premio Forma Urbis
1
Archeologia e Fascismo mentre la radio suonava Jazz
M
di Mario Cesarano
Romanità e fascismo: il fascio littorio
O
di Paola S. Salvatori
Jazz e Fascismo"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""IM
di Mario Cesarano
Gli Etruschi senza mistero. Parte II: memoria e tradizione
di Valentino Nizzo
Gli Etruschi senza mistero. Parte III: storia e archeologia
di Valentino Nizzo
La XVI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum
JM
KK
MK
Romanità e fascismo: il fascio littorio
di Paola S. Salvatori*
Un regime di simboli
È noto che il regime fascista fu un sistema politico che
assegnò ai riti e ai simboli una centralità assoluta: il
consenso al regime, infatti, fu ottenuto e mantenuto
ƒ}¤" ¢⁄¡«ʻ" y££ʻ" y£{\}" ʼ¤y ʻ}" y" ‹£'ʻ¢ƒy¡{y«‹¤y"
ideologica che si sostenne proprio sulle liturgie e
sulle icone. Il panorama mitologico del Ventennio
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per esempio, la devozione per il gagliardetto, che
richiamava alla memoria le origini squadriste di
quel movimento politico; quella per il fuoco e per
ʻ¡" ¢y£ʼy£}¡¡⁄D" }£«¤y¢zʻ" ʻ¢¢yʼʻ£ʻ" ¦ʻ" ƒ‹¤ʻü{y ʻ⁄£}"
e di rinascita; o, ancora, quella costruita attorno
ai cosiddetti “martiri fascisti”, cioè ai militanti morti
nel periodo precedente la Marcia su Roma, spesso
celebrati assieme ai caduti del Risorgimento e della
Grande Guerra, unendo quindi la storia del fascismo
alla storia della formazione dello Stato nazionale.
Ma fra i tanti simboli del ventennio fascista, i più
ƒ}¤›y“ʻ›ʻ"˜‹¤⁄£⁄"“}£ y"¦‹zzʻ⁄" ‹}¡¡ʻ"¡}ʼy«ʻ"y¡¡'y£«ʻ{\ʻ«Ä"
¤⁄¢y£yF" [⁄£" ¡'⁄««⁄z¤}" ¦}¡" IQJJ" }" ¡y" ƒ¤}“y" ¦}¡"
potere, il mito della romanità divenne protagonista
delle politiche propagandistiche e culturali del
nuovo regime. Del resto, prima ancora che avesse
luogo la Marcia su Roma e che Benito Mussolini
diventasse Capo del Governo, era stato proprio il
futuro duce a sottolineare la supremazia del culto di
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£⁄£" y£{⁄¤y" {⁄¢ƒ¡}«y¢}£«}" “ʻ“«}¢y«ʻ y«yF" a¡" JI"
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un articolo di Mussolini destinato a diventare assai
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precedente era stata scelta come la data più
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Roma e, insieme, quel regime che pareva destinato a
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aveva fondato alcuni anni prima, Mussolini affermò:
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«ʻƒ⁄"¦ʻ"{ʻ›ʻ¡«ÄD"“ʻʼ£ʻü{y"}“y¡«y¤}"¡y"£⁄“«¤y"“«⁄¤ʻy"}"¡y"£⁄“«¤y"
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due termini inscindibili. Nelle epoche grigie o tristi della
nostra storia, Roma è il faro dei naviganti e degli aspettanti.
[…] Roma è il nostro punto di partenza e di riferimento;
è il nostro simbolo o, se si vuole, il nostro mito. Noi
“⁄ʼ£ʻy¢⁄"¡'a«y¡ʻy"¤⁄¢y£yD"{ʻ⁄Ì"“yʼʼʻy"}"˜⁄¤«}D"¦ʻ“{ʻƒ¡ʻ£y«y"
e imperiale. Molto di quel che fu lo spirito immortale di
Roma risorge nel fascismo: romano è il Littorio, romana è
la nostra organizzazione di combattimento, romano è il
£⁄“«¤⁄"⁄¤ʼ⁄ʼ¡ʻ⁄"}"ʻ¡"£⁄“«¤⁄"{⁄¤yʼʼʻ⁄R"̇Civis romanus sumłF""
Durante gli anni del fascismo, del resto, si fece
ricorso al mito della romanità non soltanto per
quanto riguardava le retoriche celebrative: la
ƒ¤}“}£ y" ¦}¡¡'y£«ʻ{y" j⁄¢y" ˜‹" ʻ£˜y««ʻ" ˜¤} ‹}£«}"
nella terminologia, soprattutto di ambito militare e
politico, e fu fondamentale nella costruzione e nella
riattualizzazione di emblemi e simboli (GIARDINA
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fu attinto quello che sarebbe diventato il principale
“ʻ¢z⁄¡⁄" ¦}¡" ¤}ʼʻ¢}R" ʻ¡" ˜y“{ʻ⁄" ¡ʻ««⁄¤ʻ⁄F" i‹}¡¡'y£«ʻ{y"
icona assurse da subito a emblema universalmente
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radicale e impressionante stravolgimento del suo
“ʻʼ£ʻü{y«⁄" ⁄¤ʻʼʻ£y¤ʻ⁄" $" ¡}" {‹ʻ" {⁄£“}ʼ‹}£ }D" «¤y"
¡'y¡«¤⁄D" “⁄£⁄" y£{⁄¤y" ⁄ʼʼʻ" }“«¤}¢y¢}£«}" ¦ʻ˜˜‹“}"
nella percezione comune. Il fascismo abituò infatti
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fosse immediatamente legata a quella di coercizione
e di violenza; eppure, il fascio ha una storia simbolica
millenaria che rimanda anche a una tradizione
democratica e rivoluzionaria.
Breve storia del fascio littorio
d'⁄¤ʻʼʻ£}" }«¤‹“{y" ¦}¡" ˜y“{ʻ⁄" ¡ʻ««⁄¤ʻ⁄" Ì" y««}“«y«y" ¦y" ‹£"
fascio trovato nella cosiddetta tomba del littore a
Vetulonia risalente alla seconda metà del VII secolo
a.C. (Fig. 1AS" ʻ¡" ˜y“{ʻ⁄" ˜‹" ƒ⁄ʻ" y¦⁄««y«⁄" ¦y¡¡y" j⁄¢y"
monarchica, per diventare un simbolo fondamentale
del sistema delle magistrature repubblicane.
I fasci romani erano composti da verghe di olmo o di
betulla lunghe circa un metro e mezzo, tenute assieme
da strisce di cuoio rosso, con una scure sovrastante
⁄" ʻ£“}¤ʻ«y" ¡y«}¤y¡¢}£«}F" ]““ʻ" }¤y£⁄" ʻ¢ƒ‹ʼ£y«ʻ" {⁄£"
la mano sinistra e portati sulla spalla sinistra dai
lictores, i quali precedevano i magistrati in un numero
diverso in proporzione alla loro importanza. I fasci
“ʻ¢z⁄¡}ʼʼʻy›y£⁄" ¡'imperium del magistrato nella
sua dimensione coercitiva: le verghe richiamavano
infatti la pena della fustigazione, mentre la scure
era lo strumento della decapitazione (Fig. 2AF
Durante la Rivoluzione Francese al fascio romano
˜‹¤⁄£⁄" y««¤ʻz‹ʻ«ʻ" “ʻʼ£ʻü{y«ʻ" “{⁄£⁄“{ʻ‹«ʻ" £}¡¡'y£«ʻ{\ʻ«ÄF"
̲ʻÄ"£}¡"{⁄¤“⁄"¦}¡"pnaaa"“}{⁄¡⁄"¡'ʻ¢¢yʼʻ£}"¦}¡"˜y“{ʻ⁄"
littorio era comparsa in stemmi gentilizi come simbolo
di autorità e di giustizia, ma fu appunto con la
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ƒ¤}““⁄{\Ë" “ʻ“«}¢y«ʻ{⁄" £}¡¡'ʻ{⁄£⁄ʼ¤yüy" ƒ⁄¡ʻ«ʻ{yF" a¡"
ricorso a quel simbolo antico fu però funzionale a un
messaggio antimonarchico e repubblicano: e in effetti
il fascio, durante i febbrili anni della Rivoluzione,
veniva rappresentato secondo una gamma di
“«ʻ¡}¢ʻ"ʻ{⁄£⁄ʼ¤yü{ʻ"y““yʻ"›y¤ʻyF"h}¤"}“}¢ƒʻ⁄"¡y"“{‹¤}"
ƒ⁄«}›y" }““}¤}" “⁄“«ʻ«‹ʻ«y" ¦y" ‹£'y¡yzy¤¦yD" “ʻ¢z⁄¡⁄"
di virtù guerriere, o, al suo posto, si poteva invece
trovare una picca; il fascio era spesso associato
ʻ{⁄£⁄ʼ¤yü{y¢}£«}"y¡"«ʻ¢⁄£}D"“ʻ¢z⁄¡⁄"¦}¡"ʼ⁄›}¤£⁄"}"
della virtù di chi detiene il potere, metafora antica
del gubernare rem publicam; o al berretto frigio,
che poteva addirittura trovarsi sulla punta della
picca (Fig. 3)" $" ʻ¡" z}¤¤}««⁄D" {\}" £}¡¡'y£«ʻ{\ʻ«Ä" ›}£ʻ›y"
donato dai padroni agli schiavi liberati, aveva infatti
7
8
Fig. 2: Tavola marmorea con 6 fasci, dal Chiostro di San
hy⁄¡⁄"˜‹⁄¤ʻ"¡}"e‹¤yD"j⁄¢yF"^⁄«⁄"«¤y««y"¦y"{⁄¢¢⁄£“Ffiʻ~ʻ¢}¦ʻyF⁄¤ʼGfiʻ~ʻG^ʻ¡}Rkwhy⁄¡⁄w^dewEw£}¡w{\ʻ⁄“«¤⁄w˜y“{ʻwƒ¤}«⁄¤}wIIJHPLKFbh̲
assunto il valore simbolico della libertà sin dai tempi
del cesaricidio (BENIGNO"JHIHAF"Y"›⁄¡«}D"ƒ⁄ʻD"ʻ¡"˜y“{ʻ⁄"
era accompagnato da una bilancia, simbolo della
ʼʻ‹“«ʻ ʻyD" ⁄" ƒ⁄“«⁄" y{{y£«⁄" y¡¡'y¡z}¤⁄" ¦}¡¡y" ¡ʻz}¤«ÄS
dalla sua sommità, inoltre, poteva fuoriuscire non
una ma una moltitudine di picche, a simboleggiare
la coesione e la forza del popolo rivoluzionario. In
ogni caso il fascio littorio, pur nella varietà delle sue
allusioni allegoriche, durante gli anni rivoluzionari
¤ʻ{\ʻy¢y›y" ¦‹}" ƒ¤ʻ£{ʻƒy¡ʻ" “ʻʼ£ʻü{y«ʻR" £}¡¡y" “‹y"
versione con scure o alabarda era simbolo della
giustizia esercitata, anche tramite la violenza, dal
popolo e non più dal monarca; se rappresentato
“}£ y"“{‹¤}"y¡¡‹¦}›y"ʻ£›}{}"y¡¡'‹£ʻ«Ä"¦}¡¡y"j}ƒ‹zz¡ʻ{y"
e alla fraternità del popolo francese. Il fascio,
dunque, in quegli anni era soprattutto simbolo di
compattezza, di unione potente e indissolubile (per
tutti questi aspetti, cfr. GIARDINA"JHHHzD"ƒƒF"IIOEIJJAF""
In Italia, durante il periodo delle repubbliche
giacobine e in età risorgimentale si ricorreva
y¡¡'ʻ{⁄£⁄ʼ¤yüy" ¦}¡" ˜y“{ʻ⁄" ¡ʻ««⁄¤ʻ⁄" “ʻy" {⁄¢}" ¤ʻ{\ʻy¢⁄"
agli ideali della Rivoluzione Francese sia come
“ʻ¢z⁄¡⁄" ¦}¡¡'y“ƒʻ¤y ʻ⁄£}" y¡¡'‹£ʻ«Ä" £y ʻ⁄£y¡}" }" y¡¡y"
¡ʻz}¤«ÄD" £}¡¡'}“ƒ¡ʻ{ʻ«⁄" ¤ʻü‹«⁄" ¦}¡" ƒ⁄«}¤}" ¢⁄£y¤{\ʻ{⁄" }"
papale. m£"}“}¢ƒʻ⁄"{ʻ"Ì"˜⁄¤£ʻ«⁄"¦y¡¡'}“ƒ}¤ʻ}£ y"¦}¡¡y"
j}ƒ‹zz¡ʻ{y" j⁄¢y£y" ¦}¡" IOQPEQQ" }" ƒ⁄ʻ" ¦}¡" IPLPE
LQD" ‹y£¦⁄" “ʻ" ‹«ʻ¡ʻ Õ" ʻ¡" ˜y“{ʻ⁄" ¤}ƒ‹zz¡ʻ{y£⁄" ʻ£" ›y¤ʻ"
contesti: nello stendardo, su assegni emessi dalla
Repubblica, sulle monete (Fig. 4AF"Y"j⁄¢y"ʻ¡"˜y“{ʻ⁄"“ʻ"
y{{⁄¢ƒyʼ£Õ"“ƒ}““⁄"y¡¡'y ‹ʻ¡y"ʻ¢ƒ}¤ʻy¡}"}"y¡«¤}««y£«⁄"
“ƒ}““⁄" y¡" z}¤¤}««⁄" ˜¤ʻʼʻ⁄R" ¡'ʻ{⁄£⁄ʼ¤yüyD" y£{\}" ʻ£"
questo caso, era dunque aperta a contaminazioni
“ʻ¢z⁄¡ʻ{\}" {\}" £}" “˜‹¢y›y£⁄" ʻ" “ʻʼ£ʻü{y«ʻF" f}¡¡'PHH"
ʻ«y¡ʻy£⁄D" ¡'}“ƒ¤}““ʻ⁄£}" ̇˜y“{ʻ⁄ł" }£«¤Õ" y" ˜y¤" ƒy¤«}"
anche della terminologia politica: ancora una volta
{⁄£" ‹}“«y" ƒy¤⁄¡y" “ʻ" ›⁄¡}›y" ʻ£¦ʻ{y¤}" ‹£y" ̇¡}ʼyłD"
‹£'̇‹£ʻ⁄£}ł" {⁄¢ƒy««yD" {⁄£" ‹£y" ƒy¡}“}" y{{} ʻ⁄£}"
rivoluzionaria. Nacquero così i Fasci Operai
¦}¡¡']¢ʻ¡ʻyD" y««ʻ›ʻ" «¤y" ʼ¡ʻ" y££ʻ" 'OH" }" ʼ¡ʻ" y££ʻ" 'PH"
del XIX secolo, e i Fasci siciliani, detti anche Fasci
dei lavoratoriD" “⁄¤«ʻ" £}¡" IPQI" }" ¦¤y¢¢y«ʻ{y¢}£«}"
¤}ƒ¤}““ʻ" K" y££ʻ" ¦⁄ƒ⁄" ¦y" ^¤y£{}“{⁄" [¤ʻ“ƒʻF""
Ma fu il ventesimo secolo a imporre sulla scena
¦}¡¡y"ƒ⁄¡ʻ«ʻ{y"ʻ«y¡ʻy£y"¡y"ƒy¤⁄¡y"̇˜y“{ʻ⁄ł"}"ʻ¡"“ʻ¢z⁄¡⁄"
¦}¡"˜y“{ʻ⁄"¡ʻ««⁄¤ʻ⁄F"l¤y"¡y"ü£}"¦}¡"IQIL"}"ʼ¡ʻ"ʻ£ʻ ʻ"¦}¡"
IQIMD" Z}£ʻ«⁄" e‹““⁄¡ʻ£ʻ" ¦ʻ}¦}" ›ʻ«y" yʻ" Fasci di azione
rivoluzionariaD" ‹£" ¢⁄›ʻ¢}£«⁄" “⁄¤«⁄" {⁄£" ¡'ʻ£«}£«⁄" ¦ʻ"
“ƒʻ£ʼ}¤}" ¡'a«y¡ʻy" y" }£«¤y¤}" £}¡¡y" ̲¤y£¦}" ̲‹}¤¤yS" L"
anni dopo fu ancora una volta Mussolini a utilizzare
retoricamente quella parola che si richiamava alla
¤⁄¢y£ʻ«ÄD" ˜⁄£¦y£¦⁄" y" eʻ¡y£⁄D" ʻ¡" JK" ¢y¤ ⁄" ¦}¡"
IQIQD" ʻ" Fasci italiani di combattimento dai quali
“y¤}zz}" ƒ⁄ʻ" “⁄¤«⁄" ʻ¡" hy¤«ʻ«⁄" fy ʻ⁄£y¡}" ^y“{ʻ“«yF""
h¤ʻ¢y" {\}" ʻ¡" ¢⁄›ʻ¢}£«⁄" “ʻ" «¤y“˜⁄¤¢y““}" ʻ£" ƒy¤«ʻ«⁄D"
Mussolini ribadì ancora una volta la natura
¤}ƒ‹zz¡ʻ{y£y" ¦}¡" ˜y“{ʻ⁄D" ¤ʻ{⁄¤¦y£¦⁄£}" ¡'⁄¤ʻʼʻ£}"
y£«ʻ{y"}"“⁄««⁄¡ʻ£}y£¦⁄£}"ʻ¡"“ʻʼ£ʻü{y«⁄"y£«ʻ¢⁄£y¤{\ʻ{⁄F"
a£"‹£"¦ʻ“{⁄¤“⁄"«}£‹«⁄"y"Z⁄¡⁄ʼ£y"ʻ¡"K"¢yʼʼʻ⁄"¦}¡"IQJID"
e‹““⁄¡ʻ£ʻ" y˜˜}¤¢Õ" ʻ£˜y««ʻR" ̇a¡" £⁄“«¤⁄" “ʻ¢z⁄¡⁄" £⁄£" Ì"
lo scudo dei Savoia; è il Fascio littorio, romano e
y£{\}D"“}"£⁄£"›ʻ"¦ʻ“ƒʻy{}D"¤}ƒ‹zz¡ʻ{y£⁄łF"ey" ‹}“«y"
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di Stato, ma soprattutto in un simbolo di regime.
Quando Mussolini prese il potere, insomma, si
Fig. 3R"kʻʼʻ¡¡⁄"¦}¡¡y"j}ƒ‹zz¡ʻ{y"^¤y£{}“}D"IOQJF"hy¤ʻʼʻD"Y¤{\ʻ›}“"fy«ʻ⁄£y¡}“D"[⁄¡¡}{«ʻ⁄£"¦}"k{}y‹flF"a¢¢yʼʻ£}"«¤y««y"¦y"YF"
̲ʻy¤¦ʻ£yD"YF"ny‹{\} D Il mito di Roma. Da Carlo Magno a
MussoliniD"j⁄¢yEZy¤ʻ"JHHH
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Fig. 4R"I"Zyʻ⁄{{⁄"¦}¡¡y"j}ƒ‹zz¡ʻ{y"j⁄¢y£yD"IPLQF"a¢¢yʼʻ£}"«¤y««y"¦yR"fififiF¢{“}y¤{\Fʻ£˜⁄G¤}{⁄¤¦F\«¢¡Wʻ¦UIIIPPH
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del fascio romano: una rapida serie di passaggi
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connotazioni democratiche e repubblicane assunte
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dittatoriale.
Il fascio fascista
Nella vicenda del fascio littorio, come in altre
riguardanti il rapporto tra la Roma antica e il
fascismo, un ruolo fondamentale lo ebbero gli studiosi
della storia antica e, ancor di più, gli archeologi:
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il Ventennio, il nesso tra antichità e politica non si
fermò alla scelta di icone o di date da celebrare che
fossero collegate a quel lontano mondo, ma come
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degno del nuovo regime e un ideale punto di
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costruzione del nuovo uomo fascista. Non fu dunque
un caso se a studiare e ideare il simbolo del fascio
littorio fu chiamato proprio un illustre archeologo.
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fascio littorio, già a quel tempo percepito come il
simbolo di Roma antica e, insieme, della nuova Italia.
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compito di ricostruzione di quel simbolo, che sarebbe
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Giacomo Boni (Fig. 5A" $" ¦ʻ¤}««⁄¤}" ¦}ʼ¡ʻ" “{y›ʻ" £}¡"
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vicende culturali fasciste che vide protagonista Boni,
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{⁄ʼ¡ʻ}›y" ¡'ʻ¢ƒ⁄¤«y£ y" ¦}¡¡}" ƒʻÛ" y›y£ y«}" «}{£ʻ{\}"
¦}¡¡'y¤{\}⁄¡⁄ʼʻy"}"¦}¡"¤}“«y‹¤⁄"‹£ʻ›y"‹£y"{⁄£{} ʻ⁄£}"
quasi sacra della propria missione di rievocatore
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ugualmente a individuare in esso, e nel suo duce,
il momento storico propizio al ritorno atteso della
Roma antica, immaginando per quel momento una
“}¤ʻ}"¦ʻ"¡ʻ«‹¤ʼʻ}"}"¦ʻ"¤ʻ«ʻ"{\}"y›¤}zz}¤⁄"¡y“{ʻy«⁄"‹£'}{⁄"
profonda nella propaganda degli anni successivi
(SALVATORI 2012a; SALVATORI"JHIJzAF"dy"ƒ¤ʻ¢y"ʻ¢ƒ¤⁄£«y"
che Boni diede al culto fascista della romanità riguardò
yƒƒ‹£«⁄"¡y"¦}ü£ʻ ʻ⁄£}"¦}¡"“ʻ¢z⁄¡⁄"¦}¡"˜y“{ʻ⁄"¡ʻ««⁄¤ʻ⁄F""
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di fascio che fosse il più possibile uguale a quello
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rivoluzionario francese. Creò dunque un prototipo
a dimensione reale (che sarebbe poi servito da
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ottenuto con verghe di betulla lunghe quasi due metri,
al quale fu apposta lateralmente una scure uguale
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Fig. 5R" d'y¤{\}⁄¡⁄ʼ⁄" ̲ʻy{⁄¢⁄"
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tale che egli dedicò energie e attenzioni persino al
rinvenimento di esemplari di betulla che fossero fedeli
y" ‹}¡¡ʻ" ‹«ʻ¡ʻ y«ʻ" £}¡¡'y£«ʻ{\ʻ«Ä" ƒ}¤" ¡y" ¤}y¡ʻ y ʻ⁄£}"
dei fasci; e poiché nelle campagne romane pareva
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ʻ£{ʻ“y" ¦y" Y««ʻ¡ʻ⁄" kʻ¡›ʻ⁄" e⁄««ʻD" ʻ£{ʻ“⁄¤}" {yƒ⁄" ¦}¡¡y"
Regia Zecca e docente di incisione alla Regia Scuola
¦}¡¡'Y¤«}"¦}¡¡y"e}¦yʼ¡ʻyF"dy"¢⁄£}«y"¤}{y›y"y¡"¦ʻ¤ʻ««⁄"
il semibusto in uniforme del re volto verso destra
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j]" E" ¥'alYdaYS" y¡" ¤⁄›}“{ʻ⁄" ʻ¡" ˜y“{ʻ⁄" ¡ʻ««⁄¤ʻ⁄" {⁄£" “{‹¤}"
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“}ʼ£⁄" ¦}¡¡y" r}{{yD" ¡y" ¦y«y" }" ʻ" £⁄¢ʻ" ¦}¡¡'y‹«⁄¤}" }"
¦}¡¡'ʻ£{ʻ“⁄¤}"@Fig. 6A"@SALVATORI JHHPAF"[⁄£"¡'}¢ʻ““ʻ⁄£}"
della nuova moneta nacque dunque il nuovo simbolo
del fascio, quello pienamente fascista, completamente
svincolato da tutta la tradizione democratica che,
y" ƒy¤«ʻ¤}" ¦y¡" IOPQD" y›}›y" ¤ʻ{⁄ƒ}¤«⁄" ‹}¡¡'ʻ{⁄£y" ¦ʻ"
“ʻʼ£ʻü{y«ʻ" y£«ʻ¢⁄£y¤{\ʻ{ʻ" }" ¤}ƒ‹zz¡ʻ{y£ʻF" dy" £‹⁄›y"
immagine del fascio, così come era stata ricostruita
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{\}" ¤ʻ¢y£¦y›y£⁄" £⁄£" “⁄¡⁄" y" ̇‹£" “ʻ¢z⁄¡⁄" ¦ʻ" ˜⁄¤ y"
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monete fasciste è fondamentale al di là del dato
meramente contingente: essa dimostra infatti che la
nuova religione della patria fascista nacque già nelle
settimane immediatamente successive alla Marcia
“‹" j⁄¢yF" ^‹" ƒ¤⁄ƒ¤ʻ⁄" ¡'⁄ƒ}¤y ʻ⁄£}" {‹¡«‹¤y¡}" ¦ʻ" Z⁄£ʻ"
a innescare quel rapido processo di disseminazione
del simbolo del fascio che in poco tempo avrebbe
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“ʻ¢z⁄¡ʻ"}"ʻ{⁄£⁄ʼ¤yü}"ʻ¢¢}¦ʻy«y¢}£«}"¤ʻ{⁄£¦‹{ʻzʻ¡ʻ"y¡"
nuovo culto littorio e, quindi, al culto della romanità.
Le monete diventarono subito uno strumento
importante nella diffusione del simbolo della nuova
}¤yF" m£" ¤‹⁄¡⁄" y£y¡⁄ʼ⁄" ˜‹" ¤ʻ{⁄ƒ}¤«⁄" y£{\}" ¦y¡¡'y¡«¤⁄"
oggetto che, insieme con le monete, rappresenta uno
¦}ʻ"¢} ʻ"ƒʻÛ"ƒ}¤›y“ʻ›ʻ"¦}¡¡'ʻ{⁄£⁄ʼ¤yüy"ƒ⁄ƒ⁄¡y¤}R"ʻ¡"
˜¤y£{⁄z⁄¡¡⁄F"h}¤"{}¡}z¤y¤}"ʻ¡"ƒ¤ʻ¢⁄"y££ʻ›}¤“y¤ʻ⁄"¦}¡¡y"
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}¢}““y"‹£y"“}¤ʻ}"“ƒ}{ʻy¡}"¦ʻ"˜¤y£{⁄z⁄¡¡ʻ"y˜ü¦y«y"y"¦‹}"
artisti illustri e celebri, che riuscirono a creare tre tipi
¦ʻ" ˜¤y£{⁄z⁄¡¡ʻ" ¦y¡¡'}“«}«ʻ{y" }“«¤}¢y¢}£«}" ƒ¤}ʼ}›⁄¡}R"
Duilio Cambellotti e Giacomo Balla. In nessuna delle
«¤}" “⁄¡‹ ʻ⁄£ʻ" ʻ{⁄£⁄ʼ¤yü{\}" {⁄¢ƒy¤›}¤⁄" “ʻ¢z⁄¡ʻ" ¦ʻ"
casa Savoia, mentre in tutti campeggiò il fascio littorio
(ZEVI"IQPHAF"f}¡"˜¤y£{⁄z⁄¡¡⁄"¦ʻ“}ʼ£y«⁄"¦y"[y¢z}¡¡⁄««ʻ"
(Fig. 7AD" ʻ¡" {‹ʻ" «}¢y" }¤y" ‹}¡¡⁄" ¦}¡¡y" ʼʻ⁄›ʻ£} yD" «¤}"
fasci littori emergono in primo piano su uno sfondo di
¤y¢ʻ"ü⁄¤ʻ«ʻ"{\}"“ʻ¢z⁄¡}ʼʼʻy£⁄"ʻ¡"¤ʻ«⁄¤£⁄"y"‹£y"£‹⁄›y"
primavera italiana. Dei due francobolli ideati da
Balla, uno rappresentava la pace riconquistata dopo
la vittoria in guerra (Fig. 8AR" ¡'ʻ¢¢yʼʻ£}" Ì" ‹}¡¡y" ¦ʻ"
‹£'y ‹ʻ¡y" {\}" «ʻ}£}" £}ʻ" “‹⁄ʻ" y¤«ʻʼ¡ʻ" ‹£" ˜y“{ʻ⁄" ¡ʻ««⁄¤ʻ⁄D"
circondata da una corona composta di foglie di
‹}¤{ʻy"@¤ʻ{\ʻy¢⁄"y¡¡'ʻ¢¢⁄¤«y¡ʻ«Ä"}"y¡¡'⁄£⁄¤}"ƒ}¤}££}A"
}" ¦ʻ" y¡¡⁄¤⁄" @“ʻ¢z⁄¡⁄D" yƒƒ‹£«⁄D" ¦ʻ" ƒy{}AF" f}¡¡'‹¡«ʻ¢⁄"
francobollo, sempre disegnato da Balla (Fig. 9AD"‹£y"
ƒy¤«ʻ{⁄¡y¤}" {⁄¢ƒ⁄“ʻ ʻ⁄£}" ¤y˜üʼ‹¤y›y" ʻ¡" ƒ¤⁄ʼ¤}““⁄"
fascista: due giganteschi fasci littori incorniciano
una distesa di fabbriche fumanti sorvolate da aerei.
Industria e aviazione, dunque, come archetipi del
ƒ¤⁄ʼ¤}““⁄" {\}" ¡'a«y¡ʻy" y›}›y" ¤ʻ{⁄£ ‹ʻ“«y«⁄" ʼ¤y ʻ}" y¡"
˜y“{ʻ“¢⁄" @¡'y}¤}⁄" ˜‹" ‹£⁄" ¦}ʼ¡ʻ" ⁄ʼʼ}««ʻ" ƒ¤}˜}¤ʻ«ʻ" £}¡¡}"
¤yƒƒ¤}“}£«y ʻ⁄£ʻ" ʻ{⁄£⁄ʼ¤yü{\}" ¦}¡" ¤}ʼʻ¢}D" {\ʻy¤⁄"
¤}«yʼʼʻ⁄"¦}¡¡'y¤«}"˜‹«‹¤ʻ“«yAF
Negli anni successivi la Marcia su Roma, il fascio
littorio fu imposto quale simbolo di Stato tramite
II
Fig. 6R"Z‹⁄£⁄"¦y"J"¡ʻ¤}D"IQJKF"h¤⁄ƒ¤ʻ}«Ä"hy⁄¡y"kF"ky¡›y«⁄¤ʻ
una serie di atti legislativi che culminò in un decreto
}¢y£y«⁄" ʻ¡" IJ" ¦ʻ{}¢z¤}" ¦}¡" IQJND" y««¤y›}¤“⁄" ʻ¡"
‹y¡}" }““⁄" ˜‹" ‹˜ü{ʻy¡¢}£«}" «¤y“˜⁄¤¢y«⁄" ¦y" }¢z¡}¢y"
¦ʻ" ƒy¤«ʻ«⁄" ʻ£" }¢z¡}¢y" ¦ʻ" k«y«⁄F" f}¡" IQJQD" ʻ£ü£}D"
il fascio littorio entrò a far parte dello stemma
¦}¡¡⁄" k«y«⁄" ʻ«y¡ʻy£⁄R" ¦y¡¡'yƒ¤ʻ¡}" ¦ʻ" ‹}¡¡'y££⁄D"
ʻ£˜y««ʻD" ¦‹}" ˜y“{ʻ" ˜‹¤⁄£⁄" y˜üy£{y«ʻ" y¡¡⁄" “{‹¦⁄" ¦}ʻ"
Savoia in sostituzione dei due leoni presenti nello
“«}¢¢y" ü£" ¦y¡" IPQH" @GENTILE" IQQKD" ƒƒF" PPEQHAF""
Ma ciò che rese il fascio un simbolo davvero
nazionale fu la pervasività assoluta con la quale
esso fu imposto allo sguardo di milioni di cittadini
italiani e stranieri già dai primi mesi del governo.
Da subito, infatti, il fascio littorio comparve ovunque
ü£⁄" y" ¦ʻ›}£«y¤}" ⁄££ʻƒ¤}“}£«}F" ky¤}zz}" “‹˜ü{ʻ}£«}"
fare un sondaggio degli oggetti in uso durante il
ventennio fascista, delle immagini pubblicitarie,
delle copertine di quaderni e libri scolastici, per
y{{⁄¤ʼ}¤“ʻ" ¦}¡¡'y““⁄¡‹«y" ‹zʻ ‹ʻ«Ä" ¦ʻ" ‹}“«⁄" y£«ʻ{⁄"
simbolo, che tornò a essere immediatamente legato
y"‹£y"{}¤«y"ʻ¦}y"¦ʻ"¤⁄¢y£ʻ«ÄR"‹£'ʻ¦}y"{⁄¡¡}ʼy«y"y¡¡y"
rivoluzione ma anche alla coercizione e alla violenza.
I fasci comparvero presto anche nelle città: in esse,
anzi, straripava la presenza di questo simbolo, sui
tombini delle reti fognarie (Fig. 10AD sulle fontane,
“‹¡¡}" ˜y{{ʻy«}" ¦ʻ" ƒy¡y ʻ" ƒ¤ʻ›y«ʻD" ¦}ʼ¡ʻ" ‹˜ü{ʻ" ƒ‹zz¡ʻ{ʻD"
delle università, delle stazioni.
Fig. 7R"^¤y£{⁄z⁄¡¡⁄"¦y"KH"{}£tesimi, autore Duilio Cambel- Fig. 8: Francobollo da 1 lira, autore Gia¡⁄««ʻD" IQJKF" h¤⁄ƒ¤ʻ}«Ä" hy⁄¡y" kF" como Balla, 1923. Proprietà Paola S. Sal- Fig. 9R"^¤y£{⁄z⁄¡¡⁄"¦y"M"¡ʻ¤}D"y‹«⁄¤}"̲ʻy{⁄¢⁄"Zy¡¡yD"IQJKF"h¤⁄ƒ¤ʻ}«Ä"hy⁄¡y"kF"ky¡›y«⁄¤ʻ
vatori
Salvatori
IJ
Fig. 10: Tombino delle fognature di Tren«⁄F"^⁄«⁄"ƒ¤⁄ƒ¤ʻ}«Ä"hy⁄¡y"kF"ky¡›y«⁄¤ʻ
Fig. 11R" ¥ʻ“«¤‹ ʻ⁄£}" ¦}ʻ" ˜y“{ʻ" ¡ʻ««⁄¤ʻD" eʻ¡y£⁄D" JN" ¡‹ʼ¡ʻ⁄"
IQLKF" a¢¢yʼʻ£}" «¤y««y" ¦y" \««ƒRGGyMIFʻ¦y«yF⁄›}¤Ez¡⁄ʼF
{⁄¢GIGIMGNNGOLG˜y“{ʻ“¢⁄Geʻ¡y£⁄EJNE¡‹ʼ¡ʻ⁄EIQLKF|ƒʼ
Damnatio memoriae
a" ˜y“{ʻ" ¡ʻ««⁄¤ʻD" ʻ£“⁄¢¢yD" ˜‹¤⁄£⁄" ¦ʻ““}¢ʻ£y«ʻ" ‹£" ƒ⁄'"
ovunque, e ovunque rimasero per due decenni.
ey" ¡'yzʻ«‹¦ʻ£}" ¦}ʼ¡ʻ" ʻ«y¡ʻy£ʻ" y" {⁄£›ʻ›}¤}" {⁄£" ‹}“«y"
ʻ¢¢yʼʻ£}" £⁄£" }zz}" ¦ʻ˜ü{⁄¡«Ä" y" «¤y“˜⁄¤¢y¤“ʻD" £}¡"
momento adatto, in pura iconoclastia. È ciò che
y››}££}" ʼʻÄ" y" ƒy¤«ʻ¤}" ¦y¡" JN" ¡‹ʼ¡ʻ⁄" ¦}¡" IQLKR"
appena si diffuse la notizia della caduta del regime,
centinaia di persone si riversarono nelle vie delle città
italiane e, impugnati scalpelli e picconi, iniziarono
una vera operazione di damnatio memoriae volta
alla cancellazione dei simbolo fascisti (Fig. 11AF""
]ƒƒ‹¤}"¢⁄¡«ʻ"˜y“{ʻ"“ʻ"“y¡›y¤⁄£⁄R"{⁄“Ð"£⁄£"Ì"ʻ£{⁄£“‹}«⁄D"
ancora oggi, scovare qualcuno di quei simboli su
˜⁄£«y£}"¦ʻ"ʼ\ʻ“y"⁄"“‹"}¦ʻü{ʻ"ƒ‹zz¡ʻ{ʻF"ey"¡'y“ƒ}««⁄"ƒʻÛ"
interessante di questa operazione di furia iconoclasta
popolare sembrerebbe risiedere nel fatto che molto
spesso furono abbattute soltanto le scuri: le nostre
città abbondano di fasci littori di epoca fascista
y£{⁄¤y" ʻ£«y««ʻD" ¦yʻ" ‹y¡ʻ" ˜‹" }¡ʻ¢ʻ£y«⁄" “⁄¡⁄" ¡'}¡}¢}£«⁄"
immediatamente legato alla dimensione della
coercizione e della violenza, rappresentato appunto
dalla scure (Fig. 12AF"^⁄¤“}"Ì"“⁄¡⁄"‹£y"“‹ʼʼ}“«ʻ⁄£}D"¢y"
ciò potrebbe invece rispondere a una riappropriazione,
y¡¡'ʻ£¦⁄¢y£ʻ" ¦}¡¡y" {y¦‹«y" ¦}¡" ¤}ʼʻ¢}D" ¦}¡" “ʻ¢z⁄¡⁄"
¦}¡" ˜y“{ʻ⁄" ¡ʻ««⁄¤ʻ⁄" {⁄£" “ʻʼ£ʻü{y«⁄" ¤ʻ›⁄¡‹ ʻ⁄£y¤ʻ⁄F" kʻ"
è ricordato come, durante la Rivoluzione Francese
e ancora in epoca risorgimentale, il fascio senza
“{‹¤}" “ʻ¢z⁄¡}ʼʼʻy““}" ¡'‹£ʻ«Ä" ¦}¡" ƒ⁄ƒ⁄¡⁄D" “‹ƒ}¤y£¦⁄"
‹ʻ£¦ʻ" ʻ¡" “ʻʼ£ʻü{y«⁄" ⁄¤ʻʼʻ£y¤ʻ⁄" ¦}¡" ˜y“{ʻ⁄" ¤⁄¢y£⁄F"
[⁄£" ʻ¡" ˜y“{ʻ“¢⁄" ¡'y{{}£«⁄" ˜‹" ¢}““⁄" “‹¡¡'}¡}¢}£«⁄"
›ʻ⁄¡}£«⁄"}"{⁄}¤{ʻ«ʻ›⁄"¦ʻ" ‹}¡¡'y£«ʻ{⁄"“ʻ¢z⁄¡⁄F"Y"ƒy¤«ʻ¤}"
¦y¡¡y" £⁄««}" ¦}¡" JM" ¡‹ʼ¡ʻ⁄" IQLK" ʻ¡" ƒ⁄ƒ⁄¡⁄" ʻ«y¡ʻy£⁄D"
¦⁄ƒ⁄" ƒʻÛ" ¦ʻ" JH" y££ʻ" ¦ʻ" ¤}ʼʻ¢}D" ƒ⁄«Ë" ü£y¡¢}£«}"
tornare in piazza e manifestare liberamente. Forse
fu un fenomeno inconsapevole, ma di fatto questa
iconoclastia parziale applicata alle scuri recuperò
un aspetto della tradizione del fascio di età moderna
{\}"ʻ¡"˜y“{ʻ“¢⁄"y›}›y"«}£«y«⁄"¦ʻ"⁄˜˜‹“{y¤}R"¡'y“ƒ}««⁄D"
appunto, democratico e repubblicano.
*Paola S. Salvatori, dottore di ricerca in Scienze Storiche
presso la Scuola Superiore di Studi Storici di San
Marino; cultore della materia in Storia Contemporanea
y¡¡'m£ʻ›}¤“ʻ«Ä"¦}ʼ¡ʻ"“«‹¦ʻ"¦ʻ"Z}¤ʼy¢⁄S"¢}¢z¤⁄"¦}¡"{⁄¢ʻ«y«⁄"
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paolasalvatori@hotmail.com
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BENIGNO"JHIHR"F. BENIGNO, “Il berretto della libertà”, in F. BENIGNO,
L. SCUCCIMARRA, Simboli della politicaD"j⁄¢y"JHIHD"ƒƒF"JJKEJLM
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